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FATAGIUSEPPE

ilfra

La presenza del corpo nellaproduzione letteraria è semprestata legata a due aspetti distintie collaterali: la concezioneideologica dell'entità corporeacome elemento di riflessione ditipo pratico e speculativo, e l'usoche lo scrittore ne fa in sensoespressivo e simbolico quandoparla delle varie attività corporali,per esempio ludiche e di sforzo,di piacere e di costrizione, fisichee cerebrali. Ma è arduo, se nonaddirittura impossibile,assegnare al corpo unadefinizione letteraria univoca,data la sua unità inscindibile diluogo ove trovano spazio sial'anima e la mente, elementispirituali e interiori, sia il fisicocome contenitore esterno del piùmultiforme meccanismofunzionante che esista in natura.Il corpo è pertanto un organismoportatore di spirito e di materianel suo essere singolare, unico.Nella leggenda che ha datoorigine al mito del Faust, egli puòvendere l'anima al demonio

persino di non essere, come ilfantasma o lo spettro; di 'carne' e di'sangue', in chiave simbolica; finoall'incorporeità degli esseri divini, lacui dimensione corporale è sublimatain senso religioso nel puro spirito. Piùche la letteratura, tuttavia,storicamente è stata la filosofia aoccuparsi di un'interpretazione delcorpo come entità, data la suafisionomia discorde e dualistica,

trasformandolo da celebrazione dellavita naturale in dilemma culturale esimbolico. Questo vale soprattuttoper il pensiero occidentale. Nelmondo e nella cultura dell'Oriente,invece, corpo e spirito si fondono inun'entità unica e il dualismo filosoficonon si pone in maniera cosìproblematica, ma anche un po'astratta, come avvienenell'Occidente. Le linee direttrici

corporappresen-tazione elinguaggio

perché la possiede, e il demonioricompensare con ogni sorta divoluttà di cui è il corpo a trarregodimento. Proprio da questaunicità, che paradossalmente si

edifica su una dualità oppositiva, inletteratura prendono consistenza leclassificazioni terminologiche edistintive che ne derivano, a secondadelle condizioni in cui il corpo èinserito e dei relativi campi diapplicazione: di maschile e femminile(uomo e donna) e dei loro rapporti; diindividuo e persona o, all'opposto, disinonimo di collettivo dal punto divista giuridico e sociale; di essere, e

A TU PER TU CON

Alla scopertadell’archetipo femminile.

di Valeriana Mariani

STORIA DI COPERTINA

nella foto: Il presidente Giuseppe Fata e la Presidente Onorario Ambasciatori Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florioalla presentazione del calendario 2013 della Camera Regionale della Moda Calabria dedicato a Gianni Versace

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della dualità si richiamanotradizionalmente alla filosofia greca, etrovano conferma in una varietà diposizioni teoriche che privilegianocomunque lo spirito. Da centro diirradiazione simbolica nelle comunitàprimitive, il corpo, come dice U.Galimberti è diventato in Occidente il“negativo di ogni valore” che il giocodialettico-concettuale delleopposizioni è andato man manoaccatastando. Dalla “follia del corpo”di Platone alla “maledizione dellacarne” nella religione biblica, dalla“lacerazione” cartesiana della suaunità alla sua “anatomia” ad operadella disciplina scientifica, all'hommemachine degli illuministi, il corpo vedeprocedere la sua storia con la suariduzione a forza-lavoro, a numeroper potenziare la produzione in sensoeconomico.Oggi, tuttavia, il problema è capovolto, perché nell’eradell'automazione, dell'informatizzazione e della globalizzazione, essonon ha più senso, essendo tagliato fuori dal ciclo produttivo, diventaeconomicamente un ingombro. Alla casistica problematica che haaccompagnato il corpo nella storia, naturale e culturale, bisognaaggiungere la componente economica per la quale il corpo diventauna questione sociale. Ma per superare l'opposizione culturale traanima e corpo e cercare di dare a proposito dell'entità corporea unarisposta più articolata e organica nel quadro della visioneinterdisciplinare che lo caratterizza, il sapere contemporaneo haulteriormente messo in evidenza il carattere culturale della nozione dicorpo, trasferendolo dall'ambito naturale a quello dei concetti eassimilandolo ai fenomeni simbolici. Antropologia, semiologia,linguistica, medicina, psicoanalisi, ogni disciplina ha dato del corpouna propria proiezione come significato espressivo che supera latradizionale separatezza di corpo e anima, di cuore e mente, dimovimento e stasi, per situarsi nella sfera del rapporto comunicativo.Il corpo vivendo comunica perché produce un insieme di segni, ossiarealizza con il proprio complesso movimento pratico e spirituale unaserie di funzioni che assolvono lo scopo di comunicare ai diversi livellie nei diversi contesti in cui agisce: come disse M. de Certeau, nellastoria abbiamo un corpo per ogni epoca e per ogni gruppo. Laletteratura è il campo dove questo movimento si esprime in sensorappresentativo grazie al linguaggio. A differenza della filosofia, laletteratura ha esaltato o denigrato il corpo in quanto invenzioneoriflesso, dal punto di vista verbale, dell'attività umana. In tal senso ilcorpo è divenuto condizione essenziale nel contesto letterario, anzi èconnaturato alla letteratura, poiché sul piano della raffigurazioneespressiva esso si è via via identificato con l'uomo stesso.Personaggio principale, se non assoluto, del dialogo letterario, l'uomoè presente fisicamente e non come astrazione anche quando èportatore di idee: la sua manifestazione culturale e il suo movimentonaturale si esprimono per mezzo ed in virtù del corpo. In letteratura,però, la parola non può rendere la rappresentazione del corpo conquell'evidenza plastica che è caratteristica della pittura e soprattuttodella scultura, si esprime tecnicamente in forma diversa, perché lasua dimensione è descrittiva, ed appunto per questo il corpo acquistasulla pagina una pregnanza significativa quando il moto esteriore siassocia alle reazioni interiori: il corpo diventa allo stesso tempo atto epensiero, descritto nel suo fare e scandagliato nel profondo. In altri

termini, è lo spirito che costruisce il corpo, come sosteneva F. Schillernel pieno dell'esaltazione romantica. Da tali premesse ne deriva chela rappresentazione del corpo in letteratura non è mai neutra masempre l'espressione di un'idea. Nella descrizione manzoniana dellamonaca di Monza, figura di cui l'autore mette in evidenza,soffermandosi sapientemente su alcuni particolari, i tratti ambigui e ilsenso di inquietudine, il narrare trascorre dalla rappresentazionevisiva a un implicito giudizio morale e storico; ma anche quando ildiscorso letterario in genere sembra risolversi in un eleganteesercizio descrittivo, non privo di raffinatezze stilistiche (si potrebbepensare a certe pagine estetizzanti di G. D'Annunzio), in realtà essopuò richiamarsi a una visione edonistica che indugia, anziché su unpaesaggio o su qualche oggetto, sul corpo quale luogo privilegiatodel piacere umano in ogni tempo. L'insistenza descrittiva sul corponon è accidentale, ma si inserisce nelle esigenze di una poetica che èfrutto di una concezione del mondo: cela una ragione storica eculturale. Una svolta determinante al problema del corpo l'ha data inseguito la psicoanalisi. Le ricerche di Freud non sono circoscritte alluogo della psiche, ma hanno assorbito l'intera strutturadell'organismo umano; sulle sue orme, la concezione del corpo nellacultura contemporanea ha scoperto altre condizioni e ramificazioniespressive. Il corpo come linguaggio, che implica qualcosa di piùrispetto alla nozione di linguaggio del corpo, non è un'ipotesiinverosimile, ma il frutto di una ricognizione meno superficiale delcomportamento umano, la quale attribuisce alle nostre azioni unsenso che va al di là della loro origine naturale. Ed è unacaratteristica dell'attuale: come ebbe a dire J. Ortega y Gasset, ilcorpo è rinato e reclamarne la “riscoperta” è toccato al nostro tempo.Naturalmente, con tutti gli effetti del caso. Per J.-P. Sartre l'uomoconsiste solo in ciò che fa, e ad agire nel complesso dell'esistenza èappunto il corpo, tragicamente condannato dalla libertà di fare. M.Foucault ha impostato tutta la sua opera sulle relazioni e costrizionidel corpo, dalla follia alla sessualità alle prigioni, ma, in dissonanzacon Sartre, percepisce la libertà come illusoria se il fare non è“opposizione” all’ apparato che imprigiona l'uomo annullandone ilcorpo. Il corpo è stato infine protagonista del processo dicambiamento nei rapporti umani e nel costume sociale esploso con ilSessantotto. Ed è stata principalmente la donna che ha svincolato ilproprio corpo dalle ipoteche che lo subordinavano a una funzioneretoricamente materna o di puro oggetto di piacere: ciò, scrollandosidi dosso l'attribuzione di secondo sesso, che polemicamente avevausato S. de Beauvoir per dire che donna non si nasce ma si diventa.Proprio i sorprendenti sviluppi letterari di oggi della dimensionecorporale spingono a pensare che il corpo nella sua complessità, e aldi là delle distinzioni genetiche, rimanga tuttora un'entità in larga parteignota. Malgrado ci si illuda di avere ormai avviato un rapportoirreversibile con il nostro essere corpo, in realtà questo è un territorioche, a percorrerlo, regala ancora ininterrotte sorprese. In ogni suaparte esso cela un sorprendente laboratorio di ricerca in grado dioffrire una serie infinita di possibilità sperimentali sconosciute, i cuirisultati hanno sempre una duplice essenza: materiale e spirituale,che è compito della letteratura tradurre in linguaggio e plasmarestilisticamente.

L'antropomorfismo dal punto di vista letterario è un'allegoria, unafigura retorica. L'idea di introdurre animali cui attribuire condotteumane in un'opera letteraria, oppure di raffigurare animali consomiglianze umane ha un valore simbolico: è una tecnica espressivaper affrontare in maniera indiretta, ma anche con maggior libertà dicontenuti, un discorso di fondo sull'uomo e calcolata allegoria asfondo politico di G. Orwell nella Fattoria degli animali o di stampomoralistico nella Collina dei conigli di R. Adams. L'identificazionedell'uomo con la figura animale, come la comprensione della natura

l'immaginariofantastico

morale degli esseri attraverso l'aspetto fisico, ha dato origine nelle favolealle divinità di svariate civiltà: l'uomo ha fatto ricorso all'animale permezzo di effigi, maschere, totem e leggendarie metamorfosi, percomunicare con gli altri e con sé stesso. ll Centauro, la Sfinge, Medusa,Proteo, il Minotauro sottolineano l'incontro magico e naturale tra larazionalità umana e l'istinto animale. Gli episodi più bizzarri delleMetamorfosi di Ovidio e dell'Asino d'oro di Apuleio rivelano che, nellaimmaginazione degli scrittori, la forma animale è sempre stata unamaschera dietro la quale occultare gli errori, le paure o i desideri proibitidell'animo umano. Dal mito greco di Pasifae e il toro sino alle favoledell'epoca medievale che riprendono il mito di Leda e il cigno, dietro alracconto fantastico e alla fiaba si nascondevano passioni inconfessabili,erotismo, amore e morte. La riproduzione simbolica, però, si arricchiscedi significati nuovi quando entrano nel discorso i primi ordini scientificheche conferiscono all'antropomorfismo un carattere meno fantasioso e piùdefinito. Nei trattati di fisiognomia dell'antichità, dallo Pseudo-Aristotele aPolemone, da Adamanzio allo Pseudo-Apuleio, sino al De humanaphysiognomonia di G. Della Porta, del 1586, ogni parte del corpo umanoera paragonata a quella di un animale, quasi gli animali fossero emblemiviventi delle passioni umane e in essi si potesse già riconoscerequell'aspetto oscuro della mente di ogni individuo, quell'inconscio portatodefinitivamente alla luce da Freud con la psicoanalisi e che spingeNietzsche nella Gaia scienza a ribaltare perfino il rapporto: sarebbero glianimali a vedere nell'uomo un essere a loro uguale che ha perduto inmaniera pericolosa il sano intelletto animale, a vedere cioè in lui l'animaledelirante, l'animale che ride o che piange, l'animale infelice. Mentre lecreature ibride del Bestiaire di Ph. de Thaon, del 1126, lasciano scorgereuna forte critica nei confronti della società del tempo, raccontata sottospoglie animalesche, il Roman de Renart, del 1288, precorre le favole diJ. La Fontaine e poi di F. Fénelon e di J.-P. Florian, dove gli animalipersonificano vizi e virtù. La forma umana, nell'Ottocento, ritorna aessere una semplice maschera con le 73 tavole delle Metamorfosi delgiorno e le Animalomanie di Grandville, con i disegni satirici di H.Daumier e le illustrazioni di S.-G. Gavarni: gli animali divengonopersonaggi veri e propri, e la bestialità umana corrompe la vita sociale,fino al punto di essere il simbolo di un mondo che gira alla rovescia. Dopoavere permeato il Medioevo e il Rinascimento, dopo essere resuscitatonelle speculazioni settecentesche e nelle favole del 19° secolo, ilrapporto uomo-animale sembra rivivere, per mezzo della metafora,nell'era moderna: Gregor Samsa, interprete della Metamorfosi di Kafka,pur continuando a pensare e a sentire come un essere umano, accogliela propria metamorfosi in insetto immondo sino alla morte, perché cosìvuole il fato. Sembra un precedente per Il racconto della piattola di T.Landolfi, ma non lo è perché qui lo scrittore ha dato voce all'insetto che,con tono oracolare, ammonisce gli uomini della loro caducità. Lasoggezione inconscia dell'uomo nei riguardi della ferinità ha ancorasollecitato il Landolfi della Pietra lunare, mentre una delle identificazionipiù diffuse è quella con il lupo, come nel Mal di luna di Pirandello e neiDialoghi con Leucò di Cesare Pavese. E tra gli ultimi cercatorid'avventure intellettuali del nostro tempo non poteva mancare unaraffigurazione dell'umano in un animalesco fantastico: Apollinaire, A.Savinio, J.L. Borges, A. Masson sono gli ideatori di un surreale eimmaginario bestiario interiore che paragona l'animalità a un vero eproprio carattere riproducibile in pittura attraverso il ritratto. L'avventodell'era tecnologica ha modificato l'archetipo del legame esistente tra icaratteri delle specie animali e la conformazione fisica umana. Di fronteai primi ragni umani apparsi nella Macchina del tempo di H.G. Wells, ealla descrizione anatomica dell'uomo-crisalide realizzata da R. Bradburyin Crisalide, a metà Novecento, la trasformazione dell'essere umano inanimale vivente è quasi scomparsa, occultata dalla presenza di modernecreature che popolano l'immaginario degli scrittori di fantascienza esuggeriscono una diversa dimensione dell'animale tradizionale. All'iniziodel Terzo millennio, i robot metallici, i mutanti genetici, gli alieni e ireplicanti capaci di assumere a loro piacimento forme batteriche, sianoesse animali oppure umanoidi, rappresentano metaforicamente larinnovata paura dell'uomo di smarrire la propria identità smarrendo quegliistinti che lo accostavano irrazionalmente all'animale.

TESTIMONIAL:

Maria Perrusi (Miss Italia 2009)

CONCEPT E FOTOGRAFIA:

Arcangelo Fazio

CONCEPT E POSTPRODUZIONEFOTOGRAFICA:

Gianluca Muraca

HAIR DESIGNER:

Giuseppe Fata

MAKE-UP:

Dario Caminiti

PROGETTO GRAFICO:

Enfasi Studio

GIOIELLI:

Gerardo Sacco

TESTE SCULTURE:

Giuseppe Fata

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Abbiamo visto Presidente come, dai tempi più antichi, gli uominihanno sentito l'esigenza di interrogarsi sul modo in cui potevaessersi formato l'universo, sulla nascita del genere umano e sullecause dei fenomeni naturali che accompagnavano, ma spessoanche sconvolgevano, la loro vita e come, non possedendo ancoragli strumenti del pensiero filosofico e scientifico, essi si affidaronoalla fantasia, personificarono e divinizzarono le forze benigne emaligne da cui si sentivano circondati dando vita a un vastopatrimonio di storie, per loro sacre e veritiere, che sono giunte anoi attraverso le più svariate fonti letterarie e artistiche. I miti,racconti terribili e meravigliosi, che narrano le origini dell'universo,degli uomini e degli dèi e che hanno per protagonisti esserisoprannaturali, prendono il nome, dal greco "mythos", cheoriginariamente designava la «parola» e in particolare la «parolasolenne e sacra di un dio». Il mito non è un racconto del tuttofavoloso e inverosimile, ma racchiude una sua «verità», poiché èun modo di conoscenza e di appropriazione della realtà tipico dellesocietà primitive, antiche e moderne. Il mito dunque vieneinterpretato come autentica conoscenza o comunque come unanarrazione che possiede elementi di realtà. In questo sensodobbiamo pensare al mito come alla sapienza propria elaborata dauna civiltà, un suo elemento di coesione, di memoria storica. Seandiamo ad enucleare il mito nella sua pienezza lo scopriamo comeuna tipica fonte di modelli di comportamento e regole dell'agire epotremmo azzardare nel dire che è nato dal bisogno di spiegare leleggi della vita e della natura ed è stato uno strumentodi conoscenza per i popoli, con finali diversi o con particolare

fantasiosi. In quasi tutte le società e culture è esistita unanarrazione mitologica dell'origine dell'essere umano edell'universo, quindi il mito deriva dall'umana necessità dirispondere alla domanda: "Da dove veniamo?"È legittimo supporre che il mito possieda un'intelaiatura che vienesempre ripresa e modificata, fino anche ai giorni nostri e che è flessibiledal momento che ha diversi significati e si apre a plurali interpretazioni,modificandosi nelle continue riprese. Non a caso Campbell nell’ “Eroedai mille volti” scrive: « I miti sono fioriti tra gli uomini in tutti i tempi, intutte le regioni della terra, ed al loro vivificante afflato si deve tutto ciòche l’attività fisica e intellettuale dell’uomo ha prodotto». Il valore delmito, in quanto mito persiste, infatti il mito viene percepito come mito daogni lettore in tutto il mondo; la sostanza del mito non sta nello stile, nénel modo di narrazione, né nella sintassi, ma nella storia che vieneraccontata del resto non è esagerato affermare che le inestinguibilienergie del cosmo si manifestano nella cultura umana proprio attraversoil mito. Se cerchiamo di scavare fino in fondo ci rendiamo conto che lereligioni, le filosofie, le arti, le forme sociali dell’uomo primitivo e storico,le scoperte scientifiche e tecniche, gli stessi sogni che popolano il sonno,scaturiscono indistintamente dalla fonte magica del mito. Infatti, i simboliche fanno parte della mitologia non si fabbricano, non si possonoinventare, controllare, o abolire per sempre: sono produzioni spontaneedella psiche e ciascuno ne conserva intatto il potere.Medusa, in greco antico, significa dominio, talento, fascino einsieme seduzione e mostruosità della bellezza. Quindi eros ethanatos, passione e terrore. La paura è una passione e la suarappresentazione produce liberazione. Gli studiosi sono concordi

nell'affermare che si tratta di un antico simbolo religioso orientale,ma sia che rappresentasse il dio Baal, o il sole, nella sua tripliceforma di dio della primavera, dell'estate e dell'inverno, sia cherappresentasse la luna con le gambe talora sostituite da falci lunari,è inconfutabile però il ritenere che questo particolare figurativorivela degli aspetti tipicamente siciliani. I simboli hannoincalcolabile valore tangibile anche nel tempo attuale, perchériescono ad esprimere una sintesi di concetti di valore assoluto,generale ed eterno ma, oltre ciò, Medusa simboleggia colei che tiferma e ti domanda "Sei pronto per conoscere ciò che si cela dietrodi me? Potresti soffrire e perdere anche ciò che ami. Queste sonole conseguenze". Lei è la trasformazione. Attraverso il suo sguardoti blocca e ti trasforma. Ti avverte che ti sei spinto troppo oltre, chetutto quello che avverrà sarà pericoloso. Perché la conoscenza èpericolosa per chi non è pronto ad accoglierla. Medusa è donna,bellissima e sinuosa. E' colei "che domina". Violentata nel tempiodi Atena da Poseidone, oltraggiò la Dea nascondendo il suo voltodietro l'egida di quest'ultima e Lei la trasformò in un orrendomostro ma tutti sappiamo il mito della Gorgone mortale, colei cheosò sfidare Atena lodandosi dei suoi splendidi capelli. Ma ci siamomai chiesti il perché la bellissima Atena dopo aver umiliato lafanciulla tramutandola in una "orrenda" creatura continuò aperseguitarla istigando Perseo affinché la uccidesse? Sarebbeipotesi ardita il pensare che Medusa possedesse ciò che Atena nonaveva? Atena è bella, di una bellezza classica, ma Medusa lo è dipiù, e diversamente, è sensuale. Atena è saggia, Medusa invece ètrasgressiva, Atena è "vergine", Medusa invece conosce i segreti

del sesso. Medusa rappresenta l'essere donna che non si piega aisoprusi dell'uomo, lei gioca e ti istiga, ti provoca e ti ammalia, è laSignora degli Incantesimi, ti incanta con i suoi serpenti e il suosguardo paralizza la virilità maschile. Si legge che una volta Atenasi accostò sulla riva di un lago e iniziò a suonare il flauto,(strumento d'estasi) e vide il riflesso di Medusa (a simboleggiareche Ella si cela in ogni donna) e ciò la rese potente ma anche pienadi invidia, tanto da desiderare fortemente di "essere" Lei; motivoper il quale chiese la sua testa per poi raffigurarla sul suo scudo ela sua pelle per indossarla in battaglia. Capì che doveva essereMedusa per sconfiggere e impaurire i nemici, quei nemici cheavevano spodestato l'antica Madre per essere poi "demonizzata" eridotta in schiavitù per proliferare e nulla più. Medusa-Atena è laDea-Serpente venerata dalle Amazzoni della Lybia, rappresenta icicli del tempo e della natura, della morte e della rinascita, è lacreatività e la distruzione al tempo stesso che continuamente sirigenera e si trasforma. E' il ciclo femminile, è il silenzio dellaconoscenza, è il varco per la trasformazione o la trasmutazionedell'anima dal Nigredo all'Oro. Medusa, dunque Presidente, è tuttele donne?Athena usa la maschera di Medusa sul suo scudo, simbolo dellapresenza di misteri legati al femminile in cui nessuno sguardo estraneodovesse posarsi, un modo per indicare un "blocco", un senso figurativodel "non puoi procedere oltre". Ma potrebbe racchiudere semplicementeil fatto che un uso esagerato della mente "blocca" la comprensione deiMisteri Femminili: Athena, d’altro canto, appare completamentesottomessa all’autorità paterna, è una vergine che rifiuta la sua

discendenza femminile, arroccata e arginata in se stessa che adopera isuoi poteri "in funzione" della volontà del Padre Zeus. O, almeno, questaè la rappresentazione di Athena che ci è stata consegnata. Il mitosembra un modo per spiegare come la mente razionale rigettil’esteriorità dell’apparire e "punisca" ogni celebrazione a ciò connessa,relegando Medusa tra i mostri. Il razionale cerca di difendersi, dapprimarespingendo il lato istintuale, in seguito facendosene scudo; un modo perusare ciò che non si accetta senza farlo proprio, quasi sia un elementoestraneo, avulso e non appartenesse al proprio Io profondo. Medusanon attacca: si difende. Non invoca qualcuno a sé. Il suo compito èquello di guardare e bloccare. Fissare. Qualcuno o Qualcosa esiliandoloin un’immobile eternità, in un certo senso immutabilmente uguale a sestesso. La Signora che misura lo scorrere del tempo lo domina e sa cheaffinché ci si possa trasformare bisogna ineluttabilmente che il tempopassi, che si prenda coscienza di ciò che si è compreso ed in qualchemodo lo si assimili. In uno sguardo, in un istante il tempo si blocca… puòessere un modo per significare “Fermati e prendi coscienza”; sotto il Suosguardo si diventa “pietra” solida, si trasforma in certezza ciò che primaera solo una percezione: “Sii conscia della trasformazione”. Ciòsuggerisce che il recuperare la propria identità femminile è un lavoro diascolto e scoperta di ciò che è la natura femminile nella sua essenza.Inevitabilmente diventa un lavoro “iniziatico” in cui gli archetipi millenaricompenetrano la propria identità. Richiede costanza, pazienza, attesa egrande duttilità perché porta - senza dubbio - a innumerevolitrasformazioni non solo interiori.. La farfalla è un fantastico insetto che ciinsegna che la vita è cambiamento, è trasformazione. Come pensa sisenta un bruco che inizia il suo periodo di trasformazione dentro unacrisalide? Ed ancora, quando Medusa ha acquisito la capacità di

pietrificare? Dopo aver conosciuto l’abbraccio di Poseidone, signoredelle profondità marine (e dunque inconsce), non è un potere che leappartiene da sempre. Volendo fare un parallelo - quasi… junghiano - leappartiene da dopo l’unione del maschile e del femminile. L'inconscio ècostituito da bipolarità, da ambivalenze, da conflitti, forze che simuovono come cavalli impazziti senza domatore, e ogni tentativo dimaturazione psichica si muove necessariamente verso un confronto,verso una unione, una commistione e un equilibrio di tali elementiopposti. Qualsiasi essi siano. La natura riconferma sempre la sualeadership, non dimentichiamolo…Le “Teste Sculture – Medusa” il cui tema, come abbiamo visto,affascinante nel suo richiamo simbolico, offre materia ricca disuggestioni da cui Claudia Ferrise, stilista che ha voluto al suofianco in questa esperienza itinerante, è chiamata a trarre spuntoaffinché si rappresenti e magnifichi in passerella il corpo e lasensualità della donna oltre che quella straordinaria conoscenza epadronanza delle tecniche stilistiche e manifatturiere che sonoproprie della tradizione sartoriale del sud. Ma come nasce,Presidente, questo bellissimo progetto? Ed ancora, cosa, le haconsentito di riconoscere da subito in Claudia Ferrise quella stilistacapace di tradurre tutto il carico di significato che desiderava far“rivivere” in chiave contemporanea della figura di Medusa?Con le “Teste Sculture – Medusa”, figura mitologica, abbiamo volutoincarnare nelle passerelle, così come esige la modernità, nello stereotipodi Femme Fatale: ovvero quel femminile tanto seducente ed incantatoreda incutere quasi soggezione e che si contempla attraverso statuariebellezze dalle identità celate dietro paramenti simboleggianti la testa di

Medusa vestite in meravigliosi abiti di Claudia Ferrise, straordinariainterprete dello stile sartoriale fra le più celebrate nel campo dell’altamoda. A lei il compito di elevare il corpo femminile a simbolo deldesiderio, fascino e terrore, bellezza e fatalità della figura femminile.Un interrogativo però rimane ancora aperto, o piuttosto, nonesaustivamente sviscerato nella sua moltitudine di significatiintrinseci; quasi vi fosse la volontà di fornire un elementodiscordante all’interno di uno dei dibattiti maggiormentesignificativi della nostra epoca: gli stereotipi ed i pregiudizi legati al“genere”. Personalmente trovo interessante una ulteriore esegesi,ovvio che il desistere dai significati tradizionali mi pongainevitabilmente alla stregua di eretica e per questo mi auguro dinon essere messa al rogo (sorrido sarcastica), a partire proprio daldato di fatto che Medusa, sia che fosse stata stuprata o sacrificatasull'altare, pone comunque la questione su come la responsabilitàdella sua decapitazione (proprio come Ifigenia fu sacrificata ad unaArtemide assetata di sangue), sia stata decretata da un’altra donna,sebbene Dea: Atena. La preservazione del potere indurrebbe tuttidunque, uomini e donne, a sopprimere “l’altro/a” quando a questisi riconoscano capacità tali da poter mettere in discussione lapropria egemonia. Punto. Curioso semmai che in questa lotta allaleadership l’uccisione sia stata decretata da una donna su un’altradonna: pura vanità?I miti che riguardano Medusa descrivono la sua bellezza originaria, i suoicapelli; in una versione, è proprio la sua vanità la causa dellatrasformazione in mostro da parte di Athena. In altra versione è unasacerdotessa di Athena la cui “colpa” consiste nell’essersi fatta sedurreda Poseidone all’interno del Tempio della Dea. In entrambi i casi, il punto

focale è dato dai capelli di Medusa, che da strumento di fascinodiventano portatori di morte. I capelli, da sempre simbolo dellaseduzione femminile, si trasformano in serpenti velenosi, sibilanti edinfidi; del resto anche Lilith, la cui unica "colpa" sembra sia stata il nonvoler soggiacere ad Adamo, aveva nei capelli il potere di sedurre. Larazionalità (rappresentata da Athena) sembra rifiutare e punire con unmarchio di "deformità" (quindi di difformità) l’uso cosciente dellaseduzione, quasi l’uso di un simile potere femminile debba condurreinevitabilmente alla rovina. D’altro canto il sedurre sembra sia l’unicopotere che viene ancora “concesso” (o che non sia stato sottratto…) alledonne, ma assume comunque una connotazione negativa. Seduzione èallora sinonimo di inganno: si mostra una maschera che attira ma chenasconde spesso una realtà diversa, negativa. L’esperienza esteticadella bellezza si intreccia all’esperienza dello sguardo creando, nellospazio delle complesse dimensioni dell’apprendimento, traiettorieestremamente suggestive da percorrere. Nel gesto di “prendere” ciò cheè bello (o che appartiene alla bellezza, ivi comprendendo i suoicontraddittori opposti) si produce un movimento definibile attraversocuriosità e brama, ma, al contempo si sviluppa anche un senso di timoree paralisi; quel che attrae può divenire mostruosamente o terribilmentebello, ovvero, nel lessico proprio dell’eccesso che la bellezza porta consé, “troppo bello”. C’è una sorta di insostenibilità che la bellezza crea. Iltroppo bello che diventa mostruoso o terribile genera non solo ossimori,ma porta anche in campo la dis-misura, lo stupore che cerca subito unaforma di controllo di quel largo smisurato e spaesante che stiamointravedendo: si tenta quindi di ridurre quel che ci appare difficile dagestire. Si fa largo il concetto di mostruoso, che intreccia profondamente

INTERVISTA ESCLUSIVA

alla scopertadell’archetipo femminile. GiuseppeFata

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GiuseppeFataINTERVISTA ESCLUSIVA

bellezza e timore. Il termine “mostruoso” comprende, nella suadimensione lessicale e semantica, pregnanti rimandi alla dimensionevisiva dello sguardo “invidioso”; il lemma latino monstrum deriva dalrafforzativo di monere, che significa avvisare e ammonire.Il settore dell’alta moda è senza dubbio uno dei più importanticampi di eccellenza del made in Italy. Il suo peso sulla nostraeconomia è pari a pochi altri ambiti produttivi. Si tratta di unsistema particolare e poco studiato; in effetti, per lungo tempo, èstato appannaggio esclusivo di stilisti e creativi e solo in epocarecente si è iniziato a guardare ad esso come ad un vero e propriosettore industriale. Indubbiamente l’oggetto di attività dell’industriadella moda, ovvero un prodotto ad alto contenuto creativo, rende leimprese che operano in questo campo uniche per la necessariacompresenza al loro interno di quella che è stata definita come unadoppia anima, emozionale, costituita da stilisti e creativi, erazionale in quanto rappresentata da manager che in essa lavoranoe affiancano l’attività dei primi. La moda, infatti, è un insieme diintuito, estro e creatività, ma anche management e organizzazione.Si tratta, se vogliamo, di componenti formalmente discordanti mache devono convivere al fine di raggiungere l’obiettivo,assolutamente non trascurabile, della affermazione dell’impresa. Lacompresenza delle suddette anime è essenziale per lasopravvivenza stessa del settore. Da una parte, infatti, i prodottirealizzati devono essere di moda, se non di alta moda, ovverodevono racchiudere al loro interno un’elevata qualità ed un altolivello stilistico ed innovativo, dall’altra è indispensabile chel’azienda rispetti le regole base per una gestione aziendale efficaceed efficiente. Si presenta, quindi, la necessità di effettuare un

compendio tra esigenze diverse; i creativi sono costretti adadeguarsi ai limiti posti dai vincoli di bilancio, senza che ciòsminuisca però il loro estro e la loro capacità innovativa e gliamministrativi devono anch’essi adattarsi al particolare contesto incui operano e alle esigenze, talvolta inusuali, degli stilisti dalla cuiattività dipende, in gran parte, il successo delle imprese. Sicapisce, dunque, come sia fondamentale che il management diqueste aziende cerchi di coniugare ed amalgamare le diverseistanze presenti al suo interno e che non sono esclusivamenteamministrativo-gestionali: il management della creatività non sideve limitare a mantenere le competenze creative esistenti, ma nedeve favorire l’ampliamento e l’arricchimento continuo. Da quantofin qui osservato si capisce come il prodotto moda presenticaratteristiche proprie e sia, dunque, di difficile collocazioneall’interno dei tradizionali schemi economici e produttivi. E’ “unbene, che sta fra il necessario ed il superfluo, fra l’economia e lacultura”; la sua definizione appare difficile trattandosi, da unaparte, di una vera e propria opera d’arte, dall’altra, di un prodottoche, per esigenze di gestione, deve in ogni caso trovare un mercatodi sbocco e di vendita al pari degli altri prodotti. Da quanto fin quiesposto si può da subito intuire come "il prodotto moda" abbiacaratteristiche peculiari rispetto ad altri prodotti ma come ciònonostante non si dissoci dal concetto di azienda. Questapremessa al fine di chiederle, quanto, a parer suo, il managementriesca oggi a coniugare le diverse istanze prospettate, affinché nonsi limiti all'esclusivo mantenimento delle competenze creativeesistenti…

La moda, come da lei espresso, è estro, creatività, intuito, ma ancheorganizzazione, strategia, management. E queste due componenti,apparentemente contrastanti, devono convivere e amalgamarsi perassicurare il successo di un’idea imprenditoriale. Il mondo della moda èun mondo che vive di tendenze e gusti che cambiano nel giro di unastagione. È un mondo quindi, in cui lo studio sociologico delconsumatore diventa non solo fondamentale, ma pressochéirrinunciabile. Diventa sempre più importante trovare figure managerialispecializzate nel settore moda, persone in grado di “gestire la creatività”,indirizzandola senza ostacolarla o snaturarla così come pure diventaimprescindibile condizione il saper innovare e scardinare le regolerimanendo però fedeli ai valori della loro marca e rafforzandone ilvantaggio competitivo. Resta da sfatare l’idea che la moda sia solospettacolo ed eventi: essa è un fattore sociale, ambientale ed economicoche riesce ad unire mondi differenti tra loro quali la creatività e ilconsumo. In uno scenario così variegato, per vincere la battagliaconcorrenziale le imprese devono essere in grado di assecondare lerichieste dei consumatori cercando di soddisfare nel miglior modopossibile le loro esigenze. Tali imprese devono, quindi, adattarsivelocemente al mercato, puntare all’innovazione sia del processo diproduzione che del prodotto, con una preferenza per la qualità, il servizioe la differenziazione. Ed è proprio al marketing che viene assegnato taleruolo per mantenere il posizionamento acquisito sul mercato, perrinforzarlo e per sostenere la battaglia concorrenziale. Il capo, unacreazione di lusso, è prodotto in singola copia o in piccolissima serie. Ilconsumatore di alta moda desidera un abito che sia immagine, lusso,status symbol, originalità, personalità, estro, e, soprattutto, il marketingmix che rappresenta. L’alta moda è uno stile, un design, ma soprattutto è

un brand: per posizionarsi sul mercato è quindi necessario un ingenteinvestimento di capitali nel brand e nel suo marketing, nella creazione diimmagine e di attrattività. L’esclusività del prodotto di un brand di altamoda non riguarda, pertanto, solo il singolo abito, ma le modalità con cuiesso è presentato, pubblicizzato e venduto. L’efficacia di un’iniziativaimprenditoriale nel settore dell’alta moda si basa necessariamentesull’estro e sulle capacità imprenditoriali e manageriali del gruppo chesta alla base. Nei comportamenti di acquisto del consumatore intervienela qualità apparente o percepita del bene, ma le positive performance suampi orizzonti temporali sono il frutto di fiducia e fidelizzazione che per leimprese italiane dell’alta moda hanno raggiunto livelli eccellenti. Ilconcetto di moda, come stile condiviso da un’ampia comunità diriferimento, nasce con le aziende che realizzano prêt-àporter, con ilquale si attua il processo di semantizzazione dell’abbigliamento che l’altamoda aveva reso possibile solo per un segmento ristretto diconsumatori. Le grandi imprese hanno oggi intrapreso la strada delleestensioni di marca, rendendo alla portata di molti più consumatori alcunidi quei beni che prima erano privilegio di una elite, si pensi che il costo diun abito di prêt-à-porter è circa dieci volte inferiore a quello di un abito dialta moda. Nell’offerta di prêt-à-porter si possono trovare sia collezioni ecapi griffati con il nome di stilisti, che con marchi aziendali. Il prêt-à-porter è progettato dallo stilista, crea line di abbigliamento “di moda”, chefanno tendenza e che saranno realizzate in serie a prezzi accettabili edestinati anche ai più giovani, fino ad ora esclusi dall’alta moda. l’Italia èriuscita ad andare avanti data la forza “stile/qualità” del MADE IN ITALY.Molti marchi anonimi sono riusciti ad ottenere buoni risultati sul mercato.Ma i profondi cambiamenti strutturali e le grandi turbolenze che

attraversano il Sistema nei trend e nell’identikit del target-moda nestanno scotendo l’impalcatura dall’interno; principale conseguenza: ilrafforzamento delle strutture di marketing. Fatto il prodotto bisognatrovare i consumatori: scoprirli, tentarli, spingerli, innovarli, all’occorrenzacrearli. Il Marketing Moda è una strategia raffinata e molto complessanon più coerente con la classificazione che vedeva rientrare il “prodotto-moda” nella sfera dei bisogni sociali; un abito o un mocassino non sonopiù acquistati per soddisfare una necessità primaria: la moda è il risultatodi un bisogno postmoderno di consumare, prima che oggetti, significati; ilprodotto deve essere in grado di comunicare un “mondod’appartenenza”, mantenendo funzionalità ed efficienza. Gli attori delSistema devono individuare “desideri”, non più “bisogni.Cito testualmente, Presidente: “La Camera Regionale della ModaCalabria da sempre rappresenta i più alti valori della moda e dellostile italiano con lo scopo di tutelare, coordinare, diffondere,controllare e potenziare l’immagine della moda calabrese sia inItalia che all’estero”, non poteva non ricordare degnamente GianniVersace che è stato e sarà per sempre uno dei più grandi nomidella moda italiana nel mondo, imponendosi con la genialità chesempre lo ha distinto. Reggio è la terra di Gianni Versace e, comedisse lui stesso, è questa terra che gli ha dato le ragioni della suagrande passione creativa. Il suo grande sogno si è ancor piùcaratterizzato per quella sua capacità di attingere dalle radicistoriche della Calabria le suggestioni della sua arte creativa. Quelladi Gianni Versace, prima ancora che fenomeno di moda, va indicatacome espressione artistica di grande livello, capace non solo diprevenire i tempi ma anzitutto di disegnare il talento del Sud. I

giovani sono sempre stati una delle maggiori fonti di ispirazioneper Gianni Versace e, nello stesso tempo, lui stesso rappresenta unpunto di riferimento per i giovani stilisti calabresi che voglionoemergere in questo campo”. Ma cosa, l’ha ha spinta a fondare laCamera Regionale della Moda Calabria?Senza dubbio la mia passione per la moda e per l'arte che coltivo, indiversi modi, da quando avevo dodici anni. Terminate le superiori hofrequentato un'accademia nazionale per sette anni e da lì è iniziato il miopercorso nel mondo della moda. Un cammino che è cresciuto giornodopo giorno e mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno, facendodiverse esperienze con grandi nomi dell'Alta Moda. Nel 2007, dopo 20anni di carriera, ho deciso, con il sostegno di alcuni personaggi chefacevano moda da 50 anni, di proporre il mio progetto: "la nascita dellaprima Camera regionale della Moda in Italia".Concretamente la camera regionale della moda cosa fa?La Camera Regionale della Moda ha il compito di sostenere i giovanistilisti emergenti, per dare loro la giusta visibilità, attraverso larealizzazione di prestigiosi eventi che la camera coordina, in Calabria, inItalia ed all'estero.Quale è l'obiettivo del progetto?L'idea è nata dalla profonda convinzione che la moda italiana debbadare spazio ai giovani creativi, facendoli esprimere lavorativamentesenza "sfruttarli " perché è giusto che trovino spazio nel nostro Paese,visto che l'Italia rappresenta la Moda del Mondo e noi dobbiamoalimentarla con loro. Bisogna dare la possibilità di realizzare il prodotto inItalia e non all'estero come, invece, molte case di moda fanno. Se

vogliamo far crescere il nostro Paese ci dobbiamo ricompattare e tenerestretto il nostro prodotto che è di massima eccellenza.L’importanza dei giovani?Nell'ottica di un percorso che continua a sostenere le nuove generazioniIl suo sogno nel cassetto...Voglio realizzare il sogno di tanti giovani creativi. E' insieme che si puòcrescere, senza aver paura di fare squadra. In questi anni ho visto tantigiovani in difficoltà e noi nel nostro piccolo cerchiamo di sostenerli edincoraggiarli con il loro sogno.Lei è un presidente giovanissimo con tante esperienze alle spallecome si vede in queste vesti?All'inizio non mi vedevo, anche, perché sono un creativo ed amo esserelibero ma ho accettato con l'idea di non essere un presidente legato allapoltrona ma che ama lavorare per gli altri. Quando sono stato propostoalla guida della camera ho chiesto sei mesi sperimentali per vedere se ilmio operato potesse funzionare. Devo dire che è stato molto positivo edho avuto grandi apprezzamenti da tutti i componenti della camera esoprattutto dai giovani creatori in genere. Sono davvero contento diavere una squadra così forte, composta da grandi professionisti, ognunonel proprio ambito. La camera è composta in gran parte da giovani edoggi, dopo una fase sperimentale, possiamo dire che siamo una vera epropria realtà italiana. In questi anni abbiamo fatto tanto e la camera èstata protagonista in moltissimi eventi regionale, nazionali edinternazionali.Alcuni eventi dove collaborate?Annualmente la camera consegna alcuni riconoscimenti. Come "Eventid’eccellenza" posso citarne alcuni dove noi siamo presenti perché

condividiamo gli stessi obiettivi. Il Premio Mia Martini, ad esempio, che sisvolge a Bagnara Calabra, città natale di Mia Martini, rappresenta unavetrina importantissima per la musica. Durante l'evento diamo lapossibilità agli stilisti della Camera di presentare le loro collezioni comeospiti del premio. Ed ancora, il “Premio Moda Cinema Città dei Sassidi Matera”, lo “SMAC Fashion Word” di Salerno e tanti altri. E' giustoche questi eventi ci siano perché, se fatti bene, danno l'opportunità dipuntare sui giovani. La Camera Regionale ha rappresentato il Madein Italy anche ad Oslo, Parigi, Cannes, Canada, ecc... E dunque, chedire ... siamo davvero soddisfatti di contribuire a promuoverel'immagine della Calabria nel mondo. Il nostro intento è fare sempre dipiù per la nostra Regione, ma non solo … purtroppo la Calabria vienevista come una terra discriminata, ma non è cosi, è fatta di personevere, pulite che lavorano. Noi, in questi anni, abbiamo volutoriscattare, con il nostro operato la nostra terra, perché siamo noi chedobbiamo fare crescere il luogo dove viviamo e non gli altri ... miriferisco sempre al sistema che ci prende in giro, riempendoci diillusioni che non portano da nessuna parte! La verità è che l'Italia èl'Italia e siamo tutti Figli di questo gioiello che ci invidiano in tutto ilmondo. Voglio ricordare che il nome Italia è stato partorito dallaCalabria…Lei punta molto su i giovani, ciò è onorevole..Io punto sui giovani perché sono il futuro del nostro Paese ed essendoanche io "un presidente giovane" so cosa cercano. Non èassolutamente vero che i giovani non hanno il senso del fare anzi fannomolto bene … ma sono le Istituzioni che non ci mettono nelle condizioni

alla scopertadell’archetipo femminile.

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noi abbiamo delle qualità che vengono apprezzate più all'estero che inItalia…Cosa pensa dell'Italia?Il mio pensiero, al di là del ruolo che occupo, è di un giovane che amal'Italia e la bellezza del mondo. Il nostro Paese ha bisogno di essere"svecchiato" dai sistemi che lo affliggono e bisogna far rifiorire tuttequelle bellezze che vale la pena mettere in risalto perché ci sono…Iosono una persona che non ha mai illuso i giovani, se lo facessi sarebbecome farlo a me stesso.I suoi programmi futuri ...Noi facciamo in continuazione programmi… ora siamo pronti con ilnostro prossimo evento che vuole puntare al centro del Mediterraneo edare visibilità ai giovani ed al made in Italy.Una anticipazione dell'evento?Certo... in esclusiva solo per la vostra rivista che ci segue con

attenzione e che ringrazio di vero cuore. L'evento consisterà in unaMostra Internazionale d'Arte, Costume e Fashion Designer con laconsegna del prestigioso Premio Internazionale "La Muse Venal" .Come si svolgerà?L'evento si svolgerà a Reggio Calabria che rappresenta il centro delMediterraneo. E' un concorso internazionale di fashion designer ... dove igiovani candidati potranno partecipare contemporaneamente a 5 /6sezioni. Ogni sezione avrà il proprio vincitore che oltre a ricevere ilprestigioso premio, una statuetta stilizzata realizzata da un grande orafodi fama internazionale, vinceranno degli Stage presso aziende olaboratori, un book fotografico di moda con un personaggio famoso etanta promozione. Saranno due giornate ricche di eventi: sfilate,inaugurazione di una mostra Made in Italy, mostra d'arte, incontri conautori di libri sulla moda, e tante altre cose ancora…Le va certamente tributato il merito di aver trasformato lo spirito

indispensabile per relazionarsi adeguatamente al mondocontemporaneo, globalizzato e velocissimo. Una disponibilità adaprirsi al nuovo senza preconcetti. I giovani, come lei,rappresentanole energie vitali, quelle che devono essere spese, non legate allatradizione, ma ad uno spirito nuovo d’interpretarla. Penso debbarealizzarsi un’osmosi attenta e generosa e che le nostre ideeabbiamo costantemente bisogno di quell’enzima di freschezza efantasia portato dalle nuove generazioni. Mi congratulo pertanto peril lavoro di squadra ed all'agire consapevole cui assisto guardandolapiù da vicino, lungi dall'essere un luogo comune l'affermare che lamoda nella rete delle interdipendenze economiche, comunicative,sociali e culturali non sia che un punto del sistema. Segni evidentiche siamo di fronte ad una evoluzione del concetto moda, non piùinteso come imposizione ma come fenomeno socio-sensibile cheche pone l'accento sulle trasformazioni a cui il mondo odiernosottopone le culture del pianeta nella dialettica tra globale e locale.

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Nella foto da sinistra: Maria Perrusi (Miss Italia 2009) PresidenteAmbasciatori della Camera Regionale della Moda Calabria, ilDirettore Responsabile Giovani Fashion Design Claudia Ferrise, ilPresidente Giuseppe fata, il make-up artist Dario Caminiti, l'attriceLarissa Volpentesta Ambasciatrice della Camera, il VicePresidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni e le RelazioniInternazionali Giuseppe Emilio Bruzzese, il Direttore ResponsabileGiovani Fashion Design Claudia Ferrise ed il neo eletto DirettoreGenerale della Camera Regionale della Moda Calabria AlessandraGiulivo in un momento della presentazione.

La Camera Regionale della Moda Calabria sipropone di: rappresentare i più alti valoridella moda e dello stile italiano e di tutelare,coordinare, diffondere, controllare epotenziare l’immagine della moda italiana siain Italia che all’estero; coordinare le energiedi persone italiane, ma anche di altrenazionalità, che possano e vogliano dare unfattivo contributo allo sviluppo, all’incrementoe alla migliore conoscenza del costume,dello stile e della moda italiana; collaborarecon organismi pubblici e privati aventi affinitàdi interessi e scopi nell’intento di favorire ilprocesso, l’espansione, la conoscenza, gliscambi e quanto altro di utilità per il settore;essere punto di riferimento ed interlocutoreprivilegiato per iniziative a carattereregionale, nazionale ed internazionale cheabbiano a che fare con lo stile, il costume ela moda. Per raggiungere tali obbiettivi, laCamera può: promuovere lo sviluppo dellamoda mediante l’organizzazione di sfilate emanifestazioni di moda, in Calabria, in Italiaed all’estero, di convegni, congressi e mostrein genere, mediante l’adozione di ogniiniziativa volta alla migliore conoscenza deiproblemi concernenti i settori interessati;redigere programmi, relazioni e pubblicazioniper la promozione della moda; svolgere,promuovere o dare il proprio patrocinio aconferenze, convegni e corsi di formazioniprofessionali e di perfezionamento per lapreparazione dei giovani all’esercizio di variprofessioni del settore; promuovere o dare ilproprio patrocinio per l’istituzione di unMuseo Permanente della moda nelle cittàcalabresi e delle altre regioni italiane;stipulare accordi per programmiradiotelevisivi con emittenti pubbliche oprivate, per comunicazioni sulla stampa, perservizi di pubblicità e di pubbliche relazioni;coordinare la collaborazione con la regione,le province, i comuni, gli enti pubblici e privaticalabresi ed italiani, le associazioniimprenditoriali, nell’interesse degli associatied in particolare con gli enti preposti allatutela e alla diffusione dello stile, del costumee della Moda calabrese ed italiana; crearerelazioni permanenti fra Camera Regionaledella Moda Calabrese e gli istituti scolastici ele università calabresi, italiani ed esteri, perpromuovere progetti di studio e ricerca sullostile, sul costume e sulla moda; promuoveree svolgere qualsiasi altra attività diqualsivoglia natura connessa alraggiungimento delle sue finalità.

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ATTRAVERSO I SUOI PROTAGONISTI

storia di copertinalacameradellamodacalabrese

calendario 2013

gennaio.GIUSEPPE FATA febbraio: ERMANNA SERPE marzo: FRANCO FRANCESCA aprile: GERARDO SACCO maggio: ANTONIO BATTISTINO giugno: MARIO COSTANTINO TRIOLO

Luglio: EMILIA VATRANO agosto: RENÈ BRUZZESE settembre: ERASMO FIORENTINO ottobre: BIAGIO CREA novembre: CLAUDIA FERRISE dicembre: MARIKA PECORA

TESTIMONIAL: MARIA PERRUSI MISS ITALIA 2009TESTIMONIAL: LARISSA VOLPENTESTAATTRICEGIOIELLI: GERARDO SACCOCALZATURE: ORONZO DE MATTEISCONCEPT FOTOGRAFO: ARCANGELO FAZIOCONCEPT E POST - PRODUZIONE FOTOGRAFICA: GIANLUCA MURACAMAKE - UP: DARIO CAMMINITIHAIR DESIGNER: GIUSEPPE FATA PINO CERRA

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PresidenteGiuseppe Fata

Vice PresidenteDelegato ai Rapporti con le Istituzioni e le relazioniInternazionaliGiuseppe Emilio Bruzzese

Direttore AmministrativoVincenzo Monea

Segretario TesoriereDomenico Monea

Direttore Responsabile Giovani Fashion DesignerClaudia Ferrise

Responsabili Consulenza GiuridicaAvv. Enrico Chindamo - Avv. Domenico Siclari

Direttore Generale Comunicazione ed EventiAlessandra Giulivo

Direttore Responsabile Models Fashion ImageDario Caminiti

Direttore Responsabile Settore SartorialeDemetrio Gioia

Presidente AmbasciatoriCamera Regionale della Moda CalabriaMaria Perrusi Miss Italia 2009

Presidente Onorario AmbasciatoriPrincipessaCostanza Afan De Rivera Costaguti Florio

Presidente MAESTRI D’ARTECamera Regionale della Moda CalabriaSerenella Fraschini

Presidente Onorario Maestri D’ArteGerardo Sacco

Presidente TESTIMONIALCamera Regionale della Moda CalabriaFrancesca Pizzi

Organigramma 2013

CameraRegionaledella ModaCalabriaFE

RR

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LAUD

IAE’ una situazione epocale, quellacontemporanea che ci fa capire quantosia necessario un passo indietro versoil concreto, particolarmente dal punto divista lavorativo. Il settore artigianalesembra essere il solo ad offrireun’alternativa alla crisi che si èprepotentemente imposta anche nellescelte di vita, dove quelle che potevanoessere “certezze” oggi si sono rivelatepura illusione. Settori della moda chesono andati sempre più in decadenzaper essersi lasciati ammaliare da quelleproduzioni “usa e getta” che hannosacrificato lo stile sartoriale italiano aigrandi numeri, mortificandolo nel suopiù eloquente significato: quellatradizione artigianale che ha fatto delnostro Paese, soprattutto nel settoredella Moda, la Capitale nel Mondo.Fare lo stilista non è una robetta facile,ma di sicuro è un bel lavoro, per quellicome Claudia Ferrise che in un abito cicuciono l’anima. La gente è portata apensare che nel mondo della moda siatutto favoloso, luccicante, spettacolare.E forse non è sempre così, o forsequello che si vede è solo una parte dellavoro, la punta dell’iceberg; ma quellaparte c’è solo per quegli stilisti che,come lei, sono ancora capaci diemozionarsi ed emozionare. Vero èche l’industria dell’abbigliamento stavivendo un rallentamento a causadell’economia stagnante, ma ciònonostante continua a crescere larichiesta di progettisti di moda. Questodato per nulla trascurabile è quello sucui dovremmo fermare la nostraattenzione sviscerandone ecomprendendone il senso più profondoaffinché sia da monito, per coloro chela moda la producono e non di menoper noi tutti che la vestiamo, quanto, ilricercare attraverso un abito tutto ilnostro straordinario patrimonioculturale, sia indispensabile a far sì cheessa riaffermi e consacri la sualeadership a livello internazionale.Perché una cosa è la manovalanzasartoriale, che i cinesi, più di altri,riescono a offrire a buon mercato;un’altra cosa è l’italian concept dellamoda, ovvero, l’ispirazione, lacreatività di stilisti talentuosi chesanno far nascere il bello da semplicioperazioni di accostamento di colori,

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tessuti, modelli. La moda è emozione e creatività, non scordiamolo.Gli abiti, i colori, i tessuti, sono microelementi di un linguaggio cheaiuta le persone a stare meglio, a sentirsi a proprio agio, a dettarequella parte di sé attraverso ciò che appare, ma anche attraverso ciòche sentiamo di trasmettere agli altri. Il fashion designer è (odovrebbe essere) una persona sensibile, capace di cogliere l’essenzadi una società (dei suoi umori, delle sue tensioni, della sua condizionestorica) e il suo linguaggio, per poi trasformare il tutto in una sorta dicodice comunicazionale. Cosa c’entra tutto questo? C’entra nellamisura in cui la moda diventa uno strumento di comunicazione. Ed èquesto il suo significato: rappresentare una specifica visione della vitao percezione di essa. In una gonna, in una giacca, nei colori di ciòche indossiamo si concentrano valori profondi. Le vere iconecontemporanee sono tutte quelle persone capaci di rimboccarsi lemaniche e non abbattersi di fronte ad una sorte non particolarmentepropizia, di andare avanti con fierezza certe che valga sempre lapena fornire il proprio personale contributo all’economia di questonostro Paese attraverso quanto di meglio riescono ad esprimere. E ledonne, in primis, grazie alla loro struttura genetica che sembrerebbeaverle privilegiate attraverso il dono della lungimiranza, sonochiamate a farlo. Ovvio che stereotipare l’universo femminile entro unconcetto di massima non è “cosa buona e giusta” e sebbene ancheMadre Natura sembrerebbe consegnarci alcuni primati, direi cheadagiarsi sugli allori non abbia senso alcuno. E Claudia Ferrise è unostraordinario esempio di come tutto questo sia vero. Lei è una diquelle donne che si svegliano al mattino dicendo: "Dio, spero tanto dinon essere rapita dal principe azzurro oggi" conscia che il destino, làfuori, sta già legiferando la sua quotidianità attraverso il suo repentinosvolgersi. Repentino, ma non inappellabile, Claudia questo lo sa. Edanche io. Sarà per questo che la adoro.Quali sono Claudia gli ingredienti base per una buonacollezione?Indubbiamente è un insieme di più cose. Per cominciare civuole una buona dose di serenità interiore. E’ necessarial’armonia dell’essere, la gioia di vivere. Poi è chiaro, che lavoglia di stupire, di sorprendere non devono mancare maise vuoi essere sempre al top. Il buon gusto nella scelta deitessuti e dei modelli sono altresì elementi indispensabili nelmio lavoro.Considerato che ogni donna, fin da bambina, sognaper il giorno del proprio matrimonio un abito"speciale", che la faccia sentire "speciale", lei hamesso a disposizione delle future spose il suo grandetalento e creatività interpretando abiti da sposa comeopere d'arte: per la cura con cui vengono realizzati, idettagli preziosi, i tessuti pregiati. Veri e proprimasterpiece.Per me collezionare un abito importante è innanzitutto unasfida con me stessa. Devo essere io, per prima, ad esserneentusiasta. Non potrei mai e poi mai proporre sul mercatoqualcosa che ritengo non abbia un'anima, che non siacapace di suscitare in chi lo vede un ‘emozione unica.L’unicità dei pezzi, che devono essere curati nei minimidettagli, alla fine garantisce questo risultato. Si può soloimmaginare quanto molteplici siano le prove cheprecedono la creazione di un capolavoro: scelte dei colori,dei tessuti, dei ricami.Ci parli dei progetti per questo 2013 che è natoall’insegna di un bellissimo calendario per cui harealizzato l’abito di copertina, ciò a conclamare la suabravura e a sancire in maniera indissolubile il rapportoprofessionale che la lega al Presidente della camera di

Reggio Calabria, Giuseppe Fata, per il quale èesclusiva interprete, attraverso le sue creazioni, di quelsuggestivo progetto itinerante legato al mito di Minervae non omettendo, in ultima nota, di svelarci se, inparticolare c'è un sogno riposto in “quel cassetto” chesi augura si possa realizzare.Circa i progetti in cantiere per il 2013 nel dettagliopreferisco non anticiparvi niente, giusto per quel pizzico discaramanzia che contraddistingue un po anche questomondo. Tuttavia, posso solo dire che sarà ricco di eventiimperdibili e spettacolari a cominciare proprio dallaprossima settimana. Di sogni nel cassetto non ne ho. Hosolo un gran desiderio di continuare a portare avanti condignità l’Azienda che rappresento. E voglio farlo, e ci tengoa sottolinearlo, seguendo, come ho sempre fatto finora, lastrada stracciata da mio papà che l’ha fondata e chepurtroppo è venuto a mancare 10 mesi fa.Prima di salutarla le apro questo ultimo spazio per unsuo pensiero, qualcosa che sente di voler esternareovviamente augurandole il più sincero degli in bocca alupo la saluto caramente sperando di poterlaincontrare più assiduamente in un prossimo futuro.Mi piacerebbe che la piccola imprenditoria e l'artigianatofossero messi nelle condizioni di poter sopportare meglioquesto periodo di crisi globale e italiana. Il motoredell'economia nel nostro paese è rappresentato da questecategorie oggi troppo vessate da un regime fiscaleinsostenibile e che c'impone ogni giorno di fare l'impossibileper mandare avanti le nostre aziende nelle quali, nonbisogna dimenticarlo, lavorano padri e madri di famiglie.Grazie anche Voi per la disponibilità. Spero di rincontrarvipresto.

CLAUDIA FERRISE

Alla scopertadell’archetipo femminile.