Speciale Australian - Federazione Italiana...

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Djokovic spietato Nole vince il suo quinto Australian Open (record nell’era Open) e vola a quota 8 Slam pag.11 Speciale Australian Open È sempre Super Serena Williams implacabile: arriva a quota 19 Slam in carrie- ra. Non la ferma nemmeno un’ottima Sharapova pag.13 Gioia Fognini&Bolelli: abbiamo vinto uno Slam Seppi storico, Federer va k.o. Grande impresa di Andreas che aveva sempre perso nei 10 precedenti con il Migliore. E arriva a un passo dai quarti di finale battuto dall’emergente Kyrgios pag.9 GLI ALTRI CONTENUTI Prima Pagina: Cose che restano Pag.3 - Batch- Point Pag.7 - Australian Open Junior: Safiullin primo russo Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 - Il tennis in tv Pag.18 - Circuito amato- riale Fit-Tpra Pag.19 - Racchette e dintorni: La nuova Babolat Pure Drive Pag.21 - Terza pagina: Giorgio De Stefani, pioniere d’Australia Pag.22 Anno XI - N.2 - 4 febbraio 2015 LA RIVISTA

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Djokovic spietatoNole vince il suo quinto Australian Open (record nell’era Open) e vola a quota 8 Slam pag.11

SpecialeAustralianOpen

È sempre Super SerenaWilliams implacabile: arriva a quota 19 Slam in carrie-ra. Non la ferma nemmeno un’ottima Sharapova pag.13

Gioia Fognini&Bolelli: abbiamo vinto uno Slam

Seppi storico, Federer va k.o.Grande impresa di Andreas che aveva sempre perso nei 10 precedenti con il Migliore. E arriva a un passo dai quarti di finale battuto dall’emergente Kyrgios pag.9

GLI ALTRI CONTENUTIPrima Pagina: Cose che restano Pag.3 - Batch-Point Pag.7 - Australian Open Junior: Safiullin primo russo Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 - Il tennis in tv Pag.18 - Circuito amato-riale Fit-Tpra Pag.19 - Racchette e dintorni: La nuova Babolat Pure Drive Pag.21 - Terza pagina: Giorgio De Stefani, pioniere d’Australia Pag.22

Anno XI - N.2 - 4 febbraio 2015

LA RIVISTA

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prima pagina

Cose che restano

DI ENZO ANDERLONI

Pomeriggio d’estate a Melbou-rne, fredda mattina di gen-naio da noi. Rod Laver Arena stracolma per ammirare il tennista più forte (e più bello

da vedere in azione) di sempre. Ro-ger Federer, il Migliore. Siamo al ter-zo turno degli Australian Open e lui è la testa di serie n.2. Uno dei favoriti. Sta giocando bene. Ha appena vinto il torneo di Brisbane e la sua 1000ª partita in carriera.

Il segnapunti però dice che è sotto due set a uno con un giocatore che cono-sce bene, un amico con cui ogni tanto si allena. Tra di loro parlano in tede-sco anche se sono uno svizzero e un italiano. Roger ha già giocato 10 volte contro Andreas Seppi in oltre 15 anni di carriera. E non ha mai perso. Una volta, gli ha lasciato un set. Gioca trop-po lineare Andreas, lo mette in palla.

Quel pomeriggio lì però gioca come mai prima. Rischia, aggredisce, cer-ca di prendergli il tempo invece che subirlo. E va avanti di due set. Roger non ha intenzione di perdere nean-che stavolta. Vince il terzo. E si arriva

al tie break del quarto. Equilibrio. Poi il primo match point di sempre per l’azzurro: 6-5. Il primo che potrebbe essere l’unico, l’ultima possibilità. Roger lo attacca sulla risposta, lo co-stringe a difendersi con back di ro-vescio e su quello affonda il diritto anomalo lungolinea. E viene avanti.

Andeas è un pelo in ritardo nella sua rincorsa dal lato sinistro del campo verso destra. Il Migliore è a rete a pren-dersi il punto del 6-6. E, probabilmen-te dopo, il set. E a quel punto al quin-to… Ma il finale dello scambio è un al-tro. Seppi arriva ad agganciare la palla con il diritto e la mette lungolinea in quell’unica finestrella che il destino sportivo gli lascia aperta. Se la centri hai una grande storia da raccontare ai nipoti. Se la manchi, solo rimpianti.

Andreas la centra come fosse il gesto più naturale. E le telecamere fissano la gioia sua e di Max Sartori, l’allena-tore di sempre. I complimenti signori-li di Roger, a denti leggermente stret-ti; la sua esultanza senza uscire dalle righe. La meraviglia di un’impresa che resterà per sempre. Un super spot per il tennis: in pochi secondi spiegato perché dedicare un’intera gioventù a cercare di colpire sempre meglio quella palla. Senza smettere mai di crederci, anche dopo dieci volte che hai sbattuto la faccia contro il muro.

Perché la differenza sta in quello: cre-derci. Fabio Fognini e Simone Bolelli, superati senza clamore i quarti di fi-nale del torneo di doppio, senza trop-pi giri di parole hanno detto che erano pronti a riscrivere la storia, vincendo un titolo che mancava dal 1959. E il braccio non ha tremato. Hanno sca-gliato folgori nei momenti decisivi.

Quella del tennis è un’Italia nuova. Consapevole della sua forza. Uomini e donne che hanno imparato ad ac-cettare i propri limiti per superarsi ogni giorno. E compiere imprese che restano incise negli albi d’oro e nella memoria.

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMMartina Cipriani, Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

FOTOGetty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATORiccardo Bisti, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Piero Valesio, Viviano Vespignani

A CURA DISportcast srlVia Cesena, 58 - 00182 [email protected]

PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONEEdisport Editoriale Srl

REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004

dell’ 8 gennaio 2004

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www.federtennis.it e www.supertennis.tve spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected]

Quella del tennis, uomini e donne, è un’Italia nuova, consapevole della sua forza

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circuito mondiale

La strana coppiaha fatto... Slam

DI ANGELO MANCUSO - FOTO GETTY IMAGES

MELBOURNE – 31 gennaio 2015: una data che re-sterà scolpita nella storia del tennis italiano. Simo-ne Bolelli e Fabio Fognini

hanno conquistato il titolo di doppio agli Australian Open battendo in finale con un duplice 6-4 i francesi Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut. Per trovare una coppia italiana nell’albo d’oro maschile di un torneo dello Slam bisogna tornare indietro di 56 anni: era il 1959 quando Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola vinsero il titolo al Ro-land Garros. Dopo le “Cichis” Errani e Vinci, capaci di collezionare (e non è finita) 5 titoli di doppio femminile nei Major, ecco la coppia vincente al maschile. Fabio e Simone come Sara e Roberta: uni-ti in campo, grandi amici fuori. Sono

un doppio atipico, che raramente usa il serve and volley, come conferma-no loro stessi: “Ci piace scambiare da fondo per poi venire avanti”. Il deva-stante diritto di Simone e la genialità di Fabio hanno fatto la differenza du-rante un torneo vissuto da protagoni-sti. Del resto il 29enne bolognese ed il 27enne ligure erano già andati vicino all’exploit negli Slam. Per due volte si erano fermati in semifinale: la prima nel 2011 agli US Open battuti dall’au-striaco Jurgen Melzer e dal tedesco Philipp Petzschner, la seconda sempre a Melbourne nel 2013, quando a fer-marli furono i fortissimi gemelli statu-nitensi Bob e Mike Bryan. “Cercheremo di portare avanti questo doppio il più possibile – sottolineano in coro i due azzurri, punto di forza della squadra di Coppa Davis – e ora facciamo un pensierino al Masters di doppio”. Che non è poi così lontano grazie ai 2.000

Bolelli e Fognini, doppio di Coppa Davis dagli schemi atipici, ha conquistato un titolo che a livello maschile nei major mancava da 56 anni. Un trionfo storico e importante in vista delle Olimpiadi di Rio 2016

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Pietrangeli-Sirola nel 1959...Roland Garros 1959, finale: Pietrangeli-Sirola b. Fraser-Emerson (Aus) 6-3 6-2 14-12. Il sigillo sul primo titolo Slam in doppio della storia del tennis italiano. Il giorno prima Pietrangeli aveva vinto il trofeo di singolare battendo il sudafricano Vermaak. E così racconta a “La Settimana Incom Illustrata”: “Non credevo proprio di vincere anche quest’altro titolo. Avevamo già rischiato di essere eliminati nei quarti dagli inglesi Knight e Pickard e poi in semifina-le dagli australiani Laver-Mark. In quest’ultima occasione anzi, per poco non fummo eliminati senza giocare. Infatti Sirola e io eravamo andati fuori Parigi in auto e il traffico del fine settimana ci aveva bloccati sull’autostrada. Così ci presentammo in campo con tre quarti d’ora di ritardo. Di solito gli avversari attendono 15 o 20 minuti al massimo, poi chiedono partita vinta. Per fortuna quel giorno ci aspettarono, anche perchè non si voleva deludere il pubblico che aveva pagato per assistere allo spettacolo. Contro Fraser-Emerson, poi Sirola si scatenò. Quando faceva così, batterci diventava impresa molto ardua”.

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punti incassati con il trionfo agli Au-stralian Open. Prima del successo a Melbourne, Bolelli e Fognini vantava-no insieme altri due titoli di doppio: Umago 2011 e Buenos Aires 2013.Una felice intuizione del capitano az-zurro Corrado Barazzutti, come sot-tolinea il Presidente della FIT Angelo Binaghi: “Lui per primo li ha messi insieme e ha creduto in loro. Aggiun-go che senza la Davis non avremmo questa grande coppia e avremmo un

titolo dello Slam in meno. I nostri ra-gazzi stanno riscrivendo la storia del tennis italiano come da anni stanno già facendo le ragazze”. I complimenti sono arrivati anche dal Presidente del CONI Giovanni Malagò: “Una vittoria prestigiosa, importante in chiave Rio 2016. Possiamo contare su un grande doppio maschile per puntare ad una medaglia alle Olimpiadi”.Il più felice di tutti è Barazzutti. “Mi hanno regalato una grandissima sod-

Grandi botte da fondocampo, improv-visi guizzi sotto rete e lob liftati morbi-dissimi: Fognini e Bolelli hanno domi-nato in finale i francesi Mahut/Herbert con un doppio 6-4

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Pet SemataryCome il “Pet Sematary” di Stephen King (il sacro cimite-ro dei pellerossa che fa rivivere chi vi viene sepolto), du-rante le fasi finali dell’Australian Open il sottosuolo di Eurosport ha restituito al mondo dei vivi un “commenta-tore tecnico” televisivo scomparso più di un decennio fa, Adriano Panatta.Proprio come il “Pet Sematary” del maestro dell’horror, an-che quello di Eurosport non resuscita l’originale ma una sua copia animata da un’oscura, satanica forza demolitri-ce. Pulsione che naturalmente, come vuole la tradizione letteraria, spinge la creatura a distruggere il proprio cre-atore.E così il Panatta che fa trio con il telecronista di turno e con l’omologo (acciaccato ma vivente) Gianni Ocleppo conserva, sì, la stessa salace brillantezza da spogliatoio di circolo che contraddistingueva i suoi antichi duetti con Bi-steccone Galeazzi, ma quello che un tempo era cazzeggio puro adesso è veleno fino. Veleno non solo contro il tennis moderno, contro i materiali che lo hanno reso insopporta-bilmente banale, contro i rituali e le pruderie che lo hanno disumanizzato, ma anche – e talvolta soprattutto – contro il birignao, le erre mosce e le frasi fatte di coloro che lo raccontano alla gente.Sui social network le reazioni degli appassionati sono state

contrastanti ma, comunque, tumultuosamente appassio-nate. Perciò, visto che tutto fa brodo, specie ciò che bolle e ribolle, bisogna dire grazie alla FIT, perché è evidente che questa rumorosa riesumazione è stata l’ennesimo frutto del prepotente rilancio del tennis che essa, grazie anche ai suoi media, ha saputo operare nel nostro Paese. Una sapiente azione di stimolo senza la quale, oltretutto, neppure i trionfi di Bolelli e Fognini sarebbero bastati, da soli, a rubare la ribalta europea satellitare al biathlon, allo snooker e alle freccette, e a farci godere come pazzi, qui sul nostro divano, immuni al birignao e agli sfottò.

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disfazione. Fognini e Bolelli hanno meritato questo successo, hanno con-fermato di essere una delle coppie più forti del mondo. Sono felice per Simone che ha ottenuto una vittoria che segna la sua carriera - aggiunge il capitano azzurro - ha sempre avuto la forza di ripartire dopo i tanti infortuni avuti in carriera, una dimostrazione di grande carattere. E sono felice per Fa-

bio, l’ho sempre considerato un gran-de doppista e la vittoria a Melbourne è arrivata al momento giusto, ne aveva bisogno e lo aiuterà in singolare”. Lo stesso Barazzutti spiega perché ha sempre creduto in loro: “Si completano alla perfezione sia tecnicamente che caratterialmente. Bolelli serve benissi-mo e da fondo è solidissimo, potente come pochi nel circuito. Fabio è un

giocatore a 360 gradi, è velocissimo, a rete è un gatto e vede il gioco prima degli altri. Caratterialmente Simone è calmo, Fabio più fumantino, quindi si compensano. E poi, fattore molto im-portante, sono grandi amici fuori dal campo”. Due ragazzi che riescono a sostenersi e motivarsi a vicenda, dalle personalità diverse, ma che in campo si incastrano come due metà.

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Seppi, diritto da sogno

DI RICCARDO BISTI - FOTO GETTY IMAGES

Andreas non l’aveva imma-ginata così. Pensava che il colpo più impor-tante della sua vita sarebbe stato un

rovescio lungolinea. In fon-do, ci aveva lavorato per anni insieme a coach Massimo Sar-tori, osservando le sequenze fotografiche di Yevgeny Ka-felnikov. Invece Andreas ha battuto Roger Federer con un passante di diritto in corsa, un po’ strambo. Il 23 gennaio 2015, Andy ha firmato la più bella vittoria italiana nell’Era Open. Il suo torneo, nel complesso, è il miglior Slam italiano (al maschile, s’intende) degli ultimi 35 anni. Caratti, Furlan, Sanguinetti e Fognini avevano centrato i quarti, lui si è fermato ne-gli ottavi (anche se contro Kyrgios è arrivato a un passo dal trionfo, man-naggia...), ma il peso specifico del suo Australian Open è ben maggiore. Non è un caso che sia arrivato a quasi 31 anni, anche perchè c’è poco di casua-le nella sua vita e nella sua carriera. Per trovare uno spruzzo di destino bisogna andare a una ventina d’anni fa, quando scelse il tennis dopo esse-

dell’austero papà Hugo, uno che lavo-ra sodo e parla poc(hissim)o. “Sartori? Magari non gli insegnerà a giocare a tennis, ma almeno imparerà l’italiano”, disse quando gli parlarono del tecnico vicentino. Andreas non ha tradito: tre titoli Atp, best ranking al n.18 e tan-te belle vittorie. Mancava il risultato che lo consegnasse alla storia. Ce l’ha fatta in Australia, quando molti pen-savano che il periodo migliore fosse passato, soprattutto da quando il suo ex preparatore atletico, il guru Dalibor Sirola, ha ceduto alle lusinghe di Mi-los Raonic. Poi sono successe un paio di cose che ci hanno restituito il Seppi di tre anni fa, capace di far esplodere il Foro Italico come negli Anni ‘70. Il nuovo preparatore, Goran Turza, gli ha ridato brillantezza, e la giovane fidanzata Michela gli ha regalato fre-schezza e spensieratezza. Gli è servita nei momenti caldi contro Re Federer, quando ha tirato fiondate sulla riga e impallinato lo svizzero con un mazzo di passanti. Quella mattina, a Caldaro sulla Strada del Vino, si sono alzati più contenti. Il giorno dopo, il quotidiano “Dolomiten” ha potuto strillare (con la moderazione tipica degli altoatesini) la gioia di un paese, una terra, una re-gione. E di Andreas, adesso, non ci si potrà più dimenticare. Resterà il gio-catore che, battendo Federer in uno Slam, ha ridato lustro all’immagine degli italiani all’estero. Gli dava noia sentire i luoghi comuni su mafia e pa-stasciutta. “E’ dura uscirne”. Allora ci ha pensato lui. Bravo, Andreas.

Il Migliore è battuto“Ho giocato 10 volte con-tro Roger e ho vinto solo un set - aveva dichiarato Andreas nell’intervista pubblicata sullo scorso numero-. Giocare con lui è bello da un lato ma brutto dall’altro perchè ti dà la misura del mon-do di differenza che c’è tra lui e te”. A Melbourne Seppi si è superato...

Gioca il match perfetto e batte Roger Federer con un colpo sul filo del rasoio. Una grande impresa

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re stato una promessa dello sci. Era stato il pri-mo caldarese a diventa-re campione regionale di slalom gigante, ma il freddo delle montagne

e l’orario mattutino delle gare lo con-vinsero a mollare. Il destino gli fece conoscere due persone importantissi-me: Alex Vorhauser e Massimo Sartori. Il primo, da presidente, voleva a tutti i costi che il suo TC Caldaro costruis-se un Top 100 Atp. Il secondo era un maestro giovane e motivato. Il 3 luglio 1995 è iniziato un progetto che sem-brava folle. Ci credevano loro tre e – forse – mamma Maria Luise, che per consentire ad Andreas di giocare andò a lavorare di nascosto. Guadagnò quei soldini extra che gli permisero di soste-nere l’attività junior. Il tutto all’oscuro

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circuito mondiale

Nole fa 5 a Melbournema pensa già a Parigi

DI PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES

E ora tutti a domandarci se potrà vincere Parigi. Perché quello sarà il torneo spartiac-que della sua stagione, forse anche della sua carriera. Do-

po il prevedibilissimo trionfo austra-liano Djokovic guarda al Roland Gar-ros come un veggente di Medjugorje rivolge lo sguardo verso il punto in cui appare la signora di bianco vesti-ta: anche se nel suo caso l’apparizio-ne è vestita di rosso come i campi del Bois de Boulogne, quelli dove lui non ha mai vinto.Stagione e forse carriera del serbo numero 1 al mondo avranno lì la lo-ro quindicina cardine perché, è facile intuirlo, mai come quest’anno Nole ha l’opportunità di issarsi alla con-quista di uno Slam puro come acqua di fonte, ammesso che ancora esista: e per concedersi di sognare fino alla

Nessuno ha vinto quanto Djokovic in Australia nell’Era Open. Ma il vero obiettivo 2015 è il grande

Slam. Che passa dal Roland Garros

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Novak è sempre luiGli altri sono calatiDall’angolo di Milos Raonic, appuntamento quarti di finale, Nole Djokovic si vede da molto vicino. L’occhio interessatissimo di Riccardo Piatti, co-ach del canadese insieme a Ivan Ljubicic, passa ai raggi X il n.1 del mondo: “In questo momento è una spanna sopra tutti - afferma con sicurezza-. Federer e Nadal sono calati. Murray e Wawrinka a volte l’hanno battuto ma non riescono ad “andargli sopra” nel gioco. Gli unici che avrebbero i mezzi per metterlo in difficoltà, a Melbourne hanno falli-to. Nishikori è finito sotto Wawrinka, forse non sta-va benissimo fisicamente. Milos non ha giocato il suo tennis, non è riuscito a fare quello che avrebbe dovuto. C’è ancora molto da lavorare per battere Nole nei grandi appuntamenti. Adesso sarà da ve-dere come arriverà Rafa agli appuntamenti sulla terra rossa. Però, per quello che si è visto, questo è un Djokovic che si prende almeno un altro Slam. E se fosse Parigi, poi...” (e.a.)

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circuito mondiale

finale di New York dovrà conquistare Parigi. Impresa che mai gli è riusci-ta fino ad ora perché da quelle parti, ça va sans dire, il dominatore è Na-dal. Il quale, quest’anno, avrà pure lo stimolo derivante dal fatto di poter conquistare il decimo titolo consecu-tivo. Ma si chiede oggi Djoker: in qua-li condizioni sbarcherà lo spagnolo al Bois? Avrà riconquistato la piena agibilità agonistica? Oppure qualche ulteriore acciacco ne avrà frenato i progressi? Perché solo un Nadal che sia Nadal potrebbe quest’anno, sulla terra almeno, fermare la corsa del Djoker.

INATTACCABILE Molleggiato come non mai, adulto nelle reazio-ni e nei comportamenti (lo è sempre stato ma ora è chiaramente più uomo e meno ragazzo), strategicamente oculato e migliorato sul fondamen-tale del servizio, il Djokovic uscito da Melbourne appare inattaccabile. Ha sofferto per un attacco di cram-pi nella finale contro Murray, è vero. Ma anche in quel piccolo frangente che avrebbe potuto minarne il ren-dimento Nole ha dimostrato di aver raggiunto un livello di gestione della sua macchina produci-tennis che non ha eguali al mondo e fors’anche nel-la storia recente del tennis. Ha perso contro Karlovic a Doha, è vero. Ma il croato ha messo in essere la cosa che sa far meglio, mettere ace in campo, impedendo così alla macchina Djoko-vic di mettersi in moto. E quella sera c’era pure vento: avversario e condi-zioni che Nole dovrà affrontare mica tutti i giorni nei suoi restanti giorni di gioco dei tornei dello Slam.

FUTURO Se si dovesse predire il futuro partendo dall’Australia, al-lora il penta vincitore di Melbourne

La querelle Murray-BerdychE’ stata la vicenda più divertente del torneo. Dopo aver bussato (inutilmente) alla porta di Lendl, Tomas Berdych ha assunto Daniel Vallverdu, ex assistant coach di Andy Murray, nonchè amico d’infanzia. E ha trovato un livel-lo eccezionale, forse il migliore di sempre. Si sono trovati in semifinale e i giornali britannici non hanno parlato d’altro per due giorni. “Mi avete fatto solo domande su Dani, mentre non vi interessava nulla della partita”, ha sbottato Murray dopo il successo. Il clima era teso, è volata qualche parolina di troppo. Persino Kim Sears, la morbida fidanzata (e futura moglie) di Murray è stata pizzicata a pronunciare frasi ingiuriose, probabilmente contro Berdych. Con apprezzabile ironia, si è presentata in finale con una t-shirt che avvi-sava del possibile contenuto “osceno” delle sue parole. Forse è nata una nuova rivalità. Vedremo al prossimo scontro diretto. (r.b.)

Kyrgios, forte e sbruffonePer adesso ha diviso l’Australia, presto lo farà con il resto del mondo. Nick Kyrgios, 19 anni, si è fiondato nei quarti con un super-torneo, ma ha fatto discu-tere anche per la sua irriverenza fuori dal campo. Nell’intervista dopo la vittoria al secondo turno contro Ivo Karlovic, si è permesso di prendere in gi-ro un mito come John Newcombe. “Ha detto che se fossi arrivato al quinto set, sarebbe stata molto du-ra”, gli hanno riferito. “Eh, sì, di solito dopo il quar-to si gioca il quinto...”. E poi ha liquidato le supersti-zioni del padre. Niente di clamoroso, però qualcuno si è indignato. A maggior ragione durante il match contro Seppi, in cui ha frantumato la racchetta e non sempre è stato un signore. Però sa reggere la scena, ha una storia personale tutta da raccontare ed è un predestinato. Insieme a Borna Coric sembra l’unico a poter raccogliere l’eredità dei campioni di oggi, almeno sul piano della personalità. (r.b.)

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avrebbe gioco relativamente facile nell’issarsi sul trono che per ultimo fu di Rod Laver. Ma per fortuna il ten-nis così come la vita hanno la bene-detta abitudine di stupirci, di sfug-gire alle previsioni. Qualora vincesse a Parigi, Nole si troverà comunque a dover fare i conti a Londra con quello che potrebbe essere il miglior Fede-rer dell’anno o almeno il più prepara-to; e a New York con la furia di quel-lo che fra i big avrà risparmiato più energie fisiche e mentali. Ma lui, No-le, già da oggi può far suo lo slogan planetario forgiato per ben altre e più drammatiche situazioni e grida-re a tutta voce: Je suis Djokovìc, con l’accento sulla i in modo da rispetta-re la musicalità della frase originale. E in questo modo far pesare la sua immensa voglia di arrivare più su di tutti. Chissà se ce la farà.

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circuito mondiale

Serena dall’Australia all’eternità

DI ANDREA NIZZERO - FOTO GETTY IMAGES

“Straight outta Com-pton!”, direttamente da Compton. E’ l’album di debutto delle leggen-de dell’hip hop NWA,

gente che dalla strada ha cambiato un intero mercato discografico. Con quelle esatte parole, nel celebrare uno dei primissimi titoli Slam delle figlie, Richard Williams rivendicava la provenienza di ciò che il mondo aveva appena ammirato. A Melbourne, Serena ha vinto il suo 19° Slam, quello che le permette di staccare Martina Navratilova e Chris Evert. E’ giusto, appropriato, che Se-rena stia avanti a due delle icone più rappresentative del tennis Open. In modo altrettanto appropriato, davan-ti c’è ancora Steffi Graf con 22 trion-fi. Ma se una Serena febbricitante e malaticcia come quella di Melbourne

Ormai è un’icona: a Melbourne

vince il 19° Slam in carriera

e conferma il dominio Williams.

Sharapova grande delusa

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Madison, non sarai un bluffL’Australian Open è lo scenario delle se-mifinaliste a sorpresa. Due anni fa fu Sloa-ne Stephens, nel 2014 Eugenie Bouchard. Stavolta è il turno della “colored” ameri-cana, cresciuta nel mito delle sorelle Wil-liams. Di Venus e Serena si è guadagnata il rispetto, non solo sul campo da tennis. In pochi mesi, Lindsay Davenport ha messo ordine a un materiale grezzo ma puro. La Keys ha due pregi: è forte con entrambi i fondamentali, senza una vera predilezione per dritto o rovescio. Sa lasciare l’avver-saria a metri dalla palla. Poi è simpatica e corretta, tanto da convincere il diret-tore di SI Kids (versione per ragazzi di Sports Illustrated) a concederle una ru-brica. Quest’anno entrerà tra le prime 10, ma il futuro le sorride. Se migliorerà sul piano atletico, diventerà numero 1. (r.b.)

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circuito mondiale

riesce a stare due passi avanti alle sue rivali, il tempo sembra diventare un fattore meno pressante di quanto non lasci intendere l’anagrafica. Che, a costo di ripeterlo, recita 33 anni.Compton è il nome di quello che, fino a qualche anno fa, era il sobborgo a più alto tasso di criminalità d’Ameri-ca. Straight outta Compton, diretta-mente dalla periferia nera e “gangsta” di Los Angeles, dove sua sorella-stra Yetunde è rimasta vittima di un proiettile, fino alla conquista di un mondo talmente diverso da sembra-re ostile. Quello del tennis, lo sport nobile, in cui persino gesti e vestiti sono bianchi. Se non fosse che Sere-na e sua sorella Venus hanno preso tutto questo e l’hanno rovesciato co-me un calzino. Due donne nere, pro-venienti da una famiglia poverissima del ghetto di LA, hanno però sempre smentito stereotipi su stereotipi. Fin da quando hanno saltato in tronco i tornei giovanili, non per snobismo ma per salvaguardia personale (e lungimiranza dei genitori). Serena, campionessa Slam per la pri-ma volta nel 1999 e poi per altre 18 volte nei successivi 16 anni, è pre-sente da talmente tanto sui Centrali di tutto il pianeta che gli appassio-nati di tennis iniziano a prenderla per scontata. Com-prensibile forse, ma non giustifica-bile, dimenticarsi la portata di una personalità come quella di Serena nel mondo sportivo (e non solo). Prendete Jesse Owens, Cas-sius Clay, Micha-el Jordan, Michael Phelps: la portata

Il torneo juniorSafiullin, primo russo a MelbourneUna conferma e cento sorprese per gli Austra-lian Open Junior, il più vecchio tra gli Slam under 18 (datato 1922). A mantenere fede ai pronostici è stato solo il russo Roman Safiul-lin (foto qui sotto), 18 anni da compiere in agosto e primo russo di sempre a vincere a Melbourne. Testa di serie n.1, ha lasciato per strada un solo set, in semifinale contro l’uz-beko Karimov, mentre in finale ha superato il coreano Seong Chan Hong. Nessuna sorpresa, perché Safiullin è già al n.338 Atp e in ba-checa vanta sei titoli Futures. Fatale invece il 1° turno al brasiliano Orlando Luz, seconda testa di serie e cancellato in meno di un’ora dal qualificato tedesco Sandkaulen. Anche la

Slovacchia ha conquistato per la prima volta un alloro agli Australian Junior. Lo ha fatto per merito di una ragazza non ancora 17enne, Tereza Mihalikova (qui sopra), sconosciuta (56esima) nei quartieri alti del ranking Itf ma autrice dell’eliminazione della svizzera Jil Belen Teichmann, seconda favorita, già al 2° turno. Ha sorpreso anche il nome della sua avversaria in finale, la 16enne inglese Katie Swan. Che ha ampiamente meritato l’exploit anche in ragione del duplice 6-2 rifilato alla favoritissima cinese Shilin Xu in semifinale. In ombra i nostri portacolori: a Marco Mosciatti e Julian Ocleppo è stato fatale, dopo tre set, il decisivo round delle qualificazioni. Nei main draw Andrea Pellegrino è incappato subito nell’emergente Karimov, mentre Bianca Tura-ti è stata sconfitta all’esordio dall’australiana Apisah. (Viviano Vespignani)

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culturale e sociale di Serena è lassù, vicina alle vette siderali toccate dalle leggende sportive - ancora purtrop-po quasi tutte maschili - di ogni epo-ca e disciplina. Grazie a lei, il tennis femminile con-tinua a essere uno spot globale con-tro le differenze di genere, razza e classe sociale. Dagli Anni ‘70, quan-do una donna gay di nome Billie Jean King conquistò diritti e premi degni di tal nome per sé e le sue col-leghe, il tennis femminile è rimasto un splendido esempio progressista di parità. Serena è la protagonista principale di una storia che meriterà di essere raccontata per decenni. Il suo arrivo, le sue pause, le sue cadu-te e le sue risalite, i suoi infortuni, le uscite di scena e i ritorni alla gloria: tutto è stato vissuto con la portata mediatica tipica delle icone globali. Mentre a questa storia continuano a essere aggiunti capitoli, quella che dovrebbe essere la sua rivale più ag-guerrita e titolata, Maria Sharapova, torna a casa dall’Australia dopo aver subito la 16a sconfitta consecutiva contro di lei. Basta questa statistica a riassumere l’entità del dominio im-posto da Serena Williams sul mondo del tennis femminile. Il mondo che ha fatto suo.

Spec a e

Open

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pOpenOppOOOpOOOOOOOOOOppeenneeeeenn

Maria, che bellalotta!Non ce l’ha fatta nem-meno questa volta Ma-ria Sharapova a battere Serena Williams. E’ dal 2004 che ci sbatte con-tro. Due sole vittorie, entrambe in quell’anno, e 17 sconfitte. Il 6-3 7-6 di Melbourne è pe-rò stato di rara intensi-tà. Una finale più bella, spettacolare e diverten-te di quella maschile

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i numeri della settimana

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Nole, killer di Top 10

DI GIORGIO SPALLUTO

130 i successi di Djokovic contro un Top 10 in carriera. Battendo Murray nella finale di Melbourne ha scavalcato Nadal, fermo a 129. Nole è il 2° di tutti i tempi dietro Roger Federer, a quota 183.

22 le vittorie complessive di Djokovic e Serena Williams a livello di semifinali e finali agli Australian Open, a fronte di nessuna sconfitta. Quando i due hanno superato i quarti di finale, hanno sempre vinto il titolo: Novak 5 volte, Serena 6.

13 le finali raggiunte da Novak Djokovic negli ultimi 18 Slam (dagli Us Open 2010). Nello stesso periodo Nadal ne ha giocate 10, Murray 6, Federer 3...

107 le posizioni guadagnate nella classifica di doppio da Simone Bolelli, n.134 prima dell’exploit storico a Melbourne, che lo ha proiettato al n.27. Guadagna 37 posti Fognini che, dal n.55, si porta al n.18, suo nuovo best ranking della specialità.

101 le settimane al n.1 della classifica mondiale di doppio di Roberta Vinci.

16 le vittorie al 5° set di Andreas Seppi negli Slam, l’ultima ai danni di Istomin. È di gran lunga il più vincente tra gli italiani sulla lunga distanza, nell’Era Open. Seguono Panatta con 11 e Fognini con 7.

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Ranking Nome

1 22 Fabio Fognini2 40 Andreas Seppi3 50 Simone Bolelli4 68 Paolo Lorenzi5 145 Luca Vanni6 158 Marco Cecchinato7 169 Potito Starace8 185 Matteo Viola9 190 Andrea Arnaboldi

10 195 Stefano Travaglia11 212 Filippo Volandri12 233 Roberto Marcora13 253 Thomas Fabbiano14 304 Federico Gaio15 344 Flavio Cipolla16 383 Lorenzo Giustino17 385 Alessandro Giannessi18 389 Matteo Trevisan19 411 Matteo Donati20 427 Walter Trusendi21 428 Gianluigi Quinzi22 431 Gianluca Naso23 435 Omar Giacalone24 436 Salvatore Caruso25 451 Stefano Napolitano

Le prime 25 italiane del ranking WtaPos. Rank. Nome

1 13 Sara Errani2 14 Flavia Pennetta3 31 Camila Giorgi4 40 Roberta Vinci5 53 Karin Knapp6 81 Francesca Schiavone7 187 Alberta Brianti8 203 Gioia Barbieri9 240 Giulia Gatto-Monticone

10 256 Nastassja Burnett11 294 Anastasia Grymalska12 313 Gaia Senesi13 325 Jasmine Paolini14 348 Maria Elena Camerin15 370 Martina Caregaro16 408 Anna Giulia Remondina17 423 Alice Matteucci18 451 Alice Balducci19 470 Alice Savoretti20 476 Claudia Giovine21 478 Corinna Dentoni22 537 Valeria Prosperi23 555 Martina Trevisan24 586 Georgia Brescia25 589 Martina Spigarelli

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 130452 Roger Federer (SUI) 92453 Rafael Nadal (ESP) 57454 Andy Murray (GBR) 55155 Kei Nishikori (JPN) 52056 Milos Raonic (CAN) 48457 Tomas Berdych (CZE) 46608 Marin Cilic (CRO) 41059 Stan Wawrinka (SUI) 4090

10 David Ferrer (ESP) 396511 Grigor Dimitrov (BUL) 346512 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 256013 Ernests Gulbis (LAT) 242014 Feliciano Lopez (ESP) 222015 Kevin Anderson (RSA) 212516 Roberto Bautista Agut (ESP) 197517 Tommy Robredo (ESP) 184518 John Isner (USA) 176519 Gilles Simon (FRA) 173020 Gael Monfils (FRA) 172521 David Goffin (BEL) 167922 Fabio Fognini (ITA) 162023 Philipp Kohlschreiber (GER) 146024 Alexandr Dolgopolov (UKR) 142025 Ivo Karlovic (CRO) 1400

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 97762 Maria Sharapova (RUS) 82103 Simona Halep (ROU) 65714 Petra Kvitova (CZE) 64805 Caroline Wozniacki (DEN) 45656 Ana Ivanovic (SRB) 44257 Eugenie Bouchard (CAN) 43658 Agnieszka Radwanska (POL) 42709 Ekaterina Makarova (RUS) 3285

10 Angelique Kerber (GER) 313011 Venus Williams (USA) 279012 Andrea Petkovic (GER) 273513 Sara Errani (ITA) 255114 Flavia Pennetta (ITA) 244115 Lucie Safarova (CZE) 242516 Jelena Jankovic (SRB) 236017 Carla Suarez Navarro (ESP) 229518 Dominika Cibulkova (SVK) 213719 Alizè Cornet (FRA) 212520 Madison Keys (USA) 210021 Shuai Peng (CHN) 208022 Karolina Pliskova (CZE) 201523 Barbora Zahlavova Strycova (CZE) 193024 Garbine Muguruza (ESP) 184525 Samantha Stosur (AUS) 1835

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il tennis in tv

Ora tocca alla Fed CupDI GIOVANNI DI NATALE - FOTO GETTY IMAGES

È la Fed Cup delle stelle. Con i Giochi Olimpici all’orizzonte, ecco che tutte le big del circui-to tornano a lustrarsi con i co-lori delle rispettive nazionali.

Anche Maria Sharapova, la più fredda di Russia, sarà protagonista nel fine settimana contro la Polonia. Vestire la maglia della nazionale è obbligatorio se si vuole partecipare ai Giochi. E la Sharapova, portabandiera a Londra 2012, non può e non vuole mancare. In Fed Cup la numero 2 del mon-do è solo alla quinta convocazione. Un’inezia considerato il suo valore. Contro di lei, trapiantata negli Stati Uniti fin dall’adolescenza, non sono mai mancate accuse di disinteres-se, spesso suggellate da prestazioni non strepitose sul campo della Fed. Eppure quando gioca la Sharapova la Russia non perde. Mai. Maria è un amuleto prezioso e da lei Anastasia Myskina (capitano della Russia dal 2014) riparte per ridare lustro alla corazzata russa. Ma ci sono da bat-

I programmi di SuperTennis dal 4 al 10 febbraio Giovedì 4

00:30 - World of Tennis00: 30 LIVE ATP 250 Quito02:30 - ATP 250 Zagabria04:30 - ATP 250 Zagabria06:30 - ATP 250 Zagabria08:30 - La Voce delle Regioni09:30 - ATP 250 Quito11:30 - ATP 250 Quito14:00 - Magazine ATP14:30 - LIVE ATP 250 Zagabria16:30 - Magazine Supertennis16.55 - News17:00 - LIVE ATP 250 Zagabria21:00 - News21:00 - La Voce delle Regioni22:00 - LIVE ATP 250 Quito

Venerdì 5

00:00 - Circolando Sporting Club Ferratella00: 30 LIVE ATP 250 Quito02:30 - La Voce delle Regioni03:30 - ATP 250 Zagabria05:30 - ATP 250 Zagabria07:30 - ATP 250 Zagabria09:30 - ATP 250 Quito11:30 - ATP 250 Quito14:30 - LIVE ATP 250 Zagabria21:05 - Circolando Sporting Club Ferratella16.55 - News17:00 - LIVE ATP 250 Zagabria21:00 - News21:05 - Circolando Sporting Club Ferratella21:30 - Magazine ATP22:00 - LIVE ATP 250 Quito

Sabato 6

00:00 - Highlights00: 30 LIVE ATP 250 Quito02:30 - ATP 250 Zagabria04:30 - ATP 250 Zagabria06:30 - ATP 250 Zagabria08:30 - ATP 250 Quito11:15 - Circolando Sporting Club Ferratella11.45 - Studio Live12:00 - LIVE FED CUP Polonia vs Russia16:00 - LIVE ATP 250 Zagabria Semifinali19:00 LIVE ATP 250 Quito23:00 - Fed Cup Italia vs Francia (differita)

Domenica 7

03:00 - Circolando Sporting Club Ferratella03:30 - Fed Cup Polonia vs Russia (replica)07:30 - ATP 250 Zagabria09:30 - Fed Cup Italia vs Francia11:15 - Magazine Supertennis11.45 - Studio Live12:00 - LIVE FED CUP Polonia vs Russia17:00 - LIVE ATP 250 Zagabria Finale19:00 LIVE ATP 250 Quito Finale21:00 - FED CUP Italia vs Francia (differita)

Lunedì 8

02:00 - Fed Cup Polonia vs Russia (replica)07:00 - Circolando Sporting Club Ferratella07:30 - ATP 250 Zagabria Finale (replica)09:30 - ATP 250 Quito Finale (replica)11:00 - Live ATP 500 Rotterdam17:00 - News17:05 - Magazine ATP17:30 - Italia vs Francia Fed Cup (replica)19:30 - Live ATP 500 Rotterdam23:30 - Magazine WTA

Martedì 9

00:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)02:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)04:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)06:00 - World of Tennis06:30 - Magazine WTA07:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)09:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)11:00 - Live ATP 500 Rotterdam17:00 - News17:05 - Magazine WTA17:30 - Italia vs Francia Fed Cup (replica)19:30 - Live ATP 500 Rotterdam23:30 - La Voce delle Regioni

Mercoledì 10

00:30 -ATP 500 Rotterdam (replica)02:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)04:00 -ATP 500 Rotterdam (replica)06:00 - Circolando Sporting Club Ferratella06:30 -ATP 500 Rotterdam (replica)08:30 -ATP 500 Rotterdam (replica)10:00 - Magazine WTA11:00 - Live ATP 500 Rotterdam17:00 - News17:05 - La Voce delle Regioni18:00 - Italia vs Francia Fed Cup (replica)19:30 - Live ATP 500 Rotterdam23:30 - Magazine ATP

tere le sorelle Agnieszka e Urszula Radwanska, eroine di Polonia, in quel-lo che sarà il più avvincente primo turno del World Group del week-end. SuperTennis seguirà la sfida in diret-ta a partire dalle ore 12.00 di sabato. Mentre in seconda serata, dalle ore 23.00, spazio (in differita) al debutto dell’Italia, impegnata a Genova contro la Francia. Ad arricchire la program-mazione di SuperTennis anche uno studio di continuità, per essere sem-pre aggiornati in tempo reale sui risul-tati maturati su tutti i campi e raccon-tare con servizi esclusivi quello che accade al 105 Stadium di Genova.

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni e in azzurro le differite

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Seppi a ZagabriaAndreas Seppi cerca conferme nell’Atp250 di Zagabria, mentre Paolo Lorenzi e Luca Vanni aspirano alla gloria al caldo di Quito. Dopo l’exploit su Roger Federer e i quarti di finale raggiunti a Melbourne, Seppi è tra i gio-catori più attesi in Croazia. Gli Atp di Zagabria e Quito sono due esclu-sive di SuperTennis e saranno trasmessi in di-retta compatibilmente con la Fed Cup.

Camila Giorgi difen-derà i colori azzurri contro la Francia insieme a Sara Errani, Roberta Vinci e Karin Knapp

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circuito amatoriale fit tpra

Iscriviti, gioca, vinci

DI MAX FOGAZZI

È ora di entrare nei dettagli. Il nuovissimo progetto Fit de-dicato al tennis amatoriale è partito con il Tennis Pla-yer Ranking Amateur, Tpra

Tennis. Le basi sono semplici e sono dedicate ai giocatori di livello ama-toriale e a coloro che non hanno mai superato la classifica di 4.2 in carrie-ra (o C4). Il circuito è pensato pro-prio per questa fascia di tennisti, che possono confrontarsi con moltissimi altri giocatori in partite testa a te-sta o in tornei amatoriali in linea e a eliminazione diretta. Proprio come quelli dei grandi campioni. La prima cosa da sapere è che c’è una classifica computerizzata, detta World Ranking e per entrare a farne parte bi-sogna essere degli atleti ufficiali. Tra poco vedremo che cosa significa. In-tanto, la classifica somma i punti ot-tenuti in due modalità differenti: da una parte quelli della classifica sfide (Fight club ranking) e dall’altra quel-li della classifica tornei (Tournament ranking) accessibili esclusivamente con una tessera FIT (agonistica o non agonistica). La classifica Sfide e la clas-sifica Tornei sono accessibili anche dai cosiddetti giocatori “gratuiti”, ma con delle limitazioni.Ma qual è la differenza tra giocatori “ufficiali” e giocatori “gratuiti”? E co-me si fa a diventarlo? È presto detto. Bisogna collegarsi al sito www.tpra-tennis.it e, in alto a destra, si entra nella sezione “Accedi/Registrati” per perfezionare l’iscrizione. Così si crea gratuitamente il proprio account, ba-sta inserire alcuni dati personali. All’atto dell’iscrizione verrà richiesto di auto-valutarsi in modo da ottenere un valore “Power” di partenza (vedi box nella pagina successiva). Questo valore, durante la carriera, potrà va-riare da un minimo di 9 a un massi-mo di 99 e fungerà da vero e proprio indice di forza del giocatore. Basta solo questo per entrare a capofitto nell’universo Tpra. Quello che resta da fare è iscriversi ai tornei oppure, semplicemente, trovarsi un avversa-

I primi passi per entrare nel Tennis Player Ranking Amateur pensato per gli amatori: registrazione on-line, tessera Fit non agonistica e... via

Scopri il circuito con la licenza freeCon la tessera Fit non agonistica entri in azione

Licenza Free- Account Tpra;- Casella messaggi privata;- Calcolo Power;- Invio/ricezione Sfide ufficiali;- Punti Sfida/torneo al 50%;- Accesso ai Tornei (con tessera FIT);- Iscrizione ranking mensile Sfide;- Iscrizione ranking Tornei Best15;- Race of Clans (il fantacalcio targata Tpra);

Licenza Ufficiale- Account ufficiale Tpra;- Casella messaggi privata;- Calcolo Power;- Invio/ricezione Sfide ufficiali;- Acquisizione punti al 100%;- Accesso ai Tornei (con tessera FIT);- Posizione World Ranking;

- Iscrizione ranking mensile Sfide;- Iscrizione ranking Tornei Best15;- Iscrizione gara Royal Master to AWT;- Grafici nella scheda atleta;- Attivazione bacheca annunci;- Inserimento commenti;- Race of Clans (il fantacalcio targata Tpra);- Due sfide automatiche inizio mese.Servizi aggiuntivi (esclusi dalla licenza Trial)- Visualizzazione numeri di telefono;- Accesso prioritario nei tornei;- T-shirt, pass da borsone e benefi compresi.

Tesserarsi è facile: per ottenere la tes-sera Fit non agonistica è sufficiente rivolgersi al proprio club oppure, se non si è iscritti ad alcuno, scrivere a [email protected] per affiliarsi tramite l’Associazione TpraTennis. Nella tessera Fit sono anche compresi i costi di assicurazione.

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circuito amatoriale fit tpra

rio per una sfida testa a testa. Per farlo basta entrare nella scheda di un giocatore (immagine qui sotto) e cliccare su “Sfidalo adesso”. A quel punto parte una mail che avvisa il gio-catore in questione. Ci si accorda con lui sul giorno e sul luogo, e... si gioca. Fino a oggi, con questo sistema, sono state giocate circa 69.000 sfide testa a testa.Ma torniamo ai giocatori gratuiti e a quelli ufficiali. Come detto, l’unico modo per accedere al ranking Tpra, è quello di attivare la” Trial License”, una sorta di periodo di prova, con il processo di registrazione di cui so-pra. La Trial License ha una durata di 90 giorni, è totalmente gratuita e comprende diversi servizi. Quasi tut-ti quelli di cui dispone un giocatore “ufficiale”, o per dirla nel gergo del circuito, un vero e proprio Fighter.

Alla scadenza dei 90 giorni di prova verrà attivata in automatico la licen-za Free, per i meno avvezzi all’ingle-se, totalmente gratuita, ma con meno servizi a disposizione. Nel profilo di ogni singolo giocato-re è facile scovare quelli in posses-so di una licenza Free, perché nella casella riservata alla posizione del World Ranking appare la dicitura, non classificato. Come fare dunque a entrare nel ranking? Serve la licen-za “Ufficiale”, quella che - come det-to - trasforma un semplice giocatore in un Fighter. È questa licenza a dare il via alla carriera amatoriale di tut-ti i tennisti e permette di gareggiare addirittura per i titoli “mondiali” del tennis amatoriale. Dura 365 giorni, e si attiva versando la quota ufficiale FIT Tpra pari a 25 euro. Siete pronti a entrare in azione?

Accesso al circuito Fit-TpraQuali sono i requisiti?

Il circuito Fit-Tpra è rivolto ai tennisti e alle tenniste amatoriali che hanno compiuto al-meno i 18 anni e che cercano sfide e tornei amatoriali organizzati, e al passo con i tem-pi. Per tutti quegli appassionati che, dunque, hanno voglia di giocare e conoscere altri utenti. Possono giocare tutti coloro (gio-catori o giocatrici) che nel corso della loro carriera non hanno superato la classifica na-zionale Fit 4.2 (C4 per chi ha avuto classifica federale prima dell’anno 2000). Ogni utente può segnalare in qualsiasi momento il livel-lo inappropriato superato nel passato, o nel presente, da parte di un altro giocatore clic-cando sulla scheda del giocatore interessato.

Sei un circolo? Entra così

Solo i centri tennis affiliati FIT possono proporre tornei per il movimento tennistico amatoriale Tpra Tennis.Registrandosi gratuitamente sul sito www.tpratennis.it il Circolo tennis ottiene l’acces-so a un’area riservata dalla quale potrà inse-rire tornei e gestire comodamente iscrizioni e risultati. Per generare i tabelloni basta un click e si eliminano le infinite telefonate per comunicare con gli iscritti che possono con-sultare gli orari di gioco direttamente online. Per ulteriori informazioni: [email protected]

Occhio al PowerCome puoi sapere che livello reale ha un gioca-tore Nc? Era una di quelle domande senza ri-sposta, fino a quando Max Fogazzi ha provato a tradurla matematicamente e, con l’aiuto di Ste-fano Stefana, ha creato un algoritmo specifico da inserire all’interno del sistema Tpra. Il power è di fatto il livello di abilità che aumenta o dimi-nuisce dopo ogni match giocato. L’algoritmo de-termina il valore analizzando le seguenti varia-bili: il risultato finale della partita, il coefficiente di difficoltà del match determinato dall’abilità dell’avversario e la normalizzazione del calcolo sulla base dello storico di ogni giocatore.

Tutti i dettagli per completare l’iscrizione sono su www.tpratennis.it

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racchette e dintorni

Vecchia nuovaPure DriveLa racchetta best seller del Terzo Millennio si rinnova. Ed esce anche in versione più leggera

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DI MAURO SIMONCINI

Si è rifatta il look. E non solo. La nuova Pure Drive di Babo-lat, attrezzo vincente di Fa-bio Fognini, si presenta nel 2015 con una nuova veste

grafica: ha perso un bel po’ di nero a favore di qualche pennellata di bian-co, con la costante e storica presenza del blu, richiamato poi anche in tutta

la gamma di borse e accessori.Le innovazioni non si fermano però alla “forma” ma coinvolgono anche la “sostanza” con l’obiettivo di migliora-re la qualità di un attrezzo già evoluto e best seller. Di fatto la storica chia-ve di successo di Pure Drive è proprio la versatilità, la possibilità di adatta-mento a diverse tipologie di gioco e soprattutto di livello, dal Club sino al Circuito Atp o Wta.La più concreta e tangibile novità tecnologica del 2015 (anche se non così visibile) è FSI ovvero Frame String Interaction, in sostanza il re-stringimento delle maglie dello sche-ma corde nella parte superiore del piatto, quella dello sweetspot ideale. Il tutto abbinato a un sistema Woofer, che lavora sui passacorde,ottimizzato per un migliore controllo.

Nella collezione delle Pure Drive ci so-no poi novità assolute, nel senso di at-trezzi mai esistiti finora. E’ il caso di Pure Drive Tour, che in realtà va a so-stituire la Roddick, la più pesante (315 grammi); ma soprattutto di Pure Drive Team, un modello completamente nuo-vo (peso 285 grammi), che va a collo-carsi immediatamente sotto a quello di riferimento (da 300 grammi) e sopra alla versione ultraleggera (Lite)

LA CLASSICAPure Drive è lo storico modello, l’attrez-zo che ha fissato il parametro centrale del mercato allo standard 100-300, ov-vero 100 pollici quadrati di piatto corde e 300 grammi di peso del telaio nudo. La racchetta tipicamente moderna, profilo

consistente (fino a 26 mm) va bene dav-vero per tutti: dal doppista di Club che si potrà giovare dell’ottima maneggevo-lezza per giocare di volo, passando per donne agoniste ma anche di più basso livello, che approfitteranno dell’ampio sweetspot, da sempre caratteristica del-la Pure Drive. Sino a giocatori da tre ore di allenamento quotidiano, violenza e spin da Terzo Millennio. Insomma i pro-fessionisti dei Circuiti Pro. Come Errani (che usa la versione lunga) e Fognini.

la Team, da 285gLa grande novità di quest’anno è Pure Dri-ve Team, la sorellina minore. 285 grammi di peso, veste grafica identica alla Pure Drive “normale” di cui sopra (a parte il logo “Te-am” vicino al manico), stesso bilanciamento equilibrato (a 32 centimetri), stesso sistema “salvagomito” Cortex. Un telaio facile, ancora più abbordabile. Esclusi solo certi giocatori uomini di un cer-to livello o stazza fisica importante. In realtà la Team è ancora più azzeccata e centrata per donne di buon livello, giovani rampanti in crescita o giocatori intermedi che amano la comodità, l’affidabilità e la stabilità.

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terza pagina

Pioniere d’Australia

DI VIVIANO VESPIGNANI

Era un autodidatta. Con una clamorosa anomalia tecnica: Giorgio De Stefa-ni era ambidestro,

come lo sono stati pochis-simi nella storia. Gioca-va due diritti, uno con la mano destra e uno con la sinistra operando rapidis-simi passaggi di racchetta. Nato in una nobile famiglia veronese 111 anni fa, nel febbraio 1904, non solo è stato giocatore di caratura internazionale, ma anche dirigente nazionale e inter-nazionale ai più alti livel-li. Trasferitosi in giovane età a Roma, l’amicizia con i figli di Gino De Martino - il primo campione della storia d’Italia - lo aveva in-dotto a compiere le prime esperienze sul campo da tennis. Il gioco d’anticipo e il passante furono le sue armi migliori, innestate in un fisico atletico e molto resistente alla fatica, oltre che in un carattere forte e risoluto. Soffriva i colpi lif-tati, che ai suoi tempi era-no però molto frequenti e redditizi.Erano gli anni di Uberto De Morpurgo, che per De Ste-fani costituiva il campione più ammirato, un sicuro punto di riferimento. Ma il primo in-contro tra i due fu surreale: De Mor-purgo non gradì l’ardire con il quale il giovane connazionale si era pre-sentato. Gli rispose in francese, ne-gò di essere italiano e troncò il col-loquio dichiarandosi austriaco. Non sapeva, De Morpurgo, che De Stefani sarebbe diventato, secondo nella sto-ria azzurra dopo di lui, un Top 10 a livello mondiale.Ma De Stefani era stato anche etichet-tato come il “più grande viaggiatore

finalista a ParigiNato a Verona il 24 febbraio 1904 (scom-parso a Roma il 22 ottobre 1992), Giorgio De Stefani – a sinistra nella foto grande con l’australiano Harry Hopman - raggiunse la finale a Parigi nel 1932, e nel 1934 agli Internazionali d’Italia. In Coppa Davis tra il ‘27 e il ‘39 partecipò a 34 incontri, vincendo 44 dei 66 match disputati (nel ‘48 fu anche per tre volte capitano). Cinque volte n.1 d’I-talia (tra il ‘33 e il ‘38) e n.8 del mondo nel ‘35 secondo le classifiche del giornalista bri-tannico Myers. In Italia vinse gli Assoluti del ‘30 e l’allora Coppa Brian (la Serie A) con il Parioli (‘30 e ‘38), ma anche tre titoli senior tra il ‘46 e il ‘49.

Giorgio De Stefani, grande giocatore e poi dirigente sportivo, fu il primo azzurro a giocare gli Australian Open

clamoroso se si considera che nei due precedenti confronti diretti (Parigi ‘31 e ‘34) De Stefani si era imposto in tre set.Posata la racchetta, ebbe una grande carriera dirigenziale ai più alti livelli. Presidente della Fit tra il ‘58 e il ‘69 (proprio quando Pietrangeli e Siro-la vinsero il Roland Garros in dop-pio), presidente dell’Itf per tre bienni nell’arco di quindici anni dal 1955 e, per molti anni, membro del Comitato Olimpico internazionale.

dello sport italiano”: il tennis lo ave-va portato in ogni angolo del mondo, dall’Africa all’India, dal Sud America agli Stati Uniti. Tanto che fu proprio lui il primo azzurro a giocare gli Au-stralian Championships. Sull’erba del Kooyog Stadium si presentò con l’ot-tava testa di serie, superò i padroni di casa Frankenberg e Clemenger ma nei quarti di finale era in agguato la pagina più nera della sua carriera. La leggenda inglese Fred Perry gli rifilò un pesantissimo 6-0 6-0 6-0, ancor più

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