SPAZZAMENTO STRADALE, DALLA PULIZIA DELLE CADITOIE,...
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DECCA IMPIANTI Srl
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FORNITURE DI IMPIANTI PER CAVE MINIERE E INDUSTRIE IMPIANTO PER IL RECUPERO DEI RIFIUTI DERIVANTI DALL O SPAZZAMENTO STRADALE, DALLA PULIZIA DELLE CADITOIE, DALL’ELIMINAZIONE DELLA SABBIA DAI DEPURATORI Questa tipologia di impianto garantisce una potenzialità oraria media annua di rifiuto trattato di circa 10 ton/ora. Il processo di lavaggio si basa sui seguenti principi fondamentali:
1. trasferimento delle sostanze inquinanti presenti sotto forma disciolta, emulsionata o in sospensione, dalle particelle di materiali all’acqua
2. separazione delle particelle di sostanze contaminanti solide mediante processi di selezione
3. rimozione dei contaminanti trasferiti dalle particelle all’acqua mediante processi chimico-fisici di precipitazione, disemulsionamento, coagulazione, flocculazione, rottura delle molecole e sedimentazione
4. concentrazione dei contaminati organici nel limo e separazione del limo dai materiali di recupero
5. trattamento chimico-fisico della torbida contenente il limo e le sostanze inquinanti e ricircolo dell’acqua depurata
6. trattamento biologico dell’acqua di supero, prima dello scarico in fognatura
A seguito del trattamento si ottengono le seguenti frazioni: SABBIA (0,063mm-2mm), GHIAINO (2mm–10mm), GHIAIETTO (10mm–20mm) Materiali da utilizzare come materie prime di recupero per aggregati cementizi e aggregati bituminosi. METALLI FERROSI Tali rifiuti sono destinati al recupero in impianti metallurgici. RIFIUTI MISTI Rifiuti da inviare ad impianti autorizzati allo smaltimento quali termoutilizzatori o discariche. RIFIUTI ORGANICI GROSSOLANI Rifiuti da inviare ad impianti autorizzati allo smaltimento quali termoutilizzatori o discariche RIFIUTI ORGANICI FINI (ammendante/compost) per il settore agricolo FANGHI Rifiuti non pericolosi recuperabili in fornaci autorizzate in regime ordinario o destinati allo smaltimento SCARTO GROSSOLANO 20/28 (32) mm Rifiuti Inorganici non pericolosi da inviare a smaltimento. I quantitativi di rifiuti conferiti all’impianto rientrano nel quantitativo di raccolta differenziata previsto dal D.L. 3 Aprile 2006 n.152 art. 205, andando così ad aumentare la percentuale di rifiuto recuperato da parte delle Amministrazioni Pubbliche.
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Le principali fasi di trattamento a cui è sottopost o il materiale in ingresso possono essere distinte in: TRATTAMENTO SOLIDI La fase di trattamento solidi è una sezione molto importante del processo, in quanto consente il lavaggio e la separazione (e quindi il recupero) delle frazioni componenti il rifiuto in ingresso. In generale i meccanismi che si realizzano nell’unita di lavaggio in controcorrente non si basano solo sul passaggio in soluzione del contaminante, ma soprattutto su una serie di azioni meccaniche di tipo fisico (azioni di attrito e abrasione fra le particelle, urti, etc.). Il flusso di acqua in controcorrente promuove il trascinamento della frazione leggera, costituita prevalentemente dalle foglie, dalle sabbie fini e dal limo, in testa alla botte sfangatrice, la quale viene scaricata in un apposito vibrovaglio e successivamente inviato ad un compattatore a coclea. TRATTAMENTO LIQUIDI L’impianto di trattamento liquidi è composto dalle seguenti unità impiantistiche: - sezione di trattamento chimico-fisico delle acque; - vasca di flocculazione; - sedimentatore; - serbatoio ricircolo acque trattate; - eventuale sezione di trattamento biologico; - serbatoi reagenti. La sezione di trattamento liquidi della torbida ha lo scopo di: - rimuovere gli inquinanti ed il limo dalle acque di processo; - consentire il riutilizzo nel ciclo di lavaggio delle acque depurate; - depurare le acque di supero destinate allo scarico in pubblica fognatura o al conferimento presso centri di trattamento autorizzati. Si ritiene che la portata scaricata nella pubblica fognatura corrisponda mediamente alla portata di acqua industriale di reintegro prelevata dalla rete, anche se nei periodi secchi i rifiuti trattati tenderanno ad assorbire acqua, mentre nei periodi di pioggia i rifiuti tenderanno a rilasciare acqua. TRATTAMENTO FANGHI La disidratazione meccanica dei fanghi avviene mediante l’utilizzo di una specifica filtropressa. Questa macchina è stata realizzata considerando la particolare caratteristica del fango prodotto dall’impianto che per sua natura contiene in buona parte frazione inorganica. L’impianto si può suddividere in 5 sezioni: 1. ricezione e stoccaggio rifiuti palabili
composto da una serie di box per lo stoccaggio dei rifiuti
2. tramoggia di carico, nastro estrattore, coclea d osatrice e rompizolle, vaglio stellare, nastro trasportatore, separatore magnetic o (deferrizzatore):
il rifiuto dalla tramoggia di carico viene caricato attraverso un nastro estrattore su un vaglio stellare in cui viene sottoposto ad una energica sollecitazione sussultoria da cui si ottiene uno scarto inorganico (rifiuti misti) con pezzatura >28 (32) mm. La parte di rifiuto rimanente viene convogliata su un nastro
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trasportatore sul quale è applicato un deferrizzatore magnetico da cui si estrae una piccola percentuale di materiale ferroso.
3. lavaggio rifiuti: botte sfangatrice, vaglio vibr ante, idrociclone, classificatore a spirali e reagenti.
il rifiuto a questo punto viene convogliato all’interno di una speciale lavatrice dove subisce un energico lavaggio. Il materiale così lavato viene poi scaricato su un vaglio vibrante che lo separa in 4 frazioni granulometriche così da ottenere 3 prodotti (sabbia, ghiaia, ghiaino) ed una frazione di scarto. L’acqua di lavaggio, derivante dalla lavatrice, viene raccolta nella vasca di slimatura. Da questa, con l’ausilio di una pompa, viene alimentato l’idrociclone che separa la parte liquida-limosa da quella solida. La parte solida, attraverso un classificatore a spirali, viene separata in organico fine e in sabbia.
4. depuratore acque reflue, sedimentatore, ispessit ore , filtropressa
la parte liquida all’uscita dell’idrociclone viene convogliata nella vasca di trattamento chimico-fisico dove, addizionata opportunamente con i reagenti chimici, viene inviata al sedimentatore nel quale si ha la formazione del fango che viene opportunamente trattato e inviato all’ispessitore. Terminata la fase di ispessimento, il fango viene pompato alla filtropressa per la produzione di fango disidratato. La sezione di trattamento chimico-fisico ha lo scopo di rimuovere gli inquinanti ed il limo dalle acque di processo per riutilizzare l’acqua depurata (acqua di ricircolo) nel processo stesso di lavaggio.
5. trattamento biologico
Le acque depurate in eccedenza vengono avviate ad un ulteriore trattamento biologico. Terminata la fase di rimozione delle sostanze organiche, le acque subiscono un processo di sedimentazione per il recupero dei fanghi al reattore biologico e vengono infine scaricate in fognatura. L’impianto è conforme a tutte le vigenti normative in materia di sicurezza (D.lgs 81/08) e i prodotti riciclabili ottenuti dal recupero degli spazzamenti stradali sono certificabili secondo le norme UNI EN . Di seguito riportiamo lo schema di flusso dell’impi anto; i quantitativi indicati fanno riferimento ad una produttività medi a pari a 10 ton/ora.
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IMPIANTO DI LAVAGGIO TERRE DA SPAZZAMENTO
STRADALE 17.600 t/y = 100%
STOCCAGGIO
RIFIUTI SOLIDI
SFANGATRICE
SEPARATORE
PREVAGLIATURA
NASTRO PRIMARIO DI
SEPARATORE A SPIRALI
ACCUMULO ACQUE
DEPURATE
DISIDRATA-
ZIONE
DEI FANGHI
TRATTAMENTO
CHIMICO-
FISICO ACQUE
REFLUE
RIFIUTI MISTI (>32 mm) [10% ; 1.760 t/y]
DEFERRIZZATORE
MAGNETICO MATERIALI FERROSI [0,01% ; 1,76 t/y]
RIFIUTI INORGANICI (20>32 mm) [0,7% ; 123,2 t/y]
GHIAIA (10-20 mm) [6% ; 1.056 t/y]
~1 mc/h REINTEGRO ACQUA
50 mc/h
49 mc/h RICIRCOLO ACQUA DEPURATA
GHIAINO (2-10 mm) [30% ; 5.280 t/y]
SABBIA (0,063-2 mm) [24% ; 4.224 t/y]
FANGHI DISIDRATATI (BIOREMEDIATION O DISCARICA) [15% ; 2.640 t/y]
FRAZIONE ORGANICA FINE (<2 mm) [4% ; 704 t/y]
FRAZIONE ORGANICA (2-32 mm) [8% ; 1.408 t/y]
Il presente schema ed i relativi dati di portate costituiscono un modello di impianto per il trattamento di terre da spazzamento stradale già realizzato in più esemplari e che ha prodotto risultati eccellenti. Può essere adattato e modificato sulla base di specifiche esigenze progettuali.
VERSO CENTRI DI TRATTAMENTO
AUTORIZZATI
SPURGO ~10% SUL RIFIUTO ENTRANTE 1.760 mc/y
1.760 MC/Y ACQUA
INDUSTRIALE
REAGENTI
VIBRO
ASCIUGATORE ORGANICO
50 mc/h
VIBRO ASCIUGATORE
SABBIA
VIBRO ASCIUGATORE
ORG. FINE
VAGLIO VIBRANTE A 3
PIANI CON DOCCE
TRATTAMENTO
BIOLOGICO
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VAGLIO STELLARE
NASTRI DI ACCUMULO
Nastro con deferrizzatore Botte sfangatrice
Vaglio vibrante Gruppo ciclone
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Separatore a spirali Vibroasciugatore delle sabb ie
Aree di cumul o frazioni
Compattatore a coclea
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Frazione di organico fine recuperate Nastri di a ccumulo
Chiarificatori Filtropressa
Scarico pannelli della filtropressa Fanghi dis idratati
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L’impianto può essere utilizzato anche per il recup ero di terre provenienti da bonifiche ambientali:
PREMESSA Il processo di “SOIL WASHING” è un processo di lavaggio, selezione granulometrica dei materiali lavati e trattamento chimico-fisico della torbida con ricircolo delle acque di lavaggio. I materiali con granulometria > 0,063 mm, cioè le sabbie e le ghiaie, vengono avviati al recupero; le particelle con dimensioni < 0,063 mm, cioè il limo e le argille disidratati, contengono concentrati tutti i contaminanti: tali rifiuti potranno essere avviati al riutilizzo in fornace e/o cementerie oppure avviati allo smaltimento definitivo in discarica controllata.
DATI DI POTENZIALITA’ IMPIANTO DI LAVAGGIO TIPO La potenzialità oraria dell’impianto è influenzata dalle percentuali di limo, argilla, e sabbia contenuti nei materiali da lavare: infatti il limo e le argille finiscono nei fanghi disidratati e quindi la limitazione è costituita dalle filtropresse. Il suo valore si attesta su circa 10-12 t/h per materiali con contenuto di fini < 0,063 mm inferiore al 20-25%; per contenuti di fini superiori la potenzialità si riduce sensibilmente.
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DI RECUPERO Si prevede che i materiali recuperati dal lavaggio di terreni da bonifica abbiano le caratteristiche di cui alla tab. A, allegato 5 al DLgs. 152/2006 per la destinazione “Siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale” e le caratteristiche previste dalle Normative Vigenti del settore di destinazione dei materiali recuperati. Per la valutazione dell’applicabilità del soil washing devono essere considerati una serie di fattori presi nel loro insieme, ovvero nessuno di essi può essere considerato singolarmente ai fini della decisione sulla applicabilità del processo; fra questi i più importanti sono: - caratteristiche dei terreni e/o materiali contaminati; - natura dei contaminanti; - concentrazione dei contaminanti; - modalità operative e gestionali e controllo dei processi. Il trattamento è affidabile soprattutto per terreni caratterizzati da un contenuto minimo in sabbia e ghiaia del 70%; se il contenuto di fini (limi ed argille, in generale particelle di dimensioni inferiori a 63 mm) è superiore al 30% il trattamento di soil washing potrebbe non essere economicamente conveniente. I finissimi, infatti, portano a una riduzione della potenzialità degli impianti. Inoltre, poiché i contaminanti si concentrano sulle particelle fini, operare su un terreno ricco di fini comporta di dover smaltire in discarica o sottoporre ad altri tipi di trattamento, considerevoli quantità di materiale contaminato con conseguente incremento dei costi.
Applicabilità del soil washing in funzione della natura e del tipo di terreno
Gruppi di contaminanti
Terreni ghiaioso- sabbiosi
Terreni argilloso- limosi
Organici
Composti alogenati volatili AEE AEL Composti alogenati semivolatili AEL AEL Composti non alogenati volatili AEE AEL Composti non alogenati semivolatili AEL AEL Policlorobifenili (PCB) AEL AEL Pesticidi alogenati AEL AEL Diossine/furani AEL AEL Cianuri organici AEL AEL
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Inorganici
Metalli volatili AEE AEL Metalli non volatili AEE AEL Amianto NA NA Cianuri inorganici AEL AEL
Reattivi
Ossidanti AEL AEL Riducenti AEL AEL
Legenda: AEE = applicabilità con elevata efficienza; AEL = applicabilità con efficienza limitata; NA = non applicabile.
Destinazione dei materiali lavati: Sia che l’impianto venga utilizzato per il recupero di spazzamenti stradali che per il lavaggio di terreni da bonifica, i materiali trattati nel processo di lavaggio seguiranno l’iter di cui allo schema a blocchi di fig.1.
SI NO NO SI SI NO
Destinazione dei materiali lavati
RIFIUTI IN INGRESSO
IMPIANTO DI LAVAGGIO
MATERIALI CONFORMI
MATERIALI CONFORMI AL SETTORE DI RIUTILIZZO
POSSIBILITA’ DI UN NUOVO TRATTAMENTO DI LAVAGGIO
AL RECUPERO E RIUTILIZZO
ALLO SMALTIMENTO IN DISCARICA CONTROLLATA