Spataro a Piacenza (Cronaca 18-01-2012)

1
La Cronaca cittadina MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012 7 «Carriere separate? Ho sempre fatto il pm ma la mia “forza” è pensare da giudice» Invitato a Piacenza dall’associazione Libera il procuratore aggiunto di Mi- lano che combatte il terrorismo dagli anni di piombo. Dai dati sulla giusti- zia lenta al pesante j’accuse a Prodi e Berlusconi per la gestione del rapi- mento Abu Omar di cui parla nalla sua autobiografia “Ne valeva la pena” N on c’era più un posto a sedere ieri sera in Sant’Ilario. E non è che i piacentini siano gente che di martedì, con due sottozero, esce di casa tanto volentieri. L’occasione in ef- fetti era di quelle da non lasciarsi sfug- gire per chi fosse interessato a «storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa». Alle 21 spaccate, dopo un aperitivo al K2 di via Garibal- di per far passare la mezzora d’anticipo (serietà da uomo dello Stato), il procu- ratore aggiunto di Milano Armando Spataro si è seduto al tavolo dei relato- ri di un auditorium Sant’Ilario pieno come non si vedeva da tempo. Accanto a lui c’era Antonella Liotti, referente per Piacenza di Libera, l’associazione che combatte le mafie; c’era Andrea Fossati dei giovani dell’Italia dei Valori e c’era la giornalista Carla Chiappini che moderava l’incontro voluto e orga- nizzato proprio da Libera nell’ambito di una più ampia iniziativa intitolata “Le loro idee camminano con le nostre gambe” e sostenuta dal Comune. E a fare gli onori di casa ci teneva ad esser- ci Giovanni Castagnetti, assessore co- munale al Futuro e uno dei più attivi sostenitori della battaglia di Libera a Piacenza tanto da portare nelle scuole la pasta prodotta nei territori sottratti alle mafie: «Un’iniziativa concreta per tentare di gettare le basi di una società con caratteristiche diverse». Carla Chiappini ha quindi portato la serata nel vivo presentando l’ospite d’onore - brevemente perché non aveva bisogno di grandi presentazioni - e gi- rando a mo’ di domanda il titolo del li- bro col quale Armando Spataro si è meritato il premio Capalbio del 2010: «Ne valena la pena»? Il punto interro- gativo è fuori dalle virgolette perché il titolo del volume è senza, ed è anche la risposta alla domanda: «Sì, ne valeva la pena» ha risposto il magistrato, e si ri- feriva sia al suo impegno come magi- strato antiterrorismo e sia alla fatica di cimentarsi nella scrittura. E non è una domanda così tanto per fare: Armando Spataro è magistrato dal ‘75 e la sua vita da pm si è intrec- ciata fin da subito con il terrorismo, prima quello interno, poi quello più antico e per certi versi più pericoloso delle mafie, quindi quello internaziona- le, complicatissimo da decifrare, da prevedere. Scorta dall’età di 28 anni, dunque; un’esistenza difficile, eroica come quella di tutti i magistrati che scelgono di combattere i “cattivi” po- tenti, anche se lui rifiuta categorica- mente la categoria di eroe: «Facciamo solo il nostro dovere con determinazio- ne. Ordinaria amministrazione, dun- que, anche se capisco che fare il pro- prio dovere di questi tempi può appari- re come qualcosa di straordinario». E’ sempre e solo stato un pubblico ministero, Spataro. «Di fatto, a lei che le carriere siano separate o meno non cambia nulla» ha detto in proposito la Chiappini dando l’occasione al magi- strato di sparare la prima bordata con- tro Berlusconi e le scelte del suo gover- no in tema di giustizia: «Sono sempre stato un pm, è vero, ma la mia forza credo che sia stata e sia ancora quella di fare il pubblico ministero ragionan- do da giudice. Un giudice cerca la ve- rità, non è a caccia di titoloni sui gior- nali e ciò è a garanzia dei cittadini. Tant’è che il modello italiano, benché alcuni dicano il contrario, è preso ad esempio in tutta Europa». Poi c’è l’Armando Spataro scrittore, ed era anche a questo che si riferiva la domanda «ne valeva la pena?» della giornalista Carla Chiappini. «Mi sconsigliavano in tanti - ha spie- gato - e per i motivi più svariati, tutti senz’altro validi. Ma questo libro è na- to da un’esigenza: quella di raccontare in prima persona cosa mi è capitato di vivere nell’affrontare come pm il caso Abu Omar, l’imam egiziano rapito da agenti della Cia americana a Milano con la complicità dei servizi segreti ita- liani». Un caso che nel 2003 ha fatto parla- re mezzo mondo e il suo sviluppo giu- diziario ha rappresentato, secondo Spataro, uno dei punto più bassi della democrazia di questo Paese: ben due FOLLA IN SANT’ILARIO PER ARMANDO SPATARO Biografia Contro il terrore dal ‘75 Entra in magistratura il 27 marzo 1975 e l'anno successi- vo è destinato come Sostituto Procuratore della Repubblica alla Procura della Repubblica di Milano dove ha svolto tutta la sua carriera occupandosi pri- ma di sequestri di persona e poi di terrorismo di sinistra coordinando tutte le inchieste milanesi fino al 1989. Successivamente si è occupato di criminalità organizzata, traffi- co internazionale di stupefacen- ti ed è chiamato a partecipare alla Direzione Distrettuale Anti- mafia dal 1991 (anno della co- stituzione) al 1998, occupan- dosi soprattutto di indagini su 'ndrangheta e mafia siciliana. Dopo le dimissioni di Antonio Di Pietro, avvenute nel 1994, era stato chiamato dal Procuratore Generale di Milano Francesco Saverio Borrelli a fare parte del pool di "Mani Pulite". Nel luglio del 1998 è stato eletto componente del Consi- glio Superiore della Magistratu- ra. Per questo si trasferisce a Roma fino alla scadenza del mandato (luglio 2002) quando ritorna alla procura di Milano con funzioni di Procuratore del- la Repubblica Aggiunto coordi- nando dal giugno 2003 il Di- partimento Terrorismo ed Ever- sione responsabile di indagini su terrorismo interno ed inter- nazionale (in particolare di quel- lo di matrice islamica, tra cui quelli sull'imam egiziano Abu Omar e su Mohammed Daki, noto per la sentenza di assolu- zione pronunciata dal giudice Clementina Forleo, confermata in appello e rigettata dalla Cas- sazione). Galli della Loggia martedì alla Filo Lo storico Erensto Galli della Loggia sarà a Piacenza martedì prossimo per un incontro pub- blico al Teatro dei Filodrammatici, alle 18, nel- l’ambito del ciclo “Il pensiero capovolto”, le le- zioni di politica promosse dall’Associazione Pia- cenza Urbis. Tema conduttore dell’incontro sarà il carattere nazionale degli italiani, la loro parte- cipazione all’idea di nazione e la qualità del loro impegno politico così come si è configurato dal- l'Unità oggi. Un tema che trae origine da una pubblicazione antologica curata da Galli della Loggia su Poesia Civile e Politica dell’Italia del Novecento, in cui lo storico e il commentatore politico che conosciamo utilizza la letteratura co- me strumento di analisi del carattere nazionale e della politica italiana di ieri e di oggi. L’incontro sarà cadenzato dalle letture di alcuni classici mo- derni compresi nell’antologia - che ha molti pun- ti di interesse proprio nella scelta approntata dal professore nella ricerca di una qualità propria della poesia civile italiana. È il caso, per esempio, delle poesie “fasciste” di alcuni grandi nomi del- la nostra storia letteraria. La chiave di lettura letteraria della storia è naturalmente efficacie anche per la lettura della nostra attualità, che presenta a tutti gli effetti alcuni caratteri "capo- volti" e complessi che Galli della Loggia analizza e commenta periodicamente nei suoi editoriali su "Corriere della sera". A interloquire con lui dal palco dei Filodramamtici sarà, come di con- sueto, Alberto Squeri, ideatore della serie. Con lui saranno presenti Tiziano Fermi e Salvino Dattilo con le letture di alcuni poeti dall'antolo- gia. L’associazione Piacenza Urbis nata a fine 2007 su iniziativa di diversi cittadini piacentini è sorta per offrire un contributo alla vita culturale e sociale piacentina. In una prima fase ha aiutato e partecipato concretamente allo svolgimento di diverse manifestazioni culturali collaborando con altre Associazioni. Con l’incontro di martedì “Il Pensiero capovolto” festeggia un anno di atti- vità e di “Lezioni di politica”, che hanno visto avvicendarsi sul palco del Teatro Filodrammatici nomi di assoluto rilievo a livello nazionale e in- ternazionale. IL PENSIERO CAPOVOL TO” governi, prima quello Prodi e poi quel- lo Berlusconi, hanno usato il segreto di Stato per impedire alla giustizia di fare il suo corso. Ma non si è parlato solo di Abu Omar, ieri sera. I nove milioni di pro- cessi da smaltire di cui aveva parlato qualche ora prima il ministro della Giustizia sono stati oggetto di un’acuta analisi del magistrato: «Una delle prin- cipali ripercussioni della giusitizia lenta è di carattere economico: se non risol- viamo questo problema, aggravato dal- le leggi ad personam, facciamo scappa- re gli investitori stranieri». Andrea Pasquali [email protected] Da sinistra, Carla Chiappini, Armando Spataro, Andrea Fossati e Antonella Liotti

description

Biografia Invitato a Piacenza dall’associazione Libera il procuratore aggiunto di Mi- lano che combatte il terrorismo dagli anni di piombo.Dai dati sulla giusti- zia lenta al pesante j’accuse a Prodi e Berlusconi per la gestione del rapi- mento Abu Omar di cui parla nalla sua autobiografia “Ne valeva la pena” F OLLAIN S ANT ’I LARIOPER A RMANDO S PATARO IL PENSIERO CAPOVOLTO” M ERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012 7

Transcript of Spataro a Piacenza (Cronaca 18-01-2012)

Page 1: Spataro a Piacenza (Cronaca 18-01-2012)

La Cronaca cittadinaMERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012

7

«Carriere separate? Ho sempre fatto il pmma la mia “forza” è pensare da giudice»

Invitato a Piacenza dall’associazione Libera il procuratore aggiunto di Mi-lano che combatte il terrorismo dagli anni di piombo. Dai dati sulla giusti-zia lenta al pesante j’accuse a Prodi e Berlusconi per la gestione del rapi-mento Abu Omar di cui parla nalla sua autobiografia “Ne valeva la pena”

Non c’era più un posto a sedereieri sera in Sant’Ilario. E non èche i piacentini siano gente che

di martedì, con due sottozero, esce dicasa tanto volentieri. L’occasione in ef-fetti era di quelle da non lasciarsi sfug-gire per chi fosse interessato a «storiedi terrorismi e mafie, di segreti di Statoe di giustizia offesa». Alle 21 spaccate,dopo un aperitivo al K2 di via Garibal-di per far passare la mezzora d’anticipo(serietà da uomo dello Stato), il procu-ratore aggiunto di Milano ArmandoSpataro si è seduto al tavolo dei relato-ri di un auditorium Sant’Ilario pienocome non si vedeva da tempo. Accantoa lui c’era Antonella Liotti, referenteper Piacenza di Libera, l’associazioneche combatte le mafie; c’era AndreaFossati dei giovani dell’Italia dei Valorie c’era la giornalista Carla Chiappiniche moderava l’incontro voluto e orga-nizzato proprio da Libera nell’ambitodi una più ampia iniziativa intitolata“Le loro idee camminano con le nostregambe” e sostenuta dal Comune. E afare gli onori di casa ci teneva ad esser-ci Giovanni Castagnetti, assessore co-munale al Futuro e uno dei più attivisostenitori della battaglia di Libera aPiacenza tanto da portare nelle scuolela pasta prodotta nei territori sottrattialle mafie: «Un’iniziativa concreta pertentare di gettare le basi di una societàcon caratteristiche diverse».

Carla Chiappini ha quindi portato laserata nel vivo presentando l’ospited’onore - brevemente perché non avevabisogno di grandi presentazioni - e gi-rando a mo’ di domanda il titolo del li-bro col quale Armando Spataro si èmeritato il premio Capalbio del 2010:«Ne valena la pena»? Il punto interro-gativo è fuori dalle virgolette perché iltitolo del volume è senza, ed è anche larisposta alla domanda: «Sì, ne valeva lapena» ha risposto il magistrato, e si ri-feriva sia al suo impegno come magi-strato antiterrorismo e sia alla fatica dicimentarsi nella scrittura.

E non è una domanda così tanto perfare: Armando Spataro è magistratodal ‘75 e la sua vita da pm si è intrec-ciata fin da subito con il terrorismo,prima quello interno, poi quello piùantico e per certi versi più pericolosodelle mafie, quindi quello internaziona-le, complicatissimo da decifrare, daprevedere. Scorta dall’età di 28 anni,dunque; un’esistenza difficile, eroicacome quella di tutti i magistrati chescelgono di combattere i “cattivi” po-tenti, anche se lui rifiuta categorica-mente la categoria di eroe: «Facciamosolo il nostro dovere con determinazio-ne. Ordinaria amministrazione, dun-que, anche se capisco che fare il pro-prio dovere di questi tempi può appari-re come qualcosa di straordinario».

E’ sempre e solo stato un pubblicoministero, Spataro. «Di fatto, a lei chele carriere siano separate o meno noncambia nulla» ha detto in proposito laChiappini dando l’occasione al magi-strato di sparare la prima bordata con-tro Berlusconi e le scelte del suo gover-no in tema di giustizia: «Sono semprestato un pm, è vero, ma la mia forzacredo che sia stata e sia ancora quelladi fare il pubblico ministero ragionan-do da giudice. Un giudice cerca la ve-rità, non è a caccia di titoloni sui gior-nali e ciò è a garanzia dei cittadini.Tant’è che il modello italiano, benchéalcuni dicano il contrario, è preso adesempio in tutta Europa».

Poi c’è l’Armando Spataro scrittore,ed era anche a questo che si riferiva ladomanda «ne valeva la pena?» dellagiornalista Carla Chiappini.

«Mi sconsigliavano in tanti - ha spie-gato - e per i motivi più svariati, tuttisenz’altro validi. Ma questo libro è na-to da un’esigenza: quella di raccontarein prima persona cosa mi è capitato divivere nell’affrontare come pm il casoAbu Omar, l’imam egiziano rapito daagenti della Cia americana a Milanocon la complicità dei servizi segreti ita-liani».

Un caso che nel 2003 ha fatto parla-re mezzo mondo e il suo sviluppo giu-diziario ha rappresentato, secondoSpataro, uno dei punto più bassi dellademocrazia di questo Paese: ben due

FOLLA IN SANT’ILARIO PER ARMANDO SPATARO

Biografia

Contro il terroredal ‘75Entra in magistratura il 27marzo 1975 e l'anno successi-vo è destinato come SostitutoProcuratore della Repubblicaalla Procura della Repubblica diMilano dove ha svolto tutta lasua carriera occupandosi pri-ma di sequestri di persona epoi di terrorismo di sinistracoordinando tutte le inchiestemilanesi fino al 1989.Successivamente si è occupatodi criminalità organizzata, traffi-co internazionale di stupefacen-ti ed è chiamato a parteciparealla Direzione Distrettuale Anti-mafia dal 1991 (anno della co-stituzione) al 1998, occupan-dosi soprattutto di indagini su'ndrangheta e mafia siciliana.Dopo le dimissioni di Antonio DiPietro, avvenute nel 1994, erastato chiamato dal ProcuratoreGenerale di Milano FrancescoSaverio Borrelli a fare parte delpool di "Mani Pulite".Nel luglio del 1998 è statoeletto componente del Consi-glio Superiore della Magistratu-ra. Per questo si trasferisce aRoma fino alla scadenza delmandato (luglio 2002) quandoritorna alla procura di Milanocon funzioni di Procuratore del-la Repubblica Aggiunto coordi-nando dal giugno 2003 il Di-partimento Terrorismo ed Ever-sione responsabile di indaginisu terrorismo interno ed inter-nazionale (in particolare di quel-lo di matrice islamica, tra cuiquelli sull'imam egiziano AbuOmar e su Mohammed Daki,noto per la sentenza di assolu-zione pronunciata dal giudiceClementina Forleo, confermatain appello e rigettata dalla Cas-sazione).

Galli della Loggiamartedì alla FiloLo storico Erensto Galli della Loggia sarà a

Piacenza martedì prossimo per un incontro pub-blico al Teatro dei Filodrammatici, alle 18, nel-l’ambito del ciclo “Il pensiero capovolto”, le le-zioni di politica promosse dall’Associazione Pia-cenza Urbis. Tema conduttore dell’incontro saràil carattere nazionale degli italiani, la loro parte-cipazione all’idea di nazione e la qualità del loroimpegno politico così come si è configurato dal-l'Unità oggi. Un tema che trae origine da unapubblicazione antologica curata da Galli dellaLoggia su Poesia Civile e Politica dell’Italia delNovecento, in cui lo storico e il commentatorepolitico che conosciamo utilizza la letteratura co-me strumento di analisi del carattere nazionale edella politica italiana di ieri e di oggi. L’incontrosarà cadenzato dalle letture di alcuni classici mo-derni compresi nell’antologia - che ha molti pun-ti di interesse proprio nella scelta approntata dalprofessore nella ricerca di una qualità propriadella poesia civile italiana. È il caso, per esempio,delle poesie “fasciste” di alcuni grandi nomi del-la nostra storia letteraria. La chiave di letturaletteraria della storia è naturalmente efficacieanche per la lettura della nostra attualità, chepresenta a tutti gli effetti alcuni caratteri "capo-volti" e complessi che Galli della Loggia analizzae commenta periodicamente nei suoi editorialisu "Corriere della sera". A interloquire con luidal palco dei Filodramamtici sarà, come di con-sueto, Alberto Squeri, ideatore della serie. Conlui saranno presenti Tiziano Fermi e SalvinoDattilo con le letture di alcuni poeti dall'antolo-gia. L’associazione Piacenza Urbis nata a fine2007 su iniziativa di diversi cittadini piacentini èsorta per offrire un contributo alla vita culturalee sociale piacentina. In una prima fase ha aiutatoe partecipato concretamente allo svolgimento didiverse manifestazioni culturali collaborandocon altre Associazioni. Con l’incontro di martedì“Il Pensiero capovolto” festeggia un anno di atti-vità e di “Lezioni di politica”, che hanno vistoavvicendarsi sul palco del Teatro Filodrammaticinomi di assoluto rilievo a livello nazionale e in-ternazionale.

IL PENSIERO CAPOVOLTO”

governi, prima quello Prodi e poi quel-lo Berlusconi, hanno usato il segreto diStato per impedire alla giustizia di fareil suo corso.

Ma non si è parlato solo di AbuOmar, ieri sera. I nove milioni di pro-cessi da smaltire di cui aveva parlatoqualche ora prima il ministro dellaGiustizia sono stati oggetto di un’acutaanalisi del magistrato: «Una delle prin-cipali ripercussioni della giusitizia lentaè di carattere economico: se non risol-viamo questo problema, aggravato dal-le leggi ad personam, facciamo scappa-re gli investitori stranieri».

Andrea [email protected] sinistra, Carla Chiappini, Armando Spataro, Andrea Fossati e Antonella Liotti