SOS COMUNE N.5

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di Marco Alberghini Dopo il tramonto delle ideologie si sta rapidamente completando il tramonto della credibilità dei politi- ci e dei loro partiti. Ammesso e non concesso che in passato i politici italiani di ogni li- vello abbiano veramente operato per il solo bene dei cittadini, oggi è certamente molto difficile aver fiducia in loro e sempre più per- sone ritengono la cosiddetta “ca- sta” composta, principalmente, da semplici opportunisti dai quali è giusto difendersi. L’amministrazio- ne dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni soddisfa sempre meno persone ed è chiaro che non dipende esclusivamente dalla crisi economica mondiale. In questi mesi, ormai anni, nei quali siamo passati da una situa- zione di incertezza rispetto al futu- ro ad una certezza di futuro carico di difficoltà collettive ed individuali, la pubblicazione di questo giorna- le potrebbe risultare inopportuna, fuori luogo. È un dubbio che ha sfiorato anche noi che lo realizzia- mo: “con tanti problemi enormi che attanagliano le famiglie c’è proprio bisogno di questo giornale, così li- mitato al nostro territorio?”. La no- stra risposta è SÌ! Ce n’é bisogno! Serve perché è una prima reazio- ne a questo stato di cose. È a par- tire dagli 8.092 Comuni italiani che Rivelazioni - Critiche - PROPOSTE su temi riguardanti San Pietro in Casale Un parassita che ci sfrutta e ci svuota Periodico dell’Associazione Consenso Comune Anno 4° - numero 1 - Diffusione gratuita Periodico dell’Associazione “Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori” Platone - Filosofo greco antico, ha contribuito a porre le basi del pensiero filosofico occidentale - n. Atene 428 / 427 a.C. m. Atene 348 / 347 a.C. Servizi in calo quantitativo e qualita- tivo, tassazione sempre maggiore, la- voro in esaurimento, prospettive ine- sistenti, mortificazione del territorio in cui viviamo, spremitura delle no- stre ultime risorse, potere d’acquisto in caduta libera, disperazione sociale in aumento ma la “Casta dei Politici” di destra e di sinistra vive apparente- mente indisturbata e serena. È la “Casta dei Politici” che avvili- sce e peggiora la nostra vita. È nei piccoli paesi come il nostro che gli aspiranti futuri “statisti” si esercitano in accordi, finte contrap- posizioni, prepotenze dissimulate, compromessi immorali, favoritismi e vessazioni; apparentemente im- pegnati a fare il bene dei cittadini ma evidentemente occupati a fare il bene di chi li premierà con una più alta poltrona. È a partire dai paesi come il nostro che questo sistema deve essere debellato. INQUINAMENTO: Biomasse a San Pietro in Casale Fusione Fredda Sanpierini cercano lavoro Determine relative alle scuole

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PERIODICO POLITICO DELLA LISTA CIVICA CONSENSO COMUNE, SAN PIETRO IN CASALE

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di Marco Alberghini

Dopo il tramonto delle ideologie si sta rapidamente completando il tramonto della credibilità dei politi-ci e dei loro partiti. Ammesso e non concesso che in passato i politici italiani di ogni li-vello abbiano veramente operato per il solo bene dei cittadini, oggi è certamente molto difficile aver fiducia in loro e sempre più per-sone ritengono la cosiddetta “ca-sta” composta, principalmente, da semplici opportunisti dai quali è giusto difendersi. L’amministrazio-ne dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni soddisfa sempre meno persone ed è chiaro

che non dipende esclusivamente dalla crisi economica mondiale.In questi mesi, ormai anni, nei quali siamo passati da una situa-zione di incertezza rispetto al futu-ro ad una certezza di futuro carico di difficoltà collettive ed individuali, la pubblicazione di questo giorna-le potrebbe risultare inopportuna, fuori luogo. È un dubbio che ha sfiorato anche noi che lo realizzia-mo: “con tanti problemi enormi che attanagliano le famiglie c’è proprio bisogno di questo giornale, così li-mitato al nostro territorio?”. La no-stra risposta è SÌ! Ce n’é bisogno! Serve perché è una prima reazio-ne a questo stato di cose. È a par-tire dagli 8.092 Comuni italiani che

Rivelazioni - Critiche - PROPOSTE su temi riguardanti San Pietro in Casale

Un parassita che ci sfrutta e ci svuota

Periodico dell’Associazione Consenso ComuneAnno 4° - numero 1 - Diffusione gratuita

Periodico dell’Associazione

“Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori”

Platone - Filosofo greco antico, ha contribuito a porre le basi del pensiero filosofico occidentale - n. Atene 428 / 427 a.C. m. Atene 348 / 347 a.C.

Servizi in calo quantitativo e qualita-tivo, tassazione sempre maggiore, la-voro in esaurimento, prospettive ine-sistenti, mortificazione del territorio in cui viviamo, spremitura delle no-stre ultime risorse, potere d’acquisto in caduta libera, disperazione sociale in aumento ma la “Casta dei Politici” di destra e di sinistra vive apparente-mente indisturbata e serena. È la “Casta dei Politici” che avvili-sce e peggiora la nostra vita.

È nei piccoli paesi come il nostro che gli aspiranti futuri “statisti” si esercitano in accordi, finte contrap-posizioni, prepotenze dissimulate, compromessi immorali, favoritismi e vessazioni; apparentemente im-pegnati a fare il bene dei cittadini ma evidentemente occupati a fare il bene di chi li premierà con una più alta poltrona. È a partire dai paesi come il nostro che questo sistema deve essere debellato.

INQUINAMENTO:Biomasse a San Pietro in Casale

› Fusione Fredda› Sanpierini cercano lavoro› Determine relative alle scuole

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si delinea la condizione del nostro Stato, afflitto da un parassita le cui radici hanno ormai prosciugato le risorse, bloccato la crescita, avve-lenato l’organismo.

Non siamo certo noi citta-dini ad aver voluto questo stato di cose ma è nostro dovere reagire e tentare di uscire da questa morsa. È nostra opinione che siano stati buona parte dei Politici ed Ammi-nistratori di ogni livello che invece di decidere come deciderebbe chi pensa alla collettività, hanno deci-so come chi pensa a se stesso ed ai propri amici e “soci”. SOS Co-mune serve perché mostra ai cit-tadini una verità diversa da quella che da decenni ci viene raccontata da chi amministra. Noi di Consen-so Comune abbiamo iniziato ad aprire gli occhi, vorremmo che li aprissero anche i nostri concittadi-ni e che assieme si arrivasse ad una gestione Seria, Trasparente, Attenta, Giusta, Irreprensibile del nostro Comune.

Ci preme ricordare a tutti i lettori che la nascita di Consenso Comu-ne è la conseguenza del perdura-re di una insoddisfacente e discu-tibile gestione del nostro Comune. Consenso Comune è una Lista Civica Indipendente, svincolata da qualsiasi partito, voluta, ideata, composta da cittadini con percor-si culturali, professionali e politici diversi tra loro e accomunati dal-l’obiettivo di migliorare la gestione del nostro territorio. Questo giornale illustra parte del lavoro che Consenso Comune ha realizzato e porta all’attenzione dei lettori/cittadini, elementi che permettono -a chi lo vuole- di ren-dersi conto di come siamo ammi-nistrati e da chi.

La reazione di un organi-smo che tenta di mantene-

re la propria stabilità e di sopravvivere.A seguito dell’uscita di SOS Co-mune di agosto 2010, il gruppo consigliare di maggioranza ha dif-fuso un manifesto e volantino dove si leggeva che noi siamo ignoranti, ipocriti ed incoerenti accusandoci di essere bugiardi che mentono sapendo di mentire, che pubbli-chiamo notizie false e tendenzio-se e sostenendo che il Sindaco Brunelli è bravo ed onesto. Per capire fino in fondo cosa aveva disturbato i Consiglieri di Maggio-ranza bisogna aver letto il numero dell’agosto 2010 di SOS Comu-ne, ma per riassumere, fra i tanti argomenti trattati, c’erano il voto del Sindaco ad una delibera che lo riguardava direttamente ed il nostro esposto per denunciare la mancanza di certificazioni che attestano la conformità degli edifici pubblici. Se avessimo scritto cose false, ci avrebbero certamente querelato e poiché non è avvenuto nulla del genere abbiamo ottenuto la migliore prova che quelli da noi riportati, erano fatti documentati e veri. Quando, nei mesi succes-sivi all’uscita del manifesto calun-nioso, attraverso il controllo delle determine, abbiamo scoperto che gli Amministratori hanno provve-duto a regolarizzare le mancanze da noi denunciate -vedi tabelle alle pagg. 20, 21e 22-, abbiamo prova-to grande soddisfazione per il ri-sultato ottenuto. Non siamo noi di Consenso Comune a dire bugie.

La nostra azione locale è un primo atto di ribellione al sistema che ci ha portati in questa situazione. La nostra azione concreta e diret-ta viene normalmente contrasta-ta con atteggiamenti sarcastici e denigratori finalizzati a sminuire, svilire e screditare ogni nostra presa di posizione, addirittura di-storcendo l’espressione del no-stro pensiero (vedi articolo a pag.

47). Questo comportamento non ci fermerà affatto fino al 2014 e, se servirà, anche nei cinque anni successivi. Con queste persone, anche attraverso questo giornale, stiamo adottando una strategia che li costringerà a fare le cose che vanno fatte e a non fare le cose che non vanno fatte. Per loro volontà manca quel dia-logo aperto e costruttivo che per noi sarebbe stato meglio avere; abbiamo preso coscienza del fatto che questo tipo di organizzazione non pratica e tantomeno tollera il dialogo democratico ed abbiamo trovato un metodo per gestire la maggioranza che ci soddisfa ab-bastanza. È vero che non riuscia-mo ad intervenire sulle tante cose che la maggioranza decide per i fatti suoi, o meglio che il Sinda-co Brunelli sembra decidere per i fatti suoi, nello scontato ed in-discusso assenso dei Consiglieri di maggioranza, ma rispetto alle questioni legate a norme e rego-lamenti, ogni tanto riusciamo ad imporci. Nonostante quanto ci ha annunciato il Sindaco durante il Consiglio Comunale del 23-12-2009 «Voi non interverrete per cinque anni nella decisione, lo dico chiaramente, perché va spezzata questo tipo di idea.... ...governa chi prende un solo voto in più degli altri.... Non c’è niente da fare. Non l’ha voluto il Sindaco Brunelli, o la maggioranza che lo sostiene. E’ così. Quando si conti-nua a nascondersi dietro “noi non votiamo questo bilancio perché non ci avete fatto partecipare”, io vi dico che non vi farò mai par-tecipare, la maggioranza non vi farà partecipare a questa cosa; vi darà tutti gli strumenti per poter discutere, per poter fare proposte, ma non vi farà parte-cipare alle decisioni di scelte strategiche su questo Comune, perché è la legge che lo dice.» nonostante questa dichiarazione noi abbiamo inciso, eccome.

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La trascurata gestione della cosa pubblica deve essere corretta: ecco alcuni obiet-tivi che abbiamo imposto a questi Amministratori.

Per quanto riguarda la cucina cen-tralizzata, solo due ore dopo che davanti alle scuole distribuimmo un volantino che denunciava la situa-zione del nuovo centro pasti, alcu-ni operai stavano già installando la porta mancante, altri stavano asfal-tando il piazzale fino a quel momen-to costituito da pietriccio e ghiaia e i cumuli di rifiuti presenti sul retro erano stati rimossi ed al loro posto si potevano notare cassonetti per

l’immondizia. Altro caso, quello del Centro Alice in cui, in una saletta del primo piano, da mesi, dal tet-to entrava acqua che, dopo aver allagato il pavimento, scendeva nella cucinetta sottostante, adibita alla quotidiana consegna dei pasti ai bambini della scuola elementa-re -le foto in questa pagina sono eloquenti- è stato sufficiente che una persona di Consenso Comune entrasse per documentare (Foto e Video) lo stato di degrado, ingestito fino a quel momento, perché pochi giorni dopo gli Amministratori man-dassero una squadra di operai a ri-solvere il problema.Il degrado del Cimitero di San Pie-

Soffitto del primo piano del Centro Alice

Soffitto del piano terra del Centro Alice Interno della cucinetta del Centro Alice

Interno del primo piano del Cen-tro Alice. Area interessata dal gocciolamento di acqua piovana dal tetto soprastante

Foto 1 Foto 2

Foto 3

Foto 4

Esterno del Centro Alice in cui si nota il muro intriso d’acqua

Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna 3

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tro in Casale è stato denunciato sul Blog di Consenso Comune già dal 1 settembre 2010 con un servizio ricco di immagini e successivamente l’Amministrazione ha posto rimedio. Abbiamo più volte chiesto che il vialetto che porta alla palestrina di via Massarenti fosse modifi-cato in modo che non si allagasse più e, anche se con notevole ritardo, l’Amministrazione ha provveduto. Ab-biamo riscontrato che l’Albo Pretorio del Comune non funzionava come gli altri della Reno Galliera ed abbia-mo ottenuto la messa on.line di tutta (almeno sembra) la documentazione che deve essere pubblicata. Per quanto riguarda le certificazioni delle scuole, solo dopo il nostro esposto, l’Amministrazione che ci è capi-tata ha provveduto a delegare professionisti alla messa a norma. Stessa cosa per l’accatastamento degli edifici di proprietà comunale; solo a dicembre 2010 e gennaio 2011 gli Amministratori hanno dato l’incarico perché si completasse la regolarizzazione. Sono cose importanti che sappiamo di aver otte-nuto.

Un sistema di potere politico che sembra trovare energie dal “tessuto economico”.Gli Amministratori che si sono succeduti non hanno sa-puto o voluto ottenere dai costruttori, attivi sul nostro territorio, la realizzazione delle strutture necessarie alla popolazione, condizione estremamente vantaggiosa che invece si verifica in altri comuni attraverso specifi-che convenzioni con i costruttori.Il centro anziani, per esempio, è stato pagato dal Co-mune e non, per esempio, dai costruttori del vicino quartiere di via Sacchetti.Queste convenzioni che sarebbero costate agli opera-tori del comparto immobiliare e che avrebbero potuto e dovuto fruttare al Comune strutture, parchi e scuole, si sarebbero dovute attivare con maggiore incisività negli anni del boom edilizio, ormai terminato. Se un giorno riprenderà l’edilizia sarà opportuno chiedere agli attuatori di impegnarsi a realizzare quanto necessario per valorizzare e rendere più vi-vibili le aree che andranno ad urbanizzare, anche se si tratterà di piccole aree. San Pietro in Casale è già molto urbanizzata e riteniamo sia sbagliato insiste-re con questo tipo di sviluppo urbano.

Il nostro impegno tende a cambiare l’attua-le modo di amministrare e tenta di intro-durre dei principi più giusti.Siamo consapevoli del fatto che molti cittadini non leggeranno mai questo giornale, chi per mancanza di coraggio, chi perché inconsciamente timoroso di do-ver mettere in discussione le proprie certezze di sem-pre e chi per il totale disinteresse alla gestione del Co-mune dove vive, ma sappiamo anche che i tanti che

hanno letto i precedenti numeri e staranno leggendo questo, sanno che quanto scriviamo corrisponde a realtà ed è per loro, qualsiasi sia stato il loro voto alle elezioni comunali del 2009, che manterremo fede al nostro impegno con tenacia e determinazione.

Questa analisi generale e questa breve panoramica di eventi accaduti a San Pietro in Casale, ci deve far capire che siamo in presenza di un sistema di pote-re estremamente sbagliato e radicato che dobbiamo combattere ed annullare per ripartire con i giusti pre-supposti che, per quanto ci riguarda, sono il rispetto delle persone, l’onestà morale, la trasparenza vera, la condivisione delle problematiche ed il dialogo “alla pari” per trovare le soluzioni più giuste, più apprezza-te e condivise.

Gli Amministratori devono considerarsi al servizio della collettività perché è quello il ruolo che do-vrebbero ricoprire ed è questo che vorremmo per il nostro paese. Una vera rinascita, con presupposti diversi dagli attuali, con persone diverse dalle attuali. Questa rinascita è il nostro impegno da ormai 4 anni e lo sarà fino a quando saremo riusciti a raggiungere un nuovo modo di pensare il Comune, di gestirlo assieme ai cittadini ed in modo equo per tutti noi. È dai paesi come il nostro che si deve iniziare a cambiare questa Italia che non ci piace.

PROPOSTE:Nell’articolo come nel giornale, denunciamo solo alcu-ne delle cose che non vengono gestite bene, così che tutti possano capire la qualità di questi Amministratori, e contemporanamente suggeriamo un modo diverso di governare il Comune. - Proponiamo una gestione che rispetti le persone, che sia limpida, onesta e sincera con i cittadini, che non compia né ingiustizie né soprusi. Proponiamo un tipo di amministrazione che non deve sottostare a imposi-zioni da parte di nessun organo politico superiore. - Vogliamo che l’opera dell’Amministrazione sia pale-semente e inequivocabilmente a favore della collet-tività e che nei casi di scelte complesse e delicate ci sia una forma di consultazione dei cittadini così da garantire la vera partecipazione e, se vogliamo, la vera democrazia.- Suggeriamo Amministratori che sappiano dire la ve-rità, che non presentino un conflitto di interesse e non diano adito neppure al minimo sospetto di tutelare gli interessi di qualsivoglia gruppo di potere.- Per raggiungere questi obiettivi il primo passo è rive-lare ciò che sta avvenendo così da allontanare, prima possibile, gli attuali Amministratori dalla gestione del nostro Comune.

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A nostro parere, a San Pietro in Casale, a fronte di un evidente sfruttamento edilizio del territorio

comunale non è seguito un equo beneficio per la po-polazione, in termini di strutture a servizi per la col-lettività. L’Amministrazione comunale, costruttori ed immobiliaristi hanno beneficiato della realizzazione di nuovi immobili ma la popolazione ne ha ricava-to unicamente una diminuzione dello spazio verde procapite, maggior traffico veicolare ed una generale riduzione della qualità dei servizi. Quello che abbia-mo osservato e documentato, per noi è un sistema di promozione del territorio che per più volte, pro-mettendo parchi, piste ciclabili e strutture sportive ha favorito e forse innescato una decisa corsa alla edi-ficazione di unità abitative ed alla loro commercializ-zazione; salvo poi non realizzare quanto annunciato. Il gioco si è ripetuto più volte e per noi è piuttosto semplice dimostrare la nostra teoria. Per capire la di-namica ricorriamo ad un esempio: l’Amministrazione annuncia la realizzazione di un parco in prossimità di un’area di nuova urbanizzazione (dove dovranno sorgere nuove case e palazzi), l’annuncio della pros-sima realizzazione di un parco rende immediatamen-te più interessanti e più vendibili le abitazioni già co-struite ed imprime una forte spinta al completamento di nuovi edifici realizzati da imprenditori che avranno maggiori possibilità di vendere e ad un prezzo più alto. Quando gli edifici sono stati realizzati e già ven-duti, allora l’Amministrazione rivede i programmi e annulla la realizzazione del parco (che per l’Amministrazione è solo un costo), vende il terreno e an-nuncia un nuovo parco in un’altra area da rendere interessante.Negli anni ottanta, con la realiz-zazione del quartiere della zona Peep, l’allora Amministrazione annunciò la realizzazione della piscina in quel nuovo quartiere, la nostra impressione è che si sia compiuta una azione di promozio-

Siamo convinti che, da sempre, la politica di espansione urba-nistica del nostro Comune venga pianificata dagli Amministra-tori con molta più considerazione per le imprese del comparto edile ed immobiliare che per offrire stabili benefici ai cittadini.

Sopra: la copertina del documento pubblicato dall’Amministra-zione nel 1998 per illustrare il PRG (Piano Regolatore Generale)Sotto: Dicembre 1985. Annuncio della realizzazione di una Sala Polivalente presso il Centro Sportivo “E.Faccioli”

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ne residenziale per la costruenda zona PEEP. La piscina non fu mai realizzata ed il motivo ufficiale fu l’improvvisa indisponibilità di 850 milioni di lire a tas-so zero, su un totale necessario di 2 miliardi e 800 milioni di cui quasi 2 miliardi erano già disponibili grazie ad un contributo della Regione. La colpa fu attribuita anche allo Stato, per il taglio di 500 milioni di lire di trasferimenti finanziari al nostro Comune (vedere articolo a pag.18). Sempre nella zona Peep fu presentata una “sala polivalente” a disposizione dei cittadini del quar-tiere, al piano primo dell’edificio centrale che suc-cessivamente divenne un ristorante, tutt’ora attivo, fruibile non più liberamente dai cittadini ma dai soli clienti. Nella stessa zona PEEP si sarebbe dovuto realizzare anche un laghetto per la pesca sportiva, ancora presente nella segnaletica stradale.A servizio del quartiere dei musicisti fu realizzato un parco che un tempo costeggiava una strada che ora non esiste più. La strada è stata occupata dal giardino antistante la scuola materna “Italo Calvino” ed il parco fino a quel momento a disposizione de-gli abitanti, dotato di un campetto da calcio, è stato inglobato nel parco a disposizione della scuola e progressivamente tolto alla disponibilità della popo-lazione. Ora la parte pubblica disponibile è circa la metà di quando venne realizzato.Nella zona a sud del quartiere dei musicisti negli anni scorsi è stato realizzato un parchetto (riferi-mento P sulle foto aeree 1, 2 e 3 a pag. 7) ad uso degli abitanti del costruendo vicino quartiere che oggi presenta una densità abitativa notevole -tra le più alte del nostro Comune-. Anche nel PRG era stato previsto un ampliamento di quel parco fino a misurare circa 13.000 metri quadrati ed una fascia boscata di circa 21.000 metri quadrati (schema del PRG qui a fianco). Ora che il quartiere ha raggiunto un quasi totale completamento (vedi foto 3 a pagina 7), l’Amministrazione decide di non realizzare più l’ampliamento del parco con fascia boscata, e ad-dirittura delibera di vendere l’area che corrisponde a circa la metà del parco esistente per far costruire numerosi edifici a qualche costruttore. (a pagina 8 potete vedere Tavola 1 come doveva diventare nel RUE 2008 e nella Tavola 2 potete vedere come di-venterà nel PSC).Dal 2009 l’Amministrazione ci dice che verrà realiz-zata la Piscina in un luogo che si trova al centro di un’area nella quale è prevista la possibilità di un si-gnificativo sviluppo edilizio nei prossimi anni, anche la futura Palestra ed il Centro Giovanile della Musi-ca si trovano nella stessa zona. Sarà un caso?

Porzione del PRG anno 1998

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P

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Foto 1

Foto 2

Foto 3

Una serie di casi che per noi costituiscono la prova che l’Amministrazione agisce in modo da favorire certamente il mercato immobiliare ma mantenendo a livelli minimi la quantità e la qualità delle infrastrut-ture a disposizione di noi cittadini.Tutto ci sembra ruotare attorno all’affare immobiliare. Abbiamo conteggiato il numero di unità immobiliari realizzate negli ultimi 10 anni, dopo la pubblicazio-ne del giornale speciale sul PRG, nei nuovi quartieri del capoluogo. Sono circa 650 e se vogliamo dar loro un valore, non sapendo la metratura di cia-scuno, ci sembra cauto attribuire un valore medio di 150.000 Euro. Complessivamente la vendita di queste unità immobiliari può aver raggiunto un va-lore (alla vendita) superiore ad 1 Miliardo di Euro. Non stiamo condannando l’espansione urbana in genere, che tra l’altro è stata una delle prici-pali fonti di entrata per le amministrazioni locali, ma diciamo che a San Pietro in Casale questa espansione è avvenuta in modo squilibrato, non qualitativo e soprattutto non ha portato i ben-efici - in termini di vivibilità, di qualità della vita e delle infrastrutture - che altri comuni hanno voluto e saputo pretendere dai costruttori ed immobiliaristi. Credo non sia un caso che “il si-stema” abbia candidato l’Ing. Brunelli, un tecnico che è stato a capo dell’Ufficio Tecnico del nostro Comune dal 1995 al 1999, lo stesso che ha pro-gettato la scuola Elementare di Poggetto, lo stesso che ha progettato la scuola “Italo Calvino”, lo stes-so che ha progettato l’ampliamento del cimitero di San Pietro in Casale (vedi lista a pagina 12) e credo che non sia casuale la presenza, tra gli as-sessori, di un socio di una importante Agenzia Im-mobiliare. Pensiamo che la politica di sviluppo del nostro comune abbia seguito regole che hanno molto favorito gli operatori nel settore immobiliare, ai quali, gli Amministratori che si sono succeduti, forse non hanno chiesto quanto avrebbero potuto chiedere a vantaggio della cittadinanza. È ora che si cambi radicalmente metodo e che, tra-mite opportune convenzioni, si chieda agli attuatori di realizzare le opere necessarie per un equilibrato sviluppo urbanistico e dei servizi nel nostro territorio.

Questa Amministrazione, come le precedenti, ha politicamente ingannato i cittadini di San Pietro in Casale, promettendo loro cose che non ha realizzato nei tempi e nei modi annun-ciati, convincendo i sanpierini che si trovavano in un Comune “eccellente”.

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Siamo certi che anche la prossima Amministra-zione, figlia dell’attuale, seguirà questa condot-ta. Se i cittadini glielo permetteranno.È tempo di togliere la possibilità a questi Ammini-stratori, di definire il territorio come stanno facendo da vari decenni. Stanno delineando una struttura del nostro ambiente dalla quale non si potrà più tornare indietro. Amministratori che a nostro parere si dimostrano troppo ben disposti a lasciare spazio alle costruzioni a discapito degli spazi vivibili per noi cittadini, disponibilità la loro che è per noi più che sospetta. Durante questi cinque anni di mandato -2009-2014-, avranno annullato anche solo l’idea di spazi verdi vivibili, rimarranno inviolati solo diversi fazzoletti di verde, per il semplice motivo che non è possibile costruirvi nulla sopra. Noi siamo sinceramente schifati di come a queste pochissime persone, venga permesso di devastare l’assetto urbano del nostro capoluogo. Danni irre-parabili inflitti con il silenzio/assenso dei Consiglieri di maggioranza. Nel 2014 dobbiamo impedir loro di continuare la vendita del patrimonio comunale, basta con l’edificazione ammassata nei luoghi più vicini alla Stazione ferroviaria. Se le promesse del 2008 fossero state mantenute dagli Amministratori, il nostro paese sarebbe più bello e più vivibile ma, purtroppo, la pessima abitudine degli Amministrato-ri di promettere qualsiasi cosa e poi fare tutt’altro è del passato come è di oggi.

Qui sotto, in conclusione, parte della lettera firmata dal Sindaco Brunelli indirizzata ai cittadini di San Pietro in Casale con cui l’Amministrazione ha tenta-to di spiegare ai cittadini il motivo di certe scelte:

Perché vendiamo lotti di terrenoLa vendita di cinque lotti di terreno edificabile è per l’Amministrazione comunale una necessità e una opportunità. La necessità è conseguenza dei tagli indiscriminati, vessatori e generalizzati imposti da assurde disposizioni governative che stanno massacrando i bilanci dei comuni, spe-cialmente di quelli virtuosi. L’opportunità è costi-tuita dall’occasione di dare valore economico e sociale a proprietà comunali, trasformandole in momenti di completamento urbanistico e di am-pliamento della dotazione dei servizi a disposizio-ne dei cittadini. Chiediamo al Sindaco di spiegarci, bene bene, come riuscirà ad ottenere un ampliamento della dotazione dei servizi a disposizione dei cittadini attraverso quei terreni che non saranno più nostri.

Dal RUE 2008 - Prima delle elezioni amministrative

Dal PSC approvato il 3 Febbraio 2011

Dal “variato” Piano delle Alienazioni Immobiliari approvato il 30 Giugno 2011

lottoedificabile lottoedificabile lottoedificabile lottoedificabile

Tavola 1

Tavola 2

Tavola 3

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venduto in buona

parte

venduto

venduto in buona

parte

Sopra il RUE 2008 che l’anno prima delle elezioni amministrative proponeva ampie “Aree sistemate a verde”.A fianco un articolo pubblicato su l’Orologio nell’ottobre 2007 in cui due neo-sanpierini testimoniavano la qualità del paese in cui si erano appena trasferiti da Ferrara.Con frasi come: “San Pietro è il paese giusto per vivere”; “Per vivere a misura di persona”; “ci ha colpiti la ricchezza della vita culturale, le proposte e le strutture esistenti. E poi ci sono i servizi... l’impres-sione è che non manchi niente”, questo articolo inserito nell’organo ufficiale del Comune ha troppo il sapore di un artico-lo redazionale pubblicitario a favore del comparto immobiliare.

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1998 PRG 1998

RUE 2008

P

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2011

2011

Parchetto “residuale” in via Modena

Via Modena

In questa pagina. L’evoluzione dell’area ad Est della fer-rovia in cui, le Amministrazioni che si sono succedute, in dodici anni, hanno “ridotto” le aree destinate a verde pubblico attrezzato in minuscoli segmenti residuali.

L’area indicata con “Parco” in figura 1, che nel PRG 1998 era destinata a “Verde pubblico urbano”, temiano potrà essere una delle prossime “alienazioni” decise dagli attuali Ammi-nistratori, magari motivandola con necessità di bilancio.

Parco

Foto 1 Figura 1

Figura 2

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Parchetto all’incrocio tra le vie Vivaldi e Borsellino che sarà in parte smantellato per far posto ad edifici

Testimonianza dell’alta densità abitativa in via Giovanni Falcone

Prato, mai divenuto parchetto di via IV Novembre, mai valorizzato e recentemente venduto

All’inizio di via Massumatico, triangoli di terra con alberi, difficilmente fruibili come parco

Parco tra via Bologna e via Modena

Parco area Coop che probabilmente verrà “ridotto” per fare spazio all’ampliamento dell’attigua COOP

Vasta area, in fondo a via De Zaiacomo, destinata a parco nel RUE 2008 poi venduta e trasformata in lotti edificabili e parcheggio.

10 Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna 11

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Questo elenco di lavori pubblicato dal sito web della SAP Tecnica di cui è socio l’Ing Roberto Brunelli, evidenzia in particolare, la storicità dei rapporti professionali dell’at-

tuale Sindaco, con gli operatori del mondo dell’alloggio e dell’edificazione. Presumiamo che gli importi si riferi-scano al costo complessivo delle opere in oggetto.

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Questi Amministratori, sostenendo che la ven-dita di terreni è una strada obbligata al fine di garantire il pareggio del bilancio comunale, mettono questi lotti edificabili di grande valo-re commerciale nelle mani di speculatori edili. Quando ci si trova di fronte alla dichiarazione del Sindaco che le nevicate sono costate al Co-mune 100.000 Euro (con lettera al Ministro de-gli Interni) mentre da una nostra specifica veri-fica, il Comune è stato in grado di documentare costi per circa 56.000 Euro (comprese le 261 ore lavorative del personale e la riparazione di attrezzature), è naturale che le nostre perples-sità sulle dichiarazioni di difficoltà di bilancio diventino dei seri dubbi, anzi la certezza che non ci si possa assolutamente fidare di quanto dichiarato dagli attuali Amministratori.Secondo noi è probabile che con il pretesto economico l’Amministrazione stia cedendo terreni in posizioni strategiche (a meno di 750 metri dalla stazione ferroviaria), facilmente trasformabili, da chi le acquista, in formidabili opportunità di guadagno. Temiamo che con questa motivazione, anche il prossimo anno questi Amministratori opte-

ranno per vendere terreni, magari in zone mol-to centrali ed accessibili, sebbene predestinati ad aree verdi e parchi.Questa insistenza nel cedere patrimonio è intollerabile; i sospetti sulla veridicità delle di-chiarazioni economiche dell’Amministrazione ci inducono a pensare che forse la situazione finanziaria non sia così grave come ci voglio-no far credere e che, in realtà, potrebbe non essere indispensabile vendere terreni.

È nostra opinione che questa Amministrazione, come le precedenti, conosca metodi efficaci per farsi perdonare dai cittadini, per ammaliarli e sa-prà riconquistare la loro fiducia nonostante le gravi negligenze che secondo noi ha compiuto, nono-stante l’insufficiente trasparenza e l’esiguo rispet-to che, a nostro avviso, dimostra per i sanpierini. Nel 2009 l’annuncio della realizzazione della Piscina ha indubbiamente sedotto, in extre-mis, molti elettori. Nel 2014 probabilmente punteranno sulla neo-inaugurata piscina per far dimenticare ogni loro possibile misfatto, mantenere i voti e, con quelli, il potere di fare ciò che hanno sempre fatto.

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di Marco Alberghini

Dopo soli 12 mesi dalle elezioni del giugno 2009, il Sig. Drago Biafore - Sindaco di San Pietro in Ca-

sale tra il 1978 e il 1993 - si è dimesso da componen-te del Comitato Direttivo del locale PD (vedi la lettera integrale pubblicata nella pagina 14). Era prevedibi-le che un ex Sindaco si dissociasse così nettamente dagli attuali dirigenti, vista la loro mediocrità politica, secondo lui colpevoli di aver avvilito il locale PD.La lettera è ampiamente condivisibile e sarebbe da applaudire se non fosse scritta proprio da chi, a mio avviso, in veste di Sindaco, con le pro-prie scelte, impopolari, ha avviato un progessivo declino del nostro paese che prosegue tutt’oggi. Questa lettera mi appare come un mediocre tentativo di mettere in salvo la propria immagine -quindi il proprio futuro sociale e politico- che però, a mio giudizio, rivela le intime finalità ed i princìpi di chi scrive.

In questa lettera, il Sig. Drago Bia-fore non si rivolge mai ai cittadini come destinatari del servizio di ge-stione del Comune ma pensa uni-camente alla popolarità del partito ed alla capacità di quest’ultimo di conservare il potere politico ed amministrativo del Comune. Il suo problema sembra non essere una ridotta qualità del servizio per i cittadini ma il ri-dotto consenso di cui gode il suo partito.

Noto, senza sorpresa, che per il Sig. Drago Biafore il problema di fondo è “impedire che il nostro comune sia consegnato ad altri, per difendere una storia che dura da 60 anni” come se il Comune fosse “cosa” loro.Per questo ex Sindaco il problema è che “continuando a la-vorare nel modo come si è fatto dal congresso ad oggi, il PD a San Pietro in Casale perderà sempre più consensi”.Un altro problema rilevato dal Sig. Drago Biafore è che “l’Amministrazione comunale fatica ad esprimere pro-gettualità e dettare l’agenda politica per essere perce-pita come punto di riferimento dell’intera collettività”.Non sono parole di chi abbia a cuore il benessere dei cittadini, ma di chi è interessato unicamente al succes-so del proprio partito e considera il Comune come cosa del partito stesso. Quanto di più distante dalla nostra idea di impegno civico.

A mio avviso il Sig. Drago Biafore, ormai certo del dilet-tantismo e dell’incapacità di quel Comitato Direttivo che si riflette negativamente anche sull’Amministrazione Comunale, se ne dissocia al fine di non subirne i danni in termini di credibilità; detta la formula per un sostan-ziale ritorno ad un controllo politico da tempo perduto e si candida a referente del PD quando quel Comitato, con i suoi componenti, avrà toccato il fondo ed i dirigen-ti provinciali del partito dovranno trovarne di alternativi per affidargli la guida di San Pietro in Casale. A mio parere era abbastanza prevedibile che avrebbe as-sunto una posizione molto critica nei confronti di questa

dirigenza in quanto gli eventuali successi dell’attuale Amministrazione potrebbero danneggiare la sua credibilità di Ammi-nistratore. Per fare un esempio, quando negli anni ‘80, in pieno boom economi-co, il Sig. Drago Biafore era Sindaco di San Pietro in Casale, per molti mesi, annunciò la realizzazione della piscina che però poi non venne mai realizzata. È chiaro che dal raffronto tra lui, che non è stato in grado di realizzare una pisci-na che sarebbe stata l’unica nella zona, negli ‘80 del boom economico ed il suo successore Brunelli che la realizza nel pieno della peggiore crisi economica degli ultimi 50 anni, l’ex Sindaco Biafore ne esce danneggiato.

Il Sig. Drago Biafore critica Brunelli ma, sotto certi aspetti, mi appaiono molto simili. Illustro, sintetica-mente, la vicenda della chiusura dell’Ospedale Bono-ra, così come è stata riportata dalle opposizioni che in quegli anni hanno lottato per evitarne la chiusura.È opportuno che i cittadini, specie quelli venu-ti ad abitare a San Pietro in Casale negli ultimi decenni, sappiano alcune cose molto importanti del nostro paese.Nel 1896, Anacleto Bonora, un facoltoso cittadino nato e vissuto a San Pietro inaugurò e donò l’ospe-dale, che tutti noi conosciamo, alla comunità. La struttura ospedaliera, grazie alla qualità dei ser-vizi ed alla posizione particolarmente felice, serviva i cittadini di un’ampia zona. L’11-8-1972 il Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale deliberò la realiz-zazione del nuovo Padiglione dell’Ospedale (l’attuale Scuola Media Bagnoli inaugurata il 1 dicembre 1979), sintomo di una precisa volontà di sviluppo ed espan-sione. In quegli anni il Sindaco di San Pietro in Casale era il Sig. Ottavio Taddia (in carica dal 1970 al 1978),

Nella foto: Drago Biafore (fonte foto:www.fondionline.it)

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La lettera di dimissioni dal Comitato Direttivo del locale PD del Sig. Drago Biafore

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il quale, nel Gennaio 1978, duran-te un Consiglio Comunale, rasse-gnò le proprie dimissioni sia dalla carica di Sindaco che da quella di Consigliere Comunale. Gli suc-cedette il Consigliere Comunale Drago Biafore.Nel 1978, alcuni cittadini allarmati dalle prime voci di chiusura del re-parto di Chirurgia, organizzarono una petizione popolare che raccol-se circa 6000 firme di sanpierini che chiedevano il mantenimento di tutti i reparti di degenza nell’Ospedale.Il 29-12-1980 fu ufficialmente istitui-ta l’Unità Sanitaria Locale n°25 che comprendeva i comuni di Argelato, Bentivoglio, Galliera, Minerbio, San Pietro in Casale, Baricella, Castello d’Argile, Malalbergo e San Giorgio di Piano. Era organizzata tramite un’Assemblea Generale formata da rappresentanti dei Consigli Co-munali; di fatto l’organo deliberante dell’Associazione dei Comuni che costituiva le USL. L’Assemblea Generale eleggeva il Comitato di Gestione, composto da 8 membri, che aveva il compi-to di approvare i bilanci preventivi ed i conti consuntivi; predisporre i provvedimenti da sottoporre all’As-semblea Generale ed eleggere il Presidente ed il Vice Presidente del Comitato stesso. Il Sindaco Drago Biafore fu nominato Vice Presidente del Comitato di Gestione.Nei primi anni ‘80 l’Ospedale garan-tiva i seguenti servizi:a) Ricoveri per Medicina, Chi-

rurgia, Geriatria, Ostetricia e Ginecologia, Otorinolaringoia-tria e Riabilitazione;

b) Pronto Soccorso; c) Visite specialistiche per tutte

le branche di ricovero ed altre consulenze specialistiche;

d) Posto di Guardia Medica not-turna, festiva e prefestiva;

e) Laboratorio analisi; f) Radiologia; g) Day Hospital dal 1982; h) Dialisi; i) Ricovero per anziani e lungodegenti. Nel Dicembre 1981, in un suo do- Volantino che nel 1986 denunciava “azioni tanto umilianti” del Sindaco

Biafore, “contrastanti con i reali interessi dei cittadini”. La storia si ripete.

cumento, l’Assemblea Generale dei Comuni dell’Unità Sanitaria Locale n°25, nel prendere atto della comu-nicazione presentata dal Comitato di Gestione che anticipava un disavan-zo (passivo) previsto al 31-12-1981 pari a 1.738.343.777 Lire, espresse il parere che “una linea di riduzione dei servizi o di chiusura dei reparti ospedalieri non rappresenterebbe un apprezzabile risparmio, poiché resterebbero le spese generali e di personale e d’altra parte l’utenza graverebbe sui servizi restanti e tale scelta comporterebbe, inevita-

bilmente, un declassamento delle prestazioni e la degradazione delle attrezzature”.Il 3 ottobre 1984, una edizione spe-ciale de l’Orologio, intitolata Specia-le Sanità: “Per un servizio sanitario moderno e qualificato”, esponeva -approvandole- le proposte elabo-rate dall’Assemblea Generale. Alla pagina 5 si riassumevano le motivazioni per cui si proponeva di unificare la sede dei ricoveri pres-so il presidio ospedaliero di Ben-tivoglio. Nello stesso documento il Sindaco Drago Biafore veniva

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indicato come Presidente dell’As-sociazione dei Comuni.Nella campagna elettorale del 1985, l’Amministrazione pubbli-cava un giornale in cui dichiara-va: “Relativamente al servizio di Chirurgia, per il quale si prevede di concentrare presso la struttu-ra di Bentivoglio l’attività di de-genza e operatoria...”.Vari comitati ed i partiti di minoranza iniziarono una lunga battaglia per scongiurare la chiusura.Il Sindaco Drago Biafore, in va-rie occasioni pubbliche, sostenne che si sarebbe dovuto chiudere il reparto di Chirurgia solo per sei mesi al fine di realizzare lavori di ristrutturazione non più rimanda-bili, al termine dei quali il reparto sarebbe stato riaperto. In paese era forte l’apprensione ed il dubbio che in realtà, quello, sarebbe stato un primo atto per la definitiva chiusura dell’ospedale. Il 6 Febbraio 1986 furono trasferi-ti gli ultimi degenti ed il reparto di Chirurgia fu chiuso.Da un notiziario Speciale Ospedale della DC, del Novembre 1986: “ ...si era infatti venuti a conoscenza della richiesta avanzata alla Re-gione Emilia Romagna, da parte del Presidente dell’Assemblea dei Comuni dell’USL 25 (Sindaco di San Pietro in Casale), di mo-dificare il 1° Piano Sanitario Re-gionale e di anticipare il 2°, che prevedeva la chiusura definitiva della stessa Chirurgia”.Il 18 Giugno 1986, il Consiglio Regionale deliberò l’accoglimento dell’atto di chiusura del reparto di Chirurgia richiesto dall’Assemblea Generale. Nell’Ottobre 1988 si for-mò un ulteriore comitato promotore di una petizione in difesa dell’Ospe-dale che in pochi giorni raccolse circa 4000 firme. Il 27 Settembre 1989, il Consiglio Regionale deli-berò la definitiva chiusura del repar-to di Chirurgia del nostro Ospedale (Delibera 1640). Nel Settembre 1993 il Sindaco Drago Biafore, su l’Orologio pubblicò un articolo dal titolo “Sull’Ospedale abbiamo avuto

ragione” in cui rivendicava il merito di aver compiuto scelte coraggiose e lungimiranti che, a suo parere, hanno reso un servizio importante ai cittadini del nostro territorio. Nel Dicembre 1993 il Sig. Drago Biafore rassegnò le proprie dimissioni dalla carica di Sindaco e Giuliano Bari-gazzi, il 6 Dicembre diventò il nuovo Sindaco di San Pietro in Casale.Oggi a San Pietro in Casale non esiste più l’Ospedale “Anacleto Bonora” ma esiste il Polo Sanitario “Anacleto Bonora”.Personalmente trovo molte analo-gie tra quegli eventi ed i fatti che stanno succedendo in questi mesi del 2011. Mi riferisco alla dichiara-ta volontà dell’Amministrazione di favorire la realizzazione di impianti a biomasse sul territorio, in rispetto al piano Regionale che ne prevede circa 400 in Emilia Romagna, an-che se ci dovesse essere una netta contrarietà da parte dei cittadini. Drago Biafore ha proceduto alla chiusura del reparto di Chirurgia nonostante le 6000 firme di cittadini contrari raccolte nel 1978 e le vi-branti proteste di una grande parte della popolazione. Roberto Brunelli ha dichiarato che anche se l’80% dei cittadini dovesse essere contra-rio lui andrà avanti lo stesso per au-torizzare le centrali a biomasse.Io credo che da questo punto di vi-sta, Drago Biafore e Roberto Bru-nelli sono esattamente uguali, con stili diversi ma identici nel modo di rapportarsi con la popolazione, uguali nel gestire il potere che il voto gli ha messo nelle mani.Drago Biafore ha mantenuto un ruolo attivo all’interno del partito dal quale non mi risulta essere mai usci-to, ed è mia impressione, sostenuta anche dalla lettera di dimissioni, che la sua sia una posizione in contrasto a quella del Sindaco Brunelli. Un ruolo attivo, che lo potrebbe ve-dere impegnato, anche se non in prima persona, nella conquista o meglio riconquista di quel ruolo di-rettivo che non è più suo dal 1993. Il Sig. Drago Biafore è stimato per le capacità politiche e oratorie che

nessuno mette in dubbio, ma San Pietro in Casale non ha bisogno di persone di questo tipo, né di Dra-go Biafore né di Roberto Brunelli. Nel nostro Comune c’é bisogno di persone che prima di decidere il da farsi chiedano il parere dei cittadini così da poter gestire nel modo più soddisfacente per tutti, un po’ come fa un amministratore condominiale che deve tener conto di tutte le esi-genze; c’é bisogno di persone che non considerino il proprio mandato come un’autorizzazione a fare tutto ciò che vogliono; in pratica servono persone veramente democratiche e non solo a parole come sembrano fare queste. Drago Biafore e Rober-to Brunelli sono il frutto di un modo di “fare politica” che ai cittadini, an-che quelli che storicamente hanno sempre votato la sinistra, suona sempre più come “gestire il potere”. L’ex Sindaco Drago Biafore, in 15 anni di mandato ha saputo farsi ama-re da una parte dei cittadini ma ha instaurato un rapporto con la popola-zione e con i consiglieri di minoranza che di democratico non sembra ave-re nemmeno il tentativo di sembrar-lo, quel modo che persiste tutt’ora e che noi di Consenso Comune tentia-mo di spezzare e cambiare. Credo sia giusto ed onesto nei confronti dei sanpierini svelare un “espediente” comunicativo a cui tutti i cittadini, credo siano stati sottopo-sti e nel quale sono evidentemente caduti. Riguarda il modo di comu-nicare che l’allora Sindaco Biafore sembra aver adottato per piegare la popolazione ai suoi fini politici.Quando nel 1985 si stava per rin-novare Sindaco ed il Consiglio Co-munale, la polemica sulla chiusura dell’Ospedale era, da anni, molto accesa ed ogni partito batteva su quel tema, chi a favore e chi contro la chiusura. Il Sindaco Biafore vole-va/doveva chiudere il reparto di chi-rurgia, cosa che viste le 6000 firme sarebbe stata alquanto impopolare ma voleva anche essere rieletto alla carica di Sindaco. Non poteva es-sere troppo esplicito nel conferma-re la volontà di chiudere ma doveva

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Sopra: pagina 5 del numero di marzo 1989 de l’Orologio in cui l’Amministrazione metteva la parola fine sulla travagliata questione piscina.

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dichiarare, prima del voto, le proprie intenzioni così da essere, una volta rieletto, legittimato ad attuarle. Nel numero di marzo 1985 de l’Orologio, pubblicato poco prima delle elezioni comunali, in fondo alla seconda pagina si trovava un articolo intitolato “Le proposte del Consiglio” in cui veniva pubblicato un Ordine del Giorno della maggio-ranza all’interno del quale si trovava questo breve passaggio: «Relativa-mente al servizio di Chirurgia, per il quale si prevede di concentrare presso la struttura di Bentivoglio l’attività di degenza e operatoria e di mantenere, potenziandola, l’attività ambulatoriale ed i pic-coli interventi presso l’Ospedale “Anacleto Bonora”, il Consiglio Comunale riconosce la necessità di addivenire per questo servizio ad una riorganizzazione che con-senta di risolvere i problemi che sono emersi in questi anni».Nello stesso giornale, la quarta pagi-na era interamente dedicata al pro-getto della nuova piscina. Il titolo “La piscina a San Pietro in Casale non sarà più un sogno” e le due imma-gini del progetto furono la vera at-trattiva di quel giornale. Certamente l’articolo sulle decisioni del Consiglio Comunale fu messo in ombra. Im-magino che i sanpierini andarono a votare con, negli occhi, le immagini della pagina dedicata alla piscina e non certo con le 7 righe che antici-pavano l’intenzione di procedere alla sostanziale chiusura dell’Ospedale. Un vero e proprio “tranello” comu-nicativo in cui, a quei tempi, cad-dero molti elettori che se fossero

stati veramente consci del fatto che la riconferma del Sindaco Bia-fore avrebbe avuto come conse-guenza annunciata la chiusura di Chirurgia e poi dell’intero servizio di degenza, probabilmente avreb-bero votato in modo diverso. Quel-lo appena descritto, dal mio pun-to di vista è un modo “furbesco” di comunicare che non sembra ispirato da un sincero rispetto per i cittadini ma sembra dettato dal-la volontà di fare ciò che si vuole senza che nessuno ”disturbi” con domande ed obiezioni.Concludo questa esposizione di come il Sindaco Biafore comunicava, con la descrizione del modo in cui, successivamente, venne chiuso in modo definitivo il capitolo Piscina.Nel numero de l’Orologio del Marzo 1989 (vedi pag 18), con il titolo “La piscina all’asciutto: tagliati i fondi” l’Amministrazione comunicava che a fronte di un importo necessario pari a 1.980.000.000 di Lire si era chiesto ed ottenuto un contributo in conto in-teressi (del 4%) alla Regione Emilia Romagna. Che essendo poi il pro-getto cresciuto fino ad un importo di 2,8 miliardi di lire, il Comune chiese allo Stato un contributo di 850 milioni di Lire a tasso zero, così come previ-sto da una legge del 1987.Si legge: “Mentre la pratica pro-seguiva i suoi giri nei meandri della pubblica amministrazione, un decreto legge del 1988 ha abrogato la forma di intervento a tasso zero per la realizzazione di impianti sportivi”. L’articolo parlava della difficoltà a ripristinare le condizioni iniziali e

lamentava il fatto che il Comune avrebbe ricevuto dallo Stato mezzo miliardo di Lire in meno di trasferi-menti. Aggiungeva che un bilancio così scarnificato non avrebbe po-tuto sopportare l’aumento di spesa che sarebbe derivato dalla gestione della piscina, calcolato in 75/80 mi-lioni all’anno ai quali si sarebbero aggiunti gli interessi sui mutui ven-tennali. L’articolo si concludeva con: “A queste condizioni realizzare la piscina è un’impresa impossibile. L’auspicio è che cambi il quadro legislativo nazionale, affinché ven-gano agevolate le opere utili alla gente e si colpiscano finalmente i veri sprechi, le ruberie, le rendi-te parassitarie, che sono altrove, non nel nostro Comune”.Immediatamente sotto si trovava un articolo intitolato “Come va la gran-de viabilità” che illustrava il proget-to, poi attuato, per la realizzazione di opere viarie come la nuova cir-convallazione e la “inspiegabile” via Renello, compresi due ponti caval-caferrovia nello spazio di 3,7 kilo-metri, escluso un terzo ponte, quello di via Genova che venne realizzato successivamente con costi aggiun-tivi, per un costo di 8.790.000.000 di Lire. Due anni prima infatti, nel marzo 1987, fu approvato un pro-getto generale di 14,5 miliardi di Lire per la viabilità mentre la piscina non venne mai realizzata.

Se il Sig. Drago Biafore non avesse scritto e pubblicato quella lettera noi non ce ne saremmo mai occu-pati ma, poiché la consideriamo una mossa, una prima mossa, ab-biamo ritenuto necessario chiarire la nostra opinione sul politico Dra-go Biafore dal quale ci aspettiamo che nei prossimi mesi lavorerà per organizzare una possibile opera-zione politica (chiaramente un suo diritto che nessuno gli potrà mai togliere) e poiché riteniamo che lui abbia già fatto “anche troppo” al nostro paese, saremo attenti ad individuarne le mosse e non man-cheremo di evidenziare i possibili obiettivi ed i sostenitori.

Sopra: titolo dell’articolo a firma Drago Biafore apparso sul n° 3 de l’Orologio nel settembre 1993. Nel lungo testo il Sindaco rivendicava di “aver avuto il coraggio e la lungimiranza di costruire un progetto di riconversione delle risorse e razionalizzazione dei servizi...” e concludeva con “Crediamo di aver reso un servizio importante ai cittadini del nostro territorio”. Non di San Pietro in Casale, ma del nostro territorio.

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reve

ntiv

o si

asse

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le ri

sors

e vi

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a da

l Con

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io C

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nale

m

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cces

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te,

i fo

ndi v

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no s

pesi

attr

aver

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erm

ine

dirig

enzi

ali,

in

prat

ica

il di

rigen

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i ogn

i set

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Sin

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i, im

pegn

a le

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si-

glio

Com

unal

e. E

sam

inan

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del 2

010

e de

l 201

1 ab

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o po

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con

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che

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pese

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o ch

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te a

tti

amm

inis

trativ

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ono

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nno

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ente

com

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nte

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e ai

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di o

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azio

ni

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inis

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a fa

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ione

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otal

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men

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det

erm

ine

stre

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ente

cor

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all’o

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to d

ei C

erti-

ficat

i di P

reve

nzio

ne In

cend

i da

parte

dei

Vig

ili de

l Fuo

co.

20 Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna 21

Page 21: SOS COMUNE N.5

9517

-06-

2010

Affid

amen

to p

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Alic

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r otte

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impia

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895,

0097

18-0

6-20

10Sc

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elem

enta

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tto cl

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ico fu

nzion

ale im

piant

i idro

term

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itari

e an

tince

ndio

gt3.

060,

0099

24-0

6-20

10M

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a n

orm

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scola

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anno

200

9, fo

rnitu

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pos

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porte

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…...

per

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22.1

88,0

010

125

-06-

2010

Adeg

uam

ento

e m

essa

a n

orm

a ed

ifici s

colas

tici s

pesa

per

reda

zione

doc

umen

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PIgt

1.10

1,00

120

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7-20

10M

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ENZI

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NARI

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NICA

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35.4

00,0

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512

-08-

2010

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I POG

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35.4

00,0

012

719

-08-

2010

MAN

UTEN

ZION

E ST

RAOR

DINA

RIA

SCUO

LE C

OMUN

ALI A

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ONE

CAUZ

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131

1-09

-201

0M

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ONE

STRA

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NARI

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UOLE

COM

UNAL

I SIS

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1.49

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0-20

10M

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ne st

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uola

mat

erna

di P

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tto a

nno

2010

ope

re a

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gt2.

688,

0017

027

-10-

2010

Lavo

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adeg

uam

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e m

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a n

orm

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2009

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-11-

2010

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tare

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men

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f. La

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573,

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-11-

2010

Lavo

ri di

adeg

uam

ento

e m

essa

a n

orm

a ed

ifici s

colas

tici c

omun

ali a

nno

2009

liquid

azion

e di

spes

agt

18.6

66,0

018

929

-11-

2010

Lavo

ri di

man

uten

zione

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tari

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varia

nte

in co

rso

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00.0

00)

gt6.

729,

1219

52-

12-2

010

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rico

prof

essio

nale

per a

ccat

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men

to fa

bbric

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ll’int

erno

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li”gt

7.45

1,00

197

2-12

-201

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o pe

r acc

atas

tam

ento

scuo

la ele

men

tare

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gt2.

314,

8019

82-

12-2

010

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erim

ento

inca

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essio

nale

per a

ccat

asta

men

to sc

uola

mat

erna

“I. C

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”gt

2.79

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201

7-12

-201

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e de

l pro

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ento

scuo

la ele

men

tare

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6.16

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202

9-12

-201

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ne st

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elem

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amen

to e

liquid

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28.2

32,9

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-12-

2010

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amen

to e

difici

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-12-

2010

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edaz

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i sint

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i live

llo 0

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ples

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o di

spes

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748,

8023

431

-12-

2010

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uola

mater

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Bagn

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ogt

8.73

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31-1

2-20

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I MA

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NE

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31-1

2-20

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men

to e

man

uten

zion

e St

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ria S

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a “D

e Am

icis

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e ad

egua

men

to ip

iant

o an

tince

ndio

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22.5

00,0

04.

776,

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1-20

11R

ealiz

zazi

one

Scu

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elem

enta

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i Pog

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o te

cnic

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miim

ostra

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(pub

blic

ata

il 9-

11-2

011)

gt5.

317,

7219

3-02

-201

1R

ealiz

zazi

one

nuov

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uola

Ele

men

tare

Pog

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lizza

zion

e di

com

parti

men

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one

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e in

terv

enti

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ttene

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CPI

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676,

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2-20

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uidaz

ione i

ncen

tivi re

spon

sabil

e del

proce

dimen

to pe

r lavo

ri di m

anute

nzion

e stra

odina

ria sc

uole

comu

nali 2

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pubb

licata

il 11-1

1-201

1)gt

516,

6834

22-0

2-20

11M

ANUT

ENZI

ONE

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ORDI

NARI

A SC

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ELE

MEN

TARI

affid

amen

to “o

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in e

cono

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0040

1-03

-201

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emen

tare

Pog

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ompa

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tazi

oni R

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ione

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gt2.

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0041

1-03

-201

1S

cuol

a el

emen

tare

Pog

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-Com

parim

enta

zion

i RE

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cio

CP

I - li

quid

azio

ne s

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ditt

a L

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s.r.

lgt

5.26

0,00

451-

03-2

011

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ristin

o pa

rete

in c

arto

nges

so -

Scu

ola

di M

acca

reto

logt

600,

0070

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4-20

11Re

alizz

azion

e pa

rete

REI

in ca

rtong

esso

pre

sso

la sc

uola

mat

erna

I. C

alvino

gt2.

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4-20

11Co

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imen

to in

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o pr

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siona

le pe

r acc

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tam

ento

scuo

la di

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ione

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esa

gt2.

514,

8079

22-0

4-20

11Sc

uola

eleme

ntar

e di

Pogg

etto

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alizz

azion

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zione

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nto

per r

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edil

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-04-

2011

Lavo

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man

uten

zione

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le ele

men

tari

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azion

e di

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1.56

0,00

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-04-

2011

Lavo

ri di

man

uten

zione

stra

ordin

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scuo

la m

edia

“Bag

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e di

spes

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2.76

0,00

8222

-04-

2011

Lavo

ri di

adeg

uame

nto e

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raor

dinar

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uola

eleme

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“DE

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azion

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pesa

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-201

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ento

all’i

mpia

nto

elettr

ico p

ress

o la

scuo

la de

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iquida

zione

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pesa

gt3.

420,

0094

9-05

-201

1Am

pliam

ento

all’i

mpia

nto

elettr

ico p

ress

o la

scuo

la de

ll’inf

anzia

“ARC

OBAL

ENO”

liquid

azion

e di

spes

agt

3.24

0,00

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1-07

-201

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uola

Elem

enta

re P

ogge

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Reali

zzaz

ione

Com

parti

men

tazio

ne R

EI, in

terv

enti p

er ri

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CPI

liquid

azion

egt

413,

00

20 Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna 21

Page 22: SOS COMUNE N.5

Dat

aO

gg

etto

Ser

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rova

zion

eA

ffida

men

toLa

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idaz

ione

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1-20

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giov

anile

per

la m

usica

- fo

rnitu

ra e

pos

a di

GSM

per

asc

enso

regt

1.23

7,20

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-5-2

010

Reali

zzaz

ione

cent

ro g

iovan

ile p

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mus

ica R

ICHI

ESTA

INTE

RESS

I PER

TAR

DIVO

PAG

AMEN

TOgt

5.89

5,81

616-

5-20

10Re

alizz

azion

e ce

ntro

giov

anile

per

la m

usica

SIS

TEM

AZIO

NE F

ABBR

ICAT

I ACC

ESSO

RIgt

17.7

75,4

513

22-

9-20

10CE

NTRO

GIO

VANI

LE P

ER L

A M

USIC

A F.

E P.

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ARAT

I ILL

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ANTI

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amen

to)

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31-1

2-20

10Ac

quist

o ar

redi

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trezz

atur

e pe

r il c

entro

giov

anile

“cas

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lla m

usica

” pre

nota

zione

impe

gno

di sp

esa

sp20

.000

,00

199

2-12

-201

0Re

alizz

azion

e de

l cen

tro g

iovan

ile p

er la

mus

ica 2

° stra

lcio

siste

maz

ione

fabb

ricat

i acc

esso

ri liq

di s

pesa

gt17

.775

,45

200

6-12

-201

0Liq

uidaz

ione

degli

ince

ntivi

per

il re

spon

sabil

e de

l pro

cedim

ento

e co

llabo

razio

ne p

er ce

ntro

gio.

per

la m

usica

gt1.

342,

2361

8-3-

2011

ACQU

ISTO

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EDI C

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DELL

A M

USIC

A -

IMPE

GNO

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PESA

(Sim

on G

avina

)gt

19.9

98,0

019

.998

,00

468-

3-20

11Af

fidam

ento

inca

rico

prof

essio

nale

per p

roge

ttazio

ne in

sono

rizza

zione

sala

prov

egt

1.44

0,00

106

25-5

-201

1Im

pegn

o di

spes

a pe

r cab

laggio

sala

infor

mat

icagt

3.48

0,00

120

10-6

-201

1Re

alizz

azion

e di

cont

roso

ffitto

isola

nte

fono

asso

rben

te co

n ap

plica

zione

qua

dri a

custi

ci a

pare

tegt

5.28

0,00

179

20-9

-201

1CE

NTRO

GIO

VANI

LE P

ER L

A M

USIC

A -

Man

uten

zione

asc

enso

ri ot

t-dic

2011

gt

6.19

7,12

251,

5719

820

-10-

2011

Liquid

azion

e sp

esa

per r

ealiz

zazio

ne d

el co

ntro

soffit

to is

olant

egt

5.28

0,00

209

4-11

-201

1CE

NTRO

GIO

VANI

LE P

ER L

A M

USIC

A -

Cabla

ggio

sala

infor

mat

icagt

3.48

0,00

270

18-1

0-20

11M

ater

iali a

udio

e vid

eo p

er sa

la pr

ove

e re

gistra

zione

impe

gno

di sp

esa

sp99

9,00

Impo

rti A

ffida

ti in

ner

o e g

ià Li

quid

ati i

n Ve

rde

To

tali

58.0

21,6

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DE

TE

RM

INE

rel

ativ

e a

“Cen

tro

Gio

van

ile p

er la

Mu

sica

e le

Att

ivit

à E

spre

ssiv

e”

138

5-07

-201

1Ac

cata

stam

ento

scuo

la “It

alo C

alvino

” - liq

uidaz

ione

di sp

esa

gt2.

796,

0014

15-

07-2

011

Reali

zzaz

ione

pare

te R

EI in

carto

nges

so p

ress

o la

scuo

la m

ater

na “I

talo

Calvi

no” -

liquid

azion

e di

spes

agt

2.22

1,20

148

18-0

7-20

11Af

fidam

ento

lavo

ri di

adeg

uam

ento

e m

essa

a n

orm

a im

piant

o ele

ttrico

scuo

la m

edia

“P. B

agno

li”gt

1.71

0,00

153

3-08

-201

1M

anut

enzio

ne st

raor

dinar

ia sc

uole

elem

enta

ri pa

gam

ento

dirit

ti di te

sore

ria a

vvff

per r

ilasc

io CP

Igt

144,

0015

88-

06-2

011

Affid

amen

to la

vori

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Page 23: SOS COMUNE N.5

Riflessioni di metà Mandato AmministrativoIN UNA DEMOCRAZIA “FORMALE”di Massimo Monari

La nostra “avventura” politica comincia con l’intenzione di

contribuire a migliorare l’amministra-zione del paese in una dimensione locale, reale, non ideologica ma concreta. La realtà di una lista civica che al

primo tentativo raccoglie il 21% dei consensi, do-vrebbe fare riflettere i professionisti della politica locale, perché di sicuro, quelli non sono voti di scambio per grazie ricevute come potrebbe acca-dere in altre situazioni o in altri schieramenti politici, ma si tratta di voti che esprimevano ed esprimono perplessità sulla conduzione della cosa pubblica e la volontà di un cambiamento.

L’atteggiamento della Maggioranza, fin dall’inizio del mandato, è quello di tentare di demolire con tutti i mezzi ciò che Consenso Comune pubbli-ca, propone, offrendo punti di vista fuori dal coro come è accaduto recentemente con gli impianti a biomasse. Sempre nell’ottica di demonizzare e delegittima-re Consenso Comune, è partita l’accusa di fare disinformazione quando abbiamo sostenuto che le scuole erano prive dei necessari certificati (la verifica da noi eseguita era corretta) come dimo-strano i provvedimenti adottati dall’attuale Ammi-nistrazione pubblicati in questo giornale.

A mio parere nella sede del Consiglio Comuna-le, dove si dovrebbero confrontare le idee senza preconcetti ideologici o elettorali, di fatto le de-cisioni su argomenti all’ordine del giorno hanno l’esito scritto e acquisito prima di entrare nell’aula a causa della legge elettorale che con-sente questo comportamento, a vol-te sembra che alcune decisioni siano suggerite da entità estranee ed esterne al Consiglio Comunale. Il Sindaco non perde occasione per co-municare che l’aula consigliare è la sede della democrazia; dal punto di vista for-

male ha ragione, ma la democrazia sostanziale, reale non viene rappresentata all’interno dell’aula, perché con un consenso al 38% il Sindaco è padro-ne assoluto del Consiglio Comunale dove siedono, grazie al premio di maggioranza, 11 Consiglieri più il Sindaco contro 5 di minoranza, la partita è impa-ri, gli argomenti all’ordine del giorno passano tutti. L’osservatore esterno che assiste al Consiglio Comunale è paragonabile a un tifoso che si reca allo stadio per vedere una partita che ha il risultato già scritto, mancano solo i dettagli perché è sicuro che la squadra di maggioranza vincerà; questa è competizione? È confronto?

È in situazioni come queste che si misura la forza, la validità e l’autorevolezza di una formazione po-litica che dovrebbe avere il coraggio di governare in modo aperto, non con la forza derivata da una legge elettorale che probabilmente, a breve, sarà cambiata e non con mezzucci di disinformazione e piccoli tranelli ma con aperture vere di dia-logo, non dovrebbe temere il confronto vero, tanto la maggioranza rimane sempre.

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Informare i Gruppi di minoranza sull’ordine del giorno 5 giorni prima del consiglio come prevede il regolamento non è un invito al dialogo, perché ci sono argomenti complessi e articolati che non possono essere colti in tutte le loro sfaccettature in un così breve lasso di tempo. Un passo verso la democrazia reale con un pò di attenzione che vada oltre alle dichiarazioni ricor-renti che il Sindaco recita, come quella di essere il rappresentante di tutti, instaurerebbe un clima mi-gliore, collaborativo e conveniente elettoralmente in modo particolare per la Maggioranza stessa. Confinare l’opposizione a un ruolo di controllo e critica porta inevitabilmente a focalizzare le disar-monie di decisioni che sono in maniera autore-ferenziata definite dalla maggioranza eccellenti, favorendo un clima di contrapposizione che non permette di costruire. La situazione conflittuale porta a deleggitimare la politica come sta succedendo in campo nazionale, dove sembra che nessuno abbia contribuito alla crescita del debito dove purtroppo tutti rimangono ai loro posti delegando in modo meschino ad altri la risoluzione del problema. Definire una Amministrazione buona o cattiva è oggettivamente arduo perché le scelte sono sog-gettive, ma evidenziare gli sprechi (Centro della musica)… gli indebitamenti ventennali (piscina) e pensare che si tratti di cattiva amministrazione è possibile, come è possibile valutare non opportu-ne le spese per tutti i bisogni voluttuari. Ma siamo davvero un paese eccellente o siamo un paese dormitorio su cui scaricare i servizi più sgradevoli di Comuni più forti economicamente e contrattualmente? Quale futuro ci attende ? Come facciamo ad anda-re oltre al paese dormitorio? Il gruppo “Amici del metro bosco” immaginava

un paese immerso nel verde dove l’ambiente avrebbe richiamato investitori che avrebbero

portato allo sviluppo, ma dopo l’avvento improv-viso degli impianti a biomasse penso che questo non possa più avvenire. Non è facile per l’Amministrazione tracciare oriz-zonti di sviluppo realizzabili e credibili, per questo occorre onestà intellettuale, il coraggio della verità per costruire decisioni lungimiranti per i cittadini di San Pietro in Casale che attualmente, alla nascita, solo nell’ambito comunale, hanno uno zaino con 1.000 euro di debito a cui si sommano quelli dello Stato e il pendolarismo assicurato sia scolastico che lavorativo. A questo punto è doveroso fare una riflessione sul-la democrazia, sulle elezioni, sui numeri, sui seg-gi, sulle elezioni future, tutte questioni importanti, che non dovrebbero diventare il motore principale delle scelte amministrative. Sarà possibile nel 2012 parlare con gli interlocu-tori politici locali in modo diretto, schietto senza bizantinismi, tatticismi, trappole oratorie, di San Pietro in Casale, dei problemi amministrativi e di quelli dell’ambiente, dei problemi dei giovani e del-le persone più avanti nell’età, dei problemi delle scuole…... partendo da analisi oggettive senza preconcetti o verità già acquisite?

A proposito di democrazia, segnalo che nel sito uf-ficiale del Comune, dove oltre alle molte informa-zioni utili per tutti i cittadini, ci sono comunicazioni a senso unico confezionate dall’Amministrazione in modo monopolistico che non lascia spazio a contradditori, informazioni o punti di vista diver-si; intendo parlare della rubrichetta “voci di piaz-za”…… Potrebbero essere voci strumentali non verificabili; è democratico tutto questo? Mi auguro che il futuro ci porti ad atteggia-menti non formali ma sostanzialmente democratici perché l’alternativa è la sconfitta dei cittadini di San Pietro in Casale.

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L’agricoltura per il biogas è una necessità mentre il biogas, per l’agricoltura, potrebbe rappresentare un’ulteriore grave “spallata” a questo settore da tempo in crisidi Mirco Stracciari

Da agricoltore qua-le sono voglio esprimere le mie perplessità rispet-to agli impianti a biogas. Sarebbe-ro condivisibili se, come previsto dal-

la normativa europea, funzionas-sero con materiali di scarto come liquami, patate e cipolle, magari una piccola quantità di mais, triti-cale o sorgo. Sarebbero più tolle-rabili se fossero attivate e gestite da agricoltori che impiegano con potenze proporzionate ai residui delle proprie attività, ma così come sono progettate e tenuto conto che spesso sono gestite da società neonate, non di tradizioni agricole, temo tanto che si tratti di una spe-culazione, di una corsa ai 15 anni di contributo e che non porteranno quei benefici prospettati. Ecco alcune considerazioni.> Quella derivata dal biogas, come energia alternativa, non è così vantaggiosa perché costa circa quattro volte il valore dell’energia convenzionale. Differenza di costo che paghiamo noi cittadini. Non è accettabile l’idea di coltivare e poi mettere a marcire delle colture che potrebbe essere destinate ad alimentazione animale o umana.

> La produzione di biogas, agli agri-coltori che non intendono produrre mais, non porta benefici, anzi agli agricoltori che necessitano di terra per coltivare il foraggio per animali o grano si sono già visti aumenta-re il costo dell’affitto che è passato da circa 500 euro all’anno per ogni ettaro a oltre 1000, ed in alcune zone anche 1500 euro all’anno per ettaro. Il motivo di questo aumento si spiega con l’offerta al rialzo fatta dai gestori delle centrali a biogas che, grazie ai consistenti incentivi sono in grado di “strappare” i ter-reni alle altre colture, forzando e distorcendo l’equilibrio del merca-to degli affitti.

> La prolungata coltivazione di mais per le centrali a biogas, non porta benefici nemmeno alla ter-ra stessa. Per quel tipo di coltura sono necessari trattamenti sempre più intensivi che non giovano alla terra. Il digestato solido, residuo della centrale a biogas, può es-sere cosparso nel terreno solo in quantità limitate perché, essendo basico, una quantità eccessiva po-trebbe ostacolare l’assimilazione dei microelementi da parte delle piante.

> Un aspetto importante è quello del consumo di carburanti per le lavorazioni agricole. Per la lavo-razione di un ettaro di terreno a mais, senza irrigazione, si consu-mano circa 250 litri di gasolio ai quali vanno sommati quelli con-sumati dai camion per il trasporto alle centrali e quelli dello smalti-mento del digestato.> Voglio aggiungere che la coltiva-zione del mais per ricavarne bio-gas toglie disponibilità dei terreni ad altre colture come, per esem-pio il buon grano per uso alimenta-re. Ogni centrale da 1 mega Watt ha bisogno di terreno equivalente a 600 campi di calcio. Penso che tra 15 anni, quando sa-ranno terminati gli incentivi, questi impianti saranno fermati ma nel frattempo potrebbero aver causa-to gravi scompensi all’ambiente ed all’agricoltura e se in questi anni si metterà in secondo piano la vera agricoltura quella delle professio-nalità eccellenti, riconosciuta nel Mondo con il marchio Made in Italy. Con questa politica del “coltivare energia” arriveremo a perdere de-finitivamente quella che è ancora

una risorsa per l’Italia ovvero gli agricoltori, messi in ombra e

poi schiacciati dalle coltu-re non di pregio.

Se volete farvi un’idea della situa-zione potete visionare il servizio andato in onda il 10-4-2011 su RAI 3 e visionabile da www.report.rai.it selezionando “A TUTTO BIOGAS”

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Il tema delle Biomasse ha un’origine molto distan-te nel tempo e nello spazio. Cercheremo di spie-

gare in sintesi l’origine di questo tema.Kioto 1997, la commissione riunita stabilisce che entro il 2020 in tutti gli stati industrializzati del mon-do si dovrà consumare -20% di energia da fonti fossili (petrolio, carbone, metano) produrre -20% di CO2 e consumare +20% di energia provenien-te da fonti rinnovabili (vento, maree, sole, geoter-mia, idroelettrico). Gli stati si attivano ed iniziano ad organizzare incentivi per chi realizza impianti di produzione elettrica. Per quanto riguarda il tema che stiamo trattando, poiché gli scarti di lavorazio-ne agricola, per essere smaltiti generano un for-te inquinamento dovuto al loro trasporto ed alla trasformazione, la Comunità Europea incoraggia gli agricoltori ad utilizzare sul posto gli scarti del-la propria attività ricavandone energia elettrica e

termica e stabilisce che, per ogni kilowatt di elet-tricità prodotta, riceveranno un incentivo. In Ger-mania esistono circa 6000 centrali a biomasse la cui singola potenza non dipende dalla smania degli agricoltori di incamerare l’incentivo previsto, ma dipende dalla quantità di scarti effettivamente prodotti dall’attività di ciascuna azienda agricola. Inizia ora la parte che riguarda l’Italia, quindi noi, a partire dalla traduzione dall’inglese all’italiano del-la direttiva europea e del principio ispiratore che, in questa fase vengono sensibilmente modificati. In sostanza mentre nel resto d’Europa, negli im-pianti a biomasse, si possono utilizzare unicamen-te gli scarti, in Italia, la normativa prevede che si possano utilizzare prodotti agricoli appositamente coltivati per essere trasformati in energia. Questa condizione fa saltare ogni legame tra potenza del-l’impianto, quindi incameramento degli incentivi

L’invasione delle BIOMASSE, concepite, autorizzate e gestite all’italiana, oltre ad es-sere potenzialmente dannosa per la salute umana ed ambientalmente inutile, scon-quassa i delicati equilibri dell’agricoltura, garantendo profitti milionari a pochissimi.L’applicazione, tutta italiana, della condivisibile normativa europea.Un incentivo a favore degli agri-coltori intercettato, prevalente-mente, da società sostanzial-mente prive di agricoltori.Una interpretazione della norma

europea all’italiana, una rego-lamentazione all’italiana, auto-rizzazioni concesse all’italiana e controlli alla gestione che im-maginiamo verranno eseguiti al-l’italiana con risultati drammati-camente all’italiana.

Veduta di San Pietro in Casale

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e quantità di scarti agricoli da smaltire poiché in Italia è possibile coltivare gli “scarti” da immettere nell’impianto. Inizia una corsa alla realizzazione di impianti che vede protagonisti non tanto le nume-rose aziende agricole italiane bensì nuove società che dispongono di cospiqui finanziamenti. La po-tenza degli impianti in costruzione e quelli in attesa di autorizzazione è sempre di 999 kW, la potenza massima raggiungibile senza dover ricorrere alla Valutazione di Impatto Ambientale, obbligatoria in-vece per impianti di potenza superiore.

Iniziano gli squilibri. 1) Una centrale da 999 kW necessita di una quan-tità di mais coltivabile in un’area di circa 380 ettari. Le società di biomasse fanno incetta di contratti di affitto di terreni per assicurarsi la materia prima e potendo disporre di incentivi altissimi, per ottene-re i terreni offrono ai legittimi proprietari affitti ben superiori alla media. Un ettaro di terreno agricolo poteva essere affittato per 500/700 euro all’anno mentre ora sono frequenti i casi in cui la società biomasse paga 1500 euro per l’affitto di quel me-desimo ettaro di terreno. Questo salto di valori ha sbilanciato e creato seri problemi agli agricoltori che necessitano di terreno per la coltura di alimenti per l’allevamento di bovini e suini, i quali agricol-tori, in pochi anni, si sono visti triplicare i costi di affitto. È vero che i proprietari di terreni potranno ricavare maggiori utili affittando la propria terra ma tutti gli altri agricoltori che invece necessitano di terreni per le proprie produzioni ne risultano mol-to penalizzati. Questa realtà è in netto contrasto con gli obiettivi che la Comunità Europea aveva espresso al fine di favorire l’agricoltura.2) Il numero di autocarri che, nell’arco di un anno, dovranno raggiungere ogni centrale per alimentarla è stato stimato in circa 2000. Non serve molta im-maginazione per rendersi conto dell’impressionan-te traffico di veicoli pesanti che inquinano, che con-sumano le strade e che costituiscono un pericolo.3) Il bilancio energetico di una centrale è circa del 98%, significa che l’energia immessa attraverso vegetali, i combustibili necessari per la coltura del mais, il suo trasporto e le varie funzioni della

centrale stessa, tutto sommato costituisce il 100% dell’energia immessa e la centrale riesce a ricavar-ne solo il 98%, compreso l’acqua calda che si si ricava dal motore. Raramente le centrali nostrane riscono a sfruttare questa acqua calda che venen-do lasciata raffreddare nell’ambiente determina un mancato sfruttamento dell’energia che abbassa ulteriormente il già poco vantaggioso 98% di ren-dimento.4) Gli incentivi che una centrale riceve nei 15 anni di funzionamento non aiuteranno l’agricoltura loca-le ma invece andranno a gonfiare le tasche di chi ha costituito delle apposite società ed ha ottenuto finanziamenti molto agevolati per la realizzazione della centrale.5) La macerazione della massa vegetale produ-ce forti cattivi odori che attualmente, in prossimità delle centrali a biogas (Bondeno, Castenaso, ecc.) rende la vita dei residenti, a tratti, invivibile. Il pro-blema è diverso per le centrali a combustione di biomasse dove la quantità di odori è inferiore ma si presenta il problema delle nano particelle che han-no un effetto devastante nel nostro corpo e sono una provata causa di cancro.

È talmente irragionevole coltivare mais per ma-cerarlo e ricavare gas metano, che alle persone più accorte è sorto il dubbio che l’utilizzo di queste colture possa verificarsi solo in una fase iniziale, qualche mese o anno, ma che successivamente questi impianti possano essere fatti funzionare con materiale organico che non deve essere coltivato o acquistato, ma che addirittura, oltre ad essere otte-nuto gratuitamente, possa portare un ulteriore pro-fitto. Mi riferisco ai rifiuti organici urbani che costi-tuiscono una importante percentuale del totale dei rifiuti prodotti quotidianamente dai cittadini italiani. Questi rifiuti che sono composti da sostanze vege-tali ed animali potrebbero generare una quantità di gas metano ben superiore a quella prodotta dal mais. Il loro utilizzo negli impianti a biogas sarebbe una soluzione molto economica per le società che li ritirano dai cassonetti in quanto non dovrebbero più pagare il conferimento nelle discariche e sa-rebbe un enorme vantaggio per i soci dell’impianto

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a biogas poiché avrebbero materia prima a costo zero. Per quanto assurda ed esagerata possa ap-parire questa ipotesi, trova la sua sensatezza ne-gli ingenti vantaggi economici che produce e i fatti che si sono succeduti non ci tranquillizzano. Il materiale organico che viene immesso in una centrale a biogas (mais, sorgo, triticale, ecc.) una volta macerato, dopo aver prodotto gas metano, arriva ad una fase di esaurimento (non produce più metano) e viene espulso dal bio digestore e, in questo nuovo stato prende il nome di digestato. Il digestato di origine vegetale, viene indicato come ammendante per il terreno, utile all’agricoltura. In li-nea teorica la sua cosparsione sui campi completa un ciclo. Uno dei fatti accaduti, di cui i cittadini più informati si preoccupano, è una richiesta fatta da HERA a GAL.A - la società che gestisce la mega di-scarica di Galliera. In questa richiesta del LUGLIO 2011, Hera chiede di poter conferire (consegnare) tre nuovi tipi di rifiuto, precisamente del digestato di origine vegetale, del digestato di origine animale e del digestato misto. La cosa è estremamente so-spetta. Se il digestato è un ammendante perché si chiede di portarlo in discarica? Se le centrali funzionano con vegetali da dove arriva il digesta-to di origine animale? In fine, il digestato misto potrebbe essere considerato il risultato dell’uti-lizzo dei rifiuti organici messi nei cassonetti da noi cittadini ed utilizzati per produrre energia? I progettisti delle centrali spiegano che un impianto progettato per funzionare con il mais non può fun-zionare con carcasse di polli morti, mentre gli in-dustriali che le vogliono realizzare sostengono che qualora nascano per funzionare con mais non sono autorizzate ad utilizzare altre materie. Ma siamo in Italia dove fatta la legge trovato l’inganno. Duran-te un incontro pubblico tenutosi a Mascarino, alla domanda di un cittadino che chiedeva chiarimenti proprio sul tema delle autorizzazioni per l’impiego di materiali diversi da quelli autorizzati, la Consigliera Regionale Paola Marani, ex Sindaco del Comune di San Giovanni in Persiceto, ha risposto dicendo che sarebbe stato possibile integrare le tipologie di

materiali con una semplice richiesta di autorizza-zione dimostrando che quella strada è percorribile. Allora, alla luce di questi fatti, quale è il vero obiet-tivo di queste centrali? Perché la Regione Emilia-Romagna, inizialmente ha previsto un piano per la realizzazione di centinaia di centrali disseminate nelle provincie di Ferrara, Ravenna, Rimini, Cese-na, Bologna e Modena? Hanno forse intenzione di realizzare impianti capaci di trasformare i rifiuti organici in energia? Le nostre province potrebbero diventare l’area di trasformazione e sfruttamento di rifiuti provenienti da tutta Italia? Questi sono alcuni dei dubbi che attanagliano noi cittadini.

È il comportamento degli Amministra-tori che non rassicura.Quando si parla di temi come questo, tutti sanno che i cittadini -indipendentemente dalla propria ideologia politica- sono molto suscettibili, impiega-no poco tempo ad allarmarsi, poco di più per irritar-si e arrivano presto alla collera. Ci si domanda per quale motivo gli attuali politici ed amministratori, certamente consci del fatto che le cose giuste non temono critiche, hanno deciso di non comunicare preventivamente quanto stavano per approvare.In tutti i comuni interessati dagli impianti a bio-masse, sindaci ed assessori, se hanno anticipato qualcosa, lo hanno fatto in modo parziale, tardivo e chiaramente finalizzato a minimizzare e rassi-curare. Non hanno considerato che non viviamo nell’ottocento e che oggi le notizie volano. Quando i cittadini sono stati informati dai comitati contrari agli impianti, anche attraverso i giornali, si è inne-scata la protesta e poi il contrasto. L’impressione generale è che le Amministrazioni abbiano tentato di “raggirare” i cittadini.Per quanto riguarda la centrale a Biogas della Cooperativa Motta e Bosco (foto sotto), è giusto sapere che questi Amministratori hanno imme-diatamente espresso parere favorevole senza avanzare nessuna richiesta restrittiva a generale garanzia della popolazione ed in particolare a tu-tela di chi vive a Maccaretolo.

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Perché i cittadini si battono contro l’invasione degli impianti a Biomasse e Biogas?

Per capire meglio i pensieri e le emozioni che spingono

i cittadini a battersi perché non vengano realizzate le centrali a Biomasse e a Biogas credo sia opportuno considerare il quadro generale.Prima di tutto sappiamo che le centrali a Biomasse, quelle che funzionano bruciando tonnel-late di materia organica, nella fase di combustione produco-

no micro e nano polveri che, in mancanza di metodi efficaci per filtrarle e fermarle, in mas-sima parte vengono immesse nell’ambiente. Queste micro e nano polveri che entrano facil-mente nel nostro corpo, anche e soprattutto attraverso gli al-veoli polmonari, sono compo-ste da metalli ed altri elementi che l’organismo non riesce ad espellere o neutralizzare e nel

tempo diventano probabile fon-te di malattie tumorali. Le centrali a Biogas non brucia-no materiale organico ma uti-lizzano il gas -prevalentemente MA NON SOLO metano- prodot-to dalla “macerazione” di gran-di quantità di biomasse per far funzionare un grande motore a cilindri che, facendo ruotare un generatore, produce elettricità. In questo tipo di impianti, la pro-duzione di micro e nano polveri è sensibilmente inferiore rispet-to agli impianti a combustione diretta di Biomasse. Il problema serio degli impianti a Biogas è che, oltre al metano, la “macerazione” del materiale orga-nico produce vari tipi di gas che, legandosi con molecole di meta-no, originano componenti tossici e cancerogeni, molto dannosi per l’ambiente e per la salute - come indicato in un documento stilato da un’importante azienda produttrice dei motori impiegati nelle centrali a biogas-. In quello stesso documen-to viene evidenziata la diversità con cui la normativa italiana pren-de atto del problema delle NMHC e di come la stessa normativa non preveda né il controllo né la ridu-zione di tali sostanze tossico-can-cerogene (vedi pag. 34). L’italia è quell’area della Terra che, forse più di ogni altro luogo

In questa pianura, già fortemente inquinata, dove è elevata l’inci-denza di malattie riconducibili alla contaminazione ambientale, non sono tollerabili nuove fonti di inquinamento che noi cittadini perce-piamo come un attentato alla salute. Non è tollerabile che ci sia il be-nestare della politica che si presta, apparentemente senza scrupoli, ad assecondare chi, da questa attività trae cospicui vantaggi...

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al Mondo, sembra essere popo-lata da furbi impostori, persone senza scrupoli, opportunisti ci-nici e determinati, affabulatori capaci di qualsiasi menzogna, criminali impuniti, truffatori ono-rati e riveriti, irresponsabili con cariche di responsabilità, inca-paci con incarichi strategici. È tutto italiano il detto “fatta la leg-ge.. trovato l’inganno”.Ricordiamo qualche episodio emblematico. L’etanolo nel vino, il poco ce-mento nelle costruzioni crollate con il terremoto, i titoli azionari venduti quando non valevano più nulla, falsi specialisti e falsi medici anche ospedalieri, falsi avvocati, falsi corsi di formazio-ne, false fatturazioni per truffare l’erario, automobilisti truffati da Autovelox clonati in tutta Italia, i tanti casi di bancarotta frau-dolenta, falsi “gratta e vinci” a Ferrara, magari non sono in tema ma sono emblematici gli

scandali nel gioco del calcio e nel ciclismo, “Ancora uno scan-dalo nella sanità piemontese”, “Scandalo sanità a Milano, altri 300 medici coinvolti”, “In Italia si conta un illecito ambientale ogni 43 minuti” (fonte: www.ecoo.it) Per finire con il Sig, Scotti della nota azienda produttrice di riso che è stato arrestato assieme ad alcuni funzionari del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), a quanto sembra, per aver bru-ciato nel suo impianto di com-bustione di Biomasse, oltre agli scarti della sua azienda, anche altro materiale organico prove-niente dai rifiuti solidi urbani.Questo triste e vergognoso qua-dro descrive, purtroppo, l’am-biente sociale e culturale in cui tutti noi viviamo, che mina alla base la nostra fiducia nelle or-ganizzazioni economiche, indu-striali, sociali e politiche del no-stro paese. È con questo spirito di motivata diffidenza che una

parte di cittadini si avvicina al tema degli impianti a Biogas e a Biomasse. Non si tratta di un rifiuto preconcetto a questo tipo di tecnologie ma della manifesta-zione di una quasi totale sfiducia in chi intende realizzare gli im-pianti, in chi dovrebbe esamina-re e valutare attentamente prima di autorizzarli, in chi dovrà con-trollare il corretto funzionamento, in chi dovrebbe sanzionare e far cessare le irregolarità e, per fini-re, la mancanza di fiducia nelle autorità che dovrebbero tutelare la salute di noi cittadini ma che ci appaiono troppo legate al pote-re politico per essere credibili ed affidabili. Poiché stiamo affron-tando argomenti che possono incidere drammaticamente sulla salute nostra e dei nostri figli, che possono danneggiare la qualità della vita nostra e dei nostri fi-gli non ci possiamo permettere di sottovalutarne la gravità delle possibili conseguenze.

I principali inqui-nanti atmosferici indicati dall’ARPA(Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente)____________________________• Monossido di carbonio• Biossido di zolfo (SO2)• Biossido di azoto (NO2)• Benzene• Ozono• Polveri sottili• Idrocarburi Policiclici

Aromatici (benzo(a)pirene)

Tra le varie sostanze segnalate da ARPA , abbiamo considerato illustriamo il NO2 poiché rappre-senta un importante indicatore delle aree più inquinate del pia-neta, così come evidenziato nel-

le pagine a seguire dagli elabo-rati della olandese TEMIS sulla base di dati forniti dall’ESA (Ente Spziale Europeo). Le emissioni antropogeniche (generate dal-le attività umane) di Biossido di azoto (NO2) sono principalmente derivate da processi di combu-stione (veicoli, centrali termiche, riscaldamento domestico).Il Biossido d’azoto, che presenta una tossicità decisamente supe-riore al monossido, è un gas for-temente reattivo, ritenuto tra gli inquinanti atmosferici più perico-losi in quanto irritante per propria natura. Esplica questa azione a livello delle mucose delle vie re-spiratorie, sia a livello nasale che bronchiale ed è inoltre precurso-re, in presenza di forte irraggia-mento solare, di una serie di rea-zioni secondarie che determinano

la formazione di tutta quella serie di sostanze inquinanti note con il termine di “smog fotochimico”.Relativamente agli aspetti am-bientali, gli ossidi di azoto in-tervengono nella formazione di piogge acide con conseguenti danni alla vegetazione a seguito di un impoverimento dei terreni di ioni calcio, magnesio, sodio e potassio e contemporanea li-berazione di ioni metallici tossici per le piante, mentre per quanto riguarda le problematiche igie-nico-sanitarie, le conseguenze più frequenti sono riconducibili ad irritazioni e patologie a carico dell’apparato respiratorio, in par-ticolare nei soggetti asmatici, con diminuzioni delle difese polmo-nari e conseguente insorgenza di bronchiti, allergie ecc..

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SEGNI CHE CI INDUCONO A DUBITARE E AD OPPORCI

Seguiteci in questa breve anali-si degli eventi, della comunica-zione, della rappresentanza e dell’azione diplomatica.Mentre in Germania gli impianti sono prevalentemente ad ausi-lio delle attività agricole -come nello spirito dalla Comunità Europea-, qui in Italia si stan-no realizzando tanti impianti da 1 megawatt. In tutti questi casi non possiamo credere che si tratti delle piccole e grandi aziende agricole che risolvono un loro problema di smaltimen-to di scarti e di rifiuti, ma avendo effettuato delle visure camerali, abbiamo potuto constatare che si tratta prevalentemente di so-cietà appena costituite che in-tendono sfruttare la normativa italiana che prevede incentivi, per realizzare degli impianti che

producono energia elettrica e guadagnare ingenti capitali. Se queste società si fossero pre-sentate alla popolazione mo-strando i progetti, le caratteristi-che dell’impianto, parlando delle problematiche ma anticipando la strada che avrebbero percor-so per risolverle ancor prima di chiedere le autorizzazioni, dan-do a noi cittadini copia dei pro-getti per consentirci di valutare le soluzioni tecniche a garanzia della nostra salute e qualità di vita, se ci avessero rassicurato sul pieno controllo delle emis-sioni in atmosfera, magari attra-verso un sistema adottato negli impianti presenti in Germania che, tramite Internet, permette a qualsiasi cittadino di control-lare i livelli delle amissioni, ag-giornati ogni 5 o 10 minuti, se avessero fatto una qualsiasi di queste cose noi ci saremmo po-sti in maniera diversa nei loro confronti. Non lo hanno fatto!

Perché? Se una società ha in-tenzione di fare le cose “bene”, senza arrecare nessun tipo di danno ad alcuno, immaginiamo che sarebbe la prima a sentir-si spinta a creare un rapporto con i cittadini; per chi non ha nulla da nascondere la migliore arma di persuasione è la piena trasparenza; questo lo capisce anche un bambino. Queste so-cietà hanno inoltrato le proprie richieste di autorizzazione agli enti territoriali come Comune o Provincia senza prendere con-tatto con la popolazione locale. Questo è il primo passo sbaglia-to che hanno compiuto perché ci hanno indotto a pensare che si tratti di società che hanno paura ad annunciare i propri in-tenti, che non hanno la coscien-za pulita e che sono disposte a calpestare tutto e tutti pur di fare profitti. Di una società che si comporta in questo modo pos-siamo fidarci?

L’immagine della Terra i cui sono evidenziate le aree con maggiore inquinamento. A destra si nota la vasta area della Cina compresa tra le città di Pechino e Shanghai. Nel Sud dell’Africa è evidenziata l’area di Pretoria e Johannesburg. Negli Stati Uniti l’area maggiormente inquinata dalle NO2 corrisponde pressappoco agli Stati di New York e Pennsylvania.

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Poiché un impianto costa di più, quanto più è tecnologicamen-te avanzato ed accurato, so-spettando che queste società vorranno massimizzare i profit-ti contenendo il più possibile i costi, potremo mai credere che gli impianti saranno realizzati e gestiti in modo tale da non arre-care danno alla popolazione?A Rubizzano abbiamo un caso che rappresenta alla perfezione questo concetto.Quando l’8 maggio 2008 ci sia-mo recati nel costruendo im-pianto di compostaggio di Finale Emilia, abbiamo visto una strut-tura che non aveva nulla in co-mune con quella dell’impianto di compostaggio che si trova a Ru-bizzano. Vedendo le foto a lato, chiunque può rendersi conto delle differenze anche di costo. A Finale Emilia hanno speso in-

genti capitali per realizzare un impianto in regola con tutte le emissioni e pertanto comince-ranno a guadagnare più tardi, mentre a Rubizzano sembra che l’impianto sia stato ricavato da un magazzino agricolo nato per servire a scopi assolutamente diversi, quindi, grazie alla man-cata edificazione di una struttura specifica hanno probabilmente speso meno e per questo, con ogni probabilità, hanno comin-ciato a guadagnare molto presto. A Rubizzano solo da un anno a questa parte sembra che la so-cietà proprietaria stia investendo in adeguamenti, per cui in tutti gli anni precedenti il profitto è sta-to probabilmente massimizzato. Una struttura apparentemente così inadeguata che in questi anni ha danneggiato la qualità della vita di chi vi abita vicino

e che ultimamente sta creando problemi anche agli abitanti di San Pietro in Casale, la cui pro-prietà sembra aver dato inizio ai lavori di adeguamento solo per-ché costretta dalle tante azioni di protesta del “Comitato San Pie-tro e Rubizzano senza la puzza”. Ecco l’esempio più classico e negativo a cui facevo riferimen-to ad inizio articolo: un’azienda che da anni sta facendo profitti senza rispettare le persone, che solo ora spende per ridurre la puzza, che nessuna autorità ha potuto o voluto mettere in con-dizione di risolvere il problema della puzza prima di oggi, una società che non è mai stata san-zionata per i disagi a cui ha con-dannato molte persone ma che ha ottenuto le autorizzazioni per ampliare la propria attività ancor prima di aver risolto il problema della puzza. Il detto “per colpa di qualcuno non si fa credito a nes-suno” per quanto mi riguarda, in questo caso diventa: “per colpa di tutti i furbi e truffatori italiani e per colpa del comportamen-to, a mio avviso, prepotente ed irrispettoso di chi gestisce l’im-pianto di compostaggio di Ru-bizzano, di certo non ci fidiamo di queste società che hanno già sbagliato le prime mosse e che siamo più che certi che pur di guadagnare ci faranno vivere i prossimi 15 anni nella puzza di cadavere ed esposti a sostanze tossiche, nocive e cancerogene, anche se i politici di ogni grado ci vogliono convincere che è una cosa giusta, sana ed inevitabile”L’insalubrità e la pericolosità delle sostanze emesse dagli im-pianti a Biogas è documentata e certa. La normativa tenta di con-tenere l’esposizione della popo-lazione entro quantità di emis-sioni considerate “accettabili” o di cautela ma l’insidia rimane.

Nell’immagine 1 l’impianto di compostaggio aerobico di Rubizzano della Compagri che diventerà un impianto a biogas. Si notano le strutture con-sistenti in quelli che sembrano comuni magazzini. Nelle immagini 2 e 3 è visibile l’impianto di compostaggio anaerobico (in costruzione) realizzato a Finale Emilia costituito da una struttura appositamente ingegnerizzata.

Foto 1

Foto 2

Foto 3

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Negli ultimi mesi, durante i nu-merosi incontri sul tema delle Biomasse, si sono presentati a parlare quasi esclusivamente dei politici. Sindaci, assessori provinciali, assessori regionali, qualche tecnico dell’Ausl (sarà o non sarà politicizzata?) e qual-che tecnico dell’Arpa (Agenzia Regionale Prevenzione e Am-biente) o tecnici incaricati dalla società proponente.

SITUAZIONE IERI E OGGINel contesto del 37° Congresso Nazionale della Società Italiana Tumori, svoltosi a Bologna tra il 24 ed il 26 Novembre 2011, il Prof. Davide Degli Esposti - Unità Operativa Biochimica e Biologia Molecolare - Hòpital Paul Brousse - Parigi, Francia, ha esposto una panoramica sul tema “Tumori ed ambiente”: “Già gli Egizi, i Greci ed i Latini erano a conoscenza del Cancro ma solo nel ‘900 la malattia assunse una condizione Epidemica. È eviden-te che gli stili di vita e l’ambiente hanno un impatto nella dimensio-ne della patologia. Nel 2008 i nuo-vi casi di cancro al Mondo sono stati circa 12milioni di cui 7,5mi-lioni i morti e si prevede l’aumen-to del cancro nei prossimi anni. La conoscenza che l’esposizione ha effetto sull’incidenza del can-cro ha circa 200 anni. La prima osservazione scientifica avvenne a fine ‘700 quando un chirurgo londinese, Percival Pott, osservò che gli spazzacamini che erano normalmente esposti alla fulig-gine, mostravano una alta inci-denza di un tumore molto raro che era il cancro allo scroto. Solo agli inizi del ‘900 venne confer-mata la correlazione e nei primi 30 anni del ‘900 vi fu una gran-de attenzione da parte di tutta la comunità scintifica per quanto ri-guardava l’eziologia (lo studio e

Nell’immagine 2 l’Italia in cui i livelli di NO2 sono massimi nella parte nord della Pianura Padana. Le zone maggiormente inquinate vanno da Como a Treviso a Portogruaro. Sono interessate le regioni a Nord del Po, nelle quali si registrano i valori massimi mentre nelle regioni a Sud del Po si rilevano valori molto alti.

Nell’immagine 1 l’Europa e parte dell’Unione Sovietica in cui viene eviden-ziato il valore del NO2 presente nell’atmosfera. Le aree in rosso, quelle con maggiore concentrazione di NO2 si trovano nelle regioni del Belgio, dei paesi Bassi ed in parte della Germania. La Spagna presenta valori alti nel-l’area di Madrid, in Francia è Parigi ad avere i valori più alti: In unione So-vietica è l’area della città di Mosca ad evidenziare un forte inquinamento.

Immagine 1

Immagine 2

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Con questo simbolo è indicata l’area dove la AGROEN Pancaldi vorrebbe realizzare un impianto a Biogas da quasi un Mega Watt. Si troverebbe a circa 400 m dal centro di Rubizzano.

Rubizzano

l’approfondimento sul motivo per cui alcuni eventi o processi si verificano) ambientale del cancro; furono evidenziati gli effetti cancerogeni di idrocarburi poli-ciclici, dell’arsenico, di agenti fisici come i raggi ul-travioletti e c’erano report in cui si sottolineava come le cause ambientali risiedessero nelle condizioni di vita e potessero quindi essere evitate cambiando le condizioni di vita stesse.Per le sfide del presente è importante che per la pre-venzione primaria si diminuisca l’esposizione agli agenti cancerogeni, specie per la fascia dei bambini e degli individui più vulnerabili. In Italia c’é un aumen-to dell’incidenza dei tumori infantili del 2% all’anno. Grazie al miglioramento delle terapie, circa il 75% raggiunge l’età adulta ma se eliminassimo le cause primarie di cancro non miglioreremmo solo la situa-zione della popolazione pediatrica ma riusciremmo a migliorare anche la qualità di vita futura. Queste evi-denze sono state confermate sperimentalmente in diversi studi dall’Istituto Ramazzini come, per esem-pio, quelli sul Cloruro di Vinile, l’Alcol etilico, l’Acetato di Vinile e l’Aspartame in cui si dimostra come l’espo-sizione durante la vita fetale sia un fattore chiave per l’aumento delle incidenze. In effetti l’esposizione a sostanze di questo tipo induce un aumento di linfo-mi e leucemie nei ratti femmina indipendentemente dall’inizio dell’esposizione, ma quando l’esposizione inizia durante la vita fetale, l’aumento di incidenza passa dal 18% al 31% e l’insorgenza è anticipata. Questi studi dimostrano come l’eliminazione di fatto-ri cancerogeni durante la vita fetale può portare alla

diminuzione di oltre il 40% dell’incidenza delle leu-ceme nell’età adulta. Negli ultimi dieci anni abbiamo compiuto molti progressi nello studio della relazione tra genoma umano ed ambiente. A seguto di studi sono stati trovati circa 150 regioni associate ad una aumentata suscettibilità individuale in circa una ven-tina di tumori specifici. Il messaggio di sanità pub-blica che viene da questi studi è che probabilmente la popolazione con suscettibilità genetica a cancro è più ampia di quello che ci siamo figurati fino ad ora, quindi è necessario prendere in considerazione questi fattori per definire dei limiti di esposizione e contaminazione ambientale più stringenti in modo da proteggere l’intera poplazione”.

RICHIESTE PER IL FUTUROVorremmo che i Politici-Amministratori, locali, nazio-nali e mondiali, prima di prendere qualsiasi decisio-ne, prendessero la sana abitudine di ragionare con il cuore e la smettessero di decidere in funzione di calcoli, statistiche e cifre. Ragionando con la calco-latrice, prima o poi, si finisce per calpestare dei diritti fondamentali, come per esempio il diritto alla salute. Si rischia di innescare meccanismi irreversibili a dan-no di tutti.La nostra richiesta è che i Politici-Amministratori prendano veramente coscienza delle proprie respon-sabilità e capiscano se stanno sbagliando prima di sbagliare, non si prestino a speculazioni tanto peri-colose e, se non sono in grado di soddisfare queste nostre richieste, se ne vadano.

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Con il termine “energie rinnovabili” si comprendono quelle forme di energia generate da fonti di energia

che hanno la particolarità di rigenerarsi e non sono “esau-ribili” e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Le “rinnovabili” sono fonti energetiche alternative alle tradizionali fonti fos-sili e molte di esse hanno la prerogativa di essere anche “pulite” ovvero di non immettere nell’atmosfera sostanze nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO2. Tra le fonti rinnovabili “pulite” si contano quelle derivate dal sole, dal vento, dal mare e dal calore della terra ma NON le BIOMASSE. Le biomasse, inserite tra le energie rinno-vabili, possono essere sia a combustione diretta che a bio-gas. Gli impianti a combustione diretta emettono sostanze considerate altamente tossiche e cancerogene mentre gli impianti a biogas ricavano gas, prevalentemente metano, dalla fermentazione di materia vegetale ed animale; il gas composto prevalentemente da metano alimenta un moto-re a cilindri che, facendo ruotare un generatore, produce elettricità. La combustione del Biogas da parte dei motori produce le sostanze indicate qui a destra.

Nella pianta sono raffigurate le regioni europee diversificate dal colore in funzione dell’incidenza dei Tumori maligni della laringe, trachea, bronchi e polmoni. Mortalità standardizzata per età nei mas-chi di tutte le età. Eurostat 1994-1996

Grafico che evidenzia come il Biogas contenga una alta percentuale di gas diversi dal metano. Compo-sizione tipica del Biogas. dove Methan = Metano, CO2 = Anidride Carbonica, N2 = L’Azoto moleco-lare (N2, composto di due atomi di azoto) è un gas incolore, inodore, insapore e inerte che costituisce il 78% dell’atmosfera terrestre (è il gas più diffuso nell’aria); O2 = Ossigeno molecolare, altro. Durante la combustione nella camera di scoppio dei mo-tori, ad alte temperature, le molecole di azoto (N2) si dissociano in azoto atomico che risulta invece estremamente reattivo a contatto con ossigeno (a sua volta atomicamente dissociato) portando alla formazione di NO. La sigla (NOx) identifica in modo collettivo gli Ossidi di azoto che si producono come sottoprodotti durante ogni combustione che avvenga utilizzando aria.Gli ossidi di azoto sono considerati sostanze inquinanti dell’armosfera. Alcuni di essi in presenza di radiazione solare possono reagire con l’ossigeno formando ozono e altri composti del cosiddetto smog fotochimico se in presenza anche di idrocarburi incombusti (HC). Il triossido ed il pentossido di azoto sono solubili in acqua e con l’umidità atmosferica possono formare acido nitroso e acido nitrico, entrambi presenti nelle cosiddette “piogge acide”.

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di Marco Alberghini

Il 13 ottobre 2011, presso il Comune di San Pietro in Casale si è tenuta la terza riunione della Com-

missione temporanea per il monitoraggio degli im-pianti di produzione d’energia da fonti rinnovabili e trattamento rifiuti di cui, qui di seguito, riportia-mo fedelmente un dialogo avvenuto fra tre com-ponenti della Commissione ed il Sindaco Brunelli. (riferimento audio-registrazione 2:03:48)Domanda rivolta al Sindaco Brunelli, da parte di una Prima componente della Commissione: “L’Amministrazione Comunale ha un orientamen-to favorevole sulle biomasse?” Brunelli: “Ma certo che abbiamo un orientamento favorevole, scusate-mi, io c’ho un orientamento favorevole, favorevole in generale sulle biomasse”. Prima componente: “Questo orientamento favorevole è determinato da un’indagine attraverso la popolazione del Comu-ne o è un’orientamento personale?” Brunelli: “Un orientamento personale, di questa Amministrazio-ne! Ma stiamo scherzando?” Prima componente: “L’orientamento personale dovrebbe essere messo da parte ad un certo punto perché l’Amministrazio-ne Comunale è rappresentativa della cittadinanza, se una quantità X della cittadinanza è contraria a questo genere di impianti, l’Amministrazione Co-munale si deve far portavoce non solo della mag-gioranza del 50% della popolazione che dice sì agli impianti, deve farsi portavoce anche di quella parte della popolazione che dice no, in eguale misura”. Brunelli: “Ci sono organi eletti con una democratica situazione che hanno l’indicazione, dal voto popola-re, di andare avanti, dopodichè, come dico spesso, passati cinque anni, noi tutti Consiglieri Comunali ci dobbiamo rimettere al voto e qualcuno deciderà di conseguenza”. Prima componente: “Ma questo argomento non era in auge qualche tempo fa”. Bru-nelli: “Fa lo stesso, fa lo stesso, su questa stessa

base perché non posso dire le stesse cose a Berlu-sconi? Non funziona così, mi piacerebbe poter dire a Berlusconi vattene da lì perché stai facendo delle cose... o vattene... o fai le cose che dico io perché la maggior parte dei cittadini vorrebbe qualcosa di diverso, ma purtroppo non funziona così. Finché il Governo tiene, quella situazione terrà e lui potrà fare quello che vuole e qui, da questo punto di vista è la stessa identica cosa.” Prima componente: “Io non la vedo così: “potrà fare quello che vuole” è una considerazione ottusa perché se io sono a capo di un’Amministrazione Comunale e faccio quello che voglio, non faccio il bene dei cittadini, non devo fare quello che voglio, devo fare quello che è in co-scienza della maggior parte dei cittadini”. Brunelli: “Non è così, no, non funziona così, non è il mio mandato, io ho avuto una delega a fare determina-te cose, se dovessi essere conseguente a questo, nel mio Mandato Amministrativo che hanno votato, c’era scritto delle cose sulle energie rinnovabili, poi stanno succedendo altre cose, però...” Secondo componente: “Posso farti una domanda? (al sin-daco Brunelli) Nel Programma Elettorale di questa Amministrazione, l’Energia rinnovabile e le Biomas-se, c’é nel programma?” Brunelli: “Assolutamen-te Si!” (riferimento audio-registrazione 2:17:21) Alberghini: “Poniamo il caso che la popolazione sia all’80% contraria agli impianti a biomasse, lei cosa fa?” Brunelli: “Io continuo ad andare avanti, le prossime elezio-ni possono cambiare tranquilla-mente il voto!”

>> Letto questo dialogo, purtroppo devo dire che nelle Linee Programmatiche di Mandato non si trova nessun riferimento alle Energie rinnovabili ed alle Biomasse. >> Nel Programma “Le tue Idee per San Pietro in Casale” diffuso dalla Lista “Progetto per San Pietro

Alberghini - “Poniamo il caso che la popolazione sia all’80% contraria agli impianti a biomasse, lei cosa fa?” Brunelli - “Io continuo ad andare avanti, le prossime elezioni possono cambiare tranquillamente il voto!”

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in Casale 2009” in occasione delle elezione del 6 e7 giugno 2009, non si trova traccia di quanto detto dal Sindaco Brunelli su Energie rinnovabili e Biomasse.>> Anche nel numero di giugno 2009 di Orizzonti non si trova nessun accenno alle Energie rinnova-bili o alle Biomasse. Chiunque può verificare i tre documenti pubblicati al-l’indirizzo http://marcoalberghini.wordpress.com/

Noi di Consenso Comune, purtroppo, non siamo sorpresi dalla evidente differenza tra quanto af-fermato dal Sindaco Brunelli e quanto effettiva-mente riscontrato nella realtà, quello che ci colpi-sce e ci indigna è l’atteggiamento di superiorità e di presunzione che spesso lo accompagna.

L’articolo 1 dello Statuto Comunale - “Ruolo e fi-nalità del Comune” - al comma 6, lettera F, dice:

«Il Comune uniforma la propria azione ai seguenti principi e valori: difesa dell’ambiente e della quali-tà della vita, tutela del territorio come bene da pre-servare». Il Sindaco ha il dovere di tutelare la qualità della vita e l’ambiente dove vivono i cittadini che lo han-no eletto e, chiaramente, a loro deve rispondere.Il Sindaco Roberto Brunelli, il 23 dicembre 2010, ha sottoscritto, accettandolo, l’accordo per la ricon-versione dell’area ex zuccherificio che prevede la realizzazione di almeno quattro centrali (un biodi-gestatore per la produzione di energia elettrica e termica, un impianto di spremitura di olii vegetali per la successiva combustione e produzione di energia elettrica e termica, una caldaia a combu-stione di biomasse con turbina per la produzione di energia elettrica e termica, un pirogassificatore che attraverso una particolare forma di combustione di materiale genera energia termica e successiva-mente elettrica, ed infine un impianto fotovoltaico). A parte l’impianto fotovoltaico si tratta di impianti che funzioneranno bruciando tonnellate di materiali vari o ricavando gas metano dalla decomposizio-ne delle materie organiche. Progetto ben diverso da quello originario di produzione di contenitori per alimenti in cellulosa biodegradabile, per cui questa maggioranza si era impegnata durante la cam-pagna elettorale. Riportiamo dal programma di Brunelli: «Il consolidamento degli insediamenti pro-duttivi deve privilegiare le attività che offrono lavoro stabile, che danno spazio alla ricerca, che puntano sull’adozione di processi innovativi a basso impatto ambientale e a basso consumo energetico». Conti-nuava: «...arrivare alla completa bonifica delle aree -ex zuccherificio- e alla destinazione di esse ad attività commerciali per prodotti non alimentari, verificando-ne la compatibilità con l’assetto ecologico comples-sivo dell’area». Durante il Consiglio Comunale del 26-11-2010 il Sindaco ha illustrato ai Consiglieri la situazione della SFIR ed ha chiarito che «Nella mia

sollecitazione, che ho fatto in quella giornata, ho det-to che questa Amministrazione è pronta a qualsiasi ragionamento all’interno di quel comparto, poiché ovviamente quello richiesto sia tutto ed esclusiva-mente di tipo manifatturiero industriale, o legato co-munque ad esso; non siamo ovviamente disponibili ad altre forme alternative, però chiediamo in questo caso un rispetto dei tempi, vincolato alla firma di qualsiasi altra situazione». Il Sindaco Brunelli, soli 27 giorni dopo firmava l’accordo di riconversione di quell’area in cinque impianti di cui tre a combustio-ne di biomasse.Capite la nostra grande difficoltà nel rapportarci con questo gruppo dirigente? Perché dicono una cosa e poi fanno quello che gli pare. Stanno “tra-dendo” -politicamente- soprattutto i propri elettori.

Nelle Linee Programmatiche di Mandato di questa Amministrazione, condivisibili, al punto che noi di Consenso Comune le abbiamo votate, il Sindaco Brunelli, in tema di Partecipazione, Trasparenza e Comunicazione ha preso questo impegno: «Un’ef-ficace politica della comunicazione deve essere ca-pace anche di ascoltare, per capire, per consentire all’amministrazione di governare meglio assieme alla comunità e per verificare il livello di soddisfazione dei cittadini stessi»; benissimo. Quando il 23 dicembre 2010 Brunelli ha sottoscritto quell’accordo aveva consultato ed ascoltato i cittadini di San Pietro in Casale per sapere se fossero d’accordo con quel-la decisione? Dopo l’esperienza disastrosa lunga otto anni che dal compostaggio di Rubizzano ha appestato l’aria e la nostra vita, veramente pensa-va di fare una cosa giusta per noi cittadini di San Pietro in Casale dando il via a quegli impianti?A mio avviso, il Sindaco Roberto Brunelli ha politica-mente tradito i propri elettori in quanto ha ottenuto i voti con un programma e una volta eletto ha fatto ciò che gli pareva senza consultare la popolazione. Ecco perché lo riteniamo politicamente inadeguato ed inaffidabile, come avevamo già scritto nel numero di SOS Comune di agosto 2010. Pensiamo che il Sindaco Brunelli non ha il man-dato per prendere tali decisioni senza aver prima informato approfonditamente la popolazione e poi aver attivato una consultazione popolare capillare. Lo Statuto Comunale, all’art.9 prevede la Consul-tazione Popolare, al comma 2 si legge: «La consul-tazione popolare può essere promossa dalla Giunta (Sindaco ed Assessori), dalla maggioranza dei com-ponenti il Consiglio Comunale .....». Non ci risulta che il Sindaco e tantomeno i Consiglieri di maggio-ranza abbiano manifestato l’intenzione di consul-tare i cittadini, anzi, l’atteggiamento con cui stanno gestendo questa emergenza, dà la netta impres-sione che, in fondo, non vogliano essere vincolati nelle “proprie” decisioni, magari proprio da un pa-rere negativo degli stessi cittadini. Se avessero vo-

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luto, avrebbero potuto consultare la popolazione, magari attraverso un breve questionario, inserito senza costi, sul giornale comunale l’Orologio.>> È inaccettabile che un Sindaco, pur avendo un mandato di governo si dimostri tanto disinteressa-to ed indifferente rispetto al pensiero ed alle volon-tà dei cittadini. È evidente che non gli interessa ciò che pensano i cittadini che lo hanno eletto. Dove sono finite le promesse di “ascolto dei cit-tadini” fatte durante la campagna elettorale?Il Sindaco Brunelli afferma che, in pratica, decide in piena autonomia e dà per scontato che il suo ope-rato sarà giudicato solo nel 2014, quando si voterà il nuovo Consiglio Comunale ed il nuovo Sindaco. Credo, invece, che per temi come questo, così de-licato e basilare, sia giusto e “democratico” che un Sindaco consulti la popolazione prima di prendere qualsiasi decisione perché gli impianti, una volta realizzati potrebbero condizionare il nostro territo-rio per almeno 15 anni.

Il Sindaco Brunelli, a mio parere, è stato poco chiaro anche con i Consiglieri di maggioranza. Dal verbale del Consiglio Comunale del 26-11-2010 (un mese prima che sottoscrivesse il progetto di riconversio-ne con la SFIR), ecco come il Sindaco BRUNELLI descrive il progetto della stessa Sfir, alternativo a quello di uno stabilimento che doveva produrre va-schette biologiche per derrate alimentari;«Come stavo dicendo, però (la Sfir) ha presentato questo progetto alternativo, che fa perno su un nu-cleo di produzione di materiale per le nuove tecno-logie ecosostenibili. In sostanza avrebbero realizzato un cuore vero e proprio di stabilimenti che possa-no produrre energia con strumenti alternativi, bio-gas, olio di colza, e nello stesso tempo essere zona di produzione per questo tipo di materiale, cioè per i motori, o per pezzi di motori che lì possono anche essere fatti vedere come funzionano. Questo nucleo dovrebbe poi dare elettricità, calore, anche alla par-te di insediamento produttivo che è prevista nel PSC attuale; chiederebbero un ampliamento della possibi-lità di edifici industriali nella zona, collegata appunto a questa possibilità di realizzare questo nucleo ope-rativo di bioenergia. Inoltre avrebbero un progetto di realizzazione di campi di fotovoltaico sulle zone delle ex vasche»Non bisogna essere psicologi o esperti della co-municazione per capire che il Sindaco Brunelli ha utilizzato la seguente frase «stabilimenti che pos-sano produrre energia con strumenti alternativi, bio-gas, olio di colza, e nello stesso tempo essere zona di produzione per questo tipo di materiale, cioè per i motori, o per pezzi di motori che lì possono anche essere fatti vedere come funzionano» per parlare del tema senza far troppo capire che cosa si sarebbe effettivamente realizzato. Ha citato le “nuove tecnologie ecosostenibili” non

ha pronunciato i termini “centrali” o “biomasse” e tantomeno la potenza di 1 megawatt, è riuscito a non pronunciare il termine “combustione” forse lo ha evitato perché avrebbe spaventato. Ha detto produrre energia con strumenti alternativi, biogas, olio di colza (due immagini abbastanza rassicuran-ti poiché tutto ciò che è bio è buono e naturale e perché l’olio riporta a qualcosa di naturale) ma non ha detto bruciando olio di colza o facendo im-putridire materiale organico. Non ha citato né l’im-pianto di pirogassificazione né l’impianto a cippato che appena un mese dopo ha avallato. Poi, forse per imprimere maggiormente l’impressione di un Polo poco più che sperimentale, ha aggiunto «nello stesso tempo essere zona di produzione per questo tipo di materiale, cioè per i motori, o per pezzi di mo-tori che lì possono anche essere fatti vedere come funzionano».Per non dire che i quattro impianti sono vere e pro-prie centrali elettriche e che immetteranno elettrici-tà in rete, il Sindaco Brunelli, ha aggiunto «Questo nucleo dovrebbe poi dare elettricità, calore, anche alla parte di insediamento produttivo che è prevista nel PSC attuale». Non si è mai sentita nessuna per-sona parlare in modo tanto equivoco, sibillino e fuorviante. Provate voi a fidarvi di quello che dice il Sindaco Brunelli.Poiché questo discorso è stato fatto a tutti i com-ponenti del Consiglio Comunale, a mio avviso, l’obiettivo del Sindaco Brunelli era di informare, ma il meno possibile, anche e soprattutto i Consiglieri di maggioranza. Per noi di Consenso Comune che andiamo al sodo delle questioni nel minor tempo possibile e nel modo più chiaro ed inequivocabile, è estremamente difficile rapportarci con una persona con quel tipo di comportamento e di personalità. Non ci è dato sapere se gli undici Consiglieri di maggioranza siano tutti egualmente considerati dal Sindaco ma la nostra impressione è che non lo sia-no. Sospettiamo che in diversi casi, i Consiglieri di maggioranza, probabilmente non adeguatamente informati, abbiano appreso dell’esistenza di un pro-blema da noi di Consenso Comune o dai cittadini più o meno organizzati. Da parte dei vertici politici della maggioranza, constatiamo l’abitudine di esporre gli argomenti in modo attenuato, ricorrendo ad una co-municazione che intorpidisce e rassicura oltremodo i cittadini. Possibile che i Consiglieri di maggioranza non si accorgano di questo modo di gestire il rapporto con la popolazione, così distante dai più elementari metodi democratici e dai propri impegni elettorali? A questa Amministrazione manca la coerenza con le proprie Linee Programmatiche di Mandato, man-ca la trasparenza, la vera partecipazione e l’ascol-to delle persone, manca l’evidenza di una gestione fatta pro-cittadini. Questi Consiglieri, politicamente parlando, ci appaiono in ostaggio delle decisioni del Sindaco. Ci troviamo di fronte ad una direzio-

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ne politica che, a mio avviso, come già dichiarato in altri articoli su questo giornale, ha troppo poco di democratico e di giusto, che è gravemente di-stante dalla popolazione, disinteressata a capirne le esigenze, i timori, le emergenze ed il desiderio di un futuro sereno e sicuro, specie per i propri figli. Inoltre, questi Consiglieri di maggioranza danno la netta impressione di non tenere affatto al futuro del proprio partito politico, poiché anche un bam-bino capirebbe che sul tema delle biomasse, ge-stito come lo sta gestendo il Sindaco Brunelli, nel 2014 probabilmente non raccoglierenno consensi e, siccome non possiamo credere che siano d’ac-cordo con questo modo arrogante di decidere, mi domando cosa li stia bloccando.

Quanto detto fino ad ora non c’entra con quello che ciascuno di noi sa o pensa degli impianti

a Biomasse. Noi di Consenso Comune non vogliamo che il no-stro territorio venga invaso da una moltitudine di centrali autorizzate all’italiana, realizzate all’italiana, gestite all’italiana, controllate all’italiana, la cui fu-tura gestione potrebbe renderci la vita impossibile. Siamo d’accordo con i principi indicati dalle norme europee che prevedono la realizzazione di impianti che utilizzano esclusivamente scarti e siamo asso-lutamente contrari all’utilizzo di mais o altri prodotti coltivati appositamente per ricavarne energia. HERAmbiente S.p.A. e GAL.A S.p.A. (la Società che gestisce la discarica di Galliera), nel mese di Marzo 2011 hanno congiuntamente chiesto la “Sopraeleva-zione della discarica di rifiuti non pericolosi di Gal-liera”. Nella voluminosa documentazione, si legge: «Di seguito, si elencano le modifiche richieste dal Gestore nella documentazione presentata, rispetto alla situazione autorizzata», al punto C.5 si trovano le «MODIFICHE RICHIESTE PER LA GESTIONE DELLA DISCARICA» in cui compare questo nuovo codice: «190606 Digestato prodotto dal trattamen-to anaerobico di rifiuti di origine animale o vegeta-le». Questo documento è molto importante in quanto il “digestato” è ciò che rimane dopo che il mais, il sor-go o il triticale, al termine di un processo di circa 30 giorni, durante i quali hanno generato gas metano, divengono in parte materiale secco e biostabilizzato simile al compost ed in parte una sostanza che può rappresentare un eccellente fertilizzante. Le centrali a biogas che interessano il nostro territorio impie-gano prevalentemente mais che notoriamente è un vegetale. Chi sarà a produrre del digestato di origine mista vegetale e animale? Abbiamo il dubbio, an-che a causa di questo documento, che in futuro queste centrali potrebbero utilizzare non più solo mais ma anche la componente umida dei rifiuti solidi urbani -che contiene materia organica di ori-gine animale- quei rifiuti che noi portiamo nei casso-netti. Considerata la possibilità che quanto ipotizzato

potrà avvenire in futuro, noi di Consenso Comune, in alternativa all’accettazione “passiva” dell’invasione delle centrali a biomasse, proponiamo che l’Ammi-nistrazione decida di realizzare una propria centrale a biogas (del tipo che non brucia materia organica), che utilizzi esclusivamente gli sfalci, le potature, la frazione organica dei rifiuti domestici o industriali, rifiuti da cucina da raccolta differenziata e rifiuti da giardino, prodotti in un anno nel nostro comune e non utilizzando mais coltivato appositamente. Realizzata con i criteri che garantiscano l’assoluto rispetto della salute umana e senza intaccare la qualità della vita, senza lesinare spese per assicurare il minor impatto ambientale e dimensionata per rispondere comple-tamente (ma senza superarle) alle esigenze di smal-timento dei rifiuti appena descritto. In questo modo i cospicui profitti degli impianti a biogas - si parla di molti milioni di euro nel periodo di 15 anni - rimarreb-bero direttamente o indirettamente all’Amministra-zione Comunale che potrebbe utilizzarli per garantire o migliorare i propri servizi, le strutture e magari per contenere la tassazione comunale. Potrebbe essere anche un modo per ridurre i costi del servizio di net-tezza urbana. L’investimento potrebbe essere recu-perato in alcuni anni e la redditività sul capitale inve-stito risulterebbe molto interessante. Chiaramente, questo progetto, dovrebbe essere supportato da un Piano Energetico Comunale, che gli Amministratori che ci sono capitati non hanno ancora predisposto, e dovrebbe escludere la realizzazione di qualsiasi altra centrale che non sia quella comunale.Perché questi Amministratori non hanno pensato di procedere in questo senso? Perché sembrano favorire la realizzazione di queste centrali che non portano benefici al comune ma creano senza dub-bio problemi? I 2652 elettori che, rispettabilmente, hanno dato la propria fiducia all’attuale maggioranza, sono d’accor-do con le scelte di questi Amministratori? Si sentono rappresentati e tutelati? Pensano che ci sia coerenza con il programma presentato nel 2009? Ritengono che sia questo un modo democratico di amministrare la nostra comunità? Gli elettori che hanno espresso una preferenza si sentono tutelati dai Consiglieri nei quali hanno riposto la propria fiducia? Possiamo fi-darci del Sindaco che da tempo sostiene che l’auto-rizzazione agli impianti viene data dalla Provincia e che lui non può farci nulla e poi si dichiara personal-mente favorevole e che “andrà avanti” anche con-tro l’eventuale parere contrario della cittadinanza?Chiamo i cittadini a riflettere attentamente su que-sti fatti e a chiedere chiarimenti a questi Ammini-stratori. Segnalo che nelle prossime settimane, si svolgeranno varie Conferenze dei Servizi durante le quali il Sindaco potrà dare il “proprio” parere fa-vorevole, dopodichè, per noi cittadini non rimarrà che sperare che i numerosi impianti sul nostro ter-ritorio non daranno mai problemi.

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È nostra opinione che tra i tipi di persone politicamente attive vi sia-no gli idealisti e gli opportunisti.Le persone idealiste si adopera-no con impegno e costanza per realizzare un ideale di società, di gestione politica che secon-do loro è più giusto ed equo per tutti. Sono le persone che più facilmente, senza che se ne ren-dano conto, vengono sfruttate e strumentalizzate. Sono intima-mente appagate di “servire” al proprio ideale ed al sistema ma altrettanto spesso sono le sole a “pagare” quando qualcosa non funziona come dovrebbe. A loro, di qualsiasi parte politica esse

siano, va riconosciuto l’impegno spesso abbinato alla integrità morale, nonostante in molti casi credano di lavorare per un pro-getto comune mentre, in realtà, stanno rendendo un prezioso servizio a pochi.Le persone opportuniste si ado-perano con impegno per realiz-zare un ideale di gestione politica che secondo loro è più giusto e vantaggioso per loro stesse. Tra quelle opportuniste, spesso si trovano persone che, pur aven-do un pensiero politico opposto a quello radicato nel territorio, con il fine di procurarsi e preser-vare un proprio vantaggio, sono capaci di dissimulare la propria vera natura e di trasformarsi, in-

dossando lo stemma giusto per quel luogo, così da avere aperte le porte giuste ed essere accolte invece che contrastate.La mia personale opinione è che a San Pietro in Casale di persone corrispondenti a quest’ultima ca-tegoria ce ne siano troppe e da troppo tempo.I Consiglieri di maggioranza (esclu-so il Prof. Virzì che si è chiaramen-te dissociato) corrono il serio ri-schio di essere associati ad una di queste categorie. Sembrano non rendersi conto che quando questi impianti saranno in funzione, se creearanno dei disagi dovuti alla puzza o problemi sanitari dovuti alle esalazioni o alle nanopolveri, agli occhi dell’opinione pubblica,

BIOMASSE - LE RESPONSABILITà DEI CONSIGLIERI COMUNALI DI MAGGIORANZA

Roberto Brunelli Sindaco di San Pietro in Casale

Silvia PassariniCapogruppo

MauroMarchesi

AndreaPinardi

SerenaNappi

In una comunità dove le scelte, da quelle meno incisive a quelle più impor-tanti, vengono prese da un ristretto numero di persone, è opportuno che i cittadini sappiano chi sono queste persone. Il Consiglio Comunale è l’or-gano politico del Comune ed è composto da cittadini eletti dal popolo che ricoprono il ruolo di Consiglieri Comunali. La loro responsabilità “politica” è rilevante anche per quei temi, come gli impianti a Biogas e Biomasse, in cui il parere favorevole o contrario non passa per il loro voto ma viene espresso dal Sindaco. I Consiglieri, specie quelli di maggioranza, non pos-sono sottovalutare un argomento tanto rilevante e serio per le persone e per il territorio e devono essere ben consci delle proprie responsabilità.

Le immagini dei Consiglieri sono tratte dal Sito Istituzionale del Comune.

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la colpa sarà anche e soprattutto loro, che non avranno saputo o voluto gestire bene la fiducia che i cittadini gli hanno dato con il voto.Non ci è dato sapere se gli undici Consiglieri di maggioranza siano tutti egualmente considerati dal Sindaco ma la nostra impressio-ne è che non lo siano. Non sap-piamo con certezza se il Sindaco informa tutti egualmente dei pro-blemi e delle possibili decisioni che sarà necessario prendere ma ogni tanto la nostra impressio-ne è che quasi tutti i consiglieri, apprendano da noi di Consenso Comune l’esistenza di un pro-blema del quale non erano stati adeguatamente informati. Per noi di Consenso Comune è drammati-camente facile constatare l’abitu-dine dei vertici politici della mag-gioranza di dipingere gli argomenti in modo attenuato, ricorrendo ad una comunicazione che intorpidi-sce e rassicura oltremodo i citta-dini; possibile che i Consiglieri di maggioranza non si accorgano di questo modo di gestire il rapporto con la popolazione, così distante dai più banali metodi democratici e dagli obiettivi delle Linee Pro-grammatiche di Mandato? Manca la coerenza con le linee programmatiche di mandato, manca la trasparenza, manca la vera partecipazione dei cittadi-ni, manca l’ascolto dei cittadini, manca l’evidenza di una gestio-ne fatta pro cittadini. Possibile che nessun Consigliere se ne accorga?

Per la verità le differenze tra i Consiglieri di maggioranza si ve-dono eccome.Tornando alla questione biomas-se, se i consiglieri nella quasi totalità non hanno dimostrato perplessità o timori rispetto alle decisioni e posizioni assunte dal Sindaco, vuol dire che sono d’accordo.Possibile che non sia venuto loro qualche dubbio sulla opportuni-tà di sostenere l’affare biomas-se? Possibile che non abbiano fatto delle riflessioni su possibili problemi ambientali, esistenzia-li e patrimoniali, sanitari a breve e a lungo termine dei cittadini? Stento a credere che non vi sia-no state delle riflessioni personali, ma ciò che importa è che in Con-siglio Comunale non sono state espresse. Le scelte fatte dal Sin-daco prima e le linee di gestione del territorio previste per il futuro sono quanto di più delicato e sen-sibile si possa pensare quando si parla di programmazione politica. Queste scelte potrebbero deva-stare per decenni il nostro territo-rio, la nostra economia, la nostra salute, il nostro futuro, le nostre speranze. Vedendo i Consiglieri accompagnare il Sindaco nel suo programma di gestione, con il proprio voto scontatamente favo-revole ci si domanda se si rendo-no conto della responsabilità che si assumono nel momento in cui alzano la mano per dire Sì. È evidente che si fidano cieca-mente di chi guida, altrimenti in

qualche occasione qualche con-sigliere si sarebbe opposto a cer-te decisioni anche se queste non sarebbero dovute passare per il voto del Consiglio Comunale. Poiché quasi nessuno dissente con l’Amministrazione, risulta-no tutti convinti che le biomasse non costituiscano un problema e si assumono la responsabilità di supportare l’Amministrazione nel-la propria idea di gestione, mentre noi di Consenso Comune pensia-mo ogni male di questa invasione e per questo riterremo i Consiglieri di maggioranza responsabili, poli-ticamente e moralmente, di ogni problema futuro a breve medio e lungo termine che si dovesse verificare, riconducible in modo certo alle scelte avallate ieri, oggi e domani da questa Amministra-zione. Per non dimenticare chi riterremo i responsabili della pre-senza delle centrali a biomasse sul nostro territorio, come gruppo di minoranza, assoceremo ognu-na di queste centrali ai nomi del Sindaco Roberto Brunelli, ai nomi dei consiglieri Silvia Passarini, Mauro Marchesi, Andrea Pinardi, Serena Nappi, Stefania Ravaioli, Anna Maria Masetti, Antonio Sel-litto, Valentina Bellisario, Annalisa Lanzoni ed Enrico Fregna. A loro assoceremo ogni singola centrale con la speranza che non si veri-fichino mai problemi di nessuna natura; diversamente sapremo ricordare chi oggi, anche solo passivamente, se ne è assunto la responsabilità politica.

StefaniaRavaioli

Anna MariaMasetti

AntonioSellitto

ValentinaBellisario

AnnalisaLanzoni

EnricoFregna

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BIOMASSE: Responsabilità di PDL+Lega Nord

I Consigli comunali e le Com-missioni sono state occasioni

in cui abbiamo potuto osserva-re il comportamento del gruppo PDL-Lega nei suoi rapporti con noi di Consenso Comune, con i Consiglieri di maggioranza, con il Sindaco e con i componenti del Comitato San Pietro e Rubizzano senza Puzza.Le dinamiche personali ed istitu-zionali, a nostro parere non sono cambiate affatto. Specie tra la Capogruppo Consigliera Sabina Frisario ed il Sindaco, al di là di una artificiosa contrapposizione formale e di superficie, la con-cordanza e l’armonia sembrano essere quelle di sempre. In merito al tema delle biomas-se, la Consigliera Frisario ha più volte ricordato che è suo il merito di aver richiesto la com-missione congiunta Ambiente e Sanità, finalizzata ad istituire la “Commissione temporanea per il monitoraggio degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e trattamento rifiuti”, cosa per altro vera, ma si guarda bene dal raccontare le volte in cui ha agito in modo da indebolirne le funzioni ed i poteri.

È nostra impressione che dopo aver ricevuto un rifiuto da parte-del Comitato, la Frisario abbia ini-ziato a sostenere che il Comitato era ed è politicizzato.Durante la stesura del Regola-mento che disciplina l’attività del-la Commissione di monitoraggio, la consigliera ha più volte aggiun-to regole che di fatto andavano a limitare i poteri della stessa Commissione. A nostro avviso in piena sintonia con le preferenze dell’Amministrazione favorevole agli impianti.In occasione del Consiglio Comu-nale in cui il Prof. Salvatore Virzì, membro del Consiglio Comunale nel gruppo di maggioranza, ha presentato un proprio Ordine del Giorno sul tema delle Biomasse, durante la relazione del Consi-gliere Virzì, la Consigliera Frisario ha messo in atto un comporta-mento che noi riteniamo di delibe-rato disturbo all’intervento stesso, lamentando che non venivano ri-spettati i tempi stabiliti dal Rego-lamento del Consiglio Comunale. Alla protesta della Consigliera Frisario ha fatto seguito la rea-zione del Sindaco Brunelli (Pre-sidente del Consiglio Comunale)

che ha recepito le lamentele della Consigliera Frisario e, in un paio di riprese, ha contenuto il tempo per la relazione, tanto che per il Prof. Virzì non è stato possibile completarla. Il nostro giudizio politico del gruppo di minoranza PDL+Lega Nord è profondamente negativo in quanto sembra anteporre le proprie finalità politiche alle logi-che di rispetto dei diritti dei citta-dini. Ancora più negativo il giudi-zio sul metodo che, in un primo tentativo di assoggettamento del Comitato ci è sembrato velata-mente ricattatorio e ultimamen-te, sempre nei confronti del Co-mitato, lascia intravedere quelli che per noi sono atteggiamenti vendicativi.

Sabina Frisario (Capogruppo)

LadislaoMargiotta

Le immagini dei Consiglieri sono tratte dal Sito Istituzionale del Comune e dal profilo Facebook.

Nei rapporti tra le varie forze politiche locali, l’Amministrazione comunale ed il Comitato “San Pietro e Rubizzano senza Puzza”, a nostro avviso, il comporta-mento politico della Consigliera Frisario è stato subdolo. Dopo aver constatato che il Comitato non sarebbe mai stato disponibile ad assoggettarsi a nessun pa-trocinio politico, la Consigliera Frisario sembra avergli dichiarato guerra, crean-do ripetutamente le condizioni per ostacolarne il lavoro. È nostra chiara impres-sione che si sia verificata la condizione: “se non ti posso avere, ti combatto”. Per noi, il comportamento politico della Consigliera Frisario non è facile da interpretare poiché ci risultano ancora oscuri i princìpi fondanti a cui fa rife-rimento ma, nello stesso tempo, ci risulta prevedibile il suo non essere mai in contrasto con l’Amministrazione. In merito alle Biomasse, ci sembra fedel-mente impegnata a facilitare il cammino dell’Amministrazione.

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di Marco Alberghini

Questo articolo è, con ogni pro-babilità, il più delicato del giorna-le rispetto al tema delle biomasse. I cittadini, in questa vicenda sono indubbiamente le sole vittime, “sa-crificate” per assicurare imponenti profitti ai pochi soci in questo affare

milionario ma, i cittadini, sono anche responsabili del proprio destino. Come sarà la loro vita tra un mese, tra un anno o tra dieci anni dipende asso-lutamente dai cittadini, anche se i più non si rende conto di questo.I cittadini che si sono attivati ribellandosi alla puzza inflitta dal compostaggio di Rubizzano e che poi si sono ulteriormente allarmati di fronte alla minaccia delle biomasse, lo hanno fatto e lo fanno principal-mente per sè e per i propri cari anche se, in fine, stan-no rendendo un servizio per tutta la popolazione. Rispetto ad una popolazione adulta di circa 8000 persone, questo gruppo di persone costituisce una percentuale minima prossima all’1%. Minima ma non trascurabile. Il restante 99% o non si interes-sa ai problemi, o è tanto condizionato dall’appar-tenenza al partito che sente di inspirare profumo, crede a chi dice che non ci sono pericoli oppure si rende conto del problema ma non si muove. A nostro parere, su questo ultimo punto si gioca il valore civico di una popolazione. Perché un cittadino cosciente della impellenza di un problema rimane immobile? Le motivazioni possibili sono varie.

1) Ha chiesto un favore ad un’Amministrazione comunale attuale o passata, un trattamento di ri-guardo che ha ottenuto ed oggi non se la sente di contrapporsi.

2) Non avverte assolutamente il problema e co-munque crede che non lo riguardi.

3) Il cittadino avverte il problema e ne comprende la gravità ma poiché c’é già qualcuno che se ne occu-pa attivamente, “sbattendosi” e catalizzando su di sé tutti i problemi legati allo scontro con le istituzioni, ritiene di non procurarsi possibili problemi e rimane immobile in attesa che altri risolvano anche per lui.

4) C’é chi è pienamente d’accordo con la realizza-zione di impianti di Biomasse perché qualcuno gli ha detto che ha letto da qualche parte su di un gior-nale che ci salveranno dall’energia nucleare e per questo si sono convinti della loro indispensabilità.Chiaramente, questa casistica è anche un po’ pro-vocatoria, ma il risultato, drammaticamente, non cambia; oltre il 99% dei cittadini non muove un dito per tutelare il proprio diritto di respirare aria sana, pulita e che non puzzi di decomposizione.La nostra netta impressione è che negli anni la po-polazione di San Pietro in Casale sia stata educa-ta all’immobilismo ed al silenzio, all’accettazione rassegnata delle scelte delle Amministrazioni che si sono succedute. Il timore di ritorsioni può piega-re ed annullare le coscienze di interi popoli. Credo che una parte consistente dei nostri compaesani abbia subìto questo tipo di condizionamento e po-chi siano poi stati in grado di liberarsene. Il principio che «l’unione fa la forza», nel nostro paese, sembra vinto dal terrore per le inevitabili conseguenze personali.

Ogni individuo ha una vita sola e soprattutto ha una sola dignità da spendere. La nostra vita è qui ed è ora. Rimanere immobili e lasciare che qualcuno rovini la vita nostra e dei nostri bambini, vuol dire perdere gran parte della nostra dignità ed il rispetto per noi stessi.È umano che i più ritengano di dare il proprio ap-porto con un voto ragionato. Questo è senz’al-tro giusto ed apprezzabile, purché ci si trovi in una condizione che potremmo definire normale. Quando invece la situazione è grave e ci si trova di fronte ad una emergenza, come nel nostro caso, il solo voto ogni cinque anni, può non bastare. Se questo vi sembra un appello a partecipare a que-sta lotta contro l’invasione dell’Affare Biomasse, avete capito bene.

Concludo citando una frase di Oriana Fallaci:«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comanda-re. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla fine-stra per difendere la vita...Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un’essere umano».

BIOMASSE: Responsabilità dei cittadini

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Osservazioni su come questa maggioranza gestisce la Comunicazione

Come si dice che lo sguardo è lo specchio dell’ani-ma, si potrebbe dire che lo stile di comunicazione rivela la qualità ed il carattere dell’Amministrazione.In questa analisi riportiamo alcuni episodi che dimo-strano quale sia l’obiettivo reale degli attuali Ammi-nistratori del nostro Comune.

1) Mentre in tema di ambiente, durante la campa-gna elettorale sono stati presi precisi impegni come quelli riportati (vedi qui sotto un estratto del Pro-gramma della Maggioranza), durante questo man-dato giunto quasi a metà dei cinque anni, questi impegni sono stati disattesi in pieno.

Si parlava di “politica del verde” (vedi sotto) ma nella realtà nulla è stato fatto, anzi, è recente una delibe-ra (contrastata da Consenso Comune) con la quale questi Amministratori tanto “impegnati a tutelare il nostro ambiente”, hanno venduto lotti di terreno, in passato destinati a parco e tra questi anche metà estensione di un parco già funzionante che si trova all’angolo tra via Vivaldi e via Paolo Borsellino. Que-sto fanno, nel chiuso del palazzo, mentre fuori i cit-tadini, da tempo, venivano informati dall’ex Asses-

sore all’Ambiente Cicchetti (vedi sopra), che a San Pietro in Casale sono circa 200.000 i metri quadrati di verde pubblico curati dall’Amministrazione. È odioso questo modo di comunicare perché intanto che si somministra una notizia positiva, gli stessi si organizzano per vendere terreni comunali destinati a parchi e verde, annullando, di fatto gli impegni presi con la popolazione e rendendo impossibile uno svi-luppo armonioso ed equilibrato del capoluogo. I cittadini che difficilmente possono verificare le noti-zie, si convinceranno di quanto detto dall’Assessore e saranno più contenti di vivere in un Comune con tanto verde pubblico. È una notizia che fa bene ai cittadini e molto bene a chi guadagna realizzando e vendendo immobili poiché in un Comune tanto “ver-de” gli immobili saranno più richiesti e più quotati. Il problema che quella comunicazione, basata sui nu-meri, non corrisponde alla realtà quotidiana. Stiamo descrivendo una comunicazione piegata e plasmata per CONVINCERE ancor più che per in-formare i cittadini.

2) La CHIAREZZA è l’opposto dell’INCOMPREN-SIBILITA’. Questa considerazione ci aiuta a capire un fatto accaduto il 24 Aprile 2011 quando un articolo sulle biomasse scritto da Consenso Comune per l’Oro-

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logio (giornale del Comune) ha subìto una mo-difica sostanziale (vedere articolo pubblicato su questo giornale a pag. 47. Il nostro articolo, nella sua parte finale, conteneva un appello agli elettori del PD in tema di biomasse e Sindaco. Un appel-lo che poteva far insorgere dubbi negli elettori del PD. Nella versione impaginata dalla redazione del giornale, l’appello agli elettori del PD è diventato un appello agli elettori del PdL. Si è verificata una modifica del termine PD con il termine PdL. Un appello agli elettori del PdL, in quell’articolo sa-rebbe risultato pressoché incomprensibile. Va chia-rito che gli articoli che pubblichiamo su l’Orologio vengono inviati attraverso la posta elettronica e per essere inseriti nel giornale non è rischiesta nessuna battitura o ridigitazione dell’articolo ma è sufficiente copiarne il contenuto con una sola azione ed inse-rirlo nello spazio assegnato. Grazie alla presenza ed acume di un nostro concittadino, conosciuto come Fabbri l’artigiano, il quale visionando la versione modificata pubblicata in anteprima sul sito del Co-mune, ci ha permesso di intervenire bloccando la stampa della versione cartacea ed il ripristino del-l’articolo originale, così come da noi inviato. Il gior-nale è uscito con l’articolo non modificato ed i cit-tadini hanno potuto leggere un sensato appello agli elettori del PD, altrimenti avrebbero letto un incom-prensibile appello agli elettori del PdL.

3) altro esempio di comunicazione piegata ed edul-corata sono i numerosi esempi di locandine e pagi-ne in cui, pur parlando di combustione di biomasse o di biogas, questi amministratori inseriscono im-magini di moduli fotovoltaici che nulla hanno a che vedere con il problema delle esalazioni insalubri e maleodoranti degli impianti a biogas o con le nano-polveri cancerogene emesse dagli impianti a com-bustione di biomasse. È una comunicazione che più che istituzionale è di tipo commerciale, pensata e strutturata con l’obiettivo di “vendere” ai cittadini la sicurezza che le biomasse sono “buone”, quanto-meno “innoque”. L’utilizzo di belle immagini, anche se completamente fuori tema, è un modo per con-vincere i cittadini che non devono avere nulla di cui preoccuparsi, che non c’é nulla da cui difendersi.

4) Su di una popolazione apparentemente concen-trata sulla propria realtà personale o famigliare e storicamente poco incline ad una visione globale del territorio e apparentemente ancor meno disposta ad assumere, apertamente, posizioni critiche nei con-fronti dell’Amministrazione questa tecnica comuni-cativa riesce a mantenere nella più totale tranquillità ed immobilismo un’ampia parte della popolazione condizione che è di fatto l’“approvazione” degli im-pianti a biomasse nel nostro territorio.

La comunicazione è un’arte che ha prin-cipi scientifici ed è una scienza che si applica con grande creatività.

Parlando di strategie di comunicazione, il giornale A Viva Voce (supplemento ad Orizzonti che è l’organo ufficiale del locale PD, il cui Direttore Responsabile è Sergio Secondino, Segretario del locale PD) non colpisce tanto per l’uso fuorviante delle immagini e dei titoli, quanto per gli interventi di Enrico Baldazzi e Paolo Bernini. A mio parere sono quelli gli interventi più insidiosi per il cittadino-lettore. Se in un giornale incentrato principalmente sul problema biomasse, due giovani che si dichiarano svincolati dall’Ammi-nistrazione (tanto che erano per la Sinistra e per il

Sopra: alcune pagine de l’Orologio con il titolo BIO-MASSE Vademecum, si sono trattati gli argomenti qua-li: “Cosa significa Biomasse”; “Che cos’é un impianto di digestione anaerobica”; “Come avviene il proces-so”; “Perché fanno odore e come si fa ad abbatterlo”; “Quali sono i rischi per la salute”; “Emissioni di CO2”.Sono evidenti l’uso di immagini rassicuranti e la man-canza di qualsiasi rappresentazione di un vero impian-to a Biogas.

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movimento Cinque Stelle) parlano di problematiche giovanili, senza nemmeno sfiorare il tema cocen-te Biomasse, inducono il lettore a pensare e poi a convincersi che in fondo le Biomasse non sono un problema così tanto serio se questi “oppositori” non ne parlano e che su questo argomento, così come fanno questi “oppositori” non c’é nessun motivo di allarmarsi. È molto probabile che lo scopo di quei due interventi sia stato quello di rassicurare, special-mente i giovani, rispetto alle biomasse dimostrando loro che non c’è nemmeno bisogno di parlarne. È difficile stabilire se i due cittadini intervistati, Bal-dazzi e Bernini si siano prestati, consapevolmente o non consapevolmente. Noi avevano già espresso il dubbio che una di quelle due liste fosse nata, du-rante la campagna elettorale, con il solo scopo di frazionare il voto, disperdendolo in tante liste, finen-do così per favorire la maggioranza. Le votazioni co-munali sono andate proprio come avevamo antici-pato ed oggi ritroviamo i due candidati a scrivere sul giornale riconducibile al PD con temi che spostano l’attenzione dei lettori dalle biomasse ad altro. Chiaramente gli interessati potranno anche negare questa teoria ma non riusciranno a cambiare la no-stra opinione, rafforzata anche dal fatto che negli anni successivi alla campagna elettorale, questi due candidati non hanno mai “graffiato” l’attuale Ammi-nistrazione e non sembrano partecipare al dibattito su problematiche locali. Ci azzardiamo ad anticipare cosa succederà durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 2014. Ancora una volta, proprio per frazionare il voto, a solo vantaggio dell’attuale maggioranza, verranno fatte sorgere numerose liste civiche di ogni tipo. Ma-gari legate al mondo sportivo, al mondo cooperativo, dall’ambiente alla caccia, dalle liste “rosa” alle liste “verdi”, da quelle giovani a quelle della terza età, da quelle che tenteranno di raccogliere voti da delusi della sinistra a quelle che tenteranno di fare la stessa cosa con i delusi del mondo cattolico e conservato-re. Tutto purché siano tante ed assicurino agli uomini della maggioranza di mantenere il proprio potere... in eterno. Quanto avevamo ipotizzato trova conferme nei fatti ed è per questo che stiamo costantemente monitorando la situazione, condizione che ci per-mette di osservare che diverse persone, ben note, da sempre associate al potere politico-economico del nostro comune, hanno da tempo cominciato ad organizzarsi in vista del 2014.Per tornare al tema principale e concludere, questo articolo vuole essere un monito per i lettori-elettori nostri concittadini ad essere attenti a quanto suc-cede e a non farsi strumentalizzare da chi, secondo noi, pensa per sè stesso prima che per la collettività ed utilizza ogni mezzo e metodo per dissimulare i propri veri intenti.

A Viva Voce è un giornale, supplemento ad Orizzonti che è l’organo del Partito Democratico di San Pietro in Casale e per questo lo consideriamo uno dei mezzi di comunicazione che esprimono le posizioni della Mag-giornaza che governa il nostro Comune.Si può notare come, già a partire dall’immagine di co-pertina, qualche “genio” della comunicazione abbia pensato di “infinocchiare” i lettori ed abbia continuato nell’interno con l’utilizzo di immagini non allarmanti.

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di Marco Alberghini

“Per svilirci agli occhi dei citta-dini qualcuno sembra averci

modificato l’articolo su l’Orologio!”Consenso Comune, in quan-to gruppo politico di minoranza, ha la possibilità di utilizzare uno spazio dell’organo ufficiale del Comune, il giornale che si intitola “l’Orologio”, per pubblicare artico-li attinenti alla gestione del nostro Comune. Fino ad ora era stato tutto regolare ma nell’articolo in-titolato “Nuovi impianti e nanopa-tologie”, nella versione PDF pub-blicata in anteprima sul sito del Comune, abbiamo scoperto una differenza nel testo, comparsa successivamante al nostro invio.

La redazione che riceve la e-mail con il testo completo del nostro articolo, non deve far altro che copiare questo testo ed incollarlo nello spazio del giornale assegna-to a Consenso Comune, nessuna modifica deve essere apporta-ta e nessuna elaborazione deve essere effettuata, nessun carat-tere deve essere digitato poiché è sufficiente selezionare il testo -già scritto- ed “incollarlo” (per chi non è pratico di computer significa applicarlo o riversarlo) nel giusto spazio. Nel PDF de “l’Orologio” pubblicato in anteprima sul sito del Comune, la parola PD era sparita ed al suo posto si trovava la parola PdL, il risultato era di una sostan-ziale modifica dell’appello che noi si voleva rivolgere ai simpatizzanti del PD e non a quelli del PdL.

Qui trovate la e-mail che abbiamo inviato alla redazione dell’Orologio così che chiunque potrà verificare che il testo originale non contene-va un appello agli elettori del PdL ma agli elettori del PD.Mentre nel testo inviato si poteva leggere “Poiché noi di Consenso Comune, compresi tutti i nostri sostenitori non siamo minima-

mente considerati da Sindaco ed Assessori, ci appelliamo agli elettori del PD, per chiedere loro se era questo ciò che si aspetta-vano dai candidati ai quali han-no espresso la propria fiducia e chiediamo loro, nel caso in cui non approvino queste scelte, di tentare di bloccare la realizza-zione di tanti e tali impianti”, te-

L’inspiegabile caso in cui PD divenne PdL

Sopra: la parte di testo del nostro articolo in cui si legge PdL, che abbia-mo bloccato prima che andasse in stampa e di cui abbiamo fatto ripristi-nare il testo originale.Sotto: la parte di testo del nostro articolo dopo che abbiamo preteso il ripristino del testo originale, come è poi stato stampato e diffuso.

Se il messaggio contenuto in un articolo rischiasse di destabilizzare gli elettori ed indurli a riflettere, nell’impossibilità di impedirne la pubblica-zione potrebbe prevalere la “tentazione” di alterarne il contenuto così da ridurne la comprensibilità e quindi l’efficacia comunicativa.

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sto da giorni pubblicato sul blog di Consenso Comune a partire dal 19-4-2011, nella versione che sta-va per essere stampata e diffusa a tutti i cittadini, abbiamo scoper-to questa variazione “Poiché noi di Consenso Comune, compresi tutti i nostri sostenitori non siamo minimamente considerati da Sin-daco ed Assessori, ci appelliamo agli elettori del PdL, per chiede-re loro se era questo ciò che si aspettavano dai candidati ai qua-li hanno espresso la propria fidu-cia e chiediamo loro, nel caso in

cui non approvino queste scelte, di tentare di bloccare la realizza-zione di tanti e tali impianti”. Tutto ci fa pensare che qualcuno possa aver sostituito PD con PdL. Un fatto gravissimo che abbiamo subito denunciato imponendo la sospensione della stampa e l’im-mediato ripristino del testo origi-nale. È un fatto inquietante che va oltre agli aspetti di carattere giu-ridico e ad una possibile rilevanza penale, a nostro avviso si tratta di un atto finalizzato a distorcere e stravolgere il senso di un con-

cetto, manomettere il pensiero di persone. È più che improbabile che si possa trattare di un refu-so o una cancellazione perché la scritta PD è diventata PdL. Se non ci fossimo accorti di que-sta modifica, il giornale sarebbe stato stampato con PdL e una vol-ta consegnato in tutte le case del Comune di San Pietro in Casale, il nostro articolo, avrebbe sconcer-tato tutti i lettori, specie gli elettori del PdL che non avrebbero capito per quale motivo ci stavamo ap-pellando a loro. Una confusione che ci avrebbe molto danneggia-to. Sappiate che - cosa mai avve-nuta prima per nessun motivo - il Sindaco di San Pietro in Casale Ing. Roberto Brunelli, dopo circa sei ore dall’avvertimento di con-seguenze per i responsabili di questo atto che ho comunicato al-l’Assessore Claudio Pezzoli mi ha chiamato al telefono. Brunelli si è scusato per l’errore compiuto, ha rassicurato che la correzione era già stata effettua-ta, che non era responsabilità loro poiché a loro non sarebbe venuto in tasca nulla (cioè a dire che non ci avrebbero guadagnato nulla). Io ho semplicemente risposto che se-condo me non si è trattato di un er-rore bensì di una modifica apporta-ta ed ho chiuso la conversazione. Noi di Consenso Comune, che ormai da tempo abbiamo impa-rato a non fidarci delle parole di questi Amministratori, pensiamo che questa trasformazione PD in PdL potrebbe essere interpretata come un atto suggerito da una certa irrequietezza, forse preoc-cupazione per quanto stiamo sco-prendo e spiegando ai cittadini di San Pietro in Casale. Per noi, questo grave episodio è, soprattutto, il segnale che stia-mo compiendo il nostro incarico di controllo e sollecitazione con efficacia ed incisività.

Sopra: la copertina del giornale l’Orologio con l’articolo contenen-te la trasformazione che grazie alla prontezza di un nostro colla-boratore, accortosene in tempo, è stato fatto da noi ripristinare nella versione originale da noi consegnata alla redazione.

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Ecco come, Amministratori che si definiscono “democratici”, gestiscono la critica ed il dissensoDa una lista politica “democrati-ca” chiunque si aspetterebbe una buona disponibilità al dialogo, una naturale attenzione al pensiero ed alle opinioni altrui, una certa pre-disposizione a rivedere le proprie posizioni. A San Pietro in Casale non funziona così. Il vero volto del Sindaco, degli As-sessori e dei Consiglieri Comunali, si è manifestato nel conflittuale rap-porto nato tra loro ed il Consigliere Comunale di Maggioranza, Prof. Salvatore Virzì, colpevole di infor-marsi autonomamente, pensare con la propria testa, di elaborare pensie-ri ed ipotesi e, quello che è peggio per la compagine “democratica”, manifestare il proprio pensiero, non nel chiuso della propria stanza, ma addirittura in pubblico. Infatti, in oc-casione di un incontro pubblico sul tema delle biomasse, organizzato dall’Amministrazione comunale il 7 giugno 2011, il Prof. Virzì espres-se seri dubbi sulla salubrità degli impianti a Biomasse e a Biogas. Mentre stava esponendo le sue ri-cerche, basate su una voluminosa documentazione che lo aveva allar-mato e mentre tentava di trasmet-tere l’allarme ai suoi compaesani fu interrotto dal Sindaco Brunelli, il quale sosteneva che Virzì avesse superato i minuti massimi consentiti previsti per quell’incontro.Durante il Consiglio Comunale del 25 Ottobre 2011, il Consigliere Virzì ha presentato un Ordine del Gior-no dal titolo: “Parco Tecnologie Eco Energetiche “Area Sfir San Pietro In Casale: Sì Al Parco Fo-tovoltaico No Alle Biomasse”. Durante l’esposizione delle argo-mentazioni relative al suo Ordine del Giorno, il Prof. Virzì è stato nuovamente interrotto dal Sindaco Brunelli per aver superato abbon-

dantemente i minuti massimi con-sentiti previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale. Si è innescata una forte contrapposizione verbale, alimentata anche dalla Consigliera Frisario che, secondo noi, anche in quella occasione, non ha mancato di portare il proprio “sostegno” alla Maggioranza, contrapposizione che è poi sfociata nel divieto di Brunelli a far completare l’esposizione delle argomentazioni e dal conseguente abbandono dell’aula Consiliare da parte del Consigliere Virzì.Nei giorni successivi ne è nata una polemica, riportata dagli or-gani di stampa, che ha registrato il suo culmine quando il Sindaco ha accusato il Consigliere Virzì di

aver tenuto un comportamento “fascista”. Gli elementi non sono propriamente quelli tipici di una democrazia: 1°) Impedire che si levi la voce; 2°) Tentare di zittire; 3°) Diffamare la persona che si è dimostrata in disaccordo. L’ag-gressività dei capi accompagnata dal servilismo dei gregari non sono espressione di democrazia. La sostanza è che una persona ca-pace, preparata ed attendibile non ha potuto dire ciò che voleva dire, nella Sala Consiliare durante un Consiglio Comunale. Non solo que-sti Amministratori non danno prova di sapere cosa voglia dire “demo-crazia” ma sembrano guardarsi bene dal tentare di apprenderla.

L’Informazione - Bo

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NUOVA FONTE ENERGETICA in attesa di VALIDAZIONE La Fusione Fredda potrebbe essere l’energia del futurodi Enrico Castaldini

L’inizio della fusione fredda 23 Marzo 1989, il termine “Fu-

sione Fredda” viene improvvi-samente portato agli onori della cronaca di tutto il mondo quan-do, Martin Fleishmann dell’Uni-versità di Southampton e Stan-ley Pons dell’Università dello Utah, annunciano di essere riu-sciti a produrre energia ‘gratis’ fondendo atomi di Idrogeno tra-sformandoli in atomi di Elio.Si tratta della stessa fusione che tiene accese le stelle e il nostro Sole, ma nella Fusione Fredda tutto viene realizzato utilizzando apparecchi di piccole dimensio-ni e temperature inferiori a quel-le di una fiamma da cucina.Lo scalpore mediatico é imme-diato, poiché questo significa produzione di energia a costi ri-dotti, nessun rischio per la salu-te e impatto ambientale nullo.Il loro apparecchio viene repli-cato ovunque nel mondo otte-nendo risultati contrastanti e la comunità scientifica, dopo molti test per dimostrarne la veridi-cità, decide di porre la parola ‘fine’, bollando il termine ‘Fusio-ne Fredda’ come appartenente alla pseudo-scienza.Da allora, chiunque nella comu-nità scientifica abbia annunciato la Fusione Fredda, è stato scre-ditato e relegato ai margini degli ambienti di ricerca.Negli ultimi ventidue anni in molti hanno tentato di replica-re e migliorare l’apparecchio di Fleishmann e Pons. I risultati

ottenuti sono stati in parte nega-tivi e in parte migliori di quelli di Fleishmann e Pons, producen-do energia in quantità maggiore di quanta se ne fosse spesa per mettere in moto l’apparecchio.

La fusione fredda oggiA partire da Gennaio 2011, un apparecchio chiamato E-CAT ha attirato l’attenzione dell’intera comunità scientifica mondiale. Progettato dall’Ing.Andrea Ros-si in collaborazione con il dipar-timento di Fisica dell’Università di Bologna nella persona del professor Sergio Focardi, l’E-CAT ha dimostrato più volte di poter generare molta più ener-gia di quanta ne sia necessaria per essere messo in funzione.Tutto ha inizio dagli esperimen-ti di Focardi e Piantelli, che nel 1994 pubblicano il risultato dei loro esperimenti iniziati due anni prima. Mostrano che il Nickel fatto reagire con l’Idrogeno, in

particolari condizioni, inizia a produrre un calore inspiegabile. La quantità di calore extra non era sufficiente a scaldare una tazza di tè, ma questo fenome-no viene considerato straordi-nario e soprattutto inspiegabile secondo le teorie scientifiche di allora e odierne. Negli ultimi quindici anni, si è quindi prova-to a formulare teorie scientifiche che spiegassero questi fenome-ni che sono andate a far parte della categoria LENR, acronimo inglese di “Reazioni nucleari a bassa energia”.LENR o fusione fredda? A questo punto gli scienziati si dividono, soprattutto perché i meccanismi conosciuti di fusione non posso-no spiegare quanto osservato negli esperimenti: La trasforma-zione di materiali più leggeri (Ni-ckel e Idrogeno) in materiali più pesanti (Rame e Elio).Gli unici fenomeni fisici cono-sciuti e accreditati in grado al

Reattore E-CAT

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momento di compiere queste trasformazioni sono quelli di Fusione. Secondo la scienza ufficiale, questo dovrebbe av-venire solo a milioni di gradi di temperatura, come avviene al-l’interno del Sole. Si sono quindi cercate teorie alternative, le teo-rie LENR.

Nascita del E-CATNegli ultimi dieci anni, l’ingegner Rossi, già famoso per il caso Petroldragon (1978), azienda che si prefiggeva lo scopo di convertire rifiuti solidi in carbu-rante (refluopetrolio), ha messo a punto un dispositivo tutto ita-liano in grado di produrre ener-gia a costo quasi zero, l’E-CAT.Il dispositivo sfrutta la famosa reazione Nickel-Idrogeno, più un catalizzatore che Rossi per ragioni brevettuali tiene segreto, per produrre energia.L’E-CAT, portato alla temperatu-ra e pressione di funzionamen-to, innesca la reazione e produ-ce più energia di quanta ne sia servita per farlo partire.Infatti, il cuore di questo appa-recchiatura, il nucleo, opera attorno ai 300-400°C e riesce facilmente a generare vapo-re dall’acqua che vi viene fatta scorrere attorno.Avviato il sistema, notiamo che il dispositivo è in grado di genera-re calore per ore senza bisogno di alcuna fonte esterna di ener-gia. Continua semplicemente a produrre calore dall’interno, come se fosse un piccolo sole, ma molto più piccolo e freddo.

Ad oggi il dispositivo viene por-tato alla temperatura giusta da comuni resistenze elettriche.Il nucleo dell’apparecchio (dove avviene la reazione) non è più grande di una marmitta per auto (nella versione da 10KW) e l’in-

ventore è convinto di poter collegare insie-me più apparecchi, anche se ammette che molto lavoro è ancora da fare per industrializzare que-sta tecnologia.

I testNumerosi test, sia pubblici che a porte chiuse, sono stati eseguiti per verifi-carne la funzionali-tà. I primi sono stati rivolti ad un ampio pubblico di giornali-sti e professori uni-versitari provenienti da tutto il mondo, durante i quali è stato possibile vi-sionare e fotogra-fare alcune parti in-terne dell’apparecchio. Tutti hanno avuto esito positivo e hanno dimostrato che E-CAT è in grado di fornire più energia di quanta spesa per metterlo

in funzione. Questi test erano anche orientati ad eliminare le perplessità sui metodi di misura dell’energia ricavata oltre ad at-tirare l’attenzione della stampa internazionale.

Andrea Rossi (a sinistra) e Sergio Focardi (Destra),

Camere di reazione dell’ E-CAT durante i test.

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L’ultimo test in ordine crono-logico si è svolto a Bologna il 28 Ottobre 2011. In tale data Rossi ha presentato al suo primo cliente ed ad un nutrito gruppo di giornalisti una mini-centrale da 1MW in funzione. Le prove hanno mostrato che la centrale, formata da un cen-tinaio di E-CAT collegati insie-me, fosse in grado di produrre calore e scaldare acqua auto-

nomamente per 5 ore e mezza senza alcun intervento esterno. Gli apparecchi sono stati colle-gati in serie tra loro e l’acqua a temperatura ambiente in ingres-so è stata scaldata dai reattori che all’uscita fornivano vapore a 109°C. Questo vapore è sta-to analizzato e non ha mostrato tracce di radioattività o di inqui-nanti. Il vapore è stato poi sem-plicemente raffreddato e rimes-

so in circolo senza aver prodotto alcun effetto. Il cliente potrà de-cidere successivamente come sfruttare questa energia.Durante l’intero test, la centrale ha generato una potenza media di 470KW convincendo il cliente a completare l’acquisto.Secondo quanto ricavato dal-l’esperimento, si è stimato che una centrale E-Cat da 1MW, in grado di alimentare 10 apparta-menti, funzionerebbe per 6 mesi, utilizzando solamente 10Kg di Nichel e 18Kg di Idrogeno (poco più di 300€ di materie prime).

Confronto con le tecno-logie esistentiI benefici che E-CAT potreb-be introdurre sono molteplici, basandoci sui dati forniti dalla stesso Rossi.Costi: le anticipazioni sul costo di messa in opera di un impianto E-CAT parlano di circa 600$ al KW per la produzione di calore e di circa 2000$ per la produzio-ne d’energia elettrica. L’energia prodotta ha un costo minore di 1c$ per KWh. Valori incredibili se confrontati ad una centra-le a Biomassa che costa più di 4000$ per KW installato e pro-duce energia ad un costo varia-bile tra i 17c$ e i 27c$ per KWh. Per una centrale nucleare in-vece, scendiamo a circa 3500$ per KW e 3c$ al KWh. L’ener-gia prodotta con E-CAT sarebbe quindi la più a buon mercato.Scalabilità: E-CAT potrà essere usato in impianti di ogni dimen-sione. Questo permetterà sia la realizzazione di motori ecologici ed economici per treni e navi, sia l’alimentazione delle cen-trali termiche per sopperire al riscaldamento degli immobili e al bisogno di acqua calda (i due consumi di energia maggiori in Italia), sia l’uso per la generazio-

Camere di reazione dell’ E-CAT durante un test. (Ph. Massimo Briga per Focus)

Un prototipo di E-Cat

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ne di energia elettrica e termica in centrali dedicate.Basso impatto ambientale: A differenza di una centrale a Carbone, Biomassa o Nucleare, non vengono prodotte scorie o fumi nocivi per la salute. Inoltre non necessita di controlli sulle sostanze bruciate poiché non è possibile utilizzare altri combu-stibili per generare energia al di fuori di Idrogeno e Nickel.Sfruttamento del territorio: Per realizzare un impianto fotovol-taico da 1 MW. serve una su-perficie di circa 14.000 m2 di ter-reno e produce circa 1.200.000 kWh elettrici all’anno. Una cen-trale a biomasse di potenza pari a 1 MW invece, per fun-zionare per un anno, impiega circa 3.800.000 m2 di terreno coltivati a mais e produce circa 7.800.000 kWh elettri-ci all’anno e 4.500.000 kWh termici all’anno. Per un impianto E-CAT da svariati megawatt, le centrali sarebbero com-patte, con grandezze paragonabili o inferiori e quelle delle centrali a combustione di gas fos-sili (i quattro moduli della centrale termoelettrica di Ostiglia - Mantova - han-no una superficie di circa 20.000 m2), senza però la necessità di gasdotti.Rendimento: Nel com-plesso, si prevede che la tecnologia E-CAT potrà produrre inizialmente 10 volte (1000%) l’energia necessaria a farlo fun-zionare. Valore destina-to ad aumentare con lo sviluppo della tecnologia anche se al momento non si conosce ancora il valore limite che potrà raggiungere negli anni.

Lo possiamo confrontare con i valori attualmente calcolati per altre tecnologie quali, 1100% per l’idroelettrico, 70%-180% per la combustione di scarti agri-coli (si noti come in questo caso si spenda più energia di quan-ta se ne ricavi). Quindi l’E-CAT potrebbe essere da subito una tecnologia competitiva.

Le prospettive commercialiNei piani di Rossi, dopo la prima vendita effettuata con successo, la strada commerciale sembra ormai tutta in discesa. Molti committenti hanno contat-tato Rossi e uno di questi è già in trattativa per una centrale da 13MW composta da 13 centra-li da 1MW. I test saranno però completamente a porte chiuse

in quanto il cliente appartiene al mondo militare.Nei progetti di Rossi è presente anche una versione civile dell’E-CAT per la quale dovremo aspet-tare almeno 2 anni. Questi tempi sono dovuti alle legislazioni per impianti civili, molto più rigorose e stringenti di quelle per appa-rati industriali e militari, ma se le stime sui costi verranno rispet-tate c’è da aspettarsi un grande successo commerciale.Entro pochi mesi si saprà quindi in maniera definitiva se questa tecnologia potrà rappresentare o meno una possibilità pratica per la generazione di energia pulita.

Le CriticheIl percorso futuro non sembra sgombro di ostacoli.La comunità scientifica è spaccata in due e le

critiche e i dubbi su una possibile bufala sono al-l’ordine del giorno, come ai tempi di Fleishmann e Pons. In questo caso però non si tratta di un esperi-mento di laboratorio ma di un oggetto commercia-le.Il vero giudizio arriverà quindi dai mercati e non dalla comunità scientifi-ca. Citando Dennis Bush-nell, stimato scienziato a capo del gruppo di ricer-ca della NASA al Centro di Ricerca Langley, molto ottimista su questa tecno-logia: “Penso che abbia-mo quasi risolto il proble-ma del ‘non capiamo che cosa sia’ e anche quello del ‘non produce nulla di utile’. Penso che andre-mo avanti molto veloce-mente, ora. Se funziona cambierà completamente lo scenario geo-economi-co e geopolitico e risolve-rà i problemi energetici”.Una immagine dell’E-Cat tratta dalla rete

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RESPONSABILE DI ISTITUTO DI ESTETICA/Direttrice Tecnica Centro Benessere - Azienda richiedente: UDO di Sandra Pedre-no Salleras - servizi di centri per il benessere fisico - via Sant’Isaia 24 40100 Bologna (Bo) - Inviare cv via e-mail a: [email protected] Cod. 2447/2011 valida fino al 31/12/2011Mansione: PROGETTISTA MECCANICO - Azienda richiedente: People De-sign Srl Via Delle Lame, 29 - 40122 Bologna (Bo): progettazione meccanica area motori - Luogo di lavoro: Bologna - minimo 2-3 anni di esperienza. Patente b. Auto propria, preferibile cono-scenza inglese e tedesco, buon uso Proe o Catia - Contratto da concordare - tempo pieno - Inviare cv via email a: [email protected] Cod. 2434/2011 valida fino al 29/12/2011Man-sione: TECNICO ELETTRONICO - Assemblaggio e manutenzione si-stemi di collaudo funzionale per dispositivi elettrici ed elettronici, supporto alla realizzazione e messa a punto di schede elettroni-che, realizzazione e manutenzione documentazione tecnica per quanto sopra indicato - A Calderara di Reno (Bo) - titolo di studio di perito elettronico o equipollente, eta’ da 20 ai 29 per assun-zione apprendistato, esperienza nella mansione per assunzione a tempo determinato in elettronica di almeno qualche anno, per apprendistato non richiesta esperienza, conoscenza della lin-gua inglese tecnica, conoscenza di windows e applicativi office - tempo determinato o apprendistato - tempo pieno - inviare il curriculum via mail a [email protected] Cod. 2180/2011 valida fino al 30/12/2011Mansione: INGEGNERE MECCANICO - Zini Srl - Sala Bolognese (Bo) - Laurea in ingegneria meccanica, età dai 25 ai 29 anni, patente

b, automunito, buono conoscenza della lingua inglese e di au-tocad, - Apprendistato - dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 13.oo alle 17.00 - Inviare curriculum via mail [email protected] Cod. 2449/2011 valida fino al 30/12/2011MAGAZZINIERE - Travel Retail Italiana S.R.L. - Ricevimento merci, preparazione e trasferimento merce, compilazione ordini e documenti di trasporto, controllo prodotti e date di scadenza Utilizzo del muletto - A Calderara Di Reno (Bo) - Patente b, auto-munito, esperienza nella mansione di almeno 1 anno, conoscen-za lingua inglese, conoscenza excel e posta elettronica, posses-so del patentino per il muletto - Tempo determinato - Turni 6.00 - 14.30 o dalle 8.00 - 16.30 5 giorni alla settimana dal lunedì alla domenica - Inviare curriculum via mail [email protected] Cod. 2254/2011 valida fino al 30/12/2011TECNICO CONDUZIONE DI MACCHINE CNC - D & P Automa-tion - Programmazione CNC, lettura disegni meccanico, fresatu-ra - Fresatrice CNC e tradizionale - A Pieve di Cento - Patente b, esperienza nella mansione - Tempo determinato - Dalle 8.30 - 12.30 e dalle 13.30 - 17.30 - Inviare curriculum via mail [email protected] Cod. 2440/2011 valida fino al 29/12/2011TECNICO CONDUZIONE DI MACCHINE CNC - Azienda richie-dente: RVN di Rizzitano Vincenzo & C. S.n.c. Addetto alla programmazione e alla produzione su macchi-ne principalmente tornio a CNC - A San Giovanni in Persiceto - Tempo determinato - Esperienza nella mansione - Full time - Inviare curriculum via mail a [email protected] Cod. 2335/2011 valida fino al 10/12/2011Mansione:

Un tentativo di soccorso per i compaesani che cercano lavoro

Negli scorsi mesi abbiamo cercato di capire come avremmo potuto aiutare i nostri compaesani a tro-

vare una occupazione. Abbiamo strutturato un servizio mirato ai residenti di San Pietro in Casale, non per cam-panilismo, ma perché pensiamo sia giusto che Consen-so Comune dia la precedenza alle problematiche dei re-sidenti locali. Agli iscritti, circa 250, abbiamo inoltrato al-cuni messaggi contenenti delle offerte di lavoro raccolte dalle varie fonti come i Centri per l’Impiego e le agenzie specializzate. Messagi di testo contenenti offerte, tipo quelle che potete leggere qui di seguito.Nei prossimi mesi è nostra intenzione regolarizzare e potenziare le segnalazioni di offerte di lavoro, attraverso il profilo Facebook nel quale solo i sanpierini possono essere accettati e tramite alcune bacheche che abbiamo intenzione di installare in alcuni luoghi sul territorio, per informare chi non dispone di un collegamento internet.

Offerte di lavoro di dicembre 2011

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Un tentativo di soccorso per i compaesani che cercano lavoro

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Anomalie dei Consiglieri Comunali del PD impantanati in un maldestro tentativo di “ritorno al passato”Dopo i risultati elettorali del 2009, pare chiaro anche alla maggioranza che se nel 2014 i cittadini voteranno nuovamente con la “testa”, il PD, promotore di un’Amministrazione che fino ad ora non ha certo bril-lato è destinato a scendere sotto il 38% quindi, per mezzo di questa “scenetta” strumentale, rappresentata con il locale PDL+Lega Nord, sembra suonare la campana ideologica, riaccendendo nei cittadini la contrapposizione comunisti - fascisti al fine di indurci a votare con la “pancia” e sperando in questo modo di ricompattare l’elettorato che storicamente ha sostenuto il PD in quanto antagonista della destra.

di Claudio Masotti - Massimo Monari Marco Alberghini - Consiglieri Comunali

Noi Consiglieri di Consenso Comune non abbiamo una

contrapposizione ideologica nei confronti dei Consiglieri del PD, siamo estremamente critici nei loro confronti ma indubbiamente non proviamo odio per loro. È a causa di questi presupposti che assistendo a quanto è capitato di vivere ai consiglieri del PD, durante il Consiglio Comunale del 8/9/2011, in noi di Consenso Comune è scattato spontaneo un sentimento di umana pietà.Ecco cosa è successo. Nell’ul-timo punto del Consiglio Comu-nale si è trattata una proposta del gruppo PDL-Lega Nord che chiedeva la realizzazione di un cippo in memoria dei prelevati di San Pietro in Casale. All’inizio del Consiglio Comunale il Sin-daco ha letto la lettera di alcuni famigliari di prelevati, molto cri-tica e contraria a tale proposta. La discussione dell’Ordine del Giorno è proseguita con l’inter-

vento della Capogruppo del PD Silvia Passarini che ha attacca-to pesantemente l’iniziativa del PdL-Lega ed ha anticipato che i consiglieri del PD non avrebbe-ro partecipato alla discussione e nemmeno al voto. È seguito l’in-tervento della Consigliera Frisa-rio che ha ribadito la sua posi-zione ed in fine noi di Consenso Comune che, leggendo la nostra dichiarazione, abbiamo spiegato i motivi della non partecipazione al voto. Poiché nessuno aveva espresso l’intenzione di aprire un dibattito, il Sindaco Brunelli, senza esitazioni ha messo ai voti la proposta; i soli due con-siglieri a votare sono stati quelli del PDL-Lega che con i loro due voti favorevoli hanno determi-nato il risultato di approvazione dell’Ordine del Giorno, all’unani-mità, immediatamente ufficializ-zato dal presidente del Consiglio Comunale che è lo stesso Sin-daco Brunelli. Da quel momento in poi abbiamo visto il Segretario del PD di San Pietro in Casale, Sergio Secondino, presente in

aula probabilmente proprio per seguire il voto di quel punto, al-zarsi in piedi ed agitarsi osser-vando i consiglieri di maggioran-za con sguardo tra l’incredulo e l’arrabbiato, chiedendo loro che cosa avevano fatto. Il dubbio e lo sgomento si sono impossessati di tutti i consiglieri del PD che, di conseguenza, hanno chiesto spiegazioni al Sindaco Brunel-li riguardo le conseguenze di quel voto. Il Sindaco Brunelli si è avvicinato ai consiglieri ed ha somministrato una spiegazione tecnica dell’accaduto finalizzata a rassicurarli e rabbonirli. Le pa-role del Sindaco non sono però bastate a stemperare la tensio-ne dei Consiglieri PD e men che meno la tensione del Segretario Secondino. Intanto, la Consi-gliera Frisario ed il Consigliere Margiotta, abbandonavano l’au-la con la certezza di aver ottenu-to l’approvazione del loro ODG.Vedendo i consiglieri di maggio-ranza - convinti che il nemico siamo noi di Consenso Comu-ne - non accorgersi, o non voler

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capire, che il problema più serio ce l’hanno in casa, presi dallo sgomento per l’accaduto, diso-rientati e sconcertati, ascoltare le spiegazioni del Sindaco ma dimostrando tutta la diffidenza che traspare da chi sente di es-sere stato tradito, in quel fran-gente è scaturito in noi un sen-so di umana pietà nei loro con-fronti. Si rendevano conto che il momento era grave poiché il gruppo PDL-Lega aveva appe-na evitato una cocente sconfitta politica mentre il gruppo di mag-gioranza, di conseguenza, era appena entrato in un vortice di critiche e tensioni.Il Sindaco Ing. Roberto Brunel-li, conoscendo le posizioni dei gruppi politici, sapeva benissimo quale sarebbe stato l’esito del voto; un esito che, se lui avesse voluto, avrebbe facilmente po-tuto evitare. Come? Con tutto il tempo che riteneva, avrebbe po-tuto consultarsi sul regolamento con il Segretario comunale, se-duto al suo fianco, al fine di ac-certare che la non partecipazio-ne al voto di 11 su 13 consiglieri avrebbe impedito la votazione

dell’ODG. Avrebbe potuto con-sultarsi con la Capogruppo Sil-via Passarini e suggerire di far votare contro almeno tre consi-glieri del PD, impedendo l’ap-provazione dell’ODG. Avrebbe potuto suggerire ai consiglieri del PD di abbandonare l’aula così da far mancare il numero legale necessario per procede-re al voto. Il Sindaco Brunelli, Presidente del Consiglio Comu-nale, la carica politica preposta alla gestione e regolamentazio-ne del Consiglio Comunale, non ha fatto nulla di tutto questo. Al termine del nostro intervento, accertatosi che nessuno avreb-be dibattuto il tema, ha dato inizio alla votazione alla quale hanno partecipato unicamente gli stessi consiglieri che hanno presentato l’Ordine del Gior-no. Il Sindaco ha conteggiato i due voti a favore, ha dichiarato l’approvazione dell’Ordine del Giorno all’unanimità ed infine ha annunciato la conclusione del Consiglio Comunale.Un ulteriore atto di questa vicen-da anomala si è verificato il gior-no sabato 10 settembre 2011,

due giorni dopo il Consiglio Co-munale, quando sul giornale “il Resto del Carlino” è apparso un articolo intitolato “A San Pietro un cippo in memoria delle vittime dei partigiani - Il Centrosinistra si “sbaglia”, passa la proposta del PdL” che, in sostanza, sostiene la tesi dell’errore.

NON SIAMO D’ACCORDO CON QUESTA INTERPRETAZIONE.Questa ricostruzione dei fatti ci sembra opportunamente con-fezionata per “coprire” quella che in realtà è stata una preci-sa scelta. Una scelta che ha già scatenato forti polemiche e che ora rischia di danneggiare tutti i protagonisti del fatto, compreso il Sindaco Brunelli. Quella che per noi è una chiara iniziativa di “salvataggio” continua il giorno 11 settembre 2011 con un artico-lo in cui, al fine di distogliere l’at-tenzione sulle responsabilità del Presidente del Consiglio Comu-nale - lo stesso Sindaco Brunelli - esce un nuovo articolo sul quo-tidiano il Resto del Carlino in cui pur parlando di sdegno per l’ac-caduto, di dibattito rovente dopo lo “sbaglio” della maggioranza e nonostante si legga “ce n’è per tutti”, in tutto l’articolo, grande una intera pagina, stranamente non si trova il benché minimo ri-ferimento al Sindaco Brunelli. È estremamente sospetto che non sia mai stata utilizzata la pa-rola Sindaco, la parola Presiden-te del Consiglio, primo cittadino. Questo articolo attribuisce la re-sponsabilità dello “sbaglio” alla maggioranza, in pratica i Consi-glieri del PD. Salvato Brunelli e condannati i Consiglieri del PD.È plausibile che i dirigenti locali e provinciali del partito abbiano concordato questa versione uffi-ciale per non mettere in ulteriore difficoltà il Sindaco Brunelli.

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È ammirevole come il gruppo dei consiglieri di maggioranza con-tinuino a difenderlo, facendosi carico anche delle più imbaraz-zanti responsabilità come quella di aver “pasticciato” in Consiglio Comunale e ricavandone un danno di reputazione e di credi-bilità politica e personale indele-bile. È chiaro che, fino a quando i consiglieri continueranno a fi-darsi ciecamente del loro leader Brunelli, la stabilità del gruppo consigliare di maggioranza sarà garantita. Bisogna però vedere se i consiglieri di maggioranza sono stati informati dell’opera-zione di “salvataggio” di Brunelli e se sono d’accordo con questa soluzione in cui saranno gli uni-ci a pagare. Inoltre, un principio fondamen-tale del comando è che per ogni evento, positivo o negati-vo, la responsabilità è attribuibi-le a chi comanda e per questo motivo non si capisce come si possano incolpare dei “sempli-ci” consiglieri mentre il Sindaco, che li dovrebbe coordinare; che è anche Presidente del Consi-glio Comunale e come tale do-vrebbe conosce ogni articolo del regolamento; che è stato Consigliere Comunale a Bari-

cella dal 1990 al 2002 nelle li-ste PCI, PDS e DS e dal 1993 al 2002 ha ricoperto il ruolo di capogruppo, diversamente dai Consiglieri viene ritenuto privo di responsabilità.Il giorno 13 settembre 2011 l’Amministrazione pubblica, sul Sito ufficiale del Comune, un co-municato, intitolato “LA FORZA DELLA RAGIONE: NON AC-CETTARE PROVOCAZIONI” dove, nella ricostruzione dell’ac-caduto in Consiglio Comunale, Il Sindaco Brunelli, descrive la presentazione dell’ODG come una “FORZATURA”. UNA FOR-ZATURA?? A noi di Consenso Comune ogni atto compiuto du-rante quel Consiglio Comunale non ha mai dato l’impressione di essere stato imposto, forzato e tantomeno ci è parso forzato il Sindaco Brunelli nel gestire tutte le fasi che hanno portato a quel voto. Per noi comunque è tutto chiaro! Ci troviamo di fronte al-l’ennesimo tentativo di attribuire le responsabilità dei propri atti (l’ennesimo infausto) ad altri. Complimenti per lo spessore politico!Nulla avviene per caso e per noi è sciocco credere che il Sindaco Brunelli si sia sbagliato. Qual-

cosa è successo ed il risultato è che i consiglieri Frisario e Mar-giotta hanno ottenuto un impor-tantissimo risultato politico che li ha tolti dalla zona d’ombra in cui, a nostro avviso, si trovava-no negli ultimi mesi. Inoltre que-sto loro successo procurato dalla maggioranza è in perfetta linea con altri casi in cui, per esempio, la maggioranza ha dato il proprio voto a sostegno della elezione della Frisario nel Consiglio della Reno Galliera e nella Commissio-ne Elettorale del 2014. Per noi, il risultato di quanto è successo durante il Consiglio Comunale dell’8/9/2011, non è stata una sorpresa. Ce lo aspettavamo.Poiché le polemiche, nelle set-timane successive, hanno as-sunto un volume forse inaspet-tato anche per gli stessi com-ponenti della maggioranza, ab-biamo l’impressione che questi abbiano deciso di smorzare la polemica attraverso un ulteriore Ordine del Giorno presentato e votato durante il Consiglio Co-munale del 30-9-2011. Magari tutta questa vicenda non sia stata ideata dal locale PD ma la nostra impressione è che sia stata “cavalcata” per raggiunge-re i propri scopi elettorali.

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Questa è solo un’introduzio-ne al tema della Fusione

dei Comuni della Reno Galliera di cui tratteremo più ampiamen-te nel prossimo giornale.La volontà dei Politici/Ammini-stratori è di arrivare alla Fusione di otto Comuni che diventeranno un solo Maxi Comune. Non ci sarà più una persona votata lo-calmente che si prenderà i meriti e le responsabilità di ciò che de-cide e fa, ma ci sarà un Sindaco comune, eletto dai cittadini degli otto Comuni, Consiglieri comuni. Le decisioni verranno prese dal Sindaco che andrà a decidere per tutti e a livello locale potreb-bero esserci dei referenti incari-cati (probabilmente pagati).Quel Sindaco avrà la capacità di prendere delle decisioni che soddisfino tutti i cittadini dei vari ex Comuni? Quando farà scelte che non piacciono, per esem-pio ai cittadini di un ex Comune, sarà disposto ad ascoltarli e ri-vederle dispiacendo ai cittadini di un altro ex Comune?Come si comportarà il Sindaco del Maxi Comune, è ininfluente; anche se dovesse deludere tut-ti i cittadini di un ex Comune, questi cittadini, rispetto alla totalità dei cittadini del nuovo Maxi Comune, rimarranno una percentuale così bassa da non

preoccupare né quel Sindaco né la dirigenza politica che lo sostiene. I numeri non sarebbe-ro mai sufficienti per riuscire a cambiare. In una condizione di quel tipo, la possibilità di incidere, per i cit-tadini di un territorio sarà pres-soché nulla, come è nulla per gli abitanti di una frazione che si appellano agli Amministratori per far valere i propri diritti e per anni, in vano, tentano di essere considerati e rispettati. Il Sindaco di San Pietro in Casale ci ha dato un assaggio del rischio che corriamo. Se il Sindaco del Maxi Comune se ne fregasse della volontà dei cittadini di un ex Comune, come ha dichiarato farebbe il Sindaco Brunelli, non badando all’80% della popola-zione, figuratevi quanto poco sarebbe preoccupato un Sinda-co se quell’80% dei cittadini di un ex Comune di San Pietro in Casale corrispondesse a circa il 9% di tutta la popolazione del nuovo Maxi Comune. Pur es-sendo migliaia, queste persone non avrebbero più la possibilità di ottenere ascolto e considera-zione perché il loro peso politico sarebbe circa un ottavo di quello che avevano prima.Questo della Fusione, secondo noi è l’ennesimo tranello ordito

dai Politici/Amministratori al fine di toglierci la possibilità di deci-dere ed ottenere una buona ge-stione per il nostro territorio. I cittadini di territori storicamente separati e ben distinti tra di loro non saranno mai uniti nel mo-mento in cui si dovrà prendere decisioni impopolari e penaliz-zanti. Sarebbe una popolazione di circa 70.000 abitanti sostan-zialmente divisa in 8 fazioni, mentre i politici, i consulenti, gli incaricati e gli assessori si riuni-rebbero alla guida di questa po-polazione slegata.Questa condizione di popo-lo diviso governato da politi-ci uniti è quanto di più peri-coloso per il nostro futuro e non profuma di democrazia.

Gli Amministratori stanno manovrando per arrivare alla Fusione degli otto comuni della Reno Galliera. Perché?I motivi che vengono dichiarati dai proponenti sono tutti econo-mici: razionalizzazione dei servizi, riduzione dei costi per le sedi, maggiori trasferimenti dallo stato. Noi crediamo che esistano al-tre motivazioni, unicamente partitiche, che non hanno al centro le persone ma il mantenimento del potere, in tutte le sue forme. Questa pagina è il nostro primo segnale di allarme.

Territorio dell’Unione

Reno Galliera

San Pietro in Casale

Castel Maggiore

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Per il nostro Comune, passato da una sottomissione ad una semi-libertà, vogliamo la piena liberazione e l’ini-zio di una gestione comunale fatta partendo dalle personeUn popolo tenuto all’oscuro degli obiettivi primari di chi lo governa, non potrà mai essere veramente libero ma sarà sempre in balìa del-le scelte altrui che gli pioveranno sulla testa senza che gli vengano nemmeno annunciate. Questa, è l’attuale nostra condizione che noi intendiamo cambiare.

di Marco Alberghini

La libertà non è fare ciò che si vuole ma è, come diceva

Giorgio Gaber, “PARTECIPA-ZIONE”.Se partecipi, a qualsiasi cosa, perché lo vuoi, ciò vuol dire che sei libero di farlo e nessuno te lo sta impedendo. Con questo articolo voglio spie-gare cosa pensiamo rispetto all’attuale Amministrazione e soprattutto come vorremmo che fosse amministrato il nostro Comune.Per farlo dobbiamo partire da oggi, da come è organizzato, dagli equilibri che lo regolano per arrivare a dire che quello che vorremmo è un Comune gestito in modo molto diverso da così.Con il sistema attuale manca la vera Libertà! Sembra eccessivo, invece è anche troppo facile di-mostrarlo.Credo che la Libertà si trovi un passo dopo la consapevolez-za, consapevolezza che si rag-giunge solo attraverso ad una profonda conoscenza.

Noi cittadini di San Pietro in Ca-sale siamo tenuti nella NONco-noscenza, come potremo mai arrivare alla libertà?Chi ci amministra non ci dice tutto, trattiene per sè le deci-sioni proprie e di chi sta anco-ra sopra. Ci viene detto il mi-nimo indispensabile per dare una parvenza di trasparenza e democrazia ma ci vengono ta-ciute tante cose, così che noi cittadini non abbiamo elementi per farci un’idea, per elaborare una parere, senza informazioni nessuno è in grado di argomen-tare delle critiche e senza le cri-tiche costruttive che potrebbero incontrare il plauso di gruppi di cittadini, viene a mancare anche il mtivo per aggregarsi per rag-giungere un obiettivo comune.Loro non ci informano per non darci gli strumenti necessa-ri a capire ed eventalmente ad avanzare delle critiche.Noi cittadini di San Pietro in Ca-sale non siamo liberi perché tut-to viene deciso da qualche de-cina di persone che gestisce la “cosa pubblica” da decenni.

Nemmeno per cose banali, que-ste persone che si chiamano Amministratori, interpellano noi cittadini; creerebbero un pre-cedente tanto buono per noi quanto pericoloso per loro. Un precedente di “partecipazione” quindi di libertà concretizzata in quel momento in cui esprimia-mo un’opinione. Figuriamoci se questo gruppo di persone che ci tiene in pugno avrebbe mai po-tuto chiederci se noi cittadini ac-cettiamo le Biomasse sul nostro territorio. Non l’hanno chiesto e non lo chiederanno mai fosse anche solo per non farci sorgere il dubbio che quello della con-sultazione popolare sarebbe un modo veramente democratico di gestire il nostro Comune.Le tante omissioni di queste po-che decine di persone sono la conseguenza di una loro neces-sità di non voler gestire nessuna voce fuori dal loro coro. Se noi non sappiamo nulla, non chie-deremo nessun chiarimento e non saremo mai in disaccordo.Se si trattasse di un film, gli spettatori avrebbero già capito

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che dietro a questo modo di ge-stire la politica c’é qualcosa di più che ci viene nascosto. Gli spettatori dovrebbero solo at-tendere di capire cosa.Il nostro problema è che questo non è un film, è la realtà in cui noi stiamo dentro, senza con-sapevolezza, senza strumenti per far cessare questo stato di sottomissione.A dir il vero uno strumento lo ab-biamo ed è la stampa. È l’unica ancora di salvezza di cui dispo-niamo ed infatti, non crediamo sia un caso che hanno tentato di fiaccarcela con un esposto, con una querela e con il tenta-tivo di modificare il contenuto di un nostro articolo.Perché sono tanto diversi l’Oro-logio del Comune e SOS Co-mune di Consenso Comune? Perché nel nostro mettiamo tutto l’impegno possibile per in-formare i cittadini nel modo più chiaro, documentato, attendibi-le ed onesto che riusciamo.Tornando a come vorremmo fosse amministrato il nostro Co-mune, per prima cosa ci deve essere una totale trasparenza; una abitudine a consultare i cit-tadini, specialmente per le deci-sioni più importanti con il ricor-so, se opportuno, al referendum popolare previsto dallo Statuto comunale; una totale chiarezza dei capitoli di spesa resi dispo-nibili a chiunque; non ci devono essere persone amiche che ot-tengono l’impossibile e quelle non-amiche che non ottengono nemmeno ciò che gli spetta; i cittadini dovrebbero poter cono-scere appieno quali somme ven-gono spese e per cosa; gli aiuti alle persone bisognose, previsti dalla legge, dovranno essere controllati al fine di evitare even-tuali forme di parassitismo che la popolazione non tollera affat-

to e che sono, in barba ai prin-cipi solidaristici di questa classe politica, uno dei principali motivi della scarsa integrazione.L’Amministrazione non deve dire bugie di nessun tipo.L’Amministrazione che vorrem-mo per il nostro Comune deve sempre aver chiaro che ogni cittadino riveste due ruoli fon-damentali: è il destinatario del lavoro amministrativo in quanto fruitore dei servizi ed ha dei diritti ma, nel contempo, ha anche dei doveri e può essere una risor-sa per la collettività (non stiamo parlando di volontariato).L’amministrazione che vorrem-mo tenta di mantenere tutta l’autonomia decisionale che può, non accetta che il centro delle decisioni gli venga strap-pato dalle mani, magari dal vo-lere della Unione Reno Gallie-ra, dalla Provincia di Bologna o dalla prospettata Fusione dei Comuni della Reno Galliera.Tenterebbe di decidere auto-nomamente nell’interesse dei propri cittadini non accettando le imposizioni politiche ed affa-ristiche che potrebbero arrivare dai livelli superiori della politica e dell’Amministrazione.Nel Comune che vorremmo do-vrebbero viverci persone libere, pensanti, informate quindi con-sapevoli, anche contrarie ma attive, nel rigore della fredda gestione amministrativa ma nel calore dei rapporti umani basati sul rispetto e la considerazione.Oggi noi viviamo in un Comune che non ci permette di essere liberi e noi di Consenso Comu-ne siamo, di fatto, una forza di Resistenza che si batte per la nostra Liberazione da quelle poche persone che ci manten-gono all’oscuro degli obiettivi che solo loro definiscono e che solo loro conoscono.

Associazione Consenso ComuneVicolo del Parco Nord, 1540018 San Pietro in Casale (Bo)Codice Fiscale 91294640379

Vogliamo esprimere un par-ticolare ringraziamento ai cit-tadini sostenitori per il fonda-mentale apporto, costante nel tempo e l’augurio, esteso a tutti i sanpierini, che le cose possano presto migliorare.

Edito da Associazione ConsEnso ComunE

Vicolo del Parco nord, 1540018 san Pietro in Casale (Bo)

Aut.Tribunale di Bolognan° 7916 del 30-1-2009

Direttore Responsabile:Marco Alberghini cell. 377-1304562

[email protected]: Silvia Giatti

Hanno collaborato: Mirco Stracciari, Enrico Castaldini,

Gianni Grandi, Massimo Lodi, Claudio Masotti, Massimo Monari, Roberto Amadori, Lucia Comastri,

Paola Padovani.

Un sentito ringraziamento a tutti i correttori e i consulenti che hanno

contribuito alla realizzazione che per motivi di salvaguardia

non vengono citati.

Stampa: Tipoarte Ozzano Emilia (Bo)Chiuso il 22 Dicembre 2011

www.consensocomune.itinfo.consensocomune.it

http://marcoalberghini.wordpress.com/

www.facebook.com digitando Consenso Comune

Tiratura 5000 copie. I costi per la stampa di questo giornale e per tutta l’attività di Consenso

Comune sono sostenuti dai componenti della Lista Civica e da contribuenti che ringraziamo

sentitamente.

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PROMEMORIA E CONSIGLI PER IL SINDACOLa corretta gestione delle nevicate garantisce l’incolumità dei cittadini e la mobilità dei mezzi di soccorso. È chiaro a tutti, forse non proprio a tutti, che al centro del tema neve si trovano le persone, le quali, si aspettano dalle autorità preposte, una gestione puntua-le ed efficace. Nessuno pretende “miracoli” ma è sufficiente che qui si gestisca come in ogni altro Comune interessato dalla stessa nevicata. Questo “pareggio”, a quanto pare, non è avvenuto negli ultimi due inverni pertanto noi, con il solo fine di sollecitare un servizio migliore per i cittadini del nostro paese, non potendo decidere nulla, presentia-mo i seguenti suggerimenti, accompagnati dalla speranza che, questi Amministratori, che spesso danno l’impressione di sentirsi superiori, in questo caso, per il bene degli stessi cittadini, mettano da parte ogni presunzione e si impegnino a fare meglio.

Visto come sono state gestite le nevicate degli ultimi due

inverni, con questo articolo in-tendiamo contribuire, con sugge-rimenti, ad una migliore gestione delle prossime, prevedibili, nevi-cate.PREMETTIAMO che di quelle infelici gestioni riteniamo re-sponsabili esclusivamente gli Amministratori ed i dirigenti dell’Ufficio Tecnico, mentre gli addetti, che vengono co-ordinati, a nostro avviso non hanno responsabilità.Capiamo che sarebbe imbaraz-zante per i nostri Amministra-tori chiedere ai colleghi dei Co-muni vicini come si fa a gestire una nevicata, pertanto abbiamo estrapolato il disciplinare “Come gestire l’emergenza neve“ dal Comune di Rho, in provincia di Milano di cui, in blu, riportiamo alcuni passaggi fondamentali.I comportamenti e gli accor-gimenti suggeriti dagli esper-ti sono sempre utili; tra que-sti: restare sempre informati e aggiornati sulla situazione di emergenza; avere a disposizio-ne una scorta di sale; leggere i giornali quotidiani; ascoltare te-legiornali o radio giornali locali; consultare le previsioni meteo-rologiche in Internet.Poiché nel dicembre 2010, dopo quindici giorni in cui in tutta Italia

si preannunciavano forti nevica-te estese, le cose a San Pietro in Casale, non si può dire che siano andate bene, per questo inverno, consigliamo agli Ammi-nistratori di restare più vigili, di rendersi conto quando sta nevi-cando e senza tentennamenti, attivarsi per fare ne più ne meno quello che fanno in tutti i Comuni del Nord Italia.Per quanto riguarda l’utilizzo del sale, il Comune di Rho ci ricorda che: questo può essere usato per intervenire su formazioni di ghiaccio di spessore limitato. Nel caso di forti nevicate, quin-di, è necessario prima togliere la neve quasi completamente e poi spargere il sale sul ghiaccio rimasto. Il quantitativo di sale deve esse-re proporzionale allo spessore di ghiaccio o di neve da scogliere: per sciogliere un centimetro di neve, per esempio, occorrono circa 50 gr. di sale a metro qua-dro; con un chilogrammo di sale, quindi, possono essere trattati 20 metri quadrati di superficie. Questo passaggio è molto im-portante perché ci spiega che non bisogna cospargere il sale sulla neve e poi passare con la pala asportando sia la neve che il sale appena cosparso, ma pri-ma bisogna passare con la pala spazzaneve e dopo aver spar-

so il sale, bisogna lasciarlo lì in modo che faccia il suo lavoro di scioglimento del ghiaccio. Questa informazione ci permette anche di calcolare quanto sale sarà necessario per cospargere le strade che debbono essere liberate e, una volta trovata la quantità, acquistarla prima che abbia già nevicato, magari in quantità superiore, di sicurezza.Il sale per scioglimento ghiaccio costa circa 12 Euro al quintale. Il nostro Comune, l’anno scorso, ne ha acquistato circa 230 quin-tali con una spesa di circa 3500 Euro IVA compresa. Con importi di questo tipo, per un materiale tanto strategico, è auspicabile che gli Amministratori decidano di procurarsi una certa scorta di sicurezza per riuscire ad af-frontare anche periodi partico-larmente nevosi e non rimanere senza sale.Sentite cosa fa il Comune di Rho in caso di neve: il Comune attiva le procedure previste per fron-teggiare le precipitazione nevo-se. Pensate; il servizio è artico-lato in tre fasi.

Prima che nevichi È la fase di monitoraggio delle condizioni atmosferiche. Si attiva ogni volta che le pre-visioni meteo, fornite da stazio-ni meteorologiche accreditate,

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annunciano possibili nevica-te sul nostro territorio. Que-sta fase prevede che da quel momento in poi siano posti in stato di allerta il settore Lavori Pubblici - ufficio Strade, servi-zio Protezione Civile e la Polizia Municipale.

Quando nevica Quando inizia a nevicare, una volta raggiunti i 3 cm di neve, intervengono mezzi spartineve e uomini, a meno che le previ-sioni metereologiche non pre-vedano un miglioramento e l’in-nalzamento della temperatura nel breve periodo. Lo scopo principale di questa fase è di rendere il più possibile percorribili le strade e garantire l’accessibilità ai punti strategici e si concretizza con la pulizia delle strade compreso lo spar-gimento del sale. L’intervento prevede l’impegno di un nume-ro adeguato di mezzi spalatori suddiviso per zone di interven-to. Priorità viene data da subito alle arterie principali e in con-temporanea alle arterie secon-darie sino alla viabilità minore. Il controllo dei parchi e delle aree a verde per eliminare eventuali rami o alberi abbattuti e/o peri-colanti a causa del carico neve; l’eventuale chiusura delle scuo-le a secondo della gravità del-l’evento meteorologico.

Dopo la nevicata Passata la nevicata, prosegue l’intervento dei mezzi d’opera al fine di pulire quanto neces-sario per contenere il disagio alla viabilità. Per contenere la possibile formazione di ghiac-cio, nelle ore di maggiore criti-cità a causa dell’abbassamen-to della temperatura, prosegue l’intervento dei mezzi spargi-sale sulle strade. Proseguono inoltre gli interventi di pulizia su aree pubbliche in funzione della gravità dell’evento. I mezzi per lo sgombero della neve

La città e la sua viabilità sono state analizzate, mappate e classificate, così da ottenere una “graduatoria di priorità” negli interventi di pulizia del-le strade e di salatura (spargi-mento di sale). I mezzi una volta entrati in ser-vizio proseguono a ciclo conti-nuo senza sosta sino al cessare dell’evento e comunque sino a quando la percorribilità delle strade è garantita, provveden-do in seconda fase ad effettua-re gli interventi di finitura e puli-zia ove necessario. Importante sottolineare la diffi-coltà di intervento non solo in funzione dell’intensità dell’even-to e della temperatura ambiente ma anche in funzione della fa-scia oraria e quindi del possibi-le traffico presente che inevita-bilmente potrebbe rallentare la velocità dei mezzi operanti.

Sono privilegiate: - le strade principali (grandi vie di comunicazione, principali direttrici) che sono interessate dal trasporto pubblico (auto-bus, taxi,) e di emergenza (118 e Vigili del Fuoco, ecc.) - le strade che permettono il raggiungimento degli ospedali (autoambulanze, ecc.), l’uscita dei mezzi di soccorso e di pub-blica sicurezza, raccordi e vie di accesso alla città.

Questi sono consigli gratuiti che si possono trovare sui siti dei co-muni ma se si hanno delle incer-tezze si può sempre telefonare e farsi spiegare bene bene cosa e come si deve fare o non fare, e magari farsi assistere da qual-cuno con maggiore esperienza, proprio durante la nevicata. Chie-dendo, con cortesia, si imparano tante cose utili e si riesce a fare ciò che i cittadini si aspettano venga fatto da chi amministra e gestisce il Comune, risparmian-do a tutti disagi e guai.Ricapitolando:

Comprare il sale prima che nevi-chi in quantità di sicurezza; spa-lare la neve dalle strade e solo dopo cospargere il sale; una volta cosparso il sale lasciarlo lì; pulire e salare le strade partendo da quelle più trafficate arrivando a quelle meno trafficate; fare tut-te queste cose a partire dall’inizio dell’evento metereologico senza interruzioni.Nello stesso sito si trovano le in-dicazioni ed i consigli per i citta-dini, ai quali, quell’amministrazio-ne richiede e riconosce un ruolo fattivo e collaborativo importante che chiunque può consultare al-l’indirizzo http://www.comune.rho.mi.it/Eventi-e-Notizie/le-No-tizie/Come-gestire-lemergenza-neve-dp1 e nel caso di indecisio-ni si potrà sempre telefonare al Comune di Rho Piazza Visconti, 23 Rho (MI) Centralino: 02.933321

Per chi vuole constatare e confrontare di persona come è stata gestita la nevicata del 17 dicembre 2010 a San Pie-tro in Casale e a San Giorgio di Piano, può farsene un’idea guardando questo video: http://vimeo.com/18007560

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Come e perché viene espresso il nostro voto in ConsiglioComunale

Desidero spiegare ai cittadini con quale metodo, noi consiglieri di Consenso Comune, votiamo in

sede di Consiglio Comunale.Quasi ogni atto che viene compiuto dal Comune, at-traverso ad un provvedimento amministrativo, segue una precisa linea politica. L’Amministrazione decide di tagliare servizi ed il caposettore di riferimento pub-blica una determina dirigenziale che ufficializza quan-to deciso dall’Amministrazione. Si decide di ristruttu-rare il Centro della Musica e l’Ufficio Tecnico si attiva per preparare tutti i documenti che dovranno essere deliberati dal Consiglio Comunale.Quello che si legge nelle pagine del Bilancio Comu-nale è il risultato economico di scelte che a volte ci vengono annunciate ma che per lo più non conoscia-mo e non conosceremo mai. Per questo motivo, per i Consiglieri di minoranza, i quali non vengono prati-camente mai coinvolti nelle fasi di analisi e decisione politica, risulta impossibile stabilire, caso per caso, se il bilancio Comunale o le variazioni di bilancio siano condivisibili quindi votabili a favore o non condivisibili quindi da contrastare. A parte i casi evidenti in cui, per esempio, l’Amministrazione decide di vendere i lotti di terra di proprietà del nostro Comune, in passato de-stinati alla realizzazione del Parco Sud, perché si co-struiscano abitazioni, decisione assurda per la quale abbiamo espresso la nostra contrarietà in Consiglio Comunale, per una miriade di altri provvedimenti, non ci è stata data la possibilità di conoscere le motivazio-ni politiche, pertanto, la posizione che abbiamo deci-so di tenere non è quella di contrarietà a prescindere (potrebbero essere motivazioni da noi condivise) ma di astensione poiché dalla nostra posizione non ab-biamo elementi sufficienti per valutare le scelte politi-che di questi Amministratori.Come previsto dal Regolamento Comunale, alcuni giorni prima che si riunisca il consiglio Comunale, l’Amministrazione mette a disposizione dei Consi-glieri (di maggioranza e minoranza) i documenti re-lativi ai punti che saranno trattati in Consiglio. Per quanto riguarda il bilancio, ultimamente i documenti ci vengono messi a disposizione con anticipo rispet-to a quanto previsto dal regolamento stesso e, in occasione delle Commissioni Consigliari nelle quali si approfondiscono i vari argomenti, i responsabi-li del settore economico ci forniscono chiarimenti sulle decisioni che l’Amministrazione ha di fatto già preso e che debbono solo essere ratificate (ufficia-lizzate) dal Consiglio Comunale. Quello che viene spiegato può essere la verità ma per noi, con ogni probabilità, non è tutta la verità.

Mi spiego meglio. Quando questi Amministratori deci-dono di spendere soldi a favore di un servizio piuttosto che di una manutenzione, compiono una loro scelta politica che viene concretizzata da un atto che, in cer-ti casi, deve essere avallato dal Consiglio Comunale. Queste scelte talvolta ci sono parse condivisibili salvo poi scoprire che aprivano la strada ad altre decisioni ed atti per i quali ci siamo trovati completamente in di-saccordo. Per chi, come noi, non ha nessun controllo della strategia politica è molto pericoloso avallare an-che la più, apparentemente, innocua decisione e, per lo stesso motivo, il voto contrario potrebbe, in futuro, rivelarsi opposto ai nostri principi amministrativi. Decidere per il Sì, per il No o per l’Astensione, non conoscendo le motivazioni profonde e non sapen-do quali saranno le successive “mosse politiche” di questi Amministratori, è come muoversi in un cam-po minato. Sarebbe estremamente ingenuo da parte nostra, fi-darci di chi dichiara cose che poi non trovano riscon-tro nella realtà.Un’ultima spiegazione la voglio dare in merito al no-stro comportamento in Consiglio Comunale. Se le Amministrazioni che hanno guidato il nostro Comu-ne nel passato si fossero comportate diversamente da come, purtroppo, si sono comportate, Consenso Comune non sarebbe mai nata e noi Consiglieri e ogni componente della Lista Civica sarebbe impe-gnato in altro. La nostra presenza è la conseguenza di Amministrazioni, compresa l’attuale, che debbono essere fermate ed il nostro unico obiettivo è raggiun-gere una gestione equa, trasparente, ragionevole, imparziale, saggia, non clientelare e non affaristica del nostro Comune. Ci pregiamo di non far parte della “casta” né tanto-meno di voler entrarne a far parte. Non ci piacciono i discorsi polemici ed infuocati che sentiamo fare da chi poi raramente dà seguito concreto a quanto detto, mi riferisco espressamente alla Consigliera Frisario. Il Sindaco Brunelli ama ripetere che il Consiglio Co-munale è il luogo dove si esercita la democrazia. Sì, forse l’intento originale era questo ma oggi, a nostro avviso, per responsabilità di chi ha la maggioranza da sempre, il Consiglio Comunale è svuotato di poteri e non rappresenta più un luogo dove i cittadini vengo-no considerati, rappresentati e tutelati. Basti pensare che una volta approvato il Bilancio, un semplice Ca-posettore, può decidere di emanare una determina dirigenziale anche di milioni di Euro (ne abbiamo una) senza che quel provvedimento passi per il Consiglio Comunale e nemmeno che i Consiglieri ne siano in-formati.Per noi di Consenso Comune, è importante conosce-re ogni sfaccettatura della gestione del nostro Comu-ne ora in mano a questi Amministratori ed è ancor più importante informare e dialogare con i cittadini, tutti i cittadini, tentando di concretizzare quella trasparenza che è nostra e di cui la maggioranza è solo capace di riempirsi la bocca.

Marco Alberghini