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Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo 27024 CILAVEGNA (PV) Tel. e Fax 0381 96.105 www.parrocchiacilavegna.it e-mail: [email protected] MARZO - APRILE 2010 (A cura della Parrocchia) ORARIO S. MESSE FERIALE: Ore 8,30 - FESTIVO: Sabato ore 18,00 - Domenica ore 8,30 - 11,00 - 17,00 SONO IO, NON ABBIATE PAURA

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Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo27024 CILAVEGNA (PV)

Tel. e Fax 0381 96.105www.parrocchiacilavegna.it

e-mail: [email protected]

MARZO - APRILE 2010 (A cura della Parrocchia)

ORARIO S. MESSEFERIALE: Ore 8,30 - FESTIVO: Sabato ore 18,00 - Domenica ore 8,30 - 11,00 - 17,00

SONO IO,NON ABBIATE PAURA

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Carissimi cilavegnesi,continueremo la mini mis-sione iniziata lo scorso annocon la visita, da parte di trenostre suore di Padre Pian-zola, a due zone ‘nuove’del-la comunità.Lo scorso anno con tantopiacere da parte di tutti, lesuore hanno visitato le zonedi Cilavegna Nord e di viaMontale.Quest’anno altre due zone‘nuove’: la zona di via Ver-nazzola e la zona di via Ber-linguer.

Perché.Con il Consiglio Parrocchia-le abbiamo deciso di conti-nuare l’iniziativa poiché,per ragioni di salute, io nonriesco a visitare le famigliein occasione della benedi-zione pasquale.E poi perché quelle zone so-no abitate, in gran parte, dacilavegnesi ‘nuovi’, forse unpo’ lontani dalla Chiesa. Ri-cevere nella propria famigliauna persona consacratache anche rappresenta ilPastore della Comunità, ècosa bella e importante.Infine, ed è io motivo più im-portante, la visita delle Suo-re nelle famiglie porta l’an-nuncio del Vangelo, la Pa-rola di Dio, per ricordare an-che ai non praticanti, il no-stro battesimo e la nostraidentità cristiana.

Che cosa mi attendo.Nessun miracolo, ma un ‘ri-sveglio’ religioso sì, un mag-gior ‘attaccamento’ alla no-stra Chiesa anche. Qualche

presenza in più alla messadomenicale è un sogno chenon smetto di fare.Le suore vi consegnerannola ‘carta dei servizi’ che con-tiene il riassunto in bricioledella vita e delle iniziativeparrocchiali.

Verrò, poi, anch’io.Alla fine della mini missionedi ognuna delle due zone,verrò a celebrare l’eucari-stia domenicale in mezzo al-le vostre case, dove abita-te. Sarà il mio modo piccolopiccolo per dirvi che vi hotutti nel cuore, che vi vogliobene e che prego per voi.Lo scorso anno questa miavisita eucaristica non è riu-

scita bene.Nella zona di CilavegnaNord non ho potuto recarmiperché ogni domenica pio-veva e nella zona di viaMontale è mancata un po’l’organizzazione e gli abi-tanti della zona sono stati i‘grandi assenti’.Confido tanto tanto in voiabitanti delle zone Vernaz-zola e Berlinguer.

Le modalità e le date.Una settimana prima ogni

famiglia riceverà una mialettera di accorato invito al sìgeneroso e cordiale ad ac-cogliere le suore, a spalan-care la vostra casa e ancoradi più il vostro cuore.3

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LA MINI MISSIONE

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ConclusioneAffido alla Madonna, Madre della Chiesa, il buon esito di questa iniziativa, la più importante delprogramma pastorale annuale: sia Lei a guidare le nostre suore e ad impetrare avvicinamenti econversioni.Poi a voi anziani ed ammalati, cui il ‘mestiere’ è quello di pregare, salga il vostro ricordo quotidia-no al Signore: pregate, pregate, pregate.Io farò la mia parte.Con infinita speranza.

Il prevo padre della comunità

Dal 17 al 26 marzo: zona Vernazzola

via Roma (dal semaforo in avanti), viaCavallotti, Via Ramponata, via dueGiugno, via Campana (partendo daOropa), vicolo Oropa, Via Roncate, viaVernazzola

La messa: alle ore 11,00 dell’11 aprile in via Vernazzola

Dal 12 al 21 maggio: zona Cilavegna Est

Via dei Mille (partendo dal semaforo),Industria, Pellico, Battisti, Sauro, Co-sta, Artigianato, S. Anna, Toti, Berlin-guer, Salè

La messa: alle ore 11,00 il 23 maggio in via Berlinguer

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LA PARROCCHIA

Che cos’è la parrocchia nella luce dellafede? Ecco subito una bella definizione

che viene dal cuore di don Primo Mazzolaried è stata ripresa dal papa Giovanni Paolo IInella Christìfideles laici: «La parrocchia è laChiesa che vive tra le case degli uomini: è laChiesa che mette casa tra le case degli uo-mini» (n. 26). Bellissima e densa definizio-ne. Ma... che cos ‘è la Chiesa? È il popoloche ha incontrato Gesù Cristo e, per questomotivo, è diventato popolo, cioè corpusChristi! E, incontrando Gesù Cristo, questopopolo scopre l’affascinante volto di DioAmore, diventan-do così umanitànuova in mezzoal mondo invec-chiato dal pecca-to. E, mentre vivequesto stupendomistero, il popolocredente sa che ilpiù bello deve an-cora venire: e al-lora aspetta il ri-torno di Gesù,che porterà acompimento lasalvezza con “icieli nuovi e la ter-ra nuova” (2Pt3,13). Ecco la do-manda: siamo consapevoli che è la fede inGesù che fa la parrocchia ed è la fede in Ge-sù lo scopo di tutta l ‘attività della parroc-chia? Pertanto esiste una parrocchia nellamisura in cui, in un determinato luogo, unacomunità è presenza e visibilità dell’unicopopolo credente in Gesù. Quando l’apostoloPietro prese la parola il giorno di Penteco-ste, disse senza mezze misure la fede dellaChiesa: “Uomini d’Israele, ascoltate questeparole: Gesù di Nazaret... voi l’avete inchio-dato sulla croce per mano di empi e l’aveteucciso. Ma Dio [= il Padre] lo ha risuscitato.

Sappia dunque con certezza tutta la casad’Israele che Dio ha costituito Signore e Cri-sto quel Gesù che voi avete crocifisso” (At2,22-24.36). Pietro non ha altro da dire e non ha altro daannunciare: lo scopo della sua vita è annun-ciare Gesù. E questo è lo scopo della Chie-sa e, di conseguenza, è lo scopo della par-rocchia, che è la catholica Ecclesia presen-te in un determinato territorio. La parrocchiadeve recuperare la consapevolezza di que-sta identità e della conseguente sua missio-ne: spesso — permettetemi di dirlo — man-

ca chiarezza pro-prio a questo li-vello fondamen-tale e decisivo! Oggi, è bene ri-cordano, la par-rocchia, a motivodella maturazio-ne della societàcivile, sta perden-do tanti ruoli disupplenza (so-ciali e culturali).Non piangiamoper questo, macogliamo l’occa-sione propizia perrimettere la fedeal centro del-

l’identità e della missione della parrocchia. È vero! Tutto questo è accaduto e può acca-dere ancora, esponendo la comunità cristia-na al rischio di diventare sale insipido, che “anull’altro serve che a essere gettato via ecalpestato dagli uomini” (Mt 5,13). E dal sa-le insipido non può uscire il sapore di una vo-cazione! Però — anche questo sia ben chiaro —quando la fede languisce, il problema non sirisolve gettandosi in un frenetico attivismo,perché, in questo caso, ci appartiene il rim-provero che Gesù rivolge alla Chiesa di Sar-

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di: ”Conosco le tue opere: ti si crede vivo einvece sei morto” (Ap 3,1). La pochezza difede si cura soltanto con più fede! Don DivoBarsotti, uomo di limpida fede, alcuni anni faprovocatoriamente disse: «Oggi la cosa piùurgente è rimettere Cristo al centro del cri-stianesimo». È una provocazione, ma c’èdel vero: e vale in modo particolare per laparrocchia. Continua don Divo Barsotti:“Cristo, spesso è marginale in tanto aposto-lato d’oggi; egli è diventato soltanto un pre-

testo per parlare d’altro e per condurre ad al-tri e per servire altri”. Costantemente alloradobbiamo chiederci: questo... e questo... equesto... serve a far crescere la fede dellacomunità cristiana? Me lo devo chiedere an-che quando faccio la spesa, anche quandoindosso un vestito, anche quando compro lamacchina, anche quando adopero un lin-guaggio, anche quando organizzo un viag-gio! E lo stesso discorso vale per tutta l’atti-vità della parrocchia.

Popolo che ascolta la Parola

Gli adulti al centro della pastorale

Veniamo, allora, alla domanda decisiva:che cos’è che genera la fede nella par-

rocchia e, generando la fede, rende la par-rocchia «madre feconda di vocazioni»? Laparrocchia — non stanchiamoci mai di ripe-terlo — è l’Ecclesia una, santa, cattolica eapostolica presente e visibile in un determi-nato territorio. Ma l’Ecclesia (= convocazio-ne!) è il popolo convocato dalla Parola di Dioe continuamente generato dall’ascolto dellaParola di Dio. Oggi, molto spesso, accade ilcontrario. Nella parrocchia la proposta dellaParola di Dio è debole, non preparata con di-ligenza, non preceduta e non accompagna-ta dalla preghiera: di conseguenza l’ascoltodella Parola di Dio non è sentito come un fat-to decisivo, vitale, insostituibile. Evidente-mente, per costruire il popolo credente nonpuò bastare la proposta della Parola di Dioche facciamo ogni domenica: questa propo-sta è indispensabile, ma spesso manca del-le condizioni necessarie di preparazione, af-finché possa produrre il frutto della fede. Al-

lora è necessario inventare nuovi momentiinfrasettimanali di annuncio della Parola percreare il «palato» capace di gustare l’annun-cio domenicale: la domenica sarà «giornodel Signore» se durante la settimana la co-munità parrocchiale avrà vissuto momenti diintenso ascolto della Parola di Dio.

Etutto deve avvenire partendo dagli adul-ti: infatti è sugli adulti che urgentemente

deve spostarsi l’asse della pastorale ordina-ria, se vogliamo arrivare efficacemente a unannuncio forte rivolto anche ai giovani e airagazzi. Gesù — leggiamo attentamente ilVangelo! — parlava agli adulti e, attraverso

gli adulti, entrava nelle case e nell’esperien-za vitale dei figli. Seguendo il Maestro, an-che gli apostoli si rivolgevano agli adulti e,attraverso gli adulti, si creava il clima cre-dente che i figli respiravano nelle loro caseilluminate dalla fede in Cristo. Oggi, invece, noi non raggiungiamo più gli

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L’Eucarestia

adulti (questo è il punto dolente della pasto-rale, che va ribaltato!) e gli adulti sono i gran-di assenti nella fede: il crocifisso — vi pregodi capire bene quello che sto per dire — è arischio non tanto sulle pareti delle nostrescuole quanto sulle pareti delle coscienzedei nostri adulti e, di conseguenza, il croci-fisso è espulso dalle case dove si vive e dailuoghi dove si lavora. Il cardinale Leo Jo-seph Suenens, arcivescovo di Bruxelles,subito dopo il concilio Vaticano II promosseun’inchiesta chiedendo a un vasto campio-ne di cristiani adulti quante volte, nella loro

vita, avessero avuto il coraggio di parlare diCristo a qualcuno; non dimentichiamo che idiscepoli di Cristo, secondo quanto riferito inAtti 11,26, furono chiamati «cristiani» per-ché parlavano di Cristo e perché professa-vano il Vangelo: Vangelo di Cristo! Le rispo-ste dell’inchiesta di Bruxelles furono delu-denti: cinque su cento cristiani (poco cristia-ni!) dichiararono di aver avuto il coraggio diparlare di Cristo a qualcuno. Dalla testimonianza di cristiani così, posso-no sbocciare le vocazioni? È molto improbabile!

Il popolo credente, il popolo acceso dal-l’ascolto della Parola sente il bisogno del-

l’Eucaristia: soprattutto dell’Eucaristia do-menicale. La domenica, infatti, non è un ob-bligo, ma è un dono; e, pertanto, il credentenon parlerà mai del precetto della domeni-ca, ma del privilegio della domenica. Tutto questo lo può capire soltanto un popo-lo che crede! Nel decreto Presbyterorurn or-dinis è scritto: «Non è possibile che si formiuna comunità cristiana se non assumendocome radice e come cardine la celebrazionedella sacra Eucaristia» (n. 6).E Giovanni Paolo II nella esortazione apo-stolica Christifideles laici affermò: «Ogniparrocchia è fondata su una realtà teologi-ca, perché essa è una comunità eucaristi-ca» (n. 26). E nell’enciclica Ecclesia de Eu-churistia vivit il papa disse: «La celebrazio-ne dell’Eucaristia è al centro del processo dicrescita della Chiesa» (n. 21). Di conseguenza, proprio perché l’Eucaristiaè il grande momento generativo della comu-nità cristiana, essa va preparata accurata-mente suscitando tutta la ministerialità ne-cessaria per gustare e vivere l’Eucaristianon a dosi ridotte, ma in pienezza. E l’Eucaristia vissuta incendia la comunità eapre i cuori alla generosità vocazionale.Giustamente il papa Giovanni Paolo II hascritto: «Tra le numerose attività che una

parrocchia svolge, nessuna è tanto formati-va della comunità quanto la celebrazionedomenicale del giorno del Signore e dellasua Eucaristia» (Dies Domini, n. 35).

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La testimonianza della carità

La carità, pertanto, è la visibilità del mi-stero di vita nuova che abita nel nostro

cuore: «Amatevi gli uni gli altri; da questotutti sapranno che siete miei discepoli, seavrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). Senza la carità, noi siamo muti riguar-do al Vangelo, anche se parliamo brillante-mente e ci affanniamo in mille iniziative. La scuola di gratuità deve essere il fruttodell’ascolto della Parola e della celebra-zione della santa Eucaristia: Parola, Euca-ristia e carità sono il respiro che fa vivere lacomunità cristiana e la rende visibile in undeterminato territorio. Nelle nostre parrocchie accade talvolta ditrovare tante attività caritative senzaun’anima di preghiera e senza un profumoeucaristico: san Paolo direbbe che «nonservono a niente per il regno di Dio» (cfr.

Col 2,23). Talvolta invece è possibile tro-vare tanta preghiera e belle celebrazionieucaristiche senza un’esplosione di carità:qui c’è il rischio di pregare come il fariseoe, soprattutto, c’è il rischio di ridurre il cri-stianesimo a pronto soccorso personale ea bottega di estetica. Il dinamismo diun’autentica comunità cristiana parte dal-l’ascolto assiduo della Parola, che permet-te di gustare e capire l’evento che si com-pie nei sacramenti (e, in particolare, nel-l’Eucaristia) per arrivare alla visibilità delleopere di carità. Una parrocchia deve continuamente chie-dersi: la nostra Eucaristia muore sulla por-ta della Chiesa oppure vive e si fa visibilenella famiglia e nella vita della comunità at-traverso l’amore vissuto che rivela la pre-senza in noi dell’amore vivente?

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AMA LA TUA PARROCCHIA1. Collabora, prega e soffri per la tua parroc-chia e considerala come una madre alla qua-le la provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dioche sia casa di famiglia fraterna ed accoglien-te, casa aperta a tutti e al servizio di tutti.

2. Collabora, prega e soffri perchè la tuaparrocchia sia vera comunità di fede: rispet-ta il parroco, anche se avesse mille difetti: èil delegato di Cristo per te. Guardalo conl’occhio della fede, non accentuare i suoi di-fetti perché Dio perdoni te e le sue miserie.

3. Collabora, prega e soffri, perché la tuaparrocchia sia una vera comunità eucaristi-ca. Offriti per animare l’Eucaristia se ne haile doti. Partecipa alle Eucaristie con tutte letue forze. Sottolinea tutte le cose belle del-la tua parrocchia.

4. Non macchiarti mai la lingua accanendo-ti contro l’inerzia della tua parrocchia; inve-ce rimboccati le maniche a fare tutto quelloche ti viene richiesto. Ricordati: i pettego-lezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare,le rivalità sono i parassiti della vita parroc-chiale: combattili.

5. La legge fondamentale del servizio è l’umil-tà: non imporre le tue idee, servi nell’umiltà eaccetta anche di essere messo da parte se ilbene di tutti a un certo momento lo richiede.Solo, non incrociare le braccia, e non ti salti inmente di formare un partito di opposizione!!

6. Se il parroco è possessivo e non lascia fa-re, non farne un dramma: la parrocchia nonva a fondo per questo. Ci sono sempre setto-ri dove c’è piena libertà d’azione: la preghiera,i poveri, i malati. Basterebbe fossero vivi que-sti settori e la parrocchia diventerebbe viva.

7. Ricordati bene che con l’umiltà e la cari-tà si può dire qualunque verità in parroc-chia. Spesso è l’arroganza e la presunzio-ne che fermano ogni passo ed alzano i mu-ri. La mancanza di pazienza, qualche voltacrea il rigetto delle migliori iniziative.

8. Quando le cose non vanno, prova a pun-tare il dito contro te stesso, invece di pun-tarlo contro le situazioni. Hai le tue respon-sabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il co-raggio di un’autocritica schietta, avrai unaluce maggiore sui limiti altrui.

9. Se la tua parrocchia fa pietà, la colpa èanche tua: basta un pugno di gente volon-terosa a fare una rivoluzione, basta ungruppo dl gente decisa a tutto a dare un vol-to nuovo ad una parrocchia.

10. Prega incessantemente per la santitàdei tuoi sacerdoti: sono i sacerdoti santi laricchezza più straordinaria delle nostre par-rocchie, sono i sacerdoti santi la salvezzadei nostri giovani.

Padre Gasparino di Cuneo

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L’ORATORIO O “IL CLERO”

Mi sembra giusto che vi scriva sull’Ora-torio. I giovani lo chiamano ‘il clero’.

E’, dopo la Chiesa, il luogo più caro e impor-tante della parrocchia.E’ nell’oratorio che si ‘formano’ le nuove gene-razioni di cristiani adulti.E’ nell’oratorio che si insegna la parola di Dio:

3 pomeriggi alla settima-na sono ‘pieni’ di catechi-smo e 500, tra ragazzi ebambini, ricevono l’an-nunzio del Vangelo.E’ nell’oratorio che si ‘cu-stodiscono’ i bambini, igiovani, i ragazzi dellanostra Chiesa locale: lìtutti i giorni convergonoper giocare e per cresce-re.E’ nell’oratorio che le fa-miglie possono mandarei loro figli ed essere tran-

quilli che imparino cose belle.E’ nell’oratorio che si prega e si impara a pre-gare. E’ nell’oratorio che il Pastore vive le speranzee le delusioni del domani della comunità.L’oratorio è il cuore del pastore e della comu-nità.

L’attuale oratorio è stato costruito neglianni ‘80 con grande dispendio di ener-

gie e di forze da parte di tanti tanti cilavegnesi.Nel corso degli anni, a cominciare dal 2000 losi è reso più moderno e più adatto alle neces-sità. Il Comune, con il Sindaco Pisani cui va ilmio grazie e quello di tutti giovani cilavegnesi,ci ha ‘restituito’ i giardinetti che ci erano statiportati via. Lì abbiamo investito € 50.000,00per adattarli alle esigenze dell’oratorio stessoe costituiscono uno spazio in più; è sempre

aperto e molto frequentato durante l’estateanche da tante mammine che vi portano i loropiccolini.Poi nel 2005 ho sentito il bisogno di renderepiù moderne e ‘scolastiche’ le aule catechisti-che; per questo abbiamo rifatto tutto il pianosuperiore con salone, aule, salette e un appar-tamentino per un’eventuale custode.La spesa è stata di € 100.000,00.L’oratorio ora è funzionale, ‘come nuovo’,adatto alle esigenze della nostra gioventù.

Due nuove figure nel presente anno pasto-rale lo hanno arricchito: la nuova catechi-

sta e la nuova educatrice, Ilaria e Silvia.Per dare più vivacità e spiritualità alla vita ora-toriana.

Queste nuove scelte hanno un costo econo-mico non indifferente per la nostra parrocchia,ma l’affronto con cuore lieto perché impagabi-le è un oratorio con figure forti di riferimento edi educazione.

Figure nuove

I lavori

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Perché la catechista.La catechesi è il momento più alto della formazione cristiana dei nostri figli Si è resa necessariauna figura preparata teologicamente, competente, idonea per fare una catechesi più consona aitempi e più incisiva. Avviene, con la nuova catechista, una ‘mini riforma’ della scuola di catechi-smo che non può non portare frutti buoni.

Perché l’educatrice.I nostri attuali giovani oratoriani sono stati il gruppo portante della pastorale, hanno dato tutto séstessi per l’oratorio e le mete raggiunte sono loro merito.Il grazie mio e quello di tutta la comunità è grande, sincero, pieno.Ma ultimamente era venuta a mancare una figura di animatore che guidasse con cuore e conmano ferma la pastorale oratoriana e che attuasse gli indirizzi che il Pastore, col consiglio par-rocchiale, tracciava. Non sono mancate incomprensioni.Così, col consenso dei giovani stessi e del Consiglio, ho scelto un’animatrice che, in comunioneprofonda col Pastore, con competenza professionale acquisita con un titolo di studio, potesselavorare e servire il bene della comunità.Naturalmente gli attuali giovani continuano a dare il loro contributo educativo indispensabile concuore ed entusiasmo. La novità nella continuità.

Tutti i giorni anch’io dedico un po’ del miotempo all’oratorio e non c’è gioia più gran-

de che entrarvi e trovarlo pieno. Ci vado concuore perché, lo avrete capito da tutto lo scritto,ho tanta passione e tanto affetto per l’oratorio.Per un prete l’oratorio è un pezzo del cuore edella sua vita sacerdotale.Per non parlare delle preghiere e delle soffe-renze offerte per i giovani tutti e dell’oratorio inparticolare.Vi voglio dire un complimento che ho ricevuto,naturalmente da una persona forestiera: un

diacono della diocesi un giorno ha avuto biso-gno di me e mi ha trovato al ‘clero’. Quando miha visto mi ha rivolto uno dei complimenti piùbelli che io abbia ricevuto; ‘giro tutte le parroc-chie della diocesi, mi ha detto, ma non ho maitrovato un prete che alla tua età passi come te,il suo tempo in oratorio’.Anche una constatazione. Più volte sono anda-to a trovare i nostri animatori presenti agli in-contri diocesani e mi sono accorto che tra i nonmolti preti presenti (la maggioranza giovani) ioero il più anziano…

Tutte le iniziative pastorali, dico tutte, han-no un costo. La pastorale non si può fare

senza denaro. Nel collegio dei 12 apostolic’era anche la cassa comune.Vi dico con molta sincerità le cifre dell’Oratorioriferite a tutto il 2009.Uscite: € 9.290,00. Le voci principali diuscita: Enel € 2543,00, Gas € 2414,00, pic-coli stipendi all’animatore e alla catechista€ 2.405,00.Entrate: Bar, cene, affitto sala per compleanni€ 5.130,00.

Totale passivo: € 4.160,00.Il passivo viene coperto dalle entrate delleMesse domenicali.Le considerazioni le lascio a voi.

Vi ho detto tante cose, tutte con il cuore.L’oratorio è sempre stato croce pesante e gio-go soave da portare, l’ho sempre fatto con ilcuore.Per i ringraziamenti, li aspetto dal Signore inParadiso.

Il Padre del ‘clero’

La mia presenza

Una parola sui “costi”

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XIII GIORNATA DELL’ANIMATORE

Sabato 16 febbraio si è svolta presso l’ora-torio San Pio X di Mortara, la XIII Giorna-

ta Diocesana dell’animatore, alla quale hapartecipato la gran parte degli oratori lomellini.NATURALMENTE…..c’eravamo anche noi,animatori di Cilavegna!!!!La giornata, che aveva come tema l’acco-glienza, è iniziata con la celebrazione di unafunzione religiosa a cui ha preso parte ancheMonsignor Claudio Baggini: attraverso stralcidel Vangelo si è ribadita l’importanza del “ten-dere la mano” anche a chi, magari, sembra piùrestio a partecipare alle attività di gruppo.In seguito due sacerdoti provenienti dalla dio-cesi di Milano, hanno spiegato con parole pre-

ziose, semplici e limpide, i diver-si valori che ciascuno deve pos-sedere per cercare di essere unbuon oratoriano coadiuvandosianche di spezzoni di film celebri.Successivamente, divisi in cin-que gruppi di lavoro, abbiamoavuto la possibilità di conoscercimeglio e lavorare per uno scopocomune: preparare una giornatatipica in oratorio ed imparare aintrattenere e divertire i bambiniinsegnando loro “qualcosa”.Arrivata l’ora della cena, dispostiintorno ad enormi tavolate, ab-biamo mangiato alcune gusto-

sissime pietanze accuratamente cucinate da-gli animatori di San Pio; quindi, siamo staticoinvolti in giochi ispirati al quiz televisivo “Laruota della fortuna” e al social network “Face-book”.La serata, poi, si è conclusa scatenandoci incoinvolgenti balli di gruppo.E’ stata un’esperienza davvero entusiasman-te, durante la quale abbiamo potuto condivi-dere con altre persone volonterose quantonoi, la gioia di essere animatori in ORATO-RIO….….quindi….Arrivederci all’anno prossimo!!!!!!

Beatrice Marone

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....Ore 10,30 il telefono squilla.....drin drin!! Edeccomi a colloquio con don Mario (detto il pre-vo, tutti lo chiamano così!) “ Piacere sono Ila-ria , ma ciaooooooooo sono il prevo di Cilave-gna!”” ... Bene allora troviamoci giovedi 21 incasa parrocchiale e poi ti accompagno io cosìti presento agli altri!” Così ha avuto inizio il mioincarico qui presso il vostro oratorio ! Il giorno21 gennaio alle ore 16,00 ho iniziato questanuova avventura!! Devodire che mi sembra diaver fatto un tuffo nelpassato :ricordo infattiquando andavo all’ora-torio a S.Croce , quandoanimavo le feste per ibambini , i momenti dipreghiera, le riunioni....Da quando sono qui aCilavegna ho conosciutotantissime persone, eognuna di loro mi ha fattocomprendere quanto sia importante l’oratorio,quante emozioni e quante esperienze hannovissuto fino ad ora, ognuno di voi ha contribui-to a vivere a far vivere, nel tempo, agli altri mo-menti bellissimi Il vostro oratorio, infatti, mi hacolpito per la frequenza numerosa di adole-scenti che quotidianamente si ritrovano perraccontarsi alcune esperienze vissute a scuo-la, per giocare a carte per mettere in pratica leloro abilità di animatori, !! L’oratorio, quindi, per

voi tutti rappresenta un punto di ritrovo manon inteso solo luogo di aggregazione ma an-che un luogo dove poter costruire “qualcosa”!Molto in passato è già stato fatto...le iniziativee gli incontri passati sono sempre stati moltosentiti dai parrocchiani! Ora io insieme ad ungruppo di animatori molto motivati, cercherò di“costruire” un percorso di animazione soprat-tutto per voi giovani, per voi bambini! Le inizia-

tive sono già molte : ilcarnevale appena con-cluso (festa riuscitissi-ma anche grazie allapartecipazione di nume-rosissimi bambini ac-compagnati dalle lorofamiglie che colgo l’oc-casione per ringraziare)il torneo di calcio dioce-sano che si svolgerà conmolta probabilità il meseprossimo, il grest estivo

... e soprattutto tutti i pomeriggi in oratorio pervoi bambini ma anche per voi adolescenti inmodo tale da poter creare dei momenti di gio-co e di divertimento quotidiano ! Invito, quindi,in oratorio tutti i bambini e le loro famiglie pertrascorrere un pomeriggio in allegria!Ringrazio per la calorosa accoglienza che miavete riservato!! Vi aspetto numerosi Un ab-braccio e a prestissimo!!

Ilaria

ILARIA CI SCRIVE, SI PRESENTA,DICE I SUOI PROPOSITI

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CARNEVALE IN ORATORIO

Preceduta dalla festa per i ragazzi delle scuole medie nel-la serata di lunedì, che ha visto una discreta partecipa-

zione, la festa conclusiva del Carnevale, che come ogni annosi tiene in Oratorio al martedì pomeriggio, ha visto una folla

immensa di bambini di tutte le età partecipare ai giochi, benpreparati dagli animatori, al grande finale con balli di gruppo el’immancabile merenda per tutti, bambini, genitori, nonni. Un Oratorio strapieno che ha gratificato tutto lo staff.

Fotocronaca di un successo

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SACERDO

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QUALE UOMO PER FARE IL PRETESi cerca un uomo

Si cerca per la Chiesa un uomo capa-ce di rinascere nello Spirito ogni

giorno.Si cerca per la Chiesa un uomo sen-za paura del domani, senza pau-ra dell’oggi.Si cerca per la Chiesa unuomo che non abbia pau-ra di cambiare, che noncambi per cambiare,che non parli per parla-re.Si cerca per la Chiesaun uomo capace di vi-vere insieme agli altri,di lavorare insieme, dipiangere insieme, diridere insieme, di ama-re insieme, di sognareinsieme.Si cerca per la Chiesa unuomo capace di portare lapace dove c’è inquietudine einquietudine dove c’è la pace.Si cerca per la Chiesa un uomo chesappia usare le mani per benedire e indi-care la strada per seguire.

Si cerca per la Chiesa un uomo che trovila sua libertà nel vivere e nel servire enon nel fare quello che vuole.

Si cerca per la chiesa un uomo cheabbia nostalgia di Dio, che abbia

nostalgia della Chiesa, no-stalgia della gente, nostal-

gia della povertà di Gesù,nostalgia dell’obbedien-za di Gesù.Si cerca per la Chiesaun uomo che non con-fonda la preghieracon le parole detted’abitudine, la spiri-tualità col sentimenta-lismo, la chiamata con

l’interesse, il serviziocon la sistemazione.

Si cerca per la Chiesa unuomo capace di morire

per lei, ma ancora più capa-ce di vivere per la Chiesa; un

uomo capace di diventare mini-stro di Cristo, profeta di Dio, un uomo

che parli con la sua vita.Si cerca per la Chiesa un uomo.

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DAL CORSO IN PREPARAZIONEAL MATRIMONIO

Negli ultimi tre mesi abbiamo parteci-pato al corso pre-matrimoniale tenuto

dal nostro Prevo e da alcuni suoi collabo-ratori. Purtroppo il ristretto numero di par-tecipanti, solo cinque coppie, ha influenza-to negativamente le possibilità di confron-to e sviluppo dei temitrattati. Il corso si è aperto con ladiscussione delle moti-vazioni che ci induconoal matrimonio in chiesa:proclamare il proprioamore davanti a Dio ealla comunità cristiana,costituire una famigliafondata sui valori cristia-ni e compiere una sceltadi vita.Si è proseguito con lalettura di alcuni passidella Bibbia, che ci hapoi dato prova che non è la conoscenzadell’etimologia delle parole che compon-gono le Sacre Scritture o la sterile osser-vazione dei precetti a renderci veri cristia-ni, ma la comprensione del messaggio diAmore lasciatoci da Gesù e la nostra ca-

pacità di tendere, nella vita quotidiana, al-l’Amore Divino. Ma questo è un percorso assai lungo e dif-ficile, complicato da una società che nonconsidera adeguatamente il sacramentodel matrimonio, un’epoca dove “per sem-

pre” è un impegno trop-po gravoso.A conclusione abbiamoanalizzato le posizionidella Chiesa in relazio-ne a temi come l’abortoe l’adozione. Durantequesto incontro abbia-mo avuto modo di ascol-tare una forte testimo-nianza di vita dalla qua-le abbiamo tratto nume-rose riflessioni sul signi-ficato della famiglia edei figli.Siamo consapevoli che

il matrimonio, come ogni scelta di vita, èricco di momenti difficili, di crisi profondeche dovremo affrontare e superare, noncome singoli individui ma come famiglia:un’ardua impresa per la quale speriamo epreghiamo di esser all’altezza.

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NELLA PARROCCHIALE IL PIENONEPER IL RICORDO DI MARIO PAVESIV

ent’anni fa il 5 febbraio 1990, il nostroillustre compaesano Cav. Mario Pa-

vesi ci lasciava.Alla Messa del 14 scorso, gremivano lachiesa persone avanti con gli anni che Loconobbero e, giovani che volevano onorarloanche non conoscendolo di vista.Erano lì anche per ricordare Mario Pavesi ilbenefattore promotore della IstituzioneCasa Serena perAnziani.Mai vista cotantapartecipazione allacerimonia !!Presenti alla funzio-ne i sindaci prece-denti: Falzoni Giova-ni, Pisani Carlo, Fu-ga Giusto; mancavaButté Giovanni co-stretto a casa da ac-ciacchi.L’AmministrazioneComunale con Giun-ta e Consiglieri era alcompleto.Insieme ai numerosifedeli c’erano tutti ifigli del Cavalierecon i loro compagnidi vita, nipoti, amicidi famiglia e, vicino ame alcune dipendenti della Sua attività lavo-rativa.Il Prevosto Don Mario per l’occasione in-dossava i paramenti da cerimonia importan-ti e, con palese commozione ha ricordatoMario come Uomo di fede, frequentatoredella Casa Parrocchiale, generoso a tutti i li-velli.Toccanti furono i ripetuti riferimenti rivolti aFalzoni Giovanni quale amico della famigliaPavesi.

Applaudito è stato il nostro Sindaco Avv.Colli in Veste Ufficiale che ha letto quantodescritto dal Rampi nella sua storia sul “Cila-vegna” e la cronistoria della nascita dellaCasa Serena, raccontando l’ampio operatosvolto dall’Illustre Cilavegnese nei vari Mini-steri al fine di ottenere la possibilità di co-struire nel nostro paese (anziché in altri) lagrandiosa Casa di Riposo per anziani.

Il Dott. Ugazio Pie-rAngelo attualePresidente della Ca-sa Serena, dopoaver collaborato conil Parroco ad officia-re una parte dellaMessa, con chiareparole ha assicuratoil suo massimo im-pegno per garantireuna seria, oculata esempre miglioreconduzione dell’Isti-tuzione.Il sottoscritto hachiuso la celebra-zione con il suo ri-cordo: “Mario Pave-si è stato: un puro ci-lavegnese, socievo-le e soprattutto unBuono, fu il Re dei

carri Agricoli con il padre, l’Imperatore deiPavesini, l’inventore degli Autogrill, titolarecome benemerito di una strada di Novara,Cavaliere del Lavoro”.E soprattutto, con la sua Mariuccia - che daigradini all’altare ho salutato – Colui che hadato agli anziani “Felicità, Letizia ed un nuo-vo focolare nella Sua Casa Serena”.Grazie Mario, pär tüt cù caté faã pri silav-gnin.

Giovanni ROSSI

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LA PRESENTAZIONE AL TEMPIODEI NOSTRI BAMBINI

14 SETTEMBRE 2009 una data importan-te per un gruppo di bambini e bambine; ilprimo giorno di frequenza alla scuola pri-maria.

17 GENNAIO 2010 una seconda data al-trettanto importante per gli stessi bambini.Sono presentati dai genitori alla comunitàcristiana. Sono circa una quarantina conmamma e papà che presenziano alla S.Messa domenicale. Iniziano il loro cammi-no di catechesi, la SCUOLA di GESU’. Alledomande che il Prevo rivolge ai bambini sisente in coro un forte “sì ci impegniamo”

mentre i genitori promettono nell’affidamentod’impegno di collaborare con la Chiesa di ac-compagnare i propri figli nel cammino di fede.Ad ognuno viene consegnata una matita, conl’impegno di disegnare il Prevo, ma soprattut-to a significare un segno che lascia una trac-cia significativa della propria vita.Nel pomeriggio ritrovo all’Oratorio DivinaProvvidenza: per i bambini momento di giococon gli animatori e merenda offerta dalle fami-glie; per i genitori incontro con il Prevo, Enricae Silvia la catechista. Conoscenza reciproca,alcune notizie organizzative, recita di una de-cina del Rosario e consegna a tutti di un libret-to di preghiere.

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UNA BELLA NOVITA’PER LA VEGLIA PASQUALE

La notizia. Nella veglia pasquale un ragazzo dellanostra parrocchia riceverà i sacramen-ti dell’iniziazione cristiana: battesimo,cresima e prima comunione e un grup-petto di suoi amici gli sarà vicino e rice-verà con lui la cresima.

Il cammino.Insieme, catecumeno e cresimandi,compiranno un cammino che coinvol-ge anche genitori, padrini e tutta la comunità. La prima tappa è l’ammissione al catecume-no, nella quale il ragazzo che vuole conosceremeglio Gesù Cristo e meglio amarlo, è accoltodalla Chiesa, con il segno della croce, ed èammesso alla liturgia della parola. I suoi ‘ami-ci’ partecipano col sacramento della confes-sione.La seconda tappa è l’elezione o chiamata alBattesimo. Durante la celebrazione dellaMessa parrocchiale i ragazzi vengono pre-sentati alla comunità e viene resopubblico il giudizio di idoneità diquanti hanno curato la formazio-ne, ed essi stesso manifestano lavolontà di accedere al Battesimoe alla Cresima e scrivono il loronome sul libro dei candidati.La terza tappa è il vertice dell’ini-ziazione cristiana. Essa consistenella celebrazione dei sacra-

mento del Battesimo, della Confermazione edell’Eucaristia.Per salvaguardare l’unità dell’iniziazione “ilBattesimo si celebra durante la Messa nellaquale i neofiti per la prima volta partecipano al-l’eucaristia. La confermazione viene conferitanel corso della stessa celebrazione o dal ve-scovo e dal sacerdote che dà il Battesimo”.Nella nostra Parrocchia questo cammino diMassimiliano coi suoi amici Pietro, Lice, Elia,Melissa, Davide, Pamela, inizia la sera delleceneri con l’unzione dei catecumeni su Massi-

miliano e la confessione deisuoi amici, continua nella 1a, 3a,4a, 5a Domenica di Quaresima,alla Messa parrocchiale, con gli‘scrutini’, preghiere particolaridella comunità perché i ragazzigiungano preparati alla grandeVeglia Pasquale dove divente-ranno cristiani adulti nella fede.

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TERZA SEDUTA DEL CONSIGLIOPARROCCHIALE

La Messa delle ore 18 della vigilia è stataun “grande successo”, superiore ad ogni

aspettativa, c’erano tantissime persone, moltefamiglie in più rispetto all’anno scorso e molti

bambini, prova ne sia il fatto che la Parrocchiaaveva acquistato n. 200 bambinelli da regalareai bimbi ma non sono stati sufficienti, quindi so-no stati distribuiti ancora il giorno dell’epifania.

Al corso partecipano solo cinque coppie. IlPrevosto comunica che il prossimo anno

terrà il corso solo per un numero minimo di co-pie di 7/8; in caso di mancato raggiungimentodel numero minimo stabilito verranno indiriz-

zate al cenacolo per Fidanzati a Vigevano te-nuto da Don Gusmitta. Elena Cobianchi ha te-nuto la lezione sui metodi anticoncezionali na-turali e ha poi raccontato la sua esperienzapersonale di mamma che ha ‘perso’ un bimbo.

La situazione dell’oratorio ha spinto il Pre-vosto a prendere provvedimenti e decisio-

ni che i giovani dell’Oratorio hanno accettato.Le decisioni assunte: il ‘vecchio’ gruppo di ani-matori è stato sciolto e non ha più alcuna re-sponsabilità diretta in Oratorio. Singolarmen-te, tutti i giovani sono disponibili ad aiutare sechiamati dal Prevosto.Si è assunta con stipendio un’educatrice checuri la pastorale oratoriana in stretta collabora-zione col Pastore e animi la vita dell’oratorio.Il Prevosto è convinto di dover investire moltonell’Oratorio in quanto è il futuro della Parroc-chia.Il consiglio approva all’unanimità le decisioniprese dal prevo.Il Prevosto ha preso parte con i giovani dellaParrocchia al Corso per animatori tenutosi aCozzo. Erano presenti 43 ragazzi.Alla Giornata dell’Animatore erano presenti 24giovani.Il Prevosto tiene la catechesi per i giovani ogni

15 giorni; tuttavia esiste una fascia di giovanidell’Oratorio che non partecipa né alla messaDomenicale né alla catechesi.La catechista Silvia lavora veramente bene.Enrica rileva che Silvia piace sia ai bambiniche ai genitori.Stefano Falzoni propone di far organizzare aIlaria una domenica pomeriggio al mese ani-mata in Oratorio per i bambini.Il Prevosto riconosce il grande impegno per lefamiglie giovani di Antonio Arrigoni ma proba-bilmente è stato lasciato troppo solo.Il Prevosto illustra il programma per la festa disan Valentino: sabato alle ore 18 si terrà laMessa presso la cappella di Padre Pianzola aMortara, dopo si terrà la cena in Oratorio. Mariangela rileva che le famiglie non ci sonopiù in Oratorio non perché devono servire allecene. Le motivazioni che hanno portato via lefamiglie dall’Oratorio sono diverse. Si sonoscissi tanti gruppi. Non si può passare da tante famiglie a nessu-

Lunedì 18 gennaio 2010 alle ore 21 presso la Casa della Carità si è tenuta la seduta del Con-siglio Parrocchiale.

Comunicazioni del PrevostoS. NATALE

CORSO PREMATRIMONIALE

ORATORIO

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na famiglia, ci devono essere gravi motivi chehanno allontanato le famiglie.Enrica propone di considerare le famiglie deibambini di prima elementare che iniziano ingennaio il catechismo. È necessaria la presen-za in Oratorio della coppia: marito e moglie. Il Consiglio conclude la discussione circa le fa-miglie con alcune decisioni operative.

Il Prevosto osserva che tanti a Cilavegna pen-sano che la Parrocchia spenda solo per il can-

tiere-Chiesa, ciò non è vero perché affrontamensilmente tutte le spese ordinarie e straor-dinarie; quasi nessuno sa quanto si ‘dia’ in de-naro per sostenere le umane povertà cilave-gnesi, quanti soldi ‘costi’ l’oratorio e quantesiano le spese per la pastorale; ogni iniziativapastorale ha un costo economico. Ad esempioil padre confessore per Natale, pasqua e s. An-na, le suore per la minimissione, la stessa pro-cessione delle ‘tre Marie’ è costata alla parroc-chia più di 500 euro.

MINIMISSIONE

QUARESIMA E PASQUA.

Luigi illustra brevemente il programma: dal17 al 26 marzo 2010 verranno visitate le

famiglie della zona di via Vernazzola, dal 12 al

21 maggio quelle di via dei Mille.Ci saranno le stesse suore e la minimissioneverrà organizzata come l’anno scorso.

Il prevosto comunica che c’è un ragazzoche sta svolgendo un cammino catecume-

nale e che durante la veglia pasquale riceverài sacramenti del battesimo, comunione e cre-sima; un gruppetto di suoi amici lo seguirannonel cammino catecumenale e riceveranno lacresima durante la veglia pasquale.Ogni domenica di quaresima verrà consegna-to ai bambini un segno da concordare con lacatechista Silvia.La processione delle tre Marie si tiene un an-no sì e due no. Il Consiglio decide pertanto chein occasione del venerdì Santo si terrà unabreve processione con il Cristo morto attornoal piazzale della Chiesa, successivamente si

terrà l’azione liturgica in Chiesa alle ore 21,00,omelia e benedizione con la reliquia dellaS.Croce.Su richiesta di Giancarlo il Prevosto specificache le decisioni assunte in merito all’organiz-zazione dell’Oratorio e sopra illustrate sonoscaturite dal fatto che il Prevosto stesso si èreso conto che la situazione dell’Oratorio perquanto riguarda i giovani e gli animatori gli era“sfuggita di mano” a causa dei suoi troppi im-pegni in Parrocchia; da qui la necessità di as-sumere decisioni importanti, con grandi cam-biamenti ma sempre condivise e accettate datutti.La seduta è tolta alle ore 23,15.

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Questi gli ingredienti prin-cipali dello spettacolo “Il

Risorto” che verrà rappre-sentato dal “Gruppo GiovaniParona, a Cilavegna.Si tratta di un’opera rock sultema della passione e risur-rezione, che ha coinvoltouna sessantina di personein una lunga e accurata pre-parazione, per circa un an-no, per mettere a punto lastruttura elaborata dellarappresentazione, dentro efuori dalla scena.La colonna portante dellospettacolo è la parte musi-cale, che impegna nell’ese-cuzione dal vivo una decinadi musicisti, una formazione

’collaudata’ nel tempo. Il co-ro, composto da una ventinadi persone, una decina dicomparse e altrettanti balle-rini, che hanno elaborato epreparato le coreografie,sono altri tasselli che au-mentano l’impatto delle sce-ne e delle canzoni, arricchi-te da costumi e scenografiestudiati in ogni aspetto.Il ruolo principale – quello diGesù – è affidato al giovaneDavide Colombo, da tempoimpegnato nelle iniziativemusicali del Gruppo comebatterista e voce solista, edora chiamato ad una provasicuramente di grande re-sponsabilità.

Gli altri interpreti sono i pro-tagonisti delle rappresenta-zioni realizzate dalla com-pagnia negli ultimi anni, da-gli spettacoli teatrali ai musi-cal, culminati nel successodi “Aggiungi un posto a tavo-la”. In comune con quest’ul-tima anche la regia, firmatadalla mano esperta e dal ta-lento di Gianni Brunoldi.L’opera ha raccolto consen-si immediati tra i giovani chevi hanno dedicato grandienergie e risorse per la pre-parazione. Ed è un’occasione per riflet-tere in modo diverso sul si-gnificato della Pasqua chesi avvicina.24

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Musical “Il Risorto”

I momenti della Via della Croce e della Risurrezione messi in musica

Spettacolo rappresentato dal

GRUPPO GIOVANI PARONA

26 e 27 marzo 2010 - ore 21,00

TEATRO POLIFUNZIONALE CILAVEGNA

Ingresso € 5,00 (ridotto € 3,00)Prevendita presso Tabaccheria FELIX - Via Cavour, 24 - tel. 038196510 - Cilavegna

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La costruzione dell’attualechiesa parrocchiale di Cila-

vegna fu iniziata nella secondametà del XVII secolo, in quantol’antica chiesa era riconosciutaormai troppo piccola per le esi-genze della popolazione. Il per-messo per iniziare i lavori si ot-tenne nel 1671, da parte del Ve-scovo di Pavia e del Padre Prio-re di San Pietro Martire. I lavorisubirono ben presto un lungoperiodo di stasi e solo il 27 giu-gno 1729 si pose la prima pietra;i lavori, diretti dal capomastroGiuseppe Barbasso, continua-rono per tutto l’anno e per quelloseguente, così che il 7 ottobre1731 mancava soltanto la coper-tura e si decise di realizzare uncupolino in piombo. Nel 1736 sicostruì la nuova sacrestia, dopoaver demolito quella realizzatanel 1586 in ottemperanza agli or-dini del visitatore Peruzzi. Con-temporaneamente si lavoravaalla costruzione del coro, in mez-zo al quale fu eretto l’altare mag-giore in marmo. Grazie alle offer-te della comunità, alle impostepersonali ed ai contributi comu-nali, nel 1743 iniziarono i lavoridella facciata. L’ossatura della chiesa nuovaera ormai completa, ma ancora racchiudevala vecchia officiata durante il tempo dei lavo-ri. Il14 maggio 1764 in occasione della visitapastorale del Cardinale Carlo Durini, Vesco-vo di Pavia, erano già presenti i seguenti al-tari: Altare Maggiore, della Natività, di SanGiacinto, della Madonna dei sette dolori,

delle SS. Reliquie, del Suffragio e di SanMartino. L’anno 1769 veniva apposta, a fian-co della chiesa, una lapide conclusiva dei la-vori. Non mancavano che gli ultimi lavori difinitura. Nel 1774 fu demolito l’ultimo restodell’antica chiesa e i cilavegnesi poterono fi-nalmente completare il nuovo pavimento,preoccupandosi che nessuno avesse a25

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GRANDE RESTAUROCAPPELLE LATERALI

Relazione storica

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romperlo in avvenire per sepolture, facendopetizione al vescovo nel 1782, affinché nem-meno la fossa dei Congregati del Suffragioavesse a rimanere nella chiesa. Nello stes-so anno il pittore Stefano Bossi decorò laCappella delle SS. Reliquie. Contempora-neamente i fedeli contribuirono, con le loroofferte, all’acquisto dei banchi, rendendo co-sì possibile, per la solennità del Santo Nata-le, la benedizione della chiesa, impartita dalParroco Mezzani, vicario foraneo di Gambo-lò. I cittadini, nonostante il rammarico di ve-der scomparire l’antico tempio romanico delquale avrebbero desiderato la conservazio-ne, si allietarono nel veder concretato il loropio desiderio con l’attuazionedel progetto a firma dell’archi-tetto Castelli di Alessandria.Egli tracciò una grande navatale cui tre campate, a pianta cur-vilinea, danno un imponentegioco di masse, assecondandoil sobrio barocco in cui l’edificioè stato concepito. La navatacentrale è affiancata da sei cap-pelle laterali e sfocia nel grandepresbiterio quadrato coronatodall’abside semicircolare. Le di-mensioni di tutto il tempio sacrosono di metri 56x24 e l’altezza,dal pavimento alla volta, è dimetri 26. Una nota caratteristi-ca è data dalla presenza deigrandi archi a cassettone chepoggiano su una coppia di slan-ciate colonne di ordine compo-sito, servendo da elemento diraccordo alle tre campate. Nel-le tre campate laterali trovanoluogo gli altari che riprodusseroi titoli dell’antica chiesa, con po-che variazioni.Il primo altare adestra, scendendo dall’altaremaggiore, è dedicato alla BeataVergine Assunta, rappresenta-ta da una statua lignea, ed è inmarmo, completato da uno

stucco nella parte inferiore. All’altare origi-nario di San Giacinto si sostituì quello di SanFrancesco di Paola, cui si unirono: SantaMargherita, Sant’lsidoro, San Bovo, con latela del 1867 del pittore vigevanese L. Bona.A quest’ultima si sostituì, successivamente,la pala raffigurante San Giovanni Bosco, dacui la dedica attuale della cappella. L’altaredella Madonna dei sette dolori, oggi cappel-la del Cristo Morto, presenta tre pregevolistatue di stucco settecentesche: il Crocifis-so, la Beata Vergine e San Giovanni, rac-chiuse in una grande icona in legno. Sempre in legno è anche l’altare dirimpettoa quello del Cristo Morto, originariamente

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dedicato a San Giuseppe ed oggi dedicato aSanta Lucia. Entrambi i santi sono raffigura-ti in una pregevole tela settecentesca insie-me a Sant’Agata e San Giobbe. Si aggiunsein seguito, ad opera del sacerdote LeopoldoMartinetti, un sottoquadro della Beata Vergi-ne del buon consiglio, con cornice intagliatain legno, oggi non più esposto. Segue l’altare marmoreo del suffragio, dedi-cato alle anime del Purgatorio, che portauna bella tela del professor Sampietro diGarlasco. Il sesto altare, originariamente dedicato alleSante Reliquie, ed oggi dedicato a Sant’An-na, vede un’apposita nicchia, contenente lestatue in legno dorate della Beata Vergine,di San Pietro, di San Paolo, di San Mattia, diSan Simone, una statuetta marmorea di Ma-ria Maddalena ed un’ingombrante statua dicartapesta raffigurante San Bovo. Le prime quattro cappelle ai lati della navatasono racchiuse da eleganti balaustre mar-moree di Occhialino di Varenna, disegnatedall’architetto G. Castelli nel 1790 e poste inopera da Michele Sartorelli nel 1798. Tra le modifiche compiute all’esterno va se-gnalato il rinnovamento del pericolantecampanile, eseguito nel 1797 dalla fabbrice-ria, contro il parere del Comune, che trovòl’esecuzione non adatta all’estetica. Infatti sirialzò ulteriormente il campanile, demolen-do l’antica cella campanaria e la strutturasuperiore, per ricostruire un nuovo spec-chio, a cui apporre i quadranti dell’orologio.

Questi lavori furono eseguiti nel 1814 e por-tarono il campanile all’altezza attuale di me-tri 54. Nella stessa epoca si dotò la facciatadi eleganti terrecotte, che costituivano leparti architettoniche, e di statue poste sugliacroterii. Queste ultime, purtroppo, furonoindecorosamente tinteggiate a muro, nelcorso dei restauri del 1930. Mentre il pittorevigevanese, G. B. Garberini, a partire dal1892, affrescava il catino sovrastante il pre-sbiterio, con la rappresentazione della Glo-ria dei Santi Patroni, i quattro pennacchi,con i Padri della Chiesa latina e il centro delcoro, con il martirio di San Pietro e Paolo,contemporaneamente il pittore Casimiro Ot-tone di Vigevano decorava l’abside e le cap-pelle laterali; dei suoi dipinti rimangono solodue piccoli affreschi, perché il resto dellesue opere scomparve sotto i restauri gene-rali eseguiti nel 1942. Nel 1942 fu sostituito ilvecchio pavimento in mattoni deteriorato,con la posa di una breccia di marmo,da par-te della ditta Mengozzi di Novara. Non man-cava che il nuovo zoccolo delle colonne,realizzato nel 1944 con marmo verde di Is-sogne, donato da Omodeo Salè Leonardo,da una ditta di Mortara. Le ultime opere di re-stauro, riguardanti il recupero della facciatae del campanile, furono eseguite nel corsodegli anni 2001 e 2002. Il restauro interno,iniziato nel 2006, ha già visto l’esecuzionedei lavori all’abside, al presbiterio ed alla na-vata principale.

arch. Gianpiero Fo

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ESTAURO

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OFFERTE PRO CANTIERE CHIESA

IN SUFFRAGIO DI: Mario Casari, Rosalba Bonzanini € 25 – Corbella Caterina € 50 – suffragio e of-ferta Chiappini Rosa € 150, gli amici € 90 – Battagin Placido € 100 – De Paolini Mariuccia € 500 – In-vernizzi Luigina € 70 – Battagin Placido € 100 – Manara Felice: famiglie Rampi, Paesan, Tosi € 50;Barbara, Rita, famiglie Volpi e Teggi € 150; Pisani Margherita, Colli Piero, Franco e famiglia € 100;Scuola Primaria Remondò € 50; famiglie Merlo e Pezzana € 30 – Molon Roberto € 50

FUNERALE DI: Legnazzi Gianmario € 100 – Senocrate Delfina € 100 – Casari Pierina € 100 – Ma-nara Felice € 100

BATTESIMO DI: Gaeta Mirko € 70 – Zennaro Emma € 150

VARIE: Croci Rita € 30 – Festa di S. Antonio € 805 – alla Madonna per grazia ricevuta € 50

Agli offerenti un grazie di cuore

All’offerta fatta in occasione dei funerali vanno aggiunte € 30 quali spese che la Parrocchia deve so-stenere per gli stessi

Gennaio/Febbraio 2010LO SPAZIO DELLA DIVINA PROVVIDENZA

FESTA DI S. ANTONIO ABATE – 17 gennaio 2010La Parrocchia e in particolare Gino e Liliana ringraziano di cuore tutti quelli che hanno prepa-rato le torte, quelli che hanno acquistato dolci e fiori, che hanno contribuito con la solo offertae visita al Santo e a tutti quelli che hanno partecipato con i loro animali alla benedizione.Un particolare grazie all’amica Grazia Colli per il suo contributo alla realizzazione della festa.Un arrivederci al 13 giugno per festeggiare S. Antonio da Padova.

Gino e Liliana

BENEFATTORI INSIGNI A RICORDO DEI PROPRI DEFUNTI

Le targhette sono poste mensilmente all’altare dei morticon la dedica: GRANDE RESTAURO 2007 - RICORDIAMOCI

Ubezi Margherita in Grassi - Manara Felice

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Anagrafe Parrocchiale - Gennaio/Febbraio

Battezzati in CristoGaeta Mirko di Rinaldo e Ieracitano Francesca Zennaro Emma di Roberto e Pegoraro Laura

Messina Filippo Francesco di Giacomo e Albergamo RosariaMazzè Nicole di Alfredo e Albergamo Jessica

Socrate DelfinaAnni 92

Colli Mario DavideAnni 78

Mattarini PacificoAnni 49

Legnazzi Gian MarioAnni 57

Trovati FrancescoAnni 89

Casari Pierina di anni 85

Manara Felice di anni 79

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