Briciole - Giugno 2012

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C L U B S E Q U O I A Nullam arcu leo, facilisis ut 1 Briciole Associazione “La Piccola Famiglia ONLUS ” - Bollettino del Sostegno a Distanza Giugno 2012 Burundi Cina Immigrazione Speciale “Sostegno al Futuro” Terribile indebitarsi quando non si hanno risorse e quello che abbiamo non basta. Buona regola è dare quanto abbiamo e ci appartiene, poco o molto che sia. Ma c’è un fenomeno strano che si produce quando si dona nel Nome del Signore e cioè quando confidiamo totalmente nell’essere noi suoi figli e che quanto doniamo non è nostro ma viene da Lui... Succede che inavvertitamente dimentichiamo di fare i conti e ci troviamo ad avere di più di quello che pensavamo di avere. TROVARSI AD AVERE DI PIU’ Il Briciolo

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Briociole del mese di giugno 2012

Transcript of Briciole - Giugno 2012

C L U B S E Q U O I A

Nullam arcu leo, facilisis ut 1

C L U B S E Q U O I A

BricioleC L U B S E Q U O I AAssociazione “La Piccola Famiglia C L U B S E Q U O I AONLUSC L U B S E Q U O I AC L U B S E Q U O I AC L U B S E Q U O I AC L U B S E Q U O I A” - Bollettino del Sostegno a Distanza ” - Bollettino del Sostegno a Distanza ” - Bollettino del Sostegno a Distanza

Giugno 2012

Burundi

Cina

Immigrazione

Speciale“Sostegno al Futuro”

Terribile indebitarsi quando non si hanno risorse e quello che abbiamo non

basta. Buona regola è dare quanto abbiamo e ci appartiene, poco o molto che

sia.

Ma c’è un fenomeno strano che si produce quando si dona nel Nome del

Signore e cioè quando confidiamo totalmente nell’essere noi suoi figli e che

quanto doniamo non è nostro ma viene da Lui... Succede che inavvertitamente

dimentichiamo di fare i conti e ci troviamo ad avere di più di quello che

pensavamo di avere.

Terribile indebitarsi quando non si hanno risorse e quello che abbiamo non

TROVARSI AD AVERE DI PIU’

Il Briciolo

C I N A

2 La Piccola Famiglia Onlus

I bambini di Maria LìGeLiaoGou: villaggio immerso nella campagna dello Shanxi. Qui una famiglia cristiana cinese ha scelto di praticare l’accoglienza della vita.晚,稀,少! Wan, Xi, Shao! Più tardi, più a lungo, meno!

Sotto questo slogan nel 1979, il governo cinese esortava  la popolazione a mettere al mondo figli più tardi, con intervalli più lunghi e meno. Fu l’inizio di un progressivo ed esteso controllo della crescita demografica che, per i governanti del paese più popolato sulla terra, divenne una priorità e un elemento indispensabile nel processo di modernizzazione in corso. Secondo costoro, infatti, la sostenibilità dello sviluppo economico cinese è legata non solo alla possibilità di sfamare la sua popolazione, ma di produrre generazioni di “qualità”, giovani sani, forti e produttivi, capaci di contribuire attivamente alla modernizzazione del Paese. Tale processo non deve pertanto essere ostacolato da una popolazione troppo numerosa. Dalle parole ai fatti, secondo l’attuale politica demografica della Cina ogni coppia può avere solo un bambino; in zone rurali una coppia può avere un secondo figlio solo se il primo è femmina e solo una minoranza nazionale di coppie può avere due figli. Tutte le nascite devono essere approvate in anticipo, in base alle quote assegnate dal governo centrale; i bambini in tutte le aree della nazione devono nascere secondo i numeri imposti in quel dato anno: “i trasgressori saranno puniti”. Questa versione cinese della pianificazione familiare, non solo va contro il concetto universalmente definito dal protocollo delle Nazioni Unite in base al quale “mariti, mogli e individui liberamente e consapevolmente decidono quanti figli desiderano avere e a

che distanza di tempo l’uno dall’altro”, altresì le pesanti misure repressive e di controllo delle nascite costituiscono una violenza alla sacralità della vita, alla chiamata di Dio all’esistenza.Così la politica di pianificazione familiare minacciosamente incombe e direttamente invade la vita di ciascuna e di tutte le famiglie in Cina. In questa fiera lotta tra la vita e la morte che va avanti da più di trent’anni, la Cina ogni giorno è teatro di tragedie che si verificano nelle forme più diverse. Questi drammi individuali sono diffusi solo di bocca in bocca tra la gente comune; poche volte sono raccontati in articoli critici.

Di fronte a questo quadro piuttosto drammatico, di una politica statale coercitiva, abbiamo una testimonianza di amore alla vita e al povero, che risplende. Nel villaggio cinese di Ge Liao Gou, immerso nella campagna della provincia di Shanxi, Maria Li e la sua famiglia accolgono da molti anni bambini disabili e orfani, abbandonati dai loro genitori per le pesanti difficoltà economiche nel mantenerli e nel pagare le spese mediche. Questo fenomeno è purtroppo riconducibile in parte alla politica di pianificazione familiare: nelle campagne le famiglie povere, che non dispongono di denaro a sufficienza per gli esami medici, “rimediano” alla nascita indesiderata e fuori piano nascondendo il bambino o ricorrendo all’abbandono, alla vendita o, nel peggiore dei casi, alla sua uccisione. Accade molto spesso che, quando una donna riesce a tenere nascosta la gravidanza eludendo i controlli, non denunci poi il bambino o la bambina all’anagrafe per paura delle pesanti sanzioni che verrebbero imposte (di importo anche pari al triplo del bilancio annuale della famiglia). La mancata

Sopra: due dei figli adottati dalla Famiglia Li. Nella pagina a fronte, in alto: Cristian (a sinistra) con i genitori di Maria (sul divano)

insieme ai bambini adottati e ad amici. In basso: la mamma di Maria con l’ultimo bimbo arrivato.

C I N A

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registrazione però costituisce un problema per la famiglia e per lo stesso bambino in quanto non vengono garantiti sussidi e servizi sociali come l’istruzione, le pensioni, l’assistenza medica. Pertanto un figlio non registrato non potrà godere di alcun diritto, dovrà condurre una vita nell’anonimato e forse, non potendo accedere alle cure sanitarie, potrà morire di una banale malattia. Ecco perché la via più seguita è quella dell’abbandono dei figli. Il piccolo centro di accoglienza della famiglia Li è una grande ancora di salvezza per questi piccoli poveri e con il nostro progetto di sostegno a distanza riusciamo a garantire, ormai da 7 anni, un piccolo ma importante aiuto al sostentamento dei loro 5 bambini con problemi di salute (due di loro soffrono di disabilità gravi), e di alcune famiglie dello stesso villaggio con gravi difficoltà economiche. Gli aiuti sono destinati ai bisogni quotidiani, alla copertura delle spese mediche e ad assicurare loro un’istruzione scolastica. Anch’essi devono tuttavia rapportarsi con la politica di pianificazione: a tal fine alcuni componenti della famiglia sono registrati a carico dei parenti più stretti che non hanno figli propri e che abitano nello stesso villaggio.Lo stato garantisce un minimo sussidio per il sostentamento dei bambini disabili: 90 yuan (circa 11 !) al mese per ogni bambino, sicuramente non sufficienti per coprire l’ammontare di tutte le spese di cui la famiglia si fa carico.

Abbiamo chiesto a Maria qual è il suo pensiero riguardo a questa politica di pianificazione e quale aiuto dare alle numerose donne che sono indotte con la forza ad abortire. Così ci risponde: “Da cristiana posso dire che la Parola di Dio nella Scrittura è il fondamento della nostra fede, la luce che guida la vita di noi cristiani. Secondo i cinesi la politica di pianificazione familiare e' ancora una legge base della nazione. Ma se tra la legge nazionale e i comandamenti di Dio ci sono contraddizioni e divergenze come dobbiamo comportarci? Nel libro della Genesi e' scritto: "Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse;

e Dio disse loro: Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra". Se Dio ha dato alla specie umana il potere di riprodursi e di gestire le cose nel mondo, qualsiasi altro potere non può superare il comando di Dio. Per questo penso che ogni cristiano deve osservare prima di tutto i comandamenti del Signore. L'uomo e' creatura di Dio, a sua immagine e somiglianza, e quindi solo Dio ha il potere di decidere sulla vita e sulla morte dell'uomo. Se un governo pone dei limiti alla possibilità di far nascere un bambino e induce agli aborti forzati, questo è contro la volontà di Dio e i suoi comandamenti. I dieci comandamenti parlano chiaro: "Non uccidere". Non ci sono dubbi, chi provoca un aborto commette omicidio e, secondo i principi cristiani, è in grave peccato. Noi cristiani come possiamo aiutarli? Prima di tutto capirli e avere cura di loro, senza giudicarli. Questo non vuol dire favorire e sostenere l'aborto. Penso che ogni donna che abortisce sicuramente ha forti pressioni sia esterne che interiori: la famiglia, la società, i parenti, gli amici...tutti contribuiscono a dare alla donna forti pressioni. Dopo un aborto la donna vive con grande dolore e con gravi sensi di colpa questa situazione. Dobbiamo dare loro un aiuto, fare loro conoscere la benevolenza di Dio e chiedere il Suo perdono. Occorre inoltre fare loro conoscere i pericoli dell'aborto e far si che possano fermare quelle donne che hanno intenzione commettere questo gesto”.

Maria Li con la sua famiglia sono una testimonianza cristiana viva di quello che vuol dire amare il povero superando ogni ostacolo compresi quelli imposti da una politica che mira esclusivamente al progresso economico e alla modernizzazione, a scapito del dono più grande, quello della Vita.

Cristian

CINA: BAMBINI DI MARIA LI

Quota mensile: ! 7,50

Fiduciario: Cristian (338.7662819)

I M M I G R A Z I O N E

4 La Piccola Famiglia Onlus

Cattolici Cinesi a PratoLa Quinta Convocazione delle Comunità Cattoliche Cinesi in Italia quest’anno si è svolta a Prato. La Comunità di Rimini ha partecipato numerosa.

Prato, 5 e 6 maggio 2012 - Una sessantina di italiani e cinesi della Diocesi di Rimini partecipano alla “ Q u i n t a C o nvo c a z i o n e d e i cattolici cinesi in Italia”. Dopo quella indimenticabile di Rimini e M o n t e t a u ro l ’ a n n o s c o r s o , quest’anno le due giornate di preghiera si sono tenute nella città a più alta concentrazione di immigrati cinesi in Italia.

Abbiamo ritrovato tanti volti conosciuti precedentemente tra 500 convenuti da tutt’Italia: Roma, Milano, Treviso, Napoli, Padova, Firenze…C ’ è s t a t o u n m o m e n t o d i accoglienza e di saluto, poi il pranzo nell’ampio salone della Parrocchia dell’Ascensione che la C.E.I. e la diocesi di Prato hanno scelto per promuovere la pastorale in mezzo all’etnia cinese. Dopo il pranzo, i partecipanti si sono divisi in gruppi di lavoro per confrontare i percorsi che li hanno portati alla fede, per condividere le comuni difficoltà e per mettere insieme idee e proposte sul loro ruolo all’interno della Chiesa italiana, e per l’evangelizzazione dei loro c o n n a z i o n a l i . C i n q u a n t a

partecipanti alla riunione hanno poi scelto di uscire nelle strade, di entrare nei negozi e nelle case di via Pistoiese, che è il cuore cinese della città, per un annuncio di fede. A loro ritorno c’è stata la conce lebraz ione eucar i s t ica , presieduta dall’amatissimo mons. Savio Hon, Segretario della C o n g r e g a z i o n e p e r l’Evangelizzazione dei Popoli.

I Vescovo Savio non finisce mai di stupirci per la simpatia che suscita in quanti lo ascoltano e per l’immediatezza della sua capacità comunicativa. Durante la liturgia 5 cinesi adulti hanno ricevuto il B a t t e s i m o , p a r t e c i p a t o attentamente da tutta l’assemblea. La prima giornata si è conclusa

con una festa e con spettacoli di musica e danze preparati dai singoli gruppi.

La domenica si è aperta con la solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale. Il vescovo, mons. Gastone Simoni e il vescovo mons. Savio Hon, hanno accolto con g rande ca lo re i f ede l i che riempivano la Cattedrale e per l’occasione il vescovo ha fatto esporre il Sacro Cingolo della Madonna, reliquia veneratissima da secoli. I due vescovi hanno i n v i t a t o c i n e s i e i t a l i a n i al l ’accoglienza e al r ispetto reciproco, esortandoli a trovare forme di collaborazione in nome dell’unica fede.

Alessandro

Nella foto a sinistra: cattolici cinesi di Prato. In alto: processione per

le vie della città (in alto). Pagina a fronte: il

vescovo Gastone e il vescovo Savio porgono

alla venerazione dei fedeli la Cintra della

Vergine.

I M M I G R A Z I O N E

Briciole, giugno 2012 5

Quest’anno il progetto “sostegno immigrati” ha solo una decina di sostenitori con quote varie da € 15,00 al mese fino a € 150,00. Le richieste di aiuto sono invece moltissime: abbiamo potuto provvedere alle spese di sostegno alla maestra di italiano che ogni domenica, dall’ottobre scorso, ha tenuto due ore di lezione di italiano ad una classe di 15 cinesi adulti. Inoltre un aiuto mensile di € 100,00 per l’affitto di una famiglia immigrata in difficoltà. Un sostegno ad una famiglia cinese con il padre ammalato in fase terminale, deceduto poi i primi di maggio a soli 47 anni. Col nostro sostegno abbiamo permesso a questa famiglia di andare ad abitare in un appartamento vero e non più in una stanza, condivisa con altri. Il padre, catecumeno, ha ricevuto il battesimo da don Giuseppe Tong confortato dalla testimonianza di bene dei fratelli che si sono presi cura di lui. La celebrazione è avvenuta al capezzale del suo letto, in una stanza spoglia, con una sola sedia. La sacca della flebo era appesa al lampadario, non essendoci altro che potesse fungere da palo. Hanno assistito ai sacramenti M.Augusta e M.Paola della Piccola Famiglia, Paolo, il primo cristiano dei cinesi a Rimini e un neofita cinese. Il 7 maggio questo nuovo fratello è deceduto e i funerali sono stati celebrati a Montetauro il 10 maggio. Erano presenti amici ed ex-colleghi di lavoro di vari paesi e religione. I presenti erano tutti commossi per l’onore prestato a questo cristiano veramente povero. Le famiglie cinesi cattoliche hanno sostenuto parte delle spese funebri e anche noi abbiamo voluto mettere la nostra parte. Maria Paola

SAD IMMIGRATI

“Questa è una Novella Pentecoste!” Con queste parole il vescovo della diocesi di Prato Gastone ha dato un caloroso benvenuto agli oltre 500 cattolici cinesi giunti nella sua città. Tutti sentivamo di assistere ad un evento di grazia. Nel pomeriggio ho partecipato all’attività di evangelizzazione nella zona in cui abita la maggior parte dei cinesi. La realtà di questa China-Town mi ha colpito profondamente, come vedere una città nella città e ho sentito molto vera la frase di Moni Ovadia che l’immigrazione ci fa sentire “stranieri in casa propria”. Gli abitanti di Prato che ci guardavano dalle finestre e dalle porte sbarrate in pieno pomeriggio, erano gli unici superstiti di via Pistoiese. Le bandiere italiane issate sui condomini significavano l’assedio inesorabile di oltre 25.000 residenti cinesi… Non si comprende come qualcuno in Italia pensi di prepararsi ad andare ad evangelizzare la Cina, quando si apriranno le porte, o peggio, come qualche pastore poco accorto dica che il problema pastorale dei cinesi in Italia non esiste, perché i cinesi “si dovranno pur integrare nelle nostre Parrocchie e con la pastorale ordinaria”. Quando ci avvicinavamo alla gente, qualcuno fuggiva, qualcuno invece si fermava a parlare, stupito di sentir parlare di cristiani cattolici cinesi. E’ stato importante ascoltare anche le testimonianze dei cinesi di Prato che ci accompagnavano. Antonio Zhu, battezzato in quel giorno, ha raccontato di aver conosciuto Cristo grazie all’annuncio

fatto dal sacerdote nel suo negozio. Una ragazza ci ha testimoniato di aver lavorato 18 ore di seguito quella notte per poter partecipare a quella Messa domenicale. Un’altro ci ha raccontato di essere stato licenziato dal suo datore di lavoro, perché chiedeva un’ora di permesso settimanale per partecipare alla Messa. La Chiesa italiana riuscirà ad aprire gli occhi sul momento unico che stiamo vivendo per l’occasione che forse non si presenterà più di un annuncio in mezzo a questi fratelli? Riusciremo ad accogliere con amore questi neofiti che potranno portare una nuova linfa di entusiasmo nelle nostre Comunità?

Evangelizzazione in strada... Maria Chiara partecipa e racconta.

Maria Chiara

SOSTEGNO IMMIGRATI

Quota mensile: € 7,50

Fiduciario: M.Paola (349.2225295)

I M M I G R A Z I O N E

6 La Piccola Famiglia Onlus

Tutti presenti... Ora che le giornate si fanno più luminose, il sole si attarda fino alle otto di sera, la fine della scuola è alle porte, noi facciamo un bilancio. Lunedì scorso, Maria Chiara ha fatto l’appello: ci sono ancora 40 bambini iscritti! Che bello, è il primo anno che così tanti bambini “resistono” fino all’ultimo mese. Di solito, a scuola ormai finita ci sono pochi compiti, perciò ragazzi e bimbi non vengono al centro. E invece questa volta siamo ancora tutti

insieme. Questo è stato un anno ricco, intenso. Dopo la grande festa... A febbraio, è scoppiato come un grande fuoco d’artificio colorato, l’evento del capodanno cinese: l’anno del dragone! È stata una grande festa. C’è voluto l’impegno di tutti per prepararla. Alle otto di mattina già i cuochi accendevano i fuochi in cucina, mogli e mamme cinesi pulivano e tagliavano le verdure, mentre i ragazzi italiani appendevano lanterne rosse nel salone e apparecchiavano la sala. La sera, eravamo più di duecento, seduti a tavola. Tutti insieme, chi da Savignano, chi da Rimini, chi da MonteTauro, una sola famiglia, come sempre: yi jia ren. E dopo la cena, è partita la solenne danza del dragone: un ragazzo indossava una grande testa di drago in cartapesta, mentre gli altri dietro di lui in fila indiana, sotto un telo giallo facevano il corpo e la coda. Al suono di tamburi e timpani il Drago è partito ed ha sfilato per le vie di Savignano, fino alla piazza principale. Tutti i savignanesi si affacciavano alle finestre incuriositi, e il nostro capodanno ha fatto notizia: siamo finiti su tutti i giornali locali! La serata è terminata con un grande spettacolo, con canti e balletti dei bambini del centro Italia Cina di Savignano e di S.Nicolò, e l’esibizione di canto lirico di studenti cinesi del conservatorio

di Parma. ...la visita del Vescovo... A Marzo c’è

stata un’altra occasione speciale: La visita pastorale del nostro vescovo, Francesco Lambiasi. Gli abbiamo spiegato come funziona il centro, e abbiamo cantato insieme una canzone: Ai Shi Wo Men, l’amore ci unisce insieme. In questi giorni invece, alcuni tra i ragazzi più grandi si stanno preparando a registrare in radio una canzone, grazie ad un progetto di Fabio Caon, professore di didattica dell’italiano dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Stanno anche realizzando un video, che parla di una scuola particolare, dove non c’è nessuna libertà e i ragazzi sono prigionieri dell’insegnante, ma alla fine riescono a ribellarsi. Realtà o pura invenzione? C’è voluto molto tempo e fatica per riuscire a trovare delle giornate extra in cui vedersi, sedersi con calma, mettersi a scrivere la storia, decidere i costumi, e alla fine…. Mettersi a recitare davanti alla telecamera! Ma è stato tempo prezioso, che ha dato i suoi frutti. Per riuscire ad approfondire meglio questo argomento, i ragazzi hanno visto insieme un film, che mostra l’avvento e lo sviluppo dei regimi autoritari. È stata un’occasione per riflettere insieme su temi importanti, come i regimi, la libertà di pensiero e la responsabilità politica e civile di ciascuno. Ecco qua, il nostro 2012 insieme. Certo, le difficoltà ci seguono sempre. C’è una bimba che fa tanta fatica a concentrarsi e a fare i compiti. C’è chi ancora ha tante lacune nella lingua. C’è chi ha l’esame di terza media, e deve mettersi d’impegno a studiare. Ma piano piano nella fedeltà alle piccole cose, e ai piccoli impegni, è bello camminare insieme, e quando suona la campanella alle cinque, e tutti i bambini corrono fuori urlando, e a giocare a

palla. ...e la festa del bambino... Davanti a noi si

spalanca l’estate: la festa del bambino il primo giugno, la gita insieme ad Urbino, il centro estivo, il campeggio… e ancora tanti momenti per stare insieme! ! ! Beatrice

La casa cineseAl Centro Italia-Cina di Savignano sono stati 40 i bambini iscritti per l’anno scolastico 2011/2012, per un totale di oltre 100 presenze registrate quest’anno.

CENTRI ITALIA-CINA

Quota mensile: € 7,50 / 15,00

Fiduciario: Mattia (338.5712692)

QUESTO PROGETTO HA BISOGNO DI QUOTE DI SOSTEGNO

Due giovani volontari del Centro Italia Cina di

Savignano aiutano i bambini a svolgere i compiti

scolastici. Diversi giovani italiani e cinesi sono

impegnati come volontari nel servizio ai più piccoli.

SOSTEGNO AL FUTURO

l’esperienza dei Centri Italia-Cina per minori stranieri

enerdì 18 e sabato 19 maggio si è tenuto a Bologna l’annuale Forum nazionale del Sostegno a Distanza organizzato da ForumSaD sul tema “Sostenere l’infanzia, il nostro futuro. Solidarietà, educazione,

cittadinanza, cooperazione, sviluppo nell’impegno economico e sociale degli italiani”. L’evento è stato preceduto da iniziative locali. A Rimini il 28 aprile si è svolto un convegno promosso dalla nostra associazione in cui abbiamo voluto presentare le attività dei Centri Italia-Cina di Savignano sul Rubicone e di San Nicolò a Rimini. Dopo il contributo d’apertura dell’assessore provinciale ai servizi sociali Mario Galasso, hanno introdotto l’argomento con due riflessioni sul tema dell’immigrazione il presidente dell’associazione don Lanfranco Bellavista e il dott. Domenico la Marca. Sono seguite le relazioni degli operatori dei due Centri. Alessandro Centanni infine ha sviluppato la riflessione sul concetto di integrazione reciproca e del sostegno a

distanza applicato a progetti a favore degli immigrati.

I risultati del convegno sono stati portati all’attenzione del Forum nazionale di Bologna.

La stampa nazionale ha colto la novità della proposta, indicando la nostra associazione

come l’unica sul territorio nazionale a indirizzare gli aiuti raccolti con lo strumento del SaD verso progetti in loco.

In questo inserto speciale trovate le sintesi degli interventi dei relatori. Dott. la Marca: problematiche che coinvolgono scuola e immigrazione, con l’apporto degli ultimi studi sugli indicatori di qualità per l’integrazione scolasticaAngela Ying Luyao: la sua esperienza che mostra il valore educativo del sostegno ai minori

migranti.Alessandro Centanni: Il Sostegno a Distanza fatto

ai vicini cinesi.

V

Speciale

SPECIALE

Il dott. la Marca si occupa di formazione alle organizzazioni non-profit. Ha inoltre svolto percorsi sull’intercultura. È coordinatore presso il Centro interculturale “Baobab - sotto la stessa ombra” di Foggia. Questo intervento tratta dell’accoglienza dell’alunno straniero nella scuola, per migliorare la sua integrazione ed educare alla multiculturalità.

Il titolo del mio intervento costituisce una provocazione e l'occasione per avviare un riflessione sui percorsi di integrazione, che vedono nella scuola una prima tappa importante. La scuola italiana, già sovraccarica di problematiche, vive come un disagio, che non ha nulla a che fare con il razzismo, la presenza di alunni stranieri. La scuola si trova in prima linea di fronte ai cambiamenti della nostra società; è il primo sensore delle trasformazioni. I minori stranieri nelle nostre scuole impongono di riconoscere i caratteri di multiculturalità, plurilinguismo. Dopo aver considerato ormai normale la presenza di bambini e ragazzi venuti da lontano, bisogna affrettarsi ad adottare modalità di accoglienza, di facilitazione linguistica e di interculturale, che ancora è lasciato alla buona volontà di un insegnante. Prendiamo atto che la scuola è l'unico luogo dove trovare attenzione, rispetto, dignità e che permette a molti bimbi di allontanarsi dalla precarietà vissuta nel proprio ambiente familiare. Per la stessa famiglia immigrata, l’arrivo dei figli il passaggio da uno stato di provvisorietà ad un progetto di vita stabile, ne consegue che la scuola stessa è per loro un punto di riferimento di primaria importanza. Tutto questo non vuol dire creare una scuola ad hoc per i figli degli immigrati, ma una scuola che sia capace di arrivare ad un'uguaglianza di possibilità per tutti gli alunni. Come passare allora da una scuola che “disimpara” ad una scuola di integrazione? Diciamo che l'integrazione è una modalità di interazione tra una comunità autoctona e la comunità di stranieri. L'integrazione presuppone anche la salvaguardia della propria identità, della propria storia, della propria appartenenza, unita al desiderio di rapportarsi con l'altra comunità, in un processo dinamico di cambiamento, di confronto che permette a ciascuno da un lato di non essere ostaggio delle proprie origini e, dall'altro, di non dover negare riferimenti, differenze, componenti della propria identità per essere accettato e accolto. È un processo multidimensionale che ha a che fare con l'acquisizione di strumenti, di capacità linguistiche, di codici per orientarsi nella vita quotidiana, ma anche di relazioni, di scambi. L'integrazione è un progetto che si costruisce nella quotidianità, che ha come momenti iniziali l'accoglienza e l'ospitalità e come punto di arrivo la la partecipazione, la cittadinanza, dove accanto al diritto alla propria differenza culturale e religiosa, occorre sottolineare il diritto alle somiglianze, il diritto al bene solidale della comunità. E in un ambiente scolastico integrazione vuol dire favorire una convivenza educativa, basata su riconoscimento delle differenze e sulla parità di trattamento e opportunità.

Indicatori di integrazione degli alunni nei contesti scolastici

a) La situazione dell'inserimento scolastico e la qualità dei risultati scolastici che permetteranno di progettare una prosecuzione degli studi con opportunità più o meno equivalenti rispetto a quelle dei compagni italiani

b) b) La competenza nella lingua italiana, fondamentale per dare una risposta ai bisogni e per la comunicazione interpersonale e per lo studio.

c) La qualità delle relazioni in classe. Il minore è ben inserito e accettato negli scambi alla pari, richiede e richiama attenzione, chiede spiegazioni, esprime dubbi, domande, richieste.

d) La qualità e la quantità degli scambi nel tempo extrascolastico. Partecipa alle attività ludico sportive, di aggregazione; viene invitato dai compagni di classe e invita.

e) La competenza della lingua materna. Mantiene e sviluppa la L1 a casa e con i connazionali. Parla volentieri del proprio paese; racconta e fa i confronti.

f) La situazione dell'autostima. Ha fiducia nelle proprie capacità e si confronta con le prove e i compiti del quotidiano; esprime i desideri e progetti; è motivato ad apprendere e a seguire il curriculum comune.

Graziella Favaro, Monica Napoli, Ragazzi e ragazze nella migrazione. Adolescenti stranieri: identità, racconti, progetti, ed.Angelo Guerini, novembre 2004.

A SCUOLA PER DISIMPARAREDomenico La Marca

SOSTEGNO AL FUTURO

La scuola “disimpara” quando:

1) non ha alcun rapporto con il sistema educativo ordinario e forma classi separate, che riguardano piccoli gruppi di bambini per caratteristiche nazionali. In questo modo il minore straniero è assente dai luoghi e dagli spazi comuni.

2) non si prevedere per l’alunno straniero quelle risorse e momenti specifici, partendo dal presupposto che facendo da solo, in poco tempo diventi come gli alunni autoctoni. Dato che la scuola è rigida, lo straniero rompe la normalità e la sua presenza è vista come disagio e non come ricchezza.

3) considera la presenza di alunni stranieri come un'invasione e “incassa” acriticamente la rappresentazione sociale dell'immigrato , le parole gridate nei tanti talk-show, facendosi condizionare e ingessare.

4) gli gli insegnanti si riducono a meri istruttori di nozioni, quando si vogliono indicare “le vie conosciute” senza insegnare la magia della vita o il sogno e la speranza come G. Gaber dice in una delle sue più belle canzoni.

L’atteggiamento diverso da assumere coglie nella presenza di questi alunni una risorsa, un'opportunità per la comunità e per il reciproco arricchimento. Cioè il disagio va mutato in occasione propizia. Abbiamo già sottolineato che il ruolo degli educatori è primario, il loro modo di concepire la situazione va facilitato da una presa di coscienza collettiva della potenzialità di questo evento epocale. Ma la scuola è un’istituzione, quindi ci vogliono leggi nuove e nuove strutturazioni che favoriscano l’integrazione. L’esperienza dei Centri Italia-Cina sono un esempio di integrazione del privato al pubblico che, come si sa, è più lento e non sempre riesce a cogliere le istanze del momento, né a provvedere con adeguati mezzi.

10 per un albero... 100 per un uomo...Angela Ying Lujao

Da alunna del Centro Italia-Cina, questa giovane cinese è ora educatrice dei suoi connazionali più giovani, consapevole delle loro difficoltà e potenzialità, e del suo ruolo di ponte tra culture.

Nel 2007 sono andata al Centro Italia-Cina di Savignano. Allora non parlavo ancora italiano. Al Centro ho studiato italiano e cinese. Prima di arrivare al Centro Italia-Cina, a scuola non avevo imparato la lingua italiana quasi per niente, perché non mi piaceva l’ambiente scolastico, i compagni di classe mi trattavano male e non capivo quello che gli insegnanti dicevano. Per questo, non mi piaceva andare a scuola e prendevo brutti voti. Al Centro Italia-Cina ho incontrato tanti bambini cinesi. Pian piano mi sono aperta perché lì avevo molti amici e non mi sentivo più isolata. Poi sono andata in un’altra scuola, dove i compagni e gli insegnanti mi trattavano bene. Così sono migliorata nello studio. I minori e gli adulti cinesi che frequentano il Centro imparano bene la lingua italiana perché, accanto all’insegnante italiano, c’è sempre un traduttore cinese. Così gli alunni capiscono la lezione. I bambini delle elementari hanno più facilità nell’apprendimento della lingua e perciò hanno meno bisogno del traduttore. Gli studenti delle scuole medie spesso sanno già parlare l’italiano colloquiale, ma non sono in grado di comprendere il linguaggio dei libri di testo. Per questo, è sufficiente che un volontario italiano li aiuti spiegando la lezione usando termini più semplici. Nel 2009 ho cominciato a fare la volontaria al Centro Italia-Cina. Anche se non riuscivo a fare bene il mio servizio al Centro, avevo il desiderio di offrire agli altri tutto quello che avevo imparato al Centro. Ora faccio la maestra di lingua cinese per i bambini delle elementari che frequentano il Centro. Penso che il mio ruolo non sia solo quello di aiutarli a fare i compiti e a imparare la lingua cinese, ma ho anche il dovere di educarli perché si inseriscano nella cultura italiana, sappiano come comportarsi, ecc… I genitori dei bambini cinesi lavorano tutto il giorno. Non possono perciò educare i loro figli, che stanno sempre davanti al computer. Per l’ostacolo della lingua, neanche la scuola è capace di educare i minori cinesi. Allora mi sono detta: “Se non li educo io, chi ci pensa?”. Un proverbio cinese dice: “Per piantare un albero ci vogliono 10 anni, ma ce ne vogliono 100 per educare un uomo”. L’educazione dell’uomo è una corsa che non si può mai fermare, è una lezione permanente.

Nelle immagini: pag. 8: Domenico La Marca; qui a fianco: Don Giuseppe Tong,

Angela Lujao e don Giuseppe Tosi (ora missionario in Albania); a

pag.10: un momento del Convegno (nella sala Marvelli,

Provincia di Rimini).

Referente del Sostegno ai centri Italia-Cina:

Mattia Amaranti

([email protected])

SPECIALE

L’integrazione I migranti che arrivano in Italia in base ai vari atteggiamenti della società che li riceve si integrano in modi assai diverso, o non si integrano affatto. In particolare, i migranti cinesi tendono a creare dei “ghetti”. Dal momento che la loro rete sociale è molto forte e ricevono scarsa accoglienza trovano facile ritagliarsi un angolo di Cina nelle città italiane, le cosiddette “Chinatown”. Questo modello di non-integrazione si può chiamare segregazione o auto-segregazione, quindi un fatto volontario o indotto. Ma, se al contrario avviene l’assimilazione dei nuovi arrivati nella società residente, l’identità dei migranti tende a essere annullata. C’è poi il fenomeno di quello che si chiama “integrazione reciproca” o “meticciato”, in questo caso gli elementi dell’uno e dell’altro popolo si mescolano in modo che cultura, storia, lingua, regole... passano da una etnia all’altra. Per fare qualche esempio: il caso dei matrimoni misti, fino ai ristoranti cinesi, o il fenomeno “pizza”.

Il Sostegno a Distanza Il SaD consiste nella costruzione di un ponte di relazioni tra persone fisicamente distanti, che abitano in paesi diversi. Nella “Carta dei princìpi del SaD” troviamo questa definizione: “Il sostegno a distanza (SaD) è un atto di solidarietà che consiste nell'impegno morale a inviare, tramite organizzazioni responsabili, un contributo economico stabile e continuativo - del cui uso il donatore riceve riscontro - a minori, adulti, famiglie, comunità ben identificate, in condizioni di necessità e in ogni parte del mondo, per offrire loro la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita nell'ambiente sociale e culturale in cui vivono.”

Le distanze Quando un migrante compie il viaggio che annulla la distanza geografica, restano però ancora molti chilometri di distanza culturale. Non è bastato spostarsi per diminuirli. Tutto quello che è la diversità e la ricchezza dei popoli, cioè le loro lingue, la loro storia, le mentalità, i costumi, le tradizioni... può anche rappresentare un ostacolo alla comprensione reciproca e alla convivenza pacifica. Soprattutto non va dimenticato che chi è venuto

da noi è venuto per cercare di accorciare la distanzaeconomica e sociale e cioè di passare da uno stipendio di 90 euro al mese, a quello di almeno 1.000 euro al mese, e di passare dai medicamenti naturali ad una assistenza pubblica.

Il SaD per i Centri Italia-Cina I membri della Piccola Famiglia Onlus hanno creato un centro per minori cinesi, chiamato “Centro Italia-Cina”, con l’obiettivo di sostenere l’educazione dei minori immigrati, avvicinandolialla vita del Paese in cui sono “sbarcati”. Di fronte al fatto che dovevamo sostenerci da soli economicamente, è stato immediato pensare alla formula dell’adozione e del Sostegno a Distanza, cioè che con una modesta cifra per bambino si poteva fare tutto il lavoro. Nove lunghi anni di esperienza dei Centri Italia-Cina ci hanno portato a toccare con mano che può avvenire l’incontro tra due mondi fino a ieri drasticamente separati.

Abbiamo trovato e ancora troviamo enormi difficoltà a fare passare questo tipo di sostegno, perché quando si sente parlare di Cina scattano molti elementi nascosti di xenofobia. Tanti ci hanno detto che ci avrebbero volentieri aiutato per l’Africa o l’Albania, ma era meglio non parlare di Cina.

Questa cosa ci lascia ancor più stupiti, quanto più vediamo che lo strumento che si è attuato è efficacissimo per avvicinare persone di cultura diversa, specialmente i minori. In più questo modo di stare insieme fa passare più di altri metodi i germi positivi della cultura e della vita cinese. I canti, le danze, il cibo, le feste... veicolano e hanno sempre nella storia veicolato le grandi diversità dei popoli.

Halloween in questi ultimi decenni ha significato il nostro “imparentamento” con la cultura anglosassone, al di là della miseria culturale che contiene. Riuscirà il Capodanno Cinese a soppiantarlo?

IL SaD PER L’IMMIGRAZIONEAlessandro Centanni

C L U B S E Q U O I A

Briciole, giugno 2012 11

Riepilogo del progettoDurante il suo ultimo rientro in Italia nel 2011, p.Luca Torsani ha trascorso gran parte del suo tempo a Montetauro e con i suoi parenti. Siamo riusciti a formulare un progetto a favore dei catechisti di Bugwana, la parrocchia presso la quale Luca risiede insieme al padre Bruno e al padre Oscar.

La parrocchia conta 12 succursali, più la centrale a Bugwana. Per ognuna sono previsti 1 o 2 catechisti, i quali sono dei veri responsabili di comunità. Prima di avviare il progetto, pur lavorando a tempo pieno e avendo famiglia con numerosi figli, ricevevano dalla diocesi una retribuzione mensile corrispondente a soli 8 euro, oppure 11 euro secondo il grado di anzianità. Ora grazie al progetto S.a.D della Piccola Famiglia onlus, tale retribuzione è più che raddoppiata ed equivale grossomodo a quella di un operaio tirocinante.

Questi aiuti permettono anche altre forme puntuali di sostegno, di varia natura. I padri saveriani di Bugwana

desidererebbero inoltre offrirgli un'intera settimana di formazione, in un centro attrezzato che lo permetta.

Nuovi sviluppiI primi stipendi sono stati distribuiti a cominciare dal mese di settembre a 18 catechisti. In seguito, uno di loro, Audace Maniraganje (l’unico con buona padronanza della lingua francese, tutti gli altri catechisti parlano Kirundi) è uscito dal progetto, in quanto ha fatto domanda per diventare segretario nel nuovo liceo della parrocchia ed è stato accettato. Ne rimangono quindi 17. In questi mesi abbiamo raccolto molto materiale: notizie, foto, lettere dei catechisti. Di seguito qualche notizia su alcuni dei catechisti.

Etienne Ngarukiyinka, è rimasto invalido dopo essere caduto mentre costruiva il tetto di casa sua, avendo subito lo schiacciamento di una vertebra. E' in grado di camminare con una stampella ma solo per brevi tratti. Le varie visite nei principali ospedali della regione si sono rivelate inutili, come anche i farmaci che gli sono stati prescritti. I contributi del SaD sono stati finora utilizzati per l'acquisto di una bicicletta (spesa di circa 70 euro). Etienne non può guidarla ma vi è veramente grato, perché gli permette di farsi portare qui e là da altri, altrimenti rimarrebbe confinato ogni giorno nel raggio di 100m da casa, salvo le rare volte in cui un amico lo porta in parrocchia con la moto. Per il futuro si pensa a creargli

Progetto BurundiIn questi anni abbiamo accompagnato padre Luca Torsani, sx, nella sua missione in Burundi. Padre Luca continua a provvedere alle tante necessità della Chiesa di Bugwana.

Visita di p. Luca a Montetauro (da sinistra: il diacono

Maurizio, p.Luca, d.Gioacchino, d.Lanfranco,

d.Giuseppe).

Sopra: assemblea riunita per la liturgia a Bugwana.

B U R U N D I

B U R U N D I

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attività come piccole forme di commercio o ricarica di telefoni che gli permettano di mantenere i tre figli a carico, dopo che, in seguito all'incidente, la moglie lo ha abbandonato.

Ai 17 catechisti si sono aggiunti in seguito 7 altri operatori pastorali, cosicché il gruppo sostenuto raggiunge ora il numero di 24. Di questi nuovi sette uno si chiama Michel e ha preso il posto del catechista Etienne. C'è poi Elias Ndikumana, che dà una mano nella segreteria e nel negozio della parrocchia. Altri due sono i direttori Levis e Elias Manirambona, che aiutano il p. Luca a seguire l'insegnamento della religione nelle 23 scuole primarie e secondarie presenti nel territorio della parrocchia. Sono incaricati in particolare di visitarle per verificare che l'insegnamento della religione sia dispensato regolarmente. Sono nel numero anche Jean Bosco e Simeo, che hanno responsabiltà nelle cappelle di Tonga e Runyankezi, come anche Telesphore, ! il quale si occupa delle 126 comunità di base assieme al catechista Samson.

A proposito delle comunità, durante la scorsa estate p. Oscar ha indetto un

concorso per premiare le comunità di base che avrebbero costruito le migliori cappelle per i loro incontri. Tante si sono mobilitate, con risultati anche notevoli. Hanno costruito edifici con il metodo tradizionale: mattoni in terra seccata al sole e tetto con foglie di banano o coppi per quelle con più possibilità. Le hanno visitate tutte per scattare delle foto in vista della premiazione. E’ una quantità immensa di cappelline (contattando i referenti del progetto è possibile vedere le foto delle oltre 300 cappelle).

Il 28 maggio ci ha lasciati il catechista Leonard di Kimuvu. Ha iniziato a sentirsi male Domenica 27. Il p.Oscar stava andando a prenderlo per

portarlo all’ospedale, quando gli è stato comunicato il decesso al telefono. Aveva 37 anni e due figli. Era sempre calmo, sorridente, capace di accogliere e riconciliare. Ha vissuto la beatitudine degli “operatori di pace”. Ora aiuteremo la vedova: con le quote del sostegno 2012 verrà acquistato un terreno da coltivare.

Punti di forzaIl progetto catechisti è tra quelli riconosciuti dai superiori dei saveriani in Burundi. Rispetto agli altri è un progetto piccolo, ma che trova proprio in queste dimensioni ridotte i suoi punti di forza. P. Luca sta infatti cercando, con non poca fatica, di portarlo avanti come un vero progetto educativo, cosa che non

In basso: mappa della Parrocchia di Bugwana e

delle 12 sucursali.

A sinistra: p. Luca al mercato.

A destra: un piccolo Hutu in braccio al padre.

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QUOTA MENSILE: !15,00

FIDUCIARI:

Stefania (338.8713760)Lucia Annunziata (328.3514212)

B U R U N D I

Briciole, giugno 2012 13

sarebbe possibile con numeri elevati. L’ obiettivo infatti non è il semplice trasferimento di denaro ma piuttosto riuscire a tradurre lo sforzo dei sostenitori in un rinnovato impegno a favore della diffusione del Vangelo. Quanti sono riusciti, come sostenitori, a farne parte si devono ritenere fortunati perché il progetto è completo, ossia non si prevedono ampliamenti; invitiamo ugualmente a seguire gli sviluppi. Resta per tutti la possibilità di subentrare al posto di qualche sostenitore che termina il suo sostegno. Mi auguro che queste informazioni abbiano contribuito a farci sentire più vicini ai nostri amici burundesi. In caso contrario, non rimane altro che recarsi di persona sul posto. P. Luca, parlando al telefono con Micaela di Uznova (Albania) ha già detto che sarebbe contentissimo di ospitarci.

Bugwana, 21.01.12

Fratelli con i quali condividiamo la fede, ho l’onore di salutarvi e augurarvi buona missione e ogni bene. Vi auguro anche un buon anno 2012, che vi sia propizio

per il bene dello spirito e del corpo.Fratelli prima di ogni cosa voglio ringraziarvi per come ci siete sempre vicini

spiritualmente e anche materialmente. Anche se non ci conosciamo siamo prossimi spiritualmente. Vi ringrazio dunque per questo spirito di aiuto reciproco. Sono incaricata della cassa presso la parrocchia di Bugwana, S.Tommaso. Sono nata nel 1976 e ho cominciato questo incarico nel 2005, sono passati dunque 7 anni. Non sono sposata. I miei genitori sono deboli e spesso malati. Ho tre fratelli ma nessuno ha studiato e nessuno è in grado di aiutarci. Io ho studiato fino al sesto anno. Siccome ha pochi mezzi di sussistenza sono spesso malata. Lo stipendio che ricevo dalla diocesi è poca cosa e non posso aiutare la mia famiglia. Non ho i soldi per farmi portare a lavoro . Tornando dal lavoro non ho neanche il tempo di andare a coltivare per aiutare la famiglia in altro modo. Voglio farvi conoscere che amo questo servizio che svolgo. Nella prima lettera ai Corinzi 1,26-31 ho compreso la volontà di Dio: ciò che faccio o tocco non è mio, è un lavoro di Dio. Non ho forza ma Dio mi aiuta e posso compiere questo servizio. Dunque ho messo tutto nelle mani di Dio. Tutto ciò che mi succederà lo offrirò a Dio nella preghiera. Poiché chiedere è già toccare ciò che si chiede e un po’ alla volta diviene possibile. Quanti hanno in comune una famiglia condividono anche sofferenze e problemi. Che possiate continuare a sostenerci prendendoci sulla schiena come leggiamo negli Atti degli Apostoli 2,42-46. Fratelli desidero terminare ringraziandovi per lo spirito di amore e aiuto reciproco che avete per noi restandoci vicini. Che il Signore vi custodisca e benedica in tutto. Termino chiedendovi anche di ricordarmi nella preghiera perché sono una persona fragile di salute.

Grazie, vostra sorella, Barigisha Venantie

Note di p.Luca: *Per il taxi-velo. In africa tutte le donne portano la gonna e non vanno in bicicletta. Non esistono biciclette da donna.**Le madri portano i loro bambini sulla schiena in Africa. Questa espressione significa dare un grosso aiuto a qualcuno.

Due delle cappelle realizzate per il concorso (sopra: Bugwana, sotto: Kivumu).

Nella pellicola: alcuni catechisti della missione (in ordina: Etienne, Levis, Elias,

Sanson, Telesfore, Elia)

**

*

Un caro saluto a tutti,Lucia Annunziata

C O R R I S P O N D E N Z A

14 La Piccola Famiglia Onlus

Cari amici,

Mi sono recato appositamente a Shajouba per poterVi dare qualche notizia e scattare qualche fotografia. E’ questo infatti il momento dell’anno scolastico in cui le attivita’ procedono a pieno ritmo. Comincio dandovi alcune informazioni generali. Intorno alla missione di Shajouba si trovano quattro principali villaggi formati interamente da contadini. L’alternativa lavorativa è l’impiego negli uffici governativi ma pochissime persone riescono ad entrare. Il clima non consente più di un raccolto a causa delle temperature rigide durante l’inverno. La principale coltivazione e’ il riso. Vi lavorano tutti: grandi e piccoli. Grazie al vostro aiuto anche i bambini delle famiglie più povere possono frequentare la scuola perchè hanno la retta pagata altrimenti andrebbero anche loro a lavorare nei campi. Pensate che durante le vacanze estive qui non c’è il problema di pensare a cosa fare o il rischio di annoiarsi: tutti i bambini aiutano i genitori nei campi. Sono villaggi tribali formati da gruppetti

di case. Non vi sono industrie, né grandi negozi. Semplicemente, la gente si ritrova in uno spazio aperto per vendere o scambiare i prodotti

che hanno in abbandanza: ad esempio delle verdure per guadagnare qualche soldo per la famiglia. Quando gli affari vanno particolarmente bene possono guadagnare circa 2000 – 4000 rupie (30 -60 Euro) per stagione. E’ un popolo di grandi lavoratori. Nonostante le varie difficoltà riescono a vivere in modo sereno grazie alla loro semplicità. Ora è un caldo eccessivo e umido. Non c’è la corrente elettrica per quasi tutto giorno. L’elettricità è un lusso per noi: ne disponiamo per 5 ore al giorno al massimo (tre alla mattina e due alla sera). Alcuni giorni abbiamo elettricità anche nelle prime ore del giorno, dalle 6 alle 9. La gente parla di “giorno della luce” per indicare il giorno con maggiore elettricità e l’altro lo chiamano il “giorno del buio”. Ma la vita qui procede indipendentemente da questi fattori. Noi padri salesiani ci stiamo impegnando molto nel campo dell’educazione. Nella scuola ci sono circa 700 studenti, dalla scuola materna fino a classe decima. Tra questi studenti 120 studenti sono aiutati da sostenitori (32 della Piccola Famiglia onlus). Crediamo nell’educazione, sull’esempio di San Giovanni Bosco, perchè questi bambini ne hanno veramente bisogno. Progetto mensa. Attraverso questo meraviglioso progetto stiamo raggiungendo anche altri studenti, circa altri 80. Qui nella foto si vede la gioia e soddisfazione dei bimbi. Grazie perchè la vostra condivisione ha moltiplicato molto di più i frutti. Vi dico sinceramente che la nostra opera procede bene. Il vostro sacrificio moltiplica la felicità di tanti bimbi. La scuola ha organizzato l’insegnamento di educazione fisica attraverso lo sport duro e le gare. Ecco alcune foto di questa attività. Grazie, thank you, Kraloshue nella lingua locale D. Samuele

“Il vostro sacrificio moltiplica la felicità di tanti bimbi”

A sinistra: Corsa dei sacchi e

ricreazione.

Sopra: il nostro aiuto... è molto

apprezzato!

C O R R I S P O N D E N Z A

Briciole, giugno 2012 15

INDIA

SOSTEGNO SCOLASTICO: Quota mensile: ! 7,50 / 15,00

PROGETTO MENSA: Quota mensile: ! 20,00 / UNA TANTUM

Fiduciari: Stefania (338.8713760). Lucia Annunziata (328.3514212)

LESOTHO

PROGETTO SCUOLA: Quota mensile: ! 7,50

Fiduciari: Luca e Stefania (349.8698133)

Caro Luca,

spero che a te e a tutta la tua associazione vada bene con la grazia di Dio. Ti scrivo ringraziandoti di tutte le grandi cose che avete fatto per me. Mi sentro profondamente onorata e privilegiata. Ho passato il mio C.O.S.C con la terza classe (n.d.r.: esame di abilitazione). Adesso sono capace di scrivere e parlare inglese grazie al vostro aiuto. Grazie! Grazie! Possa il Signore bagnarvi con tutte le sue benedizioni. Sto già programmando di proseguire i miei studi. Quello che desidero per il mio futuro è di essere la stella del mio villaggio: voglio diventare un’ insegnante. Tuttavia, non immaginavo che grande delusione era in serbo per me. Immaginate un po'! La morte del Padre Emmanuel Masako Nkofo! Era l'uomo che ero solito chiamare padre, perché era così gentile, rispettabile e onesto. Era l’uomo migliore di tutti. Spero che oggi, attraverso la vostra presenza, potremo vedere ancora dei miracoli, più di quando padre Nkofo era con noi. Mettiamo tutta la fiducia in voi. Spero ci sarà un giorno in cui il Signore riempirà il mio cuore di gloria e di esultanza, proprio come nel tempo di vita

di Nkofo. Molti giorni sono passati, ognuno con i suoi dolori. Ti ringrazio. Ringrazio per

ognuno di essi. Ora rimane la mia fervida richiesta che possiate continuare a sostenermi ancora, perché sto studiando alcuni argomenti che non avevo ancora affrontato, e ho bisogno di lavorarci meglio. Così il denaro manca. Sto chiedendo! Questa è la mia fervida speranza: che i miei progetti e i miei sogni possano trovare in voi approvazione e incoraggiamento. Non vedo l'ora di sentirti. Un saluto; porta un "ciao" a tutti. Che Dio vi benedica tutti.

May God bless you all.Anacletta

“Il vostro sacrificio moltiplica la felicità di tanti bimbi”

Nella foto: padre Emnanuel M. Nkofo, deceduto il 21 dicembre 2011, è stato rettore del seminario della diocesi di Qacha's Nek (Lesotho) e, dopo la morte del vescovo Thatho Evaristus Bitsoane, ha retto la Chiesa come Amministratore Apostolico. Al suo fianco, nella foto, Stefania e Luca insieme ad alcuni seminaristi. P.Emmanuel è stato il nostro referente SaD dall’inizio del progetto, partito per sua diretta richiesta, nella sua prima visita alla Comunità di Montetauro. Nel suo ultimo viaggio, in occasione delle esequie di p.Nkofo, Luca ha preso contatti con alcuni laici e sacerdoti del posto per valutare come proseguire il sostegno a distanza in Lesotho.

16 La Piccola Famiglia Onlus

BRICIOLE

Bollettino dell’Associazione “La Piccola Famiglia Onlus”

Direttore Responsabile: Giovanni Tonelli

Iscritto al N: 11/2007 Registro Stampa Periodica del tribunali di Rimini

La Piccola Famglia Onlus Via Chiesa, 147853 Coriano (RN)

C.F. 91070430409Tel e fax [email protected]

IMPORTANTEPoiché la nostra Associazione è stata riconosciuta legalmente come organizzazione non lucrativa di utilità sociale - onlus -, il 19% delle offerte ad essa elargite è detraibile dalla denuncia dei redditi, in base all’art.13 del decreto Legislativo 4.12.97 n.460.

PER SOSTENERE INOSTRI PROGETTI

conto corrente postale n.:32635526

intestato a:La Piccola Famiglia Onlus

conto corrente bancario:Banca Malatestiana di Rimini

fil. di OspedalettoCoord. IBAN

IT56N0709067770010010074967

SOSTIENI CON IL 5 PER MILLE I PROGETTI DELL’ASSOCIAZIONE

Il cinque per mille si aggiunge all’otto per milleLa scelta di destinare il cinque per mille non comporta alcun aggravio sulle imposte da versare. Il cinque per mille consente quindi di devolvere una parte delle proprie tasse alla Piccola Famiglia Onlus invece che allo Stato, aiutandoci nella lotta contro la povertà con un gesto che non costa nulla.

Come si versa il cinque per milleFirmando nell’apposito spazio (sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) della dichiarazione dei redditi indicando il codice fiscale della Piccola Famiglia Onlus:

91070430409

Ultime notizieklajdi a montetauro

Klajdi, il giovane albanese tetraplegico che stiamo aiutando, ha terminato il periodo di riabilitazione intensiva presso l’Istituto Montecatone (Imola) ed è stato inserito nel reparto di riabilitazione dell’Ospedale di Cesenatico (FC). Entro il mese di giugno verrà trasferito a Montetauro, dove l’Associazione

metterà a disposizione un appartamento per lui e per la madre, che lo raggiungerà dall’Albania. In questo periodo di alcune settimane si attuerà un programma di fisioterapia per Klajdi e di addestramento della madre per la gestione assistenziale del giovane, sotto la supervisione degli infermieri e dei fisioterapisti volontari della Piccola Famiglia. Nel frattempo è stato acquistato un appartamento in Albania, nella cittadina dove vive la famiglia Klajdi (Poliçan, nella foto in alto), più adatto alle condizioni di disabilità. Al rientro in Albania, Klajdi si trasferirà con i genitori ed il fratello nel nuovo appartamento (due stanze, un cucinotto, servizi) vicino al Centro Sanitario di Poliçan. In questo periodo si sono effettuate diverse visite in paese per preparare l’arrivo di Klajdi e sensibilizzare gli abitanti alla presa in carico responsabile del giovane.

Klajdi a Montecatone e Francesco (fisioterapista della Piccola Famiglia)