Sommario La lettura per la formazione dei cittadini di domani · cembre, politici, giornalisti,...

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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane In un convegno organizzato dall’ACRI e dall’Osservatorio Giovani-Editori lo scorso 15 di- cembre, politici, giornalisti, editori, rappresentanti di fon- dazioni hanno discusso sul ruo- lo dei media per formare i citta- dini di domani. C ome leggono i giovani? Dispongono di conoscen- ze che permettano loro di inserirsi positivamente nella so- cietà e nel mondo del lavoro? Il corredo di competenze acquisite a scuola consentirà loro di conti- nuare ad apprendere nel seguito della vita? Forse, prima di porsi tali interro- gativi, bisogna chiedersi innanzi- tutto se i giovani leggono ed, in particolare, se leggono i quotidia- ni: stando ai dati comunicati dal- l’Osservatorio Permanente Giova- ni-Editori al recente incontro dal titolo “Giovani Lettori, Nuovi Cit- tadini” - organizzato a Firenze dallo stesso Osservatorio Perma- nente in collaborazione con l’A- CRI - il numero dei lettori sembra abbia superato il milione. Resta- no, quindi, ancora troppo pochi i ragazzi che leggono i quotidiani, giudicati un po’ difficili da capire, nonostante ne riconoscano l’im- portante ruolo tra i media. Numero doppio novembre/febbraio 2004-5 La lettura per la formazione dei cittadini di domani A cura della redazione di “Fondazioni” Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Cassa di Risparmio di Ravenna SpA 6 Le Guide di Corrado Ricci Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara 7 Scultura e scultori a Ferrara DAL SISTEMA PUBBLICAZIONI Fondazione Cassamarca 5 “La via Annia” DAL SISTEMA SOCIALE Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini 10 Valorizzazione e assistenza agli anziani DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e Cassa di Risparmio di Mirandola SpA 13 Pico della Mirandola, la memoria di un premio ACRI DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane 14 Una sorgente a Gulu DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno 25 Premio per la cultura contemporanea al Presidente Barsotti DAL SISTEMA LA FONDAZIONE PER IL TERRITORIO Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone 27 La CRUP acquista la propria sede a Udine DAL SISTEMA SANITÀ Fondazione Cassamarca 31 Progetto Polo di Medicina a Treviso NEWS V Giornata della Fondazione 32 Sussidiarietà, sviluppo e corpi intermedi della società DAL SISTEMA I PROGETTI Fondazione Banca del Monte di Lombardia 21 Herity per i Beni Culturali delle Fondazioni 3 IL PUNTO SU... BENI CULTURALI Sommario Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste 9 La storia Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna 15 Alberto Giacometti Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia 17 A Sarzana il Festival della Mente Fondazione Cassa di Risparmio di Torino 18 Città e cattedrali Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona 19 Venezia prima della Biennale Fondazione Cassamarca 23 Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti 29 Promuovere la qualità, dare valore al territorio Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa 30 Quattro anni di attività 2001/2004 NUMERO DOPPIO

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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma

Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane

In un convegno organizzatodall’ACRI e dall’OsservatorioGiovani-Editori lo scorso 15 di-cembre, politici, giornalisti,editori, rappresentanti di fon-dazioni hanno discusso sul ruo-lo dei media per formare i citta-dini di domani.

Come leggono i giovani?Dispongono di conoscen-ze che permettano loro di

inserirsi positivamente nella so-cietà e nel mondo del lavoro? Ilcorredo di competenze acquisitea scuola consentirà loro di conti-nuare ad apprendere nel seguitodella vita?

Forse, prima di porsi tali interro-gativi, bisogna chiedersi innanzi-tutto se i giovani leggono ed, inparticolare, se leggono i quotidia-ni: stando ai dati comunicati dal-l’Osservatorio Permanente Giova-ni-Editori al recente incontro daltitolo “Giovani Lettori, Nuovi Cit-tadini” - organizzato a Firenzedallo stesso Osservatorio Perma-nente in collaborazione con l’A-CRI - il numero dei lettori sembraabbia superato il milione. Resta-no, quindi, ancora troppo pochi iragazzi che leggono i quotidiani,giudicati un po’ difficili da capire,nonostante ne riconoscano l’im-portante ruolo tra i media.

Numero doppio novembre/febbraio 2004-5

La lettura per la formazionedei cittadini di domaniA cura della redazione di “Fondazioni” Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

e Cassa di Risparmio di Ravenna SpA 6Le Guide di Corrado RicciFondazione Cassa di Risparmio di Ferrara 7Scultura e scultori a Ferrara

DAL SISTEMA PUBBLICAZIONI

Fondazione Cassamarca 5“La via Annia”

DAL SISTEMA SOCIALE

Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini 10Valorizzazione e assistenza agli anziani

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e Cassa di Risparmio di Mirandola SpA 13Pico della Mirandola, la memoria di un premioACRI

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane 14Una sorgente a Gulu

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno 25Premio per la cultura contemporanea al Presidente Barsotti

DAL SISTEMA LA FONDAZIONE PER IL TERRITORIO

Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone 27La CRUP acquista la propria sede a Udine

DAL SISTEMA SANITÀ

Fondazione Cassamarca 31Progetto Polo di Medicinaa TrevisoNEWS

V Giornata della Fondazione 32Sussidiarietà, sviluppo e corpi intermedi della società

DAL SISTEMA I PROGETTI

Fondazione Banca del Monte di Lombardia 21

Herity per i Beni Culturali delle Fondazioni 3

IL PUNTO SU... BENI CULTURALISommario

Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste 9La storia

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna 15Alberto GiacomettiFondazione Cassa di Risparmio di La Spezia 17A Sarzana il Festival della Mente

Fondazione Cassa di Risparmio di Torino 18Città e cattedrali

Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona 19Venezia prima della Biennale

Fondazione Cassamarca 23

Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti 29Promuovere la qualità, dare valore al territorio

Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa 30Quattro anni di attività 2001/2004

NUMERO DOPPIO

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32 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

BENI CULTURALI

Che fare, dunque? Un’indagine Euri-sko ha messo in evidenza che i gio-vani continuano ad avere incertezzesul proprio futuro e sentono l’esigen-za di essere accompagnati nelle scel-te. E i giornali, secondo gli studenti,devono fornire le chiavi di lettura delmondo. In particolare, ha evidenziato Giu-seppe Minoia, presidente di Eurisko,“i giovani utilizzano i media comeuna lente che sperano sia in grado dimettere a fuoco le passioni, gli inte-ressi, le mete che li riguardano inmodo primario: cioè, l’amicizia, lasalute/benessere, l’amore, la fami-glia, il lavoro sicuro, viaggiare e co-noscere il mondo. Sono, invece, po-co interessati al ‘sociale’ … La so-

cietà non esiste per i giovani, inquanto evoca astrazioni non ricondu-cibili a territori precisi e circoscrittidi esperienza e di desiderio: è unaparola degli adulti e degli insegnan-ti. Esiste, al contrario, il denaro perfare/esplorare e per acquistare. E perquanto riguarda l’impegno in asso-ciazioni lo sentono soprattutto in ter-mini di ‘uso’ per fare network, perespandere la rete di vita, per sentirsidentro un gruppo ‘fortezza’ che diaconsistenza alla propria evoluzionefluida. Peraltro, sentono il bisogno dipunti di riferimento esterni rispettoal ‘gruppo’ vissuto come proprio; e imedia sono ritenuti rilevanti per for-marsi punti di vista sul mondo e, so-prattutto, sulla ‘società-territorio’,cioè la città intesa come habitat degliincroci relazionali e delle opportuni-tà di intrattenimento”.Dunque, “il tema di fondo è l’abitu-dine alla lettura - ha spiegato Pier-gaetano Marchetti, presidente di RcsQuotidiani - il quotidiano deve esse-re uno strumento didattico, ma deveanche fornire i punti di riferimento.La stampa deve creare uno spaziopubblico in cui ognuno riesce a lega-re l’individuo con le grandi questio-ni e i grandi problemi”. Informare i giovani vuol dire forma-re i cittadini di domani ed è proprioquesto l’obiettivo che l’OsservatorioPermanente Giovani-Editori sta per-seguendo, già da alcuni anni, con ilprogetto “Quotidiano in classe”.Adesso, però, l’Osservatorio guidatoda Andrea Ceccherini potrà contaresulla significativa collaborazionedelle Fondazioni di origine bancaria. All’incontro di Firenze, il Presidentedell’ACRI Giuseppe Guzzetti ha an-nunciato, infatti, l’impegno di tuttele Associate a sostegno dell’informa-zione rivolta ai giovani ed alla for-mazione dei “cittadini di domani”.“Il nostro compito è occuparci di ciòche può aiutare la crescita culturale ecivile delle comunità di riferimento -

ha detto Guzzetti - leggere il giorna-le ci aiuta ad esercitare la nostra atti-tudine a comprendere la realtà e,dunque, ci fornisce l’opportunità dipartecipare alla vita sociale e di svi-luppare una coscienza critica. Ri-guardo ai giovani - ha aggiunto Guz-zetti - le Fondazioni danno il loro so-stegno alla scuola, alla ricerca, al vo-lontariato, ambito in cui i giovanirappresentano una forza fondamen-tale, mentre i media ed i quotidiani,in particolare, devono interrogarsi afondo su cosa possono fare per aiuta-re di più il mondo giovanile ad espri-mere tutte le loro potenzialità riguar-do all’impegno sociale”. Tuttavia, si può fare molto anche at-traverso la formazione. Guzzetti haspiegato che, sia per la vicinanza alterritorio di riferimento, sia per lanatura privatistica e, non ultimo, perle risorse a disposizione, le Fonda-zioni possono dare risposte rapide econcrete. E lo stanno già facendo.“Abbiamo riportato l’Università aTreviso - ha ricordato il Presidentedella Fondazione Cassamarca, DinoDe Poli - recuperando una strutturache oggi ospita corsi di Laurea dell’U-niversità di Padova e di Cà Foscari diVenezia”. Il progetto della FondazioneMontepaschi, Toscana life science fa-rà, invece, nascere un polo di ricercabiomedica al servizio delle imprese. Più in generale, nel 2003 le Fonda-zioni di origine bancaria hanno inve-stito oltre 170 milioni di euro in for-mazione, di cui 96 milioni per l’i-struzione. È evidente, dunque, il mo-tivo per cui hanno deciso di collabo-rare con l’Osservatorio PermanenteGiovani-Editori.“Quando c’è un obiettivo comunenon ha senso cercare di raggiungerloseparatamente - ha concluso Cecche-rini - dobbiamo insieme aiutare i gio-vani di oggi che saranno i cittadini didomani ad avere spirito critico, un’o-pinione libera, perché questo rende lademocrazia più forte”. ■

COMITATO EDITORIALEGiuseppe Guzzetti,Antonio Patuelli,

Luciano Chicchi

DIRETTOREStefano Marchettini

DIRETTORE RESPONSABILEElisabetta Boccia

REDAZIONEAssociazione fra le Casse di Risparmio Italiane

Piazza Mattei, 10 - 00186 RomaTel. 06.68.18.43.87

[email protected]@acri.it

AUTORIZZAZIONEin a.p. art. 2 comma 20/c

legge 662/96 - Filiale di Roma

PROGETTO GRAFICO E STAMPAVarigrafica Alto Lazio

Zona Ind.le Settevene - 01036 NEPI (VT)Tel. 0761.527254 - Fax 0761.527783

CODICE ISSN 1720-2531

Gli articoli firmati riflettonoesclusivamente l’opinione dei

loro Autori e non necessariamentequella della Rivista o dell’ACRI

ACRI IL PUNTO SU...

Nell’ultimo numero di Fonda-zioni è stato introdotto un te-ma di grande attualità: la cer-

tificazione di qualità della gestione delpatrimonio culturale HERITY (cfr.Fondazioni, sett/ott 2004). La certifica-zione HERITY, dall’unione dei duetermini inglesi heritage e quality, sipone come baluardo nel settore dei Be-ni Culturali introducendo un modellounico di valutazione che dà una visio-ne globale e attenta del bene culturale.HERITY è, quindi, l’anello di con-giunzione fra i visitatori dei siti cultu-rali, i gestori e le istituzioni siapubbliche che private, garantendouna corretta informazione ed unaadeguata promozione.

Le Fondazioni di origine bancaria,custodi di un grande patrimonioculturale, hanno finanziato alcunidegli incontri di HERITY, quellisvolti in Italia, fin dal 1996. Manon solo: intendendo promuovereil sistema presso le proprie asso-ciate in condizioni di favore, l’A-CRI ha sottoscritto, in occasionedell’VIII Colloquio Internaziona-

le “La Gestione del Patrimonio Cultu-rale” durante la sessione finanziata dal-la CA.RI.CA.L., la RaccomandazioneInternazionale in cui si auspica l’appli-cazione della certificazione HERITYai beni culturali di loro proprietà (vedibox).

Il prossimo Colloquio, che si terrà nelgiugno 2005, potrebbe essere la sede incui affrontare gli aspetti tecnici relativiall’applicazione di HERITY, rendendoconcreto l’accordo firmato dall’ACRIe aggiudicandosi una certificazione

considerata all’avanguardia nel settoredei beni culturali. È quanto mai oppor-tuno che le Fondazioni continuino amanifestare la loro sensibilità nella sal-vaguardia del patrimonio culturale se-gnalando all’ACRI un sito pilota a cuipoter applicare la certificazione HE-RITY.

Herity & Unesco a Palazzo Venezia(Roma)Si è conclusa con successo la conferen-za di presentazione dell’organismo co-ordinato dal dott. Maurizio Quagliuolo

Stefano Marchettini, Direttore Generale ACRI, alla firma della Raccomandazione (foto di G. D’Ambrosio)*

Herity per i Beni Culturali delle Fondazionidi Pietro Briganò

Ai sensi di quanto stabilito con dichiarazione del 9 Di-cembre 1998 relativamente alla diffusione dei principi edall’allargamento del Forum di discussione HERITY esulla base di quanto da essa proclamato e cioè che:Il Patrimonio Culturale costituisce la memoria collettivadell’Umanità;Il Patrimonio Culturale costituisce una risorsa non rin-novabile;

Una gestione di Qualità del Patrimonio Culturale dovreb-be essere orientata alla sua conservazione nel contesto diuno sviluppo sostenibile;

A seguito dell’approvazione dei criteri e delle modalità diattuazione per il raggiungimento di tale gestione di quali-tà mediante certificazione con dichiarazione del 5 dicem-bre 2001 sottoscritta dagli esponenti di 15 paesi (Repub-

Raccomandazione per l’inclusione di Pilot Sites privati -o pubblici in dismissione- per l’applicazione sperimentale dei criteri HERITY

*N.B.: Nell’ultimo numero di FONDAZIONI nell’articolo “HERITY per i Beni Culturali delle Fondazioni” a pag. 4 la fotografia del Foro Romano è di G. D’Am-brosio e non di V. Ricciardi ; dello stesso autore quella dell’Ecomuseo di Villar Pellice (TO).

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54 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

e dell’avvio della valutazione Heritydei siti del Patrimonio UNESCO inItalia. Un consolidamento dell’opera svolta,a 2 anni dalla firma dell’accordo di co-operazione tra Herity e la Commissio-ne Nazionale UNESCO, che l’11 mar-zo 2005 nella Sala Altoviti di PalazzoVenezia, ha avuto il privilegio di poterdisporre di una platea attenta e alta-mente qualificata.L’alto livello espresso negli interventidei relatori, primo fra tutti il Prof.Claudio Strinati, Soprintendente Spe-ciale al Polo Museale di Roma, hannofatto da cassa di risonanza a quella chesi è oramai configurata come una no-vità assoluta nel processo di fruizionedi un bene culturale. Novità che si la-scia alle spalle - come sottolineato

dallo stesso Strinati - una fase in cui“abbiamo dato poco spazio all’ele-mento informativo. L’interesse pecu-liare di Herity - ha quindi proseguitoStrinati - è di verificare e dare notiziadei contenuti. E la verifica si pone co-me strumento propulsivo”.L’arch. Francesco Bandarin, Direttoredel World Heritage Centre dell’UNE-SCO, ha affermato: “il progetto di cuiHerity è portatore costituisce un sup-porto importantissimo all’azione ditutela del patrimonio e alla verificadella qualità dei servizi”; “le ammini-strazioni (…) responsabili della ge-stione dei Beni Culturali, a livello cen-trale e locale, possono grandementebeneficiare della utilizzazione del mo-dello di analisi proposto da Herity”.I criteri di valutazione adottati saranno

infatti in grado di fornire una detta-gliata analisi sullo stato di gestione dei39 siti inseriti nella lista del Patrimo-nio italiano UNESCO. Ma non solo diItalia si è parlato. Una visione allarga-ta al mondo intero è giunta dal Cardi-nal Francesco Marchisano, Presidentedi Herity Internazionale, che ha intesosottolineare come il “Patrimonio mon-diale debba essere percepito anche co-me una risorsa di pace e fratellanza”. “Un nuovo rapporto tra cittadini e pa-trimonio” nell’intervento della Sen.Tullia Carettoni, Presidente di HerityItalia “che porterà ad un salto di qua-lità e a una nuova coscienza dei dirittie dei doveri verso i patrimoni - da nonintendersi soltanto come espressionilocali - ma dell’umanità intera. Heritysi rivolge alla società civile”. ■

Il volume “La via Annia e le sue in-frastrutture” pubblica gli Atti delleGiornate di Studio che si sono

svolte a Ca’Tron il 6-7 novembre2003, iniziativa promossa dalla Fonda-zione Cassamarca e dall’Università diPadova, con il patrocinio dell’Univer-sità di Padova (Dipartimenti di Scienzedell’Antichità e Dipartimento di Geo-grafia “G. Morandini”), della RegioneVeneto e della SIGEA (Società Italia-na di Geologia Ambientale).Le Giornate di Studio e la pubblica-zione dei relativi Atti sono stati finan-ziati dalla Fondazione Cassamarca,con un contributo dell’Ateneo patavi-no e della Regione Veneto. Il volume raccoglie i risultati conse-guiti nell’ambito di un progetto di ri-cerca condotto da un’équipe di stu-diosi afferenti all’Università di Pado-va, coordinati dalla prof.ssa France-sca Ghedini, che da alcuni anni inte-ressa la Tenuta di Ca’Tron (Roncade-Treviso), in particolare le indagini ar-cheologiche e ambientali condottedal 2001 lungo il tracciato della viaAnnia - la strada consolare romanarealizzata verso la metà del II secoloa.C. diretta alla colonia latina diAquileia (181 a.C.) - che attraversa ilsettore sudorientale della Tenuta. Gliobiettivi di tale progetto sono quelli diricostruire la “storia totale”, dall’anti-chità ai giorni nostri, di un settore del-la pianura veneta che riveste un rile-vante interesse ambientale e archeolo-gico, nonché di valorizzarlo in chiaveculturale, facendo conoscere le poten-zialità paesaggistiche e storiche di que-sta terra molto bella, conquistata defi-nitivamente alla palude solo negli anni’30-40 del Novecento; il Progetto Ca’Tron persegue anche obiettivi formati-vi, coinvolgendo gli studenti dell’Uni-

versità in tutte le fasi della ricerca e as-sumendo la funzione istituzionale di“laboratorio per la didattica assistita”.Al volume contribuiscono inoltre siastudiosi esperti delle tematiche storico-archeologiche affrontate (in particolarela tecnica stradale e l’ingegneria roma-na), sia ricercatori direttamente impe-gnati nello studio della via Annia traAltino e Aquileia, allo scopo di avvia-

re un indispensabile confronto sul te-ma della via Annia e inserire i risultatispecifici del Progetto Ca’Tron nel-l’ambito del quadro ambientale, stori-co e topografico generale dell’arconord-adriatico.Il volume esce due anni dopo il libroLa Tenuta di Ca’Tron. Ambiente e sto-ria nella terra dei Dogi, a cura di Fran-cesca Ghedini, Aldino Bondesan e Ma-ria Stella Busana, Verona (Cierre Edi-zioni) 2002, che raccoglieva una sinte-si dei risultati di una prima fase dellaricerca, rivolta allo studio geomorfolo-

gico del territorio (attraverso fotointer-pretazione, analisi cartografica e delterreno, carotaggi superficiali), una pri-ma serie di indagini geofisiche, una re-visione delle fonti letterarie, epigrafi-che e archeologiche note, nonché l’a-nalisi della cartografia storica. Di essoriprende la veste editoriale con l’inten-zione di costituire il secondo volume diuna ideale collana dedicata al Progetto

Ca’Tron.Il libro si apre con due interventimirati a delineare alcuni dei caratte-ri storici più rilevanti del territorioall’epoca della realizzazione dellavia Annia. Si apre quindi la sessio-ne dedicata alle indagini nella Tenu-ta di Ca’Tron, articolata nella pre-sentazione delle indagini archeolo-giche e delle analisi xilotomiche ef-fettuate sulle strutture emerse, deirecenti studi geomorfologici, geofi-sici e da telerilevamento, infine del-le analisi palinologiche. Seguequindi l’illustrazione dei risultati dialtre indagini condotte in questi an-ni, alcune ancora in corso, lungo ilpercorso della via Annia e dintorni:nell’area di Altino, tra il Sile e ilMeolo, tra Altino e Concordia, infi-ne nel territorio di Aquileia. A chiu-

sura, dopo una breve sintesi delleprincipali caratteristiche delle strade edei ponti romani in contesti di pianu-ra, sono stati presentati due progetti -già in fase di attuazione - volti alla“musealizzazione” di percorsi strada-li, ossia la via Appia antica e la stradasantuariale dell’Acropoli di Populo-nia, nell’ottica di una valorizzazionedel contesto ambientale e archeologi-co della Tenuta di Ca’Tron. ■

* Responsabile Ufficio Stampa della Fondazione CASSAMARCA

Fondazione CASSAMARCA

La via Anniadi Antonella Stelitano *

BENI CULTURALIIL PUNTO SU...

blica Ceca, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Letto-nia, Malta, Portogallo, Québec, Spagna, Stati Uniti d’A-merica, Svezia, Turchia, Ungheria, Vaticano);

Affinché tali risultati, applicabili indipendentemente dal-la condizione giuridica, dalla collocazione geografica edal periodo storico rappresentato, possano giovare al finedi un corretto godimento dei beni culturali e ambientali edell’innalzamento qualitativo della proposta culturale of-ferta al pubblico, nel quadro di interventi che, nel rispet-to della tutela e della salvaguardia, della conoscenza edella conservazione del Patrimonio Culturale, permettanouna adeguata valorizzazione e promozione;

PREMESSOChe la dichiarazione del 1998 sopra richiamata approva-va i principi di HERITY e ne poneva la sede in Italia e chela risoluzione del 2001 altresì richiamata approvava i crite-ri di valutazione ed è stata firmata, oltre che dai rappresen-tanti esteri, dai Sottosegretari di Stato italiani per gli AffariEsteri, per l’Ambiente e per i Beni e le Attività Culturali;

Che il 7 luglio 2003 il sistema di valutazione HERITY èstato adottato dalla Commissione Nazionale Italiana perl’UNESCO quale strumento per la misurazione delle per-formance dei siti del Patrimonio Mondiale al fine di sti-molare il miglioramento dei meccanismi di gestione, ga-rantire il rispetto di livelli minimi e al tempo stesso con-tribuire a diffondere la coscienza di come l’Italia, sede di

una enorme concentrazione di Patrimonio Culturale, sitrovi nelle condizioni di dover essere portatrice di propriespecifiche proposte anche in sede internazionale;

Che conseguentemente è interesse comune adottare glistessi criteri, parametri, requisiti e strumenti per la verifi-ca dei livelli di organizzazione e di gradimento raggiuntida tutti i luoghi di visita aperti al pubblico e che apparealtresì opportuno poterne rilevare in maniera indipenden-te la rispondenza alle aspettative, favorendone il raggiun-gimento dei massimi livelli di qualità gestionale attual-mente possibili nonché il loro miglioramento futuro;

SI FA VOTO AFFINCHÉtenuto conto di tutto quanto sopra dichiarato, che costitui-sce parte integrante e sostanziale della presente risoluzio-ne, si consideri che le particolari categorie dei beni priva-ti e di quelli pubblici passibili di dismissione presentanocaratteristiche qualitative e quantitative tali da giustifica-re l’inserimento di specifici Pilot Sites nella rosa dei luo-ghi che faranno parte del programma sperimentale di ac-compagnamento del lancio di HERITY, e vengano pre-scelti esempi significativi fra quelli proposti dalle partiinteressate;

SI AFFIDAal coordinamento dell’Organismo di Normazione l’attua-zione presso le parti interessate della presente raccoman-dazione.

PUBBLICAZIONIDAL SISTEMA

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76 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

PUBBLICAZIONIDAL SISTEMA

PUBBLICAZIONIDAL SISTEMA

Dopo settant’anni dalla morte diCorrado Ricci la Fondazionee la Cassa di Risparmio di Ra-

venna Spa ripubblicano in anastatica leguide di Bologna e di Ravenna origina-riamente edite da Nicola Zanichelli, ri-spettivamente Bologna nel 1893 e Ra-venna nel 1923. Nella premessa a cia-scuna delle due guide, i Presidenti del-la Cassa, Antonio Patuelli e della Fon-dazione Cassa di Risparmio di Raven-na, Lanfranco Gualtieri, sottolineanoche tali guide sono esse stesse un beneculturale, non solo per la vetustà, maper i finissimi elementi, appunto nonsolo storici ed artistici, ma anche pertutte le informazioni utilissime non so-lo ai turisti, ma anche agli abitanti perriscoprire e conoscere elementi anchenascosti delle due città d’arte.In particolare la Guida di Bologna, ol-tre a tutti gli aspetti storici e monumen-tali, contiene anche unaassai nutrita serie di in-serzioni pubblicitarie difine ‘800 (oltre settantapagine) che illustrano inmodi emblematici lasensibilità, le consuetu-dini ed anche il livellodi civiltà raggiunto inquell’epoca.La Fondazione e laCassa di Risparmio diRavenna Spa hanno vo-luto rieditare queste an-cora attualissime guideanche per rendere il do-vuto omaggio alla figu-ra di Corrado Ricci asettant’anni dalla suamorte, all’uomo di insi-gne cultura che, colla-borando con il deputatodi Ravenna e poi Ver-gato (Bo) e ministro

Luigi Rava (che fu per trent’anni aivertici della Cassa di Risparmio di Ra-venna), contribuì in modo determinan-te ad elaborare le prime ed ancora fon-damentali leggi nazionali per la prote-zione dei monumenti e dell’ambiente

storico-artistico d’Italia.Corrado Ricci nacque a Ravenna nel1858. Dopo aver assunto diversi incari-chi, nel 1897 fu nominato sovrinten-dente ai monumenti di Ravenna e nel1898 divenne direttore della Galleria diBrera a Milano. Passò poi a dirigere leGallerie di Firenze e nel 1906 fu nomi-nato (dal ministro Luigi Rava) diretto-re generale delle antichità e belle arti inItalia. In questa funzione esplicò a pie-no la sua attività promuovendo la crea-zione di musei locali, intensificandoscavi archeologici, tanto che nel 1919,quando lasciò l’incarico, l’amministra-zione delle belle arti in Italia si rivelònettamente trasformata e intensificata.Corrado Ricci divenne Senatore nel1923, Presidente del Consiglio supe-riore delle belle arti, membro dell’Isti-tuto di Francia e delle maggiori acca-demie straniere. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Cassa di Risparmio di Ravenna SpA

Le Guide di Corrado Ricci

La Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Ferrara ha curatola pubblicazione del bellis-

simo volume dal titolo “Scultura eScultori a Ferrara”, scritto da Bere-nice Giovannucci Vigi.Il volume, ricco di suggestive im-magini, si apre con una presenta-zione del Presidente della Fonda-zione Cassa di Risparmio di Ferra-ra, Sergio Lenzi, seguita da unaprefazione dell’autrice che introdu-ce i successivi sette capitoli di ap-profondimento. L’opera si conclu-de, infine, con un riepilogo crono-logico, una bibliografia, con l’indi-ce dei nomi e poi l’indice delle il-lustrazioni.Con quest’opera, Berenice Giovan-nucci Vigi ci offre una accurata ri-costruzione critica della scultura aFerrara che, soprattutto nel periodofondamentale che va dalla Devolu-zione alla fine del XVIII secolo,costituisce ancor oggi un universopressoché ignoto ai più.Come ha ricordato, infatti, il Presi-dente della Fondazione, SergioLenzi, nell’introduzione al volumepresentato lo scorso dicembre nellaSala del Ridotto del Teatro Comu-nale di Ferrara, “se si fa eccezioneper i nomi del Baruffaldi a cavallotra il 1600 e il 1700, per il Catalo-go istorico dè pittori e scultori fer-raresi di un Cittadella (siamo nelbiennio 1782-1783), e, per venire atempi assai più recenti, se non si famenzione delle fatiche di GualtieroMedri di metà Novecento, e deglistudi a tutti gli effetti pionieristicidi Eugenio Riccomini (splendidi isuoi due volumi, pubblicati tra il1972 e il 1977, e intitolati ora adOrdine e vaghezza ora a Vaghezza

e furore), poco o nul-la racconta degli stili,dei protagonisti, dellebotteghe, delle com-mittenze laiche e reli-giose, dei numerosis-simi artigiani che, perpiù di un paio di se-coli, contribuironoconcretamente a for-giare, con gusto, sa-pienza ed estro, ilvolto della città, lasua fisionomia, i suoipalazzi nobiliari, isuoi principali edificipubblici e privati, iluoghi del culto e del-la devozione”. Del resto, per Ricco-mini, Emilia e Roma-gna nel Seicento vo-leva dire Parma, Mo-dena e Bologna quali“sedi dei monarchi e dei rappresen-tanti del potere”, come luoghi pri-vilegiati da dove si irradiava so-stanzialmente la cultura figurativaregionale dell’epoca. Quindi nellapremessa ad Ordine e vaghezzal’autore sottolineava: “si giustificaperciò la scarsità di documentazio-ne, in questo libro, intorno a vastearee che pure, in tempi diversi daquelli che qui ci interessano, hannoavuto una vivace ed individua vitaculturale: Ferrara e i territori giàappartenenti al Ducato estense,l’intera Romagna, che divengono,per tutto il corso del Seicento, zonedi confine e di sfruttamento; ovequindi ben di rado si riscontrò l’op-portunità di porre mano ai grandicomplessi decorativi entro i qualil’arte plastica del periodo barocco

trova, in Emilia, la propria ragiond’essere”.In realtà, il fatto che sia le fonticontemporanee che la critica piùmoderna abbiano completamentedimenticato che in questa regioneuna città di nome Ferrara, anchedopo l’allontanamento di Cesared’Este e la devoluzione del ducatoallo Stato pontificio, ha continuatoad essere centro di cultura e di ar-te, nonostante guerre, invasioni,inondazioni, pestilenze e carestie,ha creato un grande vuoto giustifi-cabile solo in parte per la difficol-tà di reperire notizie, nello scovaredate, progetti, per il mancato ritro-vamento fin qui di disegni, di boz-zetti, di terrecotte preparatorie:tutto ciò ha, infatti, reso pratica-mente impossibile l’analisi di quei

Fondazione Cassa di Risparmio di FerraraScultura e scultori a Ferrara di Ida Ferraro

La premessa

La Guida di Bologna di Corrado Ricci è es-sa stessa quasi un «bene culturale», oltreche essere una finissima Guida, appunti, deimonumenti e degli aspetti salienti storico-artistici di Bologna.Questa guida è un «bene culturale» non so-lo perché la sua terza e definitiva edizione(ora ripubblicata in anastatica) ha oltre cen-t’anni, ma perché soprattutto non si limitaad approfondire gli aspetti storici ed artisti-ci di una città che è toccata troppo poco daiflussi turistici rispetto all’importanza edunicità delle sue testimonianze.Ma la guida di Corrado Ricci contiene an-che alcuni elementi utilissimi per riscoprirela città degli ultimi decenni dell’Ottocento,non solo la sua mappa dell’epoca, ma anchetutta una serie di inserzioni pubblicitarie e di«raccolte librarie» dell’epoca, che contri-buiscono significativamente a ricostruire il

clima sociale di inizio Novecento.Infine non possiamo trascurare che rieditarequesta storica, fondamentale ed utilissimaguida significa anche rendere il dovutoomaggio alla figura di Corrado Ricci a set-tant’anni dalla sua morte, all’uomo di insi-gne cultura che collaborando con il mini-stro, Deputato prima di Ravenna e poi diVergato, Luigi Rava (che fu anche Presiden-te della Cassa di Risparmio di Ravenna) neiprimi decenni del Novecento, contribuì inmodo determinante ad elaborare le prime edancora fondamentali legge nazionali per laprotezione dei monumenti e dell’ambientestorico-artistico d’Italia.

Lanfranco Gualtieri Presidente della Fondazione

Cassa di Risparmio di RavennaAntonio Patuelli

Presidente Gruppo Bancario Cassa di Risparmio

di Ravenna SpA

S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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rapporti che sicuramente si veniva-no a stabilire tra lo scultore e l’ar-tista a cui era affidatol’insieme pittorico, sem-pre per un risultato fina-le di sostanziale unitàdecorativa.Si tratta, dunque, di unargomento molto vastoe ancora in gran parte daesplorare al di là di ciòche è stato possibile farecon quest’opera che, co-me sottolinea nella pre-sentazione al volume ilPresidente Sergio Lenzi,deve essere consideratasoltanto un insieme diannotazioni e di rilevan-ze nel tentativo “di svel-lere, letteralmente,un’opinione banalmenteradicata, oggi non piùmotivabile. Questa èstata, ritengo senza tema

d’errore, in estrema sintesi, la con-vinzione della nostra curatrice, che

l’ha spinta a farsi carico di una ri-cognizione che ha veramente po-

chi eguali. Ed è questo pu-re il mio personale orienta-mento, la valutazione sicu-ra della nostra Fondazione,ovvero la certezza, che è alcontempo augurio a stimo-lare per il prossimo futuronuovi passi in tal senso,nuove perlustrazioni nelladirezione qui intrapresa,d’aver posto, nel solco del-la più consolidata tradizio-ne del nostro istituto, un‘mattone’, robusto, senzapoggiare sul quale ogni al-tra visione, che intendatrattare di Ferrara e dellavicenda ultrasecolare deisuoi tesori scultorei e de-corativi, già da domani inpoi non sarà più material-mente ipotizzabile e prefi-gurabile”. ■

98 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

Il volume “La Cassa di Risparmiodi Trieste 1842 - 2002”, inseritonella collana laterza “Storie dellebanche in italia” è stato presentatoal pubblico venerdì 25 febbraio aTrieste. Pier Luigi Ciocca e Giu-seppe Laterza hanno illustrato letappe e i contenuti dell’opera.

Nata nel 1842, la banca si èsviluppata in un contestostorico unico, in una Trie-

ste porto principale e seconda cittàdell’impero asburgico, e, dopo i fa-sti ed i grandi commerci di fine ot-tocento, ha saputo superare anchele difficili vicissitudini economicheche hanno accompagnato la primametà del Novecento. Nel secondodopoguerra la Cassasi è ersa protagonistadi una progressivaespansione nelle re-gioni del nord-est e,subito dopo la cadutadi Berlino, nell’Euro-pa centro-occidentale.Un’attività lunga 160anni che ha visto que-st’istituto di creditoattore di primo pianonegli avvenimentieconomici locali e na-zionali, e dal qualesono nati, a fine seco-lo, da un lato, la Fon-dazione CRTrieste e,dall’altro, il processodi integrazione dellaCassa Gruppo Uni-Credito Italiano.Per questo motivo laFondazione CRTrie-ste ha voluto rendereomaggio alla storia di

questa realtà, che è stata parte del-la vita di molti triestini, soprattuttoa quanti, con impegno e professio-nalità, hanno contribuito alla cre-scita ed allo sviluppo della Cassa diRisparmio di Trieste, di cui la Fon-dazione ha ereditato l’importanteruolo di sostegno allo sviluppoeconomico, culturale, scientifico esociale di Trieste e del suo territo-rio con il volume, edito laterza, “laCassa di Risparmio di Trieste1942-2002”. Il volume è stato presentato allastampa, nel corso di un incontro, daRenzo Piccini, già Presidente dellaFondazione CrTrieste, e da Tito Fa-varetto, Vice Presidente del Consi-glio Generale della Fondazione. ■

PUBBLICAZIONIDAL SISTEMA

PUBBLICAZIONIDAL SISTEMA

Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste

La storiaa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

La Gloria, particolare del Mausoleo di Barbara d’Austria, Ferrara, Chiesa del Gesù

Andrea e Ferdinado Vaccà, Angelo con acquasantiera, Ferrara, Cattedrale

Un’immagine di Trieste nei primi anni del secolo

Giuseppe Ferrari, San Severo vescovo, (particolare) Ferrara, Cattedrale

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1110 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

SOCIALEDAL SISTEMA

SOCIALEDAL SISTEMA

Martedì 16 novembre 2004la Fondazione Cassa diRisparmio di Rimini ha

avuto l’onore di organizzare e ospi-tare la Prima Giornata Nazionaledelle Fondazioni Bancarie sui te-mi della Valorizzazione e dell’As-sistenza agli Anziani, un appunta-mento che ha avuto il merito di ri-unire, per la prima volta, tutti i prin-cipali protagoni-sti italiani del set-tore. La Giornataha rappresentatoinnanzitutto unmomento di ri-flessione e di ap-profondimentosull’impegno del-le Fondazionibancarie a favoredi questa fonda-mentale compo-nente della socie-tà contempora-nea, primaria siaper estensionenumerica rag-giunta (e che pro-segue la sua cor-sa), sia per il ruo-lo attivo che sem-pre più assumenel tessuto econo-mico-sociale.

Famiglie, Fondazioni, Enti pubblicie privati, associazioni e studiosi sonochiamati ad operare a stretto contat-to, per creare una rete di interventi altempo stesso capace di garantire unbuon livello di protezione e assisten-za, ma abbastanza flessibile per adat-tarsi alle diverse esigenze dei singo-

li. Seguendo questa filosofia la Gior-nata ha ospitato i rappresentanti deisoggetti più variegati per natura e in-terventi, affrontando il tema da mol-teplici punti di vista. Angolazionidifferenti che hanno avuto come por-tavoce, tra gli altri, il professor Ga-spare Barbiellini Amidei, Ordinariodi Sociologia della comunicazioneed editorialista del “Corriere della

Sera”, Marcello Cesa Bianchi, fon-datore e già direttore dell’Istituto dipsicologia dell’Università degli studidi Milano, Giuseppe Guzzetti, Presi-dente dell’Associazione Casse di Ri-sparmio Italiane e di Fondazione Ca-riplo, Andrea Crozza, Segretario Ge-nerale Fondazione Cassa di Rispar-mio di Tortona, Matteo Guaitoli, Di-

rettore Istituto Maccolini, Rimini,Monica Minelli, Dirigente Opera PiaPoveri Vergognosi di Bologna, Enri-co Petazzoni, autore Progetto anzia-ni della Fondazione del Monte Bolo-gna-Ravenna, Massimo Petrini, do-cente del Centro Medicina dell’in-vecchiamento, Università Cattolicadel Sacro Cuore di Roma e GuidoBoldrin, Direttore Generale Federa-

zione dell’Impresa Sociale. A mode-rare le sessioni di lavoro, il Presiden-te e il Vicepresidente della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Rimini,Luciano Chicchi e Alfredo Aureli.

Un dato prima degli altri, ad intro-durre il significato della Giornata,esprime al meglio lo sforzo compiu-

to dalle Fondazioni di origine banca-ria: secondo l’ultimo Rapporto Acrile 89 Fondazioni presenti sul territo-rio nazionale hanno investito 45 mi-lioni e 700 mila euro in questo setto-re. “Investito” è l’espressione presanon a caso, ma ad indicare che l’im-pegno a favore della popolazione an-ziana è a tutti gli effetti una spesache produce effetti positivi in termi-ni umani, sociali, ma anche econo-mici per il Servizio sanitario nazio-nale e, di conseguenza, per la collet-tività. Non si può ignorare, infatti,che oggi a livello nazionale le perso-ne al di sopra dei 65 anni rappresen-tano il 18% dell’intera popolazione eche l’indice di vecchiaia (il rapportotra over 65 e under 15) ha raggiuntoil 135,4%, vale a dire che ci sono135 “anziani” ogni 100 giovani.Come ha sottolineato nel propriomessaggio di benvenuto il Presiden-te della Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Rimini, Luciano Chic-chi, “ciò che emerge è il grande po-tenziale di apporto positivo chequesti milioni di persone possonoancora offrire alla società, apportoche va colto, valorizzato e messonelle condizioni di potersi sviluppa-re concretamente. Le Fondazionibancarie hanno perseguito con co-raggio e determinazione questi sco-pi anche in presenza, come è acca-duto negli ultimi dieci anni, di unasituazione legislativa di settoreestremamente incerta, confusa, con-traddittoria e anche vessatoria”. Nelsuo intervento il Presidente dellaFondazione di Rimini non ha man-cato di sottolineare il delicato rap-porto tra le Fondazioni (“corpi in-termedi che lavorano per il rafforza-mento del tessuto della società civi-le”) e gli enti pubblici. “Non di radotale rapporto incontra difficoltà, do-vute in gran parte al permanere nelsettore pubblico di una concezionenon ancora orientata al metodo del-la sussidiarietà orizzontale. Sembra

talora prevalere l’esigenza di ricon-durre tutto ad una pianificazionepubblica, peraltro non scevra da lo-giche di tipo burocratico”. “Le Fon-dazioni di origine bancaria - ha pro-seguito Chicchi - non sono una sor-ta di sportello di altri organismi, masoggetti autonomi che vogliono es-sere protagonisti di scelte, progetti,realizzazioni che contribuiscano albene comune e allo sviluppo dei ter-ritori locali”.

Che il cambiamento del concetto divecchiaia e del modo di approcciarsia questo mondo variegato sia primadi tutto, e soprattutto, un aspetto cul-turale lo ha sottolineato all’inizio delproprio intervento il Professor Ga-spare Barbiellini Amidei: “Io - haspiegato - preferisco non chiamarlomai problema, perché non esiste unproblema degli anziani, esiste un te-ma degli anziani. Quando lo chia-miamo un problema degli anziani, liabbiamo già penalizzati all’internodella società”.Lo ha spiegato con parole e numerianche il professor Massimo Petrini,docente del Centro Medicina del-l’invecchiamento, Università Catto-lica del Sacro Cuore di Roma. “Noisiamo di fronte all’impreparazionedella società, dovuta al fatto che ilfenomeno si è svolto troppo veloce-mente, nel corso di un secolo abbia-mo avuto un fenomeno veloce, eforse lo definiamo problema proprioperché le strutture sociali non si so-no adeguate”. “Inoltre - ha prosegui-to il professore - la cultura è indie-tro, soprattutto per gli stereotipi concui vede la persona anziana. In que-sto campo bisogna stare molto atten-ti: il lavoro è fondamentale, ma piùnoi esaltiamo il lavoro, più disprez-ziamo coloro che dal mondo del la-voro sono usciti, anche se possonofare altri tipi di lavoro non di tipotradizionale”.Di fronte a questo mondo variegato e

in continua espansione le Fondazioninon si sono tirate indietro rispetto aidoveri ai quali, secondo i propri Sta-tuti, sono chiamate a dare seguito.Lo evidenzia bene l’Indagine sul te-ma promossa dalla Fondazione Cas-sa di Risparmio di Rimini tra le Fon-dazioni aderenti all’ACRI. Alcunidati maggiormente significativi me-ritano di essere evidenziati. Ad ini-ziare dall’enorme crescita della spe-sa per investimenti rispetto alle“semplici” erogazioni economiche afavore di altri attori sociali. Neltriennio 2001-2003, arco temporaleoggetto dell’Indagine, il rapporto èstato dal 61% contro il 39%. Da sot-tolineare anche che nel 79% dei casisi è trattato di finanziamenti destina-ti a progetti pluriennali. Questi duedati evidenziano come le Fondazionistiano modificando in maniera signi-ficativa la propria azione, mettendoin campo interventi caratterizzati daprogettualità, strutturazione e visio-ne prolungata nel tempo, all’internodi precise strategie d’azione.Se a questo si aggiunge che, perquanto riguarda nello specifico leerogazioni economiche, nel 70% cir-ca dei casi queste hanno riguardatosoggetti privati, si vede allora comele Fondazioni hanno una chiara vi-sione di come si dà concreta attua-zione a quel principio di sussidiarie-tà orizzontale che troppo spesso è so-lo uno slogan politico. Non è un ca-so, infatti, che nella stragrande mag-gioranza dei casi le Fondazioni ban-carie abbiano preferito destinare lagestione delle strutture ad enti e as-sociazioni che già da tempo operanoin questi settori, riservandosi la ge-stione diretta solo in quei casi di in-terventi particolarmente importanti odelicati.

Una significativa esperienza in que-sta direzione è stata illustrata dal-l’Avv. Giuseppe Guzzetti, Presidentedell’ACRI e della Fondazione Cari-

Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

Valorizzazione e assistenza agli anzianidi Luigi Angelini*

Da sinistra: il Presidente della Fondazione di Rimini, Luciano Chicchi, Guido Boldrin, Direttore Generale Federazione dell’ImpresaSociale, Alfredo Aureli, Vicepresidente della Fondazione Rimini, Giuseppe Guzzetti, Presidente ACRI, Paolo Pasini, DirettoreDistretto Sanitario di Rimini.

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1312 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

SOCIALEDAL SISTEMA

plo, intervenuto nella sessione po-meridiana del convegno. Dopo aversintetizzato come la strategia d’azio-ne di Fondazione Cariplo si sia mo-dificata da dieci anni a questa partein relazione ai profondi cambiamen-ti delle esigenze degli anziani nel ter-ritorio lombardo, Guzzetti ha portatoall’attenzione della platea il progettodi edilizia sociale in cui è impegnatala Fondazione Cariplo in aiuto diquanti non sono in grado di reperireun alloggio secondo le modalità e iprezzi di mercato. “L’esperienza cheabbiamo fatto nel fi-nanziamento di sog-getti che si occupanodi edilizia sociale, hafatto nascere in noiun’ idea ambiziosa,con il realismo checontraddistingue ilombardi,ma credoanche i romagnoli:come esistono gli im-mobiliaristi privati,perché non dovrebbe-ro esistere gli immo-biliaristi sociali o gliimmobiliaristi pubbli-ci? Ebbene noi stiamogiocando questascommessa che oggi èabbastanza avanti.Abbiamo cioè costi-tuito una Fondazionead hoc, chiamataHousing Sociale,stiamo realizzando un fondo immo-biliare chiuso e abbiamo aperto unaserie di contatti con i Comuni, se-gnatamente con il Comune di Mila-no, che dispone di queste aree, unpatrimonio veramente immenso cheoggi può essere messo a disposizio-ne, oltrechè ad altre iniziative, anchead iniziative come la nostra. Nel pro-gramma della Fondazione dell’Hou-sing Sociale, che opererà senza con-fondere la propria attività con quelladella Fondazione Cariplo, è espres-

samente previsto che una parte diquesti alloggi vengano destinati aglianziani, e in particolare a quegli an-ziani che appartengono ad una parti-colare fascia di disagio sociale”.Un’esperienza, quest’ultima, parti-colarmente apprezzata dal Vicepresi-dente della Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Rimini, Alfredo Aureli,che ha sottolineato come anche laFondazione riminese condivida que-sta particolare attenzione verso ilproblema sociale della casa. “Attra-verso la Banca Etica che abbiamo

costituito, Eticredito - ha spiegatoAureli - vogliamo dare una risposta,non solo agli anziani, ma a tutti colo-ro che hanno l’esigenza di avere a ungiusto prezzo, una dimora e una ca-sa. Ci sentiamo ancor più incorag-giati e spronati dalla positiva espe-rienza che ci ha portato il PresidenteGuzzetti”.

“È fondamentale - ha concluso Guz-zetti - che le nostre Fondazioni si con-frontino costantemente su quanto rea-

lizzano nella valorizzazione e nell’as-sistenza degli anziani, per fare in mo-do che le esperienze maturate daognuna di esse sia di ispirazione e mo-dello per le altre”.Un auspicio condiviso dal Vicepresi-dente Aureli, il quale, chiudendo lasessione pomeridiana e il convegnoha auspicato “che questo momentodi riflessione e confronto diventi unappuntamento costante, un appunta-mento almeno annuale”.Per garantire e facilitare questo im-portante dialogo tra le Istituzioni im-

pegnate nella valorizzazione e nel-l’assistenza agli anziani, la Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Rimini stacurando la pubblicazione degli attidella Giornata del 16 novembre scor-so, che verranno messi a disposizionedi quanti desiderano approfondirequanto emerso dal convegno. ■

*Collaboratore esterno per la comunicazione della

Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

A sinistra Andrea Crozza, direttore della Fondazione di Tortona e Luciano Chicchi Presidente della Fondazione di Rimini

“Q uando la realtà e i ri-cordi cominciano adintrecciarsi, ogni ini-

ziativa culturale sente la necessità distoricizzarsi”. Anche per il Premio Pi-co della Mirandola, dopo quindici annidalla sua istituzione, è giunto questomomento con l’edizione del volume“Pico della Mirandola. La leggenda diun Uomo. La memoria di un Premio”,curato dalla Cassa di Risparmio dellaMirandola Spa e dalla FondazioneCassa di Risparmio di Mirandola.Il volume si apre con una presentazio-ne di Ercole Pellicanò - ideatore delPremio - ed un breve saggio di PaoloSavona, coordinatore della Giuria finoal 2004, quando è stato sostituito in ta-le incarico da Rainer Masera.I due saggi introduttivi sono seguiti dadue sezioni: la prima è dedicata allaleggendaria storia dei Pico, gettandoanche uno sguardo alla città di Miran-dola ed alla sua storia fino ai giorni no-stri. La sezione si conclude, infine, conl’ Orazio de Homini Digitate, l’operadi Pico della Mirandola più cele-brata, da lui concepita perchévenisse discussa tra i saggi ditutte le culture e fedi religio-se del suo tempo, in un incon-tro da tenersi a Roma, a suespese. Il tema, articolato innovecento tesi, riguarda l’af-fermazione della personaumana, la sua autonomiadi giudizio e volontà.La seconda sezione delvolume, intitolata “Lamemoria di un Pre-mio”, è dedicataalle diverse edi-zioni del Premio - che si sono tenute apartire dalla sua istituzione avvenutanel 1989 - per concludersi con le Lau-

datio che segnano lastoria del Premio. Il volume è arricchito,inoltre, da numeroseimmagini di opere arti-stiche di proprietà del-la Cassa di Risparmiodi Mirandola e da unaricca documentazionefotografica delle varieedizioni del Premio.Con l’istituzione delPremio e la pubblica-zione del recente volu-me la Cassa di Rispar-mio e l’omonima Fondazione hannovoluto onorare la figura di GiovanniPico della famiglia dei signori di Mi-randola (dal 1300 al 1700) che, nato il24 febbraio 1463, morì all’età di 32 an-ni: egli era principe di Mirandola econte del feudo della Concordia. Come ha sottolineato, infatti, ErcolePellicanò, tale iniziativa oltre a dare vi-sibilità nazionale e internazionale allacittà e all’Istituto sponsorizzatore,

“avrebbe altresì conferito alla‘Cassa’ il non piccolo merito

di riportare all’oggi la me-moria storica di GiovanniPico e di rendere attuale,con la nuova iniziativa, la

vocazione dell’uomo aipercorsi del sapere che fa

dell’uomo stesso il testi-mone della grandezzanon penetrabile di Dio:la manifesta attraverso

il proprio impegno,la creatività e i risul-

tati concreti rag-giunti. Quali che

siano le vie praticate”.Come già detto il Premio Pico dellaMirandola viene bandito per la prima

volta nel 1989. Consi-ste in un lingotto d’orosu cui viene coniato ilprofilo di Pico.Sotto gli auspici dellaBanca d’Italia, il Pre-mio biennale vienesuddiviso in tre sezio-ni: la prima, destinataad un imprenditore omanager che si sia di-stinto per aver intro-dotto nella propriaazienda, specie se me-dia o piccola, una in-

novazione significativa; la seconda,destinata ad un istituto di credito, spe-cie se medio o piccolo, che abbia otte-nuto nel biennio risultati particolar-mente apprezzabili; la terza, a un’im-presa o istituto bancario che abbianopromosso una iniziativa di alto valoreculturale e/o sociale e ambientale. Èstata, infine, aggiunta un’ulteriore se-zione del Premio da assegnare ad unapersonalità che si sia distinta per meri-ti particolari. Tale cambiamento è statosuggellato con la sostituzione del lin-gotto d’oro, quale premio, con la ripro-duzione in oro di uno storico busto diGiovanni Pico della Mirandola.Il Premio è, oggi, una realtà affermatae ben conosciuta sia in Italia che all’e-stero. Esso è riuscito a coinvolgere e adinsignire altissime personalità delmondo produttivo e della cultura che,come recita il bando, “hanno saputo ar-monizzare e sintetizzare al megliol’impegno creativo e quello operati-vo”. L’augurio è che il lavoro fin quisvolto, compreso il volume sopra ri-cordato, possa avere un seguito, poichéla storia continua e il Premio Pico hagià dimostrato, com’è sotto gli occhi ditutti, di saperla seguire. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e Cassa di Risparmio di Mirandola SpA

Pico della Mirandola, la memoria di un premiodi Ida Ferraro

Il premio, Pico della Mirandola

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1514 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

L a Fondazione Cassa di Rispar-mio nell’ottica di creare le pre-messe per sviluppare progetti

culturali di ampio respiro, ha sostenu-to la mostra antologica di Alberto Gia-cometti (10 ottobre 2004 - 20 febbraio2005) unanimemente riconosciuto co-me uno dei massimi scultori contem-poranei. L’iniziativa che si è svoltapresso il Museo d’Arte della Città diRavenna - Loggetta Lombardesca si èrivelata di elevato contenuto artistico eculturale ed è stata promossa e realiz-zata dal Museo d’Arte della Città diRavenna, in collaborazione con Fon-dation Maeght di Saint-Paul e Fonda-zione Mazzotta di Milano,sotto l’Alto Patronato delPresidente della RepubblicaItaliana e con i patrocini diMinistero per i Beni e le Atti-vità Culturali, AmbasciataSvizzera in Italia, RegioneEmilia Romagna e Provinciadi Ravenna.

Il progetto espositivo, ampioe articolato, ha riguardatol’intera vicenda artistica diAlberto Giacometti, protago-nista indiscusso della scultu-ra contemporanea, ma anchestraordinario pittore così co-me fine disegnatore e inciso-re di rara sensibilità. Si è trat-tatto della più vasta mostradedicata all’artista svizzero,mai realizzata fino ad ora inItalia, resa possibile grazie ainumerosi prestiti eccellenti,accordati dalla FondationMaeght, da cui proviene ilpiù cospicuo nucleo di opere, dallaKunsthaus di Zurigo, dalla Guggen-heim Collection di Venezia, che per la

prima volta ha concesso il prestito del-la straordinaria Femme égorgée, e danumerosi collezionisti.

Le oltre cento opere scelte dai curatorihanno costruito il percorso di Giaco-metti attraverso sculture, dipinti, dise-gni e incisioni fornendo un completoquadro della complessa personalità diun artista che come pochi altri ha susci-tato l’interesse di filosofi e scrittoriquali Jean-Paul Sartre, Simone deBeauvoir, Samuel Beckett. La mostrasi apriva con un dipinto giovanile, Por-trait de jeune fille (1921), e si snoda at-traverso il periodo della formazioneche risente delle influenze primitivecome emerge nella sua prima sculturamonumentale, Femme cuillère (1926),attraversa gli anni dell’adesione algruppo surrealista di André Breton finoal suo superamento che si realizzacompiutamente con le inconfondibilifigure assottigliate fino quasi a scom-parire, come Groupe de trois Hommes(1943/49) frutto di un’analisi introspet-tiva e di una riflessione sulla continui-tà tra vita e morte. La mostra era arric-chita da una cinquantina di suggestiviritratti fotografici dell’artista scattati daErnst Scheidegger nel corso della lorolunga amicizia e un’intervista realizza-

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

Alberto Giacomettidi Lanfranco Gualtieri*

Alberto Giacometti al Mas Bernard (da M. et M.me Maght a Saint Paul, c. 1960)

Nel dicembre del 2003 l’A-CRI ha destinato l’importodi 15.000 euro ad un’orga-

nizzazione sanitaria privata, l’AM-REF, il cui obiettivo è quello di fa-vorire lo sviluppo sanitario e socialedelle popolazioni più povere, attra-verso il loro coinvolgimento attivo.L’Amref è un’organizzazione nongovernativa che siavvale di uno stafftecnico multidisci-plinare, per il 95%composto da pro-fessionisti africani:medici ed espertisanitari, educatori,formatori, sociologie ingegneri e gesti-sce ogni anno centi-naia di progetti,promuovendo losviluppo di 14 Paesidell’Africa orienta-le, dal Kenya all’U-ganda, dal Sudan alSudafrica.In quasi 50 anni diattività, AMREF hasoccorso, vaccinato,curato, operato esoppratutto istruitomilioni di persone.L’ACRI ha scelto disostenere i progettiidrici dell’Uganda, ed ha concorsoalla cosruzione di un pozzo e di unasorgente oltre che alla formazione dicomitati locali per la gestione diquesti.La sorgente (in foto) è stata comple-tamente ultimata e denominata“Wang Meteo”, essa si trova nellaregione del Gulu in Uganda e serveil villaggio di Lajwatek.

Wang Meteo è stata interamenterealizzata grazie al lavoro e alla col-laborazione degli abitanti del vilag-gio che si sono alternati in gruppi diquattro uomini. Nel suo rapporto fi-nale il responsabile del progetto inloco, riporta che i test realizzati han-no confermato che l’acqua è potabi-le e 72 nuclei familiari potranno be-

neficiare di questa nuova sorgente.Il personale locale di Amref ha com-pletato la formazione degli operato-ri sanitari necessari che, oltre a se-guire la manutenzione della sorgen-te, ora sono in grado di poterne rea-lizzare altre.Lo sviluppo di nuove risorse idricheè il punto di partenza, non solo pergarantire acqua sufficiente e sicura

per un uso domestico, ma anche perla produzione di cibo e per la pro-mozione di progetti di educazioneigienico-sanitaria; avere l’acqua si-gnifica infatti aumentare la salutedegli abitanti e la possibilità di nonammalarsi per aver bevuto acquacontaminata.Le comunità inoltre, vengono inco-

raggiate a piantare colture compati-bili con la natura del suolo, ad adot-tare sane abitudini alimentari e a mi-gliorare il loro livello di vita attra-verso attività che generino reddito;tali comportamenti aumentano ilprogresso sociale e conducono adun significativo miglioramento delbenessere delle comunità svantag-giate. ■

Una sorgente a Guludi Francesca Cigna

Ritratto della madre dell’artista

ARTE E CULTURADAL SISTEMAACRI

Il pozzo realizzato grazie al contributo dell’ACRI

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1716 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

F antasia, invenzione, creatività eimmaginazione: è possibile ca-pire come funzionano queste

facoltà umane? Che relazione hannocon l’intelligenza e la memoria? Comenascono le idee? Ci sono dei casi co-stanti comunicabili? Uno studio sullafantasia può sembrare a molti una im-presa impossibile. Per certe persone lafantasia è capriccio, bizzarrìa, stranez-za. Per altri è finzione, nel senso di nonrealtà, voglia, estro. Fantasia è ancheirregolarità, fare a vanvera, a casaccio.E poi, come se non bastasse l’in-venzione non è anche fantasia? Ela fantasia non è anche invenzio-ne? E come la mettiamo con l’im-maginazione? Una bugia è fanta-sia, invenzione o immaginazione?Ma l’immaginazione non è anchefantasia? E le immagini della fan-tasia possono essere anche sonore?I musicisti parlano di immagini so-nore, di oggetti sonori. E la creati-vità? La creatività è, anch’essa unuso finalizzato della fantasia, anzidella fantasia e dell’invenzione, inmodo globale? Una prima risposta a tutti questi in-terrogativi l’abbiamo avuta dalla cittàdi Sarzana dove, di recente, si è svoltoil primo Festival della Mente, una ma-nifestazione culturale promossa e rea-lizzata dalla Fondazione Cassa di Ri-sparmio di La Spezia in collaborazionecon il Comune di Sarzana.Come ha sottolineato il Presidente del-la Fondazione, l’avv. Matteo Melley,“l’intento era quello di realizzare unevento di ampio respiro che ben si col-loca nella tradizione del territorio dellaprovincia di La Spezia e della Lunigia-na, tradizione verso la quale il nostroEnte ha da tempo rivolto prioritaria at-tenzione”.Il programma del Festival comprende-

va una quindicina di eventi pubbliciche si sarebbero svolti nelle piazze diSarzana, attraverso incontri con scritto-ri, musicisti, architetti, pubblicitari, re-gisti di cinema e teatro, attori, sportivioltre a scienziati e filosofi italiani estranieri che - con l’esperienza che vie-ne loro dall’uso continuato di questefacoltà nel proprio lavoro - hanno av-viato una serie di riflessioni sulla natu-ra e le caratteristiche della fantasia,dell’invenzione, dell’immaginazione edella creatività. In effetti tutte queste

facoltà umane agiscono simultanea-mente ed è difficile cercare di distin-guere le varie attività e le relative ope-razioni. Però riuscire a dare delle defi-nizioni sia pure provvisorie - a scopo diindagine - ad ognuna di queste facoltàe, quindi, analizzarle cercando se ci so-no costanti comprensibili alla logica, ecomunicabili, è un’opera di divulga-zione e di aiuto all’uso di queste possi-bilità umane.Di qui è nata l’idea di un Festival che,attraverso l’incontro tra il sapere uma-nistico e il sapere scientifico, avrebbeindagato il tema dei processi creativi,usando anche le interpretazioni propriedella psicologia e delle neuroscienze.

La mente, in questo senso, è il luogo, ilcontenitore dove avvengono i processi(razionali, sentimentali, creativi, di ap-prendimento, del linguaggio) e dovenasce l’evoluzione del pensiero. Questii temi affrontati dagli ospiti che hannocondiviso il progetto con un interventoo una performance per raccontare nonsolo il cosa, ma il perché e il come.In questo senso il Festival della Mentediventa un contenitore, una scatola do-ve i principali processi mentali prendo-no la forma di personaggi, libri, storie,

incontri; dove i protagonisti delmondo culturale raccontano econfrontano le proprie esperienze,i momenti creativi, le emozioni e isentimenti che sono alla base delloro lavoro e li trasmettono al pub-blico. Tutto ciò perché esiste unareale esigenza da parte di un vastopubblico di approfondire le pro-prie conoscenze, di trovare stru-menti più adatti per capire megliose stessi e gli altri, di elaborareuna visione più articolata della vi-ta e di quello che accade nel mon-do, senza per questo dover intra-prendere veri e propri programmi

di studi. Si tratta, dunque, di un’iniziativa “diampio respiro - come ha ribadito il Pre-sidente Matteo Melley - perché il di-battito sulla creatività è oggi centrale eattraversa tutti i campi. Inoltre, il no-stro territorio affonda le radici in diver-se culture e quindi accoglie questanuova iniziativa nel solco di una tradi-zione antica e singolare. Al tempo stes-so il Festival è uno strumento per valo-rizzare le risorse territoriali e contribui-re a promuoverle nella nostra regione,senza nascondere l’ambizione cheun’iniziativa con queste caratteristichepossa accendere l’attenzione anche alivello nazionale”. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia

A Sarzana il Festival della Mente di Maria Maresca

ta per la televisione svizzera nel 1963.Il progetto scientifico della mostra edel suo allestimento ha trovato con-forto nell’incondizionato apprezza-mento della critica, tempestiva nel ri-lanciare la questione della centralitàdi Giacometti nelle vicende artistichedel Novecento, e nel segnalare la mo-stra come un evento, “la prima rico-gnizione esaustiva realizzata in Ita-lia” come ha commentato Paola Nal-di sul “Giornale dell’Arte”, la rivistaitaliana più autorevole.Nell’ambito dell’iniziativa la sezionedidattica del museo ha attivato, unita-mente ai percorsi guidati, dei labora-tori riservati ai bambini e agli studen-ti delle scuole di ogni ordine e grado,con atelier appositamente progettatiper ripercorrere i grandi temi cari aGiacometti, dal ritratto alla percezio-ne dello spazio. I lavori realizzati nel-l’aula didattica sono poi presentati inuna mostra collaterale dal titolo“Tratti e ritratti”, che ha suscitato, asua volta, un grandissimo interesse.

Nell’occasione della mostra, che haconfermato il ruolo di Ravenna nel cir-cuito dei grandi eventi espositivi, ilmuseo ha potenziato i servizi aggiunti-vi con la nuova caffetteria.La mostra è documentata da un impor-tante catalogo bilingue, edito da Edi-zioni Mazzotta di Milano, con i testi

dei curatori, Jean-Louis Prat e ClaudioSpadoni, del collaboratore Pietro Bel-lasi ed altri autorevolissimi contributicorredato da ampi apparati bio-biblio-grafici e da un’antologia critica. ■

*Presidente della FondazioneCassa di Risparmio di Ravenna

Il gatto, 1951

Uomo che cammina Testa di Diego con il colletto arrotolato

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

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1918 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

La Fondazione, in stretta siner-gia con il Comune di Tortonae con il patrocinio della Pro-

vincia di Alessandria e della RegionePiemonte, ha organiz-zato dal 6 al 28 marzo2005 presso le sale del-lo storico Palazzo Gui-dobono una mostrad’arte di rilievo nazio-nale intitolata “Veneziaprima della Biennale”.La rassegna, curatadall’Istituto Matteuccidi Viareggio, ha volutoporre l’accento sull’o-pera di una serie di ar-tisti attivi a Veneziaimmediatamente dopol’annessione, nel 1866,del Veneto al Regno d’Italia, e cheavendo come riferimento costante lacittà, la laguna, i suoi dintorni e la suagente, ne hanno lasciato un ricordovivo e schietto, impresso in opere al-le quali, oggi, guardiamo con profon-da emozione come reali testimonian-

ze del passaggio dalla tradizione al-l’età moderna.Durante il ventennio che precedette laprima Biennale del 1895 Venezia fu

uno degli scenari ideali della rinascita,in Italia, del paesaggio pittorico, dopola lunga parentesi del Vedutismo set-tecentesco e del filone romantico. Sitrattò di una stagione di intensa creati-vità, durante la quale personalità alta-

mente dotate, nate a cavallo della me-tà del secolo, superando i limiti del-l’Accademia e andando al di là delleconvenzioni, da emergenti s’imposero

come veri prota-gonisti sulle gene-razioni passate. Iloro nomi corri-spondono a quellidi Zandomeneghi,Guglielmo Ciardi,Nono, Favretto,Milesi, Fragiaco-mo e Tito; questiartisti, ribaltandola visione di unacittà bloccata inuno stereotipo ico-nografico difficile

da superare, con laloro mente feconda e con un ingegnostraordinario operarono una svolta de-cisiva, destinata a segnare il nuovocorso della pittura veneta.

I circa cinquanta dipinti che, selezio-nati per la circostanza, delineano il

Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona

Venezia prima della Biennalea cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Fondazione CRT

Città e cattedralidi Patrizia Perrone*

Lo scorso 15 febbraio è statopresentato in Fondazione CRTdal prof. Andrea Comba, Presi-

dente della Fondazione torinese, dal-l’On. Enzo Ghigo,Presidente dellaRegione Piemontee da S.E. SeverinoPoletto, Arcivesco-vo di Torino, il pro-getto: “Città e Cat-tedrali - Architettu-re tra Memoria eFuturo” che nasceper iniziativa con-giunta della Fonda-zione CRT, della Regione Piemonte edelle Diocesi piemontesi con lo scopodi promuovere un circuito culturale frale diciassette Cattedrali del Piemonte,grazie al recupero ed alla valorizzazio-ne del loro patrimonio storico-artistico.Per definire le linee di intervento è sta-to realizzato uno studio sulle diciasset-te cattedrali piemontesi di Acqui Ter-me, Alba, Alessandria, Asti, Biella, Ca-sale Monferrato, Cuneo, Fossano,Ivrea, Mondovì, Novara, Pinerolo, Sa-luzzo, Susa, Torino, Tortona e Vercelliche ha permesso di individuare oltre 30interventi per un ammontare comples-sivo di 20 milioni di euro.I fondi necessari per la realizzazionedelle opere saranno suddivisi in partiuguali tra la Fondazione CRT, la Re-gione Piemonte e la Diocesi di compe-tenza.Per il progetto la Fondazione CRT,congiuntamente alla Regione Piemon-te e alle Diocesi piemontesi, ha ipotiz-zato un piano di interventi che copre unarco di cinque anni, dal 2005 al 2009.Il progetto rappresenta una prima occa-sione per equilibrare in modo organicogli interventi sul territorio e realizzare -

grazie al completamento di opere di re-stauro ed al ripristino dei beni nel ri-spetto dell’identità e dell’unicità di cia-scun territorio - un sistema museale in-

tegrato finalizzatoalla diffusione, allaconoscenza e allamessa in rete di unpatrimonio storico-artistico di grandepregio. Le principa-li tipologie di inter-vento identificatedalla mappatura sa-ranno riferite a:

il consolidamento delle strutture;il restauro ed il recupero degli apparatidecorativi;l’adeguamento impiantistico;l’allestimento e la riqualificazione dispazi;l’edificazione di nuove strutture desti-nate a sedi espositive.

Le priorità di intervento saranno:la cantierabilità (progetti definitivi-ese-cutivi già autorizzati dalle competentiSoprintendenze);l’avanzato piano di catalogazione deibeni di proprietà della diocesi;

la ricaduta dell’intervento sulla collet-tività;la coerenza dell’intervento rispetto alprogramma di realizzazione di un cir-cuito culturale delle cattedrali.

Il Presidente della Fondazione CRTAndrea Comba, nell’introdurre la pre-sentazione del progetto, ha sottolineatocome “la collaborazione operativa fraFondazione CRT, Regione Piemonte eDiocesi piemontesi ha consentito diimpostare un’azione programmaticaper la realizzazione e l’attuazione diobiettivi e interventi comuni: si tratta

del primo approccio ‘di sistema’ adot-tato in Italia in questo campo”. Il Prof.Comba ha concluso il suo interventoringraziando in particolare le Soprin-tendenze del Piemonte (per il Patrimo-nio Storico Artistico ed Etnoantropolo-gico, per i Beni Architettonici e delPaesaggio e per i Beni Archeologici) ela Direzione Regionale per i Beni Cul-turali e Paesaggistici del Piemonte, ilcui sostegno e collaborazione hannoreso possibile l’avvio del progetto”. ■

Responsabile Relazioni Esterne dellaFondazione CRT

Ettore Tito, Castellammare di Stabia (Napoli), 1859 - Venezia, 1941 L’arrivo di Goldoni a Chioggia

Un momento della presentazione del Progetto. Da sinistra: Maria Leddi, Segretario Generale FondazioneCRT, S.E. Card. Severino Poletto, Andrea Comba, Presidente Fondazione CRT, Enzo Ghigo, PresidenteRegione Piemonte

Giacomo Favretto, Venezia 1849-1887, La raccolta del riso nelle terre del basso venorese

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

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2120 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

a cura di Francesca CignaI PROGETTI

DAL SISTEMAARTE E CULTURA

DAL SISTEMA

tracciato della rassegna, in virtù dellatematica e della loro datazione, rap-presentano una sorta di viaggio a ri-troso nella Venezia del passato, non-ché un compendio di particolare inte-resse filologico e di forte impatto vi-sivo.

Va sottolineato che gran parte di es-si, hanno costituito un’autentica sor-presa anche per gli studiosi. Se è ve-ro, infatti, che una vasta letteraturaha contribuito a renderne familiarel’immagine, altrettanto vero è che,per l’occasione, sono stati riuniti perla prima volta grazie alla magnani-mità dei loro attuali, gelosi “custo-di”. Non è, dunque, cosa frequentevedere insieme, nella stessa circo-stanza, le due famose versioni diMercato di Badoere, realizzate daGuglielmo Ciardi, rispettivamentenel 1873 e nel’75 e, come se non ba-stasse, quella che ha fatto da model-letto della prima. Altrettanto degnadi nota è stata la serie dei dipinti diLuigi Nono, di una varietà tematicain grado di renderne a tutto tondo lacomplessa figura d’artista che, persentimento d’ispirazione ed attenzio-ne verso una realtà estranea al pitto-resco, sta a sé nel panorama venetodell’epoca. Ma il vero clou della mo-stra è stato dato dai ben undici Fa-vretto, anch’essi rigorosamente sele-zionati secondo un criterio tematicoche ne conferma la straordinaria dut-tilità. Hanno aperto questa sezioneIngresso di una casa patrizia a Vene-zia e La raccolta del riso nelle terredel basso veronese, due opere nellequali il colorito veneziano e la lucemacchiaiola si fondono in un risulta-to che riassume il meglio delle ricer-che condotte, in quel periodo - siamonegli anni settanta - dalle due scuoleallora più attive e vivaci in Italia,quella toscana facente capo a Fattorie a Lega, e quella veneta dominata,appunto, dalla personalità ecletticadi Favretto. ■

Federico Zandomeneghi, Venezia, 1841, Parigi (Francia), 1917 Preparativi per la processione

Angelo Dall’Oca Bianca, Verona, 1858-1942, Pittore in piazza San Marco

D a questo numero di Fondazioni, sarà presente nel periodico una sezione dedicata ad alcuni progettidelle Fondazioni bancarie che per modalità innovativa di realizzazione appaiono di particolareinteresse per la loro tipologia o livello di complessità realizzativa.

Nel tempo, dopo una prima fase di sperimentazione, tale rubrica diverrà una vetrina informativa delleprincipali iniziative delle Fondazioni bancarie e un punto di incontro e di raccordo. Da un lato, testimoniarele esperienze realizzate, i risultati ottenuti; dall’altro rappresentare il collegamento con la programmazionepluriennale, le strategie, le priorità, i programmi e gli impatti sul territorio.

Fondazione Banca del Monte di Lombardia

Depliant illustrativo del progetto (Palazzo Brambilla - Pavia

Nuova Sede della Fondazione)

DENOMINAZIONE PROGETTO PROGETTO PROFESSIONALITÀDescrizione Sintetica Il progetto promosso e gestito direttamente dalla Fondazione,

al momento al suo sesto anno di attività, provvede al finan-ziamento di percorsi formativi personalizzati da svolgerepresso imprese, istituti universitari o di ricerca e pubblicheamministrazioni in Italia e all’estero.

Settore ISTRUZIONE Istruzione professionale e istruzione degli adulti

Durata Edizioni annuali del progettoImporto circa 600.000 euro/annoAnno prima delibera 1999Natura giuridica del soggetto beneficiario Ente privatoOrigine del Progetto Progetto della Fondazione Banca del M.L.Localizzazione Nord-Ovest

La Fondazione nel 1999 ha deliberato di attivare una iniziativa propria, secondo programmi, moda-lità e criteri integralmente definiti dalla propria struttura, sviluppando così un ruolo di promotrice diiniziative locali. In relazione ad alcuni settori di intervento, in particolare quello dello sviluppo lo-cale, la Fondazione è ancora attualmente impegnata nello svolgimento di progetti importanti e dicomplessa realizzazione, come previsto nell’ambito della programmazione annuale e pluriennale.Per quanto attiene invece al settore dell’istruzione, tale progetto denominato Progetto Professiona-lità “ Ivano Becchi ” ha invece consentito di avviare, un ruolo maggiormente proattivo della Fon-dazione, con risultati soddisfacenti.I documenti di programmazione pluriennale della Fondazione BM Lombardia, delineano interven-ti a favore dell’area giovanile, in relazione a tutte le sue possibili manifestazioni e bisogni; in parti-colare la Fondazione contribuisce alla formazione professionale che costituisce una leva fondamen-tale nel quadro generale di promozione dello sviluppo locale del territorio di riferimento. Un esem-pio di successo in questa direzione è rappresentato dal consolidato Progetto Professionalità giuntoal suo sesto anno di attuazione.

GENESI DELPROGETTO

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2322 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

Il Progetto Professionalità ha come obiettivo la creazione di opportunità di crescita profes-sionale per giovani meritevoli, laureati e non, da inserire o già inseriti nelle imprese, nellascuola o nella pubblica amministrazione.L’iniziativa si realizza attraverso il finanziamento di “percorsi formativi personalizzati”, del-la durata massima di sei mesi, da svolgere presso imprese, istituti universitari o di ricerca, en-ti di formazione, pubbliche amministrazioni, in Italia, nella Comunità europea o all’estero.I percorsi sono principalmente volti a fornire ai candidati esperienze e conoscenze pratico-lavorative non limitandosi a proporre apprendimenti esclusivamente teorici. La durata di unpercorso non supera i sei mesi.I candidati all’atto della presentazione della domanda di ammissione (bando) devono forni-re una proposta di percorso, con l’indicazione eventuale degli enti disposti a ospitare il can-didato. Vengono annualmente messe a disposizione circa 25 opportunità di finanziamento.Un Comitato di Gestione composto da esperti interni ed esterni alla Fondazione vaglia le ri-chieste pervenute. Per ciascun candidato che superi la prova di selezione la Fondazione no-mina un Tutor che lo affiancherà nello svolgimento del percorso. Durante il corso l’Assegna-tario si deve mantenere costantemente in contatto con il proprio Tutor, presentare relazionicon cadenza almeno trimestrale, oltre ad esibire una relazione finale sottoscritta dal rappre-sentante dell’Ente Ospitante. Il Tutor al termine del percorso redige un giudizio complessi-vo che viene presentato al Comitato di Gestione per la Valutazione Finale.

DENOMINAZIONE PROGETTO PREMIO EUROPEO DI POESIADescrizione sintetica Il Premio Europeo di Poesia è stato ideato e promosso dalla

Fondazione Cassamarca per conferire un premio alla carrie-ra a un poeta europeo che ha testimoniato nel suo lavoro l’i-deale europeo.

Settore ATTIVITÁ CULTURALI E ARTISTICHE Creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie (musica, tea-tro, balletto, cinema)

Durata Edizioni annuali del progettoImporto Circa 50.000 euro/annuiAnno delibera 2004Natura giuridica del soggetto beneficiario Ente privato e ScuolaOrigine del progetto Progetto della Fondazione CassamarcaLocalizzazione Progetto rivolto ad un contesto europeo

Fondazione Cassamarca

DESCRIZIONE ANALITICADELPROGETTO

Il progetto ad oggi, ha ottenuto un considerevole successo. Interessanti sono alcuni dati di ri-ferimento dei sei anni di attività: i percorsi finanziati sono stati 112; i paesi europei ed extraeuropei visitati oltre al territorio nazionale sono stati 20; gli ambiti di competenza sono stati24 (alcuni esempi: settore urbanistico, artistico, giornalistico, informatico, ingegneristico,ambientalistico, linguistico, didattico - formativo, medico). Un positivo risconto dell’iniziativa è attestato dal conseguimento di specializzazioni acqui-site dagli ex assegnatari, aperture verso nuovi ambiti lavorativi (talvolta presso gli stessi en-ti ospitanti), e da avanzamenti di carriera. La Fondazione, memore di tale gradimento e interesse dei partecipanti, ha deliberato di isti-tuire un’associazione composta da coloro che hanno preso parte al Progetto Professionalitànei sei anni e si è convenuto di redigere una pubblicazione contente l’esperienze acquisitenelle edizioni ed i progetti fino a ora conclusi.L’impatto sul territorio regionale è stato fino ad oggi positivo. Le domande di partecipazio-ne crescono annualmente anche se in maniera non esponenziale, e per la settima edizione laFondazione ha deliberato di organizzare una nuova campagna di promozione al fine di poterraggiungere un numero di candidature sempre maggiore, auspicando anche un coinvolgimen-to di altre istituzioni al progetto.

IMPATTO, RISULTATI, E PROSPETTIVE FUTURE

Fronte della Medaglia donata dal Presidentedella Repubblica al vincitore del premio

DAL SISTEMADAL SISTEMA

La Fondazione nell’ambito della promozione di attività artistiche e culturali, in fase di programma-zione pluriennale, ha ritenuto opportuno dedicare una particolare attenzione al tema della poesia, in-dividuando un’iniziativa che fosse unica nel suo genere e che si inserisse in un contesto Europeo.La poesia viene intesa dalla Fondazione come espressione del linguaggio, della cultura, e conside-rata come occasione di crescita e di dialogo.Tale ampia connotazione del termine spiega perché la Fondazione abbia deciso di premiare anchegli studenti delle scuole superiori e delle università, consegnando loro la possibilità di gareggiare inun progetto senza confini.Per la realizzazione di questo progetto la Fondazione ha collaborato con il poeta Paolo Ruffilli, con-siderato uno dei maggiori giovani poeti italiani.Il progetto ha avuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica, dell’UNESCO, della Comuni-tà Europea che hanno riconosciuto da subito la concretezza di intenti e l’attenzione rivolta ad un lin-guaggio universale e senza confini qual è appunto la poesia.

GENESI DELPROGETTO

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DAL SISTEMA

Lo scorso 1 febbraio a Firenzeè stato assegnato dalla Re-gione Toscana il premio per

la cultura contemporanea (valoriz-zazione dei beni culturali) a Lucia-no Barsotti, Presidente della Fonda-zione Cassa di Risparmi di Livornoper il restauro e la valorizzazionedei cimiteri monumentali di Livor-no. Il premio è stato assegnato exaequo con Monica Giuntini, asses-sore alle cultura della Provincia diLivorno, Massimo Guan-tini, assessore alle cultu-re, beni culturali e spetta-colo del Comune di Li-vorno e i rappresentantidelle Comunità Inglese,Alemanno Olandese, Gre-co Ortodossa, Ebraica diLivorno.

La Fondazione Cassa diRisparmi di Livorno, nel-l’ambito delle proprie at-tività istituzionali, ha de-liberato la realizzazionedi un progetto pluriennale- per un primo impegnofinanziario complessivodi 150.000,00 da suddi-videre in tre anni (2003-2004-2005) - finalizzato apreservare il patrimoniostorico, oltre che sociale,rappresentato dai cimiterimonumentali di Livorno.Detto progetto prevedeopere di ripristino, restauroa monumenti, recinti sepolcrali, an-nessi monumentali di interesse stori-co ed artistico e demoetnoantropolo-gico, ai sensi del D.L. n.499/1999(ex legge 1089/1939)

I cimiteri oggetto di tali interventisono:• il cimitero Olandese - Alemanno

di via Mastacchi in Livorno;• il cimitero Greco - Ortodosso di

via Mastacchi in Livorno• i cimiteri della Comunità Ebrai-

ca di via Ippolito Nievo in Li-vorno;

• i cimiteri Inglesi di via Verdi evia Pera in Livorno

Il proliferare di cimiteri di culture

diverse in Livorno città ha profon-de radici storiche conseguenti al-l’apertura della nostra città allegenti venute dal mare per esercita-re commerci e poi insediarsi in mo-

do permanente, diventando così uncrogiuolo di razze e religioni. D’al-tra parte la storia delle sepolture èparte integrante della storia dellepopolazioni e dei loro modi di inse-diarsi nel territorio. I cimiteri, dun-que, come testimonianza della sto-ria di una comunità aperta da cuiemerge, ancora, quella Livornodelle Nazioni, esperienza unica discambio e convivenza, laboratoriodi relazioni interreligiose e inter-

culturali.Tra le comunità di confessione noncristiana, i primi ad arrivare furonogli ebrei e l’art. 37 della “Livorni-na” consentì loro di acquistare un

Fondazione Cassa di Risparmi di LivornoPremio per la cultura contemporanea al Presidente Barsottia cura della Segreteria di Presidenza della Fondazione

2524 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

La Fondazione Cassamarca, considerati gli esiti positivi della prima edizione 2004, ha deliberato discadenzare annualmente sia il Premio alla Carriera sia il Premio per gli Studenti. Si è potuto constatare un grande e imprevisto interesse per la poesia da parte di cittadini di tutte leetà, che ha portato ad incrementare le vendite dei testi di poesie dei finalisti ai quali le librerie loca-li hanno dedicato una vetrina. Nel corso della festa di premiazione, inoltre, sono state vendute centinaia di copie dei volumi dei fi-nalisti.Il successo della iniziativa ha stimolato la Fondazione a realizzare un nuovo progetto relativo l’isti-tuzione di un di poesia contemporanea destinato agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superio-ri cittadine.

IMPATTO, RISULTATI, E PROSPETTIVE FUTURE

La Fondazione, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Incontri di Letteratura” ha ideato epromosso il Premio Europeo di Poesia.Il premio è assegnato annualmente per il complesso dell’opera e della carriera, ad un poeta di unodei paesi della Comunità che testimonia nel suo lavoro l’importanza irrinunciabile dell’Europa uni-ta e dei suoi valori comunitari.Lo spirito che anima l’iniziativa è originato dal principio basilare di una cultura comune attraversoun’ Europa senza confini. Considerata, infatti, da sempre, una manifestazione delle tradizioni nazio-nali, regionali e locali, la cultura è anche lo specchio di un sapere e di un’esperienza condivisa e so-pranazionale. Il trattato di Maastricht inoltre, con l’articolo 151, assegna, un ruolo di primo pianoalla cultura e, negli ultimi anni, la cooperazione culturale è diventata uno degli obiettivi principalidell’azione comunitaria.La manifestazione ha avuto la propria consacrazione il 5 novembre 2004, a Treviso, presso la Casadei Carraresi, assegnando il premio a Cees Nooteboom con la sua poesia: “Le porte della notte”. IlPresidente della Repubblica ha donato all’iniziativa una medaglia del Quirinale. La particolarità di questo premio risiede nel fatto che si partecipa non attraverso l’invio di opere opresentazione di referenze curriculari, ma vi è una giuria incaricata che individua i candidati e pro-cede alla scelta del vincitore dentro la rosa delle candidature proposte dai singoli membri. Abbinato al Premio Europeo di Poesia, è stato istituito un premio riservato agli studenti delle scuo-le superiori e dell’università, residenti nella provincia di Treviso, sul tema “Poesia e Comunità Eu-ropea” che riguarda la tradizione dei valori culturali europei veicolati dalla poesia.Gli studenti partecipano con un saggio dedicato a un poeta italiano contemporaneo (dagli inizi del’900 fino ad oggi) nella cui opera vedano particolarmente espressi gli ideali che stanno alla base del-l’Europa Unita.

DESCRIZIONE ANALITICADELPROGETTO

Luciano Barsotti, Presidente Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno e Claudio Martini, Presidente Regione Toscana

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Il Presidente della FondazioneCassa di Risparmio di Udine ePordenone, Silvano Antonini

Canterin, e il rappresentante diFriulcassa SpA - Cassa di Rispar-mio Regionale, Claudio Beorchia,hanno firmato il contratto di com-pravendita con il quale la banca haceduto alla Fondazione il compen-dio immobiliare - co-stituito da quattro fab-bricati contigui fra lo-ro - compreso fra laporta Manin ed il Pa-lazzo che fa angolocon Via Prefettura eche si affaccia, sul re-tro, sulla Piazzetta Va-lentinis nella città diUdine.Per un verso il corpodi fabbrica è sostan-zialmente formato dalPalazzo d’Oro, exContarini, realizzatodall’ingegnere EttoreGilberti (1876-1935),professionista partico-larmente attivo e ver-satile a Udine, soprat-tutto negli anni Venti eTrenta. Esso, ricostruito a partiredal 1910, dopo il fallimento delproprietario Contarini, venne ag-giudicato, nel 1933, alla Cassa diRisparmio di Udine. Nel 1940 di-venne sede provvisoria della BancaNazionale del Lavoro, per poi di-ventare sede staccata degli ufficidella CRUP, di studi e abitazioni.L’immobile si sviluppa su un pianoparzialmente interrato, quattro pia-ni fuori terra e soffitta, per un tota-le di oltre 5.000 mq. Al piano terra,recentemente ristrutturato, è attual-

mente ubicata la sede della Fonda-zione CRUP, che in 580 mq vededislocati gli uffici di rappresentan-za, gli uffici operativi, una salaconferenze e la sala consiliare. Lealtre parti dell’immobile, pur es-sendo state oggetto di lavori di ma-nutenzione abbastanza frequenti,mostrano segni di vetustà della co-

struzione, soprattutto nei piani su-periori al primo.Per altro verso il complesso immo-biliare è formato da un insieme ditre edifici adiacenti, diversi per al-tezza e periodo di costruzione, risa-lenti tra il XIII ed il XV secolo: puressendo tutti disabitati da molti annie in visibile stato di degrado, sonoconsiderati di elevato interesse sto-rico-artistico. Uno dei tre edifici è ilPalazzo Caratti, che risulta abitatofin dal 1443 dal nonno del famoso

pittore Giovanni da Udine, il Mae-stro Giovanni tintore q.m Stefano diFerrara; poi il palazzo passa alla fa-miglia Strassoldo, che nel 1744 locede ai Vanni degli Onesti e nel1839 la proprietà passa ai Braida.Per gli altri due palazzi le notiziestoriche partono dal 1508 e sono piùscarse: il passaggio di proprietà da

una famiglia all’altra fra i maggio-renti di Udine scandisce la secolarestoria della città.Il sopraindicato compendio edilizioè situato nel centro storico della cit-tà di Udine, ove attualmente ha se-de la Fondazione, fra Piazza dellaLibertà (epicentro della vita urba-na) e Piazza 1° Maggio, ai piedi delcolle solitario su cui si erge il ca-stello. Sono entrati in possesso del-la Cassa di Risparmio in due mo-menti diversi: il Palazzo d’Oro nel

Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone

La Fondazione acquista la propria sede a Udinea cura del Segretario Generale della Fondazione CRUP

27novembre/febbraio 2004-5

pezzo di terra ai “Mulinacci”, sullerive del mare.Gli Inglesi utilizzarono un appezza-mento privo di recinto in località‘Fondo Magno’, dove ancora oggisorge il cimitero anglicano di viaVerdi.La Congregazione Olandese-Ale-manna si organizza, nel 1646, sep-pellendo i propri morti, che rifiuta-no il rito cattolico e si professanoprotestanti, inizialmente in un terre-no di proprietà di un ingegnerefiammingo, Lambert Constant, diLiegi e successivamente - nel 1683 -viene acquistata un’area in localitàPalla al Maglio che viene circonda-ta da mura diventando il “Giardinodegli olandesi”. Il termine “giardi-no” viene spesso usato, all’epoca,per identificare aree di sepoltura;deriva dall’imposizione esercitatadalle autorità civili per rimuovereconnotati di sacralità al terreno ri-servato ai defunti, ma anche dallaconcezione protestante del rapportonatura-sepoltura con il ritorno deicorpi alla natura inteso come mo-mento di estrema uguaglianza tratutti gli uomini. Con la costruzione della cinta dazia-ria ottocentesca, il 10 aprile 1838Leopoldo II, per motivi igienici-sa-

nitari, ordina di costruire nuovi ci-miteri oltre le mura. I cattolici ave-vano già costruito un grande campo-santo “ai Lupi”; le tre principaliconfraternite di Livorno - Miseri-cordia, S. Giulia e Purificazione -cominciano a edificare i propri cimi-teri all’esterno della città. E cosìfanno anche la Comunità ebraica, lanazione inglese, quella greca e lacongregazione Olandese-Alemanna. Livorno si trova perciò a disporre diquesto prezioso patrimonio cultura-le che per molto tempo, purtroppo, èrimasto in stato di abbandono. Persalvaguardarlo, evitarne il degradoe valorizzarne i contenuti storici esociali, la Fondazione Cassa di Ri-sparmi di Livorno si è dunque impe-gnata nella realizzazione di questoambizioso progetto di recupero.I cimiteri già destinatari di lavori diripristino sono quello Greco-Orto-dosso e quello Olandese-Alemannoper i quali è stata effettuata - sotto ladirezione dell’agronomo dr. Rober-to Ceccarini - un primo interventodi pulizia preliminare del verde, fi-nalizzato ad eliminare la vegetazio-ne infestante ed impropria presentenelle due aree, propedeutico al rilie-vo ed alla lettura dell’esistente. Idue cimiteri, infatti, dal punto di vi-

sta della vegetazione si presentava-no, nel loro complesso, in uno statodi quasi totale abbandono che impe-diva una qualsiasi possibile letturadel disegno originale oltre che dimolte pietre sepolcrali. Ceccarini haaltresì provveduto al rilievo e allaclassificazione della vegetazionepresente nei cimiteri in argomento,con predisposizione di elaborati checomprendono: relazione descrittiva,documentazione fotografica, tavoledi rilievo della vegetazione e schededi classificazione di ogni singola al-beratura presente.Per quanto riguarda gli interventi direstauro - da realizzarsi sotto la su-pervisione della Sopraintendenza -sono al momento in corso di attua-zione:• il restauro della Iconostasi e di 4

portaceri intagliati e laccati si-tuati nella chiesa del cimiterogreco;

• il restauro della iconostasi in le-gno e delle decorazioni di 3 cap-pelle situate all'interno dellachiesa del cimitero greco;

• il restauro del pulpito della Chie-sa del cimitero greco;

• la riparazione del tetto delle cap-pelle ed il restauro delle lunettedel cimitero greco. ■

26 novembre/febbraio 2004-5

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

LA FONDAZIONE PER IL TERRITORIODAL SISTEMA

Da sinistra: Claudio Beorchia, Presidente della Friulcassa SpA, Silvano Antonini Canterin, Presidente Fondazione CRUP,Bruno Panella, Notaio.

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1933 e la restante parte nel 1963.L’importante operazione immobi-liare - autorizzata dal Ministero del-l’Economia e delle Finanze - è frut-to dell’intesa sinergica instauratasitra le due parti contraenti, nonchécon l’Amministrazione comunale,che ha manifestato la sua piena dis-ponibilità per la realizzazione di unintervento, ormai urgente e di natu-ra essenzialmente conservativa.La spesa per l’acquisto del com-pendio immobiliare in oggetto am-monta a circa 7.200.000 euro; ser-viranno molte altre risorse finan-

ziarie per i lavori di recupero, di re-stauro e di ristrutturazione interna.Con tale acquisizione la Fondazionesi prefigge l’obiettivo di creare nelcuore storico di Udine una specie di“laboratorio” di aggregazione degliinteressi sociali e culturali presentisul territorio, destinato dunque nonsolo a finalità istituzionali (sede del-la Fondazione), ma, in un’ottica piùampia, a costituire la prima “Casadella friulanità”, fruibile dall’interacollettività.Si tratta, peraltro, di un rilevante emolto atteso intervento di recupero

edilizio ed architettonico del centrostorico udinese, secondo le normevigenti del Piano Particolareggiatodel Centro Città, in vigore dal 10 no-vembre 1992.L’operazione immobiliare, di straor-dinaria importanza strategica, rap-presenta simbolicamente, e non so-lo, l’eredità che l’Amministrazionedella Fondazione CRUP attualmentein carica intende lasciare alla cittadi-nanza udinese tutta, augurandosi chequesto possa costituire una solidabase su cui edificare futuri proficuirapporti fra le istituzioni. ■

LA FONDAZIONE PER IL TERRITORIODAL SISTEMA

2928 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

L a Fondazione Varrone Cassadi Risparmio di Rieti, la cono-sciamo, per fortuna.

Ma che cos’è realmente, che cosa fa,lo sappiamo? Sì, certo con uno sforzodi memoria qualcosa affiora, ma perfortuna in soccorso arriva una splendi-da brochure di presentazioneche attraverso poche immagini eparole trasforma la realtà dellaFondazione in un grande rac-conto.Un racconto, quest’ultimo, incui la vicenda della FondazioneVarrone si sgomitola a partiredal 1846 con la nascita dellaCassa di Risparmio di Rieti,quando ancora le Casse di Ri-sparmio costituivano veri e pro-pri enti in cui l’attività di creditoandava di pari passo con gli in-terventi di utilità sociale in favo-re del territorio. Successivamente, nei primi anni’90, nel mutato quadro normati-vo del settore bancario, nasce laFondazione Cassa di Risparmiodi Rieti come continuazioneideale di un percorso iniziatoproprio nel 1846. Tutto ciò finoad arrivare al 2003 quando si èaperta una nuova era con la nuova se-de nella prestigiosa cornice di PalazzoPotenziani e il nuovo nome “Fonda-zione Varrone - Cassa di Risparmio diRieti”, in onore di Marco TerenzioVarrone, tra i maggiori protagonistidella latinità oltre che della cultura edella storia di Rieti.Fin dall’insediamento, il nuovo Con-siglio d’Amministrazione ha inteso,infatti, consolidare ulteriormente l’i-dentità e l’autonomia della Fondazio-ne, rafforzando il proprio impegno perlo sviluppo economico, sociale e cul-

turale della città di Rieti e della suaprovincia. L’impegno è stato costante,in funzione delle esigenze del territo-rio, senza disattendere, nel contempo,le iniziative necessarie per salvaguar-dare il patrimonio della Fondazione. I settori di intervento ‘rilevanti’ sono

stati arte e cultura, sanità, istruzione eformazione; a questi si sono aggiuntigli altri settori: ricerca scientifica etecnologica, sviluppo locale ed edili-zia popolare, volontariato, attivitàsportive, protezione e qualità ambien-tale, medicina preventiva e riabilitati-va, disturbi psichici e mentali, prote-zione civile.Come testimoniano le numerose ini-ziative promosse negli ultimi anni,che hanno per molti versi rappresenta-to un’assoluta novità nel contesto rea-tino, anche la Fondazione Varrone si

colloca nel quadro delle Fondazioni diorigine bancaria che in Italia rappre-sentano le massime realtà senza fini dilucro operanti nel ‘Terzo Settore’ ov-vero quello del ‘non profit’.Tra i progetti selezionati e sostenuti,nel biennio 2002/2003 si è passati da

un totale di erogazioni delibera-te di 785.591 Euro a un importo- più che triplicato - di2.754.407 Euro, con un’efficacerazionalizzazione degli inter-venti in favore di progetti anchepluriennali e sempre legati alleeffettive esigenze del territorio.Con tali premesse, il futuro del-la Fondazione si presenta riccodi nuove sfide e opportunità, peressere sempre dalla parte dei cit-tadini e riconfermare la missio-ne di catalizzatore e propulsoredello sviluppo socio economico.Non a caso, infatti, il Documen-to Programmatico Previsionaleper il 2005 prevede un’attivitàerogativa di 3.131.000 Euro.È questo il percorso che la Fon-dazione ha seguito e continua aseguire con grande impegno etenacia anche attraverso il dialo-go con gli organi istituzionali,

nonché la collaborazione e la parteci-pazione ad iniziative degli enti pubbli-ci locali per un’azione e un ruolo chia-ve nello sviluppo del territorio.E, per sapere come andrà a finire, ba-sta gettare uno sguardo sull’elegantebrochure che in realtà si tramuta inuna vera e propria zona della memoriaovvero località che dimostra - me-diante alcuni tra gli esempi più elo-quenti dei numerosi interventi realiz-zati - il ruolo significativo che la Fon-dazione Varrone ha ormai assunto nel-l’intero territorio sabino. ■

Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti

Promuovere la qualità, dare valore al territoriodi Marco Tosti

LA FONDAZIONE PER IL TERRITORIODAL SISTEMA

Luigi Pignat (1864-1915), Palazzo Contarini, (architettura L. Giberti) Udine, Via Manin, Archivio Friuli,Fototeca dei Civici Musei di Udine

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Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa

Quattro anni di attività 2001/2004di Maria Maresca

La Fondazione Cassamar-ca ha deliberato di soste-nere il costo di cinque

Ricercatori di ruolo, per un pe-riodo di sei anni, che opereran-no nell’Ospedale di Treviso.Per la realizzazione del proget-to ha stanziato circa 930.000,00Euro che saranno ripartiti in 6esercizi.L’iniziativa, presentata allaFondazione dal MagnificoRettore dell’Università de-gli Studi di Padova, propo-ne una collaborazione conla Fondazione Cassamarcaper realizzare a Treviso unpolo di medicina, i cui pro-motori sono il professorArslan, il professor Carteri,il professor Marchiori, ilprofessor Okolicsanyi, e ilprofessor Perrino. I cinque reparti universitaridi Audiologia e Foniatria,Chirurgia pediatrica, Ga-stroenterologia, Otorinola-ringoiatria e Neurochirur-gia, attivi presso l’Ospedaledi Treviso, rappresentanouna realtà universitaria im-portante e strutturata, che siritiene possa rappresentareuna valida base di partenzaper un maggiore sviluppo su ba-si istituzionali a Treviso dell’U-niversità anche nell’ambito del-la Facoltà di Medicina. I reparti rappresentano già poliassistenziali di rilievo sanitariocon continuo aggiornamentoculturale e tecnologico che deri-va dalla ricerca svolta e che siriflette nelle prestazioni assi-stenziali erogate alla popolazio-

ne. È presente anche una conti-nua attività didattica come scuo-la di specializzazione dell’Uni-versità di Padova, di Corsi diLaurea sanitari, e tutti hanno at-tività di formazione post-laureasempre nell’ambito delle Scuoledi Specializzazione dell’Univer-sità di Padova.

Il settore della ricerca è quelloche a Treviso è più carente, permancanza di personale universi-tario specifico cui delegare que-sto vitale settore che oggi moltisono costretti a svolgere in altrasede. Lo sviluppo a Treviso, accanto econgiuntamente alle attività as-sistenziali della ricerca, costitui-rebbe un obiettivo di primaria

importanza e un salto qualitati-vo che porterebbe alla creazionedi centri di eccellenza a Treviso. I progetti di ricerca sono basatisu attività che già sono parzial-mente svolte in termini assisten-ziali, ma che per mancanza di unricercatore universitario che neassuma la responsabilità di co-

ordinamento e di sviluppo,non sono ugualmente pro-duttive in ambito scientifi-co, nonostante le potenzia-lità della struttura. L’espe-rienza delle organizzazionisanitarie più avanzate inse-gna che l’eccellenza clinicapuò essere raggiunta soloattraverso l’investimentonella didattica e nella ricer-ca, e solo con l’investimen-to nella ricerca si potrà af-frontare l’innovazione con-tinua che la pratica medicarichiede. Le risorse umane sono l’ele-mento fondamentale di ogniorganizzazione di ricerca.Sono richiesti almeno 5-10anni post laurea per forma-re un ricercatore a livello in-ternazionale e almeno 8-10anni perché un ricercatoresia in grado di condurre un

progetto di ricerca in modo so-stanzialmente autonomo, e soloun ruolo universitario consenteche un ricercatore di medicinapossa acquisire le competenzenecessarie per integrare l’espe-rienza clinica e assistenziale conl’attività scientifica. ■

*Responsabile Ufficio Stampa Fondazione CASSAMARCA

Fondazione CASSAMARCA

Polo di Medicina a Trevisodi Antonella Stelitano*

3130 novembre/febbraio 2004-5 novembre/febbraio 2004-5

DAL SISTEMASANITÀ

DAL SISTEMA

Il Presidente della Fondazione Cassamarca, Dino De Poli

Anche se l’esistenza dei fatticontinua a durare e non muoresolo perché tali vicende sono

sconosciute ai più, la Fondazione Cas-sa di Risparmio di Pisa ha deciso - do-po quattro anni - di riassumere nellepagine di un volume alcuni cardini del-la propria attività, offrendo un docu-mentazione inedita e dimostrando cheun’eco del passato fa in modo che iconti della storia si possano rinviare,ma non annullare cadendo nell’o-blio. Nel volume, intitolato “Quattroanni di attività 2001/2004”, non cisono solo informazioni tecnicheper addetti ai lavori. Quello cheviene qui proposto è, piuttosto, unampio quadro dell’attività svoltadalla Fondazione per mettere in lu-ce il ruolo fondamentale che essapuò svolgere.Il volume si apre con un’ introdu-zione del Presidente, Dott. CosimoBracci Torsi, sul “Bilancio di quat-tro anni” a partire dal 2001, quan-do venne eletto il Consiglio diAmministrazione che ha visto ilvecchio Ente cambiare definitiva-mente pelle e trasformarsi in Fon-dazione. L’introduzione è seguitada una descrizione degli interventidi maggior rilievo per ciò che ri-guarda il restauro e la valorizza-zione dei Beni culturali, la promo-zione e la realizzazione delle Atti-vità culturali, i contributi per losviluppo della Ricerca scientifica el’assistenza alle categorie sociali debo-li. Il volume si conclude, infine, conun’appendice in cui sono elencati gliorgani della Fondazione.Si tratta di una significativa testimo-nianza di quanto la Fondazione Cassadi Risparmio di Pisa costituisca unafonte di ricchezza non solo in terministrettamente economici, ma soprattuttoda un punto di vista qualitativo, di con-tenuti ed anche di immagine che l’En-

te stesso può ricavare. Sin dall’inizio, la Fondazione - erededelle tradizioni della Cassa di Rispar-mio di Pisa - ha perseguito, con deci-sione, la scelta fatta in favore dell’atti-vità filantropica, assumendo una con-notazione chiara e riconosciuta nei set-tori d’intervento ed una funzione utilee precisa all’interno della società civiledel territorio di riferimento. Tutto ciòlimitando la propria attività a tre soli

settori (Beni e Attività culturali, Ricer-ca scientifica e tecnologica e Assisten-za alle categorie sociali deboli) nell’in-tento di concentrare gli sforzi e privile-giare la qualità. E nel campo dei possi-bili investimenti, quello dei Beni e del-le Attività culturali, a cui è destinato il50, 56% delle risorse complessive, è ri-sultato il più efficace, forse, per la sem-plicità di gestione rispetto ad altri set-tori soprattutto per le forme di inter-vento ormai consolidate come il re-

stauro e la conservazione del patrimo-nio culturale e ambientale o l’organiz-zazione e la realizzazione di mostre,festival o concerti. Tutto ciò per tra-smettere i valori diversi che ciascunaforma d’arte porta con sé: dalla bellez-za alla creatività, dal legame con la tra-dizione alla sfida della modernità e del-l’avanguardia che le Fondazioni fannoproprie seguendo una loro filosofia. Si tratta, dunque, di un percorso durato

quattro anni all’insegna dellaqualità perseguita basando lapropria operatività su tre princi-pi fondamentali: responsabilità,indipendenza e collaborazione.Come ha precisato, infatti, ilPresidente della Fondazione:“questi sono i principi che han-no ispirato la nostra azione…Responsabilità significa perse-guire nella trasparenza, utiliz-zando la flessibilità e la mana-gerialità della natura privatadell’istituzione, l’efficacia del-la propria azione e fare scelteprecise, concentrando gli sforzisu progetti importanti per iquali l’intervento della Fonda-zione sia veramente decisivo.Indipendenza è operare, nel ri-spetto delle norme che ci siamodati, secondo i principi statutariche fanno della Fondazioneun’istituzione che agisce secon-do una propria logica d’interven-to, determinata autonomamente

dallo statuto e dagli organi istituziona-li. Collaborazione, infine, vuol direcercare di conoscere le necessità delterritorio, ascoltandone le richieste e ri-cercare la più ampia ed efficace colla-borazione da parte di enti, istituzionied associazioni”.E, per dare un giudizio sui risultati,basta guardare i fatti che l’intensovolume ci racconta anche attraversouna selezione di immagini moltoeloquenti. ■

Uno socrcio del Duomo di Pisa. La Fondazione per la documentazione del complesso monumentale di Piazza delDuomo di Pisa ha realizzato una piattaforma multimediale

Dalla mostra “Pisa e Mediterraneo” nei capannoni dell’Arsenale medicea. La sala dedicata alla navigazione

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32 novembre/febbraio 2004-5

PIERLUIGI BERSANI Parlamentare Europeo Uniti nell’Ulivo

ALBERTO BOMBASSEI Vice Presidente Confindustria per le Relazioni Industriali e gli Affari Sociali

ALDO BONOMI Direttore Communitas Mensile del Gruppo Vita Non Profit Contents

MARCO FOLLINI Vice Presidente Consiglio dei Ministri

GIUSEPPE GUZZETTI Presidente Acri

MAURIZIO LUPI Deputato Forza Italia

ATTILIO NICORACardinale Presidente Amministrazionedel Patrimonio della Sede Apostolica

SAVINO PEZZOTTASegretario Generale Cisl

V Giornata della FondazioneSussidiarietà, sviluppo

e corpi intermedi della società

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