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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 5° - 6 giugno 2011 n. 8 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina (DGSP) - [email protected] GERMANIA Berlino: il Governo e le aziende puntano su ricerca e sviluppo pag 5 Il futuro verde dell'energia tedesca pag 8 Gli incentivi per chi investe pag 10 Le rinnovabili sono anche un grande affare pag 11 La scommessa solare di Berlino pag 13 In campo tradizionale predomina il carbone pag 14 La Germania è il primo partner commerciale dell'Italia pag 15 INDONESIA Jakarta individua sei corridoi di sviluppo per crescere pag 17 ROMANIA Bucarest: economia in ripresa, noi siamo partner strategici pag 19 SVEZIA Stoccolma: il commercio estero torna a livelli pre-crisi pag 22 SETTORI E AZIENDE Aeronautica Agroalimentare Cantieristica Energia Finanza Turismo pag 27 Algeria Australia Austria Colombia Paesi Bassi pag 31 PAESI E MERCATI Il Presidente Yudhoyono ha presentato il programma quinquennale 2011-2015 che si propone un obiettivo di crescita annua del 6-7 per cento. I settori trainanti saranno agricoltura, estrazione mineraria, sfruttamento delle risorse naturali del Paese e industria manifatturiera a pagina 17 Jakarta individua sei corridoi di sviluppo per crescere INDONESIA Con l'Italia una partnership basata anche sull' innovazione Diplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano a Berlino, Michele Valensise, sulle prospettive di rafforzamento, anche qualitativo, dei già intensi rapporti economici tra il Sistema Italia e la Germania a pagina 2 Berlino - La Fiera Ministero degli Affari Esteri FINANZA Intesa Sanpaolo promuove all'estero l’Italia hi-tech pag 24

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 5° - 6 giugno 2011

n. 8

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina(DGSP) - [email protected]

GERMANIABerlino: il Governo e le aziende puntano su ricerca e sviluppo

pag 5Il futuro verde dell'energia tedesca

pag 8Gli incentivi per chi investe

pag 10Le rinnovabili sono anche un grande affare

pag 11La scommessa solare di Berlino

pag 13In campo tradizionalepredomina il carbone

pag 14La Germania è il primo partnercommerciale dell'Italia

pag 15INDONESIAJakarta individua sei corridoidi sviluppo per crescere

pag 17ROMANIABucarest: economia in ripresa,noi siamo partner strategici

pag 19SVEZIAStoccolma: il commercioestero torna a livelli pre-crisi

pag 22

SETTORI E AZIENDE

AeronauticaAgroalimentareCantieristicaEnergiaFinanzaTurismo

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AlgeriaAustraliaAustria ColombiaPaesi Bassi

pag 31

PAESI E MERCATI

Il Presidente Yudhoyono ha presentato il programma quinquennale 2011-2015 che sipropone un obiettivo di crescita annua del 6-7 per cento. I settori trainanti sarannoagricoltura, estrazione mineraria, sfruttamento delle risorse naturali del Paese e industriamanifatturiera

a pagina 17

Jakarta individua sei corridoi di sviluppo per crescereINDONESIA

Con l'Italia una partnership basata anche sull' innovazioneDiplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano a Berlino,

Michele Valensise, sulle prospettive di rafforzamento, anche qualitativo, dei già

intensi rapporti economici tra il Sistema Italia e la Germania

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Berlino - La Fiera

Ministero degli Affari Esteri

FINANZAIntesa Sanpaolo promuoveall'estero l’Italia hi-tech

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Nell'estate 2010 il Governo tedesco havarato la nuova edizione della "High-tech Strategie: di cosa si tratta?

È una strategia volta a promuovere nelprossimo decennio la ricerca scientificae tecnologica e l'innovazione in cinquesettori prioritari per il futuro della Germa-nia: salute, nutrizione, mobilità, sicurez-za e comunicazione. L'obiettivo è di mi-gliorare i presupposti per la ricerca e l'in-novazione (quadro regolamentare, ac-cessibilità al capitale di rischio, ecc.) edi lanciare alcuni progetti d'intesa concentri di ricerca e imprese private. Il tut-to è concepito in spirito di cooperazionecon gli altri Paesi europei, sulla basedella strategia "Europa 2020" che l'Ueha approvato recentemente. In Germa-nia c'è comunque una profonda consa-pevolezza del fatto che gli investimentiin ricerca e sviluppo sono indispensabi-li per assicurare una crescita robusta esostenibile.

Quali sono gli strumenti privati e pub-blici che il Governo tedesco e più ingenerale il Sistema Germania mettein campo per realizzare questa stra-tegia?

Sono molteplici, posso citarne alcuni: unfondo di capitale di rischio per nuove im-prese (start-up) nei settori ad alta tecno-logia; facilitazioni normative per i priva-ti che donano fondi a istituti di ricerca;priorità data a prodotti e tecnologie in-novative negli appalti di enti pubblici, raf-

forzamento della consulenza in tema diproprietà intellettuale per Università egiovani imprenditori, riduzione degliostacoli burocratici e normativi. Vi sonopoi programmi per premiare ricercatoridi eccellenza, tedeschi e stranieri, chelavorano in Germania. Lo Stato non sisostituisce ai privati, ma cerca di crea-re le migliori condizioni affinché questipossano sviluppare tutte le loro poten-zialità. Ricordo anche che la Germaniasta aumentando la spesa pubblica perl'istruzione e la ricerca scientifica e tec-nologica con l'obiettivo di portarla al10% del PIL entro il 2015.

L’INTERVISTA

Con l'Italia una partnership basata anche sull' innovazione

L’Ambasciatore italiano in Germania, Michele Valensise

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Un'area di crescita prevista è quelladelle energie rinnovabili: esistonopossibilità di collaborazione con l'Ita-lia in questo campo?

Senza dubbio. Già molte aziende tede-sche investono in Italia nel settore delleenergie rinnovabili. Ad esempio Sie-mens, E.ON. e RWE. Il Gruppo IntesaSan Paolo, con il patrocinio dell'Amba-sciata d'Italia a Berlino, ha presentatoa marzo, a Francoforte, sette giovani einnovative aziende italiane del settore"tecnologie verdi" ad una platea di inve-stitori tedeschi, che hanno dimostrato ungrande interesse. L'incontro ha avutosuccesso e ne faremo un altro a giugnoper le nano-tecnologie. In generale laGermania è molto interessata ad aumen-tare le collaborazioni con l'Italia nel set-tore delle energie rinnovabili. Cito solo ilprogetto Desertec, per la produzione dielettricità da fonte solare nei Paesi del-la sponda Sud del Mediterraneo e il suotrasporto in Europa. Desertec è soste-nuto da cinque grandi aziende italiane: itedeschi ne sono molto soddisfatti e pun-tano a rafforzare la collaborazione, con-siderando importante la posizione cen-trale del nostro Paese nel Mediterraneo.

Più in generale quali sono le filiere diR&S e le modalità attraverso cui il Si-stema Italia può associarsi al proget-to Hi-tech del Sistema Germania?

Italia e Germania hanno punte di eccel-lenza in tanti settori scientifici e tecno-logici. La collaborazione fra Universitàe Centri di Ricerca dei due Paesi è so-lida, ma può essere ancora rafforzata,soprattutto ora che la strategia high-Tech ha una forte impronta internazio-nale e incoraggia le collaborazioni euro-pee. Da parte nostra, dovremmo dialo-gare si più con i tedeschi, avvalendocianche delle centinaia di ricercatori ita-liani che lavorano in Centri e Universitàin Germania. Occorre anche verificareogni opportunità di finanziamento offer-ta dal VII Programma Quadro per la Ri-cerca della UE 2007-2013, che ha unostanziamento di bilancio complessivo di50 miliardi di Euro. A dicembre l'UfficioIce di Berlino organizzerà in Ambascia-ta un incontro centrato sulla collabora-zione tecnologica italo-tedesca in tresettori strategici: energie rinnovabili,biotecnologie e tecnologie dell'informa-zione, comunicazione. Sarà un incontrodi notevole interesse.

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Berlino - La sede dell’Ambasciata italiana

La subfornitura per le grandi aziendetedesche è una tradizionale vocazio-ne delle PMI italiane. Alcune stannosoffrendo per la crescente concorren-za di Asia ed Est europeo. Cosa de-ve/può fare il Sistema Italia per evita-re di perdere questo legame?

I rapporti di subfornitura fra piccole e me-die aziende italiane e i loro clienti tede-schi sono intensissimi. Le prime quattrovoci dell'export italiano in Germania intermini di valore sono riconducibili pro-prio a settori legati alla subfornitura: pro-dotti chimici di base, materie plastiche ein gomma, macchinari e macchine indu-striali, parti e accessori per autoveicoli ei loro motori. È anche vero che il merca-to tedesco è molto competitivo ed esi-gente. L'ampia apertura internazionaledell'economia tedesca e la forte attrazio-ne del suo mercato rendono la competi-zione particolarmente accesa. Le azien-de italiane devono dunque offrire prodot-ti innovativi e servizi di qualità e curareanche i minimi dettagli.

Importatori, distributori e consuma-tori sono molto esigenti: sono impor-tanti l'efficienza nella logistica e neitempi di consegna, il rispetto delle

norme sull'etichettatura, sulla sicu-rezza delle merci e sulla tutela del-l'ambiente, l'assistenza post-vendita(specie per i macchinari industriali), legaranzie, l'imballaggio, le istruzioni inlingua. Per avere successo gli opera-tori italiani devono impegnarsi su tut-ti questi aspetti.

Nell'accesso al mercato tedesco o nelconsolidamento della loro posizione, leaziende italiane possono contare sul so-stegno del "Sistema Italia". L'Ambasciata d'Italia a Berlino e gli Uf-fici consolari forniscono aggiornamentisulla realtà economica tedesca e assi-stono gli operatori italiani nei contatticon le autorità. Gli Uffici a Berlino e Düs-seldorf dell'Istituto per il CommercioEstero e gli Uffici delle due Camere diCommercio italiane operanti a Franco-forte e Monaco offrono una nutrita seriedi servizi alle imprese (partecipazioni infiere, ricerca di partner commerciali, as-sistenza contrattuale, consulenza, ecc.)e hanno un fitto programma di manife-stazioni promozionali in diretto contattocon le nostre aziende. Il che confermala priorità che la collaborazione econo-mica riveste nei rapporti tra Italia e Ger-mania.

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Berlino - L’Hotel Adler-Kempinski visto dall’alto della Porta di Brandeburgo

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Tra i grandi Paesi UE, la Germania sta ri-portando, sotto il profilo economico, le mi-gliori performance in termini di ripresa da-gli effetti della crisi economica del 2008. LaGermania è uno dei Paesi maggiormenteimpegnati nell'innovare il proprio modellodi sviluppo, puntando sulla cosiddetta eco-nomia della conoscenza. Un sistema cioè,in cui la spinta preponderante alla cresci-ta proviene da attività innovative nei setto-ri della produzione e dei servizi. Già oggiuna quota pari al 2,78% del PIL tedesco èinvestito in attività di ricerca e innovazio-ne. L'obiettivo è ora di raggiungere rapida-mente il 3%. Il Paese si colloca così, in ter-mini percentuali, nella pattuglia di avan-

guardia europea insieme a Svezia, Dani-marca e Finlandia (che però hanno un pe-so decisamente inferiore in termini di PIL).Supera anche gli Stati Uniti che, in valoreassoluto, risultano comunque al primo po-sto nella classifica mondiale grazie alle di-mensioni complessive della loro econo-mia. In sostanza, a livello mondiale, oggitra i grandi Paesi solo il Giappone superala Germania per quota di PIL dedicata al-le attività di ricerca.Il motivo della scelta tedesca risiede nelfatto che gli investimenti in innovazione so-no percepiti dal mondo politico e manage-riale come strumentali alla competitività ealla crescita del Paese.

INNOVAZIONE

Berlino: il Governo e le aziende puntano su ricerca e sviluppo

Gli investimenti per l'innovazione assorbono una quota vicina al 3%del PIL. Sono aumentati anche nel corso della crisi, questo perché siail Governo sia i privati ritengono di dover rafforzare la ricercascientifica e tecnologica per mantenere il posizionamento del Paesein campo mondiale

La quota preponderante della ricerca pubblica te-desca viene svolta nelle Università, molte dellequali figurano ai vertici delle classifiche mondialidella produttività scientifica. Si aggiunge l'appor-to, fondamentale, di alcuni organismi di fama uni-versale come la rete degli 80 istituti della MaxPlanck Gesellschaft (fisica, biologia, astrono-mia, fisiologia, scienze umane per un totale di ol-tre 13mila dipendenti), della Fraunho-fer Gesellschaft(ricerca applicatacon oltre 60 istituticollegati e 18milaricercatori), dellaLeibniz Gesel-lschaft che riunisceoltre 80 istituzioni e

della Helmholtz Gesellschaft, la più grande con31mila collaboratori suddivisi in 17 centri di cercae un bilancio annuo superiore ai 3 miliardi di eu-ro. Non è un caso che dei tre premi Nobel (chimi-ca, fisica e medicina) assegnati a ricercatori tede-schi nel solo biennio 2007-2008, due riguardas-sero ricerche svolte in questi istituti.

Ma non è da sottovalutareanche la ricerca relativa al-lo sviluppo precompetitivodi nuove tecnologie realiz-zata da alcune grandi im-prese del Paese qualiSiemens per elettronicaed energia, BASF e Ba-yer per chimica e farma-ceutica.

Reti e imprese eccellenti

Monaco di Baviera - L’ingresso del Max Planck

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La ricerca serve per competere sui mercati

In particolare è una convinzione condi-visa che solo in questo modo consentealle imprese tedesche di mantenere leposizioni di primato conquistate sui mer-cati internazionali. Il dato emerge anchedall'analisi della composizione del PILdel Paese. In Germania, la proporzionedi prodotti e servizi ad alto valore aggiun-to, basati sulla ricerca, è fra le più alte ditutti i Paesi industrializzati. L'esportazio-ne di beni a elevato contenuto tecnolo-gico concorre a un quinto della produ-zione economica complessiva. L'inten-sità di registrazione di brevetti è circa ildoppio della media OCSE. Il settore pub-blico contribuisce con diverse iniziativee istituzioni di altissimo livello a questosforzo, ma le aziende e le organizzazio-ni private non sono da meno. Anzi, in ter-mini assoluti, coprono la quota prepon-derante (oltre due terzi) della spesa com-plessiva in ricerca e sviluppo. Disaggre-gando i dati (anno di riferimento 2008)emerge in particolare che il 38% di que-sta spesa è coperta dal settore dell'autoe veicoli industriali, il 19% dalle aziendeche operano nel settore dell'ingegneriameccanica, con particolare riguardo al-la produzione di macchinari, il 14% dal-l'industria chimica, l'11% in attività diver-se collegate a meccanica e metallurgia.L'andamento è in costante crescita: nel

periodo 2005-2008 gli investimenti in ri-cerca e sviluppo del settore privato so-no cresciuti del 19%, equivalente in ter-mini assoluti a 7,4 miliardi di euro.

Alta tecnologia come strategiadel Sistema Paese

In parallelo procede il contributo del Go-verno centrale e di quelli locali che, inbase alla cosiddetta Legge Fondamen-tale (Grundgesetz: in pratica l'equiva-lente della nostra Costituzione), posso-no finanziare istituzioni e progetti di ri-cerca scientifica di importanza naziona-le. Dal 2005 al 2008, la spesa in ricercadel Governo centrale è aumentata del21%, passando da 9 miliardi a 10,9 mi-liardi di euro. Nel 2009 è stato registra-to un ulteriore aumento del 5,9% che hapiù che compensato la (temporanea)contrazione proveniente dal settore pri-vato, con un effetto (volutamente) anti-ciclico. A fronte della crisi economica,infatti, il Governo di Berlino ha deciso,da un lato, di attuare severe misure dirisparmio per consolidare i conti pubbli-ci, ma ha scelto contestualmente di pre-mere l'acceleratore sugli investimenti inistruzione, ricerca e formazione constanziamenti complessivi aggiuntivi pa-ri a 12 miliardi di euro. In questo conte-sto, un'importante iniziativa è rappre-sentata dalla 'Strategia High Tech', fi-

Un impianto di refrigerazione per alimenti funzionante a energia solare realizzato nell’ambito del progetto Ue MEDISCO dalla Fraunhofer Gesellschaft in collaborazione con il Politecnico di Milano

nalizzata ad intensificare la cooperazio-ne tra scienza e industria con particola-re riguardo a cinque direzioni di cresci-ta: clima/energia, sanità/alimentazione,mobilità, sicurezza e comunicazione.Sono queste le filiere identificate comei nuovi megamercati globali del 21° se-colo. In questo contesto, sia il Governocentrale che quelli locali hanno scelto diconcentrare la propria attenzione su ini-ziative finalizzate a rafforzare la dimen-sione internazionale della ricerca. Inparticolare si sono sforzati di sosteneree promuovere la partecipazione delleimprese e dei centri di ricerca scientifi-ca e accademica del Paese ai program-mi dell'Unione Europea.

Lotta alla dispersione e focussu tecnologie di punta

Nonostante i lusinghieri risultati raggiun-ti, il rapporto annuale sulla ricerca e svi-luppo in Germania, formulato da un'ap-posita Commissione di esperti indipen-denti, indica alcune aree di possibile mi-glioramento per ottimizzare gli investi-

menti e i risultati. Ad esempio, la Com-missione sottolinea come il sistema in-dustriale di ricerca e sviluppo sia con-centrato sulle grandi filiere legate al-l'esportazione di prodotti manufatti,mentre maggiore attenzione andrebberivolta a nuove tecnologie di punta e aiservizi ad elevata intensità di conoscen-ze. Un rilevante limite all'efficacia del-l'apporto pubblico deriva dai criteri, nonsempre chiari, di ripartizione delle com-petenze tra diversi Ministeri federali eMinisteri regionali. Inoltre, secondo ilrapporto annuale formulato dalla Com-missione, il Governo dovrebbe introdur-re lo strumento degli incentivi fiscali perle imprese che effettuano investimentiin ricerca e sviluppo. Il sistema di incen-tivazione attuale invece è basato sullapromozione di specifici progetti. È ne-cessario anche promuovere un più faci-le accesso al capitale di rischio. Occor-re infine accrescere, malgrado i buonilivelli già registrati, l'investimento pub-blico in attività formative e di qualifica-zione professionale.

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Berlino - La biblioteca della Freie Universität (foto Svenverk)

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Nuove scelte di politica energetica delGoverno tedesco sono attese per la me-tà di giugno, ma la direzione di fondoadottata finora non dovrebbe cambiareradicalmente. La Germania è ormai de-cisa a premere l'acceleratore sullo svi-luppo delle energie rinnovabili. Il Paeseperaltro, ha già ampiamente dimostratodi aderire agli obiettivi planetari di sal-vaguardia dell'ambiente rispettando gliimpegni di mitigazione previsti dal Pro-tocollo di Kyoto. Tra il 1990 e il 2009 enonostante la forte crescita dell'econo-mia, infatti, le emissioni di gas ad effet-to serra in Germania sono diminuite del25% fino a scendere a un valore di po-co meno di 900 milioni di tonnellate CO2equivalenti. Questo Paese, pur essen-do la quarta economia mondiale, si col-loca solo al sesto posto in termini diemissioni dopo Cina, Stati Uniti, Russia,India e Giappone e ora si prepara a nuo-ve sfide.Già alla fine del 2010 il Governo federa-le tedesco aveva varato una strategiaenergetica a medio e lungo termine(Energiekonzept) con l'obiettivo finaledi riuscire a coprire con fonti rinnovabi-li, entro il 2050, una quota complessiva

pari al 60% del fabbisogno energeticocomplessivo del Paese e in particolareall'80% della produzione elettrica. Tra-guardo tanto più ambizioso, in quanto laGermania è il secondo esportatore in-dustriale del mondo (quindi con massic-ci consumi di fabbriche e stabilimenti) edispone di limitate risorse idroelettriche.Nella tabella sono riportati i diversi tra-guardi previsti dall'Energiekonzept.Per centrare gli obiettivi il Governo pre-vede ora di rafforzare le iniziative giàadottate negli ultimi anni intervenendo adiversi livelli per:- migliorare (in termini di efficacia) gli at-tuali sistemi di incentivazione per la pro-duzione e l'utilizzo di energie rinnovabili;- sviluppare la produzione di energia eo-lica al largo delle coste (il Governo harecentemente presentato un progetto digaranzie pubbliche pari a 5 miliardi dieuro per crediti per finanziare investi-menti in questo settore);- migliorare l'efficienza dei consumienergetici negli edifici pubblici;- incentivare la ristrutturazione degliedifici del Paese con interventi di miglio-ramento dell'efficienza energetica so-stenuti da contributi pubblici ed even-

RINNOVABILI

Il futuro verde dell'energia tedescaLe linee guida per il settore, stabilite dal Governo nel 2010, prevedonoche entro il 2050 il 60% del fabbisogno energetico del Paese saràcoperto da fonti rinnovabili. Per raggiungere l'obiettivo, il Governo diBerlino ha già predisposto una gamma di strumenti legislativi e dipolitica economica

Obiettivi del piano energetico tedesco a medio-lungo termine

Obiettivo 2020 2050

Riduzione gas serra (anno base: 1990) -40% -80%

Quota rinnovabili su fabbisogno totale 18% 60%

Riduzione consumi primari (anno base: 2005) -20% -50%

Riduzione consumi elettrici (anno base: 2008) -10% -25%

Riduzione consumi finali trasporti -10% -40%

tuali sgravi fiscali e promossi con cam-pagne informative;- migliorare l'efficienza energetica deiprocessi industriali; - liberalizzare ulteriormente il mercatoelettrico e del gas; - sostenere le tecnologie di cattura estoccaggio dell'anidride carbonica (CCS)nelle centrali termoelettriche a carbonecon progetti pilota, recependo la relativadirettiva europea (il Governo ha recente-mente varato un disegno di legge a tal fi-ne) e rafforzando la collaborazione inter-nazionale in questa nuova filiera;- agevolare l'afflusso di maggiori inve-stimenti privati nelle infrastrutture e nel-le reti energetiche intervenendo su piùfronti: l'accelerazione delle procedureautorizzative, l'erogazione di eventualiincentivi economici, l'introduzione di pia-ni decennali di potenziamento e moder-nizzazione a cura dei gestori; - sviluppo di "reti intelligenti" nel tra-sporto/distribuzione di energia elettrica,in grado di integrare le diverse fonti (rin-novabili e tradizionali) ottimizzando l'ap-porto di quelle rinnovabili;- aumentare le capacità di stoccaggio del-l'energia nel sistema elettrico e nelle retiin genere (il Governo ha recentementepresentato un progetto che prevede finan-ziamenti pari a 200 milioni di euro per losviluppo di tecnologie in questo settore); - attuare il Piano nazionale di sviluppodell'elettromobilità che prevede l'obiet-tivo di 1 milione di auto elettriche in cir-colazione entro il 2020.

In questo contesto è stato anche istitui-to presso il Ministero Federale del-l'Economia un Fondo appositamentededicato all'efficienza energetica e sa-ranno aumentati gli stanziamenti da fon-di pubblici nazionali per sostenere inno-vazione, ricerca scientifica e sviluppo dinuove tecnologie in campo energetico.La Germania peraltro non intende pro-cedere da sola, ma inserisce il proprioEnergiekonzept nel quadro più ampiodella politica energetica comunitaria. In-tende in particolare rafforzare le inizia-tive e la collaborazione in ambito comu-nitario per sviluppare le reti infrastruttu-rali (elettricità, gas naturale ecc.) delcontinente. Conferma il proprio impe-gno a procedere sulla strada della libe-ralizzazione dei mercati elettrici e delgas attraverso una puntuale applicazio-ne del "III pacchetto mercato interno" ea promuovere un maggiore coordina-mento tra il sistema europeo di scambiodei certificati di emissione con quelli dialtri Paesi (nel quadro della Internatio-nal Carbon Action Partnership).Dichiara inoltre il proprio impegno ad ap-poggiare iniziative - come il progetto De-sertec di produzione di grandi centralisolari localizzate nel Maghreb - finalizza-te alla produzione di energia da fonti rin-novabili nella sponda sud del Mediterra-neo e più in generale a rafforzare il dia-logo tra la UE e i Paesi terzi sul tema del-le fonti di energia e delle materie prime.

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La politica adotta dalla Germania in mate-ria energetica è considerata un modello disuccesso grazie anche al contributo di unaspecifica legge sulle fonti rinnovabili(EEG: Erneuerbare Energien Gesetz)entrata in vigore nel 2000, successiva-mente emendata nel 2004 e 2009 e per laquale sono previste ulteriori modifiche. Ilprincipale strumento introdotto dalla Leg-ge sono gli incentivi finanziari per chi svi-luppa la produzione da fonti rinnovabili ene promuove il progresso tecnologico, an-che al fine di colmare il divario in terminidi costo tra le fonti rinnovabili e quelle tra-dizionali. Nella visione del Governo, que-sto divario è destinato a colmarsi nel futu-ro grazie ai progressi previsti nelle tecno-logie e alle economie di scala consentiteda una maggiore diffusione degli impian-ti alimentati da fonti rinnovabili. In partico-lare, il meccanismo previsto obbliga i ge-stori delle reti di distribuzione a:- immettere in via prioritaria nella rete elet-trica l'energia prodotta da fonti rinnovabili;- pagare per un minimo di 20 anni ai ge-stori degli impianti una tariffa minima fis-

sata per legge, che attualmente è supe-riore al prezzo di mercato. La differenza tra la tariffa minima fissae il prezzo di mercato della corrente vie-ne scaricata sui consumatori finali me-diante un meccanismo di ridistribuzionedegli oneri supplementari per le energierinnovabili (EEG-Umlage).Il sistema si sta peraltro rivelando vitti-ma del suo stesso successo, con unacrescita esponenziale di nuovi impiantiper le fonti alternative (si registra in par-ticolare un boom nel solare) che com-porta un aumento dei costi da suddivi-dere complessivamente sulle bollettedei clienti finali. Visto l'andamento degliultimi mesi, si prevede che nel 2011 visarà un aumento del 70% circa dellaquota che dovrebbe passare, secondo icalcoli dei gestori delle reti di distribuzio-ne, da 2 a 3,5 cent per kilowatt/ora conun aumento medio per famiglia calcola-to in circa 70 euro all'anno.

RINNOVABILI

Gli incentivi per chi investeSono definiti da una Legge (EEG_Gesetz) più volte aggiornata.Vengono finanziati dai contribuenti con un'addizionale (EEG-Umlage) sulla bolletta elettrica.

Pannelli fotovoltaici

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Nel 2009 il contributo delle energie rin-novabili al fabbisogno energetico com-plessivo della Germania è stato del10,1%. Quello più strettamente legatoalla produzione elettrica è stato invecedel 17% circa. Complessivamente, nel 2009 l'utilizzo dienergie rinnovabili per diversi utilizzi haconsentito di prevenire l'emissione in at-mosfera di 108 milioni di tonnellate di gasserra. Il settore sta assumendo ancheun'importante rilevanza economica. Nel

2009 la Germania ha investito oltre 20.400milioni di euro nelle energie rinnovabili afronte di un fatturato di quasi 18.900 mi-lioni occupando circa oltre 333mila dipen-denti.In termini di produzione, la filiera più svi-luppata è quella eolica con una potenza in-stallata pari ad oltre 25mila megawatt eun'energia generata pari a 38,6 miliardi dichilowattora. Seguono i biocombustibili indiverse forme: solide, liquide, gassose,l'energia idroelettrica e quella solare.

ENERGIA

Le rinnovabili sono anche un grande affare

Tra nuovi investimenti e gestione degli impianti e attività esistenti ilgiro d'affari in Germania si avvicina ai 40 miliardi di euro. L'energiaeolica è al primo posto e riveste natura prioritaria. Registrati buonitassi di crescita anche nel solare e fotovoltaico, anche se la loro quotarimane contenuta

Fatturato, investimenti e occupazione dell'economia verde tedesca

FilieraInvestimenti 2009 in milioni di euro

Fatturato 2009 in milioni di euro

N°di dipendenti occupati*

Solare (produzione elettricità 91%,calore 9%) 13.250 3.160 81.000

Biomasse (produzione elettricità 61%,calore 39%) 3.450 9.150 128.000

Eolica 2.650 3.400 102.000

Geotermica 1.000 4 14.500

Idroelettrica 70 3.160 7.800

*Incluso personale impegnato in costruzione di nuovi impianti

Quota coperta da energie rinnovabili del fabbisogno energetico tedesco

Impieghi Quota fonti rinnovabili

Produzione elettrica 17%

Produzione calore 8,5%

Produzione carburanti 5,5%

Da rilevare però che se si prende in con-siderazione l'intero fabbisogno energeticodel Paese (e non solo la produzione elet-trica) i biocombustibili salgono al primo po-sto in quanto forniscono il maggior contri-buto alla produzione di benzine (biodiesele bioetanolo) e a quella di calore principal-mente per uso industriale e civile. Da no-

tare, per quanto riguarda quest'ultimoaspetto, che in Germania (soprattutto nel-le città orientali) sono diffusi i sistemi di te-leriscaldamento (case e uffici) che con-sentono di introdurre l'energia verde sularga scala in tempi relativamente rapidi.

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Quota delle diverse filiere su produzione energia elettrica da fonti rinnovabili

Fonte Incidenza sul totale Milioni di kwh annui

Eolica 40,5% 38.600

Biocombustibili 32,4% 30.900

Idroelettrica 20,1% 19.100

Fotovoltaica 6,9% 6.600

Totale 100% 95.200

Quota delle diverse filiere su produzione calore da fonti rinnovabili

Fonte Incidenza sul totale Milioni di kwh annui

Solare 4,5% 4.700

Geotermica 4,7% 5.000

Biocombustibili (uso residenziale e domestico)

90,8% 78.000

Totale 100% 105.300

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Sassonia - Campi di colza e pale eoliche

Diplomazia Economica Italiana - n. 8 - 6 giugno 2011 13

L'energia solare ha tuttora un peso mar-ginale in termini di apporto produttivo alsistema elettrico del Paese (1,1%) e rap-presenta solo il 6,9% della produzionecomplessiva da fonti rinnovabili posizio-nandosi al quarto posto dopo eolico, bio-masse e energia idroelettrica, ma balzain testa alla graduatoria per quanto ri-guarda i nuovi investimenti. Anche perquanto riguarda il fatturato ha un pesoproporzionalmente più rilevante, grazieai forti incentivi offerti.Nel 2009 sono stati installati in Germa-nia impianti fotovoltaici per una potenzapari a 3.800 Megawatt con investimen-ti pari a 12 miliardi di euro e un'occupa-zione indotta valutata in 65.000 unità. Al-la data del 31 dicembre 2009 la potenzainstallata complessiva è così salita a9.800 Megawatt con una produzione dienergia nel corso dell'anno pari a 6,6 mi-liardi di chilowattora. Il costo di produzio-ne medio, peraltro, è piuttosto elevato:

54 centesimi per chilowattora. Le condi-zioni climatiche del Paese, infatti, nonsono tra le più favorevoli in termini di ir-raggiamento annuo. Le dimensioni e l'in-novazione tecnologica conseguite dalleattività produttive lungo la filiera "solare"costituiscono, tuttavia, una positiva con-seguenza degli sforzi e degli investimen-ti effettuati per promuovere l'utilizzo dienergia solare. La Germania è oggi il pri-mo produttore europeo di pannelli e il se-condo produttore mondiale di cellule fo-tovoltaiche dopo la Cina. Il successo ot-tenuto ha peraltro convinto il Governo aridurre i meccanismi di supporto con unprimo taglio degli incentivi attuato nelcorso del 2009 a cui è seguita, nel 2010,una ulteriore riduzione pari all'11% per iparchi solari su aree convertibili e al 16%per quelli installati sui tetti.

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La scommessa solare di BerlinoLe condizioni climatiche (irraggiamento) non sono le più favorevoli,ma la Germania punta a mantenere il primato in questo settore. Ed è prima in Europa per potenza installata

Friburgo - Il Sun Ship. L’edificio ospitail centro servizi per le installazioni so-lari del distretto di Vauban. Al pianoterra si trovano un eco-supermarket,una farmacia e un caffè.

È stato il primo edificio commerciale arientrare nella categoria dei PlusEner-gy building (produce più energia diquanta ne consumi). Sul tetto è monta-to un grande impianto fotovoltaico, lefinestre sono a tripli vetri e i muri so-no dotati di pannelli isolanti a vuoto.Nella facciata è integrato un sistema diventilazione forzata a risparmio di ca-lore. La costruzione dell’edificio conquesti criteri fornisce un risparmioenergetico di circa 1 milione dikWh/anno.

Architetto: Rolf Disch. Il piano coloreè opera di Erich Wiesner, un artistaberlinese.

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Il sistema energetico tedesco ha una ca-ratteristica in comune con quello italiano:la forte dipendenza da fonti primarie im-portate: petrolio, carbone, gas naturale,uranio, ma l'articolazione è differente in ra-gione della storia e delle caratteristiche delPaese. In particolare il sistema elettrico,per quanto riguarda le fonti tradizionali,eredita dal passato 'carbonifero' (sia a estche a ovest) una forte componente di cen-trali termoelettriche a carbone. Copronopoco meno della metà (42,9%) della pro-duzione complessiva e sono tuttora lacomponente con i costi di produzione piùbassi. La maggioranza delle centrali loca-lizzate nella parte orientale del Paese uti-lizza però materiale ad alto tenore di zolfoe basso potere calorico (lignite) che coprecirca un quarto della produzione elettricacomplessiva (24,6%). È la componente tut-tora più inquinante del sistema. Il Paese di-spone poi di un parco di centrali nucleariche copre il 22,6% del fabbisogno di elet-

tricità. È il secondo in Europa per potenzainstallata dopo quello francese. I tragicieventi in Giappone hanno convinto il Go-verno federale ad accelerare l'uscita dal-l'energia nucleare: entro la metà del mesedi giugno 2011 sarà presentato un disegnodi legge che dovrebbe prevedere dei tem-pi più rapidi per lo spegnimento delle cen-trali ancora in funzione. Sette di questecentrali, tutte costruite prima del 1980, so-no state a titolo cautelativo già disattivate.La Germania è invece in ritardo rispetto adaltri paesi UE (Italia, Regno Unito) nell'in-troduzione di centrali a gas a ciclo combi-nato (meno inquinanti e più efficienti) checoprono solo il 12,9% del fabbisogno. Tra-scurabile (2,1%) l'apporto dei derivati delpetrolio. Le fonti rinnovabili contribuisconocon una quota del 15,6%.

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In campo tradizionale predomina il carbone

Il passaggio accelerato verso le energie rinnovabili è un'occasioneper riqualificare un parco centrali che, nel complesso, ètecnologicamente obsoleto. E anche per ridurre la dipendenzaeconomica e strategica da fonti importate

Una centrale a carbone

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La Germania è oggi il primo partner com-merciale straniero dell'Italia, sia comemercato di sbocco sia come fonte di pro-venienza dell'import.L'interscambio bilaterale totale delle solemerci tra Italia e Germania è ammontatonel 2010 ad oltre 102 miliardi di euro. An-che in termini di investimenti, l'alto nume-ro di aziende italiane (circa 1.250) che de-tengono partecipazioni (spesso di con-trollo) in società tedesche, dimostra la na-tura strategica del mercato tedesco siaper le sue dimensioni (82 milioni di abitan-ti con un reddito pro-capite medio di oltre

30.000 euro), sia come base per raggiun-gere altri mercati dell'Europa centrale eorientale. Dalla Germania proviene an-che ogni anno il più alto numero di turististranieri: essi ammontano a circa 8/9 mi-lioni e sono i più numerosi in assoluto. La Germania offre tuttora alle nostreaziende importanti prospettive di cresci-ta degli affari, sia per quanto riguarda leesportazioni, sia per la ricerca di siner-gie e collaborazioni industriali, sia co-me piattaforma fieristica per presentarele eccellenze italiane ad operatori di tut-to il mondo.

INTERSCAMBIO

La Germania è il primo partner commerciale dell'ItaliaL'interscambio tra i due Paesi ha totalizzato 102 miliardi di euronel 2010. Un mercato dinamico, ma anche competitivo e in cuiha successo chi riesce a garantire servizio e qualità

Le esportazioni della Germania nel 2010

Paesi Miliardi di euro Variazione sul 2009

Francia 90,6 +11,5%

Stati Uniti 65,5 +20,6%

Paesi Bassi 63,2 +18,9%

Regno Unito 59,4 +11,7%

Italia 58,4 +15,5%

Totale* 952,0 +18,5%

*Inclusi altri Paesi non elencati in tabella

Le importazioni della Germania nel 2010

Paesi Miliardi di euro Variazione sul 2009

Cina 76,5 +35,0%

Paesi Bassi 68,7 +23,7%

Francia 61,7 +15,8%

Stati Uniti 45,0 +14,7%

Italia 43,6 +17,4%

Totale* 797,0 +20,0%

*Inclusi altri Paesi non elencati in tabella

Certo, il mercato tedesco è anche mol-to esigente. L'alta apertura agli scam-bi internazionali e la forte attrattivitàdell'economia del Paese si traduconoin un contesto competitivo molto duroche riguarda quasi tutti i settori/seg-menti di attività. Le catene di importazione e distribuzio-ne e i consumatori finali, inoltre, sonoparticolarmente esigenti e attenti adogni aspetto che integra il prodotto (oservizio) venduto: efficienza nella logi-stica e rispetto dei tempi di consegna,rispetto delle norme sull'etichettatura,sulla sicurezza delle merci e sulla tute-la dell'ambiente, assistenza post-ven-dita, garanzie, imballaggio e istruzioniin lingua. In questo contesto le azien-de italiane avranno tanto più successoquanto più sapranno offrire prodotti eservizi di qualità. Nei loro sforzi di penetrazione del mer-cato tedesco e/o di consolidamento del-la loro posizione, possono contare sulcostante sostegno del "Sistema Italia".

L'Ambasciata d'Italia a Berlino e la Re-te degli Uffici Consolari forniscono in-formazioni sulla realtà economica tede-sca e assistono gli operatori italiani ineventuali contatti con le Autorità pubbli-che tedesche. Gli Uffici a Berlino e Düs-seldorf dell'Istituto per il CommercioEstero e gli Uffici delle due Camere diCommercio Italiane presenti in Germa-nia, inoltre, forniscono una nutrita seriedi servizi alle imprese (partecipazioni infiere, ricerca di partner commerciali, as-sistenza contrattuale e consulenza) ehanno un fitto programma di manifesta-zioni promozionali. L'Ufficio di Francoforte dell'Agenzia Na-zionale per il Turismo (ENIT), infine, èa disposizione degli Enti Locali e deglioperatori italiani del settore turistico perazioni mirate ad incrementare i flussi dituristi tedeschi verso l'Italia e a promuo-vere specifiche destinazioni e strutturericettive.

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Italia e Germania a confronto*

Germania Italia

Esportazioni tedesche nel mondo 952 Esportazioni italiane nel mondo 337

Saldo delle bilancia commerciale + 155 Saldo della bilancia commerciale italiana + 27

Esportazioni tedesche in Italia 58,4 Esportazioni italiane in Germania 43,6

Quota del mercato italiano su totale export tedesco 6,1% Quota del mercato tedesco su totale export italiano 12,7%

Saldo commerciale con l'Italia + 13,5 Saldo commerciale con la Germania - 13,5

* dati in miliardi di euro

Investimenti bilaterali a confronto

Partecipazioni italiane in Germania

Partecipazioni tedesche in Italia

Soggetti investitori (Banca Dati Reprint) 1.250 707

Imprese partecipate (Banca Dati Reprint) 1.800 1.389

Dipendenti complessivi delle imprese partecipate 135.000 175.000

Fatturato delle imprese partecipate (miliardi di euro) 45 75

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Nel corso dell'incontro annuale della Ca-mera di Commercio e Industria indone-siana (KADIN), tenutosi a Jakarta allapresenza del Presidente Yudhoyono,del suo Gabinetto economico e di unafolta platea di imprenditori indonesiani,è stato presentato il nuovo programmache dovrebbe consentire un'accelera-zione della crescita economica del Pae-se per il prossimo quinquennio (2011-2015). Yudhoyono, introducendo i lavo-ri, si è soffermato soprattutto sulla ne-cessità di mantenere tassi di crescitaelevati ma sostenibili, attorno al 6-7%

annuo, tali da consentire una sufficien-te crescita del welfare della popolazio-ne, il rafforzamento delle istituzioni de-mocratiche e della giustizia sociale euna distribuzione più equa della ricchez-za, senza per questo innescare al con-tempo processi inflazionistici indeside-rati e salvaguardando anche il contestoambientale. Il programma prevede lo sviluppo di 6 co-siddetti corridoi economici nelle principa-li isole indonesiane, ognuno dei quali sa-rà caratterizzato da una precisa fisiono-mia e specializzazione:

POLITICA ECONOMICA

Jakarta individua sei corridoi di sviluppo per crescere

Risaie a Java

1. Sumatra: settore minerario e agricolo(in particolare olio di palma);2. Giava: settore manifatturiero e servizi;3. Kalimantan: settore minerario;4. Sulawesi: agricoltura e pesca;5. Bali-Nusa Tenggara: turismo e produ-zione alimentare; 6. Papua-Maluku: risorse naturali.

Ruolo guida delle aziende di Stato

Il ruolo di apripista sarà attribuito in primabattuta alle società a partecipazione stata-le, che già hanno un peso di assoluto rilie-vo in tutti i principali settori economici. Ul-teriore sostegno verrà dalla canalizzazio-ne del credito attraverso le banche pubbli-che che controllano oltre un terzo degli as-set bancari indonesiani. Sia Yudhoyonoche il Presidente di Kadin, Suryo Bam-bang Sulisto, hanno sottolineato la soli-dità dei fondamentali macroeconomici delPaese, che nel 2010 ha registrato una cre-scita del PIL pari al 6,1%. Le maggiori op-portunità di crescita e di investimento ri-guardano l'insieme dei settori chiave del-l'economia: infrastrutture, energia, agroa-limentare, manifatturiero e servizi.

Dividendo demograficoLa credibilità del programma è rafforza-ta dai risultati che il Paese ha raggiuntonegli ultimi anni con un tasso di cresci-ta equilibrato che, a partire dal 2004, siè mantenuto stabilmente al di sopra del5% (incluso il 2009), senza peraltro in-nescare processi inflazionistici. Ciò hapermesso - secondo il recente rapportodel 31 marzo scorso della Banca Mon-diale - di allargare la fascia di popola-zione di ceto medio con tassi superiorianche a quelli della Cina. La popolazio-ne rientrante in questa categoria, infat-ti, è cresciuta da 81 milioni a 131 milio-ni in soli 7 anni (2003-2010) (+61,73%).Un ceto medio in continua espansione,quindi, con una migliorata capacità direddito e di consumo sono, secondo Yu-dhoyono e Sulisto, la principale garan-zia delle opportunità offerte dall'Indone-sia, unitamente all'abbondanza delle ri-sorse naturali e minerarie e al "dividen-do demografico".

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Bambini su una spiaggia di Bali Nord

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Il quadro macroeconomico della Roma-nia, Paese in cui si registra la maggiorconcentrazione unitaria di imprese ita-liane all'estero, appare in netto miglio-ramento: dopo un 2010 in fase di rallen-tamento, le previsioni del 2011 indicanouna moderata ripresa del PIL (nell'ordi-ne dell'1,5%) destinata ad acquisire pro-gressivamente consistenza per riporta-re il tasso di crescita di nuovo su livellielevati (+4,5%) già nel 2011. È l'effettoprevisto dalle misure draconiane di ri-duzione della spesa pubblica adottatedal Governo di Bucarest che, in cambio,

si appresta ad accrescere gli stanzia-menti per investimenti e ricerca. Si ag-giungono il progetto di legge di riformadel Diritto del Lavoro in senso più libe-ristico all'esame del Parlamento, men-tre la pressione fiscale sulle imprese,già relativamente bassa, potrebbe es-sere ulteriormente ridotta per incentiva-re soprattutto gli investimenti esteri. Pro-cedono anche le riforme nel settore del-la giustizia e nella lotta alla corruzioneed alla cattiva amministrazione. Gra-dualmente, insomma, la Romania si ap-presta a riprendere lo sviluppo asiatico

INVESTIMENTI ITALIANI

Bucarest: economia in ripresa, noi siamo partner strategiciÈ il primo Paese per numero di investimenti esteri realizzatidalle aziende italiane. Tremila Tir gestiscono quotidianamente iflussi di merci tra i due Paesi. Nel 2012, grazie alla politica dirigore perseguita dal Governo di Bucarest, è prevista unacrescita del PIL pari al 4,5%

Chiesa fortificata a Prejmer (foto Vutu)

degli anni pre-crisi: in tale contesto, lacrescita delle esportazioni negli ultimimesi ha ridato fiato anche alla monetalocale, oggi al massimo valore da undi-ci mesi dopo una significativa caduta inconcomitanza con il periodo della crisimondiale.

La stabilità del Paese è la carta vincente

In questo contesto si inserisce anche laprevisione di un ulteriore rafforzamentodella presenza italiana. In particolare,una recente indagine di Sergio Mariot-ti e Marco Mutinelli (Italia Multinazio-nale 2010) sottolinea la tendenza degliinvestimenti esteri diretti dell'Italia a pri-vilegiare il 'near-shoring' nel senso chea breve termine le imprese del nostroPaese appaiono orientate a privilegiaremercati vicini geograficamente e stabilipoliticamente. Si aggiunge l'ulteriore fe-nomeno del 'backshoring' cioè del pos-sibile ritorno di aziende e capitali chesembravano ormai tentati da orizzontigeografici di internazionalizzazione piùlontani. Fenomeno alimentato anche dairischi di instabilità emersi in Nord Africae Medio Oriente. In questo contesto ap-pare come oltremodo positiva la recen-

te apertura a Bucarest di un ufficio del-la SACE, responsabile per tutto l'Est Eu-ropa e il ritorno della Simest, autorizza-ta di nuovo ad operare in questo Paese.La Romania infatti riveste per l'Italiaun'importanza strategica come dimo-strano i tremila Tir che operano giornal-mente collegando i due Paesi e i circa450 voli diretti settimanali da e versol'Italia.

I numeri dell'Italia in Romania

Un importante sforzo per misurare la re-altà sottostante a questo quadro è sta-to recentemente fatto dall'Istat che hapubblicato un rapporto sulla presenzadelle imprese italiane in Romania. I da-ti su cui si basa l'analisi risalgono al2008, ma già allora erano insediate inRomania 3.777 imprese, a totale con-trollo italiano, per un totale di 138milaaddetti. Rispetto alla situazione attualeil numero è probabilmente sottostimato.Ad esempio, dai registri della Cameradi Commercio della Romania, alla fi-ne del 2010, emerge che le imprese conpartecipazione italiana al capitale socia-le erano 29.750. Va aggiunto però che icriteri di selezione dei soggetti delle dueindagini sono molto differenti e la stes-

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Bucarest - Il Palazzo del Parlamento (foto Ferran Cornellà)

sa fonte rumena specifica che le impre-se operative tra quelle identificate, era-no poco meno di 20.000. Sia il citato rapporto Istat che altre fon-ti di studio e ricerca si soffermano suifattori competitivi che inducono le im-prese italiane alla scelta di estendere lapropria operatività all'estero. Il primo fat-tore resta, ancora oggi, il costo del lavo-ro che, nel caso romeno, permane a li-velli molto convenienti. Nel 2008, infat-ti, il costo medio pro-capite in Romaniaera pari a 5.200 euro all'anno, rispetto a2.700 in Cina, 3.600 in India, 12.400 inTurchia, 17.100 in Brasile e 50.000 inGermania. Gli altri vantaggi competitividella Romania, rilevati dall'indagineIstat, sono la vicinanza geografica (seiore di percorrenza in automobile dalconfine italiano a quello romeno), la pro-duttività del lavoro, il buon livello dellestrutture logistiche e distributive, la fa-cilità di contatti dovuti alla omogeneitàlinguistica, la difesa del 'know-how' del-l'azienda, la stabilità politica e la cre-scente semplificazione normativa. A tut-to ciò si aggiunge la possibilità di lavo-rare nel contesto delle regole della UEe di poter accedere ai finanziamenti eu-ropei dei fondi strutturali (con una dota-zione finanziaria destinata alla Roma-nia che nel periodo 2007-2013 ammon-ta a 31,5 miliardi di euro).

Presenza geografica allargataDall'indagine emerge anche che alla primaondata delle Pmi concentrata sul polo di Ti-misoara è seguita una seconda fase in cuila presenza di queste si è allargata sul re-sto del territorio della Romania e si sonoaggiunte le grandi imprese (Enel, Pirelli,Ansaldo Nucleare), le banche e assicu-razioni (Unicredit, Intesa-SanPaolo,Gruppo Veneto Banca, Generali - Fata),le costruzioni (Astaldi, Pizzarotti, TirrenaScavi, Secol, Todini, Condotte) e la filie-ra agro-alimentare (Parmalat e più recen-temente Riso Scotti, Colussi, Antinori emolti altri). Il manifatturiere svolge ancoroggi la parte del leone, ma sono semprepiù insistenti i segnali di un crescente inte-resse del nostro capitale verso i settori ovein futuro è prevedibile una crescita tumul-tuosa dell'economia rumena: agricoltura,energia, infrastrutture e servizi. Solo per fa-re un esempio nel settore delle infrastrut-ture, secondo i dati ANCE, è in corso in Ro-mania la realizzazione di commesse gesti-te da aziende italiane per oltre 1.581 milio-ni di euro. Con immediate opportunità dicrescita tenuto conto del fatto che nel cor-so di quest'anno le Autorità romene inten-dono lanciare progetti infrastrutturali percirca 6,5 miliardi di euro.

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Cluj-Napoca - La città è capitale della regione economica di nord-ovest

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Dopo il calo del 2009, il commercio este-ro svedese ha beneficiato della ripresadell'economia internazionale ricevendoforte impulso, come confermano i datipubblicati il 28 febbraio scorso da 'Sta-tistics Sweden', che continua a regi-strare la crescita record dell'economiasvedese.Il commercio estero svedese sta gra-dualmente ritornando ai livelli pre-crisi.Nel 2010 le esportazioni a 1.136 miliar-di di corone (pari a 127,6 miliardi di eu-ro), sono aumentate del 14 per cento ri-spetto al 2009 e le importazioni, pari a1.066 miliardi di corone (119,8 miliardidi euro) sono cresciute del 17 per cen-to. Il saldo della bilancia commerciale èpositivo. Tali aumenti vanno letti alla lu-ce della contrazione del 2009 che ha vi-sto diminuire del 17 per cento circa, ri-

spetto al 2008, sia le importazioni che leesportazioni. Il valore di queste ultime èancora lievemente inferiore a quello del2008. La maggior parte dell'interscam-bio con l'estero interessa l'Europa: il72% delle esportazioni svedesi è desti-nato ai Paesi europei e l'83% delle im-portazioni provengono dall'Europa.

UE primo partner

In particolare le esportazioni verso iPaesi dell'Unione Europea (pari al57,3% dell'export totale svedese) sonoaumentate del 12 per cento e le impor-tazioni dai Paesi UE (67,8% dell'importtotale) sono cresciute del 15 per cento.Gli aumenti maggiori hanno riguardatoEstonia (esportazioni +47%, importazio-

CONGIUNTURA

Stoccolma: il commercio estero torna a livelli pre-crisi

Stoccolma - Il cambio della Guardia a Palazzo Reale (foto Fabio Paradiso)

ni +71%), Regno Unito (esportazioni+14%, importazioni +18%) e Germania(esportazioni +12%, importazioni +18per cento). Al di fuori della UE, gli aumenti maggio-ri hanno interessato la Russia (esporta-zioni +49%, importazioni +61%) e la Ci-na (esportazioni +14%, importazioni +25per cento). Le esportazioni verso gli Stati Uniti so-no aumentate del 31%, mentre le impor-tazioni sono diminuite del 3 per cento. Per quanto riguarda i Paesi destinataridelle esportazioni svedesi, al primo po-sto si colloca la Germania (con una quo-ta del 9,97% sul totale), seguita da Nor-vegia (9,96%), Regno Unito (7,4%), Sta-ti Uniti (7,3%) e Danimarca (7,5%). L'Ita-lia è all'undicesimo posto (2,8%). Tra i primi 10 Paesi fornitori della Sve-zia si collocano nell'ordine: Germania(con una quota di mercato del 18,5% deltotale delle importazioni), Norvegia(9%), Danimarca (8,3%), Paesi Bassi(6,5%) e Regno Unito (5,7%).

Saldo positivo con l'ItaliaAnche i valori dell'interscambio commer-ciale tra Italia e Svezia non sono ancoratornati ai livelli pre-crisi. Le esportazionisvedesi in Italia, pari a 32,7 miliardi di co-rone (circa 3,7 miliardi di euro), sono au-mentate del 7,5% e le importazioni svede-si dall'Italia, pari a 31,2 miliardi di corone(3,6 miliardi di euro), sono cresciute del10,3%. La bilancia commerciale è quindipositiva per la Svezia con un saldo di cir-ca 1,54 miliardi di corone (178 milioni di eu-ro). Tradizionalmente, le importazioni sve-desi dall'Italia riguardano macchinari di usogenerale e speciale, macchinari e appa-recchiature elettriche, ferro ed acciaio, au-toveicoli. Tra i principali prodotti svedesiimportati nel nostro Paese figurano nell'or-dine: ferro ed acciaio, carta e cartone, au-toveicoli, macchinari di uso generale e pro-dotti farmaceutici.

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Stoccolma - Panorama dal Municipio (foto Johannes Akkach)

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Si è tenuta a Francoforte la terza tappainternazionale della Intesa SanpaoloStart-Up Initiative, un evento organiz-zato dal Gruppo Intesa Sanpaolo con ilpatrocinio dell'Ambasciata d'Italia aBerlino e finalizzato a presentare a po-tenziali investitori tedeschi progetti im-prenditoriali italiani nel settore del clean-tech. Si tratta della prima tappa tedescadel progetto che ha lo scopo di favorirel'avvicinamento tra il mondo dell'innova-zione e della ricerca e quello della finan-za e rappresenta l'unico percorso end-to-end a livello europeo che accompa-gna l'intero ciclo di vita della start-up, daprima della sua fondazione alla sua va-

lorizzazione tramite exit strategy. È ge-stita dal Team Innovazione della Divisio-ne Corporate & Investment Banking del-la Banca, che fa capo al Direttore Ge-nerale Gaetano Micciché, che spiega:"Ricerca e innovazione fanno la diffe-renza per quelle aziende che voglionocrescere e competere nell'economiaglobale e in un mondo in costante evo-luzione. Attraverso Intesa SanpaoloStart-up Initiative, abbiamo deciso di co-gliere questa sfida individuando e for-mando le giovani realtà imprenditorialidel nostro Paese ad alto contenuto tec-nologico e innovativo e dando loro lapossibilità di presentarsi al mercato".

VENTURE CAPITAL

Intesa Sanpaolo promuove all'estero l’Italia hi-tech

Roadshow internazionale per la Start-Up Initiative del gruppobancario italiano,che ha l'obiettivo di mettere in contatto progetti hi-tech allo stato nascente con gli investitori di tutto il mondo

Francoforte - Panorama della città dalla Maintower (foto Holger Weinandt)

Selezione rigorosaOgni edizione della Intesa SanpaoloStart-up Initiative - se ne sono tenute ot-to in Italia e quattro fuori dai confini na-zionali - dopo una scrematura iniziale,seleziona una trentina di start-up italia-ne e straniere, che si distinguono per ilcarattere fortemente innovativo. Questeaffrontano un percorso di formazione inaula (Boot Camp) mirato ad irrobustireil Business Plan e a rendere più effica-ce la comunicazione agli investitori. È un impegno massiccio: basti pensareche a oggi, circa 650 tra Start-Up e pro-getti Early Stage sono stati contattati perle selezioni. Di questi, 170 hanno avutocomplessivamente accesso alla fase diformazione.Il passo successivo è quello che portaal confronto diretto con gli investitori, gliInvestor Arena Meetings. La selezioneviene effettuata da un apposito panel dicui fanno parte operatori della finanza,imprenditori e docenti universitari cheidentificano le realtà più pronte per gli in-contri a porte chiuse con investitori se-lezionati, sia italiani sia stranieri.

Nel corso di questi incontri vengono pre-sentate ogni volta 10-12 iniziative, rag-gruppate secondo un criterio di specia-lizzazione settoriale: biotecnologie, ICT,media e servizi digitali, cleantech eenergie rinnovabili, nanotecnologie,elettronica e, infine, iniziative cosiddet-te di social impact che includono attivi-tà non profit o comunque profit ma conforti ricadute sociali.

Collegamenti internazionali

Ad oggi sono stati organizzati 12 incon-tri con gli investitori con la presentazio-ne di oltre 100 neorealtà imprenditoria-li che si sono confrontate con oltre 880tra potenziali investitori e partner indu-striali. Quattro di questi incontri si sono svoltiall'estero: due a Londra, uno a SanFrancisco in occasione dell'Italian Inno-vation Day e uno a Francoforte. SpiegaMicciché: "Convinti dai risultati raggiun-ti nelle edizioni italiane, nel novembredel 2010 abbiamo avviato un road-showall'estero per consentire alle nostre

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Gaetano Micciché

start-up di confrontarsi con potenziali in-vestitori anche al di fuori dei confini na-zionali". A questo allargamento di oriz-zonti ha contribuito anche l'interessecrescente per l'iniziativa da parte di as-sociazioni internazionali come Mind theBridge, un'iniziativa non profit che miraa promuovere un ecosistema imprendi-toriale italiano creando un ponte realetra l'Italia e la Silicon Valley, negli StatiUniti. Anche in Italia, con l'obiettivo diottimizzare le risorse e le iniziative de-dicate alla ricerca e sviluppo, la IntesaSanpaolo Start-up Initiative ha avviatocollaborazioni con altri enti e associa-zioni impegnati a promuovere l'innova-zione. È il caso, per fare qualche esem-pio, dell'edizione di gennaio 2011, svol-ta in collaborazione con l'Alta ScuolaImpresa e Società (Altis) dell'Universi-tà Cattolica del Sacro Cuore e l'Asso-ciazione San Michele Valore Impresacome tappa italiana della Global SocialVenture Competition, il Premio inter-nazionale ideato dalla Università diBerkeley per favorire e sviluppare ideeimprenditoriali a forte rilevanza sociale

e impatto ambientale. Oppure dell'edi-zione di aprile 2011, dedicata alle im-prese innovative biotecnologiche e bio-medicali che, per il secondo anno con-secutivo, si è tenuta contestualmente alBioInItaly Investment Forum, eventoideato e organizzato sin dal 2008 da As-sobiotec, l'Associazione Nazionale perlo Sviluppo delle Biotecnologie, aderen-te a Federchimica, e Innovhub, azien-da speciale della Camera di Commer-cio di Milano per l'innovazione.Intesa Sanpaolo appare intenzionata asviluppare il proprio ruolo di collante trail mondo dell'innovazione e quello dellafinanza internazionale. Nel programmadella Intesa Sanpaolo Start-Up Initiativesono infatti già previsti nuovi appunta-menti a New York (5 maggio), Londra(16 giugno) e di nuovo Francoforte (21giugno). Il road-show internazionale proseguiràanche nella seconda metà dell'anno, co-sì come le iniziative domestiche, con da-te e tappe in via di definizione.

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Il logo dell’iniziativa

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AERONAUTICA

Australia: Virgin Blue ordina 18 ATR72

La seconda compagnia aerea australia-na, Virgin Blue, ha annunciato l'introdu-zione di circa 18 velivoli turbopropATR72, realizzati in joint venture da Ale-nia Aeronautica e EADS. I primi quat-tro ATR72 saranno consegnati entro lametà del 2011. I velivoli ATR72 sostituiranno i meno ef-ficienti Embraer 170, attualmente utiliz-zati dalla compagnia sulle tratte regio-nali e costituiranno il fulcro del nuovonetwork regionale di Virgin Blue, recen-temente potenziato tramite l'alleanzastrategica con la compagnia aerea re-gionale dello Stato del Western Austra-lia Skywest.

AGROALIMENTARE

Messico: American Food Show in settembre

L'Ambasciata messicana in Italia hareso noto che dal 7 al 9 settembre 2011si svolgerà a Cancun la Fiera "LatinAmerican Food Show 2011" sotto il pa-trocinio del Ministero degli Affari Este-ri del Messico e ProMexico (UfficioCommerciale del Messico). L'evento si prefigge la diffusione di pro-dotti alimentari e bevande e viene rico-nosciuta, nel settore, come la fiera del-l'export più grande e importante del-l'America Latina.Maggiori informazioni sono reperibili sulsito www.lafs.com.mx.

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Un Atr 72

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CANTIERISTICA

Malta: Palumbo si aggiudica un nuovo cantiere privatizzato

La Palumbo di Napoli ha firmato con ilGoverno maltese il contratto di conces-sione trentennale per la gestione delcantiere Malta Super Yachts Yards (exMalta Super Yachts Services). Palumbo verserà una cifra globale di29,4 milioni di euro. La società napole-tana si è inoltre impegnata ad investire3,6 milioni durante i primi 5 anni. Nel2010 Palumbo era già entrata in posses-so dei cantieri (statali) di Malta Ship Re-pair, localizzati a Cospicua.

ENERGIA

Austria: OMV completa l’acquisizione di Petrol Ofisi

L'Ente petrolifero austriaco OMV che ègià in possesso del 97% della turca Pe-trol Ofisi, acquisita per 2 miliardi di eu-ro (somma da versare in due tranche),intende completare l'operazione rilevan-do il restante 3%. I costi stimati ammon-terebbero a 54,9 milioni di euro.

Colombia: Sicim costruirà l’oleodotto Bicentenario

SICIM Colombia, filiale dell'italiana SI-CIM S.p.A., si è recentemente aggiudi-cata un importante appalto per l'installa-zione del primo tratto (230 km) dell'oleo-dotto Bicentenario, che si svilupperà neidipartimenti di Arauca e Casanare (zonasud-orientale del Paese). Il valore della commessa è di 236 milio-ni di dollari. I lavori dovrebbero conclu-dersi alla fine del 2011. Il progetto com-plessivo dell'oleodotto Bicentenario pre-vede la realizzazione di una linea di 960km fino al porto di Covenas (dipartimen-to di Sucre), per un investimento totalecalcolato in 4,2 miliardi di dollari. Unavolta terminato, potrà trasportare fra450.000 e 600.000 barili di greggio algiorno. Il committente colombiano è laOBC, partecipata della società naziona-le petrolifera Ecopetrol e della canade-se Pacific Rubiales. Nel 2010 Sicim si era anche aggiudica-ta, assieme a un partner locale, una com-messa di Transcanada Pipelines, inMessico, per la realizzazione di un ga-sdotto di 310 chilometri che collegherà ilterminale di rigassificazione del gas na-turale localizzato a Manzanillo con Gua-dalajara.

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ENERGIA

Croazia: al via una gara per realizzare una centrale a Ombla

Il Vice Primo Ministro croato per gli in-vestimenti Miloševic ha annunciatol'avvio entro l'anno delle procedure perla costruzione della centrale idroelettri-ca di Ombla, nella baia Rijeka, a 5 kmda Dubrovnik. Gran parte delle struttu-re della centrale saranno interrate. Lacentrale mira a colmare le attuali caren-ze della rete elettrica della zona di Du-brovnik, soggetta a interruzioni nei mo-menti di bassa idricità dei bacini e/o diconsumi di punta particolarmente ele-vati, condizioni atmosferiche o dell'ec-cessivo carico della rete. Inoltre la cen-trale contribuirà a triplicare l'approvvi-gionamento idrico della città. Capofiladel progetto, del valore totale di circa140 milioni di euro, sarà la HEP che po-trà avvalersi, tra l'altro, di un supporto fi-nanziario della Banca Europea per laRicostruzione e Sviluppo (BERS). Ilprogetto prevede la realizzazione di

quattro unità, per una potenza totale di8 MW e una produzione annua previstadi 220 milioni di GWh. BERS sta prov-vedendo a far effettuare una "due dili-gence" del progetto, sia dal punto di vi-sta amministrativo (impatto ambientalee permessi vari) sia sotto il profilo deglistudi geologici e tecnici. Nel secondo tri-mestre di quest'anno dovrebbe inveceessere lanciata la gara per la realizza-zione del progetto che comprenderà:- preparazione del sito e costruzione distrade, condutture per l'acqua potabile,dighe sotterranee, installazione dellequattro unità della centrale, connessio-ne con la rete elettrica;- fornitura di tutte le apparecchiaturemeccaniche, idro-meccaniche e elettro-meccaniche, IT e apparecchiature perla raccolta dell'acqua potabile;- sistema di controllo e testing;- addestramento del personale che sa-rà impiegato nella centrale;- consulenza per eventuali future gareper la gestione della centrale.

Dubrovnik - Le fortificazioni

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FINANZA

Austria: Hypo Alpe Adria si restringe all'estero

Nel quadro del piano di risanamento delgruppo bancario Hypo Alpe-Adria, na-zionalizzato dalla Repubblica Austriacaper evitarne il crack finanziario, il Con-siglio di Sorveglianza ha deciso il gra-duale ritiro da sette delle dodici nazioniin cui è presente per concentrare in fu-turo le attività su Bosnia-Erzegovina,Croazia, Serbia e Montenegro e Slove-nia. Prossimamente verranno vendutele compartecipate in Austria ed Italia.Seguiranno poi quelle in Bulgaria, Ger-mania, Macedonia ed Ucraina.

TURISMO

Oman: organizza una fiera su salute e 'wellness'

L'Ente Fiere "Oman Expo" organizzeràdal 27 al 29 settembre 2011 a Mascatela seconda edizione della fiera "Med He-alth and Wellness Conference andExhibition". L'evento è dedicato alle im-prese operanti nei settori della salute edel benessere. Maggiori e più dettagliate informazionipotranno essere richieste direttamenteal responsabile dell'iniziativa, Mr. Abdul-lah Beg, Senior Project Manager, OmanExpo, ai seguenti recapiti: tel. 0096824660130 - 124; cell. 00968 995140107; email [email protected].

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Oman - La spiaggia a Duqm

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ALGERIA

Al via in giugno la Fiera Internazionale di Algeri

La Fiera Internazionale di Algeri(44esima edizione) principale eventofieristico del Paese, si terrà dall'1 al 6giugno 2011 presso il Palazzo delleEsposizioni. Per maggiori informazioniè possibile consultare il sito www.sa-fex-algerie.com. La manifestazione è a carattere pluri-settoriale: dedicata ai beni strumentali,di consumo durevoli e di largo consu-mo. L'edizione 2010 ha registrato la pre-senza di 1.203 aziende, i Paesi stranie-ri partecipanti sono stati circa 43, l'Ita-lia, con un'area netta di 1.725 mq e 65aziende è stato il secondo paese este-ro più rappresentato per area occupa-ta, dopo la Cina.

AUSTRALIA

Canberra prevede in crescital’export di materie prime 2011

L'Australian Bureau of Agriculturaland Resource Economics and Scien-ces (ABARES) ha recentemente previ-sto che le esportazioni di materie prime(agricole e minerarie) australiane am-monteranno a AUD 251 miliardi nel cor-so dell'anno fiscale 2011-12, in aumen-to del 14% rispetto al 2010-11.Il valore delle sole esportazioni minera-rie ed energetiche ammonterà a circaAUD 215 miliardi, in aumento del 16%rispetto al 2010-11 e del 54% rispetto al2009-2010. Secondo i dati comunicatidall'Australian Bureau of Statistics, ilPIL australiano è cresciuto del 2,7% nelcorso dell'intero 2010, confermando lasolidità dell'andamento economico inAustralia ed è stato generato dall'au-mento degli investimenti in beni indu-striali (+4,7%) e dalle esportazioni(+3%), trainate dai favorevoli termini discambio (+22% )nel corso del 2010. È ilmaggiore incremento annuo degli ultimi50 anni.

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La miniera d’oro di Boddington - La miniera, situata sullaestrema punta Sud-Occidentale del Paese, è stata riapertanel febbraio 2010 dopo una chiusura decennale. Si stimache, una volta raggiunta la piena operatività, diventerà lapiù grande miniera aurifera australiana (foto Calistemon)

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AUSTRIA

Italia secondo partner commercialedi Vienna dopo la Germania

In base ai dati pubblicati dall'Istituto Na-zionale austriaco di Statistica "StatistikAustria", nel 2010 l'Italia si è conferma-ta come secondo partner commercialedell'Austria, dopo la Germania, sia co-me Paese acquirente che come fornito-re, con una quota di mercato sul totaledell'import austriaco di circa il 7%. Nel periodo gennaio-dicembre 2010, leesportazioni italiane in Austria sono am-montate a 7.650.102 milioni di euro, inaumento del 15,4 % rispetto allo stessoperiodo del 2009, mentre le importazio-ni italiane dall'Austria sono ammontatea quasi 8.546.805 milioni di euro, in au-mento del 12,7% rispetto allo stesso pe-riodo del 2009. Il saldo della bilanciacommerciale è positivo per l'Austria per896 milioni di euro ma è diminuito del6,5% rispetto al 2009.

COLOMBIA

Per S&P il debito di Bogotàdiventa investibile

Standard & Poor’s ha innalzato il ratingdella Colombia da BB+ a BBB-. Il dato èrilevante per due motivi: conferisce perla prima volta al debito del Paese unaqualifica 'investment gradè e sancisceun progresso per la prima volta in 12 an-ni, durante i quali il rating era rimasto im-mutato. Tra i Paesi latino-americani laColombia viene cosí a trovarsi al terzo li-vello, insieme a Brasile e Panama, dopoCile (A+), Messico e Perú (entrambi conBBB+). Il miglioramento del grado di ri-schio non è però stato finora conferma-to da Moody's e Fitch. Moody's, primadi pronunciarsi, desidera acquisire con-ferma che le misure di politica moneta-ria, cambiaria e fiscale, in discussione alCongresso, siano approvate e sosteni-bili. Il Governo colombiano sarà però te-nuto a vigilare affinché il crescente af-flusso di valuta straniera (soprattutto sea titolo speculativo) non si traduca in unaeccessiva rivalutazione del peso colom-biano nei confronti del dollaro statuniten-se, compromettendo la competitività del-le esportazioni.

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Bogotà - L'economia della Colombia è per dimensione laquinta del Sud America. È regolamentata dal Ministerio deHacienda y Crédito Público e dal Banco de la República deColombia (banca centrale), con il sostegno del Ministerodel Commercio, dell'Industria e del Turismo (foto Elviper)

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PAESI BASSI

La nuova politica industrialedell’Aja punta sull'innovazione

Il Governo dei Paesi Bassi ha tracciatole linee di un piano di politica industrialeche ha l'obiettivo di rafforzare la capacitàdi innovazione del Paese. In particolare so-no state individuate nove filiere che già og-gi contribuiscono a produrre il 25% del va-lore aggiunto del Paese: agricoltura(5,8%), high-tech (6,7%), energia (3,4%),logistica (3,4%), chimica (2,2%) e farma-ceutica (3,7%). Il piano prevede uno stret-to legame tra centri di ricerca e apparatoproduttivo in questi settori.Potranno beneficiare di quasi 1,5 miliardidi euro di finanziamenti pubblici comples-sivamente disponibili per la ricerca e l'in-novazione secondo priorità individuate perogni comparto da appositi comitati diesperti ("top team") provenienti dal setto-re imprenditoriale, dagli enti di ricerca eformazione e dalle istituzioni. Le risorse fi-

nanziarie saranno erogate dai Ministeri divolta in volta competenti e dai principali en-ti di ricerca statali con particolare riguardoa Netherlands Organisation for ScientificResearch (NWO) e Royal NetherlandsAcademy of Arts and Sciences (KNAW).Cambieranno anche gli strumenti: i sus-sidi a fondo perduto lasceranno il postoa prestiti a tassi agevolati o con l'inter-mediazione di un neo costituto Innova-tion Fund. Si cercherà di garantire cheanche progetti ad alto rischio, ma tecni-camente validi, ricevano la dovuta atten-zione. Il Governo ha inoltre previsto unasostanziale riduzione degli oneri tributa-ri a carico delle imprese e una semplifi-cazione delle procedure per la creazio-ne di nuove società. Verrà inoltre costi-tuito un sistema di brevetti off-the-shelfbasato sul principio del no-cure-no-pay,per le nuove imprese: dovranno pagarei diritti solo nei limiti entro cui i brevettistessi sono stati utili al raggiungimentodel risultato.

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Direttore Responsabile:Fabio TamburiniProprietario ed Editore:Il Sole 24 ORE S.p.A. Radiocor Agenzia d’informazione Redazione:Via Monte Rosa, 91 20149 Milano Tel: 02.30221 - Fax: 02.3022.481

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Coltivazioni di tulipani nel Noord Holland - L’Olanda è il secondo paese al mondo per esportazione di prodotti alimentari (per un totaledi 55 milardi di euro) primeggiando nell'export di alcuni prodotti agricoli ed è il primo esportatore al mondo di fiori e bulbi con oltreil 60% dell'export mondiale. (foto Alessandro Vecchi)