Sommario a cura di Mons. Gianluigi Carminati · 2018. 6. 11. · «preghiera di adorazione»....

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Sommario

È entrata a far parte della famiglia di Dio:Salò

Bianchi Tommaso MaicolBussi BiancaDolcetti AndreaMedaglia TommasoOneta Giulia IsabelPiovani GiacomoTonni Giacomo

Sono tornati alla casa del Padre:Campoverde

Guatta Angela ved. Lavo anni 84

Salò

Passeri Maurizio anni 51Ferrari Giuseppe anni 82Proietti Lippi Onelio anni 89Fontana Marisa anni 87Vincenzi Ivone anni 78

Villa

Azzini Gianpaolo anni 64

Tappe della vita

IL DUOMO - n°6 - Giugno 2018

• Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974

• Per pubblicità: Segreteria Parr. tel. 0365 521700 • Fax. 0365 523294• sito internet: www.parrocchiadisalo.it

03 EDITORIALELa parola del Parroco

04 I CRESIMATI DEL 2018

06 ATTIVITA’ DEGLI ORATORIfoto ricordo delle attività appena concluse.

09 DON ANGELO GELMINIIl Vescovo Tremolada lo ha nomitato

Vicario episcopale per il clero

10 LA MUTUO SOCCORSOUn incontro in sede con la presidentessa e

il direttivo per parlare delle nuove sfide.

12 SUORE DELLA VISITAZIONELe suore hanno scritto per noi una rifles-sione incentrata sulle figure di S. France-

sco di Sales e S. Margherita Alacoque

06 GREST e In.d’E ‘18 Una nuova estate in oratorio. A Giugno a

Campoverde e ad Agosto a Salò. “Le Madonne di Salò”

in Copertina: Madonna con Gesù Bambino e San Rocco

ambito bresciano - affresco del 1512Chiesa dei Ss. Nazaro e Celso a Renzano - Salò

La Madonna della RosaIn origine l’affresco rappresentava Maria con il Bambino fra i santi Rocco e Sebastiano (si intravedono, sulla de-stra, l’aureola, la spalla e le frecce del martire).È una rappresentazione molto cara alla pietà popolare, particolarmente diffusa nel bresciano e in tutta la Lom-bardia. Rocco e Sebastiano sono i due principali santi invocati come protettori dalla peste. Accostati alla Vergi-ne, i due santi non esprimono solo devozione, ma anche segno di ringraziamento: un ex voto per grazia ricevuta. San Sebastiano, infatti, sopravvive al martirio e le sue ferite sono paragonate, nel sentimento popolare, ai bubboni della peste che sopraggiungono come frecce scagliate da un arco, mentre San Rocco, è lui stesso un salvato alla pestilenza.Il dipinto di Renzano è dunque una testimonianza di gra-titudine per la sconfitta del flagello che ha colpito le po-polazioni di quel tempo.L’espressione di Maria è, pertanto, comprensibilmente seria, pietosamente partecipe della condizione dei suoi figli ai quali volge lo sguardo fermo e rassicurante.Proprio gli occhi materni di Maria sono il centro focale che catalizza lo sguardo del fedele. San Rocco, a sua volta, invita a contemplare l’amorevole confidenza del Bambino che, con la mano sul petto, esor-ta a rivolgersi con affetto e fiducia alle cure della Madre.Nel grembo di Maria sboccia una rosa bianca simbolo contemporaneamente del candore verginale e del devo-to omaggio della preghiera rivolta alla materna interces-sione della “Rosa mistica”.

a cura di Mons. Gianluigi Carminati La Parola del Parroco

Con questo numero di giugno, che precede la pausa estiva, si

completa il primo ciclo di dieci nu-meri annuali de “Il Duomo Insieme”, il giornalino unitario delle tre parroc-chie.

Lo scorso settembre abbiamo chie-sto a voi lettori di aiutarci con i vo-stri suggerimenti: sulle risposte del questionario ha lavorato il gruppo di redazione, con impegno ed entusia-smo, e credo ora possiate valutare i risultati di questo lavoro. Il primo e forse più evidente è la nuova forma grafica; ma ci sono novità anche nei contributi che si sono aggiunti per coinvolgere maggiormente le tre parrocchie e per armonizzare tra loro due diverse esperienze e diver-se esigenze di giornale parrocchiale. Mentre “Il Duomo”, per lunga tradi-zione, seguiva già la cadenza mensile e rubriche stile rivista periodica, “In-sieme”, frutto della collaborazione tra le parrocchie di Villa e Campover-de, aveva invece un ritmo più legato alle occasioni e festività dell’anno con uno stile più disinvolto e rispon-dente alle attività della comunità parrocchiale.

da “Bollettino parrocchiale”a “Giornale della comunità”

La nostra diocesi ci invita e ci accom-pagna nel passaggio da “Bollettino parrocchiale” a “Giornale della co-munità”, perché anche il nostro noti-ziario sia sempre più strumento che

concorre a costruire una comunità autentica.

Il nostro notiziario ha il compito di essere uno spazio che promuove una cultura attenta alla persona e ai valori cristiani, una comunicazione corretta, aderente al vero, non ag-gressiva e spregiudicata, che sappia rinsaldare sinceri rapporti umani.

È uno strumento che informa di quanto di più significativo avviene nelle parrocchie, negli oratori, negli ordini ecclesiali, senza dimenticare i nostri missionari, religiosi e laici, perché possa crescere la partecipa-zione alle iniziative parrocchiali, la collaborazione e il dialogo all’interno della comunità.

È uno strumento che parla a una co-munità ampia, dove gli anziani sono numericamente prevalenti; per que-sto abbiamo introdotto nuovi con-tributi per raggiungere nuovi lettori dove siamo purtroppo poco presen-ti: tra le famiglie giovani e quelle che si sono trasferite qui da poco.

Anche a voi chiediamo di unir-vi in questo sforzo perché il notiziario possa raggiungere nuovi lettori, soprattutto dove siamo poco presenti;

avremo sempre qualche copia stam-pata in più da darvi perché possiate donarla a un parente o a un vicino.

Questo giornalino prosegue sulla strada del rinnovamento per raccon-tare sempre meglio la vita della co-munità e in questo modo concorrere a costruirla.

Il giornale della comunità La festa del Corpus Domini

I cristiani devono imparare la «preghiera di adorazione».

L’adorazione come obbiettivo del «cammino» del credente è stata al centro dell’omelia di papa Fran-cesco, del 5 febraio scorso, in S. Marta: «Tante volte penso che noi non insegniamo al nostro popolo ad adorare. Sì, gli insegniamo a pregare, a cantare, a lodare Dio, ma ad adorare...». La preghiera di adorazione, ha detto, «ci annienta senza annientarci: nell’annienta-mento dell’adorazione ci dà nobil-tà e grandezza».

E a quella esperienza in cui si an-ticipa la vita in cielo, ha aggiunto, si può arrivare soltanto «con la memoria di essere stati eletti, di avere dentro al cuore una pro-messa che ci spinge ad andare e con l’alleanza in mano e nel cuo-re». Quindi «sempre in cammino: cammino difficile, cammino in salita, ma in cammino verso l’ado-razione», verso quel momento in cui «le parole spariscono davanti alla gloria di Dio: non si può parla-re, non si sa cosa dire».

Nel farlo presente il Papa ha esemplificato che il re «Salomone soltanto osa dire due parole, in mezzo all’adorazione: “Ascolta e perdona”, soltanto quello. Non si può dire di più. Adorare in silenzio con tutta una storia addosso», e chiedere a Dio: «Ascolta e perdo-na».

Concludendo la sua meditazione, il Papa ha quindi suggerito: «Ci farà bene, oggi, prendere un po’ di tempo di preghiera» e in esso fare «memoria del nostro cam-mino, la memoria delle grazie ri-cevute, la memoria dell’elezione, della promessa, dell’alleanza». Un percorso interiore nel quale «cercare di andare su, verso l’ado-razione, e in mezzo all’adorazio-ne con tanta umiltà dire soltanto questa piccola preghiera: “Ascolta e perdona”».

(da: Osservatore Romano, n.029, 06/02/2018)

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Cresime e Prime Comunioni 2018

19 maggio: celebrazione delle Cresime

Sabato 19 e domenica 20 maggio le nostre comunità hanno vissuto la celebrazione dei sacramenti del-

la Cresima e della Prima Comunione dei nostri ragazzi. È una circostanza gioiosa vissuta e celebrata in primo luogo dalle famiglie coinvolte, ma è una festa particolar-mente importante per tutta la comunità che vive, in que-sto modo, il grande e gioioso compito della trasmissione della fede alle nuove generazioni.

Da alcuni anni, con il progetto dell’Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi, la nostra Diocesi ha scelto e confermato di sottolineare l’unità dei sacramenti intro-ducendo la celebrazione unitaria della Confermazione e della Eucarestia che è, a tutti gli effetti, una unica tappa del cammino di iniziazione alla vita di fede.

Quest’anno si è ritenuto opportuno aiutare i ragazzi, e le loro famiglie, a vivere in modo più completo i due sacra-menti mantenendoli uniti, anche se vissuti in momenti distinti: • sabato pomeriggio, in Duomo, la celebrazione della

Liturgia della Parola, senza la S. Messa, con il sacra-mento della Cresima, amministrato da mons. Gior-gio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni, Sierra Leone, per le tre parrocchie riunite;

• domenica la Celebrazione dell’Eucarestia, rispettiva-mente nelle parrocchie di Salò e di Villa, con la Prima Comunione.

L’esperienza è stata molto positiva. I ragazzi hanno potuto vivere più serenamente e con maggiore intensità la grandezza di entrambi i sacramenti:

• la Cresima, Confermazione del dono del Battesimo ad opera dello Spirito, che per certi aspetti è una ce-lebrazione privilegiata perché è fatta una volta sola nella vita

• e la Comunione che, invece, è esperienza che si prolungherà per tutta la vita e che si rinnoverà ogni domenica. Naturalmente viene solennizata la prima Comunione, che tuttavia non è l’unica e non è nem-meno quella più intensa.

L’intera comunità, che ha a cuore tutti i suoi figli, ora ac-compagna questo gruppo con gioia, ma anche con Spe-ranza: la speranza non è una fiacca attesa di veder rea-lizzate le proprie aspettative, ma è uno sguardo di fede sul futuro, la fiduciosa certezza che il Signore è all’opera, con i suoi doni, per la crescita della vita dei nostri ragazzi.

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Si può spiegare a dei gio-vani cristiani cosa sia

la Trinità, provando a dire qualcosa che non sia sem-plicemente “è un mistero?”

Nell’omelia della liturgia alla feste dell’oratorio, il nostro Parroco mons. Carminati ci ha provato e lo ha fatto usando un linguaggio che i ragazzi conoscono bene: quello dell’aritmetica.... e per farsi capire meglio, nel bel mezzo del suo discorso ha mostrato, con l’aiuto di due chierichetti, un grande cartello su cui era scritta questa operazione:

1 + 1 + 1 = 1

L’errore evidente della som-ma aiuta a capire quale sia l’errore che si può commet-tere pensando alla Trinità.

Ma se sostituiamo i “+ più” con dei “x per” allora il ri-sultato diventa giusto.

1 x 1 x 1 = 1

Così è per la Trinità: tre Per-sone non una più l’altra, ma una per l’altra, tanto da es-sere una persona sola.

Lo stesso è per il prossimo, per le famiglie, per le comu-nità, per i gruppi di amici. Quel “+ più”, che definisce una relazione puramente quantitativa, ci aiuta a ricor-dare che noi non dobbiamo comportarci come se fossi-mo semplicemente avvici-nati uno all’altro.

Quando non si è gli uni con gli altri, ma gli uni per gli al-tri, allora lo Spirito Santo è in mezzo a noi.

Festa in Oratorio a Salò

Oratorio di Salò Oratorio di Camporverde - Villa

Roma Express Prima e seconda media - Alcune testimonianze

Valentina : È stata un’esperienza bellissima, molto emo-zionante incontrare il Papa! Sarebbe bello riproponesse-ro questa esperienza.

Benedetta: mi è piaciuto molto il fatto che il Vescovo, il Papa e tutti gli organizzatori di questa bella esperienza abbiano coinvolto tutti i presenti non dimenticandosi di nessuno. Una frase che mi ha colpito e che poi ho fatto mia è: “Gesù Dammi un cuore buono, umile e generoso come il tuo”. Questa frase così semplice ha un grande signifi-cato.

Andrea: esperienza emozionante, diver-tente, interessante. Ringrazio gli orga-nizzatori di questo pellegrinaggio per l’opportunità che ha contribuito non solo alla mia crescita spiri-tuale ma mi è servita anche per approfon-dire l’amicizia con i miei compagni.

Giada: è stato emo-zionante vedere il Papa e fare i selfie con il Vescovo Pie-rantonio! Abbiamo riso un sacco, ci sia-mo aiutati a vicenda e abbiamo cono-sciuto altri ragazzi come noi.

Non 1+1+1 ma 1x1x1 è uguale a 1 La Trinità spiegata con l’aritmetica

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Il 16 maggio il vescovo Pierantonio Tremolada ha annunciato a tutta

la Curia riunita nel salone dei vescovi del palazzo Vescovile la nomina dei nuovi vicari episcopali.

Ecco il passaggio dell’omelia in cui il Vescovo manifesta il suo program-ma. “Ho ritenuto opportuno istituire all’interno del Consiglio episcopale alcune specifiche figure di Vicari epi-

scopali. Si tratta in particolare, oltre al Vicario Generale e al Vicario per la vita consacrata, del Vicario per il clero, del Vicario per la pastorale e i laici, del Vicario per l’amministrazio-ne e quattro Vicari territoriali, cui in-tendo affidare, insieme con me e con il Vicario generale, la responsabilità di guida della vita della Chiesa, per guardare la nostra diocesi nel suo in-sieme rispettandone però le interne diversità.»

Vicario per il clero Don Angelo Gel-mini. Nato nel 1971 e ordinato nel 1997, è originario della parrocchia di Manerbio. Ha svolto i seguenti servi-zi: curato a Castrezzato (1997-2003); curato a Salò (2003-2012); ammini-stratore parrocchiale di Rezzato San Carlo (2012-2015); parroco Rezzato San Carlo e Rezzato San Giovanni Battista dal 2015; parroco di Moli-netto dal 2017.

Abbiamo iniziato a camminare sul sentiero dell’iniziazione

cristiana cinque anni fa, a Betlemme. Un luogo che racchiude in sé il mi-stero della nascita del Signore ed ha sancito per i nostri bambini l’inizio di un viaggio, mano nella mano con Gesù stesso, guidati nel solco della storia della salvezza per conoscere il Padre e i sacramenti che ci ha dona-to, uno dopo l’altro, spostandoci ide-almente di città in città, come Gesù nel suo percorso terreno: Nazareth, Cafarnao, Gerusalemme… Emmaus.

Abbiamo percorso tante miglia su questo sentiero, non sempre pianeg-giante, che ha messo alla prova tutti, bambini e catechisti: gli uni per sco-prire poco a poco quanto l’Amore di Dio può essere concreto in ognuno di noi; gli altri, per misurarsi con la propria fede “matura”, per esserne autentici testimoni e poter ancora una volta piantare dei piccoli semi di amore e di speranza nei cuori dei bimbi.

Abbiamo pregato, incontrato realtà civili e consacrate dedite ad aiutare il prossimo affinché ci aiutassero a capire come scorgere in chi è nel bi-sogno il volto di Cristo e per questo donarsi agli altri in modo disinteres-sato e gratuito.

Non siamo alla meta, a cui giungere-mo solo quando ci ricongiungeremo al Padre, ma siamo arrivati ad un punto importante. Gesù è salito al Cielo, ma non ci ha lasciati soli: ci ha mandato lo Spirito Santo con tutti i sui preziosi doni e ci ha dato l’Euca-restia, fonte che alimenta la nostra

vita e culmine a cui far tendere tutta la nostra esistenza.

Riposiamoci ora un poco, guardando da qui tutto il cammino già fatto a fianco di Gesù, per ripartire domani,

pronti per proseguire la nostra stra-da con la gioia e la speranza dei Figli di Dio!

Catechisti gruppo Emmaus

Centenaria Premiata

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Pellegrinaggio zonale dal Monastero della Visitazione di Villa al Santuario della Ma-donna del Carmine a san Felice del Benaco Gruppo Emmaus

Gruppo Emmaus - Oratorio di Campoverde e Villa

I Bambini del Gruppo Gerusalemme di quarta elementare festeggiano insieme i loro 10 anni!!!!

Catechiste Monica, Anna Cinzia

Comunioni 2018

Start up a Brescia Classi prime e seconde

Don Angelo Gelmini vicario episcopale per il clero

Bambini del gruppo Cafarnao di terza elementare di Villa e Campoverde in oc-casione della prima confessione.

Catechiste Rita e Michela

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Società di Mutuo Soccorso

Nell’intervista a Mariacristina Gnes, presidente dell’asso-

ciazione, e con alcuni membri del direttivo abbiamo invece parlato dei progetti futuri della Società, delle nuove sfide che sono chiamati ad af-frontare. Proviamo a sintetizzare in una frase il messaggio che il direttivo ci ha trasmesso:

“cogliere le opportunità del nuovo codice del Terzo Setto-re per essere ancor più effi-caci nel sostegno ai soci e, al tempo stesso, mantenere vive le attività collaterali, cultura-li e aggregative, che sono il punto sul quale le Società di Mutuo Soccorso hanno negli anni costruito un forte lega-me con e tra i soci.”

Questo perché è ben chiaro a tutti loro che col tempo an-che i bisogni nella comunità sono cambiati. Una popo-lazione per la maggioranza anziana, con strutture fami-liari sempre più rarefatte e distanti, ha bisogno di ritro-vare nell’associazione quella quota parte di vita sociale necessaria per sentirsi parte di una comunità.

Le attività culturali e di sva-go sono un’occasione per uscire di casa, le conferenze lo sono per avere informa-zioni importanti e anche per ritrovarsi insieme. E la rispo-sta dei soci alle iniziative di aggregazione è sempre po-sitiva e numerosa; lo stesso per le gite e le giornate della salute.

Diversi sono gli obiettivi del legi-slatore. Intanto tutti i soggetti

che formano il Terzo Settore (vedi riquadro.....) vengono riuniti in un registro unico nazionale presso il Mi-nistero del Lavoro e delle politiche sociali, dove è costituito un apposito Consiglio Nazionale con il compito di armonizzare l’intera legislazione in materia. Un’operazione complessa, resa ancor più difficile dalla diversa natura, storia e finalità degli enti no-profit che lo compongono.

Il nuovo ordinamento stabilisce inol-tre che le società di mutuo soccorso si occupino di assistenza sanitaria integrativa anche attraverso l’ero-gazione di trattamenti e prestazioni socio-sanitarie in presenza di inabi-lità temporanea o permanente. Un

compito evidentemente complesso per un’associazione di volontari, che deve essere quindi trasferito a orga-nizzazioni in grado di erogare que-sti servizi direttamente o attraverso convenzioni. La Mutuo Soccorso di Salò è al lavoro con il fondo Coopera-zione Salute promossa allo scopo da Confcooperative con l’associazione italiana delle società di mutuo soc-corso (AISMS).

La sede di vicolo S. Bernardino di-venterà un tramite/sportello per accedere a una assistenza sanitaria integrativa di natura assicurativa. Di più; questo passaggio può portare la Mutuo Soccorso ad aprirsi a una pla-tea più giovane, di nuovi soci ancora attivi nel mondo del lavoro. Questo perché il fondo Coopersalute, alla cui nascita hanno contribuito le tre maggiori organizzazioni sindacali, ha

come impegno primario l’erogazione di una assistenza integrativa rivolta ai dipendenti.

Su questo argomento torneremo an-cora, quando saranno emanati gli ul-timi decreti attuativi del nuovo codi-ce e sarà formalizzata la convenzione con Coopersalute.

TERZO SETTORE: in questa cate-goria vi rientrano tutti quei sog-getti (generalmente individuati nelle Organizzazioni di volonta-riato, nelle Cooperative sociali, nelle Associazioni di promozione sociale e nelle Fondazioni “pro-sociali”) che, facendo propri i criteri del “no profit” (assenza di finalità di lucro) ed agendo se-condo logiche diverse da quelle delle Istituzioni pubbliche e da quelle delle imprese propria-mente dette, svolgono attività di varia natura (nei campi dell’edu-cazione, della formazione, della sanità, dei servizi sociali, della tutela ambientale, etc.) attra-verso forme di “partecipazione sociale”

La sfida per una nuova stagione al servizio dei sociUn giorno chiederemo agli studiosi della storia del nostro territorio di raccontarci l’intensa attività di enti morali e di carità che ha soccorso nei secoli i sofferenti, i più deboli, gli ultimi tra noi. Perché è bene sempre e forse ancor più oggi ricordare che è questo l’impegno che qualifica e distingue il vero spirito cristiano. Questa lunga storia continua ancora oggi attraverso l’opera della Società di Mutuo Soccorso di Salò.

Le incognite del Nuovo CodiceC’è un motivo per il quale il direttivo rimarca con forza l’importanza di questa parte di attività della Mutuo Soccorso; il legislatore purtroppo ha completamente ignorato questo aspetto nella stesura del decreto legisla-tivo 117 del 2017 e nei successivi decreti attuativi.

A cosa mira il nuovo Codice del Terzo Settore?

Gagliardetto della Società

a cura di Gualtiero Comini e Bruno Marelli

Il Direttivo della Soc. Mutuo Soccorso SalòPresidente

Mariacristina Gnes

Vice Presidente Luanella Molinari

Segretario Arturo Goffi

Consiglieri: Giuseppe BrunelliAngela Comincini Lamberto DondioSergio GiacomuzziAstrid PieropanCalogero Sanfilippo

Revisori dei ContiSergio TonacciAlessandra Scalmana

ProbiviriVittorino ApollonioDino CominiBruno Scalmana

AlfiereAdriano Nedrotti

MadrinaMaurilia Mazzoleni

www.mutuosoccorsosalo.com

La Società di Mutuo Soccorso Artigiana ed Operaia di Salò è

la terza Associazione per anzianità, preceduta dall’Ateneo di Salò e dalla Banda Cittadina. E’ nata nel gennaio del 1859 nella Chiesa di S. Giustina, ora Sede del MUSA - Museo di Salò - unico esempio nell’allora Lombar-dia Austro-Ungarica- per volere di un Comitato promotore coordinato dall’Avv. Pietro Zanoli, che ne fu poi Presidente fino al 1905. Nel febbra-io 1862 il Consiglio Direttivo conferì la nomina a Presidente Onorario a Giuseppe Garibaldi che, memore dell’affettuosa accoglienza ricevuta in Salò il 18 giugno 1859 , ebbe paro-le di riconoscenza per I’onorificenza ricevuta.

L’iniziativa ebbe successo, con 200 iscritti già nei primi tempi della sua costituzione. Per spiegare una così alta adesione, è bene ricordare che non esistevano allora istituzioni a

tutela ed assistenza del lavoratore che in caso di malattia, di incidente sul lavoro, di perdita occupazionale improvvisa si ritrovava senza fonte di reddito ed in difficoltà economica. Da allora, e sono passati 159 anni, il carattere mutualistico della nostra benemerita Società non è mai venu-to meno, è anzi stato rivalutato nel nuovo Statuto ove si invita ad offrire contributi in caso di disagio econo-mico di lungo o breve termine, con rimborso senza interessi o a fondo perduto. Molto si fa anche per quan-to riguarda la prevenzione e I ‘assi-stenza sanitaria. A questo proposito, si sono stipulate diverse Convenzioni con molte strutture mediche presen-ti sul territorio e si offrono contributi per occhiali da vista, apparecchi acu-stici, visite specialistiche per minori fino a 1O anni e - ultima in ordine di tempo - per una campagna di pre-venzione dell’ osteoporosi.

Ad oggi, la Società conta 258 Soci: sono loro la colonna portante del nostro Sodalizio, il motivo stesso della sua esi-stenza e del suo lungo, inten-so percorso attraverso più di un secolo e mezzo di vicende storiche diverse, in una socie-tà in continua trasformazione

La Mutuo Soccorso informa cittadini e soci delle sue atti-vità attraverso un notiziario sociale che puo essere riti-rato in sede .

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Convento della Visitazione

“Non siamo fortunati di po-ter innestare i nostri cuori su quello del Salvatore, che è in-nestato sulla Divinità?”.

Così scriveva Francesco di Sales a Giovanna di Chantal alla fine

del 1618, cioè quattro anni prima di morire. Il richiamo al cuore è una co-stante in Francesco, che concepisce il mondo come un intreccio di rela-zioni tra cuori: verticalmente il cuore umano può battere all’unisono con il Cuore di Dio mediante il Cuore di Gesù, orizzontalmente può pulsare in unione con i cuori umani, median-te la pratica delle “piccole virtù”, so-prattutto della dolcezza / mitezza.

Con l’umiltà, la dolcezza/mitezza è la virtù preferita del Cuore di Gesù. Così Giovanna di Chantal tradurrà il pensiero e l’intenzione programma-tica di Francesco per le sue Visitan-dine: “Le religiose della Visitazione, che saranno così fortunate da osser-vare fedelmente le loro Regole, po-tranno veramente portare il nome di Figlie evangeliche, istituite partico-larmente per essere le imitatrici del-le due più care virtù del Sacro Cuore del Verbo incarnato, la dolcezza e l’umiltà, che sono come la base e il fondamento del loro Ordine e dan-no loro questo privilegio particola-re e questa grazia incomparabile di portare il titolo di Figlie del Cuore di Gesù”, e ancora “Se le sorelle della nostra Congregazione sono molto umili e fedeli a Dio, avranno il Cuore di Gesù, loro Sposo crocifisso, per di-mora e soggiorno in questo mondo, e il suo palazzo celeste per abitazio-ne eterna”.

Ma Francesco diede costantemente le stesse indicazioni a quasi tutti i suoi figli e le sue figlie spirituali: “Per par-te nostra fermiamoci a questa unica lezione: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore’”. Questo ver-setto del Vangelo di Matteo (11,29), nei testi di Francesco traboccanti di citazioni bibliche, è in assoluto il pas-so scritturistico più citato.

Facendo un passo indietro nella sto-ria della Visitazione, un anno circa dopo la sua fondazione, il 10 giugno 1611, che cadeva nel venerdì dell’Ot-tava del Corpus Domini, Francesco scrisse a Giovanna di Chantal di aver avuto da Dio l’ispirazione dello stem-ma della loro famiglia religiosa: “Ho, dunque, pensato, mia cara Madre, se siete d’accordo, che dobbiamo prendere per stemma un unico cuo-re trafitto da due frecce, rinchiuso in una corona di spine, e su questo povero cuore si incastrerà una cro-ce che lo sormonterà e saranno in-cisi i sacri nomi di Gesù e Maria […] perché veramente la nostra piccola Congregazione è opera del Cuore di Gesù e di Maria. Il Salvatore moren-te ci ha generato dalla ferita del suo Sacro Cuore; è dunque ben giusto che il nostro cuore rimanga, tramite un’accurata mortificazione, sempre circondato dalla corona di spine che rimase sulla testa del nostro Capo, mentre l’amore lo tenne attaccato sul trono dei suoi mortali dolori …”.

Non meraviglia che Gesù ab-bia scelto una Visitandina, S.Margherita Maria Alaco-que del monastero di Paray-le-Monial, per manifestare “ufficialmente” il suo Cuore. I parallelismi tra gli scritti dei fondatori e quelli di s. Mar-gherita Maria sono veramen-te impressionanti….

Le apparizioni a s. Margherita Maria sono in realtà il coronamento di un lungo cammino di rivelazione che at-traversa tutta la storia della salvezza e ha le sue chiare radici nella Sacra Scrittura (basti la frase più significa-tiva: “Guarderanno a Colui che han-no trafitto” di Gv 19,37 che cita Zc 12,10). Questo cammino, che nelle sue numerose tappe porta progres-sivamente a concentrare lo sguardo e l’attenzione sull’interiorità di Gesù, cioè sul Suo amore e quindi sul suo Cuore come relativo simbolo, giunge a maturazione proprio nel XVII se-

colo. Non a caso: era il secolo della freddezza giansenista, che con il suo rigorismo teneva i fedeli lontani dalla comunione sacramentale, ed epoca che si collocava tra le guerre di reli-gione e la Guerra dei Trent’anni, che avevano visto continue profanazioni contro il “Sacramento d’amore”, e il razionalismo antireligioso del secolo dei lumi.

Non è possibile qui entrare nel meri-to delle singole visioni di s. Marghe-rita Maria, ma il messaggio di Paray è chiaro. Gesù manifesta il dramma di Dio: Dio è amore, ama appassiona-tamente le sue creature e vuole che tutte siano salve, per questo ha dato tutto Se stesso fino a soffrire indici-bilmente e a morire in croce e per questo ha sconfitto la morte risor-gendo, offrendo così nuovamente a

S. Francesco di Sales e il Sacro CuoreLe Suore della Visitazione, presenza viva nella nostra comunità, ci offrono questo mese una luminosa riflessione su due sante figure centrali per il loro ordine.

Scuola paritaria cattolica

tutti la possibilità di accogliere e di ricambiare il Suo amore… e gli uo-mini non se ne accorgono o addi-rittura lo disprezzano! E Gesù non parla dei lontani, ma dei cristiani e addirittura di chi è specialmente consacrato a Lui!

Se Francesco di Sales chiedeva alle Visitandine di mantenere il cuore circondato dalla corona di spine per essere in comunione con il Salvatore sofferente e morente ri-cambiando così il Suo amore, Gesù a Paray chiede a Margherita Maria e, attraverso di lei, a tutta la Chie-sa di consolarlo in particolare per l’ingratitudine dei suoi e per la loro indifferenza, e parla di “un ultimo sforzo del Suo amore”. Non è certo l’ultimo nel senso che poi non farà altri tentativi, le manifestazioni e le richieste a s. Faustina Kowalska per il nostro tempo lo dimostrano, ma nel senso che se l’uomo che già Lo conosce si rifiuta di contemplare e accogliere il Suo amore, non c’è più nessuna speranza di salvezza. Che cos’altro può fare Dio?! Dio ci offre la salvezza attraverso il sacrificio e il dono di Sé, ma la nostra indiffe-renza ha il terribile potere di vanifi-care per noi la Redenzione!

Così si spiegano le richieste concre-te di Gesù; come ben sintetizza uno studioso (Édouard Glotin, s.j.), attra-verso Margherita Maria “Gesù invita da tre secoli la Chiesa a un triplice appuntamento d’amore fissato dallo stesso Redentore al venerdì:

Un’orazione settimanale: quella del-l’‘ora santa’ di ogni venerdì [per con-solarlo dell’abbandono dei suoi apo-stoli nel Getsemani]. Una comunione mensile: quella del ‘primo venerdì del mese’ [in riparazione dei sacrilegi e delle indifferenze verso il Santissi-mo Sacramento]. Una liturgia annua-le: quella del venerdì della ‘festa del Cuore di Gesù’”,

… che Gesù stesso stabilisce nel ve-nerdì dell’Ottava del Corpus Domini!

E’ il 9 agosto 1918, quando il cielo di Vienna viene coperto

dall’ombra e dal rombo dei velivoli della Serenissima. In uno di questi, un biplano appositamente modifi-cato per lui, siede Gabriele d’Annun-zio, il regista di un’operazione pro-pagandistica che fece guadagnare un pieno di popolarità all’Italia e alle potenze dell’Intesa.

A pochi mesi dal centenario dell’im-presa, il Vittoriale degli Italiani ha dato il via alle celebrazioni con una giornata dedicata agli studenti degli istituti superiori. Il 7 maggio, infatti, sono stati presentati i vari elaborati riferiti al progetto didattico “D’An-nunzio aviatore.”

Il gruppo di lavoro dell’Istituto Medi, composto da alcuni alunni delle classi quinte, ha realizzato un video, intitolato I prìncipi delle nubi. E’ il risultato di un anno di studi, che ha impegnato i ragazzi in lettu-re di saggi, memorie e in ricerche presso l’archivio della fondazione. Non è mancata anche la visita alla sezione di D’Annunzio eroe, tappa necessaria per immergersi nello spi-rito guerriero del Vate. Raccolto il materiale necessario, sono passati all’allestimento del video: filmati e immagini d’epoca sono stati accom-pagnati da letture di passi, interpre-

tati dalle voci degli studenti.

Protagonisti del filmato sono i ra-gazzi della Serenissima, i membri di quella squadriglia che permise a D’Annunzio di raggiungere il tanto sospirato Donec ad metam.

Il lavoro, nella sua parte iniziale, ha spiegato cosa il volo rappresentasse per loro. Per alcuni di questi piloti, alle prese con studi di ingegneria, il volo approfondiva curiosità tecni-che, legate al funzionamento degli aerei, il cui potenziale era solo agli esordi. Per tutti, era la dimensione che appagava la ricerca dell’espe-rienza ardita: quella che si gettava a capofitto sulle mitragliatrici della contraerea, quella che non si sottra-eva alla sfida, anzi rincorreva i veli-voli degli avversari che si davano alla fuga. Per questi giovani, però, il volo non era solo un’esperienza guer-riera. Il loro superomismo vibrava anche di poesia. Ricongiungersi con il cielo significava riscoprirsi fatti di anima e di aria. Le fotografie di que-sti cavalieri azzurri, che abbracciano anche nembi, albe, tramonti, picchi montuosi e distese marine, erano vergate con passi di alta liricità. Vo-lare, per loro, era spaziare nel cielo, nell’Iperuranio, nella patria dei po-eti, “al di sopra delle impurità del mondo”. (continua)

I Prìncipi delle nubivolti e storie di ragazzi “vestiti di anima e di azzurro”

Gli studenti liceali del Medi ricordano il volo su Vienna, nella giornata organizzata dal Vittoriale per il progetto didattico “D’Annunzio aviatore”.

D’Annunzio e i sette piloti del Volo su Vienna. Da sinistra si riconoscono: Gran-zarolo, Allegri, Locatelli, Palli, Massoni, Finzi e Censi.

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Scuola paritaria cattolica a cura della Scuola “E. Medi”

(segue da pagina precedente)

La seconda parte del video si è foca-lizzata sulla narrazione delle loro sto-rie, cercando però di superare quella retorica che spesso rischia di intrap-polarli in medaglioni celebrativi. Si è voluto, invece, restituirne un’im-magine più umana, che li rende co-munque un bel ritratto della meglio gioventù italiana di quegli anni.

Furono ragazzi poliedrici che indos-sarono le ali non solo in cielo.

Praticarono sport a livello agonistico. Il capitano Masprone, ad esempio, era campione di atletica, allenatore e giocatore della Hellas Verona, una delle prime squadre di calcio italia-ne. Il tenente Finzi era un motoci-clista irruento; gli scarponi chiodati di Locatelli, dopo aver raggiunto le vette delle Alpi italiane, calpestaro-no persino le pareti dell’Himalaya e del Fujihama.

Si dedicarono con assiduità anche alla scrittura. Furono i primi a rac-contare il raid su Vienna, sia in pa-gine di diario vibranti avventura ed emozione sia in relazioni dal sapore più tecnico.

Alcuni fecero della scrittura una pro-fessione. Non ancora ventenne, Finzi era redattore sportivo del Corriere del Polesine e del Corriere del Mat-tino di Como. Si legò a quest’ambi-

to giornalistico anche la firma del capitano Masprone che, nel 1924, in collaborazione con Enzo Ferrari, fondò il Corriere dello Sport. E ci fu chi raccontò di sé, delle sue memo-rie di guerra, del suo peregrinare in terra, alla ricerca della varietà e della vastità del cielo. Fu questo il caso di Locatelli che nel 1923 partì per un viaggio attorno al mondo, della dura-ta di nove mesi. Ne nacque un repor-tage di fotografie, disegni e pagine di diari. La militanza politica fu un altro dei loro tratti distintivi. Alcuni, come Granzarolo, Censi e Locatelli, segui-rono il Comandante a Fiume per riparare il torto della “vittoria muti-lata”; altri ne raccolsero la delusione e, quando D’Annunzio si ritirò dalla scena politica, si orientarono verso il neonato movimen-to fascista. Per uno di loro, in particolare, l’adesione al partito di Mussolini determinò il passaggio dall’Olimpo della politica alla rovi-na. In questo senso in-fatti, nonostante D’An-nunzio avesse tentato di metterlo in guardia, il volo di Finzi si rivelò precipitoso. Il sottose-gretario degli interni, voluto da Mussolini, divenne vittima di un sistema infestato da

gelosie e contrasti interni. Il caso Matteotti lo compromise in modo irrimediabile. Considerato un tra-ditore, fu prima messo al confino e poi catturato dalle SS, che lo trucidarono alle Fosse Ardeatine.

Raccontando le loro storie, il vi-deo ha quindi voluto mostrare come D’Annunzio si fosse inna-morato della loro gioventù eclet-tica: per questo preparò e condi-vise con loro una delle avventure più grandi del suo vivere inimita-bile.

Partirono da terra al grido di “Tutti per uno, uno per tutti!”; nel cielo scrissero il “dialogo indimenticabile dell’amicizia guerriera nella grande altezza, dove non può sopravvivere nulla che sia meschino o timido”.

Vienna spalancò per loro le porte della celebrità, come annotò Loca-telli in una sua riflessione: “Sentiamo dire intorno a noi che il volo resterà nella storia come un gesto di audacia e di cavalleria. Noi diciamo semplice-mente “anche questo è fatto” e guar-diamo all’avvenire….”.

I ragazzi della Serenissima, dunque, non si fermarono a quel volo. Giova-ni così non potevano che continuare ad inseguire l’OLTRE.

Uno degli allievi espone il lavoro.

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19 Maggio 2018 ore 10.13L. “Ciao, ho una brutta notizia da darti: sono a letto con la febbre, non riesco ad essere a Carvanno!! Cosa fac-ciamo?”

E. “Hey, L., Non ti preoccupare, riusciremo a fare tutto, lo spero!

20 Maggio 2018 ore 17.30

E. “Ciao Bella, come stai?”

L. “Meglio, grazie... Come è andata l’uscita?”

E. “Bene! È sempre bello tornare nella casa di Carvanno con gli scout. Sai che me la ricordavo molto più grande?

Forse perché l’ultima volta che sono andata ero più pic-cola io! Alla fine, per fortuna, non è piovuto; abbiamo passato entrambe le giornate fuori, i nuvoloni minacciosi coloravano il cielo... che spettacolo! Erano solo 20 bam-bini, ma ci siamo divertiti, eccome! Abbiamo avuto più tempo per conoscerci meglio.

L. “Ma avete cambiato il programma?”

E. “No! Ti spiego cosa abbiamo fatto!! Sabato pomerig-gio abbiamo scoperto un pò di nodi: sai... i più piccoli non li conoscevano, ma Ermione e Alice li hanno aiutati.

Bellissimo vedere i più grandi che li aiutavano. Dopo di che abbiamo giocato! Sono più bravi di me! La merenda, meritata, ci ha dato un pò di energie, e l’arrivo di Pietro con la chitarra ha scatenato le doti “canterine”!

Sicuramente la rifaremo, domenica prossima? Fatto sta che te la insegneranno i lupi. Sai che don Manuel ci ha aperto la chiesa di Carvanno apposta per noi?! È stato molto gentile! Per non parlare della cena... Avevamo tal-mente appetito che in un attimo era già ora di ricomin-ciare a giocare.

Dopo cena è venuto a trovarci uno chef stellato in cerca di aiuto per rinnovare il suo menù estivo, ed ognuno ha espresso il proprio gusto e consigliato le proprie ricette tradizionali!! Ha vinto spiedo e polenta! Che divertita!!!!

L. “E domenica?”

E. “Domenica ci siamo siamo svegliati presto e abbiamo raccontato come la “tigre cattiva” è stata sconfitta dall’in-telligenza del nostro piccolo amico Mowgli! Il silenzio nervoso poteva essere tagliato, tutti eravamo concentra-ti, con una storia cosi, come fai a non farti prendere?

Alla fine siamo scappati, prima che il temporale ci rag-giungesse, sai cosa mi ha detto un lupetto?”

L. “No, dai dimmi!!”

E. “Akela, sono contento di essere rimasto a dormire, mi sono divertito tantissimo!”

Breve conversazione WhatsApp* tra due capi scout.

*WhatsApp è un programma che i ragazzi usano per scambiare messaggi e immagini sul cellulare

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Scrive Mons. Gianluigi nel nume-ro del Notiziario di Aprile u.s.,

con uno sguardo sapienziale alla Re-surrezione: (essa) ”è la nascita di una vita nuova, non di una nuova vita, alla luce del Risorto che, lungi dal la-sciarci, mette i piedi sulla terra per prenderne possesso da vincitore, ri-prenderci con sé, facendoci dono del suo stesso Spirito”.

La metafora del Risorto, del suo met-tere i piedi sulla terra, su questa no-stra terra, è garanzia di una presenza vera, reale, quasi palpabile dello Spirito nelle nostre fragili esistenze. Lo Spirito risveglia in noi, nell’in-sondabile abisso del nostro cuore, ciò che gli asceti chia-mano, la sua sensibilità, la ca-pacità di sentire Dio in tutto e al di là di tutto, sì da esserne rigenerati. In una sua udien-za generale nel maggio del lontano 1966, il Beato Paolo VI sottolinea(va) la pienezza della vita conferita dallo Spi-rito, la sorgente d’acqua zam-pillante fino alla vita eterna: essa ci fa da guida sulla via della santificazione se cam-miniamo nella sua ombra.

Il Padre manda il Figlio e il Figlio manda lo Spirito Santo (Gal.5,22), il principio anima-tore della Chiesa, producen-do in essa la grazia, cioè i doni che Paolo enumera così….la carità, il gaudio, la pace, la pazien-za, la benignità… insieme ai carismi, la profezia, i miracoli, la scienza…. Questi doni vediamo riflessi nei mes-saggeri che Dio sceglie per il Suo re-gno, nella fecondità della preghiera del pio israelita quando lo pregava perché non lo abbandonasse, non lo privasse del suo santo spirito; nella vita dei santi di tutti i tempi: basti pensare a Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, al Beato Paolo VI, tutti in de-ferente ascolto dello Spirito di Verità ogni qualvolta la Chiesa sembrava (e sembra) china su se stessa in attesa di quell’alito che fa gonfiare le vele spingendola in avanti.

E’ altrettanto vero che lo Spirito sof-fia dove vuole per esercitare la sua misteriosa azione, distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui (1Cor.12,11) per renderci adatti e pronti ad assumere vari incarichi e uffici utili al rinnovamento della Chiesa. E’ lo stesso Paolo VI a chie-dersi, a quel punto, se non è forse ingombrante il servizio che la gerar-chia ecclesiastica si propone di fare per l’insegnamento, la santificazione e la guida dei fedeli.

La risposta è insita nello stesso inse-gnamento di Gesù che affida il com-pimento della sua opera nel mondo a due fattori, allo Spirito Santo e agli Apostoli, anima e corpo della Chiesa, come confermato da Sant’Agostino quando parla dell’opera coestensi-va del corpo e dello Spirito di Cristo: l’azione della gerarchia visibile è ordi-nata alla diffusione dello Spirito nelle membra della Chiesa.

Il suo ministero non è indispensabile per la misericordia di Dio la quale può effondersi come a Lui piace ma è ne-cessario per noi che abbiamo la fortu-na di avere accesso alla Parola di Dio.

Ma ci chiediamo: è vero che lo Spirito Santo rimane tuttavia ancora, anche per noi cristiani in parte, il Grande Sconosciuto?Abbiamo la consape-volezza dell’azione del Consolatore, del Paraclito dentro di noi, al di là dei vari momenti in cui lo invochiamo con il Padre e il Figlio?

Qualche perplessità esiste a tale pro-posito se Paolo VI non ebbe paura a dire al mondo in un’udienza genera-le del 1972, che la Chiesa aveva biso-

gno dello Spirito, la sua anima costitutiva, di fronte al mondo moderno che definiva il gigan-te meraviglioso di scienza e di potenza ma a tratti cieco…La forza propulsiva della Chiesa sta, diceva, nell’opera del Para-clito, suo animatore e santifica-tore, respiro divino, vento delle sue vele, sorgente interiore di luce,,…preludio di vita …eter-na” (LG 5).

La Chiesa ha però bisogno di una fuga, uno schermo per di-fendersi dall’incantesimo della vita esteriore, ammaliatrice; ha bisogno di sentire salire dal profondo, quasi un pianto…la voce orante dello Spirito che prega in noi e per noi, con ge-miti ineffabili, come dice Paolo in Rm 8, 26.. Dobbiamo ricono-scere che uno squarcio è stato sicuramente aperto alla cono-scenza dello Spirito Santo, al riconoscimento della sua pre-senza illuminante dentro di noi,

capace di dissipare le tenebre del dubbio e dell’errore quando a lui ci abbandoniamo nel groviglio delle si-tuazioni inestricabili del quotidiano.

Quali mezzi sono accessibili? La pre-ghiera, la fonte in cui riconoscerlo, la conoscenza delle Scritture, i Sacra-menti. Chi prega bene, prega sem-pre nello Spirito, dice Anselm Grùn, il monaco benedettino tedesco, per-ché essa permette di riconciliarci con noi stessi, di trovare pace con le zone d’ombra che non ci sono gradite, di dialogare con i pensieri e i sentimen-ti che affiorano, confrontandoci con essi e riconducendoli alla sorgente interiore.

Capire la Liturgia a cura di Gianna Caravaggi Giannetta

Lo Spirito Santo “sorgente d’acqua zampillante fino alla vita eterna” (Paolo VI)

 

Chiamate dalla tradizione ebrai-ca Tehillim, cioè “lodi” e da

quella greca e cristiana Psalmoi, cioè “inni da cantare con musica,” le centocinquanta preghiere poetiche (tanti sono i salmi) sono espressione del culto di Israele.

Composti in epoche differenti a par-tire dalla monarchia davidica (X-VI secolo a.C.) fino alla rivolta dei Mac-cabei (II secolo a.C.), nati dalla litur-gia o dalla pietà personale, i Salmi sono divenuti nei secoli successivi all’esilio babilonese, il libro della pre-ghiera del Tempio ricostruito.

Posto idealmente dalla tradizione sotto il patronato di Davide (ma già gli antichi titoli apposti ai vari Salmi riconoscono diverse paternità), il Salterio riflette in realtà temi, stili, situazioni molto differenti, prima di essere unificato e spesso riletto in chiave di speranza messianica.

Da tempo gli studiosi hanno classifi-cato le varie composizioni salmiche

secondo diversi modelli chiamati “generi letterari”. Si incontrano, così, suppliche o lamentazioni che pre-sentano a Dio una sofferenza perso-nale o un dramma nazionale, chie-dendo conforto e liberazione.

Ci sono, poi, inni che celebrano il cre-atore nelle opere meravigliose della natura o che esaltano Gerusalemme, sede del Tempio, o che esprimono l’adesione al regno del Signore, che governa la storia e l’universo.

Altri testi sono ringraziamenti rivolti a Dio per i benefici ottenuti, oppure sono preghiere di fiducia purissima nella sua bontà e nel suo amore.

Alcuni sono canti in onore del re ebraico discendente di Davide, dive-nuti poi celebrazione della speranza nel Messia. Altre pagine sono “sa-pienziali”, sono cioè meditazioni sul-la storia della salvezza o sulla vita quotidiana retta dalla pa-rola di Dio. Tutta l’esistenza viene presentata a Dio perché la illumini: la felicità e le lacri-me; le sconfitte e i successi; la società e la famiglia; la vita e la morte; il cielo e la terra diven-tano nei Salmi materia di lode e di implorazione.

La tradizione giudaica ha di-viso il Salterio in cinque libri (Salmi 1-41; 42-72; 73-89; 90-106; 107-150), quasi a creare una risposta orante ai cinque libri della Torah, la parola di Dio per eccellenza. La tradizio-ne cristiana ha assunto i Salmi nella sua preghiera liturgica.

Domenica 10 giugno, decima Domenica del Tempo Ordi-nario, ascolteremo il Salmo 130 (129),il celeberrimo De profundis, così detto dalla pri-ma sua parola nella versione

latina. E’ un canto della gioia per il perdono. Dall’abisso della colpa sale un’implorazione al Dio misericordio-so che dev’essere temuto non per il suo giudizio, ma amato per il suo perdono.

L’attesa del perdono è il sospiro che sale dal più profondo dell’uomo, come le sentinelle “coloro che ve-gliano”. La purezza spirituale di que-sto canto l’ha reso una delle sette preghiere penitenziali tratte dal Sal-terio.

La nostra vita è dono di Dio. Il suo amore per noi non ha limiti. La sua provvidenza ci investe giorno per giorno. “Chi compie la volontà di Dio” è il vero discepolo di Gesù, che Egli non esita a chiamare con i nomi di “fratello”, “sorella” e “madre”.

E così sia!

a cura di Oswald In ascolto della Parola

Salmo 129 - Dal profondo grido a te, o Signore

La Valle, il suo lavoro,la sua gente,la sua Banca.

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Forse il salmo più recitato lun-go i secoli, da quando divenne l’invocazione per i defunti, e a ragione; insieme preghiera di desolazione e inno di speran-za, nessun altro salmo ha reso altrettanto bene l’uomo sia nell’abisso del suo peccato, sia nella tenacia della sua attesa; nessun altro salmo rivela in modo così stupendo il mistero di Dio.

Nonostante tutto Egli è colui che perdona, riconcilia e redi-me anche coloro che lo abban-donano....

“Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre.” Dice il Signore Gesù

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Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

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Il Coro della Basilica Patriarcale di Cristo Salvatore di Mosca è stato

ospite del nostro Duomo, nella sera-ta del 10 maggio, quello che è giudi-cato uno dei migliori moderni cori in Russia e in tutto il mondo ortodosso e che come tale accompagna le Mes-se che sono celebrate dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill il quale è l’esponente più alto della Chiesa Ortodossa Russa.

A Salò il coro era presente nella for-mazione di 26 elementi (13 voci ma-schili e 13 voci femminili) diretto dal Maestro Iliia Tolckachev

Per inquadrare il contesto dal quale proviene il coro è neces-sario illustrare l’importanza della basilica dalla quale pro-vengono.

La Chiesa Patriarcale di Cristo Salvatore di Mosca (nella foto)

In data 25 dicembre 1812 lo Zar Alessandro I decide di eri-gere una cattedrale in onore di Cristo Salvatore quale perenne ringraziamento per aver salva-to il popolo russo dall’invasio-ne di Napoleone. La cattedrale venne ultimata nel 1860, re-gnante lo Zar Alessandro III. A segui-to della Rivoluzione d’Ottobre e l’av-vento del comunismo nel 1931, per ordine di Stalin, la cattedrale venne riempita di dinamite e fatta saltare in aria. Al suo posto doveva sorgere il Palazzo dei Soviet ma esso non fu mai costruito e sul luogo rimase un immenso buco sul quale fu realizza-ta, per volere di Nikita Kruscev, la più grande piscina scoperta del mondo.

Nel febbraio 1990 furono avviati i progetti di ricostruzione e il 19 ago-sto 2000 la basilica fu consacrata; essa è la più grande chiesa di Mosca

e di tutta la Federazione Russa ed ha una capacità di diecimila persone.

Il concerto nel Duomo di Salò

Questo è dunque il contesto dal quale proviene il coro che abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare nella serata del 10 maggio.

Sotto l’abile guida del Maestro Tolkachev sono stati eseguiti brani dei grandi compositori russi quali Ciaikovskij, Balakirev, Aleksandrov, Rakhmaninov, Sviridov e altri.

Impeccabili le voci soliste dei soprani e del basso e impressionante per la potenza il canto iniziale.

.... e quello nella Chiesa della Visi-tazione

Domenica 13 maggio nella Chiesa della Visitazione di Salò si è tenuto un concerto nell’ambito delle cele-brazioni per la beatificazione di Gio-vanna Francesca Frèmyot di Chantal.

Il concerto si è svolto con la direzio-ne artistica del salodiano Maestro Federico Franchini ed ha avuto come interpreti, oltre allo stesso Franchini

al contrabbasso, Luisa Bentivoglio soprano, Martina Bosio flauto tra-verso, Lorenzo da Pra organo e clavi-cembalo. Stefania Caldonetto, voce narrante, ci ha proposto varie letture dalle lettere di Giovanna Francesca di Chantal con riferimenti storici alla Salò del 1797, anno che vide la rivol-ta della Riviera contro Napoleone.

Giovanna Francesca Frèmyot

Nasce a Digione il 28/1/1572. Nel 1592 sposa il barone di Chantal dal quale ebbe sei figli. Rimasta vedova

nel 1604 incontra il vescovo di Ginevra Francesco di Sales (successivamente proclamato Santo) e rimane colpita dalla sua predicazione. Sotto la sua guida percorre la via della per-fezione dedicandosi alle opere di carità in particolare verso i poveri e gli ammalati. In data 6/6/1610 con Francesco di Sales e Charlotte de Bréchard fonda la Congregazione delle Monache Visitandine ricono-sciuto poi come Ordine della Visitazione di Santa Maria nel 1618.

L’Ordine della Visitazione ha fondato numerosi conventi tra i quali quello di Salò.

Il concerto ha dato largo spazio a conosciuti autori quali Ferdinando Bertoni, Antonio Vivaldi, Giovanni Battista Sammartini e ad altri meno conosciuti come Giovanni Battista Quaglia e Giovannino Lulier; il tutto è stato eseguito con grande mae-stria con il contrabbasso di Federico Franchini, il flauto di Martina Bosio e l’apporto di Federico Dal Pra che ha dato voce al clavicembalo ma in particolare all’organo Bonatti della Chiesa della Visitazione.

Armonie e canto nelle nostre chiese

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Per la sezione Cineform è stato proiettato al Cristal “TONYA”

un film diretto da Craig Gillespie. Il film narra di uno dei più rilevan-ti scandali sportivi verificatesi negli Stati Uniti d’America e dimostra fino a che punto possa spingersi la vo-glia di successo e la bramosia di chi ha fatto del primeggiare nello sport la sua unica ragione di vita.

Chi era Tonya?

Tonya Harding (interpretata dall’at-trice Margot Robbie) è ormai di-ventata una star del pattinaggio sul ghiaccio. E’ la migliore esecutrice del salto triplo con axel tanto che nel 1991 vince il primo titolo nazio-nale USA proprio eseguendo quel salto.

Ma l’equilibrio della sportiva vie-ne perennemente turbato da una situazione familiare oltremodo pe-sante: la madre è una persona op-primente mentre con il marito l’ac-cordo non esiste. Con questo pa-

norama non certo allettante Tonya deve mantenere i più alti standard sportivi.

E a quale massimo obiettivo può mirare uno sportivo? Naturalmente ai Giochi Olimpici.

Siamo nel 1994. Si stanno volgen-do le selezioni americane per la partecipazione degli atleti ai Giochi Olimpici Invernali di Lillehammer in Norvegia. Nel panorama del patti-naggio sul ghiaccio, negli Stati Uniti, è comparsa una nuova promessa nella persona dell’atleta Nancy Ker-rigan.

La Kerrigan costituisce ormai una rivale per Tonya Harding.

Come neutralizzare la rivale

Qui il livore della Harding contro la Kerrigan non conosce limiti. In fondo basta mettere la rivale fuori combattimento in maniera tale che non possa partecipare alla selezio-ne ed il gioco è fatto.

Basta colpire la Kerrigan con un cor-po contundente durante una gara di campionato qualsiasi.

E così avvenne.

Un energumo la percuote con un manganello come quello in dota-zione ai poliziotti e l’atleta cade a terra. Entrambe le atlete partecipa-rono però ai giochi olimpici poichè la Kerrigan si rimise in forma e al termine del programma libero, la Kerrigan vinse la medaglia d’argen-to e Tonya finì ottava.

Il complotto, ordito dal marito di Tonya venne più tardi scoperto e l’atleta scomparve dal panorama del pattinaggio su ghiaccio.

Oggi Tonya vive una vita normale non priva di rimpianti se riflette a cosa l’ha condotta la spasmodica ri-cerca del successo a ogni costo.

Tonya Sport e crimine

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Martedì 19 giugno

Martedì 5 giugno

Martedì 12 giugno

Martedì 26 giugno

Un film che affronta il tema di un viaggio a ritroso in un passato

traumatico.

Amin torna a casa per dedicarsi alla scrittura e alla fotografia, le sue

passioni

Sul coraggio delle proprie azioni e sulle conseguenze che il timore di assumersi delle responsabilità può

avere sulle vite altrui.

Jimmy col fratello, la sorella Mellie, Joe Bang e il miglior scassinatore del

Paese per rubare l’incasso di una prestigiosa gara NASCAR.

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Fin dall’antico l’uomo ha cercato di migliorarsi, di imparare da

chi l’aveva preceduto per evitare gli stessi errori, poi, quando ha capito di avere un’intelligenza superiore, ha cercato di capire ciò che lo circon-dava.

Così è nato nell’uomo l’interesse per la bellezza, per ciò che lo rendeva diverso da tutti gli altri esseri viventi sulla terra, un’amore che è andato oltre ogni limite per l’arte, per l’ar-chitettura, per la matematica, per la fisica e sarebbe inutile continuare ad elencare scienza su scienza, perché è sufficiente un solo termine che ne racchiude il significato: Cultura. Si, perché la cultura è bellezza e qual-cuno ha anche aggiunto: la cultura è l’unica droga che crea indipen-denza. Il conoscere, il sapere, il ca-pire sono sensazioni che riempiono l’intelletto, saziano quella fame e quella sete che ci appartengono, dalla Mesopotamia a Stonehenge, da Pitagora a Gagarin. Ma cosa sta succedendo che da un po di tempo a questa parte questo interesse si sta spegnendo? Ci siamo accorti che si respira un’aria diversa?

È da qualche giorno che non si sente parlare di ragazzi che insultano gli in-segnanti, che li minacciano, o peggio ancora, che li malmenano, di genito-ri che a loro volta ritengono di fargli capire con chi hanno a che fare e rin-carano la dose, e mi sto preoccupan-do, perché era diventata ormai una consuetudine, quasi fosse la norma-lità. Scherzo naturalmente, c’è però da domandarsi, e seriamente, cosa stia succedendo!

Dov’è finita quella gioia di conosce-re, di riuscire a risolvere un’equa-zione, di capire un teorema, la cu-riosità per i libri, per la storia, per sintetizzare: quel profumo intenso e inebriante di inchiostro e matite? Tempo fa ho incontrato un ragazzo poco più che ventenne in cerca di oc-cupazione ed ho fatto fatica a capire cosa cercasse, perchè si esprimeva in un modo molto contorto, con un linguaggio fatto a spot, a riferimenti, quasi si trattasse di una pubblicità in TV, con una differenza, che gli spot pubblicitari ti lanciano un messaggio chiaro e ti orientano, in questo caso invece non si capiva quali fossero i

suoi obiettivi e probabilmente nemmeno lui li conosceva. Un amico giardiniere lo ha preso in prova e sembra che il giova-ne sia puntuale e volonteroso, mentre tralascrerei tutto il resto per focalizzare sull’argo-mento di cui parliamo, anche se la situazione che vi ho rac-contato fa parte del tema.

Ho recentemente letto un ar-ticolo dal titolo: Spegnete sms e tablet - I ragazzi non sanno leggere. Il non saper leggere porta a tutta una serie di pro-blematiche sull’apprendimen-to, tanto che gli esperti hanno puntato il dito contro le nuove forme di comunicazione, sem-pre più veloci, fatte di immagi-ni e non di concetti, dove non devi leggere e capire, l’imma-gine associa l’idea e subito dopo si passa ad un’altra immagine e così via, alla fine non resta nemmeno la traccia di tutte le idee che si sono as-sociate e ci si sente vuoti. Altro che sazietà della cultura. Questo feno-meno porta ad un inaridimento della nostra mente che fatica poi a svilup-pare concetti e idee, riducendosi ad assorbire quello che altri hanno pen-sato per te e che, inconsapevolmen-te, fai tuoi. Recentemente un ragaz-zo italiano di origini straniere ha vin-to un premio sulla lingua italiana per studenti delle superiori, il che, con tutto il rispetto per il ragazzo e per le sue capacità e doti comunicative, la dice lunga sul grado di interesse per questa materia da parte dei nostri ragazzi, anche perché di ragazzi di origini straniere al concorso ne sono arrivati molti. Insomma, ragazzi che a scuola insultano e oltraggiano gli insegnanti, genitori che a loro volta non danno il buon esempio ai figli, ragazzi che non si sanno esprimere perché inghiottiti dal mondo virtuale di internet e che non riescono ad ap-prendere in modo corretto, dall’altra ragazzi che provengono da altre re-altà che in certi casi (per il momento limitati, ma che per il futuro sono destinati ad aumentare), che sono stimolati a conoscere, ad apprende-re e a migliorarsi.

Mi ritorna in mente la trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi che andò in onda tra il 1960 ed il

1968, contribuendo ad abbassare il tasso di anafalbetismo particolar-mente elevato nell’Italia di quegli anni, tanto che sembra che quasi un milione e mezzo di persone, grazie alla tramissione, riuscì a conseguire la licenza elementare. Qualcuno os-serverà che erano altri tempi, ed è vero, ma intanto il programma ven-ne imitato da 72 paesi nel mondo, ed il vedere persone di una certa età che verso sera si trovavano con il quaderno davanti al televisore (ed io l’ho vissuto personalmente) e affian-care le immagini dei ricordi a quelle di questi giorni apparse in TV, lascia-no il segno. Chi insegnava all’epoca in TV era il maestro Alberto Manzi, che era sì un Maestro, ma laureato in biologia, in pedagogia e in filosofia e che riuscì a trasmettere educazio-ne e insegnare usando un linguaggio semplice e mai banale, con uno stru-mento che per l’epoca era innovati-vo: la TV in bianco e nero. Ma per chi ha avuto un familiare analfabeta in casa che voleva a tutti i costi impara-re e migliorarsi e che alla sera si met-teva sulla tavola della cucina davanti al televisore con quaderni a righe e a quadretti, matita e temperino; beh …, le immagini di questi tempi, an-che se a colori e in HD, sono cose da terzo mondo. Per qualcuno (genitori o figli, in questi casi poco cambia), ci vorrebbe ancora il Maestro Manzi, semmai con una piccola variante: Non è m@i troppo t@rdi, per far ri-scoprire la bellezza della Cultura.

Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

Non è mai troppo tardi

a cura di Renato Cobelli Vita di Parrocchia

Ricevo la lettera accorata di un “vecchio amico” che, dopo

essere rimasto vedovo, ha deciso di spendere le ultime cartucce in Somalia, nell’Organizzazione “Save the Children”. Mi informa che, in quel Paese, ci sono regioni dove non piove da cinque anni. I letti dei fiumi sembrano grandi autostrade di sab-bia, con uomini e animali alla ricerca di acqua che non c’é più. Per una po-polazione di pastori nomadi, abituati a spostarsi con le loro mandrie su un terreno fertile, quello che sta acca-dendo oggi è il peggiore degli incubi. L’80% del bestiame è morto nell’ulti-mo anno. Le madri accarezzano i figli di continuo, il loro bene più prezio-so. Sono bambini gracili e malnutriti, protetti da un abbraccio che non può salvare le loro vite. L’amico mi con-fessa che i suoi continui viaggi fra ca-supole di stracci, isolate dal mondo, gli hanno impresso nel cervello e nel cuore il rumore del vento e il pianto sommesso dei bambini.

Ho bisogno di “metabolizzare” il messaggio somalo; soprattutto di comprendere, all’interno della real-tà multiculturale che stiamo viven-

do, il senso della missionarietà della Chiesa, della quale ho la fortuna di far parte. Si tratta, infatti, di un con testo nel quale prolificano sospetti, paure, divisioni, strumentalizzazioni.

Ho chiesto, per questo, di incontrare padre Pierpaolo Monella, un amico comboniano, di stanza a Limone, presso la casa di famiglia di San Da-niele Comboni, trasformata in centro di spiritualità-museo-santuario. L’ho conosciuto a scuola, dove era stato invitato a dialogare con i liceali sulle questioni conseguenti al fanatismo ed all’estremismo religioso.

Padre Pierpaolo stoppa rudemente ogni mio tentativo di approccio teo-logico-confessionale alla questione. Si tratta, a suo parere, di una moda-lità che può prestarsi ad insane stru-mentalizzazioni di bottega (se non peggio). Mi offre, piuttosto, alcuni succosi pensieri, frutto dell’attività svolta in missioni comboniane dell’A-frica e delle Americhe.

Mi sottolinea, innanzitutto, l’impor-tanza di assumere la responsabilità di parole che, sulla questione, ven-gono assunte. Lo dice con riferimen-to al mio attuale ruolo di insegnan-te, responsabile per la formazione delle generazioni che si apprestano ad entrare a pieno titolo nel mondo. Si tratta di una responsabilità che presuppone la conoscenza e l’ap-

profondimento delle “realtà” di cui vado parlando: compresi gli scon-volgimenti provocati dai movimenti migratori di questa stagione.

Da questo punto di vista (mi suggeri-sce l’amico comboniano) i missionari possono essere di grande aiuto. Af-frontando quotidianamente la realtà ed ascoltando “la gente” stando sul campo, i missionari sono in grado di riempire le lacune delle nostre co-noscenze e, qualche volta, dei nostri pregiudizi.

Lo spirito missionario consente di vedere le situazioni, specialmente quelle problematiche,da angolatu-re diverse e, perciò, illuminanti; con una serenità ed oggettività di giudi-zio non inquinate da visioni ridutti-ve e provinciali. Padre Pierpaolo mi suggerisce di educare i ragazzi alla mondialità, abbeverandoli ad una realtà che va ben oltre le cesure, le visioni politiche, le culture e gli in-teressi di corto respiro. Le “terre di missione” hanno del buono, del bello e del vero da offrire ad un Occiden-te ormai in crisi di identità. Questo dono, tuttavia, può essere colto solo attraverso momenti di riflessione, di silenzio interiore, di distacco da una quotidianità divenuta asfissiante e travolgente.

Mi colpisce, soprattutto, la riflessio-ne conclusiva del nostro incontro. Dovremmo imparare a guardare a noi e a tutte le alt re persone come al mistero di Dio che si manifesta. Arrivare a questa visione di fede ci permette di scoprire la Rivelazione di Dio nella storia.

Ritorno rinfrancato da “Tesol”; so-prattutto determinato a interiorizza-re ed a mettere in pratica gli spunti offertimi, soprattutto nella mia quo-tidianità educativa.

Il “Tesol” - 50 anni di presenza Comboniana a Limone del GardaSi celebrano quest’anno 50 anni di presenza comboniana a Limone. Si può dire che la comunità che si è formata in questa località nell’a-gosto 1968 è solo un segno fisico di una presenza viva più profonda. E’ quella dello spirito di San Daniele Comboni, risalente ai tempi in cui egli percorreva le strade di que-sto paese. E’ la stessa che è stata mantenuta viva fino ad ora dai suoi abitanti e da chi ha conosciuto le sue testimonianze. E’ proprio que-sto spirito che, come una famiglia, i Padri Comboniani di Limone desi-derano condividere con pellegrini, turisti ed altri visitatori.

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Accade a Salò a cura di Simone BotturaAccade a Salò a cura di Simone Bottura

È entrata in vigore l’ordinanza che vieta il centro storico e il lungolago alle bici. Sono previste deroghe per tre categorie di utenti: i residenti, gli ospiti delle strutture ricettive poste all’interno delle aree oggetto del divieto e le bici dei servizi di pubblica utilità. Il provvedimento intende garantire la sicurezza dei pedoni nelle aree appunto pedonali. Il divieto sarà in vigore tutti i giorni dal 1° giugno al 30 settembre, mentre nel periodo ottobre-maggio vale solo il sabato, la domenica e i festivi. Le vie interessate: il lungola-go, Piazza Vittoria, via e piazza Cavour, via San Carlo, via Butturini, via Teatro Vecchio, via Napoleone, piazza Zanardelli, piazza Zanelli, Salita Santa Giustina e i vicoli che inter-secano le predette strade, oltre a via e piazza Duomo.

Bici condotte a mano. Deroga per i salodiani

Nell’ambito del progetto «Invito alla scrittura e alla lettura», coordinato dalla prof.ssa Teresa Delfino, anche quest’anno il liceo Fermi ha promosso l’ormai tradizionale con-corso letterario «Fermi… si scrive», ottava edizione, che chiama gli studenti a misurarsi con la prosa e la poesia. Le vincitrici sono due ragazze che frequentano la quinta del classico, Melodie Bertoli per la prosa e Marta Bianchetti per la poesia. Secondo premio per Chiara Pasinetti di 2° B (prosa) e Lisa Marchesi di 5° E (poesia); terzo premio per Linda Marchetti di 3° G (prosa) e Irene Liloni, 5° classico (poesia). Per loro premi in de-naro per l’acquisto di libri, messi in palio dalla scuola e sponsorizzati anche dalla libreria «La Salodiana».

«Fermi… si scrive», ecco i vincitori

Friulana, pilota di elicotteri proveniente dal Comando Base Aeromobili di Sarzana, bre-vetti conseguiti in Florida e Texas, un’esperienza operativa maturata nella componente aerea della Capitaneria di Porto. È l’identikit del nuovo comandante della Guardia Co-stiera gardesana, il Tenente di Vascello Ilaria Zamarian, che nei giorni scorsi ha preso il timone del Nucleo di stanza a Salò, in cui operano 33 militari in servizio permanente. Prende il posto del Capitano di Corvetta Sandy Ballis. Ilaria Zamarian è la prima don-na alla guida del nucleo gardesano. Un incarico ricco di stimoli visto che alla Guardia Costiera è demandata la sicurezza dei milioni di turisti che ogni estate frequentano le acque del più grande lago italiano.

Il Tenente di Vascello Ilaria Zamarian alla Guardia Costiera

«Uomini nella grande storia: salodiani di tutte le guerre» è il titolo della mostra che il Circolo di filatelia numismatica e militaria di Salò allestirà in municipio da venerdì 1 a domenica 17 giugno. «Una mostra – spiega il presidente del Circolo, Marco Facchetti – a ricordo di tutti i nostri concittadini che, a vario titolo, donarono una parte della loro vita, o addirittura il loro sangue, per il nostro futuro. Piccole storie di salodiani comuni che, unite tra loro, ci raccontano la grande storia del nostro Paese, partendo da Giu-seppe Mazzoleni, che nel 1570 partecipò alla battaglia di Lepanto, per arrivare ai caduti della seconda guerra mondiale». Previste anche alcune presentazioni editoriali: sabato 9 alle 18 in Sala dei Provveditori si parlerà dei libri «All’ombra del reticolato» di Paolo e Roberto Maggi e «Sulle tracce di un eroe dimenticato» di Emanuele Marini; sabato 16 alle 18, sempre in Sala dei Provveditori, la presentazione del libro «Saccheggio sul lago. I documenti perduti della Rsi» di Bruno Festa.

Uomini nella grande storia: salodiani di tutte le guerre

Sono in prevendita i biglietti per i concerti dell’Estate Musicale del Garda, che quest’an-no celebra la 60esima edizione con un programma eccezionale. Ad aprire la rassegna, domenica 15 luglio in piazza Duomo, sarà l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Cornelius Meister con un programma che prevede la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di Beethoven e la Sinfonia in la maggiore op. 90 di Mendelssohn (biglietti 70 euro). Gli altri concerti vedranno esibirsi, venerdì 20 luglio, la banda cittadina con il pianista Ge-rardo Chimini (ingresso 10 euro) e, il 28 luglio, la Hulencurt Symphony Orchestra con il primo violino Francesca Dego (ingresso 20 euro). I biglietti sono in prevendita al MuSa, in tutti i punti del circuito Vivaticket e sul sito vivaticket.it.

Estate Musicale, biglietti in prevendita

Domenica 24 giugno la Comunità Vecchi Scout di Salò, con la collaborazione del gruppo Alpini di Salò e il patrocinio del Comune (assessorati sport ed ecologia), organizza la 26esima Camminata ecologica del Garda. La marcia non competitiva si snoderà per 6 chilometri lungo le vie cittadine e l’entroterra salodiano. Ci sarà anche un risvolto socia-le. Si camminerà per sostenere Padre Damiano Puccini, sacerdote in Libano che aiuta quanti fuggono dalle guerre in Siria e in Iraq. La partenza alle 9.30 da piazza Vittoria. Ci si può iscrivere (2.50 euro) alla partenza.

Camminata ecologica del Garda

Notizie sociali

Lega di Salò - Brescia

DOMANDA: entro quando si può consegnare la dichiarazione dei redditi e pagare l’IMU?

Risposta: a partire dal 1° gennaio 2018, le nuove scadenze per la di-chiarazione dei redditi IRPEF 2018 sono:*modello 730 precompilato = sca-denza al 23 luglio di ciascun anno: unica scadenza sia per chi presenta da solo il modello sia per chi si avvale dell’assistenza fiscale per la sua modifica, integrazione e/o trasmissione. Stessa scadenza anche per i Caf. • modello 730 ordinario = scadenza 7 luglio, ovvero, 9 luglio 2018 per chi presenta il modello al sostituto d›imposta; *modello 730 ordinario = scadenza 23 luglio 2018: per chi presenta il modello al CAF o altro intermediario.• modello Unico/Redditi: la scaden-za passa dal 30 settembre al 31 otto-bre, per il 2018 la nuova scadenza è quindi il 31 ottobre 2018.Ricordiamo che la dichiarazione va presentata dai contribuenti obbligati alla trasmissione del modello 730 o il nuovo modello Redditi ex Unico, e da coloro che intendono portare a deduzione e a detrazione, ai fini Irpef sui redditi, le spese sostenute nell’anno precedente a quello della dichiarazioneLa prima rata IMU si paga entro il 18 Giugno e il conguaglio entro il 17 Dicembre 2018.

Risposta: I contibuenti che nel cor-so del 2017, hanno posseduto:• solo redditi di fabbricati derivati dal possesso dell’abitazione principale;

• solo redditi di lavoro dipendente o di pensione erogati da un unico datore di lavoro che effettua le rite-nute d’acconto, più eventuali reddi-ti di fabbricati derivati dal possesso dell’abitazione principale;• solo redditi di lavoro dipendente corrisposti da più soggetti, più even-tuali redditi di fabbricati derivati dal possesso dell’abitazione principale;• reddito complessivo, al netto della abitazione principale:non superiore a 8.000 euro , se de-riva da reddito di lavoro dipenden-te per un periodo non inferiore a 365 giorni;• reddito complessivo, al netto della abitazione principale: non superiore a 8.000 €. se deriva da reddito di pensione per un perio-do non inferiore a 365 giorni + altre tipologie di reddito, + 185,92 euro per i redditi di terreni.• Chi ha un reddito complessivo, al netto dell’abitazione principale: 8mila, lavoratori dipendenti,8.124 pensionati, 4.800 lavoratori autonomi per redditi assimilati a la-voro dipendente.• solo redditi derivati da terreni e/o fabbricati: se non superiore a 500 €.; • solo redditi esenti: come rendite Inail per invalidità permanente o per morte, assegno periodico corrispo-sto dal coniuge più altre tipologie di reddito con esclusione dell’assegno periodico destinato al mantenimento dei figli, fino all’importo di 7.750 €.; • solo redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta: gli interes-si sui conti correnti bancari o postali; gli interessi sui Bot o su altri titoli di Stato;

Risposta: • Le deduzioni fiscali: sono le spese che possono essere sottratte dal reddito prima di calcolare l’imposta dovuta. Con tali spese, pertanto, il contribuente diminuisce la base imponibile di calcolo, facendo ab-bassare il reddito e quindi l’imposta dovuta. Per es. deduzione : reddito 20.000 - contributi previ-denziali 1.000 = 19.000 x 27% = imposta 5.130• Le detrazioni fiscali: sono invece quelle spese sulle quali va calcolata una percentuale e l’importo che risulta è detratto direttamente dalle imposte da pagare, facendo così di-minuire l’importo stesso. Per es: detrazione reddito 20.000, spese sanitarie 1.000; 1.000*19%= detrazione 190 ; 20.000*27%=imposta lorda 5.400-detrazione190= imposta 5.210.

L’informazione è tra i principali strumenti di partecipazione de-mocratica. Non è pensabile alcuna partecipazione senza la conoscen-za dei problemi della comunità politica, dei dati di fatto e delle va-rie proposte di soluzione. Occorre assicurare un reale pluralismo in questo delicato ambito della vita sociale garantendo una molte-plicità di forme e strumenti nel campo dell’informazione e del-la comunicazione e agevolando condizioni di uguaglianza nel pos-sesso e nell’uso di tali strumenti mediante leggi appropriate. Fra gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione del diritto all’obiettività nell’informazione, merita attenzione particolare il fe-nomeno delle concentrazioni edi-toriali e televisive, con pericolosi effetti per l’intero sistema demo-cratico quando a tale fenomeno corrispondono legami sempre più stretti tra attività governativa, i poteri finanziari e l’informazione. Compendio della DSdC, 414

DOMANDA: chi non deve fare la di-chiarazione dei redditi 2018?

DOMANDA: quale è la differenza fra deduzioni e detrazioni di im-posta?

FONTE TAVINA SALÒtel. 0365 441511

IL PIACERE DEL BERE!

dal grande libro della natura

acqua minerale

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Ho comprato questo libro pen-sando alla letteratura ed è

questa la sua idea di partenza: in-fatti, scrive Graziano Tarantini (ELS La Scuola) “La considero una delle maggiori espressioni del rapporto dell’uomo con il suo destino.” Ci si inoltra, invero, nella traccia della grandezza dell’uomo di fronte alla propria esistenza. Leopardi in quan-to geniale interprete della distanza fra l’infinitamente piccolo dell’uomo e l’infinitamente grande della natu-ra e del cosmo. Dostoevskij perché capace di investigare ogni angolo dell’animo e della condizione umana. I suoi romanzi fanno parlare i poveri, le prostitute, gli assassini e i sogna-tori…….Pasolini vive della storia, con le sue tradizioni, le sue contraddizio-ni, e soprattutto con i sui segni pre-figuranti il futuro. Tre uomini che a modo loro inseguono la libertà, pur riconoscendone i limiti che si mani-festano prendendo coscienza della

propria piccolezza e, come nel libro sopra citato, intuiscono di abbando-nare la presunzione e di dare spazio alla contemplazione silenziosa del mondo, e quindi al mistero che lo av-volge. Di ogni autore Tarantini coglie stralci di opere o sue considerazioni talmente vivide, che sono rimasta quasi incollata a questo piccolo libro di così grande contenuto. L’invito a leggerlo è quasi scontato, e lo rivol-go anche ai giovani perché gli episo-di, magari poco conosciuti, rivestono importanza nella dimostrazione che questi autori hanno sempre badato all’essenziale, con realismo e soprat-tutto senza cercare scorciatoie. Vive-re senza preconcetti è stata la loro ragione per sentirsi uomini. Rifug-gendo sempre le ovvietà. Insomma, termina Tarantini, ci fanno sentire utile la vita, togliendoci dalle banali-tà, riscoprendo il significato di amo-re, anche quando la vita stessa non sembra corrisponderci.

Può educare solo chi sa che cosa significhi amare

L’Arte di ricominciare (San Paolo)

Invito alla lettura a cura di Daniela Cavedaghi

Di un uomo Leopardi, Dostoevskij, Pasolini (Els La Scuola)

Vale la pena di essere uomo perché tu Gesù sei stato uomo!

Un altro libro straordinario, da non perdere, è questo di Don

Fabio Rosini, sacerdote romano, ora Direttore del Servizio per le Vocazio-ni della Diocesi di Roma. Don Fabio partendo dal primo capitolo della

Bibbia, attraverso i sei giorni della creazione, ripercorre il cammino di un popolo che provava a ricomin-ciare: è l’inizio di un discernimento che accompagna, anche, il lettore in quest’arte di ripartire ogni qual volta ha inciampato nel fallimento perso-nale o comunitario.

L’inizio contiene tutto. Se tradisci l’i-nizio, tradisci il tutto. Se il tutto gira male, è perché stai fuori dalla map-pa dell’inizio. Se vuoi ricominciare devi tornare all’inizio, e troverai quello che è vitale per te.

Don Fabio racconta aneddoti di al-tri e di sé, la sua storia è vicenda di sofferenza interiore, partendo dalla vocazione, e fisica, della malattia, e questo lo interroga ogni volta e lo perviene a dire la Parola di Dio cerca un coniuge: la mia esistenza. È pro-prio la mia esistenza che interrogo e domando se c’è qualcosa di più gran-de di me e della mia impotenza. C’è un Padre che è il Creatore. Le cose sono due: aprirsi a Lui o sclerotizzare nell’amarezza, nello scoraggiamen-

to. Ricominciare significa accettare di essere poveri, non ancora risolti, in un viaggio che a volte appassiona e spesso impaurisce di fronte alla realtà che vorremmo sempre dis-simile, sempre un passo più avanti, nell’illusione che poi sarà diversa che noi, l’ego, cambieremo le carte in tavola.

Mentre ripartire, scrive Don Rosini, è accorgersi di avere le mani vuote e senza vanti da accampare. E’ così che si inizia. Nella dottrina cristiana si parla di “creatio ex nibilo”. Dal nul-la. Da lì si parte. Mettersi davanti al Crocifisso, scrive Don Fabio e guar-dare all’Uomo-Dio nell’impotenza del suo corpo così ferito e impossibi-litato al movimento.

Un crocifisso è inutile. Ma quello ha cambiato la storia. Allora scappare dai nostri limiti è farlo da noi stessi Il mio vero sé, non è una fatica, non è una strategia. E’ un’opera di Dio. E’ la mia vita. Sono amato, E’ questa la mia identità. Il falso sé è quello che in me non crede a quanto sopra.

Sono tante le cose da dire per meglio chiarire un discorso, ma

lo spazio di una paginetta è quello che è e si deve cercare di stringere. C’è da pensare all’impostazione de-gli spazi, alla quadratura, al caratte-re da scegliere e alle esigenze del nostro Eraldo promosso sul campo, per la sua esperienza, impaginatore capo. A lui infatti si deve la bella e nuova veste del nostro Notiziario. Questo mese riflettiamo sulla no-stra lingua, per secoli considerata una grande lingua, ma oggi così poco riconosciuta e parlata all’e-stero. Già, negli anni cinquanta lo scrittore e critico Giuseppe Prezzo-lini (1892/1992), aveva avvertito il pericolo in quanto stava perdendo la sua forza soprattutto nei consessi internazionali.

Oggi, il suo tramonto è chiaro, con lo spauracchio che sia quasi un tributo da pagare a popoli che nel corso dei secoli sono diventati migliori di noi. E all’estero questo declino è ancora maggiore: di fronte ad ogni luogo da visitare, fra le tante spiegazioni c’è il cinese, il giapponese e il coreano, ma manca sem-pre l’italiano. Nella civilis-sima Spagna nemmeno i distributori automatici dei biglietti della metropolitana la ri-portano. La realtà è che il fascino della nostra cultura del passato che per anni sostenne la nostra lingua e la preservò immune, oggi è sbia-dito, nonostante ci sia stata la forte spinta ricevuta dalla civiltà artisti-ca del nostro Rinascimento, che la impose e la fece andare a testa alta nelle Corti d’Europa e per il mondo per la sua bellezza, la sua ricchez-za e la sua flessibilità, divenendo la lingua universale nella musica e nel teatro. Parlavano la nostra lin-gua Carlo V° di Spagna, Elisabetta I° d’Inghilterra, Francesco I° di Francia si intratteneva con Leonardo nei giardini di Cloux-Lucè, lo scrittore Michel Montaigne (1533/92) che in italiano scriverà gran parte del suo “Viaggio in Italia”, e con loro molti altri autorevoli artisti. Nella Poesia poi, italiane sono state le forme del-

la Canzone, del Sonetto e prima an-cora della Terzina.

Gli scambi commerciali della Repubblica di Venezia, protrattisi per secoli nel bacino del Mediterraneo, contribuirono a favorire la diffusione della nostra lingua, ma con la perdita della influenza della Serenissima apparve al tempo stesso chiaro che le fortune di una lingua possono dipendere nel bene e nel male anche dalle sorti dei popoli. Nel 1700 la nostra lingua si parla ancora, ma solo dove si fa musica e cultura e molti sono i nostri letterati che trovano casa a Praga, a San Pietroburgo, a Londra, a Vienna. Appare ancora dolce nel 1800 a Goethe e in Francia si usava dire che…un bon journaliste

doveva conoscere bene au moins l’anglois et l’Italien, ma perduta anche quella supremazia, nel giro di pochi decenni tutto si affievolì. Siamo agli ultimi fuochi quando numerosi viaggiatori inglesi, tedeschi, francesi e russi affascinati dal nostro sole, dalla nostra civiltà del passato e dalle bellezze della nostra penisola, giungeranno in Italia per il “Gran Tour”.

Negli anni successivi la nostra lingua sarà superata per sempre prima dal Francese, poi dall’Inglese sostenuto da quella travolgente rivoluzione industriale che in Inghilterra diede impulso a quelle attività produttive e commerciali che, interessando il mondo intero, la fecero diventare una

grande potenza. Oggi tutto ciò che possiamo trovare sui nostri giornali sono ahimè frasi come …togliere la spina, per indicare togliere la fiducia al governo, …doccia fredda per indicare l’arrivo di dati Istat sconfortanti, global warming invece di riscaldamento globale etc. etc. Un vero peccato, ma è la mia lingua, la lingua delle mie prime parole, la lingua che ho imparato ad apprezzare con lo studio (ricordo ancora il “Puppo” complesso testo di filologia al Ginnasio), che mi si è rivelata preziosa per la ricchezza dei termini che restano comunque tali,

nonostante tutto. Viva dunque la nostra lingua!

Per chiudere ecco la splendida “Grande Jatte” (la Jatte è un isola sulla Senna), del pittore puntualista G. Seurat (1859/91) così chiamato per quel suo applicare sulla tela i colori in gradazione fra loro con piccoli punti, l’ascolto della “Rapsodia su un tema di Paganini” di S. Rachmaninov (1873/1943) di cui richiamo la 21^

variazione, e un pensiero di J.A.Morsztyn (1613/93) poeta polacco estimatore del nostro Gian Battista Marino (1569/1625) massimo rappresentante della poesia barocca in Italia.

a cura di Giancarlo Giacomuzzi Briciole

Traversie di una lingua

E’ bianco e terso il marmo di Carrara,è bianco il latte che ci porta in cestedalla stalla il mattin la montanara.E’ bianco il cigno dalla bianca vestedi piume, è bianco il giglio appena colto,bianche le nevi ancor non liquefatte,bianche le perle, ma è più bianco il volto de la mia donna, ed ha maggior candore il viso suo che non la perla o il latte,la neve, il marmo, il cigno ed ogni fiore.

Parlavano la nostra lingua Carlo V° di Spagna, Elisabetta I° d’Inghilterra, Francesco I° di Francia

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Oratorio di Campoverde - Villa Programma di Giugno

Bottura SimoneCavedaghi DanielaCiato GiovanniCobelli Renato Dondio LambertoGiannetta Caravaggi GiannaGiacomuzzi Giancarlo

Manni AnnaMarelli BrunoMonti OsvaldoOliari MarioBeretta Alfredo Pampagnin EraldoRizza Augustom. Carminati Gianluigi

HANNO COLLABORATONUMERI UTILIParroco - Mons. Gianluigi Carminati - Segreteria ...................... tel. 0365 521700FAX - Canonica - Vicolo Campanile, 2 ...................................................... tel. 0365 523294Curato - Don Gianluca Guana - Largo D. Alighieri ...................... cel. 349 2267166 Don Valerio Scolari (338 721 4877) - Via Gratarolo ................ tel. 0365 40296Don Lionello Cadei (338 190 4489) - Via Canottieri, 2 .......... tel. 0365 42992Campoverde - Don Marco Zanotti (334 737 0838) .................. tel. 0365 40125Villa - Mons. Francesco Andreis .................................................................... cel. 348 0421999Chiesa di S. Bernardino - Piazza S. Bernardino ............................. tel. 0365 43449Oratorio S. Filippo Neri - Largo D. Alighieri ....................................... tel. 0365 43646Scuola Cattolica “E. Medi” - Via S. Jago, 19 ...................................... tel. 0365 40039Convento Padri Cappuccini - Barbarano .............................................. tel. 0365 20447Caritas Zonale - Via Canottieri, 2 .................................................................. tel. 0365 520843Cinema Cristal - Largo D. Alighieri ............................................................... tel. 0365 521555

Programma di Luglio Oratorio di Salò

FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒVia Zette, 31 - tel. 0365 438058

In.d’E18

all’ Opera, meravigliosa creatura!Non tutti possiamo fare gran-di cose, ma possiamo fare pic-cole cose con grande amore!

(Madre Teresa)

Dopo aver contemplato il cre-ato, splendido dono di Dio, quest’estate osserviamo la creatura fatta a sua immagi-ne: ciascuno di noi!

Dio ci ha voluto nel mondo e ci ha affidato un compito: prendersi cura di ciascuno di noi e di ciò che Lui ha creato.

Mettendoci tutti allOpera im-pareremo:

ad OSSERVARE la bellezza di ciò il Signore ha creato,

a CREARE con le nostre capa-cità un luogo bello da vivere,

a CONDIVIDERE tempo e pas-sione con i nostri amici,

a RACCONTARE l’amore che ci è stato donato...

L’OBIETTIVO di tutto questo? La SANTITÀ, ovvero la FELICI-TÀ, quella VERA!

sulle orme di Madre Teresa per imparare ad essere Felici!

Gr.Est ‘18CampoVillaOra tocca a me!

Una frizzante squadra di volenterosi animatori, si sta incontrando ormai da circa un mese, per prepa-rare canti, giochi, recite e preghiere.

Il giardino della “casetta gialla” e la chiesa di Cam-poverde, per tre settima-ne (a partire dall’11), si riempiranno della gioia e dell’amicizia di una cin-quantina di bambini.

Cosa osserveremo, costru-iremo o condivideremo in questo tempo estivo?

Lo scopriremo insieme, aiutati anche da un Santo che con la sua vita ha la-sciato un segno indelebile nella storia...

Siete prontissimi per ini-ziare questa esperienza di comunione tra di noi e con Gesù?

Noi non vediamo l’ora, vi aspettiamo... anzi, ti aspet-tiamo, perché

“ORA TOCCA A TE!”

Oratori - Tempo d’estate

Page 15: Sommario a cura di Mons. Gianluigi Carminati · 2018. 6. 11. · «preghiera di adorazione». L’adorazione come obbiettivo del «cammino» del credente è stata al centro dell’omelia

CALENDARIO PASTORALE IN EVIDENZA

ORARI SS. MESSEDUOMO• Prefestiva e feriale: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 - 11.00 - 18.30S. ANTONIO ABATE - CAMPOVERDE• Prefestiva e feriale: ore 18.00 • Festive: ore 11.00 - 18.00S. ANTONIO da PADOVA - VILLA• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30• Feriale: ore 18.00 S. BERNARDINO• Festive: ore 9.00 - 17.00• Feriale: ore 9.00

S. GIUSEPPE• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (escluso giovedì) S. BENEDETTO • Festive: ore 7.30CHIESA di RENZANO• Solo sabato: ore 18.00 CAPPUCCINI BARBARANO• Festive: ore 10.00 - 17.00• Feriale: ore 17.00MONASTERO DELLA VISITAZIONE • Festive e feriali: ore 8.00S. GIOVANNISolo feriale: ore 7.15 (escluso il sabato)

GIUGNO 201810 Dom Presentazione dei battezzandi del 24 giugno - ore 9.30 a Villa12 mar ore 16.00: S. Messa al cimitero13 mer festa di S. Antono di Padova a Villa - ore 20.30: S. Messa22 ven Chiesa di S. Giovanni - 20.30: Concerto polifonico23 sab Chiesa di S. Giovanni - 20.30: Concerto polifonico24 Dom Battesimi: ore 12.00 - Villa

Chiesa di S. Giovanni - 20.30: Veglia con elevazione spirituale28 gio Duomo - 20.30: Presentazione del libro:

“Lo Stemma cronologico della Chiesa salodiana”

LUGLIO 20182 lun TRIDUO DEI MORTI: Ss. Messe al Cimitero

ore 7.30 e 20.30 (sospese le Messe delle ore 7.15 e 18.30)3 mar TRIDUO DEI MORTI: Ss. Messe al Cimitero (come sopra)4 mer TRIDUO DEI MORTI: Ss. Messe al Cimitero (come sopra)5 gio ore 9.00: S. Messa alla Madonna del Rio [nei mesi di LUGLIO e AGOSTO]16 lun ore 20.30: S. Rosario alla chiesa del Carmine17 mar ore 20.30: Novena presso Santuario del Carmelo a San Felice26 gio ore 20.30: S. Messa alla chiesa di Sant’Anna Campoverde28 sab ore 18.00: S. Messa dei Ss. Nazario e Celso a Renzano

AGOSTO 201815 mer Assunzione di Maria - Ss. Messe orario festivo16 gio ore 9.00: S. Messa di San Rocco presso il Lazzaretto

(sospese Ss. Messe a S. Bernardino e Madonna del Rio)19 Dom ore 11.30: S. Messa di S. Bernardo a Serniga Salò20 lun redazione “Il Duomo Insieme” ore 20.30: in canonica a Salò24 ven ore 18.30: S. Messa preso la Chiesa di S. Bartolomeo Salò31 ven ore 20.30 in canonica - incontro genitori-padrini

dei battesimi del 23 settembre e 7 ottobre

SETTEMBRE 20185 mer ore 20.30: S. Rosario - chiesa delle Grazie alle Rive6 gio In S. Giovanni: ore 16.30 Esposizione e Adorazione

ore 18.30 S. Messa per benefattori della Parrocchiaore 20.30: S. Rosario - chiesa delle Grazie alle Rive

7 ven Primo Venerdì del mese: S. Comunione agli ammalatiore 20.30: S. Rosario - chiesa delle Grazie alle Rive

8 sab Giornata CARITAS - raccolta9 Dom Presentazione dei battezzandi del 23 settembre e 7 ottobre

ore 17.00 a San Bernardino

giovedì28 giugno

ore 20.30 - in Duomo

Presentazionedel libro

della prof. Liliana Aimo

Lo stemmacronologicodella Chiesa

salodianadi FILIPPO TOMACELLI

commento musicaledel maestro

Gerardo Chimini

Lo stemmacronologicodella Chiesa

salodiana

Associazione Storico-Archeologica della Riviera del Garda (A.S.A.R.)

Comune di Salò

Parrocchia Santa Maria Annunziata di Salò

in collaborazione con Ateneo di Salò