Sommario: 1/2 In Forma - asl.novara.it · Simonetta Rizzolio Direttore Responsabile: Elena Vallana...

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Anatomia Patologica dell’Ospedale di Borgomanero. Centro di Rilievo Regionale marzo/aprile 2014 Numero 2 In Forma Sommario: Anatomia Patolo- gica dell’Ospedale di Borgomanero. Centro di rilievo 1/2 Formazione: ele- mento centrale della professione 3 Studenti di Medi- cina “in pratica all’ASL NO” 4 Proroga validità esenzione dal pa- gamento del ticket per reddito e per 5 Fare sport… in salute! 6/7 Il benessere nel piatto 8/11 Il punto di vista di un istruttore: Bar- 12/13 Il punto di vista di un atleta: Valter Mattiuz 14 Il punto di vista di un atleta: Fabio Aina 15 Corsi di accompa- gnamento alla na- scita: … Cammi- niamo insieme... 16 Figlio si nasce… Papà si diventa 17 A margine del convegno Sogni e visioni. Figure e forme della Psico- patologia contem- poranea 18/19 Curiosando: An- che un pesce… fa primavera 20 Curiosando: I per- ché sanitari 21 Dicono di noi 22 Convegni 22 m.r. La Struttura Complessa di A- natomia Patologica e Citologia Dia- gnostica dell’Ospedale di Borgomane- ro dell’ASL NO - diretta dalla dott.ssa Silvia Cristina - , è stata di recente individuata come secondo Centro di Riferimento regionale per le letture dei test HPV e della citolo- gia di secondo livello nell’ambito del programma regionale di screening oncologico “Prevenzione Serena”. La decisione è stata assunta con Dwlibera della Giunta Regionale n.10-7040 del 27 gennaio u.s. a seguito della valutazione dei progetti presentati da quattro ASL (Novara, Biella-Vercelli, Asti-Alessandria e Cuneo). La decisione della Giunta Regionale segue la delibera n. 21-5705 del 23/04/2013 con cui è stata approvata la modifica del programma regionale di screening oncolo- gico del tumore del collo dell’utero, con l’introduzione del test per la ricerca del DNA di Papilloma virus umano (HPV) come test primario per lo screening della cervice uterina per le donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni. Vi è, infatti, la chiara evidenza scientifica che uno screening con tale test, in grado di individuare il DNA dell’HPV, virus responsabile del tumore del collo dell’utero, è più efficace del Pap Test nel prevenire tali tumori. Il progetto presentato dalla ASL NO, prevede la realizzazione del secondo “Centro di Lettura dei Test HPV e della citologia di secondo livello” presso il Servizio di Anatomia Patologica del Presidio O- spedaliero di Borgomanero; tale Cen- tro raccoglierà tutti i campioni biolo- gici da sottoporre ad esame bio- molecolare per la ricerca del virus HPV, provenienti dai Dipartimenti 6 (ASL NOVCO), 5 (ASL VCBI), 8 (ASL AT), 9 (ASL AL).

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Anatomia Patologica dell’Ospedale di Borgomanero. Centro

di Rilievo Regionale

marzo/aprile 2014 Numero 2

In Forma

Sommario:

Anatomia Patolo-

gica dell’Ospedale

di Borgomanero.

Centro di rilievo

1/2

Formazione: ele-

mento centrale della

professione

3

Studenti di Medi-

cina “in pratica

all’ASL NO”

4

Proroga validità

esenzione dal pa-

gamento del ticket

per reddito e per

5

Fare sport… in

salute!

6/7

Il benessere nel

piatto

8/11

Il punto di vista di

un istruttore: Bar-

12/13

Il punto di vista di

un atleta: Valter

Mattiuz

14

Il punto di vista di

un atleta: Fabio

Aina

15

Corsi di accompa-

gnamento alla na-

scita: … Cammi-

niamo insieme...

16

Figlio si nasce…

Papà si diventa

17

A margine del

convegno Sogni e

visioni. Figure e

forme della Psico-

patologia contem-

poranea

18/19

Curiosando: An-

che un pesce… fa

primavera

20

Curiosando: I per-

ché sanitari

21

Dicono di noi 22

Convegni 22

m.r. —La Struttura Complessa di A-

natomia Patologica e Citologia Dia-

gnostica dell’Ospedale di Borgomane-

ro dell’ASL NO - diretta dalla

dott.ssa Silvia Cristina - , è stata di

recente individuata come secondo

Centro di Riferimento regionale per

le letture dei test HPV e della citolo-

gia di secondo livello nell’ambito del

programma regionale di screening oncologico “Prevenzione Serena”.

La decisione è stata assunta con Dwlibera della Giunta Regionale n.10-7040 del 27

gennaio u.s. a seguito della valutazione dei progetti presentati da quattro ASL

(Novara, Biella-Vercelli, Asti-Alessandria e Cuneo).

La decisione della Giunta Regionale segue la delibera n. 21-5705 del 23/04/2013

con cui è stata approvata la modifica del programma regionale di screening oncolo-

gico del tumore del collo dell’utero, con l’introduzione del test per la ricerca del

DNA di Papilloma virus umano (HPV) come test primario per lo screening della

cervice uterina per le donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni.

Vi è, infatti, la chiara evidenza scientifica che uno screening con tale test, in

grado di individuare il DNA dell’HPV, virus responsabile del tumore del collo

dell’utero, è più efficace del Pap Test nel prevenire tali tumori.

Il progetto presentato dalla ASL NO, prevede la realizzazione del secondo “Centro

di Lettura dei Test HPV e della citologia di secondo livello” presso il Servizio di

Anatomia Patologica del Presidio O-

spedaliero di Borgomanero; tale Cen-

tro raccoglierà tutti i campioni biolo-

gici da sottoporre ad esame bio-

molecolare per la ricerca del virus

HPV, provenienti dai Dipartimenti 6

(ASL NO—VCO), 5 (ASL VC—BI), 8

(ASL AT), 9 (ASL AL).

Pagina 2 In Forma

Comitato di Redazione: Anna Rita Audone Carmen Gatti Alberto Martinetti Alessandra Mondini Laurita Tanzi Hanno collaborato a questo numero: Fabio Aina Daniela Costa Mauro Guerriero Barbara Juresich Valter Mattiuz Flavia Milan Domenico Nano

Periodico di informazione e formazione sanitaria dell’ASL NO (Novara) Direttore Editoriale: Emilio Iodice Arabella Fontana Simonetta Rizzolio Direttore Responsabile: Elena Vallana Coordinatori Comitato di Redazione: Davide Bordonaro Maurizio Robberto

Redazione: Ufficio Stampa ASL NO Via Dei Mille, 2—28100 Novara Tel. 0321 374521 Fax 0321 374546 Email: [email protected]

Registrazione Tribunale di Novara: Aut. n. 31/97 del 26/07/1997

Sito internet: www.asl.novara.it

Un Centro analogo, già a suo tempo individua-

to, è il “Centro Unificato Screening Cervico-

Vaginale dell’AOU Città della Salute e della

Scienza di Torino” - Presidio S. Giovanni Bat-

tista che svolgerà la lettura dei test provenienti

dai Dipartimenti di Screening 1 (ASL TO1-

ASL TO2) 2 (ASL TO5) 3 (ASL TO3) 4 (ASL

TO4) e 7 (ASL CN1-ASL CN2).

Tra le motivazioni della scelta del Servizio di Anatomia Patologica di Borgomanero

da parte della Direzione Regionale Sanità, oltre al soddisfacimento di alcuni requisiti

regionali, tra i quali il rispetto, negli anni passati, degli indicatori di qualità

nell’attività diagnostica, anche motivazioni logistiche che rendono efficiente la rete

dei trasporti regionali del materiale diagnostico.

Inoltre,la S.C. di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica – dichiara la dott.ssa

Arabella Fontana, Direttore Sanitario dell’ASL NO – è in grado, sia per l’ottimale

distribuzione degli spazi di lavoro nella nuova sede (inaugurata nel 2010), sia per la

preparazione del personale dedicato, di sostenere i volumi di attività, pari a circa il

40% del fabbisogno regionale”.

Il Presidio Ospedaliero di Borgomanero, infine, è

stato individuato come secondo Centro Regionale

di Produzione e Validazione Emocomponenti

(CPVE) e la sinergia fra i due servizi diagnostici,

che potranno avvalersi, essendo ubicati nella stes-

sa sede, di una logistica dei trasporti dei materiali

biologici condivisa, consentirà il contenimento

dei costi di esercizio.

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d.c. - Il programma formativo 2013 dell’ASL ha previsto 112 corsi svolti in 265

edizioni. La numerosità delle offerte formative è stata possibile soprattutto grazie

all’impegno dei Referenti Dipartimentali della Formazione ed alla disponibilità del

personale dipendente a svolgere con competenza e passione l’attività di docenza.

L’analisi dei bisogni formativi aveva però evidenziato alcune problematiche non

gestibili con risorse interne. Il coinvolgimento di docenti esterni è risultato sicuramente positivo anche per

l’alto profilo dei professionisti intervenuti.

A tal proposito citiamo alcune corsi particolarmente significativi.

“La responsabilità professionale oggi” tenuto dal dott. Marco Rossetti, Magistrato applicato all’Ufficio

Massimario della Corte di Cassazione, che con la sua chiarezza e capacità di sintesi ha tenuto “incollati“, per

le sei ore della durata del corso, gli oltre 100 partecipanti (Direttori/Responsabili e caposala delle strutture

aziendali) su tematiche inerenti la responsabilità civile e penale dei professionisti sanitari, la responsabilità

nel lavoro di équipe, il ruolo di linee guida, percorsi assistenziali, procedure e protocolli, la gestione della

documentazione clinica e molto altro.

Altri due corsi che toccavano le tematiche della comunicazione e la gestione dei conflitti sono stati affidati

alla”Palestra della Scrittura”. La scelta di affidare alla “Palestra” due importanti progetti formativi è sicura-

mente stata orientata, oltre che dalle ottime credenziali presentate, anche dal successo del Seminario che la

Palestra aveva messo a nostra disposizione, tenutosi ad aprile 2013, relativo al Linguaggio della salute.

I due corsi erano rivolti, l’uno al personale di front office (CUP, Centri Prelievo, Ambulatori), l’altro al per-

sonale del DEA di Borgomanero e dei punti triage ginecologico e pediatrico. Il primo più “tradizionale” dal

titolo “Il linguaggio del front office” svolto in due edizioni, circa 50 partecipanti aveva l’obiettivo di fornire

ai discenti le competenze per la gestione dell’utente ambulatoriale anche in situazioni critiche. Il corso ha

avuto un ottimo livello di gradimento.

Il corso dedicato al personale del DEA, introdotto ed esplicitato negli obiettivi dal

Direttore Generale dell’ASL NO, dott. Emilio Iodice [nella foto], dal titolo “Arti

marziali e stratagemmi di relazione per il Pronto Soccorso”, si proponeva di for-

nire le competenze atte a sviluppare la capacità di governare le proprie reazioni an-

che in condizioni di stress, di emergenza o di pericolo che a volte possono verificarsi

in un Pronto Soccorso, e ha visto le quasi trenta “ragazze” del

nostro DEA (medici,infermieri e OSS) sperimentare diretta-

mente in una palestra valori come: integrità psico-fisica, difesa

personale, rilassamento, autodisciplina e allenamento mentale. Valori centrali nella vita

personale e professionale. La seconda parte svolta in aula è stata poi utile per tradurre

la metafora in strumenti di lavoro, riconoscendo i più efficaci stratagemmi relazionali e

allenandosi nel loro impiego. L’esperienza è risultata efficace e molto apprezzata da

tutte le partecipanti.

Infine si ricorda il corso finalizzato al miglioramento dell’utilizzo della check list in

sala operatoria, il cui docente: Comandante Gian Luigi Zanovello, portando esempi

pratici, sulla base dell’esperienza maturata in aeronautica nella pattuglia acrobatica

nazionale delle Frecce Tricolori ha illustrato al Personale del Blocco Operatorio

(chirurghi, anestesisti, nurse, strumentisti, personale di servizio sala) l’importanza della

corretta applicazione della check list nella prevenzione dell’errore ma anche quale stru-

mento per porre in essere le prime azioni per creare un team efficace e facilitare la co-

municazione al suo interno.

Formazione: elemento centrale della professione

Pagina 3 Numero 2

e.v.; m.r.- Oltre 80 futuri medici fanno pratica nei Servizi territoriali dell’ASL

NO grazie a una convenzione stipulata tra l’Azienda Sanitaria e l’Università degli

Studi Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara.

E’ un’esperienza pilota in Italia, ove si contano solo una decina di casi su 50 fa-

coltà di Medicina – afferma Arabella Fontana Direttore Sanitario dell’ASL NO -

Ogni studente è impegnato per due settimane ed è seguito da un tutor.

La convenzione stipulata durerà tre anni – prosegue Lelio Dall’Osso, Dirigente

Medico del Distretto di Novara dell’ASL NO, illustra il cronoprogramma.

Si tratta di una ottima opportunità per gli studenti di medicina che, al V anno di

corso, nell'ambito del percorso formativo, effettueranno un tirocinio sul territorio

del Distretto di Novara, al mattino, in quanto al pomeriggio sono impegnati con

lezioni e corsi.

La collaborazione è partita il 10 marzo scorso

con il primo gruppo composto da 20 studenti -

impegnati dal lunedì al venerdì. Con i nostri

Tutor, i futuri medici seguiranno le attività del-

lo Servizio per la Prevenzione e Sicurezza negli

Ambienti di Lavoro SPRESAL (vigilanza, ma-

lattie professionali, inchieste infortuni), del Ser-

vizio per le Tossicodipendenze (patologie infet-

tive e dipendenze, tossicodipendenza e alcooldi-

pendenza e tabagismo, dipendenza dal gioco d’azzardo) del Servizio di Igiene e

Sanità Pubblica SISP (ambiente, vaccinazioni pediatriche, malattie infettive),

delle attività distrettuali (poliambulatori, consultori, centro ISI, cure domiciliari,

valutazione geriatrica), della Farmacia Territoriale, del Servizio di Igiene degli

Alimenti e della Nutrizione SIAN – Servizio Igiene e Assistenza Veterinaria SIAV

(piano integrato di sicurezza alimentare, malattie a trasmissione alimentare, stati

di allerta alimentare, ispezione e vigilanza alimenti, aspetti nutrizionali), del Ser-

vizio Sovrazonale di Epidemiologia – SSEPI e dell’Unità Valutazione e Organiz-

zazione Screening - UVOS.

Dodici i tutor in totale, circa una trentina le figure di riferimento tra medici, tec-

nici della prevenzione e infermieri che seguiranno gli studenti nel loro percorso

nelle sedi di viale Roma, via Dei Mille, nelle sedi distrettuali di Novara, Trecate e

Galliate.

Soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Corso di laurea in Medicina e

Chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale, Marco Krengli che ha deciso la

sperimentazione congiuntamente ai colleghi Fabrizio Faggiano, Docente di Igiene

e Sanità Pubblica e Mario Pirisi, Presidente della Scuola di Medicina, consideran-

do basilare la conoscenza e l’acquisizione di competenze in merito alle attività

svolte sul territorio, oltreché di quelle ospedaliere.

Studenti di Medicina “in pratica all’ASL NO”

E’ un’esperienza

pilota in Italia,

ove si contano

solo una decina di

casi su 50 facoltà

di Medicina

Pagina 4 Numero 2

c.g.— La Regione Piemonte ha confermato la validità delle esen-

zioni E01 - E03 - E04 - E05 (esenzione ticket sui farmaci), già rila-

sciate in precedenza e in scadenza al 31 marzo 2014, sino al 31

marzo 2015, senza alcuna obbligo per l'assistito che non deve recar-

si agli uffici dell’ASL territorialmente competenti.

I soggetti aventi diritto all’esenzione sulle visite specialistiche am-

bulatoriali e gli esami diagnostici sono:

persone con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito fami-

liare inferiore a 36.151,98 € Cod. E01 ;

titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di assegno sociale.

Cod. E03;

titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di pensione al minimo con più di 60 anni e reddito fami-

liare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 € in presenza del coniuge e di ulteriori

516,46 € per ogni figlio a carico. Cod. E04.

I detentori di esenzione E02 – disoccupati e lavoratori in mobilità - con reddito familiare inferiore a

8.263,31 € incrementato a 11.362,05 € in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 € per ogni figlio a cari-

co. Cod. E02, considerata l'estrema variabilità della condizione - come cita la circolare regionale - devo-

no recarsi nella propria ASL per l'eventuale rinnovo del certificato.

L’esenzione dal pagamento del ticket sui farmaci E05 è rilasciata alle persone comprese tra i 6 anni e i 65

anni di età, con reddito familiare inferiore a 36.151,98 €. Gli assistiti che sono già in possesso di esenzio-

ni: E01 – E02 – E03 – E04 non devono dotarsi di tale esenzione per ottenere i farmaci.

Tutte le autocertificazioni rese per l'ottenimento dell'esenzione per reddito, sono trasmesse

dall’ASL all'Agenzia delle Entrate ed al Ministero dell'Economia e Finanze per gli accertamenti

sulle dichiarazioni non veritiere come previsto dalla legge. La legge prevede sanzioni amministra-

tive e penali derivanti da dichiarazioni false relativamente alla propria posizione reddituale e/o a

quella dei componenti il nucleo familiare.

Pagina 5 In Forma

Proroga validità esenzione dal pagamento del ticket per reddito e per farmaci

Intervista al dott. Mauro Guerriero – Dirigente Medico Medicina dello sport

e.v.—Con l’arrivo della bella stagione aumenta il desiderio di rimettersi in forma

in vista dell’estate e soprattutto per la cosiddetta “prova costume”… ma come

farlo? Quanto e come allenarsi? Cosa bisogna fare per evitare spiacevoli conse-

guenze?

A tutti coloro che si improvvisano sportivi ecco alcuni preziosi consigli per rimet-

tersi in forma dal dott. Mauro Guerriero che spiega il giusto modo di praticare

sport e ritrovare la forma fisica.

Dottore, con l’arrivo del primo caldo la voglia di praticare sport sembra co-

involgere tutti: perché fare sport fa bene?

La pratica costante e quotidiana di attività fisica associata a corrette abitudini

alimentari è utile per migliorare l’attività del sistema cardiocircolatorio, musco-

lare, metabolico, per ridurre l’incidenza di alcune neoplasie (ad es. mammella e

colon) e per agire sulla sfera psicologica.

Suggerirei, pertanto, alcuni consigli utili, specialmente nella bella stagione quan-

do le possibilità di fare attività all’aria aperta aumentano.

Cosa si intende per attività fisica?

Per “attività fisica” si intende qualunque movimento.

Questa definizione comprende sport, esercizio fisico e altre attività come giocare,

camminare, dedicarsi ai lavori domestici o al giardinaggio.

A seconda dello specifico livello individuale di forma fisica, camminare veloce-

mente, ballare o svolgere lavori domestici possono essere considerati esempi di

attività fisica moderata, mentre correre, pedalare e nuotare velocemente o sposta-

re carichi pesanti sono possibili esempi di attività fisica intensa.

Quanto e come fare attività fisica?

Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la fa-

scia di età compresa tra i 5/17 anni dovrebbe fare 60 minuti al giorno di attività

fisica moderata/vigorosa prevalentemente di tipo aerobico.

Per raggiungere l’obiettivo di 60 minuti di attività fisica giornaliera, i bambini

possono dedicare in due momenti diversi della giornata due periodi di 30 minuti

ciascuno.

Per la fascia di età 18/64 anni, in cui l'attività fisica include attività ricreative o

La pratica

costante e

quotidiana di

attività fisica

associata a

corrette

abitudini

alimentari

migliora

l’attività del

sistema

cardiocircolatori

o, muscolare,

metabolico,

riduce

l’incidenza di

alcune neoplasie

e agisce sulla

sfera psicologica.

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Fare sport … in salute!

Pagina 7 In Forma

per il tempo libero, il trasporto (per esempio a piedi o in bicicletta), il lavoro, i lavoretti di famiglia, il gio-

co, lo sport, nel contesto dell'attività giornaliera, famigliare, i livelli raccomandati sono di 150 minuti a

settimana di attività di moderata intensità, al fine di diminuire i rischi di infortunio muscolo-scheletrico; è

opportuno incoraggiare alla moderazione nella fase iniziale, per progredire solo successivamente e in ma-

niera graduale verso livelli più intensi di attività fisica.

Allo stesso modo, gli adulti possono raggiungere l’obiettivo di 150 minuti settimanali praticando 30 minu-

ti di attività fisica cinque volte a settimana.

Per persone di età superiore ai 64 anni, l'attività fisica include attività fisica ricreativa o per il tempo libe-

ro, il trasporto (per esempio a piedi o in bicicletta), il lavoro (se la persona è ancora impegnata nel lavoro),

la famiglia, le faccende, il gioco, lo sport, nel contesto dell'attività giornaliera, famigliare e di Comunità.

Gli adulti di 65 anni e oltre dovrebbero fare almeno 150 minuti attività fisica aerobica di moderata intensi-

tà durante tutta la settimana e dovrebbero, inoltre, eseguire attività fisica per migliorare l'equilibrio ed

evitare cadute, su 3 o più giorni alla settimana.

Che tipo di attività?

Un'attività intensa può essere gradita a molti soggetti, e ha un'efficacia anche maggiore di quella moderata

in termini preventivi, ma va riservata solo a persone adeguatamente allenate, evitando in particolare lo

sforzo vigoroso praticato sporadicamente, che incrementa il rischio di incidenti cardiovascolari in corso di

attività. Viceversa l'attività fisica a bassa intensità (ad esempio camminare lentamente o andare in bici-

cletta in piano a bassa velocità) ha solo modesta efficacia preventiva e non è consigliabile se non nelle fasi

iniziali di "allenamento" nei soggetti sedentari, obesi o molto anziani.

E’ sempre consigliabile una visita medica?

E’ utile parlarne con il proprio medico curante prima di intraprendere un’attività. Il medico saprà poi indi-

rizzare eventualmente verso visite più specifiche.

Quanto conta il giusto equipaggiamento? Che tipo di abbigliamento ad esempio o quali scarpe in-

dossare?

Associare abbigliamento e scarpe “comode” e confortevoli.

Ci si può allenare indossando quello che si vuole, anche se le classiche tute sono preferibili soprattutto se

ci si allena in un luogo freddo o di primo mattino.

Quali sono gli orari migliori per fare attività fisica? A volte, infatti, il tempo limitato, porta spesso a

praticare sport, ad orari prestissimi prima di inziare il lavoro o alla sera.

Indicativamente il tardo pomeriggio, più precisamente tra le 16 e le 19, in queste ore le prestazioni mi-

gliorano sia in termini di resistenza, sia di capacità aerobica.

C’è comunque una grossa variabilità individuale legata alle caratteristiche di ognuno di noi, così come c’è

chi dorme molto al mattino e fa tardi alla sera.

Intervista alla dott.ssa. Flavia Milan— Dirigente Medico Servizio di Igiene degli

Alimenti e della Nutrizione (SIAN) d.b.—L’inizio della primavera è spesso legato all’idea di “fare pulizia”: in casa si

rimbiancano le pareti e ci si sbarazza delle cose inutili.

Allo stesso modo il nostro corpo ha bisogno di rimettersi in forma dopo gli stress

dovuti alla brutta stagione e frequentemente a mesi di vita sedentaria, al chiuso

L’arrivo della bella stagione invita a uscire per fare passeggiate, camminare, cor-

rere e a praticare sport

Come deve cambiare la nostra alimentazione? Quali cibi mangiare? Bisogna bere

di più?

A tutte queste domande risponde la dott.ssa Flavia Milan

Mangiare leggero, dopo gli eccessi invernali è una buona regola? E soprat-

tutto cosa vuole dire mangiare leggero?

Dopo i rigori invernali, che ci portano a consumare alimenti più densi di energia

e, soprattutto, dopo gli eccessi delle feste invernali, è sicuramente bene modifica-

re la nostra alimentazione!

Mangiare leggero non significa assolutamente che bisogna privarsi del cibo e sof-

frire la fame, anzi, si dovrebbero fare 5 pasti al giorno (3 pasti principali e 2

spuntini), in modo da evitare di avere attacchi di fame che si gestiscono con diffi-

coltà e che ci portano puntualmente a scegliere spuntini e alimenti " impegnativi"

dal punto di vista energetico. E' importante scegliere la qualità di ciò che si man-

gia, introducendo nella dieta cibi sani come frutta e verdura, cereali integrali,

formaggio magro, carne magra, pesce, pollame senza pelle, tutti alimenti che sono

buone fonti di proteine, vitamine e minerali e con una assente o ridotta quantità di

grassi. Importante poi è non avere nel piatto abbondanti quantità di cibo.

Quali alimenti sono preferibili?

Frutta e verdura al primo posto, mentre molto spesso sono le "cenerentole " della

nostra tavola.

Molti studi hanno ormai dimostrato che il consumo regolare di frutta e verdura

protegge da moltissime malattie, anche gravi. Inoltre, mangiare prodotti vegetali

aiuta a ridurre le calorie, perché saziano senza appesantire. L'ideale quindi è ri-

cordarci di consumare tutti i giorni diverse porzioni di frutta e verdura (almeno 5

porzioni), cercando di aggiungere ai cibi che prepariamo poco sale e pochi grassi.

Ogni giorno dovremmo mangiare anche pane, pasta o altri prodotti a base di cere-

ali, meglio se integrali, ricordando anche in questo caso di non aggiungere troppi

condimenti. Gli alimenti vegetali (cereali, legumi, ortaggi e frutta) sono molto

importanti nella nostra alimentazione, perché contengono amido, fibra, vitamine,

minerali e altre sostanze preziose per la salute e, nel caso di cereali e legumi, an-

Il benessere nel piatto

Pagina 8 Numero 2

Mangiare

leggero

non significa

assolutamente

che bisogna

privarsi

del cibo

e soffrire

la fame, anzi,

si dovrebbero

fare 5 pasti al

giorno

Per stare bene

è importante

bere molto,

almeno 6/8

bicchieri

d'acqua al

giorno -

e anche di più

se fa caldo, o si

sta praticando

attività

sportiva

Pagina 9 In Forma

che proteine.

E’ vero che è più opportuno scegliere frutta e verdura di stagione? E quale?

Sicuramente, perché vengono raccolti e consumati in tempi brevi , sono più ric-

chi di vitamine e di quelle sostanze che hanno un effetto protettivo per la nostra

salute chiamati "phitochemicals" .

E quale?

Si consiglia di scegliere frutta e verdura fresca di stagione, alternando i 5 diversi

colori (bianco, giallo-arancione, rosso, viola, verde). In questo periodo si possono

trovare come prodotti stagionali asparagi, broccoli, carciofi, carote, cavolfiori,

verze, cipolle, cime di rapa, finocchi, rape, indivia, lattuga, porri, sedano, valeria-

na, mentre la disponibilità di frutti è un po’ più ridotta: si trovano ancora frutti

invernali quali arance, kiwi, pere, mele mentre cominciano ad essere presenti sul

mercato le prime fragole.

Più acqua…

Per stare bene è importante bere molto - almeno 6/8 bicchieri d'acqua al giorno - e

anche di più se fa caldo, o si sta praticando attività sportiva .

A volte capita che quando ci accorgiamo di avere sete le perdite di acqua (col su-

dore e le urine, ad esempio) sono già state abbondanti. È utile, allora, ricordarci di

bere spesso, senza aspettare che ci venga il senso di sete. Questo suggerimento

vale per tutti, ma soprattutto per gli anziani e i bambini che hanno maggiore dif-

ficoltà ad avvertire la sete.

L'acqua, del rubinetto o imbottigliata, non è sostituibile con altre bevande (che

spesso contengono zuccheri, dolcificanti, e sostanze come la caffeina) e si può

bere in qualsiasi momento della giornata, ai pasti e lontano dai pasti, senza timore

di ingrassare (l'acqua non contiene calorie, neanche quando è gasata) o di blocca-

re la digestione. Anche fredda va bene, purché a piccoli sorsi, per evitare conge-

stioni.

e meno sale…

Nella nostra alimentazione le fonti di sodio sono molte: ne troviamo negli alimen-

ti allo stato naturale (ad esempio in acqua, frutta, verdura, carne, ecc.), nel sale

aggiunto ai piatti cucinati di tutti i giorni, ma anche nei prodotti tra-

sformati (ad esempio pane, prodotti da forno, olive, formaggi, cerea-

li per la colazione o ketchup), in cui il sale è molto di più di quello

che possiamo immaginare.

In realtà, il sale naturalmente contenuto negli alimenti è già suffi-

ciente per le nostre necessità.

Aggiungendo sale a quello che mangiamo, e scegliendo spesso ali-

menti trasformati ricchi di altro sale, arriviamo ad assumere molto

più sodio del necessario. Secondo alcuni studi, anche dieci volte di

più!

Se la nostra alimentazione è troppo ricca di sodio, aumenta il rischio

di ipertensione arteriosa, ma anche di malattie del cuore, dei vasi

sanguigni e dei reni, soprattutto in alcune persone.

L'alcol,

comunque,

anche in minima

quantità, fa

male durante

l'infanzia,

l'adolescenza, la

gravidanza e

l'allattamento, e

può essere

molto

pericoloso per

chi assume

farmaci.

Pagina 10 Numero 2

Anche se abbiamo sempre mangiato salato, possiamo abituare il nostro palato

alla riduzione del sale, sia a tavola sia in cucina, specialmente se lo facciamo

gradualmente. Per rendere i cibi saporiti possiamo utilizzare di più le spezie, le

erbe aromatiche, l'aceto e il succo di limone, limitando invece l'uso di dadi da

brodo, senape, salsa di soia, e ketchup, che sono ricchi di sale.

E l’ alcol?

L'alcol non è un nutriente, e quindi non è "utile" al nostro organismo.

Come molti alimenti, l'alcol è però ricco di calorie, e questo deve essere tenuto

ben presente non solo da chi è obeso o sovrappeso, ma anche da chi vuole solo

mantenere stabile il suo peso. Sono peraltro calorie "inutili", che non servono

neanche a riscaldarci o a darci forza, come spesso si dice. In più, il nostro corpo

(quello degli adulti) riesce a "digerire", o meglio a sopportare, solo piccole quan-

tità di alcol, meglio se assunto durante i pasti.

In genere si parla di consumo moderato, e quindi tollerabile per chi è sano, se si

rimane entro i 2/3 bicchieri al giorno per l'uomo, 1/2 per la donna, e uno solo per

gli anziani. Quando si parla di "bicchiere", si intende il bicchiere piccolo (circa

125 ml) per il vino, la dose da bar (circa 40 ml) per i superalcolici, e la lattina

(circa 330 ml) per la birra di media gradazione.

Bere a stomaco pieno è meglio, perché l'alcol viene assorbito (ed entra nel san-

gue) più lentamente. L'alcol, comunque, anche in minima quantità, fa male duran-

te l'infanzia, l'adolescenza, la gravidanza e l'allattamento, e può essere molto peri-

coloso per chi assume farmaci. Per chi deve guidare, infine, è utile sapere che i

riflessi e la coordinazione vengono alterati già dopo il primo bicchiere, e che al

secondo si superano i valori consentiti dalla legge per guidare.

Una dieta ottimale deve fornire i componenti necessari e coprire il fabbiso-

gno energetico. L’alimentazione cambia se si pratica attività sportiva?

Dipende naturalmente dall’intensità dell’attività fisica svolta. Se l’attività è di tipo

non agonistico una alimentazione normale, che preveda di introdurre il 55-60%

dell'energia da carboidrati complessi, il 15% da proteine e il resto dai lipidi può

essere sufficiente.

Ogni sport comporta una dieta ad hoc?

Molto dipende dal tipo di attività che si svolge. Sport che richiedono un grosso

impegno muscolare quali attività di potenza come il sollevamento pesi, molte

volte comportano una incremento nel consumo di proteine, così come le attività

molto impegnative dal punto di vista energetico richiedono un incremento della

quota di calorie che devono essere introdotte con la dieta. Resta comunque sem-

pre valido lo schema di alimentazione frazionata in tre pasti principali e due spun-

tini, e un apporto di carboidrati complessi che forniscono la quota principale di

energia pari al 55-60% per il lavoro muscolare. Negli sport di potenza muscolare

si è proposto un protocollo che prevede il frazionamento della quota proteica

giornaliera in uguale misura tra colazione, pranzo e cena, perché sembrerebbe

avere maggior efficacia nell'incrementare la massa muscolare.

non fare

attività

fisica né a

digiuno né

subito dopo

aver

mangiato: la

resa in

queste

condizioni

peggiora!

Pagina 11 Titolo notiziario

L’utilizzo degli integratori alimentari è consigliabile se si pratica sport?

Se abbiamo fatto sport, per reintegrare le perdite di acqua e minerali non è neces-

sario ricorrere a integratori o bevande energetiche e saline, perché la semplice

acqua e una alimentazione ricca di frutta e verdura ci restituiranno tutto quello

che abbiamo perso. Adesso l’uso di “ supplementi” è molto di moda, ed è facile

imbattersi facendo anche una semplice ricerca su internet su molti " supplementi"

e "integratori" che promettono perfomances fisiche eccezionali: in realtà le prove

scientifiche di una loro reale efficacia sono abbastanza ridotte.

Al bando le diete di primavera che promettono risultati miracolosi e la perdi-

ta di peso in poco tempo, quindi?

Assolutamente sì. Dobbiamo tenere presente che il modo migliore per rimetterci

in forma,se ce ne fosse bisogno, è seguire una alimentazione equilibrata, ridotta

in energia di circa 500 calorie rispetto alla quota energetica abituale, mantenendo

la distribuzione di nutrienti nella giornata che privilegi l'apporto di energia da

carboidrati complessi per il 55-60% della quota globale e l'apporto di energia

da proteine nell'ordine del 12- 15% . Ricordatevi infine che per essere sani e in

forma è importante abbinare ad una corretta alimentazione anche una costante

attività fisica.

Brevemente, può darci un vademecum per nutrirci correttamente, pratican-

do anche un’attività sportiva non intensa e sentirci in forma?

Mangiare in modo equilibrato e ben distribuito: partire con una colazione

abbondante e leggera, proseguire con un pranzo non eccessivamente ricco e

infine una cena leggera. Se durante la giornata vi viene fame, potete man-

giare della frutta come spuntino, intervallando i pasti;

cercare di ridurre i prodotti dolciari a base di zuccheri semplici, come per

esempio gelati, merendine, succhi di frutta e creme, ma inserire ad ogni

pasto una porzione di carboidrati complessi che danno energia a lungo ter-

mine,fondamentale per far "lavorare" i nostri muscoli;

ridurre le quantità di sale nei pasti;

ridurre o abolire il consumo di alcol: l'assunzione moderata è preferibile

durante i pasti e bisognerebbe evitare i super alcolici, troppo calorici;

per i condimenti preferire sempre l'olio di oliva ed evitare altri grassi da

condimento;

mangiare ogni giorno almeno tre porzioni di verdura, sia cruda che cot-

ta, in modo da assumere costantemente fibre vegetali.

consumare il pesce almeno 2 o 3 volte alla settimana, preferendo prepa-

razioni semplici.

moderare le quantità di carne e salumi, cercando ad ogni modo di prefe-

rire le tipologie più magre e avendo cura di sgrassarli prima di ingerirli.

non fare attività fisica né a digiuno né subito dopo aver mangiato: la

resa in queste condizioni peggiora!

Pagina 12 Volume 1, Numero 1

Intervista a Barbara Juresich [nella foto] — Istruttirice sportiva

e.v.—Spesso l'attività in palestra viene vista come un secondo lavoro il

cui accesso è paradossalmente più semplice proprio per chi non ha un

titolo di studi universitario e si accontenta di arrotondare. Come si arri-

va a fare l’istruttore?

L’istruttore sportivo deve essere un laureato in Scienze Motorie (ex Isef)

oppure può insegnare attività chi ha conseguito abilitazioni specifiche che

consentono di acquisire le conoscenze adeguate e complete, attraverso le

varie Federazioni sportive con il rilascio di un attestato.

E’, comunque, consigliabile acquisire tali specializzazioni anche dopo la laurea per avere competenze specifi-

che. Non ci si improvvisa istruttori, ma è fondamentale una preparazione adeguata.

Le Palestre come selezionano gli istruttori?

Come ogni azienda, la Palestra guarda il curriculum e la preparazione, successivamente pro-

muove il corso. L’obiettivo è dare ai propri clienti, che sono persone di età diverse,

l’istruttore qualificato che sappia insegnare in modo appropriato alle molteplici richieste delle

persone.

Quando si presenta una persona per la prima volta a fare un’attività sportiva, soprat-

tutto se non più giovanissima, come avviene l’approccio?

Occorre fare delle domande sul tipo di rapporto che la persona ha o ha avuto con lo sport in

genere, se pratica o ha praticato attività sportiva nella vita, poi si valuta la struttura fisica [la

muscolatura, la tonicità, le eventuali patologie o problemi di salute che la persona può dichia-

rare...] e poi si inizia l’attività per gradi. Una persona che non ha mai praticato sport deve essere introdotta

gradualmente all’esercizio fisico.

Cosa bisogna fare prima di iscriversi a un Centro sportivo?

E’ indispensabile prima di iscriversi un certificato medico attestante le condizioni di salute e l’idoneità

all’attività sportiva; se si è affetti da patologie o si hanno avuti dei traumi occorre informare sempre

l’istruttore.

Come si crea il rapporto di fiducia tra istruttore e sportivo?

Il feeling che riesce a instaurare l’istruttore con chi si dedica all’attività sportiva è un opportunità in più per

creare un coinvolgimento e un’efficacia maggiore.

Perché è importante praticare sport?

Perché fa bene alla salute, allunga la vita, rende più resistenti alla fatica e allo stress quotidiano, insegna la

disciplina. Fare attività sportiva deve essere considerato un aspetto inte-

grante della nostra vita e non qualcosa a cui ricorrere a periodi altalenanti

perché “è di moda” “o per perdere qualche chilo”. A questo proposito è

sempre importante seguire un alimentazione corretta e far uso di integrato-

ri, sali minerali e vitamine, se necessari.

Esistono diversi livelli di difficoltà nelle attività sportive. Come posso

orientarmi?

Nel corso degli anni lo sport si evolve a seconda delle esigenze[nelle foto

una lezione di power tone, tenuta da Barbara Juresich]— Istruttrice sporti-

va presso Arona Active] delle persone; in realtà lo sport si reinventa anche per attrarre lo sportivo.

Il punto di vista di un istruttore: Barbara Juresich

Non ci si

improvvisa

istruttori,

ma è

fondamentale

una

preparazione

adeguata

Pagina 13 Volume 1, Numero 1

Attualmente è diffuso il CrossFit che è uno sport

di rafforzamento e condizionamento che richiama i vecchi allenamenti

militari. L'atleta deve padroneggiare i dieci punti fondamentali del fitness:

resistenza cardiorespiratoria, resistenza muscolare; forza; flessibilità

[l'abilità di massimizzare l'arco di movimento di un'articolazione]; potenza;

velocità; coordinazione; agilità; equilibrio; precisione [l'abilità di controlla-

re un movimento in una direzione o a un'intensità specifica].

Oppure pilates che è un sistema di allenamento focalizzato sul miglioramento della fluidità dei movimenti,

della forza in tutto il corpo, senza creare un eccesso di massa muscolare. I principi a cui si ispira sono: con-

centrazione [attenzione nell'eseguire gli esercizi, ad ogni singolo movimento e a tutti gli aspetti del corpo];

controllo non solo del movimento specifico che si sta eseguendo, ma anche della postura, della posizione

della testa, degli arti, del bacino e perfino delle dita dei piedi; stabilizzazione del baricentro attraverso un

lavoro ed esercizi particolari nelle regione addominale, lombare e dorsale; rafforzamento del "centro del

corpo"; sviluppare fluidità e controllo dei movimenti per ottenere "armonia"; esecu-

zione precisa dei movimenti, respirazione coordinata con i movimenti, fluida e com-

pleta

L’acqua è un altro elemento che fa sempre bene: nuoto, acquagym, acquabyke, idro-

byke….

Gli sport sono molteplici e ogni persona può dedicarsi all’attività che ritiene più con-

sona al proprio fisico e alle proprie esigenze.

Quante volte è consigliabile praticare sport?

Almeno tre volte alla settimana. Anche camminare, fare le scale, muoversi, abbinati a

una sana alimentazione è una combinazione vincente.

Come scegliere l’attività più adatta al proprio fisico e all’età?

La scelta è individuale, ma è anche legata alle condizioni di salute, bisogna considera-

re se si sia mai praticato sport nella propria vita e la nostra struttura fisica. Non ci so-

no limiti di età, lo sport fa bene a qualsiasi età. I neonati possono praticare i corsi di

acquaticità e le future mamme fare sport in acqua [se il Ginecologo lo consiglia e se

non ci sono controindicazioni], l’attività fisica può essere continuata durante il periodo

della gravidanza.

Lo sport é salutare se è praticato in spazi adeguati, con istruttori esperti, con l'

attrezzatura idonea.

Certamente, nel momento in cui si decide di iscriversi a una Palestra occorre valutare, la competenza degli

istruttori, gli spazi a disposizione, i macchinari.

In sintesi alcuni consigli per chi vuole fare sport …

Praticare sport contribuisce al benessere psico-fisico; dedicarsi a

un’attività sportiva che piace, prendere lo sport anche come forma di

divertimento e di svago, abbandonare i problemi e dedicare un po’ di

tempo alla cura di noi stessi: chi sta bene con se stesso sta bene anche

con gli altri.

Adottare uno stile di vita sano: giusta alimentazione, abbigliamento e

scarpe adatti al nostro corpo e all’attività che vogliamo intraprendere e

poi… pronti e via…

Adottare uno

stile di vita

sano: giusta

alimentazione

,

abbigliamento

e scarpe

adatto al

nostro corpo e

all’attività che

vogliamo

intraprendere

e poi… pronti

e via

Lo sport

dovrebbe essere

considerato

quale attività

complementare

della vita

quotidiana

Pagina 14 Titolo notiziario

Ho iniziato a fare sport nel lontano 1973 a scuola, dedicandomi subito all'atleti-

ca leggera, la regina degli sport olimpici. Uno sport completo che aiuta uno

sviluppo armonico di tutta la muscolatura.

Facendo sport, per mia fortuna, non ho acquisito abitudini dannose per

l’organismo.

Uno stile di vita “normale”, ma grazie al quale ho potuto conseguire anche ri-

sultati importanti nello sport. Ho affrontato molte discipline sportive oltre all'a-

tletica leggera, arrivando a disputare i campionati europei e mondiali di Bob

nel 1982 [nella foto sotto premiazione 1986] . Unico rammarico la mancata

partecipazione alle olimpiadi di Sarajevo nel 1984.

Ho continuato a praticare sport con una certa costanza, senza però dimenticare

che è necessario mantenere uno stile di vita sano. Infatti, non ho mai fumato né

fatto uso di alcolici, fatto salvo qualche bicchiere di vino.

Ho sempre cercato di mangiare molte verdure, molta frutta, poca carne rossa, senza

abusare dei carboidrati che, con il fisiologico rallentamento metabolico, portano ad un

appesantimento.

Uno stile di vita sano che mi permette, anche oggi, di praticare l'attività sportiva al-

meno tre volte la settimana con una certa regolarità.

Con il passare degli anni il corpo cambia e necessita di maggiore “manutenzione”.

Ho potuto constatare però, che una continuità nel praticare attività fisica, senza strafa-

re ovviamente, aiuta molto al mantenimento di un equilibrio psico-fisico che favori-

sce il rallentamento dell'invecchiamento fisiologico.

Lo sport dovrebbe essere considerato un’attività complementare della vita quotidiana,

tenendo conto che molte persone svolgono attività lavorative sedentarie e adottano

comportamenti e abitudini di vita sregolate.

Il punto di vista di un’atleta: Valter Mattiuz

Nella foto sopra: spinta

incontro internazionale

di bob a Novara—1986

Nella foto a sinistra: pre-

mizione per l’incontro

internazionale di bob—

1986 Mattiuz, 3° classifi-

cato

Nella foto a destra, Val-

ter Mattiuz oggi, Colla-

boratore Amministrativo

e Coordinatore Sportello

Unificato del Distretto di

Novara

Pagina 15 Titolo notiziario

La marcia riproduce, all’interno del mondo dell’atletica,

un’attività basilare per l’uomo: il cammino. Sebbene con le re-

gole imposte, ginocchio bloccato e mantenimento di un appog-

gio a terra, questo sia difficile da riconoscere vedendo un atleta

in movimento, marciare è semplicemente camminare il più ve-

locemente possibile.

La mia storia di marciatore comincia a 16 anni quando dopo

alcuni anni di pratica dell’atletica, inizio appunto a .. marciare.

In circa 30 anni di pratica ovviamente ci sono stati periodi di

maggiore o minore intensità negli allenamenti, ma questa attivi-

tà ha sempre avuto un grosso peso nella mia vita. Da ragazzo,

come tanti, pensavo ai risultati ma la man-

canza di costanza negli allenamenti le preoccupazioni scolastiche ed altro non permette-

vano di andare di pari passo alle aspettative.

Da adulto invece lo sport può essere affrontato con maggior equilibrio e consapevolezza,

infatti allenamenti costanti, a volte anche intensi, e la volontà di faticare permettono di

ottenere prestazioni anche cronometriche inaspettate.

Arrivo ad allenarmi quattro volte alla settimana e a percorrere in totale circa 50 km. Per le

gare, cerco di limitare il numero ad una quindicina l’anno, la distanze vanno dai 3 ai 20

km.

Le gare lunghe sono le mie preferite, c’è meno velocità, più tempo per potersi esprimere,

in genere riesco a staccare più persone e l’anno scorso sono arrivato secondo ai Campio-

nati Italiani nella 20Km.

Ultimamente sono contento di far parte di un gruppetto di marciatori: siamo in quattro di

Novara e dintorni, e per la marcia siamo tanti, non più giovanissimi ed ognuno gareggia

nella propria categoria di età.

Agli ultimi Campionati Mondiali Indoor di Budapest uno di noi ha vinto la medaglia di

bronzo nei 3 km ma questo è solo un corollario degli allenamenti ed dell’amicizia che fra

noi si è creata. Mi corre l’obbligo dire che il camminare (dal semplice passeggiare sino

all’agonismo della marcia atletica) rappresenti la forma più facile ed accessibile per man-

tenersi in salute in buona forma fisica. Camminare non è certamente un un’attività fisica

stressante e, se praticata correttamente, è una buona forma d’allenamento per tutto il cor-

po. [Fabio Aina, nella foto sotto è Tecnico della Prevenzione allo SpreSAL dell’ASL NO]

Il punto di vista di un’atleta: Fabio Aina

e.v. -I corsi di accompagnamento alla nascita (CAN) rappresentano un’opportunità per promuovere la salute

della donna, del bambino, del nucleo famigliare e per favorire un corretto rapporto famiglia/servizi sanitari.

I CAN nell’ASL costituiscono una parte integrante del percorso nascita [normato dalla Regione Piemonte

con delibera n. 34-8769 del 2008] con lo scopo di rendere la donna capace di affrontare il parto con serenità,

di prendersi cura del proprio bambino, di sostenere la sua autonomia e la consapevolezza delle sue scelte.

Le gestanti vengono motivate a frequentare i corsi per informarle sul percorso della nascita e della crescita,

per ridurre l’ansia, per aumentare la fiducia nelle proprie capacità genitoriali, per coinvolgere il partner e per

fare del nuovo progetto di vita un’esperienza positiva e arricchente. Si propongono, inoltre, di far conoscere

e utilizzare i servizi esistenti, coinvolgendo anche chi le accompagna, favorendo la creazione di una rete rela-

zionale positiva.

Essere aiutati prima e dopo la nascita del proprio bambino è importante e gli operatori mettono a disposizio-

ne competenza e sensibilità per garantire l’assistenza migliore e appropriata ai bisogni espressi dai genitori e

dalla famiglia nel suo complesso.

I temi trattati riguardano soprattutto: stili di vita, alimentazione, fumo, alcol, informazioni sul travaglio di

parto, contenimento del dolore non ricorrendo a farmaci, parto con epidurale, informazioni sul puerperio,

educazione perineale, allattamento, cure al neonato, sessualità, fertilità, contraccezione, transizione alla geni-

torialità.

I CAN sono gestiti da un’ostetrica o da un piccolo gruppo di ostetriche che condividono la stessa filosofia

assistenziale con l’intervento di altri professionisti su temi specifici per favorire le conoscenze di una vita

sana. I CAN sono 2 per ogni Distretto con durata trimestrale. Prevedono 12 incontri, 7 dedicati alla pre –

nascita che iniziano tra la 28° e la 30° settimana di gravidanza con cadenza settimanale e hanno una durata

di 2/3 ore per incontro; 5 al post nascita con cadenza settimanale e hanno una durata di 2/3 ore ciascuno.

Per partecipare ai Corsi occorre iscriversi dall’Ostetrica del Consultorio presentando le ricette n.14 e 15 inse-

rite nell’Agenda della Gravidanza. Ogni gruppo è formato da un numero massimo di 20 gestanti per ogni

edizione.

Accanto ai CAN classici nel nostro territorio è previsto un corso per i neo papà e quelli in attesa perché af-

frontino in modo consapevole il loro nuovo ruolo di genitore.

Il Corso denominato “Figli si nasce, padri si diven-

ta…” è articolato in 5 incontri e si svolge in due

edizioni all’anno ed è tenuto dallo psicologo,

dall’ostetrica e dall’assistente sociale. In esso ven-

gono affrontati diversi argomenti quali: elementi di

igiene, prevenzione degli incidenti domestici, prepa-

razione della casa, danni provocati dal fumo, posi-

zione del neonato in culla, cambio pannolino, fisio-

logia del neonato, bagnetto, la fisiologia e la psico-

logia della gravidanza, del parto e del puerperio, la

normativa riguardante i diritti del neo-papà e della

neo-mamma e i servizi territoriali che si occupano di

argomenti legati alla genitorialità. Il tema della paternità consapevole e responsabile è affrontato sotto

l’aspetto individuale e di coppia, per incoraggiare il neo padre a sostenere la propria partner durante e dopo

la gravidanza e per incentivarlo ad esprimere le proprie emozioni condividendole nel rapporto di coppia.

Corsi di accompagnamento alla nascita: … Camminiamo insieme...

Pagina 16 Titolo notiziario

e.v.— Riparte, con l’8 edizione, il corso “Figlio si na-

sce....papà si diventa” di preparazione alla nascita riser-

vato ai papà “in attesa” e ai “neo-papà”, che si integra

con quelli di accompagnamento alla nascita pre e post

partum, cominciato giovedì 27 marzo 2014 dalle 18.30

alle ore 20.00 e si articola in 6 appuntamenti al giovedì.

Gli incontri sono previsti, il 10 e il 17 aprile, l’8 e il 22

maggio per concludersi il 5 giugno p.v.

Chi volesse iscriversi può telefonare allo 0321 374112

oppure inviare un email all'indirizzo:

[email protected] .

Il corso, totalmente gratuito si svolge presso la pale-

stra del Dipartimento Materno Infantile in viale Ro-

ma 7 a Novara ed è tenuto da Psicologi, Ostetriche e

Assistenti Sociali, che affrontano diversi argomenti: ele-

menti di igiene, prevenzione degli incidenti domestici e

preparazione della casa, danni provocati dal fumo, posi-

zione del neonato in culla, elementi di puericultura

(cambio pannolino, fisiologia del neonato, bagno); la

fisiologia e la psicologia della gravidanza, del parto e del

puerperio; la legisla-

zione a tutela della

genitorialità. Il tema della paternità consapevole e responsabile, affron-

tato sotto l’aspetto individuale e quello di coppia, sia per incoraggiare

il neo padre a sostenere la propria partner durante e dopo la gravidan-

za, sia per incentivarlo ad esprimere le proprie emozioni e condividerle

nel rapporto di coppia.

L’iniziativa, avviata nel 2011, ha riscosso il consenso dei futuri padri

o di chi è diventato genitore da poco tempo - afferma Mauro Longoni,

Psicologo e responsabile del corso – tanto da essere considerato uno

strumento utile per chi vuole intraprendere un percorso che lo aiuti a

comprendere l'importanza della propria funzione e a valorizzarla.

La figura paterna di oggi è molto diversa da quella delle generazioni precedenti che consideravano la

gravidanza e la nascita un’esperienza esclusivamente femminile – prosegue Longoni - i “nuovi” papà

desiderano manifestare apertamente i propri desideri e le proprie emozioni e condividere il momento che

precede e segue la nascita del proprio figlio in una dimensione nuova, individuale e di coppia.

Figlio si nasce… Papà si diventa

8° corso di preparazione alla nascita per papà "in attesa" e neo-papà

Pagina 17 Numero 2

… i “nuovi” papà desiderano manifestare apertamente i propri desideri e le

proprie emozioni...

a cura di Domenico Nano

“Nella notte, quando gli occhi sono spenti alla luce

l’uomo ne accende una per sé.” Così, poeticamente

Eraclito evoca la luce di “sogni e visioni” , oggetto

di confronto interdisciplinare (dalla filosofia

all’arte, dalla teologia all’antropologia, dalla lettera-

tura alla psicoanalisi) della prima giornata del Con-

vegno “Sogni e visioni. Figure e forme della psi-

copatologia contemporanea”.

Al Convegno – organizzato dall’Ordine Provinciale

dei Medici Chirurghi di Novara e dalla

“Associazione per la lotta alla sofferenza psichica”, dalla “Associazione Cristiana Casagrande” e dalla

“Cooperativa Prisma”, con la consulenza scientifica di Domenico Nano (nella foto), Direttore del Diparti-

mento di Salute Mentale Interaziendale ASL AOU Maggiore della Carità di Novara – hanno partecipato

oltre quattrocento persone che hanno trovato ospitalità nell’Aula Magna e in due aule ‘satelliti’ del Dipar-

timento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.

La prima giornata, in una prospettiva appunto di confronto interdisciplinare, ha visto come relatori:

Eugenio Borgna, primario emerito di psichiatria, che ha parlato della fenomenologia del sogno.

Luciano Manicardi, monaco della Comunità di Bose, con una relazione su “Il sogno potenza

dell’invisibile”.

Lella Ravasi, analista junghiana, con una rilettura de “Il libro dei sogni” di Federico Fellini.

Maurizio Leigheb, etnologo e documentarista, che ha raccontato sogni e visioni nella vita religiosa

e culturali dei popoli tribali.

Michele Bertolini, docente di estetica, con un contributo sulla dimensione onirica nell’opera di Di-

derot.

Chiara Pasetti, filosofa e specialista di letteratura francese dell’Ottocento, che

ha parlato di sogni e allucinazioni in Flaubert.

Giorgio Bedoni, psichiatra e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera,

con una relazione dal titolo “Borderland. Le frontiere mobili

dell’immaginario”.

Vi è stato infine un contributo del Direttore del Dipartimento di Salute Men-

tale di Novara, Domenico Nano, su “Allucinare l’impensabile”.

Si è parlato dunque nella prima giornata del Convegno di sogni e visioni che, come

i desideri e le paure degli uomini, rimangono nella loro essenza sostanzialmente

immutati e forse immutabili.

Ciò che cambia, nel tempo, sono invece le forme e i contenuti manifesti

dell’onirico, così come mutano, nel tempo, le figure della psicopatologia, segnate

dalla dimensione inconscia e dalle trasformazioni socioculturali: tema questo della

seconda giornata del Convegno che ha visto come relatori i Medici del DSM di

Novara e che si è focalizzata sulle configurazioni della clinica contemporanea,

A margine del convegno Sogni e visioni. Figure e forme della Psicopatologia

contemporanea

...Nella notte,

quando gli

occhi sono

spenti alla

luce l’uomo

ne accende

una per sé...

Pagina 18 Numero 2

Pagina 19 In Forma

analizzando i disturbi psichici – dalla schizofrenia alla depressione, dai disturbi di personalità a quelli

dell’alimentazione – che maggiormente si presentano oggi: alcuni con volti del tutto nuovi, altri con una

diffusione epidemica, risentendo inevitabilmente dei mutamenti storici, culturali e sociali.

In considerazione infine che l’arte da sempre riesce a cogliere meglio e più radicalmente della psichiatria

il mondo interno, “i sogni e le visioni”, anche quest’anno, come era stato nel 2012 con il Convegno “I sot-

terranei dell’anima”, le due giornate sono state accompagnate da serate teatrali e da eventi espositivi. So-

gno e arte costituiscono un diverso, criptico ed enigmatico mondo intermedio in cui realtà e immaginazio-

ne, vero e falso, razionalità e desiderio, linguaggio della mente e linguaggio del cuore confluiscono scam-

biandosi reciprocamente i ruoli: è così che il Convegno si è intrecciato appunto con due “oniriche” serate

al Teatro Piccolo Coccia e con un evento espositivo, popolato di sogni e visioni, all’Archivio di Stato.

Due “oniriche” serate a teatro: la prima “Un sogno. A Mi-

dsummer Night’s Dream”, originale riscrittura della comme-

dia di William Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate,

drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis, per la regia di Pa-

olo Bignamini. La seconda “Anima mia che metti le ali”. Sto-

ria di Sabina Spielrein: ideato e interpretato da Silvia Loren-

zo, lo spettacolo prende spunto dalla vita e dal pensiero di Sa-

bina Spielrein (1885-1942), ebrea russa, affetta da una grave

forma di isteria che dopo essere stata paziente di Jung ed avere

intrecciato con lui una relazione tanto ambigua quanto controversa, si iscrisse alla Facoltà di Medicina

diventando a sua volta psichiatra e psicoanalista in Vienna.

All’Archivio di Stato sono andate poi in scena “Le figure del

sogno”. Opere di Corrado Bonomi, quali “Castelli in a-

ria” [nella foto a destra] e “Sogni”: magiche ed effimere costru-

zioni di carta, sospese sopra nuvole di cotone, evocative di leg-

gerezza e caducità. Gioco creativo, a quattro mani, che nasce

dall’incontro tra la mente dell’Artista e il vissuto, doloroso e

fecondo, dei partecipanti all’Atelier del Dipartimento di Salute

Mentale di Novara, trasformandosi in un originale e luminoso

universo onirico. Fotografie di Mario Finotti e Maurizio Tosi:

“Flash lirici”su “Gocce di musica”, il coro costituito da pazienti, famigliari, volontari e operatori del Di-

partimento di Salute Mentale di Novara, “sogno” di una psichiatria dal volto umano, documentata con di-

screzione, grazia e poesia nelle immagini fotografiche.

E’ di tutto ciò deve occuparsi la psichiatria: se il suo operare vuo-

le essere veramente terapeutico e non reificante deve infatti tener

conto, oggi più che mai, del contributo delle scienze umane per-

ché, come ricorda Freud, “i poeti sono alleati preziosi e la loro

testimonianza deve essere presa in attenta considerazione, giacché

essi sono soliti sapere una quantità di cose fra cielo e terra che la

nostra filosofia nemmeno sospetta”. E che, certo, anche la psi-

chiatria nemmeno sospetta …

a.m.—Per due volte all’anno il Sole, nel suo moto apparente lungo

l’eclittica, s’interseca con l’equatore celeste dando vita a momenti di

equilibrio perfetto in cui le ore di luce e quelle di buio sono uguali:

sono gli equinozi. Dal 21 settembre si va verso il buio mentre dal 21 marzo si corre verso

la vita…verso la Primavera che è la prima stagione dell’anno nel no-

stro emisfero e che si conclude il 21 giugno. Il suo colore simbolico è il verde che nell’arcobaleno divide il blu dal

giallo, il Nord dal Sud. Mediatore tra il caldo e il freddo, il verde rappresenta l’equilibrio e

nasconde il segreto di ciò che unisce l’Uomo alla Natura. Verdi erano gli occhi di Pan, il dio pastore, dio

della campagna, delle selve e dei pascoli, mezzo uomo e mezzo caprone. L’arrivo della Primavera, stagione vista quale periodo di rinnovamento e fertilità, viene rappresentato nella

mitologia attraverso l’allegoria del ritorno di Persefone dalla madre Demetra dopo il suo soggiorno con Ade

negli Inferi. Persefone, figura della mitologia greca ed entrata in quella romana come Proser-

pina, era la figlia di Demetra e di Zeus. Venne rapita dallo zio Ade, dio

dell’Oltretomba, che la portò negli Inferi con l’intenzione di sposarla anche

contro la sua volontà. Una volta giuntavi le venne offerta della frutta della quale

mangiò solo sei semi di melograno, non sapendo che chi mangia i frutti degli

Inferi è costretto a rimanervi per l’eternità. La madre Demetra, dea della fertilità e dell’agricoltura, che prima del rapimento

della figlia garantiva agli uomini anni interi di bel tempo ed abbondanti raccolti,

reagì impedendo la crescita delle messi e scatenando un inverno che sembrava

non avere mai fine. Al fine di evitare l’estinzione del genere umano, si rese necessario l’intervento

di Zeus che raggiunse l’accordo grazie al quale, visto che Persefone non aveva

mangiato un intero frutto, sarebbe dovuta rimanere nell’Oltretomba solo per un

numero di mesi equivalenti al numero di semi da lei mangiati. Grazie a questa soluzione Persefone avrebbe trascorso sei mesi dell’anno, Au-

tunno ed Inverno, a governare con il marito l’Oltretomba e gli altri sei mesi, Primavera ed Estate, gli avreb-

be passati sulla Terra, senza nessun potere, con sua madre Demetra che da allo-

ra, per dimostrare la sua gioia, la accolse ogni anno facendo rifiorire la Natura in

tutta la sua bellezza e maestosità. Strettamente collegato all’equinozio di Primavera è il Pesce d’Aprile, che cade

invariabilmente il primo giorno del quarto mese dell’anno. Le sue origini non sono note, anche se diverse sono le teorie proposte. Prima

dell’adozione del Calendario Gregoriano nel 1582, il primo aprile veniva festeg-

giato come Capodanno da molte culture, anche distanti, come l’antica Roma e

l’India. Quando la Riforma di Papa Gregorio XIII lo spostò indietro al primo gennaio, si

creò in Francia la tradizione di consegnare nel primo giorno di aprile dei pacchi regalo vuoti. Questa strana

usanza fu chiamata Poisson d’Avril, per l’appunto Pesce d’Aprile. Sempre secondo il già citato Calendario Gregoriano, la morte di Gesù avvenne il 1° aprile dell’anno 33. IL

pesce fu così usato dai primi cristiani per farsi riconoscere tracciandone il disegno, anche perché il suo nome

greco ICHTYS formava l’acrostico Iesus CHristos Theu HYios Soter, Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. I pesci, e il segno zodiacale che ne ha preso il nome e che il Sole in Aprile ha appena abbandonato per entra-

re nell’Ariete, rappresentano un mondo interiore sognante e misterioso, ricettivo e sensibile, ma impressio-

nabile e contradditorio, in cui il pensiero guizza in continuazione verso mille diverse direzioni e proprio co-

me in Natura non sappiamo mai quanti frutti daranno i semi germogliati a primavera, cosi da millenni ci po-

niamo senza sosta domande alle quali spesso non troviamo risposta nell’oceano della nostra mente.

Anche un pesce… fa primavera

Pagina 20 In Forma

I Perché sanitari… [Notizie tratte da “Perché si dice” di Guido Furbesco e Giordano Stabile]

Pagina 21 Numero 2

PERCHE I FOGLIETTI ILLUSTRATIVI DEI MEDICINALI SONO DET-

TI “BUGIARDINI ?

m.r. -Il detto deriva da Paracelso. Non da oggi dubbi e perplessità, più o meno

giustificate, accompagnano le prescrizioni fornite dai medici. Già nel XVI secolo

Theopharast Von Hohenheim , meglio conosciuto come Paracelso, denunciò, nel

pamphlet “Contro i Falsi Medici”, l’inutilità di molte medicine prescritte dalla

farmacopea dell’epoca. “Bugiardino” infatti è impropriamente un diminutivo di

bugiardo, di registro famigliare, usato in ambito regionale per indicare i foglietti

dei medicinali indicando l’allusione alla scarsa attendibilità attribuibile a tali in-

dicazioni e in particolare alla possibile esaustività delle informazioni relative agli

effetti collaterali.

PERCHE’ L’HERPES ZOSTER SI CHIAMA ANCHE FUOCO DI S. ANTONIO ?

Il Fuoco di S. Antonio è provocato dallo stesso virus responsabile della varicella. Il nome (già attribuito

nel 1335) si spiega con il fatto che il Santo, patrono di Padova, veniva invocato dagli ammalati e tauma-

turghi per assicurare la guarigione. Secondo la tradizione infatti quando era nel deserto avrebbe posto fine

a una terribile epidemia di tale male.

Poiché S. Antonio era raffigurato abitualmente assieme ad un maiale, contro l’herpes e le malattie della

pelle si diffuse nella medicina popolare l’uso del lardo. Probabilmente alla base di queste tradizione di

deve riconoscere la raffigurazione del Santo attaccato da diavoli e mostri: l’aspetto della sua pelle e delle

sue sofferenze richiamavano alla mente quelli degli ammalati. Nell’antichità l’herpes era chiamato anche

fuoco sacro (Celso) oppure morbo divino (Plinio)

PERCHE’ SI DICE SINDROME DI STOCCOLMA ?

La sindrome di Stoccolma è caratterizzata dall’instaurarsi, in persone soggette ad un sequestro, di inattesi

sentimenti di simpatia ed addirittura di affetto nei confronti dei loro sequestratori. Il nome della sindrome

deriva da un episodio avvenuto in una banca della capitale svedese. Nell’agosto del 1973 quattro impiegati

furono sequestrati per sei giorni da due banditi nel sotterraneo dell’edificio. Dopo lunghe e drammatiche

trattative, con minacce di morte per gli ostaggi, i quattro furono liberati e dichiararono di aver temuto la

polizia più dei sequestratori e di sentirsi in debito verso di loro.

Questa particolare modalità di comportamento viene spiegata con i meccanismi psicologici difensivi della

regressione e dell’identificazione con l’aggressore. Per estensione la definizione di questo atteggiamento

si applica ai rapporti politici caratterizzati da casi di incomprensibile arrendevolezza o giustificazione

dell’avversario.

PERCHE’ SI DICE CHE UNA PERSONA CORAGGIOSA HA DEL FEGATO ?

Secondo antiche credenze mediche, il fegato (in alternativa o in associazione con il cuo-

re) era la sede di emozioni, sentimenti e di tutte le pulsioni vitali, in quanto luogo depu-

tato alla produzione del sangue. Leonardo da Vinci lo riteneva responsabile del calore e

della forza, tradizionalmente associati al coraggi. Scrive: “Si come il naturale calore

sparso per le umane membra è ricacciato indietro dal circostante freddo, suo contrario e

nemico, e ricorso nel lago del core e nel fegato, li’ si fortifica facendo di questi sua for-

tezza e bastita.” Ma anche c’era chi insisteva sul fatto che il fegato produce la bile e

distingueva il temperamento bilioso dal sanguigno, giungeva a conclusioni non diverse:

la bile infatti era ritenuta responsabile della collera, ma anche dello sdegno magnanimo

e ardimentoso

PERCHE’ SI DICE NON C’E’ TRIPPA PER GATTI ?

I gatti in questione sono quelli che abitavano molti luoghi storici di Roma.

Oggi sono affidati alla buona volontà delle cosiddette “gattare” o delle asso-

ciazioni amici dei felini, ma in passato era il Comune di Roma a occuparsi

della loro alimentazione. Fu il parsimonioso Ernesto Nathan, sindaco di Roma

dal 1907 al 1913, a depennare la voce dal bilancio scrivendo a margine del

documento la frase diventata poi famosa.

bene) poi mi vedo arrivare un uomo con il camice, capelli lunghi, per un atti-mo sono rimasta perplessa,

ma la voce calma, un sor-riso e mi dice di chiamarsi dott. Gialdini, medico di Medicina, dove sono stata ricoverata per una malatti-a infettiva in isolamento. Il dott. Gialdini mi ha curata se posso dire (una parola grossa) con amore, trovandomi il problema del mio stare male. Una persona per me speciale e che ringrazio con il cuore

B o r g o m a n e r o ,

05/03/2014:

“Mi chiamo M.E., sono ancora per poco dipenden-

te dell’ASL Borgomaneor. Per Natale sono stata in P.S. per forti dolori addo-minali, febbre, diarrea (il mio medico curante non aveva capito la mia dia-gnosi dicendomi che era una cosa normale, che sarebbe passato tutto). Mia figlia vedendomi stare così male mi ha portato al Pronto Soccorso (dove an-

che lì sono stata curata

per il Suo interessamento nei miei confronti.

Grazie Dottore, con affet-to. M.”

Febbraio 2014— da S a l u t e N e t w o r k (www.q.salute.it):

Il reparto di oncologia è un ottimo reparto gestito dalla bravissima Romaniello. In questo difficile e doloroso periodo della mia vita, ho trovato da parte di tutto il personale oncologico, tanta umanità, simpatia e pro-fessionalità. Grazie di cuo-re! M.

Consigliereste questo

reparto: Si

IN FORMA Siamo su internet

www.asl.novara.it

Alcuni flash del Convegno “E se… non fossimo immortali?” Lesa—15 marzo

2014