Somalia

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Articoli sulla Somalia

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  • 1. Per ogni bambinoSalute, Scuola, Uguaglianza, ProtezioneINTERVENTO UMANITARIO DELLUNICEF SOMALIA12 giugno 2009 Quadro dellemergenza Lazione dellUNICEF: sanit e nutrizione; acqua, servizi igienici ed educazione sanitaria; istruzione; protezione dellinfanzia Interventi per il 2008 e fondi necessari Oltre 117.000 sfollati e 900 tra morti e feriti in un mese di scontri a Mogadiscio, i pi duri degli ultimi anni. 3,2 milioni le persone colpite da guerra, crisi alimentare e disastri naturali: 1,4 milioni sono sfollati; 650.000 bambini. Oltre 200.000 bambini malnutriti, di cui 90.000 in pericolo di vita. Assistiti 1 milione di bambini e 800.000 donne con campagne sanitarie integrate, ora a rischio dopo il saccheggio del centro degli aiuti UNICEF di Jowhar. Nel 2008 vaccinati 1,6 milioni di bambini contro la polio e 142.654 per il morbillo. Equipaggiati 790 centri sanitari che assistono 3 milioni di persone; distribuite 387.000 zanzariere. Sostegno a 275 centri nutrizionali che nel 2009 hanno assistito 126.000 bambini malnutriti; distribuzione di alimenti terapeutici bambini malnutriti o a rischio malnutrizione. Distribuzione con autobotti di 2 milioni dacqua al giorno per 250.000 sfollati; risanati 1.000 pozzi, e costruite 400 latrine. Fornito accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari ad oltre 800.000 persone; ripari demergenza e aiuti di base per 300.000 famiglie sfollate. Istruzione demergenza per 54.365 bambini; allestite 43 tende-scuola e costruite 8 scuole primarie. Formati 470 maestri su istruzione e assistenza psicosociale. Educazione sui pericoli delle mine per 300.000 persone; servizi di protezione per 18.560 bambini a rischio. Prevenzione su HIV/AIDS per 50.000 persone. Per il 2009 lobiettivo dellUNICEF fornire assistenza a circa 3 milioni di somali. Necessari per gli interventi di emergenza 79,4 milioni di dollari: ricevuto finora appena il 17% delle risorse.I. QUADRO DELLEMERGENZASviluppi dellemergenza umanitaria Sono pi di 117.000 le persone sfollate, oltre 200 i morti e 700 i feriti dellultimo mese di combattimenti a Mogadiscio, i pi violenti degli ultimi anni. Le informazioni provenienti dalla capitale denunciano stupri, crimini di guerra e contro lumanit commessi impunemente durante gli scontri tra forze governative e miliziani ribelli. Nella situazione attuale, migliaia di bambini sono in gravissimo pericolo: molti stanno rimanendo uccisi, feriti o mutilati nel fuoco incrociato; tutti sono a rischio di violenze, abusi e reclutamento forzato; nessuna casa, scuola o strada della capitale pu considerarsi un luogo sicuro in cui possano trovare rifugio.Delle 117.000 persone rimaste sfollate dopo linizio degli scontri nella capitale, lo scorso 7 maggio, 32.000 si sono accampate lungo i 15 km di strada tra Afgoye e Mogadiscio, dove gi 400.000 persone avevano trovato rifugio nel corso del 2008 e che, di fatto, costituisce il pi grande campo sfollati al mondo. La maggior parte degli sfollati dai recenti combattimenti composta da donne poverissime, anziani, bambini e disabili, ridotti a vivere in tende di fortuna e accampamenti improvvisati, sovraffollati e privi di ogni servizio, in condizioni di vita letteralmente spaventose. 1

2. Attacco alle sede e magazzino degli aiuti dellUNICEF a Jowhar La conquista lo scorso 17 maggio di Jowhar, 90 km a nord di Mogadiscio, da parte dei miliziani di Al- Shabab, stata seguita da razzie e dalla distruzione di scorte umanitarie, beni e attrezzature dellUNICEF, la cui sede e magazzino per gli aiuti sono stati saccheggiati e risultano tuttora occupati da milizie armate. Nei saccheggi, migliaia di dosi di vaccino contro polio, morbillo e altre malattie infantili sono andati distrutti, e la stessa catena del freddo per la conservazione delle scorte vaccinali stata seriamente danneggiata. Analogamente scorte nutrizionali e alimenti terapeutici per la prevenzione e cura della malnutrizione sono stati saccheggiati, pregiudicando gli interventi dassistenza terapeutica a 50.000 bambini gravemente malnutriti e in pericolo di vita e quelli di recupero nutrizionale per altri 85.000 affetti da malnutrizione moderata.La distruzione di vaccini e medicinali, il saccheggio delle scorte nutrizionali e la devastazione e occupazione della sede e magazzino UNICEF a Jowhar - il principale centro logistico per gli interventi umanitari di tutta la Somalia centro-meridionale - mette a serio rischio la realizzazione della seconda tornata della campagna sanitaria diretta a fornire assistenza medica salvavita e nutrizionale ad oltre 1,2 milioni di bambini sotto i 5 anni e 840.000 donne in gravidanza o allattamento. Allo stato attuale, Jowhar inaccessibile tutto il personale ONU; i 30 operatori della sede UNICEF sono stati dislocati presso il centro UNICEF per la Somalia nordoccidentale, ad Hargeisa, da dove cercher di coordinare i programmi umanitari nella Somalia centromeridionale, dove tutti gli interventi dellUNICEF e delle organizzazioni partner risultano a rischio.Quadro della crisi umanitaria Gi prima dellultima escalation di violenze, il 2008 era risultato per la Somalia il pi violento degli ultimi 18 anni di crisi del paese, nel quadro di unemergenza complessa in cui guerra, disastri naturali e penuria alimentare si cumulano aggravando le condizioni di vita di una popolazione ridotta allo stremo. Come conseguenza diretta di tali fattori concomitanti, il 43% della popolazione - 3,2 milioni di persone, tra cui 650.000 bambini - necessitano disperatamente dassistenza umanitaria - il 77% in pi rispetto al gennaio 2008 ed il 300% in pi rispetto agli inizi del 2007 e 1,5 milioni versano in condizioni di grave penuria alimentare. Gli sfollati allinterno dei confini nazionali sono oltre 1,4 milioni; i tassi di malnutrizione infantile hanno ampiamente superato la soglia demergenza del 15%, con 135.000 bambini affetti da malnutrizione acuta, di cui 50.000 gravemente malnutriti ed in pericolo di vita.Gli effetti del conflitto Tra il 2008 e i primi 6 mesi del 2009 pi di 1.000 civili sono stati uccisi negli scontri tra Corti islamiche da un lato e truppe etiopi e del Governo di Transizione dallaltro: tra le vittime si contano 350 bambini, uccisi o feriti nel fuoco incrociato, mentre diverse fonti denunciano il largo uso di bambini soldato in combattimento. Prima che iniziassero i furiosi combattimenti, a inizio maggio, la capitale Mogadiscio era gi divenuta teatro di costanti stragi di civili innocenti: tra le pi gravi, il 24 gennaio almeno 19 civili sono morti nellesplosione di unautobomba contro il palazzo presidenziale, con altri 11 civili uccisi nel bombardamento di ritorsione delle truppe etiopi e governative contro il mercato di Bakara, gi teatro di un altro bombardamento indiscriminato, il 23 settembre precedente, che aveva provocato la morte di oltre 100 persone e il ferimento di altre 200. Negli ultimi 12 mesi, almeno 6 scuole sono state bombardate o saccheggiate, 34 occupate da gruppi armati.Alla conquista di Mogadiscio del gennaio 2007 da parte delle truppe etiopi e del Governo di Transizione, a scapito delle Corti islamiche, seguita la reazione dei gruppi armati legati a queste ultime, con attacchi crescenti non solo verso le postazioni militari nemiche, ma anche, in modo indiscriminato, a danno della popolazione civile: nel 2007, migliaia i civili, tra cui almeno 400 bambini, hanno perso la vita nel fuoco incrociato delle fazioni rivali, con centinaia di migliaia di persone costrette ad abbandonare la capitale. Nel corso del 2008, lescalation di violenze stato costante, con la capitale ormai costantemente sottoposta a tiri dartiglieria e violenti combattimenti. Dopo il picco di violenze tra settembre-dicembre 2008, con la fuga doltre 35.000 persone da Mogadiscio, e un apparente miglioramento della situazione agli inizi del 2009, con il ritorno di 75.000 sfollati a Mogadiscio dopo il ritiro delle truppe etiopi, la situazione ha denotato un nuovo e grave peggioramento a partire dal mese di maggio. Inoltre, violenti combattimenti si sono avuti tra dicembre 2008 e gennaio 2009 nella regione centrale di Galgaduud, con lo sfollamento doltre 50.000 persone, che insieme alla regione di Mudug tra le pi colpite dalla siccit che ha esacerbato lo stato dinsicurezza alimentare della popolazione.Lelezione di un nuovo Presidente, Sheikh Sharif Sheikh Ahmed, lo scorso 31 gennaio, e il ritiro delle truppe etiopi dalla Somalia, dopo oltre due anni di presenza nel paese, hanno aperto nel 2009 nuovi scenari politici ancora di difficile decifrazione. A meno di 6 mesi di distanza, la ripresa dei combattimenti e diversi rapporti che segnalano movimenti di truppe al confine con lEtiopia, cos come una rinnovata presenza di truppe etiopi sul territorio somalo, rendono per vana ogni speranza di stabilit nel paese, che ad oggi rimane per lONU e le Ong partner il pi pericoloso al mondo in cui operare: nel 2008, 11 operatori del WFP sono stati brutalmente e deliberatamente uccisi mentre erano impegnati nella distribuzione degli aiuti alla popolazione;2 3. stessa sorte toccata a 24 operatori di Ong partner dellONU, mentre altri 16 operatori umanitari sono stati rapiti e attendono ancora dessere liberati. Siccit, alluvioni e penuria alimentare A completare il quadro dellemergenza, le insufficienti precipitazioni durante la stagione breve delle piogge (ottobre-dicembre 2008) hanno determinato un raccolto del 46% inferiore alla media degli ultimi 5 anni, con un deficit di cereali per lanno in corso di almeno 120 tonnellate, a fronte di una crisi alimentare che nello stesso 2008 ha provocato un aumento del 400% dei prezzi alimentari, cresciuti del 700% dai primi del 2007: le ripercussioni pi gravi si registrano nel Somaliland, dove oltre 75.000 persone urgono assistenza alimentare. Nel 2009, il ritardo dellinizio della stagione delle piogge chiamata Gu che solitamente va da marzo a giugno ha portato qualche sollievo nel Paese colpito dalla siccit, con leccezione per di Mogadiscio gi martoriata dalla guerra, dove si sono verificate gravi alluvioni, peggiorando ulteriormente la condizione degli sfollati. Di contro, la mancanza ormai da oltre 18 anni di un governo centrale fa si che la maggioranza della popolazione non abbia accesso ai pi elementari servizi pubblici di base, erogati in parte da un settore privato totalmente deregolamentato e che di fatto esclude le fasce pi povere della popolazione.Lindagine nutrizionale condotta tra marzo e aprile 2009 nella Somalia centromeridionale ha rilevato un ulteriore deterioramento della malnutrizione, soprattutto tra le comunit agro-pastorali, dove i tassi di malnutrizione acuta hanno raggiunto i livelli critici del 21,2%, ben al disopra della soglia demergenza del 15%, con un tasso di malnutrizione grave del 8,1%. Altrettanto grave risulta il tasso di malnutrizione acuta nel Somaliland, dove si attesta al 20,8%, con la situazione alimentare appare in preoccupante deterioramento soprattutto tra gli sfollati, il cui reddito ad aprile 2009 crollato del 15-20% rispetto allo scorso anno. LUNICEF stima che in Somalia siano circa 90.000 i bambini gravemente malnutriti, e dunque in grave pericolo di vita.Ostacoli agli aiuti ed interventi umanitari Dopo il miglioramento della situazione ai inizi 2009 e il ritorno di 75.000 sfollati nella capitale, la situazione nuovamente precipitata dal mese di maggio, con combattimenti feroci, attentati e autobombe ormai su base quotidiana, che rendono estremamente difficili le operazioni umanitarie. Insieme alle gravi condizioni di insicurezza, la chiusura delle frontiere e gli atti di pirateria lungo le coste oltre 60 navi attaccate nel 2008 - continuano ad ostacolare gli interventi umanitari. La distribuzione degli aiuti e il monitoraggio degli interventi sono ostacolati dalla ricomparsa di fenomeni di banditismo, dei blocchi stradali oltre 296 a dicembre 2008 - e dalla generale situazione di insicurezza diffusa. In aggiunta, la chiusura di porti, rotte aeree e terrestri risulta non prevedibile e di grande impedimento agli interventi umanitari, causando ritardi facendo aumentare nettamente i costi di trasporto degli aiuti.I due magazzini di aiuti dellUNICEF a Mogadiscio sono stati a lungo inaccessibili a causa dei combattimenti negli immediati dintorni, le condizioni della capitale compromettono tutti gli interventi, dal momento che dal porto di Mogadiscio passa l80% degli aiuti, mentre le restrizioni burocratiche imposte dalle autorit locali non fanno che compromettere ulteriormente gli interventi umanitari. Per altro verso, la mancanza di condizioni di sicurezza minime ostacola in diverse aree la possibilit del personale UNICEF di raggiungere le popolazioni pi vulnerabili, dal momento che il personale somalo corre gravi rischi nelladempimento dei suoi compiti e quello internazionale con difficolt ottiene i permessi per accedere alle aree pi colpite dalla crisi.Ci nonostante, a dicembre UNICEF e OMS hanno lanciato una vasta campagna di interventi integrati per la salute materna e infantile con lobiettivo di raggiungere oltre 1,5 milioni di bambini somali, continuano a distribuire acqua e generi di primo soccorso alle popolazioni sfollate e fornire assistenza tramite i settori prioritari di intervento. Per rendere ci possibile, e conseguire una maggiore capillarit ed efficacia degli interventi, lUNICEF ha potenziato ed aumentato gli accordi di cooperazione con le Ong locali, e i numerosi rapporti di cooperazione avviati nel 2006 per rispondere allemergenza causata dalla siccit si sono rivelati di diretto beneficio per la risposta umanitaria nelle aree di sfollamento o colpite dalla guerra. Con gli stessi obiettivi, lUNICEF punta anche sulla formazione delle comunit locali, come, ad esempio, preparando le associazioni giovanili sul monitoraggio della qualit dellacqua dei pozzi per limitare la diffusione delle epidemia di diarrea acuta. Il saccheggio e loccupazione della sede e magazzino di Jowhar, a maggio 2009, non solo mettono ora rischio la seconda tornata della campagna sanitaria diretta a 1,2 milioni di bambini e 850.000 donne, ma complicano notevolmente le operazioni umanitarie in tutta la Somalia centromeridionale e rischiano di vanificare le strategie e i rapporti finora consolidati.La condizione dellinfanzia In Somalia i bambini sono esposti ad ogni forma di violenza diretta o indiretta: sono reclutati come bambini soldato e usati in combattimento; restano uccisi o feriti negli scontri a fuoco e nei bombardamenti, o mutilati da mine e ordigni inesplosi mentre si recano a scuola; sono sottoposti alle mutilazioni genitali, a punizioni corporali, ad arresti arbitrati, a stupri e lapidazioni, come accaduto ad ottobre ad una bambina di 13 anni, che dopo essere stata violentata stata accusata di adulterio e lapidata. 3 4. Anche prima del precipitare della crisi, tra il 2007 e il 2008, la Somalia presentava tassi di mortalit infantile tra i pi alti al mondo. Secondo i risultati dellindagine campione per indicatori multipli effettuata nel 2006 (MICS), il tasso di mortalit neonatale di 86 bambini morti entro il primo anno di vita su 1.000 nati vivi e il tasso di mortalit infantile 0-5 anni registra la morte di 1 bambino su 8 prima del 5 compleanno (135 decessi ogni 1.000 nati vivi). Anche il tasso di mortalit materna tra i pi alti al mondo, con la morte di 1.044 gestanti a causa della gravidanza o del parto ogni 100.000 bambini nati vivi: ci dovuto in larga parte alla mancanza daccesso a servizi sanitari di base - oltre il 90% dei parti avviene tra le mura domestiche ma anche in conseguenza di pratiche tradizionali nocive per la salute materna, come le mutilazioni genitali femminili, cui sono sottoposte pi del 97% delle bambine tra i 4 e 12 anni. In Somalia, appena il 25% della popolazione ha accesso allassistenza sanitaria di base e solo il 5% dei bambini con meno di 1 anno sono coperti dal ciclo completo delle vaccinazioni di routine - una vera bomba ad orologeria - cos che malattie prevenibili o facilmente curabili restano le principali cause di mortalit tra i bambini e le donne somale, con malaria, infezioni respiratorie acute e malattie diarroiche responsabili di almeno la met dei decessi infantili.La causa principale delle malattie gastrointestinali risiede nelle difficolt daccesso allacqua potabile, alla mancanza di igiene domestica e nella conservazione del cibo: appena il 29% della popolazione ha accesso allacqua potabile e il 37% ai servizi igienico-sanitari, con grandi disuguaglianze tra le aree urbane e quelle rurali. Ci contribuisce, insieme alla penuria di cibo e agli effetti dello sfollamento di massa delle popolazioni, allimpennata dei tassi di malnutrizione, che dal 2007 hanno superato la soglia di emergenza del 15%: i bambini i malnutriti risultavano 85.000 nel 2007, 160.000 a gennaio 2008, 180.000 a settembre dello stesso anno per arrivare ai 200.000 del febbraio 2009, di cui 90.000 affetti da malnutrizione grave, e dunque in serio pericolo di vita se non riceveranno assistenza adeguata.Guerra, disastri naturali e sfollamento di massa hanno naturalmente ripercussioni anche sulla possibilit dei bambini di andare a scuola: appena il 37% dei bambini e solo il 25% delle bambine hanno accesso alla scuola. Nella sola area di Mogadiscio, le condizioni di insicurezza hanno provocato la chiusura di 144 scuole lUNICEF stima che circa 50.000 scolari siano sfollati a causa dei violenti combattimenti. Tra le principali violazioni dei diritti dei bambini vi sono abusi e violenze diffuse, il reclutamento di bambini soldato e lo sfruttamento del lavoro minorile, le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci e altre forme di discriminazione.II. LAZIONE DELLUNICEFLUNICEF in Somalia LUNICEF lorganizzazione con la pi larga presenza in Somalia, operativa con propri uffici nel paese fin dal 1972. Dopo la caduta del governo centrale, nel 1991, lUNICEF ha continuato ha fornire aiuti e assistenza ai bambini somali, lavorando con le autorit locali dove esistano, con le comunit e Ong locali, le Ong internazionali e le altre agenzie delle Nazioni Unite. Il programma di interventi dellUNICEF si articola per aree geografiche nordoccidentale, nordorientale e centromeridionale attraverso uffici di collegamento a Mogadiscio e Baidoa, dove opera personale somalo dellUNICEF, ad Hargeisa (Somaliland), Bossaso (Puntland) e, fino al saccheggio e occupazione militare dello scorso maggio, Jowhar (area centromeridionale) dove opera personale sia nazionale che internazionale. A Nairobi, in Kenya, opera inoltre un Ufficio UNICEF di supporto alle operazioni in Somalia.Settori di intervento I programmi dellUNICEF in Somalia si differenziano in base alle condizioni dellarea di intervento: diretti allo sviluppo nel nord-ovest del paese, mirati alla ricostruzione nellest e allassistenza demergenza nelle aree centromeridionali. LUNICEF ha in Somalia un totale di 150 operatori: 65 nelle aree centromeridionali, 47 nel nordovest e 38 nel nordest. Altri 86 operatori sono dislocati nellufficio UNICEF di supporto alle operazioni in Somalia con base a Nairobi. In Somalia, lUNICEF dispone di due centri logistici per lo stoccaggio e distribuzione di aiuti demergenza (Kismayo e Baidoa) e un centro per lo stoccaggio e invio dei vaccini che serve tutte le regione centro-meridionali del paese. Con la situazione in costante mutamento, lUNICEF e le Ong partner sono impegnate ad adattare e rimodulare le strategie di risposta alla crisi umanitaria, operando attraverso 5 fondamentali programmi demergenza: sanit e nutrizione; acqua, servizi igienici ed educazione sanitaria; istruzione e protezione dellinfanzia.Obiettivi complessivi per il 2009 Nel 2009, lUNICEF fornir assistenza medica ad oltre 1,5 milioni di bambini ed 1 milione di donne somale attraverso la somministrazione di servizi integrati di salute materno-infantile, erogati mediante campagne sanitarie periodiche, estendendo invece lassistenza medica di base ad un totale di 3 milioni di persone. Attraverso diverse tipologie di programmi nutrizionali, lUNICEF fornir assistenza terapeutica ad oltre 90.000 bambini affetti da malnutrizione acuta e provveder alla distribuzione di alimenti terapeutici pronti per luso per 138.000 bambini delle aree che registrano i pi alti tassi di malnutrizione. Oltre 1,2 milioni di4 5. persone saranno assistite mediante la distribuzione dacqua potabile, laccesso a servizi igienico-sanitari di base e prodotti per ligiene; 214.000 bambini in condizioni demergenza riceveranno sostegno per listruzione e 300.000 donne e bambine in condizioni di particolare vulnerabilit beneficeranno di servizi di protezione.SANITA E NUTRIZIONECampagne dassistenza sanitaria integrata Da dicembre 2008 UNICEF e OMS ha lanciato una serie di campagne dassistenza sanitaria denominate Giornate della salute infantile che prevedono la somministrazione di un pacchetto integrato di servizi per la prevenzione delle malattie dellinfanzia, di quelle veicolate da acqua contaminata, della malnutrizione infantile e del tetano neonatale nelle donne in gravidanza. Il pacchetto integrato di interventi prevede la vaccinazione contro morbillo, polio, difterite, pertosse e tetano; il monitoraggio dello stato nutrizionale dei bambini e la promozione dellallattamento esclusivo al seno; la somministrazione di vitamina A, di farmaci contro i parassiti intestinali e di sali per la reidratazione orale per la cura della diarrea acuta; la distribuzione di compresse per la potabilizzazione dellacqua, prodotti per ligiene e zanzariere; la vaccinazione contro il tetano neonatale delle donne in et riproduttiva. Lobiettivo per il 2009 raggiungere 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni e 1 milione di donne in et fertile: preceduta da una campagna di informazione comunitaria realizzata nelle moschee, attraverso altoparlanti, sms, spot radio e TV, le Giornate della salute infantile hanno preso il via a gennaio partendo dalle aree nordoccidentali del Somaliland, per proseguire poi in quelle nordorientali del Puntland e quindi nelle regioni centrali e meridionali del paese, tramite la mobilitazione di oltre 3.600 team mobili che hanno erogato i servizi integrati nei centri sanitari, nelle scuole, nelle moschee e, nelle aree remote, tramite ospedali da campo.Campagne di vaccinazione e assistenza sanitaria di base Per rendere possibili le campagne di vaccinazione, lUNICEF provvede alla fornitura e funzionamento della catena del freddo, la rete di ambienti frigo per la conservazione e il trasporto dei vaccini fino alla loro somministrazione, oltre che alla fornitura di medicinali, vaccini, strumenti e attrezzature mediche a oltre 250 strutture di salute materno-infantile e 540 avamposti sanitari che hanno cos potuto fornire assistenza di base a pi di 3 milioni di persone. Nel 2008, notevoli sforzi sono stati profusi per allestire le nuove campagne di servizi integrati per la salute materno-infantile, le Giornate della salute infantile lanciate a fine anno con lobiettivo di raggiungere il 90% dei bambini sotto i 5 anni e il 60% delle donne in et riproduttive con un pacchetto di interventi ad alto impatto.Nonostante le gravi condizioni di sicurezza, durante la prima delle Giornate della salute infantile un totale di 1.028.000 bambini sotto i 5 anni e 788.000 donne in et riproduttiva hanno ricevuto un pacchetto di servizi integrati comprendente vaccinazioni, vitamina A, farmaci antiparassitari, prevenzione della diarrea acuta, monitoraggio nutrizionale e assistenza medica di base. Nel Puntland, dove appena il 5% dei bambini sono vaccinati, la prima fase della campagna di salute infantile tenuta a maggio ha permesso la vaccinazione di 108.000 bambini e 59.000 donne, con la seconda che si terr durante il mese di giugno.Vaccinazioni antipolio Nel corso del 2008, nonostante le difficolt esistenti, lUNICEF ha sostenuto in collaborazione con lOMS la vaccinazione antipolio 1,65 milioni di bambini, oltre il 90% della popolazione infantile destinataria della campagna, tramite Giornate nazionali di vaccinazione condotte in tutta la Somalia: nel 2007 i bambini vaccinati contro la polio erano stati 1,6 milioni, il 93% dei destinatari delle campagne di vaccinazione, e 1,7 milioni quelli vaccinati nel 2006. Nessun nuovo caso di polio si verificato dal marzo 2007, un successo di notevole importanza dopo le epidemie del 2005.Vaccinazioni contro il morbillo e tetano neonatale Sempre nellambito delle Giornate nazionali di vaccinazione, nel 2008 lUNICEF ha somministrato vitamina A ad oltre 1,6 milioni di bambini e antiparassitari a circa 1 milione, sostenendo inoltre la vaccinazione contro il morbillo di 142.654 bambini sfollati accampati nel corridoio da Afgoye e Mogadiscio, raggiungendo il 90% dei bambini destinatari della campagna. La precedente campagna contro il morbillo condotta nel 2007 aveva consentito la vaccinazione di 450.000 bambini contro il morbillo, contribuendo ad una riduzione dei casi da 3.836 nella prima met del 2006 a 564 nello stesso periodo del 2007. Infine, un totale di 21.399 bambini e altrettante donne sono stati vaccinati contro tetano neonatale e le principali malattie dellinfanzia nel quadro del Programma esteso di vaccinazione (EPI).Prevenzione e cura della malaria Nel corso del 2008, 387.000 zanzariere trattate con insetticidi a durata prolungata - in gran parte finanziate dal Fondo Globale di lotta allHIV/AIDS, Tubercolosi e Malaria - sono state distribuite dallUNICEF a famiglie con donne in gravidanza e bambini sotto i 5 anni, cui si aggiunge la distribuzione di altre 97.412 zanzariere a gennaio 2009. Nel 2007 lUNICEF ha fornito oltre 148.000 zanzariere trattate per la prevenzione della5 6. malaria e 90 cliniche per la salute materna e infantile sono state rifornite di farmaci antimalarici a base di artemisina e di test per la diagnosi rapida della malattia. Cura della malnutrizione e programmi nutrizionali Nei primi 5 mesi del 2009 lUNICEF ha raggiunto in tutta la Somalia oltre 126.000 bambini con interventi demergenza contro la malnutrizione, distribuendo alimenti terapeutici e in particolare Plunpydoz, una nuova composizione di recente introduzione a base di latte in polvere, zucchero, crema darachidi, oli, minerali e vitamine, che come il pi noto Plunpynut un prodotto nutrizionale pronto per luso che non n preparazione n diluizione, eliminando cos i rischi di contaminazione da acqua infetta. Nonostante i rischi esistenti sul campo, lUNICEF e le organizzazioni partner continuano a fornire assistenza nutrizionale demergenza e hanno concluso con successo la seconda fase di distribuzione di Plunpydoz, su 4 fasi previste, nella regione di Hiran, dove il 68% della popolazione vive in condizioni di emergenza, tra gli sfollati di Mogadiscio e di Afgoye, a Balad, Jowhar, Adale e Wanleweyne. La tersa fase ha avuto inizio per ora in alcune aree della regione di Hiran, mentre il saccheggio del magazzino degli aiuti UNICEF di Jowhar potrebbe pregiudicare il completamento della campagna nutrizionale nella Somalia centromeridionale.LUNICEF sostiene attualmente 175 centri dalimentazione terapeutica per la cura della malnutrizione grave e 100 per la cura della malnutrizione moderata. Nel 2008 lUNICEF ha sostenuto un totale di 280 programmi dalimentazione terapeutica e di supporto nutrizionale, contro i 137 dellinizio dellanno, i 128 del 2007 e i 75 del 2006, con un espansione continua degli interventi di prevenzione e lotta alla malnutrizione. Nel corso del 2008, i programmi nutrizionali sostenuti dallUNICEF hanno permesso di fornire cure contro la malnutrizione, ogni mese, a 30.000 bambini affetti da malnutrizione moderata e 5.200 da malnutrizione grave. In qualit di agenzia leader per la risposta in ambito nutrizionale, lUNCEF sostiene diverse Ong partner fornendo formazione, scorte terapeutiche e strumenti allo scopo di accrescere la capillarit degli interventi di cura della malnutrizione.Per prevenire laumento di casi di malnutrizione grave, durante il 2008 lUNICEF ha distribuito alimenti pronti per luso a circa 55.000 bambini sfollati negli accampamenti tra Afoye e Mogadiscio e ad altri 7.000 bambini sfollati nei campi di Bossaso: a fine gennaio 2009 quasi tutti gli 80.000 bambini destinatari dassistenza nutrizionale hanno ricevuto alimenti terapeutici demergenza pronti per il consumo, tra cui Plunpynut e Plunpydoz. Ad agosto 2008, lUNICEF ha distribuito nel nord-est del paese un totale di 10 kg di UNIMIX a testa per il 78% dei 7.433 bambini di 22 campi sfollati.Nel 2009 lUNICEF fornir alimenti terapeutici pronti per luso ad oltre 90.000 bambini malnutriti pari al 60% dei bambini sotto i 5 anni colpiti da malnutrizione grave e al 40% dei bambini sotto i cinque anni affetti da malnutrizione moderata e ad altri 138.000 bambini sotto i cinque anni delle aree dove sono pi alti i tassi di malnutrizione.ACQUA, SERVIZI IGIENICI ED EDUCAZIONE SANITARIAAssistenza e distribuzione dacqua potabile per le popolazioni sfollate o colpite dalla siccit Allo stato attuale, lUNICEF sta fornendo in tutto il paese acqua potabile mediante programmi demergenza ad un totale di circa 800.000 persone tra sfollati e popolazioni colpite dalla siccit. Nella Somalia centromeridionale, lUNICEF sta fornendo acqua potabile ad oltre 290.000 persone tra sfollati, comunit rurali e rivierascheattraverso la distribuzione dacqua potabile con autobotti, di prodotti per la potabilizzazione dellacqua, la clorazione dei pozzi e il mantenimento degli impianti. Inoltre, lUNICEF continua a fornire quotidianamente acqua potabile ad oltre 250.000 persone sfollate accampate tra Afgoye e Mogadiscio, mediante autobotti - distribuendo pi di 2 milioni dacqua potabile al giorno e il mantenimento delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie installate, tra cui 18 cisterne per la raccolta e distribuzione delle scorte idriche e oltre 400 latrine. Per rispondere al costante flusso di sfollati, lUNICEF estender la distribuzione dacqua mediante autobotti per ulteriori 18.000 persone, mentre le 117.000 persone rimaste sfollate dallo scorso maggio stanno utilizzando le fonti idriche gi allestite lungo il corridoio Afgoye- Mogadiscio.Nel Somaliland, tra aprile e maggio lUNICEF ha distribuito acqua potabile a 8.000 famiglie di 3 regioni duramente colpite dalla siccit e sta attualmente cooperando con le autorit locali per individua le infrastrutture idriche che necessitano desser riparate per garantire nel lungo periodo un accesso sostenibile allacqua potabile. Nel Puntland, lUNICEF sta distribuendo acqua potabile con autobotti in 28 villaggi duramente colpiti dalla siccit, a benefico doltre 10.000 persone, mentre altre 79.000 persone appartenenti a comunit locali e nomadi hanno guadagnato accesso allacqua potabile grazie alla rimessa in funzione di diversi pozzi e alla distribuzione idrica con autobotti. A inizio 2009, lUNICEF aveva installato un impianto idrico di cui beneficiano circa 5.000 persone, incluse popolazioni sfollate dalla guerra. LUNICEF sta inoltre proseguendo gli interventi per la promozione delle condizioni igienico-sanitarie e lo smaltimento di rifiuti in 23 campi sfollati, di cui hanno finora beneficiato 36.000 persone; le attivit di clorazione di pozzi e fonti idriche, a 6 7. beneficio di altre 40.000 persone, e la distribuzione di sostanze per la potabilizzazione dellacqua per ulteriori 10.000 persone, come misura di prevenzione di epidemie di diarrea acuta Prima della ripresa dei combattimenti nella capitale, a maggio 2009, le attivit di clorazione dei pozzi avevano esteso laccesso allacqua potabile a 75.000 abitanti di Mogadiscio e 111.000 delle regioni di Bakol - anche grazie alla fornitura di 22 pompe idrauliche - di Middle Shabelle e Hiran, mentre 120.000 compresse per la potabilizzazione dellacqua e 5.000 barre di sapone sono state distribuite nei campi sfollati di Bossaso. Per rispondere alle esigenze della popolazione di Mogadiscio colpita dai combattimenti, lUNICEF sta distribuendo nella zona orientale e settentrionale della capitale generi di primo conforto sufficienti ad oltre 50.000 persone, tra cui coperte, taniche per lacqua, sapone, teli impermeabili per allestire ripari di emergenza, zanzariere contro la malaria. Nel 2008, oltre 300.000 famiglie sfollate vittime delle alluvioni o della guerra hanno ricevuto materiali per allestire ripari di emergenza, kit familiari di aiuti di base e generi non alimentari di prima necessit: ogni kit daiuti contiene 3 coperte, due taniche per la raccolta dellacqua, un telone impermeabile, un fornello da campo ed utensili per cucinare, una zanzariera contro la malaria e 5 barre di sapone. A settembre 2008 lUNICEF ha distribuito 300 kit familiari stoccandone altri 1.500 in localit per essere distribuiti non appena necessario. Nel complesso, nel 2008 lUNICEF esteso laccesso ad acqua e servizi igienico-sanitari ad oltre 508.000 persone della Somalia centromeridionale, tra cui 250.000 sfollati; un totale di 140.000 persone hanno beneficiato delle attivit di clorazione dei pozzi e di educazione sanitaria per la prevenzione della diarrea acuta.Interventi programmati Nel 2009, lUNICEF fornir acqua potabile ed accesso a servizi igienici di base ad oltre 1,2 milioni di persone in tutto il paese, attraverso la costruzione, clorazione e risanamento di fonti idriche; la distribuzione di scorte idriche e di attrezzature per la raccolta, conservazione e distribuzione dellacqua, la formazione di team locali per la gestione delle risorse idriche e la promozione, con interventi di carattere sanitario, nutrizionale ed educativo, di pratiche igienico-sanitarie migliorate a livello di famiglie e di scuole. LUNICEF sta inoltre contribuendo alla costruzione di servizi igienici di emergenza, allo svolgimento di campagne di educazione sanitaria nei campi sfollati e la diffusione di analoghi messaggi via radio, alla formazione di nuove Ong partner per un maggiore capillarit degli interventi.ISTRUZIONEIstruzione demergenza per i bambini sfollati dalla guerra LUNICEF sta operando con le Ong partner, i leader dei campi sfollati e le autorit scolastiche per lattivazione di attivit per listruzione di base nelle aree che accolgono i bambini sfollati: ci avviene attraverso lallestimento di tende-scuola e la fornitura di materiali didattici, oltre che mediante la mobilitazione dei maestri nei campi sfollati affinch offrano il loro contributo e la sensibilizzazione degli anziani delle comunit locali, affinch si mobilitino e sostengano linvio dei bambini a scuola. In tale frangente, 37.900 bambini di 218 scuole hanno potuto proseguire le lezioni grazie ai sussidi forniti a 813 dei loro maestri; 8.545 bambini e ragazzi di altre 47 scuole e 19 centri distruzione informale, mentre in collaborazione con lUNOPS lUNICEF ha costruito o ristrutturato 8 scuole primarie, 6 delle quali dotate di servizi igienici e sistemi di raccolta dellacqua, e 6 centri di salute materno-infantile adiacenti, a beneficio di 5.120 bambini. In 16 campi sfollati di Bosasso le attivit di sensibilizzazione degli anziani delle comunit hanno contribuito alliscrizione di 2.800 bambini alle scuole allestite nei campi. Nel 2008 lUNICEF ha allestito 43 tende scuola, ha fornito materiali scolastici e provveduto alla formazione degli insegnanti a beneficio di 19.500 bambini sfollati. Nelle aree di guerra o colpite dalla siccit, lUNICEF ha distribuito kit scolastici a beneficio di 35.254 bambini. A causa della mancanza di fondi adeguati, lUNICEF non ha potuto estendere ulteriormente gli interventi per listruzione.Formazione degli insegnanti Nel 2008 LUNICEF ha sostenuto la formazione del personale insegnante di 30 scuole aperte in campi sfollati, in particolare sullistruzione di base e lassistenza psicosociale, promuovendo la formazione di 200 comitati comunitari per listruzione; ha formato 370 maestri sullistruzione in condizioni demergenza e ha raggiunto con campagne di sensibilizzazione contro le punizioni corporali altri 100 maestri di 24 scuole coraniche e ordinarie: come primo effetto, 7 scuole coraniche e 18 ordinarie hanno dichiarato labbandono delle punizioni corporali.Interventi programmati nel 2009 Nel 2009, lUNICEF riabiliter circa 20 scuole danneggiate e costruir 200 spazi di apprendimento tradizionale a beneficio di circa 214.000 bambini, e soprattutto bambine, sfollati e colpiti dalla guerra; di 3.000 insegnanti e di 500 comitati educativi a base comunitaria. LUNICEF installer, inoltre, impianti idrici e igienico-sanitari, fornir materiali didattici e ricreativi di base e former gli insegnanti, con particolare attenzione allassistenza e al sostegno psicosociale. 7 8. PROTEZIONE DELLINFANZIAProtezione dei bambini a rischio e campagne di informazione e sensibilizzazione Nonostante gli scontri a Jowhar, lUNICEF ha sostenuto la formazione di 24 organizzazioni che si occupano di protezione dellinfanzia sulleducazione sui pericoli delle mine, di cui beneficiano circa 300.000 persone, il 75% delle quali sono bambini. LUNICEF ha inoltre sostenuto la formazione delle comunit di 9 campi sfollati del corridoio Afgoye-Mogadiscio su questioni come lassistenza ai bambini separati dai genitori, la prevenzione degli abusi e sui pericoli di mine e ordigni inesplosi, a beneficio di un totale di 1.400 persone. Tra i primi risultati di tali attivit, 37 vittime di guerra inclusi bambini separati dai genitori, feriti negli scontri a Mogadiscio o vittime di abusi sessuali hanno ricevuto assistenza nei campi sfollati e sono stati quindi indirizzati verso diversi ospedali.Nel 2008, lUNICEF ha portato avanti attivit di protezione dellinfanzia facendo leva sulla collaborazione e coinvolgimento delle comunit locali: in tal modo, un totale di 18.560 bambini, tra cui 7.420 bambine, hanno ricevuto assistenza psicosociale e accesso a spazi protetti per linfanzia. Le attivit di protezione dellinfanzia continuano a coinvolgere e mobilitare oltre 140 comunit locali circa 420.000 persone tra cui 100 campi sfollati, con interventi e sensibilizzazione sui diritti dei bambini, leducazione sui rischi di mine e ordigni inesplosi, la protezione da violenze e abusi, la prevenzione dellHIV/AIDS. Attraverso lo stoccaggio e la distribuzione di aiuti di emergenza in aree a rischio, lUNICEF nel 2008 ha sostenuto 52 comunit esposte a violenze o disastri naturali, inclusi 15 campi sfollati, a beneficio di 156.000 persone.Nel corso del 2008, lUNICEF ha portato avanti le attivit di prevenzione dellHIV/AIDS in 8 regioni centromeridionali del paese, raggiungendo 1.750 donne e ragazze tramite scambio diretto di informazioni: gli interventi sono stati diretti alle donne e ragazze che lavorano come venditrici di T e di Khat (uno stupefacente molto diffuso in Somalia), alle donne e ragazze sfollate, alle adolescenti e alle famiglie con a capo una donna. Altre 50.000 persone hanno beneficiato di informazioni su HIV/AIDS tramite campagne via radio. Nel 2007, oltre 28.000 tra donne e ragazze hanno beneficiato di informazioni e servizi di prevenzione e per la diagnosi e, nel complesso, 200 comunit sono state coinvolte in campagne di sensibilizzazione e prevenzione dellHIV/AIDS, coinvolgendo 750 tra leder religiosi e comunitari e promuovendo la formazione di comitati locali incaricati di diffondere tali informazioni nelle comunit; 500 tra maestri e operatori sanitari sono stati formati sulla protezione dei bambini a rischio e lassistenza psicosociale.Nel 2007, lUNICEF ha contribuito al ricongiungimento familiare di 228 bambini rimasti separati dai genitori, sostiene misure alternative di protezione per altri 315 bambini mentre si procede alla ricerca delle famiglie e ha destinato altri 300 bambini a rischio verso ospedali regionali, centri di recupero a servizi di sostegno psicosociale, fornendo a tal fine assistenza, formazione, aiuti e risorse alle Ong partner impegnate nel settore della protezione dei bambini a rischio. Centinaia di bambini hanno beneficiato di assistenza psicosociale.Interventi programmati nel 2009 LUNICEF mobiliter leader comunitari, religiosi e politici per richiedere una maggiore protezione dei bambini contro le violazioni dei loro diritti di base, nonch per una maggiore partecipazione agli interventi di prevenzione, trattamento e unassistenza contro lHIV/AIDS. LUNICEF fornir inoltre sostegno psicosociale a 300.000 bambine vulnerabili e donne particolarmente a rischio. LUNICEF operer in modo che 90.000 sfollati, circa 15.000 famiglie, abbiano maggiore accesso a ripari demergenza e a mezzi di sussistenza adeguati.III. FONDI NECESSARIFondi necessari per il 2009 Lappello di raccolta fondi di 79,4 milioni di dollari lanciato dallUNICEF per il 2009 riflette il costante peggioramento della situazione e la conseguente necessit di estendere progressivamente i programmi umanitari nei settori di intervento descritti. Finora, ormai a met del 2009, stato ricevuto solo il 17% delle risorse necessarie. Di seguito, il dettaglio delle risorse necessarie per settore di intervento.Settore di intervento Fondi necessari (dollari USA) Sanit e nutrizione 38.950.183 Acqua e servizi igienici17.153.000 Istruzione13.388.500 Protezione dellinfanzia8.935.200 Ripari demergenza e generi non alimentari di primo soccorso1.033.000 Totale79.459.883 8