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SOCIOLINGUISTICASAGGI 1) La Comunit linguistica - GumperzNel suo saggio sulla comunit linguistica, Gumperz parte da una definizione generale di questultima : la comunit linguistica ogni aggregato umano caratterizzato da uninterazione regolare e frequente per mezzo di un insieme condiviso di segni verbali e distinto da altri aggregati simili a causa di differenze significative nelluso del linguaggio. Il comportamento verbale di tali gruppi costituisce un sistema basato su insiemi di regole grammaticali.La descrizione di tali regole, per, secondo Gumperz, costituisce solo il punto di partenza per lanalisi del comportamento linguistico.Per unanalisi sociolinguistica accurata, infatti, bisogna considerare lesistenza di relazioni regolari fra luso del linguaggio e la struttura sociale ed necessario quindi conoscere le norme che definiscono lappropriatezza delle alternative linguisticamente accettabili per particolari tipi di parlanti in determinati e diversi contesti sociali.I primi studi in proposito sono iniziati a met del secolo diciannovesimo e sono studi di e inerenti a: Dialettologia : molti dialettologi hanno descritto graficamente la distribuzione delle forme linguistiche colloquiali nelle societ dominate dal tedesco, francese, inglese e altre lingue standard importanti, tracciando delle isoglosse. Sulla base della configurazione geografica dei fasci di isoglosse fu possibile distinguere aree focali (centri da cui le innovazioni si irradiano nelle regioni circostanti), zone conservative (distretti in cui forme, conosciute prima solo in testi antichi, erano ancora correnti) e zone di transizione (aree internamente diverse contraddistinte dalla coesistenza di forme linguistiche identificate con centri di innovazione in competizione). Linguaggi speciali e lingue classiche: molti studiosi si sono occupati delle lingue usate da gruppi minoritari professionalmente specializzati, codici segreti e simili (parlate zingare,yiddish degli ebrei, latino maccheronico degli scolari anglofoni, gerghi ladreschi, gerghi di attori ambulanti ed altri gruppi professionali che per esempio assegnano significati speciali a nomi,verbi e aggettivi comuni che non sono comprensibili per chi non appartiene a quel determinato gruppo). Acculturazione linguistica e mutamento di lingua: molti studiosi hanno constatato che quando due o pi comunit linguistiche mantengono contatti prolungati allinterno di un vasto campo di comunicazione, si formano correnti di diffusione linguistica reciproca con la conseguente formazione di uno Sprachbund, comprendente un gruppo di variet come dialetti, lingue limitrofe o linguaggi speciali che coesistono nello spazio sociali. Prestiti persistenti per lunghi periodi tendono ad oscurare distinzioni genetiche preesistenti, anche se la struttura fonologica e grammaticale resiste di pi (spesso le parole prese in prestito tendono ad essere adattate fonologicamente).Questi studi hanno minato la teoria dellalbero genealogico, favorendo invece una teoria della diffusione che postula il diffondersi del cambiamento linguistico secondo onde emanate da differenti centri di innovazione.Si passa quindi alla definizione di comunit linguistica come un campo dazione in cui la distribuzione delle varianti linguistiche un riflesso di fatti sociali. La relazione fra tali varianti pu essere esaminata secondo due dimensioni : la dimensione dialettale e quella sovrapposta.Le relazioni dialettali sono quelle in cui alcune differenze distinguono i vernacoli di gruppi locali da quelli di altri gruppi, allinterno della stessa cultura (es: il procidano e il napoletano allinterno della stessa cultura partenopea).La variazione sovrapposta, invece, fa riferimento alle distinzioni fra differenti tipi di attivit esercitati allinterno dello stesso gruppo (la lingua usata nei discorsi formali, religiosi o tecnici, per esempio, non quella usata in situazioni informali).Spesso un linguaggio specifico tende ad essere emblema e marchio di un determinato gruppo sociale. Si parla di fedelt linguistica quando una variet letteraria acquista prestigio come simbolo di un particolare gruppo nazionale o di un particolare movimento sociale.Linsieme complessivo delle varianti dialettali e sovrapposte usate regolarmente in una comunit costituisce il repertorio verbale di tale comunit. Il repertorio verbale ci permette di stabilire relazioni dirette fra i suoi elementi costitutivi. Queste relazioni vengono misurate nei termini di due concetti : gamma linguistica e grado di compartimentalizzazione.La gamma linguistica si riferisce alla distanza linguistica interna fra le variet costituenti, cio allammontare complessivo di differenziazione puramente linguistica.Il grado di compartimentalizzazione, invece, si riferisce alla nettezza con cui le variet sono separate fra di loro sia lungo la dimensione sovrapposta sia lungo quella dialettale.

2) Inferenza conversazionale GumperzInferenza conversazionale il processo di interpretazione situato, o legato al contesto, per mezzo del quale i partecipanti ad una conversazione valutano le intenzioni degli altri e sul quale basano le proprie risposte.Linferenza conversazionale parte integrante dellatto stesso di conversare. Un interlocutore dimostra la propria interpretazione di ci che viene detto, per mezzo di risposte verbali e non verbali piuttosto che parlarne in termini astratti.Linferenza conversazionale tiene conto oltre che del contesto fisico dellinterazione, delle personali conoscenze pregresse dei partecipanti e dei loro atteggiamenti reciproci, anche delle relazioni di ruolo e di status e dei valori sociali associati alle varie componenti del messaggio.I tre settori che si sono occupati di inferenza conversazionale sono : Letnografia della comunicazione La pragmatica linguistica Letnometodologia o sociologia dellinterazione verbaleGli etnografi della comunicazione richiamano lattenzione sugli strumenti per parlare, tra cui si annoverano il repertorio linguistico, i generi (miti, storie, racconti, componimenti epici, barzellette), gli atti (funzioni di domanda e risposta, secondo Austin), le cornici o frames (che funzionano come istruzioni su come interpretare e distinguere gli atti e i generi).La pragmatica, invece, punta la sua attenzione sul concetto di significato, partendo dalla definizione che ne d Grice. Grice si interessa al significato nella misura in cui esso riflette lintento comunicativo dei partecipanti alla conversazione. La nozione che appare pi utile dal punto di vista dellinferenza conversazionale quella, dovuta a Fillmore, di scene culturalmente specifiche, che sono parte del significato lessicale dei frames di frase. In tedesco, per esempio, il verbo gefahren contiene di per s il significato di andare con un mezzo , per cui ad una frase in cui il predicato verbale costituito da questo verbo NON si pu rispondere ponendo domande quali Did you walk? (sei andato a piedi?).Letnometodologia ,invece, si occupata dellanalisi sociologica dellinterazione verbale, considerando le conversazioni come tentativi di cooperazione e quali attivit naturalmente organizzate, escludendo lo studio nellambito di esperimenti pianificati o di elicitazioni mediante interviste. Quello che gli etnometodologi hanno appurato che tutti i tipi di PARLATO CASUALE e quindi non soltanto gli eventi linguistici formalmente contrassegnati, sono governati da regole. Si ad esempio dimostrato che se un parlante vuole farsi capire deve stabilire ,parlando, la condizione contestuale che rende possibile linterpretazione desiderata. Cos, per terminare una conversazione, per esempio, bisogna preparare le basi per una chiususra; in caso contrario probabile che la chiusura venga fraintesa. Per quanto riguarda quindi i principi della inferenza conversazionale, Sacks non parla di regole, ma di massime, per suggerire che le interpretazioni assumono la forma di preferenze pi che di regole obbligatorie specifiche.Un esempio di conversazione autentica che ci viene presentato quello di un uomo che, salito su un aereo diretto a Miami, esclama : >; frase che stona in un contesto diverso da quello di un autobus. Tuttavia lenunciato veniva ripetuto senza pausa e pronunciato con un tono pi alto e scandito del normale e provoc la risposta sarcastica di due donne che per forza di cose dovevano conoscere luomo ( Una delle due dice allaltra : I told you to leave him at home ! ). Questi fattori conversazionali hanno fatto capire a chi ascoltava che si trattava di uno scherzo e di una burla.I parlanti, dunque, valutano il significato del messaggio in relazione agli aspetti della struttura superficiale del messaggio, detti segnali di contestualizzazione. La base linguistica di questo processo di associazione risiede nelle aspettative di co-occorrenza che costituiscono una componente del nostro sapere linguistico abituale ed istintivo.Un secondo esempio pratico di evento conversazionale dato dallesclamazione Exact change, please (Moneta spicciola per favore) fatta con particolare intensit e con tono alto e discendente da parte di un autista di origini indiane a Londra. Il tono e lintensit con cui lautista pronuncia la frase suscita irritazione nei passeggeri londinesi che lo interpretano come un atto di scortesia. Andando per ad analizzare il contesto sociolinguistico proprio delle Indie occidentali, si realizza che le restrizioni sintattiche sulla collocazione dei confini dei gruppi intonativi, ad esempio, sono diversi da quelli inglesi : gli indiani possono dividere una frase in unit intonative molto pi piccole di quanto possano fare i parlanti inglesi; la collocazione del nucleo obbligatoria sullultima parola semanticamente piena, a prescindere dal suo significato e le variazioni di tono e di intensit assolvono una funzione fondamentale nella segnalazione della contrastivit (enfasi), piuttosto che dellespressivit. Da tutto ci si ricava che il tono alto dellesclamazione e laccento posto sulla parola please rappresentava il modo usuale dellautista indiano di enfatizzare la parola, come forma semmai di cortesia e non di scortesia.Il corollario tratto da questo esempio che per una corretta interpretazione conversazionale, bisogna tener conto anche del background etnico e comunicativo dei partecipanti. 3) Etnografia della comunicazione HymesHymes comincia il suo saggio esplicando i punti di partenza dellanalisi etnografica, quali la centralit posta sullevento comunicativo e il concetto di messaggio. Per quanto riguarda il primo punto, Hymes precisa che lanalisi etnografica non deve esaminare alcun comportamento comunicativo separato dal suo contesto. Ad assumere centralit, quindi, levento comunicativo piuttosto che il comportamento comunicativo. In termini di analisi linguistica ci significa spostare lattenzione dallanalisi del codice a quella dellatto linguistico. Per quanto riguarda, invece, il secondo punto occorre dire che il concetto di messaggio presuppone la condivisione di uno o pi codici per mezzo dei quali il messaggio sia comprensibile ai partecipanti, cio almeno un emittente e un ricevente (che possono essere la stessa persona), in un evento costituito dalla trasmissione del messaggio stesso e caratterizzato da un canale o pi canali, da una situazione o contesto, da una forma definita del messaggio e da un argomento.Un messaggio sarebbe dato, quindi, dallinsieme di tutte queste componenti.Inoltre, ci che viene considerato un esempio di messaggio deve essere determinato in concreto secondo gli orientamenti dellapproccio etnografico. Di tutto ci si occupato apertamente Conklin. Secondo Conklin non si pu definire a priori come non comunicativo il suono di passi che si avvicinano o il tramonto del sole. Il loro status viene completamente determinato dallanalisi che ne fa il ricevente e quindi nessun fenomeno pu essere considerato in anticipo come incapace di costituire in messaggio. Per rendere pi chiaro questo concetto propone esempi tratti dalla cultura Objiwa, per la quale lo status di quello che nella cultura occidentale classificato come inanimato e per questo incapace di comunicare; animato e dotato di spirito e per questo in grado di mandare un messaggio comunicativo (un tuono in una tempesta pu voler significativamente dire qualcosa) e addirittura di rispondere ad una domanda posta di proposito (il caso di una pietra che, secondo John Duck, gli rispose negativamente alla domanda di voler appartenere al capanno del commerciante).Hymes passa poi a considerare non pi le singole componenti, ma le relazioni fra le componenti dellevento comunicativo. Quando per esempio un codice particolare considerato solo uno dei componenti degli eventi comunicativi, gli studi della struttura degli eventi comunicativi in una societ forniranno una documentazione dettagliata riguardo ai diversi modi in cui il codice penetra negli eventi comunicativi e nella vita culturale (si studia, per esempio, il modo in cui ci si rivolge ai bambini nelle societ in cui, per, il baby talk viene evitato). A trattare del ruolo particolare del linguaggio nella cultura lipotesi Sapir-Whorf, su cui bisogna soffermarsi per il concetto di relativit.Per relativit sociolinguistica si intende la diversa partecipazione delle lingue alla vita sociale, facendo particolare riferimento alle situazioni di bilinguismo (non ci aspettiamo che un bengalese che usa linglese come quarta lingua per scopi commerciali sia influenzato profondamente nella sua cultura e visione del mondo dalla sintassi inglesi) e di monolinguismo (se pensiamo che i popoli non usano tutti e dappertutto il linguaggio nella stessa misura, nelle stesse situazioni o per le stesse cose). Si passa poi ad analizzare la capacit e lo stato delle componenti di un evento comunicativo. Sebbene la nozione sia stata in origine associata alla capacit dei canali e dei codici, essa pu essere ugualmente estesa a tutte le componenti. Si possono affrontare i problemi di capacit prendendo in considerazione una delle componenti di un evento in relazione ad altre componenti. Un esempio la relazione fra linguaggio e ambiente, nel senso dellelaborazione della capacit di un codice, attraverso un vocabolario, per trattare la neve, il bestiame ecc. Un altro argomento quello costituito dal rapporto fra la capacit di un codice e le capacit dei suoi utenti, nel senso dellinteresse whorfiano per il comportamento abituale e i modi di parlare. Il concetto sviluppato da Gumperz di repertorio verbale un altro esempio che individua la capacit di un partecipante in relazione alla componente codice (a questo punto si potrebbero citare la commutazione di codice, labilit nel tradurre, la padronanza di una gamma di dialetti ecc.).Per esplicitare le funzioni di un evento comunicativo in base alla relazione tra le componenti (soprattutto nel caso in cui una delle componenti in questione sia costituita dai partecipanti) stata stilata una griglia etica.La griglia etica mette in evidenza 8 tipi di orientamento:1. Orientamento sul mittente (che ha la funzione di identificare la fonte)2. Orientamento sul destinatario (che implica lidentificazione della destinazione o dei modi in cui il messaggio e levento possono essere strutturati dallanticipazione dellatteggiamento della destinazione. La persuasione, lappello, la retorica e listruzione rientrano in questa funzione).3. Orientamento sui canali (riguardano gli elementi che mettono in contatto i partecipanti della comunicazione)4. Orientamento sui codici (implica quelle funzioni coinvolte nellapprendimento, nellanalisi, nella progettazione dei sistemi di scrittura e comunicazione)5. Orientamento sui contesti (prende in esame il contesto, che pu essere per esempio verbale o non verbale, cinesico o non cinesico ecc.)6. Orientamento sulla forma del messaggio (implica funzioni quali correzione e revisione dei testi)7. Orientamento sullargomento (riguarda il contenuto del messaggio)8. Orientamento sullevento (prevede funzioni metacomunicative).

4) Saggio sul grado di centralizzazione dei dittonghi /ai/ e /au/ sullisola di Marthas Vineyard LabovLabov si occupa di studiare la variazione fonetica di /ai/ e /au/ nellisola di Marthas Vineyard. Lisola di Marthas Vineyard, nella contea di Dukes (Massachusetts) stata scelta come laboratorio per uninchiesta sui modelli sociali nel mutamento linguistico perch presenta il vantaggio di essere ununit autonoma, separata dalla terraferma da un braccio di mare di almeno 3 miglia. Lisola divisa in due parti : isola bassa e isola alta. Lisola bassa la regione nella quale sono situate le tre piccole citt in cui vivono quasi i tre quarti della popolazione stabilmente residente.Lisola alta, invece, unarea prevalentemente agricola con pochi villaggi e fattorie.I nativi di Marthas Vineyard si dividono in 4 gruppi etnici : i discendenti delle antiche famiglie di origine inglese che per prime colonizzarono lisola nei secoli XVII e XVIII ( gli Yankee); un vasto gruppo di origine portoghese immigrato dalle Azzorre e da Capo Verde; un gruppo che rappresenta ci che resta degli indiani nativi di Gay Head; il quarto gruppo misto e comprende persone di diversa origine (inglese, irlandese, polacca, tedesca, franco-canadese)Un altro gruppo il numero dei residenti estivi, la cui pressione ha determinato effetti indiretti pi o meno rilevanti sui mutamenti linguistici.Dopo aver introdotto informazioni sullisola, contestualizzando cos il fenomeno, Labov specifica i criteri in base ai quali deve essere selezionata una variabile linguistica.Per poterne parlare, secondo Labov, abbiamo bisogno di un elemento che sia frequente (che occorre spesso nella conversazione), strutturale (integrato in un sistema ampio di unit funzionali), stratificato ( correlato con variabili sociali ed etniche entro un ampio settore di classi det e strati sociali) e saliente o, in alternativa, privo di distorsione conscia (elemento che semplifica il problema dellaffidabilit dei dati). In base a questi criteri una variabile interessante per Labov data dalle differenze nellaltezza del primo elemento dei dittonghi /ai/ e /au/. A differenza della realizzazione standard del New England sud orientale, infatti, a Marthas Vineyard si sente frequentemente [] e [u] o anche [i] e [u]. Il primo elemento del dittongo viene reso, quindi, con una vocale innalzata e centrale.Forme centralizzate del dittongo /ai/ si sono riscontrate maggiormente in parole come right, life, wife.Forme centralizzate del dittongo /au/ si sono riscontrate maggiormente in parole come house, doubt, out. Per studiare lutilizzo di queste forme si reso necessario progettare un protocollo dintervista che ha previsto : un questionario lessicale; domande riguardanti giudizi di valore, volte ad esplorare lorientamento sociale dellinformatore e formulate in modo da elicitare risposte contenenti forme con /ai/ e /au/; un particolare brano di lettura, utilizzato soprattutto nella scuola media, sottoposto agli informatori; osservazioni in situazioni occasionali 69 interviste a parlanti nativi dellisola, effettuate in tre periodi : agosto 1961, ottobre 1961, gennaio 1962. Come risultato di queste 69 interviste sono state rilevate circa 3.500 occorrenze di /ai/ e 1.500 occorrenze di /au/.Nelle trascrizioni originali delle interviste registrate stata utilizzata una scala di altezza del primo elemento suddivisa in 6 gradi, partendo dalla forma standard del New England [ai], fino alla forma [i] pienamente centralizzata. Tuttavia la separazione tra grado 2 e grado 3 e tra grado 4 e grado 5 non erano nette. Si cos stabilita una scala ridotta a 4 gradi di centralizzazione.Per quantificare un fenomeno (come per esempio, in questo caso, i gradi di centralizzazione di /ai/ e /au/) bisogna tener conto di fattori linguistici interni e fattori extra-linguistici. I fattori linguistici da tenere in considerazione in questo caso sono : Contesto segmentale : possono influenzare molto sui dittonghi i tipi di consonanti che precedono e che seguono. Fattori prosodici : laccento spesso aumenta il grado di centralizzazione per i parlanti. Influsso stilistico : mentre si osserva che la maggior parte dei parlanti di area urbana possiede una variet di stili di elocuzione, sembra che questo non avvenga per quasi tutti i parlanti di Marthas Vineyard. Considerazioni lessicali : poche particolari parole conoscono un maggior grado di centralizzazione, come per esempio sliding che pu essere confuso con sledding o come parole che traggono origine dallinfanzia e che si scrivono di rado e che per questo sono pi soggette alla centralizzazione.I fattori extralinguistici che bisogna tenere in considerazione, invece, sono : Stratificazione per fascia det : la centralizzazione per /ai/ e per /au/ mostra un incremento regolare con la progressione delle fasce det, raggiungendo un picco nel gruppo 30-45 anni e si osserva che in questo punto la centralizzazione di /au/ ha raggiunto e sorpassato quella di /ai/. Questo gruppo det stato sottoposto pi di qualsiasi altro alla pressione delle difficili condizioni sociali : gli uomini sono cresciuti in una fase di declino economico, dopo aver deciso pi o meno deliberatamente di rimanere sullisola piuttosto che di lasciarla. La maggior parte di loro stata nelle forze armate durante la seconda guerra mondiale o durante la guerra di Corea. Questo vissuto e queste scelte hanno quindi avuto ricadute sul piano linguistico. Distribuzione per occupazione : c una parte della popolazione dellisola che per ottenere guadagni facili propensa a dare in affitto le case ai turisti estivi, ma c unaltra grande parte degli isolani che non sopportano questa situazione, come per esempio gli abitanti di Chilmark. Uno studio dimostra che lalto tasso di centralizzazione di /ai/ e /au/ strettamente correlato ad espressioni di forte resistenza nei confronti delle incursioni del popolo delle vacanze. La resistenza pi forte si registra nelle aree rurali dellisola alta, specialmente a Chilmark, lunico posto in cui la pesca costituisce ancora la voce di maggior peso nelleconomia. Appartenenza a diverse etnie : i giovani inglesi presentano poco il fenomeno della centralizzazione perch sono pi propensi a lasciare lisola per trovare lavoro altrove. I portoghesi che hanno fatto pi fatica ad ottenere gli stessi obiettivi sociali degli inglesi, invece, preferiscono maggiormente restare sullisola e stanno gradualmente soppiantando il gruppo inglese nella vita economica dellisola e queste sono le ragioni per cui il gruppo di portoghesi pi giovani dimostra un tasso di centralizzazione pi alto, essendo che una vasta percentuale di essi si identifica con lisola e con il suo stile di vita. Gli indiani, invece, sono stati per molti decenni considerati cittadini di seconda classe" e ne sono perfettamente consapevoli. Essi da un lato mostrano una certa ostilit per gli abitanti di Chilmark e dallaltro fanno evincere il desiderio di essere come gli abitanti di Chilmark sotto molti aspetti. Riguardo al grado di centralizzazione dei dittonghi, gli indiani seguono da vicino gli informatori di Chilmark. Al tempo stesso dimostrano un maggior aumento relativo alla centralizzazione di /au/, che potremmo scrivere come [AU]. Dalle informazioni di cui disponiamo emerge, quindi, chiaramente il profilo di un modello unificante che esprime la significativit sociale dei dittonghi centralizzati. evidente che il significato immediato di questo tratto fonetico NATIVO di Marthas Vineyard. 5) Il mutamento linguistico, la rete sociale e linnovazione del parlante di James Milroy e Lesley Milroy I coniugi Milroy si sono occupati dei meccanismo sociali del mutamento linguistico, rifacendosi a due approcci diversi: Diacronico ( che prevede la comparazione di stati di lingua sulla base di dati storici) Sociolinguistico-quantitativo ( che consiste nello specificare come le lingue passino da uno stato A ad uno stato B, sia sotto il profilo dei processi sociali implicati nel passaggio, sia in relazione agli effetti di un determinato mutamento sulla struttura linguistica). I Milroy riprendono in considerazione i 5 problemi del mutamento linguistico di cui si sono occupati Weinreich e Labov. Essi sono : Il problema delle restrizioni universali (ci sono cambiamenti pi probabili di altri e cambiamenti che non sono proprio possibili; quindi occorre individuare le restrizioni inerenti i tipi di mutamento) Il problema della transizione (che riguarda gli stadi intermedi che si possono verificare tra due varianti linguistiche diverse) Il problema dellinserimento (che riguarda il modo in cui un aspetto linguistico si inserisce allinterno della struttura linguistica e della societ) Il problema della valutazione ( che riguarda principalmente le risposte sociali al mutamento e quindi il modo in cui una variante sia percepita dai parlanti : se viene avvertita come prestigiosa e come viene stigmatizzata) Il problema dellattuazione ( il vero problema del mutamento, secondo i Milroy, ruota intorno a questo quesito : Perch i mutamenti a carico di un tratto strutturale si verificano in una data lingua ad un dato momento, ma non si verificano in altre lingue che possiedono lo stesso tratto n nella stessa lingua in momenti diversi ? )Labov ha tentato di affrontare il problema dellattuazione, localizzando innanzitutto gli innovatori e successivamente esaminando le loro caratteristiche sociali e le loro relazioni con i vicini ( quelli di Philadelphia nello studio da lui condotto). Le sue principali conclusioni sono le seguenti : I parlanti che guidano il mutamento sono quelli che possiedono lo status pi alto allinterno delle comunit locali, sulla base di una misurazione fatta con un indicatore di classe sociale. Tra le persone di pari status i parlanti pi avanzati sulla strada dellinnovazione sono le persone con il pi ampio numero di contatti nellambito del vicinato e al di fuori del vicinato.Se vogliamo concentrarci, dunque, sul problema dellattuazione, dobbiamo affermare che non sono le lingue a cambiare, ma sono i parlanti che innovano. Dalle righe sovrastanti si evince che secondo Labov si ha il cambiamento a partire da una persona leader di alto status sociale e con un ampio numero di contatti che si estendono anche fuori dalla sua zona abitativa. I Milroy ,invece, elaborano ( o meglio riadattano dalla Sociologia) il concetto di rete sociale, quale insieme di relazioni sociali intorno ad un ego di riferimento, che permette di spiegare meglio come si verifica un cambiamento linguistico. La difficolt che il mutamento linguistico deve presumibilmente originarsi nei parlanti, piuttosto che nelle lingue. Viene proposta quindi una distinzione tra cambiamento e innovazione. Linnovazione il fenomeno da cui si parte e che pu avere diversi tipi di diffusione : Uninnovazione del parlante pu non diffondersi al di l del parlante stesso Uninnovazione del parlante pu diffondersi in una comunit con la quale egli abbia contatti e non andare al di l di essa Uninnovazione del parlante pu diffondersi in una comunit con la quale egli abbia contatti e poi, a partire da tale comunit, diffondersi successivamente in altre comunit per mezzo di un altro innovatore che ha legami con entrambe le comunit in questione.Quando ci si trova ad osservare i risultati di questo processo si tende a classificarli come mutamento linguistico. Il cambiamento, dunque, avviene quando una comunit ha accettato linnovazione che si diffusa, ossia quando linnovazione si consolidata determinando un mutamento nel sistema linguistico. I Milroy nella loro trattazione prendono poi in considerazione anche gli studi di Patterson (1860) sui fenomeni che rappresentano il cambiamento linguistico nella societ di Belfast.Questi fenomeni sono : Il fenomeno dellinnalzamento della [] > [e] che costituisce una variante prestigiosa ( si osserva tra laltro che anche le giovani donne del quartiere della Inner city, ossia la zona pi antica e di solito abitata dagli strati pi bassi della popolazione, selezionano le varianti pi standard e pi prestigiose) Il fenomeno della posteriorizzazione della [a] > [] che costituisce una variante non prestigiosa e non selezionata negli stili pi accurati. I fenomeni innovativi coincidono con gli esiti dello scozzese. Queste due varianti per non sono percepite come marche di rete. Allinterno della rete, infatti, si distinguono legami forti e legami deboli, intesi come legami tra individui e collegamenti tra piccole reti e la societ intesa in senso pi ampio. Granovetter dice che la forza di un legame data dalla combinazione della quantit di tempo, dellintensit emotiva, del grado di intimit (confidenza reciproca) e dei favori reciproci che caratterizzano un legame. Granovetter sottolinea che la maggior parte dei modelli a rete si applica implicitamente a gruppi piccoli e ben definiti, allinterno dei quali vengono contratti numerosi legami forti. La sua tesi fondamentale che i legami deboli tra gruppi gettano ponti attraverso i quali si diffondono informazioni e influssi e che i legami deboli connettono membri di piccoli gruppi diversi con maggiore probabilit rispetto ai legami forti, i quali tendono invece ad essere concentrati allinterno di particolari gruppi. Cos i legami forti, mentre danno origine ad una coesione locale, contemporaneamente conducono, in modo paradossale, ad una frammentazione generale. Sono quindi i legami deboli tra gruppi non-sovrapponentisi a rappresentare ponti importanti per la diffusione delle innovazioni, con il conseguente verificarsi di cambiamenti linguistici. Unaltra distinzione che i Milroy propongono quella tra innovatori e primi attuatori. Gli innovatori sono parlanti che hanno tante relazioni deboli, ma che non incidono direttamente sul cambiamento linguistico. I primi attuatori, invece, sono parlanti che hanno un ruolo leader e permettono lo stabilizzarsi del cambiamento.