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Smaltimento e trasformazione rifiuti solidi in Ungheria Budapest, Marzo 2010

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Smaltimento e trasformazione rifiuti solidi in Ungheria

Budapest, Marzo 2010

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI2

L’indagine è stata realizzata per conto dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero

dalla società PriceWaterHouseCoopers Kft.

La traduzione della ricerca dall’ungherese all’ italiano è stata curata dalla Dott.ssa

Mariarosaria Sciglitano, Università Corvinus di Budapest.

L’Istituto nazionale per il Commercio Estero, con la propria rete di Uffici nel mondo e con le

attività di promozione e di assistenza, costituisce un osservatorio sui mercati internazionali

al servizio delle imprese italiane.

La presente pubblicazione rientra nel programma editoriale dell’Istituto – collana INDAGINI/

MERCATO – ed è stata realizzata nell’ambito del Programma Promozionale finanziato dal

Ministero dello Sviluppo Economico – a cura dell’Ufficio ICE di Budapest.

© Copyright Istituto nazionale per il Commercio Estero

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 3

Sommario

1 INTRODUZIONE 91.1 Obiettivi dello studio 91.2 Analisi della situazione ambientale in Ungheria 10

2 QUADRO GIURIDICO 172.1 La normativa sulla gestione dei rifiuti 172.2 Quadro legislativo comunitario sulla gestione dei rifiuti 18

2.2.1 Il quadro legislativo preesistente 182.2.2 La nuova direttiva di base sulla gestione dei rifiuti e i suoi possibili effetti sul quadro legislativo ungherese 19

2.3 Il diritto dell’Ungheria alla gestione dei rifiuti 222.3.1 La normativa generale sulla gestione dei rifiuti 22

2.3.1.1 L’Hgt 23 2.3.1.2 Principi fondamentali dell’Hgt, requisiti legali 252.3.1.3 La pianificazione della gestione dei rifiuti 28

2.3.2 La normativa sui rifiuti urbani 302.3.2.1 La normativa sui rifiuti urbani 302.3.2.2 Il servizio pubblico 312.3.2.3 La scelta del fornitore del servizio pubblico 312.3.2.4 Strutturazione dei costi nel contratto di fornitura del servizio pubblico 322.3.2.5 Obblighi a carico del gestore dei rifiuti solidi urbani 32

2.3.3 Casi particolari di normative sulla gestione dei rifiuti 332.3.3.1 La normativa sulle discariche 332.3.3.2 Le norme sugli inceneritori 342.3.3.3 La normativa sul trasporto dei rifiuti oltre i confini nazionali 352.3.3.4 Rifiuti pericolosi 352.3.3.5 Le norme sui flussi di rifiuti e di altri materiali 37

2.4 Panoramica internazionale (Italia) 422.5 Norme giuridiche 43

3 FONTI DI FINANZIAMENTO 453.1 I finanziamenti relativi ai periodi precedenti il ciclo progettuale 2007-2013 (Fondi di Preadesione, Piano di Sviluppo Nazionale I) 453.2 I fondi per la tutela ambientale del Piano di Sviluppo Nuova Ungheria 46

3.2.1 Strutture rilevanti degli appalti del Programma Operativo per l’Energia 473.2.1.1 KEOP-2009-1.1.1 – Sviluppo dei sistemi di gestione dei rifiuti solidi urbani 483.2.1.2 KEOP-2009-2.3.0 – Realizzazione dei programmi di ricoltivazione a livello territoriale delle discariche di rifiuti solidi urbani 493.2.1.3 KEOP-2009-6.1.0 – Campagne per promuovere uno stile di vita sostenibile e relativi comportamenti (sensibilizzazione, informazione, formazione) 51

3.2.2 Presentazione delle strutture pubblicate nel quadro dei Programmi Operativi Regionali 51

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3.3 Finanziamenti al di fuori del Piano Nuova Ungheria (ÚMFT) 533.3.1 Il programma LIFE+ 533.3.2 Bandi di concorso per l’accesso ai finanziamenti domestici 54

3.3.2.1 Liquidazione delle discariche abusive 54

4 DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI 554.1 Flussi di rifiuti 55

4.1.1 Formazione dei rifiuti – analisi 554.1.2 Rifiuti urbani 57

4.1.2.1 Rifiuti solidi urbani – introduzione 574.1.2.2 Rifiuti liquidi urbani e fango proveniente da acque reflue 57

4.1.3 Flussi di rifiuti non pericolosi da trattare separatamente 584.1.3.1 Rifiuti di imballaggio 584.1.3.2 Pneumatici 61

4.1.4 Rifiuti pericolosi 624.1.4.1 Pile e accumulatori 644.1.4.2 Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche 654.1.4.3 Amianto 664.1.4.4 Rifiuti di sostanze antiparassitarie/pesticidi 664.1.4.5 Rifiuti derivati da idrocarburi 664.1.4.6 PCB/PCT 674.1.4.7 Autoveicoli divenuti rifiuti 68

4.1.5 Rifiuti non pericolosi provenienti da altre attività economiche 684.2 Le condizioni attuali della gestione dei TSZH 69

4.2.1 Quadro storico 694.2.2 Risultati del censimento delle discariche 704.2.3 La valutazione del Primo OHT in materia di gestione dei TSZH 714.2.4 Struttura dei sistemi di gestione regionale dei rifiuti 71

4.2.4.1 Raccolta 724.2.4.2 Trasporto 734.2.4.3 Selezione ulteriore 734.2.4.4 Riciclo 734.2.4.5 Smaltimento 73

4.2.5 Sviluppi realizzati nel quadro ISPA e del Fondo di Coesione 744.2.6 Volume e quantità dei TSZH 764.2.7 La composizione dei TSZH 784.2.8 Situazione attuale della gestione dei TSZH 78

4.2.8.1 Raccolta e raccolta finalizzata 784.2.8.2 Riciclaggio 794.2.8.3 Smaltimento 80

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4.2.9 Quadro istituzionale 814.2.9.1 Ministero della Tutela dell’Ambiente e delle Acque 814.2.9.2 Sovrintendenza Nazionale alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque 814.2.9.3 Sovrintendenze alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque 824.2.9.4 Compiti di gestione dei rifiuti spettanti alle municipalità 82

4.3 Sviluppi futuri previsti nella gestione dei TSZH 824.3.1 Pianificazione 82

4.3.1.1 Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti 824.3.1.2 Strategia di Sviluppo della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (2007-2016) 834.3.1.3 Strategia di Sostegno della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (2007-2016) 83

4.3.2 Presentazione di progetti che hanno ricevuto finanziamenti KEOP 834.3.2.1 Progetti destinati allo sviluppo di sistemi di gestione dei TSZH (KEOP 1.1.1) 834.3.2.2 Progetti di ricoltivazione territoriale relativi alle discariche TSZH (KEOP 2.3.0) 84

4.3.3 Obiettivi da raggiungere nell’ambito della gestione dei TSZH 864.3.3.1 Prevenzione 864.3.3.2 Riciclaggio 874.3.3.3 Smaltimento 89

4.4 I principali attori economici del settore dei TSZH 894.4.1 Servizi pubblici 894.4.2 Progettisti e consulenti 904.4.3 Esecutori 914.4.4 Organizzazioni di coordinamento 914.4.5 Organizzazioni specializzate, manifestazioni, stampa specializzata 91

5 CONCLUSIONI, DEDUZIONI 95

6 ALLEGATI 98

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 105

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Indice delle illustrazioni/figure

Fig. 1: Il sistema normativo della gestione dei rifiuti 17

Fig. 2: La gerarchia delle autorità che concedono autorizzazioni in Ungheria 26

Fig. 3: Quantità totale di rifiuti prodotti 55

Fig. 4: Sistematizzazione dei rifiuti prodotti secondo aree di responsabilità 56

Fig. 5: Quantità di rifiuti di imballaggio 58

Fig. 6: Il ruolo delle organizzazioni di coordinamento 59

Fig. 7: Quantità di rifiuti di imballaggio raccolti differenziatamente 60

Fig. 8: Sviluppo previsto della quantità di rifiuti di imballaggio e del relativo riciclaggio 61

Fig. 9: Quantità di rifiuti pericolosi 63

Fig. 10: Quantità di pile e accumulatori portatili messi in commercio dai fabbricanti 64

Fig. 11: Quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche messe

in commercio dalle fabbriche

e quantità di rifiuti E+E riconsegnati 65

Fig. 12: Quantità di liquidi registrati contenenti PCB/PCT 67

Fig. 13: Quantità di rifiuti non pericolosi derivanti da attività economiche 68

Fig. 14: Livello tecnico delle discariche rilevato nel quadro del progetto PHARE 70

Fig. 15: Iter dei rifiuti nei sistemi regionali di gestione 72

Fig. 16: Ordine di priorità nel trattamento dei rifiuti 74

Fig. 17: Quantità di TSZH 76

Fig. 18: Quantità prevista di TSZH prodotti 77

Fig. 19: Produzione specifica di TSZH in ogni regione 77

Fig. 20: Composizione specifica dei TSZH 78

Fig. 21: Sviluppo del riciclaggio dei TSZH per modalità di riciclaggio 79

Fig. 22: Numero delle discariche da ricoltivare in ogni regione 84

Fig. 23: Società di servizi pubblici in possesso delle più significative quote di mercato 90

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Indice degli allegati

Allegato I: Collocazione delle discariche di TSZH sulla base del censimento del 2002 98

Allegato II: Collocazione delle discariche di TSZH funzionanti dopo il 15 luglio 2009 99

Allegato III: Collocazione in Ungheria dei progetti di ricoltivazione

che hanno ottenuto finanziamenti 100

Allegato IV: Dati specifici dei progetti di gestione regionale

dei rifiuti finanziati con fondi ISPA e di Coesione (KA) 101

Allegato V: Collocazione dei progetti di gestione regionale

dei rifiuti finanziati con fondi ISPA e di Coesione (KA) 102

Allegato VI: Impianti realizzantisi nell’ambito dei progetti

di gestione regionale dei rifiuti finanziati con fondi ISPA e di coesione (KA) 103

Allegato VII: Capacità di sviluppo proposte nella Strategia di Sostegno 104

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Elenco delle abbreviazioni

E+E hulladékRifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – Elektromos és elektronikai hulladék

EMIRSistema Unitario Monitoraggio e Informazioni – Egységes Monitoring és Információs Rendszer

EU Unione europea – Európai Unió

EurostatUfficio Statistico dell’Unione Europea – Európai Bizottság Statisztikai Hivatala

HIRSistema di Informazioni sulla Gestione dei Rifiuti – Hulladékgazdálkodási Információs Rendszer

HDPEPolietilene ad alta densità – High density polyethylene – Nagy s¦r¦ség¦ polietilén

ISPAStrumento per le Politiche Strutturali di Preadesione – Instrument for Structural Policies for Pre-Accession

KA Fondo di Coesione – Kohéziós Alap

KEOPProgramma Operativo per l’Ambiente e l’Energia – Környezet és Energia Operatív Program

KIOPProgramma Operativo per l’Ambiente e le Infrastrutture – Környezet és Infrastruktúra Operatív Program

KSH Ufficio Centrale di Statistica – Központi Statisztikai Hivatal

KvVMMinistero della Tutela dell’Ambiente e delle Acque – Környezetvédelmi és Vízügyi Minisztériumi

MBHTrattamento Meccanico Biologico dei Rifiuti – Mechanikai-biológiai hulladékkezelés

NKP-III

Programma Nazionale di Tutela dell’Ambiente per il periodo 2009-2014 – A 2009–2014 közötti idôszakra szóló Nemzeti Környezetvédelmi Program

OHTPiano Nazionale di Gestione dei Rifiuti – Országos Hulladékgazdálkodási Terv

OKIRSistema Nazionale di Informazioni sulla Tutela dell’Ambiente – Országos Környezetvédelmi Információs Rendszer

PCB Policlorobifenili – Poliklórozott bifenilek

PCT Policlorotrifenili – Poliklórozott terfenilek

PharePoland, Hungary Assistance for the Reconstruction of the Economy

ROPProgramma Operativo Regionale – Regionális Operatív Program

TFH Rifiuti Liquidi Urbani – Települési folyékony hulladék

TSZH Rifiuti Solidi Urbani – Települési szilárd hulladék

ÚMFTPiano di Sviluppo Nuova Ungheria – Új Magyarország Fejlesztési Terv

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1 Introduzione

1.1 Biettividellostudio

Il presente studio è stato effettuato su incarico dell’ICE grazie all’accordo firmato il 12 agosto

2009 dall’Istituto per il Commercio Estero (ICE) e dalla PricewaterhouseCoopers Spa.

Scopo dello studio è offrire una panoramica sintetica e pratica del sistema ungherese di

gestione dei rifiuti solidi urbani agli specialisti e agli investitori italiani interessati al mercato

locale dei rifiuti.

Lo studio si occupa di un particolare segmento della gestione ungherese dei rifiuti: la gestio-

ne dei rifiuti solidi urbani (TSZH). Esso descrive in modo sintetico alcune situazioni relative

al flusso dei rifiuti, mentre si concentra in modo dettagliato solo sulle specificità della gestio-

ne dei TSZH.

Il primo capitolo dello studio descrive sinteticamente il materiale legislativo comunitario e

nazionale sulla gestione dei rifiuti, successivamente si sofferma sulla normativa speciale

riguardante la gestione dei rifiuti solidi urbani.

Un capitolo a parte si occupa del settore riguardante i finanziamenti a fondo perduto. In que-

sto capitolo vengono esaminati soprattutto i bandi di concorso cofinanziati in modo consi-

stente dall’Unione europea, con particolare attenzione a quali possibili scenari del prossimo

futuro determineranno la loro accessibilità. Spazio minore viene destinato alla descrizione

del sistema nazionale di finanziamento.

Il terzo capitolo dello studio analizza l’intero sistema nazionale della gestione dei TSZH. Il

primo sottocapitolo descrive la situazione dei TSZH nel sistema dei flussi di rifiuti, illustran-

do brevemente alcune situazioni locali relative a tali flussi e offrendo un’immagine sintetica

delle specificità che li interessano e degli obiettivi strategici di cui sono oggetto. Il secondo

sottocapitolo dà spazio a un’analisi della situazione in cui si trova attualmente la gestione

dei rifiuti solidi urbani, soffermandosi sulle principali tendenze specifiche affermatesi a par-

tire dagli anni Novanta, sui programmi e sugli investimenti sintetici di ricostruzione portati

a termine nell’ultimo periodo. L’analisi descrive dettagliatamente, con dati concreti, l’attuale

situazione della gestione dei TSZH. Segue una panoramica numerica delle tendenze previ-

ste per il prossimo futuro relativamente alla gestione dei rifiuti solidi e dei principali obiettivi

strategici legati a tale settore. L’analisi si chiude con un elenco di attori e di istituzioni locali

attivi nel settore dei TSZH.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI10

Nell’ultimo capitolo dello studio si fa un riassunto delle possibilità di mercato che possono

presentarsi in futuro ed essere attivate nel campo della gestione nazionale dei rifiuti (soprat-

tutto nell’ambito della gestione dei TSZH) a beneficio delle società private che desiderassero

investire in Ungheria.

1.2 AnAlisidellAsituAzioneAmbientAleinungheriA

Lo studio - che si concentra sui problemi locali legati alla gestione dei rifiuti solidi urba-

ni, sui compiti e sulle opportunità commerciali al fine di offrire una maggiore capacità di

interpretazione - dà luogo succintamente a una presentazione dei principali indici relativi

all’attuale situazione ambientale in Ungheria. Quanto scritto in questo capitolo si richiama

al Programma Nazionale di Tutela dell’Ambiente relativo al periodo 2009–2014 (in seguito:

NKP-III). [21.], nella forma attuale del progetto, non ancora approvato dal Parlamento, ma

definitivo per quel che riguarda il contenuto tecnico.

L’NKP-III – in armonia con i principi delle relative norme dell’Ue – analizza la situazione

ambientale, i processi innescati dalle forze propulsive, i carichi da essi determinati, la situa-

zione ambientale venutasi a creare, i conseguenti effetti e le risposte date ai vari problemi.

Nella parte che riguarda la valutazione della situazione si considerano le principali forze

propulsive e i carichi che influenzano la situazione ambientale ungherese, distinguendo tra

forze sociali ed economiche, tra legislazione e sistema istituzionale. L’NKP-III determina,

come specificità generali della situazione ambientale ungherese, il fatto che, nella gestione

dei rifiuti, malgrado la crescente proporzione del riciclaggio, resta sempre alta quella del

materiale di scarto depositato. Anche per l’avvenire le discariche abbandonate e chiuse fino

alla loro opportuna ricoltivazione costituiscono un grave rischio dal punto di vista ambienta-

le. Si rendono necessari investimenti per lo smaltimento delle acque inquinate che si ven-

gono a formare. Nei centri urbani non canalizzati il processo di disseccazione attuato senza

cognizioni tecniche, al di là dei problemi di salute pubblica, inquina anche il suolo e le acque

sotterranee. Secondo le stime relative alla proporzione dei carichi urbani, la disseccazione

fissa - nella media nazionale - a circa il 50% il carico urbano totale di azoto.

L’NKP-III richiama l’attenzione sul fatto che in Ungheria la quantità d’acqua superficiale pro

capite di origine inequivocabilmente estera è di circa 11.000 m3 all’anno, che è uno dei valori

più alti in Europa. A fronte di questo, il contributo all’interno del Paese (600 m3 per anno pro

capite) è il più basso nel Continente. L’NKP-III constata che dal 2000 la quantità d’acqua

del sottosuolo – il riferimento è alla produzione della medesima - si è stabilizzata a livello

nazionale, ma il problema generale è l’estrazione illegale dell’acqua in quantità significative.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 11

Questa soluzione non sostenibile non determina solo seri problemi di quantità, ma pericoli

di inquinamento a carico delle acque che si trovano a media profondità. L’eccessiva concen-

trazione di materiali organici e di diverse sostanze alimentari rilevati in seguito alle analisi

effettuate a livello nazionale, fa sì che la percentuale di acqua di qualità media o inferiore

sia del 70-80%.

Per l’NKP-III la scomparsa delle tradizioni ha un ruolo di rilievo nell’ambito dei fenomeni

e delle forze propulsive sociali che determinano la situazione locale dell’ambiente. I suoi

esperti rilevano il fatto che, fino alla fine del XIX secolo, la cultura tradizionale e lo stile di vita

della provincia ungherese (la tendenza al risparmio, il rispetto nei confronti della comunità,

del terreno, dei boschi, degli animali domestici e selvatici, della natura e dei beni alimentari)

soddisfaceva da diversi punti di vista gli attuali criteri di sostenibilità. Con il rifiuto degli stili

di vita tradizionali anche in Ungheria, al posto dell’autosufficienza collettiva, si è creata una

reale dipendenza dai beni di consumo. Da una parte l’urbanizzazione, dall’altra i processi

che stimolano la produzione dei beni hanno provocato la crescita continua dei consumi.

Questo ha portato all’eccessivo sfruttamento delle fonti energetiche e dei servizi dell’ecosi-

stema, all’aumento delle esigenze di trasporto dei prodotti su strade pubbliche, a particolari

necessità di sviluppo delle infrastrutture a esso legate e all’aumento dei carichi ambientali,

nonché alla maggiore diffusione dei rifiuti e delle sostanze nocive. In Ungheria si prendono

poche iniziative, a livello locale, per contrastare questi processi sfavorevoli.

Per quel che riguarda l’istruzione e l’educazione al rispetto dell’ambiente riferite all’ambi-

to delle forze propulsive sociali, l’NKP-III considera un risultato positivo il fatto che si sia

sviluppato nel Paese un sistema istituzionale attivo sul fronte dell’educazione ambientale.

Negli asili e nelle scuole secondarie l’educazione ambientale, sia a livello obbligatorio che a

livello volontario, si è diffusa in modo sempre più ampio. Per quel che riguarda l’istruzione

superiore, negli ultimi 5-10 anni, sono aumentati i corsi di laurea e di specializzazione in

materia di tutela dell’ambiente e della natura e il numero di istituti universitari in grado di

fornire specializzazioni nel settore in questione.

L’NKP-III osserva che in Ungheria, negli ultimi anni, è progressivamente migliorata l’ac-

cessibilità alle informazioni sull’ambiente e si sono ampliati i sistemi di raccolta ed elabora-

zione dei dati sulla tutela ambientale. La possibilità di partecipazione concreta ai processi

decisionali di pubblica utilità è stata garantita nel corso dei processi riguardanti sia l’esame

dell’impatto ambientale sia quello delle strategie ambientali. È positivo il risultato ottenuto di

recente sul piano dell’elezione del commissario parlamentare “Nuove generazioni” che dà

spazio a concreti interventi nei procedimenti legali.

Riferendosi a un sondaggio internazionale (Eurobarometro 2008), l’NKP-III constata che

nella percezione delle principali questioni ambientali, l’opinione degli ungheresi si avvi-

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI12

cina a quella della media europea (al primo posto si trovano i cambiamenti climatici).

Contemporaneamente, agli occhi degli ungheresi appaiono meno importanti, per esempio,

la diminuzione delle biodiversità e le abitudini di consumo non sostenibili. La popolazione

ungherese muove meno passi concreti della media europea sul piano della tutela ambien-

tale (raccolta differenziata e gestione dei rifiuti, moderazione nell’uso dell’energia, modera-

zione nell’uso dell’acqua, abitudini di consumo).

In rapporto allo stile di vita e ai consumi in Ungheria, l’NKP-III osserva che dal 2000 – per

effetto dell’aumento veloce dei salari reali, dell’accesso al credito della popolazione e del

cambiamento degli stili di vita – sono aumentati in modo considerevole i consumi. Un esem-

pio specifico di questa situazione è l’aumento dinamico del numero delle automobili. La stes-

sa cosa può dirsi dell’aumento del numero degli impianti a consumo di energia elettrica che

ha portato a un maggiore sfruttamento delle fonti naturali. Sarà utile sottolineare, da questo

punto di vista, la rapida diffusione degli strumenti elettonici per il tempo libero e gli impianti

IT lasciati in standby, come pure quella dei condizionatori d’aria a considerevole consumo

di energia. Le tendenze di consumo non si possono tenere separate neppure dai notevoli

cambiamenti verificatisi nelle abitudini di acquisto: tra il 2000 e il 2005, in Ungheria, lo spazio

destinato ai centri commerciali è raddoppiato. Inoltre, merita menzione il fatto che tra il 1990

e il 2005 è aumentato di un terzo il numero di coloro che vivono da soli in un appartamento, i

cui consumi (riscaldamento, acqua potabile, alimenti) e le cui emissioni (rifiuti, acque reflue)

sono considerevolmente più alti di quelli delle famiglie.

In riferimento alla legislazione ungherese sulla tutela ambientale, l’NKP-III constata che, a

partire dalla metà degli anni ’90, le norme sulla tutela dell’ambiente si sono rafforzate prin-

cipalmente per effetto dell’adozione delle norme comunitarie relative al settore. Nel maggio

del 2004 ha fatto seguito l’adesione all’Ue. L’adozione delle norme dell’Ue, l’applicazione

degli strumenti di economia ambientale e dell’analisi strategica ambientale, hanno portato

a una riduzione del carico ambientale e dei rischi a esso connessi. Contemporaneamente

si possono individuare problemi di utilizzo delle norme e, al loro interno, di quelle relative

alla realizzazione degli obiettivi ambientali. In certi casi l’applicazione legale delle norme nel

campo della tutela ambientale non avviene in modo integrale.

In rapporto al sistema istituzionale approntato dallo Stato in materia di tutela ambientale,

l’NKP-III osserva che, nel corso del decennio, è stata rafforzata l’attività volta all’applicazio-

ne delle norme. Le organizzazioni preposte alla gestione della tutela ambientale (sovrinten-

denze) hanno ricevuto ampie concessioni e mansioni di controllo. Sono aumentate in modo

considerevole le sanzioni. Nello stesso tempo la tendenza sfavorevole è rappresentata dal

calo del personale delle organizzazioni attive nella gestione della tutela ambientale, mentre

è in aumento progressivo e dinamico il numero delle questioni di competenza delle autorità.

Dal rafforzamento della legislazione sull’ambiente si è ottenuto il successo effettivo delle

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 13

energie positive, cosa che argina la diminuzione della capacità di intervento nel settore

della tutela ambientale. Nel campo del monitoraggio delle autorizzazioni in materia di tutela

ambientale la mancanza di fonti finanziarie e di energie umane limita la possibilità di far

valere l’autorità degli organismi ufficiali di controllo delle norme vigenti.

Nell’ultimo decennio il valore crescente dei finanziamenti Ue è stato significativo per l’alline-

amento dell’Ungheria agli standard comunitari. La somma destinata all’Ungheria per il perio-

do 2007-2013, rappresenta in tutto circa il 5% del Pil; una parte rilevante di essa va al set-

tore della tutela ambientale. Negli ultimi anni i finanziamenti Ue destinati alla tutela dell’am-

biente sono serviti soprattutto alla realizzazione di infrastrutture relative al settore. Già tra

il 2000 e il 2006 i finanziamenti dell’ISPA/Fondi di Coesione hanno superato la cifra di 1,1

miliardi di euro come valore di investimento. Dal 2007 il bilancio del Programma Operativo

per l’Ambiente e l’Energia destina all’Ungheria quasi la metà del Fondo di Coesione Ue.

Parallelamente, con l’aumento dei finanziamenti Ue – in conseguenza delle considerazioni

sul mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici – si è ridotta l’entità dei fondi e degli svi-

luppi forniti dalle casse statali.

In relazione alla politica fiscale l’NKP-III menziona come aspetto importante il fatto che, negli

ultimi anni, in Ungheria, le imposte legate al settore dell’ambiente hanno raggiunto quasi il

2,5% del Pil. Tra il 2003 e il 2005 le maggiori entrate (84%) sono state quelle legate alle

imposte sull’energia (soprattutto carburanti), una parte più piccola (9%) è legata ai trasporti,

la parte restante (7%) invece è stata ricavata dalle tasse sui rifiuti e dai contributi sulle risor-

se; quest’ultimo dato supera di poco la media dei 15 paesi Ue.

In riferimento agli incentivi economici, l’NKP-III segnala il fatto che in Ungheria il cambia-

mento delle prestazioni, della composizione e dei rapporti nei settori di produzione e servizi

è stato uno dei segni di maggior rilievo nel passaggio all’economia di mercato, cosa che

presuppone notevoli conseguenze ambientali a lunga scadenza. Inoltre, la principale priorità

economica degli ultimi due decenni è stata il miglioramento della competitività dell’economia

nazionale che, parimenti, ha influito sulle condizioni ambientali. Negli ultimi anni sono appar-

se numerose tendenze al miglioramento della competitività sul piano ambientale, ma questo

ha finora portato solo a risultati parziali. L’altro problema con ricadute sul piano ambientale è

che, nel corso del decennio, i fondi destinati in Ungheria al settore ricerca e sviluppo siano

rimasti fermi a circa l’1% del Pil.

L’NKP-III sottolinea il fatto che, all’inizio degli anni ’90, ha avuto luogo la chiusura dell’indu-

stria pesante come risultato di drastiche scelte economiche. Al posto dei settori a notevole

consumo di materia ed energia si sono sviluppati i servizi e l’industria manifatturiera. La

quota dell’industria nella formazione del prodotto interno lordo è diminuita inizialmente in

piccola misura, nel periodo 2000-2006. In seguito, negli ultimi anni, la crescita dei prodotti

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI14

dell’industria è diventata di nuovo dinamica. Nel frattempo si è arrestata la diminuzione

dell’inquinamento dell’aria causato dalle industrie (fatta eccezione per il biossido di zolfo che

tra il 2000 e il 2006 è diminuito di quasi il 40%); la quantità di rifiuti provenienti da lavora-

zioni industriali si è ridotta del 35%; la produzione di acque di scolo di origine industriale è

diminuita in minor misura. Contemporaneamente sono aumentate le esigenze complessive

di energia dell’industria da 366 PJ del 2000 a 421 PJ del 2008.

Nel complesso si può affermare che la crescita della produzione non sia andata di pari

passo con quella del carico ambientale. Addirittura si può osservare, per esempio, una netta

separazione delle due dal punto di vista delle emissioni di CO2. Al tempo stesso, analizzan-

do i diversi settori industriali e prendendo in considerazione la dinamica crescita dei consumi

di energia da parte dell’industria, l’NKP-III afferma che, nell’insieme, l’industria ungherese

– pur prendendo in considerazione gli ulteriori miglioramenti dell’efficacia ambientale – può

contribuire, anche se in piccola parte, all’aumento del carico ambientale.

L’NKP-III sottolinea il fatto che l’avvenuto passaggio all’economia di mercato ha coinvolto in

modo rilevante anche l’agricoltura ungherese, producendo come risultato la rilevante dimi-

nuzione dell’apporto agricolo alla creazione del Pil che dalla metà del decennio è a circa

il 4%. Nel confronto europeo l’agricoltura ungherese è caratterizzata da livelli di meccaniz-

zazione e di intensità energetica relativamente bassi, cosa che apre la possibilità a uno

sfruttamento di tipo ambientalista dei terreni agricoli. L’intensità della meccanizzazione in

ambito agricolo è caratterizzata dal fatto che nella media Ue per 1 ettaro di terreno agricolo

si arriva a un uso di macchine pari a 5,2 kW, mentre in Ungheria questo indicatore nel 2005

era di 2,1 kW/ettaro. Dal punto di vista degli effetti ambientali della produzione agricola un

altro importante indicatore è il fatto che, negli ultimi anni, sia di nuovo aumentato l’uso di

concimi chimici e pesticidi. Dal punto di vista della tutela ambientale è parimenti significativo

il fatto che, mentre negli ultimi dieci anni è rimasta sostanzialmente invariata la produzione

di piante, dagli anni ’90 è diminuito del 42% l’allevamento di animali. Il carico di sostanze

delle acque superficiali si divide più o meno al 50% tra quelle scaricate disomogeneamente

(acqua inquinata) e quelle diffuse tramite la coltivazione dei campi (per esempio: concimi

chimici, uso di pesticidi). Dal punto di vista delle acque sotterranee i numerosi allevamenti

animali intensivi costituiscono significative fonti di inquinamento.

Secondo la rilevazione dell’NKP-III, l’uso di energia nel Paese, tra il 2000 e il 2006, è cre-

sciuto in termini assoluti (mediamente del 2% annuo). Le misure sul piano dell’uso efficiente

di energia hanno prodotto come risultato un risparmio medio annuo di 1,8 PJ (un consumo

di circa lo 0,17%) tra il 2000 e il 2006. L’utilizzo di fonti rinnovabili di energia negli ultimi anni

– soprattutto in conseguenza della produzione di energia geotermica e della crescita della

produzione di calore ed energia elettrica dalla biomassa – è migliorato, ma oggi come oggi

le fonti rinnovabili riescono a soddisfare il fabbisogno energetico in misura inferiore al 5%.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 15

In relazione agli effetti ambientali dei trasporti, l’NKP-III richiama l’attenzione sulla tendenza

sfavorevole per la quale in Ungheria, nel periodo compreso fra il 2001 e il 2007, è aumen-

tato di tre volte il trasporto sulle strade statali, cosa che produce molteplici effetti negativi

sull’ambiente (tra l’altro dai punti di vista della qualità dell’aria, del rumore, della salute delle

persone, della situazione dell’ambiente antropizzato) e genera esigenze di ulteriore sviluppo

anche sul piano delle infrastrutture. Nell’ambito dei trasporti sulle strade statali cresce velo-

cemente la proporzione del trasporto di transito. Le esigenze dei trasporti su strade statali

e l’aumento del volume dei trasporti – specialmente nelle grandi città e nei loro agglomerati

– hanno portato a un deterioramento della qualità dell’aria. Per quel che riguarda le polveri

volanti, tra il 2000 e il 2005, le emissioni industriali sono drasticamente calate. Le emissioni

di polveri provenienti dagli impianti di riscaldamento non sono cambiate sostanzialmente,

mentre le emissioni provenienti dai trasporti sono aumentate di circa il 30%.

Secondo la rilevazione dell’NKP-III, si può osservare una duplice tendenza nel campo del

turismo: tra il 2004 e il 2008 è aumentato in modo dinamico il numero di visitatori stranieri in

Ungheria ed è aumentato anche il turismo interno: sono cresciuti in modo dinamico il turismo

rurale e il cicloturismo. I cambiamenti strutturali del turismo hanno portato a sostenere in

modo rilevante l’esigenza di viaggi più brevi, di turismo interno alternativo, e a rafforzare le

energie positive. Contemporaneamente il turismo di massa comporta considerevole sfrutta-

mento sul piano ambientale (trasporti, rifiuti, acque di scolo, sfruttamento di aree verdi ecc.).

L’NKP-III, che sta per essere approvato, dà diverse risposte ai problemi attuali. Suoi obiettivi

sintetici sono: il miglioramento della vita nei centri urbani e della qualità dell’ambiente; la

conservazione delle fonti di energia e dei valori naturali; l’incentivazione a uno stile di vita, a

una produzione e a un consumo sostenibili; il miglioramento della sicurezza dell’ambiente.

Ci si può aspettare che il mantenimento degli orientamenti individuati nell’NKP-III, con l’ap-

plicazione delle misure accennate e con gli strumenti appropriati a disposizione, possa dar

luogo a un miglioramento della situazione ambientale nel Paese.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI16

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 17

2 QUADRO GIURIDICO

2.1 LAnormAtivAsullAgestionedeirifiuti

La normativa dell’Unione europea sulla gestione dei rifiuti mette per iscritto oltre 60 decreti di

legge del Consiglio e della Commissione, direttive, risoluzioni e raccomandazioni, che si possono

inserire in due gruppi di base: (1) normativa quadro sui rifiuti e sulla gestione dei rifiuti; (2) norme

specifiche sulla gestione dei rifiuti in generale e su quella di determinati rifiuti in particolare.

Le norme legali ungheresi si possono classificare su tre livelli: norme generali, specifiche e

locali. A livello delle regole generali è stato compiuto l’inserimento della normativa quadro

europea nella legislazione ungherese; a livello specifico, invece, si possono trovare norme

armonizzate con quelle contenute nella particolare legislazione dell’Ue. A livello locale ci

sono norme legali sulla gestione dei rifiuti stabilite dalle municipalità.

La tabella che segue mostra i livelli normativi e le relazioni esistenti fra essi.

Fig. 1: Il sistema normativo della gestione dei rifiuti

Diritto europeo

Diritto ungherese Armonizzazione

delle direttive

Direttiva quadro sui rifiuti: direttiva quadro vecchia: 12/2006/EK;

direttiva quadro nuova: 98/2008/EK Direttiva quadro sui rifiuti pericolosi:

Risoluzione del Consiglio 97/C 76/01 sulla strategia comune di gestione dei rifiuti

Normativa specifica sulla gestione dei rifiuti: per esempio: direttiva 1993/31/EK sulle discariche di rifiuti; decreto 1013/2006/EK sul trasporto dei rifiuti oltre il confine; Normativa speciale sulle singole tipologie di rifiuti:

pl.: 2000/53/EK irányelv a hulladékká vált gépjárművekről

Legge XLIII del 2000 sulla gestione dei rifiuti (Hgt.)

Piano Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (risoluzione parlamentare)

Es.: 20/2006. (IV. 5.) decreto KvVM sulle singole norme e condizioni relative al deposito e alle discariche di rifiuti; 267/2004. (IX. 23.) Decreto governativo sui rifiuti derivati da autoveicoli

Normativa locale sulla gestione dei rifiuti

Decreto di legge

dell’Unione

europea

Decreti: norme a

effetto immediato

Normativa generale

Normativa

specifica

Normativa

locale Piani locali di gestione dei rifiuti

(Quadro giuridico dell’Hgt. La legge CXL del 2004 sulle norme generali relative alle procedure e ai servizi della

pubblica amministrazione e legge LIII del1995 per la tutela ambientale általános szabályairól.)

Normativa quadro

Norme specifiche

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI18

2.2 QuAdrolegislAtivocomunitAriosullAgestionedeirifiuti

A livello della normativa quadro dell’Unione europea regna una situazione transitoria: nel

momento in cui è stato realizzato il presente studio era già in vigore la nuova normativa

quadro comunitaria. Nel frattempo i membri dell’Ue hanno ottenuto una dilazione fino al

2012 per l’inserimento delle nuove prescrizioni nel sistema legislativo nazionale. Per que-

sto anche in Ungheria si sono imposte norme create sulla base della normativa quadro

comunitaria precedentemente in vigore. Alla luce di ciò è necessario far conoscere anche le

“vecchie” norme europee sui rifiuti.

2.2.1 Ilquadrolegislativopreesistente

La Soluzione del Consiglio 97/C 76/01 (“Soluzione strategica”) delinea la strategia comu-

nitaria sintetica sulla gestione dei rifiuti, nello stesso tempo individua determinati orienta-

menti fondamentali che hanno significato concreto per il legislatore dello stato comunitario.

Oltre alla Soluzione strategica, la direttiva quadro sui rifiuti attualmente in vigore ovvero

che entrerà in vigore più avanti (vedi il punto 2 del capitolo) fa da punto d’appoggio al VI

Programma d’Azione Comunitario per la Tutela ambientale che è stato adottato con la

risoluzione 1600/2002/EK del Parlamento Europeo e del Consiglio. In conformità a essa

l’obiettivo del periodo 2002-2012 riguarda la riduzione del 20% della quantità di rifiuti, per-

centuale che arriverà al 50% entro il 2050, con particolare attenzione alla moderazione nella

quantità di rifiuti pericolosi.

La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio europeo 12/2006/EK (“Vecchia”

direttiva quadro sui rifiuti) delinea i quadri normativi preesistenti dell’Ue sulla gestione

dei rifiuti che riassume la direttiva del Consiglio 75/442/EGK e la sua modifica accettata con

la direttiva del Consiglio 91/689/EGK. La Vecchia Direttiva quadro – prendendo in conside-

razione i principi fissati nella “Strategia” – stabilisce degli obblighi per gli stati membri, quindi

anche per l’Ungheria, ai fini dell’inserimento delle norme nel quadro legislativo nazionale.

Una delle istituzioni legali di base della Vecchia Direttiva quadro sui Rifiuti è l’autorizzazio-

ne1. In base agli artt. 9 e 11 della normativa comunitaria, ogni impianto o impresa che porti

a compimento opere di smaltimento enumerate negli allegati2 A o B della norma II, deve

ottenere - secondo la normativa vigente - un’autorizzazione dagli organismi preposti. Poche

1 All’istituto dell’autorizzazione sono legati gli impianti che svolgono attività di gestione dei rifiuti, il registro delle imprese e il controllo delle autorità.

2 L’allegato A II contiene l’elenco delle 15 voci relative alle operazioni di smaltimento da D1 a D15 (es. D10: incenerimento di rifiuti su terraferma); l’allegato B II elenca le operazioni di riciclaggio da R1 a R13 (es. R10: riciclaggio sotterraneo, vantaggioso sia sul piano agricolo sia sul piano ecologico).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 19

le eccezioni previste dalla direttiva in merito alla obbligatorietà dell’autorizzazione. In base

all’articolo 11, le imprese che da sole portano a compimento opere di smaltimento dei loro

rifiuti nei siti deputati o che effettuano il riciclaggio degli stessi, possono essere esonerate

dall’obbligo di chiedere l’autorizzazione.

2.2.2Lanuovadirettivadibasesullagestionedeirifiutieisuoipossibilieffettisulquadrolegislativoungherese

Il 12 dicembre 2008 è entrata in vigore la direttiva del Parlamento e del Consiglio d’Euro-

pa 98/2008/EK riguardante i rifiuti e l’abrogazione di alcune direttive (“Nuova Direttiva

quadro sui Rifiuti”), che rappresenta una nuova direttiva quadro dal punto di vista della

legge sulla gestione comunitaria dei rifiuti.

I paesi membri devono dar luogo all’armonizzazione della direttiva entro il 12 dicembre

2010, che da noi si realizzerà con la modifica della legge XLIII del 2000 sulla gestione dei

rifiuti. In Ungheria il II Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti, la cui approvazione è prevista

per l’autunno del 2009, è stata messa a punto tenendo presente questa direttiva.

Gli obiettivi primari dell’Ue sono la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti e

l’aumento in percentuale del riciclaggio dei rifiuti che vengono prodotti. La Nuova Direttiva

quadro sui Rifiuti contiene principi più univoci, include regole sui rifiuti pericolosi e su quelli

oleosi del settore petrolifero, sulle norme tecniche di riciclaggio “dei rifiuti finali”, sulle regole

relative alle materie prime secondarie e ai sottoprodotti e dispone la creazione di programmi

nazionali di prevenzione.

La strategia stabilita all’interno della Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti fa riferimento alle

seguenti 5 tappe.

L’obiettivo primario e più importante è la prevenzione:

a. La riduzione al minimo della produzione di rifiuti;

b. la riduzione della pericolosità e

c. l’aumento della proporzione di riciclaggio;

d. La rielaborazione, le cui due fasi sono il recupero dei materiali e la produzione di mate-

rie prime o di combustibili ovvero il recupero di energia;

e. Dopo queste fasi il processo viene portato a compimento con l’incenerimento o con il

deposito dei rifiuti restanti.

In sostanza il sistema dei piani di gestione dei rifiuti non cambia. La direttiva prescrive a

livello nazionale la creazione di programmi di prevenzione dei rifiuti. I progetti devono con-

tenere come parti integrate o a titolo indipendente i seguenti punti:

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI20

a. Obiettivi nazionali di prevenzione, provvedimenti, livelli di riferimento qualitativi e quan-

titativi;

b. Divulgazione, collaborazione fra paesi membri;

c. rinnovamento sistematico (6 anni), ovvero

d. presentazione dei progetti alla Commissione. In seguito l’Agenzia Europea per la

Tutela Ambientale (EEA) esamina gli adempimenti dei paesi membri.

La Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti intende ottenere la riduzione preventiva dei rifiuti con

iniziative mirate alla diminuzione della produzione degli stessi, con l’uso di migliori risorse

e con l’adozione di modelli di utilizzo sostenibili. Per il 2012 gli obblighi dei paesi membri

saranno la prevenzione e la stabilizzazione della produzione di rifiuti al livello del 2009. Nel

2009 la raccomandazione normativa della Commissione prepara il campo al monitoraggio

preventivo (indicatori, rapporti). Nel 2010 imposta i criteri di design ecologico per i prodotti

duraturi, riutilizzabili, riciclabili, mentre gli altri obiettivi sulla riduzione devono essere rag-

giunti entro il 2020; inoltre essa prepara piani di intervento per la trasformazione delle abi-

tudini dei consumatori.

I paesi membri sono obbligati a favorire il reimpiego, con l’istituzione di reti espressamente

accreditate per il reimpiego e il miglioramento, se necessario con norme di processo e pro-

dotto. Questo aspetto può essere agevolato anche con altre misure (strumenti economici,

condizioni di acquisto, quantità, divieto di distribuzione ecc.). Ai fini della rielaborazione

occorre assicurare per il 2020 che il 50% dei rifiuti domestici e simili e il 70% di quelli deri-

vanti da attività di demolizione delle costruzioni, di produzione e industriali, siano oggetto di

riciclaggio e riutilizzazione.

In conformità alla Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti i paesi membri adotteranno delle misure

volte al riciclaggio dei rifiuti. Al fine di incentivare l’utilizzazione occorre raccogliere i rifiuti in

modo differenziato, nella misura in cui questo si possa realizzare dal punto di vista tecnico,

ambientale ed economico, ed essi non si possono mischiare con altri rifiuti o con altri mate-

riali caratterizzati da diverse proprietà.

La raccomandazione normativa della Commissione elabora le condizioni ambientali e di

efficacia delle procedure di utilizzo. I paesi membri facilitano l’alto livello della riutilizzazione

e, in questo senso, danno luogo a sistemi per la raccolta differenziata, almeno, per il 2015,

di carta, metallo, plastica, vetro, tessili, altri rifiuti biodegradabili, carburanti e rifiuti pericolosi.

Gli obblighi dei paesi membri riguarderanno la realizzazione di stabilimenti per lo smalti-

mento dei rifiuti e di reti di strutture per l’utilizzo di rifiuti misti urbani. Per la tutela delle reti

i paesi membri possono limitare l’importazione di rifiuti destinati all’incenerimento, se questo

ostacola la gestione interna dei rifiuti. L’obiettivo della rete per i paesi membri è di assicu-

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 21

rare che la Comunità diventi autosufficiente sul piano dello smaltimento e dell’utilizzazione

di rifiuti solidi urbani. Al tempo stesso la rete deve fare in modo che i rifiuti possano esse-

re smaltiti, ovvero utilizzati in uno degli stabilimenti più vicini. I paesi membri non devono

disporre dell’intera gamma di stabilimenti per l’utilizzazione finale.

In tema di autorizzazioni sarà importante in futuro la norma per la quale se la gestione dei

rifiuti non è legata a esse, i raccoglitori, i trasportatori, i commercianti e anche gli intermediari

dovranno iscrivere la loro attività negli appositi registri. In seguito la Commissione stabilirà

le regole tecniche minime.

Occorre controllare periodicamente le autorizzazioni e le iscrizioni negli appositi registri.

Per la raccolta e il trasporto bisognerà controllare anche la provenienza e la destinazione. I

gestori dei rifiuti e tutti gli attori della catena esecutiva tengono un registro sul tipo di rifiuti,

la quantità, le proprietà, l’origine e, dove necessario, anche sui luoghi di destinazione, la

frequenza della raccolta, le modalità di trasporto e di gestione. Le autorità preposte danno

informazioni relative alla concessione delle autorizzazioni. Su richiesta delle autorità prepo-

ste o degli interlocutori preesistenti occorre esibire la documentazione che attesti le opera-

zioni di gestione.

Dal momento che sono proibiti l’abbandono o il deposito illegale ovvero la gestione incon-

trollata dei rifiuti, gli stati membri stabiliscono delle sanzioni in casi di questo genere, e

danno luogo a tutte le misure atte alla loro applicazione. Le sanzioni devono essere efficaci,

proporzionate e dissuasive. Su questo i paesi membri devono preparare un resoconto ese-

cutivo triennale.

Nell’ambito delle norme di responsabilità della Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti occorre

sottolineare il fatto che i produttori originali di rifiuti o gli altri interlocutori devono portare a

compimento le operazioni di gestione dei rifiuti nelle loro proprietà, con i loro mezzi o con un

intermediario o con un’impresa del settore o sulla scorta di un impianto di raccolta dei rifiuti.

Inoltre è importante il fatto che quando i rifiuti vengono portati via, a scopo di trattamento

preliminare, dal produttore originale o dal titolare, il primo, secondo la norma principale, non

è esente dalla responsabilità delle operazioni di riciclaggio e smaltimento. I paesi membri

possono stabilire in quali casi la responsabilità dell’intero processo di trattamento grava sul

produttore e quando la responsabilità del produttore e del proprietario può essere condivi-

sa tra coloro che partecipano al processo di gestione. Le imprese che si occupano a titolo

professionale della raccolta e del trasporto dei rifiuti devono obbligatoriamente inoltrare il

materiale raccolto e trasportato agli impianti di gestione adeguati allo scopo. Secondo la

direttiva, i paesi membri hanno la possibilità di far gravare gli obblighi di riconsegna, gestio-

ne e finanziamento sul produttore (sviluppo, preparazione, gestione o commercio). Può

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI22

essere d’aiuto la progettazione di prodotti finalizzati alla tutela dell’ambiente, compresi gli

sviluppi, la fabbricazione e la distribuzione, la riutilizzazione e lo smaltimento con fini volti a

processi di riciclaggio.

È obbligo del produttore tener presente - nella fase di progettazione - i principi di tutela

ambientale. È obbligo dei paesi membri incentivare tali processi.

In sintonia con il principio per cui “chi inquina paga”, i costi della gestione dei rifiuti devono

essere sostenuti dal produttore originale degli stessi o dal loro attuale o precedente proprie-

tario/detentore. I paesi membri possono stabilire che i costi relativi alla gestione dei rifiuti

vengano sostenuti in tutto o in parte dal produttore dei rifiuti e che coloro i quali distribuisco-

no questi prodotti si dividano le spese.

2.3 ildirittodell’ungheriAAllAgestionedeirifiuti

2.3.1 Lanormativageneralesullagestionedeirifiuti

La legge („Hgt”) XLIII del 2000 sulla gestione dei rifiuti definisce il contesto giuridico

della gestione dei rifiuti. Come risultato dell’armonizzazione giuridica si può dire che a oggi

c’è una sostanziale convergenza tra la normativa quadro ungherese e le norme dell’Ue.

Anche qui, però, occorre far riferimento alla Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti, la cui inte-

grazione nella legge ungherese si fa ancora attendere: entro il 12 dicembre 2010 bisogna

portare a compimento la piena convergenza della normativa nazionale e comunitaria sulla

gestione dei rifiuti.

Oltre alla Hgt, le norme di fondo sullo svolgimento delle prescrizioni dell’autorità competen-

te in materia di gestione dei rifiuti sono contenute nella legge CXL del 2004 sulle norme

generali della pubblica amministrazione in materia di procedimenti e servizi, e anche

nelle prescrizioni della legge LIII del 1995 sulle norme generali riguardanti la tutela

ambientale.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 23

2.3.1.1 L’Hgt(LeggesullaGestionedeiRifiuti)

(a) Effetto oggettivo

L’effetto della norma principale della legge è esteso a ogni tipo di rifiuti e, inoltre, alle

attività e alle istituzioni legate alla gestione dei rifiuti.

La nozione di rifiuti risponde ai criteri concepiti dall’Ue.

Rispetto ai tipi di rifiuti sotto elencati l’effetto della Hgt si estende solo a quelli non contem-

plati da altre norme:

a. Durante l’estrazione di materie prime minerali o materiali ottenute con modalità di tipo

fisico,

b. I rifiuti di origine animale (comprese le carcasse degli animali e il letame), e anche altri

materiali naturali, non pericolosi, utilizzabili in agricoltura,

c. Acque reflue, eccezion fatta per i rifiuti liquidi,

d. I materiali esplosivi neutralizzati.

Le norme della Hgt non riguardano i materiali dispersi nell’atmosfera né le scorie radioattive.

(b) Effetto soggettivo

L’effetto della Hgt. Si estende alle seguenti categorie di persone.

a. Fabbricanti: il fabbricante del prodotto ovvero - se il prodotto non viene realizzato sul

territorio della Repubblica d’Ungheria – colui che introduce il medesimo in Ungheria.

Sul fabbricante gravano le responsabilità riguardanti la scelta più opportuna delle

caratteristiche del prodotto e della tecnologia dal punto di vista delle conseguenze

sulla gestione dei rifiuti, intesi qui i materiali di base usati, la capacità di resistenza

dei prodotti ai fattori esterni, la vita media dei prodotti e la possibilità di riutilizzarli, la

progettazione del riciclaggio e dello smaltimento dei rifiuti originati da questi prodotti o

dalla loro produzione e dal loro uso e anche il contributo alle spese di gestione. A que-

sto livello di responsabilità il fabbricante ha l’obbligo di soddisfare i criteri riguardanti

l’imballaggio, lo sviluppo del prodotto, la comunicazione, la riconsegna del prodotto dal

distributore o dall’utente e la sua restituzione.

b. Produttori: coloro che nel corso della loro attività producono rifiuti o come conseguen-

za della loro attività danno luogo a cambiamenti nel carattere e nella composizione dei

rifiuti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI24

c. Proprietari/detentori:

Il produttore dei rifiuti, ovvero il proprietario/detentore il quale, nel corso dello

svolgimento della sua attività, produce rifiuti che in un modo o nell’altro è obbligato a

raccogliere, inoltre deve provvedere al loro riciclaggio o smaltimento. Deve occuparsi

del riciclaggio o dello smaltimento con i suoi mezzi o dare i rifiuti a gestori e farsi carico

dei costi di gestione.

Sulla base del principio per cui “chi inquina paga”, il produttore dei rifiuti, il loro proprie-

tario/detentore o il fabbricante del prodotto diventato rifiuto hanno l’obbligo di sostene-

re le spese della gestione dei rifiuti o del loro smaltimento; colui che causa inquinamento,

ovvero lo provoca e deve, di conseguenza provvedere all’eliminazione dell’inquinamento

ambientale, al ristabilimento delle condizioni ambientali e al risarcimento dei danni cau-

sati, ha anche l’obbligo di sostenere i costi del ristabilimento delle condizioni di normalità.

d. Gestore dei rifiuti: è colui il quale prende in consegna i rifiuti dal loro proprietario e li

gestisce. L’attività di gestione dei rifiuti comprende la raccolta dei rifiuti, l’ammasso, il

trasporto, il pretrattamento, il deposito, l’utilizzazione, lo smaltimento.

e. Distributore: l’organizzazione che realizza il passaggio dei prodotti al rivenditore,

ovvero all’utente. L’obbligo del distributore è di occuparsi dei prodotti ovvero del loro

imballaggio ovvero della riconsegna dei rifiuti da parte degli utenti, della raccolta

differenziata e del passaggio al fabbricante o al gestore autorizzato dei rifiuti, la cui

distribuzione (commercio, manutenzione) - sulla base della responsabilità ripartita con

il fabbricante - avviene tramite contratto.

f. Utente: è colui il quale senza obiettivi di ulteriore utilizzo ottiene il prodotto dal distribu-

tore o lo compra. Ai fini della legge l’utente ha l’obbligo di prendersi cura della raccolta

organizzata dei rifiiuti, ivi compresi anche i sistemi di raccolta differenziata dei mede-

simi.

g. Organizzazione di coordinamento: I fabbricanti e i distributori possono dar luogo a

organizzazioni di coordinamento che, in cambio del pagamento della tassa sul prodot-

to da parte di chi imballa e di chi distribuisce, si incaricano della sistemazione dei rifiuti

imballati, della loro utilizzazione e del coordinamento di tali attività.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 25

2.3.1.2 Principifondamentalidell’Hgt.,requisitilegaligenerali

I principi fondamentali della gestione dei rifiuti corrispondono ai requisiti di base prescritti dall’Ue.

(a) Autorizzazione

Le attività di gestione dei rifiuti (per esempio: sistemazione, pretrattamento, riciclaggio,

smaltimento) e di trasporto degli stessi richiedono l’autorizzazione delle autorità preposte in

materia di tutela ambientale.

I requisiti della domanda da presentare per l’ottenimento dell’autorizzazione sono fissati dal

Decreto governativo 213/2001. (XI.14.), ovvero dal Decreto governativo 98/2001 (VI.15.). A

parte l’autorizzazione per portare avanti attività di gestione dei rifiuti, occorre anche ottenere

l’autorizzazione territoriale fissata dal Decreto governativo 358/2008. (XII. 31.) (dal notaio

della municipalità).

Se l’attività - nell’interpretazione del decreto governativo 314/2005. (XII. 25.) - viene identi-

ficata come soggetta a valutazione dell’impatto ambientale o come attività di sfruttamento

dell’ambiente per la quale occorre l’autorizzazione, è necessario anche seguire le altre pro-

cedure prescritte da tale decreto.

Anche in relazione all’autorizzazione per la gestione dei rifiuti, il decreto governativo

377/2007 (XII. 23.) stabilisce dei cambiamenti, così in seguito alla modifica, le autorizzazioni

relative alla gestione dei rifiuti che prima venivano rilasciate in 3 anni, vengono ottenute dai

richiedenti in 5 anni. In ogni caso il prolungamento dell’autorizzazione per la gestione dei

rifiuti richiede la presentazione di una serie completa di documenti, come se si chiedesse

l’autorizzazione per la prima volta (quindi – in contrapposizione alla pratica precedente –

non basta presentare una dichiarazione, nemmeno se non ci sono cambiamenti rispetto alle

condizioni precedenti).

A causa della violazione di prescrizioni presenti nella normativa riguardante la gestione dei

rifiuti, ovvero nelle delibere delle autorità competenti, diversi casi di procedimenti penali

vanno in secondo grado. In tali circostanze di solito l’entità delle sanzioni è molto alta e il

numero dei relativi ricorsi in appello è ugualmente elevato.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI26

(b) Il sistema delle autorità che concedono le autorizzazioni

I compiti dei poteri amministrativi preposti alla gestione dei rifiuti sono a cura del ministro della

tutela ambientale, delle istituzioni pubbliche per la tutela dell’ambiente, nonché delle municipalità

(önkormányzat) e dei loro organi e notai.

Fig. 2: La gerarchia delle autorità che concedono autorizzazioni in Ungheria

Nelle procedure legate alla gestione dei rifiuti le sovrintendenze esercitano la maggior parte

delle competenze di primo grado e in questi casi la Sovrintendenza Nazionale interviene in

secondo grado.

La Sovrintendenza Nazionale alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque agisce

in primo grado:

a. Nella concessione di autorizzazioni relative a: importazione, esportazione, trasporto

dei rifiuti sul territorio nazionale;

b. Nella concessione dell’autorizzazione relativa a un’attività di gestione dei rifiuti su tutto il

territorio nazionale;

c. Nell’approvazione dell’accordo relativo al riacquisto siglato tra fabbricante e distributo-

re, ovvero tra l’organizzazione creata da essi e le municipalità;

d. Nel caso in cui la richiesta di autorizzazione presso le autorità competenti per l’attività

di gestione dei rifiuti sia di competenza di diverse sovrintendenze preposte alla tutela

ambientale o sia finalizzata a un’attività estesa a tutto il territorio nazionale.

Il notaio della municipalità esercita la competenza di primo grado:

a. Ai fini della riscossione delle tasse arretrate sui servizi pubblici di gestione dei rifiuti;

b. In relazione alle varie questioni riguardanti i rifiuti abbandonati.

Notaio della Municipalità (Önkormányzat)

Sovrintendenza alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque

Sovrintendenza Nazionale alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 27

(c) Servizio informazioni e registro

Sulla base del decreto governativo 164/2003 (X. 18.), il produttore dei rifiuti, il proprietario/

detentore, il gestore, nel corso della loro attività riguardante rifiuti prodotti o ottenuti da

un altro proprietario o dati ad altri, devono obbligatoriamente registrarne la quantità e la

composizione. Occorre tenere un registro o uno scadenziario riguardante le attività portate

a compimento relative alla gestione dei rifiuti e ai rifiuti prodottisi durante le operazioni di

gestione e relazionare su questo alle autorità competenti in materia di tutela ambientale. In

precedenza i compiti legati al ricevimento dei dati spettavano specificatamente alle sovrin-

tendenze. Essendo state, nel frattempo, formulate numerose norme relative ai diversi generi

di rifiuti (per esempio, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, autoveicoli divenuti

rifiuti, rifiuti derivanti da pile e accumulatori) tali compiti vengono attualmente svolti dalla

Sovrintendenza Nazionale. A causa dell’infrazione di questi obblighi le autorità danno luogo

a numerosi procedimenti penali.

Sono sottoposti all’obbligo di fornire sistematicamente informazioni quei gestori dei rifiuti

e quei produttori le cui aziende raggiungano il numero di 10 addetti o la quantità totale di

rifiuti prodotta (posseduta) nell’anno e nella località in questione, superi, nel caso di rifiuti

pericolosi, i 200 k, nel caso di rifiuti non pericolosi, i 2.000 kg e, nel caso di rifiuti derivanti

da opere di demolizione delle costruzioni, i 5.000 kg.

Il produttore di rifiuti e il gestore di rifiuti non pericolosi devono emettere un rapporto annua-

le (entro il 1 marzo dell’anno successivo a quello in oggetto). Nel caso dei rifiuti pericolosi

devono emettere rapporti trimestrali (entro gli 8 giorni che seguono la chiusura del trimestre

in oggetto).

Se l’organizzazione che produce e gestisce i rifiuti è sottoposta all’obbligo di emettere rap-

porti, deve registrarsi al Servizio Informazioni della Gestione dei Rifiuti („HIR”) presso le

autorità territorialmente competenti entro 60 giorni dal momento in cui sorge l’obbligo.

Due codici tecnici assicurano la fluidità della banca dati. La società, per completare la regi-

strazione presso il Sistema di Informazioni sulla Gestione dei rifiuti, deve disporre di due

tipi di codici di identificazione (numeri KÜJ e KTJ), secondo quanto disposto dal decreto

governativo (IV.24.) sull’anagrafe ambientale 78/2007.

Per quel che riguarda il servizio informazioni, dall’agosto 2007, anche in Ungheria è entrato in

vigore il Registro Europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze Inquinanti (E-PRTR).

Il decreto 166/2006/EK si collega alle prescrizioni E-PRTR a livello di Unione europea, mentre

in Ungheria questo ambito viene disciplinato dal decreto governativo 194/2007. (VII. 25.).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI28

2.3.1.3 Lapianificazionedellagestionedeirifiuti

L’obiettivo della pianificazione è che le imprese che svolgono un ruolo nella gestione dei

rifiuti, dispongano di conoscenze più precise sulla tipologia dei rifiuti dei quali esse sono

responsabili. La struttura, il contenuto dei progetti di gestione dei rifiuti a diversi livelli – ai

fini di una progettazione progressiva e armonica nei contenuti – sono disciplinati dal decreto

governativo 126/2003.(VIII.15.).

La pianificazione della gestione dei rifiuti si realizza su quattro livelli:

a. Il Piano Nazionale per la Gestione dei Rifiuti contiene nel modo più onnicomprensivo

possibile la situazione del Paese nel settore e gli obiettivi fissati per il periodo com-

preso fra il 2003 e il 2008. Il Piano è stato accolto con una delibera del Parlamento

110/2002. (XII. 12.). In base alla direttiva quadro, esso rappresenta il sistema proget-

tuale nazionale di primo livello.

b. Nel 2003 la sovrintendenza alla tutela ambientale ha preparato i piani di gestione terri-

toriale dei rifiuti per le sette grandi regioni statistiche progettuali, la loro pubblicazione

è avvenuta con il decreto a 15/2003. (XI.7.) del KvVM.

c. Le municipalità hanno dovuto preparare il piano locale di gestione dei rifiuti e promul-

garlo con decreto locale.

d. Le maggiori organizzazioni di produzione e gestione dei rifiuti hanno dovuto preparare

i piani individuali di gestione dei rifiuti. È tenuta a preparare un piano individuale per

la gestione dei rifiuti, la società nel corso della cui attività la quantità di rifiuti superi le

10 tonnellate all’anno nel caso di materiali pericolosi e (in termini di quantità totale di

rifiuti pericolosi e non) le 200 tonnellate annue.

Occorreva preparare i piani di gestione dei rifiuti a diversi livelli per sei anni, considerando gli

obiettivi dell’OHT e in armonia col Programma Nazionale di Tutela ambientale. Il Secondo

Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti relativo al periodo 2009-2014 verrà probabilmente

adottato dal Parlamento nella primavera del 2010.

Il principio di base strategico è la gerarchia della gestione dei rifiuti sulla base della nuova

direttiva quadro dell’Ue sui rifiuti.

È obiettivo generale che in Ungheria nel 2014 non vengano prodotti più di 20 milioni di ton-

nellate di rifiuti, cosa che occorre garantire con misure preventive.

Nello spirito dell’Hgt. il piano di gestione dei rifiuti deve contenere in modo particolare:

a. Tipologia, quantità e origine dei rifiuti prodotti in via di riciclaggio o di smaltimento;

b. Esigenze tecniche di base legate alla gestione dei rifiuti;

c. Speciali misure legate ai diversi tipi di rifiuti;

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 29

d. Impianti e siti adatti al trattamento dei rifiiuti, imprese autorizzate a effettuare il trattamento;

e. Obiettivi da raggiungere nella gestione dei rifiuti;

f. Raggiungimento degli obiettivi prescelti, ovvero il programma operativo di realizzazione:

la messa in opera di misure (raccolta, selezione, trasporto, smaltimento e riciclaggio) che

favoriscono la razionalizzazione della gestione dei rifiuti, la sua realizzazione e i termini di

scadenza, l’impiego di strumenti e l’adozione di adeguate procedure di trattamento, smal-

timento e riciclaggio, l’individuazione degli impianti e degli stabilimenti e dei relativi costi.

(e) Norme di responsabilità, penalità, garanzie

L’applicazione delle norme di responsabilità è uno degli strumenti dell’adempimento degli

obblighi relativi alla gestione dei rifiuti. La Legge sulla Tutela Ambientale contiene le norme

generali legali di responsabilità, in armonia con il principio per cui “chi inquina paga”. Sulla

base di questo il gestore dei rifiuti deve:

a) astenersi dal violare le norme, ovvero desistere;

b) riferire subito alle autorità;

c) in caso di avvenuti danni all’ambiente, predisporre ogni possibile misura per la

riduzione di tali danni, la loro riparazione, nonché per l’inibizione di ulteriori danni

ambientali;

d) in caso di danni ambientali, ripristinare la condizione originale o per lo meno quella

più vicina a essa;

e) assumersi le responsabilità dei danni ambientali provocati e l’onere economico

della prevenzione e riparazione.

Il tempo di prescrizione relativo ai danni ambientali causati è di 30 anni dalla chiusura dello

stabilimento.

Sulla base dell’Hgt. l’autorità preposta stabilisce delle penalità sulla gestione dei rifiuti per

coloro i quali (i) con le loro azioni offendono o violano la normativa o il decreto delle autorità

competenti, (ii) svolgono la loro attività senza l’autorizzazione necessaria, senza l’approva-

zione o la notifica (iii) o che mettono in pericolo o danneggiano l’ambiente con la violazione

delle prescrizioni sulla gestione dei rifiuti. Rispetto all’entità dell’ammenda e alle modalità di

determinazione e imposizione, il decreto governativo 271/2001. (XII. 21.) stabilisce l’impo-

sizione dell’ammenda entro un anno dall’acquisizione delle cognizioni da parte dell’autorità,

ovvero entro 5 anni dal compimento dell’azione (eccezion fatta per il caso in cui il reato alla

base dell’imposizione dell’ammenda non sussista).

Nel caso in cui il gestore dei rifiuti risulti responsabile, il gestore è tenuto in base all’Hgt.,

affinché ci sia copertura del danno, delle spese nonché dell’ammenda, a fornire e docu-

mentare una garanzia e può essere obbligato a pagare un’assicurazione di responsa-

bilità civile.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI30

2.3.2 Lanormativasuirifiutiurbani

2.3.2.1 Lanormativasuirifiutiurbani

Non esiste una normativa comunitaria diretta relativa alla gestione dei rifiuti urbani. Questi

obblighi vengono decisi da ciascun paese membro. In Ungheria – analogamente alla pra-

tica comunitaria – spetta alle municipalità garantire la gestione dei rifiuti urbani. Lo Stato

e le autorità curano i compiti di controllo e autorizzazione e - se è necessario - possono

predisporre particolari strumenti di sostegno e incentivazione per favorire la realizzazione

dei compiti.

L’Hgt ha di nuovo disciplinato la definizione del concetto di rifiuto urbano, secondo la quale

si annovera in questa sede anche una parte dei rifiuti di produzione non pericolosi. („Rifiuti

urbani: i rifiuti solidi o liquidi di provenienza domestica oppure altri rifiuti simili per caratteri-

stiche e composizione a quelli domestici e gestibili insieme a essi.”)

Il decreto governativo (213/2001. (XI. 14.) ha concepito dettagliatamente questa definizione

generale („Rifiuti solidi urbani:

a. Rifiuti domestici: originati nella vita di tutti i giorni dalle persone negli appartamenti, nei

luoghi frequentati a scopo di riposo e villeggiatura, nei luoghi e territori in cui sorgono

abitazioni e nelle istituzioni,

b. Rifiuti di suoli pubblici: originati in aree di circolazione e verdi,

c. Rifiuti simili per caratteristiche e composizione a quelli domestici: rifiuti solidi originati

presso imprese economiche – definiti nell’ambito di una normativa diversa – non qua-

lificati come pericolosi.”)

Con un decreto la municipalità può stabilire le norme di raccolta differenziata dei diversi

componenti dei rifiuti solidi urbani, come pure le norme dettagliate relative alla gestione dei

rifiuti. La municipalità ha il dovere di inviare il progetto di decreto della gestione dei rifiuti

alle vicine autorità omologhe e alla sovrintendenza alla tutela ambientale perché queste

possano esprimere la loro opinione al riguardo. L’autorità locale deve dar luogo (Hgt. §53.)

a una pubblica audizione prima dell’istituzione del luogo deputato allo smaltimento dei rifiuti

e dell’introduzione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Per molte municipalità – soprattutto quando il basso numero di residenti negli abitati non

rende possibile la creazione di grandi apparati locali – il compito previsto dalla normativa è

di per sé irrisolvibile, per cui non sono disponibili né personale né conoscenze tecniche né

fonti. La gestione dei rifiuti risolta in piccola misura non è favorevole neanche dal punto di

vista ambientale, per cui, malgrado la più accurata progettazione, non è possibile per esem-

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 31

pio ampliare le capacità e ogni capacità inutilizzata aumenta i costi della messa in funzione.

Anche per questo, in tale ambito, è opportuna la collaborazione tra le municipalità.

2.3.2.2 Ilserviziopubblico

Le municipalità come servizio pubblico, cioè, nell’ambito del loro budget, hanno l’obbligo di

prendersi cura della gestione dei rifiuti urbani prodotti presso l’abitato dai loro proprietari.

L’Hgt. stabilisce precisamente anche il contenuto del servizio pubblico:

a. La rimozione sistematica in contenitori atti al trasporto dei rifiuti solidi urbani raccolti

negli spazi pubblici o negli edifici e messi a disposizione del servizio pubblico ai fini del

trasferimento.

b. Creazione e funzionamento di un impianto di smaltimento dei rifiuti urbani.

Oltre ai compiti obbligatori – sulla base della delibera dell’organo di rappresentanza della

municipalità – c’è la possibilità di utilizzo di ulteriori tecniche di gestione, tramite le relative

prescrizioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale. Per esempio,

il servizio pubblico può estendersi alla creazione e al funzionamento dei luoghi di raccolta

(piazzole di raccolta, stazioni di trasbordo, punti di raccolta), di pretrattamento e di riciclaggio

(selettivo, compositivo ecc.)

Nel suo decreto la municipalità può prescrivere la raccolta differenziata dei vari componenti

dei rifiuti solidi urbani nel quadro del servizio pubblico o può stabilire le norme dettagliate

relative a tale ambito.

2.3.2.3. Lasceltadelfornitoredelserviziopubblico

Nel corso della scelta del fornitore del servizio pubblico è obbligatorio procedere secondo

la legge CXXIX del 2003 (“Kbt.”, Legge sugli Appalti Pubblici) sulle forniture pubbliche.

Quando nel 2004, in virtù dell’adesione all’Ue, la Kbt. è stata oggetto di modifica onnicom-

prensiva, le municipalità hanno raggiunto un accordo pluriennale con le diverse ditte forni-

trici del servizio. Tenuto conto dell’adozione della Kbt. il legislatore ha modificato in modo

adeguato anche l’Hgt.. Come risultato, dal 2005, nel momento della scelta del fornitore del

servizio pubblico, le municipalità devono procedere secondo la Kbt., cosa che significava

che non si potevano modificare nemmeno i contratti già esistenti aggirando le procedure del

principio di fornitura del servizio.

Nello spirito dell’Hgt. è possibile essere esentati dall’applicazione della Kbt., solo se

quest’ultima lo permette esplicitamente. Tale eccezione alla regola è possibile solo se la

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI32

municipalità committente affida il servizio a una società commerciale – istituita da essa o in

comune con altre municipalità – il cui introito proviene per il 90% dal contratto stipulato con

la/le municipalità committente/i. In questo caso quindi non è necessario dar luogo a un pro-

cesso di applicazione di fornitura del servizio e la municipalità può direttamente dar luogo a

un contratto con la sua società. Il contratto in questo caso può essere di 3 anni. Ai fini della

scelta del gestore dei rifiuti e per il contenuto del contratto di fornitura del servizio bisogna

fare riferimento alle norme dettagliate contenute nel Decreto governativo 224/2004 (VII.22.).

2.3.2.4 Strutturazionedeicostinelcontrattodifornituradelserviziopubblico

Fino al primo gennaio 2003 in ogni l’abitato si doveva realizzare la condizione per la quale

il costo della gestione dei rifiuti dovesse essere proporzionale alla loro quantità, alla loro

qualità e al costo del servizio, ossia bisognava considerare nel costo un certo ammontare di

spesa ragionevolmente documentato (secondo il Decreto governativo 242/2000. (XII. 23.).

Gli organi di rappresentanza possono ricoprire le spese al posto della popolazione attingen-

do ad altre fonti, ma in ogni caso occorre rimborsare i costi al gestore pubblico.

2.3.2.5 Obblighiacaricodelgestoredeirifiutisolidiurbani

(a) Autorizzazione

(i) Il concessore e l’autorità di controllo: sovrintendenza alla tutela dell’ambiente, della natu-

ra e delle acque;

(ii) Forma organizzativa obbligatoria del richiedente la concessione: soggetto economico

o imprenditore individuale;

(iii) Elementi che deve contenere la domanda di autorizzazione:

• Indicazione delle attività di gestione pianificate (raccolta di rifiuti urbani, sistema-

zione, trasporto, pretrattamento, deposito, riciclaggio, smaltimento);

• Descrizione dettagliata del soggetto che desidera occuparsi della gestione dei rifiuti;

• Informazioni tecniche riguardanti la gestione dell’abitato;

• Descrizione dell’abitato interessato dall’attività pianificata;

• Condizioni personali, strumenti tecnici e finanziari del richiedente;

(iv) Iter dell’autorizzazione: secondo le regole procedurali generali della Legge sulle

Procedure della Pubblica Amministrazione, il termine procedurale secondo l’Hgt. è di

tre mesi.

(v) L’autorizzazione:

• Secondo la norma principale può essere concessa per cinque anni, nel caso dello

smaltimento per 10; l’autorizzazione può essere prorogata entro i termini di tempo

previsti;

• Nello stesso tempo, con il suo rilascio, avviene la registrazione del gestore del

servizio;

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 33

(b) Gli obbighi da osservare durante il mandato

(i) piano relativo alle garanzie ambientali, nonché alla riparazione di eventuali avarie;

(ii) garanzia totale delle condizioni personali e oggettive negli ambiti della tutela ambien-

tale e della salute pubblica;

(iii) adeguata garanzia, certificazione di esistenza della garanzia finanziaria;

(iv titolo stabilito o abilitazione professionale per talune attività;

(v) avvenuto cambiamento nelle condizioni dell’autorizzazione, notifica della cessazione

dell’attività;

(vi) registrazione dell’attività del gestore dei rifiuti, della quantità e della composizione dei

rifiuti generatisi durante lo svolgimento della stessa o giunti in suo possesso in altri

modi, avuti da altri e gestiti per mezzo di essa, ovvero trasmessi ad altri;

(vii) obbligo di comunicare gli eventuali cambiamenti nelle condizioni dell’autorizzazione,

per es. cessazione dell’attività ecc..

2.3.3 Casiparticolaridinormativesullagestionedeirifiuti

2.3.3.1 Lanormativasullediscariche

È possibile creare e rendere operativa una discarica solo tramite autorizzazione. Per quel

che riguarda il prezzo da pagare per la collocazione dei diversi tipi di rifiuti nella discarica,

bisogna coprire i costi generati dall’impianto di discarica e dal suo funzionamento, compresa

anche la garanzia a copertura dei costi previsti per la chiusura dello stabilimento e i lavori di

amministrazione finale almeno per 30 anni.

Al momento dell’entrata in vigore del decreto bisognava già approntare la messa in funzione

delle discariche e presentare i documenti di verifica dello stabilimento e il progetto di orga-

nizzazione del lavoro da sottoporre all’approvazione delle autorità preposte. Questo piano

contiene le misure adeguate alle nuove esigenze. Nella delibera dell’autorità si stabilisce se

il luogo può essere ancora operativo e per quanto tempo è a disposizione per l’attuazione

del progetto. La scadenza ultima per le discariche che non soddisfacevano i criteri della

direttiva era il 16 luglio 2009. Occorre chiudere nel più breve tempo possibile i luoghi che

non ricevono l’autorizzazione definitiva o provvisoria.

La direttiva 1999/31/EK contiene le norme relative alle discariche di rifiuti, invece il sistema

di requisiti dei rifiuti destinati alla discarica è contenuto nella delibera 2003/33/EK. L’Hgt

armonizza le norme più essenziali della direttiva, mentre il decreto 20/2006. (IV. 5.) del

KvVM armonizza i criteri relativi alle operazioni di discarica e le norme e le condizioni legate

alle discariche di rifiuiti. Il decreto ordina le discariche di rifiuti in tre gruppi:

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI34

• Discariche di rifiuti pericolosi;

• Discariche di rifiuti non pericolosi;

• Discariche di rifiuti inerti (Rifiuti inerti: quei rifiuti che, dispersi nell’ambiente, non

subiscono significative trasformazioni fisiche, chimiche o biologiche).

Nello spirito della direttiva 1999/31/EK entro il 16 luglio 2006 occorreva ridurre la quota di

rifiuti urbani biodegradabili destinati alla discarica al 75% della quantità prodotta nel 1995,

entro il 16 luglio 2009 al 50% ed entro il 16 luglio 2016 al 35%. I paesi membri che sistema-

no oltre l’80% dei rifiuti urbani in discariche, per il raggiungimento di quanto sopra esposto,

possono ottenere al massimo 4 anni di proroga (anche l’Ungheria appartiene a questa cate-

goria, ma non ha chiesto una proroga).

Dal 16 luglio 2003 è vietato scaricare pneumatici, dal 2006 anche resti di gomme.

In conseguenza delle restrizioni in ambito di discarica è inevitabile la raccolta differenziata e

il riciclo dei rifiuti organici (rifiuti di cucina e verdi, rifiuti di carta), come pure degli pneumatici,

che si può realizzare in parte con l’applicazione della responsabilità del produttore, in parte

con la partecipazione accentuata dello stato e delle municipalità.

È proibito mischiare o diluire i rifiuti pericolosi, se questo dovesse essere finalizzato al raggiun-

gimento dei requisiti delle operazioni di discarica. Nelle discariche di rifiuti è possibile deposita-

re solo rifiuti precedentemente trattati, eccezion fatta per il caso dei rifiuti inerti. Nelle discariche

di rifiuti non pericolosi si possono depositare i rifiuti urbani, altri rifiuti non pericolosi di diversa

origine, rifiuti pericolosi trattati, stabili, non reattivi, le cui proprietà di solubilità si armonizzano

già con i rifiuti non pericolosi. Le discariche di rifiuti non pericolosi si dividono – sulla base della

risoluzione 2003/33/EK – in due categorie: le discariche ad alto contenuto di materiali organici

(B1b) e a basso (minimo) contenuto di materiali organici (B3). La prima discarica, in pratica,

raccoglie i rifiuti solidi urbani, mentre la seconda riguarda i rifiuti relativamente omogenei, non

biodegradabili. Nelle discariche inerti è possibile depositare solo rifiuti inerti.

2.3.3.2 Lenormesugliinceneritori

La direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo 2000/76/EK sull’incenerimento dei rifiuti

stabilisce le condizioni degli impianti nuovi e di quelli già funzionanti. Il decreto 3/2002. (II.

22.) (dell’allora Ministero dell’Ambiente) armonizza le prescrizioni della direttiva sulle esigen-

ze tecniche dell’incenerimento dei rifiuti, sulle condizioni di funzionamento e sui limiti delle

emissioni tecnologiche dell’incenerimento dei rifiuti.

L’effetto della normativa non si estende ai rifiuti vegetali originati dalla produzione di piante,

dalla silvicoltura, dall’industria alimentare, all’incenerimento di rifiuti a base di fibre vegetali

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 35

dell’industria cartaria, ai rifiuti del legno e ai rifiuti di carta ottenuta dal legno. La normativa

si estende a tutte le unità tecniche stabili o mobili e agli impianti che vengono usati per il

trattamento termico dei rifiuti. A questa categoria appartengono la pirolisi, la gassificazione

e i procedimenti al plasma, ossia tutti quei procedimenti durante i quali i materiali si incene-

riscono. L’effetto è ugualmente esteso al cosiddetto incenerimento, quando nella tecnologia

di un produttore termico insieme a materiali combustibili tradizionali sono usati anche i rifiuti

(per esempio centrali elettriche, fabbriche di cemento, fabbriche di mattoni). La normativa

stabilisce speciali condizioni per usi di questo genere. Il Decreto disciplina la raccolta dei

rifiuti, il loro pretrattamento, i parametri tecnici minimi della tecnologia di incenerimento, la

misura dei parametri di funzionamento e le norme di documentazione, la composizione dei

gas di combustione che si possono emettere, nonché la quantità limite della concentrazione.

2.3.3.3 Lanormativasultrasportodeirifiutioltreiconfininazionali

Il decreto 1013/2006/EK del Parlamento e del Consiglio europeo disciplina il trasporto di rifiuti

oltre i confini nazionali. Il decreto proibisce il trasporto di rifiuti pericolosi al di fuori dei territori

dei paesi membri dell’OCDE. Il decreto 1418/2007/EK della Commissione è funzionale alla

sua esecuzione e contiene dettagliatamente le condizioni di trasporto di rifiuti nei paesi al di

fuori dell’OCDE. Il Decreto governativo 180/2007. (VII. 3.) contiene le condizioni dei proce-

dimenti amministrativi nazionali – autorizzati dal decreto - da applicare. La Sovrintendenza

Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e delle Acque concede l’autorizzazione al trasporto.

Sulla base del principio della prossimità, per l’utilizzazione e lo smaltimento dei rifiuti si deve

far ricorso all’impianto più vicino e adeguato. Sulla base del principio dell’autofinanziamen-

to – a livello nazionale, tenendo presente i principi di territorialità e di prossimità – occorre

occuparsi dello smaltimento totale dei rifiuti che si formano e, conseguentemente, occorre

creare e mettere in funzione una rete di smaltimento. Nello spirito della nuova direttiva biso-

gna applicare questi principi anche al riciclaggio energetico dei rifiuti urbani.

Nella pratica occorre garantire che rifiuti pericolosi non vadano a finire nei paesi membri

dell’OCDE per nessuno scopo e che anche i rifiuti non pericolosi possano giungere a

impianti autorizzati al loro riciclaggio. Anche nei paesi dell’OCDE si possono trasportare

rifiuti solo sulla base del principio di prossimità, nel caso in cui il paese che esporta non

disponga di un adeguato impianto per lo smaltimento dei rifiuti.

2.3.3.4 Rifiutipericolosi

La normativa ungherese vigente in questo ambito è conforme a quella dell’Ue. La normativa

comunitaria prescrive che i rifiuti pericolosi devono essere separati da quelli non pericolosi,

inoltre i componenti pericolosi e quelli non pericolosi devono essere trattati separatamente

nel caso in cui i rifiuti vengano prodotti in forma mista.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI36

Il requisito fondamentale da rispettare nelle attività che producono rifiuti pericolosi o che hanno a

che fare con essi è che bisogna impegnarsi nella prevenzione e nella diminuzione della forma-

zione dei rifiuti e della loro pericolosità, ovvero occorre garantire le condizioni di accompagna-

mento e controllo dei rifiuti ai fini della maggiore percentuale possibile di riciclaggio e bisogna

impedire l’inquinamento dell’ambiente e i danni alla salute. L’obbligo principale è l’applicazione

della soluzione più efficace e della tecnica migliore (BAT), obiettivi che bisogna considerare nel

corso delle attività e dei servizi che producono rifiuti pericolosi e nel loro trattamento.

È obbligo fondamentale del produttore di rifiuti pericolosi, nonché del proprietario gestire i

medesimi in modo tale da impedire l’inquinamento dell’ambiente, ovvero dei suoi elementi,

e i danni a loro carico. Di conseguenza essi devono preoccuparsi della gestione a risparmio

ambientale dei rifiuti e in ultima analisi del loro smaltimento. L’obbligo dello smaltimento

– secondo l’autorizzazione concessa dalle autorità preposte alla tutela ambientale – può

adempierlo da sé o affidarlo a un gestore/fornitore di servizi che disponga dell’autorizzazio-

ne allo smaltimento di questo tipo di rifiuti.

La gestione di ogni genere di rifiuti pericolosi è un’attività che necessita sempre dell’autorizza-

zione. Fanno eccezione la raccolta e il pretrattamento in loco ad opera dello stesso produttore,

nonché alcuni casi speciali di trasporto finalizzato alla raccolta di rifiuti (il trasporto da parte del

produttore di piccole quantità di rifiuti pericolosi verso il punto di raccolta o verso terzi).

Oltre all’autorizzazione delle autorità – per evitare l’impossibilità di gestire i rifiuti pericolosi

per motivi finanziari – tutte le società, nel corso della cui attività si formano rifiuti pericolosi

o che si occupano della gestione di rifiuti pericolosi, sono obbligate a garantire la copertura

finanziaria in proporzione alla quantità di rifiuti che si formano o vengono gestiti, ovvero a

stipulare una polizza assicurativa di responsabilità per la liquidazione dei danni che possono

essere provocati o per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Il Decreto governativo 98/2001. (VI. 15.) contiene le norme generali per la gestione dei rifiuti

pericolosi. Tra i requisiti della gestione si possono trovare soprattutto le condizioni generali,

le limitazioni e i divieti validi per i rifiuti pericolosi. Tra questi c’è la questione del mesco-

lamento attualmente contemplata dalla normativa nel dettaglio. Anche l’Hgt dice che è

proibito mescolare i rifiuti pericolosi con altri rifiuti o materiali. Di fatto, per questo ci vuole

l’autorizzazione dell’autorità in materia di tutela ambientale. Il decreto dispone le condizioni

per l’autorizzazione, ovvero stabilisce in quali casi è possibile che venga concessa l’auto-

rizzazione a mescolare.

La legge sulla gestione dei rifiuti stabilisce le definizioni fondamentali di gestione usate nel

decreto. Tuttavia ai fini della regolamentazione c’era anche bisogno dell’individuazione di

ulteriori definizioni integranti. Per una più facile possibilità di gestione dei vari tipi di rifiuti

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 37

era necessaria l’introduzione della nozione del cosiddetto “punto di raccolta speciale”, con

l’aiuto del quale il decreto garantisce, per esempio, la possibilità di riconsegnare i medicinali

scaduti, le pile e gli accumulatori scarichi nei punti vendita. Oltre a questo – sulla base delle

esperienze fin qui fatte nel portare a compimento la normativa – per l’adempimento dell’ob-

bligo della raccolta dei rifiuti pericolosi che si formano in loco, è necessario, all’interno della

nozione di raccolta in loco dei rifiuti pericolosi che si formano, distinguere i punti di raccolta

dei luoghi di lavoro da quelli di servizio.

2.3.3.5 Lenormesuiflussidirifiutiedialtrimateriali

(a) Imballaggio

La direttiva 94/62/EK riguarda l’imballaggio e i relativi rifiuti, i cui principi e definizioni sono

stati introdotti dalla legge sulla gestione dei rifiuti, mentre i dettagli sono stati introdotti nel

sistema legislativo ungherese dal Decreto governativo 94/2002 (V. 5.), sull’imballaggio.

Conformemente alle prescrizioni comunitarie, è stato necessario considerare in modo spe-

cifico il riciclaggio dei rifiuti. Occorreva raggiungere il 50% della proporzione di riciclaggio

entro il 2005. Esso doveva riguardare in tutto il 25-45% della materia, in modo tale che si

potesse raggiungere una quantità minima del 15% di ogni tipo di materia.

Nel febbraio del 2004 è stata adottata la direttiva di modifica della direttiva 2004/12/EK, che

precisa ed entra nello specifico della definizione di imballaggio. La modifica ha aumentato

significativamente la proporzione di riciclaggio obbligatoria di materiali: dal precedente 25%

a un minimo del 55% e a un massimo dell’80%. Oltre a questo sono stati prescritti i diversi

minimi a seconda dei vari tipi di materiali: 60% nel caso del vetro e della carta, 50% per i

metalli, 15% per il legno, 22,5% per i rifiuti di imballaggi di plastica. Per questi ultimi si accet-

tano esclusivamente i processi “da polimero a polimero”. La proporzione complessiva di

riciclaggio raggiungibile è al minimo del 60%. Secondo le prescrizioni della direttiva 2005/20/

EK, l’Ungheria deve raggiungere queste proporzioni per la fine del 2012. Si può vedere già

oggi, tuttavia, che si rendono necessari l’ulteriore diffusione della raccolta differenziata, l’in-

cremento della sua intensità, lo sviluppo dell’industria terziaria.

Parimenti, nel 2005 è stato pubblicato il servizio informazioni annuale della Commissione

europea, nonché la delibera della Commissione 2005/270/EK con la normativa di riferimento

– pubblicata nel comunicato della commissione 2005/C 44/13 – sui requisiti essenziali per la

tutela dell’ambiente per quanto attiene all’imballaggio nella direttiva 94/62/EK. L’introduzione

nel sistema legislativo ungherese delle norme comunitarie modificate è avvenuta con la

modifica del decreto nazionale sull’imballaggio, mentre il decreto 91/2006. (XII. 26.) del

Ministero dell’Economia e dei Trasporti contiene le norme dettagliate riguardanti l’adegua-

mento degli standard.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI38

In Ungheria i rifiuti di imballaggio provengono per circa la metà dall’industria e dal commer-

cio all’ingrosso. La loro raccolta ed elaborazione è proporzionalmente più facile. Gli altri

rifiuti sono domestici e praticamente inaccessibili senza una raccolta differenziata adeguata.

Ai fini degli adempimenti relativi all’obbligo di riciclaggio, per il 2008 il 60% della popolazione

del Paese doveva poter accedere alla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio. Entro

il 2012 questa proporzione dovrà essere portata all’80%. Ai fini del finanziamento della rac-

colta differenziata dei rifiuti urbani – in virtù del principio di responsabilità del fabbricante – i

produttori di materiali imballati, nonché gli importatori devono partecipare a tale attività in

base al contratto stipulato con le municipalità.

(b) Rifiuti oleosi

La direttiva del Consiglio75/439/EGK ,modificata dalla direttiva del Consiglio 87/101/EGK, si

estende alla gestione dei rifiuti provenienti da oli minerali. Lo scopo della direttiva è quello

di impedire la dispersione dei rifiuti da idrocarburi nelle acque superficiali e sotterranee,

nelle acque rivierasche e nelle tubature. Altri suoi obiettivi sono la raccolta e la gestione dei

rifiuti da idrocarburi, nonché l’utilizzo e la neutralizzazione sulla base del principio della rige-

nerazione. Queste ultime due attività necessitano dell’autorizzazione. I gestori di tali rifiuti

devono registrare l’attività da essi svolta. Nella gestione di tali rifiuti la rigenerazione ha un

posto prioritario, segue l’incenerimento. Le norme speciali riguardano lo smaltimento di rifiuti

di idrocarburi contenenti PCB/PCT.

Gli stati membri possono applicare disposizioni anche più severe di quelle previste dalla

direttiva, possono vietare l’incenerimento. La normativa permette di sostenere in una certa

misura le imprese di raccolta e/o smaltimento.

Il decreto 4/2001. (II. 23.) (dell’allora Ministero dell’Ambiente) contiene le disposizioni nazio-

nali riguardanti i rifiuti da idrocarburi e le norme dettagliate sulla gestione degli stessi. I rifiuti

da idrocarburi rientrano nel sistema della tassa sul prodotto. La nuova direttiva quadro sui

rifiuti – rilevando le norme sulla raccolta differenziata e sul trattamento dei rifiuti oleosi – fa

cessare la direttiva con effetto dal 12 dicembre 2010.

(c) Policloruro bifenile e trifenile

La direttiva comunitaria 96/59/EGK relativa alla gestione dei policloruri di bifenile e trifenile

prescrive che, entro il 2010, occorre cambiare il PCB/PCT, nonché le attrezzature (trasfor-

matori e condensatori) che contengono PCB in una concentrazione superiore allo 0,05

oppure occorre cambiare il liquido che contengono e adeguare gli impianti carichi di liquidi

dielettrici non contenenti PCB. La totalità dei rifiuti contenenti PCB che si formano in questo

modo deve essere smaltita entro il 2010. Tali impianti devono essere registrati, i responsabili

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 39

dell’esercizio devono preparare uno scadenziario evidenziando i cambiamenti che verranno

effettuati. Tutto questo, ovvero i cambiamenti, devono essere notificati ogni anno presso

le autorità preposte alla tutela ambientale. In Ungheria il decreto 5/2001 (II.23.) dell’allora

Ministero dell’Ambiente si riferisce allo smaltimento dei rifiuti contenenti PCB/PCT. Nel

nostro Paese non si produce e non si distribuisce PCB. Il ritiro dei liquidi dielettrici originati

dall’uso di impianti ancora funzionanti e lo smaltimento del PCB/PCT sono processi che

durano diversi anni. Lo smaltimento di rifiuti contenenti PCB può avvenire solo attraverso i

processi di incenerimento di rifiuti pericolosi o attraverso la distruzione del PCB con processi

chimici. In Ungheria esistono già strutture preposte a tale scopo.

(d) Pile e accumulatori

Dal 26 settembre 2008 la direttiva 2006/66/EK del Parlamento e del Consiglio europeo

dispone al riguardo di pile e accumulatori, come pure sui rifiuti provenienti da pile e accu-

mulatori, inoltre invalida la direttiva 91/157/EGK.

La direttiva raggruppa le pile e gli accumulatori in tre categorie. Differenzia tra pile e accu-

mulatori portatili, automobilistici e industriali. Limita la circolazione di pile e accumulatori

contenenti mercurio e cadmio; prescrive le etichettature adeguate e le informazioni per i

consumatori sulla pericolosità delle pile, inoltre disciplina le modalità della loro collocazione

all’interno delle apparecchiature.

Il decreto vieta lo smaltimento tramite discarica o incenerimento di rifiuti provenienti da pile e

accumulatori industriali e automobilistici. Di conseguenza i produttori e i distributori devono

occuparsi della raccolta e del riciclaggio. Nel caso di pile e accumulatori portatili, nel 2012

bisogna raggiungere la raccolta del 25% della quantità messa in commercio nella media

annuale dei tre anni, mentre nel 2016 bisogna raggiungere l’obiettivo del 45%.

Il problema del riciclaggio di pile e accumulatori raccolti deve essere risolto in modo tale che

l’efficacia dei processi di rielaborazione, nel caso di pile e accumulatori di acido di piombo

raggiunga almeno il 65%, per pile e accumulatori al nichel-cadmio il 75%, nel caso di rifiuti

di altre pile e accumulatori il 50%.

Il Decreto governativo 181/2008. (VII. 8.) armonizza la normativa comunitaria sulla ricon-

segna di rifiuti provenienti da pile e accumulatori e il Decreto 21/2008, (VIII. 30.) del KvVM

disciplina la gestione dei rifiuti provenienti da pile e accumulatori.

In Ungheria gli accumulatori sono prodotti soggetti alla tassa sul prodotto. Per rientrare nelle

condizioni di esenzione dalla tassa sul prodotto ogni anno avviene la raccolta di quasi 18-20

mila tonnellate di accumulatori all’acido che vengono riciclati all’estero.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI40

(e) Autoveicoli divenuti rifiuti

La direttiva numero 2000/53/EK del Parlamento e del Consiglio europeo dispone in merito

agli autoveicoli usati, introducendo il principio di responsabilità del produttore e i problemi

legati alla gestione degli autoveicoli scartati, prescrivendo il maggior riciclaggio possibile,

come pure le misure da rendere operative – e finalizzate al riciclaggio - in materia di pro-

gettazione e produzione di auto. Il produttore è obbligato a progettare l’autoveicolo e a dar

luogo a uno sviluppo della tecnologia e del prodotto che comporti una riduzione del consumo

di energia, nonché dell’uso di materiali e di componenti pericolosi. Inoltre deve facilitare la

manutenzione dell’autoveicolo, la riparazione e anche la riutilizzazione degli accessori e

dei materiali provenienti dalla rottamazione dello stesso, ovvero lo smaltimento a risparmio

ambientale. L’effetto della direttiva si estende agli autoveicoli a tre e a quattro ruote per il

trasporto di persone e ai veicoli di massimo 3,5 tonnellate, categorie N1 M1.

Gli attori economici devono creare un sistema di raccolta delle auto scartate in impianti poco

distanti dai centri stessi.

Nella gestione delle auto rottamate occorre garantire determinati requisiti tecnici. I produttori

automobilistici, gli importatori - nel caso di auto fabbricate all’estero - devono farsi carico di

una parte significativa delle spese derivanti dalla riconsegna, dalla raccolta e dalla gestione

dei rifiuti.

Dal primo gennaio 2006 la proporzione totale delle auto divenute rifiuti riciclati e riutiliz-

zati deve raggiungere – sulla base del peso specifico medio delle auto – il peso specifico

dell’85% all’anno, mentre la percentuale annuale complessiva del peso specifico sottoposto

a riciclaggio, reimpiego e recupero deve essere dell’80%. Nel caso di autoveicoli fabbricati

prima del 1 gennaio 1980 occorre rispettare le proporzioni del 75%, ovvero del 70% del

peso specifico medio. Entro il 2015 bisogna rispettare le proporzioni del 95% – nel totale

complessivo degli autoveicoli - ovvero dell’85% del peso specifico medio.

I produttori sono obbligati a rendere pubbliche le informazioni relative alla rottamazione di

ciascun modello entro i sei mesi che seguono la commercializzazione di un nuovo tipo di vei-

colo, mentre nei pieghevoli per i clienti occorre mostrare la possibilità di riciclaggio dell’auto,

le modalità di gestione ecologica del veicolo scartato, con particolare attenzione alla rimo-

zione dei componenti pericolosi e dei liquidi, nonché alle modalità di sviluppo del riciclaggio.

L’Ungheria ha armonizzato la direttiva con il decreto governativo 267/2004. (IX.23). Secondo

il decreto, il ricevente o il fabbricante devono prendere in consegna gratuitamente l’autovei-

colo divenuto rifiuto. L’obbligo di ricevere in consegna gratuitamente tale autoveicolo fino

al primo gennaio 2007, riguardava solo gli autoveicoli prodotti dopo il primo luglio 2002. In

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 41

caso di rottamazione di un autoveicolo privo di valore, divenuto rifiuto, al proprietario non

spetta un impegno economico, tranne nel caso in cui manchi qualche componente di base

dell’auto (il motore, il telaio, la carrozzeria, il cambio o anche il catalizzatore, se specifico).

La riconsegna può avvenire soltanto tramite un autodemolitore autorizzato alla rottamazio-

ne che rilascia il certificato di rottamazione dell’autoveicolo divenuto rifiuto. Il ritiro definitivo

dell’autoveicolo dalla circolazione è possibile solo esibendo il certificato di rottamazione.

(f) Apparecchiature elettriche ed elettroniche

La direttiva 2002/95/EK riguarda la limitazione dei materiali pericolosi utilizzabili nelle appa-

recchiature elettroniche ed elettriche. La direttiva 2002/96/EK dispone in merito alla gestione

di apparecchiature divenute rifiuti.

Sulla base delle due direttive:

a. Dal primo luglio 2006 le nuove apparecchiature elettroniche ed elettriche introdotte nel

mercato non possono contenere piombo, mercurio, cadmio, cromo a valenza 6, PBB

e PBDE;

b. Bisogna garantire il raggiungimento delle proporzioni prescritte di riciclaggio delle

apparecchiature elettroniche ed elettriche;

c. Fino al 13 agosto 2005 occorreva creare luoghi di raccolta che accettassero gratuita-

mente i rifiuti elettronici ed elettrici domestici. Il relativo finanziamento grava sui fabbri-

canti delle apparecchiature elettroniche ed elettriche, nonché su coloro che prendono

parte al processo di produzione;

d. Fino al 31 dicembre 2006 bisognava garantire che la quantità minima di rifiuti elettro-

nici ed elettrici raccolti in modo differenziato fosse di 4 kg a persona.

L’adeguamento della normativa ungherese alla legislazione comunitaria è avvenuto con i

seguenti decreti: il decreto 16/2004. (X. 8.) KvVM riguarda la limitazione dei vari materiali

pericolosi utilizzati nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, il decreto governativo

264/2004. (IX. 23.) disciplina la consegna dei rifiuti da attrezzature elettriche ed elettroniche,

mentre il decreto 15/2004. (X. 8.) KvVM dispone in merito alla gestione dei rifiuti provenienti

da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Con la direttiva riguardante l’adempimento degli

obblighi della popolazione rispetto alla raccolta e al riciclaggio entro il 2008, l’Ungheria ha

ottenuto una proroga di 2 anni.

Prima del 13 agosto 2005 i produttori presenti sul mercato dovevano sostenere i costi relativi

alla gestione dei cosiddetti rifiuti storici secondo una certa ripartizione (in proporzione alla

loro quota di mercato).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI42

2.4 PAnorAmicAinternAzionAle(itAliA)

In Italia il decreto legge n. 22 del 5 febbraio 1997 contiene le norme di base sulla gestione

dei rifiuti (Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997 No. 22 – “Decreto Ronchi”). Il Decreto Ronchi

traspone nella legge nazionale italiana il decreto 91/156/EGK sui rifiuti, la direttiva 91/689/

EGK sui rifiuti pericolosi e la direttiva 94/62/EK sull’imballaggio e sui rifiuti di imballaggio. Al

tempo dell’adozione del Decreto Ronchi sono state introdotte nuove e significative misure e

modalità nel campo della gestione dei rifiuti, dal momento che – rispetto alle norme preesi-

stenti – disciplina non solo l’annientamento dei rifiuti, ma anche il loro riciclaggio, il recupero

anche dal punto di vista dei materiali e dell’energia, compresa anche la normativa sul tra-

sporto dei rifiuti, la loro gestione, il funzionamento e la chiusura delle discariche.

Diverse norme di più basso livello si occupano del completamento delle disposizioni della più

volte modificata norma. Il principale proposito è il miglioramento della qualità ambientale e la

tutela della salute delle persone. La normativa ordina i rifiuti in quattro gruppi (i) rifiuti domestici

e (ii) speciali, (iii) rifiuti pericolosi e (iv) non pericolosi. La normativa non si occupa di materiali

gassosi pericolosi, rifiuti radioattivi, acque inquinate, terra estratta da miniere ecc.

La normativa italiana si occupa dettagliatamente dei vari compiti e sfere di attività sulla cui

base si distinguono i compiti dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni.

Tra i compiti dello Stato ci sono l’orientamento e l’ispezione del sistema di gestione dei rifiuti,

la creazione di norme generali e metodologiche sulla gestione integrata dei rifiuti e anche

l’istituzione di norme riguardanti la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti che

si producono. Inoltre è compito dello Stato il riciclaggio dei rifiuti e anche la normativa di

incentivo all’ottenimento di materie prime dai rifiuti.

Le regioni, in seguito all’accordo con le province e i comuni, si occupano dell’approvazione

dei piani di gestione regionale dei rifiuti. Le regioni approvano le regole relative alla gestione

dei rifiuti urbani (compresi anche i rifiuti urbani pericolosi), tra l’altro anche le norme riguar-

danti la raccolta differenziata dei rifiuti, favoriscono la riduzione della quantità dei rifiuti e

designano le aree adeguate a far sorgere impianti per la gestione degli stessi.

Le province hanno numerosi compiti in relazione al controllo della gestione e della raccolta

dei rifiuti. In tale contesto controllano sistematicamente l’attività legata alla gestione dei

rifiuti, il commercio dei rifiuti e le aree e gli stabilimenti designati per la gestione degli stessi.

Infine, gli abitati devono disporre in merito: alla creazione di norme igienico-sanitarie relative

alla gestione dei rifiuti; all’organizzazione della raccolta e del trasporto dei rifiuti; all’organiz-

zazione della raccolta differenziata dei rifiuti; alla creazione di norme sulla separazione e la

gestione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi ecc.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 43

Curiosità: in ambito portuale la gestione dei rifiuti provenienti dalle navi compete alle varie

autorità portuali.

Dopo la sostituzione della Vecchia Direttiva quadro sui rifiuti, anche l’Italia, come paese

membro dell’Unione europea, ha l’obbligo di integrare nel sistema legislativo nazionale la

Nuova Direttiva quadro sui Rifiuti entro il 12 dicembre 2010. Presumibilmente anche in Italia

è iniziato il lavoro relativo all’adozione della nuova normativa.

2.5 normegiuridiche

Leggi:

• La legge XLIII del 2000. sulla gestione dei rifiuti (ha modificato: la legge XCVII del

2004, la legge XXIX del 2004, la legge CXX del 2003 e la legge XLVII del 2002);

• La legge CXL del 2004 sulla normativa generale delle procedure e dei servizi

delle autorità della pubblica amministrazione;

• La legge LIII del 1995 relativa alle norme generali sulla tutela ambientale;

• La legge LXV del 1990 sulle municipalità.

Decreti governativi:

• Decreto governativo 286/2006. (XII. 23.) sugli autoveicoli diventati rifiuti – Modifica

del Decreto governativo 267/2004. (IX. 23.)

• Decreto governativo 181/2008. (VII. 8.) sul recupero dei rifiuti provenienti da pile

e accumulatori

• Decreto governativo 47/2008. (III. 5.) relativo agli stanziamenti per i programmi

di sostegno e sviluppo delle municipalità decentrate e alle norme dettagliate sul

riciclaggio delle scorte vis maior

• Decreto governativo 267/2004. (IX. 23.) sugli autoveicoli divenuti rifiuti

• Decreto governativo 264/2004. (IX. 23.) sul recupero dei rifiuti provenienti da

apparecchiature elettriche ed elettroniche

• Decreto governativo 224/2004. (VII. 22.) sulla scelta del gestore dei rifiuti e sul

contratto di fornitura del servizio

• Decreto governativo 219/2004. (VII. 21.) sulla tutela delle acque sotterranee

(modificato dal decreto governativo 367/2004. (XII. 26.))

• Decreto governativo 180/2007. (VII. 3.) sul trasporto di rifiuti oltre i confini nazionali

• Decreto governativo 164/2003. (X. 18.) sugli obblighi legati al servizio informa-

zioni e al registro relativi ai rifiuti (modificato dal decreto governativo 313/2005.

(XII.25.))

• Decreto governativo 126/2003. (VIII. 15.) sui requisiti di contenuto dettagliati dei

piani di gestione dei rifiuti

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI44

• Decreto governativo 94/2002. (V. 5.) sulle norme dettagliate relative all’imballag-

gio e al trattamento dei rifiuti di imballaggio (modificato dal decreto governativo

195/2002. (IX. 6.))

• Decreto governativo 25/2002. (II. 27.) sul Programma Nazionale di Realizzazione

del drenaggio e della depurazione delle Acque reflue Urbane

• Decreto governativo 271/2001. (XII. 21.) sulla misura delle penalità relative alla

gestione dei rifiuti e sulle modalità di individuazione e imposizione (modificato dal

decreto governativo 313/2005. (XII.25.))

• Decreto governativo 241/2001. (XII.10.) sui compiti e le competenze del notaio in

termini di gestione dei rifiuti

• Decreto governativo 213/2001. (XI. 14.) sulle condizioni di compimento delle atti-

vità legate ai rifiuti urbani (modificato dal decreto governativo 364/2004. (XII. 26.))

• Decreto governativo 98/2001. (VI. 15.) sulle condizioni di svolgimento delle atti-

vità legate ai rifiuti pericolosi (modificato dal decreto governativo 192/2003. (XI.

26.), dal decreto governativo 340/2004. (XII.22.), nonché dal decreto governativo

313/2005. (XII.25.)

• Decreto governativo 50/2001. (IV. 3.) sulle norme relative all’utilizzazione agricola

e sulla gestione delle acque reflue e dei fanghi derivati dalle acque reflue (modi-

ficato dal decreto governativo 208/2003. (XII. 10.))

• Decreto governativo 64/2008. (III. 28.) sulle norme tecniche dettagliate relative

alla determinazione del costo di gestione dei rifiuti urbani

• Decreto governativo 241/2000. (XII. 23.) sulla scelta del gestore dei rifiuti e sul

contratto di fornitura del servizio (abrogato dal Decreto governativo 224/2004.

(VII.22.))

• Decreto governativo 101/1996. (VII. 12.) sul controllo del trasporto dei rifiuti peri-

colosi oltre i confini nazionali e sulla loro neutralizzazione, sulla pubblicazione

dell’Accordo firmato a Basilea il 22 marzo 1989

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 45

3 Fonti di finanziamento

3.1 finAnziAmentirelAtiviAiPeriodiPrecedentiilcicloProgettuAle2007-2013(fondidiPreAdesione,PiAnodisviluPPonAzionAlei)

Con l’approssimarsi dell’ingresso nell’Unione europea, anche per l’Ungheria sono diventate

accessibili le fonti di finanziamento che, con il loro aiuto, hanno dato modo di trasformare

radicalmente il sistema nazionale di gestione dei rifiuti inadeguato ai tempi e non conforme

alle norme relative alla tutela ambientale.

Alla svolta del Millennio l’Ungheria, ancora prima dell’adesione, aveva riscosso sovvenzioni

tramite i fondi di preadesione dell’Unione europea. Questo ha portato a un incremento delle

fonti, cosa che ha reso possibili i più importanti programmi di ricostruzione. In tale contesto,

oltre alla gestione delle acque inquinate, sono stati presi in considerazione i finanziamenti

rivolti soprattutto all’ammodernamento dei sistemi di gestione dei rifiuti solidi urbani, come

pure allo smaltimento delle discariche esistenti, in disuso sul piano tecnico e pericolose dal

punto di vista ambientale.

La base dei programmi partiti dal 2003 è stata preceduta da una stima (censimento) sulle

discariche realizzata nel 2002 grazie ai fondi PHARE, in cui sono state rilevate la colloca-

zione e la condizione tecnica di alcune discariche del Paese.3 In parte parallelamente alla

preparazione della stima, in parte appoggiandosi ai risultati da essa ottenuti, sono iniziati la

realizzazione dei sistemi di gestione dei rifiuti solidi urbani del territorio e gli investimenti per

lo sviluppo, prima con il fondo di preadesione ISPA, poi (dopo l’adesione all’Ue nel 2004)

con il sostegno del Fondo di Coesione (KA). Con l’ISPA e i fondi KA si è provveduto a soste-

nere in tutto 13 progetti di gestione regionale dei rifiuti.4

Oltre all’adempimento dei compiti più urgenti, conformemente alle aspettative dell’Unione

europea, l’Ungheria ha elaborato i documenti strategici che hanno definito i principali orien-

tamenti e propositi politici del Paese in termini di gestione dei rifiuti. Come risultato della

progettazione strategica nel 2003 ha visto la luce il primo Piano Nazionale di Gestione dei

Rifiuti che è stato seguito da ulteriori documenti progettuali. La definizione del quadro stra-

tegico è stata straordinariamente importante dal punto di vista del sistema di sostegno, dal

momento che in questo modo è stata creata la possibilità di concentrare i fondi nei settori

più importanti dal punto di vista degli obiettivi a livello nazionale.

3 Il capitolo 4.2.2. dello studio riassume i risultati dell’indagine.4 Il capitolo 4.2.5. dello studio contiene la presentazione dettagliata dei progetti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI46

Grazie a questo, a fianco ai progetti ISPA e KA, caratterizzati da uno svolgimento centraliz-

zato, sono stati creati anche i fondi, accessibili attraverso bandi di concorso, che il Paese ha

potuto utilizzare per la prima volta nel ciclo progettuale 2004-2006. Il Programma Operativo

per la Tutela Ambientale e l’Infrastruttura (KIOP)5 ha sostenuto lo sviluppo della tutela

dell’ambiente. Tramite il bando di concorso del KIOP è stata finanziata soprattutto la gestio-

ne dei flussi rilevanti di rifiuti, tra essi anche quella dei rifiuti di origine animale, quelli prove-

nienti da attività di demolizione delle costruzioni e quelli provenienti dal settore sanitario. I

bandi per il risarcimento dei danni ambientali, invece, si sono concentrati sulla riabilitazione

delle installazioni a carattere industriale e militare. Per la realizzazione dei progetti sono stati

stanziati in tutto quasi 51 milioni di euro all’interno del Programma Operativo.

3.2 ifondiPerlAtutelAAmbientAledelPiAnodisviluPPonuovAungheriA

Il Piano di Sviluppo Nuova Ungheria (ÚMFT) riunisce alcuni sviluppi realizzati con il cofinan-

ziamento dell’Unione europea relativamente al ciclo progettuale del periodo 2007-2013. Nel

corso dell’esecuzione dell’ÚMFT la tutela ambientale è stata oggetto di particolare attenzione.

In confronto al periodo 2004-2006, nel quale sono stati realizzati i progetti di tutela ambientale

e quelli di comunicazione nel quadro comune PO, nel periodo 2007-2013 è stato possibile

concentrarsi sulla progettazione del Programma Operativo per l’Ambiente e l’Energia (KEOP),

totalmente indipendente. I fondi utilizzabili in sette anni superano i 4,1 miliardi di euro.

Gli obiettivi di tutela ambientale dell’ÚMFT vengono realizzati soprattutto attraverso il KEOP

e, in piccola parte, tramite i Programmi Operativi Regionali che finanziano progetti a valenza

regionale (ROP, Ungheria sette NUTS II). I bandi di concorso del KEOP possono sostenere

le seguenti attività (in grassetto i finanziamenti relativi alla gestione dei rifiuti):

• Gestione dei rifiuti, gestione delle acque reflue e miglioramento della qualità

dell’acqua potabile (2.609,0 milioni di euro);

• Ricoltivazione delle discariche dei rifiuti solidi urbani, lavori di bonifica dei terre-

ni inquinati, progettazione relativa alla gestione delle acque (1.411,0 milioni di euro);

• Gestione del patrimonio naturale tutelato, scuola forestale (135,3 milioni di euro);

• Produzione di energia termica ed elettrica da fonti energetiche rinnovabili per il

soddisfacimento delle esigenze locali e per la produzione di energia elettrica (253,1

milioni di euro);

5 Il Programma Operativo (OP) è il documento di pianificazione degli sviluppi che si realizzano con i finanzia-menti dell’Unione europea e raccoglie i finanziamenti per lo sviluppo di un settore (per esempio: sviluppo dell’imprenditoria, tutela ambientale) ovvero di una regione.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 47

• Sostegno allo sfruttamento efficace dell’energia, energetica edilizia (154,4 milioni di euro);

• Stili di vita e consumi sostenibili (77,6 milioni di euro).

In base alle esperienze precedenti con il KEOP, somme rilevanti vengono destinate alla

preparazione del progetto. I fondi stanziati a questo scopo raggiungono i 197 milioni di euro.

La struttura a fini speciali dei bandi di concorso per il sostegno allo sviluppo della gestione

dei rifiuti solidi, rispetto al periodo 2004-2006, ha subito dei grandi cambiamenti nel KEOP,

conformemente alle esperienze precedenti e ai principi ispiratori dell’Unione. Tra gli sviluppi

prioritari del sistema di miglioramento dell’ambiente figura in primo piano il miglioramento delle

caratteristiche ambientali degli abitati, il cui fattore principale è la gestione dei rifiuti, ambito

nel quale l’obiettivo è il rispetto delle norme obbligatorie prescritte dall’Ue. I nuovi bandi di

concorso si concentrano in modo particolare sui sistemi di gestione dei rifiuti solidi. L’obiettivo

dei finanziamenti a breve termine (analogamente agli sviluppi ISPA precedenti il 2004) è lo svi-

luppo delle infrastrutture mancanti nel settore della tutela ambientale, mentre a lungo termine

il programma si concentra sulle soluzioni di prevenzione in materia di tutela ambientale con

la creazione di sistemi complessi. Per la ricoltivazione delle discariche attualmente esistenti,

obsolete, sono di nuovo accessibili dei fondi. Nello stesso tempo i progettisti hanno integrato

queste strutture di sostegno nei programmi fondamentali di tutela delle acque potabili.

Pubblicati ufficialmente nel quadro dei finanziamenti del periodo 2007-2013, i Programmi

Operativi dispongono di assi prioritari. In questo ambito (come nella prassi progettuale

ungherese) disponiamo di informazioni ufficiali solo in prospettiva biennale per quel che

riguarda i fondi stanziati da talune strutture di finanziamento.

3.2.1StrutturerilevantidegliappaltidelProgrammaOperativoperl’Energia

Nel quadro del KEOP due tipi di bandi di concorso legati ai rifiuti urbani sono stati pubbli-

cati nel periodo 2007-2010. L’obiettivo del primo tipo (analogamente ai precedenti progetti

ISPA e KA) è la creazione di sistemi territoriali complessi per la gestione dei rifiuti. Per la

costruzione e il funzionamento dei sistemi vengono create delle società che operano sotto

la responsabilità delle municipalità. Nell’ambito del KEOP esiste, inolte, la possibilità di

ricoltivazione di vecchie discariche chiuse. 1.500 discariche di rifiuti urbani di proprietà delle

municipalità hanno potuto essere oggetto di ricoltivazione.

In genere per la realizzazione dei progetti ci vogliono 2-3 anni, mentre il tempo medio per

la valutazione del concorso è di 6-9 mesi. È caratteristica comune di tali sovvenzioni il fatto

che il beneficiario debba assumersi l’onere del mantenimento ovvero di non alienazione nei

5 anni successivi alla realizzazione dell’appalto.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI48

I beneficiari dei bandi di concorso possono essere le municipalità o associazioni governa-

tive che, in modo conforme alla legge (CXXIX del 2003 sugli appalti pubblici), nominino

un esecutore per la realizzazione del progetto. Il 70-95% dei progetti sovvenzionati dalle

municipalità possono essere realizzati con fondi comunitari. Di seguito presentiamo alcune

strutture di bandi di concorso.

I finanziamenti vengono versati a posteriori. Le municipalità beneficiarie possono ottenere

finanziamenti solo al compimento dei lavori, dopo il controllo dei contratti e delle fatture che

certificano il compimento dell’opera.

3.2.1.1. KEOP-2009-1.1.1–Sviluppodeisistemidigestionedeirifiutisolidiurbani

Nel quadro della struttura di finanziamento, le municipalità (e gli associati) possono parte-

cipare alla gara e ottenere finanziamenti che vengono versati a posteriori. L’obiettivo del

bando di concorso è l’adozione di sistemi di gestione dei rifiuti, moderni, adatti anche alle

circostanze locali, differenziati nei loro aspetti tecnologici, al fine di raggiungere gli obiettivi

nazionali stabiliti dalle normative comunitarie. I finanziamenti cui viene dato luogo attraverso

i bandi si estendono alle infrastrutture per la raccolta differenziata, il riciclaggio dei rifiuti e le

operazioni di smaltimento in discarica.

Attività finanziabili:

• sviluppo di centri per il riciclaggio;

• sviluppo di infrastrutture per il compostaggio locale;

• sensibilizzazione della popolazione;

• raccolta differenziata dei rifiuti domestici, realizzazione delle infrastrutture a essa

finalizzate;

• selezione dei rifiuti raccolti, realizzazione delle infrastrutture a essa finalizzate;

• utilizzazione dei rifiuti biologici differenziati presenti nel programma (compostag-

gio, compostaggio locale), realizzazione delle infrastrutture a essa finalizzate;

• pretrattamento dei rifiuti biologici, realizzazione delle infrastrutture a esso finaliz-

zate (MBH, pretrattamento meccanico);

• utilizzazione a fini energetici, realizzazione delle infrastrutture a essa finalizzate;

• smaltimento in discarica, realizzazione delle infrastrutture a esso finalizzate;

• ammodernamento delle discariche esistenti;

• trasbordo dei rifiuti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 49

Nel quadro del bando è possibile richiedere finanziamenti solo per la gestione dei rifiuti

solidi urbani. Per il trattamento dei rifiuti originati da attività di demolizione delle costruzioni

o industriali non sono previsti finanziamenti.

Il bando può contribuire al finanziamento nella misura massima del 70%, il resto deve esse-

re garantito dalle municipalità interessate o dalle loro associate. La somma ottenibile a titolo

di finanziamento va da 100 milioni a 35 miliardi di fiorini. Per la presentazione dei bandi

c’è tempo fino al 2010, ovvero fino all’esaurimento dei fondi; i bandi presentati vengono

valutati due volte al mese. La somma limite disponibile per la realizzazione dei progetti è di

85,5 miliardi di fiorini nel periodo 2009-2010.6 Nell’ambito del bando è possibile chiedere

finanziamenti anche per la preparazione del progetto. Per la preparazione (progettazione,

preparazione degli Studi di Fattibilità e delle Analisi dei Costi e Ricavi) il bando stabilisce

in percentuale la misura dei fondi disponibili per sostenere gli investimenti, la somma può

raggiungere anche i 4-500 milioni di fiorini.

La struttura dei bandi di finanziamento è quella pubblicata dal KEOP – 1.1.1. nel 2007,

quella attuale ne è la continuazione. Le fonti vincolate possono riguardare i bandi del 2007

e del 2009. Finora due domande di concorso sono state inoltrate per un finanziamento tota-

le richiesto di 19,6 miliardi di fiorini. Entrambe dispongono di contratto valido, il loro valore

totale è di 18,3 miliardi di fiorini.7

Nel bando di concorso non viene definito il numero di domande che possono usufruire

del finanziamento, soprattutto perché il finanziamento richiesto si muove tra margini inso-

litamente grandi. Sulla base delle nostre conoscenze, nel quadro della struttura, possono

ottenere finanziamenti dai sette ai nove programmi complessi. Contemporaneamente, sulla

base delle nostre conoscenze, ci sono attualmente sette progetti in fase di dettagliata pro-

gettazione tecnica: Duna-Vértes, Galgahévíz, Homokháti, Kaposmenti, Körös-szögi, Közép-

Duna e Hernád Völgye.

3.2.1.2 KEOP-2009-2.3.0–Realizzazionedeiprogrammidiricoltivazionealivelloterrito-

rialedellediscarichedeirifiutisolidiurbani

L’obiettivo della struttura è la ricoltivazione, a livello territoriale, delle discariche di rifiuti soli-

di che costituiscono un pericolo permanente per l’ambiente e la popolazione, non chiuse a

norma ovvero abbandonate in quanto vecchie. Obiettivo del bando è – come continuazione

6 Il capitolo 4.3.2. contiene la descrizione dettagliata dei progetti vincenti. I dati provengono dagli attuali bandi ufficiali, che in questo senso riscrivono i numeri resi noti nel Piano di azione. Il Piano di azione è essenzial-mente il documento progettuale che contiene i dati ufficiali da intendersi a livello progettuale.

7 I dati sono stati ricavati sulla base della versione attuale dell’EMIR (Sistema Unitario di Monitoraggio e Infor-mazione) il 20 ottobre 2009.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI50

del programma ISPA – lo sviluppo di discariche con i fondi di ricoltivazione avanzati.

Possono partecipare, nel quadro della struttura, le municipalità e le loro associate (società

commerciali, come esecutrici). Nel corso di questo processo le municipalità ottengono finan-

ziamenti a posteriori.

Attività finanziabili:

• sicurezza del sito, sovrastrutture, demolizione di edifici, sistemazione del terreno;

• realizzazione di opere di ricoltivazione e attività necessarie per il trattamento ulte-

riore: sistema di scolo delle acque reflue, ricoltivazione degli strati, realizzazione

di un sistema di smaltimento, liquidazione delle discariche;

• attività necessarie per il trattamento finale di ricoltivazione.

L’erogabilità dei finanziamenti è del 100%, la somma che si può ottenere è compresa fra

650 milioni e 10 miliardi di fiorini. Per la presentazione del progetto c’è tempo fino alla fine

del 2010, ovvero fino all’esaurimento dei fondi; le domande di concorso presentate vengono

esaminate due volte al mese.8

Per la realizzazione dei progetti è disponibile la somma limite di 58,4 miliardi di fiorini nel 2009-

2010. Secondo i dati dell’organizzazione preposta, sono arrivate 18 domande di concorso per

una richiesta totale di finanziamento pari a 50,2 miliardi di fiorini; cinque di esse hanno finora

ricevuto un parere favorevole per la somma di 25,3 miliardi di fiorini, ovvero in tre casi è stato

possibile firmare un contratto di finanziamento per la somma totale di 19,8 miliardi di fiorini.9

È possibile partecipare al concorso per i finanziamenti KEOP-2.3.0 in due fasi. Possono

prendere parte a questa fase solo quei progetti che hanno concorso con successo alla

prima fase (preparazione) nel 2008. Secondo le informazioni dell’ente erogatore, l’ammon-

tare totale dei progetti vincitori (preparazione) ha già raggiunto la quota da stanziare per il

programma relativamente al periodo 2007-2013. Richiamiamo tuttavia l’attenzione sul fatto

che la quota limite di finanziamento del programma può essere aumentata.

8 La fonte dei dati è il bando di concorso dell’ottobre 2009.9 I dati rispecchiano la situazione dell’EMIR del 20 ottobre 2009. I dati sono cumulativi, quindi, per esempio, per

3 dei 5 progetti che hanno ottenuto dei finanziamenti, è già stato stipulato il contratto. Nel capitolo 4.3.2. si può trovare la lista dei progetti che hanno ottenuto un finanziamento.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 51

3.2.1.3. KEOP-2009-6.1.0–Campagneperpromuovereunostiledivitasostenibile

erelativicomportamenti(sensibilizzazione,informazione,formazione)

Obiettivo del programma è la diffusione di uno stile di vita sostenibile e di comportamenti

tipo a esso legati con l’aiuto di strumenti relativi all’informazione (campagne, collaborazioni

collettive). Tra gli obiettivi del programma figura la diffusione della gestione consapevole dei

rifiuti (risparmio di materiali, raccolta differenziata). Sono attività finanziabili:

• Organizzazione di serie di manifestazioni;

• Progettazione di campagne;

• Creazione di reti di consulenza;

• Beni immateriali, strumenti, spese di carattere materiale e personale legate a

questi aspetti.

Oltre all’erogabilità massima di finanziamento del 95%, a seconda dell’attività realizzata, si

possono ottenere finanziamenti per somme comprese fra 3 milioni e 200 milioni di fiorini.

Per la realizzazione dei progetti è disponibile la somma limite di 3 miliardi di fiorini per il

2009-2010. Per la presentazione delle domande c’è tempo fino alla fine del 2010, ovvero

fino all’esaurimento dei fondi; le domande presentate vengono esaminate due volte al mese.

Secondo i dati a nostra disposizione fino a questo momento sono pervenute 174 domande

per una richiesta di finanziamento complessiva di 2,9 miliardi di fiorini; in 86 (di 174) casi è

stato firmato un contratto effettivo di finanziamento per un valore di 777 milioni di fiorini. In

tutto è stato pianificato il finanziamento di quasi 250 domande.

3.2.2.PresentazionedellestrutturepubblicatenelquadrodeiProgrammiOperativiRegionali

Nel quadro dei Programmi Operativi Regionali viene data la possibilità di finanziamento per

la razionalizzazione e la ricoltivazione nell’ambito della gestione dei rifiuti a livello locale

e microterritoriale. I ROP finanziano progetti significativi a livello regionale o locale che, a

causa delle loro piccole dimensioni, non partecipano ai finanziamenti KEOP.

Nel quadro degli appalti si possono finanziare le discariche di rifiuti urbani solidi e liquidi, la

realizzazione di progetti di ricoltivazione a livello locale dei depositi delle carcasse animali

(demolizione, preparazione, opere e mantenimento della ricoltivazione, investimenti relativi

a utenze nel campo, preparazione di progetti di ricoltivazione), e anche la creazione delle

condizioni infrastrutturali per la raccolta differenziata dei rifiuti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI52

In tutto i fondi disponibili per il programma ammontano a 4,3 miliardi di fiorini. La somma

limite del concorso, l’entità del finanziamento, la sua erogabilità e i limiti di tempo per la pre-

sentazione variano a seconda delle regioni sulla base della tabella sottostante:

Le gare d’appalto dei Programmi Regionali Operativi sono state pubblicate solo all’inizio di

ottobre 2009. Attualmente non sono disponibili informazioni sui finanziamenti a esse legate.

Nei Programmi Operativi a espletamento regionale questa è la seconda volta che vengono

bandite gare d’appalto, la prima volta è stata nel 2007. Esse non sono state bandite in

tutte le regioni (sono state escluse, per esempio, il Transdanubio Centrale e la Regione

della Pianura Meridionale). La tabella mostra che la Regione della Pianura Settentrionale

destina una somma particolarmente alta al finanziamento del programma. In definitiva

si può affermare che nei programmi operativi regionali sono ancora disponibili fondi non

vincolati. Il loro ammontare, al tempo stesso, è notevolmente più basso che nel caso degli

appalti del KEOP.

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DAOP-2009-

5.2.1.E

Ricoltivazione di discariche di rifiuti urbani

505 milioni 910-100 milioni

90%05-12-2009 30-04-2010

ÉAOP-2009-

5.1.2.C

Discariche di rifiuti urbani solidi e liquidi

1,76 miliardi

285-250 milioni

90%15-12-2009 30-04-2010

KDOP-2009-

4.1.1.B

Discariche di rifiuti solidi urbani, ricoltivazione

di discariche da bacino terroso destinate

a rifiuti liquidi urbani

800 milioni 810-200 milioni

85%15-12-200930-04-2010

KMOP-2009-3.3.2

Ricoltivazione di discariche di rifiuti urbani

847 milioni 1010-100 milioni

90%15-12-2009 22-03-2010

NYDOP-2009-

4.1.1.C

Realizzazione di programmi di ricoltivazione a livello

locale e microterritoriale

450 milioni 610-400 milioni

90%15-12-2009 12-02-2010

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 53

3.3 finAnziAmentiAldifuoridelPiAnodisviluPPonuovAungheriA(Úmft)

3.3.1 IlprogrammaLIFE+

LIFE è lo strumento finanziario che sostiene i progetti di tutela ambientale e naturale dell’Unio-

ne europea (contrariamente all’ÚMFT, coordinato in Ungheria) sotto la direzione del DG

Environment. Il programma è iniziato nel 1992, dal quarto ciclo di spesa in poi serve gli obiettivi

di tutela ambientale dell’Unione europea. Il programma LIFE+, attualmente in vigore, funziona

per il periodo 2007-2013, l’Ungheria vi ha preso parte come paese membro a pieno diritto.

LIFE+ si basa su tre elementi:

• Natura e biodiversità;

• Politica e gestione della tutela ambientale;

• Informazione e comunicazione.

Come i programmi comunitari, in generale, il LIFE+ finanzia progetti innovativi, tecnologici,

istituzionali o che contengano novità sul piano della politica specifica. Nello stesso tempo il

decreto LIFE dichiara che le misure finanziate dal programma non possono ottenere finan-

ziamenti da altri strumenti comunitari, così attraverso i Programmi Operativi si esclude il

cofinanziamento dei progetti LIFE.

Secondo l’ordine di espletamento delle pratiche LIFE, la Commissione rende pubblici gli

annunci degli appalti annuali e sceglie i progetti sulla base degli obiettivi e dei criteri stabiliti

nel Decreto. Il bando di concorso del 2009 è stato pubblicato il 15 maggio e c’è stato tempo

fino alla metà di settembre per l’elaborazione dei progetti. Il limite annuale del finanziamen-

to, relativamente ad alcuni stati membri dell’Ue, è di 250 milioni di euro. La Commissione

stabilisce la somma indicativa a disposizione per alcuni stati membri partecipanti. Per l’Un-

gheria, nel 2009, la somma era di quasi 6,2 milioni di euro.

I progetti di gestione dei rifiuti appartengono all’ambito LIFE “Politica e gestione della tutela

ambientale”. Questo tipo di progetto prevede cofinanziamenti per il 50%. In passato, con il finan-

ziamento del programma, anche in Ungheria si sono realizzati progetti relativi alla gestione dei

rifiuti: soprattutto questi hanno introdotto procedimenti innovativi nella gestione di determinati tipi di

rifiuti (rifiuti elettronici, polistirolo, rifiuti di origine agricola). In tema di gestione dei rifiuti, nel 2009,

è stato possibile presentare domande di concorso per la realizzazione dei seguenti obiettivi:

• Creazione e attuazione di una politica specifica per assicurare la gestione soste-

nibile delle fonti di energia naturale, dei rifiuti e della loro utilizzazione;

• Miglioramento delle prestazioni ecologiche dei prodotti, delle abitudini sostenibili

di produzione e di consumo, della prevenzione nella formazione dei rifiuti;

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI54

• Miglioramento del riciclaggio e del reimpiego dei rifiuti;

• Contributo alla prevenzione della formazione dei rifiuti e all’efficace applicazione

della strategia di riciclaggio dei rifiuti.

3.3.2 Bandidiconcorsoperl’accessoaifinanziamentidomestici

3.3.2.1 Liquidazionedellediscaricheabusive

Anche nel 2009 il Ministero della Tutela Ambientale ha pubblicato bandi di concorso per la

liquidazione delle discariche di rifiuti abusive, per i quali occorreva presentare domanda entro

maggio 2009. Nell’ambito del bando era possibile chiedere finanziamenti per la liquidazione

di rifiuti abbandonati o depositati abusivamente sul suolo pubblico. Con tali fondi erano finan-

ziabili anche le campagne di sensibilizzazione per modificare il comportamento di coloro che

abbandonano i rifiuti, nonché le campagne volte ad ostacolare la riproduzione delle discariche.

Il bando è stato pubblicato per complessivi 86 milioni di fiorini. Si poteva richiedere un finan-

ziamento massimo di 3 milioni di fiorini, pari all’80% delle spese; il restante 20% doveva

essere garantito dai partecipanti. Il bando era aperto alle municipalità e alle organizzazioni

senza fini di lucro. Il fondo finanziava le seguenti attività:

• Liquidazione di discariche di rifiuti abusive;

• Rimozione e utilizzazione dei rifiuti raccolti;

• Smaltimento presso discariche abilitate durante la realizzazione del programma.

In base a quanto comunicato dal ministero, il bando verrà pubblicato anche nel 2010 senza

rilevanti modifiche.

Anche nel 2009 il Ministero della Tutela Ambientale e delle Acque ha pubblicato il bando di

concorso “Fondi verdi”, per un ammontare complessivo di 150 milioni di fiorini di finanzia-

mento. Nel quadro del bando (insieme a numerosi altri temi relativi alla tutela ambientale)

era possibile chiedere fondi per progetti legati alla gestione dei rifiuti entro un limite massimo

di 4 milioni di fiorini. Possono partecipare al concorso le associazioni a fini sociali e le fon-

dazioni registrate in Ungheria e create con fini di tutela dell’ambiente e della natura. Il fondo

finanziava le spese nella misura del 100%.

In base a quanto comunicato dal ministero, il bando verrà pubblicato anche nel 2010 senza

rilevanti modifiche.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 55

4 PRESENTAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

4.1 flussidirifiuti

4.1.1 Formazionedeirifiuti–analisi

In Ungheria, dalla svolta del Millennio, la quantità dei rifiuti che si formano mostra una ten-

denza alla diminuzione (v. Fig. 3), dovuta alla riduzione della quantità di rifiuti provenienti

dalla produzione. Questo processo è in armonia con il riordino sperimentato negli ultimi

decenni in modo rilevante nei settori produttivi: è diminuito in modo notevole il ruolo dei set-

tori che risultano essere tradizionalmente grossi produttori di rifiuti (per esempio le miniere).

È cresciuto, invece, quello dei settori che presuppongono una maggiore consapevolezza

tecnologica, che esigono meno materie prime e producono meno rifiuti. Nonostante questa

tendenza – favorevole dal punto di vista della gestione dei rifiuti – possiamo dire che, nel

campo della prevenzione dei rifiuti nei settori produttivi, ci sono da compiere ancora dei

passi avanti. [1.]

Figura 3: Quantità totale di rifiuti prodotti (Fonte: KvVM)

I dati dell’Ufficio di Statistica della Commissione Europea (poi: Eurostat) nel 2004 (24,6

milioni di tonnellate) e nel 2006 (22,3 milioni di tonnellate) sull’intera quantità di rifiuti prodotti

in Ungheria sostengono parimenti il calo delle quantità che si può riscontrare nel diagramma

riprodotto sopra. [2.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 53

4 PRESENTAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

4.1 FLUSSI DI RIFIUTI

4.1.1 Formazione dei rifiuti – analisi

In Ungheria, dalla svolta del Millennio, la quantità dei rifiuti che si formano mostra una tendenza alla

diminuzione (v. Fig. 3), dovuta alla riduzione della quantità di rifiuti provenienti dalla produzione.

Questo processo è in armonia con il riordino sperimentato negli ultimi decenni in modo rilevante nei

settori produttivi: è diminuito in modo notevole il ruolo dei settori che risultano essere tradizionalmente

grossi produttori di rifiuti (per esempio le miniere). È cresciuto, invece, quello dei settori che

presuppongono una maggiore consapevolezza tecnologica, che esigono meno materie prime e

producono meno rifiuti. Nonostante questa tendenza – favorevole dal punto di vista della gestione dei

rifiuti – possiamo dire che, nel campo della prevenzione dei rifiuti nei settori produttivi, ci sono da

compiere ancora dei passi avanti. [1.]

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5

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20

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2004 2005 2006 2007 2008

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Figura 3: Quantità totale di rifiuti prodotti

(Fonte: KvVM)

I dati dell’Ufficio di Statistica della Commissione Europea (poi: Eurostat) nel 2004 (24,6 milioni di

tonnellate) e nel 2006 (22,3 milioni di tonnellate) sull’intera quantità di rifiuti prodotti in Ungheria

sostengono parimenti il calo delle quantità che si può riscontrare nel diagramma riprodotto sopra. [2.]

Nel presente studio la classificazione si basa sulla tipologia dei rifiuti adottata generalmente in

Ungheria ai fini della pianificazione della gestione dei rifiuti. La figura 4 illustra il rapporto tra i diversi

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI56

Nel presente studio la classificazione si basa sulla tipologia dei rifiuti adottata generalmente

in Ungheria ai fini della pianificazione della gestione dei rifiuti. La figura 4 illustra il rapporto

tra i diversi flussi e i gruppi di rifiuti. È opportuno richiamare l’attenzione sul flusso dei rifiuti

di imballaggio, evidenziato in azzurro nella figura, una parte rilevante del quale appartiene

anche ai rifiuti biodegradabili. La figura illustra anche a quale ambito di responsabilità fanno

capo i diversi flussi di rifiuti. L’oggetto primario del presente studio – i rifiuti solidi urbani (in

seguito TSZH) - è di competenza in parte delle municipalità, in parte (per quel che riguarda

i rifiuti di imballaggio) del fabbricante.

Figura 4: Sistematizzazione dei rifiuti prodotti secondo aree di responsabilità

(Fonte: studio alla base del Secondo OHT)

Le circostanze che influenzano la raccolta dei rifiuti in Ungheria – paragonate a quelle dei 15

paesi dell’Ue – non sono completamente date. Di conseguenza le previsioni per il futuro sono

gravate da notevole incertezza. Il presente studio è basato - tra le numerose previsioni a dispo-

sizione, talvolta in contraddizione l’una con l’altra, sulla formazione di rifiuti prevista in avvenire,

soprattutto nel periodo 2009-2014 – sul Secondo Piano Nazionale di Gestione dei rifiuti (in segui-

to OHT) non ancora approvato dal Parlamento, attualmente oggetto di concertazione sociale.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 54

flussi e i gruppi di rifiuti. È opportuno richiamare l’attenzione sul flusso dei rifiuti di imballaggio,

evidenziato in azzurro nella figura, una parte rilevante del quale appartiene anche ai rifiuti

biodegradabili. La figura illustra anche a quale ambito di responsabilità fanno capo i diversi flussi di

rifiuti. L’oggetto primario del presente studio – i rifiuti solidi urbani (in seguito TSZH) - è di competenza

in parte delle municipalità, in parte (per quel che riguarda i rifiuti di imballaggio) del fabbricante.

Figura 4: Sistematizzazione dei rifiuti prodotti secondo aree di responsabilità (Fonte: studio alla base del Secondo OHT)

Le circostanze che influenzano la raccolta dei rifiuti in Ungheria – paragonate a quelle dei 15 paesi

dell’Ue – non sono completamente date. Di conseguenza le previsioni per il futuro sono gravate da

notevole incertezza. Il presente studio è basato - tra le numerose previsioni a disposizione, talvolta in

contraddizione l’una con l’altra, sulla formazione di rifiuti prevista in avvenire, soprattutto nel periodo

2009-2014 – sul Secondo Piano Nazionale di Gestione dei rifiuti (in seguito OHT) non ancora

approvato dal Parlamento, attualmente oggetto di concertazione sociale.

4.1.2 Rifiuti urbani

4.2.2.1 Rifiuti solidi urbani – introduzione

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 57

4.1.2 Rifiutiurbani

4.1.2.1 Rifiutisolidiurbani–introduzione

In accordo con le prescrizioni della normativa rientrano nella categoria dei TSZH i seguenti

tipi di rifiuti:

• I rifiuti domestici: rifiuti solidi non considerati pericolosi che vengono prodotti nella

vita di tutti i giorni dalle persone negli appartamenti, come pure nei luoghi di ripo-

so, villeggiatura e negli spazi comuni dei condomini, anche nelle istituzioni

• I rifiuti degli spazi comuni: rifiuti solidi non classificabili come pericolosi, originati

in spazi comuni e verdi, come pure

• Rifiuti simili per caratteristiche e composizione a quelli domestici: rifiuti solidi non

classificabili come pericolosi, originati da attività di imprese economiche

Il tema principale del presente studio è la gestione dei TSZH. Inoltre, la base di alcune parti

dello studio, a partire dal capitolo 4.2, è costituita dalle informazioni sulla formazione e sulla

composizione dei flussi TSZH. Tali informazioni saranno trattate più dettagliatamente nei

capitoli seguenti sia per una maggiore leggibilità sia per motivi di spazio.

4.1.2.2 Rifiutiliquidiurbaniefangoprovenientedaacquereflue

Sono definiti rifiuti liquidi urbani (in seguito TFH) le acque di scolo divenute rifiuti urbani prodotti

dall’attività umana negli immobili, ovvero i liquidi diventati rifiuti gestibili, simili per caratteristiche

e composizione, che non vengono drenati, non vengono emessi nella rete delle condutture

di acque di scolo, ovvero non sono coinvolti nei processi di bonifica delle acque di scolo. In

Ungheria la percentuale di canalizzazione – grazie alla realizzazione del Programma Nazionale

di Sviluppo del Drenaggio delle Acque Reflue – aumenta di continuo. Attualmente in tutto il

Paese quasi il 67% delle acque reflue viene canalizzato dal servizio pubblico. Solo pochi impianti

minori di canalizzazione delle acque reflue sono apparsi sul territorio del Paese. Di conseguenza

il TFH costituisce un flusso elevato di rifiuti. In molti luoghi - a causa dei raccoglitori costruiti nel

sistema di essiccazione - solo per una piccola parte degli immobili privi di canalizzazione viene

realizzato il trasporto sistematico e regolare dei TFH, ossia il drenaggio di acque reflue.

Non sono disponibili i dati riguardanti la quantità di TFH prodotti, dal momento che una parte

considerevole dei TFH prodotti e portati via dai collettori delle fogne sono stati collocati in modo

non conforme alla normativa. Secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica (in seguito KSH)

la quantità di TFH trasportata nel 2003 in modo conforme alla normativa sulle acque di scolo

urbane, è stata di quasi 2,5 milioni di m3. Tra i compiti principali dei prossimi anni ci sarà la solu-

zione dei problemi legati alla raccolta non compatibile, al drenaggio e al deposito illegali dei TFH.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI58

4.1.3 Flussidirifiutinonpericolosidatrattareseparatamente

4.1.3.1 Rifiutidiimballaggio

L’Ue destina notevole attenzione ai rifiuti di imballaggio10. Nella prescrizione attualmente

in vigore riguardante il raggiungimento di determinate proporzioni di riciclaggio, l’Ungheria

ha ottenuto una dilazione fino al 2012. In questo senso entro il 2012 si deve raggiungere a

livello nazionale la percentuale del 60% in termini di riciclaggio di rifiuti di imballaggio, di cui

è necessario riciclare “in materia” il 55% 11. Costituisce un ulteriore obbligo entro il 2015 la

realizzazione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti nel caso delle frazioni di carta,

metallo, plastica e vetro. Inoltre, entro il 2020, occorre aumentare l’impegno per il riciclaggio

e per il reimpiego - come minimo del 50% - dei rifiuti domestici della carta, del metallo, della

plastica e del vetro e dei rifiuti simili originati da altre fonti.[1.]

Anche il Primo OHT ha già raggruppato (relativamente al periodo 2003-2008) i rifiuti di

imballaggio tra i flussi di materie e rifiuti da trattare separatamente rispettando la percen-

tuale del 3,6% della quantità totale di rifiuti prodotti e il ritmo dinamico (v. Fig. 5) di crescita

della quantità prodotta (quasi il 2% all’anno).

Fig. 5: Quantità di rifiuti di imballaggio (Fonte: Öko-Pannon Kht.)

10 I rifiuti di imballaggio sono un rivestimento provvisorio e destinato a diventare rifiuto prodotto nel corso del processo di imballaggio con l’uso di materiali da imballaggio, strumenti da imballaggio, materiali ausiliari da imballaggio.

11 Il riciclaggio della “materia in sé” dei rifiuti generati significa ritorno alla materia prima secondaria o elabora-zione effettiva nella forma di materia prima di un componente, contrariamente al riciclaggio energetico, nel cui caso avviene il recupero del contenuto energetico dei rifiuti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 56

4.1.3 Flussi di rifiuti non pericolosi da trattare separatamente

4.2.3.1 Rifiuti di imballaggio

L’Ue destina notevole attenzione ai rifiuti di imballaggio10

. Nella prescrizione attualmente in vigore

riguardante il raggiungimento di determinate proporzioni di riciclaggio, l’Ungheria ha ottenuto una

dilazione fino al 2012. In questo senso entro il 2012 si deve raggiungere a livello nazionale la

percentuale del 60% in termini di riciclaggio di rifiuti di imballaggio, di cui è necessario riciclare “in

materia” il 55% 11

. Costituisce un ulteriore obbligo entro il 2015 la realizzazione del sistema di raccolta

differenziata dei rifiuti nel caso delle frazioni di carta, metallo, plastica e vetro. Inoltre, entro il 2020,

occorre aumentare l’impegno per il riciclaggio e per il reimpiego - come minimo del 50% - dei rifiuti

domestici della carta, del metallo, della plastica e del vetro e dei rifiuti simili originati da altre fonti.[1.]

Anche il Primo OHT ha già raggruppato (relativamente al periodo 2003-2008) i rifiuti di imballaggio tra

i flussi di materie e rifiuti da trattare separatamente rispettando la percentuale del 3,6% della quantità

totale di rifiuti prodotti e il ritmo dinamico (v. Fig. 5) di crescita della quantità prodotta (quasi il 2%

all’anno).

0

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2004 2005 2006 2007 2008

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Fig. 5: Quantità di rifiuti di imballaggio

(Fonte: Öko-Pannon Kht.) Lo strumento economico e normativo elaborato per prevenire la formazione dei rifiuti di imballaggio e

per facilitarne il riciclaggio è il sistema della tassa sul prodotto. In Ungheria gli strumenti e i materiali

da imballaggio dal 1996 rientrano nell’ambito della tassa sul prodotto. Inoltre dal 2003 bisogna pagare

la tassa sul prodotto in base all’imballaggio. Secondo il principio per il quale “chi inquina paga”12

,

l’obbligo del pagamento spetta a chi introduce per primo il prodotto imballato nel circuito domestico.

10

I rifiuti di imballaggio sono un rivestimento provvisorio e destinato a diventare rifiuto prodotto nel corso del processo di imballaggio con l'uso di materiali da imballaggio, strumenti da imballaggio, materiali ausiliari da imballaggio. 11 Il riciclaggio della "materia in sé" dei rifiuti generati significa ritorno alla materia prima secondaria o elaborazione effettiva

nella forma di materia prima di un componente, contrariamente al riciclaggio energetico, nel cui caso avviene il recupero del contenuto energetico dei rifiuti. 12

In base al principio per il quale “chi inquina paga” il produttore dei rifiuti, il proprietario/detentore o il fabbricante di prodotti

diventati rifiuti hanno l’obbligo di sostenere i costi di gestione dei rifiuti o dello smaltimento degli stessi.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 59

Lo strumento economico e normativo elaborato per prevenire la formazione dei rifiuti di

imballaggio e per facilitarne il riciclaggio è il sistema della tassa sul prodotto. In Ungheria gli

strumenti e i materiali da imballaggio dal 1996 rientrano nell’ambito della tassa sul prodot-

to. Inoltre dal 2003 bisogna pagare la tassa sul prodotto in base all’imballaggio. Secondo

il principio per il quale “chi inquina paga”12, l’obbligo del pagamento spetta a chi introduce

per primo il prodotto imballato nel circuito domestico. Quindi, nel caso dei rifiuti la tassa sul

prodotto figura, nel bilancio dei gestori, come costo di riciclaggio. La diminuzione delle spese

del costo di riciclaggio è di interesse economico, mentre la prevenzione della formazione dei

rifiuti e l’incremento della percentuale di riciclaggio sono essenzialmente di interesse socia-

le. Esistono organizzazioni di coordinamento di pubblica utilità il cui compito è far sì che le

attività dei gestori dei prodotti imballati e dei rifiuti avvengano in modo armonico nell’ambito

del sistema contrattuale. Le organizzazioni di coordinamento si assumono – in base a un

contratto - l’onere della tassa sul prodotto altrimenti spettante alla società con l’obbligo di

riciclaggio. Per la copertura dei costi relativi alla raccolta differenziata e al riciclaggio l’or-

ganizzazione di coordinamento percepisce dai partner a contratto la tassa per la licenza,

che è più bassa della tassa sul prodotto relativa alla data categoria di rifiuti. Nella figura che

segue si può constatare il ruolo dell’organizzazione di coordinamento e il suo inserimento

nel sistema della gestione dei rifiuti.

Fig. 6: Il ruolo delle organizzazioni di coordinamento

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 57

Quindi, nel caso dei rifiuti la tassa sul prodotto figura, nel bilancio dei gestori, come costo di

riciclaggio. La diminuzione delle spese del costo di riciclaggio è di interesse economico, mentre la

prevenzione della formazione dei rifiuti e l’incremento della percentuale di riciclaggio sono

essenzialmente di interesse sociale. Esistono organizzazioni di coordinamento di pubblica utilità il cui

compito è far sì che le attività dei gestori dei prodotti imballati e dei rifiuti avvengano in modo armonico

nell’ambito del sistema contrattuale. Le organizzazioni di coordinamento si assumono – in base a un

contratto - l’onere della tassa sul prodotto altrimenti spettante alla società con l’obbligo di riciclaggio.

Per la copertura dei costi relativi alla raccolta differenziata e al riciclaggio l’organizzazione di

coordinamento percepisce dai partner a contratto la tassa per la licenza, che è più bassa della tassa

sul prodotto relativa alla data categoria di rifiuti. Nella figura che segue si può constatare il ruolo

dell’organizzazione di coordinamento e il suo inserimento nel sistema della gestione dei rifiuti.

In Ungheria funzionano numerose organizzazioni di coordinamento: di esse si parlerà più

dettagliatamente nel paragrafo 4.4.4. La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio da parte della

popolazione e il loro riciclaggio sono realizzati nella misura di quasi il 70% dall’organizzazione di

coordinamento Öko-Pannon.[3.] La Öko-Pannon è stata creata, alla fine del 1996, da 35 grandi

imprese ungheresi con una presenza significativa sul mercato.

UE

Stato

Emittente Organizzazione di

coordinamento

Popolazione

Raccoglitori,

utilizzatori

Obbligo di rapportare

Obbligo di rapportare Esenzione dalla tassa sul prodotto

Tassa per la licenza

Assunzione dell’obbligo di riciclaggio

Informazione, istruzione

Assunzione di altri oneri

12 In base al principio per il quale “chi inquina paga” il produttore dei rifiuti, il proprietario/detentore o il fabbri-cante di prodotti diventati rifiuti hanno l’obbligo di sostenere i costi di gestione dei rifiuti o dello smaltimento degli stessi.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI60

In Ungheria funzionano numerose organizzazioni di coordinamento: di esse si parlerà più

dettagliatamente nel paragrafo 4.4.4. La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio da

parte della popolazione e il loro riciclaggio sono realizzati nella misura di quasi il 70% dall’or-

ganizzazione di coordinamento Öko-Pannon.[3.] La Öko-Pannon è stata creata, alla fine del

1996, da 35 grandi imprese ungheresi con una presenza significativa sul mercato.

Se un’impresa non aderisce a un’organizzazione di coordinamento, deve risolvere da sé i

problemi relativi alla gestione della percentuale di riciclaggio dei rifiuti prescritta.

Parte rilevante dei rifiuti dell’imballaggio oggetto di raccolta differenziata è attualmente origi-

nata da ambienti industriali, istituzionali e commerciali (v. Fig. 7). Un ulteriore miglioramento

delle percentuali di riciclaggio è possibile soprattutto concentrando le forze sulla raccolta

differenziata dei rifiuti domestici. Ai fini del raggiungimento di una migliore percentuale di

riciclaggio – al contrario del metodo di raccolta dei rifiuti tramite isole ecologiche ancora

mediamente diffuso rispetto alla raccolta differenziata degli stessi – si potrebbe operare

creando condizioni adeguate al sistema di raccolta porta a porta specialmente nel caso di

frazioni di carta, plastica e metallo.

Fig. 7: Quantità di rifiuti di imballaggio raccolti differenziatamente

(Fonte: Öko-Pannon Kht.)

Secondo lo studio di base del Secondo OHT per la fine del 2009 – compatibilmente con

la recessione economica – il ritmo di crescita annuale della quantità di rifiuti di imballaggio

dovrebbe ridursi dal 2% all’1%, poi – probabilmente dal 2012 –si avvicinerà di nuovo al 2%

(v. Fig. 8).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 58

Se un’impresa non aderisce a un’organizzazione di coordinamento, deve risolvere da sé i problemi

relativi alla gestione della percentuale di riciclaggio dei rifiuti prescritta.

Parte rilevante dei rifiuti dell’imballaggio oggetto di raccolta differenziata è attualmente originata da

ambienti industriali, istituzionali e commerciali (v. Fig. 7). Un ulteriore miglioramento delle percentuali

di riciclaggio è possibile soprattutto concentrando le forze sulla raccolta differenziata dei rifiuti

domestici. Ai fini del raggiungimento di una migliore percentuale di riciclaggio – al contrario del

metodo di raccolta dei rifiuti tramite isole ecologiche ancora mediamente diffuso rispetto alla raccolta

differenziata degli stessi – si potrebbe operare creando condizioni adeguate al sistema di raccolta

porta a porta specialmente nel caso di frazioni di carta, plastica e metallo.

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Fonti industriali/commerciali Fonti domestiche

Fig. 7: Quantità di rifiuti di imballaggio raccolti differenziatamente (Fonte: Öko-Pannon Kht.)

Secondo lo studio di base del Secondo OHT per la fine del 2009 – compatibilmente con la recessione

economica – il ritmo di crescita annuale della quantità di rifiuti di imballaggio dovrebbe ridursi dal 2%

all’1%, poi – probabilmente dal 2012 –si avvicinerà di nuovo al 2% (v. Fig. 8).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 61

Fig. 8: Sviluppo previsto della quantità di rifiuti di imballaggio e del relativo riciclaggio

(Fonte: studio alla base del Secondo OHT)

4.1.3.2 Pneumatici

Come conseguenza della motorizzazione l’aumento della quantità di pneumatici diventati

rifiuti è diventato un problema considerevole. Secondo la relativa direttiva dell’Ue, prestando

attenzione anche all’armonizzazione legislativa ungherese, dal primo luglio 2006 è vietato

lo smaltimento degli pneumatici tramite deposito. Fanno eccezione le ruote delle biciclette e

gli pneumatici il cui diametro superi i 1.400 mm. [1.]

Secondo le stime, in Ungheria si producono approssimativamente 42 mila tonnellate di rifiuti

da pneumatici all’anno. Di questa quantità circa il 75% si può raccogliere, dal momento che,

per via dell’usura, quasi il 15% rimane abbandonato sulle strade del Paese in modo da non

poter essere sottoposto a raccolta, la parte restante invece viene raccolta dalla popolazione

per diversi scopi. I rifiuti originati dagli pneumatici non rientrano nella normativa riguardante

il recupero, tuttavia per incrementare la percentuale di raccolta viene imposta una tassa ai

produttori e ai distributori di pneumatici. In questo caso è possibile essere esentati dalla

tassa sul prodotto se il gestore garantisce il 75% della raccolta e del riciclaggio. A tal fine le

imprese possono raggiungere degli accordi con le organizzazioni di coordinamento di pub-

blica utilità che si assumono gli obblighi di raccolta e riciclaggio dietro pagamento – notevol-

mente più basso della tassa sul prodotto – di un diritto di utilizzo. Il Cap. 4.4.4. [1.] si soffer-

ma dettagliatamente sulle organizzazioni di coordinamento attive attualmente sul territorio.

Tra le possibilità di utilizzo dei rifiuti derivanti da pneumatici c’è il riciclaggio energetico, la

cui proporzione nel 2006 è stata di quasi il 50%. La parte restante è diventata oggetto di rici-

claggio, le possibilità pratiche sono il rifacimento degli pneumatici, la formazione di macinato

di pneumatico, nonché l’utilizzo degli pneumatici per ricoprire la pavimentazione dei cortili di

parchi giochi, asili, scuole, al fine di ridurne la pericolosità.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 59

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Produzione Riciclaggio

Fig. 8: Sviluppo previsto della quantità di rifiuti di imballaggio e del relativo riciclaggio (Fonte: studio alla base del Secondo OHT)

4.2.3.2 Pneumatici

Come conseguenza della motorizzazione l’aumento della quantità di pneumatici diventati rifiuti è

diventato un problema considerevole. Secondo la relativa direttiva dell’Ue, prestando attenzione

anche all’armonizzazione legislativa ungherese, dal primo luglio 2006 è vietato lo smaltimento degli

pneumatici tramite deposito. Fanno eccezione le ruote delle biciclette e gli pneumatici il cui diametro

superi i 1.400 mm. [1.]

Secondo le stime, in Ungheria si producono approssimativamente 42 mila tonnellate di rifiuti da

pneumatici all’anno. Di questa quantità circa il 75% si può raccogliere, dal momento che, per via

dell’usura, quasi il 15% rimane abbandonato sulle strade del Paese in modo da non poter essere

sottoposto a raccolta, la parte restante invece viene raccolta dalla popolazione per diversi scopi. I

rifiuti originati dagli pneumatici non rientrano nella normativa riguardante il recupero, tuttavia per

incrementare la percentuale di raccolta viene imposta una tassa ai produttori e ai distributori di

pneumatici. In questo caso è possibile essere esentati dalla tassa sul prodotto se il gestore garantisce

il 75% della raccolta e del riciclaggio. A tal fine le imprese possono raggiungere degli accordi con le

organizzazioni di coordinamento di pubblica utilità che si assumono gli obblighi di raccolta e riciclaggio

dietro pagamento – notevolmente più basso della tassa sul prodotto – di un diritto di utilizzo. Il Cap.

4.4.4. [1.] si sofferma dettagliatamente sulle organizzazioni di coordinamento attive attualmente sul

territorio.

Tra le possibilità di utilizzo dei rifiuti derivanti da pneumatici c’è il riciclaggio energetico, la cui

proporzione nel 2006 è stata di quasi il 50%. La parte restante è diventata oggetto di riciclaggio, le

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI62

La quantità di rifiuti di pneumatici che si formeranno in futuro è stimabile - per quel che

riguarda le nazioni analogamente popolate, ma a elevata motorizzazione - in base ai dati

raccolti dall’ETRMA (European Tyre and Rubber Manufacturer’s Association). Basandosi su

di essa non è da escludere che in Ungheria, a lungo andare, si possano formare rifiuti di

pneumatici in quantità superiore all’attuale 50%.

Tra gli obiettivi futuri rientrano:

• Mantenere la raccolta e il riciclaggio;

• Evitare il deposito;

• Aumentare il numero degli pneumatici rifatti (ulteriori progressi tecnologici nel

campo del rifacimento degli pneumatici);

• Creare obbligatoriamente un sistema di recupero entro il 2012.

4.1.4 Rifiutipericolosi

Secondo i dati del Sistema di Informazioni sulla Gestione dei Rifiuti (in seguito: HIR) in

Ungheria nel 2007 è stato prodotto quasi 1 milione di tonnellate di rifiuti pericolosi13. La

quantità di rifiuti pericolosi prodotta tra il 1996 e il 2007 è visibile nella figura 9, che evidenzia

la differenza nella quantità di rifiuti verificatisi tra il 2001 e il 2002. La preesistente normativa

sui rifiuti pericolosi è rimasta in vigore fino alla fine del 2001. L’attuale normativa sui rifiuti

pericolosi - entrata in vigore con un decreto ministeriale - è notevolmente più moderata della

precedente. Questo ha dato come risultato la diminuzione considerevole della quantità di

rifiuti definiti pericolosi. Considerando le fonti che producono rifiuti pericolosi si può affer-

mare che quasi un terzo dell’intera quantità è prodotta dall’industria e, all’interno di essa, la

quantità maggiore è dovuta all’industria manifatturiera.

13 Sono considerati rifiuti pericolosi quelli che hanno una o più proprietà tra quelle elencate nella normativa relativa, ovvero contenenti materiali o componenti che a causa della loro origine, composizione, concentrazi-one, sono da considerarsi rifiuti pericolosi per la salute e per l’ambiente.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 63

Fig. 9 Quantità di rifiuti pericolosi (Fonte: HIR)

Una parte rilevante dei rifiuti pericolosi prodotti in Ungheria diventa oggetto di smaltimento,

in questo ambito (quasi il 30% dell’intera quantità prodotta) lo smaltimento realizzato con

modalità chimica rappresenta la parte maggiore. [1.] Attualmente 15 discariche possono

accogliere rifiuti pericolosi nel Paese, per un totale annuale di quasi 300 mila tonnellate che

vengono trattate dalle imprese situate nelle località poste tra parentesi.

• Dunaferr-Mellékanyag Reaktiváló Kft. (Dunaújváros);

• Ecomissio Kft. (Tiszaújváros);

• ÉHG Északmagyarországi Hulladékgazdálkodási Rt (Sajókaza);

• Explant Kft. (Zalatárnok) I.;

• Explant Kft. (Zalatárnok) II.;

• Hungaropec Ipari Hulladékkezelő Rt. (Szuhogy);

• Kőszegi Városgondnokság (Kőszeg);

• MAL Zrt. (Várpalota);

• MOL Magyar Olaj- és Gázipari Nyrt. (Tiszaújváros);

• Motim Rt. (Mosonmagyaróvár);

• Nitrokémia Zrt. (Királyszentistván);

• Saubermacher-Marcali Kft. (Marcali) I.;

• Saubermacher-Marcali Kft. (Marcali) II.;

• Saubermacher-Pannonia Kft. (Nagyatád);

• Terszol Szövetkezet (Dunaújváros).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 61

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Fig. 9 Quantità di rifiuti pericolosi (Fonte: HIR)

Una parte rilevante dei rifiuti pericolosi prodotti in Ungheria diventa oggetto di smaltimento, in questo

ambito (quasi il 30% dell’intera quantità prodotta) lo smaltimento realizzato con modalità chimica

rappresenta la parte maggiore. [1.] Attualmente 15 discariche possono accogliere rifiuti pericolosi nel

Paese, per un totale annuale di quasi 300 mila tonnellate che vengono trattate dalle imprese situate

nelle località poste tra parentesi.

• Dunaferr-Mellékanyag Reaktiválo Kft (Dunaújváros);

• Ecomissio Kft. (Tiszaújváros);

• Éhg Északmagyarországi Hulladékgazdálkodási Rt (Sajókaza);

• Explant Kft. (Zalatárnok) I.;

• Explant Kft. (Zalatárnok) II.;

• Hungaropec Ipari Hulladékkezelö Rt (Szuhogy);

• Köszegi Városgondnokság (K�szeg);

• MAL Zrt. (Várpalota);

• MOL Magyar Olaj- és Gázipari Nyrt. (Tiszaújváros);

• Motim Rt. (Mosonmagyaróvár);

• Nitrokémia Zrt. (Királyszentistván);

• Saubermacher-Marcali Kft. (Marcali) I.;

• Saubermacher-Marcali Kft. (Marcali) II.;

• Saubermacher-Pannonia Kft. (Nagyatád);

• Terszol Szövetkezet (Dunaújváros).

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI64

Lo smaltimento termico dei rifiuti pericolosi – secondo il database della OKIR14 – avviene in

16 inceneritori dotati di autorizzazione dell’autorità preposta. Solo il 20% circa dei rifiuti peri-

colosi viene riciclato, quindi l’Ungheria nel 2008 non è riuscita a raggiungere la percentuale

del 30% di riciclaggio fissata in precedenza (nel Primo OHT).

Tra gli obiettivi futuri è stato posto un accento particolare sulla prevenzione nella formazione

dei rifiuti. In questo senso, entro il 2014, solo il 3-4% del totale dei rifiuti prodotti potrà rien-

trare nella categoria dei rifiuti pericolosi. [1.]

Nei paragrafi successivi si parlerà dettagliatamente dei flussi di rifiuti da trattare separata-

mente all’interno della normativa sui rifiuti pericolosi. È tuttavia opportuno richiamare l’atten-

zione sul fatto che questa suddivisione non copre l’intera quantità dei rifiuti pericolosi.

4.1.4.1 Pileeaccumulatori

Una grande quantità di rifiuti provenienti da pile e accumulatori viene prodotta dalla popola-

zione. Quella che contiene metalli pesanti, ossia i rifiuti definiti pericolosi, non può finire nei

contenitori di raccolta dei TSZH. Per questo, secondo la normativa vigente, gli accumulatori

(messi in commercio sia autonomamente sia incorporati) devono essere riconsegnati ai distri-

butori. Anche questo genere di rifiuti pericolosi è sottoposto all’obbligo della tassa sul prodotto,

la cui esenzione è possibile solo raggiungendo il 95% di proporzione in termini di riciclaggio.

La quantità di rifiuti derivanti da accumulatori che si produce ogni anno in Ungheria è di quasi

21-22 mila tonnellate. I rifiuti provenienti da pile e accumulatori portatili sono quasi 2 mila ton-

nellate. La formazione della quantità annuale di rifiuti derivanti da pile e accumulatori portatili

si può stimare sulla base della quantità di prodotti commercializzata dai produttori (v. Fig. 10).

Fig. 10: Quantità di pile e accumulatori portatili messa in commercio dai produttori

(Fonte: Unione dei Distributori di Pile e Accumulatori)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 62

Lo smaltimento termico dei rifiuti pericolosi – secondo il database della OKIR14 – avviene in 16

inceneritori dotati di autorizzazione dell’autorità preposta. Solo il 20% circa dei rifiuti pericolosi viene

riciclato, quindi l’Ungheria nel 2008 non è riuscita a raggiungere la percentuale del 30% di riciclaggio

fissata in precedenza (nel Primo OHT).

Tra gli obiettivi futuri è stato posto un accento particolare sulla prevenzione nella formazione dei rifiuti.

In questo senso, entro il 2014, solo il 3-4% del totale dei rifiuti prodotti potrà rientrare nella categoria

dei rifiuti pericolosi. [1.]

Nei paragrafi successivi si parlerà dettagliatamente dei flussi di rifiuti da trattare separatamente

all’interno della normativa sui rifiuti pericolosi. È tuttavia opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che

questa suddivisione non copre l’intera quantità dei rifiuti pericolosi.

4.2.4.1 Pile e accumulatori

Una grande quantità di rifiuti provenienti da pile e accumulatori viene prodotta dalla popolazione.

Quella che contiene metalli pesanti, ossia i rifiuti definiti pericolosi, non può finire nei contenitori di

raccolta dei TSZH. Per questo, secondo la normativa vigente, gli accumulatori (messi in commercio

sia autonomamente sia incorporati) devono essere riconsegnati ai distributori. Anche questo genere di

rifiuti pericolosi è sottoposto all’obbligo della tassa sul prodotto, la cui esenzione è possibile solo

raggiungendo il 95% di proporzione in termini di riciclaggio.

La quantità di rifiuti derivanti da accumulatori che si produce ogni anno in Ungheria è di quasi 21-22

mila tonnellate. I rifiuti provenienti da pile e accumulatori portatili sono quasi 2 mila tonnellate. La

formazione della quantità annuale di rifiuti derivanti da pile e accumulatori portatili si può stimare sulla

base della quantità di prodotti commercializzata dai produttori (v. Fig. 10).

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Fig. 10: Quantità di pile e accumulatori portatili messa in commercio dai produttori

14 Sistema Nazionale di Informazioni sulla Tutela dell’Ambiente del KvVM.

14 Sistema Nazionale di Informazioni sulla Tutela dell’Ambiente del KvVM.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 65

Anche nel caso dei rifiuti derivanti da accumulatori le organizzazioni di coordinamento

hanno raggiunto un ruolo significativo. Praticamente con il loro aiuto quasi tutti i produttori di

accumulatori potenti hanno ottenuto l’esenzione dalla tassa sul prodotto. Nel caso delle pile

e degli accumulatori portatili le due principali organizzazioni di coordinamento (Hungakku,

Relem) attualmente operano in quasi 11.500 punti di raccolta.

In Ungheria, attualmente, non c’è disponibilità di mezzi per il riciclaggio di rifiuti provenienti

da accumulatori, per questo i rifiuti provenienti da accumulatori al piombo vengono riciclati

all’estero in forni a piombo (Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Bulgaria). [1.]

4.1.4.2 Rifiutidiapparecchiatureelettricheedelettroniche

Nel 2008 l’Ungheria ha raggiunto l’obiettivo di 4 kg a persona di rifiuti raccolti, conforme-

mente alle norme relative ai rifiuti provenienti da attrezzature elettriche ed elettroniche (in

seguito: rifiuti E+E). I rifiuti effettivamente raccolti, quasi 4,2 kg a persona rispetto all’intera

quantità di rifiuti E+E prodotti, costituiscono approssimativamente un terzo dei rifiuti totali

formatisi. È stato fissato per il 2014 il raggiungimento di una percentuale obbligatoria di rac-

colta pari al 65%. A tale scopo, secondo le attuali previsioni, sarà necessaria una raccolta di

rifiuti E+E di 7-8 kg pro capite. I prodotti distribuiti dai fabbricanti negli ultimi anni, ovvero la

quantità recuperata di rifiuti E+E, sono evidenziati nella figura seguente.

Fig. 11: Quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche messe in commercio

e di rifiuti E+E riconsegnati (Fonte: KvVM)

Anche nel campo dei rifiuti E+E operano organizzazioni di coordinamento. Secondo i dati del

2008 quasi mille produttori hanno concluso dei contratti con tali organizzazioni.

La gestione dei rifiuti E+E raccolti avviene prevalentemente in Ungheria. Nel caso dei rifiuti

raccolti E+E la percentuale di riciclaggio ha superato nel 2007 l’80%, la maggiore percentua-

le del riciclo è rappresentata dagli elettrodomestici di grandi dimensioni. La quantità restante

è oggetto di smaltimento, la parte più rilevante è rappresentata dalle discariche e quella

minore dallo smaltimento termico.[1.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 63

(Fonte: Unione dei Distributori di Pile e Accumulatori)

Anche nel caso dei rifiuti derivanti da accumulatori le organizzazioni di coordinamento hanno

raggiunto un ruolo significativo. Praticamente con il loro aiuto quasi tutti i produttori di accumulatori

potenti hanno ottenuto l’esenzione dalla tassa sul prodotto. Nel caso delle pile e degli accumulatori

portatili le due principali organizzazioni di coordinamento (Hungakku, Relem) attualmente operano in

quasi 11.500 punti di raccolta.

In Ungheria, attualmente, non c’è disponibilità di mezzi per il riciclaggio di rifiuti provenienti da

accumulatori, per questo i rifiuti provenienti da accumulatori al piombo vengono riciclati all’estero in

forni a piombo (Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Bulgaria). [1.]

4.2.4.2 Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche

Nel 2008 l’Ungheria ha raggiunto l’obiettivo di 4 kg a persona di rifiuti raccolti, conformemente alle

norme relative ai rifiuti provenienti da attrezzature elettriche ed elettroniche (in seguito: rifiuti E+E). I

rifiuti effettivamente raccolti, quasi 4,2 kg a persona rispetto all’intera quantità di rifiuti E+E prodotti,

costituiscono approssimativamente un terzo dei rifiuti totali formatisi. È stato fissato per il 2014 il

raggiungimento di una percentuale obbligatoria di raccolta pari al 65%. A tale scopo, secondo le

attuali previsioni, sarà necessaria una raccolta di rifiuti E+E di 7-8 kg pro capite. I prodotti distribuiti dai

fabbricanti negli ultimi anni, ovvero la quantità recuperata di rifiuti E+E, sono evidenziati nella figura

seguente.

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Messe in commercio Raccolte e riconsegnate

Fig. 11: Quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche messe in commercio e di rifiuti E+E riconsegnati

(Fonte: KvVM)

Anche nel campo dei rifiuti E+E operano organizzazioni di coordinamento. Secondo i dati del 2008

quasi mille produttori hanno concluso dei contratti con tali organizzazioni.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI66

4.1.4.3 Amianto

Le prescrizioni della normativa vigente in materia fanno sì che, anche in Ungheria, sia obbli-

gatoria la rimozione tecnica e lo smaltimento dell’amianto. Per ottemperare a tale normativa

tra il 1999 e il 2007 ha avuto luogo la stima a livello nazionale di tutti gli abitati per la cui

costruzione è stato usato l’amianto come materiale isolante. Il risultato è che sono stati iden-

tificati quasi 170 mila m2 di superfice muraria contenente amianto. Nel caso dell’industria e

degli edifici pubblici è tuttora in corso un’analoga misurazione. Rispetto alla superficie degli

edifici abitativi sono stati rimossi finora quasi 35 mila m2 di intonaco contenente amianto.

Considerando che nel caso dei rifiuti contenenti amianto il riciclo non è un’alternativa realisti-

ca, ci si può aspettare in futuro che lo smaltimento possa essere realizzato tramite discarica.

Dopo la totale realizzazione della rimozione dell’amianto in Ungheria, secondo le stime, quasi

1,6 milioni di tonnellate di rifiuti contenenti amianto dovrebbero essere depositate in discariche

per i rifiuti pericolosi entro il 2030. Attualmente il Paese non dispone della capacità adeguata.

4.1.4.4 Rifiutidisostanzeantiparassitarie/pesticidi

Secondo le stime, in Ungheria, negli ultimi 50 anni sono stati utilizzati quasi 2,4 milioni di ton-

nellate di antiparassitari/pesticidi. Per la maggior parte si trattava di prodotti contenenti principi

attivi non corrispondenti alle prescrizioni della normativa attualmente in vigore. Allo scopo di

dar luogo a stime sulla quantità di antiparassitari e imballaggi di antiparassitari/pesticidi accu-

mulati presso la popolazione locale, nel 2003 è stato realizzato uno studio a livello nazionale

basato su dichiarazioni spontanee. In base ai risultati dello studio, nel 2005-2006, il KvKM ha

dato luogo alla raccolta dei rifiuti derivati da prodotti antiparassitari/pesticidi e relativi imballaggi

nell’ambito di iniziative organizzate e diffuse in sette regioni. Nel quadro delle iniziative sono

state raccolte complessivamente 186 tonnellate di rifiuti a base di antiparassitari/pesticidi.

Sulla base dei dati provenienti da misurazioni nazionali, l’ulteriore quantità di quasi 200 ton-

nellate di rifiuti derivanti da antiparassitari posseduti dalla popolazione saranno oggetto di

raccolta secondo gli obiettivi prefissati.[1.]

4.1.4.5 Rifiutiderivatidaidrocarburi

Attualmente ogni anno quasi 45-50 mila tonnellate di rifiuti da idrocarburi15 vengono prodot-

te nel Paese. Prendendo in considerazione le quantità prodotte negli ultimi anni, questi valori

probabilmente subiranno una stagnazione anche in futuro.

15 Si definiscono rifiuti di idrocarburi quegli oli che non possono più essere riportati al loro stato originario, oli lubrificanti a base di oli minerali divenuti rifiuti, nonché oli industriali, inoltre oli per il motore, per il cambio, per le turbine e idraulici.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 67

Nel campo del riciclo dei rifiuti da idrocarburi, il riciclo “nella materia” è il più diffuso, oltre a

questo avviene anche il riciclo energetico. Tra gli obiettivi del futuro figura la messa in primo

piano del riciclo finalizzato alla rigenerazione.

4.1.4.6 PCB/PCT

Nei liquidi dei condensatori e dei trasformatori si possono trovare in maggiori quantità poli-

cloruri di bifenile (PCB) e policloruri di trifenile (PCT). I condensatori vengono messi in com-

mercio in gran numero. Tuttavia, si possono trovare tra di loro esemplari contenenti minori

quantità di liquidi PCB/PCT, ma anche trasformatori contenenti notevoli quantità di liquidi.

La diminuzione graduale della quantità totale di liquidi contenenti PBC/PCT può essere

riscontrata nella figura che segue, in base ai dati del registro nazionale della sovrintendenza

per la tutela ambientale.

Fig. 12: Quantità di liquidi registrati contenenti PCB/PCT

(Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Ci si aspetta che entro il 30 giugno 2010 cessi la circolazione di attrezzature contenenti com-

posti a base di PCB/PCT, tuttavia gli utenti devono occuparsi della raccolta e della gestione

della quantità restante. Nel caso di questo tipo di rifiuti il riciclo nella pratica significa riciclo

in fonderia dei trasformatori liberati da PCB/PCT; lo smaltimento invece ha luogo tramite

inceneritori di rifiuti pericolosi.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 65

Attualmente ogni anno quasi 45-50 mila tonnellate di rifiuti da idrocarburi15

vengono prodotte nel

Paese. Prendendo in considerazione le quantità prodotte negli ultimi anni, questi valori probabilmente

subiranno una stagnazione anche in futuro.

Nel campo del riciclo dei rifiuti da idrocarburi, il riciclo “nella materia” è il più diffuso, oltre a questo

avviene anche il riciclo energetico. Tra gli obiettivi del futuro figura la messa in primo piano del riciclo

finalizzato alla rigenerazione.

4.2.4.6 PCB/PCT

Nei liquidi dei condensatori e dei trasformatori si possono trovare in maggiori quantità policloruri di

bifenile (PCB) e policloruri di trifenile (PCT). I condensatori vengono messi in commercio in gran

numero. Tuttavia, si possono trovare tra di loro esemplari contenenti minori quantità di liquidi

PCB/PCT, ma anche trasformatori contenenti notevoli quantità di liquidi.

La diminuzione graduale della quantità totale di liquidi contenenti PBC/PCT può essere riscontrata

nella figura che segue, in base ai dati del registro nazionale della sovrintendenza per la tutela

ambientale.

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

2004 2005 2006 2007

tonnellate

Trasformatore Condensatore

Fig. 12: Quantità di liquidi registrati contenenti PCB/PCT (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Ci si aspetta che entro il 30 giugno 2010 cessi la circolazione di attrezzature contenenti composti a

base di PCB/PCT, tuttavia gli utenti devono occuparsi della raccolta e della gestione della quantità

15

Si definiscono rifiuti di idrocarburi quegli oli che non possono più essere riportati al loro stato originario, oli lubrificanti a base

di oli minerali divenuti rifiuti, nonché oli industriali, inoltre oli per il motore, per il cambio, per le turbine e idraulici.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI68

4.1.4.7 Autoveicolidiventatirifiuti

Secondo le prescrizioni contenute nella normativa riguardante gli autoveicoli usati, in

Ungheria dal 2006, le macchine possono essere ritirate dalla circolazione solo con il certifi-

cato di rottamazione. Inoltre, dallo stesso anno, è obbligatoria la riconsegna dell’autoveicolo

divenuto rifiuto. Secondo i dati a disposizione, nel 2008, quasi 36 mila autoveicoli sono stati

ritirati dalla circolazione con il certificato di rottamazione. [1.] La riconsegna obbligatoria

dell’autoveicolo divenuto rifiuto nel 2007 era garantita in 170 centri. Contemporaneamente,

secondo una stima, in Ungheria ci sono circa 1.000 rottamatori non autorizzati, la cui inter-

dizione è attualmente in corso per motivi legati alla tutela ambientale.

Nel 2006 il riciclaggio di autoveicoli depositati ha avuto luogo nella misura di quasi l’80%,

invece dell’85% previsto. Per il 2015 occorre che il riciclaggio di autoveicoli divenuti rifiuti e

consegnati, raggiunga il 95%, obiettivo da perseguire con ulteriori, significativi sforzi.

Gli autoveicoli divenuti rifiuti non riciclati sono finiti in gran parte nelle discariche e solo una

piccola parte è stata smaltita.

4.1.5 Rifiutinonpericolosiprovenientidaaltreattivitàeconomiche

Dal 2000 la quantità di rifiuti non pericolosi provenienti da altre attività economiche (tra l’altro

dall’agricoltura, dall’attività estrattiva, dall’industria manifatturiera, dalla produzione di energia

elettrica, dal settore edile, dal settore commerciale, dal turismo, dai trasporti, dalle attività di

immagazzinamento ecc.) mostra una continua seppur lenta diminuzione. Questo genere di rifiuti

nel 2008 è stato prodotto per quasi 20 milioni di tonnellate e, secondo le previsioni, nei prossimi

anni si potrà contare su ulteriori piccole diminuzioni. Le principali fonti di rifiuti prodotti sono l’agri-

coltura (11%), l’erogazione di energia elettrica, gas, vapore, acqua (34%) e il settore edile (13%).

Fig. 13: Quantità di rifiuti non pericolosi provenienti da attività economica

(Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 67

0

5

10

15

20

25

30

2004 2005 2006 2007 2008

mil

ion

i d

i to

nn

ell

ate

Fig. 13: Quantità di rifiuti non pericolosi provenienti da attività economica (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

L’andamento del mercato influisce notevolmente sui risultati raggiungibili con il riciclaggio, dal

momento che la determinazione dei prezzi delle materie prime influisce sulla disponibilità dei

produttori al riutilizzo. Secondo le stime, attualmente, la proporzione di riciclaggio relativamente a

questo genere di rifiuti non raggiunge il 30%.

Gli obiettivi da raggiungere nel futuro, relativamente ai rifiuti non pericolosi provenienti da altre attività

economiche, possono essere sintetizzati come segue:

• Nel 2014 la quantità di rifiuti prodotti non dovrà superare i 20 milioni di tonnellate;

• Per il 2014 occorre raggiungere la condizione per la quale la percentuale del riciclaggio deve

avvicinarsi al 50%;

• Nel campo del riciclo occorre concentrarsi sui flussi di rifiuti omogenei e che si producono in

grandi quantità (per esempio di scorie non pericolose provenienti dalle centrali e dall’industria

edile).

4.2 LE CONDIZIONI ATTUALI DELLA GESTIONE DEI TSZH

4.2.1 Quadro storico

In Ungheria, prima degli anni ’90, la gestione dei rifiuti urbani significava generalmente smaltimento a

livello di discarica. Con lo sviluppo industriale è aumentata la quantità di rifiuti domestici non

biodegradabili (per esempio gli imballaggi di plastica), con i quali non si sapeva come fare negli

ambienti rurali. In quel periodo era tipico il fatto che pure ai confini di ogni abitato ci fosse un’area

destinata a raccogliere i rifiuti. Le discariche venivano scelte soprattutto sulla base di motivi pratici (per

esempio: collocazione, accessibilità). In genere i criteri di carattere ambientale non avevano voce in

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 69

L’andamento del mercato influisce notevolmente sui risultati raggiungibili con il riciclaggio,

dal momento che la determinazione dei prezzi delle materie prime influisce sulla disponibilità

dei produttori al riutilizzo. Secondo le stime, attualmente, la proporzione di riciclaggio relati-

vamente a questo genere di rifiuti non raggiunge il 30%.

Gli obiettivi da raggiungere nel futuro, relativamente ai rifiuti non pericolosi provenienti da

altre attività economiche, possono essere sintetizzati come segue:

• Nel 2014 la quantità di rifiuti prodotti non dovrà superare i 20 milioni di tonnellate;

• Per il 2014 occorre raggiungere la condizione per la quale la percentuale del rici-

claggio deve avvicinarsi al 50%;

• Nel campo del riciclo occorre concentrarsi sui flussi di rifiuti omogenei e che si

producono in grandi quantità (per esempio di scorie non pericolose provenienti

dalle centrali e dall’industria edile).

4.2 lecondizioniAttuAlidellAgestionedeitszh

4.2.1 Quadrostorico

In Ungheria, prima degli anni ’90, la gestione dei rifiuti urbani significava generalmente

smaltimento a livello di discarica. Con lo sviluppo industriale è aumentata la quantità di

rifiuti domestici non biodegradabili (per esempio gli imballaggi di plastica), con i quali non si

sapeva come fare negli ambienti rurali. In quel periodo era tipico il fatto che pure ai confini

di ogni abitato ci fosse un’area destinata a raccogliere i rifiuti. Le discariche venivano scelte

soprattutto sulla base di motivi pratici (per esempio: collocazione, accessibilità). In genere

i criteri di carattere ambientale non avevano voce in capitolo. In questi casi le discariche

finivano in aree vulnerabili dal punto di vista delle acque sotterranee.

I programmi di rilevamento delle discariche di rifiuti iniziati negli anni ’90 hanno chiarito che

in molti casi anche rifiuti pericolosi sono finiti nelle discariche poste ai margini degli abitati.

Uno studio effettuato agli inizi degli anni ’90 sul numero delle discariche, sulle loro dimen-

sioni e sulla loro pericolosità, ha stabilito che in quel periodo c’erano quasi 2.700 discariche

sul territorio dell’Ungheria, cioè la maggior parte degli abitati disponeva di discariche.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI70

4.2.2 Risultatidelcensimentodellediscariche

Nel 2002 il KvVM, nel quadro del programma PHARE16, ha effettuato un censimento nel

Paese sulle discariche di rifiuti allo scopo di poter stimare l’entità dei compiti da affrontare

in materia di gestione degli stessi. La collocazione delle 2.667 discariche censite nel quadro

dello studio si trova nella cartina del primo allegato.

Nella catalogazione le discariche sono state raggruppate in base a quattro fattori principali

di rischio17. È emerso che quasi 2.400 discariche non erano assolutamente conformi alle

norme di sicurezza. La tabella 14 fornisce ulteriori dati sulle caratteristiche tecniche.

Fig. 14: Livello tecnico delle discariche censite nel progetto PHARE

Fonte: IWACO-CANOR

Come risultato dello studio:

• 2.540 discariche sono in chiusura;

• Fino al luglio 2009 potevano funzionare provvisoriamente 219 discariche;

• In seguito all’ammodernamento, anche dopo il luglio 2009 potevano funzionare

42 discariche.

Tra le conclusioni dello studio figura il fatto che, con la modernizzazione di una parte delle disca-

riche esistenti, ovvero senza la costruzione di nuove discariche, la capacità di deposito delle

discariche provviste di norme di sicurezza per il 2009 non sarà sufficiente per il Paese. [12.]

16 Phare: Poland, Hungary Assistance for the Reconstruction of the Economy, programma di finanziamento dell’Ue nei campi dello sviluppo economico, infrastrutturale, delle risorse umane, della tutela dell’ambiente, della pubblica amministrazione.

17 I 4 principali fattori di rischio tenuti in considerazione: la situazione della gestione del gas formatosi in dis-carica, i rischi a carico delle acque superficiali, i rischi a carico delle acque sotterranee, la conformità alle norme di sicurezza.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 69

90%

4%3% 3%

Assolutamente non conformi alle norme

di sicurezza

Manca l’isolamento inferiore

Isolamento inferiore esclusivamente con

materia

Isolamento inferiore di geomembrana o

geomembrana + argilla

Fig. 14: Livello tecnico delle discariche censite nel progetto PHARE Fonte: IWACO-CANOR

Come risultato dello studio:

• 2.540 discariche sono in chiusura;

• Fino al luglio 2009 potevano funzionare provvisoriamente 219 discariche;

• In seguito all’ammodernamento, anche dopo il luglio 2009 potevano funzionare 42 discariche.

Tra le conclusioni dello studio figura il fatto che, con la modernizzazione di una parte delle discariche

esistenti, ovvero senza la costruzione di nuove discariche, la capacità di deposito delle discariche

provviste di norme di sicurezza per il 2009 non sarà sufficiente per il Paese. [12.]

4.2.3 La valutazione del Primo OHT in materia di gestione dei TSZH

Relativamente al periodo 2003-2008, nel Primo OHT figuravano obiettivi di gestione dei rifiuti

riconducibili alle aspettative Ue. A tal fine, nel Primo OHT – oltre a numerosi altri programmi – è stato

elaborato un programma di gestione dei TSZH [4.] diventato oggetto di valutazione in un rapporto

della Corte dei Conti [5.].

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 71

4.2.3 LavalutazionedelPrimoOHTinmateriadigestionedeiTSZH

Relativamente al periodo 2003-2008, nel Primo OHT figuravano obiettivi di gestione dei

rifiuti riconducibili alle aspettative Ue. A tal fine, nel Primo OHT – oltre a numerosi altri pro-

grammi – è stato elaborato un programma di gestione dei TSZH [4.] diventato oggetto di

valutazione in un rapporto della Corte dei Conti [5.].

Tra gli obiettivi del programma di gestione dei TSZH figura il fatto che per il 2005 occorreva

garantire la possibilità di raccolta differenziata dei rifiuti per il 40% della popolazione. Questo

obiettivo è stato raggiunto e ci si aspetta che per il 2008 la proporzione diventi del 60%.

Il programma si pone l’obiettivo di far diminuire del 60% entro il 2009 la percentuale di TSZH

depositata in discarica, probabilmente, però, questo obiettivo non verrà raggiunto.

Entro il 16 luglio 2009 ha avuto luogo la chiusura delle discariche di rifiuti che non soddisfa-

cevano i requisiti richiesti dalla normativa riguardante le discariche.

In relazione alla riduzione dei TSZH depositati contenenti sostanze organiche biodegrada-

bili, l’obiettivo del 2009 era la riduzione del 50% rispetto al livello del 1995. La contrazione

degli investimenti finalizzati al raggiungimento di tale obiettivo provoca, probabilmente, un

ritardo negli adempimenti.

L’obiettivo riguardante la formazione dei TSZH – cioè che nel periodo 2003-2008 la quantità

di TSZH non aumenti in misura maggiore del tasso di crescita del Pil – è stato presumibil-

mente raggiunto. [5.]

4.2.4 Strutturadeisistemidigestioneregionaledeirifiuti

In una parte significativa del territorio del Paese sono già in corso di realizzazione i sistemi

regionali complessi di gestione dei rifiuti. La caratteristica dei sistemi progettati è che non

vengono concepiti per regioni statistiche, ma vedono la luce in territori di progettazione

diversi. In genere, i centri abitati che si trovano nei territori di progettazione creano delle

municipalità. Il funzionamento generale dei sistemi regionali di gestione dei rifiuti viene

mostrato dal seguente grafico.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI72

Fig. 15: Iter dei rifiuti nei sistemi regionali di gestione

4.2.4.1 Raccolta

Nei sistemi regionali la raccolta selettiva adotta tipicamente tutte e tre le forme (piazzole per

la raccolta dei rifiuti, isole ecologiche, raccolta porta a porta), in misura dipendente dalla tipo-

logia dell’abitato nelle aree di raccolta. Nelle aree in cui sono presenti abitazioni con giardino

troviamo di solito la raccolta porta a porta e l’isola; nel caso delle abitazioni a blocchi l’ado-

zione della raccolta selettiva a isola è il sistema più efficace. Nel caso della raccolta porta

a porta le esperienze dimostrano che, con spese più elevate, si dà luogo a una raccolta più

pulita. Nel caso della raccolta in isole ecologiche è essenziale la determinazione oculata dei

luoghi di raccolta, in modo che per la popolazione l’adozione della modalità di raccolta sia

la più agevole possibile.

Uno elemento speciale, indispensabile, dei sistemi di raccolta è la piazzola di raccolta.

L’obiettivo di tali impianti è che i rifiuti urbani riciclabili, i rifiuti in pezzi (oggetti in disuso) e

i rifiuti pericolosi, possano essere riconsegnati. In questo caso il tipo di abitato e la popola-

zione dell’abitato sono il punto di vista progettuale essenziale. [6.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 71

4.2.4 Struttura dei sistemi di gestione regionale dei rifiuti

In una parte significativa del territorio del Paese sono già in corso di realizzazione i sistemi regionali

complessi di gestione dei rifiuti. La caratteristica dei sistemi progettati è che non vengono concepiti

per regioni statistiche, ma vedono la luce in territori di progettazione diversi. In genere, i centri abitati

che si trovano nei territori di progettazione creano delle municipalità. Il funzionamento generale dei

sistemi regionali di gestione dei rifiuti viene mostrato dal seguente grafico.

Impresa produttrice Popolazione

Raccolta

differenziata dei

Prodotto

Servizio di

raccolta

Isola ecologica

Centro di raccolta e operazioni di selezione

Deposito dei rifiuti

Raccolta di rifiuti

indifferenziata

Riciclaggio di mat.

prime secondarie

Piazzola di raccolta

Raccolta indifferenziata dei rifiuti Raccolta differenziata dei rifiuti

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 73

4.2.4.2 Trasporto

Il trasporto dei rifiuti (la raccolta) nei sistemi regionali solitamente viene organizzato nell’am-

bito della progettazione logistica, tenendo presente il principio dell’efficacia dei costi e pren-

dendo in considerazione, inoltre, la limitazione dei rischi per la salute e per l’ambiente.

4.2.4.3 Selezioneulteriore

L’obiettivo principale dellaraccolta differenziata è l’ottenimento di materie prime secondarie

che corrispondano alle esigenze della produzione, in modo da sostituire le materie di base.

A tal fine i TSZH raccolti in modo differenziato devono in ogni caso subire un’ulteriore sele-

zione. Le centrali che effettuano questa operazione sono quindi istituzioni fondamentali dei

sistemi regionali di gestione dei rifiuti. I rifiuti omogenei che escono da questi luoghi sono

già adatti al reinvestimento nella produzione.

La selezione del sito in cui impiantare i selettori avviene in base a criteri logistici, mentre la capacità

è determinata in considerazione della quantità di rifiuti che si formano nel sistema regionale.[6.]

4.2.4.4 Riciclaggio

Nel caso dei sistemi regionali l’elaborazione dei rifiuti trattati che hanno superato il processo

di selezione avviene presso società industriali. Sfugge alla regola la parte organica biode-

gradabile dei TSZH che in misura significativa viene utilizzata già presso la popolazione

tramite il compostaggio domestico. Nel corso della raccolta differenziata si può realizzare

la raccolta differenziata dei rifiuti vegetali (parti di piante, fogliame, rami, potature, rifiuti di

giardino) e di biorifiuti (fatta eccezione per la frazione organica dei TSZH esclusi i rifiuti

vegetali), soprattutto nelle aree delle case con giardino. Anche le piazzole per la raccolta

dei rifiuti offrono una possibilità di raccolta dei rifiuti vegetali. I rifiuti vegetali e i biorifiuti subi-

scono un’ulteriore selezione, dal momento che occorre ripulirli dalle parti incongruenti. Poi,

solitamente, i rifiuti organici finiscono nelle aree di compostaggio situate in quelle regionali

di gestione dei rifiuti nelle quali avviene il riciclo tramite compostaggio.

4.2.4.5 Smaltimento

La raccolta differenziata non viene organizzata in tutti i sistemi sull’intero territorio di pro-

gettazione. Nei territori coperti da raccolta differenziata, inoltre, quest’ultima non si applica

a tutte le frazioni. Quindi, in ogni caso, si formano i cosiddetti rifiuti restanti. Nei territori nei

quali viene realizzata la raccolta differenziata in isole ecologiche, in ogni caso, funziona

parallelamente anche il servizio pubblico di raccolta tradizionale (la raccolta di rifiuti misti).

Riassumendo, si può affermare che anche nel campo dei sistemi regionali bisogna tenere

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI74

conto dell’obbligo di smaltimento dei TSZH raccolti in forma mista, così nel sistema funziona

anche lo smaltimento dei rifiuti in discarica (nel caso di sistemi ammodernati o nuovi tale

processo avviene in discariche conformi alle norme di sicurezza).

4.2.5 SviluppirealizzatinelquadroISPAedelFondodiCoesione

Relativamente al periodo 2000-2006 l’Ungheria aveva accesso ai fondi di preadesione all’Ue

nel settore della tutela dell’ambiente per un ammontare medio totale di 44 milioni di euro.

Una parte significativa di questa somma era a disposizione in ambito ISPA18 anche per gli

investimenti effettuati nella gestione dei rifiuti.

Per i progetti governativi finalizzati agli investimenti ISPA, lo Stato ungherese si assume

la responsabilità della realizzazione. Nel quadro del programma hanno potuto partecipare

ai bandi di concorso le municipalità e le associate divenute beneficiarie a conclusione del

progetto. Nel quadro del programma ISPA, per i progetti realizzati in materia di gestione dei

rifiuti – in parte come conseguenza dei 5 milioni di euro di limite inferiore dell’investimento,

in parte come conseguenza della norma relativa al dato minimo di 15 mila abitanti per cia-

scun investimento – è stato raggiunto l’obiettivo Ue che venissero creati sistemi di grandi

dimensioni per la gestione dei rifiuti a un costo contenuto.

Nel Paese, come risultato degli investimenti ISPA, sono in corso di realizzazione sistemi

complessi di gestione regionale dei rifiuti, progettati secondo le priorità illustrate nella fig. 16

per fare in modo che in futuro una quantità minima di rifiuti venga depositata nelle discariche

come soluzione definitiva.

Fig. 16: Ordine di priorità nel trattamento dei rifiuti

(Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

18 ISPA: Instrument for Structural Policies for Pre-Accession, programma di preadesione dell’Ue nei campi dello sviluppo infrastrutturale e della tutela dell’ambiente.

PrevenzioneMinimizzazione della formazione dei rifiuti,

riduzione della perico-losità, riciclaggio

RielaborazioneRecupero del mate-riale, produzione di

materie prime

SmaltimentoSmaltimento termico,

scarico

Preparazione al riciclaggio

Miglioramento, pulizia, decomposizione

Altri usiProduzione di energia

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 75

Di seguito vengono presentati i progetti realizzati grazie ai fondi di coesione (in seguito KA)

e ai fondi ISPA. Per la gestione dei rifiuti hanno ottenuto finanziamenti 12 progetti da fondi

ISPA e 1 da fondi KA (la somma totale dei progetti supera i 320 milioni di euro). Dal 2003 è

iniziata la realizzazione degli investimenti. Attualmente ci sono 13 sistemi di gestione regio-

nale dei rifiuti in corso di realizzazione in diverse fasi (in parte i sistemi sono già in funzione;

per il 2011 ci si aspetta che tutti i progetti vengano portati a compimento). I dati generali

relativi ai progetti si possono trovare nell’allegato IV.

In seguito alla realizzazione dei sistemi per gli abitanti di oltre 1.400 centri ci sarà la possi-

bilità di utilizzare i servizi pubblici moderni di gestione dei rifiuti, ovvero sarà possibile ogni

anno gestire oltre 1,6 milioni di tonnellate di TSZH. La collocazione delle aree coperte tra-

mite investimenti si può consultare nell’allegato V. Tutti i sistemi si compongono di impianti

complessi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti (il numero degli impianti creati nell’ambito dei

diversi progetti si può trovare nell’allegato 0). Si tratta di:

• discariche di rifiuti;

• stazioni di trasbordo;

• selettori;

• stazioni di compostaggio;

• infrastrutture per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti (se necessario);

• piazzole per la raccolta dei rifiuti;

• isole ecologiche.

I 13 investimenti hanno dato come risultato la creazione di discariche libere, della capacità

di quasi 20 milioni di m3, a cui si aggiungono discariche preesistenti che hanno ottenuto

l’autorizzazione dopo il 15 luglio 200919, cioè complessivamente nel territorio dei 13 siste-

mi regionali di gestione dei rifiuti funzioneranno 28 discariche legali per una capacità di

circa 22 milioni di m3. In 32 siti sorgono stazioni di compostaggio con una capacità com-

plessiva di riciclo di circa 300 mila tonnellate all’anno di rifiuti biodegradabili. L’esistenza

di stazioni di compostaggio potrebbe portare a una significativa riduzione del materiale

organico dei TSZH nelle discariche. In tutto sono stati creati selettori di rifiuti in 27 siti,

con una capacità di circa 500 mila tonnellate all’anno di selezione ulteriore. L’esistenza di

sistemi per il pretrattamento meccanico-biologico non è ancora frequente nel quadro dei

progetti ISPA e KA, in tutto sono stati creati impianti analoghi di pretrattamento in 4 siti con

una capacità di quasi 300 mila tonnellate all’anno. Sono state create 15 stazioni di trasbor-

do nel quadro di 13 progetti, con una capacità complessiva di circa 400 mila tonnellate

all’anno. Per agevolare la raccolta differenziata dei TSZH sono state create in tutto più di

19 Il 15 luglio 2009, secondo le aspettative Ue, ha avuto luogo la chiusura delle discariche di rifiuti non conformi alle norme di sicurezza.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI76

100 piazzole di raccolta e circa 3.500 isole ecologiche. I progetti devono anche prevedere

165 mila contenitori per la raccolta (dei quali 34 mila per la raccolta differenziata), nonché

circa 300 veicoli per la rimozione. [5.]

A parte la creazione dei nuovi impianti per la gestione dei rifiuti la maggior parte dei progetti

ISPA e KA – in armonia con le aspettative dell’Ue, al fine di liquidare le preesistenti e incom-

patibili possibilità di discarica dei rifiuti – è finalizzata anche alla ricoltivazione delle vecchie

discariche non conformi. Il numero delle ricoltivazioni in corso nel quadro di alcuni progetti si

può trovare nell’allegato 0. Si può vedere che la quantità delle discariche da ricoltivare nell’am-

bito dei 13 progetti è notevolmente inferiore al numero totale delle ricoltivazioni da realizzare

(vedi risultati della catalogazione effettuata nel 2002 dal PHARE nel capitolo 4.2.2).

4.2.6 VolumeequantitàdeiTSZH

Nella quantità totale di rifiuti prodotti in Ungheria (vedi cap. 4.1.1) i TSZH rappresentano una

percentuale significativa, arrivata al 18% nel 2007. Nel diagramma che segue si può vedere

la formazione dei TSZH negli ultimi anni.

Fig. 17: Quantità di TSZH (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Sulla base del diagramma si può affermare che, fino al 2006, si è potuto assistere a un

aumento continuo nella quantità di TSZH prodotta. Nel 2007 questa crescita si è smor-

zata. Questo si può spiegare con il fatto che la quantità di TSZH prodotta è notevolmente

influenzata dal consumo domestico, cioè indirettamente dalla formazione dei redditi reali.

Nonostante queste fluttuazioni si può affermare che, negli ultimi anni, non c’è stato un signi-

ficativo cambiamento nella formazione dei TSZH. Anche i dati dell’European Environmental

Agency (EEA, Agenzia Europea per l’Ambiente) confermano questa tendenza.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 76

4,45 4,51 4,57 4,63 4,54 4,6 4,684,56

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

mil

ion

i d

i to

nn

ell

ate

Fig. 17: Quantità di TSZH

(Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Sulla base del diagramma si può affermare che, fino al 2006, si è potuto assistere a un aumento

continuo nella quantità di TSZH prodotta. Nel 2007 questa crescita si è smorzata. Questo si può

spiegare con il fatto che la quantità di TSZH prodotta è notevolmente influenzata dal consumo

domestico, cioè indirettamente dalla formazione dei redditi reali. Nonostante queste fluttuazioni si può

affermare che, negli ultimi anni, non c’è stato un significativo cambiamento nella formazione dei

TSZH. Anche i dati dell’European Environmental Agency (EEA, Agenzia Europea per l’Ambiente)

confermano questa tendenza.

Nei prossimi anni, in merito alla quantità di TSZH che verrà prodotta, si dispone solo di previsioni

incerte e contradditorie. Tra queste previsioni la più realistica e più adatta alla situazione economica

vigente al momento della stesura di questo studio è quella che figura nel Secondo OHT. La figura che

segue illustra la formazione di TSZH in base a questa previsione.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 77

Nei prossimi anni, in merito alla quantità di TSZH che verrà prodotta, si dispone solo di previ-

sioni incerte e contradditorie. Tra queste previsioni la più realistica e più adatta alla situazione

economica vigente al momento della stesura di questo studio è quella che figura nel Secondo

OHT. La figura che segue illustra la formazione di TSZH in base a questa previsione.

Fig. 18: Quantità prevista di TSZH prodotti (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Per completare il diagramma riprodotto sopra è opportuno aggiungere che gli autori dello

studio di base del Secondo OHT, oltre a una ridotta fluttuazione della formazione dei TSZH

(fino al 2011: 1% annuale di diminuzione; dopo: 1% annuale di aumento) prevedono in pra-

tica una stagnazione nella formazione dei rifiuti organici relativi ai TSZH.

Parimenti la relazione tra la formazione dei TSZH e la formazione del reddito reale è esemplifi-

cata dalla figura seguente in termini di quantità di TSZH pro capite nelle diverse regioni unghe-

resi, la qual cosa sottolinea il fatto che, nella regione dell’Ungheria Centrale (e, al suo interno,

a Budapest), dove il reddito reale è più alto, maggiore è la produzione specifica di TSZH.

Kg/persona/anno

Fig. 19: Produzione specifica di TSZH in ogni regione (Fonte: KvVM; KSH)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 77

4,50 4,46 4,41 4,46 4,50 4,55

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014

mil

ion

i d

i to

nn

ell

ate

Fig. 18: Quantità prevista di TSZH prodotti (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Per completare il diagramma riprodotto sopra è opportuno aggiungere che gli autori dello studio di

base del Secondo OHT, oltre a una ridotta fluttuazione della formazione dei TSZH (fino al 2011: 1%

annuale di diminuzione; dopo: 1% annuale di aumento) prevedono in pratica una stagnazione nella

formazione dei rifiuti organici relativi ai TSZH.

Parimenti la relazione tra la formazione dei TSZH e la formazione del reddito reale è esemplificata

dalla figura seguente in termini di quantità di TSZH pro capite nelle diverse regioni ungheresi, la qual

cosa sottolinea il fatto che, nella regione dell’Ungheria Centrale (e, al suo interno, a Budapest), dove il

reddito reale è più alto, maggiore è la produzione specifica di TSZH.

0 100 200 300 400 500 600

Ungheria Centrale

Transdanubio Centrale

Pianura Meridionale

Ungheria Settentrionale

Transdanubio Meridionale

Transdanubio Occidentale

Pianura Settentrionale

Kg/persona/anno Fig. 19: Produzione specifica di TSZH in ogni regione

(Fonte: KvVM; KSH)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 77

4,50 4,46 4,41 4,46 4,50 4,55

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014

mil

ion

i d

i to

nn

ell

ate

Fig. 18: Quantità prevista di TSZH prodotti (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

Per completare il diagramma riprodotto sopra è opportuno aggiungere che gli autori dello studio di

base del Secondo OHT, oltre a una ridotta fluttuazione della formazione dei TSZH (fino al 2011: 1%

annuale di diminuzione; dopo: 1% annuale di aumento) prevedono in pratica una stagnazione nella

formazione dei rifiuti organici relativi ai TSZH.

Parimenti la relazione tra la formazione dei TSZH e la formazione del reddito reale è esemplificata

dalla figura seguente in termini di quantità di TSZH pro capite nelle diverse regioni ungheresi, la qual

cosa sottolinea il fatto che, nella regione dell’Ungheria Centrale (e, al suo interno, a Budapest), dove il

reddito reale è più alto, maggiore è la produzione specifica di TSZH.

0 100 200 300 400 500 600

Ungheria Centrale

Transdanubio Centrale

Pianura Meridionale

Ungheria Settentrionale

Transdanubio Meridionale

Transdanubio Occidentale

Pianura Settentrionale

Kg/persona/anno Fig. 19: Produzione specifica di TSZH in ogni regione

(Fonte: KvVM; KSH)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI78

4.2.7 LacomposizionedeiTSZH

La composizione dei TSZH – analogamente alla quantità specifica prodotta, ovvero in dipen-

denza da essa – cambia notevolmente a seconda della regione. Sulla base dei dati dispo-

nibili la figura che segue presenta la composizione dei TSZH in frazioni, che più si avvicina

a una probabile media nazionale (alla categoria “altro” – che rappresenta una percentuale

significativa nel totale – appartengono le frazioni non classificabili, sottili, inceneribili e non

inceneribili).

Fig. 20: Composizione specifica dei TSZH

(Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

4.2.8 SituazioneattualedellagestionedeiTSZH

4.2.8.1 Raccoltaeraccoltafinalizzata

Nel 2007 il territorio ungherese era servito nella misura di quasi il 93% dai servizi di raccolta

e rimozione dei TSZH. La modalità di raccolta dei TSZH più diffusa è quella mista che avvie-

ne porta a porta con una frequenza fissata nel contratto di servizio. L’utilizzo del servizio

pubblico è un obbligo per la popolazione.

Oltre alla raccolta mista dei TSZH, attualmente. in quasi 1.200 centri abitati del Paese, corri-

spondenti a 5,5 milioni di abitanti, c’è la possibilità di realizzare la raccolta differenziata con

l’impiego di oltre 10 mila isole ecologiche e più di 100 piazzole di raccolta. Grazie all’am-

pliamento recente delle infrastrutture la percentuale di TSZH raccolta in modo differenziato

(rispetto al totale di TSZH) ha raggiunto il 13%. [1.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 78

4.2.7 La composizione dei TSZH

La composizione dei TSZH – analogamente alla quantità specifica prodotta, ovvero in dipendenza da

essa – cambia notevolmente a seconda della regione. Sulla base dei dati disponibili la figura che

segue presenta la composizione dei TSZH in frazioni, che più si avvicina a una probabile media

nazionale (alla categoria “altro” – che rappresenta una percentuale significativa nel totale –

appartengono le frazioni non classificabili, sottili, inceneribili e non inceneribili).

29%

18%

13%

3%

3%

34% Biodegradabili

Carta

Plastica

Vetro

Metallo

Altro

Fig. 20: Composizione specifica dei TSZH (Fonte: Studio alla base del Secondo OHT)

4.2.8 Situazione attuale della gestione dei TSZH

4.2.8.1 Raccolta e raccolta finalizzata

Nel 2007 il territorio ungherese era servito nella misura di quasi il 93% dai servizi di raccolta e

rimozione dei TSZH. La modalità di raccolta dei TSZH più diffusa è quella mista che avviene porta a

porta con una frequenza fissata nel contratto di servizio. L’utilizzo del servizio pubblico è un obbligo

per la popolazione.

Oltre alla raccolta mista dei TSZH, attualmente. in quasi 1.200 centri abitati del Paese, corrispondenti

a 5,5 milioni di abitanti, c’è la possibilità di realizzare la raccolta differenziata con l’impiego di oltre 10

mila isole ecologiche e più di 100 piazzole di raccolta. Grazie all’ampliamento recente delle

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 79

La raccolta differenziata dei TSZH avviene nel Paese nelle seguenti tre forme:

• Raccolta porta a porta20;

• Raccolta dei rifiuti nelle piazzole di raccolta21;

• Raccolta dei rifiuti nelle isole ecologiche22.

Il trasporto dei rifiuti nelle piazzole di raccolta e nelle isole ecologiche non presuppone costi

di servizio. Solitamente la raccolta differenziata si estende ai seguenti settori: carta, plastica

(compresi per esempio le bottiglie PET, i bicchieri di plastica puliti e anche le buste e le pel-

licole di plastica), vetro bianco, vetro colorato, metallo (alluminio e altri metalli misti).

4.2.8.2 Riciclaggio

Il riciclaggio dei rifiuti può avvenire fondamentalmente in tre modi:

• Con il riuso della materia dei rifiuti (reimpiego);

• Con la selezione dei componenti riciclabili dei rifiuti e con la formazione di materia

di base (recupero); o

• Con il recupero del contenuto energetico dei rifiuti (riciclaggio energetico).

Nel campo del riciclaggio dei TSZH dal punto di vista della tutela ambientale si preferisce in

primo luogo il reimpiego, poi - se questo non è possibile - il recupero e solo in seguito il riciclag-

gio energetico. [1.] Nella pratica sono diffusi soprattutto il reimpiego e il riciclaggio energetico,

la cui percentuale è visibile nella figura seguente (secondo dati stimati relativi al 2008).

Fig. 21: Sviluppo del riciclaggio dei TSZH per modalità di riciclaggio (Fonte: KvVM)

20 Nel caso della raccolta finalizzata porta a porta nei contenitori posti fuori dagli edifici, la raccolta dei rifiuti riciclabili avviene nei sacchetti che vengono trasportati con un servizio di raccolta.

21 Piazzole di raccolta: per i TSZH che possono essere oggetto di raccolta differenziata; luoghi di raccolta chiu-si provvisti di sorveglianza per l’immagazzinamento separato di alcuni rifiuti pericolosi e fino al loro trasporto.

22 Isole ecologiche: per la raccolta dei rifiuti domestici raccolti in modo selettivo, derivanti da attività domes-tiche, caratterizzati da diversa tipologia, adatti al riciclaggio; punti di raccolta nella cintura abitata, realizzati nello spazio pubblico, non sorvegliati, provvisti di raccoglitori standardizzati.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 80

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

2004 2005 2006 2007 2008

mil

ion

i d

i to

nn

ell

ate

Reimpiego Riciclaggio energetico

Fig. 21: Sviluppo del riciclaggio dei TSZH per modalità di riciclaggio (Fonte: KvVM)

In Ungheria il riciclaggio energetico dei TSZH avviene esclusivamente nella Centrale di Riciclaggio dei

Rifiuti della Capitale. L’inceneritore costruito a Budapest nel 1976 ha subito, tra il 2002 e il 2005, un

consistente ammodernamento tecnologico, in seguito al quale è risultato conforme alle direttive Ue.

In circa il 30% dei TSZH il riciclaggio di materia organica biodegradabile può avvenire principalmente

tramite compostaggio23

. Due le forme di compostaggio diffuse in Ungheria. C’è la possibilità di

sistemare negli edifici degli impianti di compostaggio autonomi. In questo caso il produttore di rifiuti si

occupa, sul suo terreno, del compostaggio dei rifiuti organici prodotti e utilizza il concime che si forma

per scopi personali. In tal modo la quantità di TSZH trasportata dal servizio pubblico diminuisce,

poiché non contiene materia organica biodegradabile già oggetto di compostaggio domestico. Tale

modalità non si può applicare nel caso degli edifici a blocchi. In questo frangente i rifiuti organici posti

fuori dalle case finiscono nei contenitori per la raccolta e sono trasportati in modo organizzato e

sistematico verso un impianto centralizzato di compostaggio per ulteriori trattamenti.

4.2.8.3 Smaltimento

Attualmente in Ungheria per la maggior parte dei TSZH prodotti (quasi il 75% sulla base dei dati del

2007) la modalità di trattamento meno comune dal punto di vista della gestione dei rifiuti è lo

smaltimento tramite collocazione dei TSZH in discariche conformi alle norme di sicurezza. Il limite

principale per le discariche è che, senza pretrattamento, i rifiuti non sono smaltibili. A tal fine servono

gli impianti di gestione meccanico-biologica dei rifiuti (in seguito: MBH), nei quali i rifiuti oggetto di

raccolta mista (in tale forma si rivela inadeguato il riciclaggio) vengono sottoposti a trattamento prima

meccanico (sminuzzamento), poi biologico (stabilizzazione), in modo da ridurre il volume, la massa e

la pericolosità (attività biologica). L’obiettivo di base della gestione MBH è che i rifiuti possano essere

depositati, ovvero le frazioni leggere possano essere riciclabili sul piano energetico.

23

Trattamento biologico dei biorifiuti, raccolti differenziatamente, in modo controllato, in presenza di ossigeno con l’aiuto di

micro e macrorganismi.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI80

In Ungheria il riciclaggio energetico dei TSZH avviene esclusivamente nella Centrale di

Riciclaggio dei Rifiuti della Capitale. L’inceneritore costruito a Budapest nel 1976 ha subito,

tra il 2002 e il 2005, un consistente ammodernamento tecnologico, in seguito al quale è

risultato conforme alle direttive Ue.

In circa il 30% dei TSZH il riciclaggio di materia organica biodegradabile può avvenire prin-

cipalmente tramite compostaggio23. Due le forme di compostaggio diffuse in Ungheria. C’è

la possibilità di sistemare negli edifici degli impianti di compostaggio autonomi. In questo

caso il produttore di rifiuti si occupa, sul suo terreno, del compostaggio dei rifiuti organici

prodotti e utilizza il concime che si forma per scopi personali. In tal modo la quantità di TSZH

trasportata dal servizio pubblico diminuisce, poiché non contiene materia organica biodegra-

dabile già oggetto di compostaggio domestico. Tale modalità non si può applicare nel caso

degli edifici a blocchi. In questo frangente i rifiuti organici posti fuori dalle case finiscono nei

contenitori per la raccolta e sono trasportati in modo organizzato e sistematico verso un

impianto centralizzato di compostaggio per ulteriori trattamenti.

4.2.8.3 Smaltimento

Attualmente in Ungheria per la maggior parte dei TSZH prodotti (quasi il 75% sulla base dei

dati del 2007) la modalità di trattamento meno comune dal punto di vista della gestione dei

rifiuti è lo smaltimento tramite collocazione dei TSZH in discariche conformi alle norme di

sicurezza. Il limite principale per le discariche è che, senza pretrattamento, i rifiuti non sono

smaltibili. A tal fine servono gli impianti di gestione meccanico-biologica dei rifiuti (in seguito:

MBH), nei quali i rifiuti oggetto di raccolta mista (in tale forma si rivela inadeguato il rici-

claggio) vengono sottoposti a trattamento prima meccanico (sminuzzamento), poi biologico

(stabilizzazione), in modo da ridurre il volume, la massa e la pericolosità (attività biologica).

L’obiettivo di base della gestione MBH è che i rifiuti possano essere depositati, ovvero le

frazioni leggere possano essere riciclabili sul piano energetico.

In Ungheria la centrale elettrica dei Mátra dispone dell’autorizzazione per il riciclo dei rifiuti

solidi, che nella pratica significa incenerimento. Nella centrale elettrica nel 2008 è stata

incenerita la quantità di 66 mila tonnellate di rifiuti di provenienza austriaca e tedesca.

Attualmente, nel quadro dei progetti ISPA e KA ci sono in tutto 4 sistemi MBH in diverse

fasi di realizzazione. C’è possibilità di incenerimento dei TSZH anche nei cementifici: attual-

mente quelli di Beremend e di HejŚcsaba dispongono dell’autorizzazione per incenerire

combustibili secondari provenienti da rifiuti. Questi impianti sono adatti ad accogliere 10 mila

tonnellate di rifiuti ogni anno.

23 Trattamento biologico dei biorifiuti, raccolti differenziatamente, in modo controllato, in presenza di ossigeno con l’aiuto di micro e macrorganismi.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 81

4.2.9 Quadroistituzionale

4.2.9.1 MinisterodellaTuteladell’AmbienteedelleAcque

Il KvVM è un organo della direzione statale centrale per la tutela dell’ambiente e della natura

nonché per la gestione delle acque. Nell’ambito della gestione dei rifiuti il ministero è respon-

sabile dell’elaborazione della strategia nazionale e dell’individuazione delle politiche mirate.

Tra i suoi compiti c’è la creazione degli strumenti normativi e la realizzazione dell’armonizza-

zione legale progressiva. Crea, inoltre, gli strumenti normativi economici e il sistema norma-

tivo tecnico in modo tale che essi funzionino in armonia con le norme degli altri settori. Cura

la direzione e il controllo delle misure operative finalizzate alla realizzazione della strategia

delineata. Spettano al ministero i compiti di formazione, didattica e anche di educazione nel

settore della gestione dei rifiuti. Il sito internet del KvVM è: http://www.kvvm.hu/.

La gestione integrata dei rifiuti figura nella politica mirata di vari altri ministeri (per esempio,

sul piano dell’incenerimento dei rifiuti: il Ministero dei Trasporti, delle Telecomunicazioni e

dell’Energia; sul piano della sensibilizzazione sociale: il Ministero della Pubblica Istruzione

e della Cultura; sul piano dell’organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani: il

Ministero delle Municipalità; sul piano dell’impiego di materie prime secondarie: il Ministero

dello Sviluppo Nazionale e dell’Economia; in merito a questioni riguardanti i rifiuti agricoli e

dell’industria alimentare: il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale). Rispetto alle

singole questioni il KvVM collabora con il ministero preposto.

4.2.9.2 SovrintendenzaNazionaleallaTuteladell’Ambiente,dellaNaturaedelleAcque

Nel campo della tutela dell’ambiente in generale svolge un ruolo di autorità di secondo grado

la Sovrintendenza Nazionale alla Tutela dell’Ambiente, della Natura e delle Acque, dotata di

competenza nazionale che opera sotto la direzione del Ministro della tutela dell’ambiente e

delle acque. Nel campo della gestione dei rifiuti, fatta eccezione per i seguenti casi contem-

plati dalla normativa vigente, la Sovrintendenza svolge un ruolo di autorità di primo grado:

• Autorizzazione dell’importazione e dell’esportazione di rifiuti e trasporto degli

stessi sul territorio nazionale;

• Approvazione dell’accordo riguardante la riconsegna tra il fabbricante e il distribu-

tore, ovvero tra l’organizzazione da essi creata e le municipalità;

• Autorizzazione ufficiale relativa alla gestione dei rifiuti nel caso in cui la richiesta

della stessa si riferisca ad attività da svolgersi su tutto il territorio nazionale.

Sito internet della Sovrintendenza: http://www.orszagoszoldhatosag.gov.hu/.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI82

4.2.9.3 SovrintendenzeallaTuteladell’Ambiente,dellaNaturaedelleAcque

Nel paese funzionano 10 sovrintendenze per la tutela dell’ambiente, della natura e delle

acque, afferenti al Ministero della tutela dell’ambiente e delle acque, che sono organi della

Pubblica Amministrazione a bilancio centralizzato. In materia di gestione dei rifiuti le sovrin-

tendenze (con l’eccezione menzionata nel capitolo 4.2.9.2) sono autorità di primo grado.

Autorizzano l’avvio e lo svolgimento delle attività legate alla gestione dei rifiuti (raccolta,

trasporto, pretrattamento, immagazzinamento, riciclo e smaltimento). Controllano, inoltre,

che le prescrizioni della normativa sulla gestione dei rifiuti vengano applicate correttamente

e preparano i piani di gestione territoriale dei rifiuti.

4.2.9.4 Compitidigestionedeirifiutispettantiallemunicipalità

Nello spirito delle prescrizioni della normativa le municipalità devono organizzare i servizi

pubblici per la gestione dei TSZH che si formano negli spazi pubblici e negli immobili. Il ser-

vizio pubblico si occupa di raccogliere i rifiuti che si formano negli immobili, di portarli via,

di creare e far funzionare centri di gestione dei rifiuti. In molti casi le municipalità estendono

il servizio pubblico anche alla creazione e al funzionamento di infrastrutture destinate alle

isole ecologiche, alle piazzole di raccolta e al riciclaggio dei rifiuti. Nel decreto le municipalità

possono prescrivere la raccolta differenziata dei diversi componenti dei TSZH, nonché le

norme dettagliate relative alla raccolta.

Nello spirito delle prescrizioni della normativa i notai delle municipalità si occupano della

registrazione dei soggetti economici legati al servizio pubblico di gestione dei rifiuti; pre-

parano e rendono pubblici per gli organi di rappresentanza i progetti di gestione dei rifiuti;

controllano regolarmente negli abitati l’adempimento delle regole riguardanti la gestione dei

rifiuti e danno luogo alle misure riguardanti il trasporto e la gestione dei rifiuti abbandonati.

4.3 PrevisioniPerilfuturonell’AmbitodellAgestionedeitszh

4.3.1 Pianificazione

4.3.1.1 PianoNazionalediGestionedeiRifiuti

In Ungheria la progettazione riguardante la gestione dei rifiuti deve essere effettuata su 5

livelli. Il documento base della strategia nazionale sulla gestione dei rifiuti è l’OHT. Sulla base

di questo si realizzano i piani di gestione dei rifiuti attraverso le organizzazioni di gestione

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 83

territoriali, provinciali, urbani in relazione alle sette regioni statistiche. Il periodo progettuale

del Primo OHT si riferisce al lasso di tempo tra il 2003 e il 2008. Il Secondo OHT relativo al

prossimo periodo (2009-2014), all’atto della stesura del presente studio, era disponibile solo

in forma di progetto e soggetto a concertazione sociale, ancora non definitivamente elabora-

to e approvato dal Parlamento nazionale. Conformemente a questo, durante la stesura del

presente studio, non erano disponibili documenti progettuali di gestione dei rifiuti neanche

al livello inferiore.

4.3.1.2 StrategiadisviluppodellaGestionedeiRifiutiSolidiUrbani(2007-2016)

Allo scopo di individuare le esigenze di sviluppo della gestione dei TSZH e di sostenere la

realizzazione dello sviluppo a costi efficienti è stata preparata la Strategia di Sviluppo della

Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani fino al 2016 (in seguito: Strategia di Sviluppo). L’orizzonte

temporale della Strategia di Sviluppo si adatta agli obiettivi KEOP, come pure agli attuali

periodi di spesa dell’Ue.

4.3.1.3 StrategiadiSostegnodellaGestionedeiRifiutiSolidiUrbani(2007-2016)

La Strategia di Sostegno della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (in seguito Strategia di

Sostegno) è stata preparata sulla base della Strategia di Sviluppo, ai fini dell’utilizzo ottimale

dei fondi di sostegno garantiti dall’Ue. Coloro che hanno preparato la Strategia di Sostegno

controllano che le modalità di gestione dei rifiuti servano nel modo più efficace il raggiun-

gimento degli obiettivi prefissati e avanzano proposte, inoltre, per sviluppare le capacità di

gestione necessarie.

4.3.2 PresentazionedeiprogettichehannoricevutofinanziamentiKEOP

4.3.2.1 ProgettidestinatiallosviluppodisistemidigestionedeiTSZH(KEOP1.1.1)

Oltre ai progetti presentati nel capitolo 4.2.5 e finanziati con fondi ISPA e KA, per la gestione

regionale dei rifiuti, nel 2008, nel quadro della struttura KEOP 1.1.1, hanno ottenuto finan-

ziamenti i due complessi progetti di gestione dei rifiuti che seguono:

• Programma di Gestione dei Rifiuti Mecsek-Dráva, sviluppo del sistema di gestio-

ne dei rifiuti solidi urbani;

• Creazione del sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani dell’Unione delle

Municipalità per la Gestione dei Rifiuti dell’Area Territoriale di Győr.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI84

Il progetto regionale di Győr sui TSZH viene realizzato con un finanziamento di 6,5 miliardi

di fiorini. Elemento di importanza basilare è il centro complesso di gestione dei rifiuti che,

secondo i progetti, dovrà contenere una discarica di rifiuti non pericolosi e una discarica

di rifiuti inerti. Verrà, inoltre, creato un padiglione di selezione dei rifiuti, un impianto MBH,

uno stabilimento di compostaggio, un deposito provvisorio di rifiuti pericolosi, 2 stazioni di

trasbordo, 41 piazzole di raccolta e quasi 330 isole ecologiche.

Il progetto Mecsek-Dráva sui TSZH viene realizzato con un finanziamento di 12,9 miliardi di

fiorini. Per la raccolta dei rifiuti vengono introdotte due modalità: a Pécs, nell’area delle case con

giardino delle grandi città del progetto, si realizza la raccolta nei container dei rifiuti vegetali e di

quelli riciclabili. I rifiuti non riciclabili possono essere raccolti anche nei contenitori attualmente in

uso. Nelle aree urbane esterne, oltre alla raccolta tradizionale in isole ecologiche, avviene la rac-

colta in container dei rifiuti riciclabili porta a porta. Nell’ambito del progetto vengono create 820

isole ecologiche, 22 piazzole di raccolta, come pure 4 stazioni di trasbordo dei rifiuti. La stazione

di compostaggio dei rifiuti vegetali si situa al centro del sistema, mentre in due siti viene creato

il sistema MBH. La parte dei TSZH non riciclabile finisce nella discarica per rifiuti non pericolosi.

Nel quadro della struttura del KEOP 7.1.1.1, oltre ai due progetti di cui sopra, hanno bene-

ficiato dei fondi per la preparazione altri 9 progetti – con scopi analoghi – per la gestione

regionale dei TSZH. Probabilmente, nel periodo 2007-2013, saranno disponibili ulteriori

finanziamenti per sistemi di gestione analoghi.

4.3.2.2 ProgettidiricoltivazioneterritorialerelativiallediscaricheTSZH(KEOP2.3.0)

Anche in seguito alla realizzazione dei progetti di ricoltivazione finanziati da fondi ISPA e KA

(v. capitolo 4.2.5), più di 2.200 discariche restano non ricoltivate nel Paese. La dislocazione

di queste discariche regionali è illustrata dalla figura che segue.

Fig. 22: Numero delle discariche di rifiuti da ricoltivare in ogni regione

(Fonte: KvVM, “Strategia di Sviluppo dei Rifiuti Solidi Urbani”)

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 84

grandi città del progetto, si realizza la raccolta nei container dei rifiuti vegetali e di quelli riciclabili. I

rifiuti non riciclabili possono essere raccolti anche nei contenitori attualmente in uso. Nelle aree

urbane esterne, oltre alla raccolta tradizionale in isole ecologiche, avviene la raccolta in container dei

rifiuti riciclabili porta a porta. Nell’ambito del progetto vengono create 820 isole ecologiche, 22 piazzole

di raccolta, come pure 4 stazioni di trasbordo dei rifiuti. La stazione di compostaggio dei rifiuti vegetali

si situa al centro del sistema, mentre in due siti viene creato il sistema MBH. La parte dei TSZH non

riciclabile finisce nella discarica per rifiuti non pericolosi.

Nel quadro della struttura del KEOP 7.1.1.1, oltre ai due progetti di cui sopra, hanno beneficiato dei

fondi per la preparazione altri 9 progetti – con scopi analoghi – per la gestione regionale dei TSZH.

Probabilmente, nel periodo 2007-2013, saranno disponibili ulteriori finanziamenti per sistemi di

gestione analoghi.

4.2.2.2 Progetti di ricoltivazione territoriale relativi alle discariche TSZH (KEOP 2.3.0)

Anche in seguito alla realizzazione dei progetti di ricoltivazione finanziati da fondi ISPA e KA (v.

capitolo 4.2.5), più di 2.200 discariche restano non ricoltivate nel Paese. La dislocazione di queste

discariche regionali è illustrata dalla figura che segue.

197

326

476

141

420

287

385

Pianura Meridionale

Pianura Settentrionale

Ungheria Settentrionale

Ungheria Centrale

Transdanubio Meridionale

Transdanubio Centrale

Transdanubio Occidentale

Fig. 22: Numero delle discariche di rifiuti da ricoltivare in ogni regione

(Fonte: KvVM, “Strategia di Sviluppo dei Rifiuti Solidi Urbani”)

Una parte significativa di queste potenziali fonti di pericolo verrà liquidata, nel quadro della struttura

KEOP 2.3.0, nel periodo 2007-2013. Durante la stesura del presente studio, nel quadro di questa

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 85

Una parte significativa di queste potenziali fonti di pericolo verrà liquidata, nel quadro della

struttura KEOP 2.3.0, nel periodo 2007-2013. Durante la stesura del presente studio, nel

quadro di questa struttura, sono stati assegnati finanziamenti ai 5 progetti elencati aventi

come oggetto la ricoltivazione regionale:

• Ricoltivazione delle discariche chiuse di rifiuti solidi urbani nel campo di attività

dell’Unione delle Municipalità per la Gestione dei Rifiuti dell’Area Territoriale di

Győr;

• Ricoltivazione (I) delle discariche del Sistema di Gestione dei Rifiuti dell’Area del

• Danubio Centrale;

• Ricoltivazione (II) delle discariche del Sistema di Gestione dei Rifiuti dell’Area del

Danubio Centrale;

• Programma di Ricoltivazione della Gestione dei Rifiuti di Mecsek Dráva;

• Ricoltivazione delle discariche dei rifiuti solidi urbani del territorio di Sopron, I fase.

L’obiettivo dei progetti elencati è di ostacolare l’ulteriore inquinamento delle acque superfi-

ciali e sotterranee. A tal fine divengono oggetto di ricoltivazione le discariche chiuse e quelle

non conformi o non compatibili con le norme di sicurezza. La ricoltivazione, nella maggior

parte dei casi, significa la copertura dei rifiuti depositati e la loro integrazione nel paesaggio,

la raccolta dei rifiuti e il loro trasporto sono previsti in misura irrilevante. Nel corso dei pro-

getti di ricoltivazione gli strati di chiusura superiore adottati sono in genere i seguenti:

• Strato di compensazione (per esempio: biorifiuti stabilizzati, polveri sottili, scorie

metalliche);

• Strato di degassificazione (materiale leggermente calcifero, caratterizzato da

ripartizione granulare uniforme, buon conduttore di gas);

• Strato di isolamento (per esempio: lastra di bentonite, polietilene a grande densità

– HDPE – lamina);

• Strato filtrante (per esempio: ghiaia classificata, rifiuti di pneumatici tagliati, pietrisco);

• Strato drenante (per esempio: geotessile);

• Materiale derivato dallo strato di copertura (per esempio: rifiuti provenienti dalla

demolizione delle costruzioni, strato del suolo a basso contenuto di humus, biori-

fiuti stabilizzati);

• E strati di vegetazione (adatti a piante con radici superficiali, piante a bassa esi-

genza di sostanze nutritive, resistenti all’aridità e al caldo).

È opportuno osservare che al di là del KEOP, nel prossimo futuro, si prevede che anche nei

Programmi Regionali Operativi (in seguito: ROP) possano venire pubblicati gli annunci dei

bandi di concorso relativi ai progetti per la ricoltivazione delle discariche dei rifiuti a livello

urbano.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI86

4.3.3 Obiettividaraggiungerenell’ambitodellagestionedeiTSZH

4.3.3.1 Prevenzione

Obiettivo 1: Nel 2014 la quantità di TSZH non deve superare i 5 milioni di tonnellate

all’anno (approssimativamente 500 kg/pro capite/anno). [1.]

Nello spirito della nuova direttiva quadro sui rifiuti dell’Ue, entro la fine del 2013, per l’Un-

gheria è obbligatoria la realizzazione del Programma Nazionale di prevenzione dei Rifiuti.

Probabilmente il principale proposito del programma sarà di favorire il raggiungimento degli

obiettivi del programma attraverso la sensibilizzazione a abitudini di consumo rispettose

dell’ambiente. L’attività di PR che promuove la sensibilizzazione e la formazione deve esse-

re finanziata nella misura del 3-5% dal bilancio dei progetti realizzati nell’ambito della gestio-

ne dei rifiuti. Preferibilmente anche le organizzazioni civili devono essere coinvolte nell’atti-

vità didattica mirata alla sensibilizzazione e all’informazione [6.] Con questo probabilmente

si potrà raggiungere la condizione per la quale la quantità di rifiuti provenienti dal consumo

riduca o, almeno, prevenga l’aumento. Nel caso dei rifiuti di imballaggio – che costituiscono

parte dei TSZH - soggetti a tassa sul prodotto, secondo la Strategia di Sviluppo è prevedibile

che le imprese produttrici diano luogo all’ammodernamento delle tecnologie di imballaggio

dei rifiuti al fine di ridurre la tassa sul prodotto in base al peso, in modo tale che si riduca di

conseguenza anche la quantità di TSZH che si possono formare.

Al fine della riduzione della formazione dei TSZH è necessario diffondere ampiamente il

compostaggio domestico, per il quale pure è indispensabile l’attività PR di divulgazione e

sensibilizzazione. Oltre che per la diffusione del compostaggio domestico nell’ambito dei

progetti sostenuti e mirati per la gestione dei rifiuti, si può erogare un finanziamento sia per

investimenti territoriali (KEOP) che per investimenti minori (ROP).

Secondo le previsioni della Strategia di Sviluppo – per raggiungere gli obiettivi di cui sopra

– è possibile l’ulteriore sviluppo degli strumenti normativi economici, ossia l’ulteriore amplia-

mento della gamma dei prodotti soggetti a tassa sul prodotto e la rielaborazione della nor-

mativa riguardante l’insieme delle tasse sui prodotti.

Lo studio alla base del Secondo OHT, attualmente a disposizione, pronostica la formazione

per il 2014 di quasi 4,5 milioni di tonnellate all’anno di TSZH, ossia gli autori dello studio –

in parte a causa della diminuzione dovuta agli effetti della recessione mondiale, in parte a

causa dell’auspicata separazione del ritmo di consumo da quello di formazione dei rifiuti –

considerano che l’obiettivo possa essere raggiunto.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 87

Obiettivo 2: Venga assicurata la possibilità di compostaggio domestico e pubblico nei

nuovi sistemi in attuazione della gestione dei rifiuti; venga stimolato il reinvestimento

dei rifiuti vegetali in loco e la realizzazione di centrali per il riciclaggio. [1.]

Secondo i pianificatori della Strategia di Sostegno, ogni anno quasi 240 mila tonnellate in

meno di TSZH potrebbero essere prodotte con la diffusione del compostaggio domestico.

[11] Per l’introduzione del compostaggio comune in un ambito ampio è necessaria la pre-

senza, nei progetti di gestione territoriale dei rifiuti, di impianti di compostaggio e di strutture

per la raccolta di biorifiuti domestici. Questo obiettivo - sulla base dell’analisi del contenuto

tecnico dei progetti regionali concepiti e presupponendo un efficace processo di sensibiliz-

zazione – probabilmente verrà raggiunto.

Occorre menzionare il fatto che, considerando il successo di tale pratica in Austria, si può

analogamente prevedere che anche in Ungheria vengano realizzati in futuro centri per il

riciclo nei quali sia possibile consegnare gli impianti elettronici in disuso, magari difettosi ma

recuperabili, ovvero comprarli al costo della riparazione.

4.3.3.2 Riciclaggio

Obiettivo 3: Venga garantita l’infrastruttura della raccolta differenziata per l’80%

della popolazione. [1.]

Considerando che attualmente quasi il 55-60% della popolazione ha la possibilità di effet-

tuare la raccolta differenziata dei rifiuti (v. capitolo 4.2.4.1), si può affermare che c’è bisogno

di ulteriori, significativi sviluppi in campo infrastrutturale per il raggiungimento dell’obiettivo.

Proprio la raggiungibilità dell’obiettivo ha fatto sì che nella struttura del KEOP 1.1.1 abbiano

ottenuto e possano ottenere in futuro dei finanziamenti i progetti ad esso finalizzati.

Nel quadro della Strategia di Sostegno per l’aumento dell’efficacia della raccolta differen-

ziata dei TSZH è stata preparata un’analisi – sulla base dell’efficacia dei costi – secondo

la quale è più efficace sviluppare le infrastrutture per la raccolta differenziata di abitati con

15.000 persone. Per tale motivo ci si può aspettare che in futuro si concentrino in questi

territori gli sviluppi degli impianti per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Obiettivo 4: Nel caso delle frazioni di TSZH riciclabili (carta, plastica, metallo, vetro e

organico) la percentuale di reimpiego dovrà salire a oltre il 40%. [1.]

Secondo le rilevazioni dello studio alla base del Secondo OHT – se si realizzano i progetti

che hanno già ottenuto finanziamenti e quelli che attualmente sono in preparazione – l’obiet-

tivo può essere raggiunto presumibilmente per il 2014. Secondo i calcoli, la proporzione di

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI88

reimpiego può arrivare al 41,5%. Secondo le rilevazioni dello studio per questo sono, tutta-

via, necessari l’aumento dell’efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti e lo sviluppo delle

infrastrutture per il riciclaggio. [1.]

Obiettivo 5: Il riciclaggio dei TSZH deve salire a oltre il 40%. [1.]

Sulla base delle proporzioni di riciclaggio attuali dei TSZH presentate nel capitolo 4.2.8.2, si può

affermare che, per raggiungere l’obiettivo nel 2014, è necessaria la creazione di ulteriori, signifi-

cative capacità di riciclaggio, ovvero la loro utilizzazione. Nel quadro del KEOP, per effetto degli

sviluppi mirati al riciclaggio che hanno già ottenuto finanziamenti e sono in corso di realizzazione,

la proporzione prevista per il riciclaggio probabilmente può essere considerata raggiungibile. [1.]

Da sottolineare che la Strategia di Sostegno trattata nel capitolo 4.2.1.3 nel caso dei TSZH

misti prevede una percentuale costante di riciclaggio energetico per il periodo di progetta-

zione fino al 2016. I pianificatori, per motivi di efficacia del costo, non propongono la costru-

zione di nuovi inceneritori.

I valori di capacità di sviluppo infrastrutturale proposti nella Strategia di Sostegno vengono

elencati nell’allegato VII. In dipendenza dagli sviluppi proposti è opportuno accentuare il

fatto che i pianificatori della Strategia di Sostegno contano su una tendenza all’aumento

dinamico (2% all’anno) dei TSZH, aumento dinamico che non è sostenuto dalle informazio-

ni attualmente disponibili. Conformemente a ciò, i pianificatori della Strategia di Sostegno

hanno presumibilmente sovradimensionato le capacità infrastrutturali necessarie per il rag-

giungimento degli obiettivi. Le previsioni avanzate nello studio alla base del Secondo OHT

sono ipoteticamente più reali (v. più in dettaglio il capitolo 4.2.6), ossia ci si può aspettare

che la quantità di TSZH prodotta diminuisca dell’1% entro il 2011 e che in seguito aumenti

ogni anno dell’1%. In tal senso gli sviluppi presentati nell’allegato VII per il raggiungimento

degli obiettivi di riciclaggio non saranno necessari in misura totale.

Obiettivo 6: Nel 2016 dovrebbero venire depositate al massimo 820.000 tonnellate di

TSZH a contenuto organico biodegradabile, grazie al trattamento di separazione dei

componenti biodegradabili.[1.]

Secondo le rilevazioni dello studio alla base del Secondo OHT se, nell’ambito dei progetti

che oggi hanno ottenuto finanziamenti e di quelli che attualmente sono in corso di prepara-

zione nel quadro KEOP, verranno realizzati gli impianti per il trattamento dei rifiuti organici

biodegradabili, l’obiettivo si potrà raggiungere verosimilmente per il 2014.

Ai fini del raggiungimento degli obiettivi la Strategia di Sostegno propone che venga realiz-

zata la capacità di compostaggio di ulteriori 87 mila tonnellate all’anno e 70 mila tonnellate

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 89

all’anno di capacità di compostaggio sistematica. Oltre a ciò, nella Strategia di Sostegno si

stabilisce, tra gli obiettivi di sviluppo futuri – in merito alla diminuzione dei rifiuti contenenti

materia organica che finiscono nelle discariche –, la realizzazione di impianti MBH (con una

capacità totale di 1,65 milioni di tonnellate all’anno).

Obiettivo 7: Elaborazione di un sistema di garanzia di qualità dei compost [1.]

Attualmente in Ungheria è un problema il riciclaggio del compost derivante dagli impianti di

compostaggio. È un compito da risolvere. Quindi - analogamente ai 15 paesi Ue – anche in

Ungheria deve essere elaborato un sistema di garanzia di qualità che consenta un impiego

più efficace di queste materie.

4.3.3.3 Smaltimento

Obiettivo 8: La percentuale di smaltimento nelle discariche deve scendere sotto il

60%. [1.]

Secondo le conclusioni dello studio di base del Secondo OHT – quando gli impianti già

finanziati ovvero ancora solo in fase di progettazione nell’ambito dei progetti KEOP saranno

terminati – l’obiettivo potrà essere verosimilmente raggiunto per il 2014, anche nel caso in

cui i progetti previsti si realizzino con un certo ritardo. Con il raggiungimento degli obiettivi

(v. capitolo 4.2.3.2) si potrà garantire verosimilmente una proporzione di discarica inferiore

al 60%.

4.4. iPrinciPAliAttorieconomicidelsettoredeitszh

4.4.1 Servizipubblici

In Ungheria generalmente nei sistemi di gestione regionale dei TSZH - già in funzione o

in fase di completamento - la stessa società di servizi pubblici si occupa sia della raccolta

(compresa quella porta a porta, le isole ecologiche e le piazzole di raccolta), che del traspor-

to, del riciclaggio e dello smaltimento dei rifiuti. Sul mercato dei servizi pubblici sono ugual-

mente presenti sia le società fondate da municipalità sia quelle private. Tra queste ultime

figurano, in percentuale significativa, le società straniere. Ricopre un ruolo dominante nel

mercato la Società di Gestione del suolo pubblico della Capitale Zrt (FKF), di proprietà della

Municipalità di Budapest. Tra le società di servizi pubblici che svolgono un ruolo notevole

sul mercato figurano la Biokom, di proprietà della Provincia di Pécs, e la STKH di proprietà

della Provincia di Sopron. Tra le società straniere presenti in Ungheria nel settore privato va

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI90

citata, per il ruolo che svolge sul mercato, l’austriaca AVE, che appartiene al gruppo Energie

AG, la spagnola A.S.A., che appartiene al gruppo FCC., la AKSD di comproprietà dell’AVE e

dell’A.S.A., la Remondis in parte di proprietà tedesca e l’austriaca Saubermacher.

Nel seguente grafico vengono elencate, a titolo puramente indicativo, le società di servizi

pubblici che hanno quote di mercato rilevanti. È opportuno sottolineare che la scelta degli

attori del mercato che appaiono nel diagramma non è stata preceduta da un’indagine di

mercato più dettagliata.

Fig. 23: Società di servizi pubblici in possesso delle più significative quote di mercato

(Fonte: HIR)

4.4.2 Progettistieconsulenti

In Ungheria gli attori dominanti sul mercato per quel che riguarda la progettazione e la consu-

lenza possono essere considerati le società locali. Oltre alle imprese protagoniste – tipicamente

imprese minori - negli affari locali, bisogna citare sia le imprese specializzate nella consulenza

e nella progettazione in primo luogo della gestione dei rifiuti (per esempio MKM Consulting,

Solvex, Depónia-Technika, Rexterra) sia le imprese nazionali il cui fine è la consulenza e la

progettazione riguardanti progetti relativi alla riabilitazione e allo sviluppo infrastrutturale, per

esempio costruzione di autostrade, drenaggio e pulizia delle acque reflue, riabilitazione ambien-

tale (come Öko, VTK Innosystem, Utiber, Agruniver, Mélyépterv Kultúrmérnöki, Elgoscar 2000,

Geohidroterv, TerraMed, Bio-Genezis). Tra le ditte straniere, multinazionali, che operano nei

settori della progettazione e della consulenza ambientale, sono presenti sul mercato nazionale

della progettazione e della consulenza ambientale le filiali della danese Cowi, della canadese

Golder Associates, della britannica Mott MacDonald, come pure dell’austriaca Denkstatt. [19.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 90

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raccolta domestica riciclaggio smaltimento

Fig. 23: Società di servizi pubblici in possesso delle più significative quote di mercato (Fonte: HIR)

4.4.2 Progettisti e consulenti

In Ungheria gli attori dominanti sul mercato per quel che riguarda la progettazione e la consulenza

possono essere considerati le società locali. Oltre alle imprese protagoniste – tipicamente imprese

minori - negli affari locali, bisogna citare sia le imprese specializzate nella consulenza e nella

progettazione in primo luogo della gestione dei rifiuti (per esempio MKM Consulting, Solvex, Depónia-

Technika, Rexterra) sia le imprese nazionali il cui fine è la consulenza e la progettazione riguardanti

progetti relativi alla riabilitazione e allo sviluppo infrastrutturale, per esempio costruzione di autostrade,

drenaggio e pulizia delle acque reflue, riabilitazione ambientale (come Öko, VTK Innosystem, Utiber,

Agruniver, Mélyépterv Kultúrmérnöki, Elgoscar 2000, Geohidroterv, TerraMed, Bio-Genezis). Tra le

ditte straniere, multinazionali, che operano nei settori della progettazione e della consulenza

ambientale, sono presenti sul mercato nazionale della progettazione e della consulenza ambientale le

filiali della danese Cowi, della canadese Golder Associates, della britannica Mott MacDonald, come

pure dell’austriaca Denkstatt. [19.]

4.4.3 Esecutori

Analogamente al mercato della consulenza e della progettazione anche tra gli esecutori sono presenti

in proporzione rilevante gli attori di mercato che non si occupano solo dell’esecuzione materiale della

gestione dei rifiuti, ma che sono interessati anche ad altri settori della costruzione di infrastrutture (per

esempio le società ungheresi Vegyépszer, Betonút e Geohidroterv, come pure compagnie

multinazionali come la Strabag, la Bilfinger, la COLAS Alterra, la Mota Engil). [19.]

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 91

4.4.3 Esecutori

Analogamente al mercato della consulenza e della progettazione anche tra gli esecutori sono pre-

senti in proporzione rilevante gli attori di mercato che non si occupano solo dell’esecuzione mate-

riale della gestione dei rifiuti, ma che sono interessati anche ad altri settori della costruzione di

infrastrutture (per esempio le società ungheresi Vegyépszer, Betonút e Geohidroterv, come pure

compagnie multinazionali come la Strabag, la Bilfinger, la COLAS Alterra, la Mota Engil). [19.]

4.4.4 Organizzazionidicoordinamento

Nel campo dei rifiuti di imballaggio tra le organizzazioni di coordinamento la più importante

è la Öko-Pannon. Altri attori particolarmente significativi sono per esempio la Öko-Kord e la

Öko-Pack. Nel campo dei rifiuti E+E si possono considerare tra le organizzazioni di coor-

dinamento la E-Hulladék, la Electro-Coord e la Elektro-Waste. Nel campo della riconsegna

e della gestione dei rifiuti derivanti da accumulatori, le organizzazioni di coordinamento

specializzate più significative sono, per esempio, la HUNGAKKU, la HUNGAROHAB e la

ERECO. Nel campo dei rifiuti derivati da autoveicoli meritano di essere menzionate la Car-

Rec, la Öko-Gum e la Remoplast. Tra le organizzazioni di coordinamento specializzate nel

campo della raccolta dei rifiuti derivati da pneumatici e dell’organizzazione della loro gestio-

ne ci sono la Hurec, la Öko-Gum e la Cansar. Nel campo della raccolta e dell’organizzazione

della gestione degli imballaggi di sostanze antiparassitarie definite pericolose si possono

menzionare, per esempio, la Csereb e la Hungaropec. [19.]

4.4.5 Organizzazionispecializzate,manifestazioni,stampaspecializzata

Tra le organizzazioni di settore che svolgono attività connesse alla gestione dei rifiuti ha un

ruolo centrale la Federazione dei Fornitori di Servizi e dei Produttori nel settore della Tutela

Ambientale (http://www.kszgysz.hu/). I dati dell’organizzazione:

Indirizzo: 1024 Budapest, Keleti Károly u. 11/A. I/ 4

Tel.: 350-7271, 350-7274, 336-0680;

Fax: 336-0393;

e-mail: kszgysz©t-online.hu

Contatto:ÁgnesCzibók,responsabiledellerelazioniinternazionali

A parte la Federazione dei Fornitori di Servizi e dei Produttori nel settore della Tutela

Ambientale è opportuno menzionare le seguenti organizzazioni di settore:

• (Unione Nazionale dei Riciclatori di Rifiuti) Hulladékhasznosítók Országos

Egyesülete (http://www.hoe.hu/);

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI92

Indirizzo: 1146 Budapest, Ajtósi Dürer sor 5.

Tel: (06-1) 343-0556, 422-1428, 422-1429

Fax: (06-1) 343-0985

E-mail: [email protected]

Contatto:KatalinTakács

• (Unione Ungherese Biogas) Magyar Biogáz Egyesület (http://www.biogas.hu/)

Indirizzo: 1037 Budapest, Bécsi út 269.

Tel: 70/320-6819

Fax: 1/700-1586

e-mail: [email protected]

Contatto:KrisztiánKovács,segretario

• (Unione Nazionale Rottamatori) Gépjárm¦bontók Országos Egyesülete (http://

www.goe.hu/fooldal/)

Indirizzo: 1051 Budapest, Hercegprímás u. 13.

Tel: 06-1-261-8153

Fax: 1-374-0802

E-mail: [email protected]

Contatto:AndrásRusznák,amministratore

Le fiere e le altre manifestazioni cicliche del settore ambientale, oltre che offrire la possibilità

di instaurare rapporti con le organizzazioni specializzate, facilitano lo scambio delle infor-

mazioni, la conoscenza delle nuove tecnologie e la loro diffusione anche in Ungheria. Nel

campo della tutela ambientale (e, precisamente, della gestione dei rifiuti) le più importanti

manifestazioni organizzate regolarmente sono le seguenti:

• (Fiera Internazionale Tutela Ambientale e Opere Pubbliche Ökotech) Ökotech

Nemzetközi Környezetvédelmi és Kommunális Szakkiállítás (http://www.okotech.

hungexpo.hu/)

Contatto: Mihály Vécsei

Tel: (06-30) 676-8676

Tel: (06-1) 263-6212

fax: (06-1) 263-6212

e-mail: [email protected]

• (Mostra Mercato Tutela Ambientale Greenexpo)

Greenexpo Környezetvédelmi Kiállítás és Vásár (http://www.greenexpo.hu/)

Contatto: Judit Fülöp, amministratrice

e-mail: [email protected]

Tel: (06 1) 326 5135

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 93

• (Fiera Internazionale dell’Industria Ecologica Ökoindustria)

Ökoindustria Nemzetközi Környezetipari Szakkiállítás (http://www.okoindustria.hu/)

La fiera è organizzata dalla Federazione dei Fornitori di Servizi e dei Produttori,

vedi sopra per contatti.

Meritano di essere menzionate le seguenti riviste specializzate, pubblicate regolarmente, nel

settore della tutela ambientale (e, precisamente, della gestione dei rifiuti):

• (Rivista specializzata nella Gestione dei Rifiuti “HulladékSors”)

HulladékSors Hulladékgazdálkodási Szakmai Folyóirat (http://www.hulladeksors.hu/)

Indirizzo: 1114 Budapest, Ulászló u. 38. I. em. 1.

Tel/fax: +36-1-252-6397

Email: [email protected]

Contatto: Éva Gyapay, assistente di redazione

• Tutela ambientale / Környezetvédelem/ (bollettino ufficiale della fiera Ökotech)

(http://www.muszakilapok.hu/ujsag/kornyezetvedelem)

Indirizzo: 1055 Budapest, Balassi Bálint u. 7.

Tel: (1) 301-3854, 301-3870

Fax: (1) 301-3867

E-mail: [email protected]

Contatto: Ágnes Tax, responsabile della redazione

• (Rivista Ungherese dell’Industria e della Tutela dell’Ambiente)

Magyar Ipari és Környezetvédelmi Magazin/ (http://www.mikm.hu/)

Indirizzo: 1116 Budapest, Temesvár út 20.

Tel: 465-0274

Fax: 465-0275

E-mail: [email protected]

Contatto: Piroska Lévainé Gulyás, direttore del settore comunicazione

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI94

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 95

5 Conclusioni, deduzioni

Obiettivo di questo capitolo è far conoscere la situazione ungherese nella gestione dei rifiuti

- esposta nei precedenti capitoli del presente studio - e quali potenziali possibilità di mercato

ci sono nell’ambito della gestione dei TSZH per le società che desiderano crescere.

Nei prossimi anni può cominciare la ricoltivazione di oltre 700 discariche abusive.

Malgrado gli sforzi compiuti negli anni scorsi, restano numerose le discariche non ricolti-

vate che nel loro stato attuale comportano un pericolo potenziale per gli strati geologici e

per le acque sotterranee. Sulla base dell’analisi delle fonti di finanziamento KEOP e ROP

a disposizione, è possibile che nei prossimi anni abbia luogo ovvero acceleri il processo di

ricoltivazione delle discariche. Nella maggior parte dei casi si può parlare di ricoltivazione

da effettuarsi nel luogo in cui vengono depositati i rifiuti (creazione di uno strato di chiusura

superiore e inserimento nel paesaggio). Tra i materiali adottati (per esempio pellicole HDPE,

geotessile) nello strato di chiusura superiore (v. capitolo 4.2.2.2) si possono trovare tipica-

mente quelli per i quali – nel caso di grande utilizzo – anche il trasporto in luoghi lontani

dall’Ungheria può essere una soluzione efficace dal punto di vista dei costi.

Sono previsti significativi sviluppi nella raccolta differenziata dei rifiuti.

Nel periodo di tempo compreso fino al 2014 è previsto che in diverse aree del Paese ven-

gano realizzate isole di raccolta differenziata dei rifiuti e piazzole di raccolta. Quindi, sarà

necessario acquisire strumenti per la raccolta differenziata dei rifiuti. I principali obiettivi della

gestione dei rifiuti – illustrati dettagliatamente nel capitolo 4.3.3 – sostengono il processo di

sviluppo del mercato. Con i fondi KEOP si intende promuovere lo sviluppo dell’infrastruttura,

nonché della coscienza ambientale della popolazione. La diffusione attuale della raccolta

differenziata si può considerare soddisfacente e rafforza l’ipotesi che si possano garantire

in questo campo ulteriori sviluppi sul piano dell’efficacia dei costi.

Probabilmente aumenterà il numero dei selettori.

In seguito al previsto aumento della proporzione di raccolta differenziata finalizzata al reim-

piego sarà necessario aumentare in modo rilevante il livello di capacità di selezione ulteriore.

Come parte integrante dei sistemi regionali di gestione dei rifiuti attualmente in costruzione è

probabile che vengano creati nel Paese numerosi selettori, la cui realizzazione è finanziata

anche dai fondi KEOP.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI96

Probabilmente aumenterà la quantità di rifiuti reimpiegati con conseguenze anche sui

costi di vendita.

Come conseguenza dell’aumento significativo atteso della percentuale di raccolta differen-

ziata dei rifiuti si può pronosticare un incremento della quantità di rifiuti reimpiegati reperibile

sul mercato, la qual cosa potrebbe portare a una riduzione del costo di vendita dei rifiuti.

Per un uso sempre più ampio dei rifiuti organici biodegradabili si può prevedere la

significativa diffusione del compostaggio domestico.

L’obiettivo di base della gestione dei rifiuti è la diminuzione dei TSZH contenenti sostanze

organiche tramite la divulgazione e la diffusione del compostaggio domestico. È prevedibile

che vengano acquisiti in gran numero strumenti che consentano di effettuare tale procedi-

mento, anch’esso finanziabile con i fondi KEOP.

Nell’ambito dei TSZH è prevedibile che aumenti considerevolmente la percentuale di

rifiuti di imballaggio.

Sull’esempio dei 15 paesi Ue, sembra realistica l’ipotesi per la quale nei prossimi anni

aumenterà ulteriormente la percentuale dei rifiuti di imballaggio nell’ambito dei TSZH.

Non appare probabile nei prossimi anni la creazione di nuovi inceneritori per TSZH.

Gli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti relativi al 2014 potrebbero essere raggiunti anche senza

altri inceneritori per TSZH, vale a dire che non sembra probabile la nascita di ulteriori

inceneritori. Tale probabilità si riduce ulteriormente anche in conseguenza del fatto che, in

Ungheria, la posizione delle organizzazioni civili e della popolazione respinge nel modo più

risoluto questo tipo di trattamento dei rifiuti.

Per la biostabilizzazione dei TSZH raccolti in forma indifferenziata si mette in questio-

ne la necessità di impianti per il trattamento meccanico-biologico. Per realizzare un

impianto MBH è forse necessario l’aumento delle capacità di incenerimento.

La capacità MBH consigliata nella Strategia di Sostegno si basa su una prognosi di forma-

zione dei rifiuti che – considerate anche le ultime previsioni – ipotizza un ritmo di crescita

apparentemente esagerato relativamente alla frazione di materia organica. Come conse-

guenza, presumibilmente l’obiettivo di diminuire i depositi di TSZH contenenti materia orga-

nica biodegradabile sarà raggiungibile anche con un numero significativamente inferiore di

impianti rispetto al previsto.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 97

Nel caso in cui in futuro sorgessero in gran numero sistemi MBH nel Paese, bisognerà

aumentare la capacità di incenerimento dei cementifici e delle centrali elettriche - attual-

mente esigua - dal momento che i combustibili secondari derivanti dal procedimento MBH

si possono riciclare tramite incenerimento.

In futuro, a causa della grande quantità di rifiuti a base di amianto, ci sarà bisogno di

una maggiore capacità di discarica dei rifiuti pericolosi.

Negli ultimi anni sono stati identificati materiali isolanti contenenti amianto in un notevole

numero di edifici abitativi: lo smaltimento dell’amianto è uno dei compiti del futuro. Parimenti,

è in corso un rilevamento delle fonti industriali in quantità significativa. Nel caso dei rifiuti

contenenti amianto, si prevede che in futuro venga realizzato uno smaltimento in discarica.

Secondo le stime nazionali, attualmente non si dispone di adeguata capacità di deposito dei

rifiuti pericolosi.

Nei prossimi anni potrebbero nascere dei centri che si occuperanno di: pretrattamen-

to, riutilizzo, miglioramento qualitativo, pulizia, distruzione delle parti riciclabili dei

prodotti divenuti rifiuti.

Tra le priorità della gestione dei rifiuti figura al secondo posto l’incentivazione al riciclaggio.

A tal fine saranno a disposizione significative fonti di finanziamento nazionali e comunitarie.

Può seguire la diffusione di tecnologie di produzione prive di materie pericolose e

povere di rifiuti.

Per la gestione dei rifiuti nei prossimi anni possono essere introdotte misure restrittive in

merito alla normativa che regolamenta sia l’utilizzo delle materie nei processi di produzione

sia le stesse tecniche di produzione, ossia si prevede che migliori l’integrazione dei settori

di interesse ambientale. Non è escluso, quindi, che aumenti la richiesta di tecnologie di pro-

duzione che non utilizzano materie pericolose e non producono molti rifiuti.

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI98

6 Allegati

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UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 99

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UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 101

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Numero dei centri urbani interessati

(unità)

Quantità stimata di TSZH nel 2004 (migliaia di tonnel-

late/anno)

Costo totale del progetto

(milioni di euro)

Conclusione prevista per

i progetti

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UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI102

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UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 103

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Piazzole di raccolta

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UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI104

Allegato VII: Capacità di sviluppo proposte nella Strategia di Sostegno

Fonte: KvVM

Capacità degli impianti 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Totale

Discariche TSZH (migliaia di tonnellate) 4150 3085 3405 10640

Piazzole di raccolta (unità) 103 195 228 262 289 329 1406

Isole ecologiche (unità) 44 83 97 111 123 140 598

Selettori (unità) 10 20 23 27 29 33 142

Compostaggio domestico (1.000 unità) 17 17 17 18 18 87

Compostaggio (migliaia di tonnellate) 10 10 10 15 10 15 70

Pretrattamento MB (migliaia di tonnellate) 30 60 90 1 020 1200

UNGHERIA: SMALTIMENTO E TRASFORMAZIONE RIFIUTI SOLIDI 105

Bibliografia consultata

[1.] Ministero per la Tutela dell’Ambiente e delle Acque (maggio 2009)

Studio alla base del Piano Nazionale per la Gestione dei Rifiuti 2009-2014, II versione

[2.] Eurostat (agosto 2009)

Total amount of waste generated by waste category

[3.] ÖKO-Pannon Kht. (2006)

Pubblicazione “Gestione degli imballaggi e dei relativi rifiuti

[4.] Piano Nazionale per la Gestione dei Rifiuti 2003-2008

[5.] Corte dei Conti (giugno 2009)

Rapporto sul controllo dell’utilizzo dei fondi nazionali e di coesione per la gestione

dei rifiuti solidi urbani

[6.] Direzione Gestione dei rifiuti e Tecnologia ambientale del Ministero per la

Tutela dell’Ambiente e delle Acque (luglio 2002)

Quaderni specializzati sulla Gestione dei rifiuti: Metodi di trattamento differenziato

dei rifiuti solidi urbani

[7.] Direzione Gestione dei rifiuti e Tecnologia ambientale del Ministero per la

Tutela dell’Ambiente e delle Acque (2005)

Studio “La progettazione nella Gestione dei rifiuti nelle aree che non beneficiano di

finanziamenti internazionali”

[8.] FKF ZRt. Ufficio per la Tutela dell’Ambiente (aprile 2008)

Esperienze di analisi delle componenti dei rifiuti in Ungheria

[9.] FKF Rt.

Pubblicazione divulgativa sulla Centrale di riciclaggio di Budapest

[10.] Ministero per la Tutela dell’Ambiente e delle Acque (novembre 2006)

Strategia di Sviluppo della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani

[11.] Ministero per la Tutela dell’Ambiente e delle Acque

Strategia di Sostegno della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani

[12.] Programma Operativo per l’Ambiente e l’Energia 2007-2013

[13.] Programma Operativo di Sviluppo Regionale 2007-2013

[14.] IWACO-CANOR (2002.)

Studio- censimento sulle discariche di rifiuti solidi in Ungheria

[15.] http://www.kvvm.hu/szakmai/hulladekgazd/

[16.] http://ec.europa.eu/environment/life/funding/lifeplus.htm

[17.] http://www.hulladek.gyor.hu/index.php?p=page@content&pid=11

[18.] http://www.nfu.hu/content/58

[19.] http://www.kszgysz.hu/xir.htm

[20.] http://okir.kvvm.hu/hir/

[21.] Progetto del Programma Nazionale per la Tutela dell’Ambiente 2009–2014

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