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1 PROGETTO WELFAREST Coesione sociale nei nuovi paesi UE, attraverso lo sviluppo di politiche, iniziative e servizi sociali Il sistema sociale in Ungheria Ricerca a cura di FUORI MARGINE CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI DI PESARO E URBINO

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PROGETTO WELFAREST

Coesione sociale nei nuovi paesi UE, attraverso lo sviluppo di politiche,

iniziative e servizi sociali

Il sistema sociale in Ungheria

Ricerca a cura di

FUORI MARGINE CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI DI PESARO E URBINO

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IL SISTEMA SOCIALE IN LITUANIA IL BACKGROUND ECONOMICO, FINANZIARIO, SOCIALE E DEMOGRAFICO I fattori d'influenza principali sulla protezione sociale Negli anni ‘90, l’Ungheria ha dovuto fronteggiare una crisi profonda del debito, passare attraverso una lunga e tardiva ristrutturazione della propria industria, privatizzare la sua economia, sviluppare l’esperienza istituzionale per un'economia di mercato e generare un sistema di protezione sociale per occuparsi delle conseguenze sociali della transizione economica. Come conseguenza delle misure necessarie approntate dai governi che si sono susseguiti, il P.I.L. è caduto da quasi il 20% del picco nel 1989, durante quattro anni. L'occupazione è diminuita da 5.2 milioni nel 1990 a 3.6 milioni del 1996. Il recupero ha cominciato nel 1993. Da quando il P.I.L. sta sviluppandosi e si è arrampicato di nuovo al relativo livello di pre-transizione del 2000. L'inflazione ha avuto il relativo primo picco nel 1991 con il 35% e da allora un altro picco nel 1995, al 28%. Da allora, l'inflazione sta declinando lentamente. Tuttavia l'occupazione non ha migliorato molto. Era ancora un po' superiore a 3.8 milioni di 2000. Questi sono i fattori di lavoro macroeconomici e specifici principali del mercato che hanno sfidato il sistema di protezione sociale. Gli indicatori economici e finanziari Nel 1995, l’Ungheria aveva compiuto l'operazione complessa e dolorosa di trasformazione dell'economia centralmente controllata dallo stato unita con un regime politico dittatoriale ad un'economia di mercato in gran parte privata e ad una democrazia multipartitica. La riforma del 1988 del diritto di proprietà, dopo parecchie modifiche, ha condotto alla privatizzazione su grande scala. La legge del 1992 sulla bancarotta rimosse le imprese in difficoltà dall’economia e le misure di austerità del 1995 hanno stabilizzato la situazione macroeconomica. Di conseguenza, l'efficienza ha migliorato velocemente, le finanze pubbliche si sono sviluppate in modo più sano (un deficit corrente di EUR 3.3 miliardo nel 1994 è stato diminuito a EUR 0.8 miliardo nel 1997, anche se si è sviluppato ancora a EUR 2.0 miliardo nel 1999) e l'inflazione ha rallentato (con una diminuzione dell'IPC e di prezzi in deflazione del P.I.L. da 25.6% nel 1995 al 9.0 % nel 1999). Dal 1997 l'economia sta crescendo, con uno sviluppo annuale di media di 4.5% del P.I.L.. I redditi imponibili derivanti da produzione si sono sviluppati ancora più velocemente del P.I.L.. Questa tendenza è interpretata da alcuni esperti come indicatore di una sezione dell'economia con un’evasione fiscale in lenta diminuzione (Semjén 2001). I governi successivi hanno usato questo reddito supplementare per attenuare l’indebitamento e per ridurre i tassi di imposta, in particolare i contributi sociali. Il servizio di debito è diminuito dal 17% del P.I.L. nel 1997 al 10% nel 2000. La misura del budget riguardante il P.I.L. del paese è stato ridotto. La spesa sociale inoltre è diminuita in paragone al P.I.L., benchè alcune altre spese di governo diminuissero ancora più velocemente. Riflettendo la struttura della popolazione

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in relazione all'età della società, gli sviluppi nel mercato del lavoro e l'economia politica usuale della redistribuzione tra generazioni, non sorprende che il più grande capitolo all’interno della spesa sociale pubblica è rappresentato di gran lunga dalle pensioni. Il numero dei pensionati si è sviluppato velocemente con gli anni ‘90 ed anche se i benefici hanno perso il loro valore reale, in misura ancora più grande che gli stipendi, essi non si sono svalutati tanto quanto altri benefici, quali i programmi differenti del sostegno familiare. I pensionati si sono arrampicati ad una più alta posizione sulla scaletta di distribuzione del reddito della società (Medgyesi, Sági e Szivós 1999). Nello stesso modo in cui la società dei pensionati si è estesa, il numero di contribuenti è stato ridotto simultaneamente, e il budget per le pensioni ha registrato una svolta negativa la fine della decade. I contributi alle pensioni di previdenza sociale erano l'unica forma istituzionalizzata della preparazione per l’anzianità prima del 1994. Da allora, i fondi di pensione supplementari volontari hanno attratto 1.1 milione di membri ed hanno raccolto una quantità di EUR 1.2 miliardo alla fine del 2001. I fondi di pensione hanno la struttura dei diritti di proprietà dei fondi di benefici mutualistici che sono posseduti dai loro membri. I più grandi fondi sono sostenuti da un'istituzione finanziaria quali la banca di risparmio o le società di assicurazioni, o sono sottoscritti da alcuni grandi datori di lavoro. In tali ditte, l'insieme dei membri del fondo volontario è patrocinato come parte di un pacchetto delle indennità accessorie. Il governo offre un generoso alleviamento da tasse per questi contributi. La sanità, un altro capitolo sociale che ha un profilo acutamente crescente della concessione dei benefici, maggiore rispetto anche a quello relativo all’educazione. Eppure anche la spesa per la sanità è stata colpita dalle misure di austerità del 1995. D'altra parte una parte importante della finanza di sanità - pagamenti informali - non compare nelle statistiche. Una vasta indagine ha trovato i pagamenti informali nella sanità aumentati al 0.3% del P.I.L. (Bognár, Gál e Kornai 2000). Poiché questo è un valore netto di elusione fiscale, prenderebbe un aumento dello stipendio equivalente al 0.8% del P.I.L. affinchè il governo pulisca questa sezione dell'economia informale. Indicatore demografici La popolazione totale è aumentata nel 1980 a 10.7 milioni. Ma dal 1995 al 2000 la diminuzione era del 2.3%: da 10.2 milione a 10.0 milioni. Il censimento del 2001 può correggere con effetto retroattivo i dati della popolazione. Così in generale, più maschi sono nati, ma una più alta mortalità maschile riporta gradualmente ad una maggioranza della popolazione femminile. Il tasso cambia fra l'età di 40 e di 59. Superiore ai 70 anni, il numero di femmine è quasi doppio di quello dei maschi. La diminuzione delle nascite ha comportato una diminuzione di rapporto di occupazione della gioventù dal 27% al 25% fra il 1995 e il 2000, dove la gioventù è definita come inferiore a 15 anni ed il numero di bambini è proiettato verso il numero di gente nella popolazione in età attiva, cioè, fra 15 e 64. In termini di attività di lavoro del mercato, tuttavia, il limite della gioventù è regolato meglio a 20 anni. Inoltre, alla luce dell'età pensionabile ufficiale, di 57 anni per le donne e di 61 anni per gli uomini nel 2000, il limite massimo di età della popolazione attiva è più realisticamente 60 anni.

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Attualmente ci sono due grandi gruppi, uno nato all'inizio degli anni cinquanta e i loro bambini nati nella metà degli anni settanta. Quest’ultimo gruppo d'età ha appena raggiunto guadagni discreti, avendo terminato gli studi ed essendo entrati nel mercato del lavoro negli anni 90. La definizione orientata dell’occupazione giovanile nel mercato del lavoro fotografa questo secondo dato mentre la definizione demografica standard riflette soltanto l'effetto del diminuire della natalità. Ecco perchè il dato di impiego della gioventù nel mercato del lavoro è diminuito più acutamente dal 48% nel 1995 al 41% nel 2000. L’occupazione dei soggetti anziani, tuttavia, non è cambiato molto durante il periodo in questione. È rimasto al 19-20% (dove la popolazione attiva era compresa tra i 15 e i 65 anni), o al 32-33% (dove la popolazione attiva era compresa tra i 20 e i 60 anni di età). Malgrado il ristagno dell’occupazione dei soggetti anziani, il cosiddetto sistema di occupazione, che è il rapporto tra pensionati reali e contribuenti reali, in contrasto con il rapporto tra pensionati potenziali e contribuenti potenziali, ha preso il proprio corso. Le difficoltà finanziarie del sistema di pensione sono state generate più dal mercato del lavoro che i fattori demografici negli anni 90. La contrazione della popolazione totale è principalmente dovuta alla bassa natalità. Il quoziente di natalità totale, che era giusto un po' inferiore a 4.0 negli anni 20 e perfino nella prima metà degli anni 50 era sempre superiore a 2.5, è caduto al di sotto del 2.1 (lo stato di sostenibilità di una popolazione costante), per la prima volta nel 1959 ed è rimasto tale, dopo un breve episodio di quattro anni di più alti quozienti di natalità a metà degli anni 70. Dal 1995 al 2000 il quoziente di natalità totale è scesa da 1.57 a 1.33 raggiungendo la relativa depressione, 1.29 nel 1999. Il numero di nascite è stato sotto 100.000 all'anno dal 1997. La speranza di vita alla nascita era di 70.9 anni in media nel periodo 1995-2000, maggiore soltanto della Turchia fra i paesi dell'OCSE. Recentemente sta migliorando lentamente da 65.3 a 67.1 per i maschi e da 74.5 a 75.6 per le femmine fra il 1995 e il 2000. Tuttavia, si pensa che rimarrà significativamente più bassa della media OECD anche nel lungo termine. Le aspettative di vita all'età di 60 sono inoltre fra le più basse nell'OCSE, anche se stanno migliorando un po', 14.8 - 15.3 per i maschi e 19.5 - 20.0 per le femmine a metà degli anni 90. Il numero di immigranti ha toccato circa 15.000 all'anno negli anni 90. Esiste una situazione speciale in Ungheria riguardo all'immigrazione. Una grande percentuale di immigranti viene dalle minoranze ungheresi etniche dei paesi limitrofi a causa delle guerre iugoslave e, nel corso degli ultimi anni, degli stipendi reali crescenti e della rivalutazione continua del forint, la valuta ungherese, che rende l'occupazione qui attraente. Circa un terzo dei cittadini stranieri con permesso di residenza o di immigrazione vengono solo dalla Romania. Questa caratteristica speciale può spiegare la proporzione relativamente elevata, 45-50% ogni anno, di donne. Un'altra caratteristica dell'immigrazione è la percentuale crescente di immigranti anziani. Considerando che nel 1990, il tasso dell'immigrazione di soggetti con più di 60 anni era il 2%, nel 1999 ha raggiunto l’11% degli immigranti. Ciò è probabilmente dovuto portabilità dei diritti di pensione: L'Ungheria accetta i diritti accumulati di previdenza sociale ottenuti in alcuni paesi limitrofi, in cui questi diritti offrirebbero le pensioni più basse. L'altra fonte di immigranti più

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anziani, al contrario, è rimpatriata dall’Europa e dagli Stati Uniti. Complessivamente, circa l’85% degli immigranti vengono dai paesi europei. Indicatori sociali La sfida più importante al sistema di protezione sociale è venuto dal mercato del lavoro. L'industria di ristrutturazione ha rimosso intorno ad una rete 30% dei lavori e malgrado il periodo di decollo del ciclo di business il mercato di lavoro non ha recuperato. L'attività nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni è diminuito da quasi il 90% al 60%. Fra il 1995 e il 2000 quando il P.I.L. si era sviluppato del 22% il numero dei lavori era aumentato soltanto del 5%. Una caratteristica importante del mercato del lavoro ungherese è la divergenza di disoccupazione e inattività. Nei paesi dell'OCSE la disoccupazione ed l’inattività funzionano solitamente più o meno parallelamente. Se uno aumenta, così fa l'altro; se uno diminuisce, l'altro segue. In Ungheria, un tasso di disoccupazione più basso della media e in diminuzione è unito ad uno dei più alti tassi di inattività. Considerando che il tasso di disoccupazione era il 10.2% nel 1995, è precipitato a 6.4% nel 2000. Allo stesso tempo, la partecipazione è cambiata appena. Ciò non si applica ai soggetti con 55-59 anni di età. La loro attività si è sviluppata poichè i programmi di pensionamento anticipato erano chiusi e l’età di pensione per le donne è stata innalzata. È una domanda chiave per il sistema della protezione sociale sapere dove questa gente è andata. I tassi specifici di attività di genere e di età offrono una risposta preliminare. Nel 2000, il tasso di partecipazione era del 90% per i maschi fra 25 e 39 anni ed ancora dell’80% fra 40 e 54 anni. Fra 55 e 59 anni, tuttavia, è precipitato ad appena 52%. La disoccupazione è sotto la media in questi gruppi di età. Una grande percentuale di questi gruppi già si è ritirata in uno dei vari programmi di invalidità o di pensionamento anticipato. La partecipazione delle donne è ancora più bassa, 21% (la loro età di pensionamento era inoltre più bassa – 57 anni nel 2000). Le generazioni più vecchie lasciano il mercato del lavoro prima, quelle più giovani vi entrano più tardi. Nei gruppi di età compresa tra i 20 e i 24 anni soltanto due terzi degli uomini e la metà delle donne può essere considerato come economicamente attivo. Ciò è parzialmente dovuto all'estensione dell’istruzione superiore. Il numero di partecipanti alla formazione di terzo livello si è triplicato negli anni 90 (di cui nel 2000 il 55% erano donne). Tuttavia ciò non può essere l'unico motivo. La disoccupazione è più alta fra i gruppi giovani, 24% fra i 15 e i 19 anni e 10% fra i 20 e i 24. Per concludere, un ulteriore indicatore è la distribuzione dell’età del passivo o dei disoccupati scoraggiati. Circa il 40% di loro hanno un’età compresa tra i 40 e 54 anni ed un altro 23% fra i 30 e i 39 anni. Ovviamente, la gente appartenente ai gruppi dei soggetti attivi più anziani è più probabile che sia scoraggiata. Il sistema di protezione sociale deve usare metodi differenti per occuparsi di questo problema. L’inattività mostra un modello chiaramente regionale. Fra le sette regioni, l'Ungheria centrale e Transdanubia occidentale hanno il 57 e il 59% di attività, rispettivamente. Ciò è comparato al 49 e al 48% di figure in attività dell'Ungheria del Nord e della regione nordica della pianura grande. Questa due ultime regioni inoltre hanno il più alto numero di gente scoraggiata e i più alti tassi di disoccupazione. La diseguaglianza di reddito è aumentato negli anni 90, particolarmente all'inizio

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della decade. I cambiamenti nelle caratteristiche di distribuzione del reddito sono stati rivelati nei cambiamenti dei tassi di povertà. Durante gli anni esaminati, la percentuale di povera gente è cambiato diversamente secondo le definizioni applicate. Usando metà di reddito medio come linea di povertà, si può ravvisare un calo considerevole nel 1996-1997, seguito da un aumento e da una leggera stabilità. La convivenza come alternativa al matrimonio è diventata più frequente negli anni 90, ma è ancora piuttosto bassa. Nel 1996, quando il microcensimento di CSO è stato condotto, il 7% delle coppie non aveva un certificato di matrimonio. Il tasso di bambini nati al di fuori del matrimonio si è sviluppato velocemente a metà della seconda decade, dal 21% nel 1995 al 29% nel 2000. Un altro segno del ruolo diminuente della famiglia tradizionale è il tasso crescente di divorzio. La percentuale famiglie di single si è sviluppata nelle ultime decadi. Nel censimento 1980 il 20% delle famiglie contavano appena un membro, nel 1990, il 24% e nel1996 il 26%. La maggior parte di coloro che vive da solo sono anziani: nel 1996, il 58% della gente che vive in una famiglia composta da un solo membro avevano 60 anni o più. LA PROTEZIONE SOCIALE. Le previsioni e le proiezioni Per quanto riguarda le previsioni macroeconomiche di termine medio, l'OCSE (2000) hanno proiettato un potenziale per produrre uno sviluppo del 4.75% all'anno fino al 2005. La proiezione è basata sui presupposti quali l'età ed i tassi di partecipazione specifica di genere che convergono ai livelli austriaci, al tasso di disoccupazione naturale che declinerà gradualmente al 5.5% entro 2010 ed di fattore totale di rendimento che si dovrebbe sviluppare del 2.7% annualmente fra il 2000 e il 2005. Le valutazioni alternative di Darvas e Simon (1999) della Banca nazionale dell'Ungheria hanno trovato un potenziale del 4.8%, mentre Hviding (1999) del FMI (fondo monetario internazionale) ha valutato un 5.1%. Il tasso di crescita reale era del 5.2% nel 2000, ma, a causa delle difficoltà nei mercati di esportazione, rallentata a 3.8% nel 2001. I termini attuali nel mercato di lavoro, tuttavia, assistono all’ostacolare dell'espansione di attività dovuto ad una combinazione di bassa disoccupazione e di alta inattività ed al fatto che è più difficile guidare la gente inattiva all’ occupazione. Inoltre, un brusco aumento degli stipendi minimi nel 2000 e nel 2001 probabilmente ha ridotto l'occupazione degli operai a bassa qualifica e rende più difficile che i nuovi arrivati trovino un primo lavoro. Per quanto riguarda le previsioni di lunga durata sugli sviluppi demografici, la contrazione della popolazione totale continuerà durante le decadi prossime a causa della bassa natalità. L'istituto demografico dell'Ufficio statistico centrale prevede una diminuzione di popolazione del 15-25% durante i prossimi 50 anni. Di conseguenza, la età lavorativa si pensa possa svilupparsi. L’occupazione giovanile diminuirebbe un po'. A meno che i miglioramenti negli stati di salute concedano un aumento significativo dell'età pensionabile, ci sarà una pressione forte sulla difficoltà di pensione. L'influenza delle evoluzioni economiche, demografiche e sociali sul sistema di protezione sociale L’Ungheria ha iniziato la transizione economica, politica e sociale con un vasto sistema di protezione sociale che si è focalizzato sui trasferimenti tra

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generazioni quali i vari programmi sulla formazione, pensioni e sostegno della famiglia. Il sistema non era preparato ad occuparsi dei problemi della gente disoccupata in età attiva. In un mercato del lavoro di un'economia debole che è tipicamente un mercato di venditori, una struttura istituzionale sarebbe stata ridondante. Le conseguenze della ristrutturazione dell'industria sono arrivate come scossa nell'inizio degli anni 90 in modo che il governo ha sviluppato la relativa strategia sociale sulle strutture attuali, in particolare il sistema di protezione di pensione. L'età di pensione pratica è sceso molto al di sotto dell'età di pensione ufficiale. Come conseguenza, l'Ungheria si è trovata in difficoltà nel mobilitare la sua forza lavoro potenziale, durante gli anni del rapido sviluppo economico. La disoccupazione sta diminuendo dinamicamente mentre il tasso di partecipazione sta appena migliorando. Come probabile conseguenza, il mercato del lavoro può risultare sovrastimolato ad un tasso di partecipazione relativamente basso. La rigidità del mercato del lavoro è probabile che si registrerà nell'immediato futuro a causa di un brusco aumento negli stipendi minimi. La struttura istituzionale di protezione sociale può impedire lo sviluppo economico in grado di facilitare la pressione sul sistema di protezione sociale. LA DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI PROTEZIONE SOCIALE Descrizione dell'organizzazione Il sistema di protezione sociale consiste in cinque articoli principali. Questi sono: - pensioni, - il sistema di supporto della famiglia, - sanità, - assicurazione contro la disoccupazione, - il sistema sociale di assistenza. Le istituzioni del sistema pensionistico di previdenza sociale sono state sviluppate negli anni 50. Da allora, si sono estese continuamente. Un'estensione importante era l'inclusione della popolazione agricola. L’estensione e la maturazione crescenti del sistema pensionistico hanno fatto di questa parte la più grande nella protezione sociale. Nella seconda metà degli anni 90, una riforma del sistema di pensione è stata iniziata, ma alcune misure sono state congelate direttamente dopo la loro introduzione. Il sistema di supporto della famiglia inoltre ha una storia lunga. All'inizio della transizione questa parte del sistema si trovava in una fase relativamente sviluppata. Secondo alcuni punti di vista questo settore era sovrasviluppato a confronto con l’attività economica del paese. Il sistema sanitario è sottoposto ad una pressione più forte, dovuto al precario stato di salute della popolazione, ai fattori demografici ed alla mancanza di riforme. L'assicurazione contro la disoccupazione è un'istituzione piuttosto nuova, che è controllata indipendentemente dal sistema di assicurazione sociale. La caratteristica del mercato del lavoro ungherese è il livello elevato di inattività unito ad una disoccupazione relativamente bassa. Il sistema di assistenza sociale principalmente è realizzato dagli enti pubblici territoriali. Queste istituzioni comunali sono state realizzate all'inizio degli anni 90. Centralizzazione/decentralizzazione del sistema Il sistema di protezione sociale ungherese è piuttosto centralizzato a causa del ruolo principale del governo, anche se il livello di centralizzazione varia. I due estremi sono, il sistema pensionistico da un lato, che è il più centralizzato, e

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l'assistenza sociale dall’altro, con la più decentralizzata delle strutture. Le pensioni fino agli anni recenti erano pagate da un singolo fondo monetario, inoltre, i punti della riforma del 1997 sono stati raggruppati nei seguenti punti fondamentali: - il tasso del contributo ha pagato è stato congelato (contro il programma originale) a 6% degli stipendi lordi. Il nuovo governo che si è insediato nel 2002 lo ha alzato da gennaio 2003 al 7%. - la partecipazione obbligatoria dei nuovi assunti nel mercato del lavoro è stata eliminata mentre il periodo di ritorno dal sistema misto alla previdenza sociale pura è stato esteso. Il nuovo governo del 2002 è tornato al programma originale rendendo la partecipazione per coloro che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro ancora obbligatoria da gennaio del 2003 e chiudendo il periodo di ritorno nel mese di dicembre del 2002. Secondo la Legge 1993/III sull’Amministrazione Sociale e sulle Disposizioni Sociali (Social Affairs) la regolazione sociale di assistenza è nelle mani degli enti pubblici territoriali; conseguentemente esiste nel paese un alto grado di variazione. Un'indicazione forte di movimento verso un sistema centralizzato è arrivato quando dopo 1998 il governo ha eliminato gradualmente l’operazione di conciliazione tripartita di interessi fra i datori di lavoro, gli impiegati ed il governo, dal 2000 questa tribunale è diventato convenzionale. L'altro esempio di centralizzazione era il dissolvimento del modello self-governing di alcuni settori (assicurazione contro le malattie e di assicurazione pensionistica) dell'assicurazione sociale nel mese di luglio del 1998. Per una corretta informazione può essere aggiunto che nel caso di self-government del sistema di disoccupazione il corpo è ancora in funzione. Le istituzioni senza scopo di lucro svolgono soltanto un ruolo secondario nella protezione sociale nonostante il crescente ruolo delle ONG dall'inizio del 1990. La maggior parte delle ONGs operano nella formazione e nella cultura ed attualmente 3.500-4.000 organizzazioni senza scopo di lucro forniscono i servizi sociali, che è un po'meno del 10% del numero totale. Finanziamento della protezione sociale Nel caso delle pensioni (di anzianità, e di inabilità) il finanziamento arriva da Pension Insurance Fund. Gli impiegati contribuiscono con il 6-8% dei loro guadagni lordi. I datori di lavoro hanno contribuito 22% nel 2000 dei guadagni lordi. Questo livello è stato ridotto a 18% nel 2002. Non esiste soglia massima per i contributi del datore di lavoro ma per gli impiegati il contributo massimo era HUF 5.520 al giorno nel 2000, che oggi è diventato HUF 6.490. Il governo con un Atto regola annualmente i tetti massimi. Per i benefici che di maternità e di salute gli impiegati pagano il 3% dei guadagni lordi, e i datori di lavoro contribuiscono con l’11% della stessa base. Le soglie massime di contributo erano le stesse per le pensioni fino alla fine del 2001. Dall'inizio di questo anno, non è stato applicato nessun tetto massimo. Per l'indennità per malattia, i datori di lavoro sono obbligati ad un terzo dell'indennità per malattia sborsata per ogni persona assicurata durante il periodo di malattia. Oltre a questa paga riferita al guadagno il datore di lavoro paga un poll-contribution, che era HUF 3.900 al mese per impiegato, poi alzato a 4.200 di 2001 ed a 4.500 nel 2002. I benefici per le cure di lunga durata sono stati finanziati dalle stesse fonti. Per

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le indennità di disoccupazione, il contributo è 1.5% dei guadagni lordi per gli impiegati tranne per i pensionati per anzianità e per i pensionati per inabilità. I datori di lavoro pagano il 3% dei guadagni lordi al Labor Market Fund. Non c'è nessun tetto massimo di contributo applicabile a questo beneficio. Dal 1999, i contributi sono stati raccolti dall'ufficio di imposta, che ha migliorato l'efficienza. Prima di allora, la previdenza sociale ha avuto un servizio separato dell'accumulazione. Nessun sistema di contributo sta operando per quanto riguarda gli assegni familiari. Nella caso degli assegni familiari e dei benefici minimi finanziari non-contributory generali sono interamente forniti dal governo. PROTEZIONE SOCIALE E BENEFICI sanità I benefici che riguardano la sanità sono stati regolati l'ultima volta nel 1997. Il sistema sanitario copre le persone degli assicurati per tutti i rischi, le persone aventi diritto soltanto ai servizi medico-sanitari e le persone coperte dagli accordi (bilaterali) internazionali di previdenza sociale. Anche se i pensionati non pagano il contributo di assicurazione contro le malattie, hanno diritto ad assistenza sanitaria. L'inizio dei benefici comincia dall'inizio della malattia e non esiste limitazione di durata. I benefici sono in natura con la scelta libera dei medici di livello primario. Includono il trattamento medico non ospedaliero e ospedaliero, i sanatori, il trattamento dentistico, materiali farmaceutici, protesi, occhiali, protesi acustiche, trattamento e assistenza infermieristica domiciliare, trasporto ed costo della corsa, trattamento medico all'estero, riabilitazione medica. Un'analisi recente infine ha concluso che la sanità è finanziata per il 23.5% dalle tasse generali (le imposte sul reddito, IVA), il 61% dai contributi sociali di assicurazione contro le malattie e il 15.5% da pagamenti out-of-pocket (pagamenti informali e altri pagamenti diretti per i servizi di sanità e l'indennità per malattia). malattia I benefici per malattia coprono le persone assicurate per tutti i rischi tranne quelle persone di cui i contributi sono pagati dal budget centrale. Le richieste di indennità per malattia possono essere presentate in caso del incapacità dovuta a malattia, gravidanza nel caso di nessun diritto ad indennità di gravidanza-maternità e assistenza infermieristica ad un bambino ammalato che è sotto i 12 anni di età. La durata massima dell'indennità per malattia nel caso della malattia è di 1 anno. Per accudire un bambino ammalato varia a seconda dell'età del bambino, comunque fra 14-84 giorni durante un anno. L’ammontare del beneficio è legata al guadagno ma dipende dalla lunghezza del periodo degli assicurati. Se il periodo degli assicurati è più lungo di 2 anni il beneficio è 70% dei guadagni, se meno duraturo, l'importo è 60% dei guadagni. Il beneficio è soggetto a tassazione ed a contributi di sicurezza sociale. I benefici di maternità

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I benefici di maternità coprono le persone assicurate per tutti i rischi, le persone aventi diritto soltanto ai servizi medico-sanitari e le persone coperte dai trattati (bilaterali) internazionali di assicurazione sociale. I benefici di maternità includono tre benefici in contanti. Il sussidio di nascita viene concesso ad ogni donna che partorisce. L’indennità di maternità e della cura del bambino è pagata soltanto alle persone assicurate per tutti i rischi. Si ha diritto al sussidio di nascita quando si completano almeno quattro esami medici prenatali (uno, nel caso della nascita prematura). Il beneficio è fuori del pagamento lump-sum, 150% della quantità minima di pensione di anzianità. Il permesso di maternità fa si che i genitori assicurati abbiano almeno 180 giorni del periodo di assicurazione negli ultimi due anni prima del parto e il parto dovrebbe avere luogo durante il periodo di assicurazione o più o meno 28 giorni dopo. La durata del beneficio è di 24 settimane delle quali 4 settimane prima e 20 settimane dopo la data prevista per la nascita. L’ammontare di indennità di maternità è il 70% dei guadagni medi quotidiani dell'anno precedente. Per i benefici di cura del bambino il genitore assicurato ha almeno 180 giorni del periodo di assicurazione durante gli ultimi due anni prima del parto. I benefici di cura del bambino perdurano fino a che il bambino non abbia raggiunto i 2 anni di età. L’ammontare dei benefici di cura del bambino è il 70% dei guadagni medi quotidiani dell'anno precedente, l'importo massimo era il 200% dello stipendio minimo. Mentre si è verificato un aumento notevole negli stipendi minimi (nel 2001 da 25.000 a 40.000 HUF al mese e nel 2002 da 40.000 a 50.000 HUF al mese). Il sussidio di nascita è esente da tasse ma i benefici di maternità e di cura di bambino sono soggetti a tassazione. I benefici di maternità di cura e del bambino sono soggetti al contributo di pensione ma il sussidio di nascita non lo è. invalidità L'eleggibilità per la pensione di invalidità ha inizio dal giorno che l'inabilità è diagnosticata in un rapporto del comitato medico. Il periodo minimo di assicurazione per richiedere la pensione di invalidità dipende dall'età del richiedente quando l'inabilità si è verificata: è di 2 anni sotto l'età di 22, ed aumenta gradualmente fino a 20 anni per le persone con 55 anni o più. L’ammontare di pensione differisce secondo le categorie di inabilità, l'età ed il periodo di assicurazione. Nella categoria III sotto i 35 anni d’età la quantità di beneficio è 51% del reddito mensile medio se il periodo di contributo fosse meno di 2 anni. L'importo aumenta dello 0.5% per ogni anno supplementare di servizio fino ad un massimo di 25 anni. Sempre all’interno della categoria III sopra i 35 anni d’età con almeno 10 anni di contributi l'importo varia fra 37.5 e 63% del reddito mensile medio. Nella categoria II il beneficio è pari al 5%, nella categoria I è il 10% superiore rispetto alla categoria III. Esiste un’intera gamma di altri benefici per l'inabilità quali ad esempio le medicine gratuite per l'inabilità classificata di I e II categoria.. Esistono inoltre varie forme di programmi di riabilitazione per le persone con meno del 50% di incapacità lavorativa. Anzianità Il sistema delle pensioni è stato riformato nel 1997. I principali elementi sono:

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- prima colonna: pensione di previdenza sociale obbligatoria, controllata pubblicamente e finanziata sulla base di pay-as-you-go. - seconda colonna: obbligatoria e privata, completamente finanziata dai fondi pensione. Il periodo di contributi minimo è di 20 anni per la pensione di previdenza sociale. L'età di pensione per la richiesta della pensione completa era 58 anni per le donne e 62 anni per gli uomini nel 2000. Tale soglia d’età sarà alzata gradualmente a 62 anni per le donne entro il 2009 per entrambi i pilastri. Esiste una possibilità per esigere prima le pensioni ma solo per la prima colonna. Questo beneficio è disponibile per gli impiegati addetti alle attività che sono pericolose per la salute. In questi casi dopo 10 anni di lavoro per gli uomini e 8 anni per le donne, l'età di pensione è ridotta di 2 anni ed una ulteriore riduzione è applicabile per quelle attività che sono lungamente protratte nel tempo in difficili circostanze. C’è un beneficio di pre-pensione, che non è propriamente una pensione ma piuttosto una misura di regolazione dell’occupazione. La pre-pensione è basata su un accordo tripartito fra i rappresentanti dei datori di lavoro, National Pension Fund Administration e gli impiegati. Il beneficio di pre-pensione può essere pagato 3 anni prima dell'età di pensione. Il datore di lavoro rimborsa in anticipo il costo del beneficio al Pension Fund per il periodo intero in cui la pre-pensione realmente comincia. L’ammontare della pensione nella prima colonna dipende dagli anni di servizio e dai guadagni precedenti. Dopo 20 anni di servizio l’ammontare di pensione è pari a 53% del reddito medio, mensile, lordo. L'importo aumenta con un 2% supplementare per ogni anno di servizio fra 21 e 25 anni, con un 1% per ogni anno fra 25-36 anni e con uno 0.5% per ogni anno fra 36-40. Nella seconda colonna il fondo pensione fornisce il beneficio in una forma di vitalizio o di pagamento di lump-sum a seconda della scelta dei membri, comunque quest’ultimo può essere scelto soltanto se il periodo di contributi è minore di 180 mesi. La regolamentazione garantisce la pensione minima per la prima colonna. Da gennaio del 2002 la pensione è completamente esente da tasse. La tassa di reddito personale pagata dalla popolazione attiva può essere dedotta fino al 25% dei contributi di pensione di assicurazione sociale per entrambe le colonne. Incidenti sul lavoro e malattie professionali I soggetti autorizzati a ricevere questi benefici sono quelli assicurati per tutti i rischi nella previdenza sociale. L’incidente sul lavoro è definito come una incidente verificatosi all’interno di un rapporto di occupazione o in relazione ad esso. Riguarda inoltre il viaggio da lavoro a casa. La malattia professionale è quella che si presenta come conseguenza del rischio specifico contenuto in un'attività lavorativa. Nel caso dell'incapacità provvisoria sono forniti parecchi benefici quali la scelta libera del medico o dell'ospedale per il trattamento medico. Tutti i costi del trattamento medico sono pagati dal fondo monetario di assicurazione contro le malattie senza scadenza. La retribuzione in caso di malattia da incidente inoltre è fornita massimo per 2 anni al 100% del reddito medio. Nel caso di incapacità permanente sono disponibili due generi di benefici:

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- pensione di invalidità da incidente se la capacità lavorativa risulta ridotta per almeno il 67% - vitalizio da incidente se la capacità lavorativa risulta ridotta per almeno il 16%. La pensione di invalidità da incidente è pagata secondo le stesse tre categorie della pensione di invalidità. L’ammontare del beneficio è pari al 70% del guadagno mensile medio per la categoria I, 65% per la categoria II e 60% per la categoria III. Il vitalizio da incidente è l’%8 dei guadagni medi mensili fra 16-25% di capacità lavorativa ridotta, 10% fra 26-35%, 15% fra 36-49% e 30% fra 50-66% di perdita di capacità lavorativa. C’è la possibilità di rivedere il livello di incapacità dopo 2 anni. La pensione di invalidità da incidente termina se il destinatario lavora in maniera regolare ed il suo reddito è meno del 20% più basso del suo reddito prima dell'inabilità. Ci sono agevolazioni speciali affinchè i datori di lavoro impieghino le persone andicappate in una forma di risarcimento dei guadagni e dei contributi. disoccupazione L'indennità di disoccupazione copre tutti gli impiegati che lavorano nel quadro di un contratto di lavoro tranne i lavoratori autonomi che operano nel quadro di un contratto da codice civile. Questo beneficio è finanziato dal sistema di assicurazione contro la disoccupazione. L’accessibilità a tale beneficio dipende dal pagamento dei contributi per almeno 200 giorni durante i 4 anni precedenti. L’ammontare del beneficio è pari al 65% dei guadagni medi precedenti ma non meno del 90% della pensione di anzianità minima e non più del doppio della pensione di anzianità minima. È pagata fino ad un massimo di 270 giorni. Esiste un beneficio speciale denominato assistenza di disoccupazione di pre-pensione che fornisce l'aiuto per i disoccupati vicino all'età di pensione. Le persone hanno diritto a questo beneficio a cinque anni dal raggiungimento dell’età pensionabile ed avendo pagato per almeno 20 anni i contributi sociali. L’ammontare del beneficio è calcolato allo stesso modo della pensione di anzianità ma fino al raggiungimento dell’età pensionabile il beneficio è rimborsato dal National Labor Fund al National Pension Fund. Le persone che percepiscono un’indennità di disoccupazione potrebbero partecipare ad attività che comportano un reddito se la somma dei guadagni non eccede il 50% dello stipendio minimo ufficiale. L'indennità di disoccupazione è soggetta a tassazione e contributi sociali. L'assistenza minima di resources/social Secondo Law on Social Affairs, le persone vulnerabili possono fare domanda per i benefici all'ente pubblico territoriale. Quest’ultimo è obbligato a prevedere una regolamentazione delle autorizzazioni. Non esiste uno schema minimo generale non-contributory operante ma sono disponibili alcuni benefici minimi specifici. Uno di essi è un’indennità di anzianità per riconoscere un livello di reddito minimo per la gente più anziana. Il beneficio è un supplemento di reddito calibrato in modo da raggiungere l’80% della pensione di vecchiaia minima a testa nelle coppie e il 95 % per i singoli. Questo beneficio è finanziato al 75% dal budget centrale e al 25% dall'ente pubblico territoriale. Lo stesso genere di assistenza sociale è disponibile per le persone invalide in età lavorativa che hanno perso il 67% di capacità lavorativa o nel caso in cui

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esse siano cieche. Il supplemento di reddito pro capite è fino all’80% della pensione di anzianità. Il mezzo di finanziamento è lo stesso per la pensione di anzianità: budget statale per il 75%, budget locale per il 25%. Un terzo tipo di beneficio è fornito ai disoccupati. Se è stata concessa un'autorizzazione per l'indennità di disoccupazione, in presenza di reddito più basso del 70% della pensione minima di anzianità, il supplemento di reddito garantisce un livello del 70%. Per tutti i generi di pensioni (anzianità, inabilità) e per l'indennità di disoccupazione esistono livelli minimi. Obiettivi governativi L’attuale sistema di protezione sociale è il risultato dell’evoluzione storica e della maggior parte delle risposte recenti alle sfide della transizione economica e sociale. La protezione sociale in Ungheria, così come in altri paesi, è una collezione di misure per migliorare o proteggere il capitale umano. Gli interventi sociali di protezione aiutano gli individui, le famiglie e le Comunità a controllare i rischi di reddito che lasciano la gente vulnerabile. Gli interventi sociali di protezione contribuiscono alla solidarietà, alla coesione ed alla stabilità sociale e sostengono lo sviluppo economico sostenibile. A tal proposito, il governo rivede costantemente i sistemi di tassazione e concessione di indennità, rimuovendo le insidie della povertà in modo da fornire le giuste motivazioni al lavoro ed eliminare i disincentivi affinché i lavoratori più anziani rimangano attivi nel mercato di lavoro. Esiste inoltre un obiettivo per migliorare l'accessibilità e la copertura del sistema di protezione sociale. Il processo della revisione, le istituzioni di controllo dipendono dalla politica del governo, in modo che il mandato e il potere dei differenti ministeri, di altri corpi di governo e dei comitati cambino di tanto in tanto. Tuttavia, attualmente ci sono due consigli preposti alla protezione sociale, uno è denominato Social il Council, l’altro è Council of Issues of the Elderly. Il primo mira a mantenere il dialogo fra le ONGs ed il governo, rappresenta i gruppi di interesse comune differenti, scambia le informazioni e le opinioni ed è coinvolto nel processo decisionale sulle disposizioni sociali. Il mandato dell'altro consiglio è più ristretto di quello precedente, esso è un mezzo per la rappresentazione degli interessi della popolazione anziana. Per quanto riguarda gli obiettivi e le azioni future, è chiaro che la riforma del sistema di pensione continuerà e ci sono chiari segni di una riforma della sanità. È inoltre chiaro che la riforma sulla sanità non è ovviamente senza rischi economici e politici, quindi prima delle azioni deve essere sviluppato un consenso. POVERTÀ ED ECLUSIONE SOCIALE Esclusione sociale e povertà all'interno del sistema di protezione sociale generale Gli anni 60 e l'inizio degli anni 70 sono stati periodi in cui l'Ungheria si è elevata da una condizione sottosviluppata e, grazie al miglioramento dei risultati economici ed a qualche intervento sociale, le condizioni di vita della maggioranza sono migliorate sostanzialmente. Tuttavia, la ricerca sporadica ha indicato che la povertà è rimasto un problema reale. La situazione è cambiata drammaticamente dopo l’inizio della transizione. La nozione di povertà era un taboo fino all'inizio degli anni 80. Sotto il controllo ideologico rigoroso del

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regime appena qualche ricerca è stata consentita in questo campo. Non soltanto la politica ma il discorso pubblico ha abbandonato questo soggetto. Tuttavia, la povertà non si è trasformata in una questione centrale neppure negli anni 90, quando il controllo politico sopra i mezzi pubblici è sparito, per i seguenti motivi: 1. Le questioni politiche importanti e fondamentali hanno oscurato questo soggetto. 2. È stato ampiamente accettato che sotto un importante processo di transizione economica la disuguaglianza di reddito e la povertà crescente erano una conseguenza naturale. 3. Il sistema di protezione sociale ha assorbito parzialmente i dolori della transizione. Un nuovo sistema di assicurazione contro la disoccupazione è stato sviluppato; altre sezioni del sistema precedente sono state usate come uscita d'emergenza (inabilità e pensione di vecchiaia). 4. Il settore informale crescente ha giocato un ruolo fondamentale per coloro che miravano a mantenere la posizione precedente di reddito. 5. La rappresentazione degli interessi era debole, i sindacati sono stati considerati come istituzioni del vecchio regime. Quando nel 1995 un pacchetto di stabilizzazioni economiche è stato introdotto, la questione della povertà e della protezione sociale ha ottenuto un più vasto consenso di pubblico. Non c’era consenso sociale circa le misure di austerità. Il governo seguente ha ritirato queste misure ed ha installato una politica che ha favorito i gruppi centrali di reddito piuttosto che il povero. Nel mese di ottobre del 2000 è stata condotta un'indagine sul modi di vivere della gente povera e di quella ricca. Secondo questo sondaggio di opinione, la società considera come principali fattori determinanti di povertà caratteristiche personali e interiori (quali la mancanza di ambizione o di diligenza) e la mancanza di abilità acquisita (per esempio bassa formazione). I dichiaranti hanno assegnato molta importanza alle caratteristiche sociali e demografiche. Fino a poco tempo fa non soltanto il pubblico, ma anche il governo non considerava la povertà o l'esclusione sociale una categoria su cui formulare programmi o concetti strategici. Dopo la reazione negativa del pubblico nel 1995 fu progettato un piano d'azione nazionale. La definizione nazionale di povertà Non esiste nessuna definizione amministrativa di povertà. Per le prestazioni sociali centralmente regolate la pensione minima di anzianità serve da base per il confronto. Tuttavia, gran parte dei programmi sociali di assistenza sono di responsabilità degli enti pubblici territoriali ed hanno ampia discrezionalità per regolare la propria linea di povertà. Per mantenere la coerenza del sistema, inoltre usano frequentemente la pensione minima di anzianità per la determinazione dei differenti benefici di assistenza. Dallo sviluppo sostanziale dello stipendio minimo nel 2000, il relativo ruolo di criterio di eleggibilità è stato quasi eliminato. Gli enti pubblici territoriali esaminano quasi esclusivamente il reddito pro capite. Come valore di riferimento, l'Istituto statistico centrale (CSO) calcola annualmente un cosiddetto minimo di sussistenza. Questo valore minimo è definito come un modello normativo per la soddisfazione dei bisogni giornalieri ad un basso livello. Calcola i costi della

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sopravvivenza nelle fasi differenti della vita e quelli per mantenere un contatto con la società. Il minimo di sussistenza è la somma dei valori di un paniere determinato contenente gli alimenti per la sussistenza, dei costi dell'alloggiamento e di altre spese non-alimentari. Il paniere alimentare definito è combinato con i dati di indagine del preventivo della famiglia di CSO (HBS) in modo da valutare il campione vivente di minimo socialmente accettabile da tipi differenti di famiglie. Secondo un calcolo basato sull'indagine del CSO del reddito delle famiglie nel 1995 il tasso di povertà era il 34.6% sulla linea di povertà assoluta e il 12.1% della pensione minima, mentre nel 1997 queste figure erano rispettivamente 37.2 e 13.5%, e nel 1999 il 26% e l’11% (CSO, 2002). Nel 1995 il reddito del povero, definito dalla pensione minima, cade al 25% sotto questa linea di povertà e cade al 29%, dalla linea definita di assoluta povertà. Nel 1997 quelle figure sono aumentate rispettivamente al 28% e al 31% (UNDP, 2000). indicatori dell’ UE dell'esclusione sociale Secondo le prime valutazioni, pubblicate una decade fa, la grandezza dell'economia informale era circa il 35% del P.I.L.. Da allora il suo volume è diminuito e le ultime valutazioni lo hanno fissato intorno al 25%. Ciò riflette una diminuzione, ma il tasso risulta ancora abbastanza elevato da essere preso in considerazione quando si misura il reddito e si calcolano gli indicatori. I dati di indagine non rilevano questo reddito. La figura distributiva di questo genere di reddito è sconosciuta per quanto riguarda la natura del soggetto, ma secondo le valutazioni di esperti esistono delle gerarchie di reddito. Un'altra questione metodologica che potrebbe avere un effetto sugli indicatori è il problema dei redditi non contanti. In particolare i servizi in natura sulla formazione e sulla salute hanno un effetto forte di ridistribuzione da reddito e dall'età. Le indagini possono rilevare il 65-70 % di macro reddito, di conseguenza il livello di reddito è sottovalutato più seriamente da Monitor Survey e più severamente dal CSO’s Household Budget Survey. Per quanto riguarda gli indicatori le informazioni sulla forza lavoro sono basate sul Hungarian Labor Force Survey del CSO, il quale si basa su gli standard dell’UE. Tuttavia, riferendoci alle informazioni di uno dei quadri di CSO, un insieme sistematico dell'indicatore sulla povertà e sull'esclusione sociale non tarderà ad essere preparato. INCLUSIONE NEL MERCATO DEL LAVORO Entrambe le differenziazioni interne del mercato del lavoro e dell'esclusione lavorativa si sono rafforzate durante gli anni 90. L’esclusione lavorativa presenta un'influenza decisiva sulle probabilità di povertà, è infatti molto probabile che un disoccupato possa diventare povero. Ciò riflette che non tanto la disoccupazione ma piuttosto la non-occupazione risulta essere la questione principale nel mercato di lavoro ungherese. Inoltre si è verificato un aumento nell'incidenza di povertà fra i destinatari dei benefici di cura del bambino. Così in generale, avere un lavoro fa diminuire la probabilità di diventare poveri. Fra quelli tuttavia che possiedono un lavoro parzialmente qualificato e non qualificato e quelli che lavorano nel settore dell'agricoltura esiste una più alta probabilità di essere poveri. La disoccupazione e particolarmente la condizione

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di inattività del capo famiglia hanno un effetto forte sul rischio aumentante di povertà. Le famiglie con un capo famiglia disoccupato hanno 3-4 volte più alta la probabilità di diventare poveri rispetto alle famiglie con il capo famiglia impiegato. Dall'altro lato, il tasso di disoccupazione è più alto fra poveri. Il rischio di disoccupazione è superiore alla media fra i giovani (sotto l'età di 25), fra coloro che possiede un basso livello di formazione, che vivono nella regione di nordest del paese economicamente svantaggiata e fra i maschi. Il tasso di disoccupazione delle donne è più basso di quello degli uomini (rispettivamente, 5.0% e 6.3%, nel 2001). Le tendenze sono simili, anche se piuttosto meno marcate, nel caso dei capofamiglia. Inoltre se sono considerate le circostanze della famiglia intera, la disoccupazione è meno frequente nelle famiglie con molti bambini che nelle famiglie senza figli. Budapest ha il mercato del lavoro locale migliore. Tutte le disposizioni sulla disoccupazione sono state introdotte dopo il 1990. Fino al 1998 si è sviluppato un sistema a tre-fila (strati), consistente nei benefici di assicurazione, di un ripristino del reddito dopo il termine dell'assicurazione e in un means-tested (accertamento per il rilascio del certificato di nullatenenza) assistenza nel caso di mancanza di autorizzazione per il ripristino del reddito. Dal 1999 il ripristino del reddito è stato legato al prezzo del lavoro(workfare) ed il periodo di autorizzazione dell'indennità di disoccupazione è stato ridotto. Il governo conservatore del 1998-2002 aveva introdotto una politica che spostava le misure da passive ad attive. Ha sostenuto il lavoro pubblico ed altre figure legate ai tirocini ed ai corsi di aggiornamento per i disoccupati di lunga durata. All'importanza dell’apprendistato preventivo inoltre è stato dato particolare risalto, come pure ai corsi di sviluppo personali e gli tirocini di comunicazione i quali sono stati sostenuti dai servizi locali per l’impiego. Il molti casi questi programmi coinvolgono le ONGs. Non esiste ancora prova dell'efficienza di queste misure attive. In un saggio qualitativo Frey (2001) mette in discussione l'effetto dei programmi di lavoro pubblico sull'occupazione futura dei partecipanti. Tuttavia, la prova-lavoro si è trasformata recentemente in un elemento importante per l’ autorizzazione di determinate disposizioni sociali. Inoltre trova la forma attuale di consiglio per mercato del lavoro problematica, poichè non c’è efficienza nel collegamento tra la domanda e l'offerta del lavoro. Esiste uno spostamento verso i programmi attivi ma gli effetti incentivanti di questi programmi sono sotto osservazione finora. Galasi, Lázár e Nagy (1999) segnalano il tasso di rioccupazione dopo la partecipazione ai differenti programmi attivi. Le migliori possibilità sono offerte dai programmi diretti quale il supporto su lavoro indipendente (92% dei partecipanti hanno trovato il lavoro entro sei mesi), supporto dello stipendio al datore di lavoro (71%), mentre le misure indirette riescono meno. Il corso di aggiornamento ha offerto un reimpiego di appena 45% e il lavoro pubblico soltanto il 25%. Nel 2000 e nel 2001, in due fasi, il governo ha raddoppiato lo stipendio minimo da HUF 25.500 a HUF 50.000 (con un'inflazione accumulata durante i due anni di circa il 17%). Questa misura è stata significata per aumentare il reddito del mercato del lavoro e combattere in questo modo povertà fra i poveri lavoratori. D'altra parte, alzare lo stipendio minimo comporta possibilità di rendere il segmento di bassa abilità del mercato del lavoro più rigido. In un'analisi

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recente Kertesi e Köll _ (2002) ha trovato la prova che effettivamente l'occupazione è diminuita nella regione nord-orientale fra gli operai non qualificati. Un'altra misura del governo nel 1999 doveva ridurre il periodo dell'indennità di disoccupazione da 18 mesi a 12 mesi ed a workfare sostitutivo per il ripristino del reddito originale. Il workfare recentemente introdotto ha fissato il ripristino di reddito a partecipazione al lavoro pubblico. Galasi e Nagy (2001) hanno verificato gli effetti. Hanno trovato che il reimpiego dei disoccupati si è un pò sviluppato, mentre l'aumento di lavoro pubblico era notevole. Il tasso di coloro che hanno fatto domanda per workfare dopo che la loro eleggibilità all'indennità di disoccupazione era scaduta era diminuito significativamente confrontato al tasso precedente dei candidati per il ripristino del reddito. L'effetto unito di questi sviluppi ha condotto ad un'interruzione del sistema: Il tasso di coloro che ha ottenuto ripristino di reddito o ha partecipato al lavoro pubblico si è ristretto dal 61% al 46% fra gli uomini e dal 59% al 41% fra le donne. Pratiche di orientamento professionale

Le istituzioni basilari che si occupano di servizi di orientamento professionale in Ungheria sono gli Uffici per l’Impiego, che sono associati al Ministero del Lavoro, controllati dai Servizi per l’Impiego Nazionali. La rete dei servizi per il lavoro ha estensione in tutte le province, e ha un set (completamente standardizzato9 di servizi per la persona, compresi diversi livelli di orientamento professionale. I servizi offerti dagli uffici per l’impiego come “servizi per la persona”, sono: Tipo di servizio

Destinatari contenuto

Ricerca di lavoro counselling

Persone che necessitano di informazioni generali sul funzionamento del mercato del lavoro

Informazioni di base + tecniche di auto presentazione, contatto con l’azienda, preparazione del Cv, etc.

Counselling professionale

Persone indecise rispetto al lavoro da intraprendere

Riflessione guidata sugli interessi, competenze, valori

Counselling sui cambiamenti professionali o orientamento alla formazione

Persone che intendono cambiare professione

Riflessione guidata sugli interessi, competenze, valori per la selezione di una formazione adeguata, possibilmente con valutazione e test psicologici (interessi, competenze, personalità)

Counselling “riabilitativo”

Persone le cui capacità lavorative sono cambiate

Supporto nell’identificazione di nuovi progetti, nuove definizioni di sè e delle decisioni

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(problemi di salute) e hanno difficoltà nel trovare lavoro

professionali

Counselling di supporto psicologico

Persone in situazioni di difficoltà (ad es. difficoltà temporanee)

Vincere il periodo di difficoltà

Counselling per gli studenti

Studenti, giovani prima della scelta professionale

Valutazione degli interessi, delle competenze, della personalità. Sviluppo di carriera: riflessione sui progetti, obiettivi lavorativi Informazione sulle differenti professioni

Questi servizi sono attivabili per chiunque, gratuitamente, l’unica condizione è quella di autorizzare l’inserimento e il trattamento dei propri dati in un database. Counselling informativo per il lavoro : un centro di risorse informativo sulle opportunità lavorative, le opportunità di studio e i vari materiali informativi sulle professioni Centro di informazione “riabilitativo”: centro risorse di informazioni specializzato per le persone con difficoltà (salute, condizioni sociali). Nei servizi di counselling forniti dagli uffici per l’impiego non esiste una discriminazione (negativa o positiva) fondata sul genere. Un altro tipo di assistenza fornito dai Servizi per l’Impiego è quello chiamato “programmi per il mercato del lavoro”, iniziative cofinanziate dal FSE destinate principalmente a gruppi sociali svantaggiati nella regione. Dei 35 programmi iniziati nel totale delle 19 province, ci sono tre programmi esplicitamente indirizzati alle donne, e uno alla famiglia. Questi programmi solitamente comprendono formazione professionale, counselling psicologico e assistenza all’impiego (incluso supporto finanziario per l’occupato). “I servizi alternativi per il mercato del lavoro” sono anche forniti dalle ONG. Queste comprendono tre elementi fondamentali: formazione professionale, counselling psicologico e orientamento e supporto nel lavoro. I programmi sono cofinanziati dai fondi nazionali per l’impiego e recentemente dal FSE.

L’immagine di genere nelle pari opportunità nel mercato del lavoro Ungherese

La posizione delle donne ungheresi è piuttosto ambivalente

• L’Ungheria ha la 6°più bassa percentuale di donne disoccupate (per il 2003 la media dell’Europa a 15 era del 8,8%, mentre in Ungheria è il 5,6%) MA l’Ungheria detiene anche la quarta più bassa percentuale di attività

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• Il rapporto sulle donne nel Parlamento Nazionale è attualmente pari al 9,8%, che classifica il paese al n°81 nella classifica mondiale, mentre detiene due donne ministri nel governo, portando il paese al 22°posto nell’Europa allargata, appena sopra l’Italia

• MA: l’Ungheria si classifica seconda in Europa rispetto alla presenza delle donne negli organigrammi dirigenziali delle migliori aziende, e anche rispetto alla presenza di donne presidente nelle migliori imprese, perfino se il numero- in termini assoluti – non sembra essere così positivo: 9% e 4%.

• E l’Ungheria si classifica prima (insieme alla Lettonia e al Lussemburgo) rispetto al numero delle donne in posizioni decisionali nelle corti di giustizia.

a) accesso al mercato del lavoro, livelli di occupazione Nel 2003 le donne rappresentavano il 51,2% dell’intera popolazione, e il 45,8% di tutti gli occupati. La percentuale delle donne disoccupate nel 2003 era del 5,6%, che è di 0,5 % meglio di quello degli uomini (6,1%). Comunque la percentuale di inattività è più alta per le donne rispetto agli uomini: 53,1% contro il 38,6%. Dettagli: • Tasso di partecipazione: la parte di donne che rientra nella

popolazione economicamente attiva (produttiva nel mercato del lavoro) è pari al 48,5% nel 1993, e al 53,9% nel 2003, che è un tasso più positivo del 48,2% medio dell’Europa allargata

• Uomini: rapporto sulle ore spese dalle donne nel lavoro produttivo e riproduttivo

Gli uomini spendono nelle questioni domestiche circa un terzo del tempo dedicato dalle donne. Questo dato è rimasto sostanzialmente lo stesso nel tempo (33,21% nel 1986; 36,13% nel 1993; e 35,43% nel 2000)

Cura della casa e dei figli (media minuti giornalieri) 1986 1993 2000 uomini 87 99 90 donne 262 274 254

Mediamente le donne spendono circa il 40% di tempo in meno in attività che generano reddito, rispetto agli uomini (considerando 100% gli uomini, le donne sono introno al 60,98% nel 1986; 61,32% nel 1993; e 63,12% nel 2000)1

Lavoro remunerativo (minuti/media giornaliera, lavoro principale + attività collaterali)

1 Fonte: Donne e uomini in Ungheria, 2003- Ufficio centrale di statistica

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1986 1993 2000 uomini 346 287 282 donne 211 176 178

• Tasso di disoccupazione per genere e livello di istruzione2

Tasso di disoccupazione

Insieme U/D

U Donne Differenza

ISCED 1+2 (<=8 gradi) 10

10,6 12 9,6 2,4

ISCED 3+4 (scuola secondaria)

4,8 4,9 4,7 0,2

ISCED 5+6 (istruzione universitaria) 1

1,4 1,3 1,5 - 0,2

media 5,1 5,3 4,8 0,5 a) Occupazione, segregazione, discriminazione Sia la segregazione verticale che quella orizzontale caratterizzano l’occupazione femminile. Le donne sono sovra-rappresentate nei lavori di basso livello e di basso reddito, tradizionalmente considerati come femminili. (Fonte: Piano Nazionale per l’Occupazione, 2004) La segregazione orizzontale è presente in diversi campi: mentre il tasso di donne tra gli occupati è del 45%, il 56,5% dei professionisti (lavoro indipendente che richiede un’istruzione universitaria) sono donne; il 78% di coloro che lavorano nel settore dell’educazione sono donne; l’88,8% di coloro che lavorano nei servizi sociali sono donne; il 92,2%di coloro che lavorano nella salute, che non richiede un livello alto di istruzione, sono donne; il 93% di impiegati sono donne. La segregazione verticale: In riferimento allo studio di 16 imprese, il 29% di manager di medio livello sono donne; il 21% sono donne manager in posizione elevate e solo il 7% sono dirigenti. Un esempio sfacciato è quello nel campo accademico. Mentre l’educazione/istruzione è normalmente considerato un settore femminile, nelle istituzioni universitarie le donne contano il 40% dei dottorandi; il 34% delle assistenti ai professori; il 27% dei professori associati; e solo l’11% dei professori. L’Accademia Ungherese della Scienza mostra solamente il 3% di donne membri.

2 Fonte: Piano Nazionale per l’Occupazione, 2004

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Discriminazione Malgrado l’esplicita proibizione di discriminazione di genere, si possono comunque osservare forme latenti di discriminazione, specialmente con madri con figli piccoli, e donne che rientrano nel mondo del lavoro dopo un periodo di assenza. Ad esempio, le donne in posizioni di medio-alto management non si suppone che possano prendere i 2-3 anni di congedo parentale normalmente previsto dal sistema. Un buon indicatore della discriminazione è la differenza retributiva di genere. Relativamente alla ricerca sulle 16 aziende di grandi dimensioni, le donne manager guadagnano circa il 4% in meno che i loro colleghi maschi, mentre per le donne in posizioni dirigenziali la differenza è del 15% (Bálint Zsuzsa). Lavorare in simili posizioni- sia nel settore pubblico che in quello privato- le donne guadagnano circa il 13-14% in meno della media dei loro colleghi maschi. Media dei redditi per settore produttivo, 2003 Uomini Donne Guadagno

femminile in percentuale rispetto a quello degli uomini

Dirigenti 301146 240421 80% Impiegati Quadri

403184 338924 84%

Managers 236288 162641 69%

Impiegati, tecnici con un livello di istruzione secondaria

156232 134389 86%

Professionisti con college/diploma di laurea

283013 233836 83%

Impiegati 131803 107225 81% Operai generici

71 979 65818 91%

Operai semi specializzati

95028 80508 85%

Operai specializzati

102412 74326 73%

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Tecnici, artigiani

173514 148645 86%

Fonte: Statistiche del Servizio per l’Impiego Nazionale Prestazioni delle donne nel mercato del lavoro. Istruzione Un numero leggermente maggiore di donne ottiene un diploma universitario o di college, rispetto agli uomini: il 12,4% delle donne sono universitarie/laureate al college, rispetto all’11,4% degli uomini nel 2001. Quanto alla distribuzione delle donne nei differenti campi di studio, alcuni modelli tradizionali possono essere osservati, che evidenziano la sottorappresentatività delle donne in alcune occupazioni prestigiose e ben pagate, come gli informatici o gli ingegneri. Solo il 15% di studenti di informatica e il 23% di ingegneri sono donne. Inoltre, la tendenza alla femminizzazione del settore dell’istruzione è evidenziato dalla elevata rappresentatività delle donne nei percorsi di formazione per insegnanti e per maestre (89,5%). D’altra parte, è importante notare che le donne sono ben rappresentate nel campo dell’economia, malgrado il fatto che dentro le università c’è una ben prevedibile suddivisione di studenti in specializzazioni maggiormente maschili o femminile (HR, marketing).

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Campi di studio (università/ colleges)

Studentesse Studenti Totale % donne

Militari 82 508 590 13.9 Informatici 2492 14104 16596 15.0 Ingegneri 7024 23271 30295 23.2 Avvocati 211 430 641 32.9 Fisici 845 1225 2070 40.8 Teologia

1295 1564 2859 45.3 Scienze Naturali 6208 6303 12511 49.6 Agricoltura 6779 6375 13154 51.5 Economia 29019 17785 46804 62.0 Scienze dell’amministrazione 7428 4380 11808 62.9 Medicina 10375 4648 15023 69.1 Arti 24651 10372 35023 70.4 Sociale 3441 882 4323 79.6 Insegnanti e Maestri 7358 859 8217 89.5 Totale 110097 94813 204910

Sistema di cura Il basso livello di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è spesso supportato dal sistema di cura, che fornisce congedi parentali per la cura dei neonati con una sovvenzione per tre anni. Nel 2003 il 17% delle donne inattive erano in congedo parentale, e il 2,5% potrebbe essere considerato come disoccupate passive. Nel 2003 solo il 6% di tutti i genitori che hanno beneficiato delle sovvenzioni base erano uomini, malgrado il fatto che non ci sono condizioni discriminatorie contro i padri. Se i genitori decidono di tornare al lavoro, le seguenti istituzioni possono essere attivate: • Per i bambini dopo le 20 settimane e prima dei 3 anni: asilo nido. Nel

2002 queste istituzioni hanno ricevuto il 10% di tutti i bambini, e con questi il tasso di adesione era del 70%. La “giornata di cura” offre non più di 12 ore di assistenza al giorno per il bambino. Un’alternativa esiste per le famiglie con problemi sociali o di salute, che ricevono il bambino per l’intera settimana, notti incluse. Il costo da sostenere corrisponde al costo dei pasti, ma esistono diverse sovvenzioni in base alle condizioni sociali ed economiche dei genitori.

• Per i bambini dopo i tre anni e prima della scuola (solitamente 7 anni): scuola materna. Fa parte del sistema di educazione pubblico, e sono solitamente sotto la responsabilità del governo locale (tranne che per i bambini con speciali bisogni educativi, che sono invece sotto la

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responsabilità della Provincia della capitale). In base a un esame iniziale i bambini vengono suddivisi in uno dei tre livelli, dove partecipano alle attività educative e ludiche in base al livello. Per i bambini che appartengono a una delle ufficiali minoranze etniche nazionali, i genitori possono optare tra i servizi in lingua madre di provenienza, o bilingue e in ungherese. L’orario di apertura delle istituzioni è deciso dal governo locale, ma devono comunque garantire almeno 50 ore a settimana. L’assistenza include (gratuitamente) monitoraggio regolare della salute e quando è necessario: sessioni per la correzione del linguaggio, prevenzione della dislessia, e servizi speciali per bambini con problemi di apprendimento o comportamentali. Solo per i pasti l’istituzione può chiedere un contributo, anche se ci sono diverse forme di aiuto finanziario. Approssimativamente il 90% dei bambini sono iscritti alla scuola materna, ma il tasso di frequenza dei bambini che appartengono a gruppi svantaggiati è molto più basso. Nel 2002 l’adesione era del 92,8%.

• Tra le 20 settimane e i 14 anni: sostegno famigliare. Questa struttura è attivabile per i bambini che non sono iscritti nelle due precedenti istituzioni e per gli scolari dopo la scuola. Queste sono istituti privati, indipendenti dal sistema statale, sebbene sotto specifici regolamenti. Essi non possono ricevere più di 5 bambini.

• Assistenza domiciliare: è attivabile per i bambini con problemi di salute o handicap, e per i bambini iscritti in qualche servizio di cura giornaliero dopo l’orario di apertura del servizio, se i genitori non possono occuparsene. E’ un servizio a pagamento e le tasse sono calcolate sulla base delle ore di lavoro lavorate, ma la tassa mensile per l’assistenza (comprensiva del costo dei pasti) non può eccedere il 20% del reddito mensile dei genitori.

• Convitto giornaliero: se i genitori lo richiedono, la scuola è obbligata a offrire un servizio di convitto giornaliero per i bambini fino al 10° grado (scolastico). L’assistenza ammonta a 4,5 ore per i primi 4 gradi, 3 ore dal 5°all’8°, e due ore per 9° e 10° grado. Il servizio è gratuito tranne che per i pasti.

Per alcuni, i problemi delle donne nel mercato del lavoro possono essere spiegati dall’”errore classico femminile” nella ricerca del lavoro, apparentemente solo commesso dalle donne: • Rifiutare informazioni sulle capacità e sull’esperienza:non rendere

espliciti i risultati raggiunti nel CV • Sottostimare la propria performance e le proprie capacità. Eccessivo

perfezionismo. • Rifiutare di chiedere assistenza e aiuto: non mobilitare la propria rete

sociale e conoscenze per superare il problema. • Passività: aspettare che sia il datore di lavoro a cercarla invece di tenersi

in contatto durante il processo di richiesta di lavoro • Cercare di essere all’altezza di tutte le aspettative. Eccessivamente

accomodante.

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• Eccessivamente umile nel parlare, e focalizzata sugli aspetti negativi: dire” non l’ho mai fatto” invece che “lo imparerò!”

• Sottostimare l’esperienza della maternità, e non menzionarla come risorsa, anche se questa include capacità di project management, elementi di risoluzione di conflitti e formazione.

• Non negoziare per un salario migliore3. Programmi di sviluppo L’umile interesse a livello legislativo è in qualche modo compensato dall’identificazione delle questioni di genere come un’area di riferimento per molte iniziative. Molti sospettano che questi programmi non riflettono un interesse genuino, ma sono piuttosto ispirate da fattori internazionali, l’essere in sintonia con l’Unione Europea o le convenzioni delle Nazioni Unite. • Programma nazionale per le pari opportunità • Programma Phare 2001-2004 (4 milioni di euro): preparazione delle

donne nel mercato del lavoro, sviluppo di attività imprenditoriale, re-integrazione delle donne inattive

• Dal 2004 esiste un programma di finanziamento dentro il Fondo Sociale Europeo per la re integrazione o il mantenimento delle donne nel mercato del lavoro attraverso i servizi alternativi per l’impiego, e di sviluppo dell’attività imprenditoriale delle donne. Uno speciale gruppo di destinatari è quello delle donne, che per via dei propri doveri famigliari è stata assente dal lavoro per un certo periodo. Per i due anni del programma il budget previsto è di circa 8,7 milioni di euro.

• I programmi del mercato del lavoro nei centri per il lavoro. In 4 province sono stati iniziati programmi speciali per l’integrazione delle donne

• Il Programma comunitario Equal era in parte (8,7% del budget) indirizzato al miglioramento delle pari opportunità nel mercato del lavoro, in particolare attraverso la lotta alla segregazione orizzontale e verticale (programmi di sensibilizzazione, cambiamento di attitudini, motivare le donne a entrare in campi tradizionalmente occupati da uomini; ricerca; sviluppo).

Garanzie di redditi sufficienti. Le risorse Il sistema di protezione sociale ungherese non garantisce un livello di reddito minimo standard per quelli che si trovano in stato di bisogno, comunque la legge sugli affari sociali obbliga gli enti pubblici territoriali a fornire l'aiuto per quelli la cui vita è in pericolo. "le disposizioni di salvataggio sociale" possono essere applicate. Il sistema sociale di assistenza è spezzettato dai criteri di eleggibilità (livello di reddito, beni, condizioni di alloggio, età, bambini ecc.) e dalle unità territoriali, perché definendo i criteri, la risoluzione e parzialmente il finanziamento sono di responsabilità degli enti pubblici territoriali. Ulteriori strumenti indiretti sono stati elaborati nel sistema fiscale. I tassi di IVA sopportano alcuni componenti di assistenza sociale. Le droghe, i libri scolastici, 3 In Appendice il quadro politico istituzionale relativo alle pari opportunità in Ungheria.

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determinati attrezzi per le persone cieche o disabili sono esenti da tasse. Per gli alimenti di base questo rappresenta il 12% contro il tasso standard del 25%, che è superiore a quelli della maggior parte dei paesi dell’UE. Nella tassa sul reddito personale, non ci sono parentesi esenti da tasse; il tasso più basso è il 20%. Tuttavia, a causa delle detrazioni delle imposte lo stipendio minimo è praticamente reddito esente da imposte. Attualmente lo stipendio minimo è al livello della metà della media dell'Ungheria, nel termine lordo. In un'analisi sulla progressività della tassazione, Kovács (2002) ha trovato che il tasso di imposta sul reddito efficiente si sviluppa velocemente mentre le imposte sulle entrate e l’IVA sono regressive relativamente al reddito di famiglia netto. "Una misura" ancor più indiretta che ha un forte effetto sul livello di vita del povero, è l'atteggiamento liberale delle autorità verso i mercati informali dei prodotti. Esiste un segmento significativo di commercio al dettaglio che fornisce le merci poco costose esenti da imposte ed il cui volume è sconosciuto. La tutela del consumatore è inesistente in tale mercato. Lotta allo svantaggio di formazione Il raggiungimento di un livello educativo basso è significativamente correlato alla povertà e all'esclusione sociale, in comporta spesso una posizione svantaggiata all’interno del mercato del lavoro. Attualmente l'istruzione superiore è una garanzia contro la povertà. Le differenze secondo il livello di istruzione completato sono dichiarate. Le probabilità di povertà hanno variato ampiamente secondo la formazione anche all'inizio degli anni 90, quando la variazione è diminuita, ma il livello delle differenze è rimasto ancora notevole. C’è stato un deterioramento notevole nella posizione di quelli con le qualificazioni secondarie più basse (operaio esperto) e un miglioramento nella situazione di quelli con i gradi terziari(istruzione medio-alta) (università o college). Per quanto riguarda le donne, queste rappresentano la maggioranza nel settore dell'istruzione superiore. Nel 1998 l'iscrizione terziaria delle femmine era il 24% superiore a quella dei maschi. Il vantaggio femminile nell’istruzione di secondo livello era soltanto del 2%. Questa rappresentazione di superiorità numerica non è riscontrata nelle posizioni gerarchiche più elevate: solo il 34% dei funzionari, managers appartengono alla categoria femminile, mentre il 61% dei professionisti ed operai tecnici sono donne (UNDP, 2002). Durante gli anni 90 la domanda per le abilità e le conoscenze di più alto livello è aumentata. Il numero degli istituti di apprendistato è aumentato, sia al livello secondario che terziario. I programmi di studi sono stati riprogettati in modo da avere la specializzazione successiva e un tasso più basso di abbandoni scolastici. Altri fattori che influenzano povertà ed esclusione sociale Il reddito basso ed i deboli collegamenti del mercato del lavoro sono stati identificati come i maggiori fattori determinanti di povertà. La salute e l'inabilità sono considerati fattori importanti nell'esclusione sociale. Lo stato di salute generale in Ungheria è stato in diminuzione per più di trenta anni. La speranza di vita media alla nascita per la popolazione è ben sotto la media dell’Unione Europea ed inoltre inferiore ai dati corrispondenti alle vicine nazioni europee centrali ed orientali. Il tasso di mortalità per i maschi di mezza età è

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particolarmente alto, anche se confrontati con quelli di tutto il mondo. Come risposta a questa situazione nel 2001 è stato introdotto un programma nazionale di sanità pubblica. Uno dei 17 programmi mira a ridurre il numero di gente che fa uso eccessivo di alcool del 30% entro il 2010 ed anche a ridurre il numero dei consumatori di droga (EÜM, 2001). Esiste una rete di ditte che impiegano la gente socialmente bisognose a causa delle loro precarie condizioni di salute, tali soggetti presentano una riduzione considerevole della loro abilità lavorativa o persino un'inabilità seria che li rende incapaci di essere correttamente ed economicamente impiegati in un termine normale di affari. La rete è piccola, il numero di impiegati è intorno 3.000, quasi due terzi di loro vive a Budapest. Il guadagno medio è un po' sopra il livello dello stipendio minimo. Un'altra rete è costituita dalle ditte sovvenzionate dallo Stato per fornire un’occupazione rieducativa per i lavoratori con ridotte abilità lavorative. Il numero di persone impiegate da tale organizzazione è intorno a 19.000, con un livello salariale pari allo stipendio minimo (CSO, 2001). Un'altra sfida è rappresentata dal rivoluzionario miglioramento della tecnologia dell'informazione. L'infrastruttura delle informazioni e delle telecomunicazione si sta digitalizzando e sta attraversando uno sviluppo straordinariamente veloce che interessa settori economici differenti e cambia la vita di tutti i giorni della gente. Tuttavia, la velocità di penetrazione delle tecnologie di Info-comunicazione (ICT) varia notevolmente in relazione ai differenti segmenti della società. Ciò genera nuove lacune fra i gruppi sociali, demografici ed all’interno del mercato del lavoro, dei settori economici, ecc. L’alfabetizzazione informatica della forza del lavoro è di importanza capitale nella cosiddetta economia basata sulla conoscenza e, se sviluppata con successo, permette alle imprese dei paesi in passato periferici di integrarsi meglio nell'economia mondiale. Lo sviluppo dell'infrastruttura delle informazioni risulta essere un’importante operazione non solo per motivi economici, ma anche dal punto di vista dell’integrazione sociale. La tecnologia di comunicazione e delle informazioni genera nuove prospettive per gli abitanti delle regioni sottosviluppate affinchè possano raggiungere le regioni sviluppate sia ad un livello nazionale che internazionale. ACCESSO ED EROGAZIONE DEI SERVIZI E’ il livello centrale e locale della pubblica amministrazione che detiene la responsabilità sociale. Le contee di livello medio, che sono più piccole delle regioni NUTS2, non hanno quasi nessuna responsabilità nelle decisioni del settore degli affari sociali. A livello di politica centrale le aree come la formazione, la salute e la protezione sociale sono in concorrenza per le risorse. Soltanto in quel livello elevato esiste coordinazione fra le zone, a livelli più bassi infatti la coordinazione è debole. I programmi locali, quali l’educazione primaria e secondaria, le istituzioni di sanità e l'assistenza sociale sono finanziati principalmente attraverso un tipo di normativa finanziaria che riduce la possibilità di finanziamento trasversale, anche se i comuni superano occasionalmente questa regolamentazione. Accanto al cambiamento del ruolo dell'ente pubblico territoriale, l'altro nuovo fenomeno nella protezione sociale è la comparsa delle ONGs. Attualmente 3.500-4.000 organizzazioni senza scopo

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di lucro forniscono i servizi sociali, che è meno del 10% del numero totale. Quasi mille organizzazioni aiutano le persone disabili, mentre la seconda attività più frequente è la protezione del bambino. Un terzo di queste organizzazioni ha a che fare con i poveri, sostenendo gli individui e le famiglie con aiuti in contanti ed in natura. La metà del reddito delle ONGs proviene dallo Stato, che supporta programmi con obiettivi specifici. L'attività volontaria non è diffusa come in altri paesi europei. La maggior parte deille ONGs che aiutano i soggetti socialmente emarginati si trovano a Budapest e nei grandi agglomerati urbani (CSO 2001). I programmi di beneficio in contanti delle ONGs realizzano appena lo 0.6% del budget pubblico totale delle prestazioni sociali (CSO 2002). LA VALUTAZIONE DELLE SFIDE FUTURE sfide principali Nel 2001, vi erano in media 3.86 milione persone impiegate in Ungheria, mentre il numero dei disoccupati in età lavorativa era 2.23 milioni. Questi dati mostrano chiaramente perchè l'aumento del tasso di occupazione è uno degli obiettivi e delle sfide più importanti. Per aumentare il tasso di occupazione, è necessario migliorare la flessibilità del mercato di lavoro e creare un ambiente di lavoro più sereno. Lo sviluppo sostenibile e un miglioramento nella competitività economica sono condizionali di sviluppo per le risorse umane, quindi relativamente ad una completa politica dell'occupazione e strategia di sviluppo esso è considerato una priorità. Inoltre dal punto di vista della protezione sociale ha massima priorità. Non si prevedono maggiori riforme né nel sistema pensionistico né nelle politiche dell'occupazione. Il recente cambiamento di governo si è tradotto con un aumento della parte dei contributi di pensione della previdenza sociale per i fondi privati obbligatori dal 6% degli stipendi lordi all’8%. In più, l'insieme dei membri del fondo monetario sarà ancora obbligatorio per i nuovi assunti nel mercato di lavoro dopo soltanto un anno. Questi punti, tuttavia, non avranno molta influenza a breve scadenza. Una riforma su grande scala dei diritti di proprietà nell'assicurazione e nei servizi per la salute è stato parecchie volte progettato e posticipato nell'ultima decade. Verosimilmente per il timore di costi medici troppo elevati a beneficio di gruppi ad alto rischio, come quello degli anziani. I cambiamenti a volte frenetici nel sistema istituzionale di protezione sociale, per esempio, nel caso di nuovi fondi privati di pensione, il valore reale degli assegni familiari, il dibattito sulla deduzione di imposta sul reddito contro i benefici in contanti, rivelano chiaramente una vista sistematicamente differente del ruolo della politica sociale fra le coalizioni socialista e quella conservatrice. Queste differenze tuttavia non seguono sempre una linea ideologica. E’ stato un governo socialista ad aver privatizzato una parte del sistema di pensione ed ad aver introdotto l’accertamento dei redditi, mentre un governo conservatore ha provato a ritirare queste misure. Nel campo delle questioni di protezione sociale, il principale gruppo di interesse dei socialisti è quello dei pensionati mentre i partiti di centro- destra provano ad attirare le famiglie di medio reddito con bambini.

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L'esclusione, la povertà e l'accessione sociali di UE Gli effetti della povertà non sono rilevati nel sistema istituzionale di protezione sociale, ma nel mercato di lavoro4. L'occupazione, gli stipendi, la flessibilità del lavoro e la mobilità del lavoro sembrano essere i punti principali. Attualmente esiste un grande divario fra gli stipendi nell'UE e quelli dell’Ungheria. Lo stipendio medio si aggira intorno al 10% in applicazione del tasso di cambio dell'UE e circa il 30% applicando la parità del potere d'acquisto. Il P.I.L. pro capite è intorno al 50% del livello di UE (Gács, Hárs e Hüttl, 2001). Una tale differenza fra gli stipendi e P.I.L. pro capite, può indurre uno sviluppo veloce degli stipendi, mentre la differenza fra gli stipendi locali ed europei può condurre ad una migrazione in alcuni segmenti del mercato di lavoro in particolare. Le indagini mostrano che il potenziale di migrazione ungherese non è particolarmente alto, il 10% degli adulti ha espresso l'intenzione di lavorare nei paesi di UE per un breve periodo. L'esperienza precedente suggerisce che il potenziale per occupazione di lunga durata è ben sotto quel livello (Sik e Simonovits, 2002). L'obiettivo tradizionale degli impiegati ungheresi è la Germania e l'Austria. Un altro effetto potenziale dell’entrata nell’UE è il valore crescente delle forme atipiche di occupazione, pricipalmente occupazione a tempo parziale, che ha attualmente un’ importanza marginale. Il lavoro indipendente potrebbe essere un altro attrezzo per sollevare il basso livello di occupazione. L’esperienza iniziale dell’ingresso in Europa dei paesi relativamente sottosviluppati rivela degli effetti generazionali forti. I giovani e meglio istruiti hanno guadagnato la maggior parte dallo spostamento dall'economia prevista all'economia di mercato.

PEZZO DA AGGIUNGERE: PROMUOVERE L'INTEGRAZIONE E COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE CONTRO LE PERSONE IN CONDIZIONI SVANTAGGIATE NEL MERCATO DEL LAVORO Assestamento della situazione La trasformazione sociale ed economica ha messo in grande difficoltà la società ungherese nel suo complesso, ma i gruppi svantaggiati sono particolarmente vulnerabili al rischio di povertà e di esclusione sociale. Ormai è diventato evidente che la situazione del mercato di lavoro dei gruppi svantaggiati non migliora automaticamente in ogni periodo in cui si verifica un'espansione economica, ma sono necessari dei programmi designati che rispondano ai loro bisogni. La gente con un livello di formazione basso, e le persone inabili si trovano in una situazione particolarmente svantaggiata nel mercato di lavoro. È una delle priorità del governo migliorare la situazione sociale e promuovere la partecipazione al mercato del lavoro della gente svantaggiata. L'attività del PES sta aiutando questa gente a migliorare la loro idoneità al lavoro ed a facilitare l'accesso ai lavori. 4Dopo la transizione, la povertà è significativamente aumentata e la probabilità dell'esclusione sociale si è trasformata in molto più che un pericolo reale per molti rispetto a prima. Un mercato di lavoro più esigente ha classificato un grande segmento della forza di lavoro principalmente sul terreno degli anni di formazione e sulle radici etniche.

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In più, un certo numero di altri attori ricoprono un ruolo importante: gli enti pubblici territoriali organizzano i lavori pubblici, i servizi sociali forniscono i servizi di sostegno, le ONGs organizzano ed realizzano i programmi designati. Dal 1992 National Employment Public Foundationa (OFA) ha sostenuto i progetti pilota ed i programmi innovatori basati sulle iniziative locali e le associazioni che facilitano la reintegrazione nel mercato del lavoro delle persone disoccupate e in condizioni svantaggiate. La gente con una formazione bassa In Ungheria i tassi di occupazione delle persone con una formazione bassa è ben sotto la media e la disoccupazione, la disoccupazione di lunga durata ed il inattività sono considerevolmente più alti della media. Fra il 1990 ed il 2001 il tasso di occupazione è diminuito del 27-29%, mentre l'occupazione totale è diminuita del 14%. Nel 2003 il tasso di disoccupazione della gente con una formazione bassa era 6.4% superiore alla media. La formazione bassa si accompagna spesso ad altri svantaggi quali l'inabilità, la residenza nelle regioni più arretrate ecc. L'accumulazione degli svantaggi rende ancora più duro trovare un lavoro. I problemi complessi richiedono le risposte complete, un esempio a questo proposito lo fornicono i programmi integrati del mercato di lavoro dei centri di lavoro. Malgrado il miglioramento generale e costante dei livelli di formazione della mano d'opera, principalmente grazie all'espansione dell’istruzione superiore e all’aumento della partecipazione dei giovani nella formazione, persistono alcune tendenze preoccupanti, rappresentate dai bassi livelli di formazione e di conseguenza anche dagli svantaggi socio-economici fra le generazioni. Il motivo principale dietro tutto questo è che il sistema educativo non riesce a compensare gli svantaggi degli studenti ed a creare pari opportunità. Persone con inabilità L'integrazione nel mercato di lavoro delle persone che presentano inabilità sono ostacolate spesso dalla mancanza di abilità e di qualificazioni aggiornate. Le loro possibilità d'impiego più sono ulteriormente ostacolate dall'accessibilità limitata ai servizi di occupazione ed ai posti di lavoro. Inoltre i datori di lavoro non sono spesso disposti ad assumere operai disabili. La loro presenza all’interno del mercato del lavoro è dunque marginale; il loro tasso di occupazione è soltanto 11.5%, malgrado le parecchie misure incentivanti. Per le attività con più di venti impiegati la legge prescrive una quota obbligatoria di occupazione delle personedisabili. Nel caso in cui questa quota non sia raggiunta, il datore di lavoro deve pagare un contributo di riabilitazione. Coloro che impiegano operai disabili sopra la quota possono usare lo stipendio-sussidio. Il rapporto di occupazione integrato è basso, circa il 40% degli impiegati con inabilità lavorano nei cosiddetti posti di lavoro riparati. Le attività con un alto rapporto di impiegati disabili potrebbero ricevere sussidi speciali. L'integrazione nel mercato del lavoro della gente con inabilità è promossa dai gruppi di riabilitazione nei centri di lavoro. In più, sono disponibili servizi completi nei cosiddetti Rehabilitation Information Centres (RIC), in 16 centri di lavoro della contea. Nelle quattro contee restanti i RICs saranno installato durante il 2004. La gente disoccupata con le inabilità ha diritto alle sovvenzioni

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più alte, compreso un elevato tirocinio di sostegno normativo per quei soggetti con una formazione bassa. I centri di lavoro forniscono l'assistenza in base a concorsi per migliorare l'accessibilità ai posti di lavoro per gli operai con inabilità. Gli allievi svantaggiati nella formazione pubblica In Ungheria l’11.8% della fascia d'età compresa tra i 18 e i 24 anni non ha una formazione superiore a quella secondaria. Questo tasso è comunque più favorevole ( più del 6%) della media dell’UE. Alla fine dell'età della scuola dell'obbligo (16 anni), il 5% finisce la scuola primaria. Nel 1999 l’emendamento della Education Act Legge ha introdotto il concetto di "recupero della formazione" che aiuti quei giovani con più di 16 anni, che hanno abbandonato la scuola primaria durante i due anni ultimi della formazione a tornare a scuola. Il recupero della formazione è un programma a tempo pieno che unisce il completamento di formazione primaria con la formazione professionale. L'espansione di istruzione secondaria e superiore da sola non è riuscita a promuovere le pari opportunità. Secondo l'indagine PISA del 2000, il sistema educativo ungherese è selettivo e le prestazioni dell'allievo sono influenzate pesantemente dalla situazione socioeconomica della famiglia, che è rinforzata dalla segregazione all'interno del sistema educativo. Di conseguenza, nel campo della formazione pubblica, è stata introdotta nel 2003 una separata integrazione normativa per consigliare alle scuole di insegnare agli allievi dallo scarso rendimento insieme agli altri e non in classi o scuole “speciali” (segregate”). Negli ultimi anni, due programmi del PHARE sono stati lanciati per sostenere l'inclusione sociale, per migliorare le prestazioni della scuola e le possibilità per continuare così la formazione dei giovani che affrontano molteplici svantaggi. In più, il programma ha sostenuto l'elaborazione e l'esecuzione dei programmi secondari di formazione. Il Programma Arany János fornisce la sistemazione ed il supporto pedagogico per gli allievi di talento che provengono da una condizione non privilegiata. Per impedire l'interruzione degli studi da parte dei giovani svantaggiati e per aumentare il loro successo scolastico, sono impiegati gli insegnanti di sostegno in un certo numero di scuole con supporto del PES. Questi assistenti svolgono attività extracurriculari ed aiutano il recupero ed integrazione degli studenti. Il programma pilota di OFA e Education Research Insitute perseguono in più di 60 scuole uno scopo simile. Gli stranieri Gli stranieri che risiedono legalmente in Ungheria (immigranti, quelli che hanno ottenuto un permesso valido di residenza, rifugiati, gente che riceve protezione sussidaria o altre forme di protezione umanitaria) rappresentano meno del 2% della popolazione. Attualmente non ci sono programmi regolari ed organizzati di integrazione per i immigrati ed un quadro legale ed istituzionale di tali programmi non esiste ancora. Ciò è spiegata dal fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri che risiedono in Ungheria viene a lavorare o studiare ed è ungherese di etnia. I rifugiati e la gente che riceve la protezione sussidaria sono particolarmente vulnerabili all'esclusione sociale. La loro integrazione lavorativa e sociale è ostacolata dalla mancanza di padronanza

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della lingua ungherese, dalle differenze culturali e dalla mancanza di strutture istituzionali di sostegno. Dopo l'entrata dell'Ungheria nell'UE, tuttavia, un aumento nel numero di immigranti può essere previsto e quindi è necessario stabilire istituzioni e politiche per promuovere l'integrazione. A questo scopo, alla fine del 2002 è stato approvato un progetto MATRA per elaborare il quadro istituzionale ed il contenuto di una politica di integrazione per i rifugiati e gli immigranti. Nel 2003, con il supporto del PHARE, è stato approvato un programma sperimentale di integrazione, che ha offerto servizi di sostegno per aiutare l'integrazione sociale nel mercato del lavoro dei rifugiati. Per promuovere l'integrazione dei bambini immigrati nelle scuole pubbliche, il Ministri of Education ha elaborato una guida di riferimento ed inoltre fornisce il contributo finanziario normativo a partire dal 2004. Sfide chiave - Aumentare il numero di gente svantaggiata che entra e rimane nel mercato del lavoro - Cambiare le istituzioni e le misure di riabilitazione dell’occupazione e rinforzare i servizi del mercato del lavoro per la gente con inabilità - Garantire le pari opportunità per gli allievi svantaggiati nella formazione pubblica - Creare il quadro istituzionale ed il contenuto di una politica completa di integrazione per i rifugiati, gli immigranti ed i migranti dai paesi terzi. La risposta politica Generare opportunità uguali per tutti è uno degli obiettivi più importanti del governo, come emerge anche dall'istituzione del Government Office for Equal Opportunities. La Legge sulla parità di trattamento e sulla promozione delle occasioni uguali è stata ratificata dal Parlamento nel mese di dicembre del 2003. L'atto promuove la parità di trattamento delle donne, della gente svantaggiata e delle minoranze. In base alla Legge, un programma nazionale di pari opportunità è stato elaborato nel 2004. Sempre in quell’anno, il governo ha elaborato National Action Plan for Social Inclusion basato sugli obiettivi comuni dell’UE, il quale definisce gli obiettivi e le misure di politica nazionali che puntano sulla riduzione della povertà e dell'esclusione sociale. Il NAP/inclusion presta particolare attenzione a promuovere l'occupazione dei gruppi più vulnerabili e le proposte relative a ciò sono collegate molto attentamente con le misure del National Action Plan for Employment. A partire dal 2004, il governo inoltre dedica una quantità notevole dei Structural Funds di assistenza, principalmente nel quadro del Human Resources Development Operational Programme (HRDOP) e del programma EQUAL Community Initiative Programme (CIP) per migliorare la situazione del mercato del lavoro dei gruppi svantaggiati. L'ammodernamento delle istituzioni e delle misure di riabilitazione dell’occupazione ed il rinforzo dei servizi del mercato del lavoro per la gente con inabilità Le istituzioni e le misure che sostengono l'occupazione della gente con inabilità hanno bisogno dell'ammodernamento: sono necessarie nuove e più efficienti

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misure affinché si realizzi l'occupazione integrata della gente disabile e l'uso completo delle loro capacità. I servizi attuali saranno ulteriormente sviluppati ed estesi attraverso: - miglioramento dell'accessibilità degli uffici e dei servizi del PES e l'istituzione di quattro nuovi RICs; - coinvolgendo e supportando le ONGs che forniscono i servizi alternativi del mercato di lavoro. Nel 2003 è iniziata, la riforma dello progetto di sostegno del occupazione della gente con inabilità. La quantità di contributo di riabilitazione pagata dalle attività che non raggiungono la quota di occupazione è stata triplicata. Nel 2004 il Ministry of Employment and Labour ha approvato un programma che sostiene l'ammodernamento delle attività protette che ricevono le sovvenzioni dello Stato. L'importo totale assegnato per questo programma è 480.000 euro. Un certo numero di altre attività sono in corso: la ridefinizione delle condizioni di occupazione nelle istituzioni residenziali, revisione del procedimento della valutazione delle abilità riferita all’occupazione, regolazione dell’atipica riabilitazione dell'occupazione. Il programma EQUAL sosterrà le attività innovatrici che puntano sulla creazione di posti di lavoro “inclusivi” e sulla modernizzazione delle organizzazioni protette espandendo le loro prospettive di attività e generando nuove funzioni. Promuovere le pari opportunità per gli allievi svantaggiati e gli allievi con i bisogni speciali e migliorare il loro accesso a formazione pubblica Alla fine di 2003, un progetto di PHARE è stato lanciato sotto il titolo “Promuove le pari opportunità per le persone disabili” con un preventivo di circa 4 milioni di euro. Il programma fornisce le sovvenzioni per le istituzioni pubbliche di istruzione superiore e gli impianti sportivi per migliorare l'accessibilità per la gente disabile. In più, un singolo programma di studi di istruzione superiore sulla formazione inclusiva degli allievi disabile sarà sviluppato ed introdotto nei programmi pedagogici di istruzione superiore. A partire dal 2004, è cominciato un programma di sviluppo nel sistema educativo pubblico per migliorare l'accesso e le pari opportunità degli allievi svantaggiati e degli allievi con speciali necessità. Il programma mira a generare e diffondere la metodologia di formazione inclusiva, eliminare la segregazione e, migliorare il rendimento scolastico e le future probabilità del mercato di lavoro degli allievi svantaggiati. Una componente centrale del programma è l’elaborazione di metodi nuovi per impedire l’abbandono scolastico. Per definire la misura adeguata un programma di ricerca iniziato in 2005 ha esplorato le cause dell’abbandono scolastico. Oltre che il programma di studi e gli sviluppi metodologici, costituire un fondo (parzialmente dal ERDF) sarà disponibile per l'aggiornamento dell'infrastruttura di formazione primaria, con un'attenzione speciale per la riduzione delle disparità regionali e miglioramento dell'accesso alla formazione prescolare nei distretti più arretrati e con alti numeri di gente svantaggiata. Generando il quadro istituzionale ed il contenuto di una politica completa di integrazione per i rifugiati, gli immigranti ed i migranti di lunga durata dai paesi terzi

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Continua il programma che crea il quadro istituzionale e le misure di un programma globale di integrazione, con il sostegno di MATRA Programme of the Dutch Ministry of Foreign Affairs. Dal 2004 European Refugee Fund ed il Hungarian EQUAL Programme sosterranno l'integrazione e sociale e del mercato del lavoro dei richiedenti dell'asilo, dei rifugiati e della gente che gode di altre forme di protezione. Inoltre, questi programmi aumenteranno la capacità delle organizzazioni attive in questo campo. APPENDICE QUADRO POLITICO ISTITUZIONALE DELLE PARI OPPORTUNITÁ IN UNGHERIA

Il gender mainstreaming non è una pratica in Ungheria. Esiste una specifica, separata entità che si occupa di tutte le tematiche relativa alle pari opportunità, incluse quelle di genere: il Ministero della Gioventù, Famiglia, Affari Sociali e Pari Opportunità. Non esiste una specifica legge sulle pari opportunità, ma il “genere” è incluso nella nei documenti legislativi che definiscono l’uguaglianza. Legislazione a) Costituzione Articolo 66

(1) La Repubblica Ungherese garantisce l’eguaglianza tra uomini e donne relativamente a tutti i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali.

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(2) Nella Repubblica Ungherese, le madri ricevono uno speciale supporto e protezione prima e dopo la nascita dei loro bambini, conformemente alle disposizioni della legge

(3) Le norme specifiche accertano la protezione per le donne e giovani nella prestazione dei lavori Articolo 70/A

(1) La Repubblica Ungherese garantisce a tutte le persone nel suo territorio diritti umani e civili senza discriminazione di razza, colore, genere, lingua, religione, opinioni politiche, origini nazionali o sociali, proprietà dei beni, nascita o per qualsiasi altro motivo.

(2) Ogni discriminazione, secondo il paragrafo (1), contro le persone è strettamente punibile dalla legge

(3) La Repubblica Ungherese promuove la realizzazione dell’uguaglianza prima della legge con misure che mirano ad eliminare forme di disuguaglianza Articolo 70/B

(1) Nella Repubblica Ungherese ognuno ha diritto a lavorare. ad avere libera scelta di impiego e occupazione

(2) Ognuno senza alcuna discriminazione ha diritto a ugual trattamento salariale per lo stesso lavoro

b) Codice del lavoro La legislazione relativa al lavoro era il campo più progressivo in termini di uguaglianza di genere. Fino all’entrata in vigore dell’Atto sulle Pari Opportunità, era molto rigido con il datore di lavoro, secondo quanto richiesto dalle direttive dell’EC, attraverso il “carico della prova”: il datore di lavoro era responsabile nel provare la mancanza di discriminazione. Dopo l’Atto sulle Pari Opportunità, il testo è stato reso disponibile con le regolamentazioni dell’EC. Per i dettagli si veda l’Atto riportato sotto. Il Codice del Lavoro è ancora significativo in termini di pari opportunità per le donne e per gli uomini: include il principio di ugual trattamento salariale per lo stesso lavoro o per un lavoro di ugual valore. Il codice del lavoro come modificato dall’Atto sulle Pari Opportunità: sezione 5 : postulato sulle pari opportunità

(1) I requisiti di ugual trattamento devono essere rispettati nelle relazioni di lavoro

(2) Gli effetti di un trattamento ineguale devono essere compensati in modo che i diritti degli altri lavoratori non vengano violati

La Sezione 142/A (1) assicura che è proibito differenziare su basi infondate tra i lavoratori e definisce la retribuzione uguale per lavoro o lavoro considerato di valore uguale. (4) La definizione di stipendio basato sulla posizione, scopo delle attività o risultato deve essere tale da non portare discriminazioni c) Atto sull’uguaglianza di trattamento e pari opportunità L’uguaglianza di genere non ha un testo di legge separato, ma è parte della legislazione generale che abbraccia la intera questione delle pari opportunità

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(legge n.CXXV.2003, entrata in vigore il 27 gennaio 2004), dove il genere è uno dei principali fattori menzionati come motivo di discriminazione (insieme con lo stato di famiglia, la maternità (gravidanza) e paternità, orientamento sessuale, identità di genere e molti altri). L’Atto si focalizza sulla discriminazione, sulle molestie sessuali, segregazione illegale, rappresaglia. Descrive gli atti nel caso della rottura della parità di trattamento, descrive le implicazione nel settore politico, incluse le modifiche dei differenti testi legislativi. Alcune questioni rilevanti per la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro:

1) Nel procedimento iniziato a causa dell’aver infranto la parità di trattamento, è il querelante ad essere responsabile di provare che:

a) la persona/gruppo è stato svantaggiato, b) la persona/gruppo soggetto della disparità di trattamento deve

evidenziare i motivi di discriminazione, secondo quanto previsto dall’Atto

2) sulla dimostrazione del punto1), il rispondente deve provare che: a) il rispetto delle pari opportunità è stato garantito b) nel contesto di riferimento non ci sono obblighi di applicare le pari

opportunità Istituzioni a) Ministero della Gioventù, Famiglia, Affari Sociali e Pari Opportunità Creato nell’ottobre del 2004, il ministero è uno dei soggetti incaricato delle politiche di pari opportunità. Come un continuo del Segretariato per le politiche femminili o Segretariato per le Pari Opportunità , all’interno del nuovo ministero, le questioni di genere sono affrontate dal Dipartimento di uguaglianza sociale tra uomini e donne, diretto dalla segreteria di stato per lo Sviluppo strategico e gli affari internazionali. Il Dipartimento di uguaglianza sociale tra uomini e donne ha i seguenti compiti (dallo statuto del Ministero):

1. incarichi di coordinamento, progettazione strategica dell’uguaglianza tra uomini e donne:

a) elaborazione del Piano d’Azione Nazionale, proposte per le politiche settoriali correlate e sviluppo di concetti. Monitoraggio dell’implementazione di queste decisioni.

b) Coordina lo sviluppo e l’implementazione dei programmi in campi differenti indirizzati alle pari opportunità. 2. incarichi di supporto e sviluppo

a) responsabile per i bandi di gara sulle pari opportunità b) responsabile della distribuzione dei fondi destinati alla promozione delle

pari opportunità. Monitoraggio dei programmi internazionali. 3. incarichi nelle relazioni internazionali

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a) reporting regolare sull’implementazione del CEDAW e il raggiungimento dei destinatari identificati nella conferenza di Beijing

b) affrontare le soluzioni dei reclami collegati al CEDAW 4. gestire il Consiglio di Rappresentanza delle Donne (vedi sotto) 5. incarichi inerenti alle statistiche: partecipare all’elaborazione del sistema statistico che monitora l’uguaglianza tra uomini e donne b) il Consiglio di Rappresentanza delle Donne Il Consiglio venne stabilito nel 1999 per assistere il governo nella realizzazione di politiche correlate al genere e per includere le ONG che rappresentano gli interessi delle donne. Questo significava essere coinvolti in: i) progettazione, valutazione delle politiche proposte, piani d’azione,

emendamenti rilevanti per le politiche di genere j) cooperare all’elaborazione di programmi – nazionali o internazionali – per

aumentare l’uguaglianza delle donne k) valutazione dei report sulle pari opportunità

Composizione del Consiglio:

i) governo: membri di ogni ministero e dell’Ufficio del primo ministro, almeno con il Capo della Divisione

j) 6 membri dalle organizzazioni civili nazionali che rappresentano gli interessi delle donne, scelti dal ministro per la Gioventù, Famiglia, Affari Sociali, Pari Opportunità

k) 5 membri sono selezionati dal ministro per la Gioventù, Famiglia, Affari Sociali, Pari Opportunità, sulla base del lavoro accademico o pratico collegato alle pari opportunità

l) 3 ulteriori membri dalle ONG coinvolte nelle tematiche di genere L’istituzione è stata criticata per la sua mancanza di potere, visibilità e risorse umane e finanziarie, e il comitato del CEDAW ha suggerito di apportare miglioramenti per chiarire definitivamente il ruolo di coordinamento e il mandato del Consiglio di Rappresentanza delle Donne (CEDAW, osservazioni di conclusione sul quarto e quinto rapporto periodico dell'Ungheria, 2002). Attualmente il consiglio è guidato dal segretario di stato per le pari opportunità del Ministero per la Gioventù, Famiglia, Affari Sociali, Pari Opportunità, e dirige il Dipartimento per le pari opportunità sociali tra uomini e donne. Segnali di ripresa si sono manifestati nel dicembre 2004, ma i risultati si devono ancora vedere. c) istituzioni non governative Un certo numero di ONG lavora per migliorare l’uguaglianza tra uomini e donne

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a) lavoro/impiego Associazione per lo Sviluppo delle Carriere delle Donne in Ungheria5 Fondazione per lo Sviluppo Economico delle Piccole Imprese (SEED Foundation)6 b) Rappresentanza generale di interessi, lobby, riflessione sulla legislazione Fondazione delle Donne Ungheresi7 Nöi Erdekérvényesitö Szövetség (Női Érdek) – Lobby delle Donne Ungheresi, membro nazionale dell’ EWL Associazione della Rete di Donne Ungherese

5 www.noikarrier.hu/

6 www.sedu.hu 7 www.mona-hungary.org