Situazioni matrimoniali problematiche
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Pastorale familiare
Le situazioni matrimoniali difficili e irregolari:
aspetti pastorali
Criteri fondamentali• La Chiesa deve annunciare il Vangelo
di Gesù circa il matrimonio e le sue esigenze morali.
• Deve fare la Carità nella Verità: Chiarezza e intransigenza nei principi e misericordia nei confronti delle debolezze umane.
1. I principi:Indissolubilità del matrimonio.Appartenenza alla comunione della Chiesa
anche per chi non è regolarmente sposato.Ma non alla comunione “piena”.La situazione di irregolarità è oggettivamente
non conforme al Sacramento dell’Eucarestia.No alla Comunione e alla ConfessioneEsigenza del pentimento e della conversione
2. Accoglienza e misericordia:
Primato del discernimento per giungere ad una valutazione morale oggettiva delle responsabilità e per proporre cammini adeguati.
Assistenza e prevenzione.Rinnovamento profondo della pastorale familiare.Parlare tutti lo stesso linguaggio aderente al
magistero. No all’individualismo, all’arbitrio e agli approcci emotivi.
Verificare i casi di nullità
Le situazioni: I SEPARATI
• Dove la convivenza è impossibile la Chiesa permette la separazione.
• E’ un estremo rimedio, quindi bisogna aiutare i coniugi ad evitarla.
• Nei confronti di chi si separa la Chiesa deve essere vicina con attenzione, discrezione e solidarietà.
La Chiesa deve:
• Valorizzare la testimonianza di fedeltà di cui soprattutto il coniuge “innocente” è portatore.
• Sostenerlo nella sua pena e solitudine aiutandolo a partecipare alla vita comunitaria evitando la chiusura in se stesso.
• Prodigare stima, comprensione, solidarietà e aiuti concreti.
• Aiutarlo a coltivare l’esigenza del perdono.• Comunicare loro che la situazione di vita in cui
versano non preclude l’accesso ai sacramenti.
Le situazioni: I DIVORZIATI NON RISPOSATI
• Necessario distinguere tra il caso di CHI HA SUBITO il divorzio, l’ha accettato o vi ha fatto ricorso per la tutela del proprio bene e dei figli e di CHI HA CHIESTO ed ottenuto il divorzio avendolo causato con un comportamento morale scorretto.
• Si ricorre al divorzio solo per gravi motivi e comunque per il cristiano equivale alla separazione perché non rompe il vincolo coniugale.
Nei confronti di chi ha subito la Chiesa deve:
• Esprimere stima nella consapevolezza che la fedeltà al matrimonio è una valida testimonianza per tutti
• Essere solidale in tutte le forme possibili dalle più concrete a quelle squisitamente spirituali
• Non ci sono ostacoli alla recezione dei sacramenti se il ricorso al divorzio era motivato dalla tutela di legittimi diritti.
Nei confronti di chi ha causato la Chiesa deve:
• Sostegno perché possa riprendere, se possibile, la vita coniugale o superare la tentazione di nuove nozze. Comunque la Chiesa rimane sempre a servizio della sua vita cristiana.
• Per accedere ai sacramenti il coniuge che è moralmente responsabile ma non si è risposato deve pentirsi e riparare al male compiuto.
• Deve convincere il confessore che il divorzio per lui coincide con una separazione e che è inopportuno ed impossibile riprendere la vita comune
Le situazioni: I DIVORZIATI RISPOSATI
• Diverse sono le situazioni di chi si risposa:– Distacco totale dalla Chiesa.– Mancanza di consapevolezza di essere fuori
dalla volontà del Signore.
– Desiderio di partecipare alla vita della Chiesa.
• Bisogna affermare che la loro condizione di vita è in contrasto col Vangelo dell’indissolubilità e che la loro nuova unione non rompe il vincolo precedente.
• Questo va fatto con un “ponderato discernimento” nel valutare le diverse situazioni e le singole persone.– C’è chi si è risposato dopo averle tentate tutte per salvare il
matrimonio.– Chi è stato abbandonato e chi ha abbandonato.– Chi si è risposato per l’educazione dei figli– Chi si è risposato perché in coscienza certo che il
matrimonio era invalido– C’è chi ha riscoperto la fede e si interroga
• La comunità non può disinteressarsi di queste persone e le deve incontrare soprattutto nei momenti di vita ecclesiale e sociale.
• Non bisogna ridurre il problema alla recezione o meno della comunione.
• I risposati non sono fuori dalla comunione ecclesiale e, perciò, vanno aiutati in tutti i modi possibili a vivere la vita della Chiesa fi dove è loro possibile.
• Astenersi dal giudizio sulle persone la cui coscienza risponde solo a Dio.
• Illuminarli sulla vera posizione della Chiesa nei loro confronti.
• I sacerdoti non devono porre gesti che non possono essere coerenti con la fede della Chiesa.• Devono invitare i risposati a partecipare
alla vita della Chiesa:– Ascoltando la Parola.– Partecipando alla Messa.– Partecipando alla catechesi e alle celebrazioni.– Invitandoli alla preghiera.– Vivendo il comandamento della carità.– Accompagnando i figli nel cammino della fede.
• I risposati non possono svolgere alcuni servizi nella comunità che richiedono la piena comunione con essa:– Servizi liturgici.– Catechista.
– Padrino/madrina.– Membri dei CPP.
Non è la Chiesa che esclude:• Sono essi a non poter essere ammessi ai
sacramenti dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita sono in OGGETTIVA CONTRADDIZIONE con la fede annunciata e celebrata nei sacramenti:– L’indissolubile patto d’amore di Cristo per la
Chiesa;– L’esigenza di penitenza e conversione.
Condizioni per la riammissione:
• Pentimento.
• Non vivere più in contrasto con il segno di alleanza del matrimonio cristiano.
• Separazione morale
• Separazione fisica
Conclusione:• Vicinanza personale e concreta. No alle
teorie.• Ascolto e comprensione.• Fedeltà alle indicazioni della Chiesa.• Scoprire cammini possibili e fruttuosi pur in
tale condizione.• Speranza di salvezza• Provocazione alla vita della Chiesa:– Quale centralità per l’Eucarestia?– Quali cammini penitenziali per tutti i fedeli?