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Istituto superiore di Scienze Religiose “BEATO CONTARDO FERRINI” In collaborazione con la Commissione regionale per la Pastorale della Famiglia e lo Studio Teologico Interdiocesano di Carpi - Modena - Parma - Reggio Emilia SCUOLA BIENNALE PER ANIMATORI DI PASTORALE FAMILIARE Relazione finale, a conclusione del biennio della scuola di pastorale familiare, di Fabrizio Bartolacelli (Matricola nr. 2962)e MariaLuisa Ghiddi (Matricola nr. 2963).

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Istituto superiore di Scienze Religiose “BEATO CONTARDO FERRINI” In collaborazione con la Commissione regionale per la Pastorale della Famiglia e lo Studio Teologico Interdiocesano di Carpi - Modena - Parma - Reggio Emilia

SCUOLA BIENNALE PER ANIMATORI DI PASTORALE FAMILIAR E

Relazione finale, a conclusione del biennio della scuola di pastorale familiare, di Fabrizio Bartolacelli (Matricola nr. 2962)e MariaLuisa Ghiddi (Matricola nr. 2963).

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Indice degli argomenti trattati:

1. Un “Piano pastorale” per la famiglia ( a pagina 4) 2. Ascolto-condivisione-annuncio-rinnovata celebrazione

dell’Eucarestia: quali iniziative concrete? ( a pagina 8)

(Sintesi schematica del punto da trattare: ”Andate: la Messa continua nella vita”; quindi: rendere in unità vita e Eucarestia, di modo che la “vita della gente” sia presente nella celebrazione ( richiamata nella preghiera dei fedeli ad es.) e l’Eucarestia sia vissuta “ in funzione della vita “ a cui deve rifluire… In questo modo saremo in grado di diffondere la cultura della “carità “ e della “giustizia ”,coinvolgendo la comunità cristiana e tutte le attività pastorali:dalla comunione con Cristo nell’Eucarestia “ fonte e culmine della vita cristiana “ sorge una comunità più capace di mettersi “in ascolto della gente e dei suoi problemi”; più capace di condividere la vita di tutti;più desiderosa di annunciare e testimoniare il Vangelo. Tra le finalità c’è quella di fare crescere lo spirito di servizio nei giovani fidanzati orientandoli alla “solidarietà” e ad avere attenzione per le problematiche “sociali” del territorio …)

3. Condizione del “Fidanzamento” ( a pagina 12)

4. I “Gruppi famiglia” ( a pagina 13)

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5. “Spiritualità della coppia di animatori ” ( a pagina 14)

6. Premura pastorale per le “Situazioni matrimoniali irregolari e

difficili” ( a pagina 17)

7. Comunicare tra i vari operatori ( a pagina 20)

8.“Una decisione pratica per la nostra coppia” ( a pagina 21)

9. Preghiera conclusiva (a pagina 22)

Bibliografia ragionata

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1. UN “PIANO PASTORALE” PER LA FAMIGLIA

Le coppie che vediamo ogni giorno, sono un costante appello alla missione. Le pensiamo bisognose di dialogo e di attenzione, con tanta voglia di fare, ma anche forse deluse per un mondo che talvolta tarpa loro le "ali" spirituali… Guai a noi se non predicassimo il vangelo a tutti costoro, che a volte pare si girino dall’altra parte, ma che sono le coppie del nostro vicariato: la missione difficile sotto casa. E’ uno stile di missione per tutti , noi per primi ,che non nasce da un generico appello alla solidarietà, ma da una proposta di corresponsabilità piena con i percorsi di vita di coloro che incontriamo lungo il cammino. E' un modo di fare pastorale che tiene conto in special modo delle famiglie in difficoltà, così come è detto in “ Comunicare il vangelo in un mondo che cambia” : “il cristianesimo non può accettare la logica del più forte;l’idea che la presenza di poveri sfruttati e umiliati sia frutto dell’inesorabile fluire della storia” E’ nella quotidiana concretezza della storia delle varie coppie, specie se disagiate, che siamo chiamati a vivere il nostro mandato. Pensiamo quindi di andare a maturare , in comunione col nostro parroco don Pietro, un progressivo coordinamento di pastorale familiare nella realtà vicariale, con una speciale attenzione agli “ultimi”. Possibili obiettivi della programmazione: Armonizzare sensibilità e competenze diverse per

• Raccogliere proposte di attività per una "festa" della famiglia • Programmare l’animazione di un mese all’anno dedicato alla famiglia in

parrocchia • Dare continuità e attenzione alla missione familiare verso la comunità • Dare corpo a iniziative concrete di aiuto per le famiglie : doposcuola per i figli

dei genitori che lavorano fuori paese; monitoraggio delle eventuali situazioni di bisogno (per problemi di varia natura ,non escluse le esigenze di carattere meramente economico);

Soggetti coinvolti

• Don Pietro (parroco) • Gruppo Famiglia • Gruppo catechisti • Gruppo caritativo • Assistenti sociali del comune

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• Consultorio diocesano di v. Formigina a Modena

Materiale

• Cartelloni bianchi tipo bristol • Pennarelli a colori • Notes per appunti

Tempi

• Tre incontri (per iniziare un discorso di prima sensibilizzazione al problema)

Attività: Primo incontro

• Condividere il linguaggio: missione alle famiglie vuol dire… • Esplicitare le competenze specifiche e il ruolo dei diversi soggetti

coinvolti:il nostro ruolo come coppia di sposi nella comunità è ; siamo qui per, possiamo dare…

• Definire gli obiettivi da raggiungere con la festa della famiglia e con il mese a lei dedicato: avvicinare al vangelo le giovani coppie, sensibilizzare la comunità rispetto alle tematiche familiari, specie quelle di soccorso alle coppie in difficoltà…

• Creare una "Commissione vicariale " che sia preposta ad occuparsi di lenire i "disagi familiari" , prima che sia troppo tardi…

Secondo incontro

• Raccogliere e selezionare proposte di attività a partire dagli obiettivi definiti nel primo incontro

• Individuare i destinatari delle varie attività: le giovani coppie,la comunità in genere…

• Individuare altri soggetti da coinvolgere nella realizzazione delle attività: gruppo giovani, gruppo Avap-Avis-Avo-Cvs e altri gruppi di volontariato in genere, assessorato alla cultura del comune ,assistenti sociali, esperti del Consultorio diocesano ,se necessario ,etc…

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Terzo incontro

• Confrontare il lavoro svolto con glia altri soggetti coinvolti • Distribuire alle coppie coinvolte compiti e responsabilità • Stabilire le date per gli incontri di monitoraggio e verifica degli obiettivi

intrapresi • Fare una agenda dei progressi compiuti

Registrare gli elementi più significativi per descrivere l’evoluzione dei gruppi coinvolti e della comunità:

• Prima degli incontri • Dopo gli incontri • Dopo la festa dedicata alla famiglia • Dopo il mese a tema • In seguito ai primi interventi "concreti" attuati in favore delle famiglie in stato

di bisogno Affidare un incarico … Si tratta di una missione ( dal latino "mittere": mandare), un compito che come coppia si cerca di portare a termine per conto di qualcun altro, un incarico, un peso caricato su qualcuno , ma non su chiunque… La missione si affida e la parola latina "fidus"significa fedele, sicuro… durevole. E' auspicabile che cresca nel tempo il numero delle persone ,specie coppie, disposte a sacrificare parte del proprio tempo per essere di aiuto alla pastorale della famiglia. Quindi…. l'annuncio e la testimonianza La missione è un annuncio del vangelo della famiglia, un portare notizie, un essere messaggeri impegnati a fare conoscere la salvezza che viene da Cristo. Il verbo latino "testari" (testimoniare), significa tra le varie possibili interpretazioni "dimostrare -essere proclamato": è testimone quindi, quella coppia di sposi cristiani che proclama una verità e ne diviene dimostrazione coi propri comportamenti. Non è un caso che la missione si assuma, dal latino "adsumere" (che non significa solo prendere, ma prendersi, ossia prendere con sé e su di sé come coppia qualcosa) e questo fatto si verifica ed è possibile solo con ciò che si sperimenta…

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La missione : una urgenza che trascina… La missione è una urgenza: don Giuseppe Verucchi, attuale vescovo di Ravenna e presidente della Commissione regionale per la famiglia, la definiva in dialetto emiliano “ la sbrusia per l’avvento del Regno di Dio”. La coppia di sposi che ha incontrato Cristo sente quindi urgente il bisogno di coinvolgere altri, non può farne a meno. Senza pretendere di convincere, il testimone illumina e …si cancella!: la sua esperienza introduce: non conclude, propone: non si sostituisce a quella altrui Una missione così grande è senza fine, senza limiti spaziali o temporali, si compie in staffetta…passando il testimone da un “atleta” all’altro… Mentalmente io e MariaLuisa pensiamo già ad altre coppie giovani (come ad esempio Giuseppe e Mascia) , che attualmente stanno frequentando il nuovo biennio della scuola regionale di pastorale familiare e cercano di crescere , perché hanno compreso che formarsi è amare… Una volta formati potranno aumentare le forze in campo ,sempre più necessarie : per le cose grandi come la santità l’arrivo è sempre e solo in cordata…

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2. CELEBRARE L’EUCARESTIA CON LA VITA, NELLA GIUSTI ZIA E NELLA CARITA’… Il Papa scrive nella sua lettera apostolica “Dies Domini” al nr 45: “Ricevendo il Pane di vita, i discepoli di Cristo si dispongono ad affrontare, con la forza del Risorto e del suo Spirito, i compiti che li attendono nella loro vita ordinaria…. Come i primi testimoni della Resurrezione, i cristiani convocati ogni domenica per vivere e confessare la presenza del Risorto sono chiamati a farsi nella loro vita evangelizzatori e testimoni… Dopo lo scioglimento dell’assemblea, il discepolo di Cristo torna nel suo ambiente abituale con l’impegno di fare di tutta la sua vita un dono, un sacrificio spirituale gradito a Dio ( Rm. 12,1).” Ecco che alla luce di queste indicazioni i fatti concreti della vita ci interpellano e bussano alla porta del nostro cuore. Un esempio verosimile ci può illuminare al riguardo. Se capitasse il caso di una madre di famiglia che decidesse di abbandonare il marito alcolista , violento e senza lavoro ,uscendo di casa insieme ai figli e arrivasse da noi in parroccchia chiedendo aiuto, come ci comporteremmo? Se un fatto simile capitasse a Serramazzoni oggi ,che tipo di comunità cristiana verrebbe a trovare ? Abbiamo una panoramica di vari casi possibili: Caso 1 Una comunità in cui solo il parroco considera questa emergenza e preso da altri impegni caritativi e dalle varie prassi pastorali, reperisca semplicemente, assieme al referente del gruppo famiglie un aiuto economico e nulla più. Caso 2 Una comunità in cui tutti ( parroco e gruppo famiglie) da sempre sono abituati ad assumere ogni bisogno, da chiunque venga espresso,ma restano disposti e organizzati solo per un intervento di tipo meramente "economico". Caso 3 Una comunità in cui parroco e gruppo famiglie siano solidali e accoglienti , con operatori di un centro di ascolto attivi , nonché collegati attivamente anche con i servizi pubblici

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Caso 4 Un parroco che coinvolgendo il centro di ascolto e il gruppo famiglie ne fa partecipe eventualmente anche il punto di accoglienza temporanea per questa madre in difficoltà. Nel frattempo il gruppo famiglie, accogliente e solidale ,è stato in precedenza sensibilizzato a riscoprire la dimensione della solidarietà e dell’accoglienza ,anche se a livello solo temporaneo. Vengono coinvolti l’assessorato ai servizi sociali del comune , nonchè i volontari di qualche altra associazione ( ad esempio il CAV: centro di aiuto alla vita), cominciando a fare entrare in campo anche il marito alcoolista e violento; inoltre si parla con catechisti e animatori del tempo libero, in modo che questi ultimi prendano in considerazione il disagio scolastico, amicale e relazionale dei figli e attutiscano le ripercussioni sulla loro serena crescita psicologica, sociale, scolastica e amicale… Caso 5 Si trova una comunità parrocchiale capace di leggere costantemente i bisogni che sorgono sul suo territorio informando, lavorando in rete, sollecitando i servizi pubblici e quelli più strettamente caritativi. Questo al fine di: sensibilizzare e coinvolgere singoli e famiglie della comunità cristiana per formarli a una cultura della carità fattiva; per denunciare le disattenzioni e le inadempienze nei riguardi dei più poveri. Si tratta quindi di un gruppo famiglie che ha in se stesso il programma di accerchiare l’intera chiesa locale con informazioni costanti, momenti di sensibilizzazione e di formazione, azioni comunque tutte tese a aiutare ogni cristiano a crescere in capacità di ascolto, osservazione, discernimento e assunzione di piccoli impegni, dentro il proprio vissuto e legati al proprio quotidiano:ossia le opere di misericordia corporali e spirituali come il modo più semplice e ordinario di vivere nel proprio piccolo la carità da parte di ogni cristiano e di ogni uomo o donna di buona volontà. Ogni parrocchia infatti è presenza di chiesa in un dato territorio: specie il gruppo famiglie che vive e incarna il dono di grazia dell’Eucarestia nel concreto delle azioni di bene per gli altri; accoglie il bisogno di socialità della gente e attenua il senso di solitudine; fa i conti con le spinte consumistiche e i messaggi deresponsabilizzanti dei media e prova a far si che “tutti si sia responsabili di tutti”… Occorre essere in confronto con le sfide del presente, come accoglienza delle persone concrete con la loro storia, le domande, i drammi e la ricerca delle ragioni per vivere.

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Si contribuisce così al rinnovamento della comunità avendo cura della comunione tra le persone, dell’attenzione alle relazioni, alla prossimità e alla crescita dei legami solidali, affinchè nessuno sia escluso e perché nessuno si escluda dal comando evangelico di Gesù “ amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amati”… Sentiamo cosa dice il Papa ,circa l’attività del volontariato : “il Volontariato rende la società più attenta alla dignità dell’uomo e alle sue molteplici aspettative. Attraverso l’attività che svolge, il volontario giunge a sperimentare che,solo se ama e si dona agli altri,la creatura umana realizza pienamente se stessa". (…)"voi rappresentate per bambini e anziani,gente in difficoltà,un raggio di speranza che squarcia le tenebre della solitudine e incoraggia a vincere la tentazione della violenza e dell’egoismo". (…)"facendomi voce dei poveri di tutto il mondo, voglio dirvi grazie per il vostro incessante impegno. Proseguite con coraggio e le difficoltà non vi fermino mai. Cristo, buon samaritano ,sia il vostro eccelso modello cui fare riferimento…” ( Giovanni Paolo II , discorso del 05/12/01) Su tutti questi temi occorre rispondere personalmente e come coppia ad alcune domande, che la coscienza personale pone ad ognuno:

• Abbiamo messo a frutto i doni di grazia del nostro Battesimo e della nostra Cresima?

• Come rispondiamo alla nostra vocazione di sposi cristiani? • Abbiamo fatto fruttificare in noi i Doni dello Spirito Santo ? • Nelle nostre scelte di coppia e di famiglia siamo fedeli al vangelo e al

magistero morale e sociale della chiesa? • Quale è il nostro contributo alla costruzione di forme di vita più degne

dell’uomo e dell’inculturazione del vangelo in mezzo ai grandi cambiamenti in atto ?

Il mondo si sa, mette tutta la sua cura per gli intelligenti, i forti, i ricchi: ma la comunità cristiana no;per lei l’attenzione ai deboli è questione di vita o di morte: qui essa gioca la sua stessa fede, la verità della sua vocazione, l’autenticità del vangelo che predica e nel quale dice di credere. Occorrono operatori di pastorale familiare rinnovati in comunità “nuove”, che siano i segni credibili dell’amore di Dio per gli uomini; che siano cellule piccole ma autentiche della civiltà dell’amore, l’unica speranza vera per il futuro. Mensa della Parola di Dio, Mensa dell’Eucarestia, Mensa dei Poveri: è divenuta una scelta irrevocabile di tutti noi come appartenenti alla chiesa di Cristo…

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In conclusione è cosa buona valorizzare la celebrazione dell’Eucarestia nel Giorno del Signore, come fonte della chiesa e del suo impegno missionario: è l’Eucarestia che fa la chiesa e la fa missionaria… “Non c’ è Eucarestia senza Missione”; e ancora : “Occorre andare alla Mensa del Cristo Risorto per testimoniarlo nel Mondo”: ce lo ha ricordato di persona il vescovo nel suo incontro col nostro vicariato di Serramazzoni del 22 ottobre scorso e anche in forma scritta con il programma pastorale diocesano per l’anno 2002-2003. Quindi l'impegno è quello di mettersi in ascolto della gente, privilegiando l’attenzione agli ultimi (poveri, ammalati, anziani),ossia condividere la vita dei fratelli, testimoniare e annunciare il vangelo al mondo.

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3. CONDIZIONE DEL FIDANZAMENTO In questo ambito è particolarmente urgente iniziare a livello vicariale e zonale temi di spiritualità familiare sulla falsa riga di quanto viene fatto in diocesi con “Per Mano nel deserto”. Oltre ai Corsi di preparazione prossima al Matrimonio occorre predisporre dei veri e propri “Itinerari di fede per i fidanzati” , in modo che essi costituiscano una preparazione “remota” alla famiglia e al matrimonio. Solo così potremo educare veramente le giovani coppie e prevenire le deviazioni e i problemi ( pensiamo al grave fenomeno oggi sempre più in uso delle convivenze) Un altro aspetto dei fidanzati di oggi che occorre approfondire per poter tentare di correggere, è quello della così detta coppia “leggera” : si sta bene insieme, ci si sostiene e ci si consola, però per mettere su famiglia si aspetta anche oltre i 30 –35 anni… Insomma: ti amo , ma non ti sposo, ossia gli eterni fidanzati. Occorre predisporre una "teologia del fidanzamento", di modo che quest'ultimo venga inteso non semplicemente come tempo che passa senza far nulla, ma come "tempo di grazia", nel quale Dio è presente e in cui uomo e donna crescono all’interno di un preciso " cammino-itinerario " di fede. Il fidanzamento visto così è un grande dono per la comunità dei credenti perché è immagine riflessa dell’amore che Dio ha per il suo popolo. Anche la comunità a sua volta dovrebbe essere dono per i fidanzati,inventando di continuo nuovi modi di accompagnamento e di accostamento ad essi. E’ necessario formare per questo scopo animatori e sacerdoti ed inoltre coinvolgere le famiglie.

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4. GRUPPI FAMIGLIA Si possono predisporre degli itinerari per Gruppi famiglia, in particolare anche utilizzando le apposite schede diocesane sulla bioetica ( aborto, fecondazione artificiale, eutanasia), che riportano e approfondiscono su temi legati ai problemi attuali. E’ cosa ottima poi puntare sulla LECTIO DIVINA fatta nei gruppi famiglia, ad esempio in preparazione alla liturgia della domenica. La Parola di Dio infatti è seme di vita e di fede incorruttibile per le famiglie della comunità cristiana ed ha come effetti quello della compunzione e della liberazione dal giogo del peccato . Pio XII ricorda con s. Girolamo che: “ Ignorare le scritture è ignorare Cristo stesso…e se c’è cosa che in questa vita sostenga l’uomo saggio e fra le sciagure e gli sconvolgimenti del mondo lo induca a rimanere di animo sereno, io penso che sia in primo luogo la meditazione e la scienza delle scritture” (PIO XII : Divino Afflante Spiritu)

Il monaco Dossetti ci descrive al riguardo come debba attuarsi la lectio divina;

“(…) si tratta di una lettura della scrittura credente e orante, memore e amante, e non una lettura scientifica, (…) Essa parte con molta chiarezza da due premesse:

• Occorre immergere il brano non solo nell’insieme del libro che si sta leggendo, ma anche nel tutto unitario della Bibbia: cioè occorre poter risalire all’intero arco della storia della salvezza:e perciò la Bibbia occorre veramente averla letta tutta e rileggerla e capirla sempre più nel suo insieme e portarla tutta nel cuore in modo che il contatto della singola pericope o della singola frase si cariche del potenziale enorme del tutto e possa – almeno ogni tanto- scattare la scintilla balenante, e tutto l’orizzonte interiore si illumini;

• Occorre inoltre che questa globalità e unità della Scrittura appaia sempre più quello che

è , cioè un’unità vivente, anzi Il Vivente stesso, Cristo crocifisso e glorioso: che in ogni versetto della scrittura tocchiamo e ascoltiamo, o meglio ci tocca, ci monda ( come ha fatto con il lebbroso), ci trasforma e progressivamente ci assimila a Sé e ci conduce al Padre: così tutta la Scrittura diventa grande sacramento di Cristo”

(don Giuseppe Dossetti: L’esperienza religiosa: testimonianza di un monaco,pg. 124 e sg.)

Come ben si comprende i gruppi famiglia così concepiti sono vere e proprie "palestre" ove le coppie si ritrovano insieme e si formano. A nostro modesto parere poi è "logisticamente" meglio prediligere gruppi medio piccoli con non troppe coppie ( max. 8 – 10 ), ma

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molto coinvolte, piuttosto che gruppi con molte coppie, di cui alcune di esse devianti.

5. SPIRITUALITA’ DELLA COPPIA E DELLA FAMIGLIA Sentiamo innanzitutto la parola del papa Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione dei coniugi Beltrame Quattrocchi: “…il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello,è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della chiesa e della società” (…)”siano sempre più numerose le coppie di sposi in grado di far trasparire, nella santità della loro vita, il mistero grande dell’amore coniugale, che tare origine dalla creazione e si compie nell’unione di Cristo con la Chiesa” (…)”come ogni cammino di santificazione anche il vostro, cari sposi, non è facile. Ogni giorno voi affrontate difficoltà e prove per essere fedeli alla vostra vocazione, per coltivare l’armonia coniugale e familiare, per assolvere alla missione di genitori e per partecipare alla vita sociale. Sappiate cercare nella parola di Dio la risposta ai tanti interrogativi che la vita di ogni giorno vi pone”(…)”carissimi sposi non lasciatevi mai vincere dallo sconforto: la grazia del sacramento vi sostiene e vi aiuta ad innalzare continuamente le braccia al cielo come Mosè (…) la chiesa vi è vicina e vi aiuta con la sua preghiera “ (…)”vi ringrazio ,care famiglie, per il sostegno che date anche a me nel mio servizio alla chiesa e all’umanità. Ogni giorno io prego il Signore perché aiuti tante famiglie ferite dalla miseria e dall’ingiustizia e faccia crescere la civiltà dell’amore “(…)”carissimi la chiesa confida in voi per affrontare le sfide che l’attendono in questo nuovo millennio. Tra le vie della sua missione “la famiglia è la prima e la più importante ( cfr. Lettera alle famiglie nr. 2); su di essa la chiesa conta, chiamandola ad essere “ un vero soggetto di evangelizzazione e di apostolato”( ivi nr. 16)” (…)”vi incoraggio ,cari coniugi, ad assumere pienamente il vostro ruolo e le vostre responsabilità.Rinnovate in voi stessi lo slancio missionario,facendo delle vostre case luoghi privilegiati per l’annuncio e l’accoglienza del Vangelo” (GIOVANNI PAOLO ,21ottobre 2001, Roma)

Come coppia di operatori di pastorale familiare siamo chiamati pertanto a far crescere la fede nel “Vangelo della famiglia” affinchè quest’ultima divenga ciò che essa è: una “chiesa domestica”. Questo presuppone un coinvolgimento profondo della propria storia personale con quella di Gesù. Fino a che la nostra esperienza di vita non è rivista alla luce dell’esperienza di Gesù non riusciremo mai a comunicare qualcosa di significativo ad altri… Il divenire per primi dei discepoli di Cristo ,cercando di accrescere la propria vita spirituale è il fondamento su cui si basa la MISSIONE.

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E’ una spiritualità che sa testimoniare la fede,sa lasciarsi educare,sa intraprendere un cammino di conversione permanente. E’ una spiritualità attenta alle esigenze degli altri, stando ben attenti alle singole persone, avendo una speciale predilezione per i più poveri o emarginati. E’ una spiritualità di chiesa: sappiamo di essere chiamati da Dio a operare nella comunità cristiana, collaborando con altri fratelli e sorelle. E’ una spiritualità continuamente nutrita con l’incontro personale e di coppia con il Signore. Questo significa scegliere il direttore spirituale di coppia col quale confrontarsi periodicamente;vivere momenti di preghiera insieme (s.Rosario, Lectio divina delle Scritture,),partecipare alla s. Messa più spesso che sia possibile perché “è e rimane essenziale la comunità di coloro che con regolarità si riuniscono per fare memoria del Signore e celebrare l’alleanza del Suo corpo e del Suo sangue” (cfr :Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia Nr. 48), celebrare entrambi il sacramento della Penitenza a scadenza periodica. E’ una spiritualità guidata dallo Spirito Santo , che sa attendere con pazienza i frutti del proprio apostolato, sapendo che i tempi di Dio non sono uguali ai nostri… L’operatore di Pastorale familiare infine vive nel mondo gli impegni di lavoro professionale o casalingo con serietà, sempre attento a offrire buona testimonianza ovunque si trovi . In conclusione essere seguaci e discepoli di Gesù rappresenta la condizione essenziale per il buon esito della nostra “missione” verso le altre coppie Non è ansia di cambiare gli altri, bensì ansia apostolica di cambiare se stessi convertendosi, fintanto da essere e risultare credibili testimoni. A volte il mondo non ci accoglie perché non siamo sufficientemente “ sale e luce “ (Mt.5,13-14) Non siamo chiamati a giudicare gli altri , o a definire come mai non è accolto il nostro annuncio, ma innanzitutto siamo chiamati innanzitutto a giudicare noi stessi. Forse non ci accolgono perché agli occhi di alcuni non siamo dei testimoni abbastanza credibili?

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Un proverbio dice che: “Peggiore di una persona malvagia, è una persona che si crede arrivata” : è fondamentale sentire il pressante impulso a migliorarci , a migliorare la nostra comunione con Dio. Il cammino che facciamo per comunicare con gli altri è sicuramente meno faticoso se noi per primi siamo in comunione con Dio… Se siamo una coppia innamorata di Dio,se preghiamo con amore insieme , certo faremo venir voglia agli altri di incontrarLo ! La nostra azione pastorale dovrebbe pertanto mettere l’atra persona in grado di rispondere liberamente e personalmente al dono di Dio al fine di iniziarlo alla pienezza della vita cristiana. E’ pur sempre vero che le parole attirano, ma gli esempi trascinano…

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6.PREMURA PASTORALE PER LE SITUAZIONI “IRREGOLARI E DIFFICILI” Ha detto di recente il papa: “Il valore del matrimonio non può essere ritenuto l’oggetto di una mera scelta privata: esso riguarda uno dei capisaldi dell’intera società. L’assenza dell’indissolubilità matrimoniale, ha conseguenze devastanti che si propagano nel campo sociale come un piaga e influiscono negativamente sulle nuove generazioni, dinanzi alle quali viene offuscata la bellezza del vero matrimonio. Occorre battersi contro “ ogni rischio di permissivismo in questioni di fondo riguardanti l’essenza del matrimonio e della famiglia” Tra le iniziative non possono mancare quelle rivolte al “ riconoscimento pubblico del matrimonio indissolubile negli ordinamenti giuridici civili” All’opposizione decisa a tutte le misure legali e amministrative che introducano il divorzio o che equiparino al matrimonio le unioni di fatto, persino quelle omosessuali, si deve accompagnare un atteggiamento propositivo, mediante provvedimenti giuridici tendenti a migliorare il riconoscimento sociale del vero matrimonio nell’ambito degli ordinamenti che purtroppo ammettono il divorzio… (…) Gli operatori del diritto in campo civile devono evitare di essere personalmente coinvolti in quanto possa implicare una cooperazione al divorzio” (Giovani Paolo II ai Giudici Vaticani della Rota Romana)

La dott.sa Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, afferma decisa: “il nostro impegno come Forum è con le famiglie:devono convincersi per prime che la famiglia è “necessitata” dalla società: dove essa non c’è più anche la struttura sociale è distrutta….alcool, minori abbandonati etc…; il rischio oggi in Italia è la sudditanza : le tematiche familiari sono un patrimonio culturale messo sotto al moggio dagli stessi cristiani, quando invece rappresentano un bene per la collettività intera…”

Occorre una presa di posizione forte , evitando che i cattolici a volte divisi tra loro, rischino di divenire irrilevanti, essendo coscienti che la famiglia è fondamento della società e alimento della chiesa. Divorziati, separati, conviventi….quale cura pastorale per tutti costoro, fino a poco tempo fa considerati dai più pecore perse dell’ovile ,per cui si poteva al massimo recitare qualche preghiera?

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E’ una missione vera e propria: non si tratta di strutture o risorse, ma questione di stile, lo stile di Gesù, che tutti noi dobbiamo imitare… Se davvero vogliamo essere missionari verso questi “lontani” e annunciare loro Cristo , abbiamo bisogno di imitare la sua vita e il suo modo di annunciare; non si tratta quindi di esporre delle teorie, ma della capacità di adeguare la propria persona e il proprio messaggio alla persona e la messaggio di colui che lo manda. Tutto questo si traduce con una parola : santità di vita. Occorre che chi andiamo a incontrare possa leggere nei nostri volti quello di Cristo… Ma se c’è dissonanza tra ciò che annunciamo e la vita concreta, che credibilità avremo ? Se coloro che avviciniamo potranno toccare con mano quanto il matrimonio sia fatto anche di difficoltà, apparentemente insormontabili, ma che grazie alla fede, possono trasformarsi in ricchezza per la singola coppia e per la comunità intera, avremo fatto molto di quanto dovevamo fare… In conclusione il programma è divenire giorno per giorno assetati della perfezione e della santità del nostro Maestro. Un errore da evitare sempre è quello del giudizio; basta osservare come si comportò Gesù coi discepoli di Emmaus…. Prima si accosta a loro; li fa sfogare e li ascolta; fa un cammino, un lungo pezzo di strada con loro, senza fretta…. e solo dopo , in un secondo momento può con efficacia convincerli e fare cambiare loro opinione… Bisogna essere coscienti di avere di fronte delle persone adulte che il più delle volte hanno sofferto molto. Occorre far loro vedere il volto buono di una chiesa che , nonostante l’errore che hanno commesso li continua ad amare e senza stancarsi li aspetta con la pazienza e l’amore che è propria del Padre del figlio prodigo…” lo vide di lontano…gli corse incontro…lo baciò”. Diceva con saggezza papa Giovanni XXIII : “ dobbiamo tenere più conto delle cose che ci uniscono, piuttosto che di quelle che ci dividono”

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Quindi, pur rimanendo fermi nei principi morali di fondo ( indissolubilità del matrimonio, illiceità dei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio etc…), lo stile deve essere quello dell’accoglienza e del dialogo, ben sapendo che se la chiesa esprime un giudizio lo fa solo sui comportamenti sbagliati, ma mai sulle persone . Anche in tutte queste situazioni che sono fonti di sofferenza bisogna ricordarsi che queste persone , anche se non hanno la possibilità di comunicarsi al Corpo e Sangue del Signore, possono continuare a pregare e a frequentare le celebrazioni liturgiche, ben consci che lo Spirito “soffia dove vuole” e si comunica agli uomini anche per vie non strettamente “sacramentali”. Essi poi devono senz’altro compiere gesti concreti di carità fraterna al fine di aumentare sempre più attorno a loro la promozione umana e la giustizia. Rimane quindi necessario come operatori pastorali saper essere prima amici di queste persone per poi farle a loro volta amiche di Cristo Importantissimi ,a questo punto, sono i percorsi di riscoperta della fede e la direzione spirituale, affinchè nel tempo, quando il Signore riterrà giunto il momento opportuno, possa maturare in loro un atteggiamento di conversione e di pentimento. E’ un dono grande ,un evento di grazia cui non sempre a noi operatori è concesso di assistere, ma non dobbiamo mai arrenderci o scoraggiarci poiché “nulla è impossibile a Dio!”. Ricordiamo in ogni caso che , per il nostro pastore diocesano mons. Benito Cocchi , le situazioni matrimoniali difficili o irregolari saranno una delle priorità pastorali per gli anni a venire.

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7. COMUNICARE CON GLI ALTRI OPERATORI PASTORALI Oggi più che mai risulta decisiva la comunicazione e lo scambio delle idee tra i vari operatori pastorali . A tal fine sono ottimi aiuti i siti internet sui temi familiari www. familia.mo.it e www.pastfamiglia.emr.it , ma anche gli incontri e i seminari di approfondimento organizzati in diocesi e nei vicariati di appartenenza ,oltre alla stampa cattolica, specie Avvenire e il suo mensile “ Noi Genitori & Figli”. Io e MariaLuisa a questo proposito abbiamo pensato fin dall’anno scorso di abbonare tutte le coppie del gruppo sposi a questa bella pubblicazione. E’ auspicabile poi che in ogni vicariato i singoli Animatori assieme ai loro sacerdoti maturino un progressivo coordinamento di pastorale familiare Tra le “Strutture” per la pastorale familiare potrebbe quindi sorgere , come già precedentemente accennato in questa relazione ,una vera e propria “Commissione Vicariale per la famiglia”….

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8 UNA DECISIONE PRATICA PER LA NOSTRA COPPIA Ecco in estrema sintesi ,con l’aiuto di Dio , cosa si potrebbe fare: Essere nel nostro vicariato di Serramazzoni

• testimoni di Cristo nei vari ambienti dove ci troviamo a vivere (famiglia, casa,ambienti di lavoro, di scuola,del tempo libero);

• disponibili ,se necessario,nei centri di ascolto della Parola di Dio,da farsi almeno nei tempi forti di Avvento e Quaresima, nelle famiglie;

• animatori di corsi di preparazione “ immediata “ e “ remota ” al matrimonio

• animatori degli incontri con i genitori che chiedono il Battesimo o i sacramenti dell’iniziazione cristiana dei figli

• disponibili a collaborare con il parroco per il cammino di “catecumenato” agli adulti…(preparazione al Battesimo e alla Cresima)

Si tratta in ogni caso di essere una coppia disponibile a far da punto di riferimento e ad ascoltare "empaticamente" gli altri ,per tutto ciò che concerne i problemi familiari. Tutto questo tenendo conto di essere solo dei poveri e umili strumenti nella mani di Dio, comunque dei " servi inutili " i quali fanno solo " ciò che debbono "…

D.O.M. Serramazzoni, lì 11 ottobre 2002 :quarantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II

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9 PREGHIERA DEGLI SPOSI

SOLO PER OGGI…E’ LA SAPIENZA DEI SANTI

“Solo per oggi cercheremo di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della nostra vita tutto in una volta. Solo per oggi avremo la massima cura del nostro aspetto:vestiremo con sobrietà, non alzeremo la voce;saremo cortesi nei modi;non criticheremo nessuno; non pretenderemo di migliorare o disciplinare nessuno tranne che noi stessi. Solo per oggi saremo felici nella certezza che siamo stati creati per essere felici non solo nell’ altro mondo, ma anche in questo. Solo per oggi, ci adatteremo alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai nostri desideri. Solo per oggi dedicheremo dieci minuti del nostro tempo a qualche buona lettura, ricordando che, come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima. Solo per oggi compiremo una buona azione e non lo diremo a nessuno. Solo per oggi, faremo almeno una cosa che non desideriamo fare, e se ci sentiremo offesi nei nostri sentimenti, faremo in modo che nessuno se ne accorga. Solo per oggi, ci faremo un programma, forse non lo seguiremo a puntino, ma lo faremo. E ci guarderemo da due malanni: la fretta e l’indecisione Solo per oggi, crederemo fermamente, nonostante le apparenze, che la buona Provvidenza di Dio si occupa di noi due, come se nessun altro esistesse al mondo. Solo per oggi non avremo timori. In modo particolare non avremo paura di godere di ciò che è bello e di credere nella bontà. Possiamo ben fare , per dodici ore, ciò che ci sgomenterebbe , se pensassimo di doverlo fare per tutta la vita! “A ciascun giorno basta la sua pena!” ( Mt. 6, 34) ( Giovanni XXIII° , santo e papa )