Sistemi per la navigazione AIS - solovela.net · Automatic Identification System è un sistema che...

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AIS una questione di sicurezza di Roberto Minoia Automatic Identification System è un sistema che permette di tenere sotto controllo quanto ci accade intorno evitando collisioni e aumentando il livello di sicurezza della navigazione. Vediamo cos’è e come funziona Articolo pubblicato sul numero 18 di SVN - maggio 2015 © riproduzione riservata www.solovela.net Sistemi per la navigazione

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AISuna questione di sicurezza

di Roberto Minoia

Automatic Identification System è un sistema che permette di tenere sotto controllo quanto ci accade intorno evitando collisioni e aumentando il livello di sicurezza della navigazione. Vediamo cos’è e come funziona

Articolo pubblicato sul numero 18 di SVN - maggio 2015 © riproduzione riservata

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Sistemi per la navigazione

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L’Automatic Identification System o AIS è una delle più importanti novità in fatto di si-curezza in mare degli ultimi anni. Il sistema prevede un trasmettitore e un ricevitore. Il primo invia un messaggio su banda V.H.F.

che viene ricevuto da tutte le unità che hanno a bor-do uno strumento di ricezione, il messaggio identifi-ca l’imbarcazione o la nave che ha inviato il segnale con i seguenti dati:• posizione dell’imbarcazione • velocità • rotta • destinazione • stato (se in navigazione o all’ormeggio)• numero identificativo MMSI • call sign • nome dell’imbarcazione Ovvero, tutto ciò che è necessario a identificare l’u-nità che ha lanciato il segnale. Se per altri sistemi che hanno la stessa funzione servono apparecchia-ture complesse, per l’AIS gli strumenti sono semplici ed economici, cosa che ha permesso la veloce diffu-sione del sistema.Buona parte dei V.H.F. oggi presenti sul mercato han-no la funzione AIS e la capacità di mostrare le unità in navigazione dalle quali lo strumento riceve il se-gnale sullo schermo di cui è dotato.

A cosa serve l’AISConoscere la velocità e la rotta di un’unità in naviga-zione permette di determinare se questa si trova o no

In alto un apparato Icom V.H.F. con rice-trasmittente AIS incorporato. Al centro l’Ais Engine 3 acquistato dall’autore dell’articolo, appena sotto un secondo Splitter per l’antenna del V.H.F.. Sopra un altro impianto ICOM con AIS incorporato

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su di una rotta di collisione. Molti apparecchi sono dotati di un allarme collisione per avvertire l’operato-re del pericolo dopo aver calcolato automaticamente l’incrocio con le rotte di tutte le unità rilevate dal si-stema. Numero identificativo MMSI, nome dell’unità e sua posizione, sono, invece, fondamentali per dirigere i soccorsi verso l’unità che ha chiesto aiuto.

Lo strumentoL’apparecchio AIS, può essere un V.H.F., ma può an-che essere un trasmettitore-ricevitore indipendente, come può essere, nel caso degli apparecchi più eco-nomici, solo ricevitore. Per funzionare, quando non si tratta di un V.H.F., l’apparecchio AIS ha bisogno di essere connesso a un’antenna V.H.F. che può benis-simo essere la stessa del V.H.F. di bordo. E’ sufficien-te far passare l’antenna in uno splitter (strumento che permette di attaccare più apparecchi alla stessa an-tenna) e poi connetterci sia il V.H.F., sia l’AIS.Oltre allo splitter l’AIS ha bisogno di un apparecchio che possa mostrare su di uno schermo le informa-zioni ricevute. Questo può essere un PC o un Map Navigator. La trasmissione dall’AIS al PC o Map Na-vigator può avvenire tramite protocollo NMEA se gli apparecchi coinvolti funzionano con il NMEA.In questo caso, bisogna ricordare che la trasmis-sione dati per l’AIS avviene a una velocità diversa da quella di altri apparecchi: i dati AIS viaggiano a 38.400 bps (Bit per secondo), contro una velocità di 4.800 bps di altri strumenti, cosa che comporta dei problemi nel far funzionare sulla stessa rete NMEA l’AIS e altri apparecchi.

Il sistema AIS opera nella banda marittima V.H.F. e consente lo scambio di informazioni utili sullo stato di

navigazione delle imbarcazioni. Ci sono tre tipi di siste-mi AIS: classe A, classe B e sistemi di sola ricezione. I sistemi in classe A sono obbligatori per imbarcazioni commerciali IMO/SOLAS, i sistemi in classe B sono per piccole navi commerciali e imbarcazioni da diporto non soggette alle normative IMO/SOLAS e infine i disposi-tivi in sola ricezione sono in grado di ricevere informa-zioni dalle altre imbarcazioni, ma non trasmettono le proprie.L’AIS, in base a quanto stabilito nel capitolo V del re-golamento SOLAS per la navigazione internazionale, dev’essere presente a bordo di tutte le navi commer-ciali con stazza lorda superiore a 300 tonnellate che navighino su rotte internazionali, di tutte le navi cargo di stazza lorda superiore a 500 tonnellate che navighi-no su rotte internazionali e su tutte le navi passegge-ri al di là della loro dimensione. L’obbligo è diventato operativo dal 31 dicembre del 2004.

Chi deve avere l’AIS

Lo schermo di un radar mostra un sistema nuvo-loso

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l’analisi

L’Ais permette di sapere sem-pre la collocazione delle altre

unità che sono in torno alla propria barca.Di lato una fine-stra del V.H.F. con le informa-zioni ricevute dal sistema AIS

Roberto Minoia, auto-re di questo articolo è uno dei blogger velisti più co-nosciuti. Il suo “blog della vela” parla un po’ di tutti i problemi di noi velisti ed è molto seguitoL’

auto

reI limiti dell’AISL’AIS è senza dubbio un sistema molto interessante per chi naviga per diporto, ma per far sì che non si trasformi in un pericolo bisogna conoscerne e tenere presenti i suoi limiti.Il sistema AIS funziona se la nave, o imbarcazione, ha a bordo un trasmettitore AIS e se lo ha acceso. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Molte navi, specialmente le più vecchie e malandate con equi-paggi poco professionali, o non hanno alcun sistema AIS, anche se la legge lo impone, o, se ce lo han-no, questo può essere rotto o addirittura spento. Ciò significa che l’AIS può tranquillizzarci e può aiutarci molto nell’identificare dove si trovano le altre barche o navi, ma non può e non deve sostituire l’attenzione dell’uomo che è l’unico strumento di bordo a riuscire a elaborare tutti i dati in arrivo sull’imbarcazione e grazie a questi garantirne la sicurezza. Un altro limite dell’AIS è quello di essere passivo, ovvero, si limita a identificare un segnale, in mancanza di questo è cie-co, al contrario del radar che è un apparato attivo. È il radar che invia il segnale che rimbalzando sull’ogget-to lo identifica. Questo segna una grande differenza: un radar vede un iceberg o un relitto, l’AIS no.

E’ sconsigliabile acquistare un appara-to AIS solo ricevente. Una delle funzio-ni principali che questo sistema svolge è quella di rendere visibile la barca alle grandi navi. Le barche a vela in vetrore-sina, spesso risultano invisibili ai radar, soprattutto se questi non sono recenti. Con un apparato ricetrasmittente, le navi potranno captare il segnale della barca e vederla sul loro schermo AIS, se la bar-ca ha un apparato solo ricevente, questo non potrà accadere

Che tipo di apparato

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Di lato uno splitter per antenna V.H.F.. Questo strumento ha un’entrata per l’antenna e due uscite per smistare il segnale a due diversi strumenti. QUi sotto, un antenna da V.H.F.. In basso , un cargo, l’AIS è particolarment eutile a capire dove is tro-vano le grandi navi quando si è in navigazione

Installare l’AIS

di Roberto Minoia

SolovelaNet mi ha chiesto di scrivere un articolo riportando le mie esperienze dirette e quindi, ne-

cessariamente, questo capitolo riguarderà l’installa-zione dello strumento da me acquistato, l’AIS Engine 3. L’installazione di questo è semplice e richiede non più di un’ora (più il tempo eventualmente necessario per installare un’antenna dedicata, nel caso non vo-gliate mettere uno splitter per usare quella del VHF).Elenco i passi per l’installazione e l’interfacciamento con un display multifunzione della Raymarine: (nel mio caso un E80, ma credo che il procedimento sia lo stesso anche per un C80 o altri plotter cartografici di marche diverse).• fissare lo scatolotto dell’AIS da qualche parte e collegarlo all’alimentazione 12 Volt;• dopo avere installato uno splitter (io ho acquistato il RA-201 della Glomex per una cinquantina di euro), staccare il cavo dell’antenna dal

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VHF e collegarlo allo splitter, quindi collegare uno dei cavi antenna in uscita dallo splitter all’AIS e l’altro al VHF;• collegare all’uscita dell’AIS il cavetto seriale in dotazione, quindi tagliate via il connettore all’altra estremità del cavo, prendere i due fili contrassegnati come “NMEA out”, spelarli un po’ e infine connetterli al “NMEA in” del plotter cartografico;• bisogna accertarsi di impostare sul plotter la velo-cità della porta NMEA a 38.400 bps, che è la velocità con cui l’AIS invia i dati. Se ci si dimentica di impo-stare questo parametro (di solito è programmato a 4.800 bps, che è la velocità standard del bus NMEA) i due dispositivi (AIS e plotter) non riusciranno a co-municare, pertanto il sistema non funzionerà;• nel caso dell’E80 Raymarine, inoltre, si dovrà an-dare nel menù di configurazione del sistema e bi-sognerà abilitare la visualizzazione dei dati AIS, che altrimenti non saranno mostrati.Una volta acceso il display, compariranno sulla carta nautica le iconcine delle navi che trasmettono i dati AIS e che si trovano entro la portata di trasmissione. Cliccandoci sopra si visualizzerà una finestra con tutte le informazioni che ho descritto qui sopra. Nell’elenco

dei bersagli AIS sarà possibile tenere sotto controllo quelli con le rotte più pericolose e il software provve-derà a emettere un segnale d’allarme nel caso ci sia pericolo di collisione.Se come plotter cartografico si utilizza un PC con apposito programma, allora si può fare a meno di tagliare il connettore del cavo seriale in dotazione con l’AIS, e invece lo si attaccherà alla porta seriale del PC. In questo caso, però, si dovrà anche connet-tere l’uscita NMEA dell’antenna GPS al filo singolo che esce dal cavo seriale lato AIS (vedi foto all’inizio dell’articolo). In questo modo, l’AIS si comporterà come un multiplexer NMEA: riceve i dati dall’uscita NMEA del GPS e li ritrasmette sul canale NMEA al PC insieme alle informazioni AIS. Il PC riceverà en-trambe le informazioni e le userà per plottare sulla carta la posizione della barca e quella delle altre uni-tà che sono intorno a questa.Nei casi più complessi si potrà sempre optare per l’installazione di un vero e proprio multiplexer NMEA, come accennato in precedenza. Il modello testato in questo articolo vi consentirà fra l’altro di usare, per la visualizzazione dei dati, un PC con connessione Wi-Fi.

Il sistema più semplice per avere l’AIS a bordo è acquistare un apparato integrato V.H.F.-AIS. Il loro costo si aggira intorno ai 1.000 euro

Un sistema alternativo quando a bordo si ha un V.H.F. che non si vuole sostituire e un buon map navigator è quello di ac-quistare un ricetrasmit-tente AIS di classe B e connetterlo con l’antenna V.H.F. e il map navigator. Se si vuole usare la stessa antenna del V.H.F. di bor-do, bisogna farla passare attraverso uno splitter, in modo che un’uscita vada al V.H.F. e una all’apparato AIS. Il costo della ricetra-smittente AIS va dai 180 euro ai 400 euro, quello dello splitter intorno ai 50 euro

Ci sono degli apparati AIS, come questo Garmin 300i che hanno bisogno del map navigator per mostrare i dati AIS, costo 740 euro

V.H.F. - AIS

Splitter

Ricetrasmittente AIS Map Navigator

Impianto V.H.F. - AIS senza visualizzazione dati

Diversi tipi di impianti

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l’analisi

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SVN 21Il numero di febbraio - marzo è par-ticolarmente ricco di articoli interes-santi. Tra questi, uno speciale sugli incendi a bordo dove si analizza il pro-blema incendio in modo approfondito. Un’intervista a Giuseppe Carnevali, presidente della Navionics al quale abbiamo chiesto se le carte nautiche sono affidabili, la sua risposta vi sor-prenderà. Poi ci siamo chiesti perchè due barche di grandezza simile pos-sono avere prezzi molto diversi e ab-biamo fatto un’analisi approfondita di due 40 piedi, uno economico e uno di fascia alta.

AnnuarioL’annuario di SVN raccoglie le schede di tutte le barche presenti sul merca-to italiano oltre a una serie di articoli. Le barche sono divise tra monosca-fi e multiscafi. La maggior parte delle barche hanno dei link a contenuti di approfondimento. Quest’anno, inol-tre, all’interno della pubblicazione si trova anche la classifica delle barche più cliccate del 2014 per capire a quali barche gli italiani si interessano di più

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12 articoli per Manfred MarktelDa dirigente di azienda si è trasformato in navigatore solitario. Ha navigato l’Atlantico in lungo e largo facendoci sognare con i suoi articoli su Solovela. Una collana ne ricorda la sua capacità di fare, da uomo normale, cose ec-cezionali.“ 12 articoli per Manfred” è un appuntamento da non perdere. I migliori arti-coli di Manfred Marktel raccolti in una collana che gli rende omaggio.

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