SistemaFinanziario Poli unicatt
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Economia delle aziende di credito (Gruppo Co-La)
A.A. 2010/11
Prof. Federica Poli
Dip. Scienze dell’economia e della gestione aziendale (SEGESTA)
Via Necchi, 7
Stanza 204
Bibliografia
Banfi A., Biasin M., Oriani M., Raggetti G.M., Economia degli intermediari finanziari, ISEDI, seconda metà marzo 2011 (corso istituzionale)
Borroni M., Oriani M., Le operazioni bancarie, Il Mulino, Bologna, 2008 (esercitazioni)
Materiale reso disponibile dai docenti
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I contenuti del corso Struttura ed evoluzione del sistema finanziario
Fondamenti del sistema finanziario e delle funzioni svolte. Lineamenti teorici dell’intermediazione finanziaria. Le tipologie di intermediari finanziari. Le cause e gli effetti dell’innovazione finanziaria. Il ruolo delle autorità monetarie e la funzione di vigilanza. Le tipologie di intermediazione bancaria ed i prevalenti modelli organizzativi.
Funzioni della banca La funzione monetaria: la moneta bancaria ed i sistemi di regolamento dei pagamenti. La funzione creditizia: credito e sviluppo economico, efficienza allocativa e valutazione del
rischio di default. La funzione di trasmissione degli impulsi di politica economica: le operazioni di politica
monetaria. Operatività e bilancio delle banche
La raccolta al dettaglio e all’ingrosso, i prestiti bancari, i servizi e gli strumenti di pagamento. Il bilancio bancario, i principali indicatori di performance della banca.
Le gestioni della banca ed il risk management La gestione della liquidità e della tesoreria; la gestione del portafoglio prestiti, la gestione del
portafoglio di strumenti finanziari. L’asset e liability management. La gestione del capitale proprio della banca.
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Organizzazione del corso
lezioni & esercitazioni – aula SA Panighi
lunedì 17.30 (2 ore) mercoledì 16.30 (3 ore) venerdì 12.30 (2 ore)
prova intermedia: 15 aprile (ore 13.30 – 18) argomento: operazioni bancarie durata: 1,5 ore domande aperte/esercizi
il risultato fa media (40%) con l’altra parte dell’esame (appelli calendario accademico)
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5
Struttura e Struttura e funzioni del sistema funzioni del sistema
finanziariofinanziario
6
In questa parte …
Il sistema finanziario: analisi strutturale e fenomeni
caratterizzanti
La politica monetaria e i tassi di interesse
Il sistema dei pagamenti
La regolamentazione e la vigilanza del sistema finanziario
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Il sistema finanziario: Il sistema finanziario: analisi funzionale e strutturaleanalisi funzionale e strutturale
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Argomenti
Definizione e funzioni del sistema finanziario
Saldi finanziari, circuiti di intermediazione, attività finanziarie
La banca e gli altri intermediari non bancari
Classificazione e funzioni dei mercati
Le Autorità di Vigilanza nel sistema finanziario italiano
La vigilanza a livello europeo
Teorie sull’intermediazione finanziaria
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Definizione e funzioni del sistema finanziario
Sistema Finanziario
Un sistema finanziario è costituito dal complesso integrato di strumenti, istituzioni e mercati finanziari, esistenti in un dato luogo in un dato momento. Esso costituisce un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie in quanto svolge tre importanti funzioni.
Funzioni
realizza il trasferimento di risorse dal risparmio agli investimenti (funzione creditizia o di allocazione delle risorse); assicura l’efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria); trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria ed economica.
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Funzioni del sistema finanziario (Merton, 1995)
Payment system
Mechanism for pooling funds
Way to transfer resources across space and time
Way to manage uncertainty and control risk
Price information to allow allocation of resources
Way to deal with asymmetric information problems
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Poiché le passività di alcuni intermediari (in particolare delle banche) sono accettate come mezzi di pagamentomezzi di pagamento, il sistema finanziario contribuisce a determinare il volume complessivo dei mezzi monetari a disposizione dell’economia, dunque del potere d’acquisto che può essere trasferito.
La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente correlatestrettamente correlate.
Il sistema finanziario e le istituzioni che lo compongono hanno quindi la funzione fondamentale di trasferire potere d’acquistotrasferire potere d’acquisto agli operatori che lo richiedono per le loro operazioni correnti e di investimento
Definizione e funzioni del sistema finanziario
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Il trasferimento delle risorse finanziarie
Il sistema finanziario svolge la fondamentale funzione di trasferimento di risorse finanziarie da chi le possiede (soggetti in surplus finanziario) a chi di queste risorse ha necessità (soggetti in deficit finanziario)
Il trasferimento di risorse finanziarie avviene attraverso lo scambio di attività finanziarie (create all’interno del sistema finanziario stesso) che consentono la realizzazione della funzione di collegamento fra risparmio ed investimenti. Esse consentono cioè il trasferimento di potere d’acquisto nel tempo e nello spazio
Il trasferimento può inoltre avvenire secondo diverse modalità, cioè attraverso differenti circuiti di intermediazione
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Saldi finanziari, circuiti di Saldi finanziari, circuiti di intermediazione, attività intermediazione, attività
finanziariefinanziarie
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I settori istituzionali
Raggruppamenti di unità istituzionali che manifestano autonomia e capacità di decisione in campo economico-finanziario e che, fatta eccezione per le famiglie, tengono scritture contabili separate. L’articolazione in settori istituzionali è la seguente:
Società non finanziarie. Comprende le società e quasi-società private e pubbliche: tra queste ultime figurano le aziende autonome, le Ferrovie dello Stato, le aziende municipalizzate e consortili, le imprese a partecipazione statale, le altre imprese pubbliche. Per quasi-società si intendono quelle unità che, pur essendo prive di personalità giuridica, dispongono di contabilità completa e hanno un comportamento economico separabile da quello dei proprietari; esse comprendono le società in nome collettivo e in accomandita semplice, nonché le società semplici e di fatto e le imprese individuali con più di 5 addetti.
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Società finanziarie = Istituzioni finanziarie monetarie, Altri intermediari finanziari. Ausiliari finanziari (autorità centrali di controllo dei mercati finanziari enti vari preposti al funzionamento dei mercati, associazioni tra banche e tra imprese finanziarie e assicurative …), Imprese di assicurazione e fondi pensione.
Amministrazioni pubbliche.
Famiglie e istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Comprende gli individui o i gruppi di individui nella loro funzione di consumatori o in quella di produttori di beni e servizi, purché il loro comportamento economico e finanziario non sia tale da configurare una quasi-società.
Resto del mondo.
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Stato patrimoniale e conto economico
ATTIVO
AF
AR
PASSIVOPFCNRISPARMIO PERIODALE
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
SPESE CORRENTIRISPARMIO PERIODALE
ENTRATE CORRENTI
E’ reddito non consumato (S).
E’ una variabile flusso
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Gli operatori di un sistema economico generano:
Entrate correntiEntrate correnti (Y) destinate, in primo luogo, a coprire flussi finanziari in
uscita (C).
• S non viene, tuttavia, determinato in modo residuale (alcuni operatori fissano S e quindi adeguano C in funzione di Y).
• S viene destinato ad alimentare il processo di investimento (I) (che serve a sua volta a ripristinare la capacità produttiva – ammortamento - o ad incrementarla – investimento vero e proprio)
Generalmente, ma non necessariamente, Y > C da cui Y - C = S (risparmio)
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Dal confronto tra S e I nasce il saldo finanziariosaldo finanziario
Il saldo finanziario
A livello di sistema economico sistema economico complessivocomplessivo S = I (al netto dei trasferimenti da e verso l’estero, rilevati dal saldo delle partite correnti).
A livello di singolo operatoresingolo operatore è
difficile che sia S = I, più
frequentemente:
• S>I surplus o avanzo finanziario • S<I deficit o disavanzo finanziario
Questo significa che tutte le risorse finanziarie che vengono impiegate devono essere accumulate originariamente da qualcuno (residente o non) e che tutte le risorse finanziarie accumulate devono trovare una forma di impiego (dentro e fuori i confini nazionali).
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Il riequilibrio (cioè l’impiego del Surplus, ovvero il finanziamento del
Deficit) viene ottenuto agendo sullo stock di strumenti finanziari.
L’esigenza degli operatori di riequilibrare la propria posizione si traduce
nella necessità di operare un trasferimento:
Chi detiene un Surplus si presenta come offerente di risorse finanziarie, cioè domanda strumenti finanziari (AF)
Chi si trova in Deficit domanda risorse finanziarie, cioè offre strumenti finanziari (PF)
Il trasferimento che consente di soddisfare queste opposte esigenze si concretizza nella creazione di uno strumento finanziariostrumento finanziario
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Attivo, passivo e saldo finanziario
SALDO FINANZIARIO
OPERATOPRI INSURPLUS
OPERATORI INDEFICIT
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ESEMPIO
ATTIVO
AF 400AR 100
PASSIVO
PF 200PN 300
NELL’ANNO 2010
NELL’ANNO 2011
ACQUISTO AR 500USO RISP 50SMOBILIZZO AF – 300
AUMENTO PF + 150
ATTIVO
AF 100AR 600
PASSIVO
PF 350PN 350
SF = S – I = (-450)
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I saldi finanziari dei settori istituzionali
LE FAMIGLIE SF = S - I
LE IMPRESE SF = S - I
GLI INTERMEDIARI FIN SF = S - I
IL SETTORE PUBBLICO SF = (T- G) - I
L’ESTERO SF = X - M
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Il sistema finanziario, cioè la rete di operatori finanziari, si colloca fra prenditori e prestatori finali di fondi. Una prima differenza si pone fra il collegamento direttocollegamento diretto, via mercato, e quello indirettoindiretto, via intermediari.
Il primo tipo di collegamento individua un circuito di intermediazione diretto nel
quale le passività finanziarie create dalle unità in disavanzo finanziario trovano una contropartita diretta nelle attività
ammesse allo stato patrimoniale delle unità in avanzo finanziario.
(Come in tutti i mercati, sono necessari agenti che facilitino e consentano l’incontro fra domanda e offerta)
Nel circuito finanziario indiretto il trasferimento di risorse avviene per il
tramite di banche e in genere di operatori definiti intermediari finanziari.
Per questi operatori la funzione di intermediazione, effettuata con
l’interposizione del proprio bilancio, trova una diretta espressione contabile nella composizione del conto economico e
dello stato patrimoniale
La diversa articolazione del sistema finanziario rispecchia diverse modalità tecniche di trasferimento delle risorse
dalle unità in surplus alle unità in deficit e diverse modalità di distribuzione dei rischi sui vari soggetti economici.
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I circuiti di intermediazione
In definitiva si possono quindi avere due circuiti di intermediazione
Circuito indiretto: la canalizzazione delle risorse finanziarie avviene
attraverso gli intermediari finanziari
Circuito diretto: la canalizzazione delle risorse avviene attraverso i
mercati mediante:
Investimenti diretti
Investimenti assistiti
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La struttura del sistema finanziario
Autorità di vigilanza
Intermediari
Banche e Altri
Investitori istituzionali
Fondi comuni e fondi pensione
Assicurazioni
Mercati
Monetario
Finanziario
(obbligazioni, azioni, derivati)
Famiglie
Depositi
Quote
Polizze
Obbligazioni e azioni
Imprese
Settore pubblico
Prestiti
Obbligazio
ni e azio
ni
Titoli
Le frecce indicano i principali strumenti che vengono utilizzati per effettuare il trasferimento di fondi. In termini economici tali strumenti sono definiti attività finanziarie. Rappresentano un rapporto di debito/credito fra le parti (o di partecipazione nel caso delle azioni) e sono il frutto di un contratto che disciplina gli impegni e i diritti reciproci
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Modelli di intermediazione finanziaria
A seconda della maggiore o minore importanza che rivestono gli intermediari o i mercati nel trasferimento di risorse finanziarie, possiamo dire che esistono due diversi modelli di intermediazione finanziaria, e possiamo quindi distinguere due tipologie di sistemi finanziari:
Sistemi finanziari orientati agli intermediari (bank oriented)
Sistemi finanziari orientati ai mercati (market oriented)
Ma come possiamo misurare l’orientamento del sistema finanziario?
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Analisi della dimensione e dell’orientamento attraverso i seguenti indicatori (Demirguc-Kunt – Levine, 2001)
DimensioneMisure relative Total assets of deposit banks/total financial assets Other financial institution assets/total financial assets Bank assets/stock market capitalization
Misure assolute Total assets of deposit banks/GDP Other financial institution assets/GDP Bank assets/GDP Liquid liabilities (moneta circolante + depositi
bancari)/GDP
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Misure della struttura bancaria
Concentration measures (come CR3/5 o HHI)
Foreign bank penetration (numero di banche estere/totale
banche; quota di mercato banche estere su totale attivi bancari)
Public vs private ownership of banks
Misure dell’intermediazione finanziaria
Credito bancario al settore privato/GDP;
Credito al settore privato totale/GDP
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Misure dell’intermediazione svolta dagli intermediari non
bancari (attività di intermediari creditizi non bancari, compagnie di
assicurazione, fondi pensione e fondi comuni di investimento,
banche di sviluppo/GDP)
Misure del grado di sviluppo del mercato dei capitali
Capitalizzazione di borsa/GDP
Volume degli scambi di borsa (turnover)/GDP
Domestic bond market value (pubblico e privato)/GDP
La composizione delle attività finanziarie delle famiglie in alcune economie avanzate
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2004 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009
Italia Germania Francia Area Euro Regno Unito Stati Uniti
Inci
den
za p
erce
ntu
ale
Circolante e depositi Obbligazioni Azioni e quote di fondi comuni Altre attività (fondi pensione e riserve tecniche di assicurazione)
Composizione della passività delle imprese in alcune economie industrializzate
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2004 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009
Italia Germania Francia Area Euro Regno Unito Stati Uniti
Inci
den
za p
erce
ntu
ale
Titoli Prestiti Azioni Debiti commerciali e altre passività
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All’interno del sistema finanziario lo scambio di fondi è basato su
strumenti come i depositi, le obbligazioni, i titoli pubblici e così via. Tali
strumenti sono chiamati “attività finanziarie”
Attività finanziaria
Un bene che esprime un rapporto
contrattuale nel quale entrambe le
prestazioni sono denominate in
moneta e scadono in tempi diversi.
Una attività finanziaria prevede
quindi un trasferimento di potere di
acquisto contro una o più
prestazioni future di segno opposto
Le caratteristiche delle attività finanziarie
33
La natura del contratto sottostante
Il tempo
In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un contratto che può appartenere a tipologie diverse, che hanno implicazioni economiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere, almeno, tra attività finanziarie che esprimono un rapporto di credito (obbligazioni, depositi), attività finanziarie che esprimo un rapporto di partecipazione (azioni), attività che esprimono un rapporto di tipo assicurativo (polizze vita, morte, danni).
Ciò che contraddistingue un rapporto di credito (e dunque l’attività finanziaria che lo incorpora) da altri rapporti di scambio è la distanza temporale che separa le due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale che separa il momento della produzione di beni e servizi da quello della loro vendita. In ogni caso in cui il processo produttivo richiede un intervallo tra l’inizio della attività produttiva e la sua conclusione, si realizzano le condizioni affinché possano svilupparsi forme di credito non episodiche
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Il rischio
L’informazione
Il fatto che il tempo sia l’elemento fondamentale del rapporto di credito comporta che in esso è insita una componente di rischio. Per quanto il creditore possa essere oculato nel valutare le condizioni prospettiche del debitore, esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza il debito non venga onorato o che, comunque, durante la vita del prestito si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore
La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa. L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si basano su informazioni (concedere o non concedere un credito; acquistare o non acquistare un titolo). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale stesso.
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Il rendimento
E’ la remunerazione per chi cede potere di acquisto e richiede un compenso sia
per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio sopportato.
Il tasso di interesse è innanzitutto il prezzo per lo scambio fra beni presenti e
beni futuri. Poiché solo la moneta si scambia fra presente e futuro, possiamo
definire il tasso di interesse come il premio percentuale pagato sulla moneta ad
una certa data in termini di moneta disponibile in un momento successivo.
Il dividendo rappresenta la remunerazione per i detentori di azioni
Le variazioni di prezzo delle attività finanziarie.
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Caratteristiche delle attività finanziarie:
Tipo di rapporto contrattuale sottostante
Natura dell’emittente
Valuta di denominazione
Tasso di interesse/rendimento
Scadenza o durata contrattuale
Negoziabilità
Trattamento fiscale
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Gli strumenti finanziari ai sensi del TUF
Per "strumenti finanziari" si intendono:
a) valori mobiliari;
b) strumenti del mercato monetario;
c) quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio;
d) contratti derivati
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Valori mobiliari
Per “valori mobiliari” si intendono categorie di valori che possono
essere negoziati nel mercato dei capitali, quali ad esempio:
a) le azioni di società e altri titoli equivalenti ad azioni di società, di
partnership o di altri soggetti e certificati di deposito azionario;
b) obbligazioni ed altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito
relativi a tali titoli;
c) qualsiasi altro valore mobiliare normalmente negoziato che
permette di acquisire o di vendere i valori mobiliari indicati alle
precedenti lettere;
d) qualsiasi altro valore mobiliare che comporta un regolamento in
contanti determinato con riferimento ai valori mobiliari indicati alle
precedenti lettere, a valute, a tassi di interesse, a rendimenti, a
merci, a indici o a misure.
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Strumenti del mercato monetario
Per “strumenti del mercato monetario” si intendono
categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato
monetario, ad esempio, i buoni del tesoro, i certificati di
deposito e le carte commerciali.
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Prodotti finanziari
Oltre alla definizione di strumenti finanziari, il Testo Unico della
Finanza riporta anche la definizione, più ampia, di prodotti
finanziari
Per prodotti finanziari si intendono:
gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura
finanziaria; non costituiscono prodotti finanziari i depositi bancari o
postali non rappresentati da strumenti finanziari
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Prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione
Le polizze e le operazioni di cui ai rami vita III e V di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, con esclusione delle forme pensionistiche individuali di cui all’articolo 13, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.
Unit linked Index linked
42
La banca e gli altri intermediari non La banca e gli altri intermediari non bancaribancari
43
L’attività bancaria: definizione
La nuova legge bancaria (Testo Unico Bancario, ovvero T.U.B., ovvero D.lgs 385/93) ha sancito che:
“La raccolta di risparmio fra il pubblico e l’esercizio del
credito costituiscono l’attività bancaria. Essa ha
carattere di impresa”
(art. 10, c. 1).
L’attività bancaria può essere svolta solo dalle banche!!!!
Le banche sono iscritte in un Albo previsto dall’articolo 13 del T.U.B. tenuto dalla Banca d’Italia
44
Le disposizioni di legge contenute nel T.U.B. sono coerenti con la definizione economica di banca formulata dall’economia aziendale
= azienda di produzione che svolge sistematicamente e
istituzionalmente a proprio rischio un’attività di intermediazione intermediazione
finanziariafinanziaria, cioè una attività di conferimento di risorse finanziarie a
titolo di credito, utilizzando prevalentemente risorse ottenute da terzi a
titolo di debito e, in parte, risorse a titolo di capitale proprio …………
45
….. Le risorse ottenute a titolo di debito possono anche caratterizzarsi per una scadenza a vistascadenza a vista, assumendo in questo caso una forma tecnica idonea a fungere da mezzo di pagamentomezzo di pagamento in sostituzione della moneta legale
• Le banche sono caratterizzate dalla contemporaneacontemporanea presenza
dell’insieme di elementi sopra citati
• In mancanza di anche un solo di tali elementi l’azienda esaminata non può
essere classificata come “Banca” e, quindi, farà parte di una diversa e
articolata categoria di soggetti che vengono definiti, in generale,
“Intermediari finanziari”
Attenzione
46
Oltre alla attività bancaria (raccolta di risparmio tra il pubblico e esercizio del credito), le banche esercitano ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.
Attenzione
Sono tuttavia “salve le riserve di legge”. Ciò significa che vi sono
alcune attività, quali ad esempio la gestione collettiva del risparmio e
l’attività assicurativa, che non possono essere svolte dalle banche in
via diretta, perché riservate ad altri soggetti.
47
Gli altri intermediari finanziari
Nei sistemi finanziari le banche rappresentano sicuramente
l’intermediario più importante sotto il profilo delle funzioni
economiche svolte e delle dimensioni delle operazioni di raccolta e
di impiego
Tuttavia l’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato come
conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari
esistenti
Vediamo dunque quali sono gli altri
principali intermediari presenti sul mercato
e che tipo di funzioni essi svolgono
48
Società finanziarie
Si tratta di una categoria di operatori di vario tipo che svolgono la funzione creditizia (= concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma) o di assunzione di partecipazione in imprese ma che non presentano un’autonoma capacità di provvista presso operatori finali.
Attenzione: proprio perché non svolgono congiuntamente
l’esercizio del credito e la raccolta di risparmio presso il pubblico (ma
solo l’esercizio del credito), queste società non possono essere
classificate come “Banche”
• Le società finanziarie sono iscritte in appositi elenchi previsti dall’articolo 106 del T.U.B.
• Tra le principali tipologie di società finanziarie ritroviamo:
Società di leasing Società di factoringSocietà di credito
al consumoFinanziarie
di partecipazione
49
Tra le società finanziarie sono inoltre ricomprese alcune
tipologie di operatori attivi nel settore dei Servizi di
pagamento. Ad esempio:
• Società emittenti carte di credito e di debito
• Società di gestione in concessione del servizio di
riscossione tributi
Società finanziarie
50
SIM (società di intermediazione
mobiliare)
Società introdotte con la legge n. 1/91 e oggi disciplinate dal Testo Unico della Finanza. Sono iscritte in un Albo tenuto dalla Consob
• Si tratta di società per azioni che operano prevalentemente nel settore mobiliare potendo svolgere, come le banche, tutti i servizi di investimento previsti dal Testo Unico della Finanza
• Originariamente le Sim potevano sfruttare “l’esclusiva” delle contrattazioni in Borsa: in pratica, chi voleva comprare o vendere titoli in Borsa doveva effettuare la compravendita attraverso una SIM. Tale vantaggio operativo è però decaduto in quanto anche le banche sono state abilitate, a partire dal 1996, ad operare direttamente in Borsa.
• Il ruolo delle Sim si è di conseguenza ridimensionato. Molte di esse, peraltro, hanno deciso di trasformarsi in banche.
• Le Sim possono avvalersi, nella commercializzazione dei propri servizi, di Promotori Finanziari (persone fisiche abilitate all’offerta fuori sede di servizi di investimento e di strumenti finanziari che operano in qualità di agenti e con vincolo di monomandato); tuttavia le reti di Promotori Finanziari più numerose fanno oggi capo a intermediari bancari
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SGR (Società di gestione del risparmio)
Introdotte dal Testo Unico della Finanza, sono società per azioni iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia
• Le SGR operano prevalentemente nel campo della gestione collettiva del risparmio,
insieme alle SICAV (vedi oltre)
• Le SGR gestiscono, in via esclusiva, i fondi comuni di investimento: ciò significa, quindi,
che una banca non può gestire un fondo comune di investimento!! La banca colloca
presso gli investitori i fondi comuni gestiti da SGR!!
•Tuttavia la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari, anche se di recente
le Autorità di Vigilanza (leggasi Banca d’Italia) caldeggiano una maggiore autonomia di
queste società dalle banche
•Oltre a gestire i fondi comuni di investimento le SGR possono istituire e gestire fondi
pensione, svolgere l’attività di gestione individuale di portafogli nonché attività connesse e
strumentali
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Alcune definizioni in tema di gestione collettiva
Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio): i fondi comuni
di investimento e le Sicav
Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo, suddiviso in
quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte
Gestione collettiva del risparmio: il servizio che si realizza
attraverso:
1) la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni
d'investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;
2) la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,
mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti,
o altri beni mobili o immobili
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SICAV (società di investimento a capitale
variabile)
Società previste dal Testo Unico della Finanza e iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia
• Anche le Sicav, come le SGR, svolgono la gestione collettiva del risparmio
• Tuttavia, mentre le SGR effettuano la gestione collettiva attraverso l’istituzione e la gestione di fondi comuni di investimento, le Sicav sono esse stesse un OICR (ossia uno strumento di investimento collettivo)
•La Sicav viene infatti definita nel TUF come “società per azioni a capitale variabile con sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni”
•In termini semplici la Sicav è una società che raccoglie denaro solo tramite l’emissione di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori, e il cui unico scopo è quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni prevalentemente)
•La Sicav è una società aperta (a capitale variabile), in quanto ogni giorno i risparmiatori possono sottoscrivere nuove azioni della Sicav, ovvero chiederne il rimborso, secondo le modalità stabilite dallo statuto della società stessa
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Imprese di assicurazione
Disciplinate dal Codice delle Assicurazioni (Dlgs 209/2005), sono società per azioni o società cooperative che svolgono, in via esclusiva, l’attività assicurativa. Sono iscritte in un Albo tenuto dall’Isvap
• L’attività assicurativa è distinta nei cosiddetti Rami Vita e Rami danni
•I Rami vita comprendono tutte quelle forme di contratti (polizze) in cui,
dietro pagamento di un premio, viene assicurata dalla compagnia di
assicurazione una prestazione (erogazione di un capitale o di una rendita)
che è dipendente dalla permanenza in vita (ovvero dalla morte)
dell’assicurato
•I Rami danni riguardano invece tutte quelle forme di polizze legate ad
eventi accidentali (furto, incendio, responsabilità civile ecc..)
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Investitori istituzionali
• Con il termine Investitori Istituzionali non si fa riferimento ad un’unica e
specifica categoria di soggetti
• Tra gli Investitori Istituzionali, infatti, vengono ricompresi tutti quegli operatori
caratterizzati dal fatto di investire un patrimonio per conto di più unità in
surplus finanziario (risparmiatori).
• Possiamo dunque considerare Investitori Istituzionali i fondi comuni di
investimento (nelle loro diverse tipologie), i fondi pensione, le Sicav, le
compagnie di assicurazione
Se si somma l’attività degli investitori istituzionali con le gestioni su base individuale poste in essere dalle banche (ma anche da SGR) ottiene l’insieme
che viene definito Risparmio Gestito (Asset Management)
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Tavola riassuntiva
Attività finanziarie Tipologia di intermediari
Credito Credito a breve e medio lungo termine
Banche, SPV
Leasing finanziario: locazione finanziaria
Società finanziarie di leasing finanziario, banche, SPV
Factoring: cessione dei crediti di impresa
Società finanziarie di factoring, banche, SPV
Credito al consumo Società finanziarie di credito al consumo, banche, SPV
Finanziamento mobiliare Assunzione di partecipazioni nel capitale di imprese
Società finanziarie di partecipazione, società finanziarie di merchant banking e merchant banks, fondi e società di venture capital, banche
Sottoscrizione e collocamento di strumenti finanziari (azioni,
obbligazioni, strumenti derivati)
Società di intermediazione mobiliare (SIM), banche
Negoziazione di strumenti finanziari
Negoziazione di strumenti finanziari per conto proprio e/o di terzi (broker e
dealer)
Società di intermediazione mobiliare (SIM), banche
Gestione del risparmio Gestione individuale del risparmio Società di intermediazione mobiliare (SIM), società di gestione del risparmio (SGR), banche
Gestione collettiva del risparmio Società di gestione del risparmio (SGR), società di investimento a capitale variabile (Sicav)
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Attività finanziarie Tipologia di intermediari
Assicurazione e previdenza
Assicurazione vita e danni Compagnie di assicurazione)
Previdenza (fondi pensione e piani previdenziali)
Compagnie di assicurazione, SGR, SIM e banche
Servizi di pagamento Offerta di strumenti di pagamento
Banche, società finanziarie emittenti carte di credito, istituti di moneta elettronica (Imel)
Incasso e pagamento Società finanziarie di incasso e pagamento, società di gestione in concessione del servizio di riscossione tributi, banche
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Classificazione e funzioni dei Classificazione e funzioni dei mercatimercati
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Classificazione dei mercati
I criteri di classificazione dei mercati, utilizzabili per individuare segmenti omogenei dal punto di vista della domanda e dell’offerta, si basano almeno su quattro punti:
A) I mercati vengono normalmente organizzati con riferimento a categorie di titoli omogenei tra loro: azioni, obbligazioni, strumenti a breve e così via….
B) In tutti i mercati, e in particolare in quelli azionari e obbligazionari, bisogna distinguere fra mercato primario e mercato secondario
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E’ quello delle nuove emissioni di titoli: esso ha la funzione di esprimere un prezzo per i i titoli di nuova emissione e di fornire fondi all’emittente,
tipicamente una unità in deficit. E’ quindi il mercato che lega le decisioni di spesa e di investimento delle unità in deficit con le decisioni finanziarie delle unità in surplus. Esempi di mercati primari: aste titoli di stato, operazioni di
collocamento di emittenti privati (OPS/OPV/IPO)
Mercato primario
Mercato secondario
E’ quello in cui vengono scambiati titoli già emessi. Esso assolve la funzione di esprimere nel continuo il prezzo, dunque la valutazione, dei
singoli titoli emessi e nello stesso tempo di consentire all’originale acquirente di liquidare il proprio investimento. Il mercato secondario non
fornisce nuove risorse a unità in deficit, ma è fondamentale per assicurare la liquidità agli investitori, per consentire la valutazione nel continuo dei titoli emessi e quindi per rendere possibile l’attività degli
investitori istituzionali
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C) Il mercato è una organizzazione complessa ed è sempre caratterizzato da regole di funzionamento variamente articolate. Si va dai mercati regolamentati (disciplinati da specifiche norme generali e di vigilanza) ai cosiddetti mercati over the counter (OTC: letteralmente “sopra il bancone”)
D) I mercati possono essere riservati a categorie particolari di operatori o aperti al pubblico e in particolare agli investitori finali. Si distinguono quindi mercati all’ingrosso e mercati al dettaglio
Infine ricordiamo la distinzione tra mercato monetario (titoli a
breve scadenza) e mercato finanziario (titoli a scadenza
medio/lunga = oltre l’anno)
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• i brokers i quali operano esclusivamente per conto terzi facilitando la ricerca delle controparti degli scambi e rendendo possibile l’incrocio tra domanda ed offerta. • i dealers che operano per conto proprio ed assolvono la funzione di rendere liquido il mercato di particolari attività finanziarie, assicurando la continuità degli scambi. Essi detengono un proprio portafoglio di attività finanziarie che utilizzano per rispondere prontamente alle esigenze di negoziazione manifestate da altri operatori. esprimendo prezzi di acquisto (denaro - bid) e prezzi di vendita (lettera - ask)• i market makers sono operatori che agiscono per conto proprio e che si sono impegnati a rendere pubbliche le condizioni di prezzo a cui sono disposti a negoziare, quotando i prezzi a cui intendono acquistare (prezzi denaro) e vendere (prezzi lettera) i lotti minimi delle attività finanziarie di cui si sono impegnati a “fare mercato”.
Particolari figure di operatori sul mercato
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Le principali novità introdotte dalla Mifid in tema di mercati
• Abolizione dell’obbligo di concentrazione in borsa degli scambi
• Riconoscimento di sistemi di negoziazione che non svolgono attività di listing (cosiddetti Multilateral Trading Facilities)
• Possibilità per gli intermediari di internalizzare gli ordini della clientela
• Requisiti di trasparenza pre e post-trade nelle negoziazioni
• Introduzione di un nuovo concetto di Best Execution e di Execution policy
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Sistemi multilaterali di negoziazione
Accanto ai mercati regolamentati, la nuova disciplina ha definito anche le
caratteristiche dei mercati non regolamentati di scambi organizzati di strumenti
finanziari, definiti come un insieme di regole e strutture, anche automatizzati,
che consentono in via continuativa, o periodica, di raccogliere e diffondere
proposte con le modalità previste dal sistema.
Internalizzatori sistematici
Per internalizzatore sistematico, si intende il soggetto che in modo
organizzato, frequente e sistematico negozia per conto proprio eseguendo gli
ordini del cliente al di fuori di un mercato regolamentato o di un sistema
multilaterale di negoziazione
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• Mercato telematico azionario (MTA);
• Mercato telematico dei securitised derivatives (SEDEX);
• Mercato “after hours” (TAH);
• Mercato telematico degli OICR aperti ed ETC (ETFplus)
• Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato(MOT);
• Mercato telematico degli investment vehicles ("MIV")
• Mercato di borsa per la negoziazione degli strumenti finanziari
previsti dall’articolo 1, comma 2, lettere f) e i) del Testo Unico della
Finanza (Mercato degli strumenti derivati – IDEM).
I mercati gestiti da Borsa Italiana spa
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Teorie sullTeorie sull’’intermediazione intermediazione finanziariafinanziaria
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Lo scambio finanziario: ripresa di alcuni concetti
Lo scambio finanziario può essere definito come una combinazione di prestazioni monetarie di segno opposto e differite nel tempo. Il differimento è fonte di incertezza in conseguenza di cause: 1) imputabili direttamente all’emittente, 2) esogene; 3) legate alle tipologie contrattuali (es. residual claimants)
Tipologie di scambio finanziarioDiretto ed autonomoDiretto ed assistitoIndiretto ed intermediato
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Ipotesi dei mercati perfetti
Concorrenza perfetta
Razionalità assoluta
Uguale distribuzione delle informazioni
Assenza di incertezza sugli esisti degli scambi finanziari
Assenza di costi di transazione (ricerca controparte,
raccolta informazioni, negoziazione, gestione contratti,
ecc.)
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Cause di imperfezione dei mercati:
Asimmetrie informative: adverse selection; moral hazard (Akerlof,
1971), insider trading, free riding
Mismatching preferenze fra domanda e offerta (quantità capitali,
tempi di restituzione, modalità di restituzione, prezzo negoziato)
Razionalità é limitata (Simon, 1970)
Presenza costi di transazione per la stipulazione/gestione dei
contratti
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Modalità di attenuazione delle imperfezioni
Rafforzamento produzione vincolata informazioni Presenza di soggetti esterni che producono informazioni
indipendenti Norme in materia di market abuse (insider trading, conflitti di
interesse, ecc.) Innovazione finanziaria (contratti) e amplificazione possibilità di
diversificazione dei rischi Miglioramento efficienza scambi (via costi di transazione)
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Ragion d’essere degli intermediari
Colmano gap informativo (riduzione asimmetrie informative e
sfruttamento economie di produzione delle informazioni)
Colmano gap preferenze (via trasformazione dei rischi e delle
scadenze)
Specificità della funzione monetaria svolta
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Secondo la teoria dunque:
Il ruolo degli intermediari nell’impostazione tradizionale è spiegato dall’esistenza di costi di transazione (Gurley & Shaw, 1960) e asimmetrie informative (Leland & Pyle, 1977; e Diamond, 1984)
Nonostante la riduzione dei costi di transazione e delle asimmetrie informative nei mercati non si è ridotto il bisogno di intermediari finanziari (Allen & Santomero, 1996).
Merton & Bodie (1995) suggeriscono di guardare ai sistemi finanziari non in termini istituzionali bensì in termini funzionali, perché mentre le istituzioni nascono e muoiono non così è per le funzioni dei sistemi finanziari (origination, distribution, servicing, etc.)
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Crescente è divenuto il ruolo degli intermediari finanziari nel trading del rischio, nel bundling ed unbundling dello stesso (Allen & Santomero, 1996)
Alla crescita del ruolo dei mercati finanziari e dell’innovazione finanziaria non si è associato un decremento del ruolo degli intermediari finanziari (si pensi ai derivati OTC, alla gestione dei fondi su base collettiva e individuale, etc.). Quindi la presenza degli intermediari favorisce la partecipazione dei diversi agenti economici allo sviluppo dei mercati.
Passaggio dal modello “originate to hold” a quello “originate to distribute”. Il ruolo della cartolarizzaizone (securitization).
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Quale destino per gli intermediari?
Disintermediazione non completa dal lato passivo (rischio e liquidità
delle passività offerte e funzione monetaria delle passività a vista,
c/c) e dell’attivo (accesso al credito per taluni segmenti di clientela);
Specializzazione nella produzione di attività finanziarie sofisticate
per il risk management (es. derivati, cash management, ecc.)
Complementarietà crescente con i mercati (via servizi di
investimento, consulenza, cartolarizzazioni, ecc.)
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Le Autorità di Vigilanza nel Le Autorità di Vigilanza nel sistema finanziario italianosistema finanziario italiano
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Le Autorità di VigilanzaLe Autorità di Vigilanza
Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (CSSF)
CICR = Comitato Interministeriale per il credito e per il risparmio
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Banca d’Italia
Consob (commissione nazionale per le società e la borsa)
Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse
collettivo)
Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione)
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Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (CSSF)
Composto dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, che lo
presiede, dal Governatore della Banca d'Italia, dal Presidente
della Consob e dal Presidente dell'Isvap.
Tale Comitato è chiamato a riunirsi almeno due volte l'anno e
comunque ogni volta che si manifesti un caso potenziale di crisi
finanziaria di natura sistemica.
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Il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR)
Esercita attività di vigilanza in materia di credito e di tutela del
risparmio.
Si tratta di un organo che dà l’indirizzo generale e politico al sistema
del credito.
E’ presieduto dal Ministro dell’Economia e delle finanze; alle sue
riunioni partecipano i ministri preposti ai principali dicasteri economici,
nonché i rappresentanti delle principali autorità di vigilanza (in
particolare il Governatore della Banca d’Italia).
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I criteri ispiratori dell’azione del CICR, così come quelli sanciti per le altre
autorità di vigilanza creditizie, fanno riferimento “alla sana e prudente
gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all’efficienza
e alla competitività del sistema finanziario, nonché all’osservanza delle
disposizioni in materia creditizia”.
Per quanto concerne la natura degli atti posti in essere dal CICR, si
distinguono atti amministrativi e provvedimenti amministrativi: i primi
rappresentano dei pareri, i secondi dei veri e propri provvedimenti di tipo
normativo, di natura regolamentare, che il Comitato è chiamato ad
emanare.
Al CICR sono inoltre conferiti poteri decisionali in ordine ai reclami
contro provvedimenti adottati dalla Banca d’Italia nell’esercizio dei
poteri di vigilanza.
Il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR)
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Al Ministero dell’Economia e delle Finanze sono attribuite
competenze nei settori della politica economica, finanziaria e di
bilancio, da esercitare anche in funzione del rispetto dei vincoli di
convergenza e di stabilità derivante dall’appartenenza all’Unione
Europea dell’Italia.
In termini di politica economica e finanziaria il Ministero ha
competenze in materia di problemi economici, monetari e finanziari
nazionali e internazionali, vigilanza sui sistemi finanziari e sul
sistema creditizio
In particolare, nell’ambito bancario, il Ministro dell’Economia delle
Finanze, oltre a convocare e presiedere il CICR, propone l’oggetto
delle deliberazioni non di esclusiva competenza della Banca d’Italia
e può, in caso di urgenza, sostituirsi al CICR stesso.
Il MEF
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Più operativi, tuttavia, sono gli interventi del Ministero in tema di:
determinazione dei requisiti di onorabilità e professionalità dei soci e degli esponenti aziendali delle banche (art. 25-26 del Testo Unico Bancario), nonché di quelli dei soci e degli esponenti aziendali delle SIM (società di intermediazione mobiliare), delle SGR (società di gestione del risparmio), delle società di gestione dei mercati regolamentati e dei promotori finanziari
apertura, con decreto, dei procedimenti di amministrazione straordinaria e di liquidazione coatta delle banche, nonché delle SIM, delle società di gestione del risparmio e delle Sicav
determinazione dei criteri generali cui devono uniformarsi i fondi comuni di investimento con riguardo, all'oggetto dell'investimento; alle categorie di investitori cui è destinata l'offerta delle quote; alle modalità di partecipazione ai fondi aperti e chiusi ….. (decreto 228/99)
individuazione di ulteriori soggetti da sottoporre alle norme relative alla trasparenza bancaria (art. 115 Testo Unico Bancario)
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La Banca d’Italia
La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana ed è parte del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dell'Eurosistema. E’ un istituto di diritto pubblico.
Persegue finalità d’interesse generale nel settore monetario e finanziario quali:
il mantenimento della stabilità dei prezzi, obiettivo principale dell’Eurosistema in conformità del Trattato che istituisce la Comunità europea (Trattato CE);
la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario, in attuazione del principio della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (Art. 47 – La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito),
gli altri compiti ad essa affidati dall’ordinamento nazionale.
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La Banca d’Italia: funzioni
Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare
la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili
per un duraturo sviluppo dell’economia.
La Banca concorre alle decisioni della politica monetaria unica
nell’area dell’euro ed espleta gli altri compiti che le sono attribuiti
come banca centrale componente dell’Eurosistema
Cura la parte attuativa di tali decisioni sul territorio nazionale
attraverso le operazioni con le istituzioni creditizie, le operazioni di
mercato aperto e su iniziativa delle controparti, e la gestione della
riserva obbligatoria.
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La Banca d’Italia: funzioni
Può effettuare operazioni in cambi conformemente alle norme
fissate dall’Eurosistema.
Gestisce le riserve valutarie proprie; gestisce, inoltre, una quota-
parte di quelle della BCE per conto di quest’ultima.
È responsabile della produzione delle banconote in euro, in base
alla quota definita nell’ambito dell’Eurosistema, della gestione della
circolazione e dell’azione di contrasto alla contraffazione
L’Istituto promuove il regolare funzionamento del sistema dei
pagamenti attraverso la gestione diretta dei principali circuiti ed
esercitando poteri di indirizzo, regolamentazione e controllo propri
della funzione di sorveglianza.
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La Banca d’Italia: funzioni
La Banca espleta servizi per conto dello Stato quale gestore dei
compiti di tesoreria, per gli incassi e pagamenti del settore pubblico,
nel comparto del debito pubblico, nell’attività di contrasto dell’usura.
Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana e prudente
gestione degli intermediari, la stabilità complessiva e
l’efficienza del sistema finanziario, nonché l’osservanza delle
disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilati.
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La Banca d’Italia: funzioni
In particolare la Banca d’Italia vigila:
sulle banche
sulle società di gestione del risparmio
sulle società d'investimento a capitale variabile
sulle società d'intermediazione mobiliare
sugli Istituti di moneta elettronica
sugli intermediari finanziari iscritti nell'elenco di cui all'art. 106 TUB
……avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati,
alla stabilità complessiva, all’efficienza e alla competitività del
sistema finanziario, all’osservanza della normativa in materia
creditizia e finanziaria
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La Banca d’Italia: funzioni
La Banca d'Italia svolge anche compiti di tutela della trasparenza
delle condizioni contrattuali delle operazioni bancarie e
finanziarie con l'obiettivo di favorire anche il miglioramento dei
rapporti con la clientela.
Gestione di Albi ed Elenchi di Intermediari Finanziari di cui all'art.
106 TUB e di altri operatori
A seguito della confluenza dell'Ufficio Italiano dei Cambi, dal 1°
gennaio 2008 la Banca d'Italia ha assunto la gestione, e le
connesse verifiche, degli Albi ed Elenchi relativi ad Intermediari
finanziari ex art. 106 TUB e relative sezioni, agli Agenti in attività
finanziaria, ai Mediatori creditizi, agli Operatori professionali in oro.
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Articolo 5 del Testo Unico della Finanza (finalità della vigilanza)
La Banca d'Italia è competente per quanto riguarda il contenimento
del rischio e la stabilità patrimoniale
La Consob è competente per quanto riguarda la trasparenza e la
correttezza dei comportamenti degli operatori.
La Banca d'Italia e la Consob esercitano i poteri di vigilanza nei
confronti dei soggetti abilitati; ciascuna vigila sull'osservanza delle
disposizioni regolanti le materie di competenza.
La Banca d'Italia e la Consob operano in modo coordinato anche al
fine di ridurre al minimo gli oneri gravanti sui soggetti abilitati e si
danno reciproca comunicazione dei provvedimenti assunti e delle
irregolarità rilevate nell'esercizio dell'attività di vigilanza
Banca d’Italia e Consob
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La Consob
La Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (CONSOB) è
competente in special modo per la trasparenza e la correttezza dei
comportamenti tenuti dagli intermediari nei confronti dei risparmiatori e del
buon funzionamento dei mercati.
La CONSOB ha poteri normativi nei riguardi degli emittenti di strumenti
finanziari e nella disciplina delle offerte pubbliche di strumenti finanziari.
Essa stabilisce inoltre il tipo e le modalità di comunicazione al pubblico delle
informazioni societarie, disciplina la prestazione dei servizi di investimento e
della gestione collettiva del risparmio, l’iscrizione all’albo e l’attività dei
promotori finanziari e dei consulenti finanziari.
Emana norme che riguardano l’operatività delle società di gestione dei
mercati.
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L’ISVAP E’ l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse
collettivo. E’ un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ed è stato istituito con legge 12 agosto 1982, n. 576, per l'esercizio di funzioni di vigilanza nei confronti delle imprese di assicurazione e riassicurazione nonché di tutti gli altri soggetti sottoposti alla disciplina sulle assicurazioni private, compresi gli agenti e i mediatori di assicurazione.
L'ISVAP svolge le sue funzioni sulla base delle linee di politica assicurativa determinate dal Governo.
La normativa inerente il settore assicurativo ha attribuito all'ISVAP funzioni di controllo e di regolamentazione, qualificando l'Istituto come un'amministrazione indipendente, dotata di autonomia giuridica, patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale, che dispone di specifica competenza tecnica e ampi strumenti operativi.
Funzione primaria dell'Istituto è l'esercizio della vigilanza nei confronti delle imprese di assicurazione, che avviene attraverso il controllo sulla loro gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale e contabile, verificandone la rispondenza alle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative vigenti.
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La Covip
E’ l’organismo di vigilanza sui fondi pensione.
Istituita nel 1993 con decreto legislativo n° 124/93 ha iniziato ad
operare nella sua attuale configurazione dal 1996.
La sua attività è rivolta alla tutela del risparmio previdenziale, alla
trasparenza e al corretto funzionamento del sistema dei fondi
pensione il cui scopo è quello di assicurare più elevati livelli di
copertura previdenziale.
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La vigilanza a livello europeo: La vigilanza a livello europeo: i cambiamenti in attoi cambiamenti in atto
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Lo status quo
Nell’ultimo decennio le strutture di regolamentazione e vigilanza finanziaria in Europa sono state oggetto di diversi interventi per migliorarne il funzionamento, accrescere la capacità di far fronte ai rapidi cambiamenti del mercato e rafforzare la qualità e l’efficacia dell’azione complessiva a salvaguardia della stabilità del sistema finanziario.
Tuttavia l’auspicata razionalizzazione del processo di produzione delle norme europee non sempre si è materializzata, in particolare nel settore bancario.
Il livello di armonizzazione raggiunto sul fronte delle regole è rimasto limitato anche a causa del permanere di opzioni e discrezionalità nazionali e degli ampi spazi concessi agli Stati membri per l’adattamento delle norme comuni al momento del recepimento nelle legislazioni nazionali
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Lo status quo
Con l’insorgere della crisi, non sono mancati casi di misure prese
unilateralmente da alcuni Stati membri che hanno creato ripercussioni
in altri paesi, incidendo negativamente sul mantenimento di condizioni di
parità concorrenziale all’interno del Mercato unico.
Il problema delle istituzioni “troppo grandi per fallire”, che ha
rappresentato una delle principali lezioni della crisi in diversi paesi, in
Europa ha assunto una valenza particolare, riferendosi in diversi casi ad
istituzioni con operatività cross-border sovradimensionate rispetto alle
capacità di intervento pubblico da parte dei governi dei paesi d’origine
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Lo status quo
In definitiva, la crisi ha messo in luce i limiti del quadro istituzionale
europeo, caratterizzato da una organizzazione su base
nazionale delle competenze e delle responsabilità di vigilanza a
fronte di mercati progressivamente sempre più integrati e dominati
da intermediari grandi e complessi, presenti con proprie strutture in
più paesi dell’area
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La riforma della vigilanza europea: i problemi di fondo
Mancanza di un adeguato sistema di controlli macroprudenziali
focalizzati sulle fonti di rischio sistemico e non solo sui rischi per le
singole istituzioni soggette a vigilanza.
Assenza di meccanismi di valutazione unitaria e di un trattamento
prudenziale uniforme dei gruppi cross-border, in un contesto in cui
la supervisione resta decentrata e la cooperazione tra le autorità
nazionali si svolge sostanzialmente su base volontaria.
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La riforma della vigilanza europea: i nuovi organismi
Rafforzamento della sorveglianza macroprudenziale, attraverso
l’istituzione del Consiglio Europeo per il rischio sistemico
(European Systemic Risk Board – ESRB) per il controllo e la
valutazione dei rischi per la stabilità del sistema finanziario
Miglioramento del coordinamento nell’attività di controllo
prudenziale sui gruppi cross-border, tramite la creazione di un
sistema integrato a livello europeo per la vigilanza microprudenziale
sulle istituzioni finanziarie: un sistema europeo delle autorità di
vigilanza (European System of Financial Supervision – ESFS) e
tre nuove Autorità di vigilanza europee nei settori bancario (EBA),
mobiliare (ESMA) e assicurativo (EIOPA)
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La riforma della vigilanza europea: i nuovi organismi
ESRB = European Systemic Risk Board
incaricato di sviluppare analisi sul sistema finanziario europeo, segnalare le aree di
rischio e formulare ove appropriato raccomandazioni di natura non vincolante
composto dai Governatori delle 27 banche centrali dell’Unione europea, dai Presidenti
delle tre nuove Autorità di vigilanza europee e da un rappresentante della
Commissione europea
tra i suoi compiti:
raccogliere e analizare tutte le informazioni rilevanti per monitorare e valutare i
potenziali rischi per la stabilità finanziaria;
emanare allarmi (risk warnings) qualora tali rischi possano originare conseguenze
significative
collaborare con il Fondo Monetario Internazionale, il Financial Stability Board e i
paesi terzi
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La riforma della vigilanza europea: i nuovi organismi
ESA = European Supervisory Authorities
Le ESA hanno i seguenti compiti:
• contribuire allo stabilimento di regole comuni e di prassi di vigilanza
coerenti a livello europeo (single rulebook)
• assicurare un’applicazione uniforme della normativa europea
• promuovere modalità coerenti di funzionamento dei collegi di
supervisori e assicurare una risposta coordinata delle autorità nelle
situazioni di emergenza
• costituire e gestire basi dati comuni attraverso la raccolta delle
informazioni microprudenziali necessarie per le valutazione dei
rischi del sistema finanziario, anche in collaborazione con l’ESRB.