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SISMAGAZINE questo giornale non ha valore periodico; stampato con il contributo dell’Alma Mater Studiorum

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SISMAGAZINE

questo giornale non havalore periodico;stampato con il contributodell’Alma Mater Studiorum

TESSERATI AL SISM...

...perché per noi coscienza e libertà sono valori importanti!

ImpaginatoreGiulio Vara

Correttore di bozzeHana Privitera Hrustemovic

OroscopoFrancesca MatassoniBeatrice Scarpellini

GiochiChiara Crescentini

Disegni Marianna Costa

CONTATTILa Redazione: [email protected]

Senza peli sulla lingua: [email protected]

La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società

il godimento di questi stessi diritti. Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, 1791

Dannazione, il blocco dello scrittore! Questa pagina bianca e questa barra lampeggiante alterano un equilibrio mentale già congenitamente instabile. Questa pagina dovrebbe essere simbolo di piena libertà d’azione, un territorio vergine in cui avventurarsi, eppure le dita temporeggiano. Perché incute timore? Perché la libertà implica sempre una scelta e scegliere significa rinunciare a qualcosa. In questo caso si tratta solo di delineare un pensiero, di organizzare le parole e scrivere, ma già solo queste semplici azioni comportano l’omissione di milioni di altri pensieri e parole. Eppure in certi momenti una scelta è necessaria, è vitale.

E’ necessario scegliere non solo di difendere i propri diritti, ma anche quelli di un altro, nel momento in cui qualcuno o qualcosa li mette a repentaglio. E’ un diritto vivere con dignità la propria giornata, nonostante disturbi o handicap fisici e mentali, è un diritto non essere isolati. E’ un diritto vivere il proprio corpo e la propria sessualità senza vergogna o sensi di colpa, dimostrare il proprio amore senza essere offesi o percossi.

Altrettanto importante è scegliere di costruire la propria persona ed il proprio futuro su basi solide, fornite da un’istruzione esemplare. Ed è necessario che quest’istruzione sia obbligatoria, gratuita e libera da indottrinamenti di ogni genere, al fine di promuovere la comprensione e la tolleranza fra i popoli. Lo dice la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 , non SISMagazine.

L’istruzione e l’educazione dovrebbero cominciare con l’insegnare il valore della nonviolenza, il rispetto per l’atro e per il mondo in cui viviamo. Non bisogna, però, incorrere nel comune errore di credere che nonviolenza sia sinonimo di arrendevolezza.

Tutto ciò vi sembra un libero sfogo privo di un qualsivoglia filo logico? Bene, tutto acquisterà un senso martedì 28 e mercoledì 29 maggio, al Rambler SISM Festival.Perché libertà è partecipazione. E lo dice il Signor G, non SISMagazine.

La Redazione

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IL MIO GIOCO DI RUOLO

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Questa sera ho litigato a lungo con mio padre. Abbiamo parlato di discriminazione, matrimonio, unioni civili. Ho sempre pensato fosse un uomo aperto, ma sono deluso.Sono deluso perché credevo che l’omofobia fosse frutto di ignoranza ed ingenuità e non ho mai vagliato la possibilità che le cose non fossero strettamente correlate. Mio padre si è diplomato al liceo classico poi si è laureato in medicina; non lo definirei certo ignorante. E’ un omofobo colto ed intelligente. Insomma, uno di quelli peggiori.La delusione è ancor più bruciante, perché mio padre è stato per lungo tempo il mio mentore, il mio idolo. Ho deciso di seguire i suoi stessi passi ed ora sono qui, un futuro medico. Come può un uomo che ha studiato il corpo umano e la sua psiche non capire? Come può non vedere? La mia rabbia è tanto feroce da costringermi ad allontanarmi, probabilmente non parlerò con lui per giorni.

“Riconosco la necessità di unioni civili, certo. Ma non chiamiamolo matrimonio”.Scandiva la parola matrimonio come se qualcuno battesse le mani ad ogni sillaba e si soffermava a lungo su quella R, arrotolando e facendo vibrare ad alte frequenze la sua lingua biforcuta.“Perché?”“Il ma-trrrri-monio è tale solo in quanto unione di un uomo con una donna; i gay hanno diritto ad unioni civili, è ovvio, ma che le chiamino con un altro nome. Chiamarle matrimonio lede la mia libertà di eterosessuale”.“Non credi che nel chiamarlo diversamente vi sia una sottile sfumatura di discriminazione? Non credi che le parole siano importanti?”“No, poco cambia”.

No, papà, le parole sono fondamentali.

“Per non parlare -aggiunge, con il sorriso di chi sta per giocare l’asso di briscola- dell’assurda idea dell’avere figli. E’ puro egoismo. Non capiscono quanto questo possa gravare sulle spalle di quelle povere creature, cresciute da due genitori dello stesso sesso. Uomo e donna sono complementari e possono dare insegnamenti differenti ad un figlio. E’ importante che in una famiglia siano presenti

entrambi. Credimi, non sono un ignorante che sostiene che da genitori omosessuali possano nascere solo figli omosessuali. Questo non c’entra. Credo solo che nella formazione completa ed equilibrata di una persona sia necessario avere una madre ed un padre. Per non parlare dei traumi a scuola. I bambini sono crudeli di natura; avere due padri o due madri non può che rendere questi ragazzi bersaglio di bullismo e prese in giro”.“Quindi se gli altri bambini sono crudeli, ignoranti ed omofobi è colpa dei due genitori omosessuali che hanno voluto creare una famiglia? Non credi che la colpa possa ricadere sui genitori eterosessuali che non hanno insegnato ai propri figli il rispetto e l’uguaglianza?”“Ascolta, la natura esiste per un motivo”.Eccola, la frase di chi non sa più cosa dire. L’ho sentita un milione di volte, ma mai avrei potuto pensare di sentirla pronunciare da mio padre. Una frase cui non ho replicato, perché il gelo che mi ha pervaso mi ha costretto ad andarmene in silenzio.

Negli ultimi anni ho acquisito maggiore coscienza di me e delle cose in cui credo. Durante la mia adolescenza ero un ragazzo intransigente ed estremista. Mi avevano insegnato che gli Zingari rubano e che i Musulmani picchiano le proprie donne. Liberarsi da una forma mentis di chiusura è un’impresa che richiede anni di lavoro e scontro con se stessi. La mia lotta intestina è stata lunga e sofferta; ogni giorno nei miei visceri ciò che mi avevano inculcato faceva a pugni con il genere d’uomo che volevo diventare. Chi nasce umile non può immaginare quanto sia complesso scendere dalla cattedra e smettere di giudicare.E poco a poco in questo aspro cammino il mito del padre perfetto, del mentore che mi guida con dolce fermezza si è sgretolato, mettendo in luce un uomo piccolo e meschino, intransigente e terrorizzato dall’idea di invecchiare.

A questo si è aggiunta improvvisamente una nuova conoscenza del mio corpo. Quando sperimenti nuove idee il corpo vuole seguire la mente, muoversi in armonia con essa. La

curiosità mi spingeva a non lasciare nulla di inesplorato, a percorrere ogni sentiero vergine. Ed è così che poco a poco ho capito di aver censurato a lungo una parte di me, di averla repressa ed incatenata. Ho nascosto per anni la polvere sotto ad un tappeto di giudizi superficiali ed evangelizzazione forzata. Un giorno ho alzato il tappeto e ho fatto una scoperta entusiasmante: quella che credevo polvere erano in realtà frammenti di cristallo colorato, oro, argento. L’accettazione di sé è l’unico vero passo che possiamo fare verso la nostra felicità.

Ho accettato da tempo me stesso, ma mi nascondo agli occhi di chi mi è accanto. Nonostante tutto, amo immensamente questo mio padre piccolo e meschino, che per amor mio ha sacrificato tutta la propria vita. Mi nascondo perché so che non mi accetterebbe, ma soprattutto perché so che ne soffrirebbe fino a morire. Mia madre invece capirebbe, ne sono certo. Credo che già lo sappia, che l’abbia sempre saputo. Sono proprio meravigliose queste donne.

Non sto bene, è evidente. Per mia natura non sarei portato a mentire, ma oggi non vedo altre soluzioni. Quindi fingo, invento, creo storie per sfamare la loro curiosità, per placare la loro sete di racconti di vita. La notte vesto i miei panni, ma di giorno vivo in una bolla di bugie, mi agito in sabbie mobili di personaggi fittizi. Oggi sono fidanzato con Federica, domani chissà. Federica esiste realmente; è la mia migliore amica. L’unica a sapere la verità, egregiamente copre ogni mia falla e si presta a questo bizzarro gioco di ruolo. E’ deliziosa, Federica. Per qualche tempo ho persino creduto di amarla. Lei ha conosciuto la mia intima natura ancor prima che io la scoprissi. Federica vede quanto il mio animo sia strattonato dalla foga di non deludere nessuno e sa bene quanto una carezza mi possa calmare. Così è contenta che io trovi ristoro in Marco.

E’ quest’odore che mi fa ritrovare la calma. Questo profumo di noi, che mi entra nella gola, nelle narici e si insinua nel mio lobo temporale. Un flash, uno schiaffo. L’odore

della sua pelle e delle carezze che mi fa, nudo, spingendo la sua gamba contro la mia fino a farle combaciare perfettamente, dopo aver fatto l’amore. E’ l’armonia delle nostre pelli, di quei suoi capelli sempre puliti, di quel contatto. E’ la carne dei suoi fianchi, delle sue spalle. E’ l’amore della mia vita? Non sono domande cui posso dare risposta quando le endorfine scorrono dolci e melliflue nelle mie vene. Vere e proprie gocce di gioia, come il sudore che dal mio collo scivola lentamente sul mio petto. Ed è in quel silenzio buio, quando i nostri respiri tornano regolari dopo l’accesso dell’amplesso, che trovo la pace. Un animo inquieto come il mio fatica a trovare ristoro, eppure in quella pelle tutto è differente. Guancia contro guancia, la sua mano sul mio fianco, la mia gamba contro la sua, l’altra mano che si perde nei miei capelli.

E in questi rari momenti, nei quali il mondo mi appare leggero, ho il coraggio di sussurrare: “papà, io amo un uomo”.

Enea

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SISM, VIAGGIARE!

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“Katowice, 19th September 2012 02:30 pmOn the way back from the Hospital

Cari mamma e papà,vi scrivo sperando di farvi arrivare le mie emozioni. Difendo la vita con tutte le armi che possiedo, di cui la più affilata e potente è il mio sorriso. Pretendo che le mie mani possano dare dignità ad un corpo ormai moribondo, impegno i miei occhi su quelle lenti e conto e nomino cellule che mi narrano il futuro di un corpo e della sua anima. Mentre mi affanno nel prendermi cura di Izabela, Natalia e Alexandra comprendo che non mi è mai stato donato così tanto; sono labbra secche che si tendono a delineare sorrisi e livide mani che mi cercano nella solitudine dell’attesa di un midollo e mi sfiorano e mi toccano come se mi conoscessero da sempre … tutto questo dà spessore alla mia vita.Con affetto,Esmeralda”

Non ho mai avuto pace, sono un spirito libero. Nessuna terra e nessun luogo mi hanno mai contenuta, trattenuta, posseduta.Lei si chiama Polonia e per la prima volta ho sentito di poter restare lì in eterno, di essere da Lei contenuta, trattenuta, posseduta. Lei mi ha nutrito, come una balia nutre il lattante che le è stato affidato, e riscattato come la vallata che si osserva alla fine di una dura scalata. Lei, Polonia, terra a pochi nota nella sua vera essenza, terra macchiata da fumate che puzzavano della carne di un operaio, di una madre, di un futuro adolescente con una stella cucita sull’abito, terra spruzzata di fiori con colori vivaci che nascono ovunque anche se concimati da una storia violenta, terra fertile per una gioventù che vuole emergere, terra che sporca non solo i piedi ma anche il cuore di chi l’attraversa, terra che ti dà una nuova identità e ti chiede di tornare perché un po’ le appartieni.Quella terra ha per me gli occhi dei miei 15 compagni di viaggio, parla le nostre 15 lingue di origine e ha il

cuore dello staff dell’IFMSA di Katowice. Come potervi narrare di quelle notti con i piedi congelati dal Mar Baltico o di un club creato dalle sole ragazze del gruppo che si riuniva ogni sera al tramonto chiamato “la casa di nonna” o di quella corsa per accompagnare, tutti in gruppo, uno di noi a prendere il treno che gli avrebbe dato la più grande storia d’amore della sua vita? Come? Come potervi introdurre alle nostre diversità, a quel velo intorno al volto e alla paura per il genere maschile delle ragazze islamiche? Come?“Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto!” Potrei narrarvi dei miei passi dubbiosi il mio primo giorno in ospedale e di come presto si siano trasformati in rapidi e sicuri grazie al mio mentore. Mi presentai avvolta nel mio camice bianco: in quella veste raccoglievo la mia identità e le mie conoscenze da studentessa italiana. Mi strinse forte la mano e mi privò della mia certezza, mi invitò a indossare una divisa azzurra: niente camice bianco, niente Italia. “Tu sarai sempre con me, sarai nel mio team, ed io cercherò di insegnarti il più possibile!” Tolto il camice svanì ogni paura ed ebbi il coraggio di mettermi in gioco. Ogni secondo della nostra giornata era cadenzato da acute domande e incalzanti interrogazioni, anche davanti ai pazienti. Non potevo sbagliare, la sua fama di severo professore si faceva sempre più evidente, ma con essa anche quella di uomo eccezionale. Per ognuna delle mie risposte c’erano sempre e solo queste due frasi: “ok, Esme” oppure “no Esme, per domani studi da pagina… a pagina…”. E l’indomani mattina, al mio buongiorno, lui rispondeva con una domanda proprio sulle pagine indicate.La mia giornata in reparto era pienissima: alternavo la formazione delle mie competenze pratiche (cvp, toracentesi, biopsie ossee) al mio esercizio sul microscopio, all’attenzione e all’affetto verso le ragazze che seguivo e allo studio dei testi che mi venivano dati. Ero così felice! Lottavo anche io al fianco di Izabela, Natalia e Alexandra per rendere possibile l’esecuzione di quel trapianto!“e questo, a quel ch’i’ vidi, è tanto, che non basta a dicer‘ poco’”.Potrei condividere con voi la lunga notte in

Lei Polonia, terra dal profumo di vita

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cui attraversammo la Polonia, dall’estremo sud all’estremo nord, dei racconti che mi cullavano e di quelli che mi turbavano, come la ribellione di un giovane medico egiziano che dolorosamente mi confidò del matrimonio combinato che lo stava attendendo al suo ritorno in patria. Potrei parlarvi di quella faticosa scalata a Zakopane per raggiungere una delle cime più belle e il suo lago e di come cadenzavo il mio passo su quella ripida salita dicendo “it used to be a lake!”, ingannando così la fatica.Vorrei comunicarvi quello che ho vissuto ma non riesco. Mi appiglio così a questi lampi di immagine perché possano darvi un’idea. Vorrei anche provare a dirvi che al mio ritorno in Italia ho cambiato tutto: ho cambiato vita, casa, sorriso, ragazzo, divertimenti, priorità … Ma forse non ho cambiato niente per davvero, perché sono tornata ad essere me stessa, senza contaminazioni pericolose, senza quell’aria da persona impostata e satura di cose che

non le interessano, senza quell’ansia di dover star bene a tutti i costi perché era la scelta giusta per gli altri, senza essere per forza perfetta e senza alcun senso di colpa.Lei, Polonia, terra dal profumo di vita: vita negli occhi di quelle donne, nei miei che cercavano la loro salvezza e in quelli di chi mi ha fedelmente accompagnata nel mio viaggio.

Esmeralda Tatti

MA VOI CHI SIETE?

La SCORP, Standing Committee for Human Rights and Peace, racchiude al proprio interno un universo dalle mille sfumature, spesso a noi estraneo. Per conoscere meglio le attività di questa importante area del SISM dobbiamo rivolgerci ad Asia, straripante fiume di idee.

La prima domanda è quella di rito: Il SISM è definito come un’associazione apartitica e blablabla. Sul serio, cos’è per te il SISM?Il SISM è tutto quello che è Medicina, ma non trovi scritto nei libri. E’ una Medicina quasi a 360 gradi, un respiro più ampio del libro che si compra e si impara per l’esame. E’ un allenamento, in tutti i sensi: impari a collaborare, cooperare, aiutare, organizzare, programmare, pianificare; praticamente ti ritrovi sempre nella merda per tempistiche strette, per burocrazie inimmaginabili, ti ritrovi con l’acqua alla gola ogni giorno, con mail intasate da nuovi messaggi, ti ritrovi impegnata anche il giorno del tuo compleanno, ma lo fai perché il SISM riempie davvero i vuoti che l’Università lascia. E’ entusiasmante ritrovarsi insieme con mille progetti/idee e vedere che passo dopo passo dei semplici studenti le realizzano insieme, donando tempo agli altri, perché davvero il tempo per queste attività ha un valore e una potenza immense: è condividere un entusiasmo con gli altri e coinvolgerli nel tuo entusiasmo.Raccontaci di un incontro particolare che avete fatto grazie al SISM.Qui faccio la diplomatica: tutti gli incontri sono stati particolari e interessanti. Ognuno mi ha dato qualche idea, spunto, spinta per andare avanti... Non so perché, ma nel SISM trovi davvero diversità e molteplicità che ti arricchiscono.

Qual è il progetto che ti ha maggiormente coinvolto?Il progetto che mi ha appassionato maggiormente è sicuramente stata la serata che io e Linda abbiamo organizzato con Piazza Grande. Essere riuscite, con un contest fotografico, con l’asta e con parte dell’incasso serale del locale Alto Tasso, a raccogliere quasi 500 euro per aiutare una famiglia senza casa a trovarne una e pagarsi parte dell’affitto è stato un successo. Da qualche idea messa insieme e proposta da Linda siamo arrivate ad un piccolo traguardo. Forse può essere visto come una goccia nell’oceano ed effettivamente lo è, ma è già qualcosa. Nonostante qualche problema organizzativo dell’ultimo minuto siamo riuscite comunque a concludere l’evento nella Giornata Mondiale dei Diritti dell’Uomo - ci piacciono le sfide!

Gira voce che la SCORP sia l’area dei fricchettoni. Cosa avete da dire a vostra discolpa?Sì, siamo quelli più “scancassati”, di norma ci trovate distesi dalle 2 di pomeriggio in piazza Verdi a brindare a qualsiasi cosa succeda, con vino e birra. La sera invece passiamo il tempo in qualche centro sociale per organizzare rivoluzioni e la mattina siamo troppo sfatti per alzarci dal letto. Ahahah no, questi non siamo noi!! Forse per le tematiche che trattiamo (migranti, determinanti di salute, cooperazione sanitaria..) veniamo considerati un po’ Hippy-style, ma in realtà non lo siamo più del resto del SISM (fate un giro per crederci!). La competizione non l’ho mai avvertita, ognuno è indispensabile, ogni area è SISM e tutti siamo dei motori attivi che portano avanti questa bellissima realtà.P.S. Smettete di dimenticarvi nelle presentazioni dell’area SCORP!!! Ci siamo anche noi!

intervista ai coordinatori delle aree del SISM

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SISM, VIAGGIARE

Perché prendere parte attivamente alle attività della SCORP?Prendere parte alla SCORP non è indispensabile, non è necessario, non è obbligatorio. Sapere invece di cosa tratta e conoscere le tematiche affrontate è parte dell’essere medico. Non si può essere medico, ma medico davvero, senza sapere cosa siano i determinanti di salute, senza conoscere la realtà dell’immigrazione in Italia, senza riconoscere come fondamentale il DIRITTO alla salute, senza tener conto che esiste un rapporto stretto tra ambiente e salute e che questo rapporto oggi è sempre più evidente, sotto i nostri occhi. Sono temi basilari per la carriera futura di ogni medico - evitarli, non conoscerli e non riconoscerli non fa che lasciare lacune, vuoti, perdite. E sono temi che non saranno certo trattati nei manuali né nei tomi da 1000 pagine che dobbiamo studiare.

Progetti futuri?Troppi! Vorremmo parlare di cooperazione sanitaria, del tirocinio a Wolisso, in Etiopia, vorremmo organizzare una serata a tema etiope; abbiamo iniziato un Corso di Medicina Transculturale (Mind the Gap); vorremmo avviare qualche progetto sull’ambiente e la salute, stiamo completando la serie di incontri di Medicina Cinese. Insomma non ci mancano le idee! Chiunque sia interessato a collaborare e aiutare nell’organizzazione è il benvenuto.

Sempre più spesso ci viene detto quanto la figura del medico debba essere completa, dal punto di vista professionale ed umano, ma siamo ben consapevoli che l’università non ci dia gli strumenti necessari per una formazione a 360°. La SCORP permette a tutti noi di aprire i nostri orizzonti verso tematiche che difficilmente ci verrebbero proposte altrimenti. Il mio consiglio, quindi, è quello di aprirsi finalmente a

qualcosa di nuovo e diverso e sperimentare.Concludo con una citazione di Rudolf Virchow (sì, proprio quello della triade), che in sé racchiude gli ideali che troviamo alla base della SCORP: “Il medico è l’avvocato naturale del povero. Se la medicina vuole veramente adempiere al suo grande compito, essa sarà obbligata ad intervenire nella vita politica e sociale e dovrà denunciare gli ostacoli che impediscono il normale fiorire dei processi vitali.”

Benedetta Orsini

VI VERI VENIVERSUM VIVUS VICI

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All that you touch All that you see All that you taste All you feel. All that you love All that you hate All you distrust All you save. All that you give All that you deal All that you buy, beg, borrow or steal. All you create All you destroy All that you do All that you say. All that you eat And everyone you meet All that you slight And everyone you fight. All that is now All that is gone All that’s to come and everything under the sun is in tune but the sun is eclipsed by the moon.Pink Floyd -Eclipse-

Arriva un momento, una stagione, un luo-go, una melodia, una visione, in cui finisce il mondo fuori. Comincia un mondo dentro, uno spazio escluso dalla sfera tangibile, in cui nessuna inferenza è più possibile, in cui aggettivi, nomi, declinazioni non trovano più un corrispettivo solido cui aderire.E restano solo lettere confuse e sospese, come i passi dispersi di un pensiero che tenta di de-scrivere la realtà, di definirne i contorni e lam-birne la superficie. Le qualità del mondo si fanno apprezzare vi-vide e sincere sotto la luce, il giorno permette che esistano nella pienezza dei loro colori, nella consistenza sinuosa delle loro forme, nella misteriosa presenza delle loro ombre. Nelle loro ombre le cose rappresentate posso-

no sommarsi infinitamente, dando luogo al medesimo scorcio, con esattamente la stessa densità e colore: curiosamente le ombre sono forse più cose delle cose st-esse. Se il giorno è il dialogo tra un mondo che c’è ma non può agire e un uomo che c’è in virtù della sua interazione con il mon-do, dentro il buio cosa c’è?Dove va il mondo quando non è più pos-sibile rappresentarlo?Quando i bordi si sciolgono, i colori si fon-dono, le forme si perdono nell’assenza di luce, ordine non c’è più ma esistono infi-nite possibilità di disordine, lì il pensiero comincia il suo soliloquio. Nel nero di una luce spenta tutto per-derebbe contrasto, non ci sarebbe più diversità, sfondo necessario perché ogni unicità trovi il suo senso d’esistere.Nel buio non può che trovar vita solo la memoria degli oggetti, nel buio possiamo tentare una bieca ricostruzione, il buio è ipotesi del mondo, immaginazione dis-perata e irrealizzata.Uno dei pericoli più gravi in cui può in-correre un uomo nella sua vita è abitu-arsi al mondo.L’abitudine al mondo è il risultato di anni e anni di pratica. Si pensi ai bambini: continuano a puntare il dito a destra e sinistra perché sono ripetutamente col-piti dalle cose che vedono. Il mondo ha occhi e orecchie, ma non per guardarci e sentirci. Quando i nostri sensi si fanno distratti, l’udito meno fine e lo sguardo meno vigile, la coscienza as-sopita e l’intelligenza fiacca, anche la re-altà entra in coma. Insufficienza mentale acuta.“Siamo noi l’enigma che nessuno decifra.

Siamo la favola racchiusa nella propria immagine. Siamo ciò che continua ad an-dare avanti senza arrivare mai a capire”.Siamo noi che abbiamo l’obbligo esisten-ziale di vivere, di capire, di domandarci, di non smettere mai di stupirci. L’obbligo di pensare a colori.Pensare in bianco, con spirito virginale, con neutralità, sempre più vicini alla verosimiglianza che all’interpretazione. Pensare in rosso, legittimati ad emozion-arci, a sentire con le corde più viscerali della mente, vivere con la pancia, giustifi-cati a non cercare una base logica. Pensare in nero, cercando ciò che è falso, scorretto, sbagliato, mettere in disaccor-do, sollevare la controversia. Pensare in giallo, fregare il pessimismo, praticare la fantasia, offrire suggerimenti, riempire il bicchiere mezzo vuoto, sceg-liere la migliore ipotesi.Pensare in verde, essere praticamente cre-ativi e creativamente pratici, alimentare il futuro, andare oltre il noto, movimen-to trasversale e asimmetrico, apparente-mente alogico.Pensare in blu, definire il problema, cer-care le giuste domande e orientare il pen-siero, controllare le idee. Coreografia della mente.

Pensare è la massima risorsa dell’uomo. Noi ci vogliamo provare.RamblerSism. 28/29 Maggio 2013.

Alessia Salamina

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RADIOTERAPIA

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Lorenzo Costantino Cherubini, meglio noto come Jovanotti, nasce a Roma nel 1966 da una famiglia toscana, originaria di Cortona dove tuttora il cantautore vive.La passione per la musica è molto precoce, tanto che a soli 14 anni inizia, grazie al fratello Umberto, a lavorare come disc jockey prima nelle discoteche di Cortona ed in seguito anche della capitale. Sarà Claudio Cecchetto a scoprirlo e a invitarlo a lavorare con lui. A 19 anni Lorenzo si trasferisce a Milano e inizia a trasmettere dai microfoni di Radio Deejay, con lo pseudonimo di Jovanotti. Inizialmente il nome d’arte che Lorenzo s’era scelto era “Joe Vanotti” ma il tipografo, a cui aveva commissionato una locandina promozionale per una serata, commettendo un errore, scrisse “Jovanotti”, nome che poi avrebbe fatto la fortuna del cantautore.Dalla passione per la musica, per le discoteche, per il rap nascono i suoi primi dischi: “Gimme Five”, “E’ qui la festa?”, titoli dei suoi primi successi che anticipano l’album d’esordio “Jovanotti for President” dove sono contenuti singoli che finiscono nelle prime posizioni delle classifiche e che gli valsero l’invito al

Festivalbar come ospite d’onore. Nel frattempo si propose al pubblico anche come Gino Latino e sotto questo pseudonimo collaborò con Albertino di Radio Deejay nella realizzazione di un progetto più marcatamente dance da cui uscirono solo due brani, “Yo2 e “Welcome”.Nel 1989 il disco successivo “La mia moto” lo porta addirittura a Sanremo con il brano “Vasco” per il quale il pubblico lo venera, mentre la critica lo stronca, facendolo diventare il simbolo della cultura giovanile del tempo, tutto rap, locali notturni e bella vita.Oltre a continuare a presentare programmi in radio, diventa anche una star televisiva grazie a Deejay tv e al suo programma “1, 2, 3...casino” con il quale porta in Italia i grandi nomi dell’hip hop, come Public Enemy e Run DMC.Dopo Sanremo e un’esperienza come Vj a MTV, Lorenzo parte per il servizio militare: questo lo allontana dai media, ne riduce la notorietà ma gli permette di crescere. Registra infatti un album diverso dal suo solito rap: “Giovani Jovanotti”. L’album non ha molto successo, ma

comprende alcuni suoi classici come “Ciao Mamma” e “Gente della notte”. Segue un altro periodo di riflessione che porta al nuovo disco: “Una tribù che balla” dove viene recuperata la ritmica rap alla quale affianca testi di spessore, tanto che Lorenzo stesso lo definisce “50% contenuto e 50% movimento”. Alcuni critici definiscono quest’album come una svolta artistica ma lo stesso Jovanotti sostiene di non percepire una particolare discontinuità rispetto alla sua precedente fase produttiva. È però da questo momento che appaiono nei suoi testi i temi dell’impegno politico e sociale che avrebbero caratterizzato in modo sostanziale la sua produzione successiva.Il cambiamento è portato avanti con l’album seguente “Lorenzo 1992”, un capolavoro di sintesi tra testi e musiche sufficiente a riconsegnargli il grande successo da classifica e permettergli di partire insieme a Luca Carboni per un tour seguitissimo e originale, nel corso del quale i due si alternano sul palco. Nel frattempo l’album vola in classifica consegnando al pubblico un nuovo Lorenzo, convinto dei propri testi

JOVANOTTI

tanto che la critica cessa di bersagliarlo per lasciare spazio ad uno stupito interesse nei suoi confronti: Jovanotti inizia infatti ad interessarsi di temi sociali e non perde occasione di manifestare le proprie opinioni, dicendo la sua con un candore talmente sincero da risultare contagioso. “Lorenzo 1994” è l’ulteriore passo avanti su questa strada e contiene il brano che segna il suo nuovo manifesto: “Penso positivo”.Quello espresso dalla canzone non è in realtà un credo nuovo al cantautore: mantiene infatti un forte legame con l’esigenza di guardare avanti che ha sempre caratterizzato la sua musica. È cambiato invece molto il modo di esprimere questa convinzione, raccontandola con un’altra profondità.Un altro grande successo è “Serenata Rap” che diventa la canzone d’amore più programmata dell’anno non solo in Italia ma anche all’estero, dove Lorenzo si afferma grazie a varie tournèe, che gli permettono di viaggiare, traendo ispirazione per successive produzioni.“Lorenzo 1990 - 1995” è la prima raccolta di successi di Jovanotti, ma contiene anche due nuovi brani, “L’ombelico del mondo” e “Marco Polo”, brani che apriranno una nuova fase nella sua produzione musicale, quella della ricerca.Nel 1998, pur non producendo dischi, Lorenzo rimane estremamente attivo. Espone infatti i suoi quadri nell’ambito di vari festival, esordisce come attore nel film “I giardini dell’Eden” di Alessandro D’Alatri e soprattutto pubblica il libro “Il grande boh!” (poi..vuol fare altro?! Ndr), un taccuino di viaggio nel quale racconta il mondo visto durante i suoi frequenti spostamenti, che viene accolto con entusiasmo dalla critica.Alla fine del 98’ Jovanotti diventa padre e la sua gioia è raccontata dalla ninna nanna “Per te”, uno dei successi dell’album “Capo Horn” del 1999. Il 1999 è anche l’anno della guerra del Kosovo, per la quale Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù scrivono “Il mio nome è mai più”, i cui proventi vengono devoluti interamente ad Emergency. Ma l’impegno politico di Lorenzo non finisce qui. Infatti memorabile è l’esibizione al festival di Sanremo del 2000, quando canta l’inedito “Cancella il debito” (con dedica a D’Alema, l’allora Presidente del Consiglio), che porta alla ribalta il problema del debito estero dei Paesi del terzo mondo. Il brano scatenerà una serie di polemiche. Dopo una pausa, Jovanotti torna sulla scena musicale italiana all’inizio del 2002, quando esce “Il quinto mondo”, seguito nel 2005 da una raccolta di inediti, “Buon sangue” e nel 2008 da “Safari”, che contiene la canzone “Fango”, dedicata ad Umberto, suo fratello, quello che l’aveva inserito per primo nel mondo della musica, deceduto in un’incidente aereo.Nel 2010 esce “Baciami ancora”, colonna sonora

dell’omonimo film di Muccino con il quale si aggiudica il David di Donatello come miglior colonna sonora originale.In seguito collabora con Cesare Cremonini alla realizzazione del singolo “Mondo” e, dopo una breve tourneè all’estero, viene annunciata la lavorazione della sua ultima fatica, “Ora”. L’album esce nel gennaio 2011, anticipato dal singolo “Tutto l’amore che ho” e contiene tracce molto conosciute, tra le quali citiamo “Il più grande spettacolo dopo il big bang” e “Le tasche piene di sassi”.Per descriverlo mi sembrano molto efficaci le parole del critico Gianni Sibilla:“Si possono dire diecimila cose su ogni disco di Jovanotti. Magari in qualche sottotitolo avrete letto che questo è un disco dance. Le diecimila cose che si possono dire sono ovviamente tutte legittime, a seconda del punto di vista che si sceglie per affrontare il disco. Ma se dovessimo scegliere una sola delle diecimila cose che si possono dire sarebbe: “Ora” ha un grande sound. Che non è propriamente dance o, meglio, non è soltanto dance. Ma elettronico sì, con diverse sfumature dei suoni sintetici, a servizio di canzoni-canzoni. C’è “Un po’ di apocalisse e un po’ di Topolino”, in questo disco, come canta Lorenzo nella canzone di apertura, “Megamix”: l’apocalisse sono i suoni, ora incalzanti, ora più rilassati, ma comunque mai banali. Topolino è la melodia, a cui Lorenzo non rinuncia mai.”Rockol.it, Gianni Sibilla Lorenzo, o meglio Jovanotti, uno dei più grandi cantautori e dei più eclettici musicisti italiani in attività, si esibirà a Bologna il 15/06 allo Stadio Dall’Ara.Si prospetta un sold out: conviene muoversi.

Consigli per gli acquisti:1. Daft Punk - Random Access Memory - 2013 Columbia Records2. Jovanotti - Backup 1987 - 2012 - 2012 Universal Music Italia3. Imagine Dragons - Night Visions - 2012 KIDinaKORNER/Interscope Records4. Macklemore & Ryan Lewis - The Heist - 2012 Macklemore LLC5. Justin Timberlake - The 20/20 Experience - 2013 RCA Records

Matteo Fermi

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POESIA

Serenata in rima baciataScritto da Paquito Puto Loco

Con questa rima baciatati canto la mia serenata.Vorrebbi che di me t’innamorassicome l’onda s’innamora dei sassi,li bacia e scappa viama poi torna, piena di gelosia.A squola però non ci ho andatoquindi forse mi son sbajiato,non so se questa è una rima baciataoppure incrociata, allargata o schiacciata.L’unica schiacciata che conosco,è quella del panificio di fianco al chiosco,giù in paesegestito da quel ragazzo di Marcianese.Quella schiacciata è molto buona,mi fa venir l’aquolina fino in gola.Ma per impressionartidella Divina Commedia ho letto due canti.Ed ora,come Dante con Aurora,ti scrivo cueste parole,a te che sei, la più mijore!

P.S.: vorrebbi che il bacio non se lo davan solole rime fra di loroma, se vuoi,che ce lo davamo pure noi.

Di sangue, petrolio e dolore

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Di sangue, petrolio e dolore

Quando mi chiudo la porta alle spalle, sento l’aria piombarmi in fondo ai polmoni con il risucchio dei presagi più tristi. Il corridoio è illuminato fiocamente dalla luce di una primavera che, là fuori, non si decide ad arrivare. Le porte sono tutte chiuse, a ricor-darmi che oggi è sabato e le valigie sono state fatte ieri, lasciando ad Alessandro il tintinnare vacuo di una solitudine ben accetta. Ma ci sono voci basse, mormorii indistinti, a tracciare un sentiero che i miei passi devono seguire, laggiù, fino all’unica porta sempre aperta.Affaccio il viso all’interno dell’ampia cucina, e i miei occhi fanno ap-pena in tempo a mettere a fuoco i corpi che la occupano che subito la piega vivace delle mie labbra scompare.Gli angoli vengono piegati in basso dall’incontrastabile gravità, qual-cosa che non puoi combattere nemmeno sforzandoti.I fianchi stretti di Alessandro sono poggiati gravemente contro il ripi-ano del lavandino, le braccia mollemente incrociate contro il petto, il viso chino che sembra una maschera dura, gli occhi fissi alla figura seduta accanto al tavolo.È Gabriele.“Ciao, Fausta” mi saluta, accennando un sorriso che non prova nem-meno a combatterla, questa gravità.Ha un occhio pesto, violaceo di sangue coagulato, il labbro spaccato, l’aria pallida di chi ha la rassegnazione a camminargli in processione nelle ossa.“Che è successo?” Ale non si muove, a stento accenna a un saluto con il capo. Gabriele si passa la mano sana tra i capelli biondi, scombinati: l’altra è bianca di una fasciatura stretta, le dita peste e le unghie scure.“Allora?” chiedo ancora, avvicinandomi.La tensione, tra loro, è così solida che mi sembra di attraversare un muro di cemento. La voce rauca di Bon Iver, non so da dove, canta di colpe e lupi e mattine dure come sentenze.Di cose andate perdute.“L’hanno pestato, non si vede?” la voce di Ale è schietta, eppure lon-tana.Spalanco gli occhi mentre Gabriele socchiude i suoi.“Perché? Chi? Quando?” le domande sfuggono tutte insieme dalle mie labbra, districandosi fremendo dal nodo che mi si era formato in gola.“Ieri sera” continua Alessandro, “Perché è gay, sieropositivo ed inca-pace di farsi i cazzi suoi”Perché è gay, sieropositivo…Gay.Sieropositivo.Il mio campo visivo è occupato da una colata d’inchiostro nero, petrolio appiccicoso che si attacca al pallore scolorito della mia carne.Sono gli occhi di Gabriele, due buchi di nulla più tristi per me che per se stessi.Sieropositivo.

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“Siediti, Fausta”Mi lascio cadere sul legno scricchiolante e lui, adesso più di prima, ha la parvenza di un grosso contenitore trasparente ripieno di sangue infetto. E anche io, bambina capricciosa, sono diventata così agli occhi del mondo?Gay. Penso. Sieropositivo.Mi sorride malamente, questo ragazzo che arranca per cercare la reden-zione, le spalle curve sotto il peso dei suoi errori. Dei suoi peccati. Anche il mondo è petrolio, è colla densa e viscida, un luogo dove le minoranze esistono per essere schiacciate dalla massa conforme a se stessa, dove il diverso è il mezzo per imporsi.Omosessuale e malato.Degno di essere deriso, emarginato, picchiato, ignorato, sbeffeggiato.“Mi dispiace” Sono due parole. Quasi uno spreco di fiato che potrebbe essere impiegato in qualsiasi altro modo, ma io non lo so. Ho solo queste e niente altro. Perché io non lo so come ci si sente ad abitare la sua pelle. Non so cosa si provi ad esser fissati con disgusto, a nascondere se stessi per sciogliersi in mezzo a chiunque altro. Non so cosa si provi a non essere chiunque altro. “Per la sua idiozia, spero” piomba Alessandro di nuovo, che alla malattia e all’omosessualità neanche pensa.Gabriele scuote la testa con aria ironica, incredibilmente perduta.“Il genio ha perso una settimana di lavoro”È un modo efficace per distogliere l’attenzione da ciò che veramente im-porta, da quella miriade di pensieri banali che ruotano come satelliti im-pazziti attorno all’evidenza della discriminazione.Di quanto, a volte, la superficialità della gente possa ferire.Di quanto, a volte, non puoi farci proprio niente, se non offrire una casa e curare ferite, senza che t’importi di quanto il sangue che ne spilli fuori possa essere pericoloso.Il pomeriggio stempera le ore nella cucina di una casa di studenti qual-siasi, in una città del nord come ce ne sono tante, la luce aranciata che penetra dalle finestre a piovere su tre vite allacciate tra loro.E quando è sera, quando cammino sull’asfalto umido di pioggia appena caduta, mi chiedo quando arriverà il giorno in cui il dolore di uno marchi-erà tutti.

Dysdaimon

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OROSCOPIA

ARIETEL’istruzione è un tema delicato, per il quale avete sempre lottato. “Scuola pubblica o privata?”la scelta sembra scontata,ma in momenti di crisi sociale

la discussione diventa essenziale.Difendete questo dirittoE rendete reale ciò che è scritto.

TOROLe catene della societàScioglierete con abilità;La libertà è uno dei maggiori dirittiE su questo non starete mai zitti.Mettete a fuoco l’obiettivo

Per un coinvolgimento più attivo.Per la libertà voi lottereteFino a quando forza avrete.

GEMELLIDi così convinti attivistipochi se ne sono visti;combattete per i vostri ideali, senza mai esser sleali.Il senso di giustizia per voi è forte

E con questo sfonderete molte porte.Creare un futuro miglioreSarà l’obiettivo delle vostre ore.

CANCRO Il valore dell’aspetto familiareÈ un valido motivo per cui lottaree voi un po’ controcorrenteLo difendete contro quella genteChe ne svilisce il significato

Credendolo valore antiquato.Necessario per una nuova stabilità,Difenderete questo diritto con volontà

LEONE“Meglio tardi che mai”, vi dicono spesso.Ora cercate di capire il nessotra questo proverbio e il vostro difetto(d’altronde si sa, nessuno è perfetto).Rimandare è il vostro sport preferito

nel fare ciò che non vi è gradito.Ma prima o dopo fortunatamenteconcludete tutto diligentemente.

VERGINE“Chi la fa l’aspetti”, certo è azzeccatoper quelli che di rispetto vi han mancato.Siete sempre abituati a lasciar passarei brutti gesti e le parole amareche verso di voi vengono rivolte,

spesso fingendo di non averle colte.Ma è il momento di reagire,una piccola vendetta vi potrà alleggerire.

BILANCIA La vita di relazioneHa per voi una fondamentale funzione:poter avere un appoggio sicuroè il miglior rimedio in un periodo scuroed il conforto del proprio compagno

vale più di qualsiasi guadagno.Per questo diritto voi combattetea prescindere dal genere a cui appartenete.

SCORPIONE Estroversi ed espressivi,Solo così ci si sente vivi;se ciò che si pensa non si esprimesi rischia di non riuscire a far più rime!Il diritto alla libera espressione

Dovrebbe esser per tutti l’occasioneDi spiegar ciò che si èe avvicinare gli altri a sé.

SAGITTARIO“diritto alla ricerca scientifica”:Tutti sappiamo ciò che significaMa poco di concreto si riesce a fareContro un dogma difficile da superareL’innovazione, il progresso

(Contro un modo di pensare regresso)E la Possibilità di salvare vite nuovesono la spinta che vi muove.

CAPRICORNOL’integrità fisica e moraleÈ un presupposto per il vivere solidale:il rispetto per il prossimoha per voi il valore massimo.Cosa giusta e buona

Sia la tutela della personaPartendo dalla nostra societàFino all’intera umanità.

ACQUARIOIl diritto all’onore della personaÈ un concetto che chiaro vi suona:spesso vi siete trovati alle stretterapportandovi con persone scorretteche vi hanno girato le spalle

raccontando in giro un sacco di “balle”;ma avete trovato presto il riscattocome in una commedia all’ultimo atto.

PESCISiete pacati e molto equilibrati:se vi avessero tutti imitatidella questione non si discuterebbee nessun conflitto più ci sarebbe.Della pace si sta parlando,

che sempre più si sta confinandoanziché esser divulgata e per il mondo predicata.

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GIOCHI

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Per informazioni e per consultare la versione online di SISMagazine:

bologna.sism.org