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9 Il programma di formazione e inserimento destinato a oltre 350 giovani Le competenze per la trasformazione e per la nostra leadership Superinternet, l’offerta che offre il massimo della tecnologia ADSL Parlano i colleghi della funzione Technical Infrastructures Tutti insieme App... assionatamente Anno 3 numero 1 – Aprile 2012

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9Il programma di formazione e inserimento destinato a oltre 350 giovani

Le competenze per la trasformazione e per la nostra leadership

Superinternet, l’offerta che offre il massimo della tecnologia ADSL

Parlano i colleghi della funzione TechnicalInfrastructures

Tutti insiemeApp... assionatamente

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L’Editoria di Telecom ItaliaScarica l’applicazione L’Editoria e consulta i prodotti editoriali di Telecom Italia.Disponibile su Apple Store, Google Play (Android) e TIM Store, l’app viene alimentata con i periodici Sincronizzando e Notiziario Tecnico.Puoi effettuare il download dei prodotti di tuo interesse e consultarli anche offline in versione orizzontale e verticale.La lettura è semplificata grazie all’indice dinamico e alle miniature delle pagine visualizzabili. Attraverso il multitouch è possibile effettuare lo zoom e scorrere le singole pagine.

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L’EDITORIALES

incronizzando anno terzo. La nostra rivista taglia questo traguardo e traccia un primo bilancio. Con nove edizioni realizzatee con lo speciale dedicato ai claim delle funzioni Domestic, Sincronizzando prosegue la diffusione

della cultura di impresa presso i nostri key stakeholder e i seniores dell’ICT che ricevono regolarmenteil periodico.

La rivista si candida sempre più a qualificarsi come “rivista delle persone, per le persone, realizzatadalle persone”, come dicono i numeri. Più di 120 colleghi hanno contribuito alla stesura di oltre 350testi e altri 20 alla realizzazione di circa 750 photoreportage con più di 3.000 scatti: le persone evi-

denziate in “Hanno collaborato” in terza di copertina, aumentano esponenzialmente a ogni numero.

Circa 2.000 copie sono state distribuite presso i più importanti atenei italiani nel corso di impor-tanti appuntamenti con gli studenti, per far conoscere da vicino spicchi di vita aziendale e dellasua comunicazione interna, 1.000 sono state consegnate nel corso di convegni ed eventi.

Nel 2012 l’Editoria di Telecom Italia sfrutterà ancor più le nuove tecnologie. In particolare Sincronizzando, oltre che nella tradizionale versione a stampa, realizzata in materia-li eco-sostenibili, continuerà a essere disponibile su Intranet, in formato sfogliabile con l’archi-

vio di tutte le edizioni e la possibilità di ricerche full text su temi e autori degli articoli. Fino allo scorso anno le visualizzazioni alla pagina web dedicata sono state circa 2.000 e 3.000 gli ac-cessi a ogni news che annunciava nuove pubblicazioni. Da una recente rilevazione il 7 per cento di noiha scelto la soluzione online per continuare a leggere i contenuti, al posto della copia cartacea.

La rivista, già disponibile anche su www.telecomitalia.com nella sezione Stampa con la raccolta com-pleta in formato pdf e testi sintetici che riassumono ciascuna edizione, nel 2012, con l’imminente ri-lascio di un’applicazione dedicata all’Editoria di Telecom Italia, sarà anche su piattaforma Android e

iOS, per garantire un’ulteriore modalità di lettura, oltre che di Sincronizzando, anche del Notiziario Tecnicoe di altri prodotti editoriali come il nostro Codice Etico.

La partecipazione, la passione delle persone hanno segnato la differenza perché sempre più tuttinoi vogliamo essere soggetti attivi della vita del Gruppo, svolgere ruoli da protagonisti, mettere adisposizione la nostra energia. Lo abbiamo recentemente dimostrato con la partecipazione alla

Rilevazione del Clima 2012, la più alta dell’ultimo quinquennio.

Con un ulteriore scatto in avanti possiamo rendere la rivista il luogo privilegiato dove ciascuno dinoi potrà postare il “racconto” della propria realtà professionale. Un esempio? Il reportage, ospita-to a pagina 18 di questo numero, scritto e illustrato a più mani dai colleghi protagonisti dell’emer-

genza causata dall’abbondante nevicata dello scorso inverno. I colleghi che hanno approntato le solu-zioni ICT hanno scelto Sincronizzando per condividere la loro esperienza con il resto del Gruppo.

Grazie al contributo di quanti vorranno raccontare la nostra azienda e le storie che la caratterizzano,continueremo a presentare a noi stessi e a chi ci leggerà in rete, giovani, anziani, clienti, studenti,giornalisti, istituzioni, il soggetto imprenditoriale che nel Paese vuole guidare il futuro digitale e

l’innovazione tecnologica regione per regione, territorio per territorio. Come è nella sua tradizione. Co-me è nella sua vocazione.

La redazione

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IO IMPARO, L’AZIENDA È CON TE“Gli esami non finiscono mai”, ma si affrontano con impegno ed energia. È il mot-to dei coraggiosi colleghi che stanno seguendo i corsi di laurea previsti dal pro-getto I care myself, che alla seconda edizione ha registrato oltre 1.400 nuove ade-sioni. Sono 1.000 gli studenti che si iscrivono a ogni sessione di esame, dopo averfrequentato video-lezioni, interagito con tutor e classi virtuali, elaborato con pro-fitto test di apprendimento, come previsto dall’Università Telematica Uninettuno.Nella foto, da sinistra, Francesco Cervino, Anna Maria Cimmino, Stefano Gison-na, Assunta Somma, Donata Soprano, Patrizia Cinquegrano, Giuseppe Strollo, Be-nedetta Santoro, in attesa di sostenere le prove scritte nella sede di Napoli.

Bruno

Spiez

ia

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6 INDICE

n PERSONE

n PUNTI DI VISTAL’energia della TGeneration 8Il nostro piano di formazione e inserimento nel Gruppo Telecom Italia di oltre 350 giovaniche raccontano questa esperienza

n UNO DI NOI4 Market 14I responsabili che gestiscono la relazione con la clientela presentano il mercato di Telecom Italia dai loro diversi punti di vista. Quali le competenze necessarie per il futuro della nostra leadership?

Il nostro grande freddo 18L’impegno di Telecom Italia per l’emergenza neve.I racconti dei colleghi coinvolti in prima linea

n SESTANTEInnovazione, qualità, territorio 22I pilastri della nostra strategia in cinque passi, dalla centralità della persona alla produzione di idee per il futuro del mondo dell’ICT

n INNOVAZIONE

n TECNOLOGIA AL QUOTIDIANORiprendiamoci la fibra 24Il progetto New Optical Fiber, per tornare a gestire le attività di realizzazione e manutenzione della rete ottica sul territorio nazionale

n STRUMENTI DI LAVOROLe cinture? Nere e verdi 26Sono i colleghi certificati nell’ambito del programma Lean Six Sigma, una risposta concreta alla qualità ed efficienza dei processi

n BUSINESS

n FACCIAMO IL PUNTO SU...Una storia al futuro 28Superinternet, l’offerta che agevola il cliente nel mondo web, offre il massimo che la tecnologia ADSL permette. Il nuovo format advertising consumer

n PERCHÉ L’HO SCELTOSulla via del cliente 30Il progetto customer journey prevede la sperimentazione diretta di prodotti e servizi Telecom Italia, TIM e della concorrenza da parte dei manager, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei nostri servizi

n LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIAProfessionistidella prevenzione 32I colleghi della funzione Servizio di Prevenzione Protezione e Ambiente ci aiutano a garantire la sicurezza sul lavoro e a mantenere l’attenzione sulla tutela dell’ambiente

n IN COSA POSSO ESSERLE UTILE?Aperti al cittadino 38L’Open Government sposta il focus dall’erogazione di servizi alla partecipazione attiva

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n A CARTE SCOPERTELa parola alla funzioneCompliance 40Come si pone un’impresa socialmente responsabile nella realizzazione del business. L’attenzione continua a valori intangibili come l’etica e la reputazione

n LA PAROLA ALL’ESPERTO

n LO SPECCHIO DELL’AZIENDASapere alla portata di tutti 42L’intervento di Irene Tinagli

n COMMENTI

n SCENARIONuovo mondo antico 44Lente di ingrandimento del 45° Rapporto Censis sull’iniziativa locale come leva per far ripartire l’economia

n REPORTAGERappresentanti di classe 46La scuola: ricordi, successi, stress, giovinezza, ma soprattutto il luogo in cui cominciamo a costruirela nostra cultura con un apprendimento strutturato

n C’ERA UNA VOLTAPassaggio a Nord-Est 52Dalla 2a zona al Future Centre, una passeggiata tra le nostre sedi storiche nel Triveneto

n QUESTIONE DI STILEEmozioni in retecon PappanoinWeb 56Telecom Italia ha avvicinato il grande pubblico alla musica classica di qualità per diffondere la cultura e favorire la digital inclusion

n MONDO

n ECOSISTEMAI nostri beni invisibili 58Premiati sette progetti, sui 300 presentati, per valorizzare il nostro patrimonio culturale meno conosciuto

n MESTIERI IERI OGGI DOMANISempre in prima linea 60La parola a chi gestisce le infrastrutture tecniche elettriche, meccaniche e civili che consentono il funzionamento e lo sviluppo delle reti e dei servizi

n VENITE DA NOIViaggio in Italia 64Prosegue il nostro percorso nell’eccellenza: è la volta di Campania, Sardegna, Veneto

n IL RACCONTOLatte caffè 66La giovane scrittrice Martina Evangelisti, in esclusiva per Sincronizzando

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L’ENERGIADELLA TGENERATION

PUNTI DI VISTA8 PERSONE

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Anna Golovkova e Pierluigi D’Ippolito, apprendisti Technology

Per assicurare ai giovani coinvolti nei diversi per-corsi d’apprendimento sviluppati in azienda – ap-prendistato, master e dottorato – un equilibrato im-pegno sul campo tra studio e attività di funzione, èstato definito uno specifico modello di tutorship, fi-nalizzato all’orientamento e alla valorizzazione del-le competenze dei giovani. Tale modello, ispirato daconsolidate best practice realizzate a livello inter-nazionale, garantisce che tutte le fasi dell’inseri-mento dei laureati e laureandi in azienda – dalla se-lezione alla formazione per arrivare alla valutazio-ne dell’apprendimento – siano parte di un nuovoprocesso costruito ad hoc per i giovani, che sia vi-cino alle loro caratteristiche ed esigenze di svilup-po. Incontrano, infatti, in azienda persone, situazio-ni, ambienti, dimensioni relazionali del tutto nuove,dinamiche per il conseguimento degli obiettivi chesono profondamente diverse dalla vita e dal conte-sto accademico. Il modello di tutorship avvicina ledue realtà, accademica e aziendale, basandosi sul-lo scambio reciproco di know how e di visione trale generazioni e punta in particolare all’autosvilup-po personale dei giovani. Per ciascuno di loro c’èuna persona speciale – un collega o una collega –formata appositamente per guidarli nell’apprendi-mento, che li segue per l’intero percorso trasmet-tendo la propria esperienza in un intenso scambioche arricchisce entrambi.

IL MODELLO DI TUTORSHIP

Il nostro piano di formazione e inserimento nel Gruppo Telecom Italia di oltre 350

giovani che raccontano questa esperienza.

N el luglio scorso, Telecom Italia ha intrapresoun grande progetto per la formazione e l’in-serimento in azienda di oltre 350 laureati e

laureandi nel prossimo triennio, con un obiettivochiaro: avvalersi del contributo di giovani chepossano rispondere all’esigenza di sviluppo del-l’azienda e individuare, tra i migliori, i dirigentidel domani (vedi l’articolo alle pagine 22-23).Due i driver del programma: l’idea che la ricercae la formazione sono il vero motore dell’innova-zione, non solo per le imprese, ma anche per ilSistema Paese; la convinzione che l’apporto del-le nuove generazioni, che svolgono spesso unruolo determinante in ogni processo di cambia-mento, possa arricchire i processi di innovazio-ne di Telecom Italia.Sono stati coinvolti i maggiori atenei nazionali,dal Nord al Sud, per cogliere le più aggiornatecompetenze necessarie in Telecom Italia. Numerosi sono stati gli incontri e i gruppi di la-voro che hanno portato alla stipula di conven-zioni e accordi in un numero sempre crescentedi realtà accademiche che hanno aderito conentusiasmo.

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PUNTI DI VISTA10 PERSONE

Sopra, gli studenti del Master in Innovazione di Reti e Servizi nel settore ICT – iniziato il 20 febbraio 2012 e giunto alla sesta edizione – realizzato con il Politecnico di Torino. In piedi, da sinistra, Bartolomeo Mastronardi, Giuseppe Barillaro, Damiano Rapone, Giuseppe Simigliani, Vincenzo Liguori, Fabiola Cesarini, Emanuela Cocco, Maria Angelica Salguero Bermont,Valentina Sanna, Emanuele Zingale, Luca Oliva, Andrea Giuseppe Mura; in prima fila, da sinistra, Nicolò Vaccaro, Raul Guerrero, Stefano Petrangeli, Paolo Lobina, Fabio De Lazzari

TRE FORMULEIl programma TGeneration segue tre direttrici:contratti di apprendistato per l’Alta Formazione,destinati a 200 giovani laureandi in ingegneriache sono via via inseriti in ambito Technology/Open Access, in coerenza con quanto già attiva-to con il progetto The Day Before per TelecontactCenter, finalizzato all’inserimento di ulteriori200 laureandi in ingegneria ed economia; trenuovi master post-lauream, rivolti a neolaureati iningegneria ed economia, progettati in partner-ship con il Politecnico di Torino, il MIP (la Busi-ness School del Politecnico di Milano) e l’Uni-versità Federico II di Napoli, con lo scopo di for-mare 65 giovani su specifiche conoscenze ine-renti l’innovazione tecnologica per il mercato;dottorati di ricerca, rivolti a 95 laureati in ingegne-ria ed economia, con competenze eccellenti einteressati a conseguire il più alto livello diistruzione universitaria, coinvolgendoli in 32progetti di ricerca su temi di frontiera definitidalle Linee di Business di Telecom Italia. I ragaz-zi saranno inseriti in azienda secondo una delletre formule e, attraverso un attento programma

Alla VI edizione, il Master in Innovazione di Reti eServizi nel Settore ICT, in collaborazione con il Poli-tecnico di Torino, è stato completamente aggiornatonel programma didattico. L’obiettivo è formare esper-ti in grado di gestire e portare innovazione nelle retie nei servizi ICT, con competenze tecniche ma anchedi mercato, come ha voluto la nuova progettazione.Per i 17 brillanti ingegneri ammessi, le lezioni sonoiniziate il 20 febbraio scorso.Focalizzato sull’integrazione virtuosa tra tecnologiee business, per stimolare un approccio innovativo, èil neonato Master in Business Innovation & ICT Ma-nagement realizzato in collaborazione con il MIP diMilano. Il master ha avuto inizio il 16 aprile 2012 con20 partecipanti, non solo laureati in ingegneria maanche in economia.Sempre nell’anno accademico 2011-2012 partirà laprima edizione del Master Innovazione ICT: Progetta-zione e Gestione di servizi di nuova generazione ecloud computing, presso l’Università Federico II diNapoli che ha lo scopo di formare 20 ingegneri nellaprogettazione e gestione di servizi e di architetturebasate su reti di telecomunicazione fisse e mobili,con focus sul cloud computing. Ciascun master prevede, dopo la prima fase d’aula,un periodo di stage di sei mesi nelle nostre sedi, do-ve i partecipanti potranno vivere a stretto contattocon la nostra realtà e respirarne la cultura aziendale.

BUSINESS E TECNOLOGIA

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di tutorship e monitoraggio continuo, verrannoindividuati i migliori: quanti alla fine potrannoessere assunti in Telecom Italia dipenderà anchedalla motivazione, dall’impegno e dalle compe-tenze che i ragazzi avranno dimostrato durante ilperiodo di inserimento e ricerca in azienda. Tuttii giovani coinvolti dovranno dimostrare di avere

PUNTI DI VISTA12 PERSONE

un forte orientamento all’apprendimento e gran-de energia per il raggiungimento dei risultati incontesti competitivi e in continua evoluzione.

LA FORMAZIONEIl piano di formazione e inserimento delineatofin qui è parte di un insieme molto articolato diattività che Telecom Italia porta avanti da tempocon le università e il mondo dell’innovazione, eche comprende partnership strategiche con lemigliori università e business school italiane,sponsorizzazioni formative con gli atenei, fina-lizzate a master, stage e borse di studio, ma ancheiniziative come Working Capital e Joint Open Lab.Si tratta in sostanza di un investimento impor-tante in competenze non solo nel settore dellatecnologia, ma anche per l’innovazione richie-sta al business aziendale.

Il coinvolgimento dei giovani consentirà a Tele-com Italia di confermare il proprio impegno allosviluppo del mercato del lavoro nel nostro Paesecome impresa socialmente responsabile. q

Marina GiardiniMaria Antonietta Russo

Remigio Sommafotografie di Domenico Giampà, Patrizia Valfrè e Sergio Fallucca

Per avvicinarsi sempre di più al mondo dei giovani ecomprenderne a fondo aspirazioni e attitudini, Tele-com Italia partecipa da anni ai Career Day e realizzapresentazioni sulle nuove iniziative verso gli studen-ti nelle università, ma ha anche ideato una promozio-ne mirata, per favorire le loro esigenze di network esocialità nel tempo libero. Da giugno 2011 ha avviatouna nuova offerta dedicata ai giovani, TIM Young,creata sulla base dei bisogni dei ragazzi di comuni-care senza limiti e senza pensieri, e attraverso unmondo di iniziative pensate per coinvolgere il target.Il percorso è stato fatto preservando l’esclusività delmondo “young” ai soli clienti under 30. L’offerta èstata costruita con sms, internet e chiamate verso unnumero amico, che sono i principali mezzi di comu-nicazione tra i giovani. Su TIM Young poi è stato co-struito un mondo di opportunità e di occasioni esclu-sive, come quella di poter ascoltare gratis sul telefo-nino la musica preferita, grazie a Cubomusica, oquella di partecipare a giochi e concorsi per vincerepremi esperienziali come biglietti per i concerti e pergli eventi cool del momento. Quindi se avete amici“giovani” invitateli a entrare nel mondo TIM Young:scopritelo su www.timyoung.it.

UNA PROPOSTA DEDICATA AI GIOVANI

Un momento inedito e particolarmente rilevante del-l’incontro tra didattica, ricerca e innovazione è rappre-sentato dal progetto di inserimento di dottorandi in per-corsi strutturati di ricerca finanziati da Telecom Italiasu temi definiti dall’azienda e condivisi con le univer-sità. L’elemento caratterizzante di questa formula inno-vativa di inserimento coglie due punti essenziali: dedi-care competenze eccellenti quali quelle dei dottoran-di, all’individuazione e allo sviluppo di idee al serviziodelle aree di business aziendali e formare risorse digrande qualità che maturino un’esperienza on field,trasformando l’azienda nel “nuovo laboratorio di ricer-ca” per l’applicazione diretta di mercato.

Il progetto di ricerca dura 36 mesi ed è curato da unteam, normalmente costituito da due ingegneri e uneconomista/ingegnere gestionale, per favorire una vi-sione integrata tra innovazione tecnologica e businessmanagement, lavorando in gruppo.Gli studenti possono partecipare al dottorato di ricercadopo aver vinto il concorso pubblico nazionale banditodall’università convenzionata con l’azienda e, per l’in-tera durata del progetto, percepiscono una borsa distudio dall’ateneo, finanziata da Telecom Italia. Cia-scun progetto di ricerca è seguito in azienda da un re-sponsabile di progetto, referente e punto di coordina-mento per i dottorandi per le attività di ricerca.

DAL LABORATORIO ALL’INNOVAZIONE DI MERCATO

In alto, da sinistra, Giuseppe di Bella e Cettina Barcellona, dottorandi del progetto di ricerca e-health - Modelli di sviluppo della sanità digitale; Francesco Lo Bue e Diego Agrò, dottorandi del progetto Cybersecurity.Sopra, l’intervista di Carlo Alberto Carnevale Maffè a Marco Patuano durante il Twitter Time dello scorso febbraio, dedicato alla TGeneration, trasmesso in diretta videostreaming su intranet e su alcuni social media.Nella pagina accanto, da sinistra, in basso, Oscar Civiletti, Vincenzo Brutto e Anna Formisano di Telecontact Center

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Abbiamo parlato dei giovani e dei loro percorsi d’apprendimento. La redazione di Sincronizzando neha incontrati alcuni tra quelli giàinseriti nel Gruppo Telecom Italia. In particolare ragazzi già assunticon contratto di apprendistato per alta formazione (part time al 50per cento per una durata di 18 mesi).Tutti laureandi. Tutti assunti dalaureandi. Eh sì, proprio laureandi enon già laureati, come in genere chientra per la prima volta in azienda.Perché l’originalità di questamodalità di inserimento sta proprionel consentire ai giovani di entrarenel mondo del lavoro nel corso dell’ultimo anno di laurea,che diventa così anche il primo di apprendimento professionale, in una sovrapposizione temporalevirtuosa che crea duplice vantaggio,sia per il giovane sia per l’azienda.Sentiamo il racconto della loroesperienza e iniziamo con i veteraniAnna Formisano, Vincenzo Brutto e Oscar Civiletti, assunti nei mesi di giugno e luglio dello scorso anno nel canale Open Market diTelecontact Center e provenientirispettivamente dalle sedi di Napoli,Catanzaro e Caltanissetta dove èstato avviato il progetto The DayBefore. Veniamo accolti conentusiasmo e chiediamo subito ad Anna, 27 anni, laureanda inIngegneria Gestionale alla Federico

II di Napoli, appassionata di cucinae animali, come ha vissuto ilmomento iniziale dell’inserimento:“Avevo poca esperienza del mondodel lavoro e un grande timoreriguardo all’impegno che miaspettava: non riuscire a laurearmi!Ma da subito ho incontrato personedisponibili e un ambientefavorevole, attento alle mieesigenze rispetto allo studio e agli esami”. Oscar, 27 anni, laurea specialistica in Ingegneriadell’automazione a Palermo, amantedelle moto e degli sport estremi, ci parla del percorso formativo. “È una risorsa importante che ciconsente di completare il nostrobagaglio culturale e universitario,affrontando temi specialistici come il cloud computing, le retifisse e mobili e anche argomentinuovi come i trend di mercato ICT e la cultura d’impresa. Con il training on the job riusciamopoi a toccare con mano situazioni e problematiche in cui è importantel’esperienza”. Vincenzo, 27 anni,laurea specialistica in IngegneriaBiomedica a Catanzaro, capitano diuna squadra di calcetto e amantedel mare, ci racconta il suo impegnoin azienda: “Il mio gruppo lavora nel canale Open Market e forniamoassistenza a clienti come ADRAeroporti di Roma, Windjet, PostaCertificata, LA7, Italtel. Occorrecapire sempre le esigenze di chi sta dall’altro capo del filo e trovareuna soluzione definitiva per non far richiamare il cliente. Il rapporto di collaborazione tra

colleghi e l’ambiente familiare è fondamentale, anche peril buon esito dei casi particolari”.Proseguiamo la nostraconversazione con gli apprendistiinseriti dal 16 gennaio 2012 nellestrutture di Technology di Roma elasciamo la parola ad AnnaGolovkova e Pierluigi D’Ippolito.Anna, 28 anni, di nazionalità russa, è laureanda in Ingegneria delletecnologie della comunicazione edell’informazione presso Roma Tre.È in Italia da un anno e mezzo, adoral’architettura italiana e la danza.Con lei scopriamo come si arriva a partecipare a questa esperienza:“Ho conosciuto Telecom Italiaall’università in Russia, al corsosulla rete di trasporto backbone e,quando in Italia ho visto il bando, hocolto subito l’opportunità... speravodi farcela e ci sono riuscita!”. A Pierluigi, 26 anni, laureando inIngegneria delle Telecomunicazionia Roma Tor Vergata, chitarrista rocke appassionato di softair, chiediamodi raccontarci la sua impressione suquesti giorni in Telecom Italia: “Mi piace molto l’approccio dellepersone che lavorano in azienda –dice – sono attente a quello cheesprimo e a quello che potrei fare,accogliendo con entusiasmo questaondata di freschezza. Mi sentoresponsabilizzato e di conseguenzami aspetto molto da me stesso,sapendo che il percorso saràimpegnativo”. Chiudiamochiedendo, in una battuta, ai ragazzidi Telecontact cosa raccontano ai loro familiari e amici

dell’esperienza che stanno vivendo.Dichiarano con decisione: “un passaggio fondamentale perconoscere il cliente”, sostieneAnna, “una nuova forma mentis –aggiunge Oscar – mantenendo lapropria identità per aggiungere quel quid che fa la differenza”, “un impegno per partire con il piedegiusto”, chiude Vincenzo. Ai ragazzi di Technology chiediamoinfine cosa pensano i loro familiarie amici della loro nuova esperienza.Con altrettanta fiducia e decisionerispondono: “Mi hanno fatto i complimenti – spiega Pierluigi – e sono convinti che saprò costruireil mio futuro”, “mia madre – afferma Anna – è molto orgogliosa,sarà un’esperienza sfidante e fantastica”.

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LAVOROE STUDIO

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UNO DI NOI14 PERSONE

Quali competenze sono necessarie a que-sta azienda per la trasformazione? La re-dazione di Sincronizzando ha organizzato

su questo tema un forum con Simone Batti-ferri, responsabile Top Client and Public Sec-tor, Pietro Labriola, responsabile Business,Luca Rossetto, responsabile Consumer e Ales-sandro Talotta, responsabile Wholesale Na-zionale e Internazionale, che guidano le atti-vità di Go To Market in Telecom Italia. L’in-contro si è svolto con un clima aperto eschietto, confermando la volontà di confron-to e un sereno spirito di squadra, chiave indi-spensabile per i risultati positivi sul mercato.Il dibattito è stato condotto pensando alledomande che avrebbero posto sia i lettoriinterni, i nostri colleghi di Telecom Italia,sia tutti coloro che leggono la rivista sul webe quindi clienti e stakeholder esterni.I quattro responsabili si sono espressi sullecompetenze distintive e da rafforzare di Te-lecom Italia, concentrando il dibattito sullearee da rafforzare e su quelle su cui far levaper affrontare i cambiamenti in atto.

Luca Rossetto. Parlare del mercato Consu-mer significa parlare di persone che utiliz-zano quotidianamente la tecnologia in mo-do spontaneo e naturale per comunicare,informarsi e divertirsi. Sono persone con unbudget spesso limitato per i servizi di comu-nicazione e che, nell’ambito delle loro di-sponibilità, cercano di far rientrare il massi-mo che il mercato possa offrire. In questosettore Telecom Italia è certamente il brandche segmenta meno la domanda sia per iservizi fissi sia per quelli mobili. Abbiamoinfatti una base clienti molto ampia, varia ediversificata, che rappresenta in sé un valo-re grandissimo e che pone a noi una sfida intermini di quantità e di focus più impegna-

I responsabili che gestiscono la relazione con la clientela

presentano il mercato di TelecomItalia dai loro diversi punti di vista. Un confronto sulle

competenze necessarie a garantire il futuro della

nostra leadership nel Paese.

4 MARKET

tiva di quella che si pone ad altri operatoricon target più mirati.

Pietro Labriola. Il segmento Business si carat-terizza per la grande eterogeneità della suaclientela: dal negoziante del piccolo eserci-zio di quartiere al libero professionista, dal-la piccola azienda manifatturiera, spessocollocata nelle aree industriali delle città, al-la grande impresa con un brand già moltoconosciuto sul mercato. Le sfide per noi so-no quelle di comprendere le esigenze di cia-scun cliente, di coglierne la varietà delle sfu-mature, di adattare il nostro linguaggio agliinterlocutori e di acuire la nostra capacità di

ascolto. Per i clienti più piccoli bisogna ren-dere semplici le cose difficili attraverso unlinguaggio non sofisticato dal punto di vistatecnico. D’altro canto quando si parla con leaziende con più di 100 dipendenti i bisognitendono a essere più sofisticati e il linguag-gio deve naturalmente essere più evoluto.Tra questi due estremi ci sono le fasce inter-medie come il libero professionista, chespesso innova perché è obbligato ad adem-piere a obblighi di legge, o le piccole e me-die imprese che devono chiedersi continua-mente se convenga loro fare un investimen-to sulle tecnologie per creare efficienza e ri-sparmio. La nostra difficoltà è quindi quella

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Sopra, da sinistra, Luca Rossetto, Pietro Labriola,Alessandro Talotta e Simone Battiferri

di parlare in maniera differente e mirata aqueste diverse tipologie di clienti.

Simone Battiferri. Con il riassetto organizzati-vo da poco varato è stato completamente ri-visto il Go to Market per Top Clients and Pu-blic Sector. Il cambiamento è stato dettatodalla semplice convinzione che non era pos-sibile seguire efficacemente tutti i nostrigrandi clienti del settore privato e della Pub-blica Amministrazione con un approcciounico e indifferenziato. Il Public Sector hauna sua specificità di norme e di esigenze chene fanno un segmento assolutamente specia-le, a esso abbiamo dedicato presidi molto fo-

calizzati e messo a disposizione competenzedistintive. Guardando dentro il mondo deiTop Clients abbiamo invece trovato ImpreseMedio-Piccole e Imprese Medie, AziendeGrandi e Aziende Grandissime, tutte straor-dinariamente diverse tra loro. Nella parte al-ta del nostro mercato la sfida è quella di pro-porre “vestiti su misura” per le GrandissimeAziende senza dover partire sempre dalla“stoffa grezza”, massimizzando l’utilizzo diservice elements predefiniti. Le soluzioni stan-dard sono invece la priorità che intendiamoperseguire per le Grandi Aziende con la pos-sibilità, solo quando necessario e convenien-te, di procedere all’elaborazione di progetti

ad hoc. Per queste due tipologie di clientidobbiamo pensare anche ai servizi aggiunti-vi che i clienti spesso ci chiedono, quali peresempio l’assurance e il customer care perso-nalizzati. Sulle aziende Medie abbiamo inve-ce adottato un approccio per area territoria-le. Qui troviamo imprese riconducibili a mol-ti settori, dal manifatturiero al food, dal far-maceutico al trasporto, che non hanno mo-delli di business simili ma che sono accomu-nate da bisogni analoghi sul fronte delle tec-nologie. Infine la novità di quest’anno nel-l’ambito Top è rappresentata dal segmentoMedium Enterprise, con realtà piccole e me-die sul territorio per le quali il packaging del-l’offerta diventa fondamentale.

Alessandro Talotta. I nostri clienti sono glialtri operatori licenziatari che insieme a Te-lecom Italia rappresentano il totale del mer-cato delle Tlc in Italia. Questo è un momen-to economico e finanziario difficile perché ècomplicato recuperare finanziamenti utiliagli investimenti, con conseguenti proble-mi sul credito. Il nostro orientamento oggi èquindi quello di comprendere le prioritàdel cliente per sviluppare il suo business. Cisono grandi differenze nel mercato del fissoe del mobile e la difficoltà dei clienti ad ave-re i finanziamenti per gli investimenti creanaturalmente problemi di sviluppo di mer-cato. Per noi servire i nostri clienti significacreare efficienza e dare infrastrutture a uncosto sostenibile. In particolare per il fissosono importanti l’efficienza e i progetti in-novativi chiavi in mano per la connettività,mentre per il mobile si lavora sulle grandi in-frastrutture per consentire lo sviluppo delladomanda di broadband mobile. La compo-nente prezzo è quindi per noi una leva fon-damentale e cerchiamo di dare più quantitàallo stesso prezzo.

Labriola. Il punto di forza di Telecom Italia èche abbiamo la possibilità di seguire il clien-te a 360 gradi. Il punto di debolezza è che nonriusciamo a sfruttare questo vantaggio al me-glio perché spesso non ci parliamo. A tutt’og-gi capita di fare riunioni nelle quali si puòconstatare che Funzioni diverse non interagi-scono tra loro. Siamo un’azienda ancora trop-po legata alle gerarchie e agli “orticelli”,quando in realtà la cosa importante è chenon riusciremo mai a essere vincenti se l’ap-

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UNO DI NOI16 PERSONE

proccio è quello di definire il confine e spes-so, per evitare di creare problemi a qualcunaltro, è quello di allargare la distanza tra con-fini lasciando nel mezzo ampi spazi vuoti enon presidiati. Io dico che sarebbe preferibi-le avere un minimo di sovrapposizione, per-ché almeno si riuscirebbe a coprire tutto. E,anche se la sovrapposizione di tanto in tantopuò generare sfridi e discussioni, da essa sca-turisce sempre qualcosa di sano e costrutti-vo. Far notare di tanto in tanto che qualcosanon va in un’area che non è la mia non deveessere bollato come un atto di delazione, dalmomento che abbiamo tutti un obiettivo co-mune, quello di servire il cliente garantendocosì il futuro della nostra azienda. Nella miafunzione questa è la battaglia quotidiana checombatto. Per esempio, Luca Rossetto può es-sere un amico, ma se sta facendo una sceltasbagliata io devo farglielo notare e se non riu-sciamo a trovare una soluzione è giusto che sipassi a un livello decisionale superiore.

Rossetto. Non abbiamo la cultura del feed-back e non abbiamo ancora fiducia sistemati-ca nel feedback degli altri. Bisogna darsi feed-back diretti basati sui fatti e non sulle perce-zioni poiché questo è un modo per crescereorganizzativamente. Telecom Italia rappre-senta un concentrato di competenze multi-

disciplinari che non ha eguali nel nostro set-tore. Tuttavia mettere in comune le diversecompetenze e scatenarle per competere sulmercato non ci è sempre naturale.

Battiferri. Una caratteristica tipica della no-stra azienda è stata quella di una certa auto-referenzialità, a volte anche ostentata. Le co-se stanno però mano a mano cambiando,anche se c’è ancora la tendenza a vivere mol-to all’interno dei nostri confini più che aconfrontarsi con quello che succede sulMercato. Anche se in aziende grandi come lanostra il rapporto diretto con il cliente è ap-pannaggio solo di una minoranza di colle-ghi, deve crescere in tutti la consapevolezzache Telecom Italia ha la sua ragion d’essereproprio nel mondo esterno, con i clienti econ le loro esigenze. Bisogna quindi conti-nuare a chiedere alle nostre persone, comestiamo facendo già da qualche tempo, un at-teggiamento diverso, dobbiamo impararecose nuove e affrontare nuove sfide, guar-dando fuori e non dentro. Ci stiamo arrivan-do ma, ripeto, con una certa lentezza. Occor-re accelerare il passo in maniera decisa.

Talotta. Questa è un’azienda che sta seguen-do un processo di trasformazione iniziatoqualche anno fa e che è passata per varie fa-

si di sperimentazione. Sono diversi anni chesperimentiamo modelli organizzativi diffe-renti cercando di adattarci alle esigenze delmercato. I diversi modelli applicati di voltain volta per adattarci al mercato all’inizioerano lenti e poco efficaci, mentre adessoiniziano a essere veloci ed efficaci. Vuol direche c’è un apprendimento rapido e la cono-scenza di quello che sta accadendo sul mer-cato è superiore rispetto a prima.

Rossetto. Siamo lenti. Sono d’accordo conAlessandro quando dice che stiamo corren-do, ma abbiamo bisogno della velocità delghepardo per avere successo e leadership inun mercato e in un contesto economico mol-to impegnativi. Viviamo in un sistema in cuiin cinque anni nascono e diventano gigantiaziende che prima non c’erano. È vero chenoi dominiamo il nostro cliente nel sensoche lo vediamo in un processo end to end, ab-biamo competenze, esperienza, ma ci sonotre trappole – almeno in ambito consumer –alle quali fare attenzione: “questo non lo ab-biamo mai fatto”, “questo lo abbiamo già fat-to e non ha funzionato”, “in fondo andiamoabbastanza bene”. Ricordiamoci che siamoun’azienda con una grande ricchezza finan-ziaria, tecnologica, manageriale, di compe-tenze e molto determinata, che ha la poten-

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processi decisionali, applicando un modelloda fabbrica industriale invece che uno con-cepito per un’azienda di servizi, avremo per-sone che quando hanno un problema noncapiranno mai come poterlo risolvere.

Talotta. Quello che vedo io è che troppe vol-te si mette in discussione la decisione presae questo crea dei rallentamenti.

Rossetto. Io sono abbastanza d’accordo conAlessandro perché probabilmente non di-scutiamo abbastanza a fondo i temi più cri-tici per il business. Quando poi si conclude,non si deve concludere necessariamentecon il consenso raggiunto da tutti, perché lamedia ponderata dei punti di vista non ga-rantisce la soluzione giusta. Bisogna conclu-dere la discussione e andare in esecuzionecon disciplina e costanza.

Labriola. Sono d’accordo, ma questo è veroper chi è a un livello manageriale. Ricordia-moci però, che chi fa muovere la macchinasono spesso i nostri specialisti e professional.Di solito non è il mio partner manager che ri-mette in discussione quanto io ho deciso,eppure il mio partner manager, che è un quin-to o sesto livello, ha uno dei ruoli più impor-tanti perché è quello seduto accanto al mio

zialità di affrontare qualsiasi crisi in modomigliore rispetto a qualunque altro.

Battiferri. Abbiamo grandissime competen-ze interne, una presenza sul mercato ine-guagliata e ineguagliabile, abbiamo una ca-pacità di investimento che non ha nessunodei nostri competitor. Citando Woody Allenmi verrebbe da dire: “c’è solo un ostacolo tranoi e il successo: siamo noi stessi!”. A partegli scherzi, abbiamo un problema culturalee, mentre la tecnologia si può comprare, lacultura è qualcosa che si deve creare e hatempi di diffusione molto più lenti. Ma, con-siderando le dimensioni del cambiamento ela nostra complessità, le premesse per farebene ci sono tutte e siamo comunque abuon punto nel nostro cammino.

Labriola. Un altro tema che vedo è il seguen-te: la nostra azienda vuole recuperare la stra-tegicità del territorio ma c’è un problema dicomunicazione tra funzioni centrali e fun-zioni territoriali. Spesso ciò che viene decisocentralmente viene comunicato top-downsenza spiegare le logiche che ci sono dietro.Una delle cose che dico più frequentementeè che non mi interessa dare l’ordine ma piut-tosto fornire la spiegazione che vi è alla base.Se non iniziamo a coinvolgere le persone nei

imprenditore e deve spiegargli la nostrastrategia. Se a questa persona abbiamo chie-sto per esempio di lavorare sulla leva dellaquantità e non abbiamo accompagnatoquesta comunicazione con la spiegazionedel perché bisogna andare in questa direzio-ne e sul come fare, il modo in cui si muoveràpotrà essere non efficace.

Battiferri. Oltre a quello che dice Pietro, suquesto tema vorrei evidenziare che talvolta,anche quando si sia raggiunto un accordo suuna determinata tematica tra tutti gli attoricoinvolti e si scende al livello inferiore, la di-scussione inizia nuovamente generandoconfusione tra il momento del confronto, ilmomento della decisione, quello dell’alli-neamento e quello dell’execution. Questo ci-clo purtroppo può ripetersi a ogni livello or-ganizzativo. Quindi se, invece di pensare allagestione dei confini e del chi fa cosa, una vol-ta finita la fase del confronto e presa la deci-sione, pensassimo più all’execution della stes-sa, sicuramente questo aiuterebbe tutti. È untema culturale che viene dalla nostra storia eoggi abbiamo la necessità di continuare acambiare per potere garantire il successodella trasformazione in atto. q

Ida Sirollifotografie di Katia Carota

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UNO DI NOI18 PERSONERicca

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L’impegno di Telecom Italia per l’emergenza neve si sintetizza nelle parole di Franco Bernabè: “... tra i tanti disservizi che hannoafflitto le zone colpite dal maltempo non ho mai sentito citareproblemi riferiti a noi”. Il racconto dei colleghi in prima linea.

IL NOSTRO GRANDE FREDDO

Lunedì 30 gennaio 2012, avviso dei colleghidi Security/Crisis Management: “Per la mat-tinata di domani, martedì 31 gennaio 2012,

e per le successive 24-36 ore, si prevedono nevi-cate: fino a quote di pianura su Piemonte, Lom-bardia e Liguria, in estensione dal pomeriggiosu Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria,e a seguire, inizialmente a quote superiori a400-600 metri, su Lazio, Abruzzo e Molise, ingraduale abbassamento fino a 100-300 metri”.Il messaggio è inequivocabile, ma chi può im-maginare che buona parte del nostro Paese an-drà, per circa tre settimane, a competere con lelocalità siberiane per temperature e precipita-zioni? Bisogna affrontare l’emergenza con le“fabbriche” di Network Operations, Open Ac-

cess, e Technical Infrastructure. È già tanto che non sia venerdì, con i presidi ri-dotti al minimo per il weekend. Che il vecchioMurphy si sia distratto? Mai pensare di fregar-lo: nel pomeriggio di martedì, come da copio-ne, inizia a nevicare massicciamente. Le conse-guenze delle precipitazioni si protrarrannoper una ventina di giorni. Ecco la testimonianza chi è sceso in campo agiocare questa partita impegnativa.

MASSIMO BONTEMPI - TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOL MARCHE“L’evento meteorologico dello scorso febbraionon trova riscontro neppure nella memoriadegli ultracentenari. In due occasioni, a sette

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Da sinistra, Andrea Voltolina, Stefano Masini, Franco Tiziani,Massimo Bontempi, Paolo Ajolfi, Giorgio Bonfiglioli, Paolo Di Feliciantonio, Claudio Demaria.Sopra, un UCR liberato dalla neve grazie all’interventodel tecnico di commutazione Saule Versari dell’AOA Nord Est,Longiano (Forlì-Cesena)

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UNO DI NOI20 PERSONE

giorni di distanza, metri e metri di neve non suuna località sciistica o su un passo di monta-gna ma sulle nostre città. Un micidiale destro-sinistro davvero difficile da assorbire senza an-dare al tappeto.Ma abbiamo risposto: abbiamo fatto riemergereimpianti completamente sommersi, proceden-do con le ciaspole o sui mezzi della protezionecivile per chilometri e chilometri, inciampandosu cartelli stradali coperti dalla neve, avanzandonei boschi come Indiana Jones – come scrive unmedia locale – ripristinando celermente i servizidi telecomunicazioni sia fissi sia mobili ricolle-gando al mondo località isolate.I ‘messaggi nella bottiglia’: l’abnegazione, ilsenso di appartenenza a un’azienda che ha co-me missione il servizio, la tenacia dei protago-nisti e la solidarietà da parte di colleghi di altriterritori, accorsi in aiuto. Non avevo alcun dub-bio che così sarebbe avvenuto. È stato un perio-do terribile e magnifico al tempo stesso, cheracconteremo ai nostri nipoti dicendo: io c’ero!”.

GIORGIO BONFIGLIOLI E PAOLO AJOLFI TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOLEMILIA OVEST“Quando si pensa a Reggio e a Modena, vengo-no di solito in mente il buon cibo, la disfida deilambruschi, gli ineguagliabili bolidi della Mo-tor Valley. Ma nessuno penserebbe mai a ZannaBianca, a Kirk Douglas che assalta in Norvegiala base segreta dei cattivi con gli sci da tele-mark o a Stefania Belmondo che in staffetta lot-ta per la sua dieci chilometri olimpica. Ecco lacronaca di quanto è successo nell’Alto Frigna-no all’inizio di febbraio. La frontiera ‘da con-quistare’ è una stazione radio base che si è pie-

gata sotto il peso di 110 centimetri di neve ren-dendosi inespugnabile. Gli sci di Kirk sono sta-ti sostituiti da meno nobili, ma più efficaci, rac-chette e la slitta trainata da Zanna Bianca nonospita più Franco Nero, ma una scorta Nokiada 20 chili. Tania (Badodi), abbandonata la 4x4nell’ultimo punto carrabile, ha ora una tre chi-lometri di fondo da affrontare in staffetta conMauro (Zuliani) e Decenzio (Ferrari) e con unaslitta da 20 chili da portare in quota. I tre staffettisti capiscono di avere in pugno lapartita non appena sul loro HTC rispuntano lecinque tacche... e immediatamente dopo se neaccorgono anche i nostri clienti dell'Alto Frigna-no. Grazie Tania, Grazie Mauro, Grazie Decenzio”.

STEFANO MASINI - TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOL ROMAGNA“Leggo sui depliant: ‘La Romagna, il diverti-mento per eccellenza dove tutto è possibile,qualunque cosa tu voglia fare’. E che tutto siaveramente possibile l’ho scoperto a febbraio.Non mi sarei mai aspettato che una località fa-mosa per il mare, le spiagge, i parchi diverti-mento e il sole si sarebbe trasformata in pocheore in un luogo capace di fare concorrenza aCortina o a Davos...La perturbazione ci ha colpito duramente, so-prattutto nella zona dell’Alta Valmarecchia, do-ve la neve ha raggiunto l’altezza record di tremetri abbondanti e nella provincia di Forlì-Ce-sena, con strade bloccate, migliaia di automobi-listi rassegnati a muoversi a piedi parcheggian-do dove possibile, treni fermi sui binari concentinaia di persone a bordo, centinaia di fami-glie sfollate dalle proprie abitazioni per il peri-colo di crollo dei tetti sotto il peso della neve. Di

fronte a questo scenario, con i Comuni e le Pre-fetture attive a coordinare la macchina dei soc-corsi, possiamo affermare con orgoglio di averdato il nostro contributo, con i colleghi di Cri-sis Management/Protezione Civile, garantendosoprattutto la funzionalità della rete radiomo-bile e consentendo il coordinamento dellesquadre di pronto intervento della ProtezioneCivile. Per due settimane ci siamo dimenticatidel sabato e della domenica. Tutti hanno rispo-sto presente alla chiamata alle armi dando mas-sima disponibilità”.

ANTONINO ORLANDO - TECHNICAL INFRASTRUCTURES AREA SUD “A dispetto degli stereotipi che caratterizzanoil Sud anche noi, nelle prime settimane di feb-braio, ci siamo svegliati circondati da un sor-prendente paesaggio polare. Le condizioni me-tereologiche avevano generato molteplici in-terruzioni di energia elettrica, la ‘benzina’ de-gli impianti di telecomunicazione. I tecnici diInfrastructures, insieme a Protezione Civile eVigili del Fuoco, hanno compiuto azioni incondizioni limite raggiungendo centri isolatiper mancanza di energia elettrica, ripristinan-do il servizio con i gruppi elettrogeni di soccor-so in nostra dotazione.Le nostre famiglie sono passate, una volta tan-

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to, in secondo piano, come pure l’orario di la-voro, i pranzi e talvolta anche le cene, senzache, tuttavia, venisse a mancare l’entusiasmoper il lavoro. Un grazie a coloro che mi hannofatto sentire orgoglioso di appartenere allasquadra di Technology e in particolare ai colle-ghi della Campania, della Calabria e della Basi-licata Gianfedele Cosentino, Antonio Todisco,Eugenio Galiano, Antonio Satriano, Silvano Re-cupido, Luigi Iovini, Carlo Sarracino che ab-bandonando le 4x4 hanno percorso l’ultimochilometro a piedi trasportando gasolio e con-vertitori per il ripristino del servizio”.

PAOLO CANTORO - TECHNICAL INFRASTRUCTURES AREA CENTRO “Anche in Abruzzo quello che è successo a feb-braio ha avuto, in termini di intensità di preci-pitazioni nevose, un carattere di assolutastraordinarietà. Un esempio per tutti: Balsora-no, vicino a L’Aquila, è rimasto letteralmenteisolato per tre giorni. L’avvio dell’intervento diripristino viene concordato con la Prefetturaper la mattinata di domenica 5. A notte fondauna task force riesce a raggiungere il centro abi-tato con mezzi speciali della Protezione Civile. Dopo alcune ore, aiutati anche dalla popola-zione e con mezzi del Comune, riusciamo adaccedere alla nostra centrale. Dopo circa 30 mi-nuti tornano a funzionare telefoni, modem ecellulari dei cittadini del paese. Ce ne tornia-mo a casa sfiniti, ma orgogliosi per il lavorosvolto al servizio della comunità”.

FABRIZIO SILVESTRI - NETWORK OPERATIONS NETWORK MAINTENANCE“Roma, sabato, ore 7. Luca, quattro anni, si ar-rampica sulla sedia. La faccia e le manine ap-piccicate al vetro della finestra: ‘papà, guarda...nevica!’, esclama.Al tempo stesso sugli schermi dei Centri di Su-pervisione a Milano, Bologna, Firenze, Roma eNapoli, si infittiscono le lucette rosse. Abbiamorinforzato i presidi, ma ecco le prime telefonate

dei colleghi che non riescono a uscire di casa. Larisposta arriva dai Centri: ‘rimaniamo noi fin-ché non arrivano i cambi, non molliamo’.Sono i colleghi che diagnosticano i guasti, dan-no assistenza ai tecnici esterni, monitorano lecongestioni e smistano il traffico. I garanti del-l’E2E. Due volte al giorno inviamo un bolletti-no che sintetizza in due righe la situazione del-la rete a livello nazionale e informa l’aziendasullo stato dei nostri impianti fissi e mobili.Per tre lunghe settimane. Fino al termine del-l’emergenza”. q

Stefano PaggiRaoul Pieroni

Venanzio IacozzilliSalvatore Aiello

Paolo Ajolfi Giorgio Bonfiglioli Massimo Bontempi

Paolo CantoroClaudio Demaria

Massimiliano Dotti Stefano Masini

Antonino OrlandoClaudio Seguiti

Fabrizio Silvestri

Il racconto è di Letizia Stazi: “Sheraton Golf: corsodi Nodi Manageriali, immersa nell’Etica vengo ca-tapultata nella ‘realtà’ da una telefonata del Dipar-timento che mi convoca per le 19.30 al ComitatoOperativo, attivato in modalità permanente, a cau-sa delle intese nevicate che stanno interessando lapenisola. Da questo momento si scatena il finimon-do in un crescendo ‘rossiniano’ di tensione, telefo-nate, email, richieste...Ho vissuto per una settimana, alternandomi con Fa-brizio Sette, al Dipartimento, in contatto, pressochécontinuo, con i colleghi del territorio.Non si può capire la tensione di quei momenti neiquali bisogna far fronte a tante pressioni nell’urgen-za. Per esempio la richiesta del Capo DipartimentoFranco Gabrielli di avere continui aggiornamentidello stato dei servizi di telefonia fissa e mobile nel-le aree colpite e la ricerca di sinergie con gli organiistituzionali e le altre società di servizi per dare ilsupporto logistico, indispensabile ai nostri tecnici,per realizzare interventi particolarmente complessi”.

Maria Letizia StaziFabrizio Sette

IL RUOLO DI SECURITY CRISIS MANAGEMENT PROTEZIONE CIVILE

In queste pagine, alcuni interventi di manutenzionestraordinaria realizzate dai colleghi di Technologya seguito delle nevicate di febbraio, monte Petrano (Pesaro-Urbino)

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SESTANTE22 PERSONE

INNOVAZIONE, QUALITÀ,

TERRITORIOLA REGOLAINDEROGABILE

Che si tratti di bandalarga o ultra-larga, fissao mobile, di cloud compu-

ting, di infrastrutture digitali, di of-ferte o altro ancora, tutto deve rispettare il comandamentodella qualità. La qualità, in Telecom Italia, deve diventare unaregola inderogabile. Assieme alla qualità, un ruolo di primariaimportanza deve averlo l’innovazione. L’innovazione ha unruolo centrale nello sviluppo futuro del nostro mercato. Senzaqualità e innovazione non possiamo soddisfare efficace-mente i bisogni dei nostri clienti. Entrambe trovano riflessoin alcuni tra i principi più importanti che ispirano il nostroCodice Etico. All’articolo 2, quello in cui si elencano gli Obiet-tivi e i Valori delle Società del Gruppo, si fa esplicito riferimen-to al “perseguimento dell’eccellenza e della competitività nelmercato, offrendo ai propri clienti prodotti e servizi di qualità,che rispondano in maniera efficiente alle loro esigenze”. Lescelte di business devono sempre essere espressione del no-stro Codice Etico, manifestazione concreta della convinzioneche l’etica nella conduzione degli affari sia anche condizionedel successo dell’impresa.

INTERNET: LA PERSONA AL CENTRO

G li effetti che Internet ha prodotto sulle nostre vite sono moltissimi,ma se dovessi indicare l’effetto più rilevante direi la crescita straor-dinaria del ruolo dell’individuo all’interno delle dinamiche econo-

miche e sociali. La democratizzazione diffusa. Internet ha messo al cen-tro la persona, le persone. Le persone, con i loro desideri e la loro iden-tità, si sono rimesse al centro, e in gioco, grazie a Internet. Questo effettosi è moltiplicato attraverso i terminali mobili di ultima generazione. Lacentralità della persona si è ampliata grazie alla qualità squisitamenteindividuale della telefonia mobile. La telefonia mobile, come sostengoda tempo, al di là della categoria tecnologica andrebbe piùcorrettamente definita telefonia personale. Ciò checaratterizza un telefono mobile e che lo distin-gue da uno fisso, non è la mobilità, ma la pro-prietà e l’utilizzo individuale. L’incontrotra Internet, gli smartphone e i tablet hagenerato un fattore moltiplicativo avantaggio dell’esperienza individua-le: tutto, sempre di più, ruota attor-no alle persone.

I pilastri della nostra strategia in cinque passi, dalla centralità

della persona alla produzione di idee per il futuro del mondo dell’ICT.

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a cura di Paolo Priolo

Fonte: discorsi dell’AD Marco Patuano gennaio-aprile 2012

LA PRESENZA ARTICOLATA

T elecom Italia vanta una straordinaria articolazio-ne sul territorio. Tutta la sua storia è profonda-mente legata alla geografia fisica, antropica, so-

ciale, economica del nostro Paese. Bene, in un’epocadominata dalla georeferenziazione, nell’era di Goo-

gle Maps e di Foursquare, dobbiamo ridare slan-cio al network di relazioni sul territorio, valoriz-

zare le specificità locali in termini tecnologici, isti-tuzionali e commerciali, e cogliere tutte le opportunità che nederivano. Essere vicini al cliente significa anche saperne inter-pretare e soddisfare i bisogni in relazione alla sua identitàregionale, comunale, distrettuale. Le condizioni socio-eco-nomiche e culturali variano da regione a regione, con impor-tanti riflessi sui consumi e sulla domanda di beni e servizi. Lanostra risposta deve essere differenziata, puntuale, ad hoc.

L’ECOSISTEMA DELLA TGENERATION

TGeneration è il nome che ab-biamo dato a una serie di ini-ziative che Telecom Italia ha

avviato con il mondo delle univer-sità e della ricerca e, più in genera-le, con l’ecosistema allargato del-l’innovazione. Iniziative che vedo-no coinvolti molti giovani: ricerca-tori, partecipanti ai progetti di for-mazione, nuovi assunti, innovato-ri. T sta per Telecom Italia, TIM,Telefonia, Talento, Trasformazio-ne, Tecnologia, Territorio e mol-to altro. T è l’insieme dei fatti edei valori che costituiscono l’i-dentità di Telecom Italia. Un’i-dentità che cambia nel tempo, chedeve adattarsi ai mutamenti delmercato, all’emergere e all’affer-

marsi di nuovi bisogni. La TGene-ration è il capitale umano, tecnolo-gico e formativo che definisce l’i-dentità presente e futura di Tele-com Italia. Investiamo in iniziativee progetti legati al mondo univer-sitario perché la formazione deigiovani e la ricerca sono il motoredell’innovazione. Il futuro di Tele-com Italia è necessaria-mente legato ai giova-ni e alla capacità difare innovazione(vedi il dossieralle pagine 8-13,ndr). La capacitàdi innovare nonè prerogativa dei giovani, ma lenuove generazioni hanno sicura-mente un ruolo cruciale in tutti iprocessi di rinnovamento.

LA COMMUNITY DELLE IDEE

Working Capital in due anni ha creato la più am-pia community nazionale sull’innovazione, hapromosso un grande movimento d’opinione at-

torno a un progetto di comunicazione. Quest’annoabbiamo deciso di fare un passo avanti, generando

un portfolio. Working Capital 2012 trasforma infat-ti le idee in impresa: investe nelle idee migliori e le faaccadere. È una edizione tutta orientata all’attuazioneconcreta dei progetti, sia in termini di investimento sia

di supporto operativo. C’è più pratica e meno teoria. Piùworkshop e meno telecamere. Più mentorship e meno mi-

crofoni. Idee da realizzare, punto. Working Capital 2012 non èpiù solo un abilitatore di startup, diventa a tutti gli effetti unacceleratore di innovazione capace di generare un portfoliocoerente con i piani di sviluppo di Telecom Italia, con l’obietti-vo di assumere la leadership di un progetto di crescita per il si-stema Paese, sul modello di Startup America.

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RIPRENDIAMOCI LA FIBRA

TECNOLOGIA AL QUOTIDIANO24 INNOVAZIONE

È in campo da alcunimesi il progetto New

Optical Fiber, pensato per tornare a gestire le attività di realizzazione emanutenzione

della rete ottica sulterritorio nazionale.

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non è circoscritto solo alla fibra ot-tica, ma riguarderà anche la rete digiunzione e distribuzione in rameattraverso una continuità di presi-dio dell’esercizio e della manuten-zione assicurata da nuclei di tecnicidedicati. Tutto questo assume rile-vanza strategica per il futuro, macomporta effetti significativi anchenell’immediato. L’attenzione è alta sugli aspetti eco-nomici: le attività finora affidate al-le imprese – a esclusione delle soleopere civili – possono essere realiz-zate in completa autonomia conpersonale e mezzi interni. Bastipensare che è stato già rivisto ilcontratto verso terzi prevedendoun graduale azzeramento dellaquota relativa alla manutenzionecorrettiva della rete regionale e diaccesso a partire da gennaio 2012.Nell’immediato il progetto si poneanche l’obiettivo del miglioramentodella qualità della rete – ottica e inrame – attraverso un’intensa e conti-nua attività di risanamento e manu-tenzione, fino ad arrivare all’allinea-mento delle banche dati, ai collaudi,alle campagne di misura e alla dia-gnosi e localizzazione dei guasti.E naturalmente l’NGAN: l’imple-mentazione della nuova rete sul ter-ritorio nazionale è in crescita, ed èsicuramente necessario avere teamdedicati come punti di riferimento.

ORGANIZZAZIONE DEI TEAMAndiamo con ordine ripercorrendole tappe più significative del pro-cesso. La prima è stata quella di in-dividuare la struttura organizzativaidonea all’interno della quale collo-care l’attività, tenendo conto dellecircostanze operative e degli im-pianti in esercizio. In tal senso è sta-to previsto di identificare, nell’am-bito di ciascuna AOL (Access Opera-tions Line) un nucleo NOF (NewOptical Fiber) in seno a una AOU(Access Operations Unit), costitui-to da un team di tecnici specializza-ti e dedicati alla fibra. I team sonoopportunamente dislocati a coper-tura dell’intero territorio nazionalee organizzati in modo da ottimizza-re sia le risorse dedicate alle attivitàoperative sia quelle dedicate alle at-tività di coordinamento e relazionecon i clienti, interni ed esterni.Altra tappa fondamentale per l’inte-ro processo è rappresentata dallaformazione: è stato avviato uno spe-cifico piano formativo rivolto agliex tecnici portanti fisici in rame e ai tec-nici Impianti e Servizi che svolgeran-no le attività previste dal progetto. Èstato realizzato dapprima forman-do sia tecnicamente che metodolo-gicamente 16 risorse – i tutor – chehanno poi assunto il ruolo di docen-ti, facilitatori e supervisori dell’inte-ra attività di formazione. Un percor-

so molto impegnativo che prevedeinoltre un ciclo di verifiche finaliper ogni singolo tecnico.

IL FUTUROUn nucleo composto da personalealtamente specializzato e mezzi de-dicati costituisce sicuramente un’ot-tima base di partenza per i successi-vi sviluppi. Uno degli obiettivi piùambiti per il futuro è rappresentatodall’internalizzazione di esercizio emanutenzione dell’intera rete ditransito nazionale posata lungo ilpercorso delle autostrade, da sem-pre affidata all’impresa SIRTI.Un’ulteriore importante opportu-nità di crescita sarà rappresentatadalla possibilità di proporsi – ad al-tri operatori di telecomunicazioni,aziende municipalizzate e chiun-que in possesso di reti ottiche – co-me esercenti e manutentori a fron-te di canoni prestabiliti. Open Ac-cess avrà, infatti, sull’intero territo-rio nazionale un’organizzazione diesercizio e manutenzione assoluta-mente non replicabile in terminidi professionalità, copertura delterritorio nazionale e tempestivitàd’intervento. q

David GiuliNicola Ferrari

Giovanni Zizzariha collaborato Francesco Costanzofotografie di Giuseppe Di Lorenzo

Un progetto maturato nel tem-po. Nel 2009 è stato costituitoun gruppo di lavoro – in ambi-

to Open Access – con l’obiettivo diindividuare percorso, modalità difunzionamento e modello orga-nizzativo per consentire la pienaoperatività con manodopera socia-le sulle attività di esercizio, manu-tenzione, delivery e creation della re-te in fibra ottica. Inizialmente ri-guarderà la sola rete ottica distri-buita in viabilità ordinaria, per poiprocedere in una seconda fase conle attività relative alla Rete di Tran-sito Nazionale – RTN, posata in se-de autostradale.La parola chiave quindi è interna-lizzazione, sia per quanto riguardale attività di manutenzione sia pergli spostamenti e la realizzazione diimpianti, recuperando autonomianei confronti delle imprese esternee portando in azienda il know howrelativo alla fibra ottica. È impor-tante sottolineare che il progetto

I NUMERI DELLA FORMAZIONEIl percorso formativo è partito a novembre 2011 e si concluderàentro giugno 2012.

• 16 tutor• 422 tecnici in aula• 4 moduli formativi• 9 centri di formazione: Battipaglia,Bologna, Catania, Firenze, Mestre,Milano, Oristano, Roma e Torino

GLI AMBITI OPERATIVI DEL PROGETTO• Rete in rame di giunzione e distribuzione

• Rete ottica di giunzione in viabilità ordinaria

• Rete ottica di distribuzione• Rete ottica NGAN orizzontale

Sopra, in piedi, da sinistra, Valentino Frau, Giuseppe Buttafuoco, Stefano Lecco, Jos Brants,Nicola Ferrari, Francesco Novi, Lorenzo Sorrentino, Claudio Guidolin, Mario Spera, David Giuli e Gianni De Felice; in prima fila, da sinistra, Giancarlo Mattiangeli, Francesco Valli,Giuseppe Palmeri, Massimo Defraia, Mauro Vomiero, Valentino Segradin e Damiano Truglia.Nella pagina accanto, Alessio Micheli

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Sono i colleghi certificatinell’ambito del programmaLean Six Sigma, una rispostaconcreta alla qualità ed efficienza dei processi.

LE CINTURE? NERE E VERDI

Una metodologia per il miglioramento conti-nuo. Si tratta del Lean Six Sigma che nascedall’integrazione fra l’approccio Lean Manu-

facturing e la metodologia Sei Sigma. La sua appli-cazione consente di perseguire simultaneamenteil miglioramento della qualità dei processi trami-te la riduzione della variabilità rispetto alla ri-chiesta del cliente e l’incremento della velocità at-traverso l’eliminazione delle fasi prive di valoreaggiunto e la riduzione degli sprechi. In particola-re il programma Lean Six Sigma di Telecom Italiaha l’obiettivo di realizzare progetti di process im-provement su aree di interesse in tutte le funzioniaziendali e si connota per due elementi distintivi:l’attenta identificazione dei progetti da lanciare,attraverso analisi costi/benefici e analisi dei para-metri che possono influenzare direttamente o in-direttamente il progetto (stakeholder, sponsor-ship, importanza critica sul sistema e così via);l’enfasi posta sul potenziamento della professio-nalità delle persone presenti in azienda. I proget-ti infatti sono condotti da team composti da risor-se in formazione su due ruoli, Green Belt e BlackBelt, uno più junior, l’altro di seniority più elevata.L’azienda pertanto investe sul capitale umano esu know how interni.

Il programma è stato introdotto in Telecom Ita-lia nel 2009 e da allora ne sono state realizzatequattro edizioni che hanno portato alla certifi-cazione di 74 risorse di diversa estrazione orga-nizzativa e alla realizzazione di 13 progetti di im-provement su differenti aree aziendali (di staff,commerciali, eccetera).

UN NUOVO MODO DI VIVERE IN AZIENDAPer chi ha partecipato, questa esperienza non si èconclusa con la fine del progetto: si è trasformatain un patrimonio professionale e personale cheha inciso profondamente sul modo di vivere inazienda. Ha cambiato l’approccio al tema del mi-glioramento dei processi e ha valorizzato in cia-scuno la propensione a lavorare in team, a con-frontarsi con gli altri e a trarre beneficio dalle dif-ferenze reciproche pur nell’applicazione di unametodologia comune. Il programma pertantorappresenta l’opportunità per Telecom Italia dimuoversi efficacemente in una logica di trasversa-lità delle competenze, di aiuto e supporto (e nonin antitesi) alle professionalità verticali presentinell’organizzazione tipicamente funzionale. q

Michela Di Carlofotografie di Daniele Antoni Paoli

26 INNOVAZIONE STRUMENTI DI LAVORO

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271 / 2012SINCRONIZZANDO

Sopra, da sinistra, Aldo Resciniti ed Eliana Tius.In alto, da sinistra, Eliana Tius, Aldo Resciniti, Alessia Menichella e Alessandra Impallomeni.Nella pagina accanto, da sinistra di spalle, Alessandro Liguori, Eliana Tius; in piedi Alessandra Impallomeni, Aldo Resciniti, Alessia Menichella e Michela Di Carlo

VALENTINA NAPPI

BLACK BELT, MARZO 2011 CONSUMER“L’esperienza LSS è stata entusia-smante, amo molto lavorare in team ela forza della squadra è la forza delprogetto. All’inizio c’è molto fermentoperché bisogna approcciare argo-menti nuovi per tutti i componenti delgruppo in modo veloce e approfondi-to. Man mano che si prosegue nell’at-tività, supportati da una metodologiastrutturata in fasi ben definite e grazieanche ai numerosi strumenti a dispo-sizione, ciascun partecipante trova ilmodo di dare un contributo essenzialee personale alla buona riuscita delprogetto. È affascinante come in pocotempo risorse con competenze diffe-renti riescano a dar vita a progetti esoluzioni così accurati ed efficaci”.

VALERIA ELIA

GREEN BELT, NOVEMBRE 2010 HUMAN RESOURCES & ORGANIZATION“La partecipazione al programma LSS?Un’esperienza coinvolgente, intensae di grande soddisfazione. Coinvolgente è stato il clima di teamworking e di messa in comune di espe-rienze diverse, intenso il ritmo di au-la e di lavoro sul progetto, grande sod-disfazione è derivata dalla preparazio-ne della celebration finale e dall’im-patto sull’audience delle conclusionidi progetto.Il punto di forza del programma LSS?Puntare sul capitale di competenze in-terne all’azienda e metterlo ‘al lavoro’in logica di progetto. I risultati sonoarrivati e con orgoglio posso dire checi sono stati riconosciuti”.

PAOLA MARINO

GREEN BELT, LUGLIO 2009 HUMAN RESOURCES & ORGANIZATION“Ho avuto l’opportunità e il piacere dipartecipare nel 2009 a una delle edi-zioni pilota del percorso formativosulla metodologia Lean Six Sigma. Oltre alla soddisfazione di aver potutoconseguire la certificazione interna-zionale di Green Belt, contempora-neamente partecipando a un progettovero di ricerca dell’efficienza e dellaqualità di un importante processoaziendale, non posso fare a meno diraccontare quanto, con tutto il gruppodei 20 pionieri, mi sono divertita: ab-biamo misurato, campionato, calcola-to metriche... i nostri visi talvolta sba-lorditi, ma sempre tra battute spirito-se, grande complicità e strettissimacollaborazione con la line che ci so-steneva. C’è voluta un po’ di buona vo-lontà per rimettersi a studiare certecose, ma ne è valsa la pena: abbiamoaccresciuto le nostre competenze esiamo tutti tornati un po’ ragazzi”.

SOFIO BONGIOVANNI

BLACK BELT, NOVEMBRE 2011 TECHNOLOGY“Quando si scoprono le potenzialitàdel Lean Six Sigma, dallo scetticismoiniziale si passa all’entusiasmo: evi-dente la flessibilità del metodo e l’ap-plicabilità a tutti i processi, da quelliprettamente tecnici a quelli di staff,con reali e rapidi miglioramenti. Chedire poi della varietà di strumenti dicui si dispone? Alcuni di tipo statisti-co (approccio Sei Sigma), altri piùorientati alla Lean Organization. Dallaloro sinergia scaturisce una vera epropria cassetta degli attrezzi construmenti che permettono di otteneredei miglioramenti radicali e soprattut-to concreti. Se per l’esperienza maturata avevo laconsapevolezza della veridicità e cor-rettezza di alcuni fatti, ora, grazie allametodologia Lean Six Sigma, ho glistrumenti giusti per poterlo dimostrareoggettivamente. Il mio slogan? LeanSix Sigma: improvement dei processi,giocando con i numeri”.

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UNA STORIA AL FUTURO

FACCIAMO IL PUNTO SU.. .28 BUSINESS

Per questo, sono stati creati due distinti “tagli”,uno con velocità a 10 Megabit, e l’altro con velo-cità a 20 Megabit.Dal presupposto che non c’è miglior modo diconvincere qualcuno se non facendogli provarequello che gli si propone, la nuova offerta era na-ta come Opzione. Poteva essere attivata o disatti-vata su qualsiasi ADSL flat già esistente e i primimesi in promozione gratuita avrebbero permes-so di proporre un vero e proprio try&buy, senzanessun costo di cessazione e senza alcun vincoloper recedere.Questa offerta doveva raccontare la vera inter-net, far capire che più velocità non è il fine, ma ilmezzo dell’esperienza di internet, per condivi-dere, vivere e creare meglio la propria vita digi-tale. In questo senso, si doveva creare un nuovoparadigma anche nella comunicazione di Tele-com Italia per la casa. Nascevano così Superin-ternet 10 Mega e Superinternet Plus 20 Mega.

LA SQUADRA AL LAVORO: IL CARING PROATTIVOL’offerta stessa doveva essere messa in campo inmodo da garantire al cliente il rispetto della pro-messa fatta. Marketing, Service Creation e lefunzioni di Technology hanno quindi indivi-

duato diverse soglie di vendibilità – testate conclienti reali grazie all’aiuto della funzione Qua-lità – che realmente potessero dare un migliora-mento della user experience. La tecnologia ADSL è comunque complessa e ga-rantire a priori qualità è sempre problematico,per questo la qualità andava valutata anche do-po l’attivazione del servizio.Il team si concentrava quindi su questo aspetto,ideando il Caring Proattivo. Nasceva l’idea – gra-zie al fondamentale contributo di Open Access –di monitorare nelle settimane successive all’atti-vazione la linea del cliente, per valutarne i para-metri ed eventualmente, in caso di qualche di-sallineamento dalla promessa fatta, contattare ilcliente per spiegare in trasparenza la situazionee decidere insieme come procedere.

AVVICINARCI AL MERCATO: CUSTOMER CARE, SALES E PROFILINGAnche l’avvio commerciale è stato fatto conuna strategia di avvicinamento al cliente pro-gressiva. Si è partiti con una spinta commercia-le mirata con i migliori operatori Customer Ca-re per saggiare le prime reazioni dei clienti. Do-po le prime settimane di evidente riconosci-mento si è allargata sempre di più la spinta

Superinternet è una storia che parla del lavo-ro di squadra, di come abbiamo imparatodal passato e di come ci prepariamo al futu-

ro. Una storia piena di colpi di scena e di ostaco-li, divertente, ma anche impegnativa. Soprattutto, una storia – da poco iniziata – che,c’è da chiederselo, potrebbe aprire altre storie,ancora più emozionanti.Le offerte ADSL di Telecom Italia sono semprestate riconosciute come affidabili e di qualità:una vera garanzia per la connessione internetdi tutta la famiglia. All’alba del 2011 il rischio che questo servizio sitramutasse in una generica commodity era altissi-mo, con la conseguenza quindi di perdere im-portanza agli occhi dei nostri clienti ADSL, il 98per cento dei quali usufruiva di un’offerta inter-net a casa con velocità 7 Megabit. L’offerta ad al-tissima velocità 20 Mega esisteva già dal 2006,ma senza grande ritorno: si puntava, infatti, sulsolo dato tecnico, la velocità nominale, lontanada quanto la maggior parte dei clienti poteva ef-fettivamente sperimentare. A dare una svolta a questa visione è stata l’evo-luzione di internet e, con l’avvento e lo svilup-po dei social network, sempre più evidente èsorta la necessità di creare offerte rivolte alnuovo mondo social.

L’IDEA COME OPZIONELa nuova offerta doveva quindi, innanzitutto,agevolare il cliente nel suo vivere i socialnetwork e incarnare la possibilità di condivisio-ne, ovvero la velocità di upload, scelta a 1 Mega-bit: il massimo che la tecnologia ADSL permette.Inoltre doveva essere proposta a clienti che po-tevano effettivamente sperimentarne i vantaggi.

Da sinistra, in basso, Pier Luigi Gardini, Helen Festa, Domenico Ferro, Roberto Faralli, Lucio Grascia, Maurizio Scarsella,Elisabetta Tosetti, Raffaele Lorello, Giovanni Lepri, Leonardo Varasconi, Gianfranco Cocchieri, Claudio Corsi, Maurizio Caracciolo, Marco Bracaglia, Alessandro Alongi, Dario Vincenzo Maccarrone, Francesco Di Clemente, Gaetano Di Tondo, Luigi Zabatta, Elisabetta Nottola, Allegra Tarizzo, Stefano Casaccia, Fabio De Gaetano, Carmelo Iannicelli

Superinternet, l’offerta che agevola il cliente nel mondo web, offre il massimo che la tecnologia ADSL permette. Il nuovo format advertising consumer.

NARRAZIONE, IRONIA E ITALIA

Il nuovo format advertising consumer di Telecom Italiasegna una svolta, dettata anche dal passaggio da untarget familiare a un universo giovane, colto e partico-larmente sensibile alla tecnologia: destinatario priori-tario per l’opzione Superinternet, cavallo di battaglianei primi mesi dell’anno. Considerando che la metà del-le famiglie italiane è oggi connessa a internet, pensia-mo che il nuovo linguaggio adottato, anche se più sofi-sticato possa essere facilmente compreso. Creativa-mente abbiamo anche cercato un punto concettuale diavvicinamento all’idea di TIM, lavorando sempre intor-no alla storia d’Italia, sviluppata in modo diverso dall’a-genzia argentina Santo. L’idea del racconto fantasticocoglie un aspetto di internet non secondario: straordi-nario mezzo di comunicazione pieno di risorse utilissi-me e scoperte inattese. Telecom Italia è in grado di ri-velare che esiste una storia inedita e divertente graziea internet. In una cornice narrativa più articolata rispet-

to al format precedente, mantenendo uno stile ironico edivertente, il mix utilizzato nella costruzione degli spot,cioè l’ambiente internet di uso comune e quotidiano, ivideo anticati realizzati ad hoc e realmente caricati suYouTube, la colonna sonora di Raphael Gualazzi, svec-chiano l’immagine seguendo una modernità contempo-ranea, a partire dalla scelta della nuova “casa Tele-com”, un loft milanese realmente abitato, per tutti glispot. La scelta di Nicola Savino – molto attivo sui socialmedia, in particolare su Twitter, dove è fra i più seguitiin Italia – come guida nel viaggio virtuale è dovuta al-l’esigenza di avere una bella voce narrante legata a unpersonaggio giovane e sufficientemente noto. La cam-pagna continuerà a vivere come un vero progetto di co-municazione integrata su tutti i mezzi. Dopo Venezia eNapoli toccherà a Roma. Un’altra storia sorprendente...

Gaetano Di TondoElisabetta Nottola

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commerciale a tutto il Customer Care e ai cana-li Sales oltre che ai Punti di Vendita, tutto sem-pre con la guida del Profiling per indirizzare almeglio i canali di vendita.

COMUNICARE AL CLIENTEIl canale web telecomitalia.it assumeva, soprat-tutto nei primi mesi – i più delicati – un’impor-tanza strategica per spiegare il nuovo modo diconsiderare l’offerta. Spiegare non sempre signi-fica chiarire tutti i dubbi. Da qui, l’immediatadecisione di iniziare a comunicare la nuova of-ferta anche sulla neonata pagina Facebook di Te-

lecom Italia, per poter rispondere in tempo rea-le a tutti i quesiti posti dai nostri clienti.Dopo un 2011 all’insegna del mondo social, èstato il momento utile per il lancio del nuovoformat Telecom Italia fisso. Il trascinante testi-monial Nicola Savino e La sorprendente storia d’Ita-lia - Secondo Telecom Italia hanno interpretato Su-perinternet nella sua volontà di presentare unanuova internet, proponendo una storia fantasio-sa che non parla genericamente di Megabit e diprezzo, ma parla a clienti più consapevoli e piùesigenti di condividere i contenuti. E dimostracome internet può diventare Super!

SULLA RAMPA DI LANCIOIl presente ci dice che Superinternet è stato unsuccesso ma per il futuro Superinternet ci ha in-segnato che esistono tante forme di internet,con esigenze diverse, ognuna delle quali è un’op-portunità. Dopo Superinternet altri servizi inno-vativi sono sulla rampa di lancio... ma questa èun’altra storia, per future nuove emozioni. q

Francesco Di ClementePier Luigi Gardini

Luigi Zabattaha collaborato Barbara Lucangeli

fotografie di Luciano Capanna

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Il progetto customer journey prevede la sperimentazione direttadi prodotti e servizi Telecom Italia, TIM e della concorrenza da partedei manager, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei nostri servizi.

SULLA VIA DEL CLIENTE

ze all’interno dei processi Telecom Ita-lia che possono determinare insoddi-sfazione nei clienti e le azioni (imme-diate e di medio termine) necessarieper risolvere le criticità; fornire ai ma-nager una visione “in presa diretta”.I “viaggiatori” sono stati una ventinadi manager di varie funzioni azien-dali. A ciascun partecipante è statoassegnato un prodotto o servizio dasperimentare e indicato il canale diacquisto prioritario da utilizzare. Le semplici regole del gioco sono: nondelegare l’esperienza ad altri; non spe-rimentare servizi o utilizzare canali dicontatto di cui si è responsabili; nonchiedere aiuto all’interno se non si

riesce ad attivare o utilizzare il servi-zio; confrontarsi direttamente con icolleghi raccontando i risultati dellasperimentazione in workshop dedica-ti al progetto.

2010: LA PRIMA EDIZIONEHa coinvolto 15 manager che hannosperimentato 16 servizi in ambitoconsumer, telefonia fissa, mobile eapplicazioni broadband. Nel vissuto non sono mancati mo-menti di crisi: “L’IVR (Interactive Voi-ce Response o sistema di risponditoreautomatico) è davvero impegnativo:alla prima chiamata ho attaccato!”;“Nel negozio dove sono andato mi

L’ idea del customer journey nasceda un viaggio studio, un learningtour quality, realizzato da alcuni

nostri colleghi presso aziende leadernella Customer Satisfaction comeO2, BMW e Allianz. Concretamente è stato chiesto ad al-cuni manager di vivere l’esperienzadel cliente nella scelta, acquisto, atti-vazione e utilizzo di un servizio o diun prodotto di Telecom Italia o dellaconcorrenza. È stato chiesto insommadi mettersi “nei panni dei clienti” percomprendere nel dettaglio gli ele-menti, razionali ed emotivi, che con-tribuiscono a rendere l’esperienzasoddisfacente; evidenziare le debolez-

PERCHÉ L’HO SCELTO30 BUSINESS

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hanno detto di ritornare il lunedì per-ché aveva i sistemi giù” e momenti disoddisfazione: “Operatore gentilissi-mo e disponibile, il personale del 119è stata una vera scoperta, confesso dinon averlo mai contattato prima”.Tra le azioni di miglioramento realiz-zate grazie al primo customer journey:la bonifica di indirizzi non corretta-mente associati al terminale di rete,un’ulteriore formazione del persona-le dei Punti di vendita sulle offerte esui terminali, una rivisitazione deglisms inviati ai clienti su offerte bundle.

2011: LA SECONDA EDIZIONEHa impegnato un nuovo gruppo dimanager focalizzando la sperimenta-zione sui prodotti e servizi innovativie aprendo l’esperienza a un maggiornumero di servizi dei competitor.Nei tre workshop realizzati ogni par-tecipante ha raccontato il suo viag-gio, nelle quattro fasi: “Mi guardo in-torno”, “Scelgo e acquisto”, “Funzio-na!”, “Lo uso tutti i giorni” e “C’è qual-cosa che non va”. L’edizione del 2011 è stata poliedricae ricca di spunti per i molti servizi/prodotti sperimentati sia della nostraazienda sia dei nostri competitor.

Per quanto riguarda i feedback deipartecipanti, tre su quattro ritengo-no pienamente raggiunti gli obietti-vi del progetto, tutti (100 per cento)ritengono che sia stato molto utilevivere l’esperienza del cliente e granparte (85 per cento) pensa che siadavvero interessante il confrontocon manager di altre funzioni/strut-ture aziendali. Il 77 per cento dei partecipanti giu-dica “abbastanza” possibile trasferi-re le azioni individuate al propriocontesto operativo, il rimanente 23per cento si mostra assolutamenteconvinto di poterlo fare. Per la pros-sima edizione suggeriscono di ripe-tere l’esperienza con un maggiorecoinvolgimento in fase di workshopdelle persone che in azienda hannole leve finanziarie e operative peragire; di aggiornare nel tempo il do-cumento con le azioni di migliora-mento fino al raggiungimento degliobiettivi prefissati; di prolungare ilprogetto e le occasioni di confrontoe di estenderlo a tutta la popolazio-ne dei responsabili di attività. q

Gaia Spinellafotografie di Luciano Capanna

e Katia Carota

COSA HANNO DETTO...

La narrazione è stata ricca dispunti di riflessione e approfondi-mento, le esperienze mai distac-cate, il coinvolgimento emotivocome quello di un vero cliente. I racconti dei nostri colleghi chehanno sperimentato il prodotto Te-lecom Italia:

“Sul sito non era immediato capirel’offerta e la differenza tra le chia-vette (40, 100, illimitato), il clientetipo sarebbe probabilmente andatoin negozio”.

“Il pacco è arrivato dopo neanche24 ore. Lo apro e mi sorprendo discoprire che devo andare al Pun-to di vendita per attivare!”.

“Chiamo per avere informazioniche non ho trovato sul sito: cosasuccede se vado all’estero? Allafine non sono riuscito a capirlotramite IVR e sono andato un’altravolta sul sito”.

“Stupita positivamente dal Custo-mer Care Telecom Italia per compe-tenza, gentilezza e disponibilità”.

Non sono da meno i suggerimentinati dalla sperimentazione di pro-dotti o servizi di competitor parti-colarmente innovativi o di impat-to mediatico.

“L’IVR comunica che è possibileacquistare il prodotto solo tramiteil Punto di vendita. Via sms, sumia richiesta, mi sono arrivati gliindirizzi dei negozi dove avrei tro-vato il prodotto”.

“Solo una volta c’è stato un dis-servizio che ha impedito la navi-gazione ma, cosa molto positiva,era stato comunicato sul portalecon l’impegno di risolvere il pro-blema nelle 48 ore successive. Ildisservizio è durato molto meno”.

“IVR rapido e comodo, al terzo li-vello già parli con un operatore”.

Alcune criticità rilevate durantel’esperienza sono già state risol-te, altre azioni, di carattere piùtrasversale e strategico, potran-no contribuire ad attivare proget-ti interfunzionali di miglioramentodella qualità del servizio.

ALCUNE PROPOSTE...

• Assicurare la cancellazione del-le offerte preesistenti al momen-to dell’acquisto e/o comunicareal cliente la necessità di provve-dere alla cancellazione delle of-ferte “ereditate”.

• Valutare l’opportunità di inviareal cliente sms ogni volta che siattiva un evento straordinarioe/o un utilizzo improprio del pro-dotto/servizio.

• Migliorare l’aggiornamento deiCustomer Care e dei negozi sul-le caratteristiche delle offerte,condizioni di vendita e sull’atti-vazione.

• Semplificare e armonizzare lecomunicazioni al cliente in ter-mini di contenuti e di forma.

• Abilitare l’attivazione da remotodelle SIM per finalizzare l’ac-quisto via web.

• Rendere più chiare e leggibili leinformazioni sul web relative aiprodotti e ai servizi.

• Migliorare le informazioni ge-stite dall’IVR.

• Ridurre i tempi di attivazionepresso i Punti di vendita in par-ticolare i tempi necessari perdefinire le rateizzazioni.

• Semplificare le informazionicontenute nella bolletta.

• Rendere più chiare e coerenti leinformazioni per l’installazionedei modem ADSL e le policy perl’assistenza all’installazione deimodem non Telecom Italia.

Sopra, Silvia Bogi.Nella pagina accanto, il team che ha partecipato al customer journey. In piedi da sinistra, Stefano Santini, Giorgia Sperandei, Marco La Manna, Helen Festa, Fabio Grasso, Silvia Salemi,Salvatore Maglione, Fabio Piolini, Maria Rosaria Gerardi, Emanuela Ghini, Manuela Martelli,Paolo Santolamazza, Salvatore Pinto; in prima fila, da sinistra, Erminia Ianniello, Gaia Spinella,Rosario Cristaudo, Amedeo Parente, Ivana Borrelli e Daniela Fiore

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LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA32 BUSINESS

PROFESSIONISTIDELLA PREVENZIONEI colleghi della funzione Servizio di PrevenzioneProtezione e Ambiente ci aiutano a garantire la sicurezza sul lavoro e a mantenere l’attenzione sulla tutela dell’ambiente.

a cura di Luciano Capanna e Maria Luisa Traisci Ripalta fotografie di Riccardo Adelini, Moreno Balzani, Luciano Capanna, Fabrizio Ignesti e Hildegard Adelheid Kuss

LE BUONE REGOLELavorare ogni giorno al fianco dei colleghi per capire qua-li tecniche e misure di sicurezza occorre adottare è l’o-biettivo principale del Servizio. Perché la sicurezza si fainsieme, osservando i comportamenti, adeguando le tecni-che ai nuovi mestieri. Tutte le regole per prevenire gliinfortuni e le malattie professionali sono descritte nel“Documento di valutazione dei rischi”, redatto anche in-sieme ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza,che costituisce la base del mestiere della prevenzione.Nella foto, il collega Massimo Ottaviani mentre indossal’attrezzatura di sicurezza.

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331 / 2012SINCRONIZZANDO

IN AULA PER LA FORMAZIONELa formazione e l’addestramento sono i mattoni della pre-venzione. L’adozione di corretti comportamenti durante losvolgimento delle attività consente di ridurre al minimo lapossibilità che si verifichino infortuni, incidenti e malat-tie professionali. 76.460 le ore di formazione erogate com-plessivamente nel 2011 in materia di salute, sicurezza eambiente (dato Telecom Italia). Nella foto, Simone Ciolimentre gestisce un’aula.

ARRIVANO I NOSTRIGestire un’emergenza significa saper adottare comporta-menti corretti che contribuiscano a minimizzare i rischiper le persone e per il patrimonio aziendale. In caso di in-cendio o qualora un collega si sia infortunato o sia coltoda malore, abbiamo procedure specifiche e centinaia dipersone formate per intervenire immediatamente, pre-stando i primi soccorsi e attivando i mezzi necessari. Nel-la foto, accanto all’ascensore Marco Paoli durante unaprova di emergenza.

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LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA34 BUSINESS

INSIEME PER LA RICERCA Insieme all’Istituto Superiore di Sanità è alle battute fina-li uno studio per la rilevazione della presenza del gas ra-don, svolto sia presso i siti aziendali sia presso le abita-zioni dei circa 600 colleghi che hanno aderito alla campa-gna volontaria. I risultati dell’indagine, oltre a darci infor-mazioni importanti sullo stato dei nostri ambienti, contri-buiranno a definire anche la mappatura italiana sulla pre-senza di questo gas. Nella foto, Vinicio Carelli.

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351 / 2012SINCRONIZZANDO

ATTENTI ALL’AMBIENTEGarantiamo un impegno costante nel facilitare l’adozionedelle migliori pratiche per la prevenzione degli inquina-menti e per la tutela dell'ambiente attraverso lo studio dimetodologie, l’introduzione di policy e di linee guida. Adestra, nella foto, Gianfranco Gigli.

LA QUALITÀ È UN SERVIZIOIl servizio ha un’articolazione nazionale e territoriale ed ècostituito da 60 colleghi che studiano e individuano lepratiche migliori da adottare. Da maggio 2011 è stata con-seguita la certificazione ISO 9001 sui processi di valuta-zione dei rischi, formazione e misure strumentali. Da sini-stra, Fabio Brusa, Maurizio Peruch, Fabio Lazzaro, Anto-nella Zolla, Natale Lanzuise.

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LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA36 BUSINESS

SORVEGLIATI SPECIALICon l’aiuto di un team di 22 medici sono garantiti i neces-sari controlli sanitari. La sorveglianza sanitaria ci con-sente infatti di tutelare lo stato di salute dei circa 14.000colleghi – prevalentemente addetti al videoterminale –che sono esposti a rischi di natura professionale. Nellafoto, il dottor Marco Turbati.

IL POLSO DELLA SITUAZIONEI continui rapporti con gli enti esterni deputati alla norma-zione, alla prevenzione e al controllo consentono di cono-scere gli orientamenti normativi più aggiornati e offronola possibilità di avere un confronto sempre aperto tra ad-detti ai lavori per adottare le misure di tutela più opportu-ne. Sopra, Daniela Fiori e Luca Ciuoli si consultano primadi un incontro con i referenti della ASL Roma C.

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SICUREZZA DENTRO E FUORIAttraverso decine di verifiche in campo ogni anno control-liamo che i principali fornitori, cui sono affidate attività inappalto, adottino e rispettino tutte le disposizioni normati-ve e contrattuali in merito alla sicurezza sul lavoro e allatutela ambientale. Così, anche presso i nostri appaltatorisi è innescato un meccanismo virtuoso focalizzato sullasalvaguardia delle persone e dell’ambiente. Da sinistra,Maurizio Puccini, Luca Bardelli e Daniele Bronzini.

UN UOMO DA LABORATORIOPer valutare al meglio i rischi e fare prevenzione dobbia-mo misurare i parametri importanti per la salute delle per-sone e la tutela dell’ambiente. Ogni anno sono centinaiale misure di microclima, di campi elettromagnetici, di ru-more e di vibrazioni eseguite dai nostri tecnici della pre-venzione. Nella foto, Ciro Somma.

LO STRESS CORRELATO AL LAVORO

La legge non lo definisce, ma sipuò affermare che è connessoalla difficoltà dell’individuo dirispondere alle sollecitazionidell’ambiente in cui lavora. Allafine del 2010 la Commissioneconsultiva permanente per lasalute e la sicurezza del lavoroha emanato le linee guida per lavalutazione del rischio stresscorrelato al lavoro. Telecom Ita-lia è stata tra le prime aziende alivello nazionale a svolgere lavalutazione e oggi sono in corsodi attuazione le azioni di miglio-ramento negli ambiti organizza-tivi che hanno evidenziato ne-cessità di intervento.

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APERTI AL CITTADINO

il modo di operare dei governi per-ché non è più solo il governo a po-ter utilizzare le informazioni che,in realtà, sono della collettività maè la collettività stessa che torna a es-serne “proprietaria”.L’open data rappresenta un mo-mento di rottura con il passato eporta a una naturale innovazionedel rapporto tra amministrazionee cittadini.Un aspetto rilevante, sostiene laNoveck, riguarda la scelta tecnolo-gica che gli uffici devono compie-re per rendere pubbliche le infor-mazioni. Trattandosi di una ingen-

IN COSA POSSO ESSERLE UTILE?38 BUSINESS

L’Open Government sposta il focus dall’erogazione di servizi alla partecipazione attiva.

convinta che il sistema di dati aper-ti faccia da apripista al wiki govern-ment, avvicinando l’amministrazio-ne ai cittadini.Il wiki government per la Noveck nonè uno slogan e lo dimostra a suo di-re quanto fatto in questi anni dal-l’amministrazione Obama che hamesso in rete tutti i dati prodottidalla Casa Bianca. Con l’open data, l’amministrazionenon sarà più percepita come uncorpo estraneo alla società ma qual-cosa che ne fa parte a pieno titolopronta a lavorare per il benesserecollettivo. I dati pubblici cambiano

C on l’Open Government l’am-ministrazione focalizza i suoiprocessi decisionali sulle effet-

tive esigenze e necessità della co-munità di riferimento. Di recente si è affermata in moltiPaesi la dottrina dell’Open Govern-ment, secondo la quale le Pubbli-che Amministrazioni dovrebberoutilizzare le nuove tecnologie peressere aperte e trasparenti e rende-re pubblici tutti i propri dati, inmodo da consentire ai cittadini divalutare il proprio operato e di darenuovo impulso all’economia dellaconoscenza. Un passaggio culturale necessarioper il rinnovamento delle istituzio-ni nella direzione di apertura e tra-sparenza deve prevedere che sianoa disposizione del cittadino e delleimprese l’insieme dei dati pubblicigestiti dall’Amministrazione in unformato aperto: l’Open Data. Conquesto termine si fa riferimento auna filosofia e a una pratica per cuialcune tipologie di dati sono libera-mente accessibili a tutti. Un dato è aperto se tutti sono ingrado di usarlo, riutilizzarlo e ridi-stribuirlo liberamente, con l’unicovincolo di citare la fonte e ridistri-buirlo allo stesso modo. Per quanto riguarda la diffusione

del dato è stato creato il portale na-zionale dei dati aperti raggiungibi-le all’indirizzo www.dati.gov.it oltreai portali regionali e delle autono-mie locali dei dati aperti con cui sistabilisce un rapporto di reciprocacollaborazione e di scambio ancheattraverso l’Application Program-ming Interface (API) che ne garanti-sce l’aggiornamento permanente.

UNA TESTIMONIANZA CONCRETAIn questo contesto è sempre più im-portante trovare le modalità per fa-cilitare il dialogo tra la Pubblica Am-ministrazione e il cittadino e abilita-re tutte le possibili forme di dialogoal fine di instaurare il massimo dellacollaborazione. Per questo occorre pensare all’at-tuazione di tecniche di governancecollaborative e lanciare la realizza-zione e l’utilizzo di piattaforme dicollaborazione in cui si possa ga-rantire alla PA di recepire organica-mente le richieste e le opinioni, au-tenticarne la provenienza e classifi-carne il macrocontenuto.A questo proposito ci siamo rivoltia Beth Noveck, già responsabile delprogetto Open Government del-l’amministrazione Obama e oraconsulente del governo Cameronper lo stesso progetto, sostenitrice

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391 / 2012SINCRONIZZANDO

Ecco perché oggi vale la pena ricor-dare che l’open data, grazie al cloudcomputing, permette di fare innova-zione a costo zero.

IL WIKI GOVERNMENTCome sostiene il nostro AD MarcoPatuano “se le Pubbliche Ammini-strazioni ragionassero in termini diOpen Data, le possibilità sarebberopressoché infinite per i cittadini eper le imprese. Immaginatevi che idati della PA, nel pieno rispetto del-la privacy, vengano resi disponibili,che io sia interessato a consultarli eche, incrociandoli, si possano svi-

luppare API proprio sulla base deidati certificati dalle Amministra-zioni: questo è quello che si chiamawiki government. Il wiki governmentpuò consentire di eliminare un’in-finità di barriere”.La recente iniziativa, che vede svi-luppare un’area di collaborazionetra Wikitalia e Telecom Italia, ri-prende l’indicato proponimento diTelecom Italia a partecipare attiva-mente alla modernizzazione delleistituzioni secondo un’ottica diOpen Government.Wikitalia è l’iniziativa di un gruppodi appassionati di web e democra-

zia, per realizzare una piattaformada mettere gratuitamente a dispo-sizione delle città italiane dove svi-luppare degli strumenti in opensource che garantiscano la traspa-renza della politica, consentano ilriutilizzo dei dati pubblici e favori-scano la partecipazione dei cittadi-ni. Wikitalia si rivolge agli sviluppa-tori nonché ai sindaci e alle loroamministrazioni affinché decidanodi far propri la filosofia e gli stru-menti dell’Open Government. q

Luigi BertolliniManuela Campea

fotografie di Claudio Patrizi

Sopra, da sinistra, Federico Morena e Luigi Bertollini.A destra, i colleghi con Manuela Campea

te mole di dati la scelta più consonaoggi è il cloud computing che ne ren-de più agevole l’archiviazione. Con l’open data si dà il via libera al-l’innovazione nella macchina pub-blica, costringendo in qualche mo-do le PA a ingegnerizzare le proce-dure. Dati aperti e cloud cammina-no, dunque, di pari passo e sono ingrado di rispondere anche alle esi-genze di risparmio del sistemapubblico in un momento di diffi-coltà economica come quello chestiamo vivendo: le soluzioni cloudcostano decisamente meno dellepiattaforme di legacy.

INTERNET PER IL GOVERNO

Telecom Italia partecipa al progettoWikitalia rendendo disponibili le solu-zioni business to business to citizen ebusiness to business, definite OpenGov,all’interno della sezione e-gov presentenell’application store di Telecom Italia(www.timstore.it), nella quale vengonopubblicate le app per renderle fruibili alcittadino. Telecom Italia ha inoltre apertoun Developer Program (apploaders.tele-comitalia.it) in cui lo sviluppatore, azien-

da o individuo, dopo essersi registrato,può proporre le proprie app seguendo unpercorso di ideazione, creazione, certifi-cazione e pubblicazione. Una serie di strumenti di sviluppo e mo-nitoring sono a disposizione del develo-per per realizzare le app e gestirne la dif-fusione, verificarne l’andamento dei pro-fitti e la rispondenza alle aspettative.

Marco NicolaiAlberto Ciarniello

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L’ evoluzione generale del contesto normati-vo – sempre più pervasivo a livello naziona-le e internazionale – ha indirizzato e vinco-

lato le strategie e l’organizzazione di molte im-prese, in particolare di quelle operanti nei setto-ri più altamente regolamentati.In generale, questo contesto impone sempre piùla diffusione di una cultura aziendale impronta-ta alla correttezza e alla conformità alle norme, atutti i livelli, manageriali e operativi.

Cresce la spinta degli stakeholder versol’adozione di politiche sostenibili e socialmenteresponsabili nella realizzazione del businessd’impresa e verso la salvaguardia dei valori in-tangibili come l’etica e la reputazione. Oggi poi,a differenza del passato, l’esigenza di assicurareun business compliant non risponde più solo allanecessità di rispettare precisi vincoli di legge.Questo approccio – puramente difensivo – nonconsentirebbe infatti di perseguire la compliance

LA PAROLA ALLA FUNZIONE COMPLIANCE

A CARTE SCOPERTE40 BUSINESS40

Come si pone un’impresasocialmente responsabile nella realizzazione del propriobusiness. L’attenzione continuaa valori intangibili come l’etica e la reputazione.

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LE INIZIATIVE TRASVERSALI

CONOSCENZA E ADESIONE AL CODICE ETICO A LIVELLO DI GRUPPONel Codice Etico e di Condotta sono indicati i principigenerali (trasparenza, correttezza, lealtà) cui si ispirala Società nello svolgimento e nella conduzione degliaffari. Business etico è un principio fondamentale perTelecom Italia e nel Codice ogni manager e dipenden-te trova riferimento costante per i propri comportamen-ti e azioni. Sono state pubblicate su intranet pillole de-dicate ai temi relativi all’etica e alla compliance.

POTENZIAMENTO COMMITMENT A LIVELLO DI GRUPPOL’adesione al sistema di regole condivise deve esserenel nostro Dna; dobbiamo sviluppare al nostro internogli “anticorpi” per isolare comportamenti non coerenticon tale principio. È necessario adottare e consolidarela compliance, intesa anche come scelta di adesioneindividuale ai principi di riferimento e come parte inte-grante della cultura d’impresa.

INIZIATIVE DI COMPLIANCE CULTURENELLE CONTROLLATE DOMESTICHE ED ESTERENella consapevolezza che il business compliant è an-che un’opportunità sul piano competitivo, le iniziativevanno progettate in termini trasversali alle diverserealtà del Gruppo.

INIZIATIVE DI FORMAZIONE E COMUNICAZIONE SUGLI AMBITI MO 231, NORMATIVE MERCATI FINANZIARI, PROCESSI COMMERCIALI, PROCESSI TECNICI E DI SUPPORTOIn quanto cultura in continua evoluzione, i temi di com-pliance richiedono periodici aggiornamenti diffusi at-traverso strumenti e modalità diversi, trasversali e per-sonalizzati che vedano coinvolti tutti, in primis i respon-sabili, chiamati a essere parte attiva di queste iniziative.

cacia dei presidi in essere; il monitoraggio dellacorretta e tempestiva applicazione degli inter-venti di rimedio, individuati come necessari a ri-pristinare situazioni di piena conformità e infi-ne tramite il reporting verso il Vertice, gli Organi-smi di Controllo e le altre funzioni aziendali.

Al di là, tuttavia, dello specifico impegnodelle funzioni più direttamente coinvolte nelpresidio dei temi della conformità, è bene ricor-dare che un’impresa sana, ispirata a principi dicorrettezza ed eticità, vigile ai comportamenti alproprio interno, deve stimolare lo scambio e ladiffusione di informazioni e contributi che con-solidino e salvaguardino la sua credibilità e re-putazione e, quindi, i suoi risultati. In tal senso –in azienda, da parte di tutti – sono necessaricomportamenti virtuosi, perché sono questi ul-timi ad assicurare al Gruppo Telecom Italia laprevenzione dei rischi e i necessari livelli di cre-dibilità, reputazione e performance. q

Francesca Petraliaha collaborato Barbara Lucangeli

fotografie di Vittoria Marletta

anche in ottica di miglioramento dell’efficacia edell’efficienza dei processi aziendali, quale verae propria leva di vantaggio competitivo.

Per assicurare questo percorso, devonopertanto essere largamente diffusi e promossicomportamenti ispirati a principi di correttezzae trasparenza, al rispetto delle norme, al control-lo e alla prevenzione dei rischi. In Telecom Italia,questo processo parte dall’etica quale valore

fondante la governance del Gruppo e rappresen-tativo del nostro modo di fare business. Proprioallo scopo di promuovere la compliance culture erichiamare nell’agire quotidiano di ciascuno ivalori espressi nel Codice Etico, Telecom Italia –attraverso la funzione Compliance – ha pianifi-cato specifiche iniziative di tipo trasversale (ve-di box sotto).

Inoltre, sul piano operativo, Compliancesvolge un ruolo di prevenzione, agendo ex-anteattraverso la partecipazione attiva, con le funzio-ni preposte, all’analisi degli scenari di evoluzio-ne del contesto normativo di riferimento e deipossibili impatti sui processi aziendali. Suppor-ta e/o interviene direttamente nella definizionedi procedure interne, a garanzia della piena ade-renza alle normative applicabili. Identifica, valu-ta e verifica nel continuo l’esposizione al rischiodi non conformità. E inoltre definisce e attua ipiani formativi e di comunicazione, differenzia-ti per ambiti normativi e rivolti ai diversi livellidell’organizzazione.

Compliance agisce anche ex-post, attra-verso la verifica diretta, periodica e risk-orienteddella conformità dei comportamenti e dell’effi-

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Sopra, Francesca Petralia

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“P er ogni cosa c'è il suo mo-mento”, ci insegna la Bib-bia, ma c’è qualcosa che

non ha un momento definito e chedovrebbe accompagnarci sempre:imparare. Perché la capacità di ac-quisire e aggiornare le proprie co-noscenze è importante in relazio-ne a molti aspetti della nostra vita,individuale e collettiva. A livello individuale la capacità dimigliorarsi e approfondire certeconoscenze ha un effetto moltoforte su quello che il noto psicolo-go Albert Bandura ha definito selfefficacy, ovvero la sensazione di po-tercela fare in situazioni comples-se, una maggior fiducia nelle pro-prie capacità. Una sensazione che a sua volta au-menta la motivazione a impegnar-si e la soddisfazione nei confrontidi noi stessi e della vita che condu-ciamo. Ma gli effetti non si ferma-no al livello individuale. Sono molti gli studi in economiae in sociologia che mostrano ilruolo delle conoscenze su aspetti

chiave della performance di un’a-zienda (perché una solida base diconoscenze aiuta ad “assorbire” etrasformare in innovazione gli sti-moli e i saperi che ci circondano)e più in generale della crescita so-cio-economica di una comunità.Numerosi studi sociologici hannotrovato correlazioni sistematichetra il livello di istruzione e ap-prendimento e il livello di apertu-ra culturale e “modernizzazione”di una società.

IL BENEFICIO DELL’APPRENDIMENTO In sintesi, un apprendimento dif-fuso e costante nella popolazione(e non limitato ai primi anni divita o all’apprendimento mera-mente scolastico) ha effetti bene-fici che si estendono a molti am-biti e a tutti i livelli. Per questonumerosi organismi internazio-nali, dall’OCSE all’UNESCO, già damolti anni hanno sviluppato ilconcetto di lifelong learning, ovve-ro di apprendimento continuo

nell’arco della vita dei cittadini, ecercano di sensibilizzare i gover-ni ad adottare politiche e iniziati-ve in tal senso. La Comunità euro-pea a sua volta ha cercato di ri-spondere a queste esigenze lan-ciando un programma ad hoc, ilLifelong Learning Programme 2007-2013, che supporta e finanzia nu-merose iniziative, dall’Erasmusper imprenditori a programmiformativi per adulti. E per moni-torare l’andamento e il livello didiffusione del Lifelong Learning neivari Paesi, Eurostat raccoglie ognianno, attraverso il sondaggio sul-la forza lavoro, dati sulla forma-zione effettuata dai lavoratori deivari Paesi membri. Quello che emerge da questi son-daggi è poco confortante per ilnostro Paese: in Italia solo il 6,2per cento dei lavoratori intervi-stati aveva condotto qualche tipodi formazione nel mese prece-dente all’intervista, contro il 10,8per cento della Spagna, il 19,4 percento dell’Inghilterra, il 24 per

cento della Svezia e via crescendonegli altri Paesi del Nord Europa(tra i grandi Paesi solo la Franciafa peggio di noi).

LE RAGIONI DEL RITARDO ITALIANOPerché questo ritardo? Sicura-mente la struttura del nostro si-stema produttivo, fatto di micro-imprese non aiuta. Ma il fenome-no delle piccole imprese caratte-rizza molti Paesi europei, non so-lo il nostro. Ci sono altri fattoriche intervengono, primo fra tuttiuna concenzione di lavoro che nelnostro Paese è stata tradizional-mente incentrata sul binomio “sa-lario-profitto”. Si tratta di una vi-sione che si focalizza quindi sulposto di lavoro piuttosto che sullavoratore, e che non si rende con-to che l’apprendimento aiuta arafforzare la posizione del dipen-dente, a renderlo più sicuro nonsolo dentro all’azienda, ma sulmercato del lavoro in senso am-pio. Rinunciando o sminuendo il

SAPERE ALLA

Sopra, Irene Tinagli, fotografata da Domenico Giampà.In queste pagine, le immagini realizzate da Luigi Chiriacò

LO SPECCHIO DELL’AZIENDA42 LA PAROLA ALL’ESPERTO

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da e la comunità. Se lo lasciamo unelemento isolato, non servirà anessuno. I tradizionali timori lega-ti ai costi e ai tempi che la forma-zione comporta non sono più giu-stificati. Oggi esistono piattafor-me e programmi delle miglioriscuole, istituti, associazioni delmondo che consentono di condi-videre saperi, esperienze, progetticon investimenti di tempo e dena-ro molto ridotti rispetto al passa-to. Strumenti che riescono a co-

niugare qualità ed economicità.Insomma, oggi non ci sono piùscuse: continuare a crescere e im-parare nell’arco della propria vitanon solo è necessario, ma è allaportata di tutti. q

Irene TinagliEconomista, Docente

all’Università Carlos III di Madrid

PORTATA DI TUTTI

valore della formazione si innescaquindi un circolo vizioso. Perchésenza investimento sulla crescitadel dipendente si indebolisce lasua posizione, rendendolo più in-sicuro, e così cresce l’urgenza perla garanzia del posto, che prevarràancora più su tutto il resto.

LA FORMAZIONE AL CENTROQuesta concezione e questo circo-lo vizioso vanno rettificati. E lo si

può fare non solo riportando laformazione al centro delle politi-che delle istituzioni e delle azien-de. Ma facendo in modo che lecompetenze e gli skill appresi at-traverso la formazione siano effet-tivamente valorizzati all’internodei processi di valutazione e car-riera nelle aziende e negli entipubblici. Solo così si creano gli in-centivi e gli strumenti per far sìche l’apprendimento diventi unvero volano di crescita per l’azien-

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SCENARIO44 COMMENTI

F ragili. A causa di una crisi cheviene dal non dominio della fi-nanza globalizzata. Con un

sentimento di stanchezza colletti-va e di fatalismo inerte. Isolati, fuo-ri dai grandi processi internazio-nali e con il timone che ci sfuggedi mano. Sospesi come siamo traun mercato turbolento e sregola-to, una specie di mostro alieno cuisono affidate le nostre vite, e centridi potere lontani e poco trasparen-ti, come quelli finanziari che, almeglio, fanno rigore ma non svi-luppo. Insomma, dice il 45° Rap-porto Censis sulla situazione so-ciale del Paese, “ognuno per sé eFrancoforte per tutti”. Un quadrobuio, ma non del tutto scuro: l’evo-

luzione della società italiana segue– con passo lentissimo – un sentie-ro antico ma sicuro che il Censischiama “scheletro contadino”. Danoi vige ancora, e nonostante tut-to, il primato dell’economia reale,anche se la nostra mitica capacitàdi adattamento è seriamente mes-sa alla prova. Eppure la vitalità deisingoli soggetti, dice il Censis, re-sta essenziale per superare la con-giuntura negativa e la cultura deldeclino (il “declinismo”).

DIVERSI MODI PER RISPONDERE ALLA CRISIIniziativa imprenditoriale di picco-la e media dimensione, vitalità dellediverse realtà territoriali, forza eco-

NUOVOMONDO ANTICO

Lente di ingrandimento del 45o

Rapporto Censis sull’iniziativa locale come leva per far ripartire l’economia.

In queste pagine, paesaggi agricoli e cittadini. L’agricoltura, un po’ a sorpresa, sembra essere una risposta alla crisi: in questo settore la produttività ultimamente è salita in modo considerevole. Nella città, invece, il grosso problema è rappresentato dal modello di mobilità: costoso e poco capace di risolvere i problemi di spostamento

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nomica e finanziaria delle famiglie,diffusa patrimonializzazione im-mobiliare, coesione sociale, radica-mento sul territorio del sistemabancario, responsabile coperturapubblica e privata dei bisogni socia-li: queste le realtà da cui ripartire.La vitalità dei singoli soggetti è an-che alla base di risposte differenzia-te alla crisi: ci sono “minoranze atti-ve” che restano fedeli alla sfida im-prenditoriale pur non riuscendo atrainare il resto della società; c’è chiha potuto scegliere di isolarsi, ma-gari in campagna o nei borghi, perperseguire una più alta qualità del-la vita; c’è il “ceto medio” impauritodalla prospettiva di cadere più inbasso, e c’è una parte marginale del-

la società che effettivamente è ca-duta. Diseguaglianze, dice il Censis,che potrebbero incubare germi diconflitto sociale. Un pericolo che sidisinnesca solo con l’arricchimen-to dei rapporti sociali e lo sviluppodelle relazioni.La società italiana riprende respirocon nuovi “format relazionali”: lodimostrano l’esplosione dei tantisocial network, reali o virtuali, lacrescita di forme amicali collettive(dalle movide alle sagre), lo svilup-po di aggregazioni capaci di suppli-re alle carenze del welfare pubblico,la partecipazione comunitaria allavita di quartiere. Insomma nuovereti – o nuova linfa in vecchie ma-glie – capaci di intessere relazioniforti tra individui e comunità, al-lontanando il senso di insicurezzaprovocato dall’isolamento e ren-dendo più facile la gestione della vi-ta quotidiana delle persone.

LA FORZA DELLA RELAZIONEQualche dato: il 43,4 per cento de-gli Italiani definisce il vicinato“una comunità in cui tutti si cono-scono, si frequentano e si aiutano”;quasi 6 milioni di persone sonocoinvolte in forme di mutualità insanità con circa 10 milioni di bene-ficiari; 11.700 le iniziative locali a

carattere conviviale come sagre, fe-ste, manifestazioni di vario tipoche si svolgono annualmente nelnostro Paese. Aiuta altre personeattraverso il volontariato oltre il 26per cento degli Italiani (più di 13milioni di persone per oltre 351milioni di ore mensili) di cui il 76per cento con regolarità. Infine lereti tecnologiche: i social networkcoinvolgono il 31 per cento degliItaliani, sono 16 milioni gli utentidi Facebook, 6 milioni utilizzanoSkype, 1,1 milioni Twitter. Le relazioni, facilitate dalla piccoladimensione insediativa (quasi lametà degli Italiani vive in Comunicon meno di 20mila abitanti), dal ra-dicamento territoriale (il 47,2 percento dichiara che non cambiereb-be mai la città dove vive) e dai lega-mi di prossimità (l’81,6 per cento di-chiara di avere rapporti frequenti esoddisfacenti con i propri vicini)contribuiscono a creare eccellenzanelle economie del territorio, dice ilCensis. Che, un po’ a sorpresa, indicacome modello per capacità di adat-tamento e risposta alla crisi niente-meno che l’agricoltura. Settore nelquale la produttività è salita a dop-pia cifra: oggi, tra l’altro, siamo ilPaese europeo con il maggior nume-ro di prodotti agroalimentari di qua-

lità con denominazione protetta:219, il 22,1 per cento di tutti quelliriconosciuti dalla UE.

IL MODELLO DI MOBILITÀMa per svilupparci non basta. Se lereti relazionali tengono (non man-cano dati su quella per eccellenza:la famiglia) quelle strutturali fannoacqua (e non stiamo parlando solodi acquedotti). Gran parte delle cri-ticità sono riconducibili al modellodi mobilità sul nostro territorio: co-stoso e poco capace di risolvere iproblemi di spostamento. Il ritardoe la debolezza nel farvi fronte sonoelementi che rallentano l’econo-mia nazionale, mentre le città ita-liane, quelle grandi ma anche quel-le medie, sono “gravemente malatedi traffico”. Ma il Censis ha una ricetta chiarissi-ma: “occorre scegliere nettamentedi puntare a un reale rafforzamentodell’offerta di trasporto collettivo(unita allo sviluppo di trasporti al-ternativi e all’incentivazione dell’in-termodalità). Coerentemente occor-re regolare maggiormente e in al-cuni casi disincentivare il traspor-to privato, soprattutto nella cittàconsolidata”. q

Mauro Broggifotografie di Riccardo Adelini

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RAPPRESENTANTIDI CLASSELa scuola: ricordi, successi, stress, giovinezza,ma soprattutto il luogo in cui cominciamo a costruire la nostra cultura con un apprendimento strutturato.

REPORTAGE46 COMMENTI

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LOTTA ALL’ANALFABETISMOEleganti e istruiti in una foto di classe dei primi del Novecento. Mabisogna ricordare che in Italia a quell’epoca il tasso di analfabeti-smo era ancora del 56 per cento.

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MEDIE PER TUTTISembrano annoiati questi studenti negli anni Cinquanta perché nonsanno di essere, per l’epoca, dei privilegiati. In Italia infatti biso-gnerà aspettare il 1962 per una legge che istituisca la scuola me-dia obbligatoria e gratuita tra gli 11 e 14 anni.

REPORTAGE48 COMMENTI

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STUDIARE MANTIENE GIOVANIStudenti liceali – siamo nel 2005 – con un solo pensiero in testa: quel-lo di... finire. Ma è solo un’illusione, perché lo studio come accresci-mento e arricchimento personale può durare tutta la vita, secondo ilprincipio del lifelong learning. Con un vantaggio: rimanere giovani.

REPORTAGE50 COMMENTI

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C’ERA UNA VOLTA52 COMMENTI

PASSAGGIO A NORD-EST

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Quando nel 1925 la Telve si aggiudicò laconcessione del telefono per la 2a zona, ecioè l’area del Nord-Est che comprendeva

i territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia,del Trentino-Alto Adige e di Fiume e Zara, gliedifici di proprietà sociale erano solo sette: do-po 30 anni di attività il numero degli stabili diproprietà era salito a 83. Il grande sforzo di co-struzione, in cui tutte le concessionarie furonoimpegnate a partire dalla seconda metà deglianni Venti, non si esauriva, infatti, solo nellaposa e costruzione di cavi, reti e centrali, maanche nel dar casa a uffici, posti di telefoniapubblica, agenzie, centrali, sale di commuta-zione, sedi direzionali. Edifici e palazzi di nuo-va o antica costruzione, adatti a rispondere allediverse esigenze, comprese quelle di prestigioe rappresentanza, finirono spesso per diventa-re stabili punti di orientamento nella geografiadelle città italiane del Novecento.

LA TELVE-SOCIETÀ TELEFONICA DELLE VENEZIEL’atto di nascita della Telve-Società telefonicadelle Venezie, un consorzio di piccole e medieimprese telefoniche che nasceva dalle ceneridella precedente Società telefonica veneta, èdel 5 ottobre 1924. Primo presidente fu il con-te Uberto Cattaneo – già gerente della Societàtelefonica Alto Veneto e presidente della So-cietà padovana per il telefono – e amministra-tore delegato l’imprenditore trevigiano CesareCalandri. I legami con altre aziende del settoredi primo piano erano quanto mai significativi:il fratello dell’amministratore delegato, Alfon-so Calandri, era infatti presidente della Fatme(Fabbrica apparecchi telefonici e materialeelettrico di Roma) nonché rappresentante ita-liano dell’americana Kellogg di Chicago, tra leprime aziende a livello mondiale produttricidi apparecchi telefonici e apparati di centrali.Ciò non fu sufficiente, però, a consolidare l’im-

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Dalla 2a zona al Future Centre,una passeggiata tra le nostresedi storiche nel Triveneto.

presa, tant’è che nel 1928, dopo la morte delpresidente Cattaneo, la Telve entrò sotto il con-trollo del Gruppo o (Società Idroelettrica Pie-monte) allora guidato da Gian Giacomo Ponti.Nel 1964, come le altre concessionarie, sarà in-corporata nella SIP-Società italiana per l’eserci-zio telefonico.

SFOGLIANDO LE CARTE D’ARCHIVIONei verbali del CdA dei primi anni di vita dellaconcessionaria, conservati presso l’Archivio sto-rico Telecom Italia, sono numerose le decisioniin merito all’acquisto di terreni per la costruzio-ne di nuovi edifici da destinare a uffici e centra-li e di stabili da adattare alle diverse esigenze. La costruzione della sede della Direzione diTrieste fu approvata dal CdA Telve il 4 marzo1929 su proposta di Gian Giacomo Ponti. Il pa-lazzo Telve, oggi palazzo Telecom Italia, fu fra leprime importanti costruzioni di piazza Ober-dan che proprio in quegli anni veniva riorga-

Sopra, il “chiosco” Telve di Venezia Lido, sede del Posto telefonico pubblico negli anni Trenta.

Nella pagina accanto, la sede Telve di Trento a palazzoAlberti Colico, in via Belenzani negli anni Trenta

nizzata urbanisticamente. Oggi piazza Ober-dan è punto nevralgico della città.Al marzo del 1930 risale invece la proposta diacquisto del magnifico palazzo Alberti Coliconella centralissima via Belenzani per ospitarela Direzione di Trento, insieme ai servizi ammi-nistrativi e alla centrale urbana. Il palazzo, do-ve tuttora ha sede Telecom Italia, è indicato intutte le guide turistiche come importanteesempio d’arte e d’architettura urbana rinasci-mentale ed è noto soprattutto per gli affreschicinquecenteschi della sua facciata.Tutte le attività di costruzione, ampliamento eristrutturazione della Telve erano a cura delServizio Edile interno alla stessa società.Dopo il 1928 anche su Sincronizzando, l’house or-gan della SIP, si trovano vari riferimenti in me-rito alle costruzioni che la società telefonicaportava a termine tanto nei centri urbani comenei piccoli paesi della provincia per ospitare iPosti telefonici pubblici, indicati anche come“chioschi telefonici”.

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C’ERA UNA VOLTA54 COMMENTI

Nell’area della rete di Venezia, gli investimentiin nuove centrali, edifici sociali, magazzini, offi-cine e Ptp riguardarono principalmente le zonedi Lido, Mestre, Marghera, Giudecca e Murano.

LA STORIA DI SAN SALVADORMerita un approfondimento particolare SanSalvador a Venezia, dove, sin dal 1925, furonoospitate la sede sociale e la Direzione generaledella Telve.Le origini dell’edificio di culto risalgono all’e-poca bizantina, ma è tra la seconda metà delXII secolo e i primi decenni del XIII che venneedificato il convento, dopo che nel 1177 il papaAlessandro III (al secolo Rolando Bandinelli)aveva consacrato la chiesa di San Salvador inoccasione del suo incontro a Venezia con l’im-peratore Federico Barbarossa.Affidato ai monaci dell’Ordine di Sant’Agosti-no, il Convento con attigua la Chiesa di San Sal-vador subì nel corso del Cinquecento impor-tanti rimaneggiamenti secondo il gusto rina-scimentale dell’epoca, le cui tracce sono anco-ra oggi visibili nella bellissima volta affrescatadel salone dell’antico refettorio e nei due chio-stri presenti all’interno del complesso.

Destinato a sede di caserma militare da Napo-leone Bonaparte nel 1806, il convento di SanSalvador conservò quest’uso sino al 1912. Fu al-lora che il Ministero delle Poste e Telegrafi gui-dato da Teobaldo Calissano lo rilevò dal Mini-stero della Guerra per insediarvi la Direzionegenerale dei Telefoni di Stato di Venezia. Il pro-getto, portato a termine nel 1921, era di dotarela città di una nuova centrale e di una nuova se-de per la gestione del servizio telefonico. In unlungo articolo dedicato proprio a San Salvadorpubblicato nel 1923 sulla rivista Telegrafi e Te-lefoni edita dal Ministero delle Poste e Telegrafi,il direttore Giacomo Magagnini, descrivendole varie fasi del progetto, sottolineò le grandidifficoltà incontrate, in una città come Vene-zia, nella posa della rete di cavi, sia sotterraneiche aerei. Fra le interessanti foto pubblicate inquell’occasione, in una è ben documentato ilriadattamento dell’antico refettorio in sala dicommutazione. Nel 1925, la convenzione stipulata tra la Telvee il governo stabilì che la concessionaria te-lefonica si sarebbe insediata nel convento die-tro pagamento di un canone, con l’impegnodi far fronte alle necessarie opere di ristruttu-

razione e manutenzione. È dei primi anni Trenta la preziosa serie di fo-tografie custodite dall’Archivio che ha per og-getto gli interni e gli esterni del convento.Sede e simbolo del servizio telefonico a Vene-zia, nella seconda metà degli anni Ottanta ilProgetto San Salvador voluto dalla SIP compren-deva sia un impegnativo programma di restau-ro per la salvaguardia del patrimonio artistico-architettonico dell’edificio sia l’allestimentodella prima centrale telefonica totalmente atecnica numerica.E fu così che nell’ex convento ed ex caserma eb-be inizio l’era digitale in Italia. Oggi San Salvador è sede del Future Centre diTelecom Italia: le sue aree espositive e congres-suali ospitano annualmente importanti eventinazionali e internazionali. q

Chiara Ottavianofotografie Archivio Storico Telecom Italia

SCOPRIRE IL FUTURO SALPANDO DA VENEZIA...

Ogni viaggio inizia con una domanda e quella cheTelecom Italia si è posta è: “E se il futuro fosse di-verso?”. A questa domanda provano a rispondere idirigenti del nostro Gruppo, che si incontrano a Ve-nezia, presso il Future Centre, grazie a un’iniziativaformativa articolata in 15 edizioni, avviate a novem-bre dello scorso anno e in realizzazione fino alprossimo giugno. Il progetto, interamente realizzato grazie alla do-cenza di esperti aziendali, si pone il duplice obiet-tivo di favorire, da un lato, il completo allineamen-to manageriale sui temi dell’innovazione tecnologi-ca; dall’altro di agevolare il networking, consen-tendo lo scambio continuo di informazioni e cono-scenze sulle grandi sfide che l’azienda è chiamataoggi a fronteggiare.Dai feedback raccolti fino a ora emerge che l’ini-ziativa è particolarmente apprezzata dai parteci-panti, a testimonianza dell’evidente volontà del no-stro management di potenziare ulteriormente ilportafoglio di competenze utili ad affrontare al me-glio le sfide imposte dalla business transformation,rafforzando la leadership di Telecom Italia nel mer-cato delle telecomunicazioni.

Bruna Capobianchi

Sopra, lavori sulla rete aerea a Venezia negli anni Trenta.In alto, la sede Telve di Trieste in piazza Oberdan negli anni Trenta.Nella pagina accanto, la centrale urbana di Venezia a San Salvador negli anni Trenta

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“Non ho mai visto un’orche-stra così da vicino, che emo-zione!” “Many of us are wat-

ching from the USA! Thanks”. Duevoci dal web, Carla e Sasha, com-mentano così il progetto Pappa-noinWeb durante uno dei live strea-ming di questa stagione. Da unaparte l’emozione di un contatto di-retto e privilegiato con una delle or-chestre più famose del mondo e dal-l’altra l’orgoglio di portare la grandecultura italiana sul panorama inter-nazionale grazie alle potenzialitàdella rete: nato lo scorso anno comeun esperimento innovativo, Pappa-noinWeb si è consolidato nel 2012come evento di grande successo. Antonio Pappano, uno dei più fa-mosi direttori d’orchestra del mon-do e Direttore Musicale dell’Accade-mia Nazionale di Santa Cecilia, haprestato con entusiasmo il suo no-me a un’operazione congiunta traTelecom Italia e la prestigiosa Acca-demia romana per rendere alcunidei concerti della stagione in corso

EMOZIONI IN RETECON PAPPANOINWEB

Telecom Italia ha avvicinato il grande pubblico alla musica classica di qualità per diffondere la cultura e favorire la digital inclusion.

QUESTIONE DI STILE56 COMMENTI

liberamente disponibili online.Ma PappanoinWeb non è solo l’occa-sione per ascoltare da qualunquedispositivo connesso in rete mo-menti musicali tratti dai repertoridi Mozart, Haydn, Schubert, Brahmse poter assistere in modalità live,contestualmente ai concerti roma-ni, e on demand, fino alla fine del-l’anno, alle esecuzioni dell’Accade-mia. È soprattutto il modo per ren-dere facile, attuale e interattivo uncontenuto come la musica classicaabitualmente riservato al pubblicodelle sale da concerto.Una scommessa vinta nel corso del2011 con più di 300.000 visitatoriunici alla prima stagione di concer-ti e replicato quest’anno con novitàche hanno ulteriormente arricchitoil portale www.pappanoinweb.tele-comitalia.com incontrando il favo-re del pubblico.

LE GUIDE ALL’ASCOLTO“La musica classica – scrive in chatAlex – mi aveva sempre annoiato,

grazie alla Guida all’ascolto di Pappa-no è diventata davvero divertente”.Le novità di quest’anno, infatti, so-no state, oltre a nuove forme di inte-razione attraverso i social network,le quattro guide all’ascolto realizza-te dall’Accademia appositamenteper Telecom Italia. Quattro appun-tamenti che, assieme ai quattro con-certi, hanno portato a otto il totaledegli eventi: un percorso editorialeche ha incuriosito anche il pubbliconeofita, svelando i segreti delle va-rie esecuzioni e la complessità nellagestione di un’orchestra.

CULTURA E RETELa partnership con l’Accademia Na-zionale di Santa Cecilia e il successodi PappanoinWeb è solo uno dei pro-getti che Telecom Italia sta metten-do in campo per valorizzare la cul-tura e promuovere la rete come fat-tore di vicinanza e di partecipazio-ne attiva alla fruizione dei contenu-ti prodotti dalle istituzioni cultura-li più prestigiose del Paese.

Un racconto che oltre alla musicadel Maestro Pappano porta alle stardella musica italiana protagonistedi LugliosuonaWeb come LudovicoEinaudi e Vinicio Capossela, alle pa-role dei protagonisti dell’arte con-temporanea Massimiliano Fuksas eMichelangelo Pistoletto per il cicloMaxxinWeb, alle performance tea-trali del Romaeuropa Festival, fino aiPremi Nobel del Festival della Scienzaoppure agli scrittori di scena a Man-tova al Festivaletteratura. Una serie di iniziative e attività cheparte dal territorio e arriva al nostroweb. Il sito telecomitalia.com diven-ta il canale privilegiato per parteci-pare ed “emozionarsi in rete” svilup-pando interazioni, community ap-passionate, valore concreto per ilnostro Gruppo come emerge da unsemplice messaggio di Cristina, unafan del nostro profilo Facebook chedurante il suo primo Mozart seguitoin live streaming ci saluta con “Gra-zie Telecom!!!”. q

Massimiliano Tarantino

Sopra, il Maestro Antonio Pappano dirige l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Nella pagina accanto, la pagina pubblicitaria del calendario di concerti dello scorso inverno trasmessi in live streaming

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Maestro, il successo dell’iniziativadimostra una certa vitalità nel pub-blico ma ha sottolineato anche il di-namismo della rete che può crearele opportunità per proporsi come ilveicolo del sapere e della cultura,cosa ne pensa?La musica classica fa parte del patri-monio culturale dell’umanità, è unlinguaggio universale che unisce uo-mini di qualsiasi cultura e Paese, lastessa musica pop nulla sarebbesenza la classica. Il web e i socialnetwork sono ormai veicolo impre-scindibile al “transito” del sapere,sono free-highway, grandi autostra-de di libero accesso dove ciascunopuò scegliere se viaggiare, dove an-dare e naturalmente cosa “caricare”nel proprio bagagliaio di conoscen-ze. Il pubblico del web – e non ne-cessariamente quello specializzatoma anche i curiosi, gli amanti dellenuove tecnologie, i giovani – ha ap-prezzato senz’altro la possibilità diavere accesso a un sapere che soli-tamente è riservato ai frequentatoridelle sale da concerto ma soprattut-to si è entusiasmato alle varie formed’interazione del progetto che hannoconsentito la partecipazione attiva ela semplificazione di contenuti soli-tamente esclusivi. Possiamo forsedire che li abbiamo interessati e in-curiositi e forse anche divertiti.

L’Italia è il Paese dell’arte, della crea-tività, della reinterpretazione e dellareinvenzione, un Paese dove cresco-no e si formano talenti innovativi chea volte riescono a portare il loro sape-re nel mondo, a volte fanno difficoltà aemergere: il web secondo lei può es-sere il trampolino di lancio per lacreatività del futuro? Io posso portare la mia esperienzapersonale: il mio lavoro, il mio percor-so di vita, quello che sto vivendo oggiè un viaggio perpetuo, ho relazionicon tantissime persone e realtà diver-se ma l’Italia mi riserva sempre dellesorprese emozionanti e, avete ragio-

ne, è il Paese creativo per eccellenza,dove i talenti artistici e scientifici so-no diffusi su tutto il territorio con unaqualità e una ricercatezza nel pensie-ro che viene non solo dagli studi madalla vostra storia culturale. In passa-to, se pensiamo per esempio al Sette-cento, le Accademie italiane erano icentri dell’innovazione dove i talentitrovavano il giusto terreno per farsiconoscere ed essere accreditati ver-so il pubblico più vasto.Nel nostro millennio internet, con lesue opportunità di intrattenimento edi lavoro, di scoperta e di conoscen-za nonché d’interazione tra le perso-ne è quello che sono state le Accade-mie del passato ma con una marciain più: la democratizzazione. Il web,se correttamente utilizzato, è il verotrampolino di lancio dei nostri tempi.

Questo mezzo così democratico con-sente al pubblico di avere sempre adisposizione un’offerta sterminata dicontenuti e di entrare in relazione

diretta con istituzioni e personaggiche un tempo erano inaccessibili:secondo lei tutto ciò aumenta il li-vello di consapevolezza nella frui-zione dei contenuti oppure intravededei rischi di un’overdose d’offerta?Il web è uno strumento per sua natura“libero” – in quanto di accesso facol-tativo – nel caso nostro peraltro gra-tuito. Per chi è capace di “seleziona-re” è un’autentica fonte di eccellenze.Ma la differenza fra gli utilizzatori staproprio qui, nella capacità di indivi-duare la qualità o gli elementi d’inte-resse all’interno dell’immensa offertadi internet. Per questo contano anco-ra di più le grandi istituzioni, comel’Accademia Nazionale di Santa Ceci-lia, e nel suo campo Telecom Italia,che aiutano il pubblico a orientarsi. Èun po’ come trovarsi da soli davanti aun banchetto di nozze principesco: uncommensale può abbuffarsi troppovelocemente e a casaccio senza ap-prezzare il gusto e la ricercatezza del-le pietanze, soffrendo ben presto d’in-

digestione, ma se sa scegliere benepotrà cibarsi di piatti prelibati e sofi-sticati, mai assaggiati prima. E certi“sapori”, come la grande Musica conla M maiuscola, una volta assaggiatinon si dimenticano più.

Massimiliano Tarantino Emanuele Santandrea

PARLA IL MAESTRO ANTONIOPAPPANO

La funzione People Caring ha destina-to inviti ai colleghi di Customer Opera-tions Business, Mobile Customer Ope-rations e Open Access per assistere aPappanoinWeb nelle serate del 16 e 23gennaio, 24 febbraio e 5 marzo. Eccoalcune testimonianze:

“Ci siamo recate al concerto perascoltare musica diversa da quellache ascoltiamo tutti i giorni. Tre ore dipartecipazione piena, un primo tempointenso, struggente, emozionante checi è arrivato dritto al cuore. L’assolodi Mario Brunello è stato come ascol-tare poesia, siamo rimaste rapite dal-le note e dalle sensazioni provate.Una serata di dolcezza, ritmo e pas-sione che sembrava rivolta solo anoi”. Veronica, Daniela e Raffaella

“Una serata caratterizzata da unasensazione continua di calore e par-tecipazione, sia per il leitmotiv dellanostalgia che ha collegato le duesinfonie, sia per il bis di Mario Bru-nello che ha proposto, in assolo, lamusica di un canto armeno davverosuggestivo. Mi ha colpito il rapportoche il direttore Antonio Pappano hainstaurato con il pubblico: prima del-l’esecuzione ha illustrato tutti i passisalienti della Sinfonia n.1 di EdwardElgar con l’aiuto della sua meraviglio-sa orchestra”. Barbara

“Volevo ringraziarvi per la possibilitàche ho avuto di partecipare al concer-to all’Auditorium, un’occasione per av-vicinarsi alla musica e vivere momen-ti ricchi di emozioni. Ho potuto assi-stere a uno spettacolo davvero parti-colare, sia per la bravura del direttored’orchestra che ha coinvolto diretta-mente il pubblico fornendo delle indi-cazioni sui pezzi che dirigeva, sia perl’interpretazione dell’orchestra che hacreato momenti molto suggestivi. Mihanno colpita i pezzi di assolo di Ma-rio Brunello, soprattutto per il branoche ha dedicato al popolo armeno, si-curamente commovente. Il pubbliconon era solo spettatore, ma anche par-te attiva dello spettacolo”. Lia

Sonia Casaro

COLLEGHIPROTAGONISTI

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ne s’intende innanzitutto quei gia-cimenti di “arte invisibile” che giac-ciono nei depositi dei nostri musei,ma anche un cosiddetto bene mi-nore non visibile e che invece po-trebbe diventare, con un opportu-no progetto di valorizzazione, unelemento attrattivo per l’economiae il turismo locale. In tutte le fasi, dalla progettazione,attraverso un procedimento distakeholder engagement che ha vistocoinvolti autorevoli rappresentantidel mondo della tutela e valorizza-zione dei beni artistici, fino alla se-lezione dei progetti da finanziare, lanostra Fondazione è stata assistita

tività nel settore viaggio e turismostilata dal World Economic Forum.

GRANDI “BENI MINORI”Prendendo spunto da questa situa-zione, Fondazione Telecom Italia,che tra i suoi compiti statutari haanche quello della tutela del patri-monio storico-artistico, ha decisodi dare un suo contributo per offri-re qualche concreta risposta ai pro-blemi legati alla valorizzazione delnostro patrimonio.Il nostro contributo è stato un ban-do destinato a finanziare progettidi valorizzazione dei cosiddetti “be-ni invisibili”: con questa espressio-

ECOSISTEMA58 MONDO

L’ Italia, prima al mondo con isuoi 43 siti UNESCO, i suoi3.400 musei e le sue oltre 2.000

aree archeologiche è, in materia dibeni culturali, lo Stato più ricco delmondo, un vero “museo diffuso”.Purtroppo questa enorme ricchezzaaccumulata nei secoli scorsi haqualche difficoltà a esprimere il suointero potenziale competitivo co-me aggregatore di turismo e di visi-tatori, per cui l’Italia vede intaccatala sua storica leadership internazio-nale di Paese turistico.Le graduatorie ci vedono solo alventisettesimo posto nell’ultimagraduatoria annuale sulla competi-

I NOSTRI BENI INVISIBILIPremiati sette progetti,sui 300 presentati, in risposta al bandolanciato da FondazioneTelecom Italia, pervalorizzare il nostropatrimonio culturalemeno conosciuto.

In queste pagine, il progetto Crescere, che avventura, Istituto degli Innocenti di Firenze, da seicento anni luogo di tutela dei diritti dei minori

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dal professor Salvatore Settis, mem-bro del Comitato scientifico (vedi lasua testimonianza nel box accanto). Il bando ha avuto un successo davve-ro rilevante, segno che abbiamo vi-sto giusto nella scelta del tema: oltre300 i progetti pervenuti, che hannocoinvolto come proponenti soprin-tendenze, università, enti locali, fon-dazioni, mondo associativo.

TESORI NASCOSTIUn vero e proprio mondo di proget-tualità, di tesori nascosti, di propo-ste di valorizzazione che hanno co-stretto la commissione giudicatricea un vero tour de force.

Alla fine, Fondazione ha scelto setteprogetti, importanti perché ciascu-no rappresenta uno specifico modoper valorizzare un bene artistico,storico, paesaggistico. Il progetto Storage presentato dallaSoprintendenza Speciale per i BeniArcheologici di Napoli e Pompei,ha l’obiettivo di rendere visibili aivisitatori le sale, oggi chiuse, usatecome deposito di sculture prove-

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nienti da Ercolano e Cuma.Il progetto Crescere, che avventura,presentato dall’Istituto degli Inno-centi di Firenze, da 600 anni luogodi accoglienza e di tutela dei dirittidei minori, intende valorizzare l’ar-chivio storico dell’Istituto con lesue 13.000 unità archivistiche chetestimoniano la storia dell’anticoorfanotrofio fiorentino.Il progetto del Distretto Veneto dei

Beni Culturali vuole utilizzare glistrumenti della multimedialitàper rappresentare la storia delleorigini di Venezia e drenare il flus-so turistico.Il progetto di Milano è finalizzato afar rivivere il Borgo Nocetum all’in-terno della Valle dei Monaci comeriscoperta e valorizzazione della zo-na del Parco Sud.Il progetto Percorrere i paesaggi dellabonifica interessa la parte centraledella pianura Padana ed è volto afar conoscere quella porzione delterritorio nazionale, dove la natu-ra, le attività agricole, il patrimo-nio civile e ingegneristico (legatoallo sfruttamento e al governo del-le acque) hanno creato un ambien-te unico, che deve essere meglio co-nosciuto e ammirato (e così facen-do tutelato). Si prosegue con unprogetto presentato dal Fondo perl’Ambiente Italiano che propone ilrecupero del palazzo Noha a Mate-ra, sito nella zona dei Sassi, per far-ne una sede di incontri, iniziativeculturali, mostre.Infine l’ultimo progetto viene dal-l’Istituto Centrale per il CatalogoUnico delle Biblioteche italiane epropone la realizzazione di un kitper la produzione di mostre virtua-li online, costituito da un softwareopen source per la realizzazione dimostre virtuali in ambito web, inambito mobile, per smartphone.Fondazione Telecom Italia ha l’obiet-tivo di collaborare coi partner pro-ponenti a realizzare i progetti entro18 mesi e a trasformarli in possibiliesempi di come valorizzare il nostroimmenso patrimonio.Il Grand Tour della nostra Fondazio-ne è appena iniziato. q

Luisa Giolito ha collaborato Cinzia Espositofotografie di Moreno Balzani

“Sono molto lieto di aver contribuito adar vita al progetto di Fondazione Tele-com Italia sulla valorizzazione dei beniinvisibili, nella mia qualità di membro delComitato scientifico della Fondazione.Credo che possiamo essere soddisfattiprima di tutto per i buoni risultati che ilbando ha conosciuto, coinvolgendo nu-merosissimi proponenti e avendo quindiun ritorno in termini di qualità e quantitàdella risposta.Tra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, conuna buona ed equilibrata distribuzioneterritoriale tra Nord, Centro e Sud.Ma c’è un altro motivo di soddisfazione: iprogetti selezionati rientrano tutti in pos-sibili modi di ripensare il tema di comemettere in evidenza i beni artistici porta-tori di valori, e pertanto meritevoli di tu-tela, ma anche di essere opportunamen-te valorizzati declinandone in modo spe-cifico il rapporto con il visitatore, con latecnologia, con il contesto circostante. In tutti i casi prescelti è presente moltobene la domanda: una volta individuatoun bene che meriti di essere meglio e piùvastamente conosciuto, come fare perrealizzare un’offerta di valorizzazione in

grado di evidenziarne le caratteristichestoriche, ma anche di sfruttare in modoseduttivo le potenzialità delle tecnologiee attrarre quindi flussi di visitatori?A me sembra che i progetti selezionatipossano davvero rappresentare un mo-mento alto di riflessione sul tema delrapporto fra conoscenza, tutela e fruizio-ne, oggi così centrale nel nostro Paese, edar vita a dei percorsi utili all’approfon-dimento progettuale e realizzativo.”

Salvatore Settis Comitato scientifico

Fondazione Telecom Italia

“TUTELARE IL BENE ARTISTICO COME PORTATORE DI VALORE”

Bruno

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MESTIERI IERI OGGI DOMANI60 MONDO

SEMPRE IN PRIMA LINEA

Sopra, Gianfranco Fiorucci.A sinistra, Gianfranco Fiorucci coadiuvato da un tecnico d’impresa.Nella pagina accanto, la realizzazione di un’infrastruttura per una stazione radio base.In particolare l’assemblaggio in quota con l’ausilio di elicottero di un palo flangiatocon due anelli, alto 24 metri

La parola alle colleghe e ai colleghi che gestisconole infrastrutture tecniche elettriche, meccaniche e civili che consentono il funzionamento e lo sviluppo delle reti e dei servizi.

P rogettisti, pianificatori, inge-gneri, periti tecnici, geometri,fisici, esperti di innovazione e

sviluppo tecnologico applicato alleinfrastrutture. Presentiamo il nostromondo di colleghi che lavorano allafunzione Technical Infrastructuresdi Technology. Quando si parla di una nuova retedi telecomunicazioni, di una nuovacopertura radiomobile, di un nuovoservizio ICT, siamo fra i primi a esse-re coinvolti dalle attività operative:a noi compete la sperimentazione,la progettazione, la realizzazione ela manutenzione delle infrastruttu-re per l’alimentazione e degli im-pianti per l’ottimizzazione dei para-metri ambientali di esercizio degliapparati, la predisposizione dellesale, dei locali tecnici e dei tralicci.Siamo stati fra i primi a intervenirenelle recenti calamità naturali (vedil’articolo sull’emergenza neve a pa-gina 18, ndr) per controllare e, se ne-cessario, ripristinare la sicurezza ele funzionalità delle centrali e dellestazioni radio base sotto il profilodella statica e dell’impiantistica. Inaltre parole, siamo le colleghe e icolleghi, divisi sulle quattro aree

per cui la riserva accumulata e laproduzione autonoma di energiaelettrica potrebbero garantire com-plessivamente il fabbisogno di elet-tricità a una provincia, Bologna peresempio, per circa 12 ore in caso diblackout della rete elettrica. In questi ultimi anni, Telecom Italiaha rafforzato e incrementato l’atten-zione per l’eccellenza nelle infra-strutture impiantistiche, affidando ilcompito agli stessi colleghi e colle-ghe di Technical Infrastructures diprogettare e realizzare un piano diinterventi operativi, basato sull’in-novazione tecnologica, sullo svi-luppo della sostenibilità ambienta-le e in coerenza con i ritorni econo-mici degli investimenti agli stan-dard aziendali: oltre 2.000 sistemidi free cooling, 250 accumulatori aidrogeno (fuel cell), 42 gruppi di re-frigerazione a lievitazione magneti-ca, impianti eolici-fotovoltaici esperimentali di geocooling.A conferma dei risultati raggiuntinel settore delle infrastrutture tec-niche e della sostenibilità ambien-tale, Telecom Italia è stata inclusanei più prestigiosi rating interna-zionali, tra cui i Dow Jones Sustaina-bility Indexes (DJSI) e i Financial Ti-mes Stock Exchange for Good (FT-SE4Good) e ha conseguito le certifi-cazioni ISO 14001 e 27001. Le infra-strutture per i data center sono sta-te valutate ai livelli più alti della sca-la TIER definita dall’American Na-tional Standards Institute. q

Ugo CorasanitiSandro GentiliAngelo Gugole

Venanzio IacozzilliMarco MarzellaStefano SabatiniAristide Torrelli

fotografie diHildegard Adelheid Kuss

lista delle infrastrutture tecniche haseguito negli anni sia quella delletecnologie (l’elettronica sostituiscel’elettromeccanica) sia quella delbusiness delle telecomunicazioni(dal monopolio al mercato) attra-verso il processo di privatizzazione.Negli anni Novanta a chi si occupa-va di infrastrutture veniva chiestodi essere efficace (la prima E) e cioè,nei tempi più rapidi possibili, pro-gettare e realizzare le nuove infra-strutture e risolvere gli eventualiguasti degli impianti in esercizio.Nel 1998, il settore delle telecomu-nicazioni è stato aperto alla concor-renza. In tale nuovo scenario, lastrategia competitiva ha richiestoallo specialista delle infrastrutturetecniche di evolvere le sue compe-tenze, aggiungendo all’efficacia,l’efficienza (la seconda E), cioè con-tribuire al continuo miglioramen-to del time to market dei servizi e allariduzione dei costi. Lo sviluppo della larga banda convelocità crescenti e il modello cloudcomputing determinano oggi la ne-cessità di integrare verticalmente lastessa infrastruttura tecnica ai ser-vizi quale elemento qualificanteper la competitività, ovvero qualeleva determinante per la fruibilitàdelle reti e l’affidabilità delle piat-taforme. È quindi proprio la strate-gia competitiva che sta conducen-do – e sempre più condurrà – lo spe-cialista delle infrastrutture tecni-che a essere eccellente (la terza E),cioè conseguire e mantenere stan-dard qualitativi così elevati nelle at-tività di competenza da creare valo-re per il cliente finale e sostenerlonel tempo. Le infrastrutture e i servizi manu-tentivi di alimentazione di TelecomItalia hanno raggiunto tali livelli dievoluzione tecnologica e di qualità

territoriali, ai quali sono affidate leinfrastrutture tecniche elettriche,meccaniche e civili che consentonoil funzionamento e lo sviluppo del-le reti e dei servizi.

I NUMERITelecom Italia ha acquisito nel tem-po un asset infrastrutturale di note-vole complessità strumentale alleattività tecniche aziendali.Le cifre parlano da sole: oltre 10.500immobili per oltre sei chilometriquadrati, pari alla superficie edifica-ta di una città simile a Cuneo; setteData Center per circa 33.000 metriquadrati; 15.000 stazioni radio base;22 impianti di trigenerazione peruna potenza complessiva di circa 13MW; oltre 46.000 condizionatori (inun anno potremmo riempire dighiaccio un volume pari a sette voltela basilica di San Pietro); 23.000 sta-zioni di energia, 3.450 gruppi elet-trogeni, 43.000 batterie, pari a un as-sorbimento elettrico annuale equi-valente a quello di circa 50 treni TAVRoma-Milano.

LA TRIPLA EL’evoluzione del mestiere di specia-

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MESTIERI IERI OGGI DOMANI62 MONDO

“Sono entrato nell’allora SIP agli inizi degli anni Novanta,in qualità di assistente agli impianti tecnologici asserviti aisistemi di telecomunicazione. Da allora, il mio pane quoti-diano sono gli apparati di alimentazione che consentono al-le centrali e alle stazioni radio base di erogare i loro servizi,anche in caso di malfunzionamenti nell’erogazione dell’ener-gia elettrica: batterie, gruppi elettrogeni, sistemi di conti-nuità. Oggi opero nell’Area Territoriale Sud di Technical Infra-structures e, assieme ai miei colleghi, mi occupo della manu-tenzione e della risoluzione di eventuali guasti a queste infra-strutture, con reperibilità continua.Con il passare degli anni, pur restando centrale per la mia pro-fessione il mantenimento di una elevata competenza tecnica,ho osservato con soddisfazione una crescente sensibilità versole tematiche ambientali e di sicurezza sul lavoro. Infatti, occor-re tener presente che le apparecchiature di nostra pertinenza,se non gestite propriamente, possono rappresentare un peri-colo per le persone e per l’ambiente, a causa delle sostanze con-tenute (come acidi e carburanti). In tale ottica si inquadrano lecertificazioni ambientali conseguite dalla mia struttura e gliaggiornamenti professionali rivolti a me e ai miei colleghi sul-le tematiche di safety. Di pari passo con la digitalizzazione del-le telecomunicazioni, ho assistito alla trasformazione delle tec-niche di conversione dell’energia; l’adozione della conversioneelettronica in luogo di quella elettromeccanica e l’informatiz-zazione dei connessi sistemi di gestione consentono oggi ri-sparmi energetici, contenimenti degli spazi e (buon per me)interventi risolutivi più rapidi e mirati”.

“Superata la soglia dei 25 anni d’azienda è inevitabilepensare a un bilancio. Era il 1984, i miei orizzonti non supe-ravano la provincia di Pavia: poche infrastrutture immobi-liari da gestire e interazione con colleghi non ancora perce-piti come clienti interni. Nel 1996 nasce l’ultimo miglio. So-no di quegli anni i primi Accordi Quadro di ospitalità reci-proca (housing) con altri operatori; da Immobili e Servizi di-veniamo Real Estate. Da allora e sino al 2008, anno di costitu-zione di Technical Infrastructures, il nostro business si è viavia ampliato, con una gestione del patrimonio immobiliarevolta a ottimizzare gli spazi industriali, a massimizzare l’effi-cienza degli impianti tecnologici, nonché a rispondere airiassetti organizzativi intervenuti. Soprattutto nell’ultimotriennio, a valle dell’unificazione del patrimonio industrialedi rete fissa e mobile, l’efficacia della nostra organizzazioneè stata misurata anche per le capacità di progettare infra-strutture tecnologiche avanzate, quali gli impianti di condi-zionamento free cooler e di cogenerazione. Il presente viaggiasu smartphone e tablet. I servizi veicolati dalle reti di teleco-municazioni necessitano di un rapido potenziamento e diinnovazione tecnologica delle infrastrutture. Nell’ottica diottimizzazione dei costi e di riduzione degli impatti am-bientali, progettiamo impianti tecnologicamente evoluti, af-fidabili, in linea con le esigenze dei clienti interni ed esterni.Un lavoro complesso, in costante equilibrio tra sviluppo tec-nologico e ritorno degli investimenti operati. Ma, a questopunto, non ho difficoltà ad affermare: noi, quelli di Techni-cal Infrastructures, ci siamo”.

IERI - SILVANO RECUPIDO OGGI - VALENTINA MONTEFUSCO

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“Mi occupo di continuità dell’alimentazione elettrica degliapparati industriali di Telecom Italia da circa 15 anni e at-tualmente opero nei siti strategici dell’Area Territoriale Centroquali Data Center e nodi primari della rete trasmissiva. Lo stan-dard tecnologico di tali siti è molto alto e le prestazioni richie-ste sono il massimo dell’eccellenza. Svolgere bene la propriaprofessione, in un campo così delicato, significa avere un'ele-vata conoscenza tecnica ma soprattutto uno spiccato senso diresponsabilità. Per comprendere l’importanza della conti-nuità dell’alimentazione, basti pensare alle sale operatorie ne-gli ospedali, oppure alle torri di controllo degli aeroporti; uneventuale blackout in quei contesti comporta conseguenze fa-cilmente intuibili. Il nostro compito è impedire che tale eve-nienza possa coinvolgere anche le comunicazioni telefonicheo quelle dati. Chi lavora nel nostro mondo ha il dovere di inter-venire prima che l’anomalia possa verificarsi, garantendo unascrupolosa attività di manutenzione e di innovazione tecnolo-gica. Tanti colleghi in Telecom Italia non conoscono l’esistenzadi un servizio come il nostro. Per chi come noi si occupa da an-ni di continuità di alimentazione, paradossalmente, questo èmotivo di orgoglio. Significa che stiamo svolgendo bene il no-stro lavoro. Infatti, si viene a conoscenza della strategicità deisistemi di alimentazione solo in occasione dei blackout e noici teniamo a non essere visibili. Il senso di appartenenza chemi tiene legato a questa azienda è la mia motivazione chiave.Nel corso degli anni i sistemi di alimentazione si sono evolutiin maniera repentina, grazie alle nuove tecnologie di costru-zione e alla ricerca di componenti elettronici di elevate presta-zioni. La frontiera dell’idrogeno come fonte d’energia per lenostre batterie è già il presente, l’energia rinnovabile sarà il fu-turo e il nostro obiettivo è identificare e attuare le innovazioniche risultano maggiormente vantaggiose, attraverso investi-menti economici mirati, strutturali ed efficaci”.

DOMANI - ROBERTO CAFARO

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A sinistra, Gianfranco Fiorucci

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Salerno, sede dell’antica ScuolaMedica Salernitana, Capitaled’Italia nel 1944, è riuscita a tro-

vare l’equilibrio socio-economico-ambientale per gestire – in un mo-mento in cui in Italia faticano a de-collare – “grandi opere” di architet-tura moderna, firmate da prestigio-si esponenti internazionali qualiBohigas, Calatrava, Hadid, Bofill,Fuksas. Cantieri edili al lavoro perportare a compimento piazza dellaLibertà, tra le più grandi d’Europa,centro di aggregazione e commer-cio; Marina d’Arechi Port Village,complesso sul mare con approdi tu-ristici, negozi e attività per il tempolibero; impianto di compostaggioad alta efficienza funzionale e ridot-

to impatto ambientale; impiantofotovoltaico da 24MW con annessafattoria didattica per progetti dedi-cati alle scuole. Fonte di consolidatoe crescente business, nonché croce-via di opportunità di sviluppo escambi culturali, è l’area portuale diSalerno che nel 2011 si è collocatatra i primi cinque porti europei permaggiore tasso di crescita nell’an-no, con un incremento medio del13 per cento, rispetto al 2010, per iltraffico merci e un incremento del10 per cento per i collegamenti turi-stici. La provincia di Salerno, cheper estensione territoriale è la se-conda in Italia, ha fatto del turismoun importante e primario fattoresocio-economico. Turismo legato

VENITE DA NOI64 MONDO

Prosegue il nostro percorso nell’eccellenza: è la volta di Campania, Sardegna, Veneto.Denominatore comune: l’intreccio delle diversità culturali.

non solo alle bellezze naturali, allaricchezza artistica e culturale dellaCostiera Amalfitana (patrimoniodell’UNESCO) e della Costiera Ci-lentana, ma anche alle grotte di Ca-stelcivita, grotte di Pertosa, Templidi Paestum, scavi di Velia, Certosa diPadula, oasi WWF di Persano. L’eco-

nomia è strettamente legata anchea importanti eventi e prodotti loca-li. Luci d’Artista, una magia luminosain un percorso d’installazioni che sisnoda in tutta la città di Salerno; ilFestival Internazionale del Cinema diSalerno, uno dei più antichi, nato nel1946; Linea d’Ombra - Festival Culture

VIAGGIO IN ITALIA

Molti tra i colleghi che documentano larubrica Venite da noi fanno parte delNetwork People Net, 218 colleghi con-vinti che la loro azione contribuisca adare colore alla vita in azienda, recupe-rando le informazioni e promuovendonela diffusione in Telecom Italia e nellesocietà del Gruppo. Costituiti in TIM nel1998 come Comunicatori, si sono poiuniti nel 2007 ai colleghi di Telecom Ita-lia, i Sensori, dando così vita al networkdei People Net. Oltre a veicolare noti-zie, i Supporter si preoccupano di sod-disfare le esigenze di caring dei colle-

ghi, di verificare l’efficacia di nuovi ser-vizi e di farli conoscere a tutti. Ascolta-no, infine, le esigenze dei colleghi pertrovare una soluzione. Il network è com-posto da una squadra centrale, la TaskForce Supporter, alla quale fanno riferi-mento le squadre dei Leader che coor-dinano i Supporter. Luogo d’incontro, piazza virtuale, delNetwork è il Blog People Net, attivo dal2008, che nel 2011 ha collezionato 12.158accessi, con 285 utenti unici, 179 post e509 commenti.

Andrea Coco

IL NETWORK PEOPLE NET

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Sopra, una veduta di Venezia.In alto, uno scorcio del Parco Geominerario di Porto Flaviada dove i minerali venivano imbarcati sui piroscafi.A sinistra, il porto di Salerno

Sono varie le realtà imprenditoriali della nostra isola e forse Tiscaliè solo la più nota. La fine dell’era industriale ha fatto sì che le possi-bilità di sviluppo si spostassero verso il recupero ambientale comela riconversione ai fini turistico-culturali del patrimonio minerarioche per anni è stata una delle principali fonti dell’economia. La crea-zione del Parco Geominerario permette la visita dei siti che testimo-niano architetture conservate nell’antico splendore e la discesa neipozzi profondi attraverso i cunicoli bui ha un fascino e un’emozioneindescrivibile. Alle falde del Monte Spada, un progetto in collabora-zione con il WWF ha realizzato l’oasi Life Natura di Donnorotei. IlParco faunistico, di particolare interesse comunitario per il monito-raggio e la salvaguardia di alcune specie uniche al mondo, offre unturismo all’insegna della natura e, perché no, della buona cucina.Sempre in Barbagia innumerevoli sono le iniziative locali che stimo-lano la partecipazione attiva come per esempio le Cortes Apertas(cortili aperti), un circuito incantato dove da settembre a dicembre èpossibile immergersi nei paesi dell’interno per prendere parte allaripopolazione delle case dei centri storici, rivivendo tradizioni mille-narie, arti e mestieri gelosamente custoditi. Non bastano mille paro-le per dire che la Sardegna non è solo mare, ma tanto, tanto altro...

Roberto Medda

BUSINESS IN SARDEGNA

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Ilenia De Ros

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Il Veneto gode di una posizione geogra-fica particolarmente privilegiata: terradi passaggio e di confine, ma ancheluogo in cui le culture di popoli diversisi sono intrecciate e sedimentate attra-verso viaggi e commerci, immigrazionied emigrazioni.Il Veneto ha vissuto negli ultimi decenniun notevole successo economico con-fermandosi una delle regioni più ricched’Italia ma anche più visitate grazie alsuo patrimonio paesaggistico, storico,artistico e architettonico.Imprese di ogni tipo, ma soprattutto dimedie e piccole dimensioni, sono diffusein tutta la regione: stabilimenti grafici aVerona, fabbriche di elettrodomestici a

Treviso e Conegliano, di tessuti e filati aSchio e Valdagno, di biciclette a Padovae a Vittorio Veneto, di macchine agricolea Padova e Verona, calzaturifici a Trevi-so, Verona, Vicenza, stabilimenti ottici aBelluno, oreficerie e concerie a Vicenza.Nella provincia di Venezia hanno sede apochi chilometri di distanza grandi strut-ture di traffico: il porto, tra i primi per im-portanza in Italia, soprattutto in relazio-ne alle industrie di Marghera, e l’aero-porto internazionale, salito al terzo postonel traffico del Paese. La storia di Venezia è indissolubilmentelegata a quella del suo porto, che è radi-ce del suo splendore artistico e dellasua ricchezza.

Nella Venezia d’oggi tra vetri e merletti siscopre che si può ancora fare impresasenza fare solo turismo. Nel luogo più im-pensato, tra le barche sull’isola della Giu-decca, scopriamo una fabbrica di sci:Stradivarius, che si pone come marchiodi qualità per prodotti e servizi legati al-lo sci alpino. Si tratta di sci caratterizza-ti da una costruzione artigianale con pre-stazioni di alto livello e da una serigrafiapersonalizzata e assolutamente esclusi-va. Il riferimento alla musica e alla mae-stria del grande liutaio, Antonio Stradiva-ri, è simbolico a testimonianza dell’ideadello sport più vicina all’armonia e all’ar-te di vivere che alla pura competizione.

Ilenia De Rossi

ECCELLENZE E VITALITÀ Giovani, presenta eventi legati allacreatività contemporanea; GiffoniFilm Festival, dedicato ai ragazzi. Tra iprodotti: la mozzarella di bufalaDOP (dal 1993) della piana del Selecon un’esportazione che non riescea soddisfare la domanda; la nocciolaTonda di Giffoni IGP, una delle va-rietà italiane più pregiate. Da gen-naio 2012 è stato attivato a Salerno,nell’ambito della mobilità sosteni-bile, un servizio gratuito di car poo-ling. Salerno e la sua provincia viaspettano, tutto l’anno, per un viag-gio indimenticabile. q

Luca Ascione

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LATTE CAFFÈ

DI MARTINA EVANGELISTI66 IL RACCONTO

Martina EvangelistiÈ nata a Ravenna il 21 novembre1992. Nel 2011 ha conseguito la maturità classica presso il liceoginnasio Dante Alighieri di Ravennae attualmente studia LettereModerne a Bologna. Ha iniziato a scrivere racconti nel 2009, ha vinto alcuni concorsi locali

e nel 2011 è entrata nella cinquinafinalista del Premio CampielloGiovani con il romanzo breve Rose Rosse. Nel 2012 ha scrittoForbici, che fa parte dei venticinqueracconti semifinalisti oggi in garasempre per il Premio CampielloGiovani. Martina ha ereditato tutti i caratteri spigolosi del segno dello

Scorpione, vive un rapportoconflittuale con i suoi capelli, è in dipendenza inguaribile daidolci al cucchiaio e dai telefilm,resetta il suo iPod una volta asettimana per passare dalla musicaclassica alla musica rock alla musicapop alla musica house a secondadell’umore, ama i jeans e comprare

scarpe, ha una collezione infinita diorecchini ma porta sempre gli stessiperché pensa le portino fortuna.Legge qualsiasi cosa, da Nietzsche ailibri di cucina, considera capolavoriassoluti Cent’anni di solitudinedi Gabriel Garcia Marquez, i racconti di Raymond Carver, Peter Pan e le tragedie di Euripide.

S cendi con un paio di mu-tandoni stropicciati, unamaglietta storta che mi

stampa sulla bocca il suo Fuckoff. Hai la faccia sfollata deituoi risvegli, quel naso gran-de che ti divarica le guance.Allungo sul tavolo un mezzosputo di latte e caffè e tu ci tuf-fi dentro gli occhi e le orec-chie, mi tagli fuori da qui.Nessuno dei due ha voglia diparlare, di rassegnarsi a queldovere da domenica mattina.Sei uno stecco di uomo abi-tuato alla diffidenza, ti ho cre-sciuto così. Accendi la televi-sione, ci saturiamo la gola inquel rumore.Ci sono le luci di un concer-to, un uomo che si attorcigliasu una chitarra da scaricaelettrica. Tu muovi la testa sue giù, con gli occhi chiusi, latazza in mano. Mi fai ridere.Una sera ti ho visto in mezzoai tuoi amici, stavo attraver-sando il centro a piedi dopoil lavoro, calpestavo la cittàcome si calpesta la vita, con ilmento dentro la giacca, lemani aggrappate alle tasche. Non ci siamo salutati, tu nonti sei voltato a guardarmi. C’erano delle ragazze, vi rag-gomitolavate in quei colligiovani, profumati. Ho invi-diato la fila dei vostri motori-ni schiacciati contro il muro,quei giubbotti di pelle che vistanno troppo bene. Sono vecchio, Luca. Sento ilpeso degli anni attaccato allaschiena, sotto lo stomaco.Alzi le sopracciglia su di me,sui bottoni del mio pigiama.

Ti chiedo a che ora sei torna-to e tu scrolli le spalle, mi rin-cuori con un sorriso ad ango-lo sul bordo del tavolo. Vuoidirmi di lasciar perdere, vuoiche ti faccia sbagliare da solo,con i tuoi vent’anni, con quellavoro che inizia sempre dinotte e che non paga. So chesei un petto buono, anche segonfi il collo dentro la tuaauto usata, anche se per par-lare avremmo bisogno diuna chat. Io ti offro latte caffè, e forsequel latte sta scadendo o è giàscaduto, non ho controllato.Sei troppo magro, sembri ungatto, un randagio della stra-da. Ti sei fatto quel piercingnel sopracciglio che mi fapensare a dei gemelli da pol-sino. Mi dico che non ti capi-sco, ma se avessi la tua etàvorrei essere esattamente co-me te, pieno di buchi e siga-rette, con un cuore intero,largo di spazio. Quando hai iniziato a cam-biare voce quel tuo abbaiarerauco mi irritava, ti dicevo disforzarti, di non parlare comeun uomo di fatica. Lì sono ini-ziati i tuoi silenzi, in quell’ob-bligo duro, da carceriere. Qualche volta dovrei chieder-ti scusa, invece mi alzo e pren-do una scatola nuova di bi-scotti secchi, quelli che non tipiacciono e che riesci a di-struggere solo nel tè.Uscirai da questa stanza stri-sciando i piedi come fai tu,trascinando le ciabatte. Pren-derai il cellulare e ti accam-perai in balcone, la tua trin-

cea. E quella del primo pianoverrà a suonare perché le ca-dono i tuoi mozziconi sullebegonie. E la ragazza del pa-lazzo di fronte ti farà segnodalla finestra, scenderete aparlare in cortile. Io sarò nel-lo studio, con gli occhiali sulnaso, l’ansia da e-mail. Ti sen-tirò ridere, di sotto. Sapròche stai bene.Prendo la tua tazza e la mia ele porto sul lavello, accendol’acqua e le lavo come posso.Male, diresti tu, anche se nonsai fare meglio. Rimani sedu-to, con la testa dentro quelconcerto di percussioni forti.Ti vengo vicino, a guardarecon te questo schermo che simuove, questa notte bravada un’altra parte. È il nostrocontatto, la nostra familia-rità. Stare seduti con i gomitiche si toccano quasi e che so-

no entrambi ossuti, nodosi,rami secchi spezzati. Siamo a dieta di parole. Ci stabene così. A pranzo tu esci, io mi prepa-ro un panino perché a cuci-nare non ho mai imparato,anche se a te dico che la pastanon mi piace. Condividiamo un bagno solo,e il tuo dopobarba cade sem-pre per terra quando aprol’armadietto delle medicine.Te lo sposto e lo ritrovo lì. Epenso che se un giorno non cidovesse essere più mi sentireisolo, e farei cadere qualcos’al-tro, forse l’aspirina.Mi stiracchio le braccia e tufai lo stesso, e all’improvvisosiamo uguali, speculari. Al-l’improvviso sono la tua co-pia accartocciata con le ru-ghe, e tu sei la mia controfi-gura migliore.

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Sincronizzandoil periodico di Telecom Italia Anno 3 numero 1 – Aprile 2012

Proprietario ed editoreGruppo Telecom Italia

Direzione, Amministrazione, RedazioneCorso d’Italia, 41 – 00198 [email protected]

Direzione EditorialeAntonio MigliardiFrancesco CardamoneAttilio Fiorentino

Direttore ResponsabileCinzia Vetrano

Progetto editorialePeliti Associati

Coordinamento e consulenza editorialeValeria Accornero

RedazioneLuciano Capanna Francesco Costanzo Francesca Impecora Barbara LucangeliIda SirolliRemigio Somma

Art DirectorMario Peliti

Grafica e impaginazioneValerio Fanelli

Hanno scritto per SincronizzandoMauro BroggiMartina EvangelistiChiara OttavianoSalvatore SettisIrene Tinagli

Hanno collaboratoDiego AgròSalvatore AielloPaolo Ajolfi Silvia AlbertaAlessandro AlongiLuca AscioneTania BadodiCettina BarcellonaDeborah BardaroLuca BardelliGiuseppe BarillaroSimone BattiferriGiovanna BellezzaDebora BernardiniLuigi BertolliniDaniela BiscariniGiorgio Bonfiglioli Sofio Bongiovanni Massimo Bontempi Paola Bonucci Ivana Borrelli

Marco BracagliaJos BrantsDaniele BronziniFabio BrusaVincenzo BruttoGiuseppe ButtafuocoRoberto CafaroManuela CampeaPaolo CantoroBruna CapobianchiSilvia CappellettiMaurizio CaraccioloVinicio CarelliBarbara CarnevaliStefano CasacciaSonia CasaroEttore CerviFrancesco CervinoFabiola CesariniChiara ChiarelliAlberto CiarnielloAnna Maria CimminoPatrizia CinquegranoSimone CioliLuca CiuoliOscar CivilettiGianfranco CocchieriEmanuela CoccoAndrea CocoUgo Corasaniti Carlo CordeddaClaudio CorsiGianfedele CosentinoGiulia CostaDaniela CostanziRosario CristaudoGianni De FeliceMassimo DefraiaRoberto DefraiaFabio De GaetanoFabio De LazzariClaudio DemariaBarbara De MartinoLuigi D’ErcoleIlenia De RossiGiuseppe di BellaMichela Di CarloSimonetta di CarloFrancesco Di ClementePaolo Di FeliciantonioPierluigi D’IppolitoPatrizia Di SarnoStefania Di SimioFabio Di SpiritoGaetano Adolfo Maria Di TondoMassimiliano Dotti Valeria Elia Cinzia EspositoStefano EvangelistiRoberto FaralliGiovanni FerigoDecenzio FerrariNicola FerrariDomenico FerroHelen FestaDaniela FioreDaniela Fiori

Gianfranco FiorucciAnna FormisanoPaolo FrascaValentino FrauAndrea FurelliEugenio GalianoPiero GalloFabio GalluccioPier Luigi GardiniSandro GentiliMaria Rosaria GerardiEmanuela GhiniGiacinto GiaracuniMarina GiardiniGianfranco GigliLuisa Giolito Stefano GisonnaDavid GiuliAnna GolovkovaLucio GrasciaFabio GrassoRaul GuerreroAngelo GugoleClaudio GuidolinVenanzio IacozzilliCarla IaiaCarmelo IannicelliErminia IannielloAlessandra ImpallomeniArturo IorioLuigi IoviniPietro LabriolaMarco La MannaNatale LanzuiseFabio LazzaroStefano LeccoAlessandra LeonardiGiovanni LepriAlessandro LiguoriVincenzo LiguoriPaolo LobinaFrancesco Lo BueRaffaele LorelloMarco LotitoDario Vincenzo MaccarroneSalvatore MaglioneSofia MarconeCarla MarinelliPaola MarinoDaria MarinuzziManuela MartelliMarco Marzella Stefano MasiniBartolomeo MastronardiGiancarlo Mattiangeli Roberto MeddaCarmine MelaragniAlessia MenichellaFranco MezzoteroMario MicarelliValentina MontefuscoRiccardo MontiLia MorbioliFederico MorenaRossella MossottoAndrea Giuseppe MuraValentina Nappi

Roberta NicchiarelliMarco NicolaiElisabetta NottolaFrancesco NoviLuca OlivaAntonino OrlandoMassimo OttavianiStefano PaggiGiuseppe PalmieriMarco PaoliAmedeo ParenteVeronica PennaClemente PerroneMaurizio PeruchFrancesca PetraliaRaoul PieroniStefano PetrangeliSalvatore PintoFabio PioliniPaolo PrioloMaurizio PucciniDaniela RamelloDamiano Rapone Silvano RecupidoAldo RescintiCarmelo Romeo Luca RossettoMaria Antonietta RussoStefano SabatiniRaffaella Ester SabatinoSilvia SalemiMaria Angelica Salguero BermontValentina SannaEmanuele Santandrea Stefano SantiniPaolo SantolamazzaBenedetta SantoroCarlo Sarracino Antonio SatrianoMaurizio ScarsellaGiuseppe ScozzafavaValentino SegradinClaudio SeguitiFabrizio SetteGiorgia SignoriniFabrizio SilvestriGiuseppe SimiglianiAssunta SommaCiro SommaDonata SopranoLorenzo SorrentinoMario SperaGiorgia SperandeiGaia SpinellaMaria Letizia StaziGiuseppe StrolloAlessandro TalottaMassimiliano TarantinoAllegra TarizzoAntonella TermineEliana TiusFranco TizianiAntonio TodiscoMarina TognoniElena TondiniAristide TorrelliElisabetta Tosetti

Maria Luisa Traisci RipaltaDamiano TrugliaMarco TurbatiNicolò VaccaroFrancesco ValliLeonardo VarasconiSaule VersariClaudia VitaliAndrea VoltolinaMauro VomieroLuigi ZabattaEmanuele Zingale Giovanni ZizzariAntonella ZollaMauro Zuliani

AmministrazioneLucilla Mancini

IllustrazioniAlberto Ruggieri (copertina e pagine 22-23)

FotografieRiccardo AdeliniDaniele Antoni PaoliMoreno Balzani Katia CarotaLuigi ChiriacòGiuseppe Di LorenzoSergio FalluccaDomenico Giampà�Fabrizio IgnestiHildegard Adelheid KussVittoria MarlettaFrancesca Romana MarianiAlessandro Maria Martino Rosanna Merola Claudio PatriziFrancesco SabettiBruno SpieziaPatrizia Valfrè

Archivio CorbisArchivio Gruppo Telecom ItaliaArchivio Storico Telecom ItaliaEnrico Datti - TM NewsMusacchio & Ianniello per gentile concessione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma

TipografiaVarigrafica Alto Lazio Zona Industriale Settevene Nepi 01036 – Nepi (VT)

RegistrazionePeriodico iscritto al Tribunale di Milanonumero 126 del 22 febbraio 2006

Chiuso in tipografia2 maggio 2012

Testi, fotografie, disegni Riproduzione vietata copyright ©

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