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Anno II n.2 (45) - 15 gennaio 2011 Direttore responsabile: Giovanni Magistà Settimanale Editore: Converprint s.r.l. [email protected] FISCHIA LA SATIRA IL FEDERALISMO LO SCERIFFO NON SPARA; FOTOGRAFA C osa fareste se, mentre siete al la- voro, decideste di prendervi cin- que minuti di pausa per fumarvi una sigaretta o semplicemente mettere un attimo a riposo il cervello e proprio in quel momento c’è qualcuno lì pronto a scattarvi una foto che poi verrà pub- blicata su internet col titolo “fannul- loni che non lavorano”? Come minimo vi arrabbiereste tan- tissimo. Tutto ciò è già accaduto a Bari e potrebbe succedere sempre di più nelle prossime settimane se non vi si mette un freno. Qualche giorno fa, il sindaco Mi- chele Emiliano, ha fotografato tre net- turbini che chiacchieravano in orari di lavoro. Ed ha avuto la “felice” idea di pubblicare le foto sulla propria pagi- na di Facebook, alla mercè del mondo intero. Invitando i suoi cittadini, tra l’altro, a fare lo stesso qualora fosse- ro anche loro testimoni di scene del genere. Non c’è dubbio, il fine è merite- vole di applausi. A quanti sindaci o politici non interessa l’immagine del- la propria città o Paese? Quindi un inchino ad Emiliano che ha dimostra- to più volte di amare Bari e di voler lottare contro chi potrebbe infangarne il nome. Ma in questo caso, il mezzo utiliz- zato, non può essere giustificato. Quegli operatori ecologici erano veramente dei fannulloni, oppure tre lavoratori che, dopo una lunga e stres- sante giornata, stavano ricaricando un attimo le batterie prima di tornare all’opera? Non lo sapremo mai, ma intanto loro, colpevoli o meno, sono stati ad- ditati come fannulloni e nessuno po- trà togliere loro questa etichetta. Oggi la gente ha facilmente acces- so a macchine fotografiche e video- camere, anche perchè ormai presenti in ogni telefono cellulare. Dunque fotografare e pubblicare su internet è una procedura che quasi tutti possono fare in pochissimi minuti, quasi istan- taneamente. Se non si mette un freno a questo “Far West” tecnologico, la nostra vita privata sarà sempre più in pericolo. Dovremo cominciare a guardarci dal nostro vicino? Dovremo nascon- derci per poter fare una telefonata a nostra moglie per sapere come sta? Dovremo sempre pensare alle conse- guenze che potrebbe avere anche un nostro piccolo gesto “sospetto”, ma innocente? Speriamo davvero di non dover arrivare a quel punto. D’altronde il Diritto del lavoro ci ricorda che la giurisprudenza ha i mezzi per verificare se un lavoratore abbia sbagliato o meno. La denuncia pubblica può essere d’aiuto qualora si è assolutamente si- curi di ciò che si è visto, ma sarebbe sempre meglio rivolgersi a chi di do- vere e non a Facebook. EDITORIALE di Gianvito Magistà FANOVE Nella città di Castellana il tradizionale rito dei falò > P.6 QUEBEC Riapre Casa Italia a Montreal e arrivano i carri di Jelsi > P.6 I PIANI DEL SUD C i sono due piani che possono sod- disfare l’esigenza primaria che av- vertiamo nel sud, il lavoro. Il primo è il Piano per il sud varato dal Governo e in fase di decretazione d’attuazione da par- te del ministro Fitto. Il secondo è il Piano del lavoro predisposto da Vendola. Col primo si sbloccheranno lavori pubblici, si modernizzerà il terziario e si darà os- sigeno alle industrie, con ovvie ricadute occupazionali che, in tutto il sud, potran- no superare le centinaia di migliaia di unità. Col secondo, attraverso la forma- zione assistita e l’inserimento facilitato nelle aziende, si salveranno 15mila posti a rischio e se ne creeranno altri 35mila, solo in Puglia. Il piano di Fitto recupera ben 3 miliardi, quello di Vendola 350 milioni, il che la dice lunga sul grado di disamministrazione delle risorse pubbli- che che c’è stato finora. E’ già molto che qualcuno se ne sia accorto e abbia deciso di non far morire quei soldi in cassaforte, ma di farli finalmente circolare. Ma non basta. Adesso non bisogna commettere gli stessi errori del passato, e perciò bi- sogna fare in modo che gli investimenti programmati siano realmente produttivi, e creino, soprattutto, occupazione stabile e duratura. Tanto per cominciare, fatti i piani, bisogna passare subito alla loro attuazione. Subito dopo si dovrà prov- vedere ad assegnare i finanziamenti alle iniziative meritevoli. Va messa da parte la logica del clientelismo e va applicata quella del merito. Le iniziative da finan- ziare non devono essere meritevoli solo perché presentate dagli amici, ma perché in grado di creare vero sviluppo, e perciò capaci di assicurare occupazione stabi- le. Ma bisogna tenere sempre gli occhi aperti, e controllare. I progetti che non decollano devono essere revocati, de- vono perdere i finanziamenti. Gli inter- venti del passato hanno creato centinaia di cattedrali vuote, dilapidato enormi risorse. Sono tre regole elementari, ma nel passato in molti si sono dimenticati di applicarle, ed anche per questo il sud è rimasto al palo, in attesa di un miracolo, che potrebbe essere vicino. di Vincenzo Magistà VENDOLA E I SINDACATI, GUERRA E PACE > P.2 PUGLIA/Regione LA PIOGGIA FA DANNI PER 4 MILIONI DI EURO > P.3 MOLISE/Maltempo LA MOGLIE UCCIDE IL MARITO A MARTELLATE > P.5 CRONACA/Brindisi foto today ® > P.2 > P.6

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Il giornale canadese sul Sud Italia.

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Anno II n.2 (45) - 15 gennaio 2011 Direttore responsabile: Giovanni Magistà Settimanale Editore: Converprint s.r.l. [email protected]

fischia la satira

il federalismolo sceriffo non spara; fotografa

Cosa fareste se, mentre siete al la-voro, decideste di prendervi cin-

que minuti di pausa per fumarvi una sigaretta o semplicemente mettere un attimo a riposo il cervello e proprio in quel momento c’è qualcuno lì pronto a scattarvi una foto che poi verrà pub-blicata su internet col titolo “fannul-loni che non lavorano”?

Come minimo vi arrabbiereste tan-tissimo.

Tutto ciò è già accaduto a Bari e potrebbe succedere sempre di più nelle prossime settimane se non vi si mette un freno.

Qualche giorno fa, il sindaco Mi-chele Emiliano, ha fotografato tre net-turbini che chiacchieravano in orari di lavoro. Ed ha avuto la “felice” idea di pubblicare le foto sulla propria pagi-na di Facebook, alla mercè del mondo intero. Invitando i suoi cittadini, tra l’altro, a fare lo stesso qualora fosse-ro anche loro testimoni di scene del genere.

Non c’è dubbio, il fine è merite-vole di applausi. A quanti sindaci o politici non interessa l’immagine del-la propria città o Paese? Quindi un inchino ad Emiliano che ha dimostra-to più volte di amare Bari e di voler lottare contro chi potrebbe infangarne il nome.

Ma in questo caso, il mezzo utiliz-zato, non può essere giustificato.

Quegli operatori ecologici erano veramente dei fannulloni, oppure tre lavoratori che, dopo una lunga e stres-sante giornata, stavano ricaricando un attimo le batterie prima di tornare all’opera?

Non lo sapremo mai, ma intanto loro, colpevoli o meno, sono stati ad-ditati come fannulloni e nessuno po-trà togliere loro questa etichetta.

Oggi la gente ha facilmente acces-so a macchine fotografiche e video-camere, anche perchè ormai presenti in ogni telefono cellulare. Dunque fotografare e pubblicare su internet è una procedura che quasi tutti possono fare in pochissimi minuti, quasi istan-taneamente.

Se non si mette un freno a questo “Far West” tecnologico, la nostra vita privata sarà sempre più in pericolo.

Dovremo cominciare a guardarci dal nostro vicino? Dovremo nascon-derci per poter fare una telefonata a nostra moglie per sapere come sta? Dovremo sempre pensare alle conse-guenze che potrebbe avere anche un nostro piccolo gesto “sospetto”, ma innocente? Speriamo davvero di non dover arrivare a quel punto.

D’altronde il Diritto del lavoro ci ricorda che la giurisprudenza ha i mezzi per verificare se un lavoratore abbia sbagliato o meno.

La denuncia pubblica può essere d’aiuto qualora si è assolutamente si-curi di ciò che si è visto, ma sarebbe sempre meglio rivolgersi a chi di do-vere e non a Facebook.

editorialedi Gianvito Magistà

fanoveNella cittàdi Castellanail tradizionale rito dei falò

> p.6

quebecRiapre CasaItalia a Montreal e arrivano i carri di Jelsi

> p.6

i piani del sud

Ci sono due piani che possono sod-disfare l’esigenza primaria che av-

vertiamo nel sud, il lavoro. Il primo è il Piano per il sud varato dal Governo e in fase di decretazione d’attuazione da par-te del ministro Fitto. Il secondo è il Piano del lavoro predisposto da Vendola. Col primo si sbloccheranno lavori pubblici, si modernizzerà il terziario e si darà os-sigeno alle industrie, con ovvie ricadute occupazionali che, in tutto il sud, potran-no superare le centinaia di migliaia di unità. Col secondo, attraverso la forma-zione assistita e l’inserimento facilitato nelle aziende, si salveranno 15mila posti a rischio e se ne creeranno altri 35mila, solo in Puglia. Il piano di Fitto recupera ben 3 miliardi, quello di Vendola 350 milioni, il che la dice lunga sul grado di disamministrazione delle risorse pubbli-che che c’è stato finora. E’ già molto che qualcuno se ne sia accorto e abbia deciso di non far morire quei soldi in cassaforte, ma di farli finalmente circolare. Ma non basta. Adesso non bisogna commettere gli stessi errori del passato, e perciò bi-sogna fare in modo che gli investimenti programmati siano realmente produttivi, e creino, soprattutto, occupazione stabile e duratura. Tanto per cominciare, fatti i piani, bisogna passare subito alla loro attuazione. Subito dopo si dovrà prov-vedere ad assegnare i finanziamenti alle iniziative meritevoli. Va messa da parte la logica del clientelismo e va applicata quella del merito. Le iniziative da finan-ziare non devono essere meritevoli solo perché presentate dagli amici, ma perché in grado di creare vero sviluppo, e perciò capaci di assicurare occupazione stabi-le. Ma bisogna tenere sempre gli occhi aperti, e controllare. I progetti che non decollano devono essere revocati, de-vono perdere i finanziamenti. Gli inter-venti del passato hanno creato centinaia di cattedrali vuote, dilapidato enormi risorse. Sono tre regole elementari, ma nel passato in molti si sono dimenticati di applicarle, ed anche per questo il sud è rimasto al palo, in attesa di un miracolo, che potrebbe essere vicino.

di Vincenzo Magistà

vendolaei sindacati,guerrae pace

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puglIa/Regione

la pioggia fa danniper4 milionidi euro

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MolIse/Maltempo

la moglie uccideil maritoa martellate

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CRoNaCa/Brindisi

foto today ®

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anno ii - n.2 (45) - 15 gennaio 2011Iscrizione al Registro

Stampa del Tribunale di Barin. 14 del 3 marzo 2010Direttore responsabile

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notizie in brevepotenza, primo parto indolore Primo parto indolore all’ospedale

“San Carlo” di Potenza, a poco più di un mese dall’attivazione del servi-zio di analgesia, la tecnica che con-sente alla donna di partorire tenendo sotto controllo il dolore, migliorando le condizioni del feto. A dare alla luce una bimba, Marianna, una trentaset-tenne di Potenza, che verrà dimessa già nelle prossime ore.

emiliano controi fannulloni Il sindaco di Bari, Emiliano,dichiara

guerra ai fannulloni e chiede la col-laborazione dei cittadini. Sulla sua pagina di Facebook ha pubblicato la foto di tre netturbini che invece di pu-lire le strade della città erano a chiac-chierare. Fate lo stesso anche voi è l’invito di Emiliano ai baresi. Se no-tate qualche dipendente pubblico che non lavora, fotografatelo e inviate la foto al comune.

taranto, arcivescovo assolto La Curia di Taranto portata da-

vanti ai giudici da una ex dipendente dell’università Lumsa, che ha denun-ciato maltrattamenti. A comparire davanti al gip anche l’arcivescovo Monsignor Papa, che è stato assol-to con formula piena. L’arcivescovo non ha alcuna responsabilità sui casi di mobbing denunciati dall’ex dipen-dente.

lecce, siringhe in provincia Siringhe nei bagni della Provincia

di Lecce. Mistero su come possano esservi finite. Sul luogo è intervenuta la polizia che ha ispezionato tutte le finestre e gli ingressi alla ricerca di eventuali segni di effrazione, che non sono stati rilevati. Nei dintorni infatti c’è il Sert, e si temeva che qualcuno dei pazienti potesse aver cercato ripa-ro nel palazzo per una dose lontano da occhi indiscreti.

termoli,casa persenza dimoraAperta a Termoli l’Isola Felice, la

nuova struttura di accoglienza per le persone senza fissa dimora. Al taglio del nastro, oltre al vescovo, anche le autorità comunali e i responsabili di Misericordia e Caritas, tra le asso-ciazioni promotrici del progetto. Di-ciotto i posti letto per gli ospiti che potranno registrarsi tutti i giorni dal-le 19 alle 20, ricevendo anche un kit per l’igiene personale.

bari, derubata vicino la scuola Aspettava, a bordo della sua auto,

i figli all’uscita da scuola nei pressi del carcere, a Bari, una signora di 42 anni, quando un giovane, a volto scoperto, si è avvicinato all’auto e ha rubato la borsa della donna con all’in-terno documenti, carte di credito ed una piccola somma di denaro. Poi il ladro è fuggito a piedi facendo perde-re le proprie tracce.

melfi, fiat ferma la “evo” Lunedì 7 e martedì 8 febbraio la

produzione della “Punto Evo” nello stabilimento di San Nicola di Melfi della Fiat si fermerà e gli operai sa-ranno collocati in cassa integrazione ordinaria. All’origine del provvedi-mento la necessità dell’azienda di adeguarsi alle richieste del mercato.

Il ministro Raffaele Fitto

il federalismo si farà. Parola di ministro. Il Ministro per le Regioni, Fitto, non

ha dubbi sul completamento della rifor-ma voluta da Bossi e condivisa da tutti, sia pure con qualche distinguo. In una recente intervista rilasciata a Telenorba, il ministro si dice sorpreso delle recenti po-lemiche sollevate da qualcuno. “E’ strano che prima tutti dicano sì e adesso qualcuno cominci a prendere le distanze - afferma il ministro - evidentemente alla base ci possono essere solo ragioni politiche. Sul piano tecnico, infatti, aggiunge il Fitto, nessuno ha posto ostacoli insormontabi-li. Il progetto di federalismo ha superato l’esame del Parlamento e delle conferenze con le Regioni, le Province ed i Comuni. Strano che adesso che si devono varare i decreti attuativi, come giustamente chiede Bossi, qualcuno si tiri indietro”. Il riferi-mento è ai finiani, che dopo aver perso la battaglia della sfiducia a Berlusconi pen-sano di rifarsi sul federalismo, i cui decreti dovranno passare da alcune commissioni parlamentari nelle quali la maggioranza rischia. “Se diranno di no - afferma Fitto - dovranno anche spiegarne le ragioni e soprattutto farci capire perché finora han-no sempre detto si”. Un problema federa-lismo non esiste, secondo Fitto. “I decreti attuativi passeranno, magari non nei tempi che chiede Bossi, ma ormai non si può tor-nare indietro e se il processo si bloccasse per via di scelte politiche appartenenti a soggetti che finora hanno appoggiato la riforma, non ci sarebbe che una sola alter-nativa, le elezioni”. Fitto è anche convinto che il federalismo non rappresenti un peri-colo per il sud.” Anche Bossi si è accorto che il rischio c’era se avessimo condiviso la sua prima ipotesi di federalismo - dice Fitto - ma poi ha accettato l’introduzione del principio della perequazione, che è il punto centrale della riforma”. Secondo il ministro, senza perequazione, non potreb-be esserci vero federalismo e questa verrà garantita a tutti i livelli. “Stiamo ancora lavorando alla definizione dei decreti at-

polItICA/Il ministro sostiene che con la perequazione il sud ne guadagna

fitto, federalismo oktuativi - spiega il ministro - e ci aspettano delicati passaggi parlamentari. Il prossimo decreto riguarderà le tasse comunali. Si tratta di un provvedimento di fondamen-tale importanza che, proprio per questo, dovrà essere sottoposto al vaglio della Commissione Bicamerale che esprimerà un parere non vincolante ma che non si potrà ignorare sul piano politico. Mi augu-ro - continua il ministro - che prevalga la coerenza, nella convinzione che il percor-so avviato farà fare un salto di qualità alla gestione degli enti locali, rimettendo in ordine anche i conti dello Stato”. Fitto non manca di sottolineare come alla riforma federalista si aggiungeranno molto presto i decreti attuativi del piano per il sud, varato dal suo ministero. “Abbiamo a disposizio-ne molte risorse per rilanciare l’economia meridionale promuovendo iniziative im-prenditoriali - ha affermato Fitto - e dob-biamo saperle spendere bene. Adesso, il

provvedimento è all’esame della Corte dei Conti che lo valuterà sotto l’aspetto finan-ziario. Una volta che la Corte dei Conti avrà dato l’ok, il piano tornerà al Cipe che dovrà stanziare di fatto le risorse destinate ai singoli interventi”. Secondo Fitto non bisognerà attendere per molto. Al massimo entro febbraio il Governo sarà in grado di chiudere anche questa partita dando avvio al rilancio del sud con iniziative concrete. Appena la Corte dei Conti avrà sbloccato il parere sulla parte economica, infatti, il ministro Fitto emanerà i decreti attuativi che riguarderanno i singoli settori d’in-tervento previsti nel piano generale. “La priorità - conclude il ministro - verrà data alle infrastrutture e riguarderà l’ammoder-namento e la velocizzazione della rete fer-roviaria, poi si guarderà alle imprese con nuovi incentivi ed alla modernizzazione di scuole, istituti di ricerca e sicurezza”.

Vincenzo Magistà

emiliano superstar

ClASSIfIChE/ Il “Sole”

il Sole 24 Ore ha chiesto agli italiani un parere sul lavoro svolto fino ad

oggi dai propri presidenti di Regione e Provincia o sindaci. A parte qualche piccola eccezione, sono i neoeletti a guadagnare la fiducia maggiore.

Il presidente di Regione più amato d’Italia è il leghista Luca Zaia, gover-natore del Veneto ed oggi, secondo il sondaggio, prenderebbe il 62% dei voti, l’1,8% in più rispetto al giorno delle elezioni. Il primo meridionale è Scopelliti (centrodestra), presidente della Calabria, in terza posizione con il 59% delle preferenze ed anche lui in crescita rispetto al periodo elettorale. Come Zaia, anche Scopelliti è al pri-mo mandato. Vito De Filippo (centro-sinistra), governatore della Basilicata per il secondo mandato consecutivo, si attesta al 6° posto con il 55% del gradimento, ma perde quasi il 6% de-gli elettori potenziali rispetto al giorno delle elezioni. Neutrale il risultato del pugliese Vendola, all’11° posto con il 50% di preferenze, ma è una di quelle eccezioni di cui sopra: nonostante sia al secondo mandato, il governatore della Puglia è in crescita dell’1,3%. Caduta libera per Michele Iorio (centrodestra), presidente del Molise: è il meno amato d’Italia col 47% ed è anche in discesa del 7% rispetto al periodo elettorale.

In provincia comanda Caserta: Zinzi (centrodestra) ha il 64% delle preferenze. Isernia è al 3° posto con il presidente Mazzuto (centrodestra): per lui il 62,5% del gradimento, ma in leg-gera discesa rispetto a marzo. La pri-ma pugliese è Foggia (centrodestra) al 33° posto. Bari (centrodestra) è al 63°, Matera (centrosinistra) al 69° posto con Lecce (centrodestra). Chiudono le province di Taranto e Campobasso (en-trambe centrosinistra) al 104° posto.

Il sindaco più amato d’Italia, inve-ce, è quello di Firenze, Matteo Renzi (centrosinistra) con il 67% di prefe-renze, un +7,1% rispetto alla tornata elettorale. Emiliano, sindaco di Bari (centrosinistra), è al 7° posto ed anche lui in leggera crescita. Isernia, Potenza, Taranto, Foggia e Barletta sono avanti ai sindaci di Milano e Roma (centrode-stra), a parimerito con quelli di Matera e Campobasso al 50%. Lecce e Brindi-si sono più giù. Chiudono la classifica, in 101a posizione, i sindaci di Caserta, Palermo e Napoli. (g.m.)

il 2010 è un anno da dimenticare per l’assenza di rapporti tra giunta Ven-

dola e sindacati confederali. Il gelo calato nel dialogo ha spinto i vertici di Cgil, Cisl e Uil ad aprire una vertenza contro il governo regionale. Il segreta-rio della Cisl Giulio Colecchia nel corso del direttivo unitario del 10 gennaio ha auspicato “l’uscita dai tecnicismi ed il ritorno sulle questioni che interessano la gente come il lavoro e la forte crisi oc-cupazionale della Puglia”. Le segreterie hanno mobilitato i territori lanciando un duro attacco contro il governatore Ven-dola accusato di snobbare gli appelli dei sindacati e di tollerare identico atteggia-mento dai suoi assessori. Nel mirino il delegato alla salute Tommaso Fiore e quello all’ambiente Lorenzo Nicastro. C’è malcontento sulle modalità unilate-rali con cui sono stati introdotti il piano dei tagli alla sanità e agli ospedali, il ticket sui medicinali e l’imposta sulla benzina. Sotto accusa la corsia prefe-renziale alle cliniche private, il caso del finanziamento da 60 milioni di euro al progetto di finanza col nuovo San Raf-faele a Taranto. Ma soprattutto l’assenza di coinvolgimento sul caso delle inter-nalizzazioni sanitarie con 2500 lavora-tori ancora appesi e quella del compar-to privato della sanità, situazioni in cui sono stati preferiti i sindacati autonomi alle sigle confederali. Su questo è stato durissimo l’affondo di Aldo Puglie-se, a capo della Uil, che s’è dichiarato in totale disaccordo con l’attivazione

puGlIA/Governatore sotto accusa, ma rimedia con un incontro

i sindacati contro vendola, ormai ci ha dimenticati

Il governatore Vendola all’incontro con i sindacatidi tavoli che hanno preferito sigle non riconosciute dalla concertazione tradi-zionale. Critiche anche sull’ambiente e la mancata riduzione dell’inquinamento da fonti fossili in Puglia. La triplice ha rivendicato anche assenza di confronto sulla gestione dei contratti di lavoro del personale regionale, dei dipendenti de-gli enti strumentali come Acquedotto e Fiera del Levante, di quelli del settore pubblico e privato. Una platea di oltre 150 mila lavoratori in Puglia. Giovanni Forte, a capo della Cgil, ha sottolinea-to che rispetto alla scorsa legislatura “è cambiato il clima, l’attenzione e la sen-sibilità del governo regionale, compreso quelle del presidente Vendola che evi-dentemente è preso da altre priorità. Il confronto è stato ripreso il giorno dopo con la convocazione del presidente Ven-

dola ai sindacati. Dopo la riunione di tre ore in presidenza i segretari si sono dichiarati soddisfatti, nonostante non abbiano firmato un documento di sintesi conclusivo. Vendola ha ammesso l’erro-re di “aver frenato i rapporti ma solo sul finire dell’anno per le incombenze lega-te al piano di rientro sanitario e al bilan-cio”. Vendola ha garantito la riapertura dei tavoli sulle questioni occupazionali riguardanti sanità e ambiente. Ma a ruo-ta seguiranno quelli su opere pubbliche, acqua e formazione professionale in for-te ritardo. Verrà ripreso quel protocollo sottoscritto nel 2009 con 24 punti quali-ficanti da condividere con i confederali. Al primo posto il coinvolgimento delle sigle sul piano per il lavoro da 340 mi-lioni di euro.

Francesco iato

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315 gennaio 2011

notizie in brevetaranto, vendesi isola L’isola di San Paolo, riserva ma-

rina che forma un piccolo arcipelago nel Golfo di Taranto, insieme a quella di San Pietro ed un tempo base della Marina Militare, si potrà acquistare. Lo stato l’ha messa in vendita con un annuncio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Si vende tutto, comprese le installazioni militari ed il fortino fatto costruire da Napoleone.

matera, scarichinel torrente Risuona la denuncia di Legam-

biente nella città dei Sassi, dove si continuano a celebrare le velleità tu-ristiche, ma c’è qualcuno che non di-mentica quell’odore nauseabondo che proviene dal torrente Gravina. Da qui la denuncia di Legambiente, forte e diretta, a difesa della salute pubblica: “E’ disgustante la schiuma nel torren-te per chi decide di farsi un bagno nel metapontino”.

formaggio blua termoli Saranno i carabinieri del nucleo

antisofisticazioni di Campobasso a chiarire se le chiazze blu che una famiglia di Termoli ha trovato su un pezzo di formaggio appena comprato siano o meno pericolose. Una volta aperta la confezione ci si è subito ac-corti delle macchie blu elettrico pre-senti sul bordo e sulla scorza. La data di scadenza riportava l’8 marzo.

gianna nannini canta modugno La cantautrice senese ha pubblica-

to un nuovo album di inediti ‘Io e te’ che contiene anche la cover “Nel blu dipinto di blu”, di Domenico Modu-gno. Gianna, che è appena diventata mamma di Penelope, ha raccontato il suo amore per la musica di Modugno che ha attraversato la sua anima fin dall’infanzia.

bari,la abbagnatoper beneficenza Tutto esaurito domenica al Pe-

truzzelli per lo spettacolo in cui Ele-onora Abbagnato, prima ballerina dell’Operà, rende omaggio a uno dei grandi coreografi del ‘900: Roland Petit. Si è trattato di una serata parti-colare, organizzata dalla fondazione Megamark per raccogliere fondi da destinare ai piccoli pazienti del re-parto di oncoematologia pediatrica del Policlinico.

salento, festa per l’organettistaI musicisti del Salento si sono ri-

trovati sabato scorso a Corigliano d’Otranto per festeggiare gli 86 anni dell’amico Giovanni Avantaggiato, organettista storico della terra della pizzica. Ha cominciato negli anni ‘60 a fare musica ed oggi con la sua fami-glia, tutti suonatori e voci, da ormai 5 anni porta la sua tradizione anche sul grande palco della taranta.

modugno, sequestrati occhiali cinesi150mila paia di occhiali da vista

premontati sono stati sequestrati dal-la Guardia di Finanza di Bari nella zona industriale di Modugno, un ne-gozio in centro e 6 centri di distribu-zione a Roma e Napoli. Il maxi seque-stro, scattato perché gli occhiali non erano conformi alla legge e potevano avere effetti dannosi sulla salute, è scaturito da un’ispezione nel capan-none a Modugno.

Quasi tre milioni di euro per i danni subiti dalle abitazioni, oltre mezzo

milione per i campi devastati e gli alberi abbattuti, centomila euro per le carroz-zerie delle auto crivellate da mezz’ora di furia della natura.

E’ il conto, salatissimo, che è venuto fuori dalla rilevazione compiuta dalla Protezione civile del Molise sui danni prodotti dalla grandinata che il 24 luglio scorso si è abbattuta sul Molise. O me-glio, su quattro Comuni della Regione: Rotello, Palata, Larino e Tavenna. Si trovano in basso Molise, dove i campi sono coltivati ad alberi da frutto e ortag-gi, uva e pomodori. Tutte colture certa-mente più pregiate del grano seminato nelle altre parti del territorio. E poi gli olivi, distrutti, spaccati a metà da fulmi-ni che cadevano a centinaia accompa-gnati da raffiche di vento oltre i cento orari, come durante una tromba d’aria. Danni pesanti, ingenti, soprattutto se si pensa alla crisi dell’agricoltura in Italia, in Molise acuita dall’esiguità delle ri-sorse ordinarie messe a disposizione e da misure di intervento anticrisi che dire inefficaci è poco. Nei giorni successivi la Regione aveva chiesto al governo il riconoscimento dello stato di calamità, chiedendo alla Protezione civile in col-laborazione con le amministrazioni co-munali di procedere alla stima dei dan-ni. E’ stato allora che hanno cominciato a grandinare altri elementi, che alla fine dei conti rischiano di aver fatto quasi più male degli stessi chicchi grandi an-che dieci centimetri. Le parole di pronto intervento assicurato dai politici regio-nali, infatti, lasciavano presagire un buon esito della richiesta, visto anche il formale riconoscimento arrivato qual-che settimana dopo durante una riunio-ne del Consiglio dei ministri. Sabrina De Camillis, Ulisse Di Giacomo, tutti i parlamentari del Pdl dichiaravano che si era alla vigilia dell’elargizione di ri-sorse utili per il ristoro dei cittadini col-piti, in molti casi sia nei danni all’abita-zione sia ai campi sia alla propria auto. Provvedimenti economici straordinari no, la legge di stabilità nemmeno. Tutte le speranze erano riposte a quel punto nel decreto Milleproroghe, panacea di tanti tagli scritti a matita in Finanziaria e cancellati con questo decreto che in sostanza rimette in circolo denaro pub-blico superato lo scoglio contabile del bilancio statale da tenere in ordine. Alla fine, però, di euro il Molise per i danni subiti non ne ha ricevuto nemmeno uno, e al posto di tutte le parole altisonanti è arrivato un imbarazzante silenzio dei politici. Tanto le elezioni arrivano, han-no mormorato a denti stretti anche per la rabbia i molisani costretti a tirar fuo-ri migliaia di euro solo per tornare alla normalità di una realtà in crisi.

Stefano Ricci

MolISE/A tanto ammontano i danni dell’ultima ondata di maltempo

pioggia da 4 milioni

Un effetto impressionante, quel-lo provocato dalle mareggiate a

Termoli. Quartiere Rio Vivo, litora-le sud; decine di case che sembrano come sospese su un esile strato di ter-ra, incavato dal mare quasi fin dentro alle fondamenta. Sulla battigia di una spiaggia che sembra essere diventato un arenile privato, piccolo e riservato, a servizio delle case che ormai incom-bono, pezzi di cemento che il mare ha prima strappato alle case, quindi, dopo averli depositati sulla spiaggia, se li porterà a largo per disperderli chissà dove. E’ una storia particolare, quella del quartiere Rio Vivo. Decine di case nate abusivamente in anni di condoni e deregulation, di occhi chiusi di am-ministrazioni compiacenti e specula-zioni selvagge. Un quartiere che sulle mappe del demanio non dovrebbe esi-stere, visto che da quasi vent’anni i re-sidenti si oppongono alla voglia dello Stato di riprendersi quei quattro chilo-metri di arenile. Addirittura, per evi-tare l’esproprio, c’è voluta una legge ad hoc del parlamento, perchè in Italia un caso come quello di Termoli non esiste. Il problema, però, è soprattutto per quelle case che insistono davanti al mare. Dieci metri, forse meno; tan-to dista l’acqua dalle scale di acces-so alla spiaggia di condomini anche a quattro piani. Una situazione che ogni tanto si ripete, ma mai alla stessa maniera. Ogni volta, infatti, è sempre peggio; l’acqua si sta riprendendo a

MAltEMpo/A termoli rischia di scomparire il quartiere di Rio Vivo

e il mare si mangia quasi tutta la costa molisana

L’erosione al Rio Vivo di Termoli

poco a poco un terreno che in origine aveva una pineta che finiva sul mare. Una macchia di Mediterraneo inconta-minato, dove oggi in quello che resta degli alberi si nascondono ville abusi-ve, di professionisti, di politici. Più in là, verso la città, ecco la fila di case, piccoli condomini e villette a schiera che il mare osserva minaccioso, avvi-cinandosi pericolosamente. L’inverno rigido ha provocato forti mareggiate; quei dieci metri di distanza in cer-ti giorni si sono ridotti a centimetri, e gli effetti oggi si vedono. La terra mangiata fino alla base delle case, e la preoccupazione che cresce per quei proprietari che non hanno mai trovato pace, ne’ prima, con la storia dell’abu-

sivismo, ne’ oggi. Il problema è serio, se è vero che a nulla sembrano servire le barriere frangiflutti disposte anni fa dal Comune. Mura di scogli che ogni anno vengono rinforzate, che creano una specie di “S” davanti alla spiag-gia di Rio Vivo. Niente. Il mare non sembra arrestarsi, tanto che giorni fa i proprietari hanno pagato una ditta pugliese perchè intervenisse portando un po’ di terra da mettere tra le case e la spiaggia. Ma la preoccupazione è tanta, non si sa fino a quando si potrà aspettare prima che il mare scavi un solco sotto le case tanto da renderle pericolanti. L’inverno, infatti, è anco-ra lungo.

(s.r.)

Meno pomodoro, ma più costo-so. E’ questo lo scenario che si

prospetta per la coltura più diffusa in provincia di Foggia. Ciò dipende dalle nuove regole imposte dall’Unione Eu-ropea.

Da quest’anno, l’oro rosso di Capi-tanata non beneficerà più del premio di produzione comunitario di mille euro a ettaro. D’ora in poi, il contributo sarà disaccoppiato, ossia svincolato dalla coltivazione effettiva, calcolata sulla media delle produzioni degli anni pre-cedenti.

I soldi, dunque, continueranno ad arrivare da Bruxelles, ma in quanti-tà minore rispetto a quanto accaduto finora. Così facendo, molti agricolto-ri - che seminavano il pomodoro solo per intascare il premio - decideranno di abbandonare questa coltura, provo-cando una sensibile diminuzione del raccolto e, di conseguenza, un aumento dei prezzi. Questo scenario, però, do-vrebbe provocare un miglioramento della qualità del prodotto, perché il po-modoro sarà coltivato solo da chi sarà realmente intenzionato a competere sul mercato, conferendo alle industrie di trasformazione. Nel 2010, la produzio-ne di pomodori in provincia di Foggia si è attestata sui 18 milioni di quintali; il calo è costante negli ultimi anni, se si considera che tra il 2005 e il 2006 la produzione aveva sfiorato i 30 milioni di quintali. Nei magazzini dei conservi-fici c’è ancora molto pomodoro raccol-to la scorsa estate; è necessario, quindi, smaltire il prodotto e ciò comporterà una diminuzione di trapianti delle pian-tine nei campi della Capitanata la pros-sima primavera.

Il vero problema riguarda i prezzi: l’anno scorso, il pomodoro tondo fu fissato a 7 centesimi al chilo; il lungo, invece, a 8 centesimi. Livelli che a ma-lapena consentono agli agricoltori di coprire le spese con i ricavi. In pratica, denunciano i coltivatori, si lavora solo per coprire i costi.

Se i prezzi oscillassero tra i 9 e i 10 centesimi per il pomodoro lungo e ton-do, il lavoro sarebbe ben più remunera-tivo per i produttori.

I prezzi, però, li decidono i trasfor-matori: l’oro rosso – si giustificano i commercianti – si vende sempre meno; i prezzi, dunque, non possono salire.

Pietro Loffredo

oro rosso, crisi nera

foGGIA/Meno pomodoro

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4 15 gennaio 2011

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515 gennaio 2011

notizie in brevemolise,scrive librial contrario E’ arrivato al quinto Guinness dei

primati il campobassano Michele Santelia, per quella sua abilità nello scrivere libri al contrario senza guar-dare il computer digitando su quattro tastiere senza caratteri. L’ultima ope-ra, sulla sua vita, è scritta in una lin-gua non ancora tradotta. Ovviamente al contrario.

foggia, ladridi olive arrestati Ladri di olive in manette a Storna-

rella (Fg). I carabinieri hanno arresta-to con l’accusa di furto aggravato 5 rumeni, sorpresi a caricare 15 quinta-li di olive su un furgone. I militari li hanno scoperti mentre raccoglievano i prodotti agricoli in un terreno privato, armati di lunghi bastoni in legno. Alla vista dei carabinieri, i cinque rumeni hanno tentato di fuggire, ma sono sta-ti subito bloccati.

fuggono da scuola, ritrovate E’ durata poco meno di tre ore la

fuga organizzata da due ragazzine di Trepuzzi che lunedì hanno disertato la scuola. L’assenza è stata comuni-cata ai genitori che hanno immedia-tamente dato l’allarme. I carabinieri le hanno rintracciate alla stazione ferroviaria di Bari dove erano appe-na arrivate con un treno regionale.

molfetta,donna aggreditain autobus Ha aggredito un’anziana donna

che gli aveva chiesto di cedere il po-sto a favore di un disabile rimasto in piedi sull’autobus ed è finito in carce-re. È accaduto a Molfetta dove i cara-binieri hanno arrestato Alessandro De Bari, 27enne sorvegliato speciale del luogo, accusato di violazione degli obblighi.

bari,passante rapinato Lo hanno bloccato in tre e sotto la

minaccia di una pistola l’hanno co-stretto a consegnare l’orologio che aveva al polso. Vittima della rapina un 40enne barese. I tre malviventi avevano il volto coperto da cappelli di lana e sono fuggiti a piedi subito dopo essersi impossessati dell’orolo-gio che valeva circa 2mila euro.

oria, trattadi georgiane Avevano messo su una vera e pro-

pria tratta di esseri umani. Facevano arrivare clandestinamente dalla Ge-orgia ragazze in cerca di lavoro e le trasformavano in badanti o braccianti agricole. Ma la paga la intascavano quasi tutta loro. Per questo sono state arrestate ad Oria (Br) tre persone ac-cusate di immigrazione clandestina, estorsione e minacce.

lecce,la boutiquedel riciclo Pensa verde. Da questo motto si-

nonimo di uno stile all’insegna di uno stile di vita tipicamente ambientalista, un’imprenditrice ha aperto a Lecce una boutique dove trovare una varietà di prodotti come giocattoli, accessori e persino oggetti d’arte, tutti ecoso-stenibili. Insomma una boutique del riciclo per utilizzare gli oggetti quoti-diani con un occhio all’ambiente.

Il luogo del rinvenimento del cadavere

Per tante, lunghissime ore si era pensato all’ennesimo fatto di san-

gue determinato dalla criminalità orga-nizzata che ormai impera in provincia di Brindisi. E non a caso i primi passi delle indagini condotte dai carabinieri sono stati diretti proprio in quella dire-zione, scandagliando i movimenti dei personaggi di spicco dei clan che ope-rano nella parte sud del Brindisino. Poi i primi cedimenti, i primi movimenti sospetti della famiglia ed infine la tri-ste verità: Antonio Ingrosso, il fabbro 45enne di Torchiarolo il cui cadavere è stato rinvenuto domenica mattina nelle campagne di Casalabate, è stato ucciso barbaramente dalla moglie, Maria Gra-zia Greco, una donna apparentemente tranquilla, certamente al di sopra di ogni sospetto.

46 anni, di professione assicuratri-ce, questa donna ha avuto il coraggio di concludere un banale litigio con il marito colpendolo in testa con un grosso martello. Quattro, cinque colpi fino a quando lo ha visto stramazzare sul pavimento in un lago di sangue. Dopo di che non ha avuto il prevedi-bile momento di cedimento. Non ha urlato, forse non ha neanche pianto. Ha chiamato l’anziano genitore per te-lefono a Surbo e lo ha fatto andare a Torchiarolo. Insieme puliscono casa e poi avvolgono il cadavere in una co-perta. Lo scendono giù in garage e lo caricano sulla Hyunday di Ruggiero Greco. Si dirigono verso Torre Rinalda dove hanno una abitazione estiva ed è lì che tentano l’impossibile. Dapprima provano a carbonizzare il cadavere ma non ci riescono. Poi tentano di farlo a pezzi con un’ascia ma per chi non fa il macellaio di professione anche que-sta è un’impresa irrealizzabile. Infine decidono di ricaricarlo sull’auto e poi vanno a scaricare il corpo in una cam-pagna di Casalabate dove un passante lo ritrova due giorni dopo. Nel frat-tempo, tornati in paese, padre e figlia completano la messinscena, prendono l’auto del marito e la portano nei pressi della sua officina. La abbandonano con le chiavi nel cruscotto, le luci accese ed il telefonino sul sedile. L’assassina lucidamente chiama sul telefono del marito, quasi a voler far finta di essere preoccupata per lui. Poi, a mezzanotte, la denuncia presentata ai carabinieri. Partono le ricerche. Ed è proprio lei a fornire la possibile chiave interpretati-va della scomparsa: il marito, secondo quanto riferito, potrebbe aver accu-mulato debiti di gioco nei confronti di gente poco raccomandabile. I militari la stanno ad ascoltare ma Torchiarolo è un paese piccolo dove ognuno sa tutto di tutti e della possibilità che Ingrosso fosse un giocatore di carte nessuno ne aveva mai sentito parlare. Le indagini

bRInDISI/lite in famiglia per gli auguri di natale. lei uccide il marito

la moglie assassinasi allargano a 360 gradi. Si scopre da una telecamera piazzata nei pressi del-la villetta di Torre Rinalda che padre e figlia sono stati lì e sul sedile di dietro si vede un grosso fagotto. Poi scattano i controlli della Scientifica da cui emer-gono tracce di sangue in casa, nel ga-rage, nella villetta estiva e ovviamente nella Hyunday del padre. Il primo a confessare è proprio l’anziano, men-tre la donna crolla solo all’alba, dopo

un’intera nottata di interrogatorio. Confessa di averlo ammazzato al ter-mine dell’ennesimo litigio. Litigavano per interessi, forse anche per una storia extraconiugale dell’uomo. Ma nessuno mai avrebbe potuto immaginare che Maria Grazia poteva arrivare a tanto. Adesso avrà davvero tanto tempo per riflettere nella sua cella del carcere di Lecce.

Mimmo Consales

restivo, altri esami

ClApS/Il giallo resta

a dieci mesi dal ritrovamento del cadavere, appare ancora lontana la

soluzione del giallo relativo all’omici-dio di Elisa Claps. Le indagini condotte dalla Procura di Salerno vanno avanti. Si attende l’esito della nuova perizia sui campioni di dna prelevati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza dove è stato trovato il corpo, affidata ai carabinieri del Ris di Parma e Roma dal Gip di Salerno, dopo che i consulenti dell’accusa avevano solle-vato molti dubbi sulla perizia eseguita dal consulente del gip Pascali. E non si escludono colpi di scena. Gli esperti dell’Arma, infatti, potrebbero aver in-dividuato il dna dell’omicida. Una cosa è certa: dalla perizia del medico legale milanese Cristina Cattaneo, depositata in Procura a Salerno, emerge che Elisa provò a difendersi dal suo assassino. Tentò, senza successo, di disarmarlo, ferendosi alle mani. E proprio quelle mani, oggi, forniscono nuovi preziosi indizi: due strutture pilifere, forse dei capelli, che per l’accusa potrebbero incastrare definitivamente l’assassino, ammesso che non appartengano alla vittima. E’ certo che chi uccise la stu-dentessa le tagliò ben 8 ciocche di ca-pelli: è questa un’altra delle conclusio-ni cui arriva il perito Cristina Cattaneo nella perizia. Tuttavia il medico legale dell’Università degli Studi di Milano al Dipartimento di Morfologia umana e Scienze biologiche parla anche dello strumento con cui i capelli furono ta-gliati: “Non è possibile stabilire quale strumento tagliente può avere tagliato le ciocche, anche se la maggiore linea-rità di alcuni tagli depone più a favore di una forbice che di una lama singo-la”. Questi gli sviluppi dell’inchiesta. Ma ciò che fa più discutere in questi giorni sono le testimonianze inedite e i dettagli, tratti da un’informativa della Polizia, sui trascorsi potentini di Danilo Restivo, l’unico indagato per la morte di Elisa, e attualmente in carcere in Inghilterra per un altro omicidio: dal rapporto conflittuale con i genitori al bambino ferito con un coltello; dal pac-co con finta bomba consegnato a una ragazza che non aveva accettato le sue avance alla strana collezione di oggetti fallici e vibratori. Per finire poi con il pressing di Restivo su Elisa, con tele-fonate, inseguimenti e richieste di in-contri, ricostruito attraverso le testimo-nianze di amici e conoscenti. Elementi in mano alla magistratura da troppo tempo, da prima che venisse scoperto il cadavere. E in attesa di chissà qua-le altro colpo di scena, i familiari della studentessa potentina aspettano ancora di dare degna sepoltura a quel che resta del cadavere.

alessandro Boccia

Diventa mamma all’ospedale San Giacomo di Monopoli il giorno

del suo quattordicesimo compleanno una ragazza modugnese. Lei, che in-sieme al padre, un altro studente, un quindicenne anch’egli di Modugno, era riuscita a nascondere a tutti la gra-vidanza fino all’inizio del nono mese e nel giorno del suo quattordicesimo compleanno mette al mondo un bam-bino, Nicola, del peso di tre chili e quattrocentocinquanta grammi. Poche settimane prima di partorire la mam-ma della ragazza, la nonna del picco-lo, si accorge dell’assenza del flusso mestruale della figlia e si rivolge al dottor Pasquale Aquilino, il gineco-logo che il diciannove dicembre del 1996 la fece nascere all’ospedale San Paolo di Bari dove allora il medico prestava servizio. Il ginecologo, che nel frattempo è diventato il primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Monopoli, ci mette davvero poco a capire che la ragaz-zina era incinta e che era nella fase terminale della sua gravidanza. Così alle ore 15 dello scorso diciannove

RAGAzzA-MADRE/Il padre è quindicenne. Si sono conosciuti alle medie

modugno, tiene nascosta la gravidanza a 14 anni

Il dott. Nicola Macario

dicembre la giovane mamma parto-risce, così come ci racconta il dottor Nicola Macario, il ginecologo in tur-no alla sala parto quel giorno. Ades-so i due giovanissimi genitori, che si erano conosciuti nei corridoi della scuola media “Francesco d’Assisi” che per tre anni avevano frequentato insieme, dovranno aspettare il compi-

mento del loro sedicesimo anno d’età per poter riconoscere il bambino e poi ottenere l’affidamento e potergli dare il loro cognome che provviso-riamente è stato scelto, come prevede la legge, dall’ufficiale di stato civile del comune di Monopoli. Adesso i due giovani genitori che vivono con i nonni materni del bambino, prosegui-ranno gli studi, lei al liceo scientifico psicopedagogico “Bianchi Dottula” di Bari e lui all’istituto tecnico com-merciale “Tommaso Fiore” di Modu-gno. E così, tra una lezione e l’altra, tra un compito in classe e l’altro, tra una interrogazione e l’altra saranno i quattro nonni, che faranno a gara tra loro, ad occuparsi del piccolo Nico-la al quale oggi non manca davvero niente se non un nome ed un cogno-me tutto suo scelto da quei due giova-nissimi genitori che hanno incontrato l’amore tra i banchi di scuola e che lo hanno visto germogliare con il fiore del loro piccolo bambino che festeg-gerà il suo compleanno insieme alla sua mamma.

nicola Mangialardi

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6 15 gennaio 2011

Il gruppo di jelsesi, con il carro, a Montreal

Un omaggio allo scomparso regi-sta e maestro del cinema Mario

Monicelli, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi che spunta dalla torta dei 150 anni dell’unità d’Italia con un tricolore in una mano ed un cuore nell’altra recante le scritte: “viva l’Itala – viva la topa”, formo-se ballerine e il fischietto anticrisi, queste le novità di quest’anno alla 23esima edizione del concorso na-zionale e della fiera dei fischietti in terracotta di Rutigliano.

Una tradizione, quella del fi-schietto di Rutigliano che, da sem-pre, è abbinata ai festeggiamenti di Sant’Antonio Abate, santo burlone e protettore del fuoco, che ricorre il 17 gennaio e che segna, tra l’altro, l’ini-zio del periodo carnevalesco.

Intorno al manufatto in terracotta nel piccolo centro del sud est bare-se, uno dei pochi comuni pugliesi ad aver ottenuto il riconoscimento di città turistica, si organizza la fiera del fischietto in terracotta alla qua-le si abbina un concorso nazionale, giunto quest’anno alla sua ventitree-sima edizione.

Concorso al quale hanno parteci-pato una trentina di maestri figuli, tra cui dieci rutiglianesi e gli altri provenienti da ogni parte d’Italia.

Ai tradizionali galletti portafortu-na quest’anno si sono affacciati sul panorama dei fischietti in terracotta, alcune novità.

Fanno bella mostra i fischietti che riproducono la mitica Ferrari, gli animali, in modo particolare giraffe, i pagliacci che fungono, anche, da salvadanaio e coppie di ballerini.

Davvero particolare l’omaggio che il maestro Vito Moccia, lo stesso che ha realizzato Vendola in guanto-ni, e che propone gli amici di scuola in varie misure, ha deciso di fare al maestro del cinema Mario Monicel-li.

Infine un omaggio o meglio una versione multipla del presidente del Consiglio che si guadagna il titolo di “cavaliere du frschett”.

Particolarissimo, poi, il fischietto anticrisi, con una scritta che recita: “se la crisi vuoi scacciare il gratta e fischia devi provare”, con tanto di immancabile e scaramantica gratta-tina osè nelle parti basse.

Tema di quest’anno del concorso sono stati i 150 dell’unità d’Italia.

Un tema che è stato condizionato nelle riproduzioni ficule dagli ultimi eventi politici ed in particolar modo dall’idea federalista della lega, con un Bossi, ovviamente caricaturizza-to, molto presente in tantissime delle opere in concorso.

nicola Mangialatrdi

RutIGlIAno/Il 17 la tradizionale festa del fischietto in terracotta

Quando la satira fischia

La cerimonia per la riapertura della Casa d’Italia a Montreal, avvenuta

prima di Natale, ha fatto registrare una presenza d’eccezione.

Quella di una folta rappresentanza della comunità di Jelsi, realtà molisana che tanto ha dato all’emigrazione nelle terre dell’America del Nord.

Il deputato del comitato Sant’Anna, Antonio Maiorano, ha ricevuto una ca-lorosa accoglienza, insieme con Nor-berto Lombardi, storico consigliere per gli italiani all’estero.

Jelsi ha avuto l’onore di dare l’inizio alle attività della nuova Casa Italia por-tando fino in Canada la tradizione del-le Traglie, i carri che “slittando” sulle strade sterrate portavano un tempo co-voni di paglia e che oggi costituiscono l’essenza della processione che celebra Sant’Anna.Trainati da mucche, questi carri sono vere opere d’arte, preparate con certosina attenzione mesi prima della sfilata lavorando in modo mira-bile il prodotto d’eccellenza delle terre del Mezzogiorno: il grano.

E a fare da cornice all’eco museo che è stato allestito nella casa d’Italia

MontREAl/I carri di Jelsi accolti a Casa Italia

il molise in quebecdella città del Quebec si sono volute proprio alcune Traglie, i carri della Fe-sta del grano.

A Montreal, ogni anno, la tradizione si rinnova come si fosse a Jelsi, e il pre-sidente di Casa d’Italia Gaby Mancini e il direttore generale Pasquale Iacobacci hanno voluto celebrare una delle tradi-zioni meglio trapiantate del folklore del Sud in terra canadese.

Jelsese illustre è l’ex ministro del Quebec John Ciaccia, eletto per venti-cinque anni nel collegio più esclusivo di Montreal, quello di Mont Royal.

Emigrato come tanti, rappresen-ta la sintesi di valori vecchi e nuovi e la smentita vivente del fatto che non possano trovare una sintesi.Se nelle intenzioni dei dirigenti di Casa d’Italia c’è quello di farlo diventare un luogo simbolo della memoria e delle origi-ni dell’italianità più vera, aprire con le Traglie certamente ha costituito un esempio che ha gratificato la numerosa comunità molisana, una delle più nutri-te e radicate comunità di origini italia-ne in Canada.

Stefano Ricci

La lunga giornata della “fanove” di Castellana Grotte è cominciata

la mattina dell’11 gennaio, quando in piazza Nicola e Costa, nei pressi del Comitato Feste Patronali, si è ritrovata la commissione che ha girato per i falò e per decretare il vincitore. Quest’an-no in giuria oltre al sindaco Franco Tricase e al presidente del Comitato Michele Manghisi c’erano gli ex sin-daci della città delle Grotte. Dopo il giro per gli oltre 70 falò, disseminati su tutto il territorio cittadino, il grup-po ha fatto ritorno al Comitato dove, poco dopo mezzogiorno, si è provve-duto ad effettuare i conteggi dei voti. Il primo posto, come lo scorso anno, è andato al mastodontico falò realizza-to in contrada Pozzo Stramazzo. Sul podio si sono piazzati anche il falò realizzato al Convento e quello della zona 167, nei pressi del Pala Grotte. Chiusa la pratica della giuria, la festa vera e propria si è svolta in serata, per il 320° anniversario della liberazione dalla peste. Come sempre il tutto è

CAStEllAnA/Rinnovato il rito delle fanove

brucia la peste

Il falò di Largo Chiesa Madre

cominciato al Convento, dove subito dopo la Santa Messa si è provveduto ad accendere il primo falò, e da dove è partita la fiaccolata, capeggiata da padre Pio D’Andola, che si è diretta in largo Porta Grande. Davanti ad una fiumana di gente si sono accese tutte le fanove del piazzale e poi, sempre in processione, tutte le altre sparse per le principali zone del paese, accompa-gnate dalla locale banda cittadina che intonava le celebri musiche in onore di Maria SS. della Vetrana, Patrona della Città. Dopo l’accensione tutti i falò sono stati animati dai tantissimi visitatori arrivati a Castellana e dal-le innumerevoli degustazioni allesti-te nei pressi dei singoli falò. Vino e prelibatezze di ogni tipo hanno ac-compagnato la lunga notte. Tante le postazioni prese d’assalto, in primis i piccoli falò del centro storico ma an-che quelli più periferici. Per i più ir-riducibili la nottata si è protratta fino all’alba.

Mino Cardone

Musica, piatti tipici e un intero pae-se illuminato dai falò: oggi a Ro-

seto Valfortore è il giorno dei fuochi di Sant’Antonio.

Una festa che ogni anno attira centi-naia di visitatori da tutta la provincia e dalla vicina Campania.

Dal mattino, in ogni vicolo e piazza del borgo, saranno preparati i falò ar-tistici che concorreranno all’assegna-zione dei premi dedicati alla manife-stazione.

Attorno ai falò, e nello stand enoga-stronomico della Pro Loco con tavolini e posti a sedere, sarà possibile degusta-re le pietanze della tradizione rosetana. Alle ore 20, le opere in legno – ognuna ispirata a un tema che esprime un aspet-to del patrimonio culturale di Roseto – cominceranno a prendere fuoco.

In mattinata, il paese accoglierà ol-tre 50 equipaggi di camperisti che as-sisteranno all’evento. Per l’occasione, nella centralissima Piazza Bartolomeo sarà allestita una Fiera dei Prodotti Ti-pici con gli stand degli artigiani e dei produttori rosetani, mentre nel cuore del borgo aprirà i battenti l’antico for-no a paglia, l’unico “sopravvissuto” (e recuperato) dei 7 un tempo funzionanti, un punto di riferimento per chi vuole conoscere la storia del paese.

Quella dedicata a Sant’Antonio è una Festa molto sentita a Roseto Val-fortore, probabilmente in virtù dell’an-cora forte vocazione agricola del co-mune.

Nato nel terzo secolo dopo Cristo, vissuto per scelta in compagnia di soli animali, la fantasia contadina ha fatto

RoSEto/oggi la tradizionale festa dei fuochi

i falò di s.antonio

Roseto Valfortoredi Sant’Antonio Abate un santo stret-tamente collegato alla vita rurale e, in particolare, alla ripresa dell’attività agraria.

Tra le manifestazioni cerimoniali di cui si compone la festa, la più appari-scente è sicuramente quella dell’accen-sione dei fuochi.

Già alcuni giorni prima della ricor-renza, in paese inizia la raccolta della legna che è accumulata in grandi covo-ni cui viene data una forma particolare, a seconda del tema scelto dagli autori del falò.

In questo modo, la preparazione dei fuochi diventa un lavoro collettivo, ag-gregante e creativo.

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715 gennaio 2011

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8 15 gennaio 2011

Juventus - bari20ª GIoRnAtA

(16/1, Stadio “Olimpico” di Torino, ore 15)TV: -

ULTiMo TURnoBari-Bologna 0-2

PRoSSiMo TURnoBari-Napoli (23/1/‘11)

CLaSSiFiCajUVenTUS

31 punti (6° posto)

BaRi14 punti (20° posto)

PRoBaBiLi FoRMaZioniJuventus (4-4-2): Buffon; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso; Krasic, Marchisio, Aquilani, Pepe; Del Piero, Amauri.All.: Delneri

Bari (4-4-2): Gillet; A.Masiello, Belmonte, Glik, Raggi; Alvarez, Donati, Gazzi, Rivas; Okaka, Kutuzov.All.: Ventura

lecce - milan20ª GIoRnAtA

(16/1, Stadio “Via del Mare” di Lecce, ore 20:45)TV: Rai italia e TLn ore 2:45pm

ULTiMo TURnoLazio-Lecce 1-2

PRoSSiMo TURnoFiorentina-Lecce (23/1/‘11)

CLaSSiFiCaLeCCe

18 punti (18° posto)

MiLan40 punti (1° posto)

PRoBaBiLi FoRMaZioniLecce (4-3-2-1): Rosati; Donati, Tomovic, Fabiano, Mesbah; Munari, Bertolacci, Giacomazzi; Piatti; Di Michele; Corvia.All.: De Canio

Milan (4-3-1-2): Amelia; Abate, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Gattuso, Ambrosini, Flamini; Seedorf; Pato, Ibrahimovic.All.: Allegri

l’andria a valanga, foggia giù

RiSULTaTi 19a gioRnaTa (B)Andria Bat-Gela 4-1Benevento-Virtus Lanciano 1-1Cavese-Nocerina 0-2Cosenza-Ternana 1-1Foligno-Juve Stabia 1-1Lucchese-Foggia 4-2Pisa-Barletta 2-2Siracusa-Viareggio 2-1Taranto-Atletico Roma 0-1

CLaSSiFiCa1 Nocerina 442 Atletico Roma 373 Benevento 354 Juve Stabia 285 Virtus Lanciano 286 Siracusa 277 Foggia 268 Cosenza 269 Taranto 2610 Ternana 2311 Viareggio 2212 Gela 2213 Lucchese 2114 Andria Bat 2015 Pisa 1916 Barletta 1917 Cavese 1618 Foligno 16

PRoSSiMo TURnoAndria Bat-Siracusa; Atletico

Roma-Pisa; Cosenza-Cavese; Fog-gia-Virtus Lanciano; Gela-Taran-to; Juve Stabia-Barletta; Noceri-na-Benevento; Ternana-Lucchese; Viareggio-Foligno.

pRo1/Taranto sconfitto

SERIE D/bloccato sul pari nel derby di Grottaglie

casarano rallentaRiSULTaTi 21a gioRnaTa (F)

Atl.Trivento-Santegidiese 3-2Bojano-Recanatese 0-2Civitanovese-B.Fossombrone 1-1Forlì-Sambenedettese 4-2Jesina-Santarcangelo 0-0Miglianico-Atessa Val Sangro 1-0Olympia Agnonese-Real Rimini 1-2R.Curi Angolana-Luco Canistro n.d.Rimini-Cesenatico 3-1Teramo-Venafro 4-1

CLaSSiFiCaTeramo 47 punti; Rimini 44; San-

tarcangelo 39; Santegidiese 34; Real Rimini, Jesina 33; R.C.Angolana 31; Forlì, Recanatese, Sambenedettese 29; Olympia Agnonese 28; Civitano-vese 27; Atessa Val di Sangro, Luco Canistro, Atletico Trivento 26; Vena-fro 22; Miglianico 18; B.Fossombrone 16; Cesenatico 14; Bojano 8.

PRoSSiMo TURnoAtessa Val di Sangro-Rimini;

Bojano-Jesina; Cesenatico-Forlì; Luco Canistro-Teramo; Real Rimi-ni-R.Curi Angolana; Recanatese-Atl.Trivento; Sambenedettese-B.Fos-sombrone; Santarcangelo-Olympia Agnonese; Santegidiese-Miglianico; Venafro-Civitanovese.

RiSULTaTi 19a gioRnaTa (H)Arzanese-Capriatese 5-1Boville E.-Francavilla Fontana 1-0Gaeta-Fortis Trani 4-0Grottaglie-Virtus Casarano 1-1Nardò-Fortis Murgia 1-0Ostuni-Battipagliese 1-0Pisticci-Angri 1-2Pomigliano-Ischia 2-0S.Antonio Ab.-Francavilla Sinni 2-0

CLaSSiFiCaArzanese 41 punti; Gaeta 37;

Virtus Casarano 35; Nardò 34; Pomigliano 33; Ischia 31; Fortis Murgia, Boville Ernica 30; Fortis Trani 26; Grottaglie, Sant’Anto-nio Abate 24; Pisticci 22; Fran-cavilla in Sinni, Capriatese 21; Francavilla Fontana, Angri 17; Battipagliese 16; Ostuni 8.

PRoSSiMo TURnoBattipagliese-Pomigliano; Ca-

priatese-Gaeta; Fortis Murgia-Arzanese; Fortis Trani-Pisticci; Francavilla in Sinni-Ostuni; Francavilla Fontana-Nardò; Ischia-Angri; Sant’Antonio Aba-te-Grottaglie; Virtus Casarano-Boville Ernica.

puglieseRiSULTaTi 21a gioRnaTaTricase-Copertino 1-2; Vieste-San

Paolo Bari 0-0; Fasano-Martina 3-0; Lucera-Cerignola 0-2; Manduria-Castellana 0-1; Racale-Maruggio 0-1; Sogliano-Monopoli 0-0; Terlizzi-Bisceglie 1-3; Locorotondo-Manfre-donia 1-0.

CLaSSiFiCaCerignola 43; Martina 40; Bisceglie,

Locorotondo 39; Copertino 33; Raca-le 32; Fasano 31; Terlizzi, Monopoli, Vieste 30; Sogliano 27; Tricase 25; San Paolo Bari 24; Castellana, Maruggio 20; Manduria; Lucera 15; Manfredonia 14.

PRoSSiMo TURnoCerignola-Fasano; Bisceglie-Loco-

rotondo; Copertino-Manduria; Mono-poli-Terlizzi; Manfredonia-Castellana; Martina-Racale; Maruggio-Vieste; San Paolo Bari-Tricase; Sogliano-Lucera.

lucanaRiSULTaTi 18a gioRnaTaA.Cristofaro-Miglionico 3-0; Atella

V.-Pietragalla 2-2; Picerno-Viggiano 1-0; B.Pleiade-Vultur 2-2; Tanagro-Mu-rese 2000 2-2; Ferrandina-Potenza 1-1; Moliterno-Valdiano 0-0; Real Tolve-Policoro 0-2. Riposo: Avigliano.

CLaSSiFiCaA.Cristofaro 39; Tanagro 33; Viggia-

no 31; Atella V. 26; Valdiano 25; Pie-tragalla, Avigliano 24; Real Tolve 23; Picerno 22; Murese 2000, B.Pleiade 20; Ferrandina, Policoro, Potenza, Moliter-no 18; Vultur 13; Miglionico 11.

PRoSSiMo TURnoAvigliano-Atella V.; Miglionico-

Ferrandina; Murese 2000-Moliterno; Pietragalla-A.Cristofaro; Policoro-B.Pleiade; Potenza-Picerno; Valdiano-Real Tolve; Viggiano-Tanagro.

Riposo: Vultur.

eccellenza

puglieseRiSULTaTi 18a gioRnaTa (a)Mola-Corato 1-1; Canosa-Molfetta

3-0; Casamassima-Ascoli Satriano 1-3; Torremaggiore-Bitonto 1-1; Barletta-Po-limnia 0-2; Rutiglianese-N.Andria 1-1; San Severo-Minervino Murge 4-0; Santeramo-Altamura 1-2; Valenzano-Noicattaro 1-1.

CLaSSiFiCaCorato 39; Canosa 37, Altamura 34;

S.Severo, Bitonto, Rutiglianese 33; Torre-maggiore 30; Noicattaro 29; Casamassima 27; Mola, N.Andria 24; Ascoli Satriano 22; Polimnia, Barletta 19; Santeramo 16; Minervino 14; Valenzano 10; Molfetta 2.

PRoSSiMo TURnoAscoli S.-Mola; Corato-Torremagg.;

Bitonto-Rutiglianese; Minervino-Valenza-no; Andria-Canosa; Noicattaro-Barletta; Polimnia-Santeramo; Altamura-Casa-massima; Molfetta-S.Severo.

RiSULTaTi 18a gioRnaTa (B)A.Toma Maglie-Carosino 2-1; Botrugno-

Massafra 1-0; B.Brindisi-Mesagne 1-1; Fragagnano-Alberobellonoci 2-2; Galli-poli-Galatina 2-0; Leporano-Mottola 1-0; Martano-Crispiano 3-4; Novoli-San Cesa-rio 1-0; Squinzano-Mariano 0-3.

CLaSSiFiCaA.Toma Maglie 42; Galatina 39; Botru-

gno 34; Mottola 32; Leporano 30; Gallipo-li 28; Crispiano, Massafra 27; Mesagne 22; Martano, L.Mariano 21; Carosino, Novoli, San Cesario 20; B.Brindisi 19; Alberobel-lonoci 17; Fragagnano 13; Squinzano 8.

PRoSSiMo TURnoAlberobellonoci-Leporano; Crispia-

no-Squinzano; L.Mariano-B.Brindisi; Massafra-Novoli; Mesagne-A.T. Maglie; Mottola-Martano; Galatina-Botrugno; Carosino-Gallipoli; S.Cesario-Fragagn.

lucanaRiSULTaTi 16a gioRnaTa

A.Tursi-Balvano 4-1; A.Potenza-Bella C. 3-0; A.Scanzano-Montescaglioso 4-0; Cancellara-Bernalda 0-0; Grottole-Pesco-pagano 0-3; Rotondella-Real Irsina 0-0; Lagonegro-Varisius 3-0; Pignola-Santar-cangiolese 1-1.

CLaSSiFiCaA.Scanzano 46; A.Potenza 43; Bernal-

da 28; Cancellara 26; Pignola 24; Pesco-pagano, Real Irsina 22; Santarcangiolese, A.Tursi 20; Balvano 19; Rotondella, Grot-tole 18; Lagonegro 15; Montescaglioso 12; Bella C., Varisius 11.

PRoSSiMo TURnoBalvano-A.Potenza; Bella C.-Cancel-

lara; Bernalda-Grottole; Montescaglioso-Rotondella; Pescopagano-A.Scanzano; Real Irsina-Lagonegro; Santarcangiole-se-A.Tursi; Varisius-Pignola.

promozione

il presidente del Terlizzi Calcio, so-cietà che milita nel campionato di

calcio di Eccellenza pugliese, è un fiu-me in piena dopo la sconfitta per 2-0 subita dalla sua squadra il 6 gennaio scorso a Cerignola e si sfoga attraverso il sito internet.

“Va bene la sconfitta”, dice, “ma quello che è accaduto a Cerignola non c’entra assolutamente nulla con lo sport”.

Secondo Salvatore D’Alesio la sua squadra avrebbe subito aggressioni verbali oltre che fisiche da alcune per-sone non ben identificate prima e dopo la gara. Negli spogliatoi dello stadio, sempre a detta del presidente, sareb-bero volate parole grosse e non solo, all’indirizzo di arbitro e dirigenti del Terlizzi.

Il presidente D’Alesio si è det-to sorpreso per quanto accaduto e ha formalizzato una denuncia agli organi competenti, richiedendo la vittoria a ta-volino per 3-0.

“D’Alesio dice il falso”. Così, a Ce-rignola, replicano invece alle accuse del presidente del Terlizzi.

Anche il Cerignola si affida ad in-ternet ed il presidente Denisi riconduce lo sfogo di D’Alesio alla stizza per la sconfitta. Richiede, inoltre, una smenti-ta e preannuncia il ricorso a vie legali.

Il presidente Denisi la prende an-che con ironia: “E’ successo un fatto molto grave: che il Cerignola ha vinto. Il presidente del Terlizzi ha detto una bugia”.

D’Alesio ha inoltre dichiarato di es-ser dovuto ricorrere alla scorta dei ca-rabinieri. Circostanza che, comunque, ai carabinieri non risulta. In campo ci sono state contestazioni verso l’arbitro, per un gol negato: qualcuno ha tentato un’invasione, ma nulla di più. Almeno così sostengono i tifosi.

Intanto la Federcalcio ha aperto un’inchiesta.

ECCEllEnzA/la federcalcio apre un’inchiesta

terlizzi aggredito gillet alza la voce

bARI/parla il capitano

Un intervento forte, per spegnere i fuochi delle polemiche che stan-

no complicando la missione salvezza del Bari. In settmana il capitano della squadra, il portiere Jean Francois Gil-let, ha invitato i compagni a non far uscire dallo spogliatoio ogni possibile frizione interna. “Ciò che succede tra noi deve rimanere nello spogliatoio”, spiega Gillet censurando di fatto le dichiarazioni rilasciate da Andrea Ma-siello. “Parlerò con la squadra - spie-ga - ma i nostri problemi, se ci sono, non devono arrivare all’esterno, come succede in tutte le altre società. Non mi piacciono i messaggi in stile sms, preferisco parlare a quattrocchi, dialo-gando con i miei compagni”. Il belga resta fiducioso per il raggiungimento del traguardo della permanenza - “Sia-mo esattamente a metà campionato - sottolinea - e abbiamo tempo per ri-prenderci. Dobbiamo solamente fare i giocatori, non solo sul campo o in alle-namento, ma dalla colazione sino alla cena. Deve animarci uno stile di vita, non possiamo permetterci abbuffate fuori programma. Non stiamo dando il massimo e si vede. Troppe chiacchiere, pochi fatti. Ognuno deve impegnarsi e tirare fuori quella rabbia che ci ha con-traddistinto l’anno scorso. Se facciamo tutti il nostro e bene, allora qualcosa di positivo verrà fuori”. “Per salvarci - conclude - dovremo conquistare alme-no altri 25 o 26 punti. I prossimi im-pegni con Juve e Napoli varranno per noi come affrontare Cagliari e Brescia: dobbiamo fare risultato”.

gli atleti barlettani del passato, del presente e del futuro. Tutti

insieme accomunati dallo spirito, dal-la passione e dai valori dello sport.

Sono stati loro gli autentici prota-gonisti, martedì scorso, della manife-stazione celebrativa “Gran Galà dello Sport” svoltasi sul palco del teatro comunale Giuseppe Curci di Barletta, organizzata dal comune.

Una manifestazione che ha richia-mato l’attenzione della città intera e dedicata in modo particolare a tutti coloro che attraverso l’impegno spor-tivo hanno portato alto il nome di Barletta su scenari nazionali ed inter-nazionali.

La serata presentata da Vincen-zo Ormas, articolata come un vero e proprio varietà, ha visto l’alternarsi di momenti di puro spettacolo alle pre-miazioni degli sportivi e delle nume-rose società giovanili.

Targhe e riconoscimenti supporta-ti da videoclip e proiezioni che hanno riportato alla memoria le gesta atleti-che e i momenti più importanti delle carriere dei campioni barlettani.

Un evento che ha messo al centro lo sport, inteso come educazione so-ciale che accompagna i giovani nella crescita.

L’iniziativa è stata anche l’occa-sione per dare il giusto rilievo a tut-ti quegli atleti che sia per i risultati raggiunti, sia per i valori trasmessi, hanno portato la città della disfida ad essere tra le più attive nella pratica delle discipline sportive.

premiatii campioni

bARlEttA/Galà dello sport

Salvatore D’Alesio, presidente del Terlizzi Calcio