Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

15

Transcript of Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Page 1: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...
Page 2: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

1 di 14

Page 3: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

2 di 14

Indice

1. LA NUOVA FIGURA DEL RUOLO DELL’EDUCATORE ............................................................................... 3

2. L’EDUCATORE DI OGGI .......................................................................................................................... 6

3. GLI ATTORI COINVOLTI NEL PROCESSO QUALITATIVO ........................................................................ 8

3.1 VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ ......................................................................................................................................8 3.2 LA VALUTAZIONE FORMATIVA .....................................................................................................................................10 3.3 VALUTAZIONE PARTECIPATA.......................................................................................................................................10 3.4 STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ ...........................................................................................................11

BIBLIOGRAFIA................................................................................................................................................ 14

Page 4: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

3 di 14

1. La nuova figura del ruolo dell’educatore

Nel 1971 vengono istituite due leggi particolarmente significative, per le donne e per i

bambini:

1. La legge del 30 dicembre 1971, n. 1204, introduce il congedo retribuito;

2. La legge del 06 dicembre 1971, n. 1044, istituisce ufficialmente gli asili nido comunali con il

concorso dello Stato. È la legge che istituisce in Italia l’asilo nido come noi lo consociamo.

L’articolo 2 della legge 1044 è a favore dell’accesso della donna al mondo del lavoro nel

quadro di un completo sistema di sicurezza sociale.

Il grande merito di questa legge è di aver incentivato la diffusione dei primi asili nido

comunali e di averli ridefiniti come servizi aventi finalità educative, sociali e assistenziali,

migliorando, dunque, la preparazione professionale del personale.

All’articolo 6 della medesima legge si constata che gli asili nido devono essere dotati di

personale qualificato sufficiente ed idoneo a garantire l’assistenza sanitaria e psicologica del

bambino (comma 3).

È il periodo in cui si aprono le porte ad una nuova figura professionale: l’educatore o

l’educatrice di asili nido.

Negli anni Settanta gli asili svolgevano una finalità assistenziale: in primo piano vi è la salute

del bambino, che vive in comunità.

Le figure presenti erano il pediatra, l’infermiere, cuochi e collaboratori. Dunque, non si parla

di educatori, ma di puericultrici.

Agli inizi degli anni Ottanta, sulla spinta di una nuova ottica, mutano anche le finalità del

servizio, educativo-assistenziale. Emerge l’esigenza di creare una struttura che accudisca i bambini

e al contempo sia un’ambiente educativo, didattico e che stimoli il fare del bambino.

Scompaiono, quindi, le figure sanitarie ed arriva il coordinatore pedagogico: organizza e gestisce i

rapporti tra e con il personale e l’amministrazione.

Page 5: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

4 di 14

Le puericultrici di un tempo frequentano un corso regionale di qualificazione per acquisire

dunque delle competenze educative ed assistenziali, che comportano mutamenti di ruolo e di

nome. Da questo momento in poi sono definite “Educatrici alla prima infanzia”.

L’educatrice assume il ruolo di figura di riferimento e accompagna il bambino nella sua

evoluzione e crescita.

Negli anni Novanta le finalità mutano ancora: gli asili nido diventano luogo di sostegno alla

genitorialità e promotori dei diritti dell’infanzia. L’equipe dei nidi partecipa a numerosi corsi di

formazione quali culturali, educativi e psicologici, che pongono al centro del processo educativo

l’essere bambino e l’obiettivo è dunque di favorirne la crescita di relazioni positive. Di conseguenza

è utile un corso di formazione sulle tecniche di osservazione dei comportamenti infantili.

Negli anni Duemila le finalità completano quelle degli anni precedenti cercando la

partecipazione al centro del processo educativo. Ancora una volta si è trasformato il ruolo

dell’educatore: partecipante attivo e dinamico del Sistema stesso. In questi anni è stata creata la

Carta del Servizio, attraverso la quale si crea una sinergia tra il personale e le famiglie. Questo

perché dal ruolo dell’educatrice devono emergere nel bambino le prime idee di giustizia, legalità

e di socialità. L’educatrice ha quindi l’onere di insegnare e trasmettere ai bambini forse la virtù più

importante all’interno della società (che sia essa un asilo o, nel futuro, una città), ossia

il rispetto verso gli altri e verso ciò che risulta essere importante.

Gli educatori, quindi, realizzano attraverso interventi qualificati le finalità del servizio. Sono in

possesso dei requisiti indispensabili per assicurare l’attività didattico-pedagogica, la cura e l’igiene

del bambino.

Gli stessi organizzano i propri interventi progettando lavori di gruppo con il confronto. Il

compito primario è quello di consolidare il rapporto madre-padre-bambino; offrire adeguate

opportunità di crescita in relazione ai bisogni e nel rispetto delle peculiarità individuali e familiari;

favorire lo sviluppo delle potenzialità individuali tramite la rimozione di eventuali condizioni di

svantaggio psicologico o fisico e sociale e culturale; attuare interventi formativi ed educativi

inserendo il bambino nella sua globalità; concorrere all’elaborazione di un progetto educativo che

Page 6: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

5 di 14

parta dalla realtà del bambino e dei suoi bisogni verificando in maniera costante nel tempo i

risultati conseguiti; documentare in maniera capillare le attività svolte, le osservazioni, l’evoluzione

del bambino; favorire la partecipazione delle famiglie alla vita del nido, con l’obiettivo di

raggiungere una reale continuità asilo nido-famiglia; concorrere alla progettazione e all’attuazione

di interventi concernenti il collegamento con le altre strutture territoriali; partecipare attivamente

alle attività di formazione professionale e di aggiornamento.

La formazione è il metodo strategico funzionale a favorire nell’educatore la crescita nel

contesto, gestendo i cambiamenti via via intrapresi. Di grande importanza è che tale formazione è

avvenuta con formatori all’avanguardia.

Il ruolo educativo nei tempi attuali richiede conoscenze specifiche nei campi evolutivi;

capacità di problem solving: pensiero sistemico, flessibilità ed adattabilità; orientamento al

cambiamento, all’innovazione della P.A.; all’orientamento al risultato, alla praticità e

organizzazione attraverso il lavoro in team; le competenze sociali: gestione dello stress, spinta

motivazionale, orientamento all’utente e alla comunicazione semplificata ed efficace, alla

gestione dei conflitti, nonché competenze specifiche di progettazione, programmazione

educativa e realizzazione del piano di lavoro.

Page 7: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

6 di 14

2. L’educatore di oggi

L’educatore deve saper muoversi e creare contesti determinanti e che non possono essere

separati dalle situazioni. È importante definire i valori portanti, che ogni contesto farà proprio in

base alla personale essenza e peculiarità. Trovare e sostenere viva la “fiamma dei valori”

generando i nodi della Rete: intrecciare i nodi, mentre i fili tra un capo all’altro potranno essere

flessibili e morbidi. Ma ciò richiederà tempo e costanza, quello che è fondamentale è mantenere il

rapporto tra servizio e famiglie, determinando il mondo conosciuto dal bambino e delineando il

suo mondo affettivo: guidare i bambini nel dar voce alle emozioni. Ciò significa dare anche agli

adulti la possibilità di dar voce ai loro dubbi, perplessità, richieste.

Frequenti sono i colloqui nido-famiglia, dove queste ultime presentano il bambino ideale

per il nido (buono, calmo) e gli educatori il nido ideale per il bambino (accogliente, attento ed

efficace).

Con il passare del tempo avviene il vero incontro tra le due realtà dove si instaura una

fiducia reciproca.

Il percorso non si esaurisce con una laurea o un diploma, al contrario, è appena iniziato: la

formazione è nel quotidiano, quando il dettaglio delle teorie incontra il ventaglio delle persone,

con le loro aspettative, dubbi ed emotività che hanno il forte bisogna di una accoglienza

orientata all’empowerment.

Il buon educatore non è quello già precostruito, ma quello di essere un cercatore di

compagni di viaggio e di viaggi da intraprendere. Egli deve consolare il pianto del bambino,

dando ad esso un senso fatto di gesti e di parole, senza però, farsi travolgere; deve applicare

nuove procedure operative a rassicurare la mamma e il papà che il proprio figlio sta crescendo;

deve, inoltre, creare nuovi rapporti, tra visite guardinghe ad azioni fatte insieme, dal competere a

quindi cooperare.

L’attuale evoluzione della società, o meglio l’incertezza della società in cui viviamo,

richiede uno sviluppo ulteriore di tali servizi attraverso l’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze

Page 8: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

7 di 14

dei bambini e quelle dei genitori, diversificando e quindi personalizzando l’offerta formativa. I servizi

per l’infanzia possono accompagnare i genitori in un percorso di crescita e conquista personale, di

riscoperta di risorse nascoste o latenti non già in termini di imposizione esterna, ma come sostegno

nell’evoluzione di decisioni personali con il diretto e responsabile coinvolgimento dei soggetti

interagenti. Pertanto, è fortemente necessario ripensare gli asili nido, e i servizi ad esso correlati

come i micronidi, gli spazi-gioco e i centri per le famiglie, in un’ottica di qualità, coniugando

l’aspetto di cura e assistenza con l’aspetto educativo-pedagogico, capace di offrire nuove

opportunità di crescita ai bambini e a sviluppare appieno le loro potenzialità.

Focalizzarsi in un’ottica di qualità richiede impegno, costanza, ma soprattutto

collaborazione e partecipazione condivisa da parte di tutti i soggetti coinvolti all’interno dei servizi

educativi, attraverso un dialogo continuo e costruttivo.

La valutazione della qualità in un servizio assume un importante valore formativo, poiché

comporta una riflessione e un miglioramento continuo dell’efficienza ed efficacia dell’intero

processo educativo, diventando parte integrante del lavoro di progettazione e programmazione.

Orientare l’attenzione sulla qualità educativa nei servizi per la prima infanzia significa offrire

una risposta sociale e culturale sia per il bambino, protagonista all’interno del servizio, sia per

l’intera comunità in evoluzione, in particolare per le famiglie e il territorio.

La qualità nel contesto educativo viene co-costruita dagli attori sociali coinvolti, i cosiddetti

stakeholder, ed è un processo attraverso cui educatori e genitori, in primis, si rendono piano piano

consapevoli di educare lo stesso bambino attraverso un continuo confronto di idee e scelte

educative.

Il dialogo con le famiglie, infatti, rappresenta uno degli aspetti cruciali della qualità di un

servizio, poiché comporta un continuo scambio di idee ed interessi.

Page 9: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

8 di 14

3. Gli attori coinvolti nel processo qualitativo

Il concetto di qualità richiede il riferimento a numerose variabili, tra cui il significato

attribuitogli dagli attori sociali coinvolti all’interno del sistema nido: il bambino, la famiglia, gli

educatori e la comunità:

1) Il bambino è l’attore più importante dell’asilo nido e il concetto di qualità non può non

considerare le ricadute che le azioni di cura hanno sul suo benessere. Nel rilevare i suoi stati

d’animo durante la sua giornata, è fondamentale.

2) La famiglia, con i suoi nuovi bisogni, ha un ruolo sempre più decisivo nella qualità dei

servizi per la prima infanzia. Attraverso l’utilizzo di importanti strumenti come il colloquio d’ingresso,

le assemblee, i colloqui in itinere, oppure ancora il diario di bordo (nella quale viene descritta la

giornata del bambino), le famiglie hanno la possibilità di confrontarsi tra di loro, ricevere un

sostegno dagli educatori nel nuovo ruolo che li aspetta e scoprire i progressi del proprio bambino,

verificando, in questo modo, la qualità delle azioni svolte dagli educatori.

3) Gli educatori/educatrici: elementi che caratterizzano la loro professionalità sono

sicuramente la flessibilità, cioè la capacità di adattarsi agli imprevisti facendo, di questi, punti di

partenza su cui riflettere e migliorare il proprio lavoro, e la capacità di stabilire relazioni significative

con le famiglie e con i colleghi, creando un rapporto di continuità sia orizzontale che verticale.

4) La comunità: gli obiettivi di qualità dell’asilo nido sono realizzabili solamente se, a

supporto delle azioni quotidiane degli educatori, è presente una comunità che tutela il bambino

rispettandone i suoi diritti, considerandolo un soggetto attivo nel suo percorso di crescita.

3.1 Valutazione della qualità

Con il termine “valutare” si intende la prima fase del processo di valutazione in cui la qualità

viene intesa non come un valore assoluto o un adeguamento a dei standard, ma come una

negoziazione tra i diversi gruppi di interesse.

Page 10: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

9 di 14

In quest’ottica, la negoziazione diviene il fine della partecipazione e quindi lo strumento

essenziale per trovare un “accordo che consenta un operare produttivo” senza pretendere di

convenire ad un consenso, ma ad una reciproca comprensione che porti a prendere decisioni e

scelte condivise. Attraverso la negoziazione il concetto di qualità assume un carattere locale,

relativo ad una particolare realtà educativa fatta di particolari tradizioni, scelte e valori. Tale realtà

viene sottoposta, durante il processo di valutazione, a un periodo di osservazione e raccolta delle

informazioni, in cui ne vengono evidenziate le caratteristiche, risorse e criticità.

La realizzazione di un servizio di qualità implica necessariamente un processo

di continuo monitoraggio e valutazione di quanto è stato realizzato, poiché comporta la

nascita di aspetti molto importanti, come il cambiamento e il miglioramento del servizio offerto,

adeguandolo al meglio ai bisogni degli utenti.

È importante mettere a punto un sistema di valutazione che individui, in primis, lo stato di

qualità di un servizio, ma che sia anche in grado di cogliere anche i vari punti critici che emergono

nel momento dell’erogazione del servizio, promuovendo nei soggetti coinvolti momenti di auto

osservazione, partecipazione, discussione, e quindi maggiore consapevolezza del lavoro

educativo svolto. La valutazione della qualità riveste un ruolo cruciale nella progettazione e

realizzazione di un servizio educativo, in cui si cerca di andare oltre le attese e gli obiettivi definiti

analizzando, attraverso uno sguardo pedagogico, l’efficacia e l’impatto delle scelte operative

adottate.

Il momento della valutazione si configura sia come un processo circolare, poiché

comprende tutti gli stakeholder del contesto educativo, sia come un processo continuo, perché

non deve essere visto solo come un momento finale, ma deve essere svolto in itinere, durante tutte

le diverse fasi del processo educativo

Page 11: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

10 di 14

3.2 La valutazione formativa

La qualità non è solo un adeguamento a canoni prefissati, ma un processo di

coinvolgimento tra tutti gli stakeholder sia nella definizione degli obiettivi come nella valutazione

dei risultati ottenuti.

Nel contesto della qualità è necessario che ci siano momenti di riflessione, nei quali tutte le

figure coinvolte ragionino sulla medesima idea di qualità attraverso un processo democratico di

interpretazione, dando origine ad una valutazione partecipata.

Negli anni novanta e duemila, questa è stata oggetto di studio da parte di molti ricercatori

ed è emersa l'idea che la finalità della valutazione deve essere di tipo “formativo”, piuttosto che

“sommativo”.

La valutazione formativa, a differenza di quella sommativa incentrata sugli esiti e sul

bisogno di certificare la qualità, ha come scopo quello di migliorare il servizio in itinere, attraverso la

formazione e l'aggiornamento continuo dei soggetti coinvolti nel servizio.

Il modello che fa riferimento all'idea di valutazione formativa è quello dell'“educational

evaluation”, che attribuisce alla valutazione la funzione orientativa.

3.3 Valutazione partecipata

Nei servizi educativi d'oggi c'è una forte tendenza alla delega e alla perdita di significato e

si è osservato come sia presente uno “scollamento” tra gli educatori, le famiglie e la società nel

complesso. Le reali esperienze di collaborazione e partecipazione scarseggiano e sono per lo più

circoscritte ad alcune realtà di qualità, come ad esempio nei servizi per l'infanzia in alcune regioni

come Piemonte ed Emilia Romagna.

La partecipazione, dunque, non è un processo che nasce spontaneo, ma richiede

situazioni favorevoli, impegno politico-economico e la presenza di figure di formatori che

Page 12: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

11 di 14

accompagnino l'intero processo educativo, sollecitando e governando la partecipazione e la

riflessione.

3.4 Strumenti per la valutazione della qualità

Orientare la valutazione della qualità di un servizio educativo verso un’ottica formativa

richiede l’utilizzo di alcuni strumenti che aiutino a riflettere, in primis, sulla qualità del servizio offerto,

ma che abbiano anche come obiettivo quello di intervenire nell’ottica di un miglioramento

continuo.

Puntare al concetto di qualità significa porsi in un’ottica ecologica, considerando fattori sia

interni che esterni. È importante, perciò, che tutti gli attori sociali, interni ed esterni al servizio, siano

coinvolti nella scelta, nell’adattamento e nell’applicazione di tali strumenti, affinché vengano v isti

come un aiuto in più per riflettere sul proprio lavoro e migliorarsi.

Gli strumenti più indicati per svolgere questo tipo di valutazione riguardano alcune delle più

importanti scale di valutazione della qualità. Queste, infatti, permettono di considerare tutti gli

aspetti dell’intervento educativo che in qualche modo incidono sulle quantitativi, le dotazioni

strutturali, fino ad arrivare a quelli qualitativi, come le caratteristiche intrinseche del progetto

educativo.

Per i nidi, lo strumento più diffuso per la valutazione è la scala SVANI (Scala per la

valutazione dell’asilo nido). Essa è uno strumento costruito nel 1990 da un gruppo di ricercatori

americani formato da sette aree di interesse (arredi e materiali a disposizione dei bambini, cure di

routine, ascoltare e parlare, attività di apprendimento, interazione, organizzazione delle attività,

bisogni degli adulti), comprendenti, complessivamente 37 item. Particolarmente diffuso anche in

Italia, questo strumento viene spesso preferito ad altri, la scala della NAYEC, la scala di valutazione

ambientale della prima infanzia, ECERS) per il fatto di essere stato studiato per la ricognizione

diagnostica della singola sezione di un nido e per la particolare attenzione riservata agli adulti

(genitori ed educatori) coinvolti ne servizio e alle loro interazioni.

Page 13: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

12 di 14

Ciascuna delle aree tematiche è strutturata secondo una scala ordinale, con un punteggio

che va da 1 a 7, corrispondenti ad un livello inadeguato (punteggio 1) fino ad un livello qualità di

un servizio: minimo, buono ed eccellente18. Un esempio di qualità minima (relativo ad un

punteggio 1-3) di un servizio educativo riguarda la disponibilità di arredi, materiali e spazi

facilmente accessibili dai bambini e adeguati alla loro età.

In questa tipologia di servizio le educatrici si riuniscono in collettivo solamente una volta al

mese, usufruendo di qualche forma di aggiornamento e attraverso il controllo e la supervisione del

gruppo dei bambini si impegnano a creare un clima sociale in cui i conflitti vengano risolti

tempestivamente.

Un asilo nido di qualità sufficiente ha come obiettivo la sola soddisfazione delle esigenze

primarie del bambino; pertanto, non può venire considerato come un servizio educativo, ma solo

di custodia dei bambini. Un livello di qualità buono (punteggio 5), invece, è caratterizzato dalla

presenza di un programma organizzativo, che sulla base di specifici obiettivi predeterminati,

condiziona e regola tutti gli aspetti del servizio. A differenza di un servizio sufficiente, nell’asilo nido

“buono” i materiali, gli arredi, gli spazi non sono solo adeguati all’età dei bambini, ma sono

stimolanti per loro e facilitano il lavoro degli adulti. Si crea un continuo dialogo con i genitori e una

buona collaborazione con i colleghi.

Un asilo nido più avanzato, quindi, si pone l’obiettivo di garantire attenzione alle esigenze e

ai bisogni di crescita del bambino, senza però avere un vero e proprio indirizzo pedagogico che

dia riflessività e consapevolezza. Un asilo nido di qualità eccellente (punteggio 7), infine, è

contraddistinto da una forte intenzionalità educativa inquadrata dentro un progetto educativo

esplicito, alla cui definizione collaborano tutti gli attori sociali coinvolti.

Secondo la SVANI in un asilo nido di questo livello, l’autonomia dei bambini dovrebbe

essere al centro del progetto educativo, favorita dall’impiego di spazi, arredi e materiali che oltre a

stimolare il bambino lo “aiutino a fare da solo”. Inoltre l’adulto, oltre ad essere una figura di

riferimento stabile, dovrebbe essere capace di stabilire con i bambini relazioni personali

individualizzate e di promuovere comportamenti sociali positivi.

Page 14: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

13 di 14

Le varie attività devono essere considerate all’interno del progetto educativo e

adeguatamente bilanciate tra loro, con l’obiettivo di sviluppare competenze specifiche nel

bambino. Allo stesso modo, le routine e tutti i momenti della giornata dovrebbero essere occasioni

sociali significative e luoghi dove promuovere nuovi apprendimenti.

Infine, il collettivo degli educatori rappresenta la sede principale della programmazione

delle attività, della verifica e della valutazione del lavoro svolto, nel quale anche i genitori

dovrebbero avere un ruolo attivo e partecipato.

Per concludere, la SVANI mette in evidenza un’evoluzione qualitativa del servizio offerto,

suddivisa in tre livelli: dalla sola custodia, alla programmazione educativa e, infine, alla presenza di

un progetto educativo.

La SVANI è uno strumento rivolto principalmente ai valutatori esterni, ma risulta molto utile

anche per le educatrici e le coordinatrici psicopedagogiche come occasione di riflessione

sistematica sul modello di qualità offerto. In particolare le educatrici, dopo un breve percorso

formativo, sono in grado di utilizzare questo strumento non solo per un’auto-valutazione del servizio,

nella quale vengono individuati i punti critici che necessitano di attenzione ed eventualmente un

intervento migliorativo, ma anche per la programmazione educativa relativa alla gestione degli

spazi e dei tempi e come supporto per la loro formazione.

Page 15: Simona Iannaccone ,OSHUVRQDOHSHUO·LQIDQ]LD IRUPD ...

Simona Iannaccone – Il personale perl’infanzia: formazione e valutazione

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da

copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e

per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

14 di 14

Bibliografia

Cavagnero S.M., Gallina M. A., Nidi di infanzia: risorse socio-educative e

ruolo delle famiglie. Uno studio sul territorio di Grugliasco, Milano, Angeli,

2015

Bondioli A., et al. (a cura di). La valutazione di contesto nei servizi per

l'infanzia italiani. Riflessioni ed esperienze. Parma, Edizioni junior, 2015

Galardini L., Crescere al Nido, Roma, Carocci, 2003

Oldini R., (Tra) nido (e) famiglia. Un servizio innovativo per l’infanzia, Milano,

Vita e Pensiero, 2004

Pandolfi L., Valutare servizi educativi. Un’introduzione, Lecce, Pensa

MultiMedia, 2012

Quinto Borghi B., Nido d'infanzia. Buone prassi per promuovere il benessere e

la qualità della vita dei bambini, Trento, Erickson, 2015