Shakespeare in Law -1

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Giovedì 20 agosto 2015 18 Giovedì 20 agosto 2015 19 CULTURA & SPETTACOLI IL LIBRO DAI «CANTI ORFICI» ALLA FANTASIA DI UN GENIO: LA SFIDA DI UNA SCRITTRICE Evviva i viaggi (se immaginati) Laura Pariani rilegge Dino Campana ASSASSINATO SOTTO LA DITTATURA Garcia Lorca arriva ora la denuncia per la morte U na denuncia sulla morte del grande poeta spagnolo Federico Garcia Lorca, as- sassinato nel 1936 dai fran- chisti vicino a Granada, sarà presen- tata a breve alla giustizia argentina che indaga su alcuni omicidi durante la dittatura del generale Francisco Franco. Lo ha annunciato il presi- dente dell’Associazione per il recu- pero della memoria storica (Armh) di Madrid Emilio Silva. La denuncia, che sarà consegnata al magistrato argentino Maria Ser- vini, si basa anche su un documento finora non reso pubblico conservato negli archivi del ministero degli in- terni di Madrid. Si tratta di un rap- porto sulla morte di Garcia Lorca re- datto nel 1965 dalla polizia dopo che a Parigi la scrittrice Marcelle Auclair aveva chiesto all’ambasciata spagno- la chiarimenti sulla morte del poeta. Il documento afferma che Garcia Lorca, accusato di «pratiche omoses- suali», era «socialista» e «massone» e sostiene che il poeta prima di essere condannato a morte e ucciso avrebbe «confessato». Senza precisare che co- sa. Secondo Silva questo è «il primo documento nel quale il franchismo ammette di avere assassinato Lorca». Secondo il presidente della Armh lo stato spagnolo ancora «nasconde questo tipo di documenti» sul fran- chismo. Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca, pronuncia, nato neò 1898, è stato un poeta e dram- maturgo spagnolo appartenente alla cosiddetta generazione del '27, un gruppo di scrittori che affrontò le Avanguardie europee con risultati eccellenti, tanto che la prima metà del Novecento viene definita la «Edad de Plata» della letteratura spagnola. Apertamente a favore delle forze re- pubblicane, scoppiata la Guerra ci- vile spagnola venne per questo uc- ciso da ignoti, quasi sicuramente le- gati al nazionalismo fascista. Tra le tante idee del poeta, quella teatrale. Con l'aiuto di Fernando de los Ríos, che nel frattempo è diven- tato Ministro della Pubblica istruzio- ne, García Lorca, con attori e inter- preti selezionati dall'Istituto Escuela di Madrid con il suo progetto di «Mu- seo Pedagocico», realizzò il progetto di un teatro popolare ambulante, chiamato «La Barraca» che, girando per i villaggi, rappresenta il reper- torio classico spagnolo. Conobbe in questi anni Rafael Rodríguez Rapún, segretario de La Barraca e studente d'ingegneria a Madrid, che sarà l'a- more profondo dei suoi drammi e del- le sue poesie e al quale dedicherà, benché non esplicitamente, i Sonetti dell'amor oscuro, pubblicati postumi. Vetrina PRESENTAZIONE DI «UN MARE DI PLASTICA» Il libro di Carnimeo oggi a Leuca n Nell’ambito della rassegna «Un mare di libri» a Torre Vado (Marina di Morciano di Leuca) oggi alle 21 nellaSala po- livalente sul lungomare, presentazione del libro di Nicolò Carnimeo «Com’è profondo il mare. La plastica il mercu- riio, il tritolo, il pesce che mangiamo», edito da Chiare- lettere. A presentare Il libro inchiesta che ha già raggiunto quattro edizioni ranno Luigi Russo e Michela Santoro FU FIRMATO NEL 1961 AD AMBURGO PER 80 DOLLARI Va all’asta il primo contratto dei Beatles n Il primo contratto discografico firmato dai Beatles nel 1961 ad Amburgo, in Germania, sarà battuto all’asta a New York il 19 settembre da Heritage Auctions. Il documento di sei pagine, oggetto principale di una collezione di cimeli messi in vendita dallo storico del gruppo, Uwe Blaschke, è stimato 150 mila dollari. All’epoca invece, il contratto era stato siglato per soli 80 dollari. Il sito degli adulteri sotto assedio Caos sul web negli Usa: i «pirati» hanno riversato i dati sulla rete. Paura per milioni di clienti FILM, LIBRI E ARTE Nella foto grande, Al Pacino nel film «The Merchant of Venice» (2004) diretto da Michael Radford. Qui sopra, un testo dell’«Otello» I RACCONTI DELLE TOGHE COME IL BARDO AFFRONTÒ IL TEMA, TRA EQUITÀ E VOGLIA DI STUPIRE: TRAME CHE NON SI POSSONO DIMENTICARE «Imputato Shylock, si alzi» La giustizia del Mercante L’antica Venezia e quella famosa libbra di carne da asportare Diritto e letteratura Uno «storytelling» reale . Nato negli Stati Uniti nella prima me- tà del secolo scorso, il movimento di stu- di «Law and Literature» ha trovato segui- to anche in Europa e in Italia e si propone di studiare gli spunti giuridici presenti in opere let terarie per evidenziarne i profili etici ed emotivi e, quindi, comprendere meglio la com ponente umana del diritto («Law in Literature»), o di ana lizzare le strutture linguistiche del diritto per inter- pretarle («Law as Literature»). Ai rapporti tra giustizia e letteratura, in una prospettiva interdisciplinare, si dedi- ca da qualche anno il Gruppo di Ricerca del Centro Studi «Federico Stella» sulla Giustizia penale e la Politica criminale, con una serie di incontri che hanno origi- nato due volumi curati da Gabrio Forti, Claudia Mazzuccato e Arianna Visconti, editi da «Vita e Pensiero», rispettivamen- te nel 2012 («Giustizia e letteratura I») e nel 2014 («Giustizia e Letteratura II»). Lo storytelling, termine à la page del les- sico contemporaneo, può essere definito come l’arte di raccontare storie, provan- do a interessare e a emozionare il fruito- re. Si tratta di un’esigenza antica dell’uo- mo, risalente alla tradizione orale che ha elaborato e trasmesso i miti, come antica è l’idea di giustizia, presente in ogni or- ganizzazione sociale dalla notte dei tem- pi. [s. l. ] di ENRICA SIMONETTI È tempo di viaggi e di racconti di viaggio. La scrittrice Laura Pa- riani ha scelto l’arduo compito di tradurre i pensieri maschili partoriti dalla mente genialmente distur- bata di un poeta unico come Dino Cam- pana. Quello che nei suoi Canti Orfici ci conduce sul sentiero della follia e dell’im- maginazione, quello che a detta del suo medico psichiatra «vuol sempre distin- guersi». Ed ecco che nel libro Questo viaggio chiamavamo amore (Einaudi, pagg. 196 euro 19). Laura Pariani racconta dei viag- gi del poeta in Ar- gentina e poi di quel- lo probabile in Ame- rica del 1907, proba- bile perché non si hanno fonti attendi- bili e c'è chi come Ungaretti sosteneva che quel viaggio non c’è mai stato. Ma in queste pagine non ci sono itinerari reali, sarebbe impossibile per Campana, il poe- ta dei due, tre, venti mondi, l’uomo che descrive situazioni proprie del manico- mio (il «regio di Ca- stel Pulci») dalle quali la Pariani in- tesse racconti, creando immagini e visioni del primo ‘900. Squarci di vita reale, ipotizzata, che so- no sognati, subiti. Le crisi di panico (75% delle volte per «tasche vuote») o le finte impressioni («Mi può trovare nella ru- brica dei degenerati: tanti e tanti più uno e quell’uno sono io»): entriamo pagina dopo pagina nei mondi di Campana, estrapolati dal «manicomio universale», dal «gioco» tra malato-pensatore-scrittore-poeta ed il suo medico (che si chiama dottor Pariani, omonimo dell’autrice e ovviamente non può essere una coincidenza). Un intreccio che può riprodurre sol- tanto chi – come Laura Pariani – ha svi- scerato il personaggio complesso e mul- tiforme, fuori dal comune, per il quale «l’abisso è dentro di me, proprio qui in mezzo alla mia mente… il cui riposo l’ho incontrato raramente» e si intreccia con le voci che gli ronzano attorno, moltiplican- do dentro tante altre, da raffigurarsi come «il telefonino del mondo intero». La scrittrice supera la prova: Pariani si traveste da abile psichiatra e psicologa, storica, medico e ne assume linguaggi, idiomi, pensieri applicandoli al suo «per- sonaggio» come se fosse un vestito fatto su misura. Mirabile la sfida-confessione compen- diata su «una presunta condizione ner- vosa minata dalla malattia… ché se io sono qui precluso ciò non è avvenuto a causa dei nervi, ma a causa della mia logica superiore». Senza alcun giudizio espresso, vediamo e immaginiamo quanta e quale influenza possano avere avuto, su quella mente do- tata, il veder bruciare i fogli ai quali aveva affidato i propri primi versi, il sen- tirsi «necessitato di tutela», le se- quele degli elet- troshock subiti, il vedersi escluso («… nel mondo esterno dove tutti mi rinnegano… dove mai potrei andare? Mi sento rettangolo scolo- rito come quelli lasciati dai qua- dri sui muri»). E poi le sentenze materne («… dove mai vuoi scappa- re, Dino, tanto sei matto»). E Campana, il «Rimbaud della montagna», tele- fona a «Herr» Freud, lo chiama in causa, si confida, si distende sul divano con «bella vista sul giardino» e conclude «Le rose esistono, dottor Freud… ESISTONO, PERSISTONO NON CASCANO» (le maiu- scole erano essenziali per Campana). Tra l’altro molte storie di Campana so- no state descritte in famiglia e seguite episodicamente dal vivo, da un procugino del poeta (omonimo), farmacista che eser- citava a Bari, scomparso da anni. Par- ticolari tutti coincidenti con quello che scrive la Pariani. Una testimonianza «dall’interno della famiglia» che sembra trasferita nelle pagine di questo curioso libro di viaggio. Già, e quale viaggio? L’espatrio in Ar- gentina? Una fantasia del poeta, forse. Ma, comunque, l’«escursione» è ben resa, nei particolari, tanto da accreditarne l’effet- tiva realtà. «L’immaginazione è ciò che mi fa sentire libero», diceva Campana. E non è questo il miglior viaggio esistente? CANTI ORFICI La scrittrice Laura Pariani di ALESSANDRA BALDINI S otto attacco negli Usa un celebre sito per adulteri. Pirati informa- tici hanno messo le mani un me- se fa sui dati personali di milioni di clienti del portale «Ashley Madison» e in queste ore li hanno postati sul web usando un indirizzo accessibile solo dal browser Tor, un sistema di comunicazio- ne anonima. I documenti, un tesoretto di circa 10 gigabyte, contengono particolari del conto e dei «log-in» di circa 32 milioni di «infedeli» o aspiranti tali alla ricerca di un partner per un incontro illecito. Tra questi, secondo la rivista Wired online, anche un sedicente «Tony Blair» che avrebbe contattato il sito usando l’in- dirizzo di lavoro dell’ex premier britan- nico. Secondo Wired , sette anni di transa- zioni con carte di credito e altri metodi di pagamento farebbero parte del «tesoret- to» che comprende anche indirizzi stra- dali e di posta elettronica, le cifre pagate dagli utenti ma non l’intero numero della carta usata. Con 40 milioni di utenti dichiarati, Ashley Madison si autodefinisce il più famoso sito di incontri per adulteri e aspi- ranti tali: «Migliaia di mogli e mariti infedeli si iscrivono ogni giorno. Noi ga- rantiamo di trovare il partner perfetto per una relazione illecita», si legge sul sito web. Secondo gli esperti, l’operazione di pirateria ha puntato i riflettori sulla fragilità di Internet e l’urgenza di raf- forzare la protezione della privacy nel mondo online. Data la necessità di ga- rantire la riservatezza dei suoi iscritti, Ashley Madison usava algoritmi appa- rentemente a prova di hacker . Non è bastato. L’attacco risale ad un mese fa: gli hacker di un gruppo che si fa chiamare «Impact Team» avevano minac- ciato «Avid Life Media», la società a cui fa capo il sito per adulteri, di mettere online quanto «rapinato» se non fossero stati chiusi sia «Ashley Madison» che «Esta- blishedMen.com», un’altra «piazza» onli- ne dove donne giovani e belle vengono messe in contatto con clienti ricchi e an- ziani. Poichè questo non è successo, nelle ul- time ore gli hacker hanno scaricato la loro mole di dati, quasi 10 gigabyte sul web. E' partita quindi la caccia a identificare i clienti che includono, secondo quanto riporta Wired , anche 15 mila indirizzi con l’estensione «.gov» o «mil» riservata a membri dell’amministrazione o delle for- ze armate. L’adulterio, in base alle regole militari, è reato punibile con un anno di reclusione e il congedo senza onore che comporta tra l’altro la perdita della pen- sione. IL PORTALE DEGLI INCONTRI L’icona del sito «Ashley Madison» dove traditori o aspiranti tali cercano meeting illeciti MODA LA TOP BRITANNICA DELEVINGNE SBATTE LA PORTA «Mi sento vecchia» e la modella se ne va l Il suo è un pò un «grido d’accusa» al mondo della moda. Cara Delevingne, la modella britannica superpagata e voluta da tutti gli stilisti, a soli 23 anni e nel pieno della sua carriera non può più sopportare lo stress delle sfilate e ha deciso di lasciarle. In un’intervista al magazine del «Times» ha spiegato che le passerelle le hanno fatto dimenticare quanto fosse giovane e, anzi, l’hanno fatta sentire più vecchia. Era arrivata addirittura a «odiare» il suo corpo" e lo stress le ha scatenato una forte forma di psoriasi. Cara si è così «liberata» di quello che per lei stava diventando un peso insopportabile. Per poter sfilare ogni volta veniva ricoperta di fondotinta. Una vera e propria tortura per chi deve avere il proprio corpo sempre in perfetta forma. Questo e la vita caotica della modella, continuamente in viag- gio, l’hanno spinta a cercare successo nel cinema. OLTRE IL PROCESSO SHAKESPEARE IN LAW: LEGGI E PAGINE di SERGIO LORUSSO N arrazioni della giustizia: uno storytelling che può aiutarci a comprendere l’uma- nità, il modo in cui affronta temi uni- versali quali la vendetta, il perdono, la colpa, il castigo. Cominciamo un breve viaggio da alcune opere teatrali del più noto e grande dram- maturgo del mondo occidentale, William Shakespea- re (1564-1616) e cioè il Mercante di Venezia e l’Otello, nelle quali è presente la descrizione di un processo. Sono entrambe ambientate a Venezia, all’epoca una delle più importanti città europee. Una città che poneva al centro della propria leg- genda – e della propria potenza – la giustizia, im- mortalata sulla sommità del Palazzo Ducale nella classica iconografia della dea bendata con la spada e la bilancia tra le mani. E che sempre a Palazzo Ducale, luogo simbolo della città, conserva un’iscri- zione sulla porta dell’Avogaria che così recita: «Pri- ma di ogni cosa indagate sempre scrupolosamente, per stabilire la verità con giustizia e chiarezza. Non condannate nessuno, se non dopo un giudizio sincero e giusto. Non giudicate nessuno in base a sospetti, ma ricercate le prove e, alla fine, pronunciate una sen- tenza pietosa». Un monito per tutti, un invito pres- sante al due process ante litteram. L’esigenza di un «giusto processo», di un «processo equo», dunque, è già presente nella Venezia rinascimentale, una città multietnica aperta agli influssi dell’Oriente grazie all’estensione dei propri domini, ma non per questo aliena da pregiudizi. È questo il contesto in cui si sviluppa la prima vicenda, che vede protagonisti Shylock, un ricco usuraio ebreo, ed Antonio, un mercante autoctono che chiede al primo un prestito di tremila ducati per aiutare l’amico Bassanio, innamorato della nobile Porzia, offrendo come garanzia la sua flottiglia di navi. Shylock glielo concede, ponendo però una con- dizione sui generis: in caso di inadempimento, la penale consisterà in una libbra della carne di An- tonio, che l’ebreo potrà asportare dalla parte che più gli aggrada. Quando giunge la notizia (poi rivelatasi infondata) del naufragio delle navi di Antonio, Shylock – che nel frattempo ha perso la figlia, fuggita per amore con parte dei suoi averi ed i gioielli di famiglia – conduce in giudizio Antonio per veder rispettato il patto. Il processo, tuttavia, si dimostrerà tutt’altro che «giusto»: è evidente l’«animosità» di tutti i veneziani, Doge compreso, nei confronti dell’ebreo, tacciato di essere «una disumana canaglia, che non conosce pietà […] privo anche solo di un grammo di mi- sericordia». Un odio ricambiato da Shylock, che non si è mai veramente integrato nella società veneziana. E la sua, infatti, è essenzialmente una vendetta nei confronti di una comunità dalla quale non è stato mai accettato, della quale percepisce la «diversità»: una vendetta esasperata dalla disperazione di vedersi privato della persona e delle cose a lui più care. Egli arriva in aula portando una bilancia – che è stru- mento per esigere la penale, ma anche simbolo di giustizia –ed un coltello, convinto di poter facilmente eseguire una sentenza a lui favorevole. Ma le cose andranno diversamente. Il coup de théâtre del falso giudice – Porzia che entra in scena nei panni del giudice Bellario, un dotto padovano chiamato a risolvere la difficile contro- versia – fa prendere alla vicenda una piega im- prevista: Shylock ha appena rifiutato sdegnosamen- te l’offerta di seimila ducati fattagli da Antonio, ignorando l’invito alla misericordia del Doge, quan- do arriva Bellario che, dopo un vano ulteriore ten- tativo di muovere a compassione il creditore, si vede costretto ad applicare la legge chiedendo a Shylock se vuole accettare il triplo della somma prestata. Ot- tiene però, ancora una volta, una risposta negativa. Il debito pertanto dovrà essere estinto rispettando l’ob- bligazione e la relativa penale, ma alla lettera: l’ebreo dovrà asportare esattamente una libbra di carne, senza versare neanche una goccia di sangue, perché di sangue non si parla nel documento originario. Shylock rimane spiazzato. Si chiede se questa sia la legge e riceve da Bellario una secca risposta: «Visto che esigevi giustizia, sta’ sicuro che avrai giustizia, e più di quanta ne de- sideri!». Cerca allora di ritornare sui suoi passi, accettando l’offerta prima rifiutata, ma è troppo tardi. Dovrà tagliare la carne, e se sbaglierà sarà condannato a morte e tutti suoi beni confiscati, sta- tuisce Bellario. Anche di fronte alla richiesta di restituzione del solo capitale il giudice è irremo- vibile. Shylock allora decide di rinunciare alla causa, ma neanche questo serve a salvarlo dalla beffa finale. Da straniero, ha attentato alla vita di un cittadino e gli statuti veneziani prevedono in questi casi che metà dei beni dell’offensore vadano all’offeso e l’altra metà nelle casse della Repubblica (sarà poi destinata alla figlia); la sua vita, inoltre, è affidata alla misericordia del Doge: quella stessa misericordia che l’ebreo non ha mostrato nei confronti di Antonio. Da attore del processo, Shylock è diventato im- putato, da creditore condannato: una nemesi che trasforma l’aspirante carnefice in vittima, il giu- stiziere in reietto, al termine di una storia che di- mostra come la legge possa essere interpretata ad arte e come la verità processuale possa essere una verità relativa, quando non arbitraria. Anche a Venezia, nel Palazzo del Doge, se a chieder giustizia è uno straniero. Alla mercy (misericordia) si contrappone la justice (giustizia), e la commedia shakespeariana ci mostra come «in ogni epoca, quando un processo nasce da una base di pregiudizi, tende a presentare argomenti emotivamente forti ma poco o per nulla legali, e neppure documentati, nel senso di provati» (Arturo Cattaneo, Shakespeare alla sbarra. Giustizia e pro- cessi nel «Mercante di Venezia» e in «Otello», in Giu- stizia e letteratura I, 2012, pag. 17). La dark comedy del Bardo ci restituisce l’imma- gine di una società che discrimina per ragioni raz- ziali, qual è quella inglese elisabettiana, definita dagli studiosi «giudeofobica» – ma le cose non an- davano poi diversamente nellastessa Venezia, dove gli ebrei avevano l’obbligo di portare un cappello rosso per essere identificabili e vivevano «reclusi» nel ghetto, guardati a vista dalle sentinelle cristiane – in cui vige l’equazione «ebreo = avido usuraio», ma è tremendamente moderna, se pensiamo alla dram- matiche vicende dell’antisemitismo del ventesimo secolo, alla xenofobia tuttora imperante nella vec- chia Europa o al razzismo sempre vivo negli Stati Uniti. È una storia senza tempo, che ci insegna come la giustizia possa essere a volte ingiusta, la vendetta ritorcersi contro chi la desidera e il processo tra- sformarsi in una burla. 1. Continua SHAKESPEARE E LA BILANCIA DELLA GIUSTIZIA Qui sopra, il dipinto «Otello e Desdemona a Venezia» di Théodore Chassériau e a sinistra William Shakespeare

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«Imputato Shylock, si alzi»La giustizia del Mercante(GdM, 20 agosto 2015)

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Giovedì 20 agosto 201518 Giovedì 20 agosto 2015 19

C U LT U R A &S P E T TAC O L IIL LIBRO DAI «CANTI ORFICI» ALLA FANTASIA DI UN GENIO: LA SFIDA DI UNA SCRITTRICE

Evviva i viaggi(se immaginati)Laura Pariani rilegge Dino Campana

A S S A S S I N AT O SOTTO LA DITTATURA

Garcia Lorcaarriva orala denunciaper la morte

Una denuncia sulla mortedel grande poeta spagnoloFederico Garcia Lorca, as-sassinato nel 1936 dai fran-

chisti vicino a Granada, sarà presen-tata a breve alla giustizia argentinache indaga su alcuni omicidi durantela dittatura del generale FranciscoFranco. Lo ha annunciato il presi-dente dell’Associazione per il recu-pero della memoria storica (Armh)di Madrid Emilio Silva.

La denuncia, che sarà consegnataal magistrato argentino Maria Ser-vini, si basa anche su un documentofinora non reso pubblico conservatonegli archivi del ministero degli in-terni di Madrid. Si tratta di un rap-porto sulla morte di Garcia Lorca re-datto nel 1965 dalla polizia dopo che aParigi la scrittrice Marcelle Auclairaveva chiesto all’ambasciata spagno-la chiarimenti sulla morte del poeta.Il documento afferma che GarciaLorca, accusato di «pratiche omoses-suali», era «socialista» e «massone» esostiene che il poeta prima di esserecondannato a morte e ucciso avrebbe«confessato». Senza precisare che co-sa.

Secondo Silva questo è «il primodocumento nel quale il franchismoammette di avere assassinato Lorca».Secondo il presidente della Armh lostato spagnolo ancora «nascondequesto tipo di documenti» sul fran-ch i s m o.

Federico del Sagrado Corazón deJesús García Lorca, pronuncia, natoneò 1898, è stato un poeta e dram-maturgo spagnolo appartenente allacosiddetta generazione del '27, ungruppo di scrittori che affrontò leAvanguardie europee con risultatieccellenti, tanto che la prima metàdel Novecento viene definita la «Edadde Plata» della letteratura spagnola.Apertamente a favore delle forze re-pubblicane, scoppiata la Guerra ci-vile spagnola venne per questo uc-ciso da ignoti, quasi sicuramente le-gati al nazionalismo fascista.

Tra le tante idee del poeta, quellateatrale. Con l'aiuto di Fernando delos Ríos, che nel frattempo è diven-tato Ministro della Pubblica istruzio-ne, García Lorca, con attori e inter-preti selezionati dall'Istituto Escueladi Madrid con il suo progetto di «Mu-seo Pedagocico», realizzò il progettodi un teatro popolare ambulante,chiamato «La Barraca» che, girandoper i villaggi, rappresenta il reper-torio classico spagnolo. Conobbe inquesti anni Rafael Rodríguez Rapún,segretario de La Barraca e studented'ingegneria a Madrid, che sarà l'a-more profondo dei suoi drammi e del-le sue poesie e al quale dedicherà,benché non esplicitamente, i Sonettidell'amor oscuro, pubblicati postumi.

Ve t r i n aPRESENTAZIONE DI «UN MARE DI PLASTICA»

Il libro di Carnimeo oggi a Leucan Nell’ambito della rassegna «Un mare di libri» a Torre Vado

(Marina di Morciano di Leuca) oggi alle 21 nellaSala po-livalente sul lungomare, presentazione del libro di NicolòCarnimeo «Com’è profondo il mare. La plastica il mercu-riio, il tritolo, il pesce che mangiamo», edito da Chiare-lettere. A presentare Il libro inchiesta che ha già raggiuntoquattro edizioni ranno Luigi Russo e Michela Santoro

FU FIRMATO NEL 1961 AD AMBURGO PER 80 DOLLARI

Va all’asta il primo contratto dei Beatlesn Il primo contratto discografico firmato dai Beatles nel 1961

ad Amburgo, in Germania, sarà battuto all’asta a NewYork il 19 settembre da Heritage Auctions. Il documento disei pagine, oggetto principale di una collezione di cimelimessi in vendita dallo storico del gruppo, Uwe Blaschke, èstimato 150 mila dollari. All’epoca invece, il contratto erastato siglato per soli 80 dollari.

Il sito degli adulteri sotto assedioCaos sul web negli Usa: i «pirati» hanno riversato i dati sulla rete. Paura per milioni di clienti

FILM, LIBRI E ARTENella foto grande, Al Pacino nelfilm «The Merchant of Venice»(2004) diretto da Michael Radford.Qui sopra, un testo dell’«Otello».

I RACCONTI DELLE TOGHE COME IL BARDO AFFRONTÒ IL TEMA, TRA EQUITÀ E VOGLIA DI STUPIRE: TRAME CHE NON SI POSSONO DIMENTICARE

«Imputato Shylock, si alzi»La giustizia del MercanteL’antica Venezia e quella famosa libbra di carne da asportare

Diritto e letteraturaUno «storytelling» reale.

Nato negli Stati Uniti nella prima me-tà del secolo scorso, il movimento di stu-di «Law and Literature» ha trovato segui-to anche in Europa e in Italia e si proponedi studiare gli spunti giuridici presenti inopere let terarie per evidenziarne i profilietici ed emotivi e, quindi, comprenderemeglio la com ponente umana del diritto(«Law in Literature»), o di ana lizzare lestrutture linguistiche del diritto per inter-pretarle («Law as Literature»).Ai rapporti tra giustizia e letteratura, inuna prospettiva interdisciplinare, si dedi-ca da qualche anno il Gruppo di Ricercadel Centro Studi «Federico Stella» sullaGiustizia penale e la Politica criminale,con una serie di incontri che hanno origi-nato due volumi curati da Gabrio Forti,Claudia Mazzuccato e Arianna Visconti,editi da «Vita e Pensiero», rispettivamen-te nel 2012 («Giustizia e letteratura I») enel 2014 («Giustizia e Letteratura II»).Lo storytelling, termine à la page del les-sico contemporaneo, può essere definitocome l’arte di raccontare storie, provan-do a interessare e a emozionare il fruito-re. Si tratta di un’esigenza antica dell’uo -mo, risalente alla tradizione orale che haelaborato e trasmesso i miti, come anticaè l’idea di giustizia, presente in ogni or-ganizzazione sociale dalla notte dei tem-pi.

[s. l. ]

di ENRICA SIMONETTI

Ètempo di viaggi e di racconti diviaggio. La scrittrice Laura Pa-riani ha scelto l’arduo compitodi tradurre i pensieri maschili

partoriti dalla mente genialmente distur-bata di un poeta unico come Dino Cam-pana. Quello che nei suoi Canti Orfici ciconduce sul sentiero della follia e dell’im -maginazione, quello che a detta del suomedico psichiatra «vuol sempre distin-guersi».

Ed ecco che nel libro Questo viaggiochiamavamo amore (Einaudi, pagg. 196euro 19). Laura Pariani racconta dei viag-gi del poeta in Ar-gentina e poi di quel-lo probabile in Ame-rica del 1907, proba-bile perché non sihanno fonti attendi-bili e c'è chi comeUngaretti sostenevache quel viaggio nonc’è mai stato. Ma inqueste pagine non cisono itinerari reali,sarebbe impossibileper Campana, il poe-ta dei due, tre, ventimondi, l’uomo chedescrive situazioniproprie del manico-mio (il «regio di Ca-stel Pulci») dallequali la Pariani in-tesse racconti,creando immagini evisioni del primo‘900.

Squarci di vita reale, ipotizzata, che so-no sognati, subiti. Le crisi di panico (75%delle volte per «tasche vuote») o le finteimpressioni («Mi può trovare nella ru-brica dei degenerati: tanti e tanti più uno equell’uno sono io»): entriamo pagina dopopagina nei mondi di Campana, estrapolatidal «manicomio universale», dal «gioco»tra malato-pensatore-scrittore-poeta ed ilsuo medico (che si chiama dottor Pariani,omonimo dell’autrice e ovviamente nonpuò essere una coincidenza).

Un intreccio che può riprodurre sol-tanto chi – come Laura Pariani – ha svi-scerato il personaggio complesso e mul-tiforme, fuori dal comune, per il quale«l’abisso è dentro di me, proprio qui inmezzo alla mia mente… il cui riposo l’hoincontrato raramente» e si intreccia con levoci che gli ronzano attorno, moltiplican-do dentro tante altre, da raffigurarsi come«il telefonino del mondo intero».

La scrittrice supera la prova: Pariani sitraveste da abile psichiatra e psicologa,storica, medico e ne assume linguaggi,idiomi, pensieri applicandoli al suo «per-sonaggio» come se fosse un vestito fatto sumisura.

Mirabile la sfida-confessione compen-diata su «una presunta condizione ner-vosa minata dalla malattia… ché se iosono qui precluso ciò non è avvenuto acausa dei nervi, ma a causa della mialogica superiore».

Senza alcun giudizio espresso, vediamoe immaginiamo quanta e quale influenzapossano avere avuto, su quella mente do-tata, il veder bruciare i fogli ai quali aveva

affidato i propriprimi versi, il sen-tirsi «necessitatodi tutela», le se-quele degli elet-troshock subiti, ilvedersi escluso(«… nel mondoesterno dove tuttimi rinnegano…dove mai potreiandare? Mi sentorettangolo scolo-rito come quellilasciati dai qua-dri sui muri»). Epoi le sentenzematerne («… d ovemai vuoi scappa-re, Dino, tanto seim at t o » ) .

E Campana, il«Rimbaud dellamontagna», tele-

fona a «Herr» Freud, lo chiama in causa, siconfida, si distende sul divano con «bellavista sul giardino» e conclude «Le roseesistono, dottor Freud… E S I S T O N O,PERSISTONO NON CASCANO» (le maiu-scole erano essenziali per Campana).

Tra l’altro molte storie di Campana so-no state descritte in famiglia e seguiteepisodicamente dal vivo, da un procuginodel poeta (omonimo), farmacista che eser-citava a Bari, scomparso da anni. Par-ticolari tutti coincidenti con quello chescrive la Pariani. Una testimonianza«dall’interno della famiglia» che sembratrasferita nelle pagine di questo curiosolibro di viaggio.

Già, e quale viaggio? L’espatrio in Ar-gentina? Una fantasia del poeta, forse. Ma,comunque, l’«escursione» è ben resa, neiparticolari, tanto da accreditarne l’ef fet-tiva realtà. «L’immaginazione è ciò che mifa sentire libero», diceva Campana. E nonè questo il miglior viaggio esistente?

CANTI ORFICI La scrittrice Laura Pariani

di ALESSANDRA BALDINI

Sotto attacco negli Usa un celebresito per adulteri. Pirati informa-tici hanno messo le mani un me-se fa sui dati personali di milioni

di clienti del portale «Ashley Madison» ein queste ore li hanno postati sul webusando un indirizzo accessibile solo dalbrowser Tor, un sistema di comunicazio-ne anonima. I documenti, un tesoretto dicirca 10 gigab yte, contengono particolaridel conto e dei «log-in» di circa 32 milionidi «infedeli» o aspiranti tali alla ricerca diun partner per un incontro illecito.

Tra questi, secondo la rivista Wi re donline, anche un sedicente «Tony Blair»che avrebbe contattato il sito usando l’in -dirizzo di lavoro dell’ex premier britan-n i c o.

Secondo Wi re d , sette anni di transa-

zioni con carte di credito e altri metodi dipagamento farebbero parte del «tesoret-to» che comprende anche indirizzi stra-dali e di posta elettronica, le cifre pagatedagli utenti ma non l’intero numero dellacarta usata.

Con 40 milioni di utenti dichiarati,Ashley Madison si autodefinisce il piùfamoso sito di incontri per adulteri e aspi-ranti tali: «Migliaia di mogli e maritiinfedeli si iscrivono ogni giorno. Noi ga-rantiamo di trovare il partner perfettoper una relazione illecita», si legge sulsito web. Secondo gli esperti, l’operazionedi pirateria ha puntato i riflettori sulla

fragilità di Internet e l’urgenza di raf-forzare la protezione della privacy nelmondo online. Data la necessità di ga-rantire la riservatezza dei suoi iscritti,Ashley Madison usava algoritmi appa-rentemente a prova di hack er.

Non è bastato. L’attacco risale ad unmese fa: gli hacker di un gruppo che si fachiamare «Impact Team» avevano minac-ciato «Avid Life Media», la società a cui facapo il sito per adulteri, di mettere onlinequanto «rapinato» se non fossero statichiusi sia «Ashley Madison» che «Esta-blishedMen.com», un’altra «piazza» onli-ne dove donne giovani e belle vengono

messe in contatto con clienti ricchi e an-ziani.

Poichè questo non è successo, nelle ul-time ore gli hack erhanno scaricato la loromole di dati, quasi 10 gigab yte sul web.

E' partita quindi la caccia a identificarei clienti che includono, secondo quantoriporta Wi re d , anche 15 mila indirizzi conl’estensione «.gov» o «mil» riservata amembri dell’amministrazione o delle for-ze armate. L’adulterio, in base alle regolemilitari, è reato punibile con un anno direclusione e il congedo senza onore checomporta tra l’altro la perdita della pen-s i o n e.

IL PORTALEDEGLIINCONTRIL’icona del sito«AshleyMadison» dovetraditori oaspiranti talicercanomeeting illeciti

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MODA LA TOP BRITANNICA DELEVINGNE SBATTE LA PORTA

«Mi sento vecchia»e la modella se ne va

l Il suo è un pò un «grido d’accusa» al mondo della moda.Cara Delevingne, la modella britannica superpagata e volutada tutti gli stilisti, a soli 23 anni e nel pieno della sua carrieranon può più sopportare lo stress delle sfilate e ha deciso dil a s c i a rl e.

In un’intervista al magazine del «Times» ha spiegato che lepasserelle le hanno fatto dimenticare quanto fosse giovane e,anzi, l’hanno fatta sentire più vecchia. Era arrivata addiritturaa «odiare» il suo corpo" e lo stress le ha scatenato una forteforma di psoriasi. Cara si è così «liberata» di quello che per leistava diventando un peso insopportabile. Per poter sfilare ognivolta veniva ricoperta di fondotinta. Una vera e propria torturaper chi deve avere il proprio corpo sempre in perfetta forma.Questo e la vita caotica della modella, continuamente in viag-gio, l’hanno spinta a cercare successo nel cinema.

OLTRE IL PROCESSOSHAKESPEARE IN LAW: LEGGI E PAGINE

di SERGIO LORUSSO

Narrazioni della giustizia: uno stor ytellingche può aiutarci a comprendere l’uma -nità, il modo in cui affronta temi uni-versali quali la vendetta, il perdono, la

colpa, il castigo. Cominciamo un breve viaggio daalcune opere teatrali del più noto e grande dram-maturgo del mondo occidentale, William Shakespea-re (1564-1616) e cioè il Mercante di Venezia e l’O t e l l o,nelle quali è presente la descrizione di un processo.Sono entrambe ambientate a Venezia, all’epoca unadelle più importanti città europee.

Una città che poneva al centro della propria leg-genda – e della propria potenza – la giustizia, im-mortalata sulla sommità del Palazzo Ducale nellaclassica iconografia della dea bendata con la spada ela bilancia tra le mani. E che sempre a PalazzoDucale, luogo simbolo della città, conserva un’iscri -zione sulla porta dell’Avogaria che così recita: «Pri-ma di ogni cosa indagate sempre scrupolosamente,per stabilire la verità con giustizia e chiarezza. Noncondannate nessuno, se non dopo un giudizio sinceroe giusto. Non giudicate nessuno in base a sospetti, maricercate le prove e, alla fine, pronunciate una sen-tenza pietosa». Un monito per tutti, un invito pres-sante al due process ante litteram. L’esigenza di un«giusto processo», di un «processo equo», dunque, ègià presente nella Venezia rinascimentale, una cittàmultietnica aperta agli influssi dell’Oriente grazieall’estensione dei propri domini, ma non per questoaliena da pregiudizi.

È questo il contesto in cui si sviluppa la primavicenda, che vede protagonisti Shylock, un riccousuraio ebreo, ed Antonio, un mercante autoctono

che chiede al primo un prestito di tremila ducati peraiutare l’amico Bassanio, innamorato della nobilePorzia, offrendo come garanzia la sua flottiglia dinavi. Shylock glielo concede, ponendo però una con-dizione sui generis: in caso di inadempimento, lapenale consisterà in una libbra della carne di An-tonio, che l’ebreo potrà asportare dalla parte che piùgli aggrada. Quando giunge la notizia (poi rivelatasiinfondata) del naufragio delle navi di Antonio,Shylock – che nel frattempo ha perso la figlia, fuggitaper amore con parte dei suoi averi ed i gioielli difamiglia – conduce in giudizio Antonio per vederrispettato il patto.

Il processo, tuttavia, si dimostrerà tutt’altro che«giusto»: è evidente l’«animosità» di tutti i veneziani,Doge compreso, nei confronti dell’ebreo, tacciato diessere «una disumana canaglia, che non conoscepietà […] privo anche solo di un grammo di mi-sericordia». Un odio ricambiato da Shylock, che nonsi è mai veramente integrato nella società veneziana.E la sua, infatti, è essenzialmente una vendetta neiconfronti di una comunità dalla quale non è stato maiaccettato, della quale percepisce la «diversità»: unavendetta esasperata dalla disperazione di vedersiprivato della persona e delle cose a lui più care. Egliarriva in aula portando una bilancia – che è stru-mento per esigere la penale, ma anche simbolo digiustizia –ed un coltello, convinto di poter facilmenteeseguire una sentenza a lui favorevole.

Ma le cose andranno diversamente.Il coup de théâtre del falso giudice – Porzia che

entra in scena nei panni del giudice Bellario, un dottopadovano chiamato a risolvere la difficile contro-versia – fa prendere alla vicenda una piega im-prevista: Shylock ha appena rifiutato sdegnosamen-

te l’offerta di seimila ducati fattagli da Antonio,ignorando l’invito alla misericordia del Doge, quan-do arriva Bellario che, dopo un vano ulteriore ten-tativo di muovere a compassione il creditore, si vedecostretto ad applicare la legge chiedendo a Shylock sevuole accettare il triplo della somma prestata. Ot-tiene però, ancora una volta, una risposta negativa. Ildebito pertanto dovrà essere estinto rispettando l’ob -bligazione e la relativa penale, ma alla lettera: l’e b re odovrà asportare esattamente una libbra di carne,senza versare neanche una goccia di sangue, perchédi sangue non si parla nel documento originario.

Shylock rimane spiazzato.Si chiede se questa sia la legge e riceve da Bellario

una secca risposta: «Visto che esigevi giustizia, sta’sicuro che avrai giustizia, e più di quanta ne de-sideri!». Cerca allora di ritornare sui suoi passi,accettando l’offerta prima rifiutata, ma è troppotardi. Dovrà tagliare la carne, e se sbaglierà saràcondannato a morte e tutti suoi beni confiscati, sta-tuisce Bellario. Anche di fronte alla richiesta direstituzione del solo capitale il giudice è irremo-v i b i l e.

Shylock allora decide di rinunciare alla causa, maneanche questo serve a salvarlo dalla beffa finale. Dastraniero, ha attentato alla vita di un cittadino e glistatuti veneziani prevedono in questi casi che metàdei beni dell’offensore vadano all’offeso e l’altra metànelle casse della Repubblica (sarà poi destinata allafiglia); la sua vita, inoltre, è affidata alla misericordiadel Doge: quella stessa misericordia che l’ebreo nonha mostrato nei confronti di Antonio.

Da attore del processo, Shylock è diventato im-putato, da creditore condannato: una nemesi chetrasforma l’aspirante carnefice in vittima, il giu-

stiziere in reietto, al termine di una storia che di-mostra come la legge possa essere interpretata adarte e come la verità processuale possa essere unaverità relativa, quando non arbitraria.

Anche a Venezia, nel Palazzo del Doge, se a chiedergiustizia è uno straniero.

Alla merc y (misericordia) si contrappone la justice(giustizia), e la commedia shakespeariana ci mostracome «in ogni epoca, quando un processo nasce dauna base di pregiudizi, tende a presentare argomentiemotivamente forti ma poco o per nulla legali, eneppure documentati, nel senso di provati» (ArturoCattaneo, Shakespeare alla sbarra. Giustizia e pro-cessi nel «Mercante di Venezia» e in «Otello», in Giu-stizia e letteratura I, 2012, pag. 17).

La dark comedy del Bardo ci restituisce l’imma -gine di una società che discrimina per ragioni raz-ziali, qual è quella inglese elisabettiana, definitadagli studiosi «giudeofobica» – ma le cose non an-davano poi diversamente nella stessa Venezia, dovegli ebrei avevano l’obbligo di portare un cappellorosso per essere identificabili e vivevano «reclusi»nel ghetto, guardati a vista dalle sentinelle cristiane –in cui vige l’equazione «ebreo = avido usuraio», ma ètremendamente moderna, se pensiamo alla dram-matiche vicende dell’antisemitismo del ventesimosecolo, alla xenofobia tuttora imperante nella vec-chia Europa o al razzismo sempre vivo negli StatiUniti.

È una storia senza tempo, che ci insegna come lagiustizia possa essere a volte ingiusta, la vendettaritorcersi contro chi la desidera e il processo tra-sformarsi in una burla.

1. Continua

SHAKESPEAREE LABILANCIADELLAGIUSTIZIAQui sopra, ildipinto«Otello eDesdemona aVenezia» diThéodoreChassériaue a sinistraWilliamS h a ke s p e a r e

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