Sez. F-Gialli news · 2019. 5. 30. · F-Gialli news Volume 1, numero 2 febbraio ’19 Il nostro...
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il mettere in pratica il princi-pio dell’aver cura?
Innanzitutto l’educatore deve essere in grado di agire non sulla base di regole e di proce-dure standardizzate, ma deve saper prendere le decisioni secondo una logica contestuale che consente di essere attenti a ogni soggetto educativo nella sua unicità e singolarità. L’attenzione è la capacità maestra dell’educatore. Chi si
trova nella condizione di ca-
ring adult (cioè di soggetto adulto con responsabilità di cura) è chiamato a rapportarsi all’altro in un modo che valo-rizzi la sua unicità, cosa que-sta che richiede di saper agire con uno sguardo sensibile alla situazione dell’altro e per questo ricettivo e attento alle singolari differenze.
L’educatore deve saper arri-schiare quella condizione di apparente debolezza che consi-ste nel non far riferimento a soluzioni standardizzate, per sviluppare invece la capacità di utilizzare il sapere già siste-matizzato come cornice a par-tire dalla quale cerca-re,attraverso un’analisi detta-gliata della situazione presen-te, quella comprensione del reale necessaria per elaborare una deliberazione pratica che si avvale di una valutazione contestuale. Il pensare dell’aver-cura non è mai astratto, ma attento alla persona che ha di fronte. È un pensare situato e
(Continua a pagina 4)
C irca un anno fa,
tra le tante mail
(di progetti,
appuntamenti ecc.)
inviate dalla segreteria
dell'istituto Compren-
sivo “Ilaria Alpi”, noi
insegnanti abbiamo
trovato un documento
prezioso per chiunque
faccia questo lavoro
con passione e dedi-
zione.
Il titolo del documento
è “Infanzia e oltre” a
cura del Comitato
scientifico nazionale
per le Indicazioni I
ciclo.
Si tratta di circa 150
pagine di indicazioni
(e suggerimenti) per il
curricolo e l'identità
della scuola dell'infan-
zia.
Colgo qui l'occasione,
offertami dalla mia
collega di sezione che
ha avuto l'idea di redi-
gere questo
“giornalino”, per con-
dividere con quanti
leggeranno alcune ri-
ghe del documento
suddetto.
Il capitolo in questio-
ne parla del binomio,
purtroppo non sconta-
to, tra cura ed educa-
zione.
Nonostante la sua rilevanza sul piano educativo, il concetto di cura non fa parte dell’attuale paradigma pedago-gico. Altre sono le parole chia-ve: apprendimento efficace, sviluppo delle competenze, obiettivi, pianificazione didat-tica. Recentemente poi il lessico pedagogico ha subito un’ulteriore modificazione conseguente al concepire le istituzioni educative come aziende, allora il soggetto educativo diventa il cliente e la relazione educativa viene peri-metrata nel ‘contratto’ forma-tivo. A dominare è la mentali-tà utilitari- stica, che assogget-ta la cultura della formazione a una mentalità ‘banausica’ (Arendt, 1999),
cioè a un modo di ragionare mercantile che assume l’utile come unico criterio di valore.
[...]Le scuole che meglio fun-zionano sono quelle dove i docenti sanno prendersi cura degli allievi. E questo avviene in molti contesti anche se di queste pratiche manca il lavo-ro di traduzione simbolica. Si tende cioè a non documentare la pratica dell’aver cura, poi-ché nella nostra cultura non è ancora adeguatamente valoriz-zata; si tende a non ri- cono-scere che di fatto è il lavoro di cura che facilita nell’altro il processo di formazione.
Quali sono, allora, gli stili comportamentali che testimo-niano da parte dell’educatore
Infanzia ed oltre Di Stanislao Rollo
Notizie di rilievo:
Infanzia ed oltre
Certi giorni
Sez. F-Gialli news
Volume 1, numero 2
febbraio ’19
Il nostro White 2
A tutto colore 2
Certi giorni 3
Non tutti sanno 4
Sommario:
-
L o spettacolo teatrale al quale abbiamo assi-
stito in novembre
aveva impressiona-
to molto i bambi-
ni...per la sua magi-
a e per averli lette-
ralmente catturati.
A tal punto che
quando abbiamo
parlato della festa
di natale, essi stessi
hanno chiesto : Ma
perché non faccia-
mo lo spettacolo
White?”…. E per-
ché no? E’ stato
semplicissimo per-
che i protagonisti
scelti , Youssef di 4
anni e Nicole di 5
ricordavano perfet-
tamente la storia e
l’adattamento fatto
da noi per coinvol-
gere l’intera sezio-
ne, si è naturalmen-
te modellato sulla
preesistente storia.
Una storia che narra
di due personaggi
che vivono in un
mondo tutto bianco
rifuggendo ogni co-
lore ma alla fine il
colore irromperà
nella loro vita mani-
festandosi in tutta la
sua bellezza. In tut-
to ciò abbiamo vo-
luto giocare utiliz-
zando, oltre a pezzi
di carta colorata , le
polveri colorate
che in una danza
gioiosa i bambini si
lanciavano addosso
s u i
“costumi” (calzama
glia e t-shirt bian-
chi) che alla fine
erano un arcobale-
no va-
riopinto
come i
loro visi.
S o n o
s t a t i
bravissi-
mi e si
sono di-
v e r t i t i
m o l t o .
A n c o r a
una vol-
ta “il
gioco” è protagoni-
sta anche per met-
tere in scena una
piece teatrale . È la
parola d’ordine nel-
l a s c u o l a
dell’infanzia .
poi il focus sul colo-
re attraverso la cre-
azione di una carta
d’identità dove ab-
biamo “il carattere
del colore” e dove
a t t r a v e r s o
‘l’animismo , attri-
buiamo al colore
una forma, una e-
m o z i o n e ,
L o spettacolo tea-trale ci ha dato lo
start per trattare
l’U.A. sui colori.
Abbiamo iniziato
con i colori fonda-
mentali seguendo
lo schema di rac-
contare una storia,
d r a m m a t i z z a r l a ,
rappresentarla e
un’andatura . In se-
guito cerchiamo e
rappresentiamo tut-
te le cose ricondu-
cibili a quel colore,
calibrando le attivi-
tà a seconda delle
fasce d’età. E poi
ancora con la letto
scrittura cerchiamo
le parole di quel
colore e giochiamo
Pagina 2
Il nostro …..White
Ed ora si va .. A tutto Colore!!
Il dopo spettacolo
Sez. F-Gialli news
“…..gioco...la
parola
magica della
scuola
dell’infanzia
”
-
Q uesto lavoro ti stanca, certi giorni addirit-
tura ti sfianca, ci so-
no giorni in cui ti
alzi al mattino e
vorresti cambiare il
mondo, ma appena
metti piede in clas-
se speri con tutto te
stesso di poter al-
meno cambiare la
giornata ma forse, a
ben pensarci, ba-
sterebbe anche riu-
scire a cambiare la
prossima mezz’ora.
Ci sono giorni in cui
tutto sembra diffici-
le, in cui la profes-
sionalità, le cono-
scenze, gli studi e
l’esperienza sem-
brano non bastare a
quelle creature ur-
lanti che ti girano
intorno in cerca…
chissà di cosa, poi?!
Ma è proprio in
quei giorni che bi-
sogna aggrapparsi
alla certezza di vo-
ler fare la differen-
za, riuscire a co-
gliere il luccichio
nei vostri occhi,
pensare alla gioia
vostra e delle vo-
stre famiglie per
ogni singolo tra-
guardo e quanta
gioia nei traguardi
speciali, più specia-
li degli altri, di
qualcuno di voi.
È proprio in quei
giorni che dobbia-
mo imparare a
prenderci cura di
noi stessi, e per chi
ha scelto questa vi-
ta (e con scelto in-
tendo una scelta
consapevole, che si
ripete e si riafferma
con forza tutti i gior-
ni quando si varca il
cancello della scuo-
la) il prendersi cura
di se stessi significa
non rinunciare alla
passione per que-
sto lavoro, al diver-
timento, alla voglia
di riscoprire e ri-
scoprirsi insieme ai
bambini: al non di-
menticare mai il
cuore fuori dalla
porta delle nostre
classi!
giallo con acqua di
colore rosso otte-
nendo un terzo co-
lore. Oppure abbia-
mo anche optato
per esperimenti
“scientifici” usando
i colori alimentari,
bicarbonato e aceto
p e r o t t e n e r e
“espolioni” croma-
tiche… e per finire
abbiamo cucinato
colorato facendo
con le parole e in-
ventiamo . Questo
schema si è ripetuto
per tutti i colori trat-
tati. Poi per i colori
derivati, abbiamo
affrontato il tema
travestendoci da
maghi e giocando a
fare strani incante-
simi mescolando
acqua di colore
(Continua da pagina 2) dei biscotti...andati
a ruba!!
Certi giorni …... di Valentina Pinto ins di sostegno
Volume 1, numero 2 Pagina 3
“il prendersi cura di
se stessi significa
non rinunciare alla
passione per questo
lavoro, al
divertimento, alla
voglia di riscoprire e
riscoprirsi insieme
ai bambini:
-
Giornalino redatto dalla sez F
ins. DeNardis
Rollo
Notiziario sulle attività di sezio-
ne.
Link utili per questo numero:
Istituto Comprensivo I. Alpi
Corso Novara, 26 – 10152 TORINO
Segreteria – Tel. 011.2481916
fax. 011.2472064
lo spirito” (Murdoch, 1997), avere cura dell’altro implica aver cura delle parole che si pronunciano perché nella rela-zione possano essere generative di spazi di respiro. La delica-tezza è espressione di tenerez-za, ovvero di un cuore capace di fare posto all’altro, di modi-ficarsi per rendersi materia che accoglie il profilo dell’altro (in esatta opposizione con la du-rezza di cuore che crea lonta-nanza e diffidenza).
Ma il sentirsi vulnerabile è esperienza anche di chi fa lavoro di cura, dell’educatore stesso. Si può parlare in certi casi di ‘erosione della sostanza dell’altro’ da parte di chi- riceve-cura. L’altro di cui si ha cura non è un angelo, ma un essere umano con tutte le sue debolezze. L’adolescente che continua ad aver bisogno di cura, ma allo stesso tempo cerca di liberarsi da ogni vin-colo di dipendenza per trovare il suo sentiero più proprio, può
personalizzato, nel senso che, senza rinunciare alla funzione rischiarante delle teorie genera-li, presta la massima attenzio-ne possibile alla specificità della situazione dell’altro.
...e andando avanti si leg-ge:
Chi-chiede-cura è vulnerabile, si espone e affida a noi: per questo trattare con l’altro richiede delicatezza. Delica-tezza nel trattare il suo corpo e delicatezza nell’entrare in contatto con la sua dimensione spirituale. Toccare l’altro ri-spettandolo nella sua trascen-denza, avvicinarlo senza mai dominarlo, dire il proprio pensiero senza mai imporre il proprio discorso come verità: questa è delicatezza. Agire con delicatezza richiede di trovare la parola giusta, pren-dendosi tempo, il tempo del silenzio: poiché “le parole sono
(Continua da pagina 1) mettere in difficoltà gli adulti che hanno cura di lui/lei. Il bambino che non sa darsi le regole da sé può assumere atteggiamenti tirannici. In questi casi chi esercita la re-sponsabilità della cura ha il dovere non solo della tenerez-za, ma anche della fermezza. Agire con fermezza significa saper dire di no quando è necessario alle richieste dell’altro. Anche se costa, perché può aprire una situa-zione conflittuale o incrinare la relazione, quando la pro-pria decisione è motivata se-condo una modalità “ragionevole e amoro-sa” (Noddings, 2002) l’azione di cura raggiunge un obiettivo importante per il quale ogni fatica trova il suo senso.
Stanislao Rollo
Scuola statale dell’infanzia
“G. Perempruner”
Via Bersezio , 11 - 10153 Torino
tel. 011
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Bambini cosa sono le emozioni? Nicole : le emozioni sono quelle cose che quando ti dico-no qualcosa di e-mozionante , le e-mozioni si divertono
Rubrica: forse non tutti sanno che…..
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