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Anno XCVII - supplemento al n° 14 del 3 aprile 2011 Settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto

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Anno XCVII - supplemento al n° 14 del 3 aprile 2011S e t t i m a n a l e d e l l a D i o c e s i d i V i t t o r i o V e n e t o

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Il Giubileo dell’Appari-zione della Madonnadei Miracoli si è con-

cluso nel modo più coeren-te con la natura e la storiadel Santuario mottense,cioè con un grande pellegri-naggio: il Pellegrinaggio dio-cesano di ringraziamento aMaria e quello delle altrecomunità che hanno “sen-tito” di dover mettersi incammino per cercare l’in-contro con il Figlio, attra-verso sua Madre.

Penso che nella valu-tazione complessiva diquesto Anno Santo Ma-riano, si colga bene laragione della “scoper-ta” di cui è stato ogget-to il Santuario di Mottae la vicenda dell’appari-zione della Madonna,proprio riconoscen-do, nella scelta di mi-gliaia di persone difarsi pellegrini allaBeata Vergine dei Mi-racoli, il caratterequalificante (in sensopastorale, ecclesiale,comunicativo e cul-turale) di tutto l’evento giu-bilare.

Il senso del pellegrinag-gio di oggi non è cambiatorispetto al passato. Il pelle-grino va verso una comu-nità. Per arrivare a Dio il

credente è convinto chenon sono sufficienti dei luo-ghi, bisogna andare versouna comunità, che ha avutoun’apparizione, che ha vissu-to un’esperienza. Anzi, il cri-stiano sente il valore dell’in-contro tra la propria comu-nità ed altre comunità, che

h a n n o

i n -carnato la fede nel loro con-testo.

Questa ricerca spiritualeci porta alla radice del cri-stianesimo e ci fa compren-dere le motivazioni che han-

no spinto mezzo milione dipersone a muoversi in grup-po, in famiglia o individual-mente, per cercare di dareun senso alla propria vita,arrivando ai piedi della Ma-donna dei Miracoli, durantequest’Anno Santo di grazie.

Il Giubileo è stato un in-sieme di numerose ed im-

portanti celebra-zioni liturgiche ediniziative culturali,tutte legate dallaformula iniziale delprocesso canonicodel 1510 sull’Appa-rizione, “Ut VeritasEluceat” che, conuna modalità comu-nicativa molto attua-le, ha dichiarato laVerità di sempre, chesta anche nella tradi-zione custodita, sen-za nostalgie ma fedel-mente, dal Santuariodi Motta.

Il Giubileo Marianoè stato uno straordina-rio gesto di purificazio-ne dello spirito per tut-te le nostre comunità;esso resterà a lungo co-

me un dono di Maria per lanostra devozione sempreviva verso di Lei.

a cura del Comitatoper le Celebrazioni

del Giubileo

Pellegrini del Giubileo

Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto

(Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr.ROC n. 1730)

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ed associato all’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

Chiuso in redazione

il 20.12.2010 alle ore 9.00

Socio del CONSISCONSORZIO NAZIONALESETTIMANALISOC. COOP. a r.l. - ROMA

Sono profonda-mente convinto

che la celebrazionedi questo giubileonon concluda la suafecondità con questachiusura che stiamocelebrando. Questoevento giubilare hariaccesa e rilanciatala devozione dellaVergine Maria nelcuore e nella vita ditante persone. Hareso ciascuno di noipiù attento e sensibi-le alla presenza diMaria nella nostravita e nella vita dellaChiesa. Tutto questonon può finire, madeve continuare.

Dall’omelia del vescovoCorrado Pizziolo nellacelebrazione di chiusuradel Giubileo (13 marzo

2011)

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Nel periodo natalizio quarantanatività hanno aiutato i pelle-

grini a riflettere sul mistero dell’incar-nazione. La mostra ha ripreso la vicen-da della prima realizzazione del prese-pio di Greccio, da parte di San France-

sco. Nel santuario la sce-na della natività ha accoltoi pellegrini nel chiostro diSant’Antonio; un’elegantestruttura lignea ha tra-sformato la vera da pozzocentrale nella capanna cheospitò a Betlemme la sa-cra Famiglia. Questo alle-stimento ha introdotto al-la mostra, in una sala adiacente al chio-stro, dove sono stati esposti, come suun cammino di fede che attraversa icinque continenti, presepi realizzati ar-tigianalmente in Israele, Grecia, Italia,Cechia, Russia, Polonia, Svezia, Dani-

marca, Venezuela, Gua-temala, Perù, Bolivia, Ci-le, Argentina, Benin,Egitto, Nigeria, Kenya,Cina, Filippine, Iraq edaltri Paesi. Il presepe piùvisto e apprezzato è sta-to quello realizzato daJosè, un bambino peru-viano che ha assistito,

nascosto, all'uccisione della sua famigliaad opera dei terroristi di Sendero Lu-minoso; poi aveva fatto la figura di Ma-ria come la mamma, di Giuseppe comeil papà, di Gesù Bambino come se stes-so.

Tra le motivazioni del pro-gramma dell’Anno santo si

ritrova forte la proposta, a un po-polo di fedeli sempre più disattento,di pratiche di preghiera e liturgiache ridiano peso alla tradizione,non come nostalgia ma come so-stanza costitutiva della fede. In que-sta prospettiva la processionedell’immagine di Gesù Bambino, ilgiorno dell’Epifania, ha aiutato a ri-portare l’attenzione in modo evi-dente sui simboli e la ragione delNatale, affermando che è il Figlio diDio che si è manifestato. Fare laprocessione di Gesù Bambinonell’anno del giubileo mariano ha si-gnificato aver compreso la “stru-mentalità” di Maria, la sua funzionemediatrice, la sua capacità di lavo-rare per l’unità del genere umano edella Chiesa.

La processione, presieduta dalVescovo, si è svolta su un itinerariodi 500 metri. L'immagine di GesùBambino è stata portata a spalle daiConfratelli del SS. Sacramento. Altermine, in basilica, è stato pronun-ciato l’atto di affidamento dei bam-bini e delle giovani famiglie alla Ma-donna dei Miracoli.

La processione di Gesù bambinoIl giorno dell’Epifania presieduta dal Vescovo

Quaranta presepi da tutto il mondoProvenienti dai cinque continenti

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Maria, apparendoa Motta cinquesecoli fa, ci ha

invitato ad essere Chiesa.Nel suo dialogo con il con-tadino Giovanni Cigana, gliha lasciato un comandomolto forte: “Costruite unachiesa in questo luogo oggireso santo”. Si può pensare,però, che tale impegno nonfosse riferito soltanto allacostruzione fisica di un luo-go di preghiera, ma fosse an-che un invito a esser Chiesa,cioè comunità di fratelli inCristo. Per questo il giubileoha voluto condividere l’invi-to di pregare per l’unità deicristiani nella settimana de-dicata a questa intenzione(18-25 gennaio). Le celebra-zioni, che si sono svolte inbasilica, si sono concentratenei giorni di venerdì 21, sa-bato 22 e domenica 23 gen-naio.

Il 21 per la prima voltarappresentanti di chiese noncattoliche (protestante lute-rana, anglicana, serbo orto-dossa e ortodossia di Roma-nia) hanno partecipato a unrito comune nel santuariodedicato alla Madonna deiMiracoli. L'orazione ha avu-to il suo centro nella richie-sta di perdono per la divi-sione dei cristiani e nell'in-vocazione perché il Signoreconceda di avere gli stessisentimenti.

Il 22 si è svolto, invece,un incontro-testimonianzacon padre Basilio Barbolovi-ci, delegato delle Comunitàrumene greco-cattoliche delTriveneto, ed è stata cele-brata una messa solenne inrito greco-cattolico.

Nella notte tra sabato22 gennaio e domenica 23 siè tenuta una veglia di pre-ghiera eucaristica per soste-nere i fratelli cristiani perse-guitati. Durante tutta la not-te, rivolti a pregare Gesùnell'Eucaristia, decine dipersone hanno condiviso ildolore e la sofferenza deicristiani perseguitati in alcu-ni Paesi del mondo a causadella fede in Gesù. La vegliasi è conclusa alle 6 con lamessa.

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Ne ha parlato il rabbino Ariel Hadad

Ultimamente vi èuna rinnovata at-

tenzione reciproca tra cri-stiani ed ebrei. Anche ilGiubileo di Motta ha datospazio, il 16 gennaio, aldialogo tra le due fedi, inparticolare con un incon-tro sul digiuno. Una sceltanon casuale, dal momentoche Maria invitò GiovanniCigana a digiunare per tresabati consecutivi “perchéil Signore è rattristato peri vostri peccati”. «Il digiu-no equivale alla preghie-ra», ha detto il rabbino ca-po della comunità ebraicadi Lubiana, Ariel Hadad.Nel giorno sacro del Kip-pur, il digiuno prevale sul-la preghiera e assieme allapratica di afflizioni corpo-rali (non lavarsi, non por-tare scarpe di pelle, nonaccostarsi al coniuge),rappresenta quell’eserci-zio di espiazione che con-sente al credente che fre-quenta la sinagoga di libe-

rarsi di tutti isuoi pesi, haricordato ilrabbino. So-prattutto, og-gi, possiamotradurre ilp r e c e t t odell’astensio-ne alimentarein un precettoalla rinunciaeconomica diun bene perdonarlo ai bi-sognosi; ciò,perché, haconcluso ilrabbino Ha-dad, i maestridi spiritualitàdell’ebraismohanno sempre insegnatola ricerca dell’equilibrionella vita spirituale indivi-

duale, segnata dalla tripli-ce tematica della preghie-ra, del digiuno, del dono.

In Basilica rito comune con le chiese non cattoliche

18-25 gennaio: Settimana per l’unità dei cristiani

Il digiuno, precetto ebraico e cristiano

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Nelle ultime setti-mane del Giubi-leo i promotori

dell'Anno santo, insieme aifrati della basilica, hanno ri-volto ai fedeli l’invito a digiu-nare per dare seguito aquanto indicato dalla Vergi-ne a Giovanni Cigana nel1510: «La Madonna mi dissedi far digiunare la mia fami-glia per tre sabati a lode diDio e di andare per novegiorni a dire a tutti di digiu-nare per tre sabati». In par-ticolare è stato proposto ildigiuno nei sabati 26 feb-braio, 5 e 12 marzo. La for-ma è stata quella del Merco-ledì delle Ceneri e del Ve-nerdì santo: rinuncia ai pasti,secondo le condizioni per-sonali di età e salute, limi-tandosi a bere acqua. Neitre sabati alle 17 in santuarioil padre rettore AlfonsoCracco ha proposto unameditazione sul significatodel digiuno in relazione allapreghiera, al perdono e allamisericordia. «Al tempo diGesù il digiuno - ha spiegatopadre Alfonso in una rifles-sione - era segno di attesa,attesa di Dio, attesa delMessia. Gesù afferma chefinché c’è lo sposo non sipuò digiunare. L’evangelistaMarco narra dei discepoliche di sabato prendono lespighe di grano e le mangia-no. Ma quando lo sposo nonci sarà più Egli sazierà il no-stro digiuno di Lui, e diven-terà il nostro cibo e colmeràil nostro digiuno con l’Euca-ristia - pane spezzato - Gesùnuovo pane disceso dal cie-lo. Per chiudere il cerchio laMadonna, apparsa a Motta

di Livenza, su un campo se-minato a grano, chiede pre-ghiera e digiuno per tre sa-bati consecutivi: è proprioun caso?». In un’altra rifles-sione padre Alfonso ha ri-cordato un passo bellissimodel libro di Ester «dove laregina Ester digiuna insiemealle sue ancelle, e a tutto ilpopolo per trovare graziaagli occhi del re e poter in-tercedere a favore del po-polo votato allo sterminio.Ester ottenne di essere rice-vuta dal re, si mise gli abitipiù belli e con la sua bellez-za intenerì il cuore del reche gli concesse tutto quel-lo che gli chiedeva e ottennecosì la salvezza del suo po-polo.

Quindi digiuno per im-plorare il perdono da Dio.

Maria apparsa a Motta chie-de preghiere e penitenzaper ottenere perdono, per-ché Gesù è triste a causa dimolti peccati. Maria non puòdire niente di nuovo riguar-

do al vangelo, sappiamo be-ne che la rivelazione è giàcompleta, però è venuta aricordarci le parole del Fi-glio suo e a ridirci: “Fatequello che vi dirà”».

Molti fedeli hanno accolto l’invito rivolto dalla Madonna al Cigana

Padre Alfonso Cracco

Domenica13 marzo

nell’ambito dellacelebrazione con-clusiva del Giubi-leo, i l vescovoCorrado ha bene-detto il gruppobronzeo “Madon-na dei Miracoli”(nella foto). L’appa-rizione è tradottasecondo i canonidel l ’ iconograf iatradizionale “col contadino veggente che già dasolo è emblema di rustica immediatezza, la Ma-donna il cui manto, impregnato dal vento, vincela forza di gravità”, come commenta il criticod’arte Vittorio Sgarbi,

Questa è la seconda opera realizzata per ilsantuario da Balljana, dopo la lampada perennebenedetta da papa Benedetto.

Un gruppo scultoreo di Balljana

Per tre sabati un digiunodi perdono e misericordia

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Pellegrinaggio degli immigrati cattolici

Domenica 24 ottobre 2010 la basilica ha accolto il pellegri-naggio delle comunità di immigrati cattolici delle diocesi diVittorio Veneto e Treviso

Autunno musicale italiano

Sabato 6 novembre in basilica si è tenuto il concerto "Ioan-nes Paulus II - Sono tutto tuo, Maria" oratorio per soli, coroe orchestra dedicato a Giovanni Paolo II

Giubileo degli agricoltori

Il 14 novembre 2010 si è tenuta a Motta la Festa provincialedel Ringraziamento promossa dalla Coldiretti

Giubileo dei chierichetti di fra’ Erasmo

Il 4 dicembre 2010 si sono ritrovati praticamente tutti gli exchierichetti, ancora viventi, legati a fra' Erasmo Castagnaro,sacrestano del santuario di Motta per 40 anni e scomparso il4 dicembre 1986

Giubileo dei Confratelli del SantissimoSacramento

Il 17 febbraio 2011 è stato celebrato il Giubileo dei Confra-telli del Santissimo Sacramento

La visita del patriarca di Gerusalemme

In occasione della festa del patrono della diocesi, San Tizia-no (16 gennaio 2011), monsignor Fouad Twal, patriarca lati-no di Gerusalemme ha visitato la diocesi facendo tappa an-che a Motta

UT VERITAS ELUCEAT, CON MARIA VERSO LA VERITÀ

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Le nuvole coprono ilcielo di Motta di Li-venza nel giorno di

chiusura dell'Anno santodedicato al cinquecentesi-mo anniversario dell'appari-zione della Madonna. Nuvo-le che in questo 13 marzoprendono il posto della lu-minosa giornata del 7 marzodi un anno fa quando il Giu-bileo era al suo inizio. Il ve-scovo Corrado aveva allorabattuto tre colpi con il mar-tello sul portale della basili-ca che si era spalancato perlasciar entrare, in un annointero, mezzo milione dipellegrini. Ed ora il colposecco della porta che sichiude suggella la fine di unevento ormai entrato nellastoria.

Cinquemila persone so-no presenti per questo ulti-mo, ma non definitivo, in-contro con Maria. A piedi,provenendo da cinque luo-ghi distinti, convergono nelpunto in cui Giovanni Ciga-

na ha ricevuto l'invito dellaMadonna di far costruireuna chiesa. Il Vescovo è allatesta del pellegrinaggio delladiocesi di Vittorio Venetomentre il vicario, monsignorMartino Zagonel, guida larecita del rosario. Il vento siinfila tra i fedeli partiti daGorgo al Monticano e fasventolare i fiocchi bianchi eazzurri che delimitano ilpercorso lungo la strada, an-nodati sulle recinzioni dellecase, sui pali dell'illuminazio-ne, sulle siepi...

Il primo incontro per ilgruppo in cammino da un'o-ra è con i pellegrini di Mottache attendono pregando in-sieme al parroco don RinoBruseghin e al sindaco PaoloSperanzon. L'ultimo pezzodi strada viene percorso in-sieme mentre già è affollatoil sagrato della basilica e inmolti attendono davanti al-l'immagine della Madonnadei Miracoli che dice a tutti:"Aiutatevi l'un l'altro volen-

tieri". Durante la celebrazio-ne dei vespri si dipana la sen-sazione che diventa via viacertezza: questa chiusuranon è la fine, ma un nuovoinizio. Lo dice il Vescovo. Lodice il rettore della basilica.«Sono profondamente con-vinto - esprime monsignorPizziolo - che la celebrazio-ne di questo Giubileo nonconcluda la sua feconditàoggi. Questo evento giubila-re ha riacceso e rilanciato ladevozione della Vergine Ma-ria nel cuore e nella vita di

t a n t epersonee di tan-te co-m u n i t àparroc-c h i a l i .Ha resociascunodi noipiù at-tento esensibilealla pre-senza diM a r i anella no-stra vitae nellavita dellaChiesa .

Tutto questo non può finire,ma deve continuare». «Ab-biamo vissuto questo annogiubilare - fa eco il rettorepadre Alfonso Cracco - co-me un vero anno di grazia. Eanche se ora abbiamo quasila sensazione di restare or-fani, sono convinto che Ma-ria continuerà a posare isuoi piedi su questa terra esu questo luogo».

Padre Alfonso annunciache verrà costituito un co-mitato permanente che af-fiancherà i frati minori nelproporre e curare le attivitàdel santuario.

Qualche goccia di piog-gia si fa sentire. È giunto ilmomento di chiudere laporta santa. Il Vescovo, i sa-cerdoti, i frati, le autorità ci-vili e militari si dirigono ver-so la basilica. Ecco il rumoresordo. Il portale è chiuso.Un'ultima preghiera al capi-tello dove tutto ebbe inizio501 anni fa, la benedizionedella statua realizzata dal-l'artista Carlo Balljana inmemoria del Giubileo. Alle16.30 del 13 marzo 2011suonano le campane. Tuttoè finito. O meglio eccocipronti a un nuovo inizio.

Gerda De Nardi

Domenica 13 marzo la solenne chiusura col vescovo Pizziolo

Il Giubileo termina, ma continueranno i suoi frutti

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Il 2 marzo è stato as-sassinato a Islamabadil ministro pakistano

per le minoranze religioseShahbaz Bhatti. Era il primocattolico a diventare mini-stro in Pakistan ed era statoriconfermato da pochi giorniin seguito ad un rimpasto digoverno, nonostante lepressioni dei gruppi fonda-mentalisti islamici. L'attenta-to è stato compiuto da ungruppo di uomini maschera-ti.. Sul luogo del delitto unmanifestino di una organiz-zazione di militanti islamiciha rivendicato l'assassinio.La presenza del ministroBhatti era prevista il 19 set-tembre 2010 alla grandeprocessione del Giubileomariano di Motta, doveavrebbe dovuto portare lasua testimonianza sullarealtà difficile dei cristiani inPakistan. Poi non gli fu possi-bile partecipare e un suomessaggio venne letto dalfratello, Paul, residente nelTrevigiano. Nel messaggioShahbaz chiedeva di «ricor-dare nelle preghiere i fratellicristiani del mio Paese conti-nuamente perseguitati e vit-

time di tante sofferenze e di-scriminazioni perché cre-denti nella Croce». Alle di-scriminazioni dei cristiani inPakistan era stato dedicatouno spazio anche nell'ambitodella veglia diocesana per lapace, celebrata ad inizio gen-naio a Oderzo, con una vi-deointervista al fratello delministro.

Negli ultimi mesi Bhat-ti era stato minacciato dimorte per aver chiesto dimodificare la legge sulla

blasfemia e per essersi bat-tuto per la grazia per Asia Bi-bi, la donna cristiana con-dannata a morte nel giugno2009 proprio in base a quel-la legge.

Il suo ministero avevaistituito da poco tempo "In-terfaith cell", un numero

verde contro le discrimina-zioni religiose. Bhatti era na-to nel 1968 in una famigliacristiana originaria del villag-gio di Kushpur, gemellato dal19 settembre scorso con labasilica di Motta.

Dopo l'uccisione diShahbaz, il presidente dellaRepubblica del Pakistan hachiesto al fratello Paul diportarne avanti il lavoro, inparticolare la proposta dimodifica della legge sulla bla-sfemia (una normativa forte-mente discriminante per icristiani; in base ad essa èstata incarcerata Asia Bibi).

Nel giorno della chiusuradel grande Giubileo (13 mar-zo) una preghiera particola-re è stata innalzata in memo-ria del ministro pakistano.

Doveva partecipare alla processione di settembre

Shahbaz Bhatti, ucciso in Pakistan; a destra ilfratello Paul a Motta

Shahbaz Bhatti ha la-sciato un toccante te-

stamento spirituale. Per lasua intensità l'arcivescovo diFirenze ha deciso di farloleggere alle messe di dome-nica scorsa. Anche noi loproponiamo ai lettori delnostro settimanale.

"Sono nato in una famigliacattolica. Mio padre, insegnan-te in pensione, e mia madre,casalinga, mi hanno educatosecondo i valori cristiani e gliinsegnamenti della Bibbia, chehanno influenzato la mia in-fanzia. Fin da bambino ero so-lito andare in chiesa e trovareprofonda ispirazione negli inse-gnamenti, nel sacrificio, e nellacrocifissione di Gesù. Fu l'amo-

re di Gesù che mi indusse adoffrire i miei servizi alla Chiesa.Le spaventose condizioni in cuiversavano i cristiani del Paki-stan mi sconvolsero. Ricordoun venerdì di Pasqua quandoavevo solo tredici anni: ascoltaiun sermone sul sacrificio di Ge-sù per la nostra redenzione eper la salvezza del mondo. Epensai di corrispondere a quelsuo amore donando amore ainostri fratelli e sorelle, ponen-domi al servizio dei cristiani,specialmente dei poveri, dei bi-sognosi e dei perseguitati chevivono in questo paese islami-co. Mi è stato richiesto di por-re fine alla mia battaglia, ma ioho sempre rifiutato, persino arischio della mia stessa vita. La

mia risposta è sempre stata lastessa. Non voglio popolarità,non voglio posizioni di potere.Voglio solo un posto ai piedi diGesù. Voglio che la mia vita, ilmio carattere, le mie azioniparlino per me e dicano chesto seguendo Gesù Cristo. Taledesiderio è così forte in me chemi considererei privilegiatoqualora - in questo mio batta-gliero sforzo di aiutare i biso-gnosi, i poveri, i cristiani perse-guitati del Pakistan - Gesù vo-lesse accettare il sacrificio del-la mia vita. Voglio vivere perCristo e per Lui voglio morire.Non provo alcuna paura inquesto paese. Molte volte gliestremisti hanno desideratouccidermi, imprigionarmi; mi

hanno minacciato, perseguita-to e hanno terrorizzato la miafamiglia. Io dico che, finchéavrò vita, fino al mi o ultimo re-spiro, continuerò a servire Ge-sù e questa povera, sofferenteumanità, i cristiani, i bisognosi,i poveri...Credo che i bisognosi,i poveri, gli orfani qualunquesia la loro religione vadanoconsiderati innanzitutto comeesseri umani. Penso che quellepersone siano parte del miocorpo in Cristo, che siano laparte perseguitata e bisognosadel corpo di Cristo. Se noi por-tiamo a termine questa mis-sione, allora ci saremo guada-gnati un posto ai piedi di Gesùed io potrò guardarLo senzaprovare vergogna".

Il testamento: “Voglio vivere per Cristo”

Motta piange la mortedel ministro Bhatti

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V centenario dell’Apparizione della Madonna di Motta

Le comunità fortemente coinvolte negli eventi

Santuario e diocesi,legame rafforzato

La diocesi di Vittorio Veneto siè lasciata fortemente coinvol-gere nel e dal Giubileo Maria-

no di Motta. Il legame stretto e reci-proco tra diocesi e santuario grazieall’Anno Santo è stato rinforzato. Pos-siamo individuare due eventi-simbolodel legame diocesi-santuario: la pere-grinatio Mariae, che ha preceduto ilGiubileo e ha toccato le parrocchiedella diocesi provocando una grandepartecipazione di popolo; la conclusio-ne del Giubileo di domenica 13 marzocon un pellegrinaggio diocesano, guida-to dal Vescovo, da Gorgo alla basilica.La vicinanza della diocesi è stata con-cretamente testimoniata, oltre che dal-la presenza di migliaia di pellegrini insantuario, dalla partecipazione del ve-scovo Corrado Pizziolo a tanti mo-menti (celebrazioni, convegni, spetta-coli...) del Giubileo. «Lo abbiamo visto

spesso a Motta - sottolinea il rettorepadre Alfonso Cracco -. MonsignorPizziolo ha davvero preso a cuore l'An-no giubilare».

I primi bilanciparlano di 500 milapellegrini che nel-l 'Anno giubilarehanno visitato labasilica, richiamatisemplicemente dal-la venerata immagi-ne della Vergineoppure da uno deitanti eventi pro-mossi dal comitatoorganizzatore. I lprimato spetta na-turalmente al mesedi settembre con51 mila presenze,un'impennata ri-

spetto alla media dovuta alla proces-sione del 19 presieduta dal patriarcaScola.

I numeri del Giubileo

500.000 i pellegrini totali

44.700 persone hanno visitato lemostre

oltre 80 corali hanno accompagna-to le celebrazioni

6 dirette televisive

15 i libretti di preghiere pubblicati

9.000 i santini della Madonna stam-pati

12.000 i rosari diffusi

360.000 i pieghevoli dei riti giubila-ri distribuiti nelle diocesi di Vittorio,Pordenone, Treviso e Venezia

4 gli itinerari istituiti per il pellegri-naggio a piedi (Sorgente, Oriente,Mare, S. Francesco)

3 i gemellaggi celebrati (Nazaret,Atacora, Khusphur)

Alcune manifestazioni del programma culturale

MOSTREPeregrinatio Mariae (mostra fotografica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17.000Quando l’arte diventa preghiera (mostra fotografica di Elio Ciol). . . . . 3.500Croce, icona di salvezza (mostra fotografica). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.500Le 12 feste (mostra icone contemporanee ortodossia rumena) . . . . . . 3.000Un popolo in Processione (mostra fotografica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6.200È nato per noi il Signore. Il Presepio e l’amore di San Francescoper la Natività (mostra presepi artigianali del mondo). . . . . . . . . . . . . . 4.500Totale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44.700

CONCERTIMaggio musicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.900Recital “L’Apparizione della Madonna”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.900Autunno musicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.500Concerto di Natale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 550Totale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9.850

CONVEGNI“Ecco tua madre”, Forum di mariologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 350Enciclica “Caritas in veritate”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 550“Il digiuno di preghiera”, meditazione su un precetto dei figli di Abramo 100Dialogo ecumentico tra Chiesa cattolica di rito orientalee chiese Ortodosse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100Totale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.100

Conferenza stampa di fine Giubileo: il vescovo Pizziolo e padre Alfonso Cracco

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pag. 12I L L U S T R A T APassio Christi Passio Hominis

La Mostra "Pas-sio Christi,Passio Hominis

- la Sindone, dono e mi-stero", che si tiene nelSantuario di Motta dal10 aprile al 12 giugno2011, si propone di illu-strare le vicissitudinistoriche del sacro lino edi offrire ai visitatori edai pellegrini del Santua-rio una più distinta con-sapevolezza sul significa-to della Sindone e forseancor di più, in generale,della fede cristiana cheha come suo centro l'e-vento pasquale.

Ciò che infatti coin-volge di questo telo, aldi là delle suggestioniscientifiche e delle ri-cerche storiche che sisono fatte inevitabil-mente più puntuali e ap-profondite negli ultimianni, è i l volto cheemerge da esso. E' il ca-so singolare del potereche ha un'immagine, lasua forza persuasiva sul-la coscienza, la potenzaimmaginifica della figura.

Se una rappresentazionedi per se stessa è efficace, inmisura superiore lo è la Sin-done, al di là della sua au-tenticità, perché forma cheemerge da un velo, perchécontrasto, tensione tra la vi-sibilità e il suo nascondimen-to. Un volto che si proponenascondendosi.

In questo senso, quindi,non è un'immagine che è of-ferta alla nostra evidenza,ma all'intuizione della fede,un'icona che si appella allafede, che fa pensoso chi sitrova in ricerca e dubbiosochi si sente ormai giunto.

Il volto di Cristo sin-donico fa appello alla fe-de cioè attraverso la de-bolezza degli occhi, nonattraverso la loro fun-zione di registrazionedell'evidenza del reale.In questo senso è ogget-to di studio ma anche diapprofondimento per lafede di ciascuno e di ar-ricchimento culturale einteriore per tutti. LaSindone, in una parola,aiuta il credente ad an-dare al cuore della suafede per riconoscerecon i suoi deboli occhi ilMistero che contempladietro il velo dei sensi.

La Mostra presentain modo approfondito lastoria di questo Lenzuo-lo, lo stato del dibattitoscientifico in merito, maanche più di una sugge-stione artistica perché sicomprenda il senso del-la centralità per la no-stra fede di due iconecristiane: la Pasqua diCristo, l'evento cristia-no per antonomasia, e ilvolto di Cristo, la pro-

spettiva centrale di ogni ri-flessione della nostra fede.

Ci porta purificati versoquesto pensiero il Giubileodell'Apparizione che abbia-mo da poco concluso e checi ha lasciato quale preziosaeredità meditativa le paroledi Gesù sulla croce: "Donnaecco tuo figlio; ecco la tuaMadre".

Il Padre RettoreAlfonso Cracco

Nelle pagine successive il materiale documentale

esposto nella Mostra

Dal 10 aprile al 12 giugno nel Santuario

La mostra di fotografie e documenti“Passio Christi Passio Hominis – LaSindone, dono e mistero” rimane aper-ta dal 10 aprile al 12 giugno nella saladel chiostro di San Francesco. Giorni eorari di apertura: sabato e domenicadalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Negli altri giorni la visita è possibile surichiesta. La mostra è curata da Massimo Lelli eSaul Tambini in collaborazione conCollegamento pro Sindone testi diEmanuela Marinelli.

Una mostra sulla Sindone

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pag. 13I L L U S T R A T A

Passio Christi Passio Hominis

Il tessuto

Fotografia di Secondo Pia,1898

Fotografia di GiancarloDurante, 1997

Su uno dei lati lunghi della Sindone è stata scoperta una partico-lare cucitura che è identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del Isecolo d.C. rinvenute a Masada, un’altura vicina al Mar Morto (Israe-le).

Nel 1898 un avvocato, SecondoPia, eseguì la prima fotografia dellaSindone. Nel 1931 la Sindone vennefotografata di nuovo da Giuseppe En-rie, fotografo professionista. L’emo-zionante scoperta di questo negativoha rivelato con incredibile precisionela sembianze dell’Uomo della Sindo-ne. Iniziarono così gli studi e le ricer-che soprattutto medico-legali.

Negativo della lastra originale n. 4 delle fotografie di prova fatte da Secon-do Pia. Sotto il telo sindonico è ripreso pure il basamento costituito dall’altarema, mentre questo è in negativo fotografico, l’immagine sindonica appare in po-sitivo fotografico (come nessuno avrebbe immaginato), dimo-strando che la figura umana sul telo sindonico è inspiegabilmenteimpressa in negativo naturale.

Diversi ingrandimenti del telo sindonico: lino pregiato, tessuto amano con intreccio a spina di pesce.

Fotografia di Vernon Mil-ler,1978

Fotografia

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L’immagine

Positivo a colori del volto. L’immagine interessa le fibrille superficialidel tessuto; il sangue invece penetra da parte a parte.

Negativo frontale e dorsale. L’immagine ha una gamma dichiaroscuri proporzionati alle distanze corpo-telo: pertanto nonè spiegabile con il semplice contatto ma implica il meccanismo ditrasferimento a distanza. Secondo molti fisici potrebbe esserestata causata da un effetto foto radiante provocato dall’energiasprigionatasi del corpo di Cristo al momento della Risurrezione.

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Passio Christi Passio Hominis

Ricostruzione della flagellazione (G. Ricci). L’Uo-mo della Sindone fu flagellato da due carnefici roma-ni ricevendo circa 120 colpi di flagrum. Tale suppli-zio presso gli ebrei prevedeva, invece, un massimodi 39 colpi.

La flagellazione subìta dall’Uomo della Sindone interessa tutto il corpo. Normal-mente i condannati alla crocifissione non ricevevano un numero di colpi così esorbi-tante. Nessuna zona della parte dorsale dell’Uomo della Sindone è priva di ferite.

La flagellazione

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La coronazione di spine

Elaborazione al computer del volto sindonico.

Fra l’immagine frontalee quella dorsale si osservauno spazio senza improntaa causa di una piega dellenzuolo.

Ricostruzione della coronazione di spine a casco che sideduce dalla Sindone, in conformità alla mitra orientale, co-pricapo simbolo di regalità. Tale tortura non rientra in alcu-na procedura penale ma è un fatto unico e arbitrario, de-scritto solo nel vangelo.

Le spine usate sono lunghe e acuminate, come quelle cheancora oggi si possono trovare nei luoghi aridi.

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Passio Christi Passio Hominis

La crocifissione

Croc i f i s sosindonico, in le-gno di ulivo, ri-costruito da G.Ricci.

L’inchiodatura delle mani avvenivaa terra; poi il patibulum veniva issatosullo stipes, il palo verticale. Il chiodoveniva conficcato nel polso, dove sitrova un sostegno osseo sufficiente areggere il peso del corpo.

Anche i piedi sono sta-ti inchiodati insieme, l’unosovrapposto all’altro, di-rettamente alla croce.All’epoca di Gesù non siusava il poggiapiedi.

Nell’immagine delle ma-ni non si vedono i pollici, ri-piegati all’interno del palmoper la lesione del nervo me-diano provocato dai chiodi.

La lancia è penetrata nel quin-to spazio intercostale destro. Se-condo il parere di medici, la feritadel costato è rimasta beante per-ché inferta in un cadavere.

La ferita all’emitorace destrocorrisponde alla dimensione di uncolpo sferrato con una lancia ro-mana.

La morteIl sangue che sprizza dal-

la ferita presuppone, all’in-terno del torace, l’esistenzadi una raccolta ematica sot-to pressione, verosimilmen-te dovuta a un emopericar-dio. Subito dopo il sangue,esce il siero. La fuoriuscitadi sangue e siero separatiprova che l’uomo avvoltonel lenzuolo era già morto.

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Gesù crocifisso,come ci è mo-strato dalla Sin-

done, che raffigura l'immagi-ne di un Uomo prima sel-vaggiamente torturato e poiinchiodato su una croce; unCristo così non l'abbiamovisto ancora, quale riprodu-zione tridimensionale dellatraccia lasciata sul Santo Li-no di Torino dall'Uomo chevi era avvolto.

Nella Mostra di Motta diLivenza è appunto espostoun Gesù crocifisso dellastessa dimensione dell'im-pronta sindonica, prove-niente dal Seminario regio-nale di Assisi, ove di solito ècustodito, di cui i Vescovidell'Umbria hanno concessoin via straordinaria l'esposi-zione nel Santuario motten-se.

La dimensione naturaledel corpo di Gesù è di forteintensità. Vi sono tutti i se-gni della Sindone e della fisi-cità di Gesù (i lunghi capelli,la barba) e del suo martirio:le 120 ferite della flagellazio-ne; la maschera di sanguedella testa avvolta dalle spi-ne e del volto tumefatto dal-le percosse e dalle cadute; lalesione costale prodotta

dalla lancia del solda-to sul Cristo mortoche produsse la fuo-riuscita di sangue esiero; il terribile sfre-gamento del dorsocausato dal "patibu-lum" (cioè, l'asse oriz-zontale della croce),portato dal condan-nato sulla Via verso ilGolgota. Impressio-nante è l'inchioda-mento dei polsi (enon delle mani), uni-co modo per soste-nere il peso del cor-po, e dei piedi so-vrapposti, senza alcunsostegno.

La realizzazione diquesto Cristo postosu una croce di ulivo,di un'altezza com-plessiva di circa tremetri, corrispondeagli studi iniziati nel1977 sulla misteriosatridimensionalità pro-pria dell'impronta sin-donica, che nessun di-pinto o fotografia rie-sce a possedere.

L'opera, che co-stituisce una rarissi-ma ricostruzione dell'Uomodella sacra Sindone realizza-

ta da G. Ricci, è sormontatadall'iscrizione in ebraico,

greco e latino: "Gesù Naza-reno Re dei Giudei".

Dalla Sindone il corpo di Cristo

Domenica delle Palme, 17 aprile 2011, CaorleOre 15.30 Benedizione della Santa Croce del Santuario

della Madonna dei Miracoli davanti alla Chiesa della BeataVergine di Pompei, davanti al Porto dei pescatori, e Proces-sione con la Croce a spalla dei Cirenei verso il Duomo di San-to Stefano.

Mercoledì Santo, 20 aprile 2011, CaorleOre 10 Processione con la Santa Croce dal Duomo di

Santo Stefano al Porto dei pescatori Ore 11 Inizio Pellegrinaggio della Santa Croce sul fiume

Livenza con 14 Stazioni di preghiera: Caorle, Ca’ Corniani,

Ottava Presa, Ca’ Cottoni, La Salute di Livenza, San Giorgiodi Livenza, Boccafossa, Sant’Alò-S.Elena, Torre di Mosto-Bi-verone, Sant’Anastasio, San Stino di Livenza, Villanova di Mot-ta, Lorenzaga, Motta di Livenza.

Ore 18.30 Accoglienza della Santa Croce al porto fluvia-le di Motta di Livenza

Ore 19 Processione con la Santa Croce a spalle dei Cire-nei verso il Duomo di San Nicolò.

Venerdì Santo 22 aprile 2011, Motta di LivenzaOre 20.30 Via Crucis con la Santa Croce portata a spalle

dai Cirenei al Santuario della Madonna dei Miracoli.

SETTIMANA SANTA 2011Pellegrinaggio della Santa Croce da Caorle

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