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L’HOUSE ORGAN DI CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA Dagli scri di Padre Pio L’anteporre l’ule proprio a quello degli altri tende sempre e necessariamente alla roura di quel bel vincolo, qual è la carità; vincolo che deve sempre unire le anime crisane, essendo la carità, a dir di san Paolo, «vincolo di perfezione». (Epist. II, p. 221) www.operapadrepio.it BOLLETTINO PERIODICO D’INFORMAZIONE DELL’OPERA DI SAN PIO DA PIETRELCINA. SETTEMBRE/DICEMBRE 2009. NUMERO 13 Dall’Omelia del 21 seembre Carissimi, è la prima volta che ci incontria- mo. Sono passa appena due giorni dal mio arrivo a Manfredonia, dal mio insediamen- to sulla caedra di questa anca Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, e il mio cuore di vescovo è parcolarmente felice di questa occasione che mi da subito la possibilità di incontrare la grande famiglia di Casa Sollievo della Sofferenza. Quasi ad esprimere, anche esteriormente, che tra i miei primi pensieri e le mie prime sollecitu- dini ci siete voi, fratelli e sorelle carissimi. Voi che siete ospita o lavorate presso questa Casa, come medici, ricercatori, infermieri o nell’amministrazione, nell’organizzazione di tuo ciò che è necessario al funzionamen- to dell’Ospedale, o anche solo, non è poca cosa, manifestate nei suoi riguardi, ispira da San Pio, la vostra amicizia e la vostra premura. Mi rifaccio soprauo ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Un saluto par- colare a Sua Eccellenza monsignor Riccardo Ruotolo, già presidente di Casa Sollievo e qui presente questa sera. Al door Dome- nico Crupi, direore generale, che ringrazio assieme ai suoi collaboratori per aver orga- nizzato la mia visita questa mana a vari repar dell’Ospedale, e aver organizzato questa giornata. Un grazie parcolare an- che ai padri cappuccini, che ci ospitano in questo bel santuario, e ci fanno senre vivo il carisma di San Pio. Permeetemi di medi- tare qualche istante sul nome che Padre Pio ha voluto per questa sua istuzione. Questa Casa è per sempre legata all’idea del sollie- vo della sofferenza. Essa stessa è un grande tentavo, un enorme sforzo teso a rendere possibile questo sollievo della sofferenza. Sollievo. una parola che richiama l’idea del- la leggerezza, del sollevamento, dell’alzarsi. Che cos’è che ci solleva in un momento di sofferenza? Certo, innanzituo ciò che ci al- leggerisce è la fine della sofferenza. La pos- sibilità di lasciarci dietro le spalle ciò che la provoca: la malaa, le infermità, il dolore, le limitazioni che l’accompagnano. Quando tuo ciò termina, immediatamente ci sen- amo più leggeri, più capaci di ricominciare il nostro cammino, con il passo spedito e gli occhi al domani. A questo, volto tuo il lavoro, la professionalità, la scienza del per- sonale medico e paramedico dell’Ospedale Prima visita di Monsignor Michele Castoro STRASBURGO Una sentenza contro la Chiesa La sentenza dei sette giudici di Strasburgo ha trovato le critiche di quasi tutte le forze politiche italiane: si parla di una sentenza “anticlericale e contro il Papa” EDITORIALE CONTINUA A PAGINA 2

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L’HOUSE ORGAN DI CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA

Dagli scritti di Padre PioL’anteporre l’utile proprio a quello degli altri tende sempre e necessariamente alla rottura di quel bel vincolo, qual è la carità; vincolo che deve sempre

unire le anime cristiane, essendo la carità, a dir di san Paolo, «vincolo di perfezione».

(Epist. II, p. 221)

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BOLLETTINO PERIODICO D’INFORMAZIONE DELL’OPERA DI SAN PIO DA PIETRELCINA. SETTEMBRE/DICEMBRE 2009. NUMERO 13

Dall’Omelia del 21 settembreCarissimi, è la prima volta che ci incontria-mo. Sono passati appena due giorni dal mio arrivo a Manfredonia, dal mio insediamen-to sulla cattedra di questa antica Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, e il mio cuore di vescovo è particolarmente felice di questa occasione che mi da subito la possibilità di incontrare la grande famiglia di Casa Sollievo della Sofferenza. Quasi ad esprimere, anche esteriormente, che tra i miei primi pensieri e le mie prime sollecitu-dini ci siete voi, fratelli e sorelle carissimi. Voi che siete ospitati o lavorate presso questa Casa, come medici, ricercatori, infermieri o nell’amministrazione, nell’organizzazione di tutto ciò che è necessario al funzionamen-to dell’Ospedale, o anche solo, non è poca cosa, manifestate nei suoi riguardi, ispirati da San Pio, la vostra amicizia e la vostra premura. Mi rifaccio soprattutto ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Un saluto parti-colare a Sua Eccellenza monsignor Riccardo Ruotolo, già presidente di Casa Sollievo e qui presente questa sera. Al dottor Dome-nico Crupi, direttore generale, che ringrazio assieme ai suoi collaboratori per aver orga-nizzato la mia visita questa mattina a vari reparti dell’Ospedale, e aver organizzato questa giornata. Un grazie particolare an-che ai padri cappuccini, che ci ospitano in questo bel santuario, e ci fanno sentire vivo il carisma di San Pio. Permettetemi di medi-tare qualche istante sul nome che Padre Pio ha voluto per questa sua istituzione. Questa Casa è per sempre legata all’idea del sollie-vo della sofferenza. Essa stessa è un grande tentativo, un enorme sforzo teso a rendere possibile questo sollievo della sofferenza.Sollievo. una parola che richiama l’idea del-la leggerezza, del sollevamento, dell’alzarsi. Che cos’è che ci solleva in un momento di sofferenza? Certo, innanzitutto ciò che ci al-leggerisce è la fine della sofferenza. La pos-sibilità di lasciarci dietro le spalle ciò che la provoca: la malattia, le infermità, il dolore, le limitazioni che l’accompagnano. Quando tutto ciò termina, immediatamente ci sen-tiamo più leggeri, più capaci di ricominciare il nostro cammino, con il passo spedito e gli occhi al domani. A questo, volto tutto il lavoro, la professionalità, la scienza del per-sonale medico e paramedico dell’Ospedale

Prima visitadi Monsignor

Michele Castoro

StraSburgoUna sentenza contro la Chiesa

La sentenza dei sette giudici di Strasburgo ha

trovato le critiche di quasi tutte le

forze politiche italiane: si parla di una sentenza

“anticlericale e contro il Papa”

EDItorIaLE

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È una sentenza che angoscia e fa paura quella della Corte di Strasburgo secondo cui bisogna abolire i crocifissi dalle aule scolastiche poiché violerebbero la libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e confondereb-bero l’identità religiosa di chi invece non crede. I 7 giudici della Cedu si sono espressi all’unani-mità sulla questione sollevata da una cittadina veneta di origini finlandesi, Soile Lauti, che nel 2002 chiese all’Istituto frequentato dai suoi due figli di togliere il Crocifisso dalle aule. La direzione della scuola rispose che i crocifissi sarebbero restati al loro posto. Non si da per vinta la signora e di ricorso in ricorso si arriva ad oggi: la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione a Soile Lautsi riconoscendole anche un risarcimento per danni morali di 5 mila euro che il Governo italiano dovrà paga-re ma intanto replica: annunciato il ricorso alla Grande Corte. La sentenza dei sette giudici di Strasburgo ha trovato le critiche di quasi tutte le forze politiche italiane: si parla di una sen-tenza “anticlericale e contro il Papa”, che ci fa perdere l’identità e la dignità di cristiani. Il Vaticano parla di una sentenza “miope e sba-gliata”. Il portavoce Padre Federico Lombardi ha aggiunto: “Sembra che si voglia discono-scere il ruolo del cristianesimo nella formazio-ne dell’identità europea, che invece è stato e rimane essenziale. Stupisce – aggiunge - che

che si muove sempre nell’orizzonte di questo tentativo di sollievo fisico degli ammalati, per-chè al più presto la situazione di malattia abbia fine. Miei cari, ma questo, lo sappiamo bene tutti nella nostra comune esperienza umana, questo non basta. Perchè a sollevarci è an-che, e non si tratta di un aspetto secondario, la possibilità di non essere soli. Di vivere nella comunione e nell’amicizia tutta la nostra vita, con le sue luci e le sue ombre, l’infrangimen-to di ogni isolamento, il sentimento della vici-nanza e della condivisione. L’alleviamento del dolore deriva dalla consolazione che si trova nella carità degli altri. Carissimi fratelli e sorel-le, mi permetto di fare a me stesso, e a tutti voi, una domanda. Quando guardiamo le per-sone, guardiamo solo i loro limiti? Solo il loro passato? O sappiamo avere occhi che arrivano a scorgere la possibilità del futuro? Perchè c’è uno sguardo che appesantisce l’altro e lo con-danna. E uno sguardo che lo alleggerisce e lo salva. In un ospedale, questa domanda assu-

me un significato ancora più preciso. Quando un medico incontra lo sguardo di una persona ricoverata, che cosa vi scorge? Solo un amma-lato? Un portatore di una patologia? O peggio, la possibilità per lui di lavoro e di guadagno? O piuttosto una persona umana come lui? E que-sto vale anche per i sofferenti. Se i loro occhi sono capaci di rimanere aperti alla speranza e alla gioia di vivere, anche se è una gioia diffi-cile, abitata dal dolore e dal limite. E se sanno vedere nel personale, quello medico e parame-dico, altre persone come loro.Se il nostro sguardo arriverà a scorgere la bel-lezza e il valore di ogni persona, di noi stessi e degli altri, allora diventeremo capaci di gesti nuovi che aprano una strada all’amore e alla compassione, alla solidarietà e al coraggio.Concludo con una preghiera composta da Isac-co di Ninive, un grande santo vissuto nel VII secolo in Siria, dice così: Gesù Cristo, orto di misericordia manifestatosi a una generazione peccatrice, dammi tu altri occhi, altri orecchi

e un altro cuore, perchè io oda, veda e senta quelle cose da te custodite nella ri-velazione della tua gloria, per la stirpe dei cristiani, mediante una vista, un udito e una sensazione non comuni. Ecco, chiedia-mo insieme al Signore, in questa prima Eu-caristia celebrata insieme il dono di nuovi sensi, soprattutto di nuovi occhi.Se il nostro sguardo somiglierà a quello di Gesù, così come si è manifestato a Matteo il pubblicano, a lui il peccatore seduto al banco delle imposte, se sapremo avere anche noi occhi come quelli di Gesù, che hanno scelto il pubblicano e lo hanno costi-tuito apostolo del Vangelo, come abbiamo pregato nella colletta di questa santa Mes-sa, allora questo sguardo nuovo sempre sarà di sollievo a chi ci vive accanto, e, gli uni gli altri, sapremo aiutarci a vivere più sereni e nella speranza. È questo il mio au-gurio e la mia preghiera. Così sia.

† Michele Castoro

una Corte europea intervenga pesantemente in una materia molto profondamente legata alla identità storica, culturale, spirituale del popolo italiano”. “Un ragionamento viziato sul presupposto che il Crocifisso possa costringere ad una professione di fede, mentre esso è un simbolo passivo, che cioè non costringe in co-scienza nessuno’’, in questi termini si esprime l’editorialista di Avvenire, Giuseppe Dalla Torre. L’Italia è una nazione fondata sul Cristianesimo e, nella logica della sentenza di Strasburgo, do-vremmo togliere i crocifissi dai luoghi pubblici, una decisione a dir poco assurda e ridicola. Per fortuna c’è chi ha dato la sua risposta: in alcuni comuni del milanese sono pronti a multare chi non espone il Crocifisso in classe.

L’Italia è una nazione fondata sulCristianesimo e, nella logica della sentenza di Strasburgo, dovremmo togliere croci e crocifissi dai luoghi pubblici, una decisione a dir poco assurda e ridicola.

In basso, la Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo.

una sentenza contro la Chiesa

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Il 21 settembre, nell’ambito della Novena in preparazione del beato Transito di Padre Pio, è stata celebrata la Giornata della Sofferenza. Nella stessa giornata, il nuovo Arcivescovo Mi-chele Castoro ha visitato per la prima volta la Vicaria di San Giovanni Rotondo e la Casa Sol-lievo della Sofferenza e in serata ha presieduto una solenne concelebrazione nella chiesa di San Pio da Pietrelcina.In mattinata, unitamente ai dirigenti di Casa Sollievo l’arcivescovo ha visitato i Laboratori di ricerca e le due pediatrie del Poliambulato-rio “Giovanni Paolo II” e quindi alcuni reparti dell’Ospedale, concludendo la prima parte del-la giornata nella Sala convegni dell’Ospedale con i saluti del personale.Particolarmente toccante è stato l’incontro con i piccoli ospiti della Pediatria Oncologica. Per i bambini e i loro familiari la presenza dell’Arci-vescovo è stata motivo di conforto. Per ciascu-no di loro ha riservato una carezza e il dono di un sorriso.In Ospedale monsignor Castoro è stato ovun-

Il pomeriggio del 23 settembre, il cardinale Angelo Comastri, Vicario di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, ha presie-duto le celebrazioni di chiusura della festa liturgica di San Pio da Pietrelcina, ultimo giorno dell’ostensione del suo corpo alla ve-nerazione dei fedeli.Il cardinale dopo la solenne Eucarestia nella chiesa di San Pio, ha preso parte all’ultima tappa della processione con la statua del santo: dalla Casa Sollievo al Convento dei Cappuccini. Nella sua breve ma intensa vi-sita all’Ospedale si è fermato in preghiera nella Cappella del terzo piano accompagna-to dal cappellano fra’ Leonardo Triggiani e dai dirigenti di Casa Sollievo.

Il Cardinale Comastri aSan Giovanni Rotondo

que accolto con entusiasmo dai pazienti e dal personale amministrativo, sanitario e religioso, che hanno fatto ala lungo il suo percorso.

“Eccellenza, le do il più cordiale benvenuto a Casa Sollievo della Sofferenza, Centro di studi Intercontinentale, o come amava chiamarla il nostro Fondatore, Tempio di preghiera e di scienza”, con queste parole il Direttore genera-le Domenico Crupi lo ha accolto al suo arrivo in Sala convegni.Padre Pio diceva:“Questa opera se fosse solo sollievo dei corpi sarebbe solo costituzione di una clinica modello, fatta con i mezzi della vo-stra carità, straordinariamente generosa. Ma essa è stimolata e incalzata ad essere richiamo operante all’amore di Dio mediante il richiamo alla carità”.Le parole di Padre Pio che di sovente usiamo – ha ripreso il dottor Crupi - sono il nostro punto di riferimento costante: la frase è un richiamo alla carità, alla fraternità e all’amore e in quan-to tale ci porta inevitabilmente sulla scia del

magistero di Sua Santità Benedetto XVI, magi-stero che ci conduce alla Verità.Mi rivolgo a Lei caro Vescovo a nome di tutti, esprimendo quelle che sono le perplessità e i dubbi di quanti, chiamati ad operare e prestare servizio nella Casa Sollievo, si chiedono costan-temente quali siano i compiti e gli obblighi a cui siamo eticamente obbligati ad adempiere.Lo chiediamo a Lei affinché ci guidi e ci aiuti a rispondere tutte le volte che ci chiediamo se, chiamati ad operare qui, lo facciamo seguendo le orme di San Pio da Pietrelcina; il messaggio del nostro Fondatore è quello di portare al let-to dell’ammalato l’amore unito alla scienza, poiché l’una e conditio sine qua non dell’altra.Eccellenza, come messaggio di benvenuto io le chiedo di aiutarci a non mostrare indifferenza dinanzi al “processo di secolarizzazione che continua a erodere la tradizione cristiana” e va

La giornata della Sofferenza Monsignor Castoro visita la Casa Sollievo

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delineandosi sempre più anche nei paesi dove era forte la tradizione cristiana, come il nostro.Nel ribadirle ubbidienza al Suo magistero e a quello della Chiesa, mi rivolgo ancora a nome di tutti: Le affermiamo la nostra voglia di essere testimoni della sintesi perfetta rappresentata dalla visione di San Pio, sintesi della visione an-tropologica cristiana nella quale l’uomo, l’am-malato è corpo, mente, spirito. A noi è affidata la cura dell’insieme e non ci sottrarremo a tale impegno”.

Dopo il saluto del Direttore generale, Lucia Mi-glionico, medico della Pediatria Oncologica e presidente AMCI ha parlato in rappresentanza del personale sanitario.“La ringraziamo - ha detto - anche a nome dei genitori dei bambini che oggi sono stati l’ogget-to delle vostre preghiere. Lei ha spesso sottoli-neato di venire tra noi come vescovo “in nomi-ne Jesu”. Nello stesso modo, la accogliamo oggi in questa Casa. Il Santo Padre, nella recente vi-

sita a San Pio, ha chiamato coloro che servono questa Opera terrena di Dio “riserve d’amore che tanto più sarà abbandonate in uno, tanto più si comunicherà agli altri”. Riserve d’amore - ha aggiunto la dottoressa Miglionico - al servi-zio dell’ammalato. Il Santo Padre ci ha ricordato ancora di come siano sempre presenti i rischi dell’attivismo e della secolarizzazione che si ri-

schia di trascurare la cosa che è più importante qui, in questa Casa: la centralità dell’ammalato e della sua sofferenza. Per questo noi le rin-noviamo l’invito di pregare per questa Casa e per quanti ci lavorano, preghi per gli ammalati affinché sorretti dalla forza di Cristo, sappiano affrontare il calvario della sofferenza”.

Padre Marciano Morra, Segretario generale dei Gruppi di Preghiera, ha voluto rivolgere il suo saluto all’Arcivescovo: “Benvenuto in questa terra benedetta. Terra benedetta per la protezione di San Michele Arcangelo, terra visitata e attraversata da San Francesco, da San Camillo de’ Lellis e dalla presenza viva di San Pio da Pietrelcina”. Ha quindi ripreso: “Questa è una Terra di santi, di pellegrinaggi, di quanti arrivavano sul Gargano per raggiungere Monte Sant’Angelo ed ottenere il perdono dei peccati e l’incontro con Dio. Benvenuto dunque in que-sta Casa che Padre Pio chiamava la pupilla dei suoi occhi”.

Creatura dellaProvvidenza, tempiodi preghiera e discienza dove il genere umano si ritrova inCristo crocefisso come un solo gregge con un solo pastore.

Monsignor Castoro con la dirigenza amministrativa e sanitaria dell’ospedale.

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Il 29 ottobre si è chiusa la due giorni del Consi-glio Generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, il primo sotto la guida del nuovo Direttore Generale, l’arcivescovo Michele Castoro.Un appuntamento che ha visto la presenza e l’attiva partecipazione dei delegati regionali e nazionali dei Gruppi ma anche dei rappresen-tanti istituzionali dell’Opera di San Pio, in parti-colare del vice presidente e direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza, Domenico Crupi. “Padre Pio – ha detto monsignor Castoro all’omelia della messa nella Cripta del santo – pensando alla realizzazione di Casa Sollievo in-dividuò anche il modo di sostenerla: quello dei Gruppi di preghiera, che egli definì posizioni avanzate di questa Cittadella della carità, vivai di fede e focolai d’amore”.Un fermento e una presenza attiva nella Chiesa confermata dalle testimonianze di quanti sono stati chiamati a rappresentare nell’ambito del Consiglio i 3.400 gruppi (650 all’estero) attivi nella varie parti del mondo. I lavori congressua-li sono stati moderati e condotti da padre Mar-ciano Morra, segretario generale dei Gruppi di Padre Pio, relatore delle proposte di modifica allo Statuto dei Gruppi di preghiera.Tutte le indicazioni sono state raccolte in una tavola sinottica e quindi approfondite. Le risul-tanze della discussione sono state poi affidate ad un gruppo di lavoro che entro il prossimo

Consiglio generaledei gruppi diPreghiera

mese di gennaio presenterà all’arcivescovo Ca-storo la bozza del nuovo regolamento.Nella seconda giornata dei lavori il dottor Crupi ha presentato in anteprima un documentario sul futuro sviluppo dell’ospedale, così come in-dicato dal consiglio di amministrazione uscente della Casa Sollievo. Prima di darsi l’appunta-mento al 5 maggio del 2010, data di convoca-zione del nuovo Consiglio generale, sono state definite le date più significative: Bologna, 25 aprile, raduno regionale dei Gruppi di preghie-ra dell’Emilia Romagna; Loreto, primo maggio, raduno dei gruppi dell’Italia Centrale; Cagliari, 2 giugno, raduno dei gruppi della Sardegna; Ca-ravaggio, ultima domenica di settembre, per i gruppi del Nord Italia; Pompei, a metà ottobre del 2010, per i gruppi dell’Italia Meridionale. Il Convegno nazionale dei direttori spirituali e dei responsabili laici dei Gruppi di Padre Pio e dei delegati nazionali esteri si terrà a San Gio-vanni Rotondo nei primi tre giorni di luglio.“Solo in Cielo – ha ricordato monsignor Casto-ro riprendendo le parole di Giovanni Paolo II – potremo sapere quanto la Casa Sollievo sia debitrice alle insistenti preghiere di Padre Pio e di altri innumerevoli fedeli”. Il Papa – ha com-mentato l’arcivescovo – si riferiva al Gruppi di Preghiera.

Dal 29 agosto al 1° settembre: quattro i giorni per festeggiare ed omaggiare Padre Pio a ricordo del centenario della sua visita al santuario della Madonna di Carpignano, convento che sorge nel cuore dell’Irpinia, a pochi chilometri dalla città di Grottami-narda. Padre Marciano Morra, segretario generale dei Gruppi di Preghiera ha preso parte ai festeggiamenti ed ha celebrato la Messa lunedì 31 agosto.

Padre Pioa Carpignano

Padre Pio pensando alla realizzazione di Casa Sollievoindividuò anche il modo di sostenerla.

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Il 1° ottobre nella sala convegni dell’Ospedale è stato stipulato l’accordo di collaborazione tra la Casa Sollievo e la Chatolic Healtcare Inter-national, un’associazione no-profit degli USA, sottoscritto dal Direttore Generale della Casa Domenico Crupi e dal Presidente della CHI Jere Palazzolo alla presenza di monsignor Ray-mond Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. La principale moti-vazione alla base della collaborazione è stata un’indagine condotta da una studiosa ameri-cana Nicole Shirilla, che ha confermato la tesi sostenuta da Padre Pio secondo cui valgono poco le medicine somministrate se al letto del malato non viene portato l’amore. Con la sotto-scrizione del protocollo verrà istituito un team collaborativo in grado di formulare le direttive al fine di implementare lo sviluppo di ospedali nel mondo che si ispirino al modello Casa Sol-lievo. “L’Ospedale di Padre Pio - scriveva il dot-tor Guglielmo Sanguinetti, uno dei fondatori dell’Opera di San Pio - dovrà essere dovunque il primo anello di una grande catena, dovrà essere il modello di tante altre, innumerevoli Case, con lo stesso nome e soprattutto con lo stesso spirito, che dovranno riportare l’Amore a tutta l’umanità. Un programma che farebbe

tremare, se non fosse ispirato da Dio stesso che è soprattutto Amore!”. Una visione lungimiran-te che oggi comincia a concretizzarsi con la fir-ma del protocollo d’intesa. In mattinata, il ve-scovo Burke aveva presieduto l’Eucaristia nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Nell’omelia si è riferito più volte all’accordo che si andava a sottoscrivere: “Grazie alla Provvidenza Divina - ha detto - la nostra celebrazione di un nuovo accordo di collaborazione per la cura degli am-malati avviene in questa festa liturgica di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Sacro Volto. San Pio dall’unione del suo cuore con il Cuore ferito di Gesù, trasse l’ispirazione e la forza per fon-dare la Casa Sollievo della Sofferenza, che lui chiamò anche “La Cattedrale della Carità”. “La grande intuizione di Padre Pio è stata quel-la di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera”: case per il sollievo della sofferenza - ha detto il vescovo americano riportando una frase di Giovanni Paolo II - sono urgenti in una cultura che sem-pre più vede i bisognosi, i deboli e gli ammalati come un peso per la società e che pretende di agire contro la vita umana, in grave violazione della legge morale, animata esclusivamente dalla ricerca di situazioni più comode e meno impegnative”.

Casa Sollievo e Chatolic Healtcare Internationalaccordo di collaborazione

Sedici delegazioni di ambasciatori prove-nienti da tutto il mondo e accreditate presso la Santa Sede il 27 settembre hanno visitato i luoghi di Padre Pio accompagnate da due rappresentanti del Vaticano, mons. Giusep-pe Liberto Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina e dal Gentiluomo di Sua Santità il dottor Luigi Pilloni. Il viaggio è stato organizzato dal presidente dell’asso-ciazione culturale “Scoprendo l’Italia”, Sal-vador Miguel Porcaro, che ha sottolineato come questa meta rientri in un più ampio percorso spirituale e che “la figura di San Pio è l’emblema di una cristianità popolare capace di rivolgersi alla gente con semplici-tà ed umiltà”. Dopo essere stati accolti dal sindaco di San Giovanni Rotondo Gennaro Giuliani e dal Presidente della Provincia di Foggia Antonio Pepe, gli ambasciatori hanno ricevuto il sa-luto dell’arcivescovo Michele Castoro che li ha guidati per una visita alla nuova chiesa di San Pio.Gli ambasciatori si sono poi ritro-vati nel santuario del Convento, dove mon-signor Castoro ha presieduto una solenne Eucarestia per i 50 anni di consacrazione della chiesa Santa Maria delle Grazie e per gli 800 anni dell’approvazione della Regola di San Francesco d’Assisi. Dopo la funzione religiosa ogni ambasciatore ha acceso un lume che ha posto davanti l’immagine della Madonna delle Grazie, invocando l’interces-sione di San Pio da Pietrelcina per la Pace, la Fratellanza, il Dialogo e la Solidarietà tra i popoli del mondo. Prima di riprendere il viaggio di rientro le sedici delegazioni di ambasciatori hanno visitato la Casa Sollie-vo, accompagnati da una rappresentanza dell’Ospedale di Padre Pio.

Gli Ambasciatori dellaSanta Sede visitanoCasa Sollievo

Alcuni momenti della sottoscrizione dell’accordo di collaborazione tra CSS e CHI.

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Lo scorso 18 novembre, monsignor Michele Castoro ha presieduta nella Cappella Maggiore dell’Ospedale una Eucarestia in suffragio dei dipendenti, dei benefattori e degli amici della Casa Sollievo della Sofferenza che il Signore ha chiamato a sé nel corso degli anni. Con l’arcivescovo hanno concelebrato il vescovo e presidente emerito di Casa Sollievo monsignor Riccardo Ruotolo e i Padri Cappellani, presenti malati e personale dell’Ospedale.“Ci piacerebbe nominarli ad uno ad uno” ha detto l’arcivescovo invitando i presenti a pregare per le anime dei defunti “ma ci basta la consolante certezza che, come disse un giorno Gesù, i loro nomi sono scritti nei cieli”.Dopo una riflessione sulla lettura del giorno, monsignor Castoro si è fermato sul mistero della morte e sul senso della vita e di “come noi tutti abbiamo bisogno di pensare in maniera meno evasiva alla morte, come ad una tappa non estirpabile dall’orizzonte concreto della vita di ciascuno”.Ed ha poi aggiunto: “E voi che vivete nell’ambiente ospedaliero siete a contatto quotidiano con la fragilità del corpo umano, con la limitatezza connessa alla vita. E’ una opportunità per imparare a vivere davvero”.Al termine della Messa, dopo l’indirizzo di saluto di monsignor Ruotolo, il dottor Crupi ha consegnato in dono all’arcivescovo Castoro una croce preziosamente la-vorata quale dono di tutto il personale di Casa Sollievo.

Messa in onoredei benefattori defunti

Indossava una croce al collo: volevano licen-ziarla. È successo a un’infermiera di Londra in servizio all’Ospedale Royal Devon and Exeter. I responsabili della struttura ospedaliera aveva-no già avvertito la signora Chaplin che “per mo-tivi di sicurezza” avrebbe dovuto fare a meno di portare al collo una catenina d’argento con un ciondolo a forma di croce. La negligenza dell’in-fermiera ha fatto scattare, da parte del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, un’azione disciplinare. In precedenza la stessa era già sta-ta avvertita che se non avesse tolto la collana sarebbe stata licenziata, in alternativa avrebbe potuto tenere la croce al collo ma rinunciare al mestiere di infermiera. La signora, pur se a ma-lincuore, ha dovuto accettare il reinserimento in ambito amministrativo: ha smesso di fare l’infermiera ma non ha tolto la croce al collo, simbolo del cristianesimo e della fede, un og-getto a cui, come la stessa ha dichiarato, tiene particolarmente in quanto “la fede cristiana”, ha detto “è ciò che mi spinge a prendermi cura degli altri”. Pur accettando un nuovo mestiere sotto costrizione, l’ex-infermiera non si dà per vinta, si sente discriminata per la sua apparte-nenza alla religione cristiana e con il suo avvo-cato ha intrapreso un’azione presso il Tribunale

del Lavoro. Avevamo già trattato casi simili di discriminazione per appartenenza alla religio-ne cristiana, ma perché situazioni analoghe si riscontrano, nella maggior parte dei casi in Gran Bretagna? Qual è il filo rosso che lega tali episodi? Il punto di partenza è la denun-cia dell’Arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico e Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite secondo cui la religione cristiana è la più perseguitata. Ha dichiarato infatti che “più di duecentomilioni di cristiani vengono discriminati per la religio-ne”. Padre John Flynn, in un suo articolo pub-blicato sul web traccerà sinteticamente quella che è oggi la situazione che si presenta in Gran Bretagna rispetto alla religione. Scriverà infatti: “il declino del Cristianesimo e dei valori morali in generale ha raggiunto nuovi record in Gran Bretagna. Mentre il calo nel numero dei fedeli è questione nota da tempo, giungono ora da ogni ambito segnali di avvertimento sulla situa-zione generale”. Altro avvertimento arriva dal Vescovo anglica-no Paul Richardson secondo cui “la Gran Bre-tagna ha smesso di essere una Nazione cristia-na”, ed ha parlato anche di momento critico per la fede.

Infermiera ingleserischia il

licenziamentoper la sua

croce al collo

Il Cardinale Agostino Vallini ha emanato l’editto per la beatificazione dei coniugi Licia Gualandris Manelli, laica, madre di famiglia e figlia spirituale di Padre Pio e del suo con-sorte, Settimio Manelli, laico e padre di fa-miglia. La serva e il servo di Dio, aderendo pienamente alla vocazione del Signore che li chiamava alla vita coniugale e di genitori avendo formato una ricca famiglia, soste-nuti dalla fraterna amicizia con il nostro santo Pio da Pietrelcina che li definì “Poveri Martiri” nella loro esistenza terrena, hanno incarnato il Vangelo di Cristo nella manie-ra più seria e completa, divenendo esempi di luminosità cristiana attraverso il compi-mento dei doveri cristiani e familiari.

Emanatol’editto per labeatificazione

dei coniugiManelli

Avventuriero, amante della bella vita, geniale, Emanuele

Brunatto era passato dal lusso alla miseria tanto da

ridursi lui e la sua donna col dare spettacolo in un

caffè concerto. Richiamato, nell’estate del 1919, a San

Giovanni Rotondo dalla fama di santità del cappuccino

stimmatizzato, restò da lui fulminato e decise di cambia-

re vita. “U’ poliziotto”, come lo chiamava affabilmente

Padre Pio, diventerà presto il suo più strenuo difensore

e uno dei più generosi bene-fattori della costruenda Casa

Sollievo della Sofferenza.

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Nei suoi saluti ai fedeli al termine dell’Udienza generale di mercoledì 23 settembre, festa di San Pio, Benedetto XVI non ha mancato un suo pensie-ro per il nostro santo.“La testimonianza di fede e di carità che animò San Pio da Pietrelcina, di cui oggi facciamo memoria, incoraggi voi, cari giovani, a progettare il vostro fu-turo come un generoso servizio a Dio e al prossimo”, ha auspicato il Papa. Allo stesso modo, ha chiesto che il Santo aiuti i malati “a sperimentare nella sofferenza il sostegno e il conforto di Cristo crocifisso” e solleciti gli sposi novelli “a conservare nella vostra famiglia una costante attenzione ai poveri”. “L’esempio di questo Santo, tanto popolare, sia infine per i sacerdoti - in questo Anno sacerdotale - e per tutti i cristiani un invito a confidare sempre nella bontà di Dio”, ha aggiunto.Per questo, ha esortato i fedeli ad accostarsi e a celebrare con fiducia “il Sacramento della Riconciliazione, di cui il Santo del Gargano, instancabile dispen-satore della misericordia divina, fu assiduo e fedele ministro”.E di Padre Pio e del Sacramento della Riconciliazione ha parlato ancora il Papa all’Udienza generale del 2 dicembre. Lo ha fatto ricordando il 25.mo anni-versario di promulgazione dell’Esortazione Apostolica Reconciliatio et paenitentia, pubblicata da Giovanni Paolo II il 2 dicembre del 1984, un documento - ha detto il Pontefice - che richiama l’attenzione sull’importanza del sacramento della penitenza nella vita della Chiesa. E a questo proposito ha presen-tato ai fedeli alcuni degli “apostoli del confessionale”, da San Giovanni Maria Vianney a San Pio da Pietrelcina. “L’esempio di questi Santi – ha concluso il Papa - assidui e fedeli ministri del perdono divino, sia infine per i sacerdoti - specialmente in questo Anno sacerdotale - e per tutti i cristiani un invito a confidare sempre nella bontà di Dio, accostandosi e celebrando con fiducia il Sacramento della Riconciliazione”.

benedetto XVIsu Padre Pio“apostolo delconfessionale”

Nella mattinata di giovedì 17 dicembre, nella Sala Convegni dell’Ospedale i dipendenti della prima ora di Casa Sollievo saranno i protagonisti di un

incontro voluto dal Direttore generale, Domenico Crupi. Un’occasione per rivivere insieme le esperienze e le testimonianze di quanti allora si sono posti

al servizio della nascente Opera di Padre Pio. Attraverso questo giornalevorremmo raggiungere ed invitare tutti coloro che negli anni Cinquanta

hanno dato inizio all’Ospedale come operaimuratori, falegnami, cavamonti, impiegati…

giornata di ringraziamento per i primi operai della Casa Sollievo

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Nel corso della IX edizione del Premio inter-nazionale ‘’Padre Pio da Pietrelcina’’, che si è svolto lunedì 23 novembre nella cornice del Tempio di San Luca Evangelista in Casapulla (Caserta), sono state consegnati riconoscimen-ti a personalità del mondo del cinema, della televisione, della cultura e dello sport. La Fra-ternità cappuccina era rappresentata da alcuni confratelli di Padre Pio della Provincia mona-stica Sant’Anna e Padre Pio di Foggia. La sera-

Il Premio Padre Pioda Pietrelcina

ta è stata presentata dai giornalisti RAI Maria Concetta Mattei e Attilio Romita, presenti il vescovo Bruno Schettino e numerose autorità civili e militari. Il comitato organizzatore, presieduto da mon-signor Filippo Melone, ha premiato: Al Bano, che ha cantato in anteprima un brano del al-bum “Sui passi di Padre Pio”; lo sportivo Nino Benvenuti; il giornalista Piero Badaloni di Rai International; l’attore di teatro Andrea Roncato (ha recitato una sua commovente poesia dedi-cata al figlio mai nato per un aborto); Mickey ed Eleonora Cadeddu, in arte Ciccio e Annuccia di “Un medico in famiglia”; e l’attore cinema-tografico Maurizio Mattioli.“Padre Pio da Pietrelcina, un umile e povero frate ha tanto amato gli uomini da immolarsi per loro sull’altare dell’Amore”, spiega monsi-gnor Melone. “Per fare qualcosa di concreto e rendere omaggio a questo gigante di santità abbiamo voluto istituire un Premio, o meglio un invito, da offrire a tutti gli uomini di buona volontà che si sono prodigati, per professiona-lità e spirito di iniziativa, a dare un po’ di calore al prossimo”.

Il Tempio di San Luca Evangelista in Casapulla (Caserta).

Monsignor Filippo Melone.

Padre Marciano Morra con Mickey Cadedduin arte Ciccio di “Un Medico in Famiglia”.

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Il Campione Olimpico di velocità africano, MATHIEU GNANLIGO FOUSSENI, il 20 settembre 2009 ha acceso la Fiaccola di Lolek nelle Grotte Vaticane, sul Sepolcro del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per promuovere la Pace e l’incontro tra i popoli e le religioni, alla ricerca dei veri valori della vita. Questa Luce di Pace, dopo aver percorso 397 km, è arrivata il 22 settembre a San Giovanni Rotondo ai piedi di Padre Pio, prima della chiusura dell’Urna del Santo, accompagnata da una bimba di 10 giorni come segno di spe-ranza.

La Fiaccola di Lolek

Una mostra dedicata interamente agli eremi di Pulsano, località a pochi chilometri da Monte Sant’Angelo, si è tenuta il 13 ottobre a Palazzo Dogana. L’autore delle foto Angelo Torre, ha te-nuto una conferenza stampa di presentazione della mostra alla quale, tra tanti, era presente anche padre Fedele Mancini, Priore dell’Abba-zia Santa Maria di Pulsano, luogo attorno al quale si ergono gli eremi, frequentati per secoli da una piccola comunità di monaci eremiti.La valle degli eremi di Pulsano, Sito d’impor-tanza Comunitaria dal 2000, è oggi protetto dal Parco Nazionale del Gargano.Gli eremi sono stati per molto tempo luoghi di difficile accesso: oggi, dopo anni di abbandono, gli stessi sono stati resi accessibili e fruibili agli utenti che vorranno ammirarli attraverso dei percorsi attrezzati.La mostra fotografica di Angelo Torre è stata presentata anche in occasione della ‘Borsa del turismo religioso e delle aree protette’ (Aurea): la più importante manifestazione legata al turi-

smo religioso.Sotto l’egida della CEI - Ufficio Pastorale del Tu-rismo e del Tempo Libero e del Pontificio Con-siglio della Cultura - con la collaborazione del Segretariato Pellegrinaggi Italiani e altri enti territoriali, la BTR che si terrà a Foggia dal 26 al 28 novembre, nella presentazione dell’edi-zione 2009 che si è tenuta a Roma ha cercato di porre in evidenza l’interesse che si esprime nel mondo verso l’arte e la cultura che fanno da volano allo sviluppo di un turismo pregno di contenuti, come ha sottolineato Vittorio Rinal-di, presidente di Spazioeventi, società organiz-zatrice di Aurea.Don Mario Lusek, Direttore Nazionale CEI per la Pastorale del Turismo ha voluto invece ricor-dare come “la tradizione millenaria del pelle-grinaggio di fede si rinnova continuamente, fa propri gli strumenti di comunicazione e traspor-ti moderni, trasformando l’antico pellegrino in viandante di fede, rispettoso dell’ambiente che è esso stesso sacro, valore universale di vita”.

una mostra sugli eremi di Pulsano

Padre Andrea D’Ascanio fondò nel 1973 l’Armata Bianca, associazione che ha come scopo la cura spirituale dei bambini, la loro consacrazione alla Madonna sull’esempio dei tre pastorelli di Fatima e la formazione dei Nidi di Preghiera. Lo stesso Padre Pio, ispirandosi alla frase di Gesù “lasciate che i pargoli vengano a me”, desiderava formare i Nidi di Preghiera di bambini da affiancare ai nascenti Gruppi di Preghiera, così come scri-veva nei primi numeri della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza” il dottor Gugliel-mo Sanguinetti. Negli anni ‘60 il servo di Dio padre Pio Delle Piane (il Frate da Pietrelcina lo aveva soprannominato “Padre Pio delle vette”) con l’appoggio della marchesa Degli Oddi organizzò gruppi di bambini che reci-tavano il rosario nella chiesa del Convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo.Un progetto poi portato avanti da padre An-drea D’Ascanio a cui padre Pio Delle Piane aveva espresso il bisogno e l’urgenza di cre-are i Nidi di Preghiera.

I Nidi diPreghiera

di Padre Pio

L’Abbazia di Santa Maria di Pulsano.

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È morta con Padre PioSe n’è andata da vera artista, con un colpo di scena. Convocando al suo capezzale - come quando chiamava gli amici nella sua casa sui Navigli e li riceveva a letto - l’ultima persona che ha voluto co-noscere in vita, un frate cappuccino. Lo ha scelto oculatamente e oculatamente lo ha convocato. «Non ci eravamo mai incontrati - racconta adesso padre Gianluigi Pasquale, frate a Venezia, docente di Teologia fondamentale alla Lateranense di Roma –, ma in agosto lei chiese di conoscermi, dopo aver letto i miei volumi su Padre Pio: aveva scritto un libro di poesie sul santo e voleva la mia prefazione. Io ero molto impegnato e dovetti rimandare l’invito, ma Alda Meri-ni mi rispose sicura: ‘Lei verrà certamente da me’. Poi più nulla fino al 28 ottobre...».

È quel giorno, infatti, che padre Pasquale riceve una chiamata da Giuliano Grittini, fotografo personale e amico della poetessa: «La Merini la vuole assolutamente vedere il primo novembre, giorno di Ognissanti». Un appuntamento preciso, di fronte al quale il frate, spesso in viaggio tra Italia ed estero e poco incline a improvvisa-zioni, ‘sente’ di non potersi sottrarre: «Ho immediatamente fatto il biglietto elettronico del treno. Non mi riconoscevo neppure io». Quando arriva a Milano sono le 10 del mattino del primo novem-bre, l’ultimo giorno che Alda Merini trascorrerà su questa terra, ma lui non lo sa. In realtà non sa nemmeno che la poetessa sta male ed è ricoverata. «Credevo di andare a casa sua, invece Grillini mi porta all’ospedale San Paolo», racconta ancora profondamente commosso. Entrato nella camera della Merini, che appare serena, è colpito subito dal gran numero di oggetti religiosi che la circon-dano, dalle bruciature di sigaretta un po’ ovunque, e dalla richiesta che la Merini fa all’infermiera: vuole lo smalto rosso sulle unghie. «Dentro di me ho sorriso e mi sono detto che quella grande donna era una vera esteta, anche nella malattia».

Il frate si presenta e la Merini, sotto la maschera dell’ossigeno, ri-pete due volte «Ah sì, Padre Pio, Padre Pio», poi fa cenno di restare sola con lui e riceve i sacramenti. Quello che la poetessa e il padre francescano si sono detti resterà per sempre tra loro. «Dopo ab-biamo recitato insieme l’Ave Maria e le ho fatto un segno di croce sulla fronte con il dito. Infine le ho dato un buffetto sulla guancia: solo allora ha fatto un grande sorriso, limpido, da fanciulla. Infine mi ha indicato il comodino, dove c’era la reliquia di Padre Pio che conservava fin dall’infanzia, gliel’ho messa sul palmo e lei ha chiuso dolcemente la mano... Pensavo che sarebbe vissuta ancora parec-chio». È in treno sulla via per Venezia quando, alle 17, gli telefona-no la notizia, Alda Merini è morta. «È allora che ho capito – spiega turbato e contento –, col pretesto della prefazione al libro mi aveva ingiunto di essere lì il primo novembre e non oltre. Sapeva quello che tutti noi ignoravamo. L’eredità che mi porterò sempre dentro sono quegli occhi verdi con cui mi ha parlato molto più che con le parole».

Dal quotidiano l’Avvenire del 3 novembre 2009di Lucia Bellaspiga

Infine le ho dato un buffetto sullaguancia: solo allora ha fattoun grande sorriso, limpido,da fanciulla. Infine mi ha indicatoil comodino, dove c’erala reliquia di Padre Pio checonservava fin dall’infanzia...

aldaMerini

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Il 12 settembre a Bari è stato presentato il pro-getto CUSTOS, “Sulle ali dell’Angelo dal Gar-gano all’Europa”, nato nell’Università di Bari per sperimentare le moderne tecniche digitali multimediali e facilitare la conoscenza del ric-co patrimonio culturale e storico del Gargano che grazie alla presenza del santuario di San Michele Arcangelo, in epoca medievale ha con-tribuito a diffondere la conoscenza del nostro territorio in ambito internazionale. Il santuario garganico è il primo e storicamente più impor-tante di una lunga teoria di santuari dislocati tra la Daunia, la Terra di Bari e il Salento, lungo le vie che attraversavano la Puglia e convoglia-vano i pellegrini verso la Terrasanta, grazie ad una funzionale rete portuale (Bari, Brindisi, Barletta,Otranto, Taranto).Utilizzando tecnologie multimediali, il progetto CUSTOS, (richiama la funzione di Custode), illu-stra una pagina interessante della storia della Puglia in una prospettiva educazionale e for-mativa che faciliti l’apprendimento della storia plurisecolare e delle tradizioni. Il progetto rea-lizzato con l’Ateneo di Bari e con la collabora-zione di altre Università ha consentito la costi-tuzione di una rete di enti pubblici e privati che hanno operato come elementi per una filiera produttiva di alto profilo. Recentemente la città

di Monte Sant’Angelo dove si trova il Santuario di San Michele Arcangelo ha presentato la can-didatura per essere inclusa nella lista dei luoghi e dei centri dichiarati patrimonio dell’Unesco.San Michele, venerato anche da giudeo-cri-stiani, pagani e gnostici, diede vita in Puglia a un culto molto fiorente verso la metà del VII secolo che attirò i Longobardi di Benevento che ne fecero il loro santo nazionale. Durante il medioevo continuarono a salire sul gargano flotte di pellegrini, internazionalizzando il San-to e il posto.Nel 708 il vescovo di Avranches in Normandia, inviò sul Gargano alcuni monaci per vedere com’era fatto il santuario. Gli emissari normanni si recarono in pellegri-naggio e portarono via frammenti di pietra e un lembo del mantello rosso che lo stesso Ar-cangelo aveva lasciato secondo la tradizione. Questo episodio costituisce l’atto ufficiale della nascita del famoso santuario di Mont Saint-Michel che compie 1300 anni: la ricorrenza è stata onorata con una serie di iniziative scien-tifiche e culturali, come il progetto CUSTOS, che hanno visti impegnati studiosi francesi ed italiani. Sul finire del X secolo sul monte Pirchi-riano all’imbocco della Val di Susa fu costruito un altro santuario dedicato all’Angelo, noto con

Progetto CuStoS:“Sulle ali dell’angelo dal gargano all’Europa”

il nome di Sacra. Viene presentato come il ter-zo luogo di culto che l’Angelo scelse per sé in Occidente.

Nella foto grande in altoMont Saint-Michel, Normandia (Francia).

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Sono passati lentamente 783 anni dalla sua morte e il suo ricordo è vivo e fresco nel no-stro cuore, come se l’avessimo visto con i nostri occhi, come se avessimo ascoltato con i nostri orecchi il suono della sua voce, come se avessi-mo baciato il lembo del suo santo abito. Assisi è ancora frequentata, come San Giovanni Ro-tondo. Il bravo frate Masseo potrebbe ancora scuotere il capo e chiedergli: “Ma perché tanti

vengono a te?”. Il fatto è che si diventa ciò che si ama. Francesco amava il Crocifisso e di-venne anche lui crocifisso. Aveva appena finito di chiedere al Crocifisso di San Damiano di fargli sentire nel corpo un po’ del dolore della sua acerbissima passione e nella sua anima un po’ di quell’ardore che l’aveva sostenuto in tanta passione, quando vide un Personaggio misterioso venirgli incontro. E quando detto Personaggio scomparve, si avvide di essere an-che lui crocifisso. Quelle piaghe le portò sino alla morte, per due anni, nella tomba. Ma chi è Francesco di Assisi? E’ l’uomo dei paradossi: amava vestire bene e indossò un sacco per vestito; amava banchet-tare lautamente e andò di porta in porta a chiedere l’elemosina; aveva in orrore i lebbrosi e finì con il baciare loro la mano. Lo scriverà nel suo testamento spirituale: “Quanto mi pareva amaro vedere i lebbrosi! Ma il Signore mi convertì quell’amarezza in dolcezza di anima e di corpo”. E’ l’uomo del pianto: pianse per l’Amore non amato, per il Crocifisso oltraggiato e per i peccati del mondo, pianse anche quando gli dissero che aveva un posto riservato accanto a Gesù in cielo, e disse: “Se Gesù avesse fatto agli altri le grazie fatte a me, gli altri sareb-bero già santi ed io sono ancora peccatore”. E’ il Santo della gioia: “Sono l’araldo del gran Re”, disse ai briganti sulla via per Gubbio. Cantava: “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”. E, prima di morire, in condizioni pietose e penose, cantò il cantico delle Creature:“Altissimo onnipotente buon Signore...”. E’ il Santo della contraddizione: era ricco e sposò madonna povertà; era il re delle feste e divenne uomo penitente; amava le creature e cantò il Creatore. Ha lasciato un messaggio: anche senza possedere nulla, anche senza una cultura eccezionale, anche senza nessun potere è possibile dare un senso all’esistenza, quel senso che tanti filosofi non sono riusciti a dare, e cioé: noi veniamo da Dio e andiamo a Dio. Ed ha indicato la via più semplice per arrivare a Dio: la via dell’umiltà. E Dio premia gli umili: lui, umilissimo, è detto: “Il più italiano dei Santi” e “Il più Santo degli italiani”. Di lui la liturgia canta: “Povero ed umile, entra ricco di meriti nel paradiso di Dio”. La sera della sua festa (il 4 ottobre), al rientro della processione dal paese in convento, la sua venerata Immagine ha sostato dinanzi alla Casa Sollievo della Sofferenza. Ho pensato: Francesco, quand’era giova-ne ed era alla ricerca di un ideale di vita più accetto a Dio, andava spesso a pregare nella chiesetta di San Damiano, una chiesetta abbandonata, che lasciava a desiderare, dotata solo di un grande Crocifisso, dinanzi al quale Francesco pregava e diceva: “Signore, parla: il tuo servo ascolta”. E Cristo si degnò di parlargli. Gli disse: “Francesco, ripara questa casa!”. Ripeto: quella sera, contemplando la sua venerata Immagine dinanzi alla Casa Sollievo della Sofferenza, gli ho detto: “Serafico padre san Francesco, eccoti dinanzi ad un’altra casa, la Casa Sollievo della Sofferenza, l’Opera terrena di padre Pio. Anche in questa Casa ci sono del-le cose che lasciano a desiderare, delle cose che non vanno. Da oltre 50 anni il suo fondatore padre Pio aspetta che questa Casa diventi tempio di preghiera e di scienza. Serafico padre san Francesco, questa sera pare di sentire Gesù ripeterti: Francesco, ripara anche questa Casa! Ed allora,serafico padre san Francesco, illumina i dirigenti, conforta gli operatori sani-tari ed accarezza il cuore di quelli che soffrono. Siamo tutti nella stessa barca e non vogliamo rischiare il naufragio. Perciò dilata il nostro cuore per accogliere tutti i fratelli che soffrono nel corpo e nello spirito ed aiutaci a donare loro un po’ di amore, perchè - senza l’amore - le medicine non servono un granché - dice padre Pio.

L’ANGOLO DELLA SPERANZA

del Cappellano padre Leonardo Triggiani

Il poverellodi Assisi

Satana cercò in tutte le maniere di strappa-re Padre Pio dalla guida dei suoi direttori spirituali, tentandolo con ogni sorta di sug-gestione. Dall’Epistolario sappiamo che in un’occasione Padre Pio diede a Satana una risposta a dir poco sarcastica. Era il 14 ot-tobre 1912 e così scriveva a padre Agostino (nella foto):

Mio carissimo padre,…Sapete dove si è appigliato il diavolo? Egli non voleva che nell’ultima mia lettera invia-tavi vi fossi tenuto informato della guerra che lui mi muove. E siccome io, secondo il mio solito, non volli dargli ascolto, cominciò subito a suggerirmi: «Come piaceresti di più a Gesù, se tu rompessi ogni relazione col pa-dre tuo; egli per te è un essere assai perico-loso, è un oggetto di grande distrazione per te. Il tempo è assai prezioso, non sprecar-lo in queste pericolose corrispondenze col padre tuo, impiega questo prezioso tempo nel pregare per la tua salute, che è molto in pericolo. Se tu seguiti in questo stato, sappi che l’inferno sta sempre aperto per te».A tale diabolica suggestione io risposi in modo evidentemente sarcastico: «Debbo confessarvi il mio torto. Fino al presente sono stato in un falso supposto; non vi cre-devo tanto bravo nella direzione di spirito. Mi duole intanto di non potervi assumere per mio direttore, poiché il padre mio eserci-ta questa carica da molto tempo e le nostre relazioni sono giunte a tal punto che tron-carle così di botto non mi riesce. Girate, gi-rate che troverete delle anime, che vi assu-meranno a direttore del loro spirito essendo voi bravo in tale materia».

Padre Pionon tutti sanno che...

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Giovedì 8 ottobre, alle ore 14.30, le squadre del Bari, Manfredonia e San Giovanni Rotondo si sono sfidate sul campo di calcio presso lo stadio Comunale “A. Massa” di San Giovanni Rotondo per contendersi il “Trofeo Padre Pio”, giunto alla settima edizione. L’incasso della partita è stato devoluto in beneficenza. Ad aggiudicarsi il trofeo, per la seconda volta, il Bari di mister Giampiero Ventura. “Questa manifestazione - spiega Antonio Colella, urologo di Casa Sollievo e presidente del comitato organizzatore - è stata voluta per rendere omaggio al Santo di Pietrelcina e per portare il grande calcio in periferia, intersecando due elementi importanti della società: lo sport e la solidarietà, che insieme possono rappresentare uno strumento di elevazione della dignità umana”. Le tre squadre prima della partita hanno reso omaggio a San Pio e hanno visitato nella mattinata anche il nostro Ospedale.

La programmata riforma del Servizio Civile Nazionale darà un nuovo assetto e inquadra-mento ai volontari, a cominciare da una diver-sa ripartizione delle competenze tra Governo, Regione e Provincia. In particolare le Regioni auspicano che i progetti di Servizio Civile pos-sano essere rifinanziati e valutati a livello locale in modo da renderli più aderenti alle esigenze del territorio. Uno spinta in questo senso viene dalla constatazione dell’aumento esponenziale del numero di giovani volontari che si dicono pronti ad aderire al Servizio Civile per quel suo carattere formativo che lo contraddistingue e che aiuta ad indirizzarli verso un percorso la-vorativo e professionale. Per discutere di que-sto e di altri argomenti, lo scorso 21 ottobre i giovani del Servizio Civile della Puglia si sono dati appuntamento a Bari, presso l’aula magna del Campus del Politecnico di Bari. Un incontro al quale hanno partecipato anche il gruppo dei 60 volontari della Casa Sollievo della Sofferen-za. Per quanto riguarda il nostro Ospedale, il prossimo anno non potrà avvalersi dell’aiuto dei volontari di Servizio Civile non essendo stati finanziati i progetti presentati per il 2010.

Il 10 ottobre la commemorazione a dieci anni dalla sua morte di fr. Daniele Natale da San Giovanni Rotondo, confratello e figlio spirituale di Padre Pio. Nella chiesa di San Pio la celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Guardiano fr. Carlo Laborde. Subito dopo, nel chiostro comunale è stato presentato il libro dello scrittore Gennaro Preziuso sulla vita di “Fr. Daniele Natale, una delle più belle figure di frate cappuccino”, presenti il sindaco Gennaro Giuliani, il direttore di Voce di Padre Pio fr. Francesco Colacelli, don Francesco Armenti, Fabio Zavattaro Vaticanista del TG1 e Stefano Campa-nella Direttore Responsabile di Tele Radio Padre Pio.

Bilancio sociale della banca, concorso di idee per un parco funzionale e la raccolta fondi a favore dei terremotati dell’Abruzzo: questi i temi discussi durante la Convention del 24 ottobre che ha visto la Banca di Cre-dito Cooperativo di San Giovanni Rotondo confrontarsi sulle suddette questioni con i soci ed altri ospiti che in qualche modo coo-perano con l’istituto bancario.Un’occasione per comunicare il ruolo fon-damentale che ha giocato la BCC nella rac-colta fondi destinati all’Abruzzo: ai 28 mila euro già stanziati la banca destinerà altri 22 mila euro per le stessa causa.Il presidente della banca, Matteo Biancofio-re ha sottolineato come sia di fondamentale importanza la discussione ed il confronto. All’incontro ha partecipato anche il diretto-re amministrativo dott. Michele Giuliani in rappresentanza della Casa Sollievo.

ConventionBCC

Quale futuro peri volontaridelServizioCivile?

Commemorazione di Fr. Daniele Natale

al bari il 7° trofeo Padre Pio

Il 16 ottobre 2009 si è tenuto il 3° Congresso Provinciale della UIL FEDERAZIONE POTERI LOCALI della Provincia di Foggia. Il nuovo Direttivo Provinciale ha eletto la Segreteria Provinciale nelle persone di: GIORGIONE LU-IGI Segretario Generale, DI BENEDETTO AN-TONIO Segretario Organizzativo, PECOREL-LA CARMINE Componente, MACCARONE CARMELA Componente, TAMPONE FRAN-CESCO Tesoriere. Inoltre i signori GRIFA GIOVANNI (nella foto), RUSSO SALVATORE, CENTRA GENNARO, PADOVANO FRANCE-SCO sono stati eletti negli organismi statu-tari dello stesso in qualità di Componenti Direttivo Provinciale, mentre CIAVARELLA MICHELE in qualità di Revisori Conti.

Terzo Congressoprovinciale della Uil

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Sulla proposta di un Ospedale Unico nella città di Imperia è intervenuto lo scorso 19 ottobre con un suo comunicato il locale dipartimento sanità del partito di Rifondazione Comunista. Del lungo intervento della segreteria politica comunista ci ha colpito il riferimento al nostro Ospe-dale: “Se proprio vogliamo trovare un modello - si legge - noi vorremmo ispirarci all’Ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ di San Giovanni Rotondo!”. E aggiunge : “Se ancora sentiamo parlare di Ospedale Unico nella provincia di Imperia veramente abbiamo sbagliato santo! Sì perché San Padre Pio batte i nostri San Giovanni e San Leonardo. Infatti a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, poco meno di 30 mila abitanti c’è un ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ che conta circa 1200 posti letto e ha un completo DEA di 2° livello con tanto di Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Politrau-matologia , ecc”. Il dipartimento sanità di Rifondazione Comunista di Imperia commenta: “La co-struzione di questo ospedale fu fortemente voluta da Padre Pio; già nel 1954 furono costruiti i primi ambulatori e le prime corsie di degenza. Sicuramente ogni anno si recano a San Giovanni Rotondo centinaia di migliaia tra visitatori e pellegrini, ma anche nella nostra provincia oltre ai ‘semplici’ resi-denti (circa 220 mila) vengono ogni anno molte decine di migliaia di turisti”.

ospedale unico:ispiriamoci a Casa Sollievo

Congratulazioni al nostro concittadino Michele Pirro, che pur se in scivolata, ha conquistato, per la terza volta, il ti-tolo di Campione d’Italia.Il nostro bravo pilota, in sella alla sua Yamaha R6 ha concluso brillantemente il Mondiale SuperSport 600. Da noi un riconoscimento speciale in quanto Mi-chele è un assiduo donatore di sangue, iscritto all’associazione AVIS.

Lo scorso ottobre si è svolta a Mariglia-no in provincia di Napoli, la seconda edizione del torneo ciclistico in memo-ria di Ciro Antonio De Angelis, l’inse-gnante deceduto due anni fa a Caserta quando in sella alla sua bici, fu travolto da un auto.Padre esemplare, amante della filoso-fia, Ciro Antonio De Angelis era devoto di Padre Pio e vicino alla Casa Sollievo.

Sebastiano Di Pietro è un paziente della pro-vincia di Chieti. La sua malattia lo costrin-ge a venire più di una volta all’anno a San Giovanni Rotondo per le visite di controllo. Poiché ama dipingere, come segno di stima e amicizia ha lasciato in dono al reparto di Chirurgia Addominale, a cui fa riferimento per la sua patologia, un quadro di Padre Pio e un pensiero scritto per l’occasione da sua moglie Maria Stella: “La fede ci aiuta a gua-rire prima ma… anche la medicina che vie-ne data con amorevole gesto giova molto all’ammalato. Grazie a voi tutti”. La cornice del quadro, che richiama un ex-voto, è stata ricavata da un vecchio ciliegio e lavorata a mano dallo stesso artista. Due giorni prima dell’operazione, era il 21 giugno, data di arrivo di Benedetto XVI a San Giovanni Ro-tondo, Di Pietro era in preghiera nella cap-pella dell’Ospedale dove trovò un’immagine di Padre Pio posta sul banco. Quel volto ha ispirato la sua opera. Il pittore ha dedicato il quadro “Al primario Pierluigi Di Sebastiano e a tutta la sua equipe affinché continuino la loro missione di scienza”.

Paziente dona un quadro di Padre Pio al reparto di

Chirurgia Addominaledi Casa Sollievo

Se proprio vogliamo trovare un modello noi vorremmo ispirarci

all’Ospedale “Casa Sollievodella Sofferenza”

di San Giovanni Rotondo!

Michele Pirro:tre volte campione

torneo ciclistico in memoria di Ciro antonio De angelis

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Dopo 19 anni al servizio dell’Opera di San Pio da Pietrelcina, il professor Bruno Dallapiccola lascia l’incarico di Direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza.La cerimonia di saluto è programmata per le 10,30 di venerdì 11 dicembre, nella Sala Conve-gni dell’Ospedale.

Bruno Dallapiccola è professore di Genetica Medica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, direttore scientifico dell’Istituto Mendel di Roma e dell’I.R.C.C.S. Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. E’ rappresentante del Mini-stero della Salute del Comitato Tecnico Interre-gionale Permanente per il Coordinamento e il Monitoraggio delle Attività Assistenziali per le Malattie Rare. E’ stato Presidente della Com-missione per i Test Genetici del Ministero della Salute; componente del Comitato Italiano di Biosicurezza e Biotecnologia e del Comitato di Bioetica; è esperto di Genetica presso il Consi-glio Superiore di Sanità. Nel 1976 ha costituito

a Roma il primo servizio di diagnosi prenatale, In seguito ha fondato e coordinato in diversi Ospedali e Università, 11 laboratori di diagnosi genetica e servizi di consulenza genetica. Dal 1985 coordina il censimento dei laboratori di diagnosi genetica in Italia, per conto delle So-cietà di Genetica Medica e Umana. E’ stato Pre-sidente della Società Italiana di Citogenetica Medica (AICM), della Società Italiana di Gene-tica Medica (AIGM), della Federazione Italiana per lo Studio delle Malattie Ereditarie (FISME) e della Società Italiana di Genetica Umana (SIGU). E’ stato membro negli anni 1998-2003 del Consiglio Direttivo della Società Europea di Genetica Umana; coordina l’interfaccia italia-na del progetto Orphanet per le malattie rare. L’attività di ricerca ha avuto come oggetto prin-cipale la comprensione delle basi molecolari delle malattie rare, con contributi specifici nel campo della citogenetica, mappaggio e clonag-gio di più geni. E’ autore di oltre 650 pubblica-zioni su riviste internazionali.

Il Professor bruno Dallapiccola lascia Casa Sollievo dopodiciannove anni di servizio

Il 22 novembre il Circolo sportivo Valle Ros-sa della Casa Sollievo taglia il traguardo dei 36 anni di attività. Lo scorso anno, come è noto, i soci del sodalizio hanno approvato il nuovo Statuto, che estende la partecipazio-ne a tutti i dipendenti dell’Opera di San Pio da Pietrelcina.Con l’iscrizione al Circolo, i soci e la propria famiglia possono usufruire dell’area di ver-de attrezzato inserita in un parco di un etta-ro di terreno, con piante di alto fusto, tavoli da picnic e barbecue.A loro disposizione anche tre campi da ten-nis con l’annessa Scuola, riconosciuta dalla Federazione Italiana Tennis (FIT) come Cen-tro Tecnico Federale (responsabile il mae-stro Eugenio Romoli). E ancora: un campo di calcio a sette con spogliatoio e docce dedi-cate; una palestra attrezzata con istruttore; una sala accogliente con camino per riunio-ni o feste di famiglia; e non ultimo un campo di beach-volley e uno di basket.Per i più piccoli è stata realizzata una zona giochi completa di percorsi su fune, torri, scivoli e altalene in legno. Nei mesi estivi i ragazzi che restano in città possono parteci-pare alle attività sportive, giochi di gruppo e tornei vari organizzati per loro.Non mancano, tra le attività culturali, corsi singoli o collettivi di lingua inglese con inse-gnante di madre lingua. II tutto in un clima cordiale e di sportiva amicizia.Attualmente tra i progetti in cantiere, vi è la copertura con una struttura geodetica di due campi da tennis per attività sportive in-contri, culturali e sociali.Per informazioni e adesione è possibile ri-volgersi in Ospedale ai soci Orietta De Luca, Domenico Netti e Marco Mangiantini.

Circolo sportivo Valle Rossa:36 anni di attività

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Anche quest’anno il CRAL di Casa Sollievo consegnerà borse di studio ai figli dei soci che si sono distinti per profitto scolastico. La premiazione avverrà domenica 13 dicembre, alle ore 10,30, nella Sala Convegni al IV piano dell’Ospedale. Presenzieranno alla cerimonia il Direttore sanitario Domenico Di Bisceglie, il Direttore amministrativo Michele Giuliani e il Direttore risorse umane Raffaele Ciuffreda. Ecco l’elenco dei vincitori delle borse di stu-dio divisi per categoria:

Categoria A (studenti dalla I alla V Elementare): Barbano Sara, Bellucci Alessandro, Bisceglia Ila-ria, Bisceglia Matteo, Bisceglia Maria Pia, Bocci Pietro, Bocci Mariadora, Calderisi Laura, Centola Luigia, Ciavarella Andrea, Ciliberti Antonia Pia, Cisternino Floriana, D’Aloiso Elisabetta, D’Amico Luigi, De Mita Chiara, De Nittis Myriam, Delle Vergini Anna Rita, Di Iorio Sabrina, Falcone Fe-liciano, Giuliani Concetta Paola, Grifa Raffaele Pio, Iaconeta Andrea, Ianzano Cristina, Iazzetta Alessia, La Torre Tiziana, Latiano Beatrice, Lau-riola Antonella Pia, Lotti Elisabetta, Mangiacotti Elisabetta, Mangiacotti Palma, Marchesani Mi-riam I., Napolitano Antonio Manuel, Padovano Rosa, Padovano Marta, Palumbo Emanuele Pio, Pazienza Francesca Pia, Perna Alessio, Perrone Ilenia Maria, Piano Daniele, Placentino Angela, Pompilio Valeria, Potenza Paolo, Prencipe Ro-berto, Prioletti Alessio, Ricciardi Laura, Rigna-nese Marilea, Ritrovato Sofia, Ritrovato Sarah,

CraL:i vincitori delle borse di Studio 2009Scillitani Lorenzo, Severo Annarita, Siena Alessandro Pio, Siena Antonio, Soccio Lucrezia, Sperandeo Pier-giorgio, Steduto Giuseppe, Tancredi Emanuela Pia, Tancredi Carolina, Totaro Roberta, Troiano Alessan-dro, Vecchione Vincenzo.Categoria B (studenti V Elementare): Barbano Ma-rianna, Campanile Carmen, Centra Emanuela, Ciuf-freda Giulia, Cocola Stefano, Crocetti Elisabetta, Daniele Anna, De Cecco Marco, Guerra Pasquale Pio, Ippolito Martina, Lo Mele Valentina, Lotti An-gela, Maresca Letizia, Martino Alicecamilla, Martino Enrico, Merlo Elisabetta, Nardella Paola, Pompilio Michele Pio, Ritrovato Michela, Siena Giacomo, Tancredi Carla Rita, Tenace Michela, Trotta Antonio Pio, Urbano Matteo Pio, Verderosa Marika, Zoccano Maria Grazia.Categoria C (studenti I e II Media): Amoruso Mattia, Armillotta Maria Pia, Bisceglia Elena, Campobasso Marzia, Ciavarella Davide Pio, Cocola Andrea, D’Ad-detta Paola, D’Addetta Paola, D’Alessandro Paola, Di Maggio Martina, Draisci Francesca, Gaggiano Ar-cangela, Giuliani Giulia Pia, Gravina Micaela, Guerra Graziana, Ippolito Rita, La Torre Antonio, Latufara Michela, Lauriola Angela Pia, Lotti Maria, Mangiacot-ti Lucia, Mondelli Giuseppina Ester, Napolitano Fran-cesco, Nardella Francesca, Pazienza Orazio, Perrone Chiara, Quarata Giada Pia, Rendina Gianluca, Ren-dina Michele Pio, Ritrovato Roberto, Santoro Ferdi-nando, Tenace Naziario Pio, Urbano Carlo Alberto, Vernaci Grazia Pia, Zoccano Francesco Pio.Categoria D (studenti III Media): Abruzzese Davide, Baorda Giuliani, Calderisi Miriam, Calò Francesca, Carraturo Federico Pio, Covino Francesco Pio, D’Ami-co Lorenzo, De Luca Giovanna, Del Naja Alberto,

Delle Vergini Michele, Fasanella Caterina, Fogli Fe-derico, Gorgoglione Antonella, Marchesani Paola, Mimmo Maria Chiara, Napolitano Michele, Pazienza Roberta, Rosamilia Vincenzo Pio, Russo Clelia, San-chirico Michela Pia, Tenace Antonio, Urbano Gianlu-ca, Villani Cecilia.Categoria E (studenti Media Superiore): Amoru-so Brunella, Antini Alessandro, Armillotta Michele, Baorda Francesca, Boragine Ingrid, Cascavilla Mario Pietro, Ciuffreda Iolanda, Cocola Sara, Cocomazzi Fe-derica, Cocomazzi Alessandro, Cocomazzi Tommaso Pio, Cocomazzi Chiara, Cusenza Palma, Di Cosmo Giuseppe, Di Giovanni Fabio, Dragano Maria An-tonietta, Draisci Carola, Falcone Ilaria E., Fasanella Chiara, Gaggiano Emanuela, Lauriola Giuseppina, Lembo Federica Rachele, Lioce Giulia, Martino Chri-stian, Pennacchia Emanuele, Perrone Francesca, Per-rone Matteo, Perrone Simone, Piemontese Claudia, Prencipe Annalisa, Romoli Paola, Totaro Paolo, Ver-gura Beatrice, Villani Valentina, Villani Chiara, Villani Margherita.Categoria F (studenti che hanno conseguito il Di-ploma di Scuola Media Superiore): Antini Carmen, Cisternino Cecilia, Cisternino Stefania, Cocomazzi Anna Grazia, Cusenza Pasquale, D’Errico Luca Maria, Di Pumpo Greta, Gorgoglione Francesca, Mangiacot-ti Alessia Pia, Mimmo Angelarita, Russo Michele Pio, Valente Stefania, Villani Luigi.Categoria M (dipendenti che hanno conseguito Lau-ree, partecipato a Master o ottenuto riconversioni creditizie): Di Maggio Giovanna, Germano Angela, Guerra Angela, Longo Anna, Mossuto Marco, Nar-della Maria Pia, Palladino Angela Maria Pia.

A fine ottobre, una troupe della Movie Workers Wel-fare Foundation di Quezon City (Filippine) è stata a San Giovanni Rotondo per girare un documentario sulla devozione dei loro connazionale per Padre Pio. Il filmato sarà trasmesso entro dicembre dalla rete nazionale della televisione filippina. Tra le interviste raccolte dalla giornalista Tina Boots anche quella del dottor Domenico Crupi che ha presentato e commen-tato storia e mission della Casa Sollievo e anticipa-to, accompagnato da immagini suggestive, il futuro sviluppo dell’Ospedale. Nelle Filippine c’è una diffusa

devozione per Padre Pio, come testimonia il dono dei mosaici che ricoprono le pareti della rampa d’accesso e della Cripta della Chiesa di San Pio da Pietrelcina, realizzati da padre Marko Rupnik, uno dei più grandi artisti contemporanei d’arte sacra.

Speciale dellatelevisionefilippina su Padre Pio

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A seguito della riorganizzazione degli uffici dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari (ARIS), l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha assunto un ruolo di rilievo per le tematiche di ricerca scien-tifica. Al Direttore Generale Domenico Crupi è stata infatti affidata la responsabilità del Coordi-namento Nazionale ARIS per gli IRCCS mentre al Direttore Scientifico Bruno Dallapiccola è stato affidato il coordinamento della sezione V (Ricerca) del Centro Studi.Le attività in cui le commissioni saranno impegnate riguarderanno l’analisi degli indirizzi politici e normativi attinenti la ricerca biomedica e sanitaria e il riconoscimento della “scientificità” degli Isti-tuti, nonché dei criteri e della modalità del relativo finanziamento; l’analisi delle motivazioni che giustificano la presenza delle strutture dell’ARIS nella ricerca; gli aspetti istituzionali, di procedura e gestionali relativi all’accesso ai finanziamenti dei programmi-quadro dell’Unione Europea; la map-patura delle collaborazioni incrociate, spontaneamente già in essere tra gli IRCCS aderenti all’ARIS; l’elaborazione di valutazioni e indirizzi comuni su alcuni problemi di particolare rilievo etico-antro-pologico e scientifico.

L’IRCSS Casa Sollievo della Sofferenza si classifica tra le 1600 più prestigiose istituzioni di ricerca del mondo. Il risul-tato deriva dall’indagine annuale condotta da SCImago, ente internazionale che misura la produttività scientifica su scala internazionale. Considerando esclusivamente i quarantadue IRCCS italiani Casa Sollievo della Sofferenza si posiziona al tredicesimo posto. Tra gli istituti analizzati si annoverano, oltre agli IRCCS, le università e gli enti di ricerca di 80 paesi del mondo. I criteri che hanno guidato l’elaborazione della classifica sono legati all’impatto delle pubblicazioni prodotte nella comunità scientifica e alla partecipazione a reti di collaborazione internazionali.

Presso l’Unità Complessa di Oculistica dell’Ospedale, il nuovo primario, dottor An-tonio Laborante, ha eseguito in un’unica se-duta un complesso intervento di ricostruzio-ne della parte anteriore del bulbo oculare di un paziente anziano affetto da molti anni da un leucoma aderente. Il paziente nell’occhio interessato presenta-va un notevole calo del visus ed era in grado di vedere la sola ombra della luce, in quanto oltre al leucoma presentava cataratta com-plicata dalla presenza di numerose aderen-ze ed uno pterigio importante che se non fosse stato rimosso avrebbe compromesso il recupero visivo futuro in quanto essendo notevolmente vascolarizzato avrebbe sicu-ramente favorito una reazione di rigetto e quindi inficiato i risultati dell’intervento chi-rurgico. Il dottor Laborante ha eseguito con suc-cesso in una unica seduta operatoria sei interventi differenti: trapianto in toto della cornea, sbrigliamento delle aderenze ed asportazione della cataratta, vitrectomia anteriore, impianto di lentina, asportazione dello pterigio ed apposizione di membrana amniotica.

Complesso intervento di ricostruzione del bulbo oculare

ruolo importanteper Casa Sollievo dellaSofferenza nell’arIS

La Casa Sollievo tra gli enti di ricerca più prestigiosi delmondo secondo la classifica stilata da SCImago

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SI È DATO INIZIO IN CASA SOLLIEVODELLA SOFFERENZA-REPARTOUROLOGIA-AL TRATTAMENTO DELLA INCONTINENZA URINARIA MASCHILE GRAVE CON APPLICAZIONE DELLOSFINTERE ARTIFICIALE PER INCONTI-NENZA. SI TRATTA DI UN PERCORSOTERAPEUTICO ALTAMENTE SPECIA-LIZZATO CHE PREVEDE COMPETENZE SPECIFICHE DEI CHIRURGHI SPECIALIZ-ZATI NELL’IMPIANTO DELLO SFINTERE ARTIFICIALE,DI PERSONALE INFERMIERI-STICO AD ALTA SPECIALIZZAZIONE SUI PROBLEMI DI INCONTINENZA URINARIA ED UTILIZZO DI MATERIALE PROTESICO TECNOLOGICAMENTE AVANZATO ED ESCLUSIVO IN QUANTO UNICO AL MON-DO. SULL’ARGOMENTO INCONTINENZA URINARIA PARLIAMO CON ILDOTTOR ANTONIO CISTERNINORESPONSABILE DELLA STRUTTURA COMPLESSA DELL’UROLOGIA DI CASA SOLLIEVO.

Cos’è l’incontinenza urinaria?È la perdita involontaria dell’urina.Questo evento fa soffrire in modo intenso ed indescrivibile le Persone che ne sono affette. Ogni persona affetta vive l’incontinenza con drammaticità interiore inconsolabile che mette a dura prova anche gli animi più tenaci.Si apro-no le strade interiori della depressione ed ogni persona si isola sempre più dagli altri perchè si sente umanamente debole.

L’incontinenza è solo un problema delle persone anziane?No. L’incontinenza può colpire qualsiasi età e qualsiasi persona. Escludendo cause anato-miche già note dalla nascita, sappiamo che il 5-10% dei bambini in età scolare presenta delle perdite di urina di giorno o di notte ,sostenu-te da una difficoltà di controllo della vescica. Quindi l’attenzione del genitore nel favorire un approccio corretto a questi eventi diventa fondamentale nel cercare soluzioni adeguate senza drammi. Ma anche persone giovani, so-prattutto donne, possono avere piccole perdi-te anche durante un esercizio fisico o sportivo oppure mamme dopo un parto possono ave-re degli episodi di incontinenza urinaria che, spesso transitori, possono trasformarsi in una incontinenza urinaria permanente. Invece del-le incontinenze a ciel sereno in una persona giovane possono essere lo spettro dell’inizio di una malattia importante e severa. In que-sto caso parlatene subito con il vostro Medico.

Non bisogna però arrendersi neanche di fron-te all’incontinenza delle persone anziane – nei maschi per problemi prostatici e nelle donne per eventuali patologie legate a prolasso vesci-cale o uterino - perchè l’incontinenza è curabile in oltre il 95% dei casi.

Esistono cure mediche per l’incontinenza urinaria?Si. Esistono diversi buoni farmaci somministra-bili sotto forma di compresse che per diverse occasioni possono essere altamente efficaci. È bene conoscere eventuali disturbi collaterali – ad esempio stipsi o bocca secca – sintomi pro-vocati dall’assunzione di tali farmaci -per non allarmarsi inutilmente e sospendere la cura in corso. A volte se i disturbi sono più severi po-trà essere sufficiente anche un aggiustamento del dosaggio prescritto senza dover sospende-re la cura in corso.Anche l’uso di sostanze naturali, può essere di grande aiuto nel prevenire infezioni urinarie e fastidiose incontinenze urinarie ad esse corre-late.

Cosa offre oggi la moderna chirurgia urolo-gica per la cura dell’incontinenza urinaria da sforzo?Oggi rispetto al passato disponiamo di tecniche molto efficaci nel curare l’incontinenza urinaria. Nel maschio le procedure potranno prevedere l’iniezione per via endoscopica di sostanze che favoriscono il recupero della continenza oppu-re con un vero intervento chirurgico- ma poco invasivo- effettuare la riposizione di benderelle o di un vero sfintere urinario artificiale.Nella donna è tutto un po’ più semplice perchè per via vaginale, con ricoveri in regime di Day-Surgery, si possono effettuare interventi con riposizione di benderelle contenitive appog-giate sull’uretra senza nessuna tensione ma sufficienti a garantire un ottimo sostegno ure-trale. Tali interventi, più noti con sigle mediche tipo TOT-TVT, risultano risolutivi od altamente curativi con percentuale di successo superiore al 90%.

Quali sono i tempi di recupero dopo un inter-vento come la TOT?Il recupero è pressoché immediato. Poche ore di ricovero ed una dimissione entro le prime 24 ore permettono di aver risolto il problema e tornare prontamente alle proprie attività. An-che quelle di casalinga o di mamma. È consi-gliata una ripresa dell’attività sportiva dopo una o due settimane perchè potrebbe essere presente per qualche giorno un fastidio tem-poraneo nella parte mediale dell’inguine verso la coscia; zona di apposizione e di passaggio in-

terno della benderella dalla vagina all’inguine.

Ci possono essere complicanze gravi dopo questi inteventi?Solitamente no. Sono tecniche sufficientemen-te sicure. Possono verificarsi delle ritenzioni d’urina parziali e transitorie tali da richiede-re l’uso estemporaneo di un catetere mentre è giusto sapere che trattandosi di materiali protesici eterologhi potrebbe verificarsi una infezione della benderella. Quindi attenersi ai controlli clinici consigliati alla dimissione può metterci al riparo di eventi non desiderati. Più complessa è la chirurgia del prolasso della ve-scica associato o meno al prolasso dell’utero comunque risolvibile solo con qualche giorno in più di ricovero. Infatti l’esecuzione di questi interventi, soprattutto per via vaginale, espone le pazienti a minor rischio operatorio rispetto all’approccio addominale e consente una più rapida dimissione ospedaliera.

Quali sono i risultati della Chirurgia per l’incontinenza?Nei maschi risultati eccellenti si ottengono con la riposizione dello sfintere artificiale mentre con meno enfasi devono essere proposti quegli interventi apparentemente meno invasivi per via endoscopica con somministrazione di agen-ti volumizzanti ma non duraturi nel tempo. Lo sviluppo in corso di tecniche miniinvasive anche per l’uomo potrebbe cambiare favorevolmente -come per la donna- le terapie chirurgiche.

Qui in Casa Sollievo della Sofferenza cosa si fa per l’incontinenza?Nel Reparto di Urologia effettuiamo interventi di qualsiasi genere- nei maschi fino alla riposi-zione dello sfintere artificiale per incontinenza – nelle donne tutti gli interventi con uso di tec-niche miniinvasive e con ricovero breve.

trattamento dell’incontinenza urinaria maschile

Lo sfintere artificiale.

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Sino a qualche anno fa la parola “cancro” evo-cava timore solo pronunciarla. Per indicarlo si usavano per lo più delle perifrasi quali “brutto male” o “male del secolo”, nel tentativo di eli-minare o quanto meno ridurre il senso di an-goscia che nell’immaginario collettivo il cancro ha sempre generato. Nella propria esperienza personale chiunque ha avuto almeno un ami-co o un familiare venuto a mancare per can-cro, nonostante o, meglio, a dispetto di tutte le terapie e cure praticate. Il senso di impotenza di fronte a questa malattia ha portato alla con-vinzione che il “cancro” rappresenti sempre e comunque una condanna definitiva. Eppure, negli ultimi anni, le cose sono radicalmente cambiate sia perché sono state affinate nuove cure che consentono di guarire dal cancro sia perché sono stati messi a punto dei programmi di prevenzione per evitare l’insorgenza del can-cro o per scoprirlo in una fase precoce che ne consente una cura radicale ed una guarigione definitiva. Prevenire il cancro è oggi possibile. Ma in che modo?

Ne parliamo con il dottor Angelo Andriulli, responsabile dell’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Casa Sollievo, dove è stato approntato un programma inteso a sen-sibilizzare tutti i parenti di primo grado dei pa-zienti con tumori o polipi del colon-retto. Per “prevenzione” si intende l’insieme di azio-ni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio di insorgenza del cancro. Non tutti i cancri però sono uguali:ogni tumore, infatti, ricono-sce specifici fattori di rischio. Per il cancro del colon-retto (attualmente una delle neoplasie più diffuse nella popolazione italiana) il primo tipo di prevenzione consiste nel modificare alcune caratteristiche del nostro stile di vita “occidentale” ovvero nel ridurre lo stress, la sedentarietà, l’obesità, il consumo eccessivo di alcolici, e nello smettere di fumare. Certa-mente c’è del vero nel fatto che se si eliminano le sigarette, si fa una corsetta ogni giorno o si evita l’eccessivo consumo di proteine di origine animale si diminuisce il rischio di sviluppare un tumore nel colon o nel retto. Tuttavia, la stra-grande maggioranza di tutti noi ignora come esista un altro fattore di rischio di tumore del colon-retto, la cui forza è addirittura superio-re a quella comunemente attribuita ai fattori dietetici o ambientali. Questo nuovo fattore, giunto all’attenzione generale solamente negli anni più recenti, è rappresentato dalla fami-liarità per cancro: l’avere un parente di primo grado, intendendo per tali un fratello/sorella o

una questione familiare: il cancro del colon-retto è dentro di noi?

un genitore, al quale sia stato diagnosticato un tumore o un polipo nel colon-retto, conferisce agli altri componenti della famiglia un rischio aumentato di sviluppare la stessa lesione. Un semplice calcolo può illustrarci questo concet-to. Attualmente, in Italia, si stima che, su 100 persone di età superiore ai 60 anni, dai 3 ai 5 soggetti presentino un polipo (ancora benigno ma ad alto rischio di trasformazione neoplasti-ca) o un tumore del colon-retto in fase iniziale, senza cioè segni o sintomi specifici. Se invece consideriamo 100 persone di età superiore ai 60 anni, nella cui famiglia ci sia stato almeno un parente di primo grado con un tumore del colon-retto, si stima che almeno 10-15 soggetti presentano una lesione polipoide o tumorale.

Avere nella propria famiglia un parente di primo grado con un tumore o un polipo del colon-retto non deve essere pertanto consi-derato necessariamente una “disgrazia”. Anzi, la consapevolezza di questa “familiarità” deve spingere i parenti a sottoporsi ad una colon-scopia “preventiva” (o, per usare un termine anglosassone ormai di moda, ad una colonsco-pia di screening). Eseguendo questo esame, si può individuare precocemente sia una lesione polipoide benigna (che può essere rimossa nel corso della stessa indagine) sia un tumore mali-gno in fase iniziale (che potrà essere asportato chirurgicamente). La colonscopia di screening nei familiari di 1° grado è oggi considerata una procedura utile e vantaggiosa perché, in caso di riscontro di polipi o di tumori in fase iniziale, consente di prevenire il cancro o di guarirne in

Per “prevenzione” si intende l’insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio di insor-genza del cancro.Non tutti i cancri però sono uguali:ogni tumore, infatti, riconosce specifici fattori di rischio.

maniera definitiva nella quasi totalità dei casi. Il programma si articola in varie fasi: appena viene evidenziata una lesione polipoide o tu-morale in un paziente, il personale medico-in-fermieristico raccoglie le notizie sulla famiglia ed invita tutti i componenti del nucleo fami-liare ad un colloquio preliminare al termine del quale viene proposta l’esecuzione di una colonscopia di screening. L’esame endoscopi-co viene programmato nel più breve tempo possibile al fine di rassicurare i familiari in caso di risultato negativo o concordare con loro l’ul-teriore iter terapeutico in caso di riscontro di qualche lesione. Tale programma di screening basato sulla familiarità rappresenta un passo importante verso la prevenzione del cancro del colon-retto.

Per ulteriori informazioni chiamare il numero 0882 410235/410407 attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8.30 alle ore 13.30.

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Nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre 2009 è stato eseguito in Casa Sollievo, con il coordinamento del dottor Carmine Mione, un prelievo multi-organo da una paziente di 43 anni deceduta in Rianimazione II per emorragia cerebrale. Il cuore, il fegato, le cornee e i reni sono stati im-mediatamente trasferiti nella Banca regionale per il successivo trapianto su altri pazienti. Tutte le operazioni sono andate a buon fine, permettendo a quanti erano in attesa da anni di trapianto di poter continuare a vivere e di migliorare così la loro qualità della vita. Si trat-ta di persone affette da patologie croniche non curabili con le normali terapie a disposizione e

Identificati cinque nuovi geni nella malattia di Crohn e Colite ulcerosa con insorgenza in età pediatrica

la cui speranza era legata al trapianto.Nel colloquio con il personale sanitario di Casa Sollievo, che si è tenuto nella “Sala dell’acco-glienza”, i parenti della paziente hanno fatto subito sapere che la paziente stessa in vita è stata sempre favorevole alla donazione degli organi.Le operazioni di prelievo si sono svolte nelle sale operatorie del IX piano con la collabora-zione di tutti gli infermieri dell’Anestesia e gli strumentisti di sala reperibili. Al termine, il dot-tor Mione ha avuto parole di gratitudine per gli infermieri della Rianimazione II per la loro sensibilità nel settore della donazione.

La malattia renale cronica ha assunto in questi ultimi anni un carattere epidemico interessando oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo, con un aumento signifi-cativo anche dei pazienti con insufficienza renale cronica terminale che richiede dialisi o trapianto di rene. Questo aumento, che si traduce in costi socio-sanitari di notevole rilevanza, è in larga parte spiegato dall’au-mentata prevalenza dell’obesità, dell’iper-tensione arteriosa e soprattutto dal diabe-te mellito di tipo 2. Il rischio di sviluppare il danno renale nei pazienti con diabete è influenzato sia da fattori ambientali, quali il cattivo controllo glicemico, l’aumento dei valori della pressione arteriosa e dei lipi-di plasmatici, che da fattori genetici. Una recente ricerca condotta dai dott.ri Salva-tore De Cosmo e Piero Ruggenenti, che ha focalizzato proprio quest’ultimo aspetto, è stata recentemente pubblicata sulla rivista Diabetes, prestigioso organo ufficiale della American Diabetes Association. Lo studio, che ha visto la collaborazione di ricercato-ri dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza Rotondo, dell’Istituto Mario Negri di Ber-gamo e del Dipartimento di Fisiopatologia Medica dell’Università “Sapienza” di Roma, coordinati dai Dott.ri Giuseppe Remuzzi e dal Prof. Vincenzo Trischitta ha identificato un gene dal nome Peroxisome proliferator-activated receptor-γ2 (PPAR-γ2) in grado di influenzare non solo il rischio di sviluppare la nefropatia diabetica ma anche la rispo-sta al trattamento con farmaci utilizzati nella prevenzione di questa complicanza diabetica, gli ACE-inibitori. In particolare è stata indagata una variante amino-acidica di PPAR-γ2 (un’Alanina che sostituisce una Prolina in posizione 12, Pro12Ala) e si è di-mostrato come i pazienti che non portano la variante Alanina hanno un rischio raddop-piato di sviluppare la nefropatia diabetica ma mostrano anche una migliore risposta al trattamento con ACE-inibitori nel preve-nire tale temibile complicanza. In prospet-tiva, grazie a studi come questi, se ripetuti e confermati da altri gruppi di ricerca, la caratterizzazione genetica dei pazienti con diabete di tipo 2 potrebbe essere utilizzata per la identificazione dei pazienti a rischio di sviluppare la nefropatia diabetica sui quali concentrare gli opportuni interventi farma-cologici di prevenzione e cura.

Nefropatia diabetica: identificato nuovo gene

Prelievo multiorgano in Casa Sollievo

Con la supervisione del direttore scientifico professor Bruno Dallapiccola, il dottor Vito Anne-se e la dr.ssa Anna Latiano del Laboratorio di ricerca della Gastroenterologia di Casa Sollievo, nell’ambito di una collaborazione con centri italiani afferenti alla SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione pediatrica) e centri di ricerca internazionali tra cui il Centro di Genomica Applicata dell’Ospedale Pediatrico di Filadelfia, hanno identificato cinque nuovi geni che predispongono al rischio di sviluppare la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, soprattutto in età pediatrica.Tale studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Genetics, ha utilizzato la metodica di studio di associazione sull’intero genoma (GWA) analizzando oltre 3.000 bambini (circa 500 italiani) e 10.000 controlli, reclutati nel Nord America ed Europa. La malattia di Crohn e la colite ulcerosa, colpiscono in Italia quasi 150 mila persone; negli ultimi 50 anni si è verificato un rapido e progressivo aumento dei casi ad esordio in età pediatrica (circa il 25% del totale), spesso caratterizzati da un quadro clinico più aggressivo rispetto a quello degli adulti. Da alcuni anni è evidente che queste malattie, e soprattutto la malattia di Crohn, presentano una chiara predisposizione genetica, modulata dalle intera-zioni con fattori di rischio ambientale tuttora non identificati. Questo studio, oltre a confermare il coinvolgimento di oltre 30 loci già identificati negli adul-ti, ha permesso la scoperta di cinque nuovi loci sui cromosomi 16, 22, 10, 2 e 19. Di partico-lare interesse è il locus 16p11 che contiene il gene codificante la citochina IL-27 che regola la risposta immune adattativa. In particolare, questa citochina agisce sulla differenziazione dei linfociti T helper, che a loro volta giocano un ruolo molto importante nella infiammazio-ne intestinale condizionando anche il danno tissutale. L’analisi funzionale ha rivelato che la variante identificata esercita un ruolo regolatorio sull’espressione del gene. Pertanto questa scoperta può fornire le basi per lo sviluppo di nuovi farmaci che agiscono sul meccanismo di azione della citochina IL27.

Il Dottor Carmine Mione. Alle sue spallela sala d’accoglienza dove avviene il colloquiocon i parenti dei possibili donatori.

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L’associazione culturale Corte Sveva di Andria ha proposto la terza edizio-ne del meeting “Cercatori della Verità”. La quindici giorni che si è svolta ad Andria fino al 30 ottobre ha visto alternarsi giornalisti, attori, religiosi, scrittori e altri personaggi dello spettacolo alternarsi nelle giornate. Tra le varie iniziative anche una rappresentazione teatrale messa in scena da Pip-po Franco, “Verso il cielo” sulla vita di San Pio di Pietrelcina raccontata da chi gli è stato vicino: Fra’ Modestino, grande amico e concittadino di Padre Pio, da tutti conosciuto come portinaio del Convento dei frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo.

Si è svolta il 29 ottobre la Giornata Nazionale A.I.R.S. per la lotta alla sordità. Giunta alla sua settima edizione, l’evento ha come finalità la conoscenza e la prevenzione di una patologia in costante aumento; basti pensare che ben 55 milioni di cittadini europei presentano deficit uditivi di cui 8 milioni in Italia. Anche quest’an-no più di 250 ospedali, tra questi il reparto di Otorino della Casa Sollievo della Sofferenza (responsabile il dottor Roberto Saetti), hanno aderito all’iniziativa offrendo un esame gratu-ito dell’udito. In Italia sono più di 8 milioni le persone che soffrono di disturbi uditivi. 1 adulto su 7 non ha un udito normale,1 adulto su 6 ha un difetto uditivo tale da creare proble-mi nella vita quotidiana, 1 adulto su 10 ha una perdita uditiva per la quale è raccomandabile un dispositivo uditivo; queste alcune delle ci-fre allarmanti fornite dal Prof. Giancarlo Cian-frone, Presidente dell’A.I.R.S.- Associazione Italiana Ricerca Sordità – Onlus in occasione della “Giornata Nazionale A.I.R.S. per la Lotta alla Sordità”.I problemi uditivi sono in costante aumento, e colpiscono circa il 12% della popolazione ita-liana; nella fascia dei bambini al di sotto dei 3 anni l’1% ( 20.000 bambini) è colpito da pro-blemi uditivi, il 2% dei bambini dai 4 ai 12 anni (100.000 persone) presentano problemi, nei soggetti tra i 13 e i 45 anni si giunge al 10% ( 1.040.00) e si arriva al 25% delle persone tra i 61 e gli 80 anni ( 2.884.000) mentre il 50% degli ultraottantenni (1.300.000) presentano sordità. A questi si aggiungono circa 900.000 persone con disturbi uditivi di varia natura. Considerevoli anche i costi che si attestano sui 480 milioni di euro annui per la fascia al di sot-to dei 12 anni e di 10 miliardi di euro annui per

UDITO A RISCHIO PER 7 ITALIANI SU 10: PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE LA RISPOSTA PER CONTENERE UN FENOMENO IN FORTE CRESCITA

29 ottobre 2009La giornata Nazionale aIrSper la lotta alla sordità

la fascia sopra i 12 anni. Il Prof. Giancarlo Cian-frone, Presidente dell’A.I.R.S.- Associazione Ita-liana Ricerca Sordità - Onlus si dice soddisfatto dell’iniziativa.

La locandina della Giornata Nazionale AIRS

Il 28 novembre 2009, si è tenuto nell’aula multimediale del Poliambulatorio Giovanni Paolo II un Convegno su “L’accrescimento normale e patologico in età pediatrica”. Il successivo 12 dicembre, nello stesso luogo si terrà un secondo appuntamento su “Lo sviluppo puberale normale e patologico”.I convegni, organizzati dall’Unità operativa complessa di Pediatria (Direttore il dottor Michele Sacco), si rivolgono principalmente ai pediatri di libera scelta con due giorna-te dedicate a problematiche di frequente riscontro nella pratica clinica, quali l’ac-crescimento in età pediatrica e lo sviluppo puberale normale e patologico. L’obiettivo è il miglioramento delle conoscenze e delle competenze professionali in ambito endo-crinologico identificando dei percorsi dia-gnostico terapeutici e facilitando così l’in-tegrazione tra ospedalizzazione, assistenza specialistica e i pediatri di libera scelta. L’evento rientra nel programma di Educa-zione Continua in Medicina.

Convegnodi Pediatria

“Verso il cielo”: Pippo Francomette in scena la vita di Padre Pio

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Il 17 e 18 ottobre si è svolto il Primo week-end di educazione terapeutica per bambini diabeti-ci. L’incontro organizzato, in collaborazione con la Roche Diabetes Care, dalla Pediatria della Casa Sollievo della Sofferenza diretto dal dottor Michele Sacco, si è svolto presso l’Agriturismo Santa Barbara di San Giovanni Rotondo.Vi hanno preso parte, accompagnati dai genito-ri, 15 bambini affetti da diabete mellito tipo 1. Il gruppo è stato seguito dall’equipe dell’Ambu-latorio di Diabetologia Pediatrica del Reparto.L’evento è stato un’occasione per conoscersi meglio, confrontarsi e soprattutto condividere un bagaglio culturale comune per la gestione del diabete. Gli argomenti dibattuti sono stati la fisiopatologia del diabete mellito, la terapia insulinica, la corretta alimentazione attraverso la conoscenza del cibo e del suo valore nutri-tivo. Si sono alternati nel ruolo di Educatore-Istruttore i medici Michele Sacco, responsabile del comitato scientifico, Maurizio Del Vecchio, responsabile dell’Ambulatorio di Diabetologia Pediatrica, Adele Potenza, responsabile del Servizio di Dietologia, Antonio Marseglia, spe-cializzando di Pediatria, la dietista Alessandra Bentivogli, la psicologa Adelaide Minenna. Supporto prezioso e competente è stato inol-tre fornito da Maria Pia Franco, infermiera professionale del Reparto. I ragazzi più grandi hanno sperimentato un’occasione intensiva di apprendimento ed autonomia lontana dalla premure e dalle attenzioni dei genitori e in se-duta separata hanno avuto un ruolo attivo nel portare le loro esperienze. Nel pomeriggio di

domenica 18, dopo la celebrazione della Mes-sa presieduta da Frate Aldo Milazzo dell’Ordine dei Camilliani, si è tenuto l’incontro sulla pro-blematica “il bambino diabetico e la scuola”, che ha visto la partecipazione di insegnanti e amministratori locali. Dopo un dibattito parte-cipato, la sessione è terminata confermando l’impegno comune di incidere sulle singole re-altà scolastiche dove ci sono bambini diabetici, di diffondere ulteriori informazioni e facendo formazione al personale scolastico dedicato, evitando così l’isolamento del bambino diabe-tico: una sorta di manuale che educhi all’ap-proccio al diabete. I genitori hanno ravvisato infine la necessità di costituirsi in associazione locale sulla scorta dell’esperienza portata dalla Signora Franca Maialetti De Santis, Presiden-te dell’Associazione Pugliese Aiuto Giovani con Diabete, che ha attivamente partecipato all’incontro. L’impegno assunto, al termine della due giorni, è quello di educare i ragazzi e renderli protagonisti della costruzione del loro percorso salutistico.

bambini diabetici al week-end di educazione terapeutica

Organizzato dall’Ufficio Formazione ECM della Casa Sollievo della Sofferenza, re-sponsabile la dottoressa Michelina Crisetti, il 22 ottobre si è tenuto, in collaborazione con l’Università degli Studi di Foggia (sot-to la responsabilità del professor Giuseppe Guglielmi) l’evento formativo “Il Tutor delle attività’ professionalizzanti nei corsi di lau-rea delle professioni sanitarie: ruolo, com-petenze e formazione”. Il Tutor di tirocinio si configura come colui che accompagna e facilita i processi dì apprendimento all’inter-no dei servizi. La finalità del corso è quella di qualificare professionalmente operatori dell’area sanitaria, che svolgono, a diverso titolo, funzioni di tutorship in processi dì formazione dei corsi di laurea, e di svilup-pare nei partecipanti una competenza ele-vata sulle diverse metodologie di attuazione della tutorship nella formazione in ambito sanitario. Il corso si è reso necessario per la sempre più grande importanza che riveste il ruolo del Tutor nella formazione professio-nalizzante degli studenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. Negli ultimi anni, i processi di formazione di base di molte figure professionali sanitarie hanno subito innumerevoli e profonde trasformazioni. Questa fase di trasformazione, non ancora conclusa, ha contribuito a riportare l’atten-zione sull’esigenza di un raccordo tra forma-zione teorica e pratica. Il tirocinio si presen-ta, quindi, come un “sistema di opportunità per lo sviluppo professionale” e costituisce lo spazio operativo principale nel quale re-alizzare forme concrete di collaborazione tra sedi formative e sedi lavorative. I docen-ti, professionisti individuati sia all’interno dell’IRCCS che all’esterno, sviluppano in aula il confronto sulle esperienze, le motivazioni e le condizioni organizzative per la realizza-zione efficace dei progetti di tirocinio.

Il Tutor delle AttivitàProfessionalizzanti

La sessione è terminataconfermando l’impegnocomune di incidere sulle singole realtà scolastiche dove ci sono bambini diabetici, di diffondere ulteriori informa-zioni e facendo formazione al personale scolastico dedicato, evitando così l’isolamento del bambino diabetico

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Il 13 ottobre la sala convegni della Casa Sol-lievo ha ospitato il Prof. Kary Mullis, premio Nobel per la Chimica nel 1993. Il prof. Mullis, la cui dissertazione è stata preceduta dalla relazione del prof. Massimo Cocchi dell’Uni-versità degli Studi di Bologna, ha tenuto una lezione magistrale sul tema “Polymerase Chain Reaction (PCR)”, una scoperta rivoluzionaria per la Biochimica e l’Ingegneria Genetica. La scoperta che ha fruttato il Nobel al biochimico americano,classe 1944, è maturata durante il tragitto in macchina alla volta del suo chalet di Mendocino, nell’Anderson Valley, Nord Ca-lifornia, un venerdì notte dell’aprile 1983. In tali circostanze Kary Mullis intuì l’utilizzo della reazione a catena delle polimerasi per replica-re all’infinito il Dna, una metodica innovativa quanto semplice che consente di ricostituire un segmento di Dna “completo” (a doppia eli-ca) a partire da un filamento a singola elica. La PCR ha anche dato origine ad una nuova di-sciplina scientifica, la Paleobiologia, e questo grazie alla sua abilità a caratterizzare persino il DNA prelevato dai fossili. Questa invenzione ha inoltre un ampio impiego in ambito criminolo-gico per l’identificazione dell’appartenenza, su base genetica, di reperti biologici.

Per tale intuizione, nel 1993 a Kary Mullis è sta-to assegnato anche il Japan Prize, importante riconoscimento del mondo scientifico.Kary Mullis ha depositato molti importanti bre-vetti. La sua più recente richiesta di brevetto, su cui si è soffermato durante la conferenza, riguarda un approccio rivoluzionario alla mobi-lizzazione istantanea del sistema immunitario per neutralizzare agenti patogeni e tossine.Questa invenzione, dal nome Altermune, è un trattamento medico che si sta focalizzando sul-lo studio dell’influenza A e dello stafilococco aureo resistente ai farmaci e che si spera ap-porti un netto cambiamento di direzione nella cura delle infezioni microbiche, delle alterazio-ni metaboliche, del cancro e di un’innumerevo-le quantità di malattie.Calzanti, ci sembrano a questo punto, le parole pronunciate dallo scienziato in occasione del conferimento del Premio Nobel: “Non sono convinto che la gioia della creazione scientifi-ca debba restare completamente misteriosa e inspiegabile, una questione esoterica, riserva-ta agli addetti al lavori… se puoi comprendere una cosa allora sei anche in grado di spiegarla agli altri”.

Kary Mullispremio nobel a Casa Sollievo

Non sono convinto che la gioia della creazione scientifica debba restare completamente misterio-sa e inspiegabile, una questione esoterica, riservata agli addetti al lavori… se puoi comprendere una cosa allora sei anche in grado di spiegarla agli altri.

Il Dottor Francesco Florio, primario dell’U.O. di Scienze Radiologiche della Casa Sollievo è il nuovo Presidente della Sezione di Radiolo-gia Interventistica della SIRM, la più impor-tante società italiana di Radiologia Medica. L’elezione è avvenuta nel corso del Congres-so Nazionale della Sezione di Radiologia Interventistica della SIRM, svoltosi a Varese nei giorni 29-31 ottobre.Hanno in passato ricoperto tale carica di Presidente nomi illustri della Radiologia Ita-liana quali il prof. Plinio Rossi, il prof. Gio-vanni Simonetti, il prof. Lucio Di Guglielmo, il prof. Giovanni Gandini, il prof. Roberto Passariello, il prof. Giampaolo Cornalba e il prof. Luciano Lupattelli.

Francesco Florio, nuovo Presidentedi Radiologia Interventistica

Dal 10 al 17 novembre a Bari si è tenuto il 10° Corso Interattivo di Radiologia e Neuroradiologia Interventistica “Gargano 2009”. Il convegno è stato organizzato dal personale dell’Unità Operativa Comples-sa di Radiologia Interventistica di Casa Sollievo con il patrocinio della Sezione di Radiologia Vascolare ed Interventistica della SIRM e dell’Associazione Italiana di Neuroradiologia AINR. Tra gli obiettivi del convegno diffondere le metodiche di Ra-diologia Interventistica per un confronto sulle tecniche, i materiali e le procedure da utilizzare per un’evoluzione della Ra-diologia Interventistica.

Corso Interattivo diRadiologia eNeuroradiologiaInterventistica

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La Società Operaia di Santo Stefano di Ca-mastra (Messina), presieduta dal maestro Giuseppe Ciavirella, lo scorso 13 novembre ha donato alla Casa Sollievo della Sofferenza un pannello in ceramica raffigurante Padre Pio, la Madonna delle Grazie del Convento di San Giovanni Rotondo, il Santuario del Letto Santo di Santo Stefano di Camastra e il Crocifisso delle Stimmate. Il pannello è stato realizzato dalla II Classe serale dell’Istituto Regionale d’Arte “Ciro Michele Esposito” su disegno dell’allievo Stefano Rondinella.Il pannello è posizionato nell’atrio della sala d’attesa del Poliambulatorio Giovanni Paolo II. La cerimonia di consegna è terminata con la benedizione del cappellano di Casa Sollie-vo padre Salvatore Scopece.La località di Santo Stefano di Camastra si trova alle pendici della catena montuosa dei Nebrodi e deve il suo assetto urbanistico al genio del Duca di Camastra che nel 1683 ottenne dal Viceré di Sicilia la licenza di rie-dificazione dell’attuale sito dopo che un ca-taclisma idrogeologico aveva raso al suolo il vecchio casale.Il paese è conosciuto nel mondo per la sua “Scuola di Ceramica” istituita nel 1931 ed elevata nel 1965 in Istituto Regionale d’Arte per permettere ai giovani di perfezionarsi nell’affascinante attività della lavorazione della creta.

Donato un pannello in ceramica

a Casa Sollievo

Il 24 settembre il chiostro del Comune ha ospitato le associazioni dell’AIDO, AIDM, il Cireneo e il CRAL della Casa Sollievo che si sono confrontate sul tema “Dalla biologia molecolare al trapianto d’organo: attualità e prospettive”. Un incontro divulgativo-scientifico orga-nizzato dal Rotary Club di San Giovanni Rotondo per educare alla sensibilità che induca la gente a donare gli organi. Lo scorso anno la stessa associazione ha donato al nostro ospedale l’arredo di una stanza della Rianima-zione II dove avviene la comunicazione con i potenziali donatori, primo anello della catena che dovrebbe in-durre allo step successivo della donazione.

Incontro divulgativo-scientifico organizzatodal rotary Club di San giovanni rotondo

Nei giorni 26, 27 e 28 novembre, si è tenuta a Foggia AUREA. la Borsa del Turismo religioso e Aree protette. L’evento, unico nel suo genere, punta a tener conto di quella fetta di turisti che si muovono per raggiungere mete religiose e per fare nuove esperienze di fede. Sono trecento i milioni di perso-ne che si muovono per motivi religiosi e solo in Italia il fatturato di questa tipologia di turismo è di 4 miliardi di dollari. Non solo turismo religioso però anche turismo dedicato alla natura e, in partico-lare, le aree protette. Anche questo è un segmento di mercato importante e in continua crescita. La Puglia, tra le prime mete turistiche italiane, sta vedendo la crescita costante del turismo religioso e in particolare delle mete che riguardano il Gargano come ad esempio San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, il convento di San Matteo a San Marco in Lamis.

aurea. borsa del turismoreligioso e aree protette

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La Gazzetta del Mezzogiorno lo chiama “Mira-colo Laico” e il TG1 gli ha dedicato un servizio: si tratta dell’intervento eseguito alcuni mesi fa dal professor Vincenzo D’Angelo, primario del-la Neurochirurgia del nostro Ospedale esegui-to su una bimba di soli 8 mesi in coma per un angioma cavernoso emorragico. Ora Martina, questo il nome della bimba, ha un anno e una vita davanti a se. I genitori della bimba si erano rivolti al professor D’Angelo in seguito ad una segnalazione da parte del primario dell’ospe-dale del Niguarda di Milano, che aveva consi-gliato agli stessi di rivolgersi direttamente al

Intervento di Neurochirurgia:Il “Miracolo Laico”

del Professor D’angelo

Professore che alla parola Miracolo preferisce parlare di “grande plasticità e grande segno di ripresa che hanno gli organi, in questo caso il cervello, alla tenera età”. Ripresa ed elasticità confermate poi dai gesti attivi e reattivi di Mar-tina già al secondo giorno post-operatorio.Dopo un mese, la piccola è tornata in Casa Sollievo per un controllo: a detta del professor D’Angelo “la risonanza di controllo ha eviden-ziato una riespansione delle strutture del “pon-te”, a conferma del fatto che la lesione aveva prodotto solo una compressione e non una di-struzione delle cellule e delle fibre nervose”.

La Gazzetta delMezzogiorno lo chiama “Miracolo Laico” e il TG1 gli ha dedicato unservizio: si trattadell’intervento eseguito alcuni mesi fa dalprofessor D’Angelo,primario dellaNeurochirurgia delnostro Ospedale.

Anche Casa Sollievo, prima banca di cellule cordonali in Puglia, ha aderito ad una campagna di informazione partita a luglio del 2009 sull’utilizzo e l’importanza del cordone ombelicale. Spesso le mamme non sanno che quel tessuto potrebbe salvare la vita né tutti gli ospedali sono attrezzati con centri trasfusionali per le donazioni del cordone ombelicale. In Italia esistono 18 banche pubbliche e gratuite dove lo si può donare e conservare per uso solidale.Ma il nuovo business, per il giro di soldi che ruotano attorno, è quello di convincere le neo-mamme a mandare il cordone del proprio figlio fuori dall’Italia, per un presunto antidoto contro un’eventuale malattia. Una madre che sceglie questa strada onerosa (il costo è di 3000 euro per mandare il cordone ombelicale in una banca privata e fuori dall’Italia, più una retta salata all’anno) crede di tutelare il figlio: in realtà abbassa di molto le possibilità di guarirlo nel caso un giorno si ammali e automaticamente abbassa la possibilità di guarire altra gente. Dopo 15 anni il cordone ombelicale, conservato a meno 190 gradi, non è più utilizzabile. Per strozzare questo circolo vizio-so le due associazioni Adoces e Adisco hanno iniziato una campagna di informazione e promozione per compiere un piccolo gesto di grande solidarietà. Anche i medici cattolici si schierano contro lo spreco dei cordoni ombelicali: il Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC) nella presentazione del II Congresso sulle cellule staminali ha dedicato una parte all’informazione sui cordoni ombelicali.

Cordone ombelicale: dono prezioso

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Si è concluso lo scorso 15 ottobre il progetto formativo aziendale “Salute e Comunicazione: gli ambiti della comunicazione in Sanità”, orga-nizzato dall’Ufficio per la Formazione Continua in Medicina (ECM). Nel quotidiano dell’opera-tore sanitario spesso i problemi più frequenti nella comunicazione operatore-paziente na-scono dalla poca disponibilità all’ascolto che si evidenzia con l’insoddisfazione del paziente per la cattiva comunicazione con l’operatore. Nel corso della prima sessione dei lavori, è sta-to tracciato un percorso che prende in conside-razione l’ascolto e il dialogo, il ruolo strategico della comunicazione in sanità e la comunica-zione tra operatore/operatore/utente. Nella seconda sessione si è parlato della comunica-zione dal punto di vista empatico; nella terza sono stati considerati gli aspetti conflittuali della comunicazione e, nell’ultima sessione, sono stati affrontati i temi delle strategie di comunicazione aziendale (Domenico Crupi, direttore generale), dell’attività dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico quale strategia co-municativa e di ascolto per il cittadino (relato-re Paolo Fini, responsabile URP); degli sviluppi della comunicazione istituzionale (Giulio Siena, responsabile Ufficio Stampa) e delle tecniche di comunicazione nell’era digitale (Francesco Giuliani, esperto in comunicazione multime-diale). Il programma ha catturato l’interesse dei partecipanti anche perché, secondo una visione olistica, la persona ha bisogno attenzio-ne, atteggiamenti familiari, interrelazioni socia-li oltre che della medicina e della tecnologia.La partecipazione a tale Progetto Formativo Aziendale è stata elevata dimostrando il rag-giungimento dell’obiettivo di stimolare il perso-nale sanitario all’ascolto e al dialogo e fornire le strategie opportune per una comunicazione efficace tra operatori sanitari e tra operatori e cittadini. La comunicazione diventata sem-pre più attività fondamentale per il pubblico e per il privato, sia che si tratti di sanità che di amministrazione o attività commerciale. E sempre più importante diventa il ruolo del co-municatore, quale responsabile dell’immagine dell’azienda, immagine che non è prerogativa intrinseca, ma qualcosa che deve accurata-mente essere costruita e presentata. Chi pre-siede l’attività dell’Ufficio Stampa o dell’URP è avamposto della comunicazione, poiché ha il compito di suggerire, promuovere ed elabo-rare programmi atti alla diffusione capillare e coerente dell’immagine dell’azienda. Anche la Casa Sollievo si avvale di tali strumenti per far conoscere la sua mission, coerentemente con il pensiero e del santo Fondatore, in particolare della rivista quindicinale “La Casa Sollievo della Sofferenza”, dell’house organ bimensile “CSS NEWS” e del Portale www.operapadrepio.it.

La Comunicazionein Sanità

Si è svolta dal 3 al 10 ottobre la Settimana Nazionale della Spina Bifida, il principale evento di sensibilizzazione in Italia su que-sta patologia inguaribile promossa in Italia dal Coordinamento Nazionale delle Associa-zioni Spina Bifida. La settimana ha portato la grande novità dell’avvio di un Registro pazienti, progetto nato per monitorare la consistenza della patologia, il suo costo re-ale e le modalità di trattamento. A questo proposito, Domenico Innaimo, presidente dell’Associazione Pugliese Spina Bifida e Idrocefalo (APuSBI), ha informato che è sta-ta individuata la Casa Sollievo quale Centro di riferimento regionale per l’assistenza e la creazione di servizi necessari sia al tratta-mento della patologia che al miglioramento della qualità della vita delle persone affette da questa malattia.Una collaborazione, quella tra l’APuSBI e l’Ospedale di San Giovanni Rotondo, confer-mata il successivo 28 novembre nel conve-gno organizzato dall’associazione pugliese su “Modello di assistenza multidisciplinare a pazienti affetti da Spina Bifida per favori-re l’integrazione sociosanitari”. All’incontro hanno preso parte autorità regionali, delle ASL, dirigenti di Casa Sollievo e numerose famiglie di associati. Per l’Opera di Padre Pio sono intervenuti il Direttore sanitario Domenico Di Bisceglie e il vice Direttore Leo-nardo Miscio, il genetista Leopoldo Zelante, il neonatologo Ciro Coviello, la responsabile del Servizio sociale clinico Donata Ciancia-ruso. Il dottor Giuseppe Cretì, responsabile dell’Urologia Pediatrica, ha sottolineato l’importanza del lavoro di sensibilizzazione e la rete organizzativa dell’APuSBI metten-do in evidenza i risultati ottenuti. Per la Re-gione Puglia è intervenuta la dirigente della Programmazione sociale e Integrazione so-ciosanitaria, Anna Maria Candela.

Il Centro diRiferimento Regionale della Spina Bifida

Alle ore 20 di sabato 19 dicembre, nella Cappella III piano dell’Ospedale, il coro “Cantate Domino” della parrocchia Santa Rita da Cascia di Taranto terrà un concerto di canti natalizi. Il coro “Cantate Domino” nasce 15 anni fa dall’esperienza del movi-mento Comunione e Liberazione con l’inten-to del sostegno alla liturgia ed ai momenti comunitari. E’ composto da una trentina di elementi di età ed estrazione molto varia, oggi solo alcuni del nucleo originale, tutti dilettanti, che offrono il proprio tempo gra-tuitamente per questo servizio.La responsabilità del Coro è affidata a Mas-simo Sabbatucci, la parte tecnica è curata da Fabrizio De Pasquale, voce solista princi-pale Marina Albamonte.

Coro “Cantate Domino” terrà un concerto

in Casa Sollievo

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Il 5 novembre 2009 si è tenuto in Casa Sollievo il convegno “L’assistenza personalizzata al ma-lato fragile: approcci clinici innovativi tra etica ed economia”, organizzato dall’Associazione Scienza e Vita in collaborazione con l’Unità Ope-rativa di Geriatria, diretta dal professor Alberto Pilotto. L’importanza dell’argomento ha richia-mato un nutrito numero di medici, infermieri e professionisti del mondo sanitario, provenienti anche da aziende sanitarie della Puglia e delle regioni limitrofe. Il Convegno è iniziato con le lezioni magistrali dal Direttore scientifico Bru-no Dallapiccola, Presidente Nazionale dell’As-sociazione Scienza e Vita, che ha tracciato una panoramica sullo stato attuale della ricerca scientifica e delle sue implicazioni etiche, e di monsignor Elio Sgreccia (nella foto), Presidente del Comitato Etico dell’Ospedale di Padre Pio, che ha focalizzato l’attenzione sull’importanza e la necessità di allargare le attuali competenze dei Comitati Etici verso la tutela dell’assistenza e delle cure dei malati più fragili e terminali. La successiva sessione, moderata dal Direttore sanitario Domenico Di Bisceglie, è stata intro-dotta dalla relazione dell’economista Tomma-so Cozzi che ha evidenziato come le strutture sanitarie, in un contesto attuale di “economia fragile”, potranno migliorare la qualità dell’as-sistenza e generare “valore” aziendale a lungo termine solo mediante approcci sistemici e di rete al mondo della fragilità, che prevedano compensazione dei costi e redistribuzione del-le risorse. Il bioeticista di Casa Sollievo Genna-ro Cera ha quindi illustrato percorsi innovativi

L’ assistenza personalizzataal malato fragile

di umanizzazione e di assistenza personalizzata al malato fragile, secondo le indicazioni dei re-centi piani sanitari nazionali e dei modelli orga-nizzativi in cure palliative, in grado di risponde-re in modo integrale alla “sofferenza globale” del malato.L’ingegnere Edoardo Benelli ha illustrato a sua volta un progetto di ricerca europeo HOPE che coinvolge anche il nostro Ospedale, volto a esplorare l’impiego di nuove tecnologie, come la domotica e la robotica, ai fini di migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer in fase iniziale. Il professor Pilotto ha quindi sottolineato come l’approccio più cor-retto al malato fragile preveda oggi l’impiego di strumenti clinici innovativi come la Valutazione Multidimensionale e la farmacogenetica che permettono di realizzare la personalizzazione delle cure, illustrando alcuni progetti di studio, nazionali ed internazionali, in cui è impegnata la di Geriatria di Casa Sollievo.Nel corso della seconda sessione dei lavori, moderata dal direttore di Teleradio Padre Pio Stefano Campanella, il Direttore generale Do-menico Crupi ha delineato i rapporti tra etica, economia ed allocazione delle risorse in sanità all’interno del modello antropologico del per-sonalismo ontologicamente fondato di ispira-zione cristiana, fedele al Magistero della Chiesa ed agli intendimenti di San Pio da Pietrelcina. Nella sua lectio magistralis il dottor Crupi ha dimostrato come solo tale modello sia in gra-do di realizzare, all’interno del pianeta sanità, una gestione delle risorse fondata sulla giusti-

Il modello antropologico del personalismo ontologicamente fondato di ispirazione cristiana, fedele al Magistero della Chiesa ed agli intendimenti di San Pio da Pietrelcina è l’unico in grado di realizzare, all’interno del pia-neta sanità, una gestione delle risorse fondata sulla giustizia rapportata ai bisogni della “persona”, fulcro del sistema sanitario.

Dal 4 al 25 ottobre è stata indetta la Seconda Assemblea Speciale per l’Afri-ca del Sinodo dei Vescovi sul tema: La Chiesa in Africa a servizio della ricon-ciliazione, della giustizia e della pace. L’Africa, con le sue contraddizioni, è al centro dell’interesse dell’ONU che ha dichiarato il 2009 anno internazionale della riconciliazione. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto questo tema per perseguire i processi di riconciliazione necessari per una pace duratura. Dei drammatici problemi del Ciad ne ha parlato monsignor Michele Russo, originario di San Giovanni Rotondo, Vescovo di Dobà. “Basta giocare con l’Africa”, ha detto in un incontro con gli studenti del Liceo Clas-sico Aldo Moro di Manfredonia. Il Vescovo ha spiegato di come l’Africa sia un continente appetibile per l’Occidente che lo depreda in quanto ricco di risorse come il petrolio, l’uranio, l’oro.Un problema di fronte al quale si staglia “l’indifferenza delle nazioni occi-dentali e dei grandi delle Terra”. Sabato 24 ottobre nella galleria civica di Termoli è stata organizzata una mostra fotografica di beneficenza per la co-struzione di un pozzo artesiano nel Ciad. La manifestazione è stata organiz-zata dall’agenzia pubblicitaria La Matita di Pat e da l’Archetyp Art Gallery in collaborazione con il locale Gruppo di preghiera San Francesco.Le opere sono state illustrate dal critico d’arte Giuseppe Siano di Napoli.

uniti per l’africa

zia rapportata ai bisogni della “persona”, fulcro del sistema sanitario.La sessione è proseguita con l’intervento della professoressa di Bioetica Maria Luisa Di Pietro, la quale si è fatta portavoce di una commoven-te testimonianza legata al mondo della fragilità, facendo comprendere ancor più profondamen-te le sofferenze di tali ammalati ed il dramma della carenza assistenziale nei loro confronti. Le conclusioni sono state tratte da monsignor Sgreccia. Gli atti del convegno verranno pubbli-cati sui “Quaderni di Scienza e Vita”.

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Il dottor Francesco Petruzzelli da alcuni mesi è il Referente dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’I.R.C.C.S. “Casa Sollievo della Sofferenza”. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari nel 1976, dove cinque anni dopo ha conseguito la Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia. Nel corso della sua carriera professionale ha acquisito, dal 1976 al 2007, una vasta esperienza ostetri-ca avendo fornito assistenza medica ad oltre 45 mila partorienti del Reparto di Ostetricia della Casa Sollievo della Sofferenza. Il dottor Petruzzelli ha inoltre eseguito un altissimo numero di interventi ostetrici vaginali (for-cipe, ventosa, assistenza a parto podalico, rivolgimenti per manovre interne ecc.) e addominali (taglio cesareo). Dal novembre 2001 è Dirigente della Ginecologia Onco-logica, una sezione dell’Unità Operativa di Ginecologia-Ostetricia a cui fin dal 2002 è riconosciuto il livello di “eccellenza” secon-do il Rapporto dello Sportello Cancro del Corriere della Sera. Nello stesso Rapporto si evidenzia la seconda posizione della Gine-cologia Oncologia di San Giovanni Rotondo che per numero di casi trattati la colloca alle spalle del Policlinico Gemelli di Roma.

Il Dottor PetruzzelliReferente dell’U.O.

di Ginecologia-Ostetricia

Il 30 novembre scade il termine per l’iscrizione al “2° Festival Artistico dei Piccoli”, organizzato dall’As-sociazione “La Compagnia dei Piccoli”, presieduta da Raffaele Iacubino, con il patrocinio del Comune di Apricena. L’evento si svolgerà sabato 19 dicembre presso i locali dell’ex Consorzio Agrario. La manifestazione è aperta a bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Per partecipare ba-sta saper cantare, suonare, ballare, imitare, fare qualcosa di artistico e fantasioso. Saranno premiati i primi classificati di ogni categoria mentre per tutti i partecipanti è previsto un riconoscimento. Il ricavato del Festival sarà devoluto in beneficenza all’AGAPE Onlus (Associazione genitori e amici piccoli emopatici) e sarà destinato alla cura e allo studio delle leucemie e dei tumori infantili presso la Pediatria Oncologia della “Casa Sollievo della Sofferenza”.

Festival artistico dei Piccoli

I direttori delle ematologie pugliesi si sono dati appuntamen-to a San Giovanni Rotondo il 1 ottobre 2009 presso Il Centro di Spiritualità Padre Pio. Nel corso della Seconda giornata ematologica della Capitanata, organizzata dal dottor Nico-la Cascavilla e dalla dottoressa Silvana Capalbo, direttori ri-spettivamente delle ematologie di San Giovanni Rotondo e di Foggia, si è discusso sui risultati clinici e sperimentali più re-centi degli inibitori delle Tirosin-Kinasi di prima e seconda ge-nerazione. Una interessante discussione con un folto uditorio ha concluso nel pomeriggio i lavori scientifici. In appendice all’evento scientifico è seguito lo spettacolo musicale “Una nota per la vita” con i Cantori di Carpino, organizzato dall’As-sociazione Italiana contro le Leucemie, Mielomi, Linfomi (AIL) di Foggia. Il dottor Celestino Ferrandina, presidente dell’AIL Foggia, ha spiegato i fini dell’as-sociazione: costituita il 20 settembre 1994 in sintonia con gli scopi ed i programmi dell’AIL nazionale, affianca i reparti di Ematologia di Foggia e di San Giovanni Rotondo con il fine di migliorare le condizioni di assistenza degli ammalati sottoposti a chemioterapie intensive e dei loro familiari, di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie del sangue e di promuovere e supportare la ricerca scientifica. L’AIL Foggia eroga anche contributi eco-nomici alle famiglie di pazienti in difficoltà, affetti da leucemia e che hanno ricevuto trapianti di midollo osseo. Il concerto dei Cantori di Carpino ha introdotto i presenti in un’atmosfera magica, facendo rivivere un mondo garganico scomparso ma sempre vivo nello spirito.

Seconda giornata ematologicadella Capitanata

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Voglio ringraziare pubblicamente il Dr. Cretì dell’Urologia pediatrica, in quanto mio figlio C.R. alla nascita presentava una grave malformazione all’apparato genitale… ho avuto modo di conoscere il professore Cretì… una persona motivata da uno spirito di sacrificio non comune. Dopo alcuni colloqui e visite, fu fissato il primo intervento che venne effettuato l’anno scorso e nel mese di settembre di quest’anno è stato effettuato il secondo intervento; an-che questo riuscito perfettamente... era presente quasi in tutte le ore del giorno e, talvolta anche della notte. Si recava a visitare i bambini talvolta anche nei giorni in cui risultava essere libero dal servizio. Grazie di cuore Professore Cretì.Gennaro Corvino Nocera Superiore (SA)

Sono stato ricoverato nel reparto di geriatria…e avverto l’esigenza di far presente la grande disponibilità nonché la cortesia e umanità del corpo infermieristico della struttura summen-zionata ed in particolare del sig. Russo Giovanni, persona squisita, di grande sensibilità e professionalità. Con stima e cordialitàCosimino Gallo Ascoli Satriano (FG)

E’ difficile esprimere in poche parole la profonda gratitudine per tutto il bene che ho ricevuto nei 22 giorni, in cui la Casa Sollievo della Sofferenza è diventata anche la mia casa e quella dei miei familiari. Qui nel reparto di Neurochirurgia ho incontrato uomini e donne chiamati ad una particolarissima missione a servizio di chi soffre, che operano con competenza, responsabilità e profondo rispetto di ogni paziente. Dio benedica le mani sapienti del

primario, prof. V. A. D’Angelo, tramite cui opera ogni giorno prodigi; benedica il lavoro attento e scrupoloso dei medici della sua equipe, degli infermieri e di tutto il personale.Anna Scarpa e famiglia

… sono stato ricoverato in vari Ospedali d’Italia… ed 11 volte presso Codesto “Ospedale Casa Sollievo della Soffe-renza”, venendo sottoposto a interventi chirurgici uno diverso dall’al-tro ed esattamente nei reparti di Otorino – Ematologia – Chirurgia Vascolare – Cardiologia e riabilitazione. In tutti gli elencati reparti …ho sempre ricevuto a differenza degli altri luoghi di ricovero, da parte di tutto il personale, medico, paramedico ed ausiliario: dolcezze, comprensione, affetto, signorilità, disponibilità, delicatezze, rispetto, professionalità ed attaccamento al dovere. GRAZIE A SAN PIO ED A VOI TUTTI. CONTINUATE IN QUESTO MODO CHE DIMOSTREREMO AL MONDO INTERO QUANTO È GRANDIOSO SAN PIO.Giuseppe Mastrulli Foggia

… da circa tre anni sono in cura presso la “Casa Sollievo della Sofferenza” reparto Cardiologia. Il dott. De Luca mi segue fin da principio. In questo tempo ho potuto constatare che tutti quelli che lavorano con lui, le persone che sono al laboratorio analisi, alle prenotazioni, alle accettazioni, insomma proprio tutti agiscono tenendo presente le parole e la volontà di San Padre Pio. Ciò premesso, sento il bisogno di far arrivare costà il mio pensiero di compiacimento.O. Ludovici in Di Giulio Manoppello scalo (PE)

Care Mamme,questa è una lettera di incoraggiamento per tutte voi che ogni giorno lottate per i vostri figli. Vi dico di combattere sempre e comunque perché la sofferenza di oggi è la gioia del domani. Voglio darvi una mia testimonianza e dirvi che quando ci sembra di aver toccato il fondo, che il dolore ci consuma il cuore è lì che si ricomincia a salire ed avviene il miracolo: basta avere Fede e Speranza. Due anni fa alle ore 8 del 15 marzo, era un giovedì, ho perso una bambina alla ventiduesima settimana per rottura del sacco e perdita del liquido amniotico. Alle 23,00, all’uscita della sala operatoria io e mio marito che seguiva la barella, all’angolo del reparto di ostetricia laddove c’è la statua di Padre Pio, abbiamo sentito un profumo di fiori ( da premet-tere che in tanti giorni di ricovero né io né lui abbiamo sentito un profumo così forte)!La mia vita sembrava distrutta, ma non ho perso il coraggio. Cinque mesi dopo ero incinta e l’ho saputo nel modo più bello che potesse capitarmi. Ero nella Chiesa di San Pietro a Ter-moli e come tutte le mattine pregavo davanti al Crocifisso e alla Madonna. Ad un tratto ho sentito un picchiettio provenire dalla finestra. Mi giro e c’era una colomba bianca che mi ha guardato per un po’ ed è volata via. Non posso descrivere le mie emozioni, so solo che ho pianto perché sapevo di essere incinta. Uscita dalla Casa del Padre sono andata in farmacia e ho comprato un test di gravidanza: positivo! Mia figlia Flavia è nata il 15 maggio del 2008 di giovedì. Dico sempre che Gesù l’ha tenuta con sé per un po’ e poi me l’ha ridonata!Perciò care mamme non perdete mai la speranza perché Padre Pio dice che “Chi comincia ad amare deve essere pronto a soffrire”. Grande è l’amore di Dio e misteriosi i Suoi Disegni anche se il dolore di oggi non vi fa capire nulla, abbiate Fede e pensate che tutto avviene per il nostro bene. Durante il mio ricovero ho conosciuto donne straordinarie pronte al sacrificio per i loro figli, piene di amore e di coraggio. Lottate per le Vite che sono nel Vostro Grembo e che vi ascoltano, che soffrono se voi soffrite e gioiscono se voi gioite. Abbiate fiducia nei dottori e nel personale infermieristico, ma anche dell’intero personale parasanitario che spesso con i loro sorrisi e qualche piccola parola riescono a farci una carezza.

Un saluto affettuoso da una mamma della terra che guarda sempre al Cielo.

alle “dolci ospiti” del reparto di ostetricia

Viviana è una giovane maestra d’asilo di Feltre, nel bellunese, vittima la scorsa estate di un gravissimo incidente stradale sulle strade del Gargano. Traspor-tata d’urgenza in elicottero a San Giovanni Rotondo, per due mesi è stata seguita dall’equipe della Riani-mazione di Casa Sollievo prima di essere trasferita in ambulanza all’Ospedale di Feltre, assistita lungo il viaggio dall’anestesista rianimatore Alfredo Del Gau-dio. Agli inizi di novembre è stata operata alla colon-na presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza. Pur se non più in pericolo di vita, i medici non nascondono la difficile situazione neurologica della ragazza, atte-sa ad un periodo di riabilitazione e rieducazione nel reparto di Unità Spinale di Vicenza.Lo hanno scritto i genitori di Viviana, Franco e Anna Rech, sia sulla stampa locale che personalmente in una lettera al dottor Del Gaudio per ringraziare lui e “i tanti medici di Casa Sollievo che hanno preso a cuore fin dai primi giorni la situazione della ragazza curandola in modo esemplare”. E un grazie partico-lare i genitori rivolgono a Padre Pio e alla Madonna delle Grazie “per averci donato la fede, la forza per le tante preghiere, la speranza, imprigionandoci l’un l’altro con l’aiuto reciproco, aiutandoci e infondendo-ci grande coraggio”.

La speranza salva Viviana

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Nel romanzo di Nicholas Sparks: “Le pagine della nostra vita”, da cui è stato tratto l’omonimo film, Allei, felicemente sposata ed innamoratissima del marito Noah, scopre di avere l’Alzaimer. Sapendo che la malattia le avrebbe fatto dimenticare anche la sua storia d’amore con il marito, gli scrive una lettera.

“Caro Noah,ti scrivo questa lettera alla luce della candela mentre tu dormi nella stanza da letto che abbiamo condiviso fin dal giorno del nostro matrimonio. E sebbene non mi giunga il suono del tuo respiro, so che sei lì e che tra poco mi sdraierò accanto a te come al solito. E il tuo calore mi avvolgerà confortante guidandomi a poco a poco verso il luogo dove sognerò di te e del meraviglioso uomo che sei.(...) Sei il mio miglior amico oltre che il mio amante e non so quale dei due io apprezzi di più. Entrambi mi sono indispensabili. Tu hai

qualcosa dentro di te, Noah, qualcosa di bellis-simo e di forte. La gentilezza. Ecco quello che vedo quando ti guardo ora. Sei sempre sereno e pronto alla comprensione, al perdono. Dio è con te, deve essere con te, perchè sei la persona più simile a un angelo che io abbia mai incontrato.So che hai pensato che io fossi pazza perchè ti ho fatto scrivere la nostra storia prima di lasciare la nostra casa per sempre, ma ho le mie buone ragioni e ti ringrazio per la tua pa-zienza. Non te le ho mai dette quelle ragioni, sebbene tu me lo chiedessi, ma adesso è bene che tu sappia.Abbiamo avuto una vita che la maggior parte della coppie sposate ignora, eppure, quando ti guardo, sono terrorizzata all’idea che tutto ciò finirà ben presto. Conosciamo entrambi la mia prognosi e quel che significa per noi. (...) Ma il mio amore per te è così profondo, così incredibile, che troverò il modo per tornare

da te nonostante la malattia. Te lo giuro. Ecco perchè la storia è importante. Quando sarò sola e smarrita tu me la leggerai e convinciti che in qualche modo io capirò che si tratta di noi. E forse, solo forse, riusciremo a essere ancora uniti.Per favore, non arrabbiarti con me nei giorni in cui non ti riconoscerò più. Ricordati che ti amo, che ti amerò sempre, e che, qualunque cosa accada, ho vissuto la vita più felice possi-bile. Accanto a te.Se conservi questa lettera, quando la rilegge-rai abbi fede in ciò che ti dico adesso. Noah, dovunque tu sia e in qualunque momento ciò accada, io ti amo. Ti amo mentre ti scrivo e ti amo mentre rileggi questa lettera. mi spiace di non trovare le parole per dirtelo meglio. Ti amo tanto, marito mio. Tu sei, e sei sempre stato, il mio sogno.Allie”

Gli unici che trovano gli uomini ancora buonisono i cannibali (P. F.)Nessuna medicina è in grado di curare ciò che la felicità non riesce a curare (Gabriel Garcia Marquez)La mente usata a lungo è la meno consumata (P. F.)Le spie non servono ai giorni nostri.La loro professione si è esaurita. I giornali fanno il loro lavoro (Oscar Wilde)

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Un giorno un professore universitario mise alla prova gli studenti con questa domanda.“Dio ha creato tutto ciò che esiste?”Uno studente diligentemente rispose:“Sì certo!”“Allora Dio ha creato tutto ?” rintuzzò il professore.“Certo!” affermò lo studente.Il professore rispose, “ Se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato il male, poiché il male esiste,e secondo il principio che afferma che noi siamo ciò che produciamo, allora Dio è il Male”. Gli studenti ammutolirono a questa asserzione. Il professore, piuttosto compiaciu-to con se stesso, si vantò con gli studenti che aveva provato per l’ennesima volta che la fede religiosa era un mito.Un altro studente alzò la sua mano e disse: “Posso farvi una domanda, professore?”“Naturalmente” replicò il professore.Lo studente si alzò e disse, “Professore il freddo esiste?”“Che razza di domanda è questa? Naturalmen-te esiste”. “Hai mai avuto freddo?” gli studenti sghignazzarono alla domanda dello studente.Il giovane replicò: “Infatti signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è in realtà assenza di calore. Ogni corpo od oggetto può essere studiato solo quando possiede o trasmette energia ed il calore è proprio la manifestazio-ne di un corpo quando ha o trasmette energia. Lo zero assoluto (-273 °C) è la totale assenza di calore; tutta la materia diventa inerte ed inca-pace di qualunque reazione a quella tempera-

tura. Il freddo, quindi, non esiste. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere come ci sentiamo se non abbiamo calore..”Lo studente continuò, “Professore, l’oscurità esiste?”Il professore rispose “Naturalmente!”.Lo studente replicò “Ancora una volta signore, è in errore, anche l’oscurità non esiste. L’oscu-rità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo studiare la luce ma non l’oscurità. Infatti possiamo usare il prisma di Newton per scom-porre la luca bianca in tanti colori e studiare le

varie lunghezze d’onda di ciascun colore. Ma non possiamo misurare l’oscurità. Un semplice raggio di luce può entrare in una stanza buia ed illuminarla. Ma come possiamo sapere quanto buia è quella stanza? Noi misuriamo la quantità di luce presente. Giusto? L’oscurità è un termine usato dall’uomo per descrivere ciò che accade quando la luce non è presente.”Finalmente il giovane chiese al professore, “Signore , il male esiste?”A questo punto, titubante, il professore rispose, “Naturalmente , come ti ho già spiegato. Noi lo vediamo ogni giorno. E’ nella crudeltà che ogni giorno si manifesta tra gli uomini. Risiede nella moltitudine di crimini e di atti violenti che avvengono ovunque nel mondo. Queste manifestazio-ni non sono altro che male.”A questo punto lo studente replicò “Il male non esiste, signore, o almeno non esiste in quanto tale. Il male è semplice-mente l’assenza di Dio. E’ proprio come l’oscurità o il freddo, è una parola che l’uo-mo ha creato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che succede quando l’uomo non ha l’amore di Dio presente nel proprio cuore. E’ come il freddo che si manifesta quando non c’è calore o l’oscurità che arriva quando non c’è luce.”A quel punto il professore si sedette e rimase in silenzio. Il nome di quello stu-dente era Albert Einstein.

Dopo aver conosciuto Padre Pio, nutrivo particolare simpatia per i monaci con il saio e la barba. Una volta, a Roma, mentre mi apprestavo da Montemario a scendere verso San Giovanni Rotondo incontrai un frate con una bella barba bianca che aspettava un mezzo pubblico. Ricordo che lo accompagnai in Vaticano: teneva tra le mani un grosso cero tutto decorato che doveva offrire al Santo Padre. Trasferitomi a San Giovanni Rotondo, fui nominato membro della commissione d’esami all’ITCA ed ebbi l’onore di conoscere i Cappuccini dell’Addolorata. Ricordo con gioia i giovani che venivano preparati ad altri mestieri in un Mezzogiorno che non offriva molto se non l’impiego da bracciante nei campi del Tavoliere: piegavano i metalli e con i corsi da meccanici si preparavano ad entrare come specialisti, figure sempre più richieste, nelle industrie per costruire, montare, e riparare motori. Quanto bene ha fatto Padre Pio con il suo volere l’ITCA a San Giovanni Rotondo per redimere i destini di tanti giovani sangiovan-nesi il cui futuro, senza questa scuola, sarebbe stata una storia già scritta. Quanti gio-vani invece, all’epoca dell’emigrazione verso le fabbriche e all’estero, si sono presen-tati come operai degni di competere con la mano d’opera locale. Ricordo due gemelli, figli di un dipendente dell’Opera di San Pio, che dopo la licenza media si rifiutarono di continuare gli studi. Parlai al Padre dell’ITCA come possibilità di inserimento nel mon-do del lavoro. Si iscrissero entrambi frequentando la scuola con impegno e successo: furono assunti al termine della stessa nell’azienda “Posta la Via” della Casa Sollievo.

Pietro Gasparri

Il 14 ottobre é morto l’ingegnere Pietro Gasparri, figlio spirituale di Padre Pio e dirigente per circa trenta anni dell’Ospedale e della Società Immobiliare “Casa Sollievo della Sofferenza”.Sotto la sua direzione è stata aperta l’azienda agricolo-zo-otecnica “Posta la Via” e rilanciata l’attività della Masseria Calderoso. Lo ricordiamo riportando una lettera scritta di suo pugno, che aveva lasciato alla nostra Redazione per-ché venisse pubblicata. E’ una sua memoria dell’incontro con i Padri dell’Istituto Terziari Cappuccini dell’Addolorata (ITCA), una scuola di avviamento professionale che Padre Pio aveva voluto per formare i giovani prima del loro inse-rimento nel mondo del lavoro.

Lettera dell’IngegnerPietro gasparri

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Dal 25 novembre, Marco Tarquinio è il nuovo direttore responsabile di Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato, con due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico um-bro. Ha lavorato al Corriere dell’Umbria di Perugia e al Tempo di Roma dove rimane fino al 1994, anno in cui è chiamato a dirigere la redazione romana di Avvenire. Nel 2007 è vicedirettore a Milano ed infine dal 3 settembre 2009 vicedirettore responsabile.

Anche la nostra Redazione si unisce agli auguri di buon lavoro inviati all’indomani della nomina dal dottor Domenico Crupi assicurando la nostra collaborazione con il quotidiano della CEI su fatti e notizie riguardanti le attività della Casa Sollievo della Sofferenza.

Preg.mo dottor Marco Tarquinio,la sua nomina a Direttore di Avvenire è motivo di gioia per quanti di noi sono al servizio della Casa Sollievo della Sofferenza, l’Opera di San Pio da Pietrelcina.Il prestigioso incarico che le viene affidato è il riconoscimento delle sue qualità umane, della levatura professionale e della perfetta aderenza della sua attività giornalistica al Magistero della Chiesa.In più occasioni, abbiamo avuto modo di condividere con lei e il suo predecessore, il dottor Dino Boffo, temi e argomenti di carattere religioso e sociale. In particolare, ricordiamo la vostra prezio-sa collaborazione e premura in occasione dell’allestimento di numeri speciali e inserti di Avvenire riguardanti la vita di Padre Pio e l’attività sanitaria e socio-assistenziale della Casa Sollievo della Sof-ferenza. Avvenire è e continuerà ad essere il nostro giornale. Ogni giorno cento copie del quotidiano vengono distribuite nei Reparti e Servizi dell’Ospedale, negli Uffici di Direzione e fatti pervenire agli anziani ospiti della nostra Casa di Riposo.E con gli auguri di buon lavoro e le mie personali più vive congratulazioni, le rinnovo il nostro im-pegno ad una fattiva collaborazione con il giornale da lei diretto affinché la dottrina sociale della Chiesa, che passa anche attraverso il carisma del santo Fondatore della Casa Sollievo, possa essere guida e faro di luce per gli uomini di questo tempo.

Domenico CrupiVice Presidente e Direttore Generale Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza

Marco tarquinio nuovoDirettore di avvenire

Ricordiamo con affetto l’amico Domenico Padovano cui va il merito di aver proposto l’apertura del centro Dialisi di Casa Sollievo della Sofferenza.Era il 1979 quando si concretizzò il sogno suo e di numerosi pazienti dializzati dell’en-troterra garganico costretti a recarsi in luo-ghi lontani per la cura emodialitica.Domenico ha passato 32 anni attaccato ad una macchina, finché non si è spento il 22 ottobre scorso dopo una vita trascorsa tra il sacrificio e la speranza di poter esse-re sottoposto ad un trapianto di rene mai realizzato.

In ricordo diDomenico Padovano

Anche quest’anno il Comune di San Giovanni Rotondo in collabora-zione con Radio Monte Calvo e con il supporto dei Frati Cappuccini, Casa Sollievo della Sofferenza e BCC, organizza l’appuntamento con i concorsi “Natale in famiglia con il presepe” e “Disegna il tuo Natale”.Nato trentatre anni fa con lo scopo di preservare la tradizione ita-liana del presepe, il concorso “Natale in Famiglia con il presepe” è aperto alle famiglie, gli enti, le comunità e le scuole di ogni ordine e grado. Ognuno appronterà il proprio presepe attingendo alla perso-nale creatività, nel rispetto di una tradizione antichissima, inaugurata da San Francesco D’Assisi che nel 1223 che realizzò a Greccio la pri-ma rappresentazione vivente della Natività. Il modello di iscrizione ai concorsi si può ritirate presso il Bar Sottozero di Corso UmbertoI entro il 24 dicembre. Una commissione esaminatrice, presieduta da Francesco Mangiacotti, visionerà i presepi nelle case, nelle scuole e nelle comunità. Il 6 gennaio 2010 nel salone delle feste della chiesa di Sant’Onofrio il sindaco Gennaro Giuliani e l’assessore alla Cultu-ra Carlo Macrini, premieranno per ciascuna categoria (famiglie, scuo-le, enti e comunità) il presepe più originale e che più fedelmente ri-spetterà i canoni della tradizione. Il concorso “Disegna il tuo Natale”, giunto alla quindicesima edizione, è invece riservato ai bambini delle Materne ed Elementari. Attraverso il disegno i giovani artisti comu-nicheranno la loro visione del Natale. Per tutti ci sarà un giocattolo, mentre ad essere premiati, sempre durante la serata del 6 gennaio, saranno i primi tre disegni classificati.L’edizione 2008 ha visto la partecipazione di ben 1.400 bambini e 180 presepi. I reparti di Urologia, Oculistica, Nefrologia e Ostetricia II si sono classificati nell’ordine al 3°, 4°, 5° e 6° posto.

Natale in famiglia con ilpresepe e Disegna il tuo NataleIl concorso scade il 24 dicembre

Il presepe dell’ U.O. di Urologia che nel 2008 si è classificato al terzo posto nella categoria “Scuole - Enti Privati”.

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Lo scorso 31 ottobre si sono svolti nel Conven-to dei Cappuccini i funerali della giovane Ma-ria, figlia di Maria Pia Nalesso e Pietro Lotti. La sua morte improvvisa, causata da una cri-si respiratoria di natura allergica, ha lasciato sgomenta l’intera comunità di San Giovanni Rotondo, in particolare insegnanti e compagni di scuola, gli amici della parrocchia San Fran-cesco e anche noi dipendenti di Casa Sollievo.Nipote del professor Francesco Lotti, primis-simo collaboratore dell’Opera di Padre Pio, Maria era amata per la dolcezza del suo carat-tere, la sua pronta disponibilità e generosità ma anche perché la sua bella famiglia rap-presenta uno splendido esempio di “piccola chiesa domestica”. Vogliamo ricordarla con la poesia del nonno Franco e le parole dello zio Giulio, scritte il giorno della Festa di Tutti i Santi, all’indomani del funerale celebrato dal-lo zio fra’ Luciano. Parole che interpretano i sentimenti dei cugini e degli altri zii, a cui tutti noi siamo legati da profonda amicizia e affetto non solo perché colleghi al servizio della Casa Sollievo.

Ieri mattina, abbiamo visto ancora una volta di cosa è capace questa nostra bella comunità: bella anche perché scelta da Padre Pio e scelta da Padre Pio anche perché da Lui ritenuta ab-bastanza bella per il Suo Grande Disegno.E, durante l’incontro di questa comunità riunita “nel Suo Nome”, ogni atto ed ogni gesto, sem-bravano riportare parole del Santo Vangelo, come delicatamente raccontate da un narrato-re discreto che accompagnava il sonno di una tenera bambina. “Vi riconosceranno che siete miei discepoli per come vi amerete”: centinaia e centinaia di alunni, guidati come figli dai pro-pri educatori e con una compostezza indescrivi-bile, sono venuti ad insegnarci proprio questo: tutto ciò che resta è solo l’Amore. Queste gran-di cose sa generare la nostra comunità, stretta all’unisono a quella dei Frati Cappuccini che, sebbene non siano riusciti a trattenere le pro-prie lacrime, hanno comunque voluto indossa-re i paramenti sacri della festa e non quelli del dolore, per celebrare insieme Cristo Risorto. “Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai pic-coli”: e tu, piccola dolce Maria, hai dato tanto

affetto e tante delicate attenzioni a questa co-munità, ai tuoi amici, al tuo piccolo coro della Parrocchia San Francesco, ai tuoi compagni ed allenatori di squadra; tu piccolo grande “Ange-lo biondo”, assieme ai tuoi piccoli grandi ami-ci, siete riusciti a far capire tutto questo a noi grandi, maturi, colti e sapienti. Avete affidato il vostro messaggio di Amore spontaneo, sincero, puro ed incondizionato, alle Ali della Speranza e, quasi non bastasse ancora, questa vostra te-stimonianza sembra voler cercare ogni mezzo per librarsi senza limiti in ogni cuore: ancora una volta infatti, la nostra comunità si sente unita e si incontra sulle pagine di Facebook “Dedichiamo un pensiero a Maria Lotti” che i suoi amici hanno voluto donarle. Complimenti ragazzi, siate fieri di voi, perché in un mondo così buio, avete acceso una grande luce. E a te Maria, nipotina mia, dico GRAZIE come cittadi-no di San Giovanni Rotondo, per averci nuova-mente ricordato di essere stati chiamati a que-sta Meravigliosa Avventura che il Signore Dio, nella Notte dei Tempi, ha preparato per questa Comunità.

Zio Giulio

Se con gli occhi dell’anima mi fosse dato di vederti, Maria,ove ora tu seiforse il mio cuore non reggerebbenel contemplare ciò che l’Amore ha operato in te.A Lui ti eri affidata, sempre, nella tua vitabreve e sofferta,e Lui ti ha voluta tutta per séportandoti, mano nella mano,oltre le nubi del cielo.Così io voglio pensarti,gioiosa e bella da far tremare il cuorea somiglianza della sposa del Cantico dei Cantici.Come splende ora la tua pelle d’alabastroe i tuoi capelli biondi che eguagliano il fulgore dei raggi del sole!Vinti dalla dolcezza del tuo sguardoi cieli d’attorno si incurvano per cingerti di una corolla d’azzurro.Al di là del crepuscolo della nostalgia di leisei Tu, Signore, la luce della speranza.Il tuo nonno Franco

a Maria

E’ in memoria di Maria Lotti la “Domenica No Stop” organizzata per il 6 dicembre dalla Fraternità araldina della parrocchia San Francesco di Assisi (nella foto). Sul tema “La mamma di un araldino è la mamma di tutti gli araldini” i bambini del catechismo e i giovani della parrocchia condivideranno con le proprie famiglia una giornata all’insegna della preghiera, del canto, del gioco e della convivialità. Un’occasione per stringere nuove amicizie e per consolidare i rapporti tra giovani e meno giovani di questa Parrocchia cui fanno capo settecento nuclei familiari e oltre tre mila anime e che abbraccia i nuovi quartieri a Nord-Ovest della città di San Giovanni Rotondo compresa l’area sacra Padre Pio dove ricadono in Convento e la Casa Sollievo della Sofferenza. Su iniziativa del parroco padre Gregorio D’Arenzo, il Gruppo animatori degli araldini ha seguito corsi di formazione a livello na-zionale perché possano meglio seguire anche le attività ricreative proposte ai giovani: dalla scuola calcio (nel nuovo campetto in erba sintetica realizzato nella pineta del parco che circonda la Chiesa di santa Croce) al corso di pittura, dalla visione critica di film alla redazione di un giornalino interno. Tra le tante iniziative da ricordare la Festa dell’Immacolata con l’omaggio floreale alla Vergine e il lancio di palloncini, che hanno portato in cielo i pensierini dei bambini del catechismo. E poi, tutti insieme a colazione nei locali della Parrocchia con una bella tazza di cioccolata calda preparata dalle mamme.

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Bollettino periodico d’informazione dell’Opera di San Pio da PietrelcinaDirettore responsabile: Giulio SienaCoordinatore: Paolo FiniImpaginazione e Titoli: Stefania Di MaggioRedazione: Mario Pennelli, Francesco Giuliani, Annalisa Placentino, Catia ScaranoFoto: Michele MartinoTiratura: 40.000 copie - 2009®Tutti i diritti sono riservati

I dipendenti che vorranno “far sentire la propria voce”potranno contattare: Paolo Fini ([email protected])Giulio Siena ([email protected])

Grafica e stampa:

Sante Messe e rosariCappella del 2° pianoGIORNI FERIALI: 8,00 MessaGIORNI FESTIVI: 8,00 Messa - 17,00 Rosario - 17,30 MessaCappella del 3° pianoGIORNI FERIALI: 6,10 Messa - 19,00 Rosario - 19,30 MessaGIORNI FESTIVI: 9,30 Messa - 11,00 Messa - 19,30 Rosario - 19,30 Messa

ConfessioniIl Cappellano Padre Leonardo Triggiani ogni giorno (salvo imprevisti) è disponibile per le confessioni nella cappella del 3° piano o nella Sacrestia attigua dalle ore 16,30 alle ore 19,00.MATTINA: dalle ore 8,30 (durante la visita nei reparti) POMERIGGIO: dalle ore 16,30

tele Padre PioCasa Sollievo in tV

TEMPO D’AVVENTO a cura di Mons. Michele Castoro: SABATO ore 16,50 e DOMENICA ore 11,20 e 17,20A COLLOQUIO CON PADRE MARCIANO MORRA: MARTEDI ore 9,00 - 13,30 - 22,00SPAZIO SALUTE: MARTEDI ore 9,30 - 14,30 - 23,15

Visite dei ParentiLe visite da parte di parenti ed amici avvengono nel rispetto degli orari stabiliti per l’ingresso libero che, sia nei giorni feriali che festivi sono:INGRESSO LIBERO: dalle 13,00 alle 15,00INGRESSO SERALE CON PERMESSO: dalle 19,00 alle 20,00 (nel periodo dal 1° ottobre al 30 aprile) / dalle 19,30 alle 20,30 (nel periodo dal 1° mag-gio al 30 settembre).

L’HOUSE ORGAN DI CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA

Dagli scri� di Padre PioL’anteporre l’u� le proprio a quello degli altri tende sempre e necessariamente alla ro� ura di quel bel vincolo, qual è la carità; vincolo che deve sempre

unire le anime cris� ane, essendo la carità, a dir di san Paolo, «vincolo di perfezione».

(Epist. II, p. 221)

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BOLLETTINO PERIODICO D’INFORMAZIONE DELL’OPERA DI SAN PIO DA PIETRELCINA. SETTEMBRE/DICEMBRE 2009. NUMERO 13

Dall’Omelia del 21 se� embreCarissimi, è la prima volta che ci incontria-mo. Sono passa� appena due giorni dal mio arrivo a Manfredonia, dal mio insediamen-to sulla ca� edra di questa an� ca Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, e il mio cuore di vescovo è par� colarmente felice di questa occasione che mi da subito la possibilità di incontrare la grande famiglia di Casa Sollievo della Soff erenza. Quasi ad esprimere, anche esteriormente, che tra i miei primi pensieri e le mie prime sollecitu-dini ci siete voi, fratelli e sorelle carissimi. Voi che siete ospita� o lavorate presso questa Casa, come medici, ricercatori, infermieri o nell’amministrazione, nell’organizzazione di tu� o ciò che è necessario al funzionamen-to dell’Ospedale, o anche solo, non è poca cosa, manifestate nei suoi riguardi, ispira� da San Pio, la vostra amicizia e la vostra premura. Mi rifaccio sopra� u� o ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Un saluto par� -colare a Sua Eccellenza monsignor Riccardo Ruotolo, già presidente di Casa Sollievo e qui presente questa sera. Al do� or Dome-nico Crupi, dire� ore generale, che ringrazio assieme ai suoi collaboratori per aver orga-nizzato la mia visita questa ma� na a vari repar� dell’Ospedale, e aver organizzato questa giornata. Un grazie par� colare an-che ai padri cappuccini, che ci ospitano in questo bel santuario, e ci fanno sen� re vivo il carisma di San Pio. Perme� etemi di medi-tare qualche istante sul nome che Padre Pio ha voluto per questa sua is� tuzione. Questa Casa è per sempre legata all’idea del sollie-vo della soff erenza. Essa stessa è un grande tenta� vo, un enorme sforzo teso a rendere possibile questo sollievo della soff erenza.Sollievo. una parola che richiama l’idea del-la leggerezza, del sollevamento, dell’alzarsi. Che cos’è che ci solleva in un momento di soff erenza? Certo, innanzitu� o ciò che ci al-leggerisce è la fi ne della soff erenza. La pos-sibilità di lasciarci dietro le spalle ciò che la provoca: la mala� a, le infermità, il dolore, le limitazioni che l’accompagnano. Quando tu� o ciò termina, immediatamente ci sen-� amo più leggeri, più capaci di ricominciare il nostro cammino, con il passo spedito e gli occhi al domani. A questo, volto tu� o il lavoro, la professionalità, la scienza del per-sonale medico e paramedico dell’Ospedale

Prima visitadi Monsignor

Michele Castoro

STRASBURGOUna sentenza contro la Chiesa

La sentenza dei sette giudici di Strasburgo ha

trovato le critiche di quasi tutte le

forze politiche italiane: si parla di una sentenza

“anticlericale e contro il Papa”

EDITORIALE

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uFFICIo rELaZIoNICoN IL PubbLICo (urP)Sede: Ospedale (corpo centrale)piano rialzato lato ovestOrari: tutti i giorni feriali dalle 8,30 alle 13,00 lunedì, martedì, mercoledì e venerdìdalle 16.00 alle 18.30Telefono: 0882 410389 - Fax: 0882 410046E mail: [email protected]

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