Settembre 2007

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numero 3 anno XXIV – redatto a cura della CASA DI RIPOSO S. SPIRITO — FONDAZIONE MONTEL — PERGINE SETTEMBRE 2007 L’ECO L’ECO DELLA CASA DI RIPOSO DELLA CASA DI RIPOSO

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L’ECOL’ECO DELLA CASA DI RIPOSODELLACASADIRIPOSO numero 3 — anno XXIV – redatto a cura della C ASA DI R IPOSO S. S PIRITO — F ONDAZIONE M ONTEL — P ERGINE — SETTEMBRE 2007

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numero 3 — anno XXIV – redatto a cura della CASA DI RIPOSO S. SPIRITO — FONDAZIONE MONTEL — PERGINE — SETTEMBRE 2007

L’ECOL’ECO DELLA CASA DI RIPOSODELLA CASA DI RIPOSO

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Settembre: terza pubblicazione dell’anno.

Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti hanno

collaborato e collaborano alla realizzazione del nostro

periodico.

Fin dal numero di Pasqua 2007 si è cercato di dare una

nuova veste grafica per rendere più interessante e di facile

lettura il giornale; particolare attenzione è stata data alla

scelta delle immagini di copertina tratte da lavori eseguiti

dagli Ospiti della Casa o immagini della stessa.

Dall’esperienza di queste prime edizione, visto anche il

successo delle numerose rubriche, abbiamo introdotto a lato

un “Sommario” che aiuta il lettore ad orientarsi nella lettura

del periodico.

L’ECO della Casa vuole essere sempre più uno strumento di

comunicazione, informazione e confronto; ed in questa

evoluzione si ritiene importante creare un gruppo di redattori

che ci permettano di dare continuità e interesse alle varie

rubriche proposte.

Si sta già lavorando per il prossimo numero del periodico che

uscirà ad inizio dicembre. Si chiede fin d’ora collaborazione

per la riuscita dell’edizione prossima con l’invio dei Vostri

scritti.

Riportiamo gli errori di stampa che ci sono stati segnalati sull’articolo “Le creatività sommerse” di M. Teresa Natale (Presidente dell’associazione “Atelier”), pubblicato sul periodico uscito a Pasqua 2007 a pag. 12, in quanto tendono a stravolgere i concetti espressi nello scritto: rimuovendone invece che rinnovandone; contesto invece di concerto.

L’editoriale di Cristina Bolgia, Silvano Brol e Andrea Moser

In copertina: Particolare di “L’autunno” di A. Valentini Pastello (32x23)

La Casa informa

Programmi futuri 3

Cos’è l’Hospice? 5

Il Servizio di Attività Psicologica 6

Pillole di qualità 8

Storia & storie

8-9 settembre 2007: Festa granda ... 9

Pellegrinaggio a Santiago de Compostela 10

Il nostro amato Papa 16

Ma che bella confusione 17

Sommario

Gli eventi … dell’estate 18

Info dal territorio

Saluti ed auguri 29

Associazioni e volontariato

Un appello al volontariato 31

Dal Servizio Civile al Volontariato 32

Circolo ricreativo 2 in 1

Buona la prima 34

Cammino di Santiago de Compostela 12

Il cuore più bello del mondo 14

Pensieri, riflessioni, racconti, ...

Servizio per gli anziani nel C4 26

La nosa suor Santina 29

Il nuovo Presidente 30

L’Angolo della poesia 25

Errata corrige

L’Eco della Casa di Riposo 2

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PROGRAMMI FUTURI Il Presidente Maurizio arch. Mattivi

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I lavori di realizzazione della struttura per servizi generali di via Marconi, come si può vedere, sono ormai terminati; è arrivato quindi il momento per stilare programmi e azioni future. Il giorno 23 luglio 2007, i vertici dell’IPAB (Presidente, Vicepresidente e Direttore) hanno incontrato l’Assessore provinciale alle politiche per la salute dott. Remo Andreolli al quale hanno sottoposto il seguente programma di massima che coinvolgerà l’Amministrazione della Casa di riposo nei prossimi anni: 1. Allestimento e completamento struttura per servizi generali Nel corso del 2008 si prevede l’appalto dei lavori di fornitura e posa in opera degli arredi e delle attrezzature della struttura per servizi generali dove troveranno collocazione la cucina centralizzata (al piano seminterrato), i locali guardaroba e lavanderia (al piano terra), le sale da pranzo per dipendenti ed esterni (al piano terra), gli uffici (al primo piano) e i locali tecnici (nel sottotetto), per un importo complessivo di € 1.250.000,00 interamente finanziato con contributo da parte della PAT. 2. Realizzazione sottopasso pedonale di via Baratieri In concomitanza con i lavori di realizzazione della rete di teleriscaldamento da parte della Stet s.p.a. che vedrà coinvolte anche le strutture della Casa di Riposo, verrà realizzato nel corso del 2008 il sottopasso pedonale di via Baratieri che consentirà il collegamento in tutta sicurezza della RSA di via

Pive con la struttura per servizi generale di via Marconi evitando quindi ad Ospiti, personale, familiari e visitatori l’attraversamento della sede stradale altamente trafficata e allo stesso tempo pericolosa. L’importo di detti lavori, interamente a carico della PAT, è stato stimato in € 370.000,00.

3. Completamento sottopasso pedonale di via Marconi Il sottopasso pedonale di via Marconi, già realizzato nel 2004, deve essere completato per renderlo realmente funzionante e consentire quindi l’attraversamento della sede stradale soprastante e collegare così la struttura per servizi generali con la RSA di via Marconi. L’importo di detti lavori, interamente a carico della PAT, è stato stimato in € 64.000,00.

4. Ristrutturazione piano seminterrato di via Pive Con il trasferimento dei locali cucina dal piano terra della RSA di via Pive al piano seminterrato della nuova struttura per servizi generali, si andranno a liberare degli spazi che in prospettiva verranno utilizzati per realizzare la nuova palestra di fisioterapia per la RSA di via Pive, degli spogliatoi per il personale maggiormente confortevoli ed attrezzati nonché la rampa di accesso per le ambulanze direttamente collegata con i reparti di assistenza. Tali lavori, interamente finanziati dalla PAT, avranno un costo stimato di € 780.000,00.

5. Aumento numero posti letto di RSA (persone non autosufficienti) E’ stata attivata la necessaria procedura per ottenere l’autorizzazione al funzionamento per ulteriori

La Casa informa

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numero 5 posti letto di RSA. In questo modo la dotazione di posti letto della Casa di Riposo diventa la seguente:

a. n. 205 p.l. di RSA (per ospiti non autosufficienti) b. n. 8 p.l. di Casa di Soggiorno (per ospiti autosufficienti) c. n. 10 p. di Centro diurno.

6. Implementazione servizi per esterni La Casa di Riposo di Pergine è stata individuata dalla PAT quale struttura idonea ad erogare prestazioni e servizi riabilitativi per esterni in convenzione con l’APSS. E’ pertanto in programma l’avvio della necessaria procedura per l’ottenimento dell’autorizzazione sanitaria e quindi il successivo convenzionamento con l’Azienda Sanitaria Provinciale.

7. Attivazione nucleo alzheimer E’ intenzione di questa Amministrazione attivare nel breve periodo un vero e proprio nucleo alzheimer finalizzato all’assistenza degli Ospiti dementi e con disturbi comportamentali e carenze cognitive. Tale progetto mira al contenimento delle forme di contenzione e al miglioramento della qualità della vita e del benessere degli Ospiti.

8. Hospice La Casa di Riposo di Pergine, più volte sollecitata da più parti (Comune di Pergine Valsugana, APSS – Distretto Alta Valsugana), si è resa disponibile alla predisposizione di un progetto per la realizzazione di un Hospice per l’accoglienza di malati terminali.

Tali progetti sono tutti finalizzati al miglioramento della qualità della vita degli Ospiti della RSA, obiettivo principale che questa Amministrazione, da anni, sta perseguendo attraverso varie strategie gestionali quali:

a. maggiore dotazione di personale di assistenza ed infermieristico rispetto ai parametri provinciali; b. incentivazione attività socio-animativa e ricreativa; c. presenza volontariato; d. adeguatezza strutture e locali; e. certificazione di qualità e avvio percorsi per il miglioramento della qualità; f. formazione continua del personale; g. condivisione e partecipazione del Comitato Familiari Ospiti.

A sede di Via Pive; B sede di Via marconi; C sede dei Servizi Generali

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COS’E’ L’HOSPICE? del Direttore Giovanni dott. Bertoldi

Per Hospice si intende centri

residenziali di cure palliative,

facenti parte della rete di

assistenza ai malati terminali, per

l’assistenza in ricovero

temporaneo di malati affetti da

malattie progressive ed in fase

avanzata, a rapida evoluzione ed

a prognosi infausta per i quali ogni

terapia finalizzata alla guarigione

o alla stabilizzazione della

patologia non è più percorribile.

Va precisato, che la struttura

denominata Hospice non è un

luogo dove i malati terminali sono

portati a morire, né tantomeno

una struttura di lunga degenza,

ma si pone come una struttura

residenziale dedicata all'ospitalità

di quei pazienti che

temporaneamente hanno bisogno

di un'assistenza più intensa per

risolvere dei problemi “acuti” che

non trovano altra possibilità di

soluzione al proprio domicilio, vuoi

per inadeguatezza della stessa

abitazione, vuoi per mancanza di

un nucleo familiare in grado di far

fronte alle situazioni più

impegnative, o per la

drammaticità della sintomatologia,

o per volontà espressa del

paziente.

E' invece molto importante il

comfort a garanzia del benessere

psicofisico dei pazienti; importante

perché la conclusione di una vita

avvenga nel miglior modo

possibile, come è diritto di ogni

uomo.

L’Hospice deve pertanto essere

organizzato in modo da garantire

il benessere psicologico e

relazionale del malato e dei suoi

familiari, il comfort ambientale, la

sicurezza nell’utilizzo degli spazi e

la tutela della privacy.

L’organizzazione dell’Hospice,

inoltre, deve favorire la presenza

e la partecipazione dei familiari

dei malati, permettendo loro

l’accesso senza limiti di orario; le

strutture devono essere

facilmente raggiungibili. E’ per

questo, per esempio, che negli

Hospice le camere di degenza

sono singole con la possibilità di

pernottamento per un familiare.

L’Hospice si colloca all’interno di

una rete dei servizi che vede

come attori l’ADI (Assistenza

Domiciliare Integrata), il Centro

diurno, la RSA e l’ospedale per

acuti.

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A partire dal febbraio di quest’anno l’Amministrazione dell’RSA “S. Spirito” ha deciso di offrire la possibilità a ospiti, parenti e operatori della Struttura di usufruire di un nuovo servizio di supporto, al fine di creare uno spazio ove si possa discutere delle difficoltà quotidiane che il vivere e lavorare in una struttura di tipo residenziale possono comportare. Il servizio è garantito dal dott. Luigi Petris, laureato in psicologia ed esperto di dinamiche relazionali all’interno delle strutture a carattere sanitario-residenziale. Tale offerta non è immaginata come una proposta di percorso di tipo psico-terapico individuale, quanto come la possibilità di mettere in essere un momento di confronto e di rielaborazione del vissuto e delle difficoltà lavorativo-relazionali quotidiane, che possa anche servire per individuare nuove strategie o modalità operative che siano di pratica e immediata adozione. In tali termini il servizio va pensato come rivolto non solo a dei singoli individui, ma anche a gruppi di lavoro che sentano la necessità di momenti di confronto/formazione su qualche tema specifico. Al fine di tutelare la privacy non esisterà alcun archivio degli incontri presso l’Ente e il contenuto dei colloqui sarà considerato coperto dal segreto professionale. Il dottor Petris ha gentilmente scritto per l’Eco un approfondimento sul servizio svolto fino ad ora e sull’andamento dello stesso.

La residenzializzazione in RSA di ospiti progressivamente più gravi e a più celere turn-over, sta comporta l’appesantimento delle dinamiche relazionali tra parenti ed anziano ospitato, nonché tra l’anziano ospitato e gli operatori coinvolti. L’evidenziarsi di queste dinamiche ha portato a progettare questo specifico servizio, all’interno della RSA, a partire dal gennaio 2007. Gli obiettivi cui mira il servizio psicologico sono sostanzialmente due: aiutare i familiari e gli operatori, ma anche gli ospiti più lucidi e autonomi, a comprendere come poter prendersi adeguatamente cura dell’altro, soprattutto se si tratta di un anziano non autosufficiente, e contenere il dispendio emotivo connesso al prendersi cura dell’altro. Il prendersi cura di una persona non può sussistere senza una relazione con essa, in quanto l’aspetto tecnico, il saper fare, è solo una delle componenti del prendersi cura dell’altro. La relazione di cura con gli anziani non autosufficienti, soprattutto se dementi o morenti, significa essenzialmente riconoscere il bisogno da loro vissuto (fisico, emotivo, affettivo, sociale, spirituale…) e sapersi mettere in relazione. La relazione di cura consiste in uno scambio ed in un legame tra persona e persona, una sorta di “pensiero attento e costante”, una “sollecitudine affettuosa”, che può fornire sostegno emotivo, informazione, aiuto strumentale, compagnia, appartenenza al contesto.

Attività psicologica a favore degli Ospiti, dei loro parenti e degli operatori dell’Ente di Luigi dr. Petris

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Il servizio di attività psicologica di Andrea dott. Moser

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A volte ci si può orientare a privilegiare l’aspetto tecnico del prendersi cura, prestando attenzione soprattutto agli strumenti e alle modalità, senza accorgersi che il senso della propria attività non è solo curare, ma “prendersi cura”; il curare è fondamentalmente un atteggiamento che nasce da un tentativo di difendersi dai sentimenti che entrano in gioco nella relazione. Probabilmente ciò che è più difficile acquisire è l'arte di fare attenzione al sentimento espresso dal soggetto, per poter dare una risposta al sentimento, piuttosto che occuparsi esclusivamente del contenuto intellettuale del cosa fare. L’aspetto essenziale è l’atteggiamento di disponibilità, unito ad un rispetto profondo che comprende anche la non volontà o l’impossibilità dell’altro di entrare in relazione. La relazione poggia sulla comunicazione e sull’attenzione all’altro, soprattutto alle sue peculiari forme del dare attenzione alle cose, del ragionare, del comunicare, del percepire le situazioni e le emozioni. La comunicazione proposta da chi si prende cura dell’altro può essere analizzata e migliorata, in tutte le sue componenti: il vissuto relazionale, il contatto corporeo, il suono della voce, il linguaggio utilizzato. Poichè è difficile definire a priori quali siano le componenti della relazione ad avere maggior effetto, i primi colloqui con gli ospiti e con i familiari, avuti nel primo semestre del 2007, su loro richiesta, hanno messo a fuoco la necessità di definire e di condividere gli aspetti di base della relazione interpersonale, per cui sono stati realizzati sei incontri, con gruppi misti di ospiti, di familiari e di operatori in merito agli aspetti fondamentali dello stile assertivo di relazione interpersonale, in grado di poter far evitare alle persone sia gli eccessi di arrendevolezza, sia gli eccessi di aggressività. Gli incontri hanno riscosso l’interesse dei partecipanti, che hanno evidenziato come sia necessario non solo comprendere i concetti proposti, ma anche di migliorare le abilità relazionali ad essi collegate, attraverso degli ulteriori incontri. I colloqui avuti con gli operatori che li hanno richiesti, invece, hanno sottolineato la necessità di porsi in modo coerente verso gli ospiti, soprattutto se dementi, e di avere dei coordinatori in grado di saper valutare adeguatamente i comportamenti degli operatori e di migliorarli in maniera motivante; ne è conseguito un corso di quattro mezze giornate per i coordinatori di area sul tema della direzione assertiva del personale, che ha riscosso un buon successo e che si pensa di estendere anche ad altre figure professionali.

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MODALITA’ DI ACCESSO:

• Chiamando direttamente il dott. Petris ai numeri: 0444-57900 oppure 335-6779975.

• Compilando i moduli di richiesta a disposizione presso l’ambulatorio odontoiatrico di via Pive (1° piano) o presso l’ufficio di coordinamento a piano terra. Tali moduli, imbustati, potranno essere posti nella cassetta delle lettere adiacenti o inviati per posta all’indirizzo già stampato sulle buste.

• Scrivendo una e-mail al seguente indirizzo: [email protected] Ricevuta la richiesta sarà il professionista stesso a contattare il richiedente per fissare l’appuntamento.

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Pillole di qualità di Cristina Bolgia

NR STANDARD % DI

RISPETTO NOTE

1 Effettuazione del colloquio pre-ingresso (almeno 12 ore prima) 100% Media: 80,72 ore prima

2 Presenza del tutor nella fase d’inserimento dell’Ospite (almeno nei primi 15 giorni) 97,37%

3 Redazione del PAI per il nuovo Ospite (entro 21 giorni dall’ingresso) 100% Media: 15,15 giorni

4 Revisione del PAI (entro 8 mesi dal precedente) Non rilevabile

5 Informazione obiettivi PAI (entro 10 giorni dalla redazione del PAI) 100%

6 Obiettivi PAI (percentuale dei risultati ottenuti) 84,50%

7 Prima visita medica (entro 3 giorni lavorativi dall’ingresso) 100% Media: 0,80 giorni

8 Prevenzione delle lesioni da decubito (non più di 5 lesioni imputabili all’Ente) 2 lesioni imputabili all’ente

9 Trattamento delle piaghe da decubito (miglioramento delle lesioni entro 2 mesi) 92,86% 13 lesioni su 14 migliorate

10 Rilevazione dei parametri vitali (almeno 1 volta al mese per tutti gli Ospiti) 100% Garantito a tutti gli ospiti

11 Valutazione medica periodica, esclusi i casi urgenti (entro 2 giorni prima del PAI) 100% Media: 6,60 giorni prima

12 Prima visita fisioterapica (entro 3 giorni lavorativi dall’ingresso) 100% Media: 0,89 giorni

13 Valutazione fisioterapica periodica (entro 2 giorni prima della verifica del PAI) 97,89% Media: 7,87 giorni prima

14 Trattamenti continuativi al piano o in palestra (almeno 50 Ospiti 1/v in settimana) 90,11% 51 ospiti in trattamento

15 Ginnastica di gruppo per gli Ospiti di Via Pive (almeno 20 Ospiti 1/v in settimana) 87% 24 ospiti in trattamento

16 Ginnastica di gruppo per gli Ospiti di Via Marconi (almeno 20 Ospiti 1/v in settimana) 81% 24 ospiti in trattamento

17 Valutazione odontoiatrica per tutti gli Ospiti esclusi i casi urgenti (1 all’anno) NON RILEVABILE

18 Gestione delle emergenze (intervento del medico entro 15 minuti dalla segnalazione) 100% 8 emergenze; media: 6,5

min

19 Servizio di barberia agli Ospiti maschi (prestazioni non effettuate) 2,22% 98,78% di prestazioni

effettuate

20 Attività di animazione/deambulazione di domenica (almeno 2/v a mese) 92,86% 39 attività effettuate

21 Alzata quotidiana a tutti gli Ospiti non autonomi nella prestazione (almeno 1/v al giorno) 99,37%

22 Effettuazione del bagno assistito agli Ospiti (almeno ogni 15 giorni) 95,66% Media: ogni 11,24 giorni

23 Gestione della turistica (numero di turni programmati e non rispettati) 100%

24 Revisione della valutazione animativa (entro 2 giorni prima della verifica del PAI) 100% Media: 14,66 giorni prima

25 Attività di animazione nei soggiorni di nucleo (almeno 2/v alla settimana) 98,90% 154 attività svolte

26 Coinvolgimento dei volontari in attività di animazione (almeno 2/v alla settimana) 100% 52 attività gestite

27 Partecipazione attiva degli Ospiti alle attività (numero minimo di progetti personalizzati)

28 Sperimentazione della Pet-Therapy (almeno 35 Ospiti coinvolti 1/v alla settimana) 95% 34 ospiti coinvolti

30 Restituzione dei capi di vestiario puliti (entro 12 giorni, per il servizio esterno) 82,14% Media: entro 11,42 giorni

32 Gestione dei pasti fuori orario (percentuale di rispetto della richiesta) 100%

33 Richieste di manutenzione su ausilii provenienti dai reparti (entro 1 giorno lavorativo) 100% 118 interventi effettuati

34 Effettuazione delle prestazioni di parrucchiera 88,77% 1021 prestazioni effettuate

NON RILEVABILE

C

NC

C

C

C

C

C

C

C

C

C

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C

C

C

C

C

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NC

C

C

C

LEGENDA: C= CONFORME NC= NON CONFORME

STANDARD 2007: risultati del 1° semestre degli indicatori di processo

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di don Remo Vanzetta

Perché la pieve e la chiesa parrocchiale di Pergine, chiesa matrice di tutte le chiese del decanato, è dedicata alla Natività di Maria? Proprio nella festa della Natività di Maria, l’8 settembre 1450, il Vescovo di Feltre Jacopo Zeno consacrava la chiesa nuova di Pergine dedicandola a Maria nascente. Contemporaneamente il Vescovo Zeno decretava che la festa patronale della Pieve si celebrasse ogni anno – con indulgenza annessa – nella domenica successiva, all’8 settembre. Quasi certamente la chiesa precedente, nominata nei documenti come S. Maria, aveva la stessa dedicazione. Perché proprio in questa festa la consacrazione, e a questo titolo mariano la dedicazione? Nelle chiese d’Oriente, con la festa della Natività di Maria inizia l’anno liturgico, che peraltro finisce con un’altra festa mariana, l’Assunta. Perché? Probabilmente perché la nascita di Maria è interpretata come l’inizio della salvezza, “aurora di salvezza” come si esprime la Liturgia: la prima persona umana salvata in anteprima da Cristo è proprio la madre. Noi celebriamo questo mistero nella festa dell’Immacolata Concezione di Maria, esattamente nove mesi prima. Ma allora, nel Medioevo, l’Immacolata non si celebrava ancora: era un tutt’uno con la festa della Natività di Maria. Durante l’anno liturgico la chiesa racconta e ricorda e riepiloga tutta la storia della salvezza, dall’inizio (la nascita di Maria) alla fine (l’assunzione di Maria). Maria rappresenta la Chiesa che vive questo mistero dall’inizio alla fine. La consacrazione di una chiesa è come la nascita di una chiesa. E allora, quale festa più bella per celebrare la nascita di una chiesa se non la festa della nascita di Maria? E allora, quale data più bella per dar inizio all’Anno pastorale, se non l’Inizio della salvezza? Come la grande diocesi di Milano dà avvio al nuovo anno pastorale nel giorno e nel duomo dedicato a Maria nascente – Beatae Mariae Virgini nascenti – così anche la piccola Pieve di Pergine l’8 – 9 settembre vuole fare la sua Festa Granda di compleanno di Maria, di compleanno della sua chiesa, di nuovo inizio della vita e dell’attività comunitaria: una festa della rinascita: per i sacerdoti che iniziano qui un nuovo ministero o lo continuano altrove; per la Parrocchia e il Decanato chiamato dal Vescovo a rinnovare le sue strategie (siamo al 1° compleanno della Visita Pastorale).

il pievano

“La natività di Maria Santissima” (1806) Tela del pittore veronese Agostino Ugolini Foto di A. Sartori

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8-9 settembre 2007: Festa Grande delle Natività di Maria Festa patronale della Pieve di Pergine

Storia & storie

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Una delle tre città Sante della cristianità, dopo Gerusalemme e Roma è appunto Santiago di Compostela dove la tradizione vuole sia sepolto il corpo dell’ Apostolo di Cristo: San Giacomo.

Da quando, all’inizio del IX secolo, si è diffusa la notizia della scoperta della tomba di San Giacomo il Maggiore, la peregrinazione verso Santiago de Compostela non si è mai interrotta. Oggi sono decine di migliaia le persone che si mettono in cammino, molti, sulle tracce di una ricerca interiore che qui si intesse di silenzio e di grandi spazi di solitudine, ma anche con incontri di grande umanità.

La tomba di San Giacomo è per la Spagna e per l’ Europa, l’identificazione di un forte simbolo comune, per il quale e a partire dal quale fronteggiare l’invasione musulmana che minacciava e minaccia di espandersi nel resto del continente. Santiago finisce col rappresentare una speranza alla quale aggrapparsi.

Fatte queste premesse, e non solo a seguito di queste, il sottoscritto si è preparato per partire alla fine di agosto per questo cammino (denso di incognite) lungo 800 Km. che percorrerò a piedi, con l’ aiuto di Dio e della Madonna, in 34 tappe.

“Tutti quelli che partono, vanno, pensano d'aver raccolto informazioni oltre il necessario .... hanno un progetto perfetto in tasca .... zaino, scarpe, abbigliamento, tappe e percorrenza giornaliera ... programma perfetto!!!! Biglietti prenotati .... tutto!!! Tutto perfetto!!!!

E ... dopo i primi tre giorni, quando iniziano ad apparire le prime bolle, qualche unghia che si arrossa, qualche dolore ai muscoli ... il progetto perfetto che incomincia a non essere più tale ... i primi dubbi e paure di non farcela.... la percorrenza da atleta progettata a casa sul comodo divano incomincia ad essere disatteso … l'anima che si vuota ... e l'angoscia che sgretola le poche certezze rimaste ... qualche lacrima ... però ... stranamente si ha una forza dentro che ti dice che non puoi abbandonare ... sarebbe come tradire te stesso, chiudi gli occhi e la mente al dolore ed alla sofferenza fisica e guardi dritto ad ovest ... là è Santiago!!!!” Così scrive uno che c’ è già stato.

Ho la sensazione, in questi giorni, che i pellegrini di ieri, quelli di oggi e quelli di domani mi stanno già accompagnando ... prendendomi per mano ... lasciandomi la libertà di essere quel che sono già ora ... e scrivendo ... brividi di emozioni mi attraversano la pelle …

Credo che il cammino mi abbia chiamato a sé ... forse dentro di me lo avevo scelto da tempo ma non mi era scattata quella scintilla che mi permetteva di tradurre in azione la mia intenzione.

Poi una serie di coincidenze, che ormai ho imparato da tempo non essere tali, mi hanno tracciato il pezzettino di strada da percorrere per arrivare in Francia e da lì iniziare a camminare verso Santiago.

Sento nello stesso momento tante emozioni ... che si accompagnano alla consapevolezza di voler raccogliere in questo cammino tutto ciò che ho seminato in questi ultimi anni e preparare il terreno per nuovi germogli. Paura, coraggio, malinconia, allegria, amore ... pensieri remoti ... forse antichi colorano questi giorni poco prima del viaggio e, paradossalmente, mi sento già solo con me stesso, con la mia anima, con i miei occhi che ne saranno lo specchio. So che il mio cammino, il nostro cammino, sarà un momento importante della mia/nostra vita e ogni giorno scoprirò aspetti nuovi di me che non immaginavo o magari vedevo solo da lontano ... so che il cammino mi permetterà di vederli da vicino per le loro ombre o per la loro luce e la mia intenzione è

Pellegrinaggio a Santiago de Compostela di Renzo Rossi

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raccoglierli tutti e starci dentro con la curiosità e l’emozione dei bambini, la fermezza e il “guardare oltre” dei grandi!

Vi ringrazio sin da ora, cari Ospiti della Casa di Riposo, perché so che tanti di Voi mi accompagneranno con le loro preghiere e Vi assicuro che Voi sarete con me, sia durante il percorso, sia quando abbraccerò la statua di San Giacomo: in quel momento sarete nei miei pensieri unitamente ai miei parenti ed amici.

Vi lascio due poesie (sapete: io sono quello delle poesie) di un autore indiano Tagore, incontrato “non per caso” in questi giorni:

MI HAI FATTO…

Mi hai fatto senza fine

questa è la tua volontà. Questo fragile vaso

continuamente tu vuoti continuamente lo riempi di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline attraverso esso hai soffiato

melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde

in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili. Su queste piccole mani

scendono i tuoi doni infiniti. Passano le età, e tu continui a versare,

e ancora c'è spazio da riempire.

A LUNGO…

A lungo durerà il mio viaggio e lunga è la via da percorrere.

Uscii sul mio carro ai primi albori

del giorno, e proseguii il mio viaggio attraverso i deserti del mondo

lasciai la mia traccia su molte stelle e pianeti.

Sono le vie più remote

che portano più vicino a te stesso; è con lo studio più arduo che si ottiene

la semplicità d'una melodia.

Il viandante deve bussare a molte porte straniere per arrivare alla sua, e bisogna viaggiare

per tutti i mondi esteriori per giungere infine al sacrario

più segreto all'interno del cuore.

I miei occhi vagarono lontano prima che li chiudessi dicendo:

«Eccoti!»

Il grido e la domanda: «Dove?» si sciolgono nelle lacrime

di mille fiumi e inondano il mondo con la certezza: « lo sono! »

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Cammino di Santiago di Compostela

Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i

pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e

la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela,

presso cui è la tomba di San Giacomo apostolo.

Parlare del Cammino di Santiago di Compostela comporta

inevitabilmente il racconto del misto di storia, tradizione e

leggenda che accompagna il ritrovamento della tomba di San

Giacomo; la notizia del ritrovamento risale al IX secolo.

Lla tradizione racconta così:

San Giacomo il Maggiore dopo l'ascesa di Gesù al cielo iniziò la

sua opera di evangelizzazione della Spagna spingendosi fino in

Galizia. Terminata la sua opera Giacomo tornò in Palestina dove

fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44. I suoi

discepoli, con una barca, guidata da un angelo, ne trasportarono

il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino

ad Iria Flavia, il porto romano più importante della zona. Nei

secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fanno si

che della tomba dell'apostolo si perdano memoria e tracce.

Nell'anno 813 l'eremita Pelagio (o Pelayo), preavvertito da un

angelo, vide delle strane luci simili a stelle sul monte Libredòn,

dove esistevano delle fortificazioni, probabilmente di un antico

villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano

fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba, probabilmente di

epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la

testa mozzata ed una scritta: "Qui giace Jacobus, figlio di

Zebedeo e Salomé".

Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo di stelle) o da

Compos Tellum (terreno di sepoltura).

Alfonso II il casto, re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio, i monaci

benedettini vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo

(Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia poi da tutta l'Europa.

Santiago di Compostela venne distrutta nel 997 dall'esercito mussulmano. Fu però il vescovo Diego

Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la

costruzione della Cattedrale ed arricchendola con numerose reliquie.

Jacobus von Compostela

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Un augurio che si fa a tutti coloro che intraprendono il cammino

di Santiago è Ultreya, che deriva dal latino e vuol dire

"sempre più avanti".

Un altro saluto è suseya, che significa "sempre più in alto".

Questo vuol essere anche il nostro augurio al Sig. Renzo per il suo

cammino di fede e di ricerca.

Vie per il Cammino di Santiago

Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l'importanza dei percorsi religiosi e culturali

che attraversano l'Europa per giungere a Santiago de Compostela dichiarando la via di Santiago

"itinerario culturale europeo".

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C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quan-tomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era dav-vero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che a-vessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergen-do dalla folla disse: «Beh, a dire il vero... il tuo cuore è molto meno bello del mio». Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla e del ragazzo. Certo, quel cuore batte-va forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse afferma-re che il suo cuore fosse bello. Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: «Starai scherzando! - disse - Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime». «È vero!», ammise il vecchio. «Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, a-desso, che cosa sia il vero amore?». Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vec-chio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse: «Se la nota musicale dicesse: "Non è la nota che fa la musica... "Non ci sarebbero le sinfonie. Se la pa-rola dicesse: "Non è una parola che può fare una pagina… "Non ci sarebbero i libri. Se la pietra dicesse: "Non è una pietra che può alzare un muro..." Non ci sarebbero case. Se la goccia d'ac-qua dicesse: "Non è una goccia d'acqua che può fare un fiume..." Non ci sarebbero gli oceani. Se

IL CUORE PIU’ BELLO DEL MONDO di Anonimo

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Pensieri, riflessioni, racconti, ...

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l'uomo dicesse: "Non è un gesto d'amore che può rendere felici e cambiare il destino del mon-do..." Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini». Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui. Guarda nel tuo cuore e ricorda tutte le persone alle quali hai donato un pezzo del tuo cuore. Non importa se ti hanno donato anche loro un pezzo del proprio cuore o se ti hanno solo lasciato dei buchi o addirittura delle voragini. Ciò che conta e che tu possa ricordare sempre l'amore che hai provato e provi nei loro confronti.

Leggendo questa fiaba, penso al cuore di tanti nostri Anziani e Anziane, papà, mamme che hanno dato tutto per i propri figli, nipoti, ecc…….. Hanno dato pezzi di cuore e forse non sono stati ricambiati. Nel loro cuore ci sono tanti vuoti da colmare, ferite e lacerazioni che aspettano di

essere medicate col balsamo dell’amore.

Solo l’affetto e l’amore possono riempire i vuoti del cuore e renderlo bello anche se ci sono

cicatrici.

Cicatrici dolorose ci sono anche nel cuore dei figli, quando, per forza maggiore, sono costretti a portare nella Casa di Riposo (sia pure bella e con ogni comfort) i propri congiunti. Sono ferite

dolorose; si notano, quando nel colloquio pre-ingresso vengono a prendere contatto con la Casa di Riposo. Gli occhi si imperlano di lacrime e le parole si chiudono in gola! Nascono in loro sensi di colpa anche se l’obiettivo principale è quello di dare un’assistenza più adeguata al proprio congiunto, sia pure a costo di sacrifici finanziari per i famigliari.

Sono ferite laceranti e dolorose! Amare è rischioso, ma amare è doveroso! La vera bellezza del cuore è quella che sa amare, che sa dare un pezzo del proprio cuore e collocarlo nella ferita

dell’altro, così che l’amore del “Vecchio” scorra nel cuore del “Giovane” e l’amore del “Giovane” scorra nel cuore del “Vecchio”; così i cuori torneranno meravigliosi più che mai, e saranno i cuori più belli del mondo.

Suor Graziella

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Da più di un anno il nostro amato Papa Giovanni Paolo II ha lasciato questa terra per unirsi al Signore nel rimpianto generale. Tutti abbiamo ancora negli occhi l’immagine di quel Vangelo posto sulla sua bara con le pagine sfogliate dal vento. Erano presenti quel giorno tutti i grandi della terra, ma il mio pensiero e i miei occhi erano tutti per il cardinale Ratzinger che presiedeva la celebrazione e che pronunciò l’omelia. So che era suo amico fraterno oltre che stretto collaboratore. Infatti già dal 1981 era stato nominato proprio da Giovanni Paolo II, Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede. Risiedeva anche lui a Roma e non era difficile incontrarlo nella zona di piazza San Pietro. Da alcuni anni lo conoscevo e lo apprezzavo attraverso la lettura di qualche suo libro: il primo mi era stato regalato, altri me li sono procurati. Dopo averli letti li tengo a portata di mano ed ogni tanto apro a caso una pagina e la rileggo. Sono scritti sempre attuali dai quali si apprendono e si approfondiscono argomenti della Bibbia che tutti conosciamo. Provai tenerezza quando lessi alcune sue confidenze: da ragazzo, diceva, non ero particolarmente dotato fisicamente, non ero portato per gli sport né per la manualità, allora non mi restò che applicarmi negli studi. Ero anche timido e riservato e lo sono tuttora. Questo ragazzo da un anno circa è il nostro nuovo Papa. Quando fu eletto provai una grande gioia: era il mio candidato preferito. Non si può fare un paragone con il Papa defunto e dire questo è meglio o era meglio l’altro. A mio modesto parere sono tutti e due persone eccezionali, molto differenti certamente ma complementari. Consiglio a tutti la lettura di qualche suo scritto. L’ultimo suo libro “GESU’ DI NAZARET” è molto bello. Pochi giorni fa il Papa ha compiuto ottantanni. Sono molti per la mole di lavoro che deve svolgere e ogni tanto si vede la stanchezza sul suo volto. Gli auguriamo che il Signore lo conservi in buona salute così da poterlo “godere” per molti anni ancora!

IL NOSTRO AMATO PAPA di Carla B.

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...MA CHE BELLA CONFUSIONE...

dagli Ospiti e operatori del Centro Diurno

Milano, Belluno, Borgo e Strigno Valsugana, Pinè e Civezzano, questi i luoghi di provenienza degli utenti del Centro Diurno. Tutte persone con una parlata che li contraddistingue e che contribuisce a renderli simpatici.

Durante la lettura dei quotidiani, molti commenti sorgono spontanei e vengono esternati in modo pittoresco e strettamente dialettale, questo un input per scrivere un articoletto a riguardo.

Il sig. Italo, fra una partita a carte e l’altra, sovente ci racconta delle barzellette in dialetto milanese. Usa vocaboli ed espressioni che fanno nascere sorrisi, come per incanto, sulla bocca di ognuno di noi.

Questo aiuta a rendere armonici alcuni momenti di relax. Non meno simpatici sono la “nonna” Erminia e Carlo che talvolta si esprimono in dialetto

valsuganotto essendo nativi di Borgo (trodo-sentiero, endemo a casa-andiamo a casa, noi femo-noi facciamo).

Emilio invece è un belumat puro, essendo nato ai piedi della Marmolada, nella provincia di Belluno. Sua è l’inconfondibile cadenza tipica di quei luoghi che gli è rimasta, nonostante ormai da anni abiti in Trentino.

Hanno una parlata che si avvicina maggiormente al dialetto trentino gli utenti di Pinè, anche se qualche vocabolo è capibile a fatica, (gatà-trovato, negùn-nessuno, vergùn-qualcheduno). Gli utenti che provengono dalla zona di Civezzano attingono per parlata a vocaboli del dialetto di Trento.

Una bella confusione, un simpatico arcobaleno di “lingue”, parlate e dialetti che rendono colorito il nostro dialogo e vivaci le nostre giornate.

Credo di aver dimenticato la ciliegina sulla torta … da qualche mese è arrivata al Centro Diurno l’operatrice Angela che ha portato un’ondata di sana allegria meridionale ed il suo sforzarsi a parlare il dialetto trentino esalta ancor più la sua innata simpatia …

Nel mondo di internet e della globalizzazione, della diffusione della lingua inglese e della modernizzazione di quella italiana, possiamo concludere che il Centro Diurno, come la Casa di Riposo, siano da considerarsi una ricchezza di inestimabile valore, sia sotto il profilo umano sia sotto quello puramente culturale.

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Gli eventi … dell’estate

Il cinque luglio abbiamo partecipato alla ormai tradizionale cena in terrazza; anche quest’anno,

come Ospiti, abbiamo voluto contribuire all’abbellimento del contesto (lo scorso anno avevamo ritagliato

un’infinità di stelle di carta di diverse dimensioni e colori e appese con della bava trasparente in modo da

creare una sorta di pioggia di stelle che rendeva l’ambiente un po’ romantico…); così, abbiamo

organizzato un laboratorio preparando dei centrotavola particolari che a dire il vero, non sembrava, ma

erano piuttosto difficili da realizzare (utilizzando dei bicchieri di vetro li abbiamo rivestiti di carta alluminio

dando la forma di un fiore, applicato un nastro che terminava con un fiocco, quindi aggiunto dell’acqua e

messo a galleggiare una candelina che abbiamo acceso durante la cena…). L’impegno è stato grande,

ognuno di noi ha dato il suo contributo come ha potuto e grazie anche alla collaborazione delle nostre

belle volontarie Valentina e Karin ci siamo riusciti e alla fine siamo stati orgogliosi del risultato ottenuto.

La serata è stata bellissima dalla sala, preparata come per un pranzo di nozze, alla musica, con la

bravissima fisarmonicista Arianna, all’ottimo menù, che consisteva come primo di orzetto oppure

canederli; di secondo la polenta con un tenerissimo spezzatino o per chi aveva i denti per

permetterselo…. c’erano spiedini di carne, le costine, la salsiccia, oppure il formaggio. Come contorni

molto buone le melanzane, i crauti e gli immancabili fagioli. Il vino era speciale, in bottiglia 7/10 della

cantina di Aldeno: Marzemino e Teroldego. Come dolce abbiamo avuto il privilegio di assaggiare lo strudel

della casa con la salsa alla pesca (quello che ha vinto il secondo premio alla fiera di Verona). Al termine

un buon caffè, e in chiusura qualche ballo…

Forse “abbiamo levato le tende” un po’ troppo presto un po’ tutti, ma resta dentro di noi il ricordo di

aver trascorso una serata speciale con i nostri cari e ringraziamo l’Amministrazione che crea queste

occasioni per stare insieme.

Unico rammarico è che anche quest’anno, a causa delle condizioni atmosferiche, non abbiamo

potuto fare questa cena proprio sul terrazzo… ci siamo anche interrogati sulla possibilità di cambiare il

nome a tale occasione ma siamo tutti concordi nel dire che “cena in terrazza” va benissimo ci piace così

com’è, in fondo quel che conta non è tanto il luogo ma con chi e come si trascorre il proprio tempo… cosa

c’è di meglio che trascorrerlo con le persone a noi più care?

P.S.: vorremmo complimentarci con la cucina per l’ottimo ORZETTO!!!

A proposito di Orzetto … noi lo preparavamo così:

5 luglio 2007: Cena in terrazza dagli Ospiti di Via Marconi

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RICETTA MINESTRA D’ORZORICETTA MINESTRA D’ORZO

NECESSARIO: Orzo perlato.

Verdura: cipolla, porro, fagioli, sedano, patate, carote, prezzemolo, verza.

Uno spicchio d’aglio.

Sale, pepe.

Estratto di carne (dado).

Pancetta di maiale o speck.

PROCEDIMENTO: Mettere a bagno l’Orzo la sera prima

Lavare bene l’Orzo

Metterlo in una pentola e versarvi abbondante acqua

Aggiungere tutte le verdure finemente tagliate e la pancetta o lo speck a pezzetti

Cuocere a fiamma bassa per un’ora, un’ora e mezza, mescolando spesso

A metà cottura aggiungere sale, pepe ed il dado

RICORDATE:

IL SEGRETO PER OTTENERE UN BUON ORZETTO DIPENDE, oltre che dalla qualità dell’orzo e delle verdure scelte, DALLA COTTURA.

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Una leggera brezza della sera scorreva tra i bianchi tavoli imbanditi, la gente seduta e i tanti amici,

tra Osa ed Infermieri, che senza sosta servivano sorridenti bevande fresche e piatti appetitosi. Era una

serata afosa di luglio ma, per fortuna, nello spazio sotto la struttura, tra i cespugli della siepe e le colonne

portanti, si stava proprio bene, noi ed i nostri cari, Ospiti della Casa di Riposo S. Spirito di Via Pive.

Vederli sorridere ed apprezzare il menu offerto dalla Direzione, è stato per noi parenti il più bel regalo.

Eravamo in tanti, 135 (48 gli Ospiti e 77 i famigliari), il Consiglio di Amministrazione con il

Presidente, architetto Maurizio Mattivi e il Direttore dott. Giovanni Bertoldi, la madre Superiora, Sr.

Graziella, Don Luigi e Padre Albano e tutti in allegria abbiamo mangiato di gusto canederli, spiedini,

salsicce, formaggio fuso, verdure e poi un buon gelato ai piccoli frutti, il tutto innaffiato da buon vino ed

acqua fresca. I festoni colorati, appesi al soffitto, davano allegria ed anche la musica suonata dal vivo, due

erano i musicisti e ben attrezzati, sollevava lo spirito di anziani, parenti ed amici, tutti accomunati da una

gran voglia di spensieratezza.

Qualche ora passata in compagnia è certamente la miglior medicina per coloro che trascorrono il

crepuscolo della vita fuori dalla propria casa, lontano dai figli, nipoti, mogli e mariti, spesso malati e con

tutte le magagne della terza e della quarta età. La tristezza nel vedere la mamma o il papà o uno zio o

una zia, scivolare verso un’ineluttabile fine della vita, è smorzata da questi momenti felici e spensierati, tra

risate e battibecchi, scherzi e battute, barzellette e sorsate di buon vino!

Per tutto questo, dobbiamo ringraziare l’Amministrazione e tutti coloro che lavorano in questa

struttura, per l’inventiva, l’impegno e la perseveranza nel cercare di alleviare il più possibile un periodo

triste della vita per tutti noi, anziani, ammalati e parenti! Grazie di cuore!

19 luglio 2007: Cena in giardino di Elettra Devarda

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27 giugno - 1 luglio: Le Olimpiadi dagli atleti della Casa di Riposo

Dal 27 giugno al 01 luglio, si è tenuta presso il parco “La Cascatella” di Castello Tesino, l’11a edizione delle Olimpiadi dell’Anziano.

Questa manifestazione sportiva, ha visto impegnati nelle varie gare numerosi anziani delle strutture residenziali del trentino e di fuori provincia.

Nonostante il tempo incerto, 18 Ospiti della R.S.A. “S. Spirito” di Pergine anche quest’anno hanno partecipato a turno nelle varie specialità.

E’ stata un’occasione per trascorrere dei momenti sereni ed in amicizia, per trovare persone conosciute in passato e fare nuovi incontri.

La nostra delegazione ha partecipato all’inaugurazione con la gara dei 30 metri piani, alla gara di pallacanestro ed alla giornata di chiusura.

Sempre suggestiva e carica di emozioni è stata la giornata di apertura, con la benedizione del campo e l’accensione della fiaccola olimpica.

La novità di quest’anno è stata la gara di pesca, disputata l’ultimo giorno presso il laghetto della cascata vicino al campo delle gare. Per la sua particolarità questa specialità è stata la più divertente ed ha coinvolto anche gli Operatori che accompagnavano gli atleti e rappresentavano le varie Case di Riposo in una sfida di pazienza (i pesci non abboccavano) e di confronto nelle varie tecniche di pesca. Alla fine si è svolta la premiazione e la consegna delle coppe alle squadre meglio classificate e dopo la cerimonia di chiusura ci si è lasciati con la nostalgia di un saluto... “ alla prossima…”.

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22 luglio: Estratti dall’opera “Madame Butterfly” di Giuseppe Prati

esaltazioni, con incrollabile speranza (un bel dì vedremo) e l’addio alla creatura, nata da lei,

investe Cio-Cio-San, d’una spietata luce di martirio.

L’opera con una musica meravigliosa commuove nel finale chiunque l’ascolti. La

rappresentazione alla quale abbiamo assistito noi della Casa di Riposo è stata magnifica, attori e

musicisti stupendi. Le donne specialmente sono state attente e alla fine non è mancato un

piantino di commozione.

La vicenda dell’opera Madama Butterfly,

ambientata in Giappone si svolge a Nagasaki. Un

ufficiale della marina statunitense Pinkerton, sposa la

giapponese Cio-Cio-San detta Butterfly. Riparte quindi

per gli Stati Uniti promettendo a Butterfly di tornare.

Tornerà con una moglie americana per riprendersi il

figlio nato dalle nozze con Butterfly, che si suicida per il

disonore subito.

In una cornice esotica, il tradimento consumato

ai danni dell’ingenua giapponesina è perfido. La

protagonista percorre con eroica dignità la sua via

crucis, in un’attesa spasmodica, tra ansie ed

Grazie,

Con riconoscenza porgiamo il nostro grazie, attraverso le pagine dell’Eco della Casa di Riposo, ai

cantanti e all’orchestra del laboratorio lirico di Pergine Spettacolo Aperto diretta dal Maestro

Daniele Agiman che domenica 22 luglio nella sala polivalente di via Pive hanno eseguito un

programma di musica lirica con brani tratti dalla Madama Butterly di Giacomo Puccini.

Il nostro ringraziamento lo vogliamo estendere al Presidente di Pergine Spettacolo Aperto Paolo

Oss Noser ed ai suoi collaboratori per l’attenzione posta nel portare in Casa di Riposo lo spettacolo

musicale tanto gradito a noi Ospiti.

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8 agosto: Pranzo in Alberè dal Servizio Animazione

Agosto mese di vacanze, ma se il tempo non aiuta le giornate sono particolarmente noiose. Non è stato però così per noi Ospiti della Casa di Riposo che, invitati come tradizione dal Gruppo Anziani del Movimento Pastorale Decanale di Pergine alla “Baita degli Alpini” di Alberè, abbiamo trascorso una splendida giornata nonostante la pioggia. Dobbiamo ringraziare le Volontarie e gli associati al gruppo per la familiare accoglienza e le attenzioni che ci hanno riservato durante la nostra permanenza in quel meraviglioso posto! Alle 11 è stata celebrata la S. Messa officiata dal parroco di Tenna e dopo la sistemazione ai tavoli, ci hanno servito uno squisito pranzo, preparato da esperte mani, che ha fatto riscoprire in noi il gusto di mangiare secondo la tradizione: polenta crauti e tanti altri manicaretti…. Non è mancata la musica con la fisarmonica di Paolo ed il contrabbasso di Gianni A. che a qualcuno di noi faceva scappare i piedi dalla voglia di ballare... E’ uscito anche uno spiraglio di sole ad illuminare e rallegrare il pomeriggio. Eravamo in tanti presenti ed un grazie lo estendiamo agli Animatori, agli Operatori ed ai collaboratori per l’impegno dato nella riuscita della gita. Ci uniamo alle parole del nostro Presidente nel ringraziare tutti i Volontari/e ed i Soci del Movimento Pastorale Pensionati e Anziani per la Loro presenza e vicinanza in Casa di Riposo durante tutto il corso dell’anno.

HHANNOANNO DETTODETTO ALCUNEALCUNE O OSPITISPITI DELDEL 3° 3° PIANOPIANO DIDI V VIAIA P PIVEIVE:

NATALIA: Avevo paura di perdermi tra tante persone. Il tempo era un po’ brutto e quando non si sta bene il morale è in fondo alla “pignatta”. TERESINA: Il pranzo era buono, ma speciali erano quelle polpettine con un sapore delizioso. La torta era squisita. Tutto era bello; era piacevole stare con le persone che cantavano e chiacchieravano, peccato che il tempo ha un po’ guastato la festa. Metterei la “firma” per molte giornate simili. GIUSEPPINA: Mi ricordo che un paio di anni fa siamo andati alla pineta di Alberè con il Circolo Comunale Anziani ed era piacevole. Nonostante la pioggia è stata molto bella e simpatica l’uscita in Alberè. SILVIA: La più bella cosa dell’uscita è stato stare all’aria ed il mangiare: polenta, lucanica, crauti, spezzatino, fagioli e zucchine. Hanno celebrato anche la S. Messa. Nel prato abbiamo ascoltato dell’ottima musica; se non avessi avuto i dolori alle gambe avrei ballato anch’io.

Sarebbe bello andarci un’altra volta!

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Con molte difficoltà durante il mese di

agosto e questa prima settimana di settembre si

è disputato il 4° torneo di bocce promosso dalla

Casa di Riposo.

La manifestazione ha visto coinvolti gli

Amici dei Circoli Anziani perginesi, i Volontari, gli

Amministratori della Casa e gli stessi Ospiti con i

loro famigliari.

Certamente il tempo non ha favorito la

disputa delle partite in calendario, che spesso

sono state spostate in date diverse per

l’impraticabilità del campo e con un certo disagio

per i giocatori.

Comunque, grazie alla disponibilità di tutti,

si sono conclusi gli incontri e venerdì 7 settembre

in sala polivalente alle ore 17.00, dopo la partita

di finale, premiazione per tutti gli atleti bocciofili e

per quelli che hanno partecipato alle Olimpiadi

dell’Anziano nel mese di giugno.

Invecchiare sportivamente

4° TORNEO DI BOCCE

“GIOCHI IN AMICIZIA” anno 2007

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L'estate è finita (E. Dickinson)

Sono più miti le mattine e più scure diventano le noci e le bacche hanno un viso più

rotondo. La rosa non è più nella città.

L'acero indossa una sciarpa più gaia. La campagna una gonna scarlatta,

Ed anch'io, per non essere antiquata, Mi metterò un gioiello.

Foglie gialle (Trilussa)

Ma dove ve ne andate, povere foglie gialle

come farfalle spensierate?

Venite da lontano o da vicino da un bosco o da un giardino? E non sentite la malinconia

Arrivederci estate …Arrivederci estate …

… benvenuto autunno!… benvenuto autunno!

Mattino d'autunno

(F. G. Lorca)

Che dolcezza infantile

nella mattinata tranquilla! C'è il sole tra le foglie gialle

e i ragni tendono fra i rami le loro strade di seta.

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L’angolo della poesia

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INFO dal territorio

Essere portatori di un problema sia esso di natura sanitaria che sociale che relazionale, coinvolge quasi sempre tutto l’essere nella sua globalità ed è in tal senso pertanto che vanno realizzati gli interventi di aiuto. Interventi complessi perché il problema è sempre complesso che richiedono spesso il contributo di professionalità diverse, di risorse individuali, familiari e collettive, necessariamente coordinate fra loro. Il tema del coordinamento e dell’integrazione fra servizi per una maggior efficacia nell’affrontare i bisogni è un tema che sta impegnando sempre di più anche il Servizio socio-assistenziale unitamente ad altri Servizi nella ricerca di nuove strategie d’azione nel suo settore specifico di intervento, quello assistenziale che non può tuttavia essere considerato a se stante ma legato al settore della salute nel suo significato più esteso. Salute in questa accezione infatti non significa solamente assenza di malattia ma benessere complessivo. Un altro tema che sempre più richiede attenzione nel mondo dei servizi attuale è quello della promozione e della prevenzione. Intervenire quando il disagio è conclamato può essere tardivo e faticoso; intervenire prima che il problema si manifesti o ritardandone l’insorgere è una nuova scommessa collegata a una promozione dell’agio, a una diffusione di pratiche e comportamenti per stare bene. Promuovere significa anche stimolare l’emergere di risorse umane interessate alla costruzione di politiche sociali improntate al benessere dove il protagonista non è solo l’Ente Pubblico ma anche il cittadino, potenziale fruitore .

SCENARIO ATTUALE E RIFERIMENTI NORMATIVI L’evoluzione della popolazione anziana con l’aumento dell’età media e quindi la tendenza all’invecchiamento con un numero sempre maggiore di situazioni di cittadini con patologie cronico-degenerative che richiedono un approccio complesso alle situazioni, lo sviluppo di una normativa a livello nazionale e locale, hanno prodotto anche nella realtà assistenziale del C4 un’attenzione particolare e un ripensamento nell’organizzazione e nella gestione dei servizi agli anziani e alle persone portatrici di bisogno. La legge nazionale 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato dei Servizi Sociali” rappresenta un quadro normativo di chiarificazione e di riordino della normativa esistente oltre a delle linee guida per le politiche sociali. Tali linee di indirizzo hanno valore su tutto il territorio nazionale e valgono quindi anche per le Province a statuto speciale che pure hanno competenza primaria nel settore dell’assistenza come è il caso del Trentino AltoAdige, dove il settore assistenziale è stato regolamentato dalla L.P.14/91 interessata attualmente a un processo di riforma in linea con i principi della norma nazionale. L’obiettivo principale previsto dalle norme più recenti sia nazionali sia provinciali diventa quello di coinvolgere, stimolare e sostenere i soggetti singoli e la comunità perché sviluppino una propria autonoma azione di fronte ai bisogni della comunità stessa di appartenenza. Prevede dunque fra i suoi indirizzi fondamentali la realizzazione di un sistema di servizi basati su una logica di rete con l’obiettivo di interpretare e rispondere in modo efficace, equo e adeguato ai bisogni socio-assistenziali del cittadino attraverso una strategia appoggiata dalla solidarietà comunitaria, privata e pubblica. Gli interventi possono dunque essere messi in atto da diversi soggetti erogatori di servizi a livello territoriale , aventi pari dignità, dall’ente pubblico al soggetto privato al cittadino volontario, destinati così a diventare

SERVIZI PER GLI ANZIANI NEL C4 di Dott.ass.soc. Liliana Fruet Responsabile del Servizio Socio-assistenziale del Comprensorio Alta Valsugana

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soggetti attivi all’interno di un sistema di sicurezza sociale, alla luce di principi di inclusione sostanziale, di sussidiarietà, di eguaglianza, di cooperazione, di efficacia di efficienza ed economicità. Un altro principio contenuto nella legge di riforma nazionale è la centralità della famiglia, primo soggetto delle politiche sociali in quanto svolge un ruolo di socializzazione primaria che nessuna rete di servizi sarebbe in grado di offrire. Altro principio cardine nel sistema di intervento è l’integrazione socio-sanitaria. Altri soggetti non solo pubblici e non profit ma anche for profit vengono contemplati all’interno di un sistema coordinato per la sicurezza e il benessere. La legge di riforma appena citata, nonostante il precedente trasferimento di gran parte delle funzioni in materia di assistenza ai Comuni ai sensi del DPR 616/77 e del decreto legislativo 112/98 art.132, individua nuove forme di gestione che vedono i Comuni più responsabilizzati direttamente rispetto al complesso delle funzioni loro attribuite. Mentre nel resto d’Italia le funzioni in materia socio-assistenziale sono esercitate dai Comuni sia direttamente sia in forma associata sia attraverso le Unità Sanitarie Locali ora Aziende che risultano delegate per la gestione degli interventi a carattere socio-sanitario, in Trentino sono ancora in capo alla Provincia in attesa del trasferimento della titolarità alle Comunità di Valle così come prevede la recente riforma istituzionale L.P.3/2006. La L.P.14/91 “Ordinamento dei Servizi Socio-assistenziali in Provincia di Trento” antesignana rispetto agli indirizzi dati per la programmazione e per la gestione dei Servizi socio-assistenziali dalla Legge Nazionale del 2000, ha costituito fino ad oggi e costituisce l’attuale normativa di riferimento in sede provinciale in attesa dell’implementazione della riforma provinciale del welfare. Rispetto a quanto stabilito dalla riforma in sede nazionale, in difformità da altre regioni e province, il Trentino si trova in posizione più favorevole in quanto le linee di indirizzo della norma provinciale hanno anticipato molti passaggi cruciali della legge quadro nazionale. Non c’è bisogno di cambiare struttura al quadro delle politiche già esistenti ma di procedere a un loro adeguamento senza interrompere l’esperienza già maturata. La classificazione delle tipologie di intervento socio-assistenziale contemplate dalla L.P.14/91, oltre all’intervento professionale psico-sociale e di aiuto e sostegno, prevede interventi “integrativi e sostitutivi delle funzioni familiari”. Sono proprio gli interventi integrativi a rappresentare la gamma dell’offerta assistenziale volta a favorire la domiciliarità delle persone. Tra di essi, il primo servizio fornito nel tempo, per quanto riguarda il territorio provinciale è

IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE La normativa definisce gli interventi di assistenza domiciliare come un complesso di prestazioni di natura socio-assistenziale rivolte a persone o a nuclei familiari anche a supporto della vita di relazione erogate a domicilio e attraverso strutture di servizio distribuite sul territorio. Rispondono in primo luogo all’esigenza della persona che ha bisogno di aiuto di rimanere comunque e più a lungo possibile nel proprio ambiente di vita. A fronte di questa finalità e nell’ottica di promozione del ben-essere e di una migliore qualità della vita, gli obiettivi del servizio, col concorso di altri servizi, risorse esterne, familiari e individuali, sono:

il mantenimento, il rinforzo e il ripristino dell’autonomia della persona o/e del nucleo; la prevenzione dell’isolamento e dell’emarginazione; il rinvio o l’alternativa a collocamenti impropri in strutture residenziali.

Negli ultimi anni, nel territorio comprensoriale, si è verificato un aumento della domanda di aiuto integrativo domiciliare per situazioni di ridotta autosufficienza o non autosufficienza a fronte dell’esistenza di una rete di aiuto familiare che ha reso e rende possibile la permanenza a domicilio. Il Servizio, in questo caso erogato in collaborazione con operatori del comparto sanitario, solo nel caso del filtro UVM si configura come progetto

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formalizzato; negli altri casi si basa su una collaborazione di fatto. Le risorse del Servizio di assistenza domiciliare sono sempre più riservate pertanto a soddisfare in via prioritaria la domanda di aiuto per situazioni abbastanza gravi per le quali la famiglia non ha sufficiente copertura del bisogno. A fronte di disponibilità di servizio limitata e di una domanda in continuo aumento, si è giunti recentemente a formalizzare dei criteri di priorità di intervento.

I DESTINATARI Persone o nuclei residenti nel territorio di competenza dell’Ente Gestore che, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali, necessitano di assistenza, in via temporanea o continuativa. Il Servizio può essere erogato anche a persone che vivono in Comunità non in grado di provvedere autonomamente ai bisogni assistenziali.

TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI di ASSISTENZA DOMICILIARE Allo stato attuale gli interventi di assistenza domiciliare comprendono: aiuto domiciliare e di sostegno relazionale intra ed extra familiare (nel C4, nel corso del 2006, hanno

usufruito del SAD 366 persone); fornitura e somministrazione di pasti (nel 2006 nel C4 367 hanno usufruito di questo servizio); strutture territoriali diurne (Centro diurno anziani di Pergine; Centro servizi di Caldonazzo; Centro Anziani di

Baselga; prossimamente Centro diurno anziani a Levico e centro servizi a S.Orsola; alloggi per anziani a Vigolo Vattaro a Lavarone e a Baselga; alloggio semi-protetto di via Graberi a Pergine). telesoccorso e telecontrollo; servizio di lavanderia.

MODALITA’ DI ACCESSO E DI ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI L’ammissione ai servizi avviene di norma su domanda indirizzata all’Ente Gestore. Segue la valutazione curata dall’assistente sociale. L’Ente Gestore avvia il procedimento amministrativo con l’esame della documentazione richiesta finalizzato anche al calcolo della quota contributiva a carico del richiedente. L’assistente sociale sintetizza in una relazione-proposta tutti gli elementi del progetto di intervento. Su questa base, il Responsabile della struttura organizzativa determina l’autorizzazione o meno al servizio concludendo il procedimento amministrativo. L’Ente Gestore, nel concedere l’intervento, deve tener conto del grado di priorità, della disponibilità organizzativa e delle risorse finanziarie. Per i casi urgenti l’avvio tempestivo del servizio può avvenire prima della deliberazione concessiva salvo successiva ratifica. E’ evidente che la priorità d’accesso va data ai soggetti che presentano ridotte capacità funzionali sempre ché siano disponibili adeguate risorse parentali o private unitamente quelle del servizio. Non vanno tuttavia sottovalutate quelle situazioni che, pur presentando un quadro fisico-motorio soddisfacente, presentano un quadro psico-sociale problematico con rischi di evoluzione in senso negativo. In tal caso dare assistenza non ha solo una valenza terapeutica ma anche preventiva dell’aggravarsi dei problemi. Va tuttavia ricercata in questi casi ogni possibile risorsa alternativa ad integrazione del ruolo della famiglia, compreso il volontariato in modo da rendere complementare l’azione eventuale del servizio anziché esclusiva Nei casi complessi in cui è presente il bisogno sanitario è indispensabile fornire un’assistenza integrata con i servizi sanitari, condizione indispensabile per assicurare una risposta unitaria e globale al bisogno.

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Ogni matina, la Suor Santina la ne portava ‘n bòn café

che ne aiutava a tirarne ‘n pe’.

Quando ne vegniva el magon la ne deva qualcòs de bòn

e diseven ‘nsema le orazion.

Bèle o brute la ne feva compagnia a tute.

Con la lana e l’ucineto

ogni sò laòro l’era perfeto, tuti i ponti la comedava

ogni volta che se sbagliava

N’è vegnù na gran pàsion

quando la n’ha dit “Vao en pension”.

Ne sen sentide disorientade

come no eren mai stade, adès la pensàn con nostalgia, e ànca ‘n poc de malinconia.

E quando na telefonada la ne fa, sen contente che la n’ha pensà.

LA NOSA SUOR SANTINA dalle Ospiti del 1° piano di Via Pive

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Saluti ed auguri

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Le associazioni

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dal Movimento Pastorale Decanale Pensionati ed Artigiani

Più volte annunciati, dalle parole e dai discorsi del Presidente e Direttore, quelli che stiamo attraversando, sono anni di cambiamento e trasformazione Istituzionale. Siamo così insieme coinvolti in questo passaggio che genera un disagio ed uno sforzo nell’affrontare un nuovo modo di lavorare. Per chi presta volontariamente la propria opera e vive queste difficoltà è certamente una fatica e porta alla ricerca del perché succede tutto ciò.

Per questo, a tempi brevi, l’Amministrazione della casa in funzione delle trasformazioni attuate, promuoverà un percorso formativo specifico per i Volontari della “R.S.A.”

Intanto diamo a tutti appuntamento per la tradizionale “Giornata del Volontario” che si terrà: venerdì 19 ottobre alle ore 18.

Per la collaborazione offerta, in alcuni articoli del giornalino a firma degli Ospiti della casa, si legge la parola “Grazie” E’ la parola che corrisponde ad una frase intera per esprimere la gratitudine, e proprio con questa parola il servizio di animazione ricorda tutti i Volontari che prestano la Loro opera all’interno della nostra casa a favore di chi la abita.

Il Servizio Animazione

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UN APPELLO AL VOLONTARIATO di Ines

Questo nuovo numero de “L’Eco” mi dà l’opportunità di esprimere il mio pensiero riguardo la possi-bilità di frequentazione alle varie attività di animazione e di fare alcune considerazioni. Le dette attività sono proposte con cadenza settimanale a noi Ospiti di Via delle Pive e si svolgono preva-lentemente in sala polivalente. Ma purtroppo, quando la sala è occupata per riunioni, lezioni di vario gene-re, eccetera, l’attività programmata viene spesso annullata.

Ecco il programma:

Volontarie della CRI e dell’AUSER sono presenti saltuariamente. 1) attività tenute da volontari o con loro partecipazione *) queste due attività che sono sempre state molto amate e molto frequentate sono inspiegabilmente da lungo tempo

sospese: il “gruppo coro” forse dalle feste natalizie 2006; il “laboratorio artistico-espressivo” da alcuni mesi; ne chiedo, con l’occasione, la riattivazione.

E’ un programma veramente intenso che dà molta soddisfazione a noi Ospiti che abbiamo così ampia possibilità di scelta, ma senza dubbio procura molto lavoro agli operatori di animazione che devono ac-compagnare i vari partecipanti dal loro piano di residenza alla sala polivalente e ritorno e inoltre, in alcuni casi (“gruppo maglia” e “tombola”) affiancare anche i volontari che animano l’attività. Il personale dipendente coprirebbe il fabbisogno previsto in rapporto Ospiti/operatori, ma da tempo a qual-che animatore è stato assegnato orario parzialmente ridotto. Ciò comporta conseguente riduzione del servizio trasporto dai piani alla sala e ritorno e limitata assistenza al “gruppo maglia” e alla “tombola”. Tale riduzione di orario comporta inoltre la diminuzione del numero di Ospiti partecipanti, causando anche parziale “abbandono” ai piani dei non partecipanti e degli esclusi (esclusi in quanto sono Ospiti che richie-dono particolare assistenza). Si potrebbe dunque fare maggiore riferimento al volontariato; sollecitare altre persone ben motivate e con-sapevoli, disponibili a intrattenere noi Ospiti ai piani e che sappiano soddisfare le nostre piccole-grandi esigenze: la loro presenza amorevole, un bicchiere d’acqua, una stretta di mano, l’ascoltarci o una parola affettuosa, un sorriso sono sufficienti. Tutti sono bisognosi di un poco di affetto e noi anziani lo siamo in modo particolare. Auspico perciò con tutto il cuore che nuovi amici accolgano questa “chiamata” con simpatia e affetto.

GIORNO MATTINA POMERIGGIO

Lunedì Gruppo maglia 1) Attività cinofila

Martedì Attività cinofila Gruppo lettura 1)

Mercoledì S. Messa Tombola 1)

Giovedì Ginnastica di gruppo Gruppo coro *)

Venerdì Gruppo lettura

S. Messa

Laboratorio artistico-

espressivo

1) -*)

Sabato / /

Domenica S. Messa Caffè in compagnia

GIORNO MATTINA POMERIGGIO

Lunedì Gruppo maglia 1) Attività cinofila

Martedì Attività cinofila Gruppo lettura 1)

Mercoledì S. Messa Tombola 1)

Giovedì Ginnastica di gruppo Gruppo coro *)

Venerdì Gruppo lettura

S. Messa

Laboratorio artistico-

espressivo

1) -*)

Sabato / /

Domenica S. Messa Caffè in compagnia

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Dal SERVIZIO CIVILE al VOLONTARIATO

Come per tutte le novità, c’è voluto un po’ di tempo per prendere confidenza con l’ambiente, riuscire a farmi accettare dagli Ospiti della Casa e anche per integrarmi col personale sia del servizio animazione che quello che presta assistenza agli Ospiti… Adesso però mi sono affezionata e credo proprio che avrò tanta nostalgia!!! Il mio referente Silvano, all’inizio del mio percorso, ha deciso di affiancarmi a Sonia, con la quale ho instaurato un rapporto che va oltre quello di lavoro, infatti, si è creata un’intesa speciale… Per esempio, capita che debba dirmi di fare qualcosa e io capisco ancora prima che finisca la frase. Oltre a lei c’è Clara. Ho avuto poche occasioni di essere affiancata a lei per vari motivi, anche logistici. Può capitare di collaborare durante alcune attività in sala polivalente come il gruppo maglia e la tombola. Cosa dirvi? E’ gentile, disponibile, paziente, simpatica e ti dice le cose come stanno senza tanti giri di parole. Questa è una cosa che io apprezzo moltissimo, perché così non si creano equivoci. Ah! Non mi devo dimenticare di Cristina! Si occupa anche dell’attività cinofila, un’attività coi cani, secondo me molto apprezzata da alcuni Ospiti. E’ sempre molto impegnata, un correre continuo, quindi non ha avuto tanto tempo da dedicarmi. In quei pochi momenti di contatto, però, ha dato il suo prezioso contributo. Adesso è il turno di Giorgio… E’ simpatico, bravissimo a spiegarti le cose, trova gli esempi giusti per esprimere i concetti. I suoi insegnamenti si riveleranno molto utili se dovessi rimanere in quest’ambito lavorativo, e questo mi piacerebbe moltissimo!!! E poi ha sempre la battutina pronta e tanta fantasia! Infatti spesso e volentieri mi ha fatto morir dal ridere… Poi c’è anche Giovanna! Lavora nella struttura di via Marconi, è simpatica e ha sempre la situazione sotto controllo… purtroppo non ho avuto occasione di lavorarci insieme, tranne che per la cena in terrazza!!! Ora manca solo Silvano, il capo: è un uomo eccezionale, paziente, disponibile e severo al punto giusto… E’ lui che, a suo tempo, ha introdotto il servizio animazione proprio a Pergine!!! Credo che il servizio animazione sia molto utile per gli Ospiti, in quanto propone varie attività che li stimolano a cambiare la loro routine, favorendo la socializzazione e distraendoli inoltre, dai loro problemi personali. Il gruppo maglia, ad esempio, ha lo scopo di mantenere in allenamento le donne già capaci ed esperte in questa attività e di coinvolgere le altre per creare nuovi interessi e relazioni. C’è la possibilità di partecipare ad altre attività come il gruppo lettura, quello creativo – espressivo, la ginnastica collettiva, il gioco della tombola e la pet therapy. Ciascuna di queste iniziative ha suscitato l’interesse di un discreto numero di persone. Per quanto mi riguarda, l’esperienza del servizio civile presso la R.S.A. di Pergine, ha rappresentato un percorso formativo di notevole importanza. Mi ha consentito di sviluppare nuove competenze nel campo del sociale e di instaurare rapporti di scambio con persone di altre generazioni. I colleghi si sono dimostrati importanti punti di riferimento per la mia crescita personale, così ho potuto esprimere le mie capacità di relazione e migliorarle. Per questo ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato in questi mesi di servizio, sostenendomi nei momenti difficili e spronandomi ad andare avanti con fiducia ed entusiasmo.

Con affetto Anna

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Ho iniziato questa splendida esperienza quasi per caso, non sapendo cosa mi aspettava, in testa avevo solo una vaga idea di quali fossero i miei “compiti” qui alla Casa di Riposo. E oggi sono alla mia scrivania e mi sto sforzando nel ricordare quando ho cominciato, qual’è la data esatta…ma niente! Il tempo è volato! Era uno dei primi giorni di luglio quando ho fatto il colloquio col Giorgio e l’Anna, poi il lunedì seguente mi sono ritrovata in quella stanza, la stanza dei pesci, piena di nonnine assonnate che ascoltavano distratte la Messa alla TV. Mi sembrava tutto così strano, ricordo gli occhi curiosi che mi scrutavano

cercando di capire chi fossi, cosa ci facevo seduta a quel tavolo in mezzo a loro. Giorno dopo giorno ho iniziato a conoscerle, a imparare i nomi, a ricordarmi cosa piace e cosa da fastidio loro e così comportarmi di conseguenza. Ho ascoltato le loro storie, ho raccontato le mie, ho imparato a lavorare a maglia, ho imparato tante cose che solo parlando con una persona anziana si possono capire e apprezzare. Ho capito che è importante non nascondere i segni del tempo, perché ogni ruga è un aneddoto e un consiglio in più da raccontare, e perché loro sono bellissime così con la pelle rigata da un passato spesso difficile. Ho scoperto che un sorriso sincero riscalda veramente il cuore (non è solo una frase fatta), che basta un bacio e una caramella per far felice una persona, che la semplicità dei gesti e delle parole è ciò che conta veramente. Trascorrere il tempo qua alla Casa di Riposo mi ha dato delle soddisfazioni e delle emozioni bellissime, è una gioia immensa vedere che c’è ancora in loro la voglia di cantare, di ballare, di giocare, di ridere e di amare! E’ stata un’esperienza molto importante, una vera lezione di vita che mi sento in obbligo di raccomandare a tutti! Come ho scritto prima ho imparato molte cose, forse le più significative sono la bellezza di regalare qualcosa di noi a chi ne ha così tanto bisogno, a chi non osa chiedere nulla per la paura di essere un peso, a chi si mette troppe volte in disparte; e l’importanza che ha nella vita l’avere pazienza, non si deve avere fretta! Ringrazio per l’accoglienza e per i troppi complimenti. Tutto il reparto animazione: Anna, Clara, Cristina, Giorgio, Silvano e Sonia; il personale dipendente che si prende cura degli ospiti 24 ore su 24; la Madre Superiora, i famigliari degli Ospiti, i volontari e tutti coloro che collaborano al funzionamento della Casa di Riposo. Un saluto a tutti gli Ospiti! E un bacione e un abbraccio alle mie nonnine del 1 piano!

Jessica

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Circolo Ricreativo Due in Uno!!!

Il 29 giugno scorso si è svolta, per la prima volta, una pregevole iniziativa proposta ed offerta

dal neo Circolo Ricreativo “Due in Uno” alla quale hanno partecipato con entusiasmo, un buon numero

di persone operanti nella nostra Casa di Riposo .

La serata è trascorsa piacevolmente in compagnia fra piatti tipici e musica raggiungendo un buon

livello di gradevolezza tale da entusiasmare gran parte di coloro che ne hanno preso parte.

Vi è stata l’opportunità di incontro e scambio di opinioni e l’occasione di conoscere meglio i propri

colleghi in un contesto diverso da quello lavorativo.

Un grazie e un plauso a tutti coloro che sono intervenuti e agli organizzatori, all’Amministrazione

della Casa di Riposo nostro primo sponsor e a tutti coloro che in qualsiasi maniera hanno reso possibile la

buona riuscita dell’iniziativa facendo ben sperare per le prossime future.

E’ quindi con orgoglio che possiamo dire “….buona la prima! “

… BUONA LA PRIMA!!! di Alfonso Vinciguerra

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NON CHIEDETEMI di Marta

Non chiedere il mio nome Te lo dirà il vento

Non chiedere quanti anni ho Te lo dirà il mio volto

Non chiedere se ho fame Offrimi un pasto a tavola

Non chiedere se ho sete Offrimi da bere

Non chiedere se ho freddo Dammi una coperta

Non chiedere dove vado Accompagnami

Non chiedere se sono stanco Invitami a sedere

Non chiedere se sono triste Fammi compagnia

Non chiedere se sono felice Sorridi con me

Non chiedere quanto vivrò Perché non lo so

Non chiedere se andrò in paradiso Perché lo sto già vivendo

Non chiedere se andrò all’inferno Perché l’ho visto negli occhi dei bambini violati

Chiedi solo se ti amo E ti dirò di si!

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CURA REDAZIONALE, IMPOSTAZIONE GRAFICA E STAMPA A CURA DI

Cristina Bolgia, Silvano Brol, dott. Andrea Moser e Giuseppe Zambotti

SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO DATO IL LORO APPORTO PER LA REALIZZAZIONE DEL PERIODICO

L’ECO

EVEN

TI D

’AUTU

NNO

SETTEMBRESETTEMBRE Visita alle mostre di pittura:

E. PRATI (1842 – 1907) CELEBRAZIONI A CENTO ANNI DALLA SCOMPARSA presso Castel Ivano fino al 2 settembre 2007

T. GARBARI “LO SGUARDO SEVERO DELLA BONTÀ” presso il museo diocesano tridentino fino al 4 novembre 2007

Feste dei compleanni:

giovedì 20 settembre nella sede di via G. Marconi

martedì 25 settembre nella sede di via Pive

OTTOBREOTTOBRE

Partecipazione al “Torneo dell’Amicizia” di bocce: (8 – 20 ottobre) a Borgo V.

Concerti musicali e lirici nelle due Sedi

Giornata del riconoscimento ai volontari: venerdì 19 ottobre nella sede di via Pive

Castagnata: domenica 28 ottobre in sala polivalente di via G. Marconi

Festa dei compleanni: giovedì 25 ottobre nella sede di via G. Marconi

martedì 30 ottobre nella sede di via Pive

NOVEMBRENOVEMBRE

Appuntamento con gli Schützen della Compagnia G.B. Sartori di Pergine e Caldonazzo

Castagnata: domenica 11 novembre in via Pive

Festa dei compleanni:

giovedì 15 novembre nella sede di via G. Marconi

martedì 20 novembre nella sede di via Pive