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PERIODICO DELLA CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELL’IMMACOLATA Settembre 2006

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PERIODICO DELLA CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELL’IMMACOLATA

Settembre 2006

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A L L ’ I N T E R N OA L L ’ I N T E R N O

La parola della Madre• Semplicemente ...................................................... 1• Carisma: una parola diventata vita .................... 4

Spiritualità• Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo 8• “Beata Tu che hai creduto” .................................. 10• Visita della Rev.da Madre Generale

alla Provincia Argentino-Cilena ............................. 12• Primo incontro formativo delle Superiore ......... 13

Vita consacrata• LA CUMBRE - Incontro di Formazione ......... 15• Entrata al Noviziato di Flavia Negre ............... 16• Professione di Monica Ariza ............................. 18

Meditiamo sul Fondatore• Vieni e seguimi......................................................... 21

Cronache• LA PLATA - Via Crucis vivente ........................ 23• ROMA - “Noi for Etiopia” ................................. 25• QUINTO - Festa di Famiglia ............................ 27• PORTILE - Festa di fine anno

nella Scuola Materna ........................................ 28• CARINOLA - Festa in onore

di S. Agostino Roscelli ...................................... 29• Il tempo delle vacanze…

il tempo degli incontri ...................................... 31• La grandezza di un umile ................................. 33• BARGONE - Novantesimo compleanno .......... 34• Relazione sul viaggio in Etiopia ...................... 35• BELLAMONTE - Sulle Dolomiti

col profeta Elia .................................................. 38• Testimonianze dalla Romania .......................... 40

Sono entrate nella pace eterna• Sr. M. di San Michele Ricciardi ............................ 42• Sr. M. Adelaide Negri .............................................. 42• Sr. M. Tullia Fodarella ............................................ 43

I nostri più grandi benefattori…• Angela Sanguineti .................................................... 43

Ricordiamo anche… ................................................... III cop.

PREGHIERAE

AZIONE

PREGHIERAE

AZIONE

Con approvazionedella Curia Arcivescoviledi Genova

Grafiche Fassicomo GenovaVia Imperiale, 41

DIREZIONE-AMMINISTRAZIONEPiazza Paolo da Novi, 1116128 Genova

tel. 010.3581127fax 010.5702343

e-mail: [email protected]

www.immacolatine.it

Direttrice ResponsabileMadre M. Antonella Fantini

RedazioneMadre M. Cecilia Albornoz CidSr. M. Matilde Dell’AmoreSr. M. Germana Mura

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PREGHIERAE AZIONE 1

Semplicemente

LA PAROLA DELLA MADRE

Semplicemente

I l 15 ottobre 2006 vede il nostroIstituto tagliare il traguardo dei 130

anni di fondazione.Con orgoglio possiamo constatare

come la forza di un’unica chiamata aservire Cristo nel carisma roscellianoabbia, di gran lunga, superato i tempiassegnati all’esistenza di una personaumana. È vero che la comunità tra-scende il singolo, com’è vero che ognu-no di noi dà tono e qualifica la comu-nità a cui appartiene!

Ogni albero è importante nella ric-chezza della sua presenza, dei suoi frut-ti, del ciclo vitale che porta con sé. Ognisingolo albero va curato e riconosciuto.Se cresce solitario in un prato l’alberopuò ostentare la sua bellezza, la mae-stosità ed armonia della forma, dellefronde, dei colori, dei frutti.

Diverso è l’albero che cresce nellaforesta, nel bosco: forse occhio umanonon si poserà mai su di lui, a stento loammireranno e riconosceranno tra itanti. I suoi rami più elevati si intrec-ceranno e scompariranno tra le chiomedelle piante più prossime e le sue radicicercheranno spazio fra le radici troppovicine.

Tuttavia l’albero c’è, cresce, compiele funzioni per cui è nato, conquistan-dosi il suo posto sulla terra, nel boscoe il suo spazio in alto verso la luce.Quanta vita nasce, cresce, termina aipiedi dell’albero, tra le sue radici, sulsuo tronco, sui suoi rami. L’albero ap-pare sempre generoso ed ospitale, benradicato al suo posto.

E l 15 octubre 2006 nuestro Insti-tuto supera la meta de los 130 años

de fundación. Con orgullo podemos cons-tatar cómo la fuerza de una única llama-da a servir a Cristo en el carisma Rosce-lliano haya, superado los tiempos esta-blecidos a la existencia de una personahumana. Es cierto que la comunidadtrasciende al particular. Cómo es verda-dero que cada uno de nosotras damosuna cierta tonalidad y caracterizamos ala comunidad a la que se pertenece!

Cada árbol es importante en la ri-queza de su presencia, de sus frutos, delciclo vital que tiene en si. Cada árbol enparticular es reconocido y cuidado. Si elárbol crece solitario en un prado el árbolpuede ostentar su belleza, la majestuosi-dad y armonía de la forma, de lo frondo-so, de los colores, de los frutos.

Diverso es el árbol que crece, en elbosque: tal vez ningún ojo humano seposará sobre él, a duras penas lo admi-rarán y reconocerán entre tantos. Susramas más elevadas se entrelazaran ydesaparecerán entre el ramaje de las plan-tas más próximas y sus raíces buscaránespacio entre las raíces demasiado cerca-nas.

Sin embargo el árbol todavía crece,cumple las funciones para la que nació,conquistando su lugar sobre la tierra enel bosque y su espacio en lo alto haciala luz. Cuántas vidas nacen, crecen, ter-minan a los pies del árbol, entre susraíces, sobre su tronco, sobre sus ramas.El árbol siempre aparece generoso yhospitalario, bien arraigado en su lugar.

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Se si potesse parlare di umiltà e dinascondimento degli alberi, a quelli chegermogliano nel bosco verrebbe asse-gnato il primo posto. Nati nel silenzio,spesso muoiono in silenzio perché soload alcuni è dato il privilegio del rumoredello schianto con cui si abbattono persempre perché malati o troppo vecchi.

Se qualcuno taglia un albero, constupore, scopre una magnifica realtà:ogni albero cresce attorno ad un cen-tro e cresce ad anelli. Studiando ledimensioni, il colore, le variazioni deglianelli si può arrivare a scoprire qualieventi hanno coinvolto l’albero: abbon-danti piogge, siccità, attacchi di paras-siti … Ogni anno una vicenda diversaregistrata dalla natura in un anello deltronco.

Il centro è l’anello più piccolo: tuttigli alberi, per quanto maestosi siano,crescono ogni anno intorno ad un uni-co centro.

Si se pudiera hablar de humildad yde ocultamiento de los árboles, a aque-llos que germinan en el bosque se lesasignaría el primer lugar. Nacidos en elsilencio, frecuentemente mueren en si-lencio porque sólo a algunos tienen elprivilegio del ruido del reventón con queson derribados para siempre porque es-tán enfermos o son demasiado viejos.

Si alguien corta un árbol, con estu-por, descubre una magnífica realidad:cada árbol crece en torno a un centro yformando anillos en su interior. Estu-diando las dimensiones, el color, lasvariaciones de los anillos se puede llegara descubrir qué acontecimientos ha so-portado el árbol: abundantes lluvias,sequía, ataques de parásito Cada añouna vivencia diversa registrada por lanaturaleza en un anillo del tronco.

El centro es el anillo más pequeño:todos los árboles, por muy majestuososque sean, crecen cada año alrededor de

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Giorno per giorno anche noi cre-sciamo attorno ad un unico centro:Cristo, la nostra storia registrata nellamemoria del tempo, prende forza e sisviluppa continuamente dal contattocon quella presenza divina che ci hacreato e che continua a cambiare eguidare la nostra vita. La consapevolez-za di questa altissima realtà dona sta-bilità e pace alla nostra persona espo-sta alle sollecitazioni le più diverse.

Un albero è meno importante di unbosco. Ognuna di noi sa che l’Istituto acui appartiene è più importante di lei;sa che il bene che opera come singolanon è paragonabile a quello dell’insie-me; che la santità personale scomparein mezzo alla santità corale della Con-gregazione; è per questo che ognuna dinoi è felice di sentirsi parte di un tuttostorico che da centotrenta anni serveCristo negli uomini, come fece Marianella Chiesa. Ognuna di noi sa che unaforesta è composta da alberi, per que-sto riconosce l’importanza della sua vitaspesa semplicemente nel dono silenzio-so e gioioso, insieme alle altre, in unaCongregazione che l’ha accolta, la amae cammina con lei.

Possa questa benefica realtà rag-giungere il cuore di molti ed espandersigenerosamente.

Ognuna attorno al suo Centro, in-sieme per servire, come Sant’AgostinoRoscelli, il pianeta umano.

Madre M. Rosangela Sala

un único centro. Día por día tambiénnosotros crecemos en torno a un únicocentro: Cristo, nuestra historia registra-da en la memoria del tiempo, toma fuer-za y se desarrolla continuamente en elcontacto con aquella presencia divinaque nos ha creado y que continúa acambiar y guiar nuestra vida. La con-ciencia de ésta realidad otorga estabili-dad y paz a nuestra persona expuesta alos requerimientos más diversos.

Un árbol es menos importante queun bosque. Cada una de nosotras sabe-mos que el Instituto a que pertenecemoses más importante que cada una denosotras; sabemos que el bien que obraen forma personal no se compara al biende todo el Instituto; que la santidadpersonal desaparece frente a la santidadde la congregación; es por esto que cadauna de nosotras somos felices de sentir-nos parte de un todo histórico que, desdehace ciento treinta años sirve a Cristo enlos hombres, como hizo Maria en laiglesia. Cada una de nosotras sabemosque un bosque está compuesto de árbo-les, por esto reconoce la importancia desu vida ofrecida como regalo silenciosoy alegre, junto a las demás, en una con-gregación que la ha acogido, la ama ycamina con ella. Ojalá pueda ésta bené-fica realidad alcanzar el corazón demuchos y dilatarse y expandirse genero-samente.

Cada cual en torno a su centro, jun-tas para servir, como San Agustino Ros-celli, al planeta humano.

Madre M. Rosangela Sala

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L’ invito del Concilio Vaticano II atornare al carisma dei fondatori

per ritrovare, nella varietà dei doni, laricchezza e la bellezza con cui Cristorinnova continuamente la Chiesa, èstato un cammino lentamente recepito,faticosamente percorso e, tuttavia, con-tinuo all’interno del nostro Istituto«Suore dell’Immacolata di Génova»,fondato il 15 ottobre 1876, dal sacerdo-te diocesano Agostino Roscelli.

L’ allora Madre Generale LeopoldinaTorighelli si preoccupò di guidare leproprie Religiose nell’accostare i Docu-menti conciliari con una serie di artico-li comparsi, dal novembre 1966 al di-cembre 1967, sul periodico dell’Istituto«L’Immacolata e le sue irradiazionid’amore», da cui si trae la seguentetestimonianza: «Se il Concilio ha invi-tato a rivedere alcune norme ed usanzein seno ai vari Istituti religiosi, questoè stato per adeguarli alle circostanzeattuali, senza però mai venire menoall’impronta particolare di ciascun Isti-tuto, anzi, consigliando espressamentedi rifarsi fedelmente ai primordi, man-tenendo integro lo spirito dei fondato-ri. Da queste delucidazioni urgeva pas-sare alla loro attuazione pratica.

Una delle prime ad impegnarsi fuSuor M. Rachele Battaglia che si ci-mentò in una biografia del Fondatoree in una serie di scritti volti ad appro-fondire la spiritualità, la pedagogia, lo

CARISMA:una parola diventata vita

PRIMA PARTE DELLA TESI DI LAUREA DELLA MADRE ROSANGELA SALA

La invitación del Concilio VaticanoII a regresar al carisma de los fun-

dadores para encontrar, en la variedadde los dones la riqueza y belleza con lacual Cristo renueva continuamente laIglesia, ha sido un camino lentamenteasumido, con esfuerzo recorrido y, toda-vía continua internamente en el interiorde nuestro «Istituto de las Hermanas dela Inmaculada de Génova», fundada el15.10.1876, por el sacerdote diocesanoAgustín Roscelli.

La Madre Generale de ese momento,Madre Leopoldina Torighelli se preocupóde orientar a las Hermanas para abordarlos documentos conciliares con una se-rie de artículos aparecidos, desde no-viembre de 1966 a diciembre de 1967, enel periódico del Istituto «La Inmaculaday su irradiación de amor» de dondeextraemos el siguiente testimonio: «Si elConcilio ha invitado a revisar algunasnormas y costumbres al interior de losInstitutos religiosos, esto ha sido paraadecuarlos a las actuales circunstancias,sin quitarle nada a lo que ha sido laimpronta particolar de cada Istituto, masbien, aconsejando expresamente de re-novarse fielmente a lo que fue el Institu-to en sus inicios, manteniendo íntegro elespíritu de los fundadores. De esta acla-ración urgía pasar a su actuación prác-tica.

Una de las primeras en comprome-terse a este fin fue la Hermana M.Raquel

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spirito che aveva animato il Fondatoree i primordi dell’Istituto.

Quello di Suor M. Rachele fu unlavoro rimasto a lungo solitario mentreil contatto con le fonti si era quasi esclu-sivamente limitato ai testi giuridici.

L’avverbio quasi esclusivamentenon è causale in quanto circolavanonelle comunità più numerose dell’Isti-tuto, intorno agli anni 50-66 «Medita-zioni» indicate come «istruzioni del Fon-datore». La considerazione in cui era-no tenute era molto modesta se nonsospetta in quanto, in seguito alla ria-pertura della causa di canonizzazione,si diffuse tra le Suore un esagerato ti-more non solo di far conoscere verbal-mente l’opera e la figura del Fondatorema finanche di leggere e di riferire cir-ca, i suoi scritti.

La ragione di questo comporta-mento, senz’altro dettata da uneccesso di zelo e di prudenza, sideve allo stesso iter giudiziale seguitodalla Santa Sede, su disposizione diUrbano VIII (1623-1644), che affidavaal Vescovo locale il compito di racco-gliere tutti gli scritti del Servo di Dio edi accertarsi che costui, al momentodell’indagine, non fosse oggetto di cul-to pubblico non autorizzato dalla San-ta Sede Apostolica.

Eventualità, quest’ultima, ritenutadalle Superiore dell’Istituto tutt’altro cheimprobabile, in quanto alcune Suoreavevano già dato prova di forte venera-zione verso il Fondatore prelevando, dinascosto, al momento dell’esumazione,parte delle ossa, quali personali e pre-ziose reliquie.

Su tutto ciò che ha riguardato ilFondatore è calato per decenni un sa-cro e reverenziale oblio. I 124 fascicoletti(contenenti testi accurati di esortazio-ni) che il Fondatore aveva conservato,

Battaglia que se basó en una biografíadel Fundador y en una serie de escritosdirigidos para profundizar la espirituali-dad, la pedagogía, el espíritu que habíaanimado al Fundador y a las primerasHermanas del Istituto.

Lo de la Hermana M. Raquel fue untrabajo largo y solitario mientras el con-tacto con las fuentes era casi excluva-mente limitado a los textos jurídicos.

El adverbio casi esclusivamente noes causal en cuanto circulaban en lascomunidades más numerosas del Insti-tuto, alrededor de los años cincuenta –sesenta y seis «Meditaciones» indicadacomo «instrucción del Fundador». Laconsideración que se tenia acerca de ellasera muy modesta y poco clara, previo ala reapertura de la causa de canoniza-ción se difunde entre las Hermanas unexagerado temor no sólo de hacer cono-cer verbalmente la obra y la figura delFundador sino, incluso de leer y de refe-rirse acerca de sus escritos.

La razón de esta actitud, sin duda,movidas por un exceso de celo y de pru-dencia, se debe a lo mismo iter giudizialeseguido por la Santa Sede,por disposi-ción de Urbano VIII (1623-1644), queconfiaba al Obispo del lugar el trabajo derecopilar todos los escritos del Siervo deDios y de asegurarse que todo eso almomento de la investigación, no fueseobjeto de culto público no autorizadopor la Santa Sede Apostólica.

Eventualidad esta última, conside-rada por los Superiores del Istituto total-mente imposible que sucediera, a pesarde que muchas Hermanas habían dadopruebas de una fuerte veneración haciael fundador tomando, a escondidas yprevio al momento de exhumación, par-te de los huesos a modo de una preciosareliquia personal.

Todo lo referido al Fundador se ha

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forse, seguendo «l’istintivo spirito di con-servazione» (come suggerisce la biografadi Suor M. Matilde Dell’Amore), furonocustoditi con tanto riserbo dal 1902 inpoi, che nemmeno mons. Davide Ardi-to, il primo biografo di Sant’AgostinoRoscelli, ne ebbe sentore, infatti talibiografie «La cara e buona immaginepaterna . . .» e «Un umile prete di ieri»non contengono alcun riferimento inmerito nonostante lo sforzo di racco-gliere fonti come testimonia Suor Ma-ria Vittoria Tassara, raccontando l’in-fruttuosa ricerca della primigenia «Pic-cola Regola», in vista proprio della com-posizione di tale biografie.

In seguito all’apertura del ProcessoOrdinario per la Causa di Beatificazio-ne, per rispondere al Decreto del 29aprile 1932, emanato da sua eminenzail cardinal Dalmazio Minoretti per «Laraccolta degli scritti del Servo di Diodon Agostino Roscelli», Madre M. In-nocenza Vassallo consegnò l’intero pli-co perché fosse esaminato dai censoridella Sacra Congregazione, nelle cuimani restò fino al 1975.

Intanto l’Istituto ha continuato acrescere e a svilupparsi festeggiando glianniversari legati alle origini e allo svi-luppo disgiungendoli quasi dalla figuradel Fondatore, di cui per altro veneraval’aspetto severo e mistico, che trovavaconferma in un dipinto di felice intui-zione che lo ritraeva inginocchiato e inatteggiamento estatico davanti all’alta-re e al crocifisso e tuttora conservatopresso la Casa Madre in Genova, ViaParini n° 4.

Il Fondatore era quello, un «santo»prete, ma forte era la paura, dettata dauna mal intesa prescrizione a non ve-nerarlo pubblicamente, di parlarne inmodo esplicito.

Tuttavia la causa di canonizzazione

dejado por decenios en un sagrado yreverencial olvido. Los 124 fasciculos(que contienen cuidadosos textos de ex-hortaciones) que el Fundador habíaconservado, tal vez, siguiendo «Istinti-vamente por espíritu de conservación»(como lo sugiere la biógrafa HermanaM.Matilde Dell’Amore), fueron custodia-dos con mucho celo a partir del 1902 enadelante, ni siquiera Monseñor DavideArdito, el primer Biógrafo de San AgustínRoscelli, no tuvo el presentimento, enefecto, tales biografías de «La querida ybuena imágen Paterna»… y «Un humil-de sacerdote de ayer» no tienen ningunaconsideración meritoria, no dostante elesfuerzo por recopilar de la fuente mis-ma como lo atestigua la Hermana M.Victoria Tassara contando lo infructuo-sos que fue la búsqueda de la primigenia«Pequeña Regla», en vista, nada menosa la redacción de tal biografía.

Prosiguiendo con la apertura delProceso Ordinario para la causa deBeatificación, para responder al decretodel 29.04.1932, entregado por su emi-nencia el cardenal Dalmazio Minorettipara «La recopilación de los escritos delSiervo de Dios Don Agustín Ruscelli».Madre M. Innocenza Vassallo entregóintegro el paquete de los escritos paraque fuera examinado por los jueces de laSagrada Congregación, en cuyas manosquedó hasta fines de 1975.

En tanto el Istituto continúa a cre-cer y ha desarrollarse festejando los ani-versarios ligados a los orígenes y al de-sarrollo desconectándolo de la figura delFundador, del cual entre otras cosas seveneraba el aspecto severo e místico, quequeda demostrado en una pintura que lomostraba arrodillado y en una actitudestática delante del altar y al crucifiguey todavía se conserva en la Casa Madrede Vía Parini n° 4.

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va avanti e, se in un primo tempo, èstata l’elemento deterrente la conoscen-za del Fondatore, col tempo ne diventail motore.

Alle Madri Generali che chiedonotestimonianze di grazie da lui impetrate,da sempre hanno copiosamente rispo-sto le Suore ( e non solo) inviando umilitestimonianze che vennero raccolte siain agevoli pubblicazioni che sul perio-dico «L’Immacolata e le sue irradiazionid’amore» che, dal numero uno del gen-naio 1969, prenderà il nome di «Pre-ghiera e Azione».

Varie vicissitudini, legate alle vi-cende delle due Guerre Mondiali, alproliferare di vocazioni e delle fonda-zioni fanno passare in seconda lineastudi piú approfonditi sul Fondatore aprescindere da una conoscenza biogra-fica trasmessa fin dal noviziato tramitela lettura dei libri di Mons. DavideArdito.

(continua)

El fundador era eso, un «santo»sacerdote pero era muy fuerte el miedo,dictada por una mal entendida prescrip-ción a no venerarlo públicamente y a noreferirse a él esplícitamente.

Todavía la causa de canonización vaadelante y, si en un primer momento hasido un elemento que ha querido asustarel conocer la figura del Fundador, con eltempo se ha transformado en el motor.

A las Madres Generales que pidentestimonio de gracia por él concedidas,sempre han respondido las Hermanas(no sólo) enviando sencillos testimoniosque han sido recopilados ya sea en ade-cuadas y oportunas publicaciones comotambién en el Periódico del Istituto «LaInmaculada y su irradiación de amor»que, desde el número 1 de enero de1969, tomará el nombre de «Preghiera eAzione».

Varias visicitudes, ligadas a las vi-vencias de la Segunda Guerra Mundial,la abundancia de vocaciones y de lasfundaciones hacen pasar a un segundoplano estudios más profundos sobre elFundador y a prescindir de un conoci-miento biográfico transmitido desde elnoviciado y a través de la lectura de loslibros de Mons. Davide Ardito.

(continuará)

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SPIRITUALITÀ

CONVEGNO DI VERONA

Testimoni di Gesù Risorto,speranza del mondo

È il tema del prossimo Convegno che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre.È un richiamo ai cattolici italiani «a testimoniare con uno stile credibile di

vita, Gesù risorto come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze piùprofonde dell’uomo di oggi» (Traccia di riflessione n. 1).

Chiediamoci come possiamo noi consacrati essere uomini e donne di speran-za: virtù cristiana che sorregge il passo di ciascuno di noi, virtù importante,troppo spesso dimenticata, difficile talora a scorgersi tra il profilarsi netto dellafede e l’abbraccio caldo della carità.

Nella traccia di riflessione in preparazione al Convegno, la Chiesa ci invitaa mettere sul candelabro le esperienze che sono profezia di futuro: la nostraconsacrazione e le molteplici forme di servizio a cui siamo chiamate.

La Chiesa attende l’apporto di tutti…anche il nostro personale apporto equello di Congregazione perché, nella ricchezza dei doni, più abbondanti edefficaci siano i frutti.

L’esortazione a ripartire da Cristo, ribadita anche dall’ultimo Capitolo Gene-rale, ad aderire a Lui mente et corde, testimoniando il suo amore nel mondo, èil miglior contributo che possiamo dare alla Chiesa.

Siamo chiamate a mettere sul candelabro una più intensa vita evangelica, atestimoniare la speranza bene fragile e raro, il cui nome è il Crocifisso Risorto, aspalancare gli orizzonti del dialogo e della missione come, di fatto, l’Istituto stafacendo con le recenti aperture alla missione ad gentes.

A noi è richiesta una duplice conversione: la prima riguarda l’identità diCristo, il «grande libro» che il santoRoscelli ci invita a studiare assidua-mente, a «non perdere mai di vista»,perché «è Lui la nostra speranza, l’uni-ca nostra fiducia» (Mns. II ), fonda-mento del nostro impegno a rinno-vare la vita e il mondo.

La seconda riguarda il volto dellaChiesa: testimoniare Cristo risortosignifica vivere una profonda spiri-tualità di comunione da cui scaturi-sce il compito della missione.

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PREGHIERAE AZIONE 9

La missionarietà della Chiesa ha lo scopo di condurre gli uomini a Cristoattraverso la conversione personale e sociale, consapevoli che Cristo è presentein mezzo ai suoi fratelli.

La nostra evangelizzazione, allora, è efficace solo se nasce dalla comunione,se vive della comunione, se porta alla comunione.

Siamo testimoni credibili quando, a partire dalle nostre comunità, facciamoemergere nelle relazioni, nelle varie forme di apostolato «un sentire, un pensareilluminato dalla luce che il Vangelo proietta su ciascun campo dell’umano» (Tracciadi riflessione n.15).

Oggi la gente aspetta di vedere da noi il riflesso dell’agire di Gesù, nel suo amoreper ogni persona, senza distinzioni o aggettivi qualificanti» (RdC 2). Lo potremofare solo con una spiritualità più esigente e matura, nell’impegno reciproco versoil raggiungimento della santità.

Il mondo attende da noi una testimonianza personale e comunitaria, perchécomunione, unità, fraternità sono l’espressione più autentica della santità, perchél’amore reciproco genera la presenza costante di Cristo in mezzo ai suoi.

Per non deludere la Chiesa e i fratelli e perché siamo veramente testimonidi speranza è necessario impegnarci in un cammino di crescita e di responsabilitàper offrire una testimonianza in forma «agonistica» nel quotidiano, difficile donodi sé che non teme la morte, perché abitato dalla speranza del Risorto (Traccia diriflessione n. 8).

Ci riconosciamo testimoni e quindi persone in grado di trasmettere speranzase mettiamo sul candelabro aspetti essenziali del nostro carisma come delicatezzadi coscienza e viva attenzione alle esigenze della nostra consacrazione, delicatezzadi carità nelle relazioni, nei servizi che prestiamo, fede granitica che opera permezzo della carità, «fede che diventa corpo e si fa storia nella condivisione enell’amore e ci aiuta a vivere responsabilmente in questo mondo, fiduciose nel Diovivente, cariche di speranza… disponibili all’azione creatrice dello Spirito» (Tracciadi riflessione n. 8).

Il documento preparatorio ci dice che il testimone è una sorta di narratore dellasperanza (n.10) : noi vogliamo esserlo con la vita e narrare il contenuto dellasperanza con l’incontro col Risorto, far sorgere il desiderio di Gesù in chi ci vedee ci ascolta e indicare ai fratelli il cammino che porta a riconquistarla.

Il nostro compito dunque? Dire al mondo come ci siamo lasciate plasmaredall’incontro col Risorto, come questo incontro riempie la vita e come, giornodopo giorno, sappiamo rendere ragione della speranza in «questa stupenda edrammatica scena temporale e terrena» ( Paolo VI – Test.) tenendo fisso lo sguardosu Gesù (Eb 12,2) e gettando in lui ogni nostra preoccupazione, perché Egli ha curadi noi. (cfr 1 Pt 5,7-8).

Suor M. Antonella F.

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PREGHIERAE AZIONE10

S econdo turno di Esercizi spirituali a Roma : Mons. Mario Meini, Vescovodi Pitigliano, Orbetello, Sovana ci ha guidate in un cammino tutto mariano

facendoci rivisitare, dall’annunciazione alla Croce, tutti i quadri evangelici in cuicompare la figura di Maria.

Per noi, Suore dell’Immacolata, è stato un momento prezioso di verifica circala nostra relazione filiale con Maria, un invito adamarla sempre più profondamente, ad imitarlanelle sue virtù, a rivolgerci a Lei con tenerezza erispetto come ci chiede lo spirito proprio dell’Isti-tuto.

L’incontro con Maria è sempre nuovo, perchéè un incontro di vita: a lei che ha generato la Vitaabbiamo offerto la nostra vita, perché sentiamofortemente che solo nella donazione di ciò chesiamo, tutto si compie.

Ricordiamo qui alcune linee guida degli Eser-cizi spirituali perché diventino vita vissuta in questoanno di lavoro-missione da poco iniziato.

• Maria, testimone della Rivelazione, è laDonna che «ascolta», che «custodisce», che tra-smette l’ essenziale: il suo Figlio è il Salvatore; è

figura della Chiesa che «piamente ascolta, santamente custodisce, fedelmenteproclama» (Dei Verbum).

• Maria «arca» del Signore: portatrice di Cristo e quindi portatrice d’amore,di stima e carità: il suo esempio ci invita a potenziare, rinvigorire, sostenere lacarità, pensando che la persona accanto a me porta in sé Cristo.

• Maria modello di umiltà: con animo sincero e trasparente dirotta losguardo da se stessa a Dio, riconosce ciò che l’onnipotenza di Dio ha fatto in Lei,se ne rallegra, esprime gioia nella lode a Dio, loda nella gioia. Maria ci insegnaa gioire delle cose buone e dei doni cheLui ha messo in noi.

• Maria Immacolata: vergine nelcuore e nella mente, pienamente affi-data al Signore in un atto di amore, ciinsegna ad indirizzare a Lui mente,cuore, volontà, desideri, affetti, emo-zioni come gesto di amore e di servizioagli altri.

In Lei viviamo la nostra castità comedono, gioia, scelta di pienezza e diamore, l’obbedienza come atto di vera

“Beata Tu che hai creduto…” (Lc 1,45)

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PREGHIERAE AZIONE 11

libertà, come annuncio del paradiso dove tutto è ordine, comunione, maturitàpiena di ciascuno e la nostra povertà del cuore e della mente convinte, comeMaria, che la nostra eredità è il Signore, il nostro bene è stare vicino a Lui.

Se al nostro quotidiano noi riusciamo a dare questo respiro contemplativomariano, possiamo essere certe che opereremo molto e bene come i grandicontemplativi che, pienamente liberi e disponibili, hanno operato molto perchémolto hanno pregato.

«Beata Tu che hai creduto…»: lode che vale anche per noi che, fin da ora,possiamo essere «beate» e vivere un’esperienza di pienezza e di gioia e essere perla Chiesa e per i fratelli «segno» di sicura speranza.

Non ci poteva essere conclusione più significativa per questi Esercizi di quelladella S. Messa nelle Grotte vaticane e precisamente nella cappella MaterMisericordiae dove abbiamo accolto, ancora una volta, l’invito a metterci incammino nella ricerca di Cristo, a non indugiare perché l’amore non ammetteritardi, ma solo qualche sosta… per riprendere con rinnovato entusiasmo i ritmidel cuore, il cammini della speranza.

Sr. Maria Antonella F.

COMUNICAZIONE

Si comunica che nell’ultima Assemblea elettiva del-l’U.S.M.I. Regionale della Liguria tenuta in Piazza Paoloda Novi, domenica 1° ottobre u.s., è stata eletta comePresidente la Madre Maurizia Pradovera, Madre Provin-ciale delle Suore Gianelline e come Vice Presidente laMadre Maria Rosangela Sala, Madre Generale delleSuore Immacolatine.

Alle Madri porgiamo le nostre felicitazioni e il nostrograzie per questo ulteriore servizio alla Chiesa e pro-mettiamo preghiere.

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PREGHIERAE AZIONE12

Benedetto colui che vienenel nome del Signore!

La Provincia Argentino-Cilena ha vis-suto momenti di allegria ed insie-

me di immenso ringraziamento a Dioche, con la sua infinita bontà, a permes-so che ci visitasse la Reverenda MadreGenerale, Madre Maria Rosangela Sala.

Tutto si andò realizzando in unameravigliosa attesa, così come quandosi ha la certezza che tutta l’iniziativaviene da Lui, che non lascia mai le cosecome stanno, essendo la sua presenzasempre efficace e che tutto perfeziona.

La nostra Madre Generale pienadello Spirito del nostro Santo Fondato-re e del carisma Roscelliano, ravvivò inognuna di noi ed in ogni momento, coni suoi opportuni consigli materni, laforza necessaria per andare avanti inmezzo alle difficoltà. Soprattutto con lesue esortazioni sull’amore e l’imitazio-ne di Cristo fatto servo per amore; ci harichiamate a costruire la vita fraternaed alla fedeltà alla nostra Consacrazio-ne Religiosa, alla nostra Santa Regola,portatrice dello Spirito del nostro San-to Fondatore.

Grazie, cara Madre, che il Signorebenedica tutti suoi sforzi e sollecitudi-ni, ci raccomandiamo alla sua preghie-ra davanti alla tomba del nostro PadreAgostino Roscelli, grazie per il tempoimpiegato e destinato alle figlie piùlontane del mondo.

Hna. Maria Clara del Valle Arias

Bendito el que vieneEn nombre del Señor!

La Provincia Argentina-Chilena havivido momentos de alegría y a la

vez de inmenso agradecimiento a Diosque con su infinita bondad permitió quenos visitara la Reverenda Madre Gene-ral, Madre María Rosangela Sala.

Todo se fue realizando en una mara-villosa expectativa, asi como cuando setiene la certeza que toda iniciativa vienede El y que no deja nunca las cosas comoestán, siendo su presencia siempre eficazy que todo lo perfecciona.

Nuestra Madre General llena delEspíritu de Nuestro Santo Fundador ydel carisma Roscelliano, revivió en cadauna de nosotras y en cada momento, consus oportunos consejos maternales, lafuerza necesaria para salir adelante enmedio de las dificultades. Sobre todo consus exhortaciones sobre el amor e imita-ción a Cristo hecho siervo por amor, aconstruir la vida fraterna y a la fidelidada nuestra Consagración Religiosa, anuestra Santa Regla, portadora del espí-ritu de nuestro Santo Fundador.

Gracias querida Madre, que el Señorbendiga tantos esfuerzos y desvelos, nosencomendamos a su oración ante latumba de nuestro Padre Agustín Rosce-lli, gracias por la dedicación y el tiempodestinado a las hijas del estremo másaustral del mundo.

Hna. Ma. Clara del Valle Arias

Visita della Rev.da Madre GeneraleMadre Maria Rosangela Sala,

alla Provincia Argentino-Cilena

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PREGHIERAE AZIONE 13

C ontinuando con la propuesta delgobierno Provincial de darle un gran

impulso a la tarea de Formación de lasHermanas, se reunieron en la ciudad deRosario en el Colegio San Miguel Arcán-gel los días 25 y 26 de Marzo de 2006, lasRvdas. Superioras de la Provincia Ar-gentino-Chilena, presididas esta vez porla Rvda Madre General, Madre MaríaRosangela Sala.

Fueron jornadas en las cuales pudi-mos rezar, formarnos y recrearnos. Eltema central fue desarrollado por la Rvda.Sup. María Genoveva Najle y la Rvda.Sup. María Alider Gastaudo. Ellas contoda su pedagogía y arte docente noshicieron gustar de algunos capítulos dellibro «Orientar personas, despertar vi-das», de Anselm Grün.

Tenemos que destacar que el sábadopor la noche en la recreación mariana,todas prepararon sus numeritos dedica-

Continuando con la proposta delgoverno Provinciale di dare un

grande impulso al compito di forma-zione delle Suore, si sono radunate nellacittà di Rosario, nel Collegio San MiguelArcàngel i giorni 25 e 26 marzo 2006,le Rev.de Superiore della ProvinciaArgentino-Cilena, guidate, questa vol-ta, dalla Rev.da Madre Generale, MadreMaria Rosangela Sala.

Sono state giornate nelle qualiabbiamo potuto pregare, formarci ericrearci. Il tema centrale e stato svi-luppato dalla Rev.da Sup. Maria Geno-veva Najle e la Rvda. Sup. Maria AliderGastaudo. Con la loro conoscenza pe-dagogica ed arte docente ci hanno fattogustare alcuni capitoli del libro: «Orien-tare persone, risvegliare vite», di AnselmGrün.

Abbiamo interrotto il sabato sera,nella ricreazione, per un incontro ricre-

Primo incontro formativo delle SuperioreANNO 2006 PROVINCIA ARGENTINO-CILENA ROSARIO

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PREGHIERAE AZIONE14

dos a la Santísima Virgen, incluso nues-tra Madre que entonó un canto a laVirgen de la Cintura. El domingo por latarde, la Rvda. Madre General, nos diri-gió su palabra muy rica de sabiduría yoportunos consejos.

Gracias querida Madre por dedicar-nos su tiempo, nosotras, las Superiorassomos conscientes de nuestra pobreza,pero sabemos que el Señor es el que obray nosotras nos ponemos en sus manospara cumplir su voluntad, que SanAgustín Roscelli nos conceda vivir enplenitud nuestro carisma.

Hna. María Cecilia C.

ativo mariano; tutti hanno preparatoqualcosa da offrire alla Madonna e alleSuore, compresa la nostra Madre cheha intonato un canto alla Vergine dellaVita.

La domenica pomeriggio, la Rev.da.Madre Generale ci ha rivolto la suaparola molto ricca di sapienza e diopportuni consigli.

Grazie, cara Madre, per averci de-dicato il suo tempo: noi, le Superiore,siamo coscienti della nostra povertà,ma sappiamo che il Signore è quelloche agisce e noi ci mettiamo nelle suemani per compiere la sua volontà, cheSant’ Agostino Roscelli ci conceda divivere in pienezza il nostro carisma.

Sr. Maria Cecilia C.

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PREGHIERAE AZIONE 15

Durante i giorni di riflessione per-sonale e comunitaria tra il Novizia-

to e lo Juniorato della Provincia, Noviziee Juniores hanno potuto esprimere l’espe-rienza dello Spirito nel seguente modo.La voce di Dio è risuonata nelle nostrevite invitandoci a scoprire a Cristo:

Come radice,come linfa che alimenta l’unità

nella diversità,che si esprime come amore e misericordia

in gesti concreti,che invita a conoscere i miei tempi

e i processi degli altrie a farmi carico della mia consacrazione

con fedeltà e costanzacosciente che non cammino da sola

e perciò devo sostenere con semplicità,rapporti pienamente umani

come ci chiede Sant’Agostino Roscelli.Noviziato e Juniorato Argentino-Cileno

LA CUMBRE (Argentina) • Maggio 2005

Incontro di FormazioneNOVIZIATO E JUNIORATO

Luego de días de reflexión personal ycomunitaria entre el Noviciado y el

Juniorado de la Provincia, ellas han podi-do expresar la experiencia del Espíritu dela siguiente manera. La voz de Dios resonóen nuestras vidas invitándonos a descu-brir a Cristo:

Como raíz; como sabia que alimentala unidad en la diversidad;que se expresa como amor

y misericordia desde gestos concretos,que invita a conocer mis tiemposy procesos y tambièn los tiempos

de los otrosy a hacerme cargo de mi consagración

con fidelidad y constancia,consciente de que no camino solay por ello sostener con sencillezrelaciones plenamente humanas

como nos lo pide San Agustín Roscelli.Noviciado y Juniorado Argentino-Chileno

VITA CONSACRATA

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PREGHIERAE AZIONE16

«Solo in Dio deve riposareil suo cuore»

SANT’AGOSTÍNO ROSCELLI

C i sono cose nella vita che mai sidimenticano: il mio ingresso in

noviziato per essere grano, essere seme,morire nel solco… affinché Cristo vivae Maria risplenda.

Il mio cuore, la mia anima si andòpreparando poco a poco per questo belmomento in cui cominciai la mia vitareligiosa, ho avuto gioia, ho preso lacroce: in poco tempo ho scoperto unainfinità di cose che mi aiutano a cresce-re, anzi a cominciare a crescere, ma ilpiù importante…è che ho sentito lasicurezza della chiamata di Gesù nellamia vita, nel come ha segnato il miocammino per seguirlo più da vicino ecominciare a camminare nella Congre-gazione delle Suore dell’Immacolata diGenova.

Il giorno del mio ingresso al Novi-ziato, è stato finora il giorno più pro-fondo e felice della mia vita, non si puòdescrivere con parole tutto quello cheho sentito, ma il più grande è il senti-mento di gratitudine immensa a Dio,per tanto amore ed infinita misericor-dia. Mi ha dato, infatti, la possibilità diappartenere a questa bella famiglia e,in questo modo, rispondergli con lamaggiore generosità e dimenticanza dime stessa… «morendo… per dare frut-to», …mi sento anche con una granderesponsabilità davanti a tanta fiducia,perché «amore con amore si paga», edè tanto grande questo amore che ora misento in dovere di contraccambiare.

Entrata al Noviziatodi Flavia Negre

«Sólo en Diosdebe descansar su corazón»

SAN AGUSTÍN ROSCELLI

H ay cosas en la vida que nunca seolvidan y esta es una de ellas,mi

ingreso al noviciado ser grano,ser semilla,morir en el surco… para que Cristo viva yMaría resplandezca.

Mi corazón, mi alma se fue preparandopoco a poco para este hermoso momento enque comencé mi vida religiosa, hubo alegría,hubo cruz, hubo llanto y perdón; en pocotiempo descubrí infinidad de cosas que meayudaron a crecer, o mejor dicho a comenzara crecer, pero lo más importante… es quesentí la seguridad de la llamada de Jesús enmi vida,en el cómo fue marcando el caminopara seguirle más de cerca y empezar a ca-minar en esta mi Congregación de las Her-manas de la Inmaculada de Génova.

El día de mi ingreso al noviciado, hasido hasta ahora el día más profundo y felízde mi vida, no podría describir con pala-bras todo lo que sentí, pero lo más grandees el sentimiento de gratitud inmensa aDios, por tanto Amor e Infinita Misericor-dia que me ha dado la posibilidad de per-tenecer a esta hermosa Familia, y de estamanera responderle con la mayor generosi-dad y olvido de mí misma… «muriendo…para dar fruto»,me siento también con unagran responsabilidad ante tanta confianza,pues «amor con amor se paga»,y es tangrande ese amor que estoy en una grandeuda de amor y debo pagar.

También mi más profunda gratitud a laMadre General Rosangela Sala que me haescuchado y me ha dado la oportunidad deestar aquí, agradezco sus palabras, susconsejos y el gran privilegio de haber sidoella misma quien presidiera mi ingreso alnoviciado. A la Madre Provincial, tengo migran cuota de gratitud,que me ha recibido,escuchado y aconsejado con tanta com-prensión, sabiduría y amor.

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PREGHIERAE AZIONE 17

La mia più profonda gratitudinealla Madre Generale Rosangela Salache mi ha ascoltato e mi ha dato l’op-portunità di stare qui, ringrazio per lesue parole, i suoi consigli ed il granprivilegio di essere stata lei stessa apresiedére il mio ingresso al Noviziato.

Il mio grazie alla Madre Provincia-le, alla Madre Maestra che mi hannoascoltato e consigliato. ed a tutte leConsorelle, delle diverse case, le miecompagne del Noviziato che mi hannoaccompagnato con la loro preghiera, econ loro mi sono sentita in comunione.

Vi chiedo di pregare sempre perme, affinché viva il mio Noviziato contutta generosità, preparandomi, conl’aiuto di Madre Maestra, per essereuna santa religiosa.

FLAVIA ALEJANDRA NEGRE (novizia di 1° anno)

La Plata, 27 di aprile di 2006

A la Superiora Maria Cecilia que en miprimer tiempo me acompañó con tantapaciencia y con tanto amor, ayudándome acrecer, acompañándome en el momento dela prueba y dándome el alimento espiritualnecesario para que pudiera caminar y avan-zar en el camino de la Vida Religiosa.

A Madre Maestra, quien con tantapaciencia y amor me conduce para que nome desvíe de la ÚNICA META, «CRISTO»,y logre de esa manera ser lo que tanto deseónuestro Santo Padre Fundador de sus hijas,ser verdadera hija de María Inmaculada,imitando sus virtudes y atendiendo siemprela Voluntad de Dios en una profunda hu-mildad. Y no quiero dejar de darle las gra-cias a la Superiora Maria del Carmen, quetanto me escuchó e intercedió por mí en laoración y ayudó con su ejemplo.

Y a todas las Hermanas, las de la en-fermería, las de la Casa Provincial, las delas distintas casas, mis compañeras delNoviciado que me han acompañado consus oraciones,y en ella nos hemos sentidoen comunión. Les pido que recen siemprepor mí, para que viva mi noviciado contoda generosidad, preparándome con la ayu-da de Madre Maestra, para ser una santareligiosa y pueda cambiar, muriendo en elsurco de las almas, para que Cristo Viva.

FLAVIA ALEJANDRA NEGRE

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Egli ci ha salvate e ci ha sceltocon la sua santa chiamata,non per le nostre opere,ma per la sua propria iniziativae per la grazia: questa graziache ci ha conceso in Cristo Gesù.

(2 TM. 1, 9)

S tiamo vivendo un tempo di grazianell’Istituto, tempo gratuito che ci

fa contemplare le meraviglie di Dio chia-mando le sue figlie come Spose sue: èun vero mistero di amore di cui nonfiniremo mai di ringraziare con la no-stra stessa vita, nell’adempimento esat-to della volontà di Dio in ogni piccolacosa di ogni giorno compiuto conamore, generosità, allegria e piena do-nazione.

Abbiamo accompagnato Monicanella preparazione a questo passo tantoimportante e da lei sognato, nel conge-do dal noviziato, augurandole fedeltà,promettendo la preghiera impegnatache unisce i cuori in Cristo Gesù.

Professione di Monica ArizaÉl nos salvó y nos eligiócon su santo La PlataLlamado,no por nuestras obras,sino por su propia iniciativay por la gracia: esa graciaque nos concedió en Cristo Jesús”.

(2 TM. 1,9)

Estamos viviendo un tiempo de gra-cia en el Instituto, tiempo gratuito

que nos hace contemplar las Maravillasde Dios llamando a sus hijas como Es-posas Suyas,es un verdadero misterio deAmor que no se puede dejar de agradecercon la vida,en el cumplimiento exacto dela Voluntad de Dios en cada pequeñacosa de cada día hecha con amor, gene-rosidad, alegría y entrega plena.

Hemos estado acompañando a Mó-nica en la preparación para este pasotan importante y soñado por ella,juntoa las despedida,a los mejores deseos defidelidad, unidos a la oración compro-metida que une los corazones en CristoJesús.

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PREGHIERAE AZIONE 19

Come regalo di Gesù stesso per lesue Spose, ebbe la grazia di fare la suaProfessione nella parrocchia Cristo Reydi Caucete, la sua città natale.

Il Parroco la esortò alla disponibi-lità, al amore fraterno, alla generosità,vivendo secondo le Costituzioni delnostro Istituto.

Con la consacrazione di Mónica, siconsacra anche tutta la comunità par-rocchiale: comunità che promette dipregare per la sua perseveranza e dona-zione al Signore , dando tutta se stessasenza riserve.

La cerimonia è stata molto emozio-nante, anche perché è stata preparatacon la collaborazione di tutta la comu-nità parrocchiale: canti, abbellimentodella chiesa, copione della messa e laPreghiera dei fedeli dalle diversi comu-

Como regalo de Jesús mismo parasus Bodas tuvo la Gracia de hacer suprofesión en la Parroquia Cristo Rey deCaucete su ciudad natal.

El párroco en la homilia de la Cele-bración Litúrgica resaltó los siguientesaspectos de la profesión religiosa:

La exhortó a la disponibilidad,alamor fraterno,a la generosidad,viviendosegún las Constituciones de su Instituto.

Junto a la Consagración de Mónicas Consagra toda la comunidad;a la cualcomprometió a rezar por su perseveran-cia y entrega al Señor dando todo de símisma sin reservarse nada para ella.

La ceremonia fue muy emotiva, pre-viamente preparada con la colaboraciónde toda la comunidad parroquial: can-tos, ornamentación del Templo, guión dela Misa y la oración de distintas comu-

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PREGHIERAE AZIONE20

nità di Caucete: La Puntilla, le Carme-litane Scalze, i diversi gruppi di pre-ghiera.

All’offertorio non solo Mónica haofferto la sua vita, ma anche la suafamiglia ha partecipato all’offerta: suasorella, il cognato e i nipoti portavanoi fiori, Mónica ha offerto i paramentiliturgici ed i suoi genitori, oltre alla vitadella sua figlia, il pane ed il vino percompletare in Cristo questa vera offer-ta di amore.

Erano presenti il Rev.da MadreProvinciale, Rev.da Madre Regionale, ilNoviziato e Sorelle di altre comunità…spiritualmente la Madre Generale e leSorelle d’ Italia, Canada e delle diffe-renti comunità dell’Istituto, specialmen-te le Sorelle malate della Casa Provin-ciale.

Ringraziamo Dio per avere unaconsacrata in più nel nostro Istituto; leauguriamo un fecondo apostolato uni-to ad un’intensa vita spirituale che l’av-vicini più strettamente a Cristo suoSposo.

Ci uniamo nella preghiera affinchésia una Suora dell’Immacolata come ilnostro Santo Padre fondatore desiderasiano le sue figlie.

Il Noviziato

nidades de Caucete:La Puntilla,las Car-melitas Descalzas,los diferentes grupposde oración, etc.

En el ofertorio no solo Mónica ofren-dó su vida,sino que su familia participóde la ofrenda;su hermana,cuñado y so-brinos llevaban las flores,Mónica ofren-dó ornamentos litúrgicos y sus padres,además de la vida de su hija,el pan y elvino para conformar en Cristo esta ver-dadera ofrenda de amor.

Estuvieron presentes la Rvda MadreProvincial,Rvda Madre Regional,el No-viciado y Hermanas de otras Comunida-des... y espiritualmenet la Madre generaly Hermanas de Italia,Canadá y de lasdiferentes Comunidades del Instituto,especialmente las Hermanas enfermasde la Casa Provincial.

Agradecemos a Dios por tener unaconsagrada más en nuestro Instituto,ledeseamos un fecundo apostolado unidoa una intensa vida espiritual que la unamás íntimamente a Cristo su Esposo.

Nos unimos en la oración para quesea una Hermana de la Inmaculada comonuestro Santo Padre Fundador lo deseade sus hijas.

Noviciado

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PREGHIERAE AZIONE 21

N on sappiamo di preciso quando, o meglio, inquale giorno della sua adolescenza Agostino

abbia avuto la percezione profonda della sua voca-zione divina, di quella vocazione, cioè, che lo avreb-be fatto collaboratore di Dio nella salvezza delleanime, fondatore di un Istituto Religioso, Padre diuna numerosa schiera di figlie, che lo avrebberoamato, seguito e benedetta la sua memoria persempre. In ogni ora storica, che conta è la prontezzaalla chiamata divina. Agostino ascoltò quelle miste-riose parole: «Vieni e seguimi», le raccolse, le fece suee propose a se stesso di seguirle nella vita con unacompleta dedizione e, da quel momento, volle diventare l’uomo di Dio, l’uomodell’Eterno, sempre proteso verso l’infinito Amore. Ordinariamente, la chiamatadi un’anima da parte di Dio alla vita sacerdotale si manifesta tramite un sacer-dote, il quale sa farsi interprete dei segni divini della vocazione ed infatti ilgiovane Agostino potè provvidenzialmente trovare nel suo parroco non solo unconsigliere sagace ed autorevole, ma anche un potente alleato, il quale interposetutta la sua suadente autorità presso i genitori Roscelli, persuadendoli a conce-dere l’implorato favore ed assumendosi la responsabilità di seguire ed aiutarenegli studi il ragazzo, nella lunga via di preparazione al sacerdozio.

Fu così che il giovinetto di Bargone spiccò il suo volo verso Genova, perrispondere alla divina chiamata. Ciò avvenne nel periodo di tempo dal 1834 al1836, quindi all’età di circa diciassette o diciotto anni, in grado però di compren-dere tutta l’amarezza e tutta la poesia del distacco. Mentre dai suoi occhispuntavano le lacrime di un sincero affetto che lo legava a tanti ricordi delpassato, il suo cuore era traboccante di felicità perché, per lui, l’andare verso lagrande metropoli ligure con le sue incognite e con i suoi pericoli non significavafare, come si suol dire,un salto nel buio, ma adempiere qualcosa che aveva ilsignificato di un rito, avendo la certezza di seguire la voce misteriosa di quel Dioche lo chiamava a vette più alte e che non turba mai la gioia dei suoi figli, senon per prepararne loro una più certa e più grande.

Agostino comprese la sua difficile situazione di povero e timido ragazzo dicampagna e l’affrontò con serena dignità e fermezza per potersi dedicare aglistudi, frequentando come alunno esterno il Seminario.

A Genova non ebbe certamente la vita facile, dovendo lottare contro la povertàe fare della penitenza il programma della propria vita.

Prima però di fare il suo ingresso in Seminario come alunno interno per

MEDITIAMO SUL FONDATORE

Vieni e seguimi

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PREGHIERAE AZIONE22

intraprendere gli studi della scienza di Dio, dovette superare un’altra prova: anchea lui arrivò dal comando militare la cartolina di precetto, per cui fu giocoforzainterrompere gli studi e passare alla vita di caserma.

Egli era preparato a questo passo, perché le leggi vigenti allora non ammet-tevano né deroghe né transazioni, per cui vestì la sua divisa militare e adempìesattamente al suo dovere.

Durante questo periodo la sua vocazione ecclesiale non subì alcuna incrina-tura, anzi, si temprò, assunse maggiore chiarezza e gli apparve più che maidivinamente bella e radiosa.

Certo non trovò la caserma profumata d’incenso e di candore, eppure eranecessario che egli facesse questa esperienza e toccasse con mano di quanto fangorigurgita il mondo, perché efficacemente potesse un giorno sottrargli innumere-voli schiere di anime.

Quando Dio volle, venne il sospirato congedo e Agostino, temprato semprepiù nello spirito, tornò ai suoi studi, ai suoi libri e da questo momento iniziò lasua preparazione prossima alla meta tanto agognata e sospirata.

Tutto questo ci dimostra che la sua formazione intellettuale e spirituale eracompleta e ben radicata nel suo animo, poiché si sa per esperienza come nonsia certo facile per un giovane mantenere intatta la propria vocazione e passareindenne in mezzo a tanti pericoli, quando sia inevitabilmente costretto a viverelontano dalla famiglia e in balia di se stesso. Quanto aveva desiderato il momentoindefinibile che stava finalmente vivendo! Per questo aveva abbandonato tutto,aveva superato tante difficoltà, tanta rinunce, tanti dispiaceri! … Dovette quindiessere immensa la sua gioia, intraprendendo finalmente nel raccoglimento delSeminario gli studi di Teologia e preparandosi così alla grande meta che, final-mente, si prospettava prossima all’orizzonte.

Tutta la sua vita era stata un’aspirazione incessante al sacerdozio ed egli, benconscio dei sacrosanti doveri ai quali l’ordinazione lo avrebbe chiamato, nefaceva oggetto di riflessione e di preghiera, implorando da Dio la fedeltà neces-saria per adempierli con indefettibile fedeltà sempre e nonostante tutto, poichéaborriva da quella «aurea mediocrità spirituale» cui sanno dedicarsi tante animeindecise, per impegnarsi fino in fondo senza riserva, fino al sacrificio di sé, allasantità, all’eroismo. Era, questa, una vocazione che veramente veniva da Dio, unavocazione messa duramente alla prova, passata illesa sotto il crogiuolo di tantedisarmanti difficoltà che temprarono decisamente lo spirito indomito del timidoe indifeso ragazzo di Bargone,rendendolo pronto ad una vita da «povero Prete»umile, modesto, dimentico di sé, ma ricco d’amore per tutti i dimenticati, glioppressi, i bisognosi di sollievo, di aiuto e di misericordia: di tutti coloro che,inconsciamente, hanno contribuito a rendere prezioso il tessuto nascosto esilenzioso della sua eroica santità.

Sr. M. Matilde

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PREGHIERAE AZIONE 23

CRONACHE

LA PLATA (Argentina) • Settimana Santa 2006

Via Crucis vivente«Dios mío, Dios míopor qué me has abandonado…»

É stas son las palabras de Jesús enla cruz, palabras que los alumnos

del 3 ciclo de la Escuela Agustín Roscelli,de la Plata, se han hecho presente con elvía crucis vivido el lunes santo, por lascalles del barrio.

Estos adolescentes de 7°, 8°, y 9° añohan vivido juntos con sus compañerosde curso, las Hermanas de la Inmacula-da, personal directivo y docentes, fami-liares y vecinos momentos inborrables.

Cada estación del vía crucis fue unademostración de Fé , con recogimiento,respeto,amor ,donde todos los presentes

«Mio Dio, Mio Dioperché mi hai abbandonato...»

Q ueste sono le parole di Gesù sullacroce, parole che i ragazzi della

scuola Agostino Roscelli hanno fattopresente nella Via Crucis vissuta il lu-nedì santo.

Questi giovani del 7°, 8°, 9° anno,insieme ai compagni e alle suore, han-no fatto la via crucis per le strade vicinealla scuola.

Erano presenti anche le personeche abitano nelle case del quartiere diLos Hornos, dove si trova la scuola.

Ogni stazione della Via Crucis èstata una dimostrazione di raccoglimen-

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PREGHIERAE AZIONE24

to, di rispetto e di amore e i genitori, lepersone del quartiere e i ragazzi si sonoemozionati; hanno vissuto veramentela «via dolorosa» del Signore. Questigiovani della nostra scuola ci hannofatto pregare, ci hanno fatto meditaresul mistero di Cristo.

Dobbiamo insieme ringraziare il Si-gnore per averci salvato e averci fattouomini liberi, con la capacità di ama-re… grazie Signore per il dono della tuavita.

Ringraziamo anche i ragazzi per labella testimonianza che ci hanno rega-lato, grazie per il tempo, e grazie perlavorare insieme alle suore e aiutarci acostruire il Regno di Dio sulla terra.

«Questo io lo faccio per amore aGesù… le persone devono capire il suoamore per mezzo di questa rappresen-tazione» (parole di Maximiliano il ra-gazzo che ha fatto Gesù).

Sr. M. Silvana Espindola

se han emocionado, viviendo verdadera-mente el camino doloroso del Señor Je-sús.

Éstos jóvenes de nuestra escuela noshan hecho rezar, meditar este misterio deCristo.

Juntos agradecimos al Señor, porhabernos salvado y habernos hecho hom-bres libres, con la capacidad de amar.¡Gracias Señor por el Don de la vida!

Agradecemos también a los alum-nos por él bello testimonio que nos brin-daron, en este trabajo de grupo, tambiéna las Hnas. y docentes por trabajar uni-dos para extender el Reino de Dios sobrela tierra, como lo ha realizado y enco-mendado San Agustín Roscelli.

Dejamos expreso las palabras deMaximiliano, de 9° año,qué actuó como:Jesús; al preguntarle sobre su actuación:

«Esto lo hago por amor a Jesús;todas las personas deben comprender elgran amor a Jesús;todas las personasdeben comprender el gran amor que nostuvo, por medio de ésta representacióndel Vía Crucis».

Hna. M. Silvana Espíndola

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PREGHIERAE AZIONE 25

I l 24 Maggio 2006 alle ore 20,30 si è tenuto un concerto di beneficenza pressoil nostro Istituto di Via Monza; «Noi for Etiopia» era il titolo della serata che

aveva come obiettivo finale quello di raccogliere fondi da mandare alla missionedelle Suore dell’Immacolata in Etiopia. Il concerto è stato un vero e propriomomento di unione sotto il linguaggio universale della musica. Dopo un’intro-duzione della Superiora, Suor Maria Erminia ed un breve discorso del rettoredell’Istituto, Mons. Slavomir Oder, è stato il momento dei bambini della quintaelementare, con canti e poesie che esaltavano il valore della diversità comericchezza del mondo e che, diretti dal bravissimo M° Luca Trajetto, hannosuonato anche dei brani con archi, fiati, chitarra e tastiera.

È stata la volta, poi,del coro della Chiesa dell’Immacolata, diretto da EugenioFrancesco Giorno ed accompagnato dall’organista Stefano Chiodo, che ha pro-posto due canti di Marco Frisina e poi si è cimentato, con grandissimo successo,in «Oh when the Saints go marching in», per terminare con la meravigliosa«Blowin’ in the wind». Il coro ha interpretato i vari brani magistralmente ed in

ROMA • VIA MONZA

“Noi for Etiopia”CONCERTO DI BENEFICENZA

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PREGHIERAE AZIONE26

modo trascinante, tanto chetutto il pubblico presente avreb-be avuto voglia di un bis chepurtroppo, per motivi di tem-po, non è arrivato.

Fra un’esibizione e l’altra sisono succeduti lettori vari, chehanno dato la voce ad alcunelettere delle suore dell’Etiopiaed hanno raccontato tutta lastoria della missione e delladura vita in quei posti.

L’incontro è andato avanticon un momento di poesia diVirgilio ed è stata poi la voltadel gruppo strumentale giova-nile «F. Schubert» dell’IstitutoImmacolata, diretto dal M°Luca Trajetto.

I giovani e bravi musicistidel gruppo, composto da archie tastiera, hanno aperto il lorospazio eseguendo il brano diPachelbel: «Canone», per poiproseguire con le sonate da

chiesa di W.A. Mozart per archi ed organo in fa magg. e sol magg.Subito dopo le note di «Summertime» di G. Gershwin ci hanno fatto lette-

ralmente sognare, così come la dolcissima Ave Maria composta da L. Trajetto egli altri brani eseguiti dopo.

Infine, il maestro Trajetto accompagnato dal M° Armando Calabrese alpianoforte, ha lasciato il ruolo di direttore ed ha preso quello di violinista e ciha regalato il brano «Il sole», dal «Fabbricante di stelle» scritto da lui: un momentomagico!

Tutto è stato perfetto e sicuramente la bellissima Chiesa delle Suore dell’Im-macolata ha fatto da splendida cornice alla manifestazione: al centro dell’abside,infatti, la statua di Maria con le braccia aperte verso tutti noi è stato un ulterioremessaggio ad aprire le nostre braccia verso ogni fratello, soprattutto i menofortunati.

Paula Luzzi

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PREGHIERAE AZIONE 27

I l giorno 27 maggio 2006, la Scuola dell’Infanzia «Immacolatine-Quinto»,come consuetudine, ha organizzato la Festa della Famiglia dedicata ai bimbi

e alle loro Famiglie. Si è tenuta nel giardino antistante la Scuola ed ha visto lapartecipazione dei bimbi dei vari gruppi e delle educatrici.

La scenografia relativa al tema dell’anno: «Il mare», è apparsa curata neiparticolari, vivace nei colori, originale nella realizzazione e ben visibile.

Le musiche e i canti aderenti ai vari temi trattati, come quello della famiglia,del mare e del termine della scuola sono stati scelti e ben selezionati, di facileinterpretazione da parte di tutti i bimbi.

Abbiamo assistito anche ad una bella rappresentazione umoristica realizzatadai bimbi dell’ultimo anno, con battute simpatiche e spiritose, con costumiconfezionati appositamente per l’occasione. Sono stati, inoltre, consegnati gliattestati di idoneità alla Scuola Primaria e certificati di inglese ai bimbi dell’ul-timo anno, rispettivamente da Suor Giuliana e dalla Maestra Marika.

ll momento è stato commovente per le Educatrici stesse sempre attente escrupolose verso le esigenze e i desideri dei bimbi, e per i genitori.

Prima del termine della festa, tutti i bimbi si sono recati nel campetto peresibirsi nelle attività motorie preparate per l’occasione dalla maestra Emanuela,la quale ha dimostrato di possedere buone capacità professionali.

Genitori e nonni, intervenuti come sempre numerosi, hanno apprezzato conapplausi e positivi commenti la festa congratulandosi con le educatrici per illavoro svolto durante l’anno.

A fine trattenimento sono stati consegnati,da parte di tutte le Mamme deibimbi, doni ad ogni educatrice con un particolare ringraziamento per il lorocompito tanto prezioso e delicato, svolto a vantaggio dei loro figli.

Una Mamma

QUINTO • SCUOLA DELL’INFANZIA

Festa di famiglia

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PREGHIERAE AZIONE28

PORTILE • 28 maggio 2006

Festa di fine anno nella Scuola Materna

I l 28 maggio i bambini della Scuola materna di Portile hanno salutato l’annoscolastico con una bella festa che ha sintetizzato, tramite scenette e canti, il

progetto educativo svolto durante l’anno: «Il mio corpo da scoprire».La giornata, con genitori, nonni, parenti e insegnanti, è stata un momento

di aggregazione e di divertimento. Con i loro costumi divertenti e buffi e le faccinetruccate, ogni bimbo ha rappresentato una parte del corpo in modo simpaticoe divertente: i cinque sensi, i piedi, le mani, la testa, le orecchie, le braccia sonodiventati personaggi grazie all’interpretazione dei bimbi che hanno dimostratocome la comunicazione passa attraverso l’espressività corporea.

Dopo la consegna dei diplomi ai bambini dell’ultimo anno, tutti hannoespresso un affettuoso, sentito ringraziamento alle loro Suore… «Siete voi –hanno detto i genitori – la prima finestra che si apre ai nostri bambini al di là dellastretta cerchia familiare e quando vanno via portano con sé tutto quello che aveteinsegnato e che servirà loro per crescere bene. Loro si sono affezionati a voi e voia loro… è dura nascondere l’emozione… Il vostro lavoro e la vostra professione ètra quelle che presenta più sfide e, anche se tra mille problemi, le soddisfazioniarrivano con enormi gratifiche psicologiche ed emotive…».

La festa si è conclusa con il lancio dei palloncini che portavano ciascuno unmessaggio d’amore, di pace, e di solidarietà e poi, insieme, sempre per far festa,una ricca «abbuffata» di gnocco fritto e di tigelle preparati dai papà.

Mamma Genny

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PREGHIERAE AZIONE 29

CARINOLA • 7 maggio 2006

Festa in onore di S. Agostino Roscelli

Con una veglia di preghiera – sabato 6 maggio alle ore 17,30 – abbiamoiniziato la festa in onore del nostro Santo Fondatore Agostino Roscelli a

Carinola. Noi Suore, con la partecipazione di numerose persone abbiamo pregatonella bellissima Cattedrale del paese, solennizzando così una festa di famigliacara alle Suore e a tutti quelli che ci conoscono.

Il bravo parroco, don Amato Brodella, ha sottolineato alcuni passi della vitadel Santo Fondatore mettendone in luce la profonda umiltà e l’abbandono in Dio,così da far sbocciare nella Chiesa un nuovo ordine religioso che, proprio aCarinola tutti hanno modo di vedere e ammirarne i frutti di bene.

L’opera di Sant’Agostino Roscelli a Carinola ha profonde radici che la Prov-videnza di Dio ha reso fertile nonostante la povertà dei mezzi umani e ladepressione di queste terre aride, ma ricche di umanità.

La storia delle persone di Carinola è strettamente legata all’opera delle Suoreche hanno tessuto nel cuore, con squisita dedizione, l’amore alla preghiera,all’incontro con Gesù, al senso del dovere e del bene.

Quante mamme hanno trovato conforto ed aiuto per superare le crisi fami-liari; quanti bambini hanno vissuto momenti sereni in quest’Istituto che è sempreaperto, ospitale segno di riferimento e di luce per tutte le necessità.

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PREGHIERAE AZIONE30

La Provvidenza divina èveramente prodiga verso que-sta casa che da un piccolosemino ha visto nascereun’opera grandiosa le cui ra-dici profonde affondano nelsacrifìcio e nell’umiltà di vitedi tante Suore che qui hannosaputo dare il meglio di sé.

Il giorno 7 maggio, alleore 11,30, la festa è culmina-ta nella celebrazione della S.Messa animata dai canti deibambini della nostra scuola.

Già alle ore 10 comincia-vano ad arrivare i bambiniche, nell’Oratorio della par-rocchia hanno potuto gioca-re e scaricare un po’ la loroesuberanza. Alle ore 11,30precise, sfilando nella navatacentrale della chiesa, tra lagioia, l’emozione e il bisbi-glio dei genitori che gremiva-no la bella Cattedrale i bam-bini si sono recati nell’absidefacendo sfoggio del belfoulard al collo che testimo-

niava la benedizione e la predilezione di S. Agostino Roscelli. I canti, accompa-gnati dal bravo maestro Vincenzo Costantini, hanno riempito di festosa armoniail cuore e la cerimonia, culminata con il canto «Salve Regina del Cielo», mentrele numerose persone presenti baciavano con devozione le reliquie del nostroSanto. La commozione e la gioia sono esplose poi con lo scrosciare degli applausidei presenti, che ancora una volta hanno sottolineato la gratitudine e l’affetto pertutte le Suore.

Il nostro Fondatore, dal quadro che troneggiava in chiesa adorno diprofumatissimi fiori bianchi, avrà sorriso e benedetto le Suore e tutte le personead esse legate.

Le Suore di Carinola

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PREGHIERAE AZIONE 31

� «In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tuttoquello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in unluogo solitario, e riposatevi un po’».

Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempodi mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

È importante che il riposo sia riem-pito con l’incontro. Penso – sì, certa-mente – all’incontro con la natura, conle montagne, con il mare, con le foreste.Ma ciò non è ancora tutto quanto sipuò dire del riposo. Bisogna che essosia riempito con un contenuto nuovo:l’incontro con Cristo, l’incontro con Dio.Significa aprire la vista interiore del-l’anima alla sua presenza nel mondo,aprire l’udito interiore alla Parola dellasua Verità.

(GIOVANNI PAOLO II)

«Riposatevi un po’»: tratto umano di un Dio che conosce profondamente l’esseredella sua creatura e, attraverso la sua Parola, tocca, prende per mano, attentamentee quietamente riempie di sé uno sguardo, una vita e proietta nello scorrere del tempoquotidiano la sua benevola Presenza.

L’iniziativa è sempre divina! E io? Io godo di questo tratto così delicato, chedovrebbe dare pienezza di senso alla mia vita. Forse non mi basta che sia solo Luiad averlo, vorrei che chi mi circonda… I miei occhi sono ancora appannati.

Da quanto tempo non mi fermo a guardare il volto del fratello per scorgervi iriflessi della Presenza di Dio? Allenamento inutile? Eppure questo è lo spazio dovesi gioca la partita della vita.

Uno spazio di relazione, un luogo sacro dove si manifesta l’alleanza del divinoe dell’umano, dove l’uomo che ama rivela Dio. È in questo spazio che l’amore devesignificare coinvolgimento, passione, prendersi a carico, prendersi cura, conoscere,vedere, guardare e prendere nelle proprie mani: azioni di un Dio che cammina«umilmente» con l’uomo; azioni dell’uomo in cammino con l’uomo verso Dio.

È l’amore, come dice S. Agostino Roscelli «che non esclude nessuno, né mai arrestail suo corso, qualunque ostacolo incontri. Infatti esso ci fa vedere nel prossimol’immagine di Dio; tutti siamo fratelli nell’esilio, tutti destinati al medesimo fine digodere ed amare Dio in eterno, tutti redenti dal sangue del Figlio di Dio, morto per tutti…Quindi si ama il prossimo, sebbene non ci si aspetti nessun vantaggio, né spirituale,

Il tempo delle vacanze…il tempo degli “incontri”

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PREGHIERAE AZIONE32

né corporale. L’amore dei mondani invececonsiste ordinariamente in semplici paro-le, in espressioni di sterile compassione oinutili complimenti, oppure credono diamare il prossimo, perché non fanno al-cun male…. L’amore che dobbiamo ainostri fratelli deve essere operoso, deveconsistere non tanto nelle parole, quantonei fatti» (Mns II pg. 139-140).

Riposare non significa allora tantoevadere in altri luoghi a distrarci, maandare alle radici del senso della nostra

vita. Riposiamo quando stiamo in pace con il nostro Dio, quando con Lui ed in Luiritroviamo i motivi del nostro essere e del nostro essere in relazione e del nostro agire,motivi che hanno la loro originaria radice nell’Amore e all’Amore dovrebbero semprecondurre. Le vacanze ci riposeranno e ci ricaricheranno se, andando anche in altriluoghi, saremo capaci di un dialogo segreto e rigenerante con noi stessi, con Dio, congli altri.

Il vero riposo sta tutto in quel «partire sulla barca verso un luogo solitario», cioènel ritrovare il tempo, che è un’arte, di stare soli con se stessi, davanti a Dio, incomunione vitale con le molteplici presenze che abitano la nostra vita quotidiana.

Dobbiamo accorgerci del cammino di ieri e proiettarci serenamente verso ildomani caricando di novità e di speranza il presente, maturando un nuovo modo diconoscere, vedere, valutare, costruire rapporti, amare. La vita, la nostra vita è l’amoree come dice l’apostolo Giovanni, «noi sappiamo che siamo passati dalla morte allavita, perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14)

Il periodo estivo potrebbe essere un motivo in più per non rimanere chiusi nelproprio passato e per liberarsi dalla tentazione di interpretare tutto all’interno di unsapere già noto spingendosi verso la radice della vera fede, in quella misteriosaprofondità in cui la grazia del Padre e la responsabilità dell’uomo sono chiamate aincontrarsi.

Anche le vacanze sono dunque una chiamata, la mia chiamata: devo interrogar-mi, mettere in questione, mettere in ricerca in una continua memoria della storiadella mia vita, la storia di salvezza della mia vita, cioè di quella storia che rivela piùgenuinamente che non mi sono fatto da me, ma Dio ha modellato e scolpito il miovolto e ha dato forma ai miei passi. Ciò è possibile solo a una condizione, secondoil dire giovanneo, «Nessuno ha mai contemplato Dio, ma se ci amiamo scambievol-mente Dio dimora in noi».

Dunque Dio continua a farsi presente nell’amore vicendevole. Dio è amore ed èin un’esperienza di autentico amore che Egli si può rivelare e può operare.

L’invito al riposo serve a ritrovare l’armonia della propria vita: esserci, essere alproprio posto e, nella relazione, imparare a vivere il proprio tempo, il tempo dellafatica e del riposo, il tempo della desolazione e della fiducia, quello della speranzae dello scoraggiamento, il tempo della solitudine e degli «incontri» vitali, il tempodi Dio.

Sr. M. Luisa Peronespolo

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PREGHIERAE AZIONE 33

Giovanni Paolo II ci ha lasciato un’ener-gia che si percepisce, come un movi-

mento d’ali di angeli. Riflettendo sulla suavita, ricordo le parole di Francisco LuisBernárdez:

“Perché dopo tutto ho comprovato,che quello che l’albero ha di fioritovive di quello che ha seppellito”.Applichiamo questa strofa a Giovanni

Paolo II. Quest’uomo, piantato come un albe-ro posto presso la corrente delle acque spro-fondò le sue radici nelle fontane della graziadivina, ed estese i suoi rami sul mondo, co-perti di fiori di pace e profumati con il nettaredell’amore. Non fece distinzione di razze, lin-gue, credo, ideologie, né classi sociali. Tra-scorreva quotidianamente, lungo tempo nelsilenzioso discorso, davanti al Santissimo Sa-cramento, in intimità profonda con Dio. Lìricevette l’ influsso divino, capace di illumi-nare le intelligenze e muovere i cuori. Dedicòinnumerevoli ore all’ascolto della Parola diDio ed a trasmetterla nei suoi dialoghi, incon-tri, scritti e visite diplomatiche, illuminandoed orientando il cammino dei popoli.

Visse momenti interminabili, nascostinella penombra del dolore, del sacrificio, delCalvario… ed altri di gioiosa speranza, di unguardare il lontano orizzonte, con la fede diun profeta e la sapienza di un santo, con lasicurezza di raggiungere la pace, in questomondo tanto assetato di Dio, che lo cercadove non c’è. Tutta questa occupazione nonmanifesta agli occhi umani, è la forza latenteche irruppe e ha dato la spinta alla sua vitadi padre, maestro e pastore. Come altro Mosè,amico di Dio, che proiettava la luce ricevutanell’incontro faccia a faccia con Yhavé, Gio-vanni Paolo II irradiava nel suo viso questosplendore maestoso, ricevuto nell’incontroquotidiano con il Signore. La grandezza di unuomo sta nel suo interiore, nelle cose che nonsi vedono.

Giovanni Paolo II, uomo di Dio.Sr. Geneveva Najle

Colegio S. Miguel Arcangel (Rosario - Argentina)

La grandezza di un umile

J uan Pablo II se fue y dejó una energía que se percibe, como un aleteo de án-

geles. Reflexionando sobre su vida, recordé laspalabras de Francisco Luis Bernárdez:

“Porque después de todo he comprobado, que lo que el árbol tiene de florido vive de lo que tiene sepultado”.Traslademos esta estrofa a Juan Pablo II.

Este hombre,”como un árbol plantado junto ala corriente de las aguas” hundió sus raíces enlas fuentes de la gracia divina, y extendió susramas sobre el mundo, cubiertas de flores depaz y perfumadas con el néctar del amor. Nohizo distinción de razas, lenguas, credos, ideo-logías ni clases sociales.

Pasaba diariamente, largo tiempo en elsilencio de la oración, ante el Santísimo Sacra-mento, en intimidad profunda con Dios. Allírecibió ese influjo divino, capaz de iluminar lasinteligencias y mover los corazones. Dedicóincontables horas a la escucha de la Palabra deDios y a trasmitirla en sus diálogos, encuen-tros, escritos y visitas diplomáticas, esclare-ciendo y orientando el camino de los pueblos.

Vivió momentos interminables, sepultadosen la penumbra del dolor, del sacrificio, delcalvario . . . y otros de gozosa esperanza, de unmirar el lejano horizonte, con la fe de un profetay la sabiduría de un santo, seguro de alcanzarla paz, para este mundo sediento de Dios, quelo busca donde no está. Todo este quehacer nomanifiesto a los ojos humanos, es la fuerzalatente que irrumpió y dio impulso a su vida dePadre, Maestro y Pastor. Cual otro Moisès, amicode Dios, que proyectaba. Moisés, amigo de Dios,que proyectaba la luz recibida en la Carpa delencuentro, cuando hablaba cara a cara conYavé, Juan Pablo II, irradiaba en su la luzrecibida en el encuentro cara a cara con Yavè,Juan Pablo II irradiaba en su rostro ese resplan-dor majestuoso, recibido en el encuentro diariocon el Señor. La grandeza de un hombre estáen su interior, en las cosas que no se ven.

Juan Pablo II, hombre de Dios.Hna. Genoveva Najle

Colegio San Miguel Arcángel (Rosario - Argentina)

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PREGHIERAE AZIONE34

BARGONE • 15 agosto 2006

Novantesimo compleanno

I l 15 agosto, nel bel mezzo della nostra vacanza estiva a Bargone, immersonella più riposante quiete e nel più indefinibile silenzio ristoratore, siamo

richiamate a sottolineare una data memorabile, degna di essere presa in parti-colare considerazione: il novantesimo compleanno di Sr. M. Amata e di Sr. M.Adele, giunte felicemente all’insolito traguardo, avendo offerto al Signore rispet-tivamente 68 e 65 anni di vita religiosa, trascorsi interamente con generosa eamorosa disponibilità alla volontà di Dio e indefettibile fedeltà agli impegniassunti.

La festa, riuscitissima, si è svolta nel sereno e gioioso clima di una fresca ecomunicativa intimità fraterna, incoraggiata dalla generosità della Superiora Sr.M. Giuseppina e dalla gentile disponibilità del rev.do Don Bruno, che si è esibitoeccellente e già qualificato fotografo, per la straordinaria occasione. I campionidi foto che pubblichiamo, infatti, esalano profumo di soddisfazione e di gioiapura da parte delle nostre care Consorelle festeggiate e di tutte noi invitate,affettuosamente e sentitamente partecipi. Il momento più solenne, ovviamente,è stato il taglio della tradizionale torta, eseguito con discutibile maestria, ma convisibile commozione e accolto da un prorompente, generale applauso auguranteserenità e meritate benedizioni da Dio.

Le Consorelle

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PREGHIERAE AZIONE 35

Relazione sul viaggio in Etiopia

� 4 luglio… parto finalmente per l’Etiopia…! con AnnaRita e Maurizio. Arriviamo ad Addis Abeba e senza nessunintoppo riusciamo a passare con tutti i nostri bagagli…numerosi e… un po’ pericolosi…

All’aeroporto c’è Sr.M.Elisabetta , raggiante nel vederci, ePadre Giuseppe con la sua grossa Toyota… ci accolgono le SuoreComboniane molto cordiali , che ci fanno sentire subito a nostroagio. Nel pomeriggio visitiamo la casa dei Comboniani e quella delleSuore di Madre Teresa, che ospita ben 400 bambini e ragazzi malati di Aids.L’indomani mattina si parte presto per Dongora, breve sosta ad Awasa persalutare il Vescovo Ceresoli Lorenzo, che si dimostra molto soddisfatto del lavoroche con tanto zelo portano avanti le nostre suore, e finalmente alle 12,30arriviamo a Dongora.

La prima cosa che mi ha colpito e veramente affascinato è la novità stessadella missione, cioè vedere come vive una comunità… rendersi conto come ilSignore chiama a seguirLo, decide Lui il nostro futuro. La seconda cosa che miha colpito è la bellezza del posto, il clima mite un po’ fresco al mattino e allasera (autunnale), anche se tutti i giorni piove (in un mese solo un giorno senzapioggia)… Dopo l’acquazzone risplende il sole, non piove mai per tutto il giorno.

Le cappelle … dei Padri Comboniani non sono sempre raggiungibili durantele piogge perchè le piste, già di per sé difficili, diventano impraticabili.

Gli alberi fioriti sono una meraviglia!! (frangipane, albero del fuoco, stelle diNatale: cespugli molto alti quasi alberi, bucanville, bignonia). Ancora un aspettomi sembra di dover considerare: la partecipazione delle persone alla liturgiadomenicale. Il loro pro-fondo rispetto per il sa-cro che li porta a tenereun comportamento rac-colto, silenzioso, adoran-te e paziente unito ad unaviva partecipazione; biso-gna ricordare che le cele-brazioni non durano maimeno di due ore. Gli abi-tanti del posto sono mol-

�S.E. Mons. Ceresoli accoglieSr. M. Antonietta, Annarita eMaurizio in arrivo ad Awasae diretti a Dongora.

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PREGHIERAE AZIONE36

I nostro volontari coraggiosamenteall’opera…

to poveri, ma davvero commovente è il mo-mento della processione offertoriale: ognunoporta qualcosa da distribuire alla fine dellamessa ai più poveri, oppure danno qualchespicciolo osservando nel loro gesto concreto,la raccomandazione di Gesù: «Non sappia latua destra ciò che fa la tua sinistra».

Tutto il periodo trascorso con le nostresorelle in missione ha voluto essere un aiutoconcreto alle loro necessità per rendere la cli-nica più accogliente ed ospitale e migliorare lecondizioni di abitabilità della casa delle suore,anche se molto resta ancora da fare. È statoanche importante vivere la vita quotidianainsieme a loro scandita da lavoro, incontri,momenti di preghiera.

Il lavoro di Sr. M. Elisabetta è molto im-pegnativo perché deve funzionare da infermie-ra, medico e chirurgo, ma sicuramente riesce

a mettere a posto molti problemi delle persone che si rivolgono a lei: dal semplicemal di testa a parti difficoltosi, ferite da taglio o da caduta o da sassaiole, ernieecc… Oltre a questo già gravoso compito, deve soddisfare le numerosissime eassillanti richieste delle persone del posto riguardanti: cibo, vestiti, soldi ecc….Non sembra avere un attimo di tregua a qualsiasi ora. E le vere emergenze sonodi notte!!!

Riesce a organizzare e a guidare il lavoro dei suoi 11 collaboratori e a teneredesta la piccola comunità interagendo sempre con i Padri Comboniani.

Sr. M. Azeb ha affiancato il lavoro di P. Ramon, il quale l’ha preparata perpoter dirigere la scuola. In effetti è riuscita a organizzare il corpo docente e amettere ordine inculcando una maggiore responsabilità nel lavoro di insegna-mento da svolgere. Gli alunni sono circa 400 tra Dongora e Ciuco. Anche durantel’estate sono organizzate attività per circa 250 ragazzi. Grazie al contributo dellenostre case si provvede al materiale didattico e da quest’anno funzionerà la classeottava corrispondente alla nostra terza media.

La nostra suora segue anche un gruppo di bambini più piccoli con l’ausiliodi due ragazze; si occupano soprattutto di canto, infatti sono essi ad animare laparte iniziale della liturgia domenicale.

C’è anche un gruppo consistente di giovani e di Figlie di Maria, seguite daSr M Nebiat che rendono le celebrazioni sentite e partecipate.

Sr. M. Nebiat avvicina le famiglie e va spesso nei tukul a recitare il Rosarioe dà un valido aiuto a Sr. M. Elisabetta.

La vita di preghiera delle nostre suore scorre tranquilla e dà forza e vigoreallo slancio missionario. In questi momenti viene rinnovata l’offerta della propriavita, due volte, a Dio nell’Istituto delle Suore dell’Immacolata e a Dio nellamissione di Dongora. Il giovedì sera la comunità delle suore e dei padri si

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PREGHIERAE AZIONE 37

riuniscono per la celebrazione eucaristica solo per loro. La liturgia è semprequella della domenica successiva e molto evidenziata è la liturgia della parola conrelativa condivisione; in questo momento ognuno si interroga su come il Signoreli chiami a vivere concretamente la missione. A questo momento segue lacondivisione della cena, una volta dai padri e una dalle suore in un clima di serenacordialità e fraternità.

Qui è da notare come la comunità immacolatina e comboniana abbia rea-lizzato una intesa e un’armonia insieme a una chiarezza del messaggio evangelicomissionario da comunicare alla gente del posto. Davvero un solo Signore, un soloSpirito, un solo Dio e Padre li anima, anche nelle non poche difficoltà della realtàreligiosa da trasmettere a gente che vive la propria fede poco genuinamente,impegnata a ricercare dal missionario compensi per l’appartenenza alla comunitàcristiana. I catechisti stessi pretendono sempre un aumento di stipendio perl’opera di evangelizzazione, minacciando di passare a sette religiose, soprattuttoprotestanti.

Seguendo le direttive del Vescovo entrambe le comunità tengono una lineache mira a rafforzare o a far nascere la vera fede, libera da compromessi.

Il messaggio della Missione mi sembra uno solo: cambiare vita!!! È l’aiutopiù importante da dare alla missione stessa. È inutile mandare al terzo mondoanche forti somme di denaro se poi tutto questo rimane un gesto isolato, che noncoinvolge realmente lo stile di vita delle persone: meglio smettere di collaborarecon il nostro stile di vita, attuato dalle economie occidentali, nei confronti diquelle meno fortunate. Esiste un diverso modello di vita e di cultura. Non è cosìscontato che si stia meglio in Europa rispetto all’Etiopia….La gente qui vivecontenta, molto più che nelle nostre società industrializzate.

Cominciano ad essere infelici quando sognano il possesso ed il benessere.Sono stata un mese insieme ad Anna Rita e Maurizio, due laici entusiasti e moltoattivi e dsponibili. Ciò che insieme abbiamo fatto è stato molto apprezzato dallepersone del luogo, che hanno fatto richie-sta di un nostro prossimo ritorno allamissione.

Di salute siamo stati bene. Mi sonoresa conto che alle autorità etiopicheinteressano le opere soprattutto sociali:scuole, dispensari, pozzi… I Padri e leSuore fanno questo. Ma fondamentale èl’annuncio del Vangelo!

Per noi, che abbiamo già fatto tantoa livello materiale, resta il compito inde-rogabile di essere presenti a questa nostracomunità con la concreta e fattiva pre-ghiera.

�Un momento di meritato riposo.

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PREGHIERAE AZIONE38

CAMPO SCUOLA DI BELLAMONTE 2006

Sulle Dolomiti col profeta Elia

D al 31 Luglio al 7 Agosto la nostra casa di Bellamonte ha ospitato il CampoVocazionale «Anche tu in Cristo dai vita alla Speranza». Vi hanno parte-

cipato, e molto attivamente, dodici ragazze, fra le quali ben quattro contattatedalle nostre Suore in Romania.

Quello che desideriamo offrire, ogni volta che prepariamo il Campo, è unasettimana diversa dal solito, che unisca il dilettevole di un periodo di riposo edi divertimento in montagna con l’utile della riflessione sulla Parola di Dio. Iltutto inserito in un contesto di amicizia e di collaborazione con persone nuove,fra le quali anche noi, giovani religiose in formazione.

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PREGHIERAE AZIONE 39

Quest’anno abbiamo meditato sulle vicende di un personaggio molto parti-colare: il profeta Elia, l’uomo che Dio manda ad annunciare al popolo d’Israeleverità scomode, che fugge per la paura della persecuzione, ma che trova ancheil coraggio di sfidare, in nome di Dio, i falsi profeti. Elia è stato l’esempio di chiè in ricerca per far entrare Dio nella propria vita soprattutto per aver fatto silenziodentro di sé e aver potuto così udire la voce del Signore nel «mormorio di unvento leggero». E non finisce qui: Elia riesce a «passare il testimone», a coinvol-gere il giovane Eliseo affinché un altro porti avanti la sua missione dopo di lui,non tenendo gelosamente per sé la vocazione di servire Dio; è quello che ha fattoanche S. Agostino Roscelli, lasciando in eredità a noi, Suore dell’Immacolata, ilcarisma, la nostra identità per seguire Cristo.

Tutti questi temi così ricchi sono stati scanditi dalla preghiera dei «salmi delleascensioni», i canti dei pellegrini verso la Città Santa; anche noi eravamo invitatea compiere il nostro pellegrinaggio interiore e andare verso Cristo, la «perlapreziosa» per cui vale la pena lasciare tutto il resto.

La nostra gioia è stata soprattutto vedere, ogni giorno che passava, le ragazzepiù serene, più aperte, più pronte a lasciarsi coinvolgere nelle attività proposte.Il clima interno era caldo e sereno, forse a controbilanciare quello esterno…perché il Signore ci ha benedetto con tanta pioggia, ma anche con il donodell’amicizia. E infatti, neanche una lamentela per non poter uscire a passeggiare:le ragazze erano comunque contente di essere lì a godersi qualche giornata«speciale».

Quale frutto potranno raccogliere da questa esperienza? Lasciamo che sia loSpirito Santo ad accompagnarle nel loro ritorno al lavoro o alla scuola, susci-tando non solo l’emozione di un bel ricordo, ma anche il desiderio di riprenderein mano il libretto del Campo, di tornare a riflettere su come far entrare Cristonella propria vita.

Troviamo che sia già un buon risultato il fatto che delle ragazze abbianoconosciuto le Suore dell’Immacolata non solo come insegnanti e catechiste, maanche sotto l’aspetto della quotidianità di un soggiorno in montagna, e che sisiano mostrate desiderose di ripetere l’esperienza un altro anno.

Ringraziamo quindi il Signore perché tutto è andato per il meglio, e ringra-ziamo tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita del Campo: inparticolare la Madre Maestra e Sr. M. Liliana per l’ottima organizzazione e PadreDaniele, barnabita, per le profonde ed entusiasmanti riflessioni; desideriamoinoltre manifestare la nostra riconoscenza anche a tutte le Suore che si sonoadoperate per far conoscere e proporre l’iniziativa del Campo, oltre a tutte coloroche, con la loro preghiera, ci hanno efficacemente sostenuto.

Le Juniores

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PREGHIERAE AZIONE40

Testimonianze dalla Romania� Il periodo trascorso a Bellamonte nella Regione del Trentino è stato per me

un privilegio in quanto nella preghiera mi sono incontrata con Dio nell’ intimitàdel mio cuore. Il programma Religioso mi ha rafforzato nella fede, mi ha datosperanza e forza necessarie per superare le difficoltà . Questa esperienza vissuta danoi giovani di Romania in compagnia delle giovani dell’Italia è stata preparata econdotta dalle Suore dell’Immacolata con molta dedizione e donazione di se stesse.Tutte insieme ci siamo sentite giovani allegre, buone.

La Parola di Dio e il lavoro di gruppo hanno aiutato ognuna ad arricchire ilproprio lato umano e spirituale e a percepire, sia pure in piccola parte, l’infinitagrandezza di Dio. La Liturgia Eucaristica celebrata sia nella Cappellina delle Suore,sia nella Chiesa di Bellamonte e sia nel Santuario di Pietralba è stata un momentoparticolare di unione tra noi. Il legame di amicizia che si è formato speriamo siaduraturo. A Bellamonte hanno partecipato anche numerosi Laici al momento dellapreghiera. Oltre a Bellamonte abbiamo fatto una bella esperienza a Genova nellaCasa delle Suore in Via Parini.

Abbiamo partecipato alla preghiera, compreso in piccola parte, che cosasignifica «Vita Consacrata» e osservato il modo come essa si svolge lungo lagiornata. Tra le numerose Suore mi hanno colpito… alcune giovani per la loroattività, la loro disciplina e il loro lavoro ben organizzato. Abbiamo avutol’occasione di visitare Bargone, la casa Natale di S. Agostino Roscelli dove hopercepito la semplicità e l’umiltà del Santo e lo spirito Roscelliano che è la basedella vita delle Suore dell’Immacolata.

Questo spirito roscelliano desidero conoscerlo meglio e che anche altri loconoscano. Sono riuscita ad apprezzare pure in un breve tempo come la semplicità,la volontà, la forza unite alla fede assicurano la continuità dell’Ordine delle Suoredell’Immacolata.

Al termine di questa splendida esperienza sono ritornata più ottimista, piùfiduciosa in me stessa e con il desiderio di continuare a pregare e di avere vicinola Vergine Maria in ogni mia attività.

Con riconoscenza Raluca Mitea

� Ave Maria! • Quest’anno quattro ragazze della Romania hanno partecipatoal Campo Scuola. Vorrei dire qualcosa riguardo a questa esperienza unica emeravigliosa. Oltre ad aver conosciuto persone splendide con la quali ho vissutogiorni bellissimi, ho visto molti luoghi affascinanti e tante cose stupende. Tutto ciòha suscitato in me una riflessione profonda che continua ancora oggi. La miarelazione con il Signore è sincera, ma io mi chiedo quanto sono disposta a farein modo che questa relazione cresca e sia profonda, dove mi trovo in questomomento e dove voglio arrivare.

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PREGHIERAE AZIONE 41

È difficile conoscere quali sono le vie del Signore e la vita è piena di imprevisti,però sono convinta che il Signore è sempre con me, è il mio migliore amico, è lamia forza. Il Campo Scuola per me è stato una esperienza nuova, un vedere le coseda una prospettiva diversa, un avvicinamento al Signore e un privilegio poter vivereinsieme alle Suore dell‘Immacolata che considero come angeli nella veste di uominimandate dal Signore in mezzo a noi. Dal loro esempio ho imparato che cosasignifica dedizione totale ed incondizionata. Dopo questa esperienza sono ritornataa casa più ottimista e con molta speranza e con l‘aiuto del Signore, in me alcunecose si cambieranno in bene. Spero che in futuro anche in Sibiu si possa fare unCampo Scuola il quale è tanto necessario per i giovani, intanto prego il Signoree la Vergine Maria che mi aiutino a scoprire il progetto di Dio su di me e a compierela missione che mi è stata affidata.

Angelica(L‘Insegnante della Scuola Materna di Sibiu)

� Vicino al Signore • Stavo attraversando un periodo difficile e poco serenoche mi stava allontanando dal Signore e dagli altri per chiudermi in me stessa, manello stesso tempo sentivo il bisogno di uscirne, ed ecco che si è aperto uno spiragliodi luce; poter andar anch’io in Italia con la mia sorella Angelica per fare unaesperienza singolare. Questa proposta mi ha riempito di gioia che ho condivisolungo il viaggio con le altre ragazze.

Giunta a Genova sono stata colpita dal modo in cui le Suore ci hanno accolto,la loro serenità e amicizia, come se ci avessero conosciute da sempre.

Per la prima volta ho conosciuto la bontà e la donazione delle Suore e la lorogrande Missione umanitaria. Nelle due giornate trascorse a Genova abbiamovisitato alcune case dove lavorano le Suore, Bargone, paese natale del loro Fon-datore, il centro di Genova: in questa escursione ci hanno condotte due validissimeguide: Madre Antonella e Suor M. Cristina.

Poi ci siamo messe in viaggio verso Bellamonte, giunte là abbiamo provatouna grande emozione nel vedere una vetta così alta mezza coperta di nebbia, odorareil profumo di erba respirare l’aria fresca, ma soprattutto incontrare persone sereneed accoglienti. Padre Daniele e Suor M. Innocenza ci hanno guidato spiritualmente,Suor M. Liliana ci ha preparato cibi deliziosi, Suor M. Olivia, Suor Anna, SuorCristina, Suor Germana, piene di gioia, hanno mantenuto l’allegria nel gruppo. Tranoi ragazze non ci sono state barriere pur provenendo da luoghi molto diversi, ciha unito la fede nel Signore e la preghiera. Abbiamo pregato con serenità e calma,ascoltato la parola di Dio.

In quel luogo dove regna il silenzio e splende la natura, ho ritrovato il Signoree me stessa; per me è iniziato un cammino nuovo che voglio proseguire con l’aiutodi Dio. Il viaggio di ritomo a casa (abbastanza lungo) mi è stato alleggeritoricordando i bei giorni trascorsi a Bellamonte.

Grazie a tutte da Viorica Tamas

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PREGHIERAE AZIONE42

SONO ENTRATE NELLA PACE ETERNA

Sr. M. ADELAIDE NEGRINata a Bolano (SP) il 9-11-1921

Entrata il 7-1-1942Ha professato il 18-7-1943

La scomparsa improvvisa di Suor Ma-ria Adelaide ha lasciato un senso di scon-certo nelle tante persone che l’hanno co-nosciuta sia nella clinica S. Anna di Geno-va, sia nella Residenza Protetta di Lava-gna dove era angelo di conforto per tantianziani.

Anche nella residenza per anziani diCampo Ligure, dove l’obbedienza l’avevachiamata nonostante l’età ormai avan-zata, ha saputo farsi presto apprezzareper la sua cordialità e per la sua caritàsia dal personale della struttura, sia dallapopolazione come attesta la lettera cheil Sindaco ha inviato alla Madre Ge-nerale…

Deceduta il 29 agosto 2006 all’ospedaledi S. Martino - Genova.

Sr. MARIA DI SAN MICHELERICCIARDI

Nata a Zungoli (AV) il 3-12-1923Entrata il 1-9-1941

Ha professato il 19-7-1943

Ha lavorato in diverse case dell’Istituto,disponibile alle varie mansioni. Con la suacalma e serenità, sapeva intrattenere le gio-vani negli oratori feriali, desiderosa di direloro una buona parola mentre insegnava ilavori femminili.

Fu una religiosa osservante e pronta alsuono della campana che chiamava agli atticomuni. Ha custodito per molti anni laportineria di Casa Madre dove sapeva acco-gliere tutti con tanta cordialità.

Buona e servizievole, si adoperava comepoteva per aiutare le Consorelle del IV pianodi Via Parini.

Passata poi in infermeria, è stata ammi-revole per la sua pazienza e generosità nel-l’accettare la sofferenza.

E deceduta il 16 luglio 2006 nell’inferme-ria di Casa Madre a Genova - Via Parini.

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Sr. M. TULLIA FODARELLANata ad Ariano Irpino (AV)

il 7-1-1920Entrata il 24-1-1939

Ha professato il 30-9-1940

Chiamata dall’obbedienza in diverse casedell’Istituto, Suor Maria Tullia ha vissuto lasua vocazione come servizio alla Chiesa eall’Istituto dedicandosi soprattutto alla cu-cina. Sotto un aspetto apparentemente bur-bero, nascondeva un cuore d’oro che la por-tava a praticare veramente la «delicatezzadella carità». Intuiva facilmente i bisognidella comunità ed era sorprendentementepronta a soddisfarli dedicandosi ai lavoripiù umili, desiderosa soltanto di essere diaiuto e di alleviare le fatiche delle Consorel-le. Animata da tanta carità, Suor Maria Tulliasi è distinta per lo spirito di sacrificio: si èdonata con tanta generosità e sempre nelsilenzio anche in infermeria fino a quandole forze glielo hanno consentito.È deceduta il 12 settembre 2006 nell’inferme-ria della Casa Madre in via Parini - Genova.

I NOSTRI PIÙ GRANDI BENEFATTORI

ANGELA SANGUINETImamma di Don Bruno Nicolini,

parroco di Bargone

Ha incontrato Dio, nostro Padre, il mattinodel 16 agosto 2006, la mamma di Don BrunoNicolini, Parroco di San Martino di Bargone.Era nata a Castiglione Chiavarese (GE), il 6giugno 1922. Ha vissuto tutta la sua vita sorret-ta da una fede viva, da una preghiera costante;amantissima del Santo Rosario, che ha conti-nuato a recitare anche nei suoi ultimi giorniterreni. La sua gioia più grande è stata quelladi aver donato a Dio il suo figlio primogenito(ne ha avuto altri due: una femmina e unmaschio), offertogli fin dalla nascita e che ha

sempre sostenuto con la preghiera e con ognisorta di aiuto. Sarebbe impossibile elencareogni espressione concreta di questo amore: daicibi gustosi preparati per centinaia di ragazzinei campeggi diocesani e nel villaggio del Ra-gazzo di Don Nicola Negri, ai mille servizi d’al-tro genere, in ciò affiancata dal cuore generosoe dalle braccia forti del marito Aldo. D’altrocanto, tutta la sua vita è stata un servizio aglialtri. Non appena aveva conoscenza o sentoredi persone bisognose o ammalate, eccola pron-ta a precipitarsi da loro, ma mai a mani vuote.

Quella degli ammalati era una predilezione.Per molti anni li aveva soccorsi nell’Ospedalecittadino, come volontaria dell’A.V.O. e più volteera giunta a far posto nella sua casa a qualcunodi essi, quando i parenti più stretti o congiuntierano impossibilitati ad assisterli.

La pur grande e capiente basilica di SantaMaria di Nazareth a Sestri Levante, che nonriusciva a contenere le moltissime persone perle esequie, le decine di Sacerdoti celebranti el’intensa e diffusa commozione sono state unaeloquente testimonianza della generale stima edell’affetto alla Mamma di Don Bruno.

Ne diamo gloria a Dio, certi che MammaAngela continuerà ad assisterci dal Cielo.

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“Accogli, Signore, tra le braccia della Tua misericordia, coloro che hanno creduto nel Tuo nome”

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