Set Settembre 2012

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La voglia di rifare della musica un veicolo di cultura anno XI n. 9 - Settembre 2012 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta IL TEATRO DEGLI ORRORI

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La voglia di rifare della musica un veicolo di cultura

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IL TEATRO DEGLI ORRORI

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Cari amici lettori,per la prima volta nella storia di SET ci troviamo a preparare un numero sen-za il nostro direttore Vin-cenzo Lombardi. L’im-provviso ritorno in scena del Settembre al Borgo ci ha felicemente “obbli-gati” ad anticipare l’uscita del nostro magazine di al-meno una decina di gior-ni. Pertanto, siamo in for-mazione ancora “ridotta”, che però si trasforma in “nuova” in quanto arricchi-ta della preziosa penna di Marilena Lucente, inse-gnante di italiano e storia alla scuola superiore, con la nuova rubrica “Lo spet-tacolo dei libri” che ospita subito Michele Casella.

Rinnovata la stretta colla-borazione con Mariami-chela Formisano che se-guirà, insieme alle nostre telecamere, il Settembre al Borgo. Tante le novità, quindi, in questo numero: grande finestra sulla 42ma edi-zione della kermesse di Casertavecchia, ma an-che interviste e approfon-dimenti. La poesia russa e il rock americano degli anni ‘80 come fonte di ispirazione, la voglia di rifare della musica un veicolo di cultura, l’intenzione di arrivare ai giovani con l’aiuto della musica. Tutto questo è Il Teatro degli Orrori che si raccontano

con la voce di Pierpaolo Capovilla.E poi Enzo Avitabile, di-chiaratamente onorato di essere stato raccontato da uno dei geni del cine-ma mondiale, Jonathan Demme, in un documen-tario presentato al Festi-val di Venezia. Continua il percorso del documentario INSIDE AFRICA, prodotto da SET e Terra di Cinema, tra i sei finalisti alla Festa del documentario “Hai visto mai?” di Luca Zingaretti e al Terra di Siena Inter-national Film Festival. Buona lettura e tutti e, come suggerisce spesso il nostro direttore, ci ag-giorniamo via web!!

dedicato al Festival di Casertavecchia e non solo.SETTEMBRE, UN NUMERO SPECIALE

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settembre2012EDITORIALE

Domenico Ruggiero

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12 28 3207 IL TEATRO DEGLI ORRORI12 ENZO AVITABILE28 CASIMIRO LIETO32 ALEX BRITTI34 NINA ZILLI35 SAMUELE BERSANI38 ALESSANDRO MANNARINO40 ELIO E LE STORIE TESE42 SERGIO CAMMARIERE44 ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO

16 Social | 18 Talenti | 21 Arte | 22 Radio24 Lo spettacolo dei libri | 26 Da non perdere46 Oroscopo

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI VISION EDITORIALE SRL

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Caserta - via Cesare Battisti, 5 Tel. 0823.715215 - Fax: 0823.1765209

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Vincenzo Lombardi (Dir. responsabile), Alfonso Papa, Domenico Ruggiero,

Italia Vigliotti, Rosario Pascarella HANNO COLLABORATO:

Gaetano Ippolito, Wanda D’Amico, Marica Crisci, Alessandro Tocco, Bruno

Musso, Franco Mozzillo, Giuseppe Mauriello, Carmen Melisi, Nica Crisci.

DISTRIBUZIONE: GratuitaSTAMPA: Pieffe industria grafica - TIRATURA: 5.000 copie Caserta.

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SOMMARIOsettembre2012

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Il rock? il miglior modo per fare cultura tra i giovani.

Il Teatro degi Orrori:

tx Wanda D’Amico e Alfonso [email protected]@setweb.it

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UUna nuova sperimentazio-ne ed una nuova evoluzione, cos’è “Il nuovo mondo”?

In quest’ultimo lavoro abbiamo cercato di liberarci dei cliché che hanno fatto parte dei nostri di-schi fino al secondo, ma anche durante tutta la carriera degli One Dimensional Man. Noi sia-mo portatori, in Italia, di un certo modo di fare rock radicale e au-tentico, quello americano degli anni ‘90 come “Jesus Lizard e

Shellac”. L’album parla di emi-granti e anche noi siamo emigra-ti, abbiamo cercato di esplorare anche musicalmente. E’ una nuova sperimentazione, anche se la somma finale del nostro la-voro porta al risultato del genere rock al quale noi siamo assoluta-mente fedeli.

Inizialmente volevate intitolare l’album “Storia di un immigra-to”, per rievocare De Andrè, cosa vi ha fatto desistere?

All’inizio eravamo molto entu-siasmati dall’idea di chiamarlo così e riuscire ad omaggiare De Andrè rievocando uno dei suoi album più belli ma anche più di-scusso politicamente. Lo stesso De Andrè ebbe dei risentimen-ti nei confronti di quell’album. Alla fine, per rispetto e pudore nei confronti di uno degli artisti più grandi di sempre, abbiamo deciso di cercare un titolo che fosse più metaforico, più nostro e meno citazionista.

Musica e poesia, o meglio, rock e poesia. Siete riusciti a scavalcare il concetto secon-do il quale la dolcezza della poesia e la durezza del rock non stiano bene insieme. Qua-le lavoro, tecnico e introspetti-vo, c’è dietro?

C’è da dire che non sempre la poesia è dolce, spesso la poesia è terribilmente feroce. Dietro a certe poesie di Majakovskij, ad esempio, io trovo grande ispi-

razione, amando particolarmen-te la poesia russa dei primi del ‘900. La mia strategia è quella di rubare le storie di questi emigra-ti affascinati e utilizzare il rock come una extra-ordinaria alle-goria, così facendo riusciamo a resuscitare la grande poesia del passato. Proviamo anche a de-stare l’interesse dei più giovani nei confronti della poesia e, se ci riusciamo, allora abbiamo rag-giunto un risultato straordinario e siamo riusciti a fare cultura sul 8

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VOGLIAMO FARE CULTURA, CI PROVIAMO, NON SIAMO SICURI DI RIUSCIRCI MA LE BUONE INTENZIONI CI SONO TUTTE

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INTERPRETARE CANZONI è COME SEGUIRE UN’UTOPIA, INIZI SENZA SAPERE DOVE STAI ANDANDO, IL PERCORSO MUTERà CON IL TEMPO

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serio e in quel caso il rock serve a qualcosa. E’ questo quello che vogliamo: fare cultura, ci provia-mo, non siamo sicuri di riuscirci ma le buone intenzioni ci sono tutte. Questa è la differenza tra la musica leggera, che ormai viene presa come musica di sot-tofondo e la musica rock, che spesso è stata centro culturale. Ma basta volgere lo sguardo an-che al punk o al pop-punk degli anni ‘80, che forse non erano molto orecchiabili, ma racconta-vano i disagi di quell’epoca.

La musica italiana continua ad arricchirsi di temi politici e sociali, com’è cambiata la mu-sica rispetto al contesto in cui viviamo?

La musica italiana negli ultimi trent’anni si è involuta in musica da intrattenimento. Negli ultimis-simi anni, invece, ha ritrovato la voglia di rinascere raccontando la società e le sue contraddizio-ni. Cerca anche di fare critica sociale, nel senso più filosofico

della critica, quello che scaval-ca i limiti entro i quali vengono costrette le nostre vite. E’ una cosa che ha fatto mirabilmente De Andrè, ma anche De Grego-ri, lo ha fatto anche Pino Daniele nei primi tre album, per esempio nel brano “Cammina cammina” racconta la storia dei vecchi del nostro mondo, persone con le quali nessuno parla più.

All’interno dell’ultimo album si contano numerose collabo-razioni, ti va di raccontarci in che modo tutto ciò abbia mi-gliorato il prodotto finale?

Assolutamente! Ogni collabo-razione avuta in questo album non ha fatto altro che arricchire il prodotto finale. Ad esempio gli Aucan e Caparezza, hanno fatto sì che il brano che ne è venuto fuori fosse il più forte dell’album che sì, è nostro, ma sono stati loro a dargli vita. Da non dimen-ticare assolutamente il contribu-to di Egle Sommacal che ci ha regalato un incredibile assolo di chitarra come solo Egle sa fare.

Guardando indietro nella sto-ria della band si direbbe che amate la tradizione della vec-chia gavetta, i risultati? Sono quelli che vi eravate prefissati all’inizio di quest’avventura?

Scrivere ed interpretare canzoni in realtà ha un obiettivo scono-sciuto. Quando inizio a scrivere un brano, pur avendo un’idea in mente, so benissimo che, una volta che lo stesso pezzo verrà suonato da tutti, muterà, pren-derà una forma che all’inizio non avevamo nemmeno pensato. E’ come seguire un’utopia, inizi, vai avanti senza sapere dove stai andando, il percorso muterà con il tempo e la cosa importan-te è proprio quel percorso.

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Enzo Avitabile:

tx Alfonso [email protected]

Music Life: da Black Tarantella al Lido di Venezia. Trent’anni di successi

IL CONSERVATORIO. IL POP. IL RITMO AFRO-AMERICANO. LA MUSICA ANTICA DELLA PASTELLESSA E DELLA ZEZA E IL CANTO SACRO. ENZO AVITABILE HA VISSUTO NELLA RICERCA DI UN SUONO INEDITO, NON SOLAMENTE ORIGINALE MA VITALE ED ESSENZIALE. DEMOLENDO OGNI SOVRASTRUTTURA MERCANTILE, OGNI MODA.

Black Tarantella, il tuo ul-timo lavoro è un insieme di contaminazioni e di stili musicali oltre che siner-gia di artisti. Come nasce l’idea?

Nasce dall’attenzione di queste allegorie adottate dalla mia terra. Black, sta per nero, musica nera, ma sta anche per “Chiù nera d’ ‘a mezzanotte nun pò venì”. Lo stesso vale per taran-tella, intesa come simbolo

del made in Italy, simbolo di appartenenza ma anche come tutte le tarantelle a cui siamo costretti far fronte per poter vivere.

Mi sono chiesto se fosse possibile fare un disco di dialoghi. Sullo stesso tes-suto sonoro.W Avere anche un’altra interpretazione se non addirittura un’altra scrit-tura, un’altra partecipazione nel testo.

Uno degli esempi più carat-teristici è quello con Gucci-ni, questo ragazzo che par-te da Maddaloni e trova la morte sul lavoro e Guccini dalla sua finestra, interpre-ta il ruolo di un fruttivendolo suo amico, testimone della tragedia.

Così via via andando avan-ti, i tre incontri napoletani, Pino Daniele, Cò Sang e Raiz. Idir o Enrique Moren-te.12

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E’ UN GRANDE ONORE PER ME ESSERE RACCONTATO DA UNO DEI GENI DEL CINEMA MONDIALE, NON POSSO FAR ALTRO CHE ESSERNE FIERO.

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Per ottenere risultati, sicuramen-te c’è bisogno di lavorare mol-to, avere un grande manager e produttore che è Andrea Ara-gosta e dedicarsi al linguaggio senza crearsi un vestito da cui non potersi più staccare. Creare costantemente: il vivente e non il vissuto, il suonante e non il suo-nato.

In più di un’occasione durante i live raccomandi ai giovani di far sì che il concerto resti una festa. Com’è il tuo rapporto con i giovani?

E’ un rapporto abbastanza natu-rale, nel senso che li considero giovani, ma anche non giovani. Il giovane non è solo quello che è venuto dopo di me, ma in un cer-to senso anche come quello che è venuto prima di me. Perché credo che i giovani conservano questa grande forza, farci vedere il passato con gli occhi del futuro. Anche se molti possono vedere in me un punto di luce, sicura-mente anch’io imparo tantissimo da loro.

Alla mostra del Cinema di Ve-nezia è stato proiettato un Do-cu-Film su di te, diretto da Jo-nathan Demme. Come è nato il progetto e come ci si sente nel vedersi raccontato da un Premio Oscar?

Jonathan scarabocchiò questo nome di notte ascoltando un mio pezzo, poi siamo stati fortunati ad incontrarci ed ad aver trovato anche persone che hanno pro-dotto questo evento. E’ un gran-de onore per me essere raccon-tato da uno dei geni del cinema mondiale, posso solo esserne fiero e parlarne poco altrimenti rischio di sminuire la portata di questo tipo di evento.

Qual è stata la collaborazio-ne più difficile da realizzare e quale quella a cui tenevi di più?

E’ stato tutto semplice e natu-rale, l’unica difficoltà era quel-la di realizzare questo sogno, quest’occasione che la vita mi aveva dato.

Sei sempre stato aperto a sperimentazioni ed influenze musicali, senza mai dimenti-care le tue origini. Il Sindaco di Napoli ti ha definito “bene comune da preservare” come rispondi a tale definizione e soprattutto come credi vada preservata la musica napole-tana?

Luigi è un grandissimo amico ed

è al di sopra di ogni sospetto per-ché da anni ha incoraggiato que-sto mio percorso musicale. Per la musica napoletana, credo che proprio in questo periodo, siamo abbastanza fortunati, c’è molta attenzione al patrimonio artistico napoletano. Si sta facendo molto sia a sfondo culturale, così come per liberare spazi. Ad esempio, la rotonda Diaz utilizzata per concerti. Credo che la musica ritorni a Napoli con grande atten-zione, con tutta l’energia tipica del napoletano.

Premio Lunezia, disco d’oro per Black Tarantella e grande seguito di pubblico. Qual è il segreto per il successo e qual è il tuo rapporto con il pubbli-co?

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tx Mariamichela Formisano

IL TOUR DI INSIDE AFRICA FA TAPPA A CORTONA PER IL FESTIVAL DI LUCA ZINGARETTI E AL TERRA DI SIENA FILM FESTIVAL.

INSIDE AFRICA è un viaggio, visivo ed emo-zionale, in un piccolo villaggio della Tanza-nia. Ma è anche un tour in giro per l’Italia tra i vari festival che promuovono il volontariato dei medici nel continente nero. Un viaggio tra cinema e solidarietà. E per Inside Africa di Gaetano Ippolito, già apprezzato dal pubblico dell’Ischia Film Festival dello scorso luglio, la prossima tappa sarà il 15 settembre a Cor-tona presso il Teatro Signorelli situato nell’o-monima piazza, dove la produzione targata SET e Terra di Cinema è stata selezionata per la VII Edizione di “Hai visto mai?”, la festa del documentario sociale e di costume diretta da Luca Zingaretti, ed il cui obiet-tivo è quello di promuovere attività culturali e di spettacolo con attenzione particolare ai documentari, quale forma di arte rappresen-tativa dei nostri tempi. Questo genere, anco-ra poco sviluppato nel nostro Paese, offre in realtà enormi potenzialità di comunicazione, di approfondimento e di scambio fra culture e società diverse. L’ambizione della rassegna è quella di costruire un viaggio nella con-temporaneità, incrocio fra passato e futuro, attraverso il contributo di autori, produttori italiani e stranieri, per creare “nel corso del tempo” una sorta di percorso guidato in cui i documentari proposti rappresentino i capi-toli di un racconto sviluppato sia attraverso la rassegna stessa, sia attraverso le iniziative culturali che ne rappresentano il corollario. INSIDE AFRICA si contenderà il premio come miglior documentario con altri cinque finalisti. Alla festa di Cortona sarà presente l’autore e regista Gaetano Ippolito, il pro-duttore e montatore Domenico Ruggiero e il protagonista del film, il medico capuano Giuseppe Valente. Centro della narrazione è l’esperienza del dottor Giuseppe Valente nel Continente nero, il suo impegno missionario a rapportarsi quotidianamente con il dolore, 16

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la miseria e la morte. Per dare una speranza in più di sopravvi-venza agli abitanti di un piccolo villaggio di capanne l’unica stra-da è la costruzione di un presidio medico, impresa difficilissima. Il medico cercherà inoltre di sal-vare Mariamu, una giovane nata con una grave malformazione, rendendo possibili quegli inter-venti chirurgici che la restitui-rebbero ad un’esistenza quasi normale.Dopo Cortona il viaggio di INSI-DE AFRICA continuerà a Siena, dove parteciperà alla XVI edi-zione del Terra di Siena Film Festival, dove sarà presentato nella sala cinema Duccio di Bo-ninsegna dell’NH Excelsior. Il giorno della Proiezione è giovedì 4 ottobre. Per l’occasione sarà allestita la mostra INSIDE AFRICA che rac-

coglie, oltre ad alcuni scatti rea-lizzati dal dottor Bruno Santoro nelle sue missioni in Africa, le foto di Marica Crisci e Domeni-co Ruggiero scattate durante il viaggio in Tanzania dello scorso novembre al seguito dei medi-ci missionari dell’associazione. “Gli scatti raccontano momenti di una realtà lontana dal nostro vivere quotidiano”, racconta Ma-rica Crisci, “Una realtà povera, piena di contraddizioni e, nella sua semplicità, ricca di sorrisi veri e di infinita spensieratezza. Si parte per questi luoghi per dare, ma si ritorna con un senso di pienezza interiore”.La mostra sarà allestita per tutto il periodo del festival dal 29 set-tembre al 4 ottobre. Gaetano Ippolito non nasconde la sua soddisfazione: “Sono mol-to contento che, dopo l’Ischia

Film Festival, INSIDE AFRICA continui il suo viaggio per l’Italia tra i vari festival, perché la pro-duzione del documentario era finalizzata non solo ad un’azione di sensibilizzazione per la rac-colta fondi destinata al progetto “Pande”, poverissimo villaggio dell’entroterra tanzaniano, ma anche per promuovere e favo-rire l’adesione di medici italiani al progetto “Una mano tesa per Tharaka”, perché la sanità afri-cana è carente di medici specia-listi”.

www.haivistomai.it/pagine/edi-zione-2012/FINALISTI2012/insi-deAfrica

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Astenìatx Wanda D’[email protected]

NOME: AstenìaNATI A: RomaETA’: 7, portati benePROFESSIONE: bandSOGNO NEL CASSETTO: giocare in Serie A, ma crediamo sia troppo tardi.

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Ironia e serietà, misti a magia e professionalità. Le occasioni non sono mancate al gruppo romano Astenìa, la medicina per l’anima sta nella buona musica e loro abbracciando l’esperienza del famoso grup-po Velvet, stanno scalando la montagna del successo.La prima domanda sorge spontanea, perché Astenia? Ci è piaciuto da subito il suono della parola Astènia ed anche il contrasto che si crea tra la no-stra musica e il significato del termine medico visto che, con i nostri brani, cerchiamo di com-battere l’astenìa dei sentimenti invitando, chi ci ascolta, ad una reazione rispetto a tutto ciò che non ci fa stare bene.Voi siete insieme dal 2005 e a distanza di sette anni il vostro primo ep, un piccolo assaggio delle vostre espe-rienze, ci raccontate un po’ di voi?Nasciamo negli ultimi mesi del 2005 dalle ceneri di un altro progetto di Edoardo e Gianlu-ca, rispettivamente bassista e cantante/chitarrista della band. In quel periodo sentivamo l’e-sigenza di creare un nuovo progetto attraverso il quale raccontare la parte più intima di noi stessi e così è iniziato il viaggio. E’ stato, ed è, un per-corso tortuoso che ci ha portato

a condividere il palco con mol-ti artisti affermati della scena nazionale. Nonostante tutto ci sentiamo appena all’inizio del percorso e questo è un bene.Il “campo” romano è ricco di possibilità, ma altrettanto ricco di band pop/rock come voi, qual è il punto di forza degli Astenia?Crediamo fermamente che la differenza la faccia il palco, noi diamo molta importanza alla dimensione live e aspiriamo a lasciare il segno proprio su questo tipo di “campo”. Quanto vi ha fatto maturare la collaborazione con i Vel-vet?Molto, abbiamo iniziato a colla-borare con loro in un momento di cambiamento e attraverso un lavoro costante abbiamo getta-to insieme le basi per crescere come band. Si è creato un bel rapporto, ci danno consigli e ci indirizzano senza mai forzare le nostre scelte e soprattutto senza mai snaturare la nostra musica.Non temete che la collabora-zione con i Velvet generi un specie di clone nell’immagi-nario collettivo?Sicuramente la loro mano si sente nelle nostre produzioni, come è naturale che sia, ma non sentiamo il rischio di risul-

tare una copia dei Velvet. La nostra natura è rimasta intat-ta mentre il nostro sound si è arricchito grazie al lavoro che portiamo avanti insieme.Torniamo all’Ep, è possibile definirlo un mini concept al-bum?Esattamente, “Fa Che Sia Tut-to Diverso” è il racconto di un viaggio dentro se stessi ed an-che all’interno del quotidiano di ognuno. In questo EP parliamo delle incomprensioni, della na-scita e della fine dei rapporti ma anche dell’inadeguatezza che a volte ci butta giù nella vita di tutti i giorni. Il punto centra-le, però, è che c’è sempre un modo per ripartire, per cambia-re.L’Ep è stato definito come un piccolo assaggio di quello che è un progetto più grande, potete anticiparci qualcosa, sul lavoro e sui vostri proget-ti immediati futuri?In questo momento stiamo la-vorando alla stesura di alcuni nuovi brani con l’obiettivo di pubblicare del materiale entro la fine dell’anno. Non sappiamo ancora che forma avrà il prossi-mo lavoro ma per scoprirlo vi in-vitiamo a non perderci d’occhio e quindi a seguirci attraverso il nostro sito (www.astenia.it).

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L tx Marica [email protected]

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La Reggia di Caserta ospi-ta all’interno delle sue stanze uno dei maggiori esponenti dell’arte degli Anni ’80: Keith Haring (Kutztown 1958 – New York 1990). Un incontro tra due epoche molto diverse, quello dello sfarzo del Baroc-co e quello della semplicità del graffitismo, ma senza to-gliere spazio l’una all’altra. Un percorso del tutto piacevo-le, che prevede il passaggio all’interno delle principali stan-ze del Palazzo: la Sala del Tro-no, la Camera da letto di Fer-dinando II, il Bagno di Maria Carolina, dove si possono am-mirare gli innumerevoli oggetti di arredamento: dai lampadari ai grandi specchi, dalle tele ai grandi affreschi che decorano i soffitti. Dopo un percorso così ricco di meraviglie si giunge all’interno della Sala dei Porti, dove sono state collocate al-cune opere di Keith Haring. A primo impatto ho avuto una sensazione di disorientamen-to, sembra essere all’interno di una metropolitana. Ritrovarsi tra immensi pannelli decorati con figure infantili, in una stan-za così importante e con uno stile così diverso dalle opere esposte, mette quasi a disagio. Si tratta del “Murale di Milwaukee” (1983): compo-sto da ventiquattro pannelli in legno per un totale di tren-ta metri di lunghezza e due e mezzo di altezza. Un com-plesso di figure monumentali che permettono allo spetta-tore di entrare a far parte di quel mondo immaginario che Haring portò nelle gallerie dei musei di tutto il mondo. Una grande occasione per chi ancora non lo abbia fatto, visitare gli interni del Palazzo Reale e conoscere un grande artista che ha fatto della sua passione per i murales una nuova arte.

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“Murale di Milwaukee” (1983) in esposizione alla Reggia di Caserta fino al 4 Novembre 2012

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UN MURO è FATTO PER ESSERE DISEGNATO, UN SABATO SERA PER FAR BALDORIA E LA VITA PER ESSERE CELEBRATA

”Keith Haring

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Marisoltx Vincenzo [email protected]

Originaria dell’Ecuador, tanti anni vis-suti in America. Marisol è una gran-de esperta di rock band e dj interna-zionali. Su Kiss Kiss conduce 00K format dedicato a musica, tendenze e notizie che arrivano da ogni parte del mondo. La sua estate? In diretta da Ibiza. Segui Marisol sul web: www.facebook.com/DjLoversShow

www.radiokisskiss.it

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M© Riproduzione riservata

Marisol, come è nata la tua passione per la radio e per la musica?

“Le sette note fanno parte del mio DNA. Da piccola ascoltavo tanta musica di generi diversi e sono cresciuta seguendo le band rock anni ‘80. Aver vissu-to a New York per tanti anni mi ha aperto la mente. Mi sono ap-passionata alla scena elettroni-ca e andavo a sentire i grandi dj come Tiesto, Van Bureen, Prodigy, Chemical Brothers. Ma anche band di spessore come U2, Prince, Pearl Jam, Aretha Franklin e tanti altri. Una cultura e una sensibilità musicale molto trasversale”.

Il tormentone dell’estate?

“Nel mondo della dance potreb-be essere il nuovo disco di Da-vid Guetta “Turn Me On” feat Nicki Minaj”. Lui poi fa sempre centro in queste occasioni”

Come è cambiata e si è evo-luta la radio in questi ultimi decenni? Cosa pensi dell’in-vasione tecnologica?

“Non vivo in Italia da molto tempo, quindi non saprei fare le dovute riflessioni in merito. Di certo ascoltando le varie ra-

dio penso che non venga fatta una programmazione musicale che rispecchi fino in fondo le esigenze degli ascoltatori. Noi di Radio Kiss Kiss abbiamo particolarmente a cuore que-sto aspetto e facciamo conti-nui sondaggi che ci aiutano a capire e a proporre la musica migliore. Sicuramente la tec-nologia aiuta la musica a girare il mondo. Ci ascoltano in stre-aming dall’America, Australia, dal mio paese di origine, l’E-cuador e da ogni angolo del mondo e questa è una cosa fantastica!”.

Ci parli dei tuoi impegni in radio, del tuo program-ma?

“A Radio Kiss Kiss conduco un programma insieme a Marco & Giò che si chiama 00K, dalle 15 alle 17 dal lunedì al vener-dì, mentre il sabato andiamo in onda dalle 13 alle 16. 00K è un contenitore di notizie dal Mondo che spaziano dalla tec-nologia alla natura, dai social network al mondo dei Club e dei Dj, affrontando ogni argo-mento con la dovuta ironia e leggerezza di un programma pomeridiano. Inoltre realizzo le interviste ai Dj più famosi del

mondo, seguendo da vicino il progetto Kiss Kiss Clubbing specializzato sul mondo dei Dj Superstar. Per l’Estate tra-smetterò da Ibiza. Un’isola magica che diventa il centro di tutte le tendenze più seguite al mondo. Da Settembre curerò un altro programma come uni-ca conduttrice…”

Una canzone è per sempre. Ci dici il tuo tris d’assi, i brani che in qualche modo hanno segnato la tua vita? “Voglio segnalare artisti che mi hanno accompagnato nei momenti più importanti della mia vita: Patti Smith, Janis Joplin, David Bowie, U2, The Cure, Tom Petty, Gloria Gaynor, Madon-na, Donna Summer, Michael Jackson. Comunque un brano tra tutti “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin”.

Marisol ci salutiamo con un consiglio da dare ai giovani che sognano di fare radio….

“E’ un mondo difficile e compe-titivo, dove non si finisce mai di imparare, ma l’importante è non farsi plasmare. Bisogna sempre mantenere la propria personalità e portare avanti le proprie passioni”.

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MicheleCasella

tx Marilena Lucente

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A volte la Storia regala gesti di valore drammaturgico assolu-to, impensabile persino per gli stessi protagonisti, che nessu-no scrittore o uomo di teatro ha mai osato immaginare. Tale è l’atto di lavarsi le mani di Pilato o il bacio di Giuda. Azioni indi-menticabili, che attraversano secoli, millenni. Accade però che dietro quei momenti che le-gano le persone a ciò che fan-no o che dicono, ci sono pen-sieri, sentimenti, risentimenti che restano silenziosi, si per-dono nell’oblio del tempo e in-vece viene voglia di conoscere. Nasce così, da questa curiosi-tà, da questo bisogno di sape-re, Io c’ero. Voce di voci sotto la croce, un libro di Michele Casella che raccoglie le parole di alcuni dei personaggi che si trovavano, insieme a molti altri, sotto la croce di Gesù. Cosa pensavano? Cosa provavano nel condividere quello che era il momento culminante della vita di un uomo e della intera comunità? Nella ricostruzione dell’Autore i personaggi non parlano tra loro ma danno voce alla loro interiorità, ripercorrono la loro vita, ne cercano il sen-so, confidano i loro pensieri più intimi, quelli appunto capaci di

oltrepassare il gesto in cui sa-ranno poi imprigionati per sem-pre: Pilato ha paura dell’acqua, persino di una goccia in un ca-tino, Giuda ripercorre la storia della sua amicizia con il Nazza-reno, ha voglia di restituire i sol-di che ha preso, Maria si chiede se avrebbe accettato di essere la madre di figlio a cui sarebbe toccata questa fine, mentre le donne spiegano il perché dei loro capelli sciolti. Come se sporgendosi da quel punto in cui si intersecano il limite della vita e la Croce potessero venir fuori i pensieri più semplici e per questo più urgenti. Tutti i monologhi finiscono per diven-tare una sola voce, un solo in-terrogativo: perché il male? Michele Casella è entrato nel sentire dei personaggi, par-tendo dalle loro biografie, ap-profondendo il senso religioso, ma recuperando la dimensione umana che è fatta di dubbi e di incertezze. Un libro che nasce da un’esperienza teatrale ed è riproposta in questa edizione di Settembre al Borgo. “Anche queste voci “resistono” alle in-temperie del tempo e de nostri tempi”, racconta l’Autore che sarà anche interprete, “met-tono in scena le ingiustizie che

non smettono di compiersi. Lui, Cristo, non è mai nominato perché potrebbe essere chiun-que”. L’emozione più forte, ovvia-mente, è quella di portare il te-sto a Casertavecchia, un luogo che Michele Casella ha sempre frequentato, a cui è profonda-mente legato, sin dalla nascita nella frazione di Casolla. Que-sto è il suo primo “Settembre”, al Duomo. Un luogo dove le pietre sembrano ascoltare e parlare, uno spazio dove i suoi testi si alternano alle canzoni di Mariella Nava, creando ri-mandi di significato tra passato e presente, geografie lontane e vicine. “Ho sempre creduto in questo dialogo tra la musica e il teatro, e in generale alla com-mistione tra le arti, oltre che al rapporto di collaborazione tra artisti”. Lui stesso, d’altra parte da sempre – nonostante la gio-vane età – intreccia esperienze espressive diverse: la scrittura e la recitazione, la narrazione di testi per bambini ricchi di ma-gia e testi più maturi capaci di esplorare le tante voci dell’es-sere umano, che del teatro, for-se, ha bisogno per vedere e per vedersi.

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Napoli capitale della moda. Succe-de a settembre, dal 13 al 16, in pieno centro città. Protagonista è il quar-tiere Chiaia, che per quattro giorni ospita sfilate, personaggi e tutto ciò che fa glamour. Una vera e propria passerella di abiti – assicurano gli organizzatori – a metà strada tra una fashion night e una fiera di setto-re. Con un unico obiettivo: rilanciare il capoluogo campano quale capita-le dell’eccellenza e della creatività.

In calendario anche mostre foto-grafiche, performance artistiche e un red carpet da sogno. Piazza Vittoria si trasforma così in una speciale passerella di 30 metri. Le vie del centro diventano autenti-ci backstage di sfilate. E poi ne-gozi aperti fino a mezzanotte e dj set al chiaro di luna. Tanti gli stili-sti e i brand nazionali che hanno confermato la propria presenza. Spazio pure alla solidarietà. Sul-le rampe del Brancaccio prendo-no posto gli scatti dei ‘”napoletani famosi nel mondo”, da battere all’a-sta per poi devolvere il ricavato alla “Casa delle donne” di Napoli.

Info e approfondimenti su soiree-delamode.com

545 copertine di dischi, 9 postazioni per l’ascolto ascolto, 18 cuffie per-sonali, 1350 immagini in proiezione dei dischi esposti, 145 dvd e 35 vhs di film musicali, concerti live e vi-deoclip. I capolavori di Pink Floyd, David Bowie, U2,Beatles, Madon-na, Frank Zappa, Rolling Stones, Clash, Sex Pistols, Iggy Pop, Ra-mones, Patti Smith uno accanto all’altro. 45 ART – l’Arte a 45 giri, mostra di Cover Art a cura di Car-mine D’Onofrio, organizzata in col-

laborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo e l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli. L’esposizione – visitabile fino al 10 settembre presso il PAN di Napoli - raccoglie copertine originali di di-schi a 45 giri di jazz, rock e pop da-gli anni ‘40 ai giorni nostri, svelando l’interazione tra musica e arti visive e la rilevanza storico-sociale di que-sti preziosi prodotti culturali.

Info e approfondimenti su http://www.45art.it

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Casimiro Lieto:

tx Mariamichela Formisano

Le R(ESISTENZE) di un Festival per il rilancio delle ESISTENZE chiamate terra di lavoro.

TRA SFIDE VINTE E LANCIATE, IL DIRETTORE ARTISTICO DEL SETTEMBRE AL BORGO 42 IMMAGINA UNA “ESTATE AL BORGO” CHE PREPARI AL FESTIVAL DI SETTEMBRE TRA READING, MUSICA, SPETTACOLI E OSPITI D’ECCEZIONE. “CONTINUITà E CARATTERE AD UN BORGO CHE PUò FARE DI PIù PER L’INDOTTO E PER IL RILANCIO DEL TERRITORIO”.

Esistenze che resistono e rilanciano. Si propone così la 42esima edizione di Set-tembre al Borgo, il Festival Internazionale di Musica e Dintorni organizzato dalla Provincia di Caserta con il contributo economico del-la Regione Campania e la partnership della Camera di Commercio di Caserta. Direttore artistico della ker-messe, Casimiro Lieto, che già lo scorso anno fece in-

cetta di consensi per qualità e varietà dell’offerta artisti-ca, e che quest’anno alza il tiro nonostante la dispo-nibilità economica decurta-ta di 300mila euro rispetto alla scorsa edizione del Festival. R(ESISTENZE), questo il titolo del Settem-bre al Borgo 2012 che dal 31 agosto al 7 settembre accenderà i riflettori su Ca-sertavecchia. L’arco c’è, ed è una manifestazione tra le

più blasonate e longeve d’I-talia, incastonata in uno dei siti più prestigiosi tra quel-li tutelati dall’Unesco. Le frecce, che disegneranno traiettorie internazionali par-tendo dalla valorizzazione delle eccellenze locali fino alla risonanza dei talenti e dei volti noti del panorama artistico italiano, saranno: una “summer school” per giovani talenti, diretta dal musicista di fama mondiale

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QUEST’ANNO IL FESTIVAL S’INTITOLA R(ESISTENZE) PERCHÉ VUOLE DIMOSTRARE, OLTRE LA SUA STESSA STORIA, DI ESISTERE, SENZA MOLLARE. E FARE SQUADRA, SOPRATTUTTO NEI MOMENTI DI DIFFICOLTà, SERVE.

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eventi ed effetti della rassegna: ragione per la quale il cartellone presenta oltre 60 appuntamenti in 7 giorni di spettacoli. Insom-ma, un caleidoscopio di proposte per un festival che sa e che vuole fare quello che deve: il festival”.Nell’edizione 42 del Settembre al Borgo convergono almeno tre esperienze positive matu-rate lo scorso anno, ossia il successo di una manifestazio-ne che da Casertavecchia si irradia al territorio e alle piaz-ze di altri comuni della pro-vincia, i Percorsi di Luce alla Reggia, firmati da lei per conto della Provincia, ed i consensi di pubblico e critica registrati con la manifestazione Muse e Musei, che portò la musica classica dei grandi nomi nelle chiese di Terra di Lavoro. “Sì, sono tre progetti targati Pro-vincia che Settembre al Borgo 42 fa propri personalizzandoli. Il rammarico per il mancato finan-ziamento dei Percorsi di Luce alla Reggia è tanto, e merita ri-flessione. Ma l’efficacia di una suggestione luminosa che veicoli un messaggio, e lo faccia proiet-tandosi sulla storia tangibile del-la nostra terra, merita continuità e scenari sempre nuovi. Da qui l’idea di un’installazione artistica di tipo “site – specific” dal titolo “TERRA”, che sarà inaugurata il 1° settembre e resterà acce-sa per tutte le notti del Festival, dalle 20 alle 24, ad illuminare la Pineta di Casertavecchia e a dare il benvenuto agli ospiti del-la kermesse. Un’opera originale che vive e veicola un messag-gio sostenibile, sensibilizzando il pubblico sul tema dell’ecolo-gia. Protagonisti gli alberi lungo il percorso che dai parcheggi conduce alle rovine del castel-lo. Alberi che racconteranno la loro storia e comunicheranno,

Ramin Bahrami, sette reading letterari interpretati da volti noti del piccolo schermo, due grup-pi locali, espressione della mi-gliore tradizione popolare, sette concerti eseguiti da grandi pro-tagonisti della musica italiana, sette spettacoli di teatro comico affidati ad attori di livello nazio-nale, un intrattenitore d’eccezio-ne che farà visita a sette comu-ni della Provincia, due preziosi “fuori programma” in omaggio alla “Casertanità” più spiccata e rappresentativa, e luci d’artista, animazioni, interazioni diurne e notturne per una rassegna che allunga il passo e rilancia nel se-gno della sua storia e della sua voglia di futuro. E quali sono gli obiettivi da raggiungere? Lo chiediamo a Casimiro Lieto,

mente e braccio della grande sfida casertana targata turismo e cultura. “Il primo obiettivo è quello di di-latare la presenza del pubblico a Casertavecchia, dalle 11 alle 16, con la grande novità della “sum-mer school”, diretta dal più noto interprete Bachiano vivente a li-vello mondiale, il pianista irania-no Ramin Bahrami. Protagonisti 30 giovani talenti del pianoforte, provenienti da tutta Italia che, dopo aver avuto il privilegio di partecipare ad una masterclass quotidiana di 4 ore con il mae-stro Bahrami, si esibiranno alle 19 nella Chiesa dell’Annunziata, eseguendo un brano di un gran-de compositore di musica classi-ca, da Mozart a Bach. Il secondo obiettivo è quello di moltiplicare

Un momento del Settembre al Borgo 2011

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attraverso luci e suoni, le con-dizioni dell’ambiente terrestre. Tutto grazie all’interazione con un software che, in tempo reale, rivelerà l’andamento planetario di alcuni parametri, come la de-forestazione e il riscaldamento globale, dando vita ad una com-pleta esperienza sensoriale”.In risposta alle polemiche che, da anni, contestano al Festival la mancanza di ricaduta sul ri-lancio del Borgo al di là della settimana di eventi, cosa pro-porrebbe?“Idee semplici ed economiche, come quella, ad esempio, di

trasformare Settembre al Borgo in “Estate al Borgo”, allestendo la macchina del festival già dai primi di luglio. Lo sforzo econo-mico aggiuntivo sarebbe irriso-rio, a fronte di due mesi in più di eventi che, dal giovedì al sabato, animerebbero il Borgo. Musica, reading, proiezioni cinemato-grafiche all’aperto con attori e protagonisti presenti, potrebbe-ro essere solo alcune delle idee possibili per avviare quella solu-zione di continuità che al Festival si chiede da sempre. E poi cre-do molto nella “Classical Music Performance Summer School”,

l’accademia di musica rigorosa-mente gratuita che quest’anno arricchirà il calendario del festi-val. Se l’esperimento si rivelerà vincente come credo, potrebbe essere riproposto per un periodo più lungo il prossimo anno, am-pliando la linea degli strumenti e il numero dei giovani talenti ammessi. Continuità e carattere connoterebbero Casertavecchia e la nostra terra con un’attrazio-ne formativa di musica classica unica nel suo genere al centro-sud Italia”.

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SCon Stefano Di Battista “Mò Better Blues”, influenze e sperimentazioni tra blues e jazz.

Settembre a Borgo 2012 parte sotto il segno della chitarra. Dopo l’antepri-ma di un casertano doc, del calibro di Fausto Mesolella con “Suo-nerò fino a farti fiori-re”, il primo settembre inaugura i concerti, al Teatro della Torre, Ales-sandro “Alex” Britti. Con lui il jazz, il pop e la canzone d’autore si fondono efficacemente quando imbraccia la sua chitarra acustica.

Britti si esibirà con l’ami-co e collega Stefano Di Battista. L’appuntamen-to casertano non rap-presenta certo la prima volta che i due amici sal-gono sullo stesso palco. Di Battista è considerato fra i maggiori sassofoni-sti d’Italia ed è grande appassionato di jazz; Britti, dal canto suo, uno dei migliori chitarristi blues d’Italia ed appas-sionato del genere. Sul palco sono complici, simpatici, coinvolgenti e

tx Wanda D’[email protected]

AlexBritti

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SUL PALCO SONO COMPLICI, SIMPATICI, COINVOLGENTI E TRASCINATORI E NON POSSONO CHE PROMETTERE DIVERTIMENTO ASSICURATO.

trascinatori e non pos-sono che promettere divertimento assicurato. Qualche tempo fa Stefa-no Di Battista, parlando del loro suonare insie-me, lo definiva come un qualcosa Jazz Bluessa-to o un Blues Jazzato. A Caserta, il duo propor-rà un progetto del tutto sperimentale: “Mò bet-ter blues”, nato in modo casuale, spontaneo e dal semplice deside-rio di ri-arrangiare uno storico blues, St. Louis Blues. Ne viene fuori un concerto straordinario, interamente strumen-tale, che spazia tra il jazz, il funky ed il blues. Nascono entrambi a Roma. Di Battista ha iniziato a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una band di un piccolo quartiere, com-posta principalmente da ragazzini. E’ qui che, fino all’età di 16 anni, Stefano ha sperimen-tato quella che sareb-be diventata una delle qualità essenziali della sua musica: l’allegria. Alex, invece, scopre l’amore per la chitarra all’età di 8 anni, amore che lo ha spinto a for-mare un proprio gruppo dieci anni dopo, portan-do il blues in giro per l’Europa.

Non è importante che

ad ascoltare siano solo appassionati del gene-re, con ogni probabili-tà sarà sufficiente un orecchio minimamente musicale, per assicu-rarsi una serata in com-pleta armonia e piena zeppa di ottima musica. Due specialisti strumen-tali come loro messi in-sieme sapranno creare qualcosa di inimmagina-bile, siamo certi che non sarete delusi.

DUE ARTISTI CHE POSSONO FARE A MENO DELLA VOCE, STRUMENTISTI DI ECCEZIONE INCANTERANNO IL BORGO DI CASERTAVECCHIA.

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L’amore è femmina, e ha il fascino vintage di Nina Zilli.

tx Mariamichela Formisano

AUNA CANZONE, CHE è ANCHE UN CD E UN TOUR; UNA VOCE SOUL, CHE è ANCHE POP ROCK E REGGAE; UN TALENTO, CHE DALLA VAL TREBBIA APPRODA A CASERTAVECCHIA PASSANDO PER L’IRLANDA E GLI STATES.

Allegra, autoironica, eclettica. Nina Zilli è così, prendere o lascia-re. E stando al successo de “L’amore è femmina tour 2012”, che da apri-le la sta portando in tutta Italia, si direbbe che Ma-ria Chiara Fraschetta, in arte Nina Zilli, la stra-da del successo l’abbia imbroccata alla grande. Nella sua musica, che affonda le radici nelle sonorità degli anni set-tanta, c’è la Motown, il R&B della Stax, il soul, il pop rock dei primi Anni Sessanta, incrociato con

gli amori italiani per Mina e Celentano giovani e per la Giamaica, ma anche Reggae, rockste-ady e ska. Una famme fatale vintage che, per il Settembre al Borgo 42, salirà sul palcosce-nico del Teatro la Torre per travolgere. Perchè lei, l’artista piacentina che ha mutuato il nome d’arte dal suo idolo Nina Simone e il cognome da mamma Zilli, ama scatenarsi e scatenare energia che fa ballare. E il repertorio si presta, a partire dalla canzone

NinaZilli

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che dà il titolo al suo terzo album e al tour, e che ha rappresenta-to l’Italia all’European Song Contest dello scorso maggio a Baku (Azerbaigian). Successi di oggi e di ieri, tra cui “L’uomo che amava le donne”, “50mila”, il bra-no scelto da Ozpetek per la colonna sonora di Mine Vaganti, “Per sempre” direttamente dal palco dell’Ariston di Sanremo, e poi i grandi amori come “At least” di Etta James e la ver-sione italiana “L’amore verrà” di “You can’t hur-ry love” delle Supremes. Sarà come aprire la va-ligia di Nina, quella di vita e di musica che la ragazza di Val Trebbia ha portato con sé dalla Val Trebbia in viaggio verso l’Irlanda, gli Sta-ti Uniti, e dovunque la portasse la ricerca del-la “sua musica”. Studia da soprano, dividendosi tra l’Università, piccoli gruppi live e il lavoro da vee jay. Nel 2001 fonda un complesso, Chiara & Gliscuri, con il quale realizza un inno alla mu-sica rocksteady, pren-dendo dai repertori più diversi, da Madonna ai Metallica, dalla Giamai-ca vera a una di fanta-sia. Nasce così la nuo-va Nina, con quell’aria di canzoni di una volta, in una dimensione “vin-tage” che illustra il suo paesaggio immaginario, una giovane e graffian-

te Mina a Detroit, reduce da un viaggio musicale a Kingston. Il singolo di lancio, “50mila”, è scelto da Ferzan Ozpetek per il film “Mine vaganti”. Alla 60° edizione del Festival di Sanremo, con “L’uomo che amava le donne”, riceve il Premio della critica “Mia Martini” ed il Premio della Sala Stam-pa nella categoria Nuova Generazione. A fine apri-le 2010 l’album “Sempre lontano” viene decretato disco d’oro. Da maggio

a luglio 2011 conduce il programma radiofoni-co “Stay Soul” su Radio Due, e quest’inverno era di casa per gli italiani sintonizzati sulla prima sera del lunedì di Cana-le 5 dove Nina faceva da spalla a Giorgio Panariel-lo nello show “Panariello non esiste”. E accarezza un sogno, mentre stu-dia e lavora con e per la sua musica: duettare con Stevie Wonder.

IL MIO SOGNO? DUETTARE CON STEVIE WONDER. GLI ALTRI MIEI MITI, PURTROPPO, NON CI SONO PIù. TIPO BILLIE HOLIDAy, OTIS REDDING, LE MARVELETTES E NINA SIMONE, DA CUI HO RUBATO PARTE DEL NOME D’ARTE

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C’era una volta un mostro che diventò psyco.

tx Mariamichela Formisano

UIL CANTASTORIE VISIONARIO E IRONICO DELLA MUSICA D’AUTORE RACCONTA I SUOI PRIMI 20 ANNI DI SUCCESSI.

Un viaggio di due ore che attraversa vent’anni di vita in musica. E’ questo Psyco tour, lo spettacolo che accenderà il palcosce-nico del Teatro della Torre di Casertavecchia il 3 set-tembre e che lo scorso in-verno ha riportato Samuele Bersani in palcoscenico dopo un’assenza di oltre tre anni. Ripartito lo scorso 13 giugno con un allestimento «open air» per l’estate, il concerto prende il nome dal doppio album «Psyco-20 anni di canzoni», un’anto-logia di 28 brani storici se-lezionati e restaurati dallo

stesso cantautore. E, sulla falsariga del disco, il con-certo che Bersani proporrà al pubblico del Settembre al Borgo 42 sarà un per-corso all’indietro nel tempo, per rivisitare due decadi di canzoni senza perdere l’occasione di raccontarsi con un pizzico di disincan-to ed ironia. “Si tratta di un concerto molto intimo - ha spiegato Bersani - nel qua-le oltre a proporre i brani più importanti della mia storia musicale, molti dei quali completamente riar-rangiati, ripescherò vecchi pezzi che non eseguo qua-

SamueleBersani

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si mai dal vivo. Un modo per fare il punto della si-tuazione, insomma”. Non mancheranno “Chicco e spillo”, che nel 1992 conquistò il pubblico di-ventando un tormentone estivo, ed “Un pallone”, che vinse il Premio della critica all’ultimo Festival di Sanremo, riconoscendo a Samuele Bersani il ruolo di “cantastorie visionario ed ironico” nel panorama della musica italiana d’au-tore. Premi e consensi di pubblico e critica a Sa-muele Bersani non sono mai mancati, dalla prima partecipazione al Festival di Sanremo con la canzo-ne “Replay”, che si aggiu-dicò il Premio della critica. La sua “Il pescatore di asterischi” ricevette poi la Targa Tenco per il miglior album dell’anno. Dopo un lungo lavoro di ricerca, nel 2003 pubblica il suo sesto disco, “Caramella Smog”, con il quale vince due tar-ghe Tenco. “L’Aldiqua”, uscito nel 2006, viene an-ticipato dall’istant song “Lo scrutatore non votante”: il brano, primo esempio in Italia di canzone uscita di getto e messa subito su i-Tunes, schizza imme-diatamente ai vertici delle classifiche dei download e delle playlist dei videoclip, con un corto in animazio-ne realizzato dall’artista contemporaneo olandese Dadara. Nel 2007 riceve il Premio Amnesty Interna-tional per “Occhiali rotti” come miglior canzone sui

diritti umani. A distanza di dodici anni, nel 2012 tor-na al Festival di Sanremo con il brano “Un pallone” vincendo, per la seconda volta, il Premio Mia Martini assegnato dalla Sala Stam-pa dell’Ariston. Eppure Sa-muele Bersani, nel bilancio dei suoi 42 anni di vita di cui 20 in musica, non dimentica l’uomo e l’artista a cui deve tutto. “Tutto cominciò nel ’91 e da Lucio Dalla. Ero redu-ce da una serie di concorsi musicali e da un’intensa mi-litanza in gruppi adolescen-

ziali quando Lucio mi notò e mi volle nel suo Cambio tour, affidandomi il compito di aprire ogni concerto. E io cantavo ‘Il mostro’”. Mentre gli ultimi scampoli d’estate lo accoglieranno al Teatro della Torre del Settembre al borgo 42, Samuele si lascia accompagnare dal ricordo dell’amico: “La mancanza di Lucio si fa sentire molto, soprattutto d’estate, perché lui era l’estate. Era già ab-bronzato a gennaio”.

SE DOVESSI SCRIVERE UN “INSTANT SONG” SULLA SITUAZIONE ATTUALE, PARLEREI DELL’ULTIMA ESTATE DA LEONI PRIMA DI UN AUTUNNO DA PEZZENTI. STIAMO VIVENDO UN MOMENTO CRUCIALE, SCANDITO DA NOTIZIE ASSURDE

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LNelle sue storie vivono pagliacci, ubriachi e zingari innamorati.

UN CANTASTORIE DEI GIORNI NOSTRI, UNO STORNELLATORE DEL XXI SECOLO, UN CANTAUTORE DELLE METROPOLI GLOBALIZZATE. ALESSANDRO MANNARINO, PROBABILMENTE, è TUTTO QUESTOE NON SOLO.

Le sue sono musiche di confine, contaminate ed alla ricerca continua di me-todi e principi differenti da fondere. Ispirate alla sua Roma ed a suoni e volti di una globalizzazione inva-dente, dove Gabriella Ferri passeggia con Manu Chao e Domenico Modugno va a braccetto con Cesa-ria Evora. Nei suoi testi, macchiati dai forti toni del surrealismo, vivono storie oniriche e tragicomiche di pagliacci, ubriachi e zingari innamorati.

Partendo dalle sonorità e dai ritmi della musica po-polare italiana Mannarino condisce il proprio mondo con elementi di musica bal-

canica e gitana, citazioni felliniane e evoluzioni cir-censi.

Alessandro Mannarino, ini-zia la sua attività artistica nel 2001, quando - girando per il rione Monti - si esi-bisce in strane session a cavallo tra il djing e il live acustico.

Nel 2006 fonda la “Kampi-na”, una band formata da 6 elementi : trombone, basso, fisarmonica, batteria, violi-no e chitarra, con cui gira in lungo ed in largo principali locali della capitale.

Sono diverse anche le col-laborazioni, si va da quella con l’autore e attore Massi-

tx Alfonso [email protected] Gabriella Caponigro

AlessandroMannarino

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miliano Bruno da cui na-sce lo spettacolo “Roma di notte”. Per continuare con gli incontri, con: Ascanio Celestini, David Riondi-no, Don Pasta, Valerio Aprea e Ardecore. Parte-cipa a “Soul Food: incon-tro su cibo, arte e sosteni-bilità ambientale” al Teatro Eliseo di Roma, si esibisce in una straordinaria perfor-mances dal vivo.

Nel 2009, lascia la band, ed intraprende la carriera da solista, pubblicando il suo album d’esordio, “Bar della rabbia”. E’ tra i finali-sti del Premio Gaber e del Premio Tenco nella cate-goria “album artisti emer-genti” e compone la sigla della trasmissione radio-fonica “Vasco de Gama” condotta su Radio Due da David Riondino e Dario Vergassola.

Per due stagioni è uno de-gli ospiti fissi musicali del-la trasmissione televisiva “Parla con me”, condotta da Serena Dandini su Rai Tre.

A marzo 2011 esce “Su-persantos”, il suo secondo disco di inediti, e ad aprile parte da Torino l’omonimo e fortunato tour live, che lo accompagna in giro per l’I-talia. Nello stesso anno, a settembre, firma, inoltre, la sigla d’apertura della nuo-va stagione di “Ballarò”, la trasmissione condotta da Giovanni Floris su Rai Tre.

Al quarantaduesimo Set-tembre al Borgo, Alessan-dro Mannarino arriva nel bel mezzo di un tour trion-

fante e sarà il protagonista assoluto della serata del 4 Settembre al Teatro della Torre di Casertavecchia. Al concerto di Mannarino, tra il pubblico di Caserta, ci sarà anche una presenza particolare: la Juve Caser-ta Basket. Con l’intento di rafforzare e sottolineare, lo stretto legame che unisce la squadra al territorio.

Così gli appassionati di basket potranno vedere una rappresentanza della loro squadra, con a capo il Presidente Gervasio ed il coach Sacripanti, applau-dire il cantautore romano in

quello che si preannuncia come il concerto evento del festival.

Anche il Presidente della Provincia, Domenico Zinzi mette in risalto l’importanza di tali iniziative: Settembre a Borgo è una festa per tutta la Provincia, una festa ca-pace di riunire sotto lo stes-so cielo le espressioni mi-gliori di una Terra capace di essere protagonista in tutti i campi.

ANCHE LA JUVE CASERTA BASKET AD APPLAUDIRE L’ESTRO DEL CANTAUTORE ROMANO.“ ”

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DLa dissacrante ironia degli Elii in concerto, a partire dall’elogio allo spam.

IL TOUR, CHE DA GENNAIO ATTRAVERSA L’ITALIA, HA LANCIATO LA CAMPAGNA “CAR WARS” PER SEGNALARE DISSERVIZI, LAVORI IN CORSO FANTASMA E QUANT’ALTRO RIGUARDA IL MONDO DELLE AUTOSTRADE.

Da gennaio scorso hanno attraversato l’Italia in lungo e in largo unendo l’utile al dilettevole. Da una parte hanno incontrato il pubbli-co che li ama proponendo un repertorio che, per ec-cellenza musicale e per sarcasmo e ironia dei testi, accomuna generazioni di fan; dall’altra, approfittando delle migliaia di chilome-tri macinati in auto, hanno lanciato la campagna “Car Wars”, condotta con Al-troconsumo per segnalare disservizi, lavori in corso fantasma e quant’altro ri-guarda il mondo delle au-tostrade. Insomma, quando ci sono di mezzo gli “Elii”, ossia Elio e le Storie Tese, tutto quello che ci si abitua a tollerare diventa denuncia dissacrante, ironica, cinica,

che nulla lascia alla bana-lità. E il sold-out registrato già nelle prevendite, per il concerto del 5 settembre al Settembre al Borgo 42, non ha stupito gli organiz-zatori che, dallo spettaco-lo di Elio e le Storie Tese al Teatro della Torre di Casertavecchia, sanno di potersi aspettare solo un dato certo: gli applausi e il consenso del pubblico. Sul resto nulla è certo, come gli Elii amano sottolineare: “Quando pensiamo ad uno spettacolo da proporre al nostro pubblico prima di tutto scegliamo pezzi che piacciano e che non fac-ciamo da tempo perché altrimenti ci annoiamo noi per primi; poi pensiamo alla composizione della scaletta e alla fine arriva il... “cosa

tx Mariamichela Formisano

Elio e lestorie tese

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ci inventiamo?”. Questo in genere scatena una serie di idee ma poi la messa a punto arriva sei minuti prima della prima”. La tap-pa al Settembre al Borgo si inserisce nel tour esti-vo del live “Enlarge your penis”, una carrellata tra classici poco frequentati dal grande pubblico, di-verse hit storiche ed alcuni brani inediti. “Enlarge your penis”, la canzone da cui prende nome il tour, è tra questi: un inno allo spam, alle pubblicità demenziali che riempiono la casella della posta elettronica. “Fi-nora in Italia esisteva solo una canzone dedicata a internet – ha puntualizzato il frontman del gruppo - ed era “www mi piaci tu” dei Gazosa. Abbiamo riempito un vuoto”. E sulla campa-gna “Car Wars” che affian-ca il tour, spiega: “Non sia-mo certo un gruppo impe-gnato, ma andando in giro ci siamo resi conto di alcu-ni “misteri” che riguardano le autostrade. Per esempio quanto costano? Tu parti da un casello e scopri solo quando arrivi quanto pa-ghi. E perché alcune auto-strade costano più di altre? Sono forse riscaldate o ci sono belle ragazze che ti massaggiano mentre viag-gi ? D’altro canto non è che paghi meno se ci sono lavori in corso, spesso “fantasma”, che ti blocca-no e ti negano il servizio. Tutta una serie di interro-gativi sui quali ci piacereb-be si facesse chiarezza”. E mentre per gli appassiona-ti di talent show l’attesa è tutta per Elio, giudice di gara di X-Factor con Si-mona Ventura, Morgan e Arisa, per i fan l’attesa è per il nuovo lavoro della

band che, a parte compi-lation o riarrangiamenti di vecchi brani, è dal 2008 che non produce un cd di inediti in studio. Con il primo, dal titolo “Elio Samaga Huka-pan Kariyana Turu” datato 1989, Elio e le Storie Tese vendono 100.000 copie, un successo seguito, nei 14 anni successivi, da 7 album ufficiali tra i quali 2 live. Nel 1996 partecipano al Festi-val di Sanremo, piazzan-dosi al secondo posto, con “La terra dei cachi” che è primo in classifica per 8 set-timane e l’album “Eat The Phikis” vende oltre 200.000 copie. Nel 2006 sono in giro per l’Italia con lo spettaco-lo “Così è se vi pare” con Claudio Bisio. Nel febbraio

2008 esce il nuovo album, l’ottavo della loro carriera, dal titolo “Studentessi”. Contestualmente vengono chiamati a condurre il Do-pofestival per il Festival di Sanremo 2008. Tutti gli al-bum da loro pubblicati sono diventati “disco d’oro”. Dal 2009, per tre stagioni, Elio e le Storie Tese sono entrati a far parte - come resident band - nel cast del program-ma satirico “Parla con me”, condotto da Serena Dandini su Rai Tre. Nel 2012 il ruolo di resident band si è conso-lidato all’interno della tra-smissione “The Show Must Go Off”, condotta sempre da Serena Dandini.

TRA HIT STORICHE E INEDITI, ELIO E LE STORIE TESE ALZANO IL SIPARIO DI CASERTAVECCHIA SUL LIVE “ENLARGE yOUR PENIS” VERSIONE ESTIVA“

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GUn pianoforte e il suo estro creativo, per invenzioni musicali di grande impatto.

Giovedì 6 Settembre, la quarantaduesima edizio-ne del Settembre al Borgo sta per chiudere il sipa-rio e sul palcoscenico del Teatro della Torre, non poteva mancare un altro musicista di eccezione. Sergio Cammariere, com-positore, interprete, musici-sta, presenta una raffinata intensità espressiva. Spa-zia tra i grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudame-ricani, la musica classica e non in ultimo la scuola cantautoriale italiana. Ha soprattutto una dote ed

una predisposizione per la composizione musicale. Il suo talento è esaltato e trova la massima espres-sione nei concerti dal vivo, un esempio su tutti, resta la intro del brano che dà titolo al suo primo album ove, ogni volta, Camma-riere rivela estro creativo immediato ed un rappor-to viscerale, intimo, as-soluto, con il pianoforte. I concerti di Sergio Camma-riere si rivelano sempre una meravigliosa avventura, mutevole in ogni situazione,

tx Wanda D’[email protected]

SergioCammariere

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SERGIO CAMMARIERE LASCIA LARGO SPAZIO AI MUSICISTI CHE LO ACCOMPAGNANO, CREANDO SUL PALCO UNA STRAORDINARIA ARMONIA E INVENZIONI MUSICALI DI GRANDE IMPATTO.

in cui l’artista, con grande generosità, lascia largo spazio ai musicisti che lo accompagnano, creando sul palco una straordinaria armonia e invenzioni mu-sicali di grande impatto. Sergio Cammariere è un artista e compositore com-pleto, più volte vincitore di dischi d’oro e di platino, sempre sorprendente, ca-rico di umanità, capace ancora di commuoversi. Una figura elegante, com-posta, quasi d’altri tem-pi, un’anima creativa e in continua evoluzione e ri-cerca, destinata a lasciare un segno sui binari della grande musica d’autore. Marzo 2012 segna l’u-scita del nuovo album, dedicato all’amico regi-sta, scenografo e artista delle luci Pepi Morgia, che racchiude quasi una sintesi, un ritratto in mu-sica di tutte le anime di Sergio, spaziando dal jazz alla bossa nova, dal samba a ritmi balcanici, da incursioni classiche alla musica world e progressi-ve. Per i testi, oltre a Ro-berto Kunstler, si avvale di due nuovi autori, Sergio Secondiano Sacchi scrit-tore e cofondatore del Pre-mio Tenco e Giulio Ca-sale narratore, musicista, poeta e autore di impor-tanti testi per il teatro. Tra le dodici tracce, due brani strumentali ricchi di sugge-stive atmosfere, “Thomas e Essaouira” e “Com’è che ti va?”, grande interpreta-zione di una canzone scrit-ta da Vinicius De Moraes con testo italiano di Sergio

Bardotti e Nini Giacomelli. Oltre ai già citati musicisti che lo accompagnano da sempre, collaborano Miche-le Ascolese alle chitarre, il trombonista Roberto Rossi e Max Ionata al sax.

Con la sua rara e raffinata intensità espressiva, Sergio Cammariere accompagne-rà la manifestazione in una dolce e memorabile chiusu-ra, sicuri che non deluderà le aspettative e lascerà in bocca il sapore dolce di una serata che non deve finire.

FIGURA ELEGANTE, SERIA, COMPOSTA. UN’ANIMA CREATIVA IN CONTINUA EVOLUZIONE E RICERCA.“ ”

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DDal 2002 un successo stravolgente. Grande attesa al Settembre al Borgo.

Diciotto musicisti che provengono da dieci paesi diversi e parlano nove lingue differenti, ma che insieme trasfor-mano le loro variegate radici e culture in un’u-nica lingua: la musica. è questa l’Orchestra di Piazza Vittorio.

Partendo dalla musica tradizionale di ogni pae-se, intingendola nel rock, nel pop, nel reggae e nella classica, si arriva alla sonorità dell’OPV. Tra musicisti che parto-no e altri che arrivano, cambia il suono dell’or-chestra senza mai tradi-

Orchestra diPiazza Vittorio

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TRA MUSICISTI CHE PARTONO E ALTRI CHE ARRIVANO, CAMBIA IL SUONO DELL’ORCHESTRA SENZA MAI TRADIRELA VOCAZIONE INIZIALE.

re la vocazione iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero. Ideata e creata da Ma-rio Tronco e Agostino Ferrente, l’Orchestra di Piazza Vittorio è nata nel 2002 all’interno dell’As-sociazione Apollo 1, un progetto sostenuto da artisti, intellettuali e operatori culturali, che hanno valorizzato il rio-ne Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono una minoranza etnica, e salvato lo storico ci-nema Apollo di Roma, che rischiava di diven-tare una sala Bingo. L’Orchestra di Piazza Vittorio rappresenta una realtà unica. è la prima orchestra nata con l’au-to-tassazione di alcuni cittadini, che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo ed ora, di fatto, nostri concittadini. Ma al di là del valore politico e sociale, l’Orchestra promuove la ricerca e l’integrazione di reper-tori musicali diversi e spesso sconosciuti al grande pubblico, costi-tuendo anche un mezzo di recupero e riscatto per musicisti stranie-ri, che vivono a Roma a volte in condizioni di emarginazione culturale e sociale. L’Orchestra, in quasi dieci anni di vita, ha girato il mondo,

tenendo concerti in tutta Italia e all’estero. L’Or-chestra di Piazza Vitto-rio è anche un film e un diario che ne racconta la genesi attraverso la regia di Agostino Ferrente. Premiato in molti festival internazionali, ha conqui-stato la critica e scaldato i cuori del pubblico in tutto il mondo. A “Settembre al borgo” propone “Il flauto magico”, la reinterpreta-zione - in chiave moder-na ed etnica - dell’opera di Mozart.

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Ariete La giostra astrale di set-tembre si muove davvero bene. Gio-vedì 6 si annuncia il passaggio di Venere nella casa dell’amore e del-la creatività, in ottimo aspetto al tuo Urano e a Giove. Si intravedono buo-ne occasioni per esprimerti con fanta-sia, per ritornare ad amare e a dare il giusto spazio ai sentimenti. Per molti Ariete il sogno può diventare realtà.

Leone Sia i pianeti veloci che lenti ti amano. Nel tuo cielo è con-centrato quanto di meglio si possa immaginare come aiuto astrale, per realizzare dei traguardi importanti in tutti i settori della vita, con risultati che fanno bene al tuo ego, al cuore e anche al tuo conto in banca. Solo Marte mostra il suo lato più ombroso e indisponente.

Vergine Il termometro dei sen-timenti vede salire la sua colonnina per tutto il mese. L’influenza di Marte in ottimo aspetto con Sole e Mercurio nel segno porta vivacità nei rapporti di amicizia e d’amore. Un pizzico di diplomazia in più, affettuosità e pas-sionalità in abbondanza sembra es-sere la ricetta giusta per arrivare al termine dell’estate soddisfatto della tua vita.

Capricorno Anche il più me-todico e conservatore nativo Capri-corno in questo mese di fine estate potrebbe avvertire la necessità di apportare qualche innovazione nella propria vita sentimentale. Il 6 termina la contrarietà di Venere: ecco che ini-zia il periodo della rinascita, di quelle piccole, significative metamorfosi che fanno bene alla vita di relazione.

Bilancia Settembre è davvero un bel mese per la Bilancia. I pianeti veloci in primis Venere , ti regalano giorni di sfrenata creatività, di dina-mismo mentale che, grazie agli ulti-mi raggi di Saturno nel segno, può tradursi in iniziative importanti per la vita sentimentale, per la sfera delle amicizie, ma anche per la vita sociale e professionale, compresa la realiz-zazione di progetti ambiziosi.

Acquario E’ un settembre mo-vimentato. In alcuni momenti aleggia un’aria burrascosa. Il fatto di non sen-tirti al centro dell’attenzione di chi ti sta a cuore ti manda su tutte le furie. L’insoddisfazione e il nervosismo che caratterizzano questo mese sono la causa principale di alcune incom-prensioni nella vita di relazione, in primis quella sentimentale.

Sorpione Le configurazioni astrali di settembre ti somigliano. Sono il tuo ritratto. Apparentemen-te equilibrato e sereno, ma in realtà dentro di te si alternano drammatici alti e bassi e un po’ di capricci. L’effet-to è determinato dai contrasti tra un tenace e focoso Marte nel segno con una Venere, alquanto affascinante ma dispettosa (dal 6 in Leone).

Pesci Con un Marte così benevolo nei tuoi confronti l’amore passionale riprende uno slancio fantastico, che da tempo mancava. Il tuo spirito di iniziativa si moltiplica e non solo ne-gli aspetti pratici della vita, sei quasi frenetico nel tuo bisogno di muoverti e dirigere i tuoi impegni sentimenta-li. Sai trovare lo spazio anche per il divertimento. E questo equivale a un netto rialzo dell’umore.

Sagittario Prende il via fati-cosamente il mese di settembre. E’ il dialogo a fare difetto. Se ti mostri intollerante ogni tipo di rapporto po-trebbe entrare in sofferenza. Tolleran-za è la parola d’ordine, almeno fino al 16. Il periodo più favorevole alla vita sentimentale si profila sicuramente quello che va dal 17 al 30. L’amore ha le carte in regola per arrivare da lontano e il Plenilunio di domenica 30 te lo dimostrerà.

Toro Durante i primi giorni di set-tembre puoi godere ancora di buo-ne protezioni astrali ma poi, già dal giorno 6 con Venere e Marte in ostile posizione il mese proseguire su note non eccessivamente alte per quanto concerne amore ed eros. Puoi sem-pre supplire con la dialettica, ottimo ingrediente sia per mantenere vivi i rapporti esistenti che per allacciare amicizie in vista di future conquiste.

Gemelli Venere ti regala un set-tembre caldo, qualunque sia la tem-peratura delle tue latitudini. Il pianeta dell’armonia e dell’amore in buon aspetto al tuo Giove, a Saturno e nel-la seconda parte del mese anche a Mercurio e al Sole, promette tenerez-za, sensualità e fortuna. Tanta fortu-na sia in amore che nelle faccende economiche.

Cancro Settembre si apre con un’esplosione di gioia per i sentimenti e per l’erotismo, con Venere e Marte che si attivano a vicenda coinvolgen-do Mercurio, Sole e Nettuno. Basta la tua sola presenza a illuminare un am-biente, a riscaldare il cuore e smuo-vere i sensi. Puoi vincere battaglie senza ferire gli avversari. E se ne nel-la seconda parte del mese qualcosa andrà storto non ti perderai d’animo.

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