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Sessione 10: Nuovi metodi per la sociologia Lorenzo De Sio Indecisi perché “lontani” dalla politica. L’influenza del coinvolgimento politico sul rapporto tra ideologia e voto in 16 elezioni tra USA, Francia e Italia. Il tema della coesione sociale viene esplorato in una prospettiva politologica, esaminando la relazione – a livello individuale – tra orientamento ideologico, grado di coinvolgimento psicologico in politica (in breve coinvolgimento politico, vedi oltre) e scelta di voto. Il concetto di “coinvolgimento politico” viene proposto come etichetta per la combinazione di livello di interesse per la politica e livello di conoscenza fattuale su di essa. Il ruolo parallelo e distinto degli aspetti motivazionali e di quelli cognitivi nell'attivare processi decisionali di maggiore complessità e sistematicità è stato messo sistematicamente in evidenza dalla letteratura in psicologia cognitiva (Petty e Cacioppo 1986; Eagly e Chaiken 1993; Kruglanski e Thompson 1999). Il quesito effettivo di ricerca è relativo all'influenza, a livello individuale, del coinvolgimento politico sulla relazione tra orientamento ideologico e scelta di voto: si ipotizza che al diminuire del coinvolgimento politico (cittadini meno interessati e informati) la scelta di voto divenga progressivamente meno coerente con l'orientamento ideologico individuale (operativizzato in termini di autocollocazione sull'asse sinistra-destra). In questo senso l’ipotesi proposta discende dall’ipotesi generale dell'interazione con la sofisticazione (Sniderman, Brody, e Tetlock 1991). Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, viene proposto un approccio innovativo: all’utilizzo di un modello di regressione viene preferito lo sviluppo di un modello logico-quantitativo, in cui la forma funzionale che connette i predittori alla variabile dipendente non è lineare additiva, ma sviluppata specificamente dal ricercatore per esprimere in modo dettagliato (e effettivamente quantitativo) le ipotesi teoriche. La modellazione logico-quantitativa, proposta recentemente in scienza politica (Taagepera 2005a; 2005b; 2007 in corso di pubblicazione) costituisce un approccio comune nelle scienze naturali, e presenta notevoli punti di contatto con l'approccio analitico- generativo in sociologia (Coleman 1964; Hedström e Swedberg 1998; Sørensen 1998). Il modello così sviluppato viene applicato (utilizzando dati di survey postelettorali) a 16 consultazioni elettorali in USA (presidenziali 1980-2000, dati NES), Francia (presidenziali 1988- 2002, dati FNES-PEF) e Italia (1972-2006, dati Barnes e Sani, Quattro Nazioni, ITANES). I risultati, caratterizzati da un importante potere esplicativo, confermano complessivamente l'ipotesi, mettendo tuttavia in evidenza importanti differenze dovute al contesto, soprattutto con riferimento all'Italia. In quest'ultimo caso, in particolare il passaggio da "Prima" a "Seconda" Repubblica (collasso dei partiti storici; uso massiccio dei media per la comunicazione politica; nuovo sistema elettorale; in parte, nuovo assetto istituzionale de facto) appare in parte "liberare" i cittadini più lontani dalla politica dai precedenti legami di appartenenza, producendo (solo tra questi ultimi) una scelta di voto maggiormente indipendente dall'orientamento ideologico. In uno “spazio politico” costruito in base alle due dimensioni dell’ideologia e del coinvolgimento, compare quindi un pattern spaziale complessivo più simile a quello di USA e Francia. Riferimenti utilizzati nell’abstract: Coleman, J. S. 1964. Introduction to mathematical sociology, New York, Free Press of Glencoe. Eagly, A., e S. Chaiken. 1993. The Psychology of Attitudes, Fort Worth, Harcourt Brace Jovanovich. Hedström, P., e R. Swedberg, (a cura di) 1998. Social Mechanisms: An Analytical Approach to Social Theory. Cambridge: Cambridge University Press. 1

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Sessione 10: Nuovi metodi per la sociologia Lorenzo De Sio Indecisi perché “lontani” dalla politica. L’influenza del coinvolgimento politico sul rapporto tra ideologia e voto in 16 elezioni tra USA, Francia e Italia. Il tema della coesione sociale viene esplorato in una prospettiva politologica, esaminando la relazione – a livello individuale – tra orientamento ideologico, grado di coinvolgimento psicologico in politica (in breve coinvolgimento politico, vedi oltre) e scelta di voto. Il concetto di “coinvolgimento politico” viene proposto come etichetta per la combinazione di livello di interesse per la politica e livello di conoscenza fattuale su di essa. Il ruolo parallelo e distinto degli aspetti motivazionali e di quelli cognitivi nell'attivare processi decisionali di maggiore complessità e sistematicità è stato messo sistematicamente in evidenza dalla letteratura in psicologia cognitiva (Petty e Cacioppo 1986; Eagly e Chaiken 1993; Kruglanski e Thompson 1999). Il quesito effettivo di ricerca è relativo all'influenza, a livello individuale, del coinvolgimento politico sulla relazione tra orientamento ideologico e scelta di voto: si ipotizza che al diminuire del coinvolgimento politico (cittadini meno interessati e informati) la scelta di voto divenga progressivamente meno coerente con l'orientamento ideologico individuale (operativizzato in termini di autocollocazione sull'asse sinistra-destra). In questo senso l’ipotesi proposta discende dall’ipotesi generale dell'interazione con la sofisticazione (Sniderman, Brody, e Tetlock 1991). Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, viene proposto un approccio innovativo: all’utilizzo di un modello di regressione viene preferito lo sviluppo di un modello logico-quantitativo, in cui la forma funzionale che connette i predittori alla variabile dipendente non è lineare additiva, ma sviluppata specificamente dal ricercatore per esprimere in modo dettagliato (e effettivamente quantitativo) le ipotesi teoriche. La modellazione logico-quantitativa, proposta recentemente in scienza politica (Taagepera 2005a; 2005b; 2007 in corso di pubblicazione) costituisce un approccio comune nelle scienze naturali, e presenta notevoli punti di contatto con l'approccio analitico-generativo in sociologia (Coleman 1964; Hedström e Swedberg 1998; Sørensen 1998). Il modello così sviluppato viene applicato (utilizzando dati di survey postelettorali) a 16 consultazioni elettorali in USA (presidenziali 1980-2000, dati NES), Francia (presidenziali 1988-2002, dati FNES-PEF) e Italia (1972-2006, dati Barnes e Sani, Quattro Nazioni, ITANES). I risultati, caratterizzati da un importante potere esplicativo, confermano complessivamente l'ipotesi, mettendo tuttavia in evidenza importanti differenze dovute al contesto, soprattutto con riferimento all'Italia. In quest'ultimo caso, in particolare il passaggio da "Prima" a "Seconda" Repubblica (collasso dei partiti storici; uso massiccio dei media per la comunicazione politica; nuovo sistema elettorale; in parte, nuovo assetto istituzionale de facto) appare in parte "liberare" i cittadini più lontani dalla politica dai precedenti legami di appartenenza, producendo (solo tra questi ultimi) una scelta di voto maggiormente indipendente dall'orientamento ideologico. In uno “spazio politico” costruito in base alle due dimensioni dell’ideologia e del coinvolgimento, compare quindi un pattern spaziale complessivo più simile a quello di USA e Francia. Riferimenti utilizzati nell’abstract: Coleman, J. S. 1964. Introduction to mathematical sociology, New York, Free Press of Glencoe. Eagly, A., e S. Chaiken. 1993. The Psychology of Attitudes, Fort Worth, Harcourt Brace

Jovanovich. Hedström, P., e R. Swedberg, (a cura di) 1998. Social Mechanisms: An Analytical Approach to

Social Theory. Cambridge: Cambridge University Press.

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Kruglanski, A. W., e E. P. Thompson. 1999. Persuasion by a Single Route: A View from the Unimodel. Psychological Inquiry 10 (2),83-109.

Petty, R. E., e J. T. Cacioppo. 1986. Communication and persuasion : central and peripheral routes to attitude change, New York, Springer-Verlag.

Sniderman, P. M., R. A. Brody, e P. Tetlock. 1991. Reasoning and choice : explorations in political psychology, Cambridge, Cambridge University Press.

Sørensen, A. B. 1998. Theoretical mechanisms and the empirical study of social processes. In Social Mechanisms: An Analytical Approach to Social Theory, a cura di P. Hedström e R. Swedberg. Cambridge: Cambridge University Press, pp. 238-266.

Taagepera, R. 2005a. Beyond Regression: The Need for Logical Models. paper presentato a Third Conference of the Belgian Political Science Association -French community, 29-30 April 2005, Liège.

---. 2005b. Predictive vs. Postdictive Models. paper presentato a Third ECPR Conference, 8-10 September 2005, Budapest.

---. 2007 in corso di pubblicazione. Predicting Party Sizes. The Logic of Simple Electoral Systems, Oxford, Oxford University Press.

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Simone Gabbriellini Meccanismi e agenti: la coesione in un network sociale simulato. Le simulazioni al computer, basate sull’idea dell’emergenza di comportamenti complessi a partire dall’interazione di attività relativamente semplici, introducono la possibilità di pensare in modo nuovo i processi sociali. Questo paper intende esplorare un meccanismo generativo di coesione sociale, simulando l’emergenza della coesione (misurata come densità della rete) a partire dal consenso (condivisione di una medesima idea) sviluppato nel tempo e generato da due caratteristiche micro: l’influenza che un agente esercita sugli altri e il numero di connessioni che legano gli agenti tra loro.

Tempo

Connettività Influenza

Consenso

Coesione Le struttture sociali e i comportamenti di gruppo nascono da regolarità e pattern relazionali stabili prodotti dalle interazioni tra individui. La sopravvivenza di tali strutture dipende dallo scambio di informazioni che avviene sulle connessioni, grazie alle caratteristiche degli individui (capacità di attirare l’attenzione, leadeship, bisogno di riconoscimento, ecc…). Per coesione sociale intendiamo l’interconnessione mediante legami socializzanti attraverso cui un gruppo condivide obiettivi e orientamenti di comportamento. L’importanza di questa strategia evolutiva implica che gli individui di un gruppo sviluppino obiettivi comuni (consenso), grazie allo scambio di informazioni (connessioni). Le connessioni tra individui e l’influenza di un individuo sugli altri sono dunque fondamentali per creare e mantenere una rete sociale. I livelli di influenza reciproca per generare consenso e di connettività degli individui per rendere possibile la comunicazione giocano dunque un ruolo fondamentale nel generare coesione sociale. A questo aggiungiamo che la coesione sociale dipende anceh dal fatto che un gruppo rimanga in accordo per un lungo tempo. Definiamo dunque la coesione come consenso nel tempo. Tramite il modello di simulazione vogliamo esplorare l’influenza che il cambiamento di determinati parametri a livello individuale (ad es. l’influenza sugli altri, il numero di idee nel sistema, il numero di connessioni di un individuo) può generare sulla coesione della rete a livello macro, prendendo in considerazione anche variazioni nell’ampiezza della rete stessa. È bene precisare che siamo consapevoli del fatto che faremo ricorso a semplificazioni sia per quanto riguarda il concetto di relazioni sociali, che per quanto riguarda le possibili quanto complesse interazioni tra coppie di individui nella realtà. Anche le reti sociali cui faremo riferimento saranno semplificazioni rispetto a quelle (multiple) realmente operanti nella vita dei soggetti.

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Riferimenti Bibliografici: AXELROD, The complexity of cooperation, Princeton University Press, 1997. BARBERA, Meccanismi sociali. Elementi di sociologia analitica, il Mulino, 2004. GILBERT, TROITZSCH, Simulation for the social scientist, Open University Press, 1999. GOLDTHORPE, Sulla sociologia, Il Mulino, 2006. HEDSTROM, SWEDBERG, Social mechanism: an analytical approach to social theory, Cambridge University Press, 1998. HEDSTROM, Anatomia del sociale, Bruno Mondadori, 2006. KLUVER, STOICA, SCHMIDT, “Formal models, social theory and computer simulations: some methodical reflections”, Journal of Artificial Societies and Social Simulations, vol. 6, no. 2. SALVINI, Analisi delle reti sociali. Teorie, metodi, applicazioni, FrancoAngeli, 2006. SALVINI, L’analisi delle reti sociali. Risorse e Meccanismi, PLUS, 2005. STOCKER, GREEN, NEWTH, “Consensus and cohesion in a simulated social network”, Journal of Artificial Societies and Social Simulations, vol. 4, no. 4. STOCKER, CORNFORTH, BOSSOMAIER, “Network structures and agreement in social network simulations”, Journal of Artificial Societies and Social Simulations, vol. 5, no. 4.

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Gianluca Manzo Generare la stratificazione sociale dei diplomi. L’utilizzo dei “sistemi multi-agenti” per studiare l’interazione tra le scelte educative degli attori. Sociologi ed economisti si interessano sempre più ai legami esistenti tra la segregazione spaziale, la stratificazione educativa e la coesione sociale. Un’idea ricorrente, talvolta implicita, é che questo nesso passi almeno in parte per il tipo di interazioni sociali esperite dagli attori. Il seguente interrogativo di ricerca assume allora una grande rilevanza : una struttura segregata dei contatti personali, che essa sia socialmente e/o spazialmente indotta, contribuisce a generare delle strutture di diplomi parimenti segregate ? Un problema considerevole posto da un tal quesito é di ordine metodologico : come analizzare dei modelli teorici che contemplano degli attori in situazioni interattive e che ambiscono a studiare gli effetti sistemici di tali interazioni ? Le dinamiche di passaggio, spesso di natura ricorsiva, che si istaurano tra i livelli “micro”, “meso” e “macro” sono in effetti ancora difficilmente modellizzabili anche nel quadro delle tecniche statistiche più avanzate. Avvalendosi di alcuni sviluppi recenti in intelligenza artificiale distribuita, il paper propone di utilizzare un “sistema multi-agente” per modelizzare i molteplici vincoli, strutturali e reticolari, che pesano sulle scelte educative degli attori. La prima parte del lavoro presenterà allora un modello teorico dei meccanismi generatori delle scelte educative individuali centrato su varie forme di interdipendenza in cui queste scelte sono incastrate (le interazioni diadiche tra gli attori non sono d’altronde che una di queste interdipendenze). Dal punto di vista matematico, il modello presenta la struttura di un “modello di scelta discreta con esternalità” (il suo impianto logico rinvia dunque ai lavori oramai classici di T. Schelling e di M. Granovetter). In seguito, per mostrare che la simulazione informatica di una società artificiale gestita da un siffatto modello teorico genera effettivamente una stratificazione sociale dei diplomi, il paper sottopone ad una serie di analisi statistiche i dati simulati e li compara con due serie di dati empirici di tipo campionario : per l’Italia, si tratta dei dati ILFI del 1999 e, per la Francia, dei dati FQP del 1993. Infine, con l’obiettivo di determinare gli effetti aggregati sulla stratificazione educativa di strutture reticolari caratterizzate da diversi gradi di eterogeneità sociale, la terza parte del paper esplora il comportamento del modello sotto diverse topologie di legami. Vi si mostra che gli effetti macrosociali d’interazioni sociali più omofile sono meno lineari di quanto si potrebbere credere di primo acchito. Il lavoro si conclude discutendo alcuni limiti del modello teorico (e della sua implementazione informatica) nel loro stato attuale di sviluppo.

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Massimo Angelo Zanetti e Simone Landini Proposte metodologiche per l’analisi della coesione e delle disuguaglianze sociali. Un’applicazione allo studio della transizione alla vita adulta Il lavoro si propone di illustrare alcuni sviluppi metodologici maturati nel corso della ricerca “Traiettorie del ceto medio” coordinata da Nicola Negri e inserita nel più ampio programma di ricerca “La questione del ceto medio” (coordinatore Arnaldo Bagnasco) nel quale il ceto medio, inteso come fulcro societario di assetti socio-economici, di sistemi regolativi e dei relativi “patti sociali” che ne sono alla base, appare anche la pietra angolare del rapporto tra coesione e disuguaglianze sociali nelle società contemporanee a capitalismo avanzato. L’ipotesi di ricerca è che i diversi eventi della transizione alla vita adulta, l’ordine e le distanze temporali tra essi che scandiscono questo passaggio, siano fortemente condizionati dai sistemi di stratificazione sociale presenti in una determinata società e che il loro studio permetta di cogliere importanti aspetti dell’impatto delle disuguaglianze sui processi di riproduzione sociale e quindi sulla coesione sociale. La ricerca, attualmente in corso, si prefigge dunque di analizzare in una prospettiva longitudinale i modelli di transizione alla vita adulta attraverso un confronto intergenerazionale. Per il caso italiano si è utilizzato il dataset dell’Indagine Longitudinale sulle Famiglie Italiane diretta dal Antonio Schizzerotto, strutturata come panel comprensivo di ricostruzione retrospettiva delle diverse traiettorie del corso di vita e condotta con frequenza biennale dal 1997 al 2005. Traendo da essa il materiale empirico il presente lavoro espone, come premesso, questioni metodologiche trattando due sviluppi tra loro connessi. In primo luogo presenteremo una tecnica per l’analisi delle distribuzioni empiriche basata sull’impiego di misure di tipo L1 condizionate rispetto agli indici di posizione. La tecnica, applicata a serie – ordinate nel caso esemplificativo per coorti o anni di nascita dei soggetti – di distribuzioni di età di sperimentazione di eventi o di durate di sequenze di eventi che definiscono la transizione alla vita adulta, produce una famiglia di curve funzioni degli indici di posizione. Questo strumento consente di condurre un’analisi formale e di apprezzare il comportamento dinamico della distribuzione empirica sottostante individuandone punti critici e tratti distintivi in termini posizionali (quantili). Le misure L1, pur costituendo una tecnica autonoma, saranno introdotte come strumento al servizio di un approccio originale di sequence analysis, che costituisce il secondo sviluppo metodologico. Il metodo di sequence analysis che sarà presentato adotta un approccio differente sia da quello metrico proprio delle soluzioni Optimal Matching introdotte in sociologia da Abbott, sia da quello algebrico della “riduzione omomorfica” sostenuto, in differenti formulazioni, da Abell e Heise, sebbene presenti con quest’ultimo alcune affinità in quanto ispirato alla linguistica. L’approccio, definibile come “generativo”, usa a fini di classificazione l’albero delle regole a specificazione successiva derivante dal processo di generazione di espressioni ben formate. Tra i vantaggi di tale approccio di sequence analysis rispetto a quelli esistenti significativa ci appare la chiarificazione del ruolo delle assunzioni teoriche sul processo di clustering.

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