SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURA PROVINCIA DI PISTOIA E ISTITUTO PROFESSIONALE...
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SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURA
PROVINCIA DI PISTOIA E
ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'AGRICOLTURA E L'AMBIENTE "B. C. DE FRANCESCHI“
PISTOIAPROGETTO A SOSTEGNO DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
A.S. 2006 -2007PROGETTO A SOSTEGNO DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
2° Convegno Formazione Docenti
10 Dicembre 2007
Metodi, strategie e contenuti con l’alunna D. Metodi, strategie e contenuti con l’alunna D. all’Istituto d’Arte di Quarrata – PT all’Istituto d’Arte di Quarrata – PT
Docenti di sostegno Docenti di sostegno
Prof. Susanna PolendoniProf. Susanna Polendoni
Prof. Matteo GradiProf. Matteo Gradi
• D. Frequenta la seconda classe dell’Istituto d’Arte e presenta una
diagnosi di disturbo autistico.• D. frequenta tutte le 40 ore previste dal
programma ministeriale. • Non parla, ma riesce a farsi capire
attraverso i gesti. Non scrive autonomamente ma collega di sua
iniziativa parole a immagini di oggetti che conosce, preventivamente ritagliati.
• In classe è mal tollerata dai compagni a causa dei suoi comportamenti imprevedibili che talvolta
sfociano in condotte aggressive.• Rispetto allo scorso anno scolastico D. è più tranquilla. In classe “urla” meno e si esprime in
modo più calmo con meno isterismi. • Se in classe è sola, ritaglia da giornali o riviste le
immagini di cui conosce il nome, le incolla sul quaderno e scrive il nome sotto la figura, in modo meccanico, ripetendolo spesso per tutta la pagina.
• D. non cerca il contatto con i compagni, comunica spesso con gli altri alternando gesti
di allontanamento a “baci soffiati”.Ha individuato nell’adulto il suo riferimento più
importante.
• Alcune volte il contatto fisico è utilizzato come canale per sfogare aggressività e frustrazione. D. abbraccia energicamente, con rabbia o alza le mani per colpire ma spesso accenna solo il
gesto.Subito dopo sa di aver avuto un comportamento
sbagliato e cerca di rimediare.
• D. ha un fratello più grande e una sorella più piccola.
• I genitori affermano che D. ha avuto uno sviluppo linguistico nella norma fino ai 2 anni,
dopodichè ha avuto un blocco e una regressione tipica dell’autismo.
• In passato D. ha preso parte a molte iniziative, ippoterapia, musicoterapia, logopedia.
Attualmente la ragazza non partecipa a nessun progetto extra scolastico.
• In classe è molto difficile gestire D. per la sua irrequietezza e imprevedibilità.
• Gli incontri con il prof. Solari sono stati l’occasione per poter illustrare la situazione ad un esperto che potesse consigliarci un percorso
didattico concreto da realizzare.
• Si è pensato di seguire un approccio con il metodo TEACCH, che prevede la comunicazione
per immagini, l’uso di cartelli, disegni e fotografie.
I nostri obiettivi sono:
• insegnare a D. a chiedere quello di cui ha bisogno
• ridurre l’ansia e la frustrazione legate al non sapere cosa farà nel corso della mattinata
• riconoscere e gestire le proprie emozioni e cogliere quelle degli altri
PRIMO OBIETTIVO• Per raggiungere il primo obiettivo si sono realizzati dei
cartoncini con delle illustrazioni di scolari che svolgono alcune azioni (ad esempio: andare in bagno, prendere
la colla, comprare la merenda, smettere di fare i compiti, alzarsi dal banco ecc); una sorta di book per
apprendere a “richiedere” le proprie necessità in ambito scolastico.
• L’alunna dovrà associare ogni sua richiesta alla rispettiva illustrazione e mostrarlo all’insegnante, che
altrimenti potrebbe non capire il suo bisogno e trovarsi davanti all’azione già compiuta.
• Far imparare a D. le richieste all’insegnante per mostrare la propria volontà
Sotto obiettivi: • voglio andare in bagno,
voglio fare merenda, ecc
SECONDO OBIETTIVO• L’intervento, finalizzato alla
realizzazione del secondo obiettivo si è concretizzato nella costruzione di un pannello illustrato che sintetizzi la
giornata scolastica
• Abbiamo chiesto ad un compagno di classe molto bravo nella resa grafica,
di illustrare un simbolo che identificasse ogni materia.
• Insieme a D. abbiamo ritagliato le immagini e successivamente incollate
su dei cartoncini rigidi. Gli stessi simboli sono stati consegnati
ad ogni docente per attaccarli sulla copertina del registro in modo che
l’alunna possa associare correttamente simbolo – materia –
insegnante.
• In classe verrà affisso un tabellone suddiviso per ore, predisposto con del velcro, per applicare ogni mattina il giorno della settimana e le materie
corrispondenti,
scelte fra quelle sistemate in una tasca – contenitore posta lì di fianco.
• La costruzione di questo calendario basato sul metodo TEACCH è utile per
ridurre l’ansia di D. attraverso la consapevolezza della scansione
giornaliera delle ore.
• Inoltre le immagini e i simboli servono per rendere D. autonoma nello spazio
in cui si muove grazie alle stesse immagini attaccate sulle porte dei
laboratori e delle aule speciali.
TERZO OBIETTIVO
• Il terzo obiettivo ricalca i precedenti tramite il filo conduttore della comunicazione per immagini.
Nostra intenzione è di far manifestare all’alunna il proprio stato d’animo, puntando sul collegamento immagine – emozione per essere assunto come
proprio ed imparare a gestire la propria emotività e coglierla nelle altre persone.
• Anche in tal caso un piccolo taccuino di immagini da esibire al momento, ci sembra opportuno per dare
efficacia ai sentimenti dell’alunna durante i confronti interpersonali. A questo proposito saranno
indispensabili procedimenti propedeutici fra i compagni, e/o fra adulti per far apprendere la corretta
applicazione del mezzo a D.
-Imparare a controllare gli stati di ansia e aggressività;
Sotto obiettivi: limitare gli scatti d’ira apparentemente immotivati verso i compagni;
imparare a gestire e controllare gli imprevisti
• La classe come già affermato è insofferente nei confronti dell’alunna perché ritiene che molti
dei suoi comportamenti siano intenzionali.• Gli insegnanti di sostegno e quelli curricolari hanno pensato che questo atteggiamento fosse dettato dalla scarsa conoscenza della patologia
di D.
COME CERCARE DI RISOLVERE O RIDURRE QUESTO PROBLEMA?
Cogliendo l’occasione dell’assenza di D., gli insegnanti di sostegno hanno preparato una lezione finalizzata ad una prima conoscenza delle problematiche del disturbo autistico e
nella fattispecie del caso di D. Il lavoro era mirato a sensibilizzare il gruppo
classe, a cui è stata affidata anche la specifica lettura del testo “Lo strano caso del cane ucciso
a mezzanotte” di Mark Haddon. In questa circostanza, i ragazzi si sono
dimostrati partecipi con interventi precisi e curiosità.
E’ stata accolta la proposta di una maggiore collaborazione ad affrontare D. con un
atteggiamento più tollerante.
……….MIGLIORARE I RAPPORTI CON I COMPAGNI DI CLASSE
IL NOSTRO LAVORO CONTINUA……
CONTENERE L’ANSIA
FACILITARE LA COMUNICAZIONE