Servite il Signore nella gioia - servidellasofferenza.org · Servire, seguire Gesù, mettere in...

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4 Servite il Signore nella gioia L’omelia del Padre alla S. Messa dei voti San Giovanni Rotondo, 10 agosto 2010 don Pierino Galeone EDITORIALE L a prima, la seconda lettura e il Vangelo sono appropriati alla gior- nata di oggi, in cui alcuni nostri figlioli emetteranno i voti definitivi, davanti a Gesù e alla Chiesa. Cosa vuol dire servire? L’ha detto Gesù: «è mio servo chi mi segue» e «Mi segue chi mette in pratica la mia Parola». Quindi, per servire, bisogna ubbidire. Non esiste un servo senza l’ub- bidienza e chi ubbidisce è servo. Se Gesù, incarnandosi, è diventato servo di Javhè, l’incarnazione era finalizzata, come dice S. Paolo nella lettera ai Filippesi, a che Gesù diventasse servo. Per diventare servo doveva ubbidire al Padre suo sino alla morte e alla morte di Croce. Servire, seguire Gesù, mettere in prati- ca la sua Parola, ubbidire. Quando serviamo con gioia? Se sei vera- mente servo, seguace di Gesù, e metti in pratica la Sua Parola dove c’è proprio Lui, il Suo Spirito, la sua vita, allora potrai gustare il bene e servire e ubbidire con gioia. Se per servire devi seguire il Signore, mettere in pratica la Sua Parola e ubbidi- re, ubbidendo diventi servo del Signore. Il servizio dell’ubbidienza, se è concreto, se metti in pratica la Parola di Dio, diven- ta gioioso. Ma c’è un altro pensiero importante: quanto più grande è l’obbedienza alla Parola di Dio, tanto più grande deve esse- re la gioia e tanto più grande è il servo che ubbidisce. L’oggetto del servizio, della sequela di Gesù e dell’ubbidienza è la Parola di Dio. La Parola di Dio ha delle gradualità. Può essere una Parola di Dio proposta ai semplici cristiani, chiamati dal Signore a salvarsi mediante l’osservanza dei comandamenti, dei precetti della Chiesa e gli obblighi del proprio stato. Ma, se nel- l’osservanza della Parola di Dio oltre ai comandamenti sono inclusi anche i consi- gli evangelici, questa inclusione compor- ta l’esistenza di beni che producono una gioia più grande. Ecco la domanda: noi serviamo il Signore con gioia nella nostra vocazione? I consigli evangelici sono uno strumento per farci avvicinare più intimamente a Dio, a Gesù, allo Spirito Santo, alla Madonna, a P.Pio, alla nostra comunità? I consigli evangelici ci danno una più gran- de ricchezza d’amore, per farci arrivare alla perfetta carità, che deve portarci ad amare di più il Padre celeste, il Figlio di Dio, lo Spirito Santo, al quale sono stati comunicati tutti i doni per la salvezza? Abbiamo questo grande dono di esse- re chiamati all’osservanza dei consigli evangelici per poter avere una perfetta carità e per avere una maggiore gioia. Immaginate un po’ quale gioia dovrebbe avere nel suo cuore chi è consa- crato al Signore in modo perfetto con i voti di povertà, ubbidienza e castità. Voi sentite nel cuore questa gioia? Sentite nel cuore vibrare la stessa carità di Dio partecipata al vostro cuore, per cui sentite il bisogno di amare Dio, Gesù, lo Spirito Santo, la Madonna, P. Pio, la Chiesa, il nostro Istituto? Noi dovremmo naufragare nella gioia, dovremmo essere beati al pensiero di dover assumere, o meglio, di essere assunti dalla carità di Dio. Servi della Sofferenza

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    Servite il Signore nella gioiaL’omelia del Padre alla S. Messa dei votiSan Giovanni Rotondo, 10 agosto 2010

    don Pierino Galeone

    EDITORIALE

    La prima, la seconda lettura e ilVangelo sono appropriati alla gior-nata di oggi, in cui alcuni nostrifiglioli emetteranno i voti definitivi,

    davanti a Gesù e alla Chiesa. Cosa vuol dire servire? L’ha detto Gesù: «è mio servo chi mi

    segue» e «Mi segue chi mette in pratica lamia Parola». Quindi, per servire, bisognaubbidire. Non esiste un servo senza l’ub-bidienza e chi ubbidisce è servo. Se Gesù,incarnandosi, è diventato servo di Javhè,l’incarnazione era finalizzata, come diceS. Paolo nella lettera ai Filippesi, a cheGesù diventasse servo. Per diventareservo doveva ubbidire al Padre suo sinoalla morte e alla morte di Croce.

    Servire, seguire Gesù, mettere in prati-ca la sua Parola, ubbidire.

    Quando serviamo con gioia? Se sei vera-mente servo, seguace di Gesù, e metti inpratica la Sua Parola dove c’è proprio Lui,il Suo Spirito, la sua vita, allora potraigustare il bene e servire e ubbidire con gioia.

    Se per servire devi seguire il Signore,mettere in pratica la Sua Parola e ubbidi-re, ubbidendo diventi servo del Signore.Il servizio dell’ubbidienza, se è concreto,se metti in pratica la Parola di Dio, diven-ta gioioso.

    Ma c’è un altro pensiero importante:quanto più grande è l’obbedienza allaParola di Dio, tanto più grande deve esse-re la gioia e tanto più grande è il servo cheubbidisce. L’oggetto del servizio, dellasequela di Gesù e dell’ubbidienza è laParola di Dio.

    La Parola di Dio ha delle gradualità.Può essere una Parola di Dio proposta ai

    semplici cristiani, chiamati dal Signore asalvarsi mediante l’osservanza deicomandamenti, dei precetti della Chiesa egli obblighi del proprio stato. Ma, se nel-l’osservanza della Parola di Dio oltre aicomandamenti sono inclusi anche i consi-gli evangelici, questa inclusione compor-ta l’esistenza di beni che producono unagioia più grande.

    Ecco la domanda: noi serviamo ilSignore con gioia nella nostra vocazione? Iconsigli evangelici sono uno strumentoper farci avvicinare più intimamente aDio, a Gesù, allo Spirito Santo, allaMadonna, a P.Pio, alla nostra comunità? Iconsigli evangelici ci danno una più gran-de ricchezza d’amore, per farci arrivarealla perfetta carità, che deve portarci adamare di più il Padre celeste, il Figlio diDio, lo Spirito Santo, al quale sono staticomunicati tutti i doni per la salvezza?

    Abbiamo questo grande dono di esse-re chiamati all’osservanza dei consiglievangelici per poter avere una perfettacarità e per avere una maggiore gioia.

    Immaginate un po’ quale gioiadovrebbe avere nel suo cuore chi è consa-crato al Signore in modo perfetto con ivoti di povertà, ubbidienza e castità.

    Voi sentite nel cuore questa gioia?Sentite nel cuore vibrare la stessa carità diDio partecipata al vostro cuore, per cuisentite il bisogno di amare Dio, Gesù, loSpirito Santo, la Madonna, P. Pio, laChiesa, il nostro Istituto?

    Noi dovremmo naufragare nella gioia,dovremmo essere beati al pensiero didover assumere, o meglio, di essereassunti dalla carità di Dio.

    Servi della Sofferenza

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    Voi siete nella gioia? Voi che avete giàemesso i voti di povertà, castità ed ubbi-dienza, siete contenti di aver dato alSignore tutto ciò che siete ed avete? Tutti,sacerdoti, laici e laiche, avete questa gioianel cuore? Forse c’è da rivedere in modopiù perfetto l’osservanza dei comanda-menti, l’osservanza dei voti di povertà,castità ed ubbidienza e mandar via dallamentalità tutto ciò che l’arbitrio ha ingiu-stamente modificato circa l’osservanzadei comandamenti, dei precetti dellaChiesa e dei consigli evangelici.

    Oggi avremo questo grande dono dalSignore, di poter accogliere dei figliolicon l’emissione dei voti definitivi.

    è una grande gioia, però, nello stessotempo, è l’occasione per rivedere la pro-pria vita da parte di quelli che hannoemesso i voti alcuni anni fa, quelli che lihanno emessi recentemente e quelli chesono nei voti temporanei o nel tempo diprova.

    Il Signore è tanto buono; se ci sonodelle debolezze, non preoccuparti: «Chidi voi è senza peccato, scagli la prima pie-tra».

    Se, nel rivedere l’osservanza dellalegge di Dio e dei consigli evangelici,notiamo dentro al cuore, alla mente, aisensi delle cose che dispiac-ciono Gesù, affrettiamocisubito oggi a ripulire il cuore,la mente, tutto l’universosensitivo, per presentarcidavanti a Cristo e alla Chiesacon uno spirito nuovo, conun cuore nuovo, con unavolontà più risoluta ad esserecoerenti al grande dono cheDio ci ha dato.

    Se non c’è l’osservanza,non c’è la coerenza; se non c’èla coerenza non c’è la testi-monianza. Non siamo fattiper vivere all’internodell’Istituto, buoni, bravi, sevolete perfetti! La nostra per-fezione ha lo scopo di esseremanifestata con la testimo-nianza dinanzi a Dio, allaChiesa e anche dinanzi al

    popolo di Dio, con il quale avremo rela-zione secondo la volontà di Dio.

    Com’è bello servire con gioia, rivederel’osservanza dei comandamenti e dei con-sigli evangelici; rivedere la puntualità, lagenerosità, la prontezza dell’ubbidienza;rinnovare il nostro cuore perché possia-mo riprendere una coerenza concreta,risoluta, costante, vera nell’adempimentodi ciò che abbiamo assunto dinanzi alSignore; prodigarci, secondo ciò che dico-no le Costituzioni, nella pastorale, nellavoro; testimoniare questa ricchezza diamore di Dio. La perfetta carità è una pie-nezza della presenza dell’amore di Dio innoi, per comunicare il Signore con lanostra trasparente testimonianza.

    Come dice il documento “Vita conse-crata”, dobbiamo trasfigurarci perché glialtri possano vedere in noi il Cristo risor-to. Com’è bello!

    è una cosa molto importante santifi-carsi, ma credo che, chi più si santifica,sente più il bisogno di santificare gli altricon la parola, con l’esempio, con la pro-pria personalità, nel lavoro, nella pastora-le, dovunque il Signore lo chiama.

    C’è la Madonna che ci accompagna,c’è P. Pio che ci prende per mano, corag-gio! �

    Servi della Sofferenza