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SERENA...MENTE magazine SERENA numero 11 anno 2013

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SERENA...MENTEmagazine SERENA numero 11 anno 2013

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EditorialeEditoriale

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“Non nascondere la testa sotto terra come uno struzzo” quando ero bambina questa frase qualche volta me la sono sentita dire dai miei nonni in presenza di qualche marachella commessa, in realtà per lo struzzo il modo per non far-si notare dai predatori è l’immo-bilità e la mimetizzazione con la natura circostante, per fare questo si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una gros-sa roccia. All’osservatore inesperto questa insolita posizione può fare pensare che lo struzzo nasconda testa e collo nella sabbia, ciò non è propriamente corretto ma mi piace utilizzare questo eufemi-smo per dire che a volte farebbe piacere nascondersi proprio come gli struzzi e non per le marachelle commesse, ma per non assistere ai mutamenti radicali del nostro paese che ostentano uno scenario politico disastrato, una economia in dissesto, una povertà evidente, una disoccupazione sempre cre-scente. Il grande senso di responsabili-tà che ci appartiene invece, e per fortuna, ci impone il dovere di rimboccarci le maniche sempre e comunque per contribuire seppur nel nostro piccolo alla rinascita di questo nostro bel paese.Il nuovo Papa ci ha dato un segna-le di speranza, piace a tutti perchè sembra ci rappresenti a differen-za di quello che non fa la classe politica esistente…si spera nella nuova, e sulla scia della speranza e dei buoni auspici di una seppur lenta ripresa noi continuiamo nel nostro percorso fatto di impegno e sacrifici. Serena-Cuore Gruppo Assistenza a settembre compie 19 anni, una grande soddisfazione se si pensa alla crescita delle sedi in una Ita-lia che va a rotoli con aziende che chiudono e disoccupati sempre in aumento, una grande soddisfazio-ne se si pensa agli appalti vinti nel settore dell’assistenza residenzia-

le, alla crescente acquisizioni di assistiti nel settore dell’assisten-za domiciliare, alle certificazioni di qualità mantenute, agli eventi realizzati in tutte le sedi, alla ge-stione totale della R.S.S.A. Villa Maria Martina, ai nuovi progetti di centri diurni a Bari e Foggia, cit-tà, quest’ultima, nella quale presto inaugureremo la nuova casa di ri-poso “Villa Elisa”.

Sembrerebbe tutto facile, ma non lo è, tutto quello che abbiamo, è stato faticosamente costruito giorno dopo giorno, insieme, con-dividendo in migliaia di persone la “mission” e i “valori portanti” del gruppo perchè è vero che ce ne sono tante di case di riposo e/o Co-operative che organizzano servizi di assistenza domiciliare ma come ho letto da qualche parte e riporto “per essere insostituibili bisogna essere diversi” e noi diversi (senza voler denigrare nessuno) lo siamo per davvero se tanti assistiti e tan-ti ospiti per anni ci rinnovano la loro fiducia. Diversi nell’aver creato una casa di riposo che è una grande famiglia, diversi nell’aver organizzato tante e tante ore di formazione profes-

sionale, diversi nell’essere sempre disponibili 24 ore su 24 365 gior-ni l’anno con servizi di reperibilità telefonica, diversi perchè ci dedi-chiamo ai nostri anziani non solo dal punto di vista professionale ma donando la nostra affettività e il nostro tempo al di là delle ore di competenza dovute e allora nel nostro lavoro….. il “donarsi” è di-ventata la modalità di operare.

Inutile dire che ci sono momenti di difficoltà, momenti di crisi ma noi del Gruppo Serena Assisten-za siamo in tanti, sempre dispo-sti a metterci continuamente in discussione ma soprattutto con tanto entusiasmo e come dice Ro-mano Battaglia: “l’entusiasmo è il più grande patrimonio che l’uomo possieda, è l’energia vitale che sti-mola le idee, è il sentiero che con-duce al successo”.Un grazie infinito a tutti quelli che ci seguono…

A cura di Anna Ragone

Coordinatrice nazionale Gruppo Serena Assistenza

Direttrice di Villa Maria Martina

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Per saperne di più - Dal nostro blogAttualità

Papa Francesco, il nuovo Pon-tefice che è già nei cuori di tut-ti noi credenti e non!

Anche noi di “Serena Taranto” vo-gliamo esprimere la gioia per l’ele-zione del nuovo Papa.All’iniziale sconcerto dovuto alla comunicazione dell’ora Papa Eme-rito Benedetto XVI di abbando-nare il pontificato, è seguito un senso di comprensione di quella piccola-grande rivoluzione che ha colpito la Chiesa come Istituzio-ne e come punto di riferimento di ogni credente.Papa Francesco è arrivato con tutta la sua umiltà e semplicità a prenderci per mano, uno per uno, e a ricondurci sulla strada che Dio ha costruito per noi.Siamo stati felici di ascoltare, du-rante il discorso rivolto ai Cardina-li e tenutosi nella sala Clementina il 15 marzo scorso, frasi rivolte agli anziani che devono svolgere la loro funzione di guida per la nuo-va generazione: “Cari fratelli forse la metà di noi è nella vecchiaia. La vecchiaia è la sede della sapienza della vita…doniamo la sapienza ai giovani, come il buon vino che con gli anni diventa più buono do-niamo ai giovani la sapienza della vita”. Quest’uomo è entrato nei nostri cuori con parole meravigliose e che riaccendono la Fede e la Speranza, messe a dura prova dalla profon-da crisi economica e spirituale di questi ultimi anni, parole che non possiamo fare a meno di condivi-dere nel loro profondo significato.È giunto a noi per ricordarci di vi-vere la fede con un cuore giovane, sempre, anche a 70 o 80 anni: “Con Cristo il cuore non invecchia mai- ha affermato-I giovani debbono dire al mondo che è buono segui-re Gesù, che è buono il messaggio di Gesù, che è buono uscire da se stessi, dalle periferie del mondo per seguire Gesù”.Vantiamo un Papa umile, buono e di esempio per tutti, un Papa da 3

guinness!Qualche curiosità sul suo conto? Eccovi accontentati.

Ama viaggiare in autobus: è noto che nella capitale argentina si è spesso spostato con i mezzi pub-blici. E il primo gesto dopo l’ele-zione a Pontefice è stato rifiutare l’auto di servizio destinata al capo della Chiesa e tornare nella Casa Santa Marta in bus con tutti gli al-tri cardinali.Vive da più di 50 anni con un solo polmone. L’altro gli è stato aspor-tato da giovane a causa di un’infe-zione.È il primo Papa non europeo nella storia della Chiesa, il primo a sce-gliere di chiamarsi Francesco in onore del Santo di Assisi e perchè questa “responsabilità” non faccia mai dimenticare a lui e a tutti noi quanto sia importante prendersi cura dei poveri e, più in generale, del prossimo.In occasione della sua nomina a Papa ha chiesto ai suoi sostenitori argentini di risparmiare i soldi del viaggio a Roma e di destinarli ai poveri.Ha criticato quei preti che hanno rifiutato il battesimo ai figli di ma-dri single.

Infine ci ha dimostrato cosa signi-fichi il rispetto per il prossimo:

qualche mattina fa, all’alba, l’ora in cui il Papa si alza, aprendo la porta ha notato la guardia svizzera, con tanto di alabarda, che aveva fatto da sentinella per tutta la notte. Quasi stupito del fatto che qual-cuno fosse stato in piedi e sveglio per ore solo per vegliare sulla sua sicurezza, il Papa è tornato nel suo appartamento e ha portato una sedia ed un panino con la marmel-lata alla guardia svizzera che du-rante il suo riposo notturno aveva vegliato su di lui.E questo è ciò che è accaduto in meno di un mese del suo pontifi-cato… quante altre sorprese, emo-zioni, lezioni di vita ci riserverà quest’uomo dal volto sereno ma dalla grande forza d’animo.Viva Papa Francesco!

A cura di Antonella Sciancalepore

Sede di Taranto

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L’iniziativa

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“La mano di Igea”… Una mano tesa al benessere psicofisico

“Nella vita ci sono sempre due scelte: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la respon-sabilità di cambiarle”. È con questo monito che nel mese di febbraio 2013 è nata una nuova realtà nel campo del sociale ed in particola-re della promozione del benesse-re psicofisico. “La mano di Igea” è un’associazione senza fini di lucro che ha sede legale in Bitonto e sedi operative nelle città di Bari, An-dria e Giovinazzo. Prende il nome dalla dea Igea (parola dal greco che vuol dire salute, rimedio, me-dicina) che nell’antica mitologia greca era venerata come dea della salute e associata non unicamente alla cura delle malattie, come suo padre Asclepio, ma anche alla pre-venzione e al mantenimento dello stato di salute.

Allo stesso modo, l’associazione ha l’ambizione di rappresentare sim-bolicamente una mano tesa alla

salute ed al benessere psicofisico, non solo quando questi mancano o sono in qualche modo carenti, ma anche quando già esistono.

A questo scopo, l’associazione in-tende creare convenzioni e col-laborazioni con enti pubblici e privati, oltre che avvalersi della collaborazione di validi professio-nisti nel campo della psicologia, fisioterapia, medicina, logopedia, assistenza sociale e socio sanita-ria, che mettano servizi e compe-tenze a disposizione dei soci.Nello specifico l’offerta include:• SEMINARI e CORSI DI (IN)FORMAZIONE: sono organiz-zate sia giornate studio ed eventi formativi ad hoc, sia veri e propri corsi, sviluppati in più incontri strutturati, con gli obiettivi di tra-smettere conoscenze e informa-zioni teorico-pratiche, rispetto a vari argomenti riguardanti il be-nessere della persona già in salu-te o vari argomenti e temi relativi alla psicopatologia.• VALUTAZIONE e RIABILITA-ZIONE NEUROPSICOLOGICA: è possibile richiedere percorsi diagnostici e programmi di ria-bilitazione neuropsicologica, in-dividuali e/o di gruppo, in sede o a domicilio, per bambini, adulti e anziani.• CONSULENZA ed INTERVEN-TI NUTRIZIONALI: sono pro-mossi interventi nutrizionali fina-lizzati sia al mantenimento delle condizioni di salute in soggetti sani, sia alla prevenzione e cura di patologie connesse con l’alimenta-zione. • PSICOTERAPIA e CONSU-LENZA PSICOLOGICA: l’asso-ciazione promuove la salute e lo

sviluppo dell’individuo in toto, offrendo un servizio di consulenza psicologica oltrechè la possibilità di richiedere percorsi individualiz-zati di psicoterapia.• SUPPORTO SCOLASTICO: in-dirizzato a bambini che presenta-no semplici difficoltà scolastiche legate ad un errato metodo di stu-dio o che necessitano di un tempo di apprendimento diverso rispetto ai loro coetanei o ancora di condi-zioni favorevoli alla concentrazio-ne e indirizzato, altresì, a bambini e adolescenti che presentano spe-cifici disturbi dell’apprendimento (Dislessia Evolutiva, Discalculia Evolutiva, Disturbo Specifico della Scrittura, Disturbo di Compren-sione del Testo (DCT) Disturbo dell’apprendimento non verbale ).• LABORATORI LUDICO-CRE-ATIVI: rivolti ai bambini e fina-lizzati a favorire il gioco libero e il rispetto delle regole, a stimolare creatività, espressività e coope-razione, autonomia, autostima, a trasformare il bambino in attore e protagonista dei materiali che utilizza, ad aiutare il bambino a crescere e a sviluppare/potenzia-re le proprie abilità, a stimolare la cooperazione tra bambini, coin-volgendoli in attività ricreative/ludiche, ad offrire opportunità di dialogo e relazione sociale.• TRAINING DI GRUPPO: è pro-posta una serie di percorsi di grup-po, come training di rilassamento, training di abilità sociali (Social Skills Training, SST), gruppi di musicoterapia e gruppi centrati sul disturbo, ovvero gruppi omo-genei di persone che presentano lo stesso disturbo psicologico (de-pressione; attacchi di panico; fobia sociale; disturbo ossessivo-com-pulsivo etc.).• CONSULENZA ED INTER-VENTI DI FISIOTERAPIA E RI-ABILITAZIONE: rispetto a diver-se patologie, in particolar modo muscolo-scheletriche e neurologi-che.

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L’associazione inizia il suo lavo-ro organizzando e proponendo gratuitamente, a fine maggio, un seminario sul tema della nutri-zione. L’evento “Mangiare è bene, pensarci è meglio” ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti consigli e strategie per alimentarsi corret-tamente ed è rivolto a chi desideri migliorare il suo rapporto col cibo, attraverso una maggiore consape-volezza del proprio mondo emo-zionale, consolidare abitudini ali-mentari benefiche e realizzare uno stile di vita sano e appagante.Il seminario si terrà presso la sede legale dell’associazione, in via Ge-nerale Montemar, 11, a Bitonto e seguirà, nella stessa giornata, la cerimonia d’inaugurazione dell’as-sociazione “La Mano di Igea”, alla quale i partecipanti al seminario saranno i benvenuti.

Lo stesso seminario sarà ripropo-sto, nelle successive settimane, nella sede operativa di Bari, in via Amendola, 174/A.Per ulteriori informazioni, si con-siglia di visitare il sito internet all’indirizzo www.lamanodiigea.it e la pagina facebook “La Mano di Igea Associazione”.

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Il sale è meglio averlo in zucca che nel piatto

L’ipertensione è una delle pato-logie più diffuse che nel nostro Paese colpisce 1 adulto su 3, ma andiamo per gradi: cos’è l’iper-tensione e quali rischi comporta? L’ipertensione o ipertensione ar-teriosa, è una malattia cronica in cui la pressione del sangue nelle arterie della circolazione sistemica risulta elevata. Ciò comporta un aumento di lavoro per il cuore. La pressione arteriosa è riassunta da due misure, sistolica e diastolica, che dipendono dal fatto che il mu-scolo cardiaco si contrae (sistole) o si rilassa (diastole) tra un battito e l’altro. La pressione sanguigna normale a riposo è compresa tra i 100 e i 140 mmHg di sistolica e tra i 60 e i 90 mmHg di diastolica. È considerata un’ipertensione se vi è una pressione costantemente pari o superiore ai 140/90 mmHg.L’ipertensione è classificata come primaria (essenziale) o come se-condaria. Circa il 90-95% dei casi sono classificati come “ipertensio-ne primaria”, il che significa che vi è pressione alta senza evidenti cause mediche di base. Il restante 5-10% dei casi, classificati come “ipertensione secondaria” sono causati da altre malattie che colpi-scono i reni, le arterie, il cuore o il sistema endocrino.L’ipertensione è un fattore di ri-schio per l’ictus, per l’infarto del miocardio, per l’insufficienza car-diaca, per gli aneurismi delle ar-terie (es. aneurisma aortico), per la malattia arteriosa periferica ed è una causa della malattia renale cronica. Anche moderate eleva-zioni della pressione sanguigna arteriosa sono associate ad una riduzione dell’aspettativa di vita. Cambiamenti nella dieta e nello stile di vita sono in grado di miglio-rare sensibilmente il controllo del-la pressione sanguigna e di ridurre il rischio di complicazioni per la

salute. Tuttavia il trattamento far-macologico è spesso necessario in persone per le quali i cambiamenti dello stile di vita risultano ineffi-caci o insufficienti.Chi soffre di pressione alta sa bene che deve moderare il consumo di sale. Questa, è una buona rego-la valida per tutti, ma evidente-mente, seguita da pochi. In Italia, infatti, il consumo medio di sale è di 10 g al giorno (inclusi i bam-bini e gli adolescenti) contro i 5 raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per sensibilizzare l’opinione pub-blica sul tema anche quest’anno si è svolta la “Settimana mondia-le per la riduzione del consumo di sale organizzata” da World Action on Salt and Health (WASH), a cui partecipano la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e il Gruppo di lavoro Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sodio in Italia (GIRCSI). Non tutti, purtroppo, sono consapevoli dei rischi legati all’eccessiva assunzio-ne di sale e soprattutto, quando ci alimentiamo, non teniamo conto che in talune pietanze il sale è già contenuto (anche nei prodotti dol-ci o da prima colazione!); il rischio di superare la soglia raccomanda-ta di sale è ancora più elevato se si pranza fuori casa, come capita alla quasi totalità dei lavoratori.

Come fare, allora, per tenere sotto controllo il consumo di sale? Pri-

ma di tutto controllate le etichet-te e scegliete i prodotti a basso contenuto di sodio. È bene anche ridurre il consumo di sughi già pronti, cibi in scatola e limitare l’uso di condimenti come salsa di soia, dado da brodo, ketchup, ecc. che contengono già sale.

Per insaporire le pietanze usate le spezie (ricche di sapori, ma anche di numerose proprietà benefiche), ma anche il limone o l’aceto sono un ottimo sostituto. Per gli spun-tini preferite la frutta o lo yogurt ai classici snack salati. Iniziate da questi piccoli accorgimenti e vedrete come otterrete migliora-menti sensibili.

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Facebook fa bene al cervello degli anziani

Il cervello degli anziani è più atti-vo in coloro che si iscrivono ai so-cial network. Questo il risultato di una ricerca statunitense, più pre-cisamente dell’Università dell’Ari-zona, secondo la quale la capacità cerebrale e cognitiva degli ultra 65enni migliorerebbe stimolata da questi nuovi fenomeni sociali.

È la frequentazione e l’uso della rete basata sulle relazioni sociali a coadiuvare la tenuta in salute del cervello: gli scienziati americani si sono resi conto che gli anziani che frequentano i social network riescono a tenere lontani lo spet-tro della demenza senile con più facilità.Per verificare la loro tesi i ricerca-tori hanno preso un campione di 14 persone di età compresa tra i 68 ed i 91 anni e lo ha sottopo-sto ad una serie di test cognitivi

per verificare lo stato delle facoltà mentali dopo averli divisi in due gruppi distinti. Tutti i soggetti fa-centi parte dello studio sono natu-ralmente stati scelti tra coloro che non avevano mai utilizzato Face-book o che lo utilizzavano meno di una volta al mese.Un primo gruppo è stato impiega-to direttamente sul social di Mark Zuckerberg.

Chi non possedeva un proprio profilo è stato invitato a crearlo ed a tutti sono state impartite lezioni su come gestire il proprio profilo e aggiungere i compagni di “studio” come amici. Ad ognuno è stato poi chiesto di aggiornare e movi-mentare il proprio profilo con la condivisione di uno o più elemen-ti almeno una volta al giorno. Al contempo, gli altri volontari, chia-mati a funzionare come un gruppo di controllo, sono stati spinti ad iscriversi ed a gestire un account

su Penzu.com, un diario privato online.Tutti i partecipanti, prima dello studio, sono stati sottoposti a dei test riguardanti la funzionalità co-gnitiva, le interazioni sociali ed i livelli di solitudine. Gli stessi esa-mi sono stati condotti poi a fine ricerca, dopo otto settimane.

Gli anziani che hanno utilizzato Facebook mostravano migliora-te capacità sull’azione, sul ragio-namento e sulla memoria in una percentuale pari al 25%, rispetto a quelli del gruppo di controllo, che non hanno mostrato alcun cam-biamento sensibile.

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Alla scoperta del Messico: cro-giuolo di storia, cultura, diver-timento e paesaggi emozio-nanti

Quante volte a scuola ci hanno fat-to fare il gioco delle associazioni? Non so perchè mi sono ritrovata a farlo pensando al Messico e la parola che mi è venuta in mente è stata colore. Penso al Messico e subito la mia mente si colora di azzurro, bianco, verde, sento pro-fumi e ricordo sapori. Il Messico è un territorio variegato, ricco di tradizioni, storia e paesaggi con-trastanti, ma straordinario per la sua unicità e magnificenza. Que-sto paese sud americano custodi-sce nella sua anima molti aspetti: una natura sfarzosa che va dalle vedute desertiche del nord alle fo-reste pluviali del sud, dalle coste caratterizzate da spettacolari fon-dali corallini dell’Oceano Atlanti-co, ideali per chi ama le immersio-ni, alle animate acque del Pacifico.È un paese che trasuda storia, un paese quasi magico costituito da melting-pot di culture e civiltà come gli Indios e gli Spagnoli, è un tripudio di cultura popolare, sapo-ri e colori. È un territorio che non lascia insoddisfatta una popola-zione turistica eterogenea: le spe-cialità culinarie soddisfano anche i palati più esigenti soprattutto se amanti del peperoncino e della buona tequila; l’archeologia disse-mina questa terra, si passa dalle sculture Olmeche, alle gigantesche piramidi Maya usate per comuni-care con gli dei. A fare da cornice a quest’opera d’arte troviamo il turchese intenso dell’incantevo-le mare e le immense spiagge di sabbia bianca che accolgono miti, leggende, dei e pirati; dei paradisi in terra al cui fascino è impossibile resistere. Terra, acqua e aria si sfi-dano per regalare una delle visioni più belle del mondo.La densa ed antichissima storia del Messico fa quasi a pugni con

l’espressione “Nuovo Mondo”, usata per indicare il continente Americano. I primi abitanti risal-gono a più di 20.000 anni prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. I loro posteri diedero vita a civiltà altamente sviluppate che germo-gliano tra il 1200 a.C. ed il 1521 d.C. tra le quali le più conosciute sono quelle dei Maya e degli Azte-chi. Questi popoli indigeni erano etnie dall’ardente fantasia, lascia-rono grandiosi monumenti: tem-pli imponenti su piramidi tronche, riccamente decorati, di cui i viag-giatori spagnoli raccontarono le meraviglie; sculture allucinanti di morbose deformità, ceramiche co-lorate, gioielli meravigliosamente scolpiti. Diversamente da quanto accaduto in altri paesi colonizzati, gli indigeni messicani sono stati alla base dell’impero costruito da-gli spagnoli. Questa peculiarità si riflette chiaramente nella diversi-tà etnica del Messico odierno: at-tualmente, nel paese vi sono più di 15 milioni di indigeni, che parlano una cinquantina di dialetti diversi.

Viaggiare in MessicoIl Messico possiede una ricchezza culturale e storica non riscontra-bile in altre zone del mondo. La qualità ed il lusso offerto dalle sue rinomate strutture alberghiere rendono il paese una delle mete sognate da chi desidera tranquilli-tà e relax, dopo un intenso anno di lavoro, ma anche per chi predilige un turismo culturale, alla scoperta di antichi popoli ed arcaiche tradi-zioni. Il viaggio in Messico non è più solo un viaggio di distensione, ma è un momento per sperimentare emo-zioni indimenticabili, capaci di farci tornare indietro nel tempo, e fermarlo per far rivivere le grandi civiltà aborigene ed immergersi nella natura tropicale della giun-gla.Il periodo dell’anno migliore per visitare questa perla caraibica è da

ottobre a dicembre (alta stagione), ma è una meta fruibile anche nei mesi estivi col vantaggio di gode-re di tariffe di bassa stagione. I viaggiatori interessati a conoscere cultura e tradizioni del paese non possono esimersi dalla visita di Città del Messico, San Miguel de Allende, Zacatecas, che incorpora-no il vero carattere del Messico, so-prattutto sono una testimonianza della Nuova Spagna nel corso tre secoli di dominazioni. Ma il turismo internazionale è soprattutto richiamato dal gran-de patrimonio archeologico del Messico. Si contano più di 174 aree archeologiche che narrano lo splendore della cultura azteca e maya. Nonostante le distruzioni, sono molti i siti ed i resti che rac-contano la storia di questi popoli, dalla cultura raffinata e dall’origi-ne complessa e ancora oggi ricca di luoghi oscuri. Nelle zone agresti oggi è ancora viva la cultura in-dios, maya e dei toltechi. Il Messico attualmente ha 26 siti dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, 150 aree archeologi-che, 159 aree naturali protette. Un nuovo tipo di viaggio in Mes-sico è l’ecoturismo favorito da pa-esaggi inimitabili, foreste, grotte, fiumi e montagne che accolgono grandi quantità di flora e fauna. Infine c’è chi si reca in Messico per le splendide spiagge bianche ed il mare caraibico, in questo caso la maggioranza dei turisti si concen-tra sulla Riviera Maya, costa orien-tale della penisola della Yucatan, ma è richiesta anche la località di punta della costa pacifica come Porto Vallarda; meno frequentati, ma di sicuro incanto sono le visite nella zona di Baja California.

CucinaLa cucina messicana è una deli-ziosa combinazione tra la cucina speziata indiana e i sapori della terra spagnoli; si presenta con una grande mescolanza di profumi,

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odori e sapori riuniti in pietanze di assoluta bontà e curiosità, ma se consideriamo numerosi ali-menti che troviamo sulle tavole europee, quali mais, pomodoro e cacao, ci rendiamo subito conto di come anche la nostra cultura ali-mentare sia stata profondamente influenzata da quella messicana. Tra i piatti più famosi si ricorda-no le enchiladas e i tacos - tortillas farcite di carne e condite con salse piccanti o semplicemente fritte; per chi soggiorna lungo le coste ci sono inoltre tante possibilità di gustare ottimo pesce servito in ta-vola con salse a base di peperonci-no e cumino. La tequila messicana è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Il rito della tequila Bere la tequila in Messico è un vero è proprio rito, un dovere per ciascun visitatore, narrato anche nei murales di Diego Rivera e nel-le canzoni popolari dei Mariachi. Essa è prodotta da un cactus parti-colare di colore blu, l’agave blu, che cresce vicino alla città di Tequila.Per bere la tequila messicana esi-ste un procedimento preciso; mu-nitevi di sale fino e lime tagliato a fette e poi procedete nel seguente modo:1) Passate la lingua sul dorso della mano e spargetevi del sale; 2) Leccate il sale e succhiate la fet-ta di lime; 3) Bevete un bicchierino di tequila molto abbondante; 4) Leccate di nuovo il sale sulla mano.

A cura diAlessia Silecchia

Curare l’ipertensione cammi-nando

A proposito di ipertensione, una delle soluzioni per arginare il ri-schio, come già sottolineato in questo numero, è fare sport. Da quanto emerso da uno studio pubblicato ad aprile sulla rivista dell’American Heart Association “Arteriosclerosis Thrombosis and Vascular Biology”, a sorpresa sembra che sia molto più efficace contro ipertensione, colesterolo e diabete una camminata a passo sostenuto del jogging. Oggetto della ricerca, durata sei anni, sono stati oltre 33mila run-ners e 15mila persone dedite, in-vece, alla camminata veloce con un’età compresa tra i 18 e gli 80 anni.Nel corso di sei anni di osserva-zione, i ricercatori hanno scoperto che la stessa energia utilizzata per una camminata di intensità mode-rata e per una corsa ad alta inten-sità porta ad una riduzione simile nel rischio di sviluppare malattie cardiovascolari incluse quelle co-ronariche.Diversamente dagli altri studi, i ricercatori hanno valutato il con-sumo calorico della camminata e della corsa in base alla distanza percorsa e non al tempo. Con que-sto metodo di analisi, gli studiosi hanno visto che in chi praticava jogging il rischio di insorgenza dell’ipertensione si riduceva del 4,2% contro il 7,2% di chi si dedi-cava alla camminata veloce. Allo stesso modo, il rischio di coleste-rolo si abbassava del 4,3% nei jog-gers e del 7% negli appassionati della camminata. Una differenza minore si è vista, invece, per il rischio di insorgenza del diabete (12,1% contro il 12,3%) e una si-gnificativamente maggiore per le malattie coronariche: se chi corre-va aveva una riduzione del rischio del 4,5%, chi camminava ha visto diminuire il pericolo di insorgenza

del 9,3%.Oltre a questi risultati la buona notizia deriva dal fatto che a dif-ferenza della corsa, la camminata è un’attività praticabile da chiun-que: non importa l’età, non servo-no attrezzature specifiche, si può praticare in qualunque momento della giornata e non serve un luo-go specifico.Non a caso la camminata veloce sembra essere una scelta predilet-ta dalle donne (che rappresenta-vano l’80% del campione dedito a questa attività fisica) probabil-mente proprio per la flessibilità e semplicità di pratica.Questo nuovo studio è anche un’ulteriore conferma dell’impor-tanza di svolgere attività fisica in modo costante e regolare e di quanto molto spesso sia più im-portante delle terapie farmacolo-giche.I cosiddetti “week-end warriors”, vale a dire coloro che si dedicano al movimento solo nel fine settima-na, rischiano di peggiorare il loro stato di salute perchè il fisico non è allenato e subisce forti stress quando è sottoposto a sforzi im-provvisi. La prescrizione ideale arriva dall’American Heart Asso-ciation che raccomanda di svol-gere un’attività moderata, come la camminata veloce, per almeno trenta minuti cinque volte a setti-mana o, in alternativa, un’attività intensa, come la corsa, per 25 mi-nuti tre volte a settimana. Meglio se seguiti da esercizi di stretching.Oltre alla camminata veloce e alla corsa si possono svolgere tutte le attività aerobiche come il nuoto o la bicicletta, ma l’attività fisica va bene sempre e a tutte le età perchè riduce anche altri fattori di rischio come quelli legati all’insorgenza di osteoporosi, obesità e tumori.

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Laboratorio creativo de “I DOLCI DI PAOLA”

Laboratorio di pasticceria

a Villa Maria Martina per

la preparazione di un dolce

tipico pugliese: la scarcella!

Ed anche molta fantasia per decorare

perchè...

Niente sarebbe possibile senza l’aiuto dei nostri collaboratori

...anche l’occhio vuole la sua parte.

Gli ingredienti principali sono entusiasmo

Un ringraziamento particolare va a

“I dolci di Paola” senza cui questo non

sarebbe possibile!

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La cucina di Serena

Il gusto di un primo piatto ve-neto che soddisfa tutta Italia: Lasagne al radicchio

Ingredienti:

300 gr. di radicchio rosso di Vero-na50 gr. di pancetta affumicata100 gr. di grana grattugiato6 cucchiai di farina bianca30 ml. di vino bianco secco1000 ml. di latte 40 gr. di burro 1 spicchio di aglio noce moscata q.b.

Procedimento:

Innanzittutto mondate e tagliate il radicchio rosso a striscioline, in una casseruola mettete a scaldare l’olio extravergine d’oliva, fate im-biondire lo spicchio d’aglio intero, quando il “soffritto” sarà pronto, togliete l’aglio e mettete a rosolare la pancetta tritata. Unite il radic-chio e sfumate col vino bianco, sa-late, pepate e coprite la casseruo-la con un coperchio. Fate cuocere per 15 minuti. Quando il radicchio sarà pronto, scolatelo, strizzando-lo bene per eliminare il liquido, e mettetelo in caldo da parte. A que-sto punto in abbondante acqua sa-lata fate cuocere le lasagne e pone-tele ad asciugare su un canovaccio. Intanto preparate la besciamella stemperando la farina nel latte, unendo il sale, il burro e la noce moscata. Mettete la pentola sul fuoco a fiamma moderata e me-

scolate con un cucchiaio di legno fino a quando la salsa non si sarà addensata. Prendete una pirofila da forno, imburratene il fondo e adagiatevi sopra un primo strato di pasta, si-stemateci sopra il radicchio brasa-to, la besciamella, spolverate con il formaggio grattugiato e continua-te così fino a formare tre strati. Mettete ora la pirofila in forno e fate cuocere il pasticcio a 150° per almeno 35 minuti.

Dal Nord al Sud per un secondo piatto da leccarsi i baffi: Bom-bette pugliesi

Le bombette pugliesi sono un se-condo piatto di carne tipico della cucina pugliese e consistono in in-voltini di vitello ripieni o in alcuni casi avvolti da pancetta, con un cuore saporito di caciocavallo. Una volta farcita la fetta di carne, que-sta viene arrotolata assumendo il tipico aspetto di una “bombetta”. Le bombette pugliesi tradizionali vengono cotte sulla brace ma, in alternativa, si possono cuocere in forno

Ingredienti per 4 persone:

• 12 fettine sottili di vitello• 12 fette di pancetta• 150 gr di caciocavallo• Prezzemolo q.b.• 1 spicchio d’aglio• Sale q.b.• Pepe q.b.

Procedimento:

Tagliate il caciocavallo a fettine sottili, prendete le fettine di carne, ricopritele di carta da forno e con l’aiuto di un batticarne battetele per renderle sottili. Salate, pepa-te le fettine e iniziate a comporre le bombette ponendo su ciascuna fetta di carne una fetta di pancet-ta, qualche fettina di caciocavallo e poi insaporite con il prezzemolo e l’aglio tritato.

Arrotolate le fettine e fermatele con un stuzzicadente. Oliate una pirofila che possa contenere tut-te le bombette e cuocete in forno preriscaldato a 200° per circa 30 minuti, terminate la cottura azio-nando il grill per qualche minuto e servite le bombette pugliesi ben calde.

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Spot Villa Maria Martina

VILLA MARIA MARTINAR.S.S.A. residenza socio sanitaria assistita - Casa di Riposo

Servizi Offerti

. Assistenza medica polispecialistica

. Assistenza infermieristica 24 su 24

. Programmi individualizzati di riabilitazione fisica e cognitiva

. Assistenza e cura quotidiana dell’Ospite, assicurata da personale qualificato. Alimentazione personalizzata. Servizio di assistenza psicologica e sociale. Palestra attrezzata. Animazione con attività ludiche e culturali. Spazi attrezzati per il tempo libero, zona cinema, zona relax, sala per feste e ballo, laboratorio teatrale, laboratorio decorazioni e cucito. Spazi all’aperto. Servizio taxi

Casa protetta - Casa di riposoVia Paolo Borsellino 8 ex Via Vecchia per Ceglie

70010 Valenzano (Ba)per info e prenotazioni tel. 080.4675008 fax. 080.4677059

oppureLinea Cuore del Gruppo Serena Assistenza Onlus

tel: 080.5423300 www.assistenzaserena.eu

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Attività riabilitative e ludico ricreativa a Villa Maria Marti-na

Che siano attività ludico-ricreati-ve o compiti domestici di routine, esse aiutano a strutturare la gior-nata degli ospiti della casa di ripo-so, favorendo la socializzazione, occupando il tempo e aiutando gli ospiti stessi a percepire la misura di ciò che possono fare, accrescen-do la loro autostima e la condizio-ne psico-fisica.L’inattività, infatti, può portare ad un generale deterioramento delle condizioni fisiche oltre che alla noia. Il movimento, le attività manuali e ricreative recano bene-ficio all’anziano o al malato affet-to da demenza in diversi modi: lo aiutano a rimanere indipendente, mantengono e stimolano le sue ca-pacità mentali e fisiche, risveglia-no e fanno scoprire vecchi e nuovi interessi, contribuiscono a fargli consumare energie in eccesso mi-gliorando la qualità del riposo not-turno.

Incoraggiare gli ospiti di una casa di riposo ad avere degli interessi e restare attivi può aiutarli a con-durre una vita quanto più norma-

VILLA MARIA MARTINAR.S.S.A. residenza socio sanitaria assistita - Casa di Riposo

le possibile e a non vivere la con-dizione di ospite di una R.S.S.A. come quella di una “prigionia”, bensì di una vacanza, di una nuova dimora con spazi condivisi, in cui la vita può continuare senza sen-tirsi necessariamente abbandona-ti a se stessi.

Una delle peggiori condizioni che un anziano possa vivere è quella della solitudine o del senso di ab-bandono,

Vita di Villa Maria Martina

noi di Villa Maria Martina deside-riamo che i nostri ospiti si sentano “vivi” e mai soli, che arrivino alla fine della giornata soddisfatti e contenti di aver trascorso un altro giorno nella nostra struttura ed ecco perchè abbiamo previsto un piano di attività giornaliero al

quale si aggiungono le gite al mare o nelle masserie didattiche… ma chi l’ha detto che la vita finisce a 70 anni?!

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Vita di Villa Maria Martina

In quegli occhi, quelle mani, 100 anni di ricordi, emozioni, pensieri tristi e felici.

Un momento importante va festeggiato

col giusto fasto circondati dalla famiglia...

Sentirsi sempre a casa, circondati

dall’affetto di chi si prende cura di

te quotidianamente e condividere

con ciascuna persona traguardi

unici...

Felici 100 anni signora Anna!

...quella di sempre che si unisce a quella nuova!

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A tutti coloro che si dedicano ai nostri cari

Sappiamo bene che affidando i nostri cari alle vostre amorevoli cure, voi tutti, ogni giorno, condividete con noi ansie e preoccupazioni per il loro stato di salute.

Sempre con molta attenzione, rispet-to, passione ed anche allegria, quo-tidianamente, dispensate carezze, baci ed abbracci per far superare a tutti loro la tristezza e la malinco-nia di un passato che può sembrare tanto lontano; ma si può esser felici se qualcuno ti è vicino e ti aiuta a farlo, come voi lo fate, anche con un piccolo gesto d’amore che diventa di una grandezza inestimabile e che noi parenti tutti insieme vogliamo testi-moniarvi.Ed è per questo che vogliamo un po’ facilitare il vostro prezioso compito, non certo facendo con voi turni di servizio, anche perchè non saremmo così bravi come lo siete voi, ma do-nando alla struttura uno strumento importante, un defibrillatore, con l’augurio che non ci sia mai bisogno di usarlo ma se foste, malaugurata-mente, nelle condizioni di doverlo fare, che possa aiutarvi a rimettere in moto una macchina che avrà cer-tamente qualche anno, ma preziosa

perchè è la macchina della vita.Con questo dono, per quanto possibi-le, vogliamo contribuire anche a met-tere sempre più in risalto l’operato di Villa Maria Martina, come punto di riferimento, dove ogni ospite può ritrovare la sua casa fatta di dignità ed amore per la vita che il buon Dio vorrà concedergli.

A nome di tutti noi un sincero ed im-menso grazie!

Giovanni BrigidaGaetano Cafagna

Ginevra De VeneziaMaria De Venezia

Giuseppa GarganoGiacinto Giove

Raffaele InnellaSabino Martiradonna

Annamaria MastrolonardoAngela ParisWilma Sesta

Vita di Villa Maria MartinaUn regalo per Villa Maria Martina: la lettera dei parenti di alcuni ospiti

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L’evento

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“Tutto il possibile”

Mostra d’arte in memoria della pittrice Francamaria Ricco

L’evento

Nel nostro lavoro siamo a contatto con numerose persone, scopriamo le loro storie, ci affezio-niamo; la loro quotidianità diventa anche un po’ la nostra. Questo è ciò che è successo con la sig.ra Francamaria Ricco e la sua famiglia; la sig.ra è deceduta nello scorso mese di febbraio a causa di una malattia crudele e beffarda, l’Alzheimer, che l’ha colpita precocemente e le ha impedito di vivere gli anni più belli, quelli della libertà dal lavoro fatti di progetti, di viaggi, di una nuova giovinezza insieme all’amore della sua vita e alle sue figlie. La sig.ra era una pittrice, usava i colori per esternare i propri sentimenti, per parlare di sè: una pennellata poteva corrispondere ad una carezza o ad un pugno, ma era ciò che le permetteva di manifestare la sua vera essenza. È stato così da sempre e finchè la malattia le ha permesso di impugnare il pennello, certo i tratti non erano gli stessi, i colori più confusionari, ma anche nella malattia l’arte le faceva compagnia.Ci siamo affezionati alla sua storia e abbiamo sofferto quando è venuta a mancare come se fosse stata una persona di famiglia, ed è per questo che abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa dell’Associazione Alzheimer e di onorare la sua memoria con una esposizione dei suoi qua-dri che rivelano l’evoluzione della sua malattia che corrisponde all’involuzione della persona e dell’artista.

La mostra “Tutto il possibile” si svolgerà presso il Fortino di Sant’Antonio a Bari nei giorni 2 e 3 luglio dalle ore 18.00 alle ore 21.00. Ingresso libero.

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Spot serena

SERENA - CUORE GRUPPO ASSISTENZA

Assistenza domiciliare e ospedalieraI nostri servizi:

. Riabilitazione neuropsicologica individuale e di gruppo (stimolazione cognitiva, reminiscenza,terapia occupazionale)

. Assistenza medica generica e specialistica. Supporto psicologico e consulenza familiare

. Esami diagnostici a domicilio. Assistenza infermieristica

. Ausilio ed assistenza. Accompagnamento

Via Amendola, 174/A - Baritel. 080.5423300 fax. 080.5428082

Le nostre sedi: Taranto, Foggia, Andria, Torino, Vicenza, Napoli, Trani, Caserta, Pescara, Milano

[email protected] - www.assistenzaserena.eu

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Speciale terza età

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Vita del Gruppo SerenaDicono di noi

“Ieri sera ho invitato a cena le signore Teresa Sportelli e Pasquina Ventrelli, vostre assistenti, in servizio per due anni dalla mia cara amica Angelina, ed ora, anche loro mie carissime ami-che perchè ho potuto ammirare la straordinaria umanità con cui hanno curato, con somma professionalità, la mia amica, tanto che il giorno del funerale erano le uniche a piangerne la morte con sincero dolore, mentre il “vero deserto”- intendo il deserto dei sentimenti, annientati da motivi di interesse che fanno sprofondare l’es-sere umano al di sotto delle bestie- circondava la salma.Era una realtà assai amara e dura, alleviata, per fortuna, dalle care Te-resa e Pasquina che ho seguito e co-nosciuto per due anni poichè spesso mi recavo a casa di Angelina e vedevo il sacrificio, la cura paziente, eroi-ca, nella misura in cui svolgevano compiti come l’igiene della persona anziana, per me cosa assai ardua, la preparazione dei pasti e il conse-guente aiuto nell’imboccarla, la tol-leranza nel sopportare le grida che la malattia comportava. Angelina aveva ripreso peso, mangiava bene, ed era rinata da quando era uscita dalla terribile casa di riposo dove era ricoverata precedentemente e dove sarebbe morta, come tante altre per-sone che vedevo sparire di giorno in giorno quando le andavo a far visita.Sono molto contenta che la mia ami-ca abbia potuto vivere serenamente gli ultimi due anni della sua vita, circondata dall’affetto, dalla cura premurosa e attenta fino alla mor-te (momento doloro e che necessita dell’impagabile gesto che solo Pa-squina e Teresa hanno saputo com-piere per Angelina). Ed è per questo che desidero esprimere loro la mia gratitudine con questa lettera de-stinata alla vostra organizzazione che permette a persone come loro di poter lavorare e aiutare tante altre persone come la mia cara Angelina.

Cordiali saluti,Chiara Amati”

“Ricevere un fiore per il proprio compleanno da chi già si prende cura di noi è cosa assai gradita e regala un sorriso in più… e di sorrisi ne abbiamo bisogno tutti!

Grazie per il cortese ricordoIda Galantucci”

Ogni mese, in occasione dei compleanni dei nostri assistiti, li omaggia-mo con un fiore accompagnato da un biglietino di auguri. Le risposte dei “festeggiati” ci riempiono di soddisfazioe.

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Vita del Gruppo Serena - Sede di Pescara

Un parrozzo gigante per fe-steggiare i 150 anni di D’An-nunzio

Il 16 Marzo 2013, in onore dei 150 anni dalla nascita del grande poe-ta, nostro conterraneo, Gabriele D’Annunzio, in una delle piazze più belle e conosciute della nostra Pescara, Piazza della Rinascita, co-munemente detta Piazza Salotto, è stato realizzato il Parrozzo più grande del mondo, alto un metro e venti, tre metri di diametro, nove alla base e con ben 200 chili di cioccolato!Il Parrozzo, solitamente consuma-to durante il periodo natalizio, è un tipico dolce a forma di cupola della tradizione pescarese, ma ce-lebre in tutta la regione in quanto, nel 1920, un famoso pasticciere dell’epoca ne ideò per primo la ri-cetta e, per testarne la bontà, lo fece assaggiare all’ illustre D’An-nunzio che lo apprezzò al punto tale da dedicargli un sonetto: “La canzone del Parrozzo”.“È tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…”.È così buono questo nuovo par-rozzo che sembra un gioco di San Cetteo (patrono di Pescara), sopra ci sta una grande forma, è come la terra lavorata dal bue, la terra grassa e lucida che si cuoce… e che diventa a poco a poco più dolce di qualsiasi altra cosa dolce.Questo dolce non si ricorda solo per D’Annunzio; Luigi Antonelli, infatti, commediografo e critico letterario abruzzese, nel 1927, scrisse una “Storia del Parrozzo”; il conterraneo ceramista Armando Cermignani realizzò i disegni e i colori della scatola e il maestro Di Jorio musicò la canzone del Par-rozzo.Ed ora, ovviamente, vi proponia-

mo la tradizionale ricetta di que-sto dolce, anche detto “Pan Roz-zo” per via della somiglianza a un “pane rustico” a base di farina di mais, preparato dai contadini.

Ingredienti:

250 g di cioccolato fondente220 g di zucchero semolato 3 cucchiai di olio d’oliva 150 g di mandorle dolci macinate con la buccia150 g di farina bianca o semolino (o una miscela dei due)7-8 mandorle amare (o 1-2 cuc-chiaini di essenza di mandorle)6 uovaun pizzico di salescorza grattugiata di limone (o arancia)

Procedimento:

In una terrina montare i tuorli con lo zucchero, fino ad avere un com-posto spumoso, unite le mandorle tritate e, in seguito, la farina e/o il semolino, alternandole tra loro e facendole cadere a pioggia da un setaccio; per ultimo unite l’olio. Montate gli albumi a neve e ag-giungeteli delicatamente al com-posto; versate nella tortiera (uno stampo da zuccotto semisferico) imburrata e infarinata e infornate a 160-170°C per 40-45 minuti, fa-cendo la prova dello stecchino per verificarne la cottura, ma non pri-ma del tempo richiesto poichè il composto, se si apre il forno prima del tempo, tende a sgonfiarsi.A cottura ultimata, estraete il dol-ce dalla tortiera e lasciatelo raf-freddare.Tagliuzzate il cioccolato fondente e fatelo sciogliere a bagnomaria; versatelo sul Parrozzo e stendetelo uniformemente sul dolce con una spatola.Una curiosità: il Parrozzo si può servire con l’Aurum, un liquore pescarese a base di brandy ed in-fuso di arance. Il nome deriva dal

termine latino aurantium, che vuol dire arancio, e gli fu dato dal fondatore della prima distilleria dell’Aurum, Amedeo Pomilio, con la collaborazione di Gabriele D’An-nunzio (ovviamente!).

Serena - Pescara: Cristina e Jennifer si presentano

“Eccomi qua sono venuto a vedere lo strano effetto che fa”. Questo è quello che intonava Francesco De Gregori nella sua “Valigia dell’atto-re”. Ebbene eccoci qua, più che at-trici, protagoniste di questa nuova esperienza presso la nuova sede di Serena-Cuore Gruppo Assistenza di Pescara.

Siamo Cristina Valeno e Jennifer Jezzi, novelle collaboratrici della splendida realtà che rappresenta il Gruppo Serena, entrambe radicate in Abruzzo seppur con origini dif-

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Vita del Gruppo Serena - Sede di Foggia

Serena- Cuore Gruppo Assi-stenza – Foggia: una grande ri-sorsa per il territorio

Tra i tanti problemi che affliggono la nostra società in un momento di grave crisi e recessione in tutti i settori del tessuto economico-sociale, si inserisce in maniera allarmante quello relativo all’in-vecchiamento della popolazione, determinato certamente da mi-gliorate condizioni igienico- sani-tarie, ma in un contesto proprio della civiltà industriale che relega l’anziano ad un ruolo sempre più passivo e, a volte, in solitudine con tutte le conseguenze che necessi-tano risoluzioni non sempre facili da raggiungere.E così, mentre il nostro Paese fa re-gistrare una sempre più crescente durata della vita, raggiungendo un valore medio per età di 87 anni, la crisi economica che affligge il no-stro territorio con la ormai odiata “Spendine review”, - per intender-ci la drastica riduzione della spesa pubblica, - limita all’osso i benefici rivenienti dal “Welfare state” po-nendo le famiglie sempre più in difficili condizioni socio-economi-che.Spostando la nostra visione nell’Italia meridionale ed in par-ticolare nella città di Foggia la situazione si acuisce per le gravi ristrettezze di cui è afflitto il terri-torio che non è in grado di offrire i relativi servizi, se non in qualche caso per le classi meno abbienti.Per fortuna il nostro tessuto socio-economico registra la presenza di una grande risorsa individuata nel “Serena-Cuore Gruppo Assi-stenza”, una realtà sorta a Bari nel 1994 con diramazioni in diverse parti del nostro Paese, che opera anche a Foggia con grande pro-fessionalità ed impegno in grado di risolvere tutte le problematiche connesse alla terza e quarta età, che vanno dalla cura della persona e dell’ambiente al mantenimento,

recupero e sostegno dell’autono-mia personale e sociale, dai servizi di accompagnamento per eventua-li interventi medici, fisioterapici e riabilitazioni allo sportello infor-mativo dei servizi sul territorio e alle consegne a domicilio.Coordinatrici e animatrici di que-sto delicato e impegnativo lavoro di gruppo che comprende operato-ri e assistenti badanti, le respon-sabili dell’Associazione Serena di Foggia, le dott.sse Daniela Mel-chionna e Melania Vegliante che con grande professionalità e dedi-zione assolvono ai tanti problemi che vengono loro richiesti da una folta schiera di assistiti sempre più esigenti nel quadro delle diverse problematiche di cui sono afflitti.Avvalendosi di un valido grup-po esperto, paziente ed educato di operatori del settore, Daniela e Melania sia pure in presenza di una grande mole di lavoro, con la loro efficace e dinamica attività, riescono a venire incontro a tutte quelle necessità che portano sere-nità, benessere e miglioramento fisico nell’anziano donando loro un grande sorriso e soprattutto facendo vivere i propri assistiti nel loro ambito familiare con buona pace di tutti. Un vero plauso e rin-graziamento a Daniela e Melania e a tutta la loro valida èquipe.

A cura diMassimo Mazza

Giornalista e sociologo, è responsa-bile dei Fondi Speciali della Bibliote-

ca Provinciale di Foggia.

ferenti, ci troviamo pronte a vive-re con entusiasmo tutto quello che comporterà il nostro lavoro.Certe che i sorrisi derivanti dalla soddisfazione e dal cuore dei no-stri assistiti ci ripagheranno nel miglior modo possibile, attraverso la nostra disponibilità e profes-sionalità in quello che è l’intrec-cio completo di mente e cuore vi aspettiamo in via Rigopiano 69 a Pescara per offrirvi e garantirvi tutti i servizi del Gruppo Serena Assistenza.

A cura diCristina Valeno e Jennifer Jezzi

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Vita del Gruppo Serena - Sede di Foggia

Un mese a Serena…Il primo giorno alla sede foggiana dell’Associazione Serena l’ho defi-nito con un solo aggettivo: travol-gente.Prima di mettere piede nell’ufficio un turbinio di pensieri e preoc-cupazioni mi affollava la mente: “Sarà difficile? Riuscirò ad impara-re tutto il necessario? Cosa dovrò fare? ”. Per fortuna non ero sola, il mio fidato cugino, nella mia stes-sa situazione, credo si ponesse le stesse domande; non sapevo dav-vero nulla di cosa si facesse nell’as-sociazione, quali sarebbero stati i nostri compiti e quali problemi avremmo dovuto affrontare. Ser-gio, mio cugino, era già stato alla sede di Serena ed aveva già co-nosciuto Daniela e Melania, due donne che non posso fare altro che definire splendide, ha cercato di spiegarmi quel poco che sapeva, ma la mia testa era già partita a farsi mille castelli in aria.Siamo stati catapultati in un mon-do completamente nuovo, fatto di strani programmi gestionali, conteggi, ritiro pagamenti, ricette mediche, frequenti visite alla ASL e un contatto diretto con clienti e operatori. Non è di certo stato semplice imparare i passaggi del-la registrazione di un contratto e sono ancora frequenti gli errori, per non parlare delle trottole bu-rocratiche per il ritiro di materiale medico: una vera impresa! Tralasciando tutti gli aspetti tec-nici, il clima che si respira ogni giorno in ufficio è comparabile a quello di un salotto di amici, le no-stre due mentori ci hanno accolto splendidamente e ci hanno fatto subito sentire a nostro agio; sono delle insegnanti brave e soprattut-to pazienti, dato che nè io nè il mio compagno di disavventure, sape-vamo nulla di come si organizzi un’assistenza domiciliare.

Prendono in considerazione le nostre proposte e ci ritengono ab-bastanza responsabili da poter ge-stire alcune cose in completa soli-tudine; in pratica ci trattano come colleghi e non come apprendisti.

Abbiamo anche messo in pratica alcune idee: come la nuovissima pagina Facebook della sede Serena di Foggia.

Si è spalancata davanti una realtà che non avevamo mai sfiorato, ed ora che ci siamo completamen-te dentro è diventato più che un semplice tirocinio e la prospettiva di poter continuare ad operare in

questo ambiente si fa sempre più interessante e stimolante, infatti come obiettivo personale mi sono posta di riuscire a concludere al-meno un contratto e gestirlo tutta da sola… vi farò sapere come an-drà a finire.

Un saluto,Lisa

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Vita del Gruppo Serenaringraziamento da clienti

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Mal di testa: in continuo au-mento, ma un aiuto può deri-vare dall’alimentazione

Il mal di testa, una patologia della quale si sente parlare fin dai tempi dei Faraoni in cui si pensava che il dolore fosse causato da demoni o da entità maligne. Esistono di-verse classificazioni di mal di te-sta: emicranie, cefalee tensive o a grappolo, cefalea trafittiva o ipni-ca ecc.ecc., e colpisce a tutte le età.

La patologia però è in continuo incremento e l’eziologia più diffu-sa è riscontrabile nello stile di vita che causa stress, frenesia, frustra-zione e aggressività repressa. Non sempre però per curare il mal di testa è utile ricorrere alla terapia farmacologia (per fortuna!).Esistono cibi che contribuiscono all’acuirsi di quei mal di testa cro-nici.

Nonostante la dieta sia ben lonta-na dal rappresentare una terapia, per tenere sotto controllo il distur-bo è importante individuare ed eli-minare dalla propria tavola alcuni alimenti considerati pericolosi. Quali? Ne esistono molti, ma tra tutti spiccano i formaggi, il cioc-

colato, i pomodori, le banane, le carni inscatolate ricche di conser-vanti, le fritture e più in generale tutti i cibi grassi e naturalmente le bevande ricche di caffeina.

Naturalmente, eliminare tutti questi cibi dalla propria dieta ser-ve a ben poco in certi casi, poichè è indubbiamente meglio consultare uno specialista e insieme a questi capire se è davvero l’alimentazio-ne la causa del proprio malessere. Nel caso in cui il medico decida di poter risolvere il problema eli-minando alcuni cibi fornirà al pa-

Vita del Gruppo Serena - Sede di Milano

ziente un piano alimentare scru-poloso con l’eliminazione di pochi alimenti per volta; chiederà, poi, al paziente di tenere un diario gior-naliero in cui annoterà il cibo as-sunto, la quantità, l’orario del pa-sto e le eventuali ripercussioni sul proprio disturbo.

Certo, non sarà facile rinunciare a cioccolata o formaggi, ma prendia-mola con filosofia e pensiamo che oltre al mal di testa ne beneficerà anche la linea!

A cura diClaudio Panunzio

Bruna VescovelliResponsabili Sede di Milano

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le nostre sedi

Foggia via Dante 14tel. [email protected]

Andria viale Istria 24tel. [email protected]

Tranivia Badoglio 22tel. [email protected]

Busano (To) via Valperga 15tel. [email protected]

Vicenzavia Maganza 91tel. [email protected]

Napoli via Nicolò Garzilli 44tel. [email protected] Casertavia Ferrara 26tel. [email protected]

Tarantovia Regina Margherita 51tel. [email protected]

Pescaravia Rigopiano 69tel. [email protected]

Vimodrone (Mi)Via Cesare Battisti 42tel. [email protected]

i nostri servizi

• Ausilio e assistenza• Accompagnamento• Assistenza infermieristica• Assistenza medica generica e

specialistica• Supporto psicologico e consulen-

za familiare• Cure parasanitarie podologo,

fisioterapista, odontotecnico• Sportello informativo su tutte le

istituzioni e i servizi del terri-torio

• Esami diagnostici a domicilio• Gestione e appalti di strutture

assistenziali, sanitarie e case di riposo

SERENA...MENTEmagazine SERENA | numero 11| anno 2013

la presente pubblicazionenon ha periodicità regolare

Redazionesede direzionale delGruppo Serena Assistenzavia Amendola 174/A 70125 [email protected]

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Progetto Grafico Chiara Loiudice

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Serena - CuoreGruppo Assistenza

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