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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 333a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO .... LUNEDI 5 OTTOBRE 1970 (Antimeridiana) ~--~~~~~~-~~~~-~-~~~-~ Presidenza del Vice Presidente SECCHIA, indi del Vice Presidente SPATARO INDICE Deferimento a Commissioni permanenti in sede deliberante . di disegni di legge già deferiti alle stesse Commissioni in sède referente Pago 17139 ANTONICELLI CHIAROMONTE DI PRISCO FADA, relatore FORTUNATI FUSI LI VIGNI . . MAMMUCARI . NALDINI PERNA .. SEMA . '. TOMASSINI VALORI Pago 17139 . . . 17144 17166, 17167 .17164 . . . 17164 . . . 17173 17166, 17171 . . . 17180 . . . 17178 17167,17176 . 17185 . 17182 . 17154 DISEGNI DI LEGGE Seguito della discussione: {{ Conversione in legge del decreto~legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provvedimenti per il riequilibrio dell'attuale situazione congiunturale con particolare riguardo al. la finanza pubblica ed alla produzione" (1325): PRESIDENTE ABENANTE . k ANDERLINI . 17166 e passim . . . 17169 . . 17166, 17188 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

333a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

....

LUNEDI 5 OTTOBRE 1970(Antimeridiana)

~--~~~~~~-~~~~-~-~~~-~

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA,

indi del Vice Presidente SPATARO

INDICE

Deferimento a Commissioni permanenti insede deliberante

.

di disegni di legge giàdeferiti alle stesse Commissioni in sèdereferente Pago 17139

ANTONICELLI

CHIAROMONTE

DI PRISCO

FADA, relatore

FORTUNATI

FUSI

LI VIGNI . .MAMMUCARI .NALDINI

PERNA . .SEMA . '.TOMASSINI

VALORI

Pago 17139. . . 1714417166, 17167

.17164. . . 17164. . . 1717317166, 17171. . . 17180. . . 1717817167,17176

. 17185

. 17182

. 17154

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:{{ Conversione in legge del decreto~legge 27agosto 1970, n. 621, recante provvedimentiper il riequilibrio dell'attuale situazionecongiunturale con particolare riguardo al.la finanza pubblica ed alla produzione"(1325):

PRESIDENTE

ABENANTE .k ANDERLINI .

17166 e passim. . . 17169

. . 17166, 17188

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-

scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

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Senato della Repubblicc' ~ 17139 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 9,30).

Si dia lettura del processo verbale.

L I M O N I, Segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta antimeridianadel giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Annunzio di deferimento a Commissionipermanenti in sede deliberante di disegnidi legge già deferiti alle stesse Commis.sioni in sede referente

P RES I D E N T E. Comunico che, surichiesta unanime dei componenti la 8a Com-missione permanente (Agricoltura e foreste),è stato deferito in sede deliberante alla Com-missione stessa il disegno di Ilegge: {{ Appli-cazione dei regolamenti comunitari nel set-tore zoo tecnico e in quello lattiero-caseariononchè in materia di contabilità agraria}}(1088), già deferito a detta Commissione insede referente.

Comunico inoltre che, su richiesta unani-me dei componenti la lOa Commissione per-manente (Lavoro, emigrazione, previdenzasociale), è stato deferito in sede deliberantealla Commissione stessa il disegno di leg-ge: {{ Modifiche al decreto legislativo del Ca-po provvisorio deEo Stato 14 dicembre 1947,n. 1577, modificato con legge 8 maggio 1949,n. 285, e ratificato con ulteriori modificazio-ni dalla legge 2 aprile 1951, n. 302, concer-nente provvedimenti per la cooperazione}}'(1244), già deferito a detta Commissione insede referente.

Seguito della discussione del disegno dilegge: « Conversione in legge del decreto.legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provo

vedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione congiunturale con particolareriguardo aHa finanza pubblica ed alla pro.duzione» (1325)

P RES I D E N T E. L'ovdine del giornoreca il seguito delJa discussione del disegnodi legge: ({ Conversione in legge del decreto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provve-dimenti per il riequilibrio dell'attuale situa-zione congiunturale con particolare riguardoalla finanza pubblica ed alla produzione ».

È iscritto a parlare ill senatore Antonicelli.Ne ha facoltà.

A N T O N I C E L L I. Onorevole Pre~sidente, onorevole Ministro, onorevoli mem-bri del Governo, onorevoli colleghi, al pun-to in cui è arrivata la discussione in que-st'Aula e nel Paese, mi sembra che un citta-dino, anche poco esperto quanto me dellemolte e complesse implicazioni teoniche deldecreto-legge n. 621, possa ormai, con unacerta chiarezza, raggruppare le critiche e leproposte varie intorno alla natura, all'espan:-sione e alle finalità dei provvedimenti con-templati da questo disegno di legge, in tresezioni: una relativa alla scelta dei provve-dimenti e alle categorie dei contribuenti chene vengono colpite, un'altra relativa al pro-fitto immediato che se ne intende ricavare,e una terza che investe il quadro complessi-vo de1!leriforme sociali che il Governo si im-pegnerebbe a realizzare.

Vediamo quali possano esseve, di fronte atutte le questioni riassunte, le riflessioni ele preoccupazioni di quel cittadino, di cuisenz' altro mi faccio in prima peI1sona il por-tavoce.

Il discorso va preceduto da una ennesimaprotesta, diventata ormai inutile, sulJ'inva-denza di decreti-legge nel campo delle legginormali (mi pare che il senatore Cuccu neabbia elencati altri quaranta nello spaziodella presente legislatura); nel caso presen-

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5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

te la forma del decreto~legge per la soluzio-ne di un problema congiunturale ha naturaJ-mente servito a meuere in allarme i contri-buenti su uno stato di necessità che è gra-ve, ma non gravissimo; e se è grav~ssimo,non lo è tanto per le difficoltà finanziariequanto per la condizione di sostanziale arre-nramento e disordine in cui si trov:a:IlO tuttii piani programmatici, causa senza dubbio,peJ1durando, di un prossimo inceppamento edi una possibile disgregazione di strutturesaciali. L'urgenza aHaI'mante significata daldecreto~legge è molto probabilmente esage.rata, anche di proposito, ma è certo che hanuociuto nella frettolosità del disegno, nellascaJ1sa e piuttosto improvvisata maturazionedel problema, che volevH ben ahro, più me~ditato impianto; e ha nuociuto nella sceltastessa dei prelievi fiscali.

Si potrebbe aggiungere ~ per dimostrare,

se non l'assuI1do, almeno <l'eccesso di questocarattere d'urgenza dei provvedimenti, la lo-

rO' stentata credibilità ~ che continuamente

si sona alternate, da parte di responsabili,vaci preaocupate e vaci fiduciose, con tantodi dati a sostegnO', per cui l'opiniane pubblicaè stata sottoposta a dacce calde e fredde edI conseguenza è diventata piuttosto scetti-ca che nan timorosa; ,oosicchè non Isi rag~giunge facilmente la persuasiane della ne~cessità di nuovi sacrifici.

Per venire ora al nocciolo delle critichepiù largamente condivise, risulta l'impres-sione camplessiva abbastanza convincenteche il riequilibrio dell'attuale situazione con-giunturale si arresti, si risolva nella sempli-ce ricerca di nuovi getti ti per il tentativo,tutto sommato, di pagare vecchi conti, percosì dire, di coprire paurosi vuoti di cassa,piuttasto che per legare produttivamente inuovi fondi a quelle autentkhe rifarme che,nell'intenzione del disegno di legge, appaio~no molto più un posterius che non un prius.

Cominciando dal primo settore di critichecui ho accennato all'inizio, cioè dalla sceltadei provvedimenti e delle categorie che nesono toccate, mi pare ampiamente dimo-strato che le nuove tasse colpiscono, in buo~na parte, contrariamente a qùanto affermatudal presidente Colombo, classi di contri-buenti già usurate, consumi squisitamente

pO'polari e incidono dunque sui migliora~menti retributivi conquistati dai lavoratoriin modo diretto, senza parlare dei casiddetti« effetti riflessi sul ,sistema generale dei prez-zi }}, i quali prezzi, tanto per ridere, sono an~dati su per conto loro da un bel pezzo, mol-to tempo prima del 27 agosto, senza che sisia pensato minimamente a calmierarli. Con~stimi ormai squi'sitamente pO'polari sono glialcolici, le banane, soprattutto rIa benzina (siè tanto vantato che gli operai andavano allefabbriche in macchina!). Ora la benzina èper l'appunto la fonte di get1:ito piÙ cospi~cua; non resterebbe ohe Imantenere il savrap-prezzo ad infinitum, nascondendaci le impli~cazioni a catena, tutte dannose, di un simileprovvedimento.

Esistevano altri cespiti da toccare con nuo-ve tasse? La risposta è stata unanime e co-piosa di suggerimenti. Non c'è che da ricor-darne alcuni.

Si poteva gravare la mano su consumi me-no necessari o addirittura superflui; si pate-va dare la caocia agli evasori fiscali, che sonouna schiera ben nutrita e di oui non è nem-meno il caso di fare un solo nome, tanto so-no a conoscenza di tutti, salvo, a quanto pa-re, degli uffici competenti. Si potevano, sipossono colpire con impaste dirette gli altiredditi prafessionali, la parassitaria renditafondiaria, la speculazione intorno alle areefabbricahili e intorno ai campIessi immobi-iari, le famose bandiere ambm, le famose so~cietà fittizie e cosÌ via. Non ci sarebbe che dastudiare le proposte severe ma non demago.giche della sinistra di opposizione. Si pate.vano, si possono ottenere risparmi, castrui-re riserve diminuendo, cancellando, o rifiu-tando Ispese, di oui il Governo non ha par~lato affatto o ne ha parlato genericamente.Di un arresto nell' estensione della rete auto-stradale si è detto da ogni parte, e non daoggi, ,segno che all'acqua lalla gola si arrivapier assenza di volantà palitica e per cedi-menti à interelssi privati. Della messa "in mo~ra della famosa direttissima Firenze-Roma siè trattato da tempo, già nella discussionedei bilanci. Il senatore Àinderlillniha poi pro-posto una riduzione deHe Ispese militari (c'è,tra rl'altro, a questo proposito il problemadelrla rimazione di caserme da aLcuni centri

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V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

cittadini e dell'uso ben più redditizio del-

l'area ceduta): ha parlato, per esempio, di300AOO miliardi da risparmiare, rifiutandol'acquisto di 200 carri armati Leopard dal-la Repubblica federale tedesca, acquisto con-cordato senza nemmeno clausole di control-lo da parte ,italiana, nonchè la coproJuzionedi altri 600 carri armati, di cui non si vedela necessità.

Ma un nuovo rifiuto perentorio deve esse-re dato al falso patriottismo culturale e in-dustriale che vorrebbe sostenere la televisio-ne a colori, di oui non esiste la minima ur-genza e che altro per ora non significhereb-be se non l'incentivazione di un consumo. dilusso. Un rinvio a data da destinarsi non cideve preoccupare più del giusto, tanto più sesi pensa alle trasformazioni che sono in vi-sta di operarsi nel campo degli strumenti ditrasmissione televisiva e in quello più gene-rale delle cosiddette comunicazioni di massa.

Venendo al secondo settore di critica, cioèal profitto immedIato che si intenderebbe ri-cavare dai provvedimenti decretati, occorre-rà andare a rileggersi le dichiarazioni gover-native. I nuovi provvedimenti ~ vi si dice ~traggono origine dallo squilibrio che si è ve-nuto formando in questi ultimi anni tra do-manda e offerta interne: l'offerta non regge.La causa è individuata nella stentata e quin-di insufficiente produzione industriale e nelconseguente forte aumento delle importazio-ni. Incomberebbe perciò un pericolo di in-flazione, una crisi economica di proporzioninon tollerabili.

Il rimedio sarebbe nel monito del presiden-te Colombo: lavorare di più, produrre di più.E non è che il monito sia retorico: rispondea una situazione vera, a una necessità esi-stente e pressante. Esso parte da molti set-tori; anche il vice segretario del Partito co-munista si è impegnato a scrivere sull'im-portanza di un'espansione produttiva atten-tamente qualificata.

Il senso di queste parole sarà da cercare,crediamo, nelle domande che l'onorevole Lu-ciano Barca poneva, come sua personale in.traduzione al rapporto prdiminare al « Pro-getto 80 }}: «Basta produrre di più per fron-teggiare .la pressione crescente dei bisogni?Dei vecchi bisogni di sussistenza di chi anco-

ra lotta per gli alimenti o per la casa e deinuovi bisogni propri di una società opulen-ta? O è necessario produrre in modo diver-so e consumare in modo diverso? Che sen.so ha produrre di più se poi gran parte dellerisorse continuerà ad essere impegnata persoddisfare consumi improduttivi, privi diogni razionalità economica, di ogni valorestoricamente umano, imposti, attraversoforme ossessive di propaganda e di condizio-namento, dalla produzione stessa? }}.

A queste domande, concludeva Barca, il« Progetto 80}} evita di rispondere. E assaipoco e male risponde, nel suo iniziale discor-so sune riforme, il decreto-legge n. 621. Percapire che cosa sia questo rilancio della pro-duttività, o, come qualcuno l'ha polemica-mente chiamato, questo feticcio della pro-duttività, bisognerà fare più attenzione alpensiero del legislatore, a una parte almenodi quel pensiero, espressa con le parole:

, «l'auspicata normalizzazione delle relazioni

aziendali }}.

Sicuramente questa normalizzazione per illegislatore non è tutto, cioè non risolve dasè sola il denunciato problema dello «svilappa non equilibrato}} tra domanda e of-ferta. Ma ~ e questo è l'importante ~ ècerto che su quel punto della normalizzazio-ne hanno fatto perno gli interessati, i pro-prietari e i conduttori di aziende, e tale pun-to è fatto passare come il toccasana dell'at-tuale fase congiunturale.

La «tregua sociale}} è il vero significatodella normaliizzazione dei rapporti aziendali.Agnelli ha detto, con un sospiro di invidia:« La Volkswagen ha il vantaggio della pacesociale }}. « La sola incertezza attuale ~ egliha dichiarato in questi giorni a un quotidia-no francese ~ risulta dal ruolo politico gio-cato dai sindacati in Italia, mentre in Ger-mania, ad esempio, le ,loro rivendicazioni so-no essenzialmente salariali. Da noi essi fan-no pressione invece su altri interessi }}.

Il desiderio è chiaro, è quello vecchio, ma-nifestato ben prima dell'autunno 1969, pri-ma dello Statuto dei diritti dei lavoratori:niente politica nelle fabbriche. L'incerta si-tuazione attuale, qualcosa di stagnante chetende ad appropriarsi di quell'incertezzafanno maturare quel desiderio. Quale deside-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17142 ~

5 OTTOBRE 1970333" SEDUTA (anLimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

ria? A stare attenti non solo a certi allar-mi Ilanciati da più avveduti osservatori, maaLla manifesta realtà delle cose, si potrebbecredere che il rilancio della produttività mi-nacci di significare, come è stato detto piùvolte, il rilancio dell' offensiva padronale. La« tregua sociale» in pratica vorrebbe signifi-care l'ordine nelle fabbriche, cioè niente sfi-de, niente contestazioni, niente argomenta-zioni politiche, e dilazionare possibilmentel'applicazione dei contratti.

Le testimonianze potrebbero essere nume-rose: la SIT-SIEMENS, fabbrica milanese diapparecchiature telefoniche, con 8.000 ope-rai, potJ:1ebbe recare la sua testimonianzacome utile 'esempio. Perciò, senza esagerarenelle deduzioni Isospettose, ci viene fatto dicredere che il primo e immediato profittosperato da questo decreto sia quello di in-deboliire la combattività operaia, facendoleva sul patriottismo corporativo, sulla tra-dizionale dedizione al ,lavoro, sull'apparenterazionalità del sistema che fonda ,il p:resuntobene di tutti sul sacrificio dei subaltemi. Al-lora, definire gattopardesche ,le nuove sceltefiscali non sarebbe del tutto insolentementeimproprio.

E le rifmme? Passiamo dunque al terzosettore delle critiche.

Le promesse riforme (ma è un'espressionepomposa: non si tratta che di ammoderna-menti e ristrutturazioni più efficienti) sonoallo stato di oscurità. Prudentemente il di-segno governativo parla di «iniziare» la:realizzazione delle riforme, confessioneche viene a confermare che le riforme, quan-do se ne è parlato neLlo spazioc1i questi25 anni, non erano che sulla carta. Ma ancheora chi dovrebbe darvi mano non ne parlaaffatto, forse affidandosi alla memoria cheserbiamo dei titoli più correnti: sanità, scuo-la, abitazioni, trasporti pubblici, agricoltura,politica per il Sud Italia. Ma delle riformedi struttura « non più dilazionabili» il pro-getto governativo ha scelto, per causa dipriorità, quella del servizio sanitario nazio-nale. Ottimamente, senonchè (non posso quiripetere una volta di più le molteplici osser-vazioni di colleghi e di altri esperti) la con-clusione dei critici è che « il sistema mutua-listico, in un modo o nell'altro, riuscirà a so-

pravviv'ere proprio peJ:1chè i provvedimentisomo destinati, a quel che sembra, non a mo-dificare del tutto, ma soltanto a influenzaredkettamente il migliore equilibrio delle ge-stioni mutualistkhe ».

E nessuno è im condizione di provare cheesista la coraggiosa volontà politica di por-tare la scure in quel10 che è stato giusta-mente definito « tutto quel sottobosco (mu-tue, l'ONMI, gli ECA, medici ambulatodali,eccetera) che rappresenta lin Italia la per-manenza di una mentalità e di un poterecorpo:mtivo e feudale, clericale e di sotto-governo che appartiene al ffiOJ1do capita-listico ».

Ma qual è il legame 'tra il progetto ancoraassai larvale di riforme e la nuova pres-sione fiscale? Non è chiarito affatto. Primaci sarebbe la rioerca di nUO\7Jiintroiti, poici sarebbero le 'l1iforme. Questo potrebbesembrare molto ragionevole, irealistico: pri.ma i denari per fare le 'lìiforme, poi l'avviodelle riforme. Che cosa di più serio? Inveceno. Senza sapere per che cosa dobbiamocercaJ:1e denaro e spenderlo, è difficile con.vinceI1e deIla ragionevolezza dell'impresa, Diqui le critiche e le lI1ibellioni: deHe classipopolari, dei partiti che meglio le ascoltanoe delle Regioni anche per motivi di com-pet,enza.

Dobbiamo persuaderei che proprio la man-oanza deUe I1iforme più neoessarie è la causadella mancanza di fiduoia del Paese, è sti-molo al dissidio sempI'e più profondo traPaese e classe dirigente, e in definitiva anaminore produttività e allo squil,ibrio che èstato denunciato.

Se non mi sbaglio, ill nocciolo della que-stione è qui. Se non si pensa alla salute,alla casa, ai <servizi sociaLi a favore delleclassi lavoratrici, la conquista salariale di.venta insi~ificante, ,l'operaio diventa im-produttivo.

Per questo il decreto..legge nell'elencazionedei suoi provvedimenti è passato in seconda]rinea, e 1mprima hnea, nella coscienza papa.lare, è balzato il tema del1e riforme. Il dise.gno gov,emativo lega la realrizzazione delleriforme aIla produttività, ma la lega comeuna comoessione: se pI'odumete, avrete leriforme. A mio parere, questo è un falso

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17143 ~

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

realismo, un empi:Gismo destinato a deluderechi tentasse di eseroitarlo coerentemente.La normalizzazione dei rapporti aziendali equindi la produttività sono strettam~nte le~gate aMa realizzazione delle riforme socialiquando queste divengano il loro incentivo enon siano una finalità da raggiungeJ1e soloquando si potrà. Un incentivo e, dIreIÌ me-gllio, un tutto organico. Ma come incentivoaJla produzione il disegno governativo met.te supJ1emamente « un elevato volume diinvestimenti direttamente produttivi )}. I qua.li, in sostanza, va,nno a incl'ementare, comeè stato ampiamente dimostrato, !'interessepropdo di una gestione capitalistica delleaziende.

Itl problema di tale gestione è connessocon quello del disordine che affligge la pro-grammaZJioneindustriale del Paese. Questaè ancora r,isolta con !'immigrazione delleforze~lavoro al Nord d'Italia, con le conse.guenze dello spapolamento e dello snatura~mento del Sud. Chi vive specialmente aTorino e a Milano (ma Torino, come esem-pio di tutto il possibile sV!iluppo delle com~plicazioni, è forse unica) conosce diretta~mente, non solo dal punto di vista umano,ma anche sociale, che cosa significhI la con-gestione di una città con un incremento for-zato di abitanti senza preparaziane di infra-strutture adeguate, come .la pressione ope-raia diventi più effervescente, !'interventosindacale più imbarazzato, la speculazionesugli allaggi addirittura r,icattatrice, la con-vivenza difficiIe e spesso malsana, la creoscita dei disadattati più agevolata; argomen-ti questi sui quali, come è noto, è statoscritto molto e accumtamente. Ma a questopunto, che sembrava diventare stazianario(cioè un certo flusso annuale di immigratial Nord) si profila la minaccia di una grossavariazione di piano. Il presidente della Fiatha annunciato pochi giorni fa nell'intervistaal quotidiano «L'Équipe}} cui ho già fattoaenno, che si appresta a divenire produt.tore in Franoia. Gli effetti della partecipa-zione della Fiat nella Citroen non sono piùl'allal'gamento del.la zona di mercato, nonsono soltanto finanziari e tecnici, ma addi-:Gittnra di produzione: un insediamento in-dustriale all' estero. E vero che IÌl dattaI'

Agnelli annunzia per il 1972 due nuovi sta-bilimenti che produrranno 300 mila autoall'anno, ma il fatto nuovo e preoccupante,che del resta è nella logica capitalistica suscala mondiale, è quello J1egistrato dal com.mentatOJ1e della notlizia apparsa sulla « Gaz.zetta del popoJO}} di Torino: « Così i mi-liardi di reddito prodotti giorno su giornonegH stabilimenti italiani sono pronti a tra~smigrare con tutti i crismi di legge versoluoghi che, in parole pavere, il presidentedella Fiat ritiene più adatti agli mteressidella grande azienda }}.

Mi si può rispondere s,e .il t,l'asporto dicapitali e di produzione all'estero non servaa indebolire tutto il piano effioientistlco pro.gettato, bene o male, dal Governo o, quan~to meno, a gettarvi sopra l'ombra di moltidubbi se gli incentivi alla produzione, ar~ticolatri con molteplici agevolazioni alle gran-di industrie, non corrano ill pericolo, comequello illustrato, di stornare dal senso chedovrebbero avere le finalità del decreto? Eallora? Si vorrebbe concludere che hannoragione coloro che giudioano mal fondatonelle premesse e mal congegnato nelle pro~poste questo decreto~legge niente affatto in.novatore e troppo fiacche e generiche le pro-messe di riforme per l'assenza di una veravalantà riformatrice, difetto già palese nel.l'ambiguo tentativo di riforma del servizio,sanitario.

Sic vos non vobis, mi sentirei di intitolarequesto progetto governativo. Così voi, 110nper voi, non per la vostra utilità, contri~buenti delle classi popolari, siete chiamatia sopportare nuove tasse. Nan per vai sirastrella nuavo denaro" giacchè il decreto èingiusto nelle sue soelte, serve a manteneree sorreggere la direzione delle imprese nel-l'attuale indirizzo capitalistico e non ha insè la forza di impostare un discorso atten~dibile e, per quanto prudente, chIaro edecisivo per le riforme che si vezzeggianocol titolo tutto retorico di 1ndilazionabili eche, per riuscire utili, occorre che siano ela-barate e realizzate nel loro rapporto d'in~sieme, l'una inerente alle altre.

Resterebbe un'ulteriove ma essenzIale con-clusiane, giacchè ancora una volta si trattadi scelte politiche di fondo, ed è che riesce

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17144 ~

5 OTTaBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsaCONTO STENaGRAFICa

ovviamente difficile a un Govmmo così pococompatto nel1e decisioni l1isolutive spezzarecon la fermezza necessaria il nodo di inte-ressi che si SiGna creati, per f,are un soloesempio, in tomo alla 'gestione della salutepubblica da tanti aJrraffata; e che in defini-tdva soltanto Ulna democrazia di sinist'ra conuna convinta intesa UJlJlitaI1iapuò impegnarsisenza compromessi ,in una sana e radicaleriforma delLe strutture del ,Paese, dei servizisociaJi, dei fondamenti democratici, la qualeriforma spinga la classe lavoratIiice, rkono-sdutasi finalmente nel proprio ,interesse, acompieI1e gl,i utili saorifici che le vengonorichiesti. (Vivi applausi dalla sinistra e dal-1'estrema sinistra. Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E. E iscritto a par-lare il senator,e Chiammonte. Ne ha facoltà.

C H I A R O M O N T E. OnoJ;evole Pre~sidente, onorevole Ministro del tesoro, ono~revoli colleghi, i senatoIii comunisti interve~nuti nel dibattito hanno già illustrato, inmodo ampio, a mio parere efficace, le posi-zioni del Gruppo in merito al provvedi~mento che è al nostro ,esame. Queste posi-zioni sono del 'resto abbastanza note essendostate esposte da noi, nelle ultime settimane,in diverse sedi.

Io non mi propongo, onorevole Presiden~te, nè di riassumere, nè di ripirendere tuttequeste posizioni: intendo essere breve. CI1e~da soltanto sia giusto, ,in questa fase delladiscussione, richiamare l'attenzione del Go~vema, dei Gruppi parlamentari, di tutti :icolileghi, e più in generale deU'opiiITione pub~bUca del Paese, su alcuni punti che mi sem~bra rivestano un particolare linteresse poli~tico. Non vi è alcun dubbio, in effetti, sul~!'importanza politica di questo dibattito,per vari motivi. Si tratta, innanzi tutto, delprimo dibattito parlamentare, della primaquestione impo.rtante che affranta ,il Gover-no presieduto dall'onorevole Colambo. AltrlifaMi palitki contribuiscono ed hanno con-tribuita a dare un rilievo eccezionale a que-sto dibattito: l'andamento delle trattativetra i sindacati ed il Govemo; i problemi chequeste trattative susdtano sul piano dema~cratico e persino i,stituzionale, e il merito

delle quest,ioni >che ,stiamo affrontando. Lastessa forma del decJ1eto.,legge che ill Gover-no ha voluto daDea questi provvedimenti,con i limiti di tempo che la Costituzioneassegna al Parlamento per la >conv,ersione,pone problemi ,poLitici delicati e seri di cuinoi siamo pi,enamente consaJpevoli, ma dicui non ci sembra in verità che Governo emaggioranza siano anch"essli del tutto con-sapevo!'i. La stessa drcostaJnza, già cLenun~ai,ata dal senatOJ:1eFortunati, che il Gover'110ha voluto presentare il decreto qui da noiin Senato, mentre erano da tempo noti gliimpegni presi da tutti ti Gruppi parlamen~tari circa i tempi della discussione dellalegge 'sUlIdivorzio (e qui, onovevole Ferrari~Aggradi, io vogLio diI1e che non abbiamoancora ben capito iT senso di questa deci-sione del Governo che ad ogni modo deplo~rriamo vivamente), non mnde più facile, ono~revole Presidente, anzi complica non solo ilcalendanio dei nostri lavori per questa set-timana ma il contenuto politico medesimodel nostro lavoro.

Ma, a mio paI1ere, 'l'importanza politicadi questo dibattito deriva 'Soprattutto daun fatto. Si tratta in effetti di un complessodi misul1e che hanno suscitato nel Paese, nel~l'opinione pubblica, tra i lavoratori, un gran-de maJlcontento perchè in esse si è vista,anche al di là dei pesi, dei gravami ingiustiche venivano a cadere fra capo e collo, allafine di agosto, su tutti i cittadini, l'espres-sione di una volontà politioa, la determina-zione da parte di questo Goverrno di farfronte alLe difficoltà della slituazione econo~mica non con un cambiamento del tipo disvi,luppo eoonomico, non portando avantinei fatti, come auspicava il senatore BanfiDeli giorni !scorsi, una chiara ed esplicitaauto critica sulla politica economica che èstata condotta in tutti gli anni passati, maoercando invece di nimettere in moto, diravvivare ill tipo di sviluppo che ha portatoalla situazione attuale, facendo pagal'e lespese, pl1esentando il conto di questa ope~l'azione ai lavo;ratori, al oeto medio produt~tivo, oltre che, come è del tutto naturaleper operaz,ioni di questo tipo, alle massecontadine e al Mezzogiorno.

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Senato della Repubblica ~ 17145 ~ V Le~islatura

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

Sulla questiOlne del malcOlntento profondoche c'è tra ,le masse pOlpolari e lavoratriciio mi permetto di insistere, perchè sonoconvinto che a questo riguardo vi sia unagrave e pericolosa sottovalutazione negli uo-mini del Governo e nei partiti della mag-gioranza. Una sottovalutazione gI1ave e peri-oolosa dello s'tato d'animo esistente nel Pae-se, che è stato aggravato ed accresaiutodalle misure che avete p:reso alla fine d'ago-sto. A nostro parere, si tratta di iUJnostatodiffuso e profondo di malcontento che devepreoccupare la direzione politica della Na-zione, se questa direzione vuoI essere al-l'altezza dei suoi compiti e delLe ,sue respon-sabilità demOlcratiche.

Da cosa deI1ivano questa insoddisfazionee questo malcontento? Carne dicevo prima,questa IDsoddis£azione e questo maloOlntentosono stat,i accresoiuti ed esasperati daUe mi-sure ingiuste del decreto congiunturale, mahanno un' origine piÙ profonda nelle condi-zioni di vita e di lavoro degli OIperai e dei la-voratori, anche dopo ,le recenti conquiste evittorie sindacali. Lo ,so: non c'è dichiara-zione di uomo 'responsabile, non c'è dichia-razione governativa, da un po' di .tempo aquesta parte, in cui nOln si affermi la neces-sità del ,rispetto dei contratti silndaoali deglioperai, deHe loro cOlnquiste sindacali; matali drkhiaraziOlni, per quanto Isolenni, deb-bono suonare un po' come una presa ingiro per quei lavoratori, per le loro fami-glie, che ogni giormo vedono accrescersil,e difficoltà del loro bilancio familiare difronte all'aumento dei prezzi che ha giàrOlsicchiato gli aumenti ,salariali conqui-stati a p:rezzodi dure lotte, di grandi sa-crifici; quelle dichiarazioni debbOlno suona-l,e perfino irrilsione di fronte aHa realtà

della vita neIile fabbriche dove i padroni cer-oano di rimettere in discussione le conqui-ste democnatiche degli operai, i loro nuovioJ:1ganismi di potere, lo stesso loro didtto adintegrare, azienda per azienda, i contrattinazionali, cioè a pesare con la loro volontànella organizzazione ,stessa della vita azien-dale, nel limitare e condizionare il prepoteredei padroni.

Onorevoli coneghi, nmdiamoai conto tuttideUa realtà della vita degli operai e dei lavo-

ratori nel nostro Paese, degli squilibri pau-rosi dovuti al tipo di sviluppo econOlmicodominato dai monopoli industrilali e finan-ziari e voluto dalla politica dei Govermi,degli squilibri paurosi che sono venuti accre-soendosi non già soltanto ~ badate ~ tragli operai e i capitalisti ,e ,i redditied, matra gli operai e i contadini, da un lato, eanche tra gI1uppi di ceto medio, di alti funzio-nar,i e professionisti, da1l'altro; ifelldiamociconto di questa situazione quando discu-tiamo di palitioaeconomloa ,e mentre discu-tiamo di questo deoretoperchè quegli squi-liibri di cui pa'rlavo nOln sono soltanto unfatto social'e, dolo:roso e grave, ma sOlnol'espressione patologica di un tipo di svilup-po, di una situazione econOlmica che al di là

di ogni apparenza poggia su basi assai fra-gih perchè 'poggia su ingiustizie, su spere-quaziOlni insOlpportabili, su sprechi assurdi.

Il malcontento e l',insoddis£aziolle diven-tlano disperazione in tanti posti del Mezzo-giorno, per esempio a Reggia Calabria, dovel'attaoco ,evel1sivo ereazio.nario, dove l'incre-

,dibile vergognosa manovra clientelare dellaDemocrazia cristiana e dei social-democrati-ci trovano la loro base nella miseria, nelladisoccupazione, nella mancanza di speranzadi quei giovani, di quei lavoratori.

Ono.revoli colleghi, ripeto, mndiamoci con~to di questa s.ituazione. n Governa non sem-bra rendersene oonto: e questo è perico-loso. Credetemi, non è oerto per un artificiopropagandistico, ma per profonda e preoc-cupata convinzione che io qui sento il do-vere d,i sattolineare oome questo Governo,che come primo suo atto ai ha presentatoquesto dècreto, tentando allche di affret-tare i nostri lavori con il ricatto dei tem-pi, non solo non ha saputo a ReggiaCalabria difendere l'ordine democratico con-tro 1'eversione e la reazione, ma non è stato~n grado ~ ecco il punto ~ di dire una sola

parola di una qua1che serietà circa i tragiciproblemi economici, sociali 'e oivili che deifatti di Reggia Calabda sono alla base.

Onorevole Pres.~dente, pal1lando di questecose io non mi sono certo allontanato daltema in discussione, v,i sono entl1ato anzi nelvivo. In tutto i,} corso di questa discussione,lld1e Commissioni e qui in Aula, ci siamo

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17146 ~

5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sforzati ~ tutti i colleghi ce me hann.o dato

atto ~ di entmre nel merito di ogni singolaquestione, di avanzare proposte concrete epositiv,e (anch'io ripeterò ,le principali diqueste proposte aLla fine del mio intervento),ma abbiamo sempre inquadrato ~ non pote~

vamo fare diversamente ~ quest,e proposte

in un discorso più generale di politica eco-nomica. Ed anche così abbiamo 'riaffermatoil legame profondo, che non bisogna solorichiamare a parole, ma che bisogna riaffer-mare nei fatti, fra politica congiunturale epolitica delle riforme, fra la necessità, chenon abb~amo mai messo in discussIOne, diun intervento immediato nella vita econo~mica del Paese ,e l'urgenza altrettanto pres~sante di por mano a quegli interventi sullestrutture dell'economia e della sOc1ètà chesono ,indispensabili per avviare un nuovotipo di sviluppo dell' economia e deUa so-cietà italiana.

Di questo legame, onoDevoli colleghi,avemmo modo di padare un mese e mezzofa nel corso del dibattito sulla fiducia alGoverno quando dioemmo che questo rap-porto fra congiuntura e riforme ci appariva,nel discorso progmmmatico del Presidentedel Consiglio, del tutto superficiale, in effettiinesistente. La replica dell'onorevole Colom-bo non ci convinse, ci confermò anzi nellanostra opinione; e i fatti successivi, LI decre~to che stiamo qui esaminando ed anche ilpunto a cui sono giunte le trattative fra sin~dacati e Governo, ci confermano in questaopinione.

Non ,intendo certamente, lanche qui, ri~prendere iutto il discorso. Voglio affrontareun punto soltanto, che però mi sembra cen~trale e che sta alla base del~a nostra decisae netta opposizione a questo decreto e dellanostm ferma volontà di modifioarlo, di tra-sformarlo in modo radicale. Cosa esprimequesto decreto? Qual,epolitica? A cosa mi,ra,quallÌ potranno essere i suoi risuLtati e le sueconseguenze? Eoco ,le domande allle qualivoglio oercare di dare ancora una risposta,anche se questo è stato già fatto in partedai colleghi del mio Gruppo, dai colleghidel Partito soci3llista italiano di unità pro-letaria e da altri senatori del Gruppo dellasinistra indipendente.

Non possiamo non rileval'e come, in que-ste ultime settimane, in relazione al dibat-tito su questo decreto ed anche all'andamen~to delle trattative tra sindacati e Governo,si oerchi di diffondere UlLa curiosa atmo-s£era, non dirò di euforia, ma certo di mar-cato ottimismo sull'andamento della nostrasituazione economica. C'è stato persino unatto ufficiale del Governo in questa dire-zione: ,la presentazione della relazione pre-visionale e programmatica, e c'è stata ancheuna polemica assai significativa fra membridel Governo sulla credibilità deUe cifre con-tenute in quella 'relazione.

È quas,i una costante della nostra vitapolitica degli ultimi anni i1 fatto che allaanalisi obiettiva dei fatti economici si so-vrappongano sempre, e la stravolgano, con-sideranioni di altra natura, non soltanto diopportunità politica, il che sarebbe lecito,ma di manovra politica e qualche voltaanche soltanto di strumentale propaganda.Così fu nel 1963 quando nella campagnaelettorale si proclamò da parte della Demo-crazia cristiana (ricoI1date?) che «il benes-sere stava dietro l'angolo », e Isubito dopo,le elezioni ci si trovò nel pieno di difficoltà

economiche, di una vera e propria crisi checertamente aveva avuto inizio prima delledezioni. Così fu per la vicenda assai curiosa,ancora non del tutto chiarita, delle pensioni,quando l'onorevole Emilio Colombo, alloraMinistro del tesoro, riuscì a trovare, sottol'incalzare delle lotte dei Lavoratori, alcunecentinaia di miLiardi che pochi mesi primaegli affermava che non esistevano assoluta-mente e che era impossibile trovare. Cosìè accaduto nel 1970, per lo meno due volte,quando si è preso spunto daLle difficoltà eco-nomiche reali per soatenare una campagnadi allarmismo diretta in sostanza contro i,lavoratori e contro i sindacati, e in questigiorni quando si prende spunto da alouniindici di ripresa produttiva ,in certi settoriindustriali per lanciare una campagna dieuforia, che dovrebbe avere fra l'altro ~ èfin troppo evidente ~ ,lo scopo di dar fiatoal Governo ed alla sua attività.

in questa curiosa girandola di dati e dicommenti che a nostro pareI1e niente ha ache vedere con un'analisi economica seria,

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Senato della Repubbliw ~ 17147 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEWBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

cadono purtroppo M1nistri di orientamentopolitico diverso: c'è ,in mezzo l'onorevolePreti, c'è in mezzo ,l'onorevole Ferrari-Ag-gradi e c'è in mezzo anche l'onorevole Gio-litti, Minist,ro del bilancio. SembDa invece anoi necessario, in questa fase, uno sforzodi serietà anche per quanto riguarda .l'ana-l,isi deLla situazione econO'mica. Noi cercam-mo di compierIo, questo sfO'rzo, nel luglioscorso, quando ,reagimmo alla campagnaallarmistica, ne denunciammo gli intentiantioperai ed antisindacali, ma al tempostesso esprimemmo la preoccupazione nostraper i pericoli di una recessione economica,e sottolineammo Ila necessità per l'economia,per la demO'crazia italiana, di una espan-sione produttiva qualificata. Cerchiamo dicompierIo oggi questo sforzo di serietà, ,rea-gendo al faciile, propagandistico ottlimismodi ma,rca governativa, anche se viene dalcompagno Giolitti, sottolineando i pericoliche sono ancora oggi presènti nella situa-zione economioa italiana (il pericolo più gra-ve in questo mO'mento mi sembra quellodella crisi edilizia) e al tempo stesso cer-cando di essere attenti ai fatti nuovi che siverificano.

Perchè mi fermo sulla questione deU'ana-lisi della situazione e della necessità di unaanalisi seria? Essenzialmente perché la lo-gica di classe che sta dietro questo decretocerca di trovare una sua giustificazione incerte analis,i che noi riteniamo profonda-mente sbagliate ma che ,tuttavia possonotrovare una qualche udienza perfino in oertiGruppi, in certi uomini della sinistDa, edanche in alouni strati di ceto medio.

A <luglio ~ dicevo prima ~ non negammo

le difficoltà della situazione economica e laesigenza di un intervento immediato, con-giunturale. Ma ,in quale direzione? E poi, dadove derivavano quei pericoli, quelle dif-ficoltà? Derivavano e derivano dalla strut-tura economica e sociale del nostro Paese,dallo svi,luppo distorto che vi è stato in tuttiquesti anni. Certo, giocavano e giocano altrifattori e :le stesse conquiste sabriali deglìoperai av~vano .reso più acute le contrad-diziÌoni strutturali ed imponevano una poli-tica nuova. Ma cosa significava mettere inaHa un intervento congiunturale tmmediato

che agisse su quelle strutture eoonomiche esociali che sono la causa delle difficolta edella crisi? Abbiamo già risposto parecchievolte a questa domanda, ma voglio farloancora una volta, brevissimamente. Signi-ficava, onorevole Minist'ro del tesoro, primadi tutto, intervenire per bloccare e frenarel'esodo spaventoso dal Mezzogimno e dallecampagne: ecco il problema congiunturalepiù acuto.

L'onorevole Presidente del Consiglio ~

l'ho letto sul resoconto sommario e chiedoscusa se non sono stato presente alla sedutadi ieri matt1na ~ interrompendo il collegaPirastu, ha detto che tutto ciò è giusto, maper l'agricoltura, per il Mezzogiorno biso-gna fare interventi legislativi a più lungascadenza e non si può intervenire immedia-tamente. Non è vero. Da molto tempo noicomunisti poniamo questo problema al pri-mo ,posto della politica economica del nostroPaese; da qualche mese andiamo anzi affer-mando qualcosa di più. In questo problema,cioè nell'elevamento massiccio dei livelli dioccupazione del Mezzogiorno, nOli vediamola condizione struttur:ale indispensabile permandare avanti una politica di riforme e persailvaguardare e sviluppare le conquiste sa-lariali e democratiche degli operai. Se a Mi-lano, a Torino continuano ad arrivare, alritmo attuale, gli emigrati dal Mezzo~iorno,allora sì che il rischio del riassorbimentodelle conquiste, non solo ,salariali ma anchedi ahro genere, sul terreno delle riforme,è serio. Si tratta di un probl,ema grav:is-sima che non è solo di carattere economico,ma anche di natura politica.

Riteniamo che su questo problema possonoessere in gioco le stesse so:rti deUa democra-zia del nostro Paese. Altro che Cassa per ilMezzogiorno, onorevole Ferrari-Aggradi! Al~tra che interventi straondinaIii, COll1ie voidite!

Misuriamo oggi tutto il fallimento dellapolitica meridionalistica e di quella agraria:non si trattava e non si tratta di fallimentiper così dire parzial,i, settori aLi. No, H puntodrammatko cui è giunta la questione meri-dionale è il neoessario approdo di una poli-11ica eoonomica e di un tipo di sviluppo.Quello che occorre oggi è ben altro: occorre

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Senato della Repubblica ~ 17148 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

uno sforzo eccezionale, una concentr azionedi mezzi, una politica nazionale che avviia soluzione in tempi brevissimi dJ problemadell'oocupazione nel Mezzogiorno. Questo cidice Reggia Calabriae tutto quello che ac~cade nel Mezzogiorno. E come prima misura,come intervento oongiunturale, occerre unintervento che manovri tutte le leve dellaspesa pubblica, del mercato finanziario, delcredito, per far compiere un salto agli inve~stimenti nel Mezzogiorno, nelle campagne,per elevare l'occupazione, per frenare l'eso~do. Invece cosa ha fatto il Governo? Sem~bra incredibile, onorevole Presidente, ma ècosì. Si è puramente e semplicemente dimen-ticato del Mezzogiorno e de11'agricoltum neldecreto di intervento congiunturale. Questoha fatto il Governo.

ABENANTEstratto.

Il Governo è di~

FER R A R I ~A G G R A D I , Mini::.trodel tesoro. Non sono distratto anzi sto ascol~tando attentamente.

C H I A R O M O N T E. Si riferiva alladistrazione dell'onorevole Colombo e del Go~verno nel suo complesso, non a quella suapersonale.

FER R A R I ~ A G GR A D I, Ministrodel tesoro. E certo una distrazione moltopiù grave.

C H I A R O M O N T E. Il Governo si èpuramente dimenticato ~ dicevo ~ di questiproblemi, e se ne è dimenticato a tal puntoche qui al Senato è stato indotto, dallanostra iniziativa, a introdurre nel decretoalcune questioni che non c'erano: gli entidi sviluppo, la montagna. Tutti sanno che,anche qui su nostra iniziativa, c'è in corsoun lavoro per introdurre altre questioni,come quella dell'krigazione.

Non so se ella, onorevole Ferrari~Aggradi,abbia già ricevuto le delegazioni dell'Assem~blea regionale siciliana e del Consiglio regio~naIe sardo che sono oggi a Roma, al Senatodel1a Repubblioa, e che hanno chiesto diessere ricevuti da tutti i Gruppi patilamen.

tari di questa Assemblea e dalla Presidenza.Si tratta di delegazioni unitarie che espri-mono voti di tutte que11e assemblee, e chesono voti di netta 'Opposizione al decreto,che chiedono modifiche radicali, profonde,che tuteLino in primo luogo l'autonomia re-gionale e che allarghino l'intervento finan-ziario nel Mezzogiorno e iin quelle Regioni.Queste delegazioni esprimono una necessitàpolitka acutissima: che questo decreto as-suma impegni verso la politica del Mezzo~giono.

Voglio aggiungere che un intervento con~giunturale giusto avr,ebbe dovuto preoccu-parsi delle minacce incombenti di crisi edi-iizia; avrebbe dovuto preoccuparsi di intro-dULre misure urgenti, da attual1e subito, peril rilando dell'edilizia popolare pubblica at~traverso i comuni o per altra via. Il Governoanche qui man ha fatto niente. Verrò piùavanti alla questione della tmttativa tra Go-verno e sindacati su questo pr'Oblema. Manel decreto congiunturale sono stati dimen~ticati questi interventi immediati.

Bi,sognava subito intervenire con una seIe~zione rigor'Osa della spesa pubblica. Quantevolte noi comunisti siamo stati accusati divoler tutto e tutto ,insieme! Ho già detto inalt:re occasioni, e lo ripeto qui, che questoGoverno in effetti non è in grado di com~piere alcuna scelta in materia di spesa pub~blica. Ne volete una prova? L'onorevole Emi~lio Colombo ha fatto un discorso, mi sem~bra aMa inaugurazione della Fiera del Le~vante, e ha pronunciato alcune parole conJe quali metteva in discussione IiI fatto chebisognasse continuare a fare la direttissimaRoma~Firenze e le autostrade in alcune par~ti d'Italia. Non vogHo entrare nel merito diqueste questioni perchè l'ho fatto già altrev'Olte. Dico sotltanto che due giorni dopo èapparsa una nota ufficiale del Governo, ere.do del Mimistero del tesoro, in cui in so~stanza si nidimensionavano le affermazionidel Presidente del Consiglio, e si diceva chebisognava vedere questa questione ron piùcautela, i lavori iniziati dovevano continua-re, e così via. Un Governo incapace di ope~rare alcuna scelta!

Ma anche im campo sanitanio: bisognavaintervenire d'urgenza; certo, e chi lo nega?

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Senato della Repubblica ~ 17149 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

Con un intervento cong~untluIìale, si capisce.Lasciamo stare le responsabillità di quelloohe è accruduto che per noi <sono chiare edev~den1Ji e dsiredono anche ,nel sistema disottogoverno che è stato inaugUlrato neUemutue, negli ospedali del nostro Paese. La~sciamo andare questo ,dilscorso. Bi:sogJThavainterVienke con urgenza ma non già nelladirezione nella quale interviene il Governobensì nella direzione di un superamento delsilstema che ha portato a questa situazionefa'Ilimentare.

Certo, per un intervento congiuntUJrale cheavesse questi punti di partenza: Mezzogior-no, agricoltura, spesa pubblica, edi,Lizia, sa~nità, e che affrontasse anche i problemi delcredito e quindi dell'aiuto allo svill!jppo del~la produzione industriale e agricola, occor~Devano e occorrono mezz,i finanniari. Nè nOliescludiamo, non l'abbiamo mai esoluso ,inpartenza, il ricorso allo stIìumento fiscale.Ma voi ci avete presentato un altro tipo didecreto. Voi ci avete presentato una poli-tica di intervento congiunturale che si muo-ve in altre direzioni. E torno alla domanda:cosa vi proponete? Cosa si propongono la De-mocrazia cristiana, il Partito sociaJ,j:sta? Vor-rei che a questa domanda rispondessero irelatori e il Governo.

Si è parecchio discusso, in queste setti-mane, sul oaratltere di questo decreto, ed iocredo che non si possa dare una definizionenetta e univoca. C'è chi ha detto che ci tro~viamo di frontle ad un provvedimento de-flativo. Ma io non credo che questa defini~zione sia riS/pondente al vero, o meglio, deltutto rispondente al vero. Anzi, soUo certiaspetti, specie se consideriamo anche le re-oenti deoisioni in campo meditizio, ci tro~viamo di fronte a qualcosa di diverso eforse di opposto. Aspetti defIazionistici sipossono rilevare in molti campi e in moltisettori del decreto, in molte delle sUJe dispo-sizioni. Per quanto rilguarda l'agricoltura ilcaso è il più clamoroso. Ma .La oosa pl1inoi~pale mi sembra un'altra; mi sembna unaspinta che mira in sostanza a dar fiato 1l10na tutto il settore industriaLe, si badi bene,ma ad alcune 'sue parti soltrunto. La grandeimpresa, gli investimenti a p:roduttività im-mediata: ecco quello a cui si guarda, ecco

i punti di rif,er,imento che hanno in testal'onorevole Colombo e il dot,tor Guido Carli.

Qui sta Ii,l carattere IruntimeridionaUstkodel decreto in dislCusSi~one: nella spinta cheesso dà soltanto agli investimenti a produt~tività immediata ed alla grande impresa pro~duttrice. Questo è, DÌipeto, ii,l carattere anti-meridionalistko del decreto. In questo stai,l punto centrale, a mio avviso, degli ohiet~tivi che il Governo ,si p:ropone con questodecreto.

M O R L I N O. Ma l'intervento del Par~lamento è un contributo all'elaborazione delprovvedimento.

C H I A R O M O N T E. Arriverò a trat~tare anche questo punto, senatore Morlino.È il punto centrale del mio intervento. Conesso chiuderò il mio disoorso. Parlerò anco~ra delle trasformazioni da apportare al de-creto, e del modo come queste trasfol1ma~zioni devono essere fatte. (Interruzione delsenatore Morlino). Vedremo nei fatti, sena-tore Morlino.

In verità ci sembra che gli effetti della po-litica che sta dietro questo decreto sianol'esasperazione lacerante degli squilibri del~l'economia e della società italiana. Natural~mente ~ e vengo qui ad un punto politi~co ~ il Governo si rende ben conto dellaimpossibilità di proporre al Paese solo la viadel decreto. Si rende ben conto di questo, equindi c'è tutto il discorso sulle trattativecon i sindacati. Il Governo si rende ben con~to ~ mi sembra del tutto evidente ~ dellanecessità di aprire il discorso su altri punti,su altri terreni e non solo perchè sottopo-sto ad una pressione dei sindacati, ma per~chè la realtà è quella che è: le storture deltipo dI sviluppo monopolistico non sono sol~tanto quelle che si riscontrano nel Mezzo~giorno ma sono anche quelle delle grandi cit-tà del Nord, anche quelle che si esprimonoin tutto quanto accade nella scuola, nella sa~nità, nei trasporti, e così via dicendo.

E così sono giunto al problema delle trat-tative tra il Governo e i sindacati e alle pri~me intese raggiunte in queste trattative in~torno alle questioni della sanità e della casa.Onorevole Ministro del tesoro, io ho già avu~

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Senato della Repvbblica ~ 17150 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

to modo di affermare in altra sede che nOlcomunisti salutiamo queste prime intese co~me un successo della lotta dei lavoratori edella iniziativa unitaria dei sindacati. Di più,riteniamo anzi che ci sia stata negli ultimigiorni una vera e propria svolta nella tratta-tiva tra sindacati e Governo. Questa svolta èdovuta a diverse circostanze; a nostro pare~re in primo luogo alla decisione con la qua-le i sindacati hanno posto le questioni e alladeterminazione con la quale la Confederazio~ne generale italiana del lavoro ha unito lalotta alla trattativa, mai perdendo di vistagli obiettivi del processo di unità sindacale.

Ho già detto anche, e ripeto qui, che nonrinunciamo, noi comunisti, in alcun modo,a sostenere le nostre posizioni, elaborate dalnostro partito per quanto riguarda una poli~tica di riforme nei due settori specifici anchedella sanità e della casa; posizioni che inalcuni punti ~ non c'è nessuna, difficoltà da

parte nostra a dirlo; non capisco perchè do-vremmo nasconderlo ~ sono diverse dalleintese raggiunte tra il Governo e i sindacati.

Noi siamo rispettosi e fautori dell'autono~mia e dell'unità dei sindacati. Siamo convin~ti, anzi, che l'avanzamento di questo proces-so di autonomia e di unità dei sindacati èdecisivo agli effetti dello sviluppo democra-tico dell'intera società italiana. Ma siamo ge-losi, al tempo stesso, della nostra autono-mia, dell'autonomia di giudizio e di azionedi un partito come il nostro; e siamo al tem-po stesso difensori ~ voi lo sapete, onore-voli colleghi ~ così come lo sono del resto idirigenti dei sindacati, delle funzioni e delleprerogative del Parlamento, della necessitàche qui in Parlamento siano discussi i con-tenuti e anche la scelta delle riforme.

Detto questo, onorevoli colleghi, sento peròil dovere di aggiungere che quanto è avvenu~to tra sindacati e Governo non può restaresenza conseguenza nella discussione che stia-mo qui facendo intorno al decreto. Ma inquale senso? Non già nel senso che forsequalcuno sperava ~ io non voglio fare dellemalignità ~ che forse sperava lo stesso Pre~

sidente del Consiglio, che !'intesa raggiuntasu alcuni punti delle questioni riguardanti lasanità e l'edilizia potesse :in qualche modoattenuare la nostra battaglia in Parlamento

per trasformare radicalmente questo decreto.Io intendo dire che queste intese tra sindaca-ti e Governo debbono influire su questa bat-taglia esattamente nel senso opposto a quel~la illusione. Io voglio dire ~ e vengo così a

parlare della parte politica, senatore Morli~no ~ che innanzi tutto non si può negareche anche per i punti di intesa, anche perquelli che ci sembrano più importanti e si-gnificativi, si tratta di impegni che bisognatradune in fatti, in cose precise. Io parlavoprima dello stato d'animo degli operai e deilavoratori; sono in corso in questi giorni leconsultazioni indette dai sindacati e domaniscioperano in modo unitario tutti i lavoratorimetalmeccanici del nostro Paese: cosa vor-ranno i lavoratori? Altro che pace sociale;vorranno vederci chiaro in questi impegni,non si fermeranno alle parole, vorranno chealle parole corrispondano i fatti, vorrannoche siano chiariti i punti rimasti aperti, di~scuteranno sul modo in cui continuare lalotta per le riforme. Se c'è qualcuno che crededi giocare al rinvio nell'aver assunto certiimpegni, pensando: poi si vedrà, nel frat-tempo si addolcisca in qualche modo l' op~posizione per la trasformazione del deoreto;ebbene, questo qualcuno si sbaglia profonda-mente.

Dai primi risultati delle trattative noi ri~caviamo la necessità di invitare il Governo,di invitare la maggioranza, di invitare in pri~ma luogo i relatori a tramutare in articolidi legge, in articoli di questa legge, non tut~ti i punti di intesa tra Governo e sindacati,ma alcuni tra i più significativi e più impor-tanti di tali punti affinchè i lavoratori inten~dano che dietro quelle parole ci sono deifatti, perchè i lavoratori possano superare,almeno in parte, la loro impazienza e la lorodiffidenza di fronte a parole tante volte ri-petute.

È possibile tutto questo? Ebbene io credoche sia possibile; infatti sarebbe ben stranoche noi non potessimo, dopo tante discussio-ni, dopo tante elaborazioni, tradurre in arti~coli di questa legge questi importanti punti,ripeto in articoli di questa legge, e non diuna legge che si potrebbe fare fra due anni.Noi in tal senso proporremo alcuni emenda-menti. D'altra parte, gli stessi impegni com-

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plessivi in materia di sanità e di edilizia, peressere realizzati, pongono l'esigenza oggetti-va di un mutamento profondo delle linee ge-nerali di politica economica, così come eraavvenuto per le conquiste salariali; dicem-mo allora che le conquiste salariali e sinda-cali dei lavoratori ponevano la necessità og-gettiva di un cambiamento di politica eco-nomica.

Ebbene, anche in questo caso, questi impe-gni esigono un mutamento di politica eco-nomica ed una politica di programmazione.Noi facciamo un ragionamento del tutto in-verso a quello dell'onorevole Emilio Colom-bo: altro che pace sociale! Noi pensiamoche debba essere intensificata la lotta deglioperai e dei lavoratori per rendere reali quel-le conquiste, per mandarle avanti, non sol-tanto per il fitto, il contratto dell'abitazio-ne, l'unità sanitaria locale, ma perchè attra-verso quella via si influisca per cambiare lapolitica economica generale del nostro Pae-Se e il tipo di sviluppo economico della so-cietà italiana.

I problemi si affollano, scoppiano, sonotutti urgenti. Occorre una massa immensa didanaro: lo sappiamo benissimo, non siamodegli incoscienti. Nè si tratta di aggiungereriforma a riforma, di fare l'elenco delle ri-forme: si tratta di imboccare la via per unapolitica generale di riforme e di programma-zione economica, per andare verso un nuovotipo di sviluppo, per andare verso quellaespansione produttiva qualificata che noi ri-vendicammo nella risoluzione della direzionedel nostro partito 1'8 luglio scorso: un'espan-sione produttiva che trasformi ;radicalmentele priorità degli investimenti e dei consumi,che trasformi la struttura produttiva del no-&tro Paese.

Dd resto anche le misure sulla sanità esulla casa resteranno sulla carta, non sorti-ranno gli effetti dovuti se non ci sarà unquadro generale di politica economica diver-so, se non ci sarà una struttura produttiva

dei consumi e degli investimenti del tutto di-versa dall'attuale. Questa è' la nostra con-vinzione.

Ecco il senso della nostra battaglia pertrasformare profondamente il decreto che ci

avete presentato. E qui vorrei fare una os-servazione brevissima. C'è qualcuno che cer-ca di cogHerci in contraddizione e dice: macome, voi dite che questo decreto è l'espres-sione di. una logica generale del sistema ca-pitalistico e poi volete trasformarlo! Non c'èuna contraddizione in questo? Ecco la que-stione politica che io pongo a tutti i com-pagni della sinistra: è possibile trasformareil deoreto? Che dietro questo decreto ci siauna logica, e una logica di classe, l'ho detto elo confermo: non ho dubbi su questo. Tut-tavia io credo che sia possibile apportare aquesto decreto tali modifiche da cambiarneil senso, per lo meno in parte, e da avviarea soluzione alcuni problemi fondamentaliche stanno oggi di fronte ai lavoratori e allaNazione italiana. Del resto in che cosa con-siste tutta la politica nostra? Dovremmo for-se aspetlare che maturi una nuova situazio-ne politica, che ci sia una nuova direzionepolitica del Paese, più avanzata, di sinistra,per affrontare e risolvere i problemi dei la-voratori e della Nazione? No, non è questala nostra politica. Noi siamo per affrontaree risolvere oggi i problemi dei lavoratori,qualunque sia il Governo che sta alla testadel Paese, siamo per lottare per la risolu-zione dei problemi e, nel corso di questa bat-taglia, unire le forze di sinistra in modo chepoi la caduta del Governo, per la quale lot-tiamo, segni l'avvio ad una svolta politicadecisiva del Paese che venga da sinistra, chesia provocata da sinistra. Ecco la nostra po-litica, onorevole Presidente e onorevoli col-leghi.

Noi non presentiamo emendamenti di po-co conto, presentiamo emendamenti qualita-tivamente importanti ma al tempo stesso pos-sibili, realizzabili, non astratti. Gli stessi col-leghi della maggioranza, lo stes~o onorevole

Ferrari-Aggradi, se non vado errato, ha det-

to in Comm1ssione che i nostri emendamen-ti erano cose assai serie e indicavano un'al-ternativa possibile.

FER R A R I - A G G R A D I, Ministrodel tesoro. Non può negare che in Commis-SIOne abbiamo tenuto largo conto dell'appor-to anche del suo Gruppo.

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C H I A R O M O N T E. Largo conto nondirei: avete cominciato a tenerne conto eavete cambiato la vostra pOSIZIOne su unpunto che noi riteniamo di grande impor-tanza, cioè sul punto che non si poteva cam-biare in nessun modo il decreto. Certo, que-sto è un punto di enorme importanza poli-ti,ca e noi lo Isottolineiamo. Ma, onorevole Mi-nistro del tesoro, noi vogliamo dei cambia-menti seri, dei passi concreti in avanti suquesta VIa.

Mi scuserete, onorevole Presidente e onore-voli colleghi, se ripeterò con pazienza le no-stre principali proposte. Non lo faccio a ca-so. NOI presenteremo una serie di ordini delgiorno, su due in particolare richiamiamol'attenzione dei colleghi senatori e del Go-verno: su quello che riguarda la questionedei prezzi, in cui proponiamo certe misure,e su quello che concerne la questione dellaselezione della spesa pubblica; torno a ripe-terle, onorevole Ferrari-Aggradi, quello chegià dissi all'onorevole Colombo: è una sfidache lanciamo al Governo ed alla maggioran-za. Costituite questa Commissione parlamen-tare sulla selezione della spesa pubblica; èuna sfida che vi lanciamo!

FER R A R I -A G G R A D I, Ministrò.del tesoro. E se l'accettassimo davvero?

C H I A R O M O N T E. Accettatela evedremo in quella sede chi è per la selezionedella spesa pubblica e chi è invece per ac-cusare i comunisti di volere tutto e tutto in-sieme e poi di non scegliere alcunchè o, peressere più esatti, di scegliere cose che vannocontro gli interessi dei lavoratori, del Mezzo-giorno e dell'agricoltura.

S C O C C I M A R R O. Coinvolgete an-che i comunisti in questa responsabilità! Nonla chiederemo.

FER R A R I - A G G R A D I, Ministrodel tesuro. Io esprimo il parere del Governo,non posso esprimere la mia opinione perso-nale.

C H I A R O M O N T E. Ripetiamo inol-tre con pazienza ~ e chiedo scusa ~ le no-

stre proposte. Un primo gruppo di proposteriguarda la necessità di ottenere un massic-cio incremento di investimenti nel Mezzo-giorno e nelle campagne per bloccare l'esodo.Abbiamo già visto in Commissione la neces-sità di introdurre emendamenti per gli entidi sviluppo, per la montagna. Ebbene, vichiediamo che siano introdotti nel decretofondi consistenti per l'irrigazione.

Seconda questione: vi proponiamo l'aboli-zione dei massimali. Siamo disposti ad esa-minare, su questo punto, anche la propostache mi sembra accennasse il senatore Banfinel 'suo intervento.

Terzo: per quanto riguarda la sanità bi-sogna mettere in questa legge alcuni puntifra i più importanti che riguardano le inteseraggiunk tra sindacati e Governo. Vi chiedia-mo che sia definita l'istituzione del fondo sa-nitario nazionale, che il pagamento agli ospe-dali sia effettuato direttamente e non attra-verso le mutue, che 'sia fissata una data certadi avvio del servizio sanitario nazionale. Que-sto si può fare: è un impegno politico, chebisogna assumeve. Vi chiediamo anche di in-trodurre norme per quanto riguarda la ri-duzione dei prezzi dei medicinali.

Per la casa vi chiediamo di introdurre duemisul1e: una che riguarda il blocco dei con-tratti e degli affitti e l'altm che riguarda laistituzione di un fondo da assegnare ai comu-ni per il rilancio dell'attività edilizia, attra-verso la legge n. 167, per far fronte cioè alleminacoe incombenti di una crisi edilizia.

Chiediamo infine che siano accresciuti inmodo massiccio gli aiuti alla cooperazione,all'artigianato, alla piccola e media industria.Chiediamo anche, onorevole Ferrari-Aggradi,una modifica per quanto riguarda le entrate.

Voglio chiudere per non tediare ancora glionorevoli colleghi, però vorrei dire alcuneparole sulla questione della benzina. Da par-te di molti colleghi, da parte del Governo,ci si dice che questo decreto serve a trasfe-rire risorse dall'area dei consumi privati aquella dei consumi sociali. Ma da parte an-che di molti colleghi del Partito socialistaci si dice: ma cosa volete? Siete contro losviluppo mostruoso della motorizzazione pri-vata, volete lottare contro la distorsione deicOll'sumi, e poi vi opponete all'aumento del

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prezzo della benzina! Vedete, onorevoli colle~ghi, io credo che sia una facile profezia lanostra, quella che porta alla conclusione cheil consumo di benzina non diminuirà di unsolo litro nel nostro Paese e che la circola-zione dei mezzi urbani non sarà alleggeritacon questo provvedimento. Il punto non èquesto, l'impostazione che voi avete dato aquesto problema nel decreto è un'impostazio-ne che non va nella direzione che affermatedi voler seguire. Bisogna introdurre modifi~che sostanziali su questo punto delle entrate;bisogna modificare questa parte, bisogna eli-minare o almeno ridurre fortemente questoaumento e sostituire ad esso altre entrateche colpiscano effettivamente la motorizza~Zlone (entrate come quelle che noi abbiamoproposto con i nostri emendamenti) e checolpiscano i redditi scandalosamente elevati,i consumi di lusso, inutili e superflui.

Riassumo, onorevole Ferrari~Aggradi, per~chè lei possa controllare negli appunti cheha preso: fondi per l'irrigazione, massimali,sanità, casa, aiuti alla cooperazione, all'arti-gianato, alla piccola industria, entrate.

Onorevole Presidente, non a caso abbiamoripetuto con pazienza le proposte che avan~ziamo. Lo abbiamo fatto proprio per ricor~darle bene al Governo, al Ministro del tesoroe, suo tramite, al Presidente del Consiglio.Vogliamo parlar chiaro come stiamo facen-do da quando è iniziata questa battaglia;vogliamo eliminare ogni possibile equivocoaffinchè nessuno possa dire domani: non ave-vo capito bene quello che volevate. Abbia~mo scartato la via dell'ostruzionismo parla-mentare; ne abbiamo detto pubblicamente imotivi che sono di principio e politici: mo-tivi di principio legati al modo con cui noiconcepiamo la battaglia parlamentare; moti~vi politici legati al fatto che in qualsiasi bat- I

taglia noi lavoriamo per l'unità delle forze disinistra, per cogliere le contraddizioni dellamaggioranza.

Nè abbiamo detto che voLevamo far sal-tare il termine costituzionale per la conver~sione del decreto in legge. Contemporanea-mente ci siamo rifiutati e ci rifiutiamo di ac~cettare limiti di tempo. Quanto tempo occor~rerà per varare il decreto? Non lo sappiamo;occorrerà il tempo necessario perchè, attra~

verso un libero funzionamento del Parlamen~to e una trattativa tra il Governo ed i Gruppiparlamentari, si giunga ad una trasforma~zione sostanziale del decreto medesimo.

Il Governo già su un punto ha cambiatoposizione, sul punto centrale che non si po~teva cambiare nel decreto assolutamenteniente. A ciò lo hanno spinto le battaglie no-stre e le spinte che sono venute dall'internodella maggioranza: si tratta di modifiche as-sai limitate, a nostro parere, anche se alcunedi esse le riteniamo significative. SappiamobenissImo che i tempi sono brevi, ma nonpossiamo farci niente; possiamo soltanto for~mulare l'augurio che il Governo ed i Gruppiparlamentari della maggioranza decidano neiprossimi giorni di venire ad un confronto se~rio, ad una trattativa reale con i Gruppi del~l'opposizione di sinistra ed in particolareeon noi che di questa opposizione siamo laforza più grande.

Ci auguriamo sinoeramente che questo av~venga perchè non siamo mai stati e non sia-mo oggi quelli del « tanto peggio tanto me-glio » e perchè pensiamo che sarebbe di gran~de Importanza, non per il Partito comunista,ma pe,r la democrazia, per il prestigio delleistituzioni, se il Parlamento della Repubblica,il Senato e la Camera, modificassero in puntisostanziali il decreto in discussione e venis-sero così incontro in qualche modo al mai~contento, all'impazienza, al disagio esistentinel Paese.

Affinchè questo avvenga e si giunga neiprossimi giorni a questo confronto reale, aqueste trattative concrete tra Governo, Grup~pi di maggioranza, Gruppi di opposizionedi sinistra e Partito comunista, siamo di~sposti ad operare con tutta la forza nostra,senza settarismi, faziosità e partiti presi. An~che le proposte che vi presentiamo e vi pre-senteremo a partire da oggi non le conside-riamo pedette, intoccabili nè le presentiamoa scopo di propaganda o di denuncia. Leconsideriamo invece base della discussione.Noi siamo pronti a ritirarle di fronte a pro~poste migliori che si muovano nella giustadirezione.

Sento il dovere di rivolgere un invito par-ticolare ancora ai compagni socialisti e ai se~natori della sinistra democristiana: un invi~

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to a riflettere, a discutere di nuovo con noi,a trovare con noi le soluzioni migliori.

Al Governo voglio ripetere che non è leci-to a nessuno, nemmeno al Presidente del Con-siglio, nutrire illusioni. Siamo una grandeforza democratica e popolare, siamo un par-tito responsabile e non solo verso i lavora-toid che rappresentiamo ma anche verso lademocrazia e la nazione.

Proprio per questo invitiamo il Parlamen-to, con forza, con decisione a modificare ra-dicalmente il decreto in discussione. Questoè l'obiettivo che vogliamo raggiungere perchèquesto è oggi interesse della democrazia edei lavoratori. (Vivissimi applausi dall' estre-nra 'sinistra. Molte congKatulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Valori. Ne ha facoltà.

V A L O R I. Signor Presidente, onore-voli colleghi, al termine ormai di una discus-sione generale così ampia alla quale il no-stro Gruppo ha partecipato in maniera cosìlarga, credo di dover riassumere e ribadirei motivi della nostra opposizione al decreto,chiarendo anche alcune questioni di fondoche hanno ispirato questa nostra linea didecisa opposizione.

Come è noto, onorevoli colleghi, tutti i se-natori del Gruppo parlamentare del Partitosocialista di unità proletaria sono intervenu-ti nella discussione generale. E a chi ha avu-to la pazienza e la volontà di ascoltarli, cre-do sia risultato abbastanza chiaramente chenessuno dei loro interventi è stato di tipoostruzionistico tradizionale. Voglio dire chenon vi sono state divagazioni dal tema prin-cipale, non vi è stata la pura e semplice ri-cerca delle cose da dire per far perdere deltempo al Senato, anche se non abbiamo mainascosto fin dal primo momento che il no-stro obiettivo era, è e resta quello di far de-cadere il decretone del mese di agosto. Mai nostri discorsi hanno voluto prendeDe lemosse dal deCDetone per esaminare la situa-zione economica generale del Paese e i pro-blemi nodali italiani non risolti e non af-frontati nel corso di questi anni.

Consentitemi anzitutto, onorevoli colleghi,di ringraziare anche a nome della Segrete-

ria del Partito i compagni del mio Gruppoper aver contribuito, con il loro sforzo, a dareserietà alle nostre analisi, alle nostre ricer-che ed in sostanza a dare un'immagine vi-tale della nostra linea politica di fronte aiproblemi della società italiana. Ma desideroringraziarli pubblicamente anche perchè es-si hanno contribuito a portare in Aula quel-la voce del Paese che tutti noi abbiamo ascol-tato nelle scorse settimane. Dalle reazionidel Paese infatti, onorevoli colleghi, è statomosso ed è mosso nella sua battaglia il Par-tito socialista di unità proletaria; dal contat-to con i lavoratori, dalla constatazione delloro malcontento, dalle loro critiche e dallaloro protesta siamo stati spinti ad ingag-giare questa battaglia. Non ce la siamo inven-tata noi, ma è stata chiesta a noi dai lavora-tori, è stata chiesta dalle reazioni delle mas-se popolari. Perciò abbiamo cercato di espri-mere in Parlamento questa posizione e nonabbiamo fatto, compagno Chiaramonte, « undiscorso in più per fare della propaganda ».Se un discorso in più è stato fatto, questodiscorso è stato fatto per esprimere più emeglio l'opposizione di vasti strati di popo-lazione, Del resto per fare la propagandanegativa al decretone, mi si consenta di di-re che basta il decretone. Non c'è davverobisogno di ricorrere all'ostruziDnismo! Misembra che nella stessa presentazione diquesto decreto al Senato da parte dei rela-tori e della maggioranza ci sia stato, delresto, uno sforzo consapevole per prenderele distanze dal decreto stesso. Come qualifi.care altrimenti un, bene avvertito da noi, dif-ferente tono della relazione' dei relatori daltesto della relazione con la quale il Gover-no tanto presuntuosamente aveva presentatoquesto provvedimento al Parlamento e comequalificare alcuni interventi che abbiamosentito nel corso di questo dibattito, che for-malmente, essendo di colleghi della maggio-ranza, avrebbero dovuto essere favorevoli,al provvedimento e che sono stati inrealtà, invece, assai duri e spietati neiconfronti del decretone? Alludo ad alcu-ni interventi che hanno riecheggiato del re-sto posizioni assunte in Commissione daicolleghi del Gruppo del Partito socialista ita-liano, ma al1udo anche ad alcune frasi qua e

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là di altri interventi. Si potrebbe fame unapiccola antologia, sulla base dei resocontistenografici dei discorsi pronunciati da uomi-ni anche di altri Gruppi che appartengonoalla maggioranza. È difficile quindi sostenereche vi sia stata da parte nostra una sempliceopposizione di principio e per prindpio, unavolontà di fare la lotta ad ogni costo, senzaavere occhio alla sostanza delle intenzioni diun provvedimento. No! Proprio per la so-stanza delle intenzioni del provvedimento ab-biamo mosso la nostra opposizione ad esso.Non voglio soffermarmi a lungo, onorevolicolleghi, su certi aspetti particolari e negati-vi del decretone. Credo che questo sia statoormai ampiamente fatto dai colleghi del mioGruppo. Voglio soltanto fare alcune osser-vazioni di carattere politico generale su diesso, sulla sua struttura, sul suo contenutoe sulle sue finalità.

Prima di tutto desidero osservare che que-sta specie dI braccio di ferro che si è andatostabilendo fra una forza di opposizione, chemIra a far scadere i termini entro cui deveessere convertito il decreto-legge, e il Go-verno, che vuole rispettare questi termini,vuoI cercare di far passare il provvedimen-to entro questi termini, è di per se stesso unfatto da considerare, onorevoli coLleghi.Perchè? L'origine è nella decisione stessa diricorrere alla forma di decreto-legge. Perchèmal, dico io, per cose così grandi ed impor-tanti, per una materia così vasta, il Gover-no ancora una volta ha imboccato la stradadel decreto~legge? Non mi sfugge che, peralcune questioni riguardanti tal uni immedia-ti aumenti, è sempre necessario procedereper decreto-legge. Ma è il Governo stesso cheha dilatato tutta la materia. Ci si consentaquindi dI dire che del tutto assurda e ingiu-stificata è l'osservazione fatta ieri dal Pre-sidente del Consiglio in una interruzione efatta piÙ volte dai Ministri; osservazione se-condo la quale saremmo noi a voler portarenel decreto ne cose che in esso non ci sono:è il Governo stesso, ripeto, che ha dilatatola materia e ha presentato una presuntuosarelazione al Parlamento in base alla qualequesto decretone dovrebbe essere lo spar-1iacque tra due momenti della vita econo-mica del nostro Paese: di qua una certa si-

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tuazione di recessione e di mancanza di ri-forme, di là una situazione di produzione,di occupazione crescente e di grandi riforme.Se il Governo ci sfida su questo terreno, noiopposizione abbiamo il dovere di dare ri-sposta su questo terreno. Non c'è quindi dasorridere, onorevoli colleghi, di fronte al nu-mero degli emendamenti che abbiamo pre-sentato, ma c'è da riflettere sulla qualità ela caratteristica di essi (verrò dopo a questaquestione); c'è da considerare, cioè, che, sfi-dati su una linea alternativa, anche noi nonpotevamo altro che rispondere con una Eneaalternativa. E questa battaglia del Partitosocialista di unità proletaria qualche risul-tato lo ha già ottenuto, perchè, se non aves-simo cercato di sfruttare al massimo questasituazione, se ancora adesso non cercassimodi sfruttarla al massimo, se ancora adessonon cercassimo di servirei al massimo diquesto coltello che abbiamo nelle mani ~

la questione dei termini di scadenza del de-creto ~ forse che il Governo avrebbe ac-cettato di discutere tutta una serie di puntie di questioni del decretone? Se alcuni inter-rogativi ancora sono aperti, se ancora l'al-tro giorno il collega Banfì ha detto che suuna parte delle questioni il Partito sociali-sta italiano si riserva di condurre una bat-taglia in Aula e non ritiene definita la ma-teria dal dibattito in Comn1issione è per-chè, compagni socialisti ~ credo che lo dob-biamo riconoscere ~ vi abbiamo offertoun'arma, una possibilìtà contrattuale chenon avreste avuto se avessimo accettato, nel-la passività nella quale era caduto il decre-tane, di condurre le cOSe al livello al qualeerano alla fine del mese di agosto. (Applausidall'estrema sinistra). La realtà è che le cose,dalla fine del mese di agosto, sono progres-sivamente cambiate dopo il tentativo di farpassare tutto nella piÙ assoluta indifferenza,in un'atmosfera ovattata, davanti ai lavora-tori del nostro Paese. Pertanto del tutto legit-timo era questo nostro atteggiamento, e pro-duttivo; se si può parlare di trattative, se sipuò invocare una trattativa tra il Governo ei Gruppi parlamentari è perchè, appunto, ab-biamo condotto una battaglia di questo ge-nere contro il decretone del Governo, giocan-do sulla questione della scadenza dei termi-

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ni; credo che questa battaglia, ove sia con~olusa in questo ramo del Parlamento, potràoontinuare nell'altro, così sfuggendo ai ricat-ti che ci siamo trovati di fronte altre volte,in base ai quali ,le date erano sacrosante, in~superabili e bisognava accettare tutto quan-to a scatola chiusa. Infatti così è avvenuto ~

e voi, onorevoli colleghi, lo ricordate tutti ~

per l'ultimo decretone quando il Senato mipare che abbia avuto 48 ore di tempo per di~battere, deliberare ed approvare a scatolaohiusa le posizioni del Governo: quel famosodecreto ne che comportava lo stanziamentodi qualche cosa come 2.000 miliardi. Noi ab~biamo voluto cominciare a dire al Governo,alle forze della maggioranza: a questi gio-chi, a questi tentativi, non siamo più dispo-sti a stare; vogHamo, cioè, svolgere fino infondo il nostro ruolo di forza di opposizio~ne, esercitando tutta la nostra pressione pos~csibile ed immaginabile.

È curioso, dkevo, che si sia ricorsi anco~ra una volta per una serie di VOlci ,a un de~creta-legge. Mi dispiace che non sia ora pre.

sente il senatore Pieraccini che è stato annifa il presentatore del primo piano quinquen~naIe contro il quale noi abbiamo condottouna battaglia su due piani, il primo rappre-sentato dalla nostra obiezione secondo laquale, in realtà, i suoi obiettivi restavano

campati in aria; il 'secondo rappresentatodalla denuncia di una serie di cattivescelte reali implicite che noi combatteva~ma. Ebbene, io vorrei domandare al senato-re Pieraocini (che allora presentò quel pianoquinquennale e che formulò con ,la filosofiadella progvammazione l'esigenza che per ilfuturo tutto dovesse rientrare nel piano,nella programmazione e dovesse avere unacaratteristica diversa, anche formale, nellapresentazione dei disegni di legge, nell'usodelle leggi dello Stato e nell'unifioalzione diuna serie di leggi) che oosa pensi oggi diuna situazione così assurda come quella nel~la quale ci muoviamo, nella quale, cioè, si.vuole definire per decreto-legge una mate-ria così ampia, senza giustificazione alcunadi urgenza e di necessità, e in termini chenon hanno niente a che fare con le indica-:z;ioni che la maggioranza stessa, nell'appro~

V'are il suo primo prano quinquennale, avevadato al Paese.

Che riferimento ha tutto questo poi ~ èstato sollevato anche questo problema ~ conla filosofia di un altro piano in gestazione,il piano '80? Anche in questo caso è statoabbastanza sottolineato, da alcuni, che vi èun contrasto tra la linea perseguita dal Go-verno e gli stessi suggerimenti contenuti, eche noi non condiìVidiamo, nel piano '80.

C'è pertanto un giudizio negativo globaleche non si può non dare sul decreto, giudi-zio che diventa ancora più negativo non ap-pena questo congegno comincia ad esseresmontato e possiamo vedere cosa contiene.A questo proposito la prima constatazioneche abbiamo fatto tutti quanti è che, in real-tà, questo decretone è fatto di due cose so~prattutto: di una sede di prelievi fiscali in-giusti e di una serie di rncentivi alla pro~prietà, con in mezzo un tentativo di ripiana~re, in parte, i deficit mutualistici. Del tuttoassurdo, quindi, attribuire certe intenzionial decretone, Icosì come vien fatto nella pre-messa al disegno di legge, scritta per il suoesame da parte del Parlamento.

Prelievo fiscale: questo è il punto che piùha suscitato <laprotesta popolare. C'è, infatti,qualche cosa di innovativo, rispetto al pas~sato, sulla questione dei prelievi fiscali? As-solutamente no; c'è la vecchia consuetudinedi gravare sui consumi e sulle imposizioniindirette e di far pagare indiscriminatamen-te tutti nello stesso modo. Si tratta, però,di un prelievo fiscale massiccio, di fronte alquale (ecco il quesito che è stato posto piùvolte in questo dibattito) come si può soste~nere quello che viene sostenuto nella rela~zi.one, cioè che la manovra fiscale ~ così

disse il Governo presentando il provvedimen-to ~ dovrebbe avere l'effetto di non inci~dere sui miglioramenti retributivi ottenutidai lavoratori, sia in modo diretto, sia coneffetti riflessi sul sistema generale dei prez-zi? Quello che voi avete congegnato, signoridel Governo, è un sistema di prelievi fiscaliche, oltre ad essere ingiusto, avrà indubbia-mente un effetto disastroso sul livello deiprezzi del nostro Paese. Del resto già vedia~ma in questi giorni quali sono le conse-guenze!

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Qui sorge una questione grossa. Quali era~no i temi che stavano davanti al Paese neimesi scorsi, prima del decretone? I temi chevenivano sollecitati dalla gente riguardava~no tutti la questione dell'aumento generaledei prezzi che si portava via gli aumenti sa~lariali. Questo era il problema che stava da~vanti al Governo e che lo ha trovato im~preparato dopo la stipula dei contratti dilavoro. Senonchè a questa realtà ha comin~ciato a sovrapporsi un'altra rappresentazio~ne della situazione economica del Paese, checon questa realtà non aveva niente a che faree che era tutta imperniata sul conoetto che ipoveri industriali avevano fatto troppi saori~fici con i contratti di lavoro e che bisogna~va aiutarli, altrimenti non avrebbero più in~vestito e in tal modo la produzione del Pae~se non si sarebbe allargata.

Queste due realtà, quella che denuncianole masse popolari e l'altra gonfiata ad artedagli industriali, si sono espresse in due li~nee opposte di politica economica possibili,in due scelte che si presentavano opposte

l'una al,l'altra nei mesi scorsi; vi è stata an~che una manovra ben congegnata da partedei gruppi industriali per far prevalere leloro tesi, e quindi un certo tipo di misureeconomiche, operando spregiudicatamentecon un massiccio esodo di capitali dall'Italiae una pressione sulla lira della quale addi~rittura i presidenti dei Gruppi parlamentarisono stati investiti dal Presidente della Re~pubblica nelle consultazioni in occasione del~l'ultima crisi.

Sarebbe stato logico attendersi quindi, nelmese di agosto, quando si parlava di provve~dimenti economici, una serie di provvedi~menti che andassero in tutt'altra direzione,che fossero cioè caratterizzati dalla ricercadi fondi per adeguati investimenti, per colpi~re dove c'era stato l'imboscamento del de~naro e il rifiuto a prendere atto della nuovasituazione creata con la stipula dei nuovicontratti di lavoro.

Invece è stato deciso questo tipo di prelie~va fiscale, con il rischio quindi non solo dilasciare aperto ma di aggravare il problemache era sorto dopo i contratti di lavoro,il problema cioè del crescente costo della

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vita, con il rischio di dare ulteriore incre~mento a questo aumento nelle prossime set~timane e nei prossimi mesi. Prelievo fisca~le, dicevo, ingiusto, contro il quale ci siamobattuti, contro il quale ci batteremo ancora,in sede di emendamenti, che vi,ene poi inbuona parte utihzzato per il ripiano della si~tuazione deficit aria degli enti mutualistici.

Anche questo fatto ha un suo significatopolitico; si vuoI fare sapere ai lavoratori,si vuoI premere su di essi perchè si rendanoconto che in fondo ,sono essi a dover pagaretutto in questa società e, se ricevono cure emedicinali, arriva però 11 momento in cuiqualcuno riprende loro questi soldi sottoaltra forma, sotto la forma dell'aumento del~la benzina oppure dell'aumento che l'operaioveneto o milanese o torinese troverà, in unamattina d'inverno, quando andrà a bersi unbicchierino di grappa per riscaldarsi.

Questa è la realtà ed è difficilmente nega~bile. Ma essa è ancora più grave quando ap~pare chiaro che non solo questo prelievofiscale viene utilizzato, dopo essere stato ef~fettuato in modo ingiusto, per ripianare unaparte del deficit delle mutue, ma viene poiutilizzato, in termini assolutamente vaghi egenerici, per « l'avvio alla riforma sanitaria ",a dare significato alla quale però ~ ecco ilpunto ~ sta il gesto precedente, i,l fatto che

i soldi vengono dati alle mutue, il fattoquindi che dobbiamo prepararci ~ siamosinceri, onorevoli colleghi della maggioran~za ~ nei prossimi mesi, nei prossimi anni,ad un altro esborso di denaro per ripianarequesto deficit. Infatti con questi soldi voinon potete colmare i deficit e i conti fatti lodimostrano. P,ra qualche mese che cosa fare~te, in che modo risolverete il problema? Conun altro prelievo fiscale? Badate che vera~mente siamo arrivati, come dite anche voi, araschiare il fondo del barile. Ma di qualebari,le? Quello della sopportazione del Paese,quello della possibilità di far fronte ad unapressione così crescente che, con tanto cini~sma, viene definita dal Governo come unapressione volta a far dirottare una parte didenaro dai consumi agli investimenti produt~tivi. Ironia della sorte, nel momento in cuiportate via il denaro ai lavoratori con gli

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aumenti che avete stabilito, nella relazioneparlate anche della necessità di incrementa-re il risparmio! Quale risparmio? Quelloche viene a mancare con il denaro che por-tate via dalle tasche dei lavoratori?

Nè dal punto di vista del prelievo, nè daquello dell'uso possiamo essere d'accordocon le linee del decretone e, quindi, con l'ul-tima parte di esso che è stata, con tanta ef-ficacia, denunciata non solo dagli oratori delnostro Gruppo, ma anche dal collega Banfiche l'ha definita «un premio ingiusto datoagli industriali e ai padroni del nostroPaese ».

È una vecchia storia questa perchè esisteormai tutta un'antologia di provvedimentiche non hanno niente a che fare con la ma-teria delle agevolazioni fiscali, ma nei qualiperò sono inseriti, all'ultimo momento, uno,due, tre articoli con i quali si dà del denaroin regalo agli industriali italiani.

Onorevole Ferrari-Aggradi, lei ricorderàcertamente quando, in occasione della na-zionalizzazione dell'energia elettrica, si cercòdi far passare di contrabbando, negli ultimiminuti, una serie di norme relative alla fu-sione di società per azioni che avrebberoavvantaggiato gli industriali del nostro Paese.

Presidenza del Vice Presidente SPATARO

(Segue V A L O R I ). Allora l'onorevoleRiccardo Lombardi, che seguiva questo la-voro, riuscì a turare all'ultimo momento que-sta falla prima che il provvedimento venisseapprovato.

Successivamente ~ mi dice il collega An-derlini che ha vissuto come me quella vi-oenda ~ in un altro provvedimento venneroperò inseriti di nuovo articoli che riguar-davano questa materia: così è avvenuto peri fondi di investimento, così per altri prov-vedimenti e la stoessa cosa avvi,ene con que-sto decreto-Jegge.

Onorevoli coUeghi, penchè si diice, allonchènoi vogliamo inserire nel decretone le que-stioni che rigua,rdano ill MezzogioJ:no, i tra-sporti, la casa, l'edilizia, che questo non ègiusto, se poi nel provvedimento stesso ven-gono invece inserite tante altre questioniche con una operazione di prelievo fiscalee con il ripiano degli enti mutualistid nonavrebbero niente a ohe fare?

Ridotto entro oerti limiti, il decreto sa-,rebbe stato, 'se non aooeHabile, comunquediscutibile nelle sue oaratteriJsNche e nellasua struttura.

Contro quest'ultima parte ~ di,oevo ~ inpassato diverse forze poilitiiche si S0110 mos-se. Ci si dOlmanda allora se sia giusto man-tenere questa materia nel .decreto-Iegge per-

chè essa caratterizZia, in corrispettivo con laprima parte attinente al prelievo fiscale,in un determinato senso, in una direzione,il provvedimento in esame.

Ciò detto sul decretone in se stesso, trat-terò un problema che ci interessa forte-mente e che è ,fra .1eragioni della nostraopposizione e della nostm (lotta: come siconoca il decretone nel vivo della lotta poli-tica, econorniica e sociale çhe iSi combattenel Paese. In altri termini, quale mpportoc'è tra il decretone ed i'l modo can cui sisviluppa la lotta di classe in Italia? Unadelle mgioni di fOlndo della nostra opposi-zione sta proprio in questo: a nostro mododi vedere, con il decretone, per ciò che essoesprime e che vuoI far .pensare, si tenta diinfluire in una detoenminata direzione nellalotta di dasse del nostro 'Paese, per scorag-giare i lavoratori, per fiaocare il loro slan-cio e anche ~ cOlme spiegherò ~ per por-tarli a <livelli di lotta e di battaglia prece-denti le grandi battaglie contrattuali del-l'autunno.

Il deoretone vuole essere la oonferma diquanto scrivevano i giornali benpensanti delnostro Paese nel vivo della lotta dei metal-,lurgid, ad esempio, quando dkevaJno: nonsi può tirare poi troppo la corda perchèi lavoratori devono Irendersi conto che se

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33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa 5 OTTaBRE 1970

attengono determinati aumenti poi aumentail costo ddla vita, si sv.iluppa un determi~nato pracesso, e tutto viene vanifìcato.

In una prima fase questa vanifìcazionec'era stata già con l'aumento dei prezzi;ora, con questi prelievi fiscali il coIpo èancora più diretto e chiaro. NO'n riguaI1dapiù wltanto la massaia, la donna che va afare la spesa; se ne occoDge in maniera di~retta e immediata ,~l capofamiglia quandoesce la mattina. Noi non crediamo che tuttoquesto sia fatto a caso: il movimento ope~

l'aia del nostro Paese aveva raggiuntoverso la fine del 1969 delle punte estre~mamente alte, che "la borghesia e deter~minati ambienti retrivi e reazionari delnostro Paese mal ,tolleravamo. Contro que~sto c'è stato prima lo sforzo disperato perresistere, poi ci sono state le bombe contutto ciò che haDlno dimostrato; infine, c'èstato iJl tentativo di riportare a Hvelli pre~cedenti la lotta dei lavoratori, non più ope~rando sugli strumenti nuovi, le assemblee, idelegati di fabb:dca che si erano creati, maspostando tutto con la questione dell'au~mento dei prezzi. Con questo decreto ne sivuole ora riportare la classe operaia delnostro Paese ancora ad un pUll1tO più bassodella sua lotta. Allora non rimproverate poiquesta classe operaia quando siete voi chela obbligate a ilottare ancora per umane edeoenti condizioni di vita! Siete voi che,creando una situazione di questo genere, laabbligate a preoccuparsi di come riuscire asbarcare il lunario, ad andare avanti. Quindila filosofia del decretone, come è stata defi~nita, è una filosofia che noi combattiamoper il suo chia,l'o intento punitivo nei con~fronti dei lavoratori del nostro Paes/e; piUl1i~tiNo per ciò che hanno fatto e ammoni~tO're.. .

FER R A R I ~A G G R A D I, MinistrO'del tesaro. Questo non è vero e ,spero diconvincere l'opposizione; non è questa 1afilosofia del decretone.

V A L O R I. So che lei è un abileoratore e una persona molto intelligente epreparata, ma non potrà spiegaI1mi in ma~niera diversa le cose da come risultano dalle

cifre e dagli articali di un decreto..Jegge.Questa decurtazione del salario è un fattoche esiste e io ritengo che sia stata attuatasotto una pressione, quella che ho descrittaprima, degli ambienti indust:dali del nostroPaese per ben detetminati fini di manteni~mento di un equilibrio economico~'socialegenerale. Queste decisioni sono state preseper fiaccare la olasse operaia.

OnOll'evoli colleghi, vogliamo dirvi unacosa can grande franchezza ed onestà: ba~date che noi, girando per ,l'Italia, ci siamoaccO'rti che determinati strati di lavmataripiù che con il Governo e con lei, onorevoleFerrari~Aggradi, o oon 1'0noI1evole Preti ocon l'onorevole Colombo, se la prendonocon noi, con i sindacati, cO'n i partiti di sini-stra. L'effetto del dearetone in certi strati èdi questo tipo: se la prendO'no con noi per-chè ci accusano di non essere riusciti adimpedire questo, di non aver fatto abba~stanza per impedire tutto ciò. E la nostraopposizione, la nostra battaglia, lo sforzoohe conduciamo sono rivolti proprio a di-mO'strare, a dare consapevolezza che invecetutto quanto viene tentato da parte deUeforze che si richiamano al movimento ope-raio per bloccare questa situazione e pervenire incontro aLle richieste, alle aspetta-tive e alle speranze dei lavoratori. Ripeto,più che per se stessi questi provvedimentici preoccupano per questo, per il significatoche hanno. Ancora una volta riportano inballo, come ha detta argutamente il compa~gno Li Vigni nel suo intervento introdut~tivo a questa discussione generale, ed inmanielra falsa la questione della congiun~tura, facendo di essa un incubo che gravisempre sui lavoratori come un deterrente,oome elemento di dissuasione alle nohiestedi miglioramenti e alla spinta verso le ["i~forme. Del resto come mai, onorevole Fer~rari~Aggradi, senza avere nessuna idea anco~

l'a sulla riforma sanitaria, quando avete fat~to il decretone voi avete messo subito unaparte di fondi a disposizione della riformasanitaria? Ciò è stato fatto per far sentire ailavoratori che le rifoJlme ~ se essi le voglio-

no, se la battaglia per esse, che era stata unadeUe conclusioni dell'autunno operaio, chia-miamolo così, deLlo scorso anno, doveva es-

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sere fatta, se le loro rkhieste dovevano avan-zare ~ avrebbero però comportato un one~

re per i lavoratori stessi. Non dileo, onorevolicolleghi, che questa filosofia del decretone,questo suo contenuto maligno sia stato vo~lontariamente e chiaramente cond~viso datutte le forze, da tutti gli uomini, da [tutte lepensone che fanno parte del Governo e deipartiti della maggioranza. Dico, però, cheohi ha aI1chitettato questa linea, gli ambientidai quali è arnivata ila pl'essione per farecose di questo genere, avevano in testa que~sto obiett~vo. Non dico che sia l'obiettivodel senatore FOl1mka, non è probabi1mentel'obi,ettivo del senatore Banfi, ma la real~tà è questa, la constatazione ohe faclCiamoè questa. Qui toochiamo un punto moltoserio, onorevoli colleghi, penchè questo de~cretone per ,me nan è altro che una tappadi una Lunga battaglia che Isi combatte or~mai in Italia da parecchio tempo. Fissia-mane il limite più ristretto al 1968. Vavan-zata deUa dasse operaia nel '68 fu una cqsagrande nel nostro Paese; ,e voi tutti :lo ricor-date. Gli episodi della dpresa della lottanei centri capitalistid più Isviluppati ~ Fiat,Va1dagno, Pirelli ~ furono fatti estremamen~

te importanti che diedero poi significato alSUiocesso elettorale di tutta la sinistra ne1leelezioni del '68, peI1chè questo SUiocesso nonera un fatto so;lamente matematko, cOlThta~bile di voti, ma rifletteva una determinavarealtà che avanzava nel Paese. Subilto dopoquel dsultato, Isubito dopo quei fatti, su~bito dopo quegli avvenimenti è oomilllCiatoun tentativo, uno sforzo per riasiSorbire nelmoderatismo italiano la Ispinta, la pressionedelila drusse 'Operaia, degli stUJdenti, ddle gio~vani generazioni. Questo tentativo è statoportato avanti sul piano politico generalecon le crilsi rkorrenti, con i Governi chevenivano fuori come Governi di transizione,« ponte », «pruIiCheggio », passaggio da unasoluzione rull'altra. Questo tentati~o di rias~sorbimento venne anche con la creazione diuna nuova fmza politiJca come il Partitosocialista unitario, capruce di influire in mo~do più modemto per un russorbiimento sem~pre maggiore di questa situazione a Hvelllogovernativo. Questo sforzo c'è stato, anche,presentando rulla classe operaia i;llfischio di

un salto nel buio, il rischio di una nottenera, aHa fine del '69 e nei primi del '70.Il decretone ISi inserisce in questa linea,percorre questa stmda: è un tentativo divanificare spera!llzje, tensioni, di riportare,dicevo, la dl:russe operaia a ,Liveilli di lottanon dico più arretrati, ma che essa avevagià superati; a livelli di lotta dirfel1lSivi. Leassemblee operaie, i delegati di reparto: checosa significavano queste invenzioni dei la~v'Oratori 'per l'autogestione della lotta? Signi~ncavruno una loro volontà di impostare an~che la lotta in termini nuovi e più avanzati.Che cosa Isi,gnificavano gli scioperi per leriforme fatti in fabbrica? Indicavano chia~l'amente che la controparte non era tantoun Governo o una maggioranza che sta'vanoa Roma, ma il potere reale a liveLlo dellestrutuur,e, il [capitalista, il proprietario dalquale poi partono detel1minati indirizzi edeterminate pressioni !Sul Governo.

Questo significava la lotta che aveva con~quistato strumenti nuovi e dato vita a for-me nuove di con11rOlllo da parte dei lavora-tori sulla produzione. Voi con questo decre~tane volete ricruociarla indietro di nuovocon il terrore del[a pmduttività, di nuovocon la tesi che, in fondo, bilsogna cOJ1Jsentireal ,capitalista di fare il suo gioco e che nonc'è niente da fa're peJ1chè qualunque sforzo,anche di cl'eazione di s11rnmenti nuovi, com~pia la dasse operaia alla fine essa è obhli~gruta a pagaDe sempre il prezzo deUe suebattaglie.

Ecco perchè noi siamo contro questo de~cretone e non possiamo credere, proprioper questi fatti, aHa tesi di una fusione dellapolitica congiuntumle con una poHtilCa perIe riforme.

Ha detto bene il coillega BanS, quandoha affermato che per faTe una politica delllel'iEorme bisognerebbe intanto che ,si avesseil coraggio, in Italia, di dire chi ha ostaco-lato fino adesso questa politica, quali sonostate le strozzaVUl1e e gli ostacoli. Per unasaldatura tra politica di congiuntura e poli-tica de]~e riforme bisognerebbe cominciarecon il riconoscere che i nostri maIi ~ comediceva il compagno Li Vigni giorni fa ~

sono mali strutturali e non congiunturali.Ma io 3Jggiungo anche un terzo elemento,

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V Legislatura

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compagni del Partito socialista italiano, edè questo: per fare una IpOllitica delle rifor~me non ci vogliono soltanto detenmlnatiGoverni, ci vuole anche nel Paese una claSlseoperaia unita, compatta, con una chiaraprospettiva di lotta, che senta di essere laprotagonista di un processo di trasforma~zione e di rinnovamento della società. E sequesta classe operaia viene demoralizzatacon provvedimenti di questo genere, iITlinac~ciata nei suoi livelli di lotta e di battagliada provvedimenti di questo tipo, non può,questa Cllasse operaia, non possono questilavoratori es'sere i soggetti attivi di una poli~tica delle riforme: viene iloro a mancare lagaranzia fondamentale. Infatti, nessuno sifaocia illusioni' che stando nella stanza deibottoni si ottengano le riforme, si ottengauna trasformaziane radÌlcale deLla nost:ra so~cietà. Nessuno si faccia illusioni perchè og~gi al Governo c'è Giolitti mentre nei prece~denti non c'era, perchè oggi alI Governo c'ètizio mentre non c'era nei precedenti, per~chè Giolitti può essere meglio di PieraciCÌnio Mariotti meglio di Uln altro. La trasfor~mazione della società passa invece attra~venso la presenza di un'atìtiva, compattaclasse operaia nel Paese, protagoni,sta diuna svolta e di una spinta radicali.

Ecco, quindi, perohè temiamo il decreto~ne; lo temiamo, ma combattendolo dimo~s1riamoint:anto ai lavoratori ,]a nostra de~cisa vo,lontà di opporci a tutto un indirizzodi politica economica. Lo temiamo e non 10accettiamo; lo temiamo e ,lo rifiutiamo: ciopponiamo ad ,esso ma intendiamo ancheopporre, a questa linea, qua1che cosa didiverso. Ecco il se11lSO, onorevoli colleghi,dei nostri ,emendamenti. N~l conso della di~scussione che si farà, in sede di esame degliarticoli del decretone, io vorrei invita:rvi aduna considerazione serena di questi emen~da menti, tenuto. conto che avremmo potutopresentarne di ben diversi e con caratteri~stiche schiettamente ostruzionistiohe sunevirgole, sulle parole: con ciò, fonse, avrem~mo guadagnato anche mezza giornata in piùper il dibattito, ma avremmo fatto perderea tutta la nostra opposizione, onorevoli col~leghi, il suo più profondo significato. In~fatti, nel momento stes,so in cui diciamo no

al decretone, diciamo sì ad una linea dipolitica economica altemratlva: ecco alla l'alie nostre proposte ri,guardanti l'agricoltura,la casa, la sanità, i trasporti. Si dice che sivuole aprire il passaggio ad una politicadelle riforme: ed allora si cominci con raf~frontarla nelle grandi linee ~ noi non pre-

tendiamo ohe si scenda nel dettaglio ~ nellaaffermazione di alcuni princìpi, nella crea~zione, almeno, di alcuni strumenti. Ecco nsignificato dei nostri emendamenti: una li~nea di politica eCOlnomÌlca alternativa, unahnea di politica economica che rispondaalle domande che un lavoratore ci ponequando noi contestiamo la pOllitica econo~mica del Governo (cOlsa chiedete, cosa vo-lete, qual è la vos'tra hnea?). Negli emen~damenti che vi verranno via via illustratit,roverete 10 sforzo per introdurre questalinea alternativa.

A questo pUJnto vorrei osservare che nonaocetto ~ e non vedo neanche quale van~

taggio abbia il senatore Banfi a pronunciar~la ~ l'affenmazione fatta appunto dal col~lega Banfi, a:Uo~chè egli ha magnificato al~cuni emendamenti proposti dal Gruppo delPartito socialista italiano e ha poi a:ffer~mato: i nostri emendamenti sono emenda~

, menti seri çhevogliono correggere il s~ste~ma, mentre quelli del PSIUP sono emenda~menti che voghono ({ribaLtare)} ~l sistema.Io spero che vi sia stato un errore di parole;mi augurerei dò e mi augurerei anJche checi iSia stato un errore di resocontista ~ mai nostri resocontisti in genere sono moltobravi, m01to precisi nel prendere le frasidegli omtori ~ Ima temo che d Isia qua1cosa

che non va, nonostante la parte positiva dicri,tica, nel ragionamento del senatore Banfì.Infatti, a noi che d chiamiamo socialisti ilcollega Banfi ha £atto non una clrÌtica, maun giusto rioonosdmento quando dice chenoi vogliamo ribaltare il sistema. Se noinon volessimo cambiare questo sistema,onorevoli colleghi, perchè saremmo 'sociali~sti? Allora, oon tutto il r~spetto ~ badate ~

che io ho Iper oerte posizioni, noi saremmol'ala sin1stra del Pa,rtito liberale o Il'ala sini~stra ~ non sa ~ della Democrazia cristiana

che non dioe che vuole cambiare il sistema,Slaremmo una forza che si limita a proporre

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17162 ~

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dei miglioramenti, delle piccole correzioni.No, noi vogliamo cambiare questo sistemae quando affenmiamo ciò, oertamente si aprela discussiO'ne sul iOome cambiarlo,sul ponteche Cl deve pOlrtare al poi, ed amche sulmodo con il quale costruire il poi: questaè una discussione che aocettiamo, che rite-niamo giusta, che riteniamo ind1spensabile,necessaria, onorevoli colleghi, ma partendoda questa nostra volontà, da questa nos,traconvinzione secondo cui, per 1I10i,il sistemanon va corretto, per noi i:l sistema va cam-biato, va rovesciato. Permetteteci di direche noi siamo per un s1stema socialista conle caratteristiche che esso assumerà in Ita-ha, le caratteristiche cioè che tutti quantinoi gli daremo. Naill possiamo peinciò aocet-tare che si percorra una rlinea di sempliceoorrezione di questo sistema. Qui viene agaLla un limite profondo, il limite ohe noidenunciammo dal primo gioJ1no del centro-s~nistra, il 'limite della collabo;razione gover-nativa con le forze del centro~S']nistra.

Pertanto gli emendamenti non possonoessere altro che emendamenti illel quadrodi una politica tendente a mutare il siste-ma: cominciano a indicare i modi con i qualicambiarIo. Quali regole e quali leggi vannosostituite alla legge e allla regola dél pro-fitto che ha regnato sov:rana nel corso diquesti anni nella società italiana? A questopunto si apre un altro disconso che si coil-lega al deoretone, il discorso iSUciò che rap-presenta oggi ill centro-sin1stra, sul suo av-venire, sulle sue possibilità di co;rdspon-dere alle esigenze del Paese.

Qui entriamo in una sede ,di questionimolto complesse. NeHa dIchiarazione di vo-to che ho fatto al Senato in occasione del-la presentazione del Governo Colombo hoprecis~to che è nostra convinzione che laesperienza del centro-sinistra sia ormaigiunta al suo estremo limite. che .la du-rata di certe coalizioni sia destinata ad es-sere sempre più .limitata e la loro esistenzasempre più precaria. Ho avuto oocasione,aLlora, di porre questo problema che inte-ressa tutte le forze politiche: come si escedall'imbuto del centro-sinistra e verso checosa si va? È un problema che noi inten-diamo affrontare. Dissi allora, e ripeto qui

oggi, che il Partito socialista di unità pro-letaria è pienamente cosciente della partedi grande responsabihtà che ha nella fasenuova Vlerso la quale va la vita politica ita-liana, non foss'altro per ,la lotrba int:ransi-gente e continua che ha condotto in questianni contro illcentro-sinistna. Per questo noiintendiamo essere plrotagonils!ti non secon-dari della fase nuova che v:errà dopo il cen-tro-sinistra. Quindi assunzione di responsa-bHità nostra nel dibattito poJitico, nel con.fronto fra le fOllrzepolitiche sulla base deiproblemi del Paese.

Ma, onorevoli colleghi, prendere atto cheuna formula è giunta al suo limite e chegià ormai apertamente ,si discute della 'suc-cessione a questa formula, non può portarenessuno, e tanto ,meno noi, a pensare chenel frattempo questa formula debba venireaocettata come i>lmeno peggio. Su questopunto desidero eSlsere estremamente chiaroperchè so quali pressioni, quali inviti civengono da diveI1se parti, anohe da partedi gruppi della maggioranza, a considerarela delicatezza della situazione. Se cade ildecretone, se cade il Governo Colombo checosa succederà? Tornerà di nuovo Ìin balloil partito dell'avventura, così come è statodefinito nelJe passate crisi? Avremo di nuo-vo questo problema? Avremo il rischio disdoglimenti, di elezioni antkipate, di caos?Onorevoli colleghi, dipende dal modo colquale la caduta del Governo Colombo siprepara, dipende dal mO'do col quale siconduce UJna certa battaglia a livello parla-mentare e nel Paese, dall'unità delle forzedemocratiche e popolari che deve avanzave.

Io non credo nel modo più assoluto chenoi dobbiamo r,iduI'ci ad una posizione diaccettazione del centro-Isini!stra come il me-no peggio in questa situazione, e tanto me-no all'accettazione di singoli uomini delcentro-sinistra come meno peggio rispettoad altri uomini, per cui sarebbe meglio Co~lombo di Rumor, megJio Colombo di Piccoli,meglio (a un certo punto poteva venire fuo-ri lui) Andreotti di Piccoli o di Colombo.Su questo piano, onorevoli colleghi, la po-litica italiana ha fatto già naufragio negliscol1si anni e abbiamo visto uomini chepartivano da sinistra finire all'estrema de-

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Senato della Repubblico ~ 17163 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

stra dello schieramento politico italiano euomini che partiiVano da destra schierarsiÌ suposizioni di sini,stra solo per acquisire~ unminimo di credibi,lità nelle operazioni poli-tkhe che andavano conducendo.

Ma non possiamo misurare gli uominisulla base del confronto con altri uominiper saJpere se uno è migliore dell'altro e nonpossiamo neanche paragonare formule pervedere se l'una è migliore dell'altra. L'unicoserio metro di giUldizio per noi sono i fatti,è la realtà, sono le leggi, i provvedimenti, èil rapporto che si crea tra lo Stato e il ca-pitale, è il potere reale che viene consentitoa,i laJvoratori di un Paese, è un tipo di poli-tica interna, di politica sociale ed economi-ca, di politica estera che si fa. Questo è ilsolo metro che possiamo accettare.

Ciò detto. perchè dovremmo ,essel1e pI1eoc-cupati, onorevoli colleghi, di far cadere ilGoverno Colombo? Questo Governo oggi Isiè presentato a noi con due biglietti da visi-ta: il decretone e la inopportuna (la fraiSe èdell'onorevole Nenni, fonte certamente nonsospetta) venuta del Presidente Nixon inI talia. E cosa dobbiamo dire noi ai lavora-tori? Che siamo preoccupat,i della situazio-ne ma n'On hllociamo cadere questo Governoperchè l'onorevole Colombo in fondo ci dàil decretone e ci dà il Presidente Nixon cheviene a fare !'ispezione delle basi italiane,così come ha fatto in alcuni Paesi delloEstremo Oriente, con proteriVia, da padrone,ordinando parate militari e servendosi del-l'Italia come di un immenso balcone dalquale guaI1dare e minaociare le altre forzedel Mediterraneo? E perchè mai dovremmo,signori del Governo che tenete questo atteg-giamento in politica estera ed interna, chevi comportate in questo modo nei confrontidella classe operaia del nostro Paese, cheavete escogitato questa politica economica,moderare la nostra opposizione? Perchè maidovremmo essere preoocupati di una even-tuale caduta di questo Governo?

Da parte nostra, anzi, riteniamo di doverfare tutto il possibile pel1chè questo Gover-no caJda ed intendiamo fare tutto il possi-bile perchè al più pI1esto venga liquidata laformula del centro-sinistra, peochè al piùpresto cessi UJna si,uuazione di difficoltà e di

ambiguità nella quale oggi sono impegnate~~ e vorrei dire imprigionate ~ anche quel-

le forze che, vivendo al,l'interno del centro-sinistra, avvertono tutti i rischi della for-mula ed anche la preoccupazione di restar-ne imprigionate.

Fino a che resta in piedi il centro-sinistra,resta valida non l'ipotesi della costruzionedi un nuovo sistema, ma l'ipotesi della cor-rezione; finchè resta in piedi il centro-sini-stra resta valida non la prospettiva di unaalternativa nella società italiana ma la pro-spettiva del condizionarnento dall'interno,resta valida quella ipotesi cioè che propriodavanti al decretone è andata in pezzi. Evero, infatti, quello che è stato affermato daquesti microfoni in questi giorni e cioè cheil 7 giugno c'è stata aDJChe una illusione daparte di determinati 'strati di lavoratoriNoi per pdmi aJbbiamo fatto le spese di unasItuazione politica che ha visto rafforzatoi,l Partito socialista italiano nella speranzache ciò avrebbe portato ad un Governo piùspostato a sinistra ed avrebbe accresciutoil peso contrattuale del Partito socialist....stesso. Posso anche capire questa illusione,ma il risultato qual è stato poi? Si riescead operare questo condizionamento o no?Il decretone e la v,isita di Nixon dicono di noe allora per quale motivo io debbo consenti-re non la politica del doppio binario, s'in-tenda bene, a certe forze, di per se stessaassai riprovevole, ma debbo consentire una5ituazione nella quale queste forze finisconoper essere vittime, sono mortificate nelle lo-ro aspirazioni migliori e nei loro obiettivipiù avanzati? Quindi nessun motivo dipreoccupazione vi è da parte nostra perdetel'minare un'eventuale crisi di Governo,anzi magari potesse ver,ificarsi una crisi diGoverno su questi problemi e non su quellimiiSteriosi, dei quali si parla ogni volta du-rante le crisi di Governo, che sono ben co-nosciuti soltanto da ristretti gmppi di per-sone, mentl'e restano incomprensibili per ilresto del Paese.

Per questo la nostra opposizione ail de-cretone è stata ed è ferma e decisa; perquesto abbiamo condotto in questi giornicon tenacia, senso di responsabilità e serie-tà la nostra battaglia. Nel momento in cui

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17164 ~

5 OTTO'BRE1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESO'CO'NTO'STENO'GRAFICO

ci prepariamo alla seconda fase di questabattaglia, quella sugli emendamenti, dab-biamo dire chiaro agli uomini della maggio-ranza, del Governo, che il nO'stro obiettivoresta quello di non far passare il decretone:e non soltanto di non fado paS'sar~ parla-mentarmente, ma di non far trionfare l'ideo-logia, la filosofia del pravvedimento nelPaese.

Il nO'stro intendimento è di far fallire,con lo sforzo al quale ci siamo sottoposti,una manovra tesa ad infiaochire e a demora-lizzare la classe aperaia, il nostro obiettivoè di continuare a prOlspettare una linea al-ternativa di politica economica con gli emen-damenti che abbiamo presentato e che pre-senteremo, di continuare a condurre unabattaglia nelle sedi in cui essa deve esserecondotta, nel Paese, tra le masse, nello Sicon-tro di cbsse che caratterizza la ,società ita-liana. Abbiamo concepito questa battagliaparlamentare come aiuto per l'altra batta-glia, non l'abbiamo conoepita certo comesostitutivo di quella battaglia: niente diparlamentaristko vi è in aiò che abbiamofatto.

Poichè ho sentito qui diverse volte, an-che dai colleghi del mio Gruppo, parlare diromanticismo della nastra azione, vorrei di-re che noi non siamo ~ come ha detto ungiornaHsta al compagno Li Vigni ~ «gliultimi romantici della politica» che vengo-no in Senato a condurre una battaglia idea-le: noi siamo dei realisti, della gente con ipiedi per terra, della gente che vive in mez-zo al popolo del nostro Paese e che è con-Vrinta che, quando si presenta l'occasianedi combattere certe battaglie, bisagna com-batterle fino in fondo. Così facendo non sia-mo dei velleitari, dei presuntuosi, ma unaforza politica che sa che nella vita politicatutto ciò che viene fatto, anche da forzerelativamente mO'deste, come può essere ilnOlstro Gruppo parlamentare, ha sempre uneffetto, ha sempre un risultato ed alla lungaincide sempre sugli orientamenti, IsuHe co-scienze, sul l'apparto reale di forze.

Per questo abbiamo combattuto la bat-taglia contro il decretone e per qruesto lacontinueremo a combattere nei pross.imigiorni. Abbiamo ritenuto di dover presen-

tare runa piattaforma comprensibile al po-polo italiano ed al Parlamento. È sempreaperta la possibilità che venga aocolto qual-cosa della nostra linea altemativa. Il no-stro atteggiamento, responsabilmente, po-trebbe a1lara anche cambiare (lo abbiamodetto fin dal primo momento), ma finchèil decretone sarà quello che è, contro diesso ci batteremo fino in fondo e faremo ilpossibile peJ10hè esso non passi nel Parla-mento e nel Paese. (Vivi applausi dall' estre-ma sinistra. Congratulaziani).

P RES I D E N T E. Non essendovi al-tri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la di-scussiane generale.

DevonO' essere ancora svolti alcuni oI1dinidel giorno.

FOR T U N A T I. Damando di parlaI1e.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

FOR T U N A T I. Onorevale Presiden-te, carne ho avuto modo di dkhiarare nel:mio intervento venel1dì, non solo 1'0l1dine delgiorno che figura stampato nella relazionedei relatori ma altri ol1dini del giorno sonostati aocolti dalla sa Commissione. E in sededi sa Commissione eravamo infatti I1ima-sti d'intesa che gli ordini del giarno ac-colti in Commissiane venivano proposti al-l'Assemblea come ol1dini del giorno della saComm~S'sione. Invito quindi il relatore acompletare la lacuna.

F A D A, relatare. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

F A D A, relatare. Effettivamente la finedei lavori della Commissione, data l'ora tar-da, è stata non dico confusa ma improvvisae ha dato adito a qua1che piccolo disguidO'su cui giustamente il senatore Fortunati harkhiamato 'l'attenzione dell'Assemblea.

Però forse il senatore Fortunati non haavuto occasione di vedere che nella ristampadella relazione, cioè nel testo definitivo ~

chiamiamolo così ~ oltre che in quello dellebozze appena uscito, i relatori hanno già

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Senato della Repubblicb ~ 17165 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsocaNTa STENaGRAFICa 5 OTTOBRE 1970

pravveduta a inserire nella relaziane il pri~ma al1dine dell giarna, esattamente quellache parta la firma dei senatari Fartunati eMartinelli, che riguarda appunta la questia~ne dell'articala 77 e rOhe è già farmalmenteinserita nella relaziane che è stata stampatae che ha satta gli occhi.

Per quanta riguarda invece gli altri due ar~dini del giarna in effetti sana stati vatati dal~la Cammi,ssiane in una situaÒane un pO"cQnfusa. Si tratta dell'andine d~l giarna Far~tunati, Barsari, Saliana, Li Vigni, Anderlini,Cerri e Stefanelli che dice esattamente: «IlSenatO' impegna il Gaverna ad adattare canungenza pravvedimenti idanei a definire intel'mini nan equivoci e fisicamente aggettivile caratteristiche delle abitaziani da cansi~derarsi di lussa ». PO'i cantinua... Fina al-le parale «di lussa» l' ardi ne del gimnaè stata aiocettata dalla Commissiane e cometa,le prapasta da tutta la Cammissiane. Sia-

mO' d'accarda, senatare Fartunati?

FOR T U N A T I. Si.

F A D A, relatore. Anch'iO' nO'n ricardaesattamente quel che è a¥venuta pO'i in que~gli ultimi minuti. L'altra al'dine del giarnaLi Vigni, Cuocu, Ma,sciale, dice esattamente:« Il SenatO' impegna il Gaverna ad attribui~re un ruala nuava e più attiva ai mercati ge-nerali artofrutticoli anche can la parteci~paziane alla lara gestione dei praduttari edei cansumatari associati in caaperative ».

PO'i cantinua... Fina alla parala «caape~rative» l'ardine del giarna è stata a,ccaltadaMa Cammissiane e carne ta1le propasta al~l'Assemblea. Nan creda ci sia altra, se lamemoria mi sarregge.

P RES I D E N T E. Si dia lettura degliardini del giarna presentati dal senatar-e An~derlini.

L I M O N I, Segretario:

Il SenatO',

in sede di discussiane del disegna di leg~ge per la canversiane del decreta-legge 27agasta 1970, n. 621,

impegna il Gaverna a rinviare di due an~ni l'acquista di carri armati « Leapard » per

i quali sona in carsa trattative can la Repub~blica Federale Tedesca.

1.

Il SenatO',

in sede di discussiane del disegna di leg~ge per la canversiane del decreta~legge 27agasta 1970, n. 621,

impegna il Gaverna, anche sulla base del« Pragetta 80 », ad assumere una chiara edesplicita pasiziane negativa nei canfronti del~la realizzaziane della televisiane a calari.

2.

Il SenatO',

in sede di discussiane del disegna di leg~ge per la canversiane del decreta-legge 27agostO' 1970, n. 621,

impegna il Gaverno a decelerare l'attua~ziane del programma di realizzaziani auta~stradali.

3.

Il SenatO',

in sede di discussiane del disegna di leg~ge per la canversiane del decreto~legge 27agasta 1970, n. 621,

impegna il Governa a qualificare gli im~pegni di spesa della Azienda Ferraviaria nelsensO' di rinviare l'attuaziane deUa casiddettadirettissima Rama-Firenze, pramuavenda in~vece migliaramenti dei servizi e nuave realiz-zaziani nel settare dei trasporti per aperaie studenti.

4.

P RES I D E N T E . Questi ardIni delgiarna del senatare Anderlini sano stati giàillustrati nel carsa della discussiane genera:le.

Segue l'ordine del giornO' n. 5 del senatareLi Vigni e di altri senatari. Se ne dia let~tura.

B O R S A R I, Segretario:

Il SenatO',

impegna il Gaverna ad una riduzianedei pragrammi di spesa per ,le autostrade, al .

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Senato della Repubblica V Legislatura~ 17166 ~

5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

blocco della spesa per i canali navigabili edalla quahficazione della spesa nelJe Ferrovie,nell'intento di avviare una nuova politica ditrasporti fondata sulla priorità di un moder-no ,sistema ferroviario e dei trasporti pub-blici urbani.

5. LI VIGNI, VENTURI Lino, RAIA,NALDINI, FILIPPA, CUCCU, MEN-CHINELLI, DI PRISCO

L I V I G N I. Domando di parlare perillustrare gli olldini del giorno da me pre-sentati eon altri colleghi.

P RES I D E N T E. Senatore Li Vigni,lei non può parlare pellchè, secondo lUna in-terpretazione delle norme regolamentari con-fortata da una prassi costante del Senato,non possono prendere la parola in sede diondini del giorno coloro che sono già inter-venuti in sede di discussione generale.

D I P R I S C O. DOImando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

D I P R I S C O. Arriviamo a questopunto: alcuni ordini del giorno sono statisvolti, altri no. Ora tutto il Gruppo ha parte-cipato alla discussione generaJI,e.Voi non po-tete precludeI'd in modo russoluto la possi-bilità di illustrare ordini del giorno che so-no stati presentati: ciò sarebbe contro ,laprassi sempre seguita in Senato. Da quandosono al Senato infatti nessuno ci ha mai proi-bito ,di fare questo.

Onorevole Presidente, se d vien tolta lapOlssibilità di illustrare gli< oI1dini del gior-no presentati dal nostro Gruppo diciamo finda adesso che su ogni ordine del giorno fa-remo 14 dichiarazioni di voto.

* A N D E R L I N I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

A N D E R L I N I. Io effettivamente hoillustrato H contenuto degli ordini del gior-no 1, 2, 3, 4; vorrei però ricordare che, perquanto attiene all'ordine del giorno n. 1,

quello che riguallda J'acquisto dei carri ar-mati «Leopard », io chiesi esplicitamenteche su quest'ordine del giorno fosse sentitoil parere del Ministro della difesa ~ vedoche c'è il Presidente del Consiglio: ,ancommeglio ~ penchè la risposta non fosse evasi-va cOlme purtroppo dovette essere evasiva larisposta che il ministro Ferrari -Aggradi cidiede in Commissione di'Cendo che non era,tutto sommato, di sua competenza entrarenel merito. Oltre però ai 4 ordini del giornoche io considero effettivamente iLlustrati nelmio intervento ~ ho parlato di questi argo-menti ~ io ho presentato recentemente unquinto ordine del giorno che riguarda la si-tuazione delle borse e che ancora non vedostampato nella bozza n. 3; può darsi che siaIII corso di stampa la bozza n. 4 nella qua1lelo troveremo. Quell'ordine del giorno io ri-tengo di avere il diritto di illustralllo sia purebreviissimamente perchè di quella questionenon ho fatto cenno nel corso del mio inter-vento generale.

L I V I G N I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

L I V I G N I. Io non sono, signor Pre-sidente, assolutamente convinto di queliloche ella, scusi, ha sostenuto.

P RES I D E N T E. È una prassi 00-stante.

L I V I G N I. Mi appello al Regolamen-to. Il Regolamento dke che non si può inter-venire due volte nel dibattito. Ma su qualebase ,lei può dire per esempio che io non pos-so ilLustrare ~ ne prendo uno a caso ~ l'or-dine del giorno nel qUalle 'si parla dei meI'catigenerali? Io sono intervenuto nel dibattitoe non li ho neanche nominati, i mercati gene-rali. Quindi anche da questo punto di vistaè assurdo il suo riferimento. Una cosa è ildibattito ed è chiaro. e logico che un oratorenon può intervenire due volte nel dibattitogenerale; gli ordini del giorno 'sono un'altracosa. In questo caso poi ci troveremmo 01-tretutto in una situazione assullda per laquale un Gruppo completamente non po-

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Senato della Repubblica ~ 17167 ~ V Legislatura

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO- 5 OTTOBRE 1970

trebbe entrare n~l merito degli ordini delgiorno. E allora direi che oltre la stretta let~tera del Regolamento c'è anche il buon sen-so. Per l'interesse dei lavori dell'Aula, giac...chè qualcheduno dice che tiriamo in lungoe facciamo perdere tempo, che senso~ ha ob~bligare un Gruppo a fare 14 dichiarazioni divoto? Perchè questo diventa l'obbligo mora-le per noi una vOllta che si volesse far passarequella che per noi è un'interpretazione sba~g1iata del Regolamento. Perchè questo quan-do invece permettendo quello che, dicono icolleghi più anziani, si è sempre fatto attra~verso una illustrazione degli ordini del gior-no quando mOln vi sia chiaro, evidentie e do-cumentabile svo1gimento già fatto negli in~terventi generali, si può risolvere in manieraaocettabirle la situazione? Penso quindi cheil Regolamento vada interpretato in mododivel'so da quello che il Presidente ha i'ndi~cato e vada arppl:icato nel senso dì permette~re l'illustrazione degli ol'dini del gliorno cheabbiamo presentato.

P E R N A. Domando di parlare a favoredel richiamo al Regolamento fatto dail se~natore Li Vigni.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

P E R N A. Signor Presidente, a me pareche Ila prassi del Senato, secondo la quale,in determinate circostanze e per un accor-do [intervenuto sempre in prOlposito tra laPresidenza del Senato e i rappresentanti deiGruppi, quegli oratori che ne1la discussionegenerale hanno esaminato l'argomento in di~soussione non riprendano la parola per illu~strare gli ordini del giorno, presuppone duecose: primo, iCheci sia un accordo, e secon~do, che ci siano nel Gruppo a cui appartengo-no questi oratori altri senatori disponibili.Altrimenti si stabilirebbe un'assundità e cioèche quel Gruppo che, per ipotesd., come è nelcaso iCOncreto quello del PSIUP, abbia fattoparlare tutti i propri aippartenenti nella di~scussione generale sarebbe privato del dirit~to di presentare e svolgere ol'cHni del giorno.Ora questo è impossibile. O si modificano le

I

norme sulla discussione generale, cosa chenon si può fare adesso, nel senso che anche

lo sv01gimento degli ondini del giorno si fanella discussione generale, ovvero si develasciare la possibiLità di illustrarli, perchènon farli illustrare è quasi la stessa cosa chedire che sono improponibili. Il che eviden~temente il Regolamento non consente.

Quindi io sono d'accordo con il richiamoal Regolamento del coUega Li Vigni.

P RES I D E N T E. Onorevoli colleghi,nel ribadire l'intenpretazione del Regolamen~to da me di anzi rkol'data, confortata dallacostante prassi del Senato, ritengo tuttavia,per l'economia dei lavori e purchè il fattonon costituisca precedente, di poter consen~tHe che i dlVensi ordini del giorno presentatisiano iUustrati anche dai senatori già inter-venuti nella discussione generale.

D I P R I S C O. Domando di parlareper illustrare l'ordine del giorno n. 5.

P RES I D E N T E. Ne ha faooltà.

D I P R I S C O. Onorevole Presidente,onorevoli colleghi, il primo oIldine del gior~no a firma del Gruppo dei senatori delPSIUP si riferisce a programmi di spesa chesono ,stati già portati nel corso degli anni pre~cedentri come di1sposiz;ioni di carattere nor~mativo nella illostm l,egislazione. Riteniamocon il nostro ordine del giorno di poter ri-chiamare il Senato e quindi il Parlamento aduna lliflessione, proprio partendo daUe con-siiderazioni che i relatori e la maggioranzahanno avanzato nei discorsi fatti qui in Se~nato secondo cui vi è una condizione econo-mica di carattere generale nel Paese per cuitutti dobbiamo tirare la cinghia, fare dei sa~clìÌ.fici; e quindi bisogna vedere quali sono lecose sulle quali si può soprassedere comespesa, proprio per poter fare alcuni rispar~mi. Inoltre vi è l"indicazione che oltre alblocco della spesa vi sia contemporaneamen~te la IlÌCerca di un indir:izzo nuovo nelLa po~litica di s\~iluppo nel settore dei trasporti (enoi indkhiamo i trasporti ferroviari e i tra~spoTiti pubblici urbani).

Credo che il pe:rchè di quest' ol'dine delgiorno arppaia chiaro all'attenzione dei col~leghi. Per quanto ci riguarda noi dobbiamo

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V LegislaturaSenato della Repubblic(l ~ 17168 ~

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

ancora sottolineare come si ri,scontri oggi,nel momento in oui vi Isono difficoltà di or-dine generale, che la politica delle auto-stmde condotta in Italia in tutti questianni, voluta da determinati gI1UJppi ben in-dividuabi:li, non solo non ha dato aLouni ri-sultati di Icarattere generale, ma anzi ha di-stolto risorse che si potevano indirizzare inaltra direzione.

Ognuno di noi nel COIlS0 della sua vita poli-tÌlca ha semlpre ri,scontrato come tra i Paesidell'Europa oooidentale la Germania Occi-dentale abbia fatto un grosso balzo in avan-ti ed abbia avuto una forte ripresa di carat-tere ,economÌiCo. Ebbene, per quanto riguar-da questo P.aese ognuno di noi ,sa ~ meglio

'chi lo ha vi,sitato, e molti dei colleghi lo han-no fatto ~ come fino nel 1958-59 akune que-stioni siano ,state sospese in quanto si è sen-tita la necessità di un incremento in un de-terminato settore (ad esempio ripresa, po-tenziamento industriale, possibilità in agri-Icoltura di interventi attraverso cooperati-ve) e si siano invece rital1date altre inizia-tiiVe.

Noi nel proporre quest'ordine del giornoalJ'attenzione dei colleghi sosteniamo cheper quanto riguaI1da determ'inati tipi di auto-strade occorre dare l'alt.

Sono veneto e so per averlo sentito chenel corso della campagna elettorale era sta-ta ventilata l'autostrada «Rumor », quellacioè che dovrebbe collegare Bassano e Ro-vigo; tale autostrada veniva definita come la« Rumor-Bisagl,ia}}. Ebbene accanto aHa ne-cessità di sospendere inizi,atiiVe di questa na-tura vi è quella che riguarda i canali navi-gabili: non siamo in grado nella nostra eco-nomia di trovare stanz,iamenti enormi peropere di tale natura; non abbiamo portatoa termine neanohe quelle ~niziate da ollmaiquarant'annl, tipo i!1 oanale naVligabile Tar-taro-Canal Bianco i cui lavori sono iniziatinel 1938 ed ancora non sono ter:minati; do-nonostante si fanno pressioni per altre ini-ziative del genere. Noi invece, ad esempio,riteniamo necessario porre la questione delpotenziamento delle Ferrovie dello Stato, po-tenZJiamento che dia la possjbilità di affron-tare in termini moderni i trasporti. A que-sto proposito, onorevoli colleghi, noi stiamo

vedendo, ad esempio, come la motorizzazio-ne privata all'interno deLlecittà ostacoli com-pletamente quel tentativo timido fatto dalleFermvie dello Stato, e poi arrestato, del re-capito con i vagoni piombati nelle fabbriJcheo a domicilio dei trasporti fatti per ferrovia.Direi che volutamente si è fatto lin modo ohequeste cose nQn si vedficassero proprio percontrastare la possibilità di ripresa e diavanzamento di una poHtica dei trasportiin questo senso. Il problema dei trasportipubblici urbani deve essere affrontato per-chè non è Isoltanto un problema delle am-mini:strazioni pubbliche: deve venir fuorianche un chiaro pronunciamento da partedel Parlamento, da parte del Senato. Non èpossibile che si ver,Ìifichino fatui come quelloche si verifica a Roma, per cui si affermal'orientamento di sospendere duemila per-corsi al giorno solo perchè bisogna lasciarespazio alla motorizzazione privata, quandoinvece occorre rovesciare i termini e parti-re dall'affellmazione della necessità assolutadi incrementare i trasporti pubblici proprioper venire iÌncontro alle attese della popola-zione in relazione ai moderni servizi.

Queste sono le ragioni che ci hanno spin-to a presentare quest' ol1dine del giorno che,al momento della votazione, raccomandere-mo all'attenzione di tutti i colleghi del Se-nato.

P RES I D E N T E. Segue l' olldine delgiorno n. 6c1el senaiore Maderchi e di ahrisenatori. Se ne dia lettura.

B O R S A R I, Segretario:

Il Senato,

considerato giusto ed essenziale ,lo spo-stamento delle risorse è dei consumi dalla~pesa privata a quella pubblica come primascelta al fine di garantire lo sviluppo econo-mico del Paese ed il progresso sociale dellemasse lavoratrici;

rilevato che nel settore dei trasporti lapolitica fin qui seguita ha invece determi-nato l'espansione esasperata della motoriz-zazione privata negando ogni possibilità diintervento e di sviluppo alle aziende pub-bliche di trasporto;

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V Legislatura, Senato de,zza Repubblico ~ 17169 ~

5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

constatato che il disegno di costanteridimensionamento delle aziende pubblichenon è stato ancora abbandonato dal Gover~ne e che in conseguenza la circolazione so~prattutto nei grandi centri è giunta sull'orlodella paralisi totale, con enormi sprechi sulpiano economico e rilevantissimi danni perla salute di milioni di cittadini;

impegna il Governo:

ad istituire al più presto un fondonazionale dei trasporti per il rilancio delleaziende pubbliche e per il potenziamento delservizio ferroviario interessante i pendolari;

a proporre modifiche all'attuale legi~slazione secondo il criterio della preferenzaal mezzo pubblico;

ad utilizzare le aziende a partecipa~zione statale nella produzione di mezzi ditrasporto collettivi;

a favorire la rapida costruzione diferrovie~metropolitane nelle grandi città enei grandi comprensori.

6. MADERCHI, CAVALLI, ABENANTE, AI~

MONI, ,POERIO, FABRETTI, CATA~

LANO, VIGNOLO

A B E N A N T E. Domando di parlare.

P RES I D E N T E . Ne ha facoltà.

A B E N A N T E. Onorevoli colJeghi, conquest' oDdine del giorno noi riipropoIlliamoall'attenzione del Senato il grO'sso drammadei trasporti pubblici nel nO'stro Paese perimpegnare il Governo ad avviare un proces~so di segno contrario a quello che i grO'ssigruppi monO'polistJid hanno imposto al no~stro Paese con lo sviluppo abnorme dellamotmizzazione pDivata e con tutte le distor~siO'ni e i danni che questa ha provocato; dan~ni che rappresentano un aggravi o del costoeconomioo per la collettività, disagio sooia~le per tutti i 'Cittadini e che determinano in~fine grO'ssi nodi di inefficienza incidendo nonsoltanto sulla :salute del cittadino, ma anchesullo stesso ciclo pmduttivo abbassando, co~me dicevo, gli indici di produttività.

Non a caso, tanto per citare un esempio,in una delle zone più congestionate di Na~

poli l'indice della produttività è estrema~mente basso perchè condizionato dalla con-ges~ione del traffico urbano.

La rsituazione dei trasporti è uno deglà ele~menti di fondo che determinano oggi mo-menti di malcontento e dà tensione che rdal~l'esterno dell'azienda si ripercuotono ,sullostesso processo produttivo e rappresentauno di quegli strumenti che l'attuale svi~luppo capitalistico ha utilizzato e utilizzaper drenare dall'esterno delle aziende le stes~se conquiste sociali realizzate con enormisaJCrifici dai lavoratori all'interno delle fab~briche. Sirtuazione, questa, nella quale gros~se sono le responsabilità del Governo perchèin rapporto a questi riflessi di caraHere og-gettivo che tutti avvertiamo, Isoprattuttonella congestione deHe grosse città, ci tro~viamO' oggi con un sistema di trasporti cheassorbe milliaDdi nel nostro Paese. Le previ~sioni di spesa per il 1970 assegnano infatti

~ si legge nella nota previrsionale ~ all'in~

tero settore dei trasporti una !spesa di 885mIliardi, vale a dire 97 miliardi in più rispet~

tO' al 1969, per continuare una politica chein definitiva rafforza e ingigantisce le attualicontrarddizioni. Abbiamo un sistema dei tra~sporti nel quale non soltanto è alterato nrapporto tra trasporto pubblico e trasportoprivato, fra trasporto su strada e trasportoferroviario, ma gli stessi strumenti di tra~sporto si trovano di fronte alla necessità diun rinnovamento, di un riclassamento, di unammodernamento, in derfÌnitiva di un poten~ziamento e quindi di congrui investimentiper poter affrontaJ:1e questo che è uno dei no-di decisivi dell'attuale situazione.

Per questo, col nostro ordine del giorno, ri~prendiamo e sintetizziamo una delle battaglieohe da anni conduoe il nostro GruppO' e chein questi ultimi tempi ha visto impegnate !an~che le ol'ganizzazioni sindacali e tutti i la~voratori. Chiediamo nstituzione di un fon~do nazionale dei trasporti che abbia comepresupposto quello di conoscere con esattez~za il cO'sto economico dei trasporti nel nostroPaese per partire da questo elemento di sin~tesi fino a rilanrciare l'azienda pubblica so~prattutto per il finanziamento del servizioferroviario. In tale quadro bisogna rivederegli stessi investimenti per le ferrov,ie metro-

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V LegislaturaSenato della Repubblicc ~ 17170 ~

5 OTTO'BRE1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

poli tane che can le attuali leggi nan paslsanacertamente essere sviluppate, stante 1'attua~le situaziane degli enti lacali nel nostra Pae-se. CosÌ nai propaniama che in tutta 1'atti~vità di finanziamentO', di sviluppa e di uti-lizzaziane del denarO' pubblka sia data laprefel'enza al mezzo pubblica e si accelerianche quest' apera di canv,ersiane e di cam-bio generale di indilrizzi nel nastrO' Paese. Lestesse aziende a partecipaz'lane statale deb-

banO' essere richiamate a questi campiti cheper ara nan assalvana.

Per questa riteniamO' che discutendO' ipravvedimenti cangiunturali del Gaverna siaelementO' qualificante una scelta che il Sena-

tO' deve aperare per saddisfare quella che èuna esigenza fandamentale delle nastre cittàe delle nastre papalaziani.

P RES I D E N T E . SeguanO' gli ardinidel giarna numeri 7, 8 e 10 del senatore LiVigni e di altri senatari. Se ne dia lettura.

B O R S A R I, Segretario:

II SenatO',

impegna il Gav,erna a predisparre prav-vedimenti atti a:

realizzare !'impartaziane, da Paesi ter-zi, di cantingenti di carni e di latticini in de-raga alle vigenti dispasiziani della CEE: ilMinisterO' dell'agricaltura e fal'este, sentita tIparere dell'AIMA, determinerà i cantingentidi impartaZJiane dei suddetti prodatti ed iperiadi per la realizzaziane delle aperazianicammerciali;

rilasciare le licenze di impartaziane suautarizzaziane dell'AIMA a caaperative e laracansorZJi, a Enti pubblici che si impegninO'alla distribuziane al dettaglia dei prodatti aprezzi cantral'lati. I prezzi al cansuma saran-

nO' stabiliti dal CIP. Nell'applicare queste mi-sure il MinisterO' dell'agricoltura ed il Mini-

sterO' del cammercia can 1'estera sentirannO'il pareJ:1e dei sindacati dei lavaratori più rap~presentativi a livella nazionale, delle organiz-zaZJiani prafessianali dei caltivatari direttie delle arganizzaziani nazianali delle caape-rative.

La validità dell'impegna di cui sapra deveintendersi estesa anche alle aperaziani di ,im-portaziane in carsa.

...,J. LI VIGNI, CUCCU, MASCIALE, NAL-

DINI, FILIPPA, RAIA, MENCHINEL-

LI, DI PRISCO'

Il SenatO',

impegna il Gaverna ad attribuire un rua-la nuava e più attiva ai mercati generali ar~tafrutticali anche can la partecipaziane allalaro gestiane dei praduttari e cansumatariassaciati in caoperative, assicurandO' ai ca-muni i mezzi finanziari necessari affinchèquesti sianO' in gradO' di fare anticipaziani difandi ai cantadini praduttari singali e assa~dati per cansentire .J'afflussa della praduzia-ne da immettere direttamente nella rete di-stributiva, a prezzi cantrallati, attraversa lacaaperaziane di cansuma, e le caaperative efarme assaciative dei dettaglianti.

8. LI VIGNI, CUCCU, MASCIALE, DI

PRISCO', FILIPPA, MENCHINELLI,NALDINI, VENTURI LinO'

Il SenatO',

premessa e ricanasciuta che sussistanO'gravi difficoltà ad attenere dagli Istituti di

creditO' aHa scapa abilitati la cancessione deimutui agevalati mediante cancarsa della Sta-

iO' nel pagamentO' degli interessi,impegna il Governo a prendere attra-

versa il Camitata interministeriale per il cre-dito e il risparmia e la Banca d'Italia gli op-portuni provvedimenti per rendere passibileagli istituti interessati la cancessione dei

suddetti mutui, assicurando un criteriO' dipriorità a favore delle società caoperative

e lorO' cansarzi.

10. LI VIGNI, DI PRISCO', MENCHINELLI,

NALDINI, FILIPPA, VENTURI LinO',

MASCIALE, CUCCU

P RES I D E N T E. n senatore Li Vigniha facoltà di i,llustrare questi ordini delgiarna.

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Senato della Repubblica ~ 17171 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO S OTTOBRE 1970

L I V I G N I. L'ordine del giorno n. 7 sicoHegia ail problema dell'aumento dei prezzie cerca di impegnare il Governo lad assumereuna serie di iniziative per quanto riguardain partico~are il p["oblema alimentare. Cometutti sanno, l'Italia importa ogni 24 ODedaun miliardo a un miliardo e mezzo di generialimentari, in parHcolaDe carni re latticini,di cui appunto parliamo nelil'oDdine del g,iol!'-no. Ciò indica ,la dimensione deUa questione.D'altra parte è nota la necessità di interve-nire.

Noi chiediamo che si affronti questo pro-blema, che ha conseguenze rnegativ<esui pvez-zi, attmverso massicce impOlrtazioni da PaesiterZJi. Ciò evidentemente pone subito la que-stione delrla Comunità economka europea.Crediamo che il Governo però, sulla base diuna situazione contingente di emevgElliza,possa e debba chiedere alla Comunità di de-rogare dalle disposizioni della Comunitàstessa, anche peI1chè in altre oooasioni e perailtri Paesi vi sono s1'ate addirittura delle au-toderoghe conoesse a sè stesse daMe sin-gole Nazioni. Una volta citai a questo pro-posito le agevoLazioni che il Governo fmn-oese dava, in un momento di orisi deUa frut-ta, fOI1nendo il traspoI1to gratuito ai suoi pro-duttori dal luogo di pmduzione sino al con-fine. Ebbene una volta tanto, su temi di taIeimportanza ed urgenza, cI1edo ohe ci potreb-beessere un irrigidimento, un interventoenergico da parte del Governo.

Qualli possono essere le forme per realiz-zare questo intervento? Riconosdamo che Iliasede dell'iniziativa debba esseDe il Ministemdell'agricoltura le foreste e richiamiamo an-che la funzione dell' Azienda di Stato rnnque-sto settove, l'AIMA, per la quale proprio rnnmomenti di questo geneDe, saltano fuori tuttii problemi delle attrezZJature inesistenti, dicompiti non oompletamente chiariti, di possi-b:ù1ità finanziarie Didotte.

C'è poi il problema dei pDezzi che Viaaf-frontato se non vogliamo .che tutta l'opera-~ione sia priva di senso; ebbene nOlidiciamoche i prezzi di vendita siano deciSli dal CIPE,il quale ha, come abbiamo visto, i poteri ed icompiti per lintervenÌ11e e determinare anchei pI'ezZIÌ.di questo genere. Da ultimo chie-diamo, data l'ampiezZia, l'impO'rtallZia di que-

ste operazioni che sia sentito il parere degliinteDessati, che sia sentito cioè, dal Governo,dall'AIMA, il par<ere dei sindacati, deHe or-ganizzazioni professionaLi, dei cOIltivatori di-retti e delle organizzazioni nazionali dellacoope:raZlione che possono aveDe una fun-zione notevole nell'attuazione di iniziative delgenere.

Chiediàmo inOlltre che queste iniziativevengano ~ nei limiti del possibiLe, natural-mente ~ collegate ane importazioni già de-cise ed in corso, proprio per cercare di dareun aspetto più organico possibille alla ma-teria nel suo complesso.

L'ordine del giorno n. 8, come 111DelatorePada ha nico:rdato, è stato già aocettata e vie-ne presen1:ato, nelle prime righe, in Aulra co-me oI1dine del giarno della Commissione fi-nanze e tesoro. Questo indica un accordoche vede tutti i Gruppi rioonosce:re il valo:resodale e l'esattezza di ciò ohe neLLa primaparte di questo ordine del gionno veniva ri-chiesto.

Noi però oontinuavamo, neLl'ondine de~giorno stesso, il nostro discorso, peochè cipare che nOln basti afferma:re un princdpioe riconoscere che è giusto ~ come ha fattola sa Commissione ~ ma bisogna poi tra-dudo ricnatti concreti. È questo il motiVlo percui chiediamo che vengano ganantÌ:ti i mezzifinanziari agli organismi che domandiamoentrino in questa attività dei mercati generaliafDinchè tali organismi possano fa:reanti-cipazioni ai contadini, ai produttori che, at-travevso queste fo:rme, portano la loro pro-duzione <aimercati generali. C:redo che nes-suno si nluda sul fatta ohe il sÌrrlgolo con-tadino, il singolo produttoI'ie possa da s010real[zzaI~e una iniziativa del genere. Vi è ilproblema di immettere La produzione diret-tamente al oonsuma e su di esso ritengo visi'ano ,larghissime convergenze del mondosindacale, del mondo politico italiano.

Bisogna però, come ho detto, rendere can-oreti questi princìpi, bisogna cioè permette-re ~ e solo per questo noi domandiamo deifinanziamenti ~ che i produttoni, quelli pic-

coli sapmttutto, attraverso le loro organiz-zazioni, possano collegarsi all'altro estremoatt:raverso caope:rélJtive di consumo, formeassaoiative dei dettag1iianti, per rendeI'e vivo

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17172 ~

5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

e operante, partendo dal di,scorso dei mer-oati generali, i,l passaggio dalilia produzione alconsumo.

L'oJ1dine del giorno n. 10 non richiede unalunga iillustmzione perchè si commenta dasè: si tratta di Ulna questione che è in piedida mo~to tempo. Sappiamo ohe mO'lite vol-te oapita a cittadini itahani di ottenere, dag!1iorganismi politioi, dai ministeri, determinatimutui ed agevolazioni; quando pOli queSiticittladiJni, dOlpo aVler aVUlto la conoessione, siI1ecano aLl'istituto di credito per cel1care dicOlnoretizzaI1e tale cOlncessiOlne, trO'ppe vOlheè estremamente difficile che essi deseano adottenere ciò che in sede di concessione poli- ,

tica a livella gOVlermatJivu si è aVlUto.Bisogna oercare di risO'lvel1e 'anche questo

problema: non ci si può stringeI1e neEe spal-le, cOlme per troppo tempo si è tatto, ma oc-corre garantire concretamente, attraversoiJniziative valide, attraverso UIll oOlntvolilo,at-traverso lo stimolo diretto delle autOlrità diGoverno preposte a 'tale settOlI1e, che questoaocesso concreto al tinanZJiamento, Ulna v'0l-ta ,avuta la concessiOlne dill mutuo, p'0ssaavvenire realmente. Si chiede nel contempoche iil Comitato interministeriale per il cre-dito, la Banca d'Italia, gli organismi che sle-guono l'e:wgazione del crediJto pubblico ren-dano nOln sOlltanto possibille agLi istituti in-teressati Ila conoessione dei suddetti mutui,ma affermino il principio che, iJn una scaladi priorità, le prime agevOllazioni 'e oOllJJcessi'0-ni debbano andare a favore delle societàoO'opel1ative e dei 10lro consO'r21i, per i,l V,alOll1esO'ciale e pubblioo ricOlnosciuto dalle partJipiù diverse a queste società, vallore che quiintendiamo riconflermaI~e per arriVlare a unasoluzione pratioa dei prOlblemi oon questoordine del giorno aperti.

,p RES I D E N T E . Seguano gli or-dini del giorno numeri 9 e 11 del senatoreFusi e di altri senatori. Se ne dia lettura.

B O R S A R l, Segretario:

H Senato,

oonstatata la necessità che nel quadrodi una battaglia contro l'aumento dei prezzie del costo della vita, siano emanate misure

atte a contenere il livello dei prezzi dei pro-dotti agricoli-alimentari mediante forme diintervento e di controllo pubblico più effi-caci in collegamento con la cooperazioneagricola e di consumo e l'associazionismo deiproduttori, dei consumatori e dei detta-glianti,

impegna il Governo affinchè, in esecuzio-ne degli articoli 4 e 5 del decreto legisla-tivo luagotenenziale 19 ottabre 1944, nume-ro 347, il Comitato interministeriale prezzi:

1) a) determini, sentite le Organizza-zioni sindacali e cooperative, «i prezzi diqualsiasi merce », quivi compresi i prezzi ditutti i prodotti agricoli e zoateonici trasfor-mati e conservati, nonchè dei prodotti in-dustriali e dei mezzi tecnici necessari al-l'esercizio agricolo;

b) promuava « i provvedimenti intesi

a regolare l'approvvigionamento e la distri-buziane delle merci di maggiar consumo,nazionali o impartate, favorendo con criteripreferenziali lo sviluppa e la creaziane del-la Cooperaziane di consumo, di spacci e men-se aziendali e di altre organizzazioni che as-salvano analoghe funzioni »;

2) ad istituire presso i comuni conpapO'lazione superiare ai 30 mila abitanti, alfine di controllare l'andamento dei prezziagricalo-alimentari e di prima necessità,Commissioni aventi il compito di rilevarel'andamento dei prezzi medi alla produzio-ne e la quotaziane media dei prezzi nei mer-cati generali, di verificare l'andamentO' deiprezzi al dettaglia e di dare a dette soluzio-ni la necessaria pubblicità;

3) a pr'Omuovere l'emanazione di di-sposizioni che, in deraga a quelle vigenti del-la CEE, consentano ai Ministri dell'agricol-tura e foreste e del cammel'cio con l'estero,sentita il parere dell'AIMA, di impartare, daiPaesi terzi, cal'ne e latticini, determinandonei contingenti e i periodi, e di concedere ,lelicenze di importaziane dei medesimi pro-datti a cooperative e loro consorzi retti daiprincìpi della mutualità e senza fini di spe-culazione privata e ad enti pubblici, e dadistribuire al dettaglio a prezzi controllatipreferibilmente attraverso gli Enti coapera-tivi ed i dettaglianti associati;

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Senato della Repubblica ~ 17173 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

4) ad attribuire un ruO'lo nuO'vo e piùattivo ai mercati generali ortofrutticoli an-che con la partecipazione alla IO'ro gestionedei produttori e consumatori assO'ciati incooperative, assicurando ai comuni i mezzifinanziari necessa.ci affinchè questi sianoin grado di fare anticipaziO'ni di fondi ai con~tadini produttori singoli e associati onde con-sentire l'afflusso della produzione agricolaortofrutticola ai mercati; prO'duzione da im-mettere direttamente nella rete distributiva,a prezzi controllati attraverso la Coopera-zione di consumo, le Cooperative e fO'rmeassociative dei dettaglianti.

9. FUSI, PIVA, BONATTI, BERTONE,

MAMMUCARI, ADAMOLI, MORANI-

NO, SOTGIU

II Senato,

considerata !'insufficienza dello stanzia-mento previsto all'articolo 58 relativamenteal rifina~ziamento della legge 16 settembre1960, n. 1016 e sue successive modificazionied integrazioni, che prevede incentivi per ilfinanziamento a medio termine al commer-cio, in relazione alle esigenze di una orga-nica e democratica riforma della rete distri-butiva e ritenuto che la legge predetta, cosìcome è formulata, ha palesato nella sua ap-plicazione pratica seri ostacoli per l'accessoal credito delle categorie interessate ~ par-

ticolarmente per quanto riguarda la coope-razione di consumo ed i dettaglianti singolied associati;

invita il Governo ad adottare idonee ini-ziative volte allo snelli mento delle procedu-re, al contenimento del tasso di interesse edaUa costituzione di garanzie a carico delloStato, o quanto meno, di un fondo di garan-

zia tra gli istituti bancari, onde favorire l'ac-cesso al credito agevolato per gli enti coope-rativi e per le piccole imprese commerciali.

11. FusI, PIVA, BERTONE, MORANINO,

ADAMOLI, BONATTI

P RES I D E N T E. Il Sel1JatOI1eFusiha facoltà di iLlustrare questi ordimi diellgiO'rno.

F USI . Lo scopo degli ordini del giornoche abbiamo presentato è queLlo di impe-gnare il Governo in una dedsa azione direlt-ta a tutel>aI"e H potere d'acquisto de11e mas-se ,1'avOlratrici. Infatti credo che a nes'suno siasfuggita, nel corso di queste settimane e diquesti mesi, la situazione gravissima che siè andata determinando e che è stata denun-data da più parti ciI1ca .l':aUJmelJlto pI1Ogres-sivo del costo della vita. Su questo proble-ma è in atto un ampio dibattito nel Paese,tma i sindacati, Le forze poLiltione e lIe assOlcia-ZJioni di categoria interessate. Se osservia;moanche le inchieste e le pubblicazioni giornali-stiche di questi uhimi mesi, trovÌiamo unamesse di statistiche che dOlQumentano l'au-mento del oosto della vita e cO'me questo au-mento abbia pmtJicamente assorbito U:I1Ja113'1'-ga fetta degli aumenti saLariali realiz:zJati dai

lavO'ratori attraverso illnÌinnov:o dei cO'nt,rattidi lavoro oonseguiti nelle ,recenti ,lotte sin-dacali.

Ma ,in veI"ità 'alla denuncia del fenomenoriconosciuto ormai da tutti non è corrilsrpo-sta una misura, lLna ini:zJiati:v:a, nè pI1Qfvvedi-menti che portino a frenare questO' femome-no gmvemente negativiQ per la g1ramde mas-sa dei consumatori italiani, in primo luogoper i Lavoratori. Anzi vOI"I1ei dire che ndlestesse forze di maggioranza man si è avutanessuna presa di posizione salvo quel,la ~

ripeto ~ della statistJÌlCa che serve solta:ntoa denunciare ma non ad affrontare e risolve-re i prO'blemi.

In particO'lare nel provvedimento ohe ab-biamo in discussione nOln solo non vi è nes-su:na indicazione in questa dÌirezione ma nerp-par,e una parOlla intormo al grave fenomenodel,l'aumento del CO'sto deUa viva ohe incidesui redditi assai scarsi di miliomi di famigLiedi lavQlratori. Del resto 11a mancanza piùevidente di voLontà pollitÌica di aff,rDntare cQlnmez:zJiconcreti il problema deLl'aumento deiprezzi è dimostrata da tutto r'andamento chesii è avuto nel corso di questi anni relativa-mente alla mano libera che hanno avuto legrandi concentrazioni finanzilarie e monopo-lirstiohe, che dominano il mercato commer-dale. La rete distI"Ìbutiva in pratica ormai èin mano alle grandi cDnoentrazlioni finanzia-rie che fannO' capo alla FIAT, alla Montedison

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V LegislaturaSel1ato della Repubblic(I ~ 17174 ~

5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (al1timerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

eccetem, che praticamente sono pI'opriet1aI'iedeHa maggioran:lJa della grande rete dei gran-di magazzini e superme:pcati eSlistenti nelnostro Paese.

Credo che a questo punto sia neoessariopassare dal riconascimento di questo beno-meno, dalla denuncia delle sue ripercussioninegative 'e dai dati statistici, a deLle aZJionisal1de e concrete; è necessalria agire perchènon è vera che per frenare quesito fenomenonon si può fare nulla. Non si può fare nullLase si vuole continuare nell'attuale politica,se si vuole lasciare mama libera al,le grandiconcentraZJioni nnanziaflie di fare il beLlo eoattivo tempo in questa importante settore.Noi didamo invece che si può fafle malto,se viÌ sono impegni concI'eti da parte del Go~vel1no, se alla libertà in cui vengono lasciatele grandi conoentrazioni finanzilarie e mono-pO'listiche neUa l1ealizzazione deUa llOro po-litica di profitto si sastitui,sce invece la vo-lontà politioa del Govemo di intervenire canprecise misure di interventO' e di controllodei pubblici poteri; cantl101,la e interventopubblico che permetta immediJatamente uncol1egamento diI'etto can le strutture sodalridelle vade categode dei lavoratori del cetomedio e commeroiale, can li sindacati.

Questo è il senso deIl' ordine del giornoche noi abbiamo presentato e sul quale ri-chiamiamo l'attenzione del Governo iJ qualedeve prendere degli impegni attorno a que-sta questione. Si tratta, a nostro avviso, distabilire un controllo pubblico, di collegarsialle categorie ,sociali, ai sindacati, di collegar-si in particolare con la cooperazione agri-cola e le fOl1ille assaciative dei produttor,iagricoli. Si tratta in particolare di stabilireun rappoflto con la cooperazione di consu-mo e con i consorzi di dettaglianti che si van-no costituendo sempre più laflgamente nelnostro Paese. Si tratta di stabilire un rap-porto preminente con i sindacati per avereun immediato collegamente con i milionidi lavoratori da essi rappresentati. Certoquesto collegamento per essere efficace de-ve consentire anche un potenziamento eduna presenza più estesa degli strumenti di cuiparleremo successivamente negli emenda-menti che abbiamo presentato, specialmen-te per quanto riguarda il potenziamento ed

il rafforzamento, con il sostegno da parte del-lo Stato, delle forme associative e coape-rative. Siamo coscienti che anche i provve-dimenti e le iniziative che abbiamo indica:-to non possono essere risolutivi, non pos-sono risolvere il problema che di per sè èben più vasto perçhè si collega ad una po-litica di riforma; riteniamo che le indica-zioni che nai oggi proponiamo possono rap-presentare !'inizio di quella valontà politi-ca che il Governo fino ad oggi ha dimostra-to di non avere. Intanto noi chiedirumo nelnostm ardine del giarna che il Govelrna slÌavvalga degli strumenti legislativi di cui di-spone, che fino ad oggi non nisulta sia-no stati o vengano utiIizzati. Il nostropreoiso riferimento fatto all'inizio dell' ordi-ne del giorno al decreto luogotenenziale del19 ottobre 1944, n. 347, non è fatto a caso,è fatto perchè gli articoli 4 e 5 di questoprovvedimento affidano dei compiti ben pre-dsi al Comitato inteI'ministeriale dei prezziche fino ad oggi sono stati disattesi. Io cre-do sia opportuno ricordare a coloro chel'avessero dimenticato che questo provvedi-mento legislativo prevede all'articolo 4 cheil Comitato interministeria:le dei prezzi puòdeterminare i prezzi di qualsiasi mel1ce inogni fase di scambio anche all'importazionee all'esportazione. All'artkolo 5 affel1ma cheil Comitato interministeriale ha facoltà dipromuovere i provvedimenti intesi a rego-lare l'approvvigionamento e la distribuzio-ne delle merci di maggiore consumo, nazio-nali e importate, favorendo con criteri pre-ferenziali lo sviluppo e la oreazione di coo-perative di consumo, di spacci e mezzi azien-dali e 'di altre organizzazioni che assolvonoanaloghe funzioni. Come si vede in questoprovvedimento legislativo cert3!mente vec-chio, ma sempre valido ed unico per un ri.ferimento al problema, il Governo se vuole,può trovare ampio spazio per iniziative eprovvedimenti di indubbia efficacia in que-sto settore. Abbiamo inoltre sottalineato laesigenza che si vada in direzione di uno svi-IUlPPo nella cooperazione degli spacci diconsumo aziendale, dei consorzi di detta-[dianti associati; abbiamo proposto nell'ordi-ne del giorno di i1stituire delle valide Com-missioni nei comuni superiori a 30 mila

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Senato della Repubblica ~ 17175 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

abitanti, Commissioni rappresentate dal mo-v,rmento cooperativo agricolo e del consu-mo, dai sindacati, dalle organizzazioni con-tadine, dalle categorie commerciali interessa-te per avere un quadro esatto a livello co-munale sulle cause dell'aumento dei prezzi.Suocessivamente chiediamo anche un inter-vento preciso perchè il Governo promuoval'emanazione di disposizioni per importaredall'estero, con il consenso dell'AIMA, latti-cini e carne. È una rkhiesta legittima chedeve essere tenuta presente in rapporto an-che a quello che noi abbiamo pagato e pa-ghiamo alla politica agricola comunitaria.Noi perciò r,iteniamo che da parte del Go-

Ve'l'110 si debba tener conto di questo pro-hlema che non deve essere disatteso cosÌcome è avvenuto fino ad oggi. Riteniamoche dall'aocettazione o meno di questo ordi-ne del giorno si misura la volontà politicadel Governo ,in direzione di questi proble-mi. Se questa volontà esiste, il Governo nonavrà difficoltà ad accettare l'oJ:1dine del gior-no che noi abbiamo presentato; se inveceesiste la volontà politica di favorire ancorae sempre di più la penetrazione delle grandiconcentrazioni finanziarie monopolistichenella rete distributiva, con le conseguenzenegative che si producono per milioni dilavoratorI, quest'ordine del giorno rappre-senterà un'altra prova della sua incapacitàa ,svineolarsi dalJa politica di Isubordinazio-ne verso le forze del privilegio e del profitto.

Per quanto dguarda invece l'ordine delgiorno n. Il, che si rifer,isce al rifinanzia-mento della legge 1016 che, come è noto,si propone di intervenire con incentivi peraiutare la piccola e media azienda commer-ciale nell'ammodernamento della rete di-stributiva, formuliamo delle proposte su cuirichiediamo un preciso impegno del Go-verno.

A parte l'insufficenza dello stanziamentoche noi abbiamo denunciato in sede di di-scussione in Commissione e per cui presen-teremo degli emendamenti nel corso di que-sto dibattito, c'è un problema che deveessere tenuto presente. Lo stanziamento è in-sufficiente perchè la legge è stata approvatain un periodo in cui ancora non erano inatto i processi di dstrutturazione aziendale

sia delle cooperative, sia dei: consorzi deidettaglianti, sia delle aziende singole. Que-sta legge si è dimostrata insufficiente siadal punto di vista degli stanziamenti, siaper come è articolata e strutturata, in quan-to non permette neppure di utilizzare gliscaJ:1si fondi messi a disposizione. Del re-sto, la validità di questa nostra affermazio-ne sta nell'ultimo comma della legge stessa,in cui si afferma che le somme ~ che,ripeto, sono insufficienti e non servono acoprire neppure la centesima p3lrte dellerichieste ~ non impegnate nei singoli anni

finanziari potranno esserlo negli anni finan-ziari successivi. Questa è una disposizioneche dimostra !'incapacità di una legge adoperare, propr,io perchè la trafila burocra-tirea, la strutturazione della legge, le garan-zie che si richiedono fanno sÌ che neppurequesti limitati stanziamenti possano esse-re utilizzati dagli interessati.

Per questo noi chiediamo un preciso im-pegno del Governo ~ lo faremo con mag-gior forza quando discuteremo gli articolie quindi i nostri emendamenti ~ per un

finanziamento più adeguato in rapporto alleesigenze delle categorie interessate, in mo-do particolare per il potenziamento dellacooperazione di consumo. Soprattutto chie-diamo l'impegno del Governo perchè sipossano adottare al ,più pJ:1esto inizÌiati-ve volte allo snemmento delle procedu-re, insieme al oontelllimento degli inte-ressi, e alla costituzione di garanzie delloStato o, come diciamo nell'ordine del gior-no, di un fondo di garanzia tra glli istituti ban-

cari onde favorire .l'accesso al credito age-volato per le categorie interessate. Infatti,

se le cooperative, se i consorzi dei detta-glianti, se i singoli commercianti non hanno

sufficienti garanzk, non viene dato nessuncontributo, nessun incentivo per l'ammo-dernamento del loro negozio.

Per questo chiediamo un intervento inquesto senso, per far sÌ che questa .legge pos-

sa servire in parte a 'Superare la grave crisiche travagli a oggi tutta .la rete commercialedella cooperazione e dei piccoli e medi com-

mercianti.

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Senato della Repubblica ~ 17176 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

P RES I D E N T E . Segue l'ordine delgiorno n. 12 del senatore Perna e di altri se~natori. Se ne dia lettura.

B O R SA R I , Segretario:

II Senato,

vista la necessità di realizzare una ri~qualifioazione della spesa pubblica, allo sco~po di ottenere una migliore destinazionedelle dispon1bilità a programmi pluriennalie di evitare, in ,sede di decentramento di fun-zioni statali, inutili doppioni di spesa;

ritenuto indispensabile procedere ad unesame comparativo della situazione dei resi-dui ed eliminare tutte le spese non necessa-rie, attualmente a carico del bilancio delloStato;

rilevato che sono in fase di progettazio~ne e peJ:1fino di affidamento a ditte appalta-trici opere di non primaria necessità, mentreoccorre, invece, procedere risolutamente adinvestimenti diretti al riequilibrio economi~co, sociale e territoriale del Paese;

considerato che, in relazione alle rifor~me da attuare nei settori dell'agricoltura,dell'edilizia, della scuola, dell'assistenza edella sanità, si deve operare un radicale ri-dimensionamento degli enti non territorialisovvenzionati daNo Stato in forma diretta oindiretta,

invita il Gov,erno a presenta:re in Parla-mento entro il 31 ottobI'e 1970 l'annunciatolibro bianco sullo stato della spesa pubblica;

fa voti affinchè sia esperita da parte del-le competenti Commissioni del Senato e conl'intervento dei Ministri del bilancio e deltesoro un'indagine sugli argomenti sopra ri-chiamati;

esprime l'avviso che sia opportuno, an~che in rapporto all'esame del progetto dinuovo Regolaménto del Senato, istitui:re unaGiunta per l'esame dei problemi deHa spesapubblica e, a tal fine, invita la Presidenzaad investire della materia 1a Giunta per ilRegolamento.

12. PERNA, CHIAROMONTE, PIRASTU,

MACCARRONE Antonino

P RES I D E N T E . Il senatore Pernaha facoltà di ilJustrare questo ordine delgiorno.

P E R N A. Quest' ordine del giorno hadue antefatti, signor Presidente. Uno riguar-da l'annuncio dato dal Presidente del Consi-glio, di cui si era parlato anche in sede ditrattative per la formazione del nuovo Go-verno, della imminente pubblicazione di unlibro bianco sulla spesa pubblica che peral-tro nessuno ha ancora visto. Il secondo an~tefatto lo ha nella discussione sulla fiduciaallo stesso Governo alla quale si è richia-mato anche oggi il collega Chiaramonte, ne!la quale da parte del nostro Gruppo fu po~sta la questione se non fosse opportuno ar~rivare ad una forma di esame comune da par-te del Governo e delle Camere, attraversoun'apposita Commissione, della situazionecomplessiva della spesa pubblica.

A parte questo, debbo ricordare, come ri~sulta del resto anche dalla relazione gover~nativa al progetto di legge di conversione inlegge del decreto in discussione e dalle rela-zioni dei relatori di maggioranza, che il prov~vedimento in discussione è stato presentatocome una premessa indispensabile per il ri~sanamento della finanza pubblica, operazio~ne di risanamento che dovrebbe iniziare, se-condo le intenzioni dichiarate, dalla parzialeeliminazione dei gravi disavanzi delle gestio-ni mutualistiche e dovrebbe poi, con prov-vf'dimenti di cui non si conosce affatto il con-tenuto e le finalità, essere estesa ad altri set~tori della spesa pubblica. Dobbiamo tenerconto di tutto questo e teniamo conto di al~tri problemi che sono qui sommariamente ac~cennati nella parte narrativa dell'ordine delgiorno, cioè dei problemi che sono insortie che si ripetono a proposito delle spese fi~nanziate con stanziamenti che incidono perpiù anni sul bilancio dello Stato (basti ricor~dare a questo proposito la vicenda dell'edi-lizia scolastica che è veramente esemplarenella sua tragedia, perchè si dovevano spen~dere più di 400 miliardi con ricorso al mer-cato finanziario e per ragioni tecniche dalpunto dI vista dei progetti, ma anche per ra-gioni di politica economica finanziaria, nonse n'è fatto nulla). Inoltre la questione di cuisi parla in quest'ordine del giorno, « evitareinutili doppioni di spese in sede di decentra-mento di funzioni statali », è di urgente at~tualità, attesa l'esperienza non sempre posi-tiva avvenuta in relazione al funzionamento

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Senato della Repubblica ~ 17177 ~ V Legislatura

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

delle Regioni a statuto speciale nelle qualiorgani dello Stato sono stati ugualmente nonsolo mantenuti, ma addirittura creati, comeè il caso scandaloso dello speciale Ispettora-to istituito da parte del Ministero dei lavoripubblici dopo la tragedia del Belice che re-sta tale, ed atteso il fatto che si sono creatidappertutto, in particolare in Sardegna e inSicilia, organi cosiddetti di co-direzione eche si sono risolti in grave aumento di spe-sa sia per le Regioni, sia per l'Amministra-zione dello Stato.

Per tutte le altre questioni che sono inquest'ordine del giorno annunciate, mi li-miterò a citare soltanto i titoli: problema deiresidUI che, come sappiamo, in gran parterappresentano soltanto delle poste contabiliche non hanno nessun significato concreto esulle quali invece si dovrebbe poter operareuna possibilità di scelta e di indirizzo; laqllestione di opere sulle quali si è tanto di-:"cusso anche in sede di formazione del Go-verno (polemica tra l'onorevole La Malfa edesponenti della Democrazia cristiana a pro-posito del famoso rinnovo della ferrovia Ro-ma-Firenze che tuttavia in parte è stata ap-paltata, malgrado queste polemiche) e laquestione assurda del progetto, pur decan-tato dal Ministro dei lavori pubblici, di unaautostrada perimetrale in Sicilia del costo di300 e più miliardi quando tutte le ferroviedell'Isola, tranne il traUo Termini Imerese-Palermo, sono ad un solo binario per cui perandare da Messina a Palermo sono necessa-Iie 4 ore (io faccio soltanto alcuni esempi);ed infine la questione degli enti pubblici sucui più volte il Senato si è intrattenuto damolto tempo ed in proposito voglio ricorda-re come fatto lontano, ma non per questomeno importante, l'impegno dato al proble-ma da don Sturzo nella ricerca di modi perliquidare, frenare, ridimensionare la pletoradegli enti pubblici, le proposte ed i successivistudi fatti più volte dalla Commissione fi-nanze e tesoro e poi ribaditi in una occasio-ne abbastanza recente, cioè nel novembre1967, quando si votò qui all'unanimità un or-dine del giorno sulla questione della gestio-ne degli enti sovvenzionati dallo Stato percui si dette mandato alla Presidenza del Se-nato di studiare i modi per investire le Com-

missioni del Senato di una possibilità di sin-aacato, anche politico, sul funzionamento ditali enti. Questo elenco, ripeto, che è postoa titolo esemplificativo nella parte narrativadell'ordine del giorno, vuole soltanto sottoli-neare che il riconoscimento dato dal Gover-no sulla gravità della situazione della finan-za pubblica non può essere soltanto un rico-noscimento à parole e non può essere inter-

pIetato a senso unico in una sola direzione,llla ripropone, anche in relazione alle dichia-rate finalità del provvedimento che stiamodiscutendo, il problema di scelte di fondonella gestione della finanza pubblica e nellosviluppo della politica economica del Paese.

Noi chiediamo tre cose. La prima (non socome sarà accolta dall'onorevole Ferrari-Ag-gradi, il quale però questa stessa mattina siè impegnato a dare una risposta del Gover-no sulla nostra richiesta di un confronto conil Parlamento sui problemi della spesa pub-blica) è che entro il 31 di questo mese il Go-verno presenti al Parlamento il famoso « li-bro bianco» di cui si è tanto pa:rJato;altri-menti la stessa discussione sul bilancio delloStato sarebbe priva di qualsiasi significato eil cosiddetto impegno politico del Governo suquesto argomento sarebbe privo di una effet-tiva manifestazione di volontà.

Riteniamo tuttavia che questo non sia suf-ficiente e che anzi, in relazione al problemadI come esaminare questo libro bianco ~

con questo senza incidere minimamente sul-lè determinazioni che potrà prendere l'altraCamera, e salvo accordi che si potesseroprendere anche con l'altra Camera oltre checon il Governo ~ sarebbe necessario che le

Commissioni competenti, o la quinta Com-missione con un esame generale, o alcuneCommissioni su determinate questioni, po-tessero procedere ad un'indagine conoscitivacon la partecipazione, ,in determinati momen-ti dell'indagine, dei Ministri del bilancio edella programmazione economica e del te-soro.

Infine, dati i molti tentativi di affrontarequesta materia con i mezzi ordinari dell'at-tività parlamentare che pur tuttavia nonhanno portato a positive soluzioni, e di fron-u; al fatto che tutti i gruppi parlamentari,

tuite le forze politiche, convengono a paro-

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Senato della Repubblica ~ 17178 ~ V Legislatllrlt

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

le sulla necessità di rivedere a fondo que-

:"Lamateria ma sembrano incapaci di trovareuna soluzione, noi riteniamo che, salve lecose che si possono fare immediatamente eche noi abbiamo cercato di formulare nel-

l'Gl'dine del giorno, le Camere debbano' do-tarsi di strumenti permanenti di valutazionee di selezione della spesa pubblica in un con-ironto permanente con il Governo. E poichèabbiamo iniziato l'esame del progetto delnuovo Regolamento del Senato e non lo ab-biamo portato a termine per i noti motiviindipendenti dalla volontà del Senato stesso,avanziamo la proposta diistitruire una Giun-ta permanente per l'esame dei problemi dellaspesa pubblica e pensiamo che ~ come già

fu fatto con il voto unanime del 1967 che horicordato ~ il Senato possa invitare la Pre-

sidenza ad investire di questa materia laGiunta per il Regolamento.

P RES I D E N T E . Seguono gli ordi-ni del gio'rno numeri 13 e 14 del senatoreMenchinelli e di altri senatori. Se ne dialettura.

B O R S A R I , Segretario:

Il Senato,

invita il Governo ad intervenire sullaRAI-TV per escludere dalla programmazionedi pubblicità ogni tipo di farmaco o pro-dotto qualificato utile per la salute dei cit-tadini.

13. MENCHINELLI, DI PRISCO, LI VIGNI,

NALDINI, MASCIALE, CUCCU, To-

MASSINI, RAIA

Il Senato,'

invita il Governo a predisporre misureper organizzare, a cura del Ministero dellasanità con la collaborazione dei Consigli re- I

gionaH, servizi pubblici di informazionescientifica del farmaco, a disposizione deimedici e delle organizzazioni sanitarie pub-bliche.

14. MENCHINELLI, DI PRISCO, LI VIGNI,

NALDINI, MASCIALE, CUCCU, To-

MASSINI, RAIA

N A L D I N I . Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

N A L D I N I. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, s1gnor Ministro, l'ordine delgiorno n. 13 invita il Governo ha interve-nire sulla RAI-TV per escludere daUe pro-grammazioni pubblkitade ogni tipo di far-maco o prodotto qualificato utile per la sa-lute dei cittadini. Noi sappiamo qual è l'im-portanza, 1'influenza che ,lo strumento tele-visivo ha sui cittadini. In numerosi libri èstato studiato questo fenomeno e ci sonostati convegni che hanno dibattuto l'argo-mento e che sono tutti avrivati alla conclu-sione che oggi 110strumento teleVlisivo con-diziona largamente i cos1Jumi della ,gente,il modo di intendere, di comportarsi, di va-lutare l'importanza dei problemi. Questovale in generale per la informazione televi-siva ed è la ragi'Ùne ,per la quale le opposi-zioni, particolarmente quelle di sinistra efra esse il Partito socialista italiano di uni-tà .proletaria, si sono sempre battute tena-cemente per arrivare ad un controllo, il piùefficace, il più democratioo della iuforma-ZJione televisiva in generale, e di quella po-litIca in modo particolare.

Anzi proprio i,eri, intervenendo nella di-scussione generale, ho avuto occasione diricordare all'Assemblea ed al suo Presiden-te come purtroppo questa possibilità di con-trollo sull'attività o suLle informazioni tele-v,isive sia im pratka 'sottmtta al Parlamen-to, anche nei limiti che l'attualeregolamen-lazione pur ci concederebbe, per il fatto chela Commissione parlamentare di vigilanzasulle radiodiffusioni non v,1ene convocataormai da oltre quattl'o mesi.

Grande è dunque l'influenza che il mezzotelevisivo ha sulla gente nell'inculcare certeidee, nel portare avanti certe esigenze dicarattere politico de11a maggioranza, uncerto tipo di cultura nel nostro ,Paese, am~messo che di questo si tratti. Om, è chiaroche per ,lo meno in un campo già da adessodobbiamo giungere ad una deilimitazione edè il campo che affrontiamo con l'm'dine delgiorno da inoi presentato. Abbiamo infattisempre svolto una critica alla pubblicità at-

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Senato della Repubblica ~ 17179 ~ V Legislatura

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

traverso la radio e la televisione pel1chè ci èsempre pariSo ingiusto che questi strumen-ti di informazione, che influenzano larga-mente 1'opinione pubblica, fOSlsero posti alservizio dell'azienda industriale privata. P,erquesto nel disegno di legge di r~forma dellaRAI-TV, che da tempo abbiamo presentato

al Senato e poi anche alla Camera, affron-tiamo questo problema deUa pubblicità te-levisiva proponendone una drastka ridu-zione e ponendo dei limiti precisi anche perquel che riguarda i'l tipo di pubblicità che

si dovireb be poter fare.

Ora, nel quadro di questa visione, abbia-

mo presentato questo ondine del giornovolto per lo meno ad escludere fin d'ora

dai programmi ogni pubblicità che riguar-di i farmaci perchè è assolutamente ingiu-sto che attraverso il mezzo televisivo si in-fluenzi la gente sì da spingerla verso deter-minate medicine che non sempre poi ri-sultano effettivamente le migliori per la sa-lute dei cittadini e che comunqueesclud.onoprobabilmente l'uso di altve, forse dotatedi efficacia superiore.

Riteniamo che nOln sia giusto continuarein questa pubblicità televisiva perchè noi ri-teniamo che il mezzo mi,gliore per propa-gandare la medicina sia diverso da quellooggi utilizzato.

Entro ora nel merito del secondo oIldinedel giorno che noi abbiamo presentat:) e chesi collega con il discorso che sto ora facen-do: nientè strumento televisivo per la pub-blicità dei farmaci; vedere di tag-liaDe l'erbasotto i piedi a quel tipo di propaganda delfarmaco realizzata attraverso il metodo deipropagandisti che vanno a visitare medicoper medico Iraccomandando questo o quelprodotto. Sappi,amo come talvolta i mezziper convincere il medico a dare la prece-denza ad una detel1minata medicina non sia-no tra q udli che possono dare maggioretranquillità e affidamento ai cittadini. Nonvoglio qui aprire il discorso delle aziendefarmaceutiche che utilizzano, come mezzodi pressione nei confronti di una parte deimedici, lo strumento del premio in ragioneed in proporzione al numero di medicine di

quella casa che nel corso di un anno o diqualche mese il medico è in grado di faracqui'stare al cittadino o ana mutua perconto del cituadino.

Noi diciamo: niente slrumento televisi-vo a disposizione della pubblicità farmaceu-tica e nel con tempo lo Stato deve trovareil mezzo per arrivare a sensihiHzzare l'opi-nione pubblica, la classe dei medici stessisul problema dell'infol1mazione scientificadel farmaco stabilendo misure per organiz-zare, a cura del Ministero della sanità, conla collaborazione dei consigli regionali, iser-vizi pubblici di informazione scientifica inmateria.

Mi auguro che queste proposte possanotrovare larga conside:r;azione ,e consensi daparte di questa Assemblea.

P RES I D E N T E. Segue 1'ordine delgiorno n. 15 del senatore Mammucari e dialtri senatori. Se ne dia lettura.

B O R S A R I , Segretario:

Il Senato,

constatato che, come si è appreso danotizie di stampa, il Comitato interministe-riale per il credito e risparmio avrebbe auto-rizzato le banche ad impiegare in titoli emes-si dagli istituti di credito mobiliare le quotedi riserva obbligatorie;

rilevato che la politica creditizia rappre-senta uno strumento fondamentale ai finidi una programmazione diretta allo sviluppoeconomico e sociale;

invita il Governo:

1) ad adottare una politica creditiziabasata su criteri selettivi diretti al finanzia-mento della piccola e media industria, delleaziende artIgIane e cooperative e delle im.prese contadine coltivatrici e al finanziamen-to degli investimenti dell'industria di Stato;

2) a promuovere la modifica delle de-cisioni del Comitato interministeriale per ilcredito e risparmio del 16 settembre 1970per permettere l'impiego delle riserve obbli-gatorie delle banche anche in obbligazionidell'lRl, dell'ENI e dell'EFIM;

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Senato della Repubblica V Legislatura~ 17180 ~

5 OTTOBRE 197033Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

3) a riferire al Parlamento sulle linee,le scelte ed i criteri selettivi adottati nel per~seguire la sua politica creditizia.

15. MAMMUCARI, PIRASTU, ADAMOLI,SOLIANO, ABENANTE, STEFANELLI

P RES I D E N T E. Il isenator,e Mammu~cari ha facoltà di il1ustrare questo ondine delgiorno.

M A M M U C A R I . Abbiamo presentato,l'ordine del giorno relativo alle decisioni delComitato del credito del16 settembre perchèriteniamo necessario informare il Parlamen~to sulla natura del provvedimento e sulla gra~vità particolare che assume proprio nel mo~mento in cui discutiamo in merito al reperi~mento dei mezzi per sollecitare l'attività pro~duttiva.

Il provvedimento stabilisce il principio chele riserve obbligatorie, che le banche debbonoavere nella misura del 22,50 per cento e chedovevano essere investite in titoli dello Stato,debbono ora essere investite, per un aliquotache il Comitato determinerà volta per volta,in titoli emessi da istituti di credito mobi~liare.

Per chi non ha conoscenza della naturadel gioco che può essere fatto da questi isti~tuti di credito con la emissione di titoli mo~biliari, il provvedimento potrebbe appariredi secondaria importanza. La gravità delprovvedimento è resa evidente dalle dichia~razioni fatte dal Ministro del tesoro, apparsesul giornale «Il Sole ~ 24 Ore» del 17 set~tembre.

Il Ministro del tesoro dice: «Nel nostroPaese la formazione di risparmio avviene percirca 3 quinti da parte de] settore famiglie ».Poi a~giunge: «poichè le famiglie, fatta ec~cezione per la costruzione di abitazioni, nonfinanziano investimenti in via diretta, l'inter~mediazione finanziaria è particolarmente ri~levante ». Aggiunge poi: «Mentre vi è unagrande domanda per finanziamenti a medioe a lungo termine, dal lato dell'offerta il ri~sparmio invece mostra di preferire le attivi~tà a breve termine rispetto alle attività a me~dio e a lungo termine ». Di qui la formazionedei depositi a risparmio o la formazione di

conti correnti magari anche vincolati. E con-tinua: «Ne consegue la necessità che all'ele-vato grado di intermediazione finanziaria siaggiunga da parte degli intermediari finan~ziari una non meno forte attività di trasfor~mazione di attività a breve termine preferitedai risparmiatori in debiti a medio e a 111n~go termine richiesti dagli operatori. In altreparole il sistema bancario deve trasformareuna parte dei depositi bancari in titoli e cre~di ti a medio e a lungo termine ».

Se vi è perplessità da parte del risparmioprivato di ,investire in ti t'oli mobiliari, la ra~gione esiste, perchè noi non dobbiamo dimen~ticare quello che è accaduto in tre periodidiversi nel nostro Paese: nel 1893, nel 1920e neI1932~33. È rimasta nella mente delle fa~migli e la paura, il terrore di partecipare inmaniera diretta alle operazioni di finanzia~mento delle attività industriali per i prezziamarissimi che hanno dovuto pa:gare. Questaè la prima considerazione: noi rischiamo ditornare a un sistema che in Italia è costatoal risparmiatore privato una buona parte senon in alcuni casi la totalità del risparmioche aveva depositato nelle banche. Con ilprovvedimento adottato il 16 settembre dalComitato di coordinamento per il credito erisparmio praticamente noi riapriamo la por~ta al rischio di investimento attraverso unavia mobiliare indiretta, coartando (perchèquesto credo che sia il verbo da adottare) lavolontà del risparmiatore privato, delle fami~glie che con fiducia depositano i danari nellebanche, che con fiducia magari costituisco~no libretti di rÌ'spanmio o conti correnti vin~colati. Diamo la possibilità agli istituti di cre~dito mobiliari (tipo l'IMI) di violentare lavolontà del risparmiatore privato per get~tarlo in attività, le cui finalità non sempresono chiare.

Vorrei citare un esempio: la decisione pre~sa in questi giorni dall'IMI di acquisire laparte dei fondi di investimento della IOS as~sorbendo la Fonditalia. Sappiamo cosa èstato i] dramma della IOS per i risparmia~tori, per le famiglie ohe hanno creduto neifondi di investimento. L'IMI investe una par~te dei suoi mezzi finanziari nell'acquisto del~la Fonditalia a suo rischio e pericolo. Doma~ni può essere autodzzato a emettere titoli

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Senato della Repubblica ~ 17181 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

al fine di realizzare altre operazioni di que~sta natura.

Il secondo esempio è quello delle aziende.Prendiamo il caso di Monti, di Pesenti, pren~diamo il caso della FIAT. Possono decideredi realizzare loro particolari investimenti,che non hanno nulla a che vedere con gliinteressi della nazione italiana e con la po~litica degli investimenti per quanto riguardail campo generale delle riforme. Gli istitutimobiliari sono autorizzati a emettere titolie le banche di interesse nazionale possonoutilizzare una parte delle riserve obbligatorieper acquistare titoli di queste società senzache si abbia una garanzia in merito alla sor-te di questi titoli, alla variabilità dei tassi diinteresse di questi titoli, all'uso saggio deimezzi finanziari, che vengono messi a dispo-sizione di questa società. Apriamo di nuovola porta alle avventure finanziarie, apriamodi nuovo la porta alla compenetrazione ~

usiamo un termine eufemistico ~ tra capi-

tale finanziario e capitale industriale. Entria~ma nell'ordine di idee di obbligare in manie-ra particolare le banche di interesse nazio~naIe a impelagarsi in avventure- finanziarie oin avventure industriali tipo Riva, tipo Fal~coni e così via. Il problema è di estrema gra-vità. Credo sia stato assurdo che un provve-dimento di questa natura non sia stato sot-toposto almeno all'attenzione, al parere delParlamento, perchè non si tratta di piccolaco:,a. Si tratta di mettere a disposizione del-le attività di aziende industriali private unaaliquota non indifferente delle riserve ob-bligatorie, che ammontano a 3.000 miliar~di di lire. E noi andiamo a cercare 750 mi-liardi premendo ancora una volta propriosulle categorie lavoratrici e piccolo produt-trici, mentre vi è questa enorme disponibi-lità di mezzi finanziari, che ora viene postain ciI1colo a vantaggio di gruppi privati. Vi èun'altra considerazione da fare. Sentiamo inquesti giorni parlare di riforme, sentiamoparlare della necessità di intervenire a ReggiaCalabria per sanare i guasti che i gruppi didestra hanno causato d'accordo con un nonmeglio definibile sindaco di Reggia Calabria,guasti che si iSonodeterminati rompendoogni principio di autorità statuale ed ogniprincipio di istituzione democratica. Si parla

di quinto centro siderurgico: 1.000 miliardi

,di investimenti iniziali sono necessari. Si par-la di programmi ENI e dell'aumento di 350miliardi del fondo di dotazione. Si parla delprogramma dell'Enel, programma che deveadeguare la produzione di energia elettricaalle esigenze di sviluppo dell'economia ita-liana. L'IRI ha realizzato l'operazione di ac~quisto dei cantieri del Tirreno. Si pone CODforza il problema della sistemazione dellacantieristica. Si parla di irizzazione per lasoluzione del problema della casa. Si parladi investimenti nel campo ospedaliero nontanto per pagare i debiti delle mutue quantoper costruire gli ospedali. Si parla dell'atti~vità dell'EFIM nel settore della Metalmecca-nica. Io mi domando come questi enti po-

tranno compartecipare all'« arraffamento »dei mezzi finanziari che può offrire il merca-to italiano entrando in concorrenza con igruppi privati, i quali se ne infischiano alta-mente degli interessi nazionali, come dimo-stra la FIAT con la decisione relativa all'inve~stimento in Francia per la costruzione diuna fabbrica di automobili per lucrare anche:,u determinate agevolazioni fiscali e credi-tizie.

Credo che un Governo, che voglia seria-mente avere un carattere profondamente na-zionale, la prima cosa della quale si sareb~be dovuto interessare era di garantire aglienti che debbono realizzare operazioni di in-vestimento industriale, di investimento agra~rio, di investimento in servizi sociali la cer~tezza dI avere i mezzi finanziari a determina-ti tassi di interesse, con determinate garan~zie. Ecco quindi il problema che sorge. Qua-le sarà la situazione che si verrà a determi-nare quando entrerà in funzione la decisio~ne del Comitato del credito e del risparmio?E un'interrogativo che dobbiamo porci tuttiper non arrivare a due conseguenze negati~ve: primo, che a causa della lotta di concor-renza che si realizzerà tra enti privati ed en~ti pubblid che debbono assolvere alle fun-zioni di interesse nazionale relative agli in-vestimenti produttivi e agli investimenti inservizi sociali, potremmo avere un effettivoaumento del costo del denaro. Secondo: chenoi non possiamo immaginare quali potran-no essere le conseguenze~he dovrà pagare il

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V LegislaturaSenato della Repub~lica ~ 17182 ~

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

risparmiatore privato che viene violentatonella sua volontà a seguito delle avventurefm.anziarie e delle avventure industriali digruppi di imprenditori italiani che ci hannogià fatto pagare prezzi amari. Pensiamo aRiva, pensiamo a Falconi che hanno fattopagare prezzi amari alla economia italiana.

Terza questione: chi garantisce questi tito-li? È un altro interrogativo che sorge. Chi ligarantisce dal punto di vista dei tassi di in-teresse in un periodo in cui tali tassi sonovariabili? Chi li garantisce dal punto di vi-sta della tecnica della restituzione: cioè chigarantisce ai risparmiatori privati la restitu-zione di quanto versato al momento dell'ac-quisto dei titoli? Chi è che dà le garanzie?Lo Stato si accolla l'onere delle garanzie an-che per gli enti privati? È un interrogativoche noi poniamo.

Il ministro Ferrari-Aggradi ha dichiaratoche si stabilirà di volta in volta quale saràl'entità delle riserve obbligatorie che posso-no essere messe a disposizione degli Istitutidi credito mobiliare a seguito delle decisionidel 16 settembre. Ma con quali criteri, conquali preferenze? Concordando e coordinan-do le richieste tra enti privati, enti di dirittopubblico, partecipazioni statali e così via elo stesso Stato? Non si sa. Si è nel vago.Non vorrei che a decidere queste cose nondico non fosse il Parlamento italiano, il qua-le pratIcamente vede sempre ridurre in cam-pi fondamentali le sue possibilità di decisio-ne, ma fosse una sola persona. Non vorreiche la decisione dipendesse solo dal Governa-tore della Banca d'Italia, il quale, a noi sem-bra, detta in grain parte legge ,su tutto ciòche riguarda la politica degli investimenti.E sappiamo che il Governatore della Bancad'Italia non è che nutra proprio un profon-do amore per le partecipazioni statali e perle attività che questi enti debbono' svolgere.Magari potrà nutrire profondo interesse indirezione della necessità di riparare ai guastidella Montedison o di altri enti privati, che,attraverso avventure finanziarie, magari uti-lizzando anche i mezzi dello Stato, hanno rea-lizzato quelle cose nefaste che conosciamo.

Noi non vorremmo che anche la regola-melltazione dell'uso delle riserve obbligato-rk fosse determinata dalla volontà del Go-

vernatore della Banca d'Italia e il Parlamen~to fosse ancora una volta escluso da ognipossibilità di decidere in merito alla politicadegli investimenti.

Ecco la ragione dell' ordine del giorno. Ab-biamo anche voluto informare il Parlamen-to della gravità della decisione adottata dalComitato del credito.

P RES I D E N T E . Segue l'ordine delgiorno n. 19 del senatore Li Vigni e di altrisenatori. Se ne dia lettura.

B O R S A R I , Segretario:

Il Senato,

impegna il Governo ad adottare entroil 31 dicembre 1970 gli opportuni provvedi-menti volti a stabilire che le domande a par-tecipare ai concorsi, statali e non statali, edi documentli prescritti, siano redatti in cartalibera.

19. LI VIGNI, TOMASSINI, PREZIOSI, DI

PRISCO, MENCHINELLI, NALDINI,

CUCCU, MASCIALE

T O M ASS I N I . Domando di parlare.

P RES I D E N T E . Ne ha facoltà.

T O M ASS I N I . Signor Presidente, ilnostro ordine del giorno è già chiaro nellalettera e nello spirito. È stata aumentata lacarta bollata, onorevole ministro Preti; manaturalmente vi lsiet,e gUé\lrdati bene, conmolta accortezza, dall'aumentare anche ilprezzo della carta bollata relativa agli attigiudiziari perchè forse non avete dimentica-

to quello che avvenne alcuni anni fa quan-do, III seguito all'aumento del prezzo dellacarta bollata, il mondo giudiziario si mise inagitazione, perchè si veniva ad aumentare ilcosto della giustizia. AJclesso chi ,si avvicinaalla giustizia sa che il suo costo è molto gra-voso. Ma, pur non aumentando il prezzo del-la carta bollata ~ che sarebbe stato un fe-nomeno veramente eclatante e percepibileda tutti ~~ avete trovato un altro sistema per

influire sull'aumento del costo della giusti-

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Senato della Repubblica ~ 17183 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

zia: avete aumentato il prezzo dei bolli diproduzione degli atti giudiziario

A parte questo, noi che cosa chiediamo conl'ordine del giorno? Chiediamo che tutti ipartecipanti ai concorsi, statali e non statali,siano esonerati dall'uso della carta bollata.Sappiamo quanto costi la documentazioneche un candidato deve allegare alla sua do~manda di partecipazione al concorso. I docu-menti che si richiedono sono moltissimi: ladomanda, il certificato di buona condotta, ilcertincato penale, quello sui carichi penden~ti eccetera. Immaginate un povero disgra-ziato che fa un concorso e che deve richie-dere tutti questi documenti in vari uffici del~l'amministrazione dello Stato quali spese de~ve afflontare.

Ora se teniamo presente, onorevole Mini~stro, il fatto che chi partecipa ai concorsi èuna persona che ha bisogno di un posto eche mohe volte avrà tentato uno, due, tre,ed anche quattro concorsi e che sempre si èvisto respinto e che ciononostante prova dinuovo, ci accorgeremo di quante volte que-sta persona deve spendere del denaro. Eb~bene, si tratta di povera gente, gente che cer-ca uno stipendio, una mercede qualunque persollevarsi dalle proprie condizioni di neces-sità e di bisogno.

Penso che almeno con quest' ordine delgiorno, che risponde ad un'esigenza profon-damente umana, voi Amministrazione delloStato veniate incontro a queste necessità.

Ieri, onorevole ministro Preti, lei non,cera.. .

1<ERR A R I ~ A G G R A D I , Ministro'

del tesoro. Gli ho riferito tutto io.

T O M ASS I N I . Allora, ha riferitoanche la storia delle scarpe strette?...

P R E T I , Ministro delle finanze. E Po]io sono fabbricante di scarpe... !

T O M ASS I N I . Ebbene, gliela ripeto,onorevole Preti: lei ha usato questo bel si-stema; in proposito senz'altro ricorderà quel-l'economista inglese che ha affermato che letasse sono come le scarpe nuove: al princi-pio fanno male perchè sono strette, ma poi

5 OTTOBRE 1970

si allargano e ci si abitua. Ebbene lei usaquesto sistema, ma almeno non lo usi perla carta bollata! Penso che lei non possa ri-manere insensibile alle nostre richieste chepoi sono quelle che scaturiscono dalla ne-cessità che l'esperienza di ogni giorno ci in-segna.

P R E T I , Ministro delle finanze. Tasse~remo anche gli avvocati.

T O M A S rS I N I. Lo faccia pure, inquesto SODO con lei, tanto ego,isticamentela .cosa non mi ,riguarda: io non sono unavvocato che ha grandi Dedditi, onorevoleMinistro. Faccia pure, stia pure tranquillo.

P R E T I, Ministro delle finanze. Certa-mente gli avvocati che esercitano la profes~sione hanno tutti un l1eddito...

T O M ASS I N I. Tassi pure gli av~vocati; noi non faociamo Cicero pro domosua!

A L BAR E L L O Lo hanno anche imedici, il reddi,to, i calciatori, i professioni-sti, eccetera: però bisogna tassare sul serio,non come è avvenuto per J Casati!

P R E T I, Ministro delle finanze. Fa-rebbe meglio a non citare i Casati perchèquesta ,faccenda riguarda ill comune diRoma: lo Stato ha accertato al marchesedai 70 ai 100 milioni.

T O M ASS I N I Sempre insuffjcien-ti però!

,A L BAR E L L O Ma lui ha ricorsoe non ha pagato niente!

P R E T I, Ministro delle finanze. Leiignora .l,e leggi dello Stato italiano, ignoracioè che quando viene fatto un 'acoertamen-to ed il contr,ibuente non l'aocetta, dopo undecorso di alcune settimane si fanscrizioneprovvisoria per ,una metà dell'accertamen~to, di maniera che se Casati ha dernunciato5 mil i.oni (come difatti è avvenuto, e lo Sta~to gliene ha accertati 100) si iscrive a titolo

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Senato della Repubblica ~ 17184 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

provvisorio 50 milioni e il contribuente devepagare. Pertanto lei vede che gli uffici finan~ziari da questo punto di vista hanno fatto11 loro dovere e noi siamo a posto. . .

D I P R I S C o. COlmesiet,e a posto!?

P R E T I, Ministro delle finanze. ... ese ,lei, senatore Albare110, ha da citare casi,lo faccia pure perchè io sono ben lido da.risponder1e e lei mi farà un grande piacere.

A L BAR E L L O. Voi dovete dimo-sltrare se Casati ha effettivamente pagato,non se avete iscritto 50 milioni! (Protestedal centro).

P R E T I, Ministro delle finanze. Sena-tore Albarello, guardi che con me in materiadi evasioni fiscah c'è poco da fare, forse èmegho staLl'e zitti.

D l P R I S C O Risponda allora aldirettore del giornale «Iil Giorno» che hascritto un articolo otto g[orni fa. (Commentidall' estrema sinistra. Richiami del Presi-dente).

P R E T I Ministro delle finanze. Ionon so niente di questo artioolo.

A L BAR E L L O. Le cose che non gliinteressano non le ,Legge.

DI PRISCOtore del «Giorno})!

Risponda al diret~

P R E T I, Ministro delle finanze. Midica lei cosa dice quest'articolo; non sonomica obbligato a leggere tutti gli articoli!

T O M ASS I N I. Ma lei ha gli infor-matori, ha la Tributaria...

P R E T I Ministro delle finanze. Inmateria di evasioni fiscali sono sempre di~sposto a rispondere a tutti e iSUtutti i casi.

T O M ASS I N I. Bene, bene, faremouna seduta ad hoc!

D I ,p R I S C Orisposto!

Si è visto come ha

P R E'T I, Ministro delle finanze. Sareb-be meglio che voi foste a posto come me!

T O M ASS I N I. Pvendo spunto allo-Da da queste ultime pal'ole del Milnistro perdire che tassi pure i professionisti che han~no un alto ,reddito.. .

P R E T I, Ministro delle finanze. Nonmi mettete in imbarazzo su questo!

T O M ASS I N I. ... ma non si di~mentichi di tassare poi anche i grandi spe~culatori: che hanno dei l'edditi superiori.

P R E T I, Ministro delle finanze. Stiatranquillo! (Vivaci interruzioni dall' estremasinistra ).

T O M ASS I N I. Io tranquillo ci sto!È lei che deve stare tr.anqui,llo e farci staretJranquilli . . .

P R E T I Ministro delle finanze. Pre-senti del1e interrogazioni, avanti! (Vivaciproteste dall'estrema sinistra).

T O M ASS I N I. E quando ,rispon-dete aLle inteuogazioni?

A L BAR E L L O. Ne abbiamo presen-tate a valanghe rma non ci rispondete mai!

L l V I G N I. Io aspetto una rispo~sta da sei mesi! (Richiami del Presidente).

T O M A S iS I N I. Io cancludo chie~dendo che il Senato voglia approvare questonostro ordine del giorno; e mi auguro che1'onorevole ministro ,Preti non si opponga alsuo accogHmento.

P RES I D E N T E Segue 1'ordinedel giorno n. 20 del senatore Serna e di altrisenatori. Se ne dia lettura.

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Senato della Repubblica ~ 17185 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

BORSARI Segretario:

n Senato,

considerandO' che decine di migliaia diautamabilisti residenti nei Camuni previstidall'accarda fra Italia e Jugaslavia ratificatacon legge 26 marzO' 1965, n. 920, si recanO'giarnalmente nella vicina Repubblica Sacia-lista federativa di Jugoslavia per acquistareil carburante di cui hannO' bisagna,

tenendO' canta che l'aumenta dell'impa-sta di fabbricaziane prevista dal decreta 27agasta 1970 n. 621 renderebbe ancar più va-sta li.! fenamena e recherebbe gravissima dan-na anche ai gestari degli impianti di distri-buziane,

ritenendO' che anche attraversa un prav-vedimenta di carattere particalare sia appaI'-tuna cantribuire ad alleviare la nan favare-vale situaziane ecanamica di quelle zane edella pravincia di Trieste,

impegna il Gaverna a prendere quantaprima le misure necessarie per cancedere aipraprietari di autaveicali, mataveicali e ci-clamatari, residenti nei Camuni di cui sapra,un cantingente di benzina e di super car-burante esente da impasta di fabbricaziane.

20. SEMA, SOLlANO, PIRASTU, BONAZ.

ZOLA RUHL Valeria, CAVALLI, VI-

GNOLO

P RES I D E N T E. Il senatOl'e Semaha facaltà di illustrare questa ardine delgiarna.

S E M A Onorevali coLleghi, can que-sta ardine del giarna prapaniama che ilGaverna si senta impegnato a prendere conurgenza le misure atte a cancedere per unadelimitata fascia di f,rantiera e sulla lineadi demarcaziane della regione Fduli-VeneziaGiulia, ben delineata e definita, un'assegna-ziane di benzina e super carburante agevola-ta, a candiziani di esenzione dai gravami fi-scali. Desidero illustrare brevemente le ra-gIOni che nan salo dimastrana che questaè una richiesta armai malta sentita a Trie-ste da tutti i cetisaciali, da tutte le arga-nizzazioni di lavaratari e di datari di lavarae da tutti i parthi palitici, ma dimostranO'

anche che ,la praposta che nai facciamO' nanrappresenta nè un danna per le finanzedello Stata, nè un elementO' di discrimina-ziane versa altre città e altre zone nè laoreaziane di una situazione di sperequazia-ne ta1e da pregiudicare aLtri ,tenritori na-zianali.

Si tratta dei camuni della pravincia diTrieste ~ quelli di. Garizia hannO' già un

laro meccanismO' di agevalazliane ~ e diquelli lunga la frontiera in F:duli, previstidall'accarda di Udine del 31 attabre 1962divenuta legge della Stata il 26 marzo 1965(n. 9920); i camuni sana elencati negli alle-gati A e C, per cui non vi può essere dubbiadi interpretaziane. Questa cancessiane diun cantingente adeguata al1e esigenze deicansumatari e delle zone d:n esenziane dallaimpasta di fabbricaziane davrebbe esseredecisa con prapria decreta dal Ministerodelle finanz;e,sentita il MinisterO' dell'indu-stria, del commercia e dell'art,igianata; allastessa MinisterO' spetterebbe di decidere puresulle modalità della cancessiane.

Nai sappiamO' che l'onorevole MinistrO'delle finanze ha avuta in passata ed ha tut-tara, creda, qualche pI1eoocupaziane, qual-che riserva nei riguardi di tale misura. Mipermetta di dire all'anarevale Ministm edal Gaverna che faI1se quelle preoccupazianipravengana da una nan esatta canasoenzadeLla iSituaziane a farse da infarmaziani nandel tutta aggiarnate e disinteressate. È'. na-tania che svariate decine di migliaia di uten-ti vancana giarnalmente la frontiera a lalinea di demarcaziane e acquistanO' decinedi miliani di litri di benzina e di super car.burante. In aloune giarnate si può parlaredi un numero di cittadini vioina ai 100 mila.Come canseguenza è stata anzituttO' messain crisi ,!'intera Irete di distribuziane del lu-brificante nell'area di cui si discute. Neloarso del mese di settembre di quest'annO'J'assemblea dei benzinai di Trieste ha decisapropria per questa situaziane e per quellaassai più grave che si profila can gli aumen-ti previsti dal de:cretane all'unanimità di ri-nunciare ai cantratti e già 78 su 110 gestaridi impianti di distribuziane hannO' canse-gnata alle società petralifere i,l loro can-tratta e gLi altri la farannO' entra la fine di

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SenatO' della Repubblica ~ 17186 ~ tT Legislatura

33Y SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESO'CO'NTO'STENO'GRAFICO' 5 OTTO'BRE1970

ottobre. Con queste e con le precedenti im- Honi sono dunque stati consumati da no-popolari misure si sono gettate sul lastrica st,ri utenti, ma acquistati all'estero! Le con-quasi tOOfamiglie, più quelle dei dipendenti. I seguenze sono: 4 miliardi di lire circaI cittadini Ires,identi in questi comuni vanno I esportati in quell'anno, 3 miliardi di mi-ad acquistare i carbum:nti in Jugoslavia, nore gettito ,fisoale, 35 milioni di litri didove costano molto di meno. Per 1'esattezza benzina non venduti. Se faccio il calcolo peril prezzo globale della benzina in Jugosla. un per,iodo di quattro anni, concludo chevia è addirittum inEer,ior.e a quello che è il !'Italia ha perduto, come economia e comecamplesso del g.ravame fiscaie su ogni litro finanza, qualcosa come 28 miliaiDdl di lire.di benzina in balia, per cui è naturale che Pertanto la proposta che noi facciamosi verifichi un tale fenomeno. Per cui più non costituisce un aggravio ulteriore allecresce ,il prez:w della benzina più ne dimi. casse dello Stato, ma è una prapasta ra-nuisce la vendita, div,ersamente da quanto zionale e vantaggiosa. Se il prezzo aumen.probabilmente :si verificherà nelle altre pro. terà il numero degli utenti portati ad acqui.vince in cui non si prevede che si restringa stare ,la benzina all'estero invariabilmenteil consumo come effetto del pur pesante crescerà. A Trieste avremo altre decine diaumento. migliaia di macchine in più e decine di mi.

Desidero far notare al Governo ed ai col- lioni di livri di benzina invenduti. Bella po-leghi che in questi ultimi anni e con una pro- litica! Veramente brillante il oolpo che sigressione accentuata dagli inasprimenti fi. vuole infliggere ad una zona la cui economiascali, in quesve parti della Regione Friuli. è notoriamente tutt'altro che florida ed aVenezia Giulia si compera meno benz,ina ita- certi comuni del Friuli che sono fra i piùliana, diminuisce l'introito tributario, au- poveri d'Italia, fra quelli con il più elevatomenta la fuoruscita di valuta. Valgano a ciò tasso di emigrazione.akuni dati: nel 1964 erano iscritte a Trieste Questa vicenda d'altra parte non è nata42.461 macchine e ,si consumarono 37.810.970 ieri, ma risale al 1959. Allora !'intero consi.litri di benzina; nel 1968 le maochine iscrh. glio comunal,e di Triesve approvò una ma.te aumentarono del 61,19 per oento, ma la zione che chiedeva all'unanimità quello chebenzina venduta diminuì del 19,88 per cen- oggi chiediamo noi. Nel 1961 t,re deputatito. Vale a dire che in quell'anno 35 milioni democristiani fecero propria .la proposta;di litri di benzina sono stati acquistati da nel 1966 gli onorevoli democristiani Belci,proprietari di automobili della zona di Trie. (attuale Sottosegretario al commercio, che èste ~ e parlo esclusivamente di Tneste ~ quindi in grado di dare le più ampie infor.aU'estero. mazioni ai suoi colleghi di Governo, social.

RicOlf'do che non si era ancora verificato demacratici e demacristiani) Balogna e Ori.l'aumenta deciso per i carburanti nella pri. glia fecero analoghe proposte. Ancora nelmavera dello scorso anno e non era ancora 1969 i democnistiani Belci e Bressani pre.entrato in vigor,e il decreto di cui stiamo sentarona un disegno di legge di cantenutodiscutendO'. analaga a queUo dell' ardine del giarna che

Se hanno .la compiacenza di seguirmi dirò sta illustrandO'; ci furono iniziative degliqual è la media del consuma per macchina onarevali Alesi, Abelli, ,le pasiziani del se-e quali sana le canseguenze di questa pali. natore sacialista Tolloy, la unanimità allatica della benzina in quelle zone. In un annO' Regiane e casì via. Dunque si tratta di unche passiamO' cansiderare quasi normale per fatto che trova astilità soltantO' da partela differenza di prez:w esistente fra Italia e del Gaverna, a almenO' da parte di alcuneJugoslavia, ci fu un consumo media annua persane del Gaverno. Irl Partita comunistaper maochina di 965 litri. Nel 1968 è stato ha una sua proposta per la zana franca in-di htri 442 cioè mena della metà. Con la tegrale per Trieste, proposta accolta all'una.media del 1962 il cansuma delle 68.442 mac- nimità dalla Commissione esteri del Sena-chine sarebbe 'stato di 65 miliani di Htri; tO', ed è sempre stato per i contingenti age.fu invece di 30 milioni: esattamente 35 mi- valati.

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SenatO' della Repubblica ~ 17187 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMELEA. RESaCaNTa STENaGRAFICa 5 OTTaBRE 1970

Non nego che ci possano essere preoccu.pazioni e riserv,e, anche perchè in generesono pochissimo canosciuti i problemi dellanostra Regione; ma :ritengo che le riservedi ohi è in buona fede si possono facilmentesuperare con argomenti validi. Per quantor,iguanda ad esempio eventuali riflessi nega-tivi dirò che l'assemblea nazionale dei ge-Sttori di impianti di distribuzione di carbu-rante all'unanimità ha appravato un or.dine del giO'rno in cui si riconosce giustifi-cata e non dannosa rIa ooncessiO'ne di cuitrattiamo. Anche nella regione Priuli-Vene-zia Giulia l'assemblea dei benzinai ha ri-conosciuto giusta la concessione che noisollecitiamo. Il commissario di Governo aTrieste si è fatto interprete di quesra situa-zione presso il Governo sollecitando U con-tlingente agevolato egli iS!pettori generali didogana della provincia di Trieste ~ perso-

ne non certo sospettahili ~ hanno ricono-

sciuto non solo che Ila richiesta di un oon-tingente agevolato è giusta, ma che sonosbagliate e dannose tutte queUe misure dioarattere fiscale ohe di 'tanto in tanto qual-ohe zelante funzionario e lo stesso Ministe-ro delle finanze suggerisce ed ilillpone ai va-lichi di confine dove si vorrebbe control-lare in entrata ed uscita il contenuto deiserbatoi e che si traducono in tante di quel-le imprecazioni che ,mi auguro non arrivinoa lei, signor Ministl1o, e a nessuno di noi,perchè si riflettono anche sul nostro lavoro.

Quali sono le possibili obiezioni? Che cisono situazioni analoghe in Italia? No, nonci sono situazioni analoghe; ci sono situa-zioni appaJ:1entemente somiglianti, ma nonidentiche: si dice per esempio che la stessa

~

cosa si dovrebbe concedere anche ad altreregioni (a parte che noi sosteniamo proprioquesta e 10 abbiamo sostenuto in tutta labattaglia contro il deoretone); se non si rie-sce a strappal1e per tutto il paese un certosgravio tributario, 10 chiedo almeno per lanostra zona del tutto particolare.

Certo, gli utenti che vanno in Svizzera, inFrancia ed in Austria, trovanO' carburantead un prezzo inferiore dspetto a quello ita-liano, ma il dislivello non è dell'ampiezzache si registra fra Italia e Jugoslavia, dovela benzina costa 90 lire al litro, quasi la

metà di quello che costa in Italia. Maggioreè il dislivello, maggiore è J'allettamento adandare a comprare benzina fuod I talia. Sidioe che si tratta di una discriminazione:non 10 è in realtà perchè è prevista da leggied accordi internazionali e perchè già oggiad eStempio, per la Valle d'Aosta e per laprovincia di Gorizia esistono dei dispositiviparticolari riflettenti ,la nostra stessa pro-posta (anche sle in altra misura). Mai nessuninconveniente !si è verificato in VaI d'Aostae nelle provincie limitrofe, nè per Goriziae nelle provincie limitrofe. Sono zone po-verissime; quella di Trieste è una zona dicrisi economica ben nota al Ministro e alGoverno, anche perchè loro stessi sannoche perfino le misure da anni promesse,quelle al esempio di oui padò lo stesso mi-nistro Pl1eti in una risposta che mi diede unanno fa circa, in parte non sono state rea.lizzate, ,in parte non hanno dato risultatidi quaLche rilievo.

Si deve inoltJ:1e pensare che questi citta-dini che sono centinaia di migliaia hannodiritta ad avvalersi dell'articolo 38 dell'ac-cordo ,internazionale cui aocennavo primae che dice: «È del pari esente dal paga-mento dei diritti doganali il oarburante con-tenuto nel serbatoio che sia previsto perciascun tipo di veicolo direttamente colle-gato al motore ». Questa norma non valeper nessuna altra zona d'Italia, per cui non

c'è discriminazione, non c'è condizione disfavore nei riguardi degli altri cittadini.Prego i.l Governo e gli onorevoli ool1eghi ditener conto di un altro dato, quello riguar-dante i transiti: si pensi che in dieci annisi è avuto un aumento del 600 per cento:si è passati da due milioni e mezzo a quin-dici milioni oon un aumento enorme negliultimi mesi; nei mesi del 1970 sono giàstati 7 milioni. Si immagini quanti serbatoidi benzina sono venuti in Italia in completaesenzione!

Noi riteniamo, onorevoli rappresentantidel Governo, onorevoli colleghi, che questaproposta possa essere tranquillamente accol-ta. Noi facciamo una proposta che è utile al-l'economia nazionale oltre che alla zona dicui si parla, che non creerebbe ingiustize ver-so altri ma che allevierebbe la situazione di

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Senato della Repubblica ~ 17188 ~

333a SEDUTA (antirnerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO,STENOGRAFICO

V Legislatura

5 OTTOBRE 1970

zone piuttosto disagiate, anzi contribuirebbe,anche se limitatamente, ad un certo svilup-po; toglierebbe anche una ,ingiustizia in tol-1erabile nei rigua~dj dei gestori degli im-pianti di distribuzione, dei loro dipendentie delle loro famglie. ,Perchè? Questi devonooomperare la benzina, i carburanti al prez-zo fissato, imposto dalle grandi società pe-troMere, mentre il prezzo di vendita è quel-lo tassativamente fissato dal CIP.

Quindi i cittadini dei comuni previsti dal-l'accordo internazionale vanno tranquilla-mente e andranno sempre più a comprarebenzina in Jugoslavia. Non sarebbe più giu-sto trovare la forma che assicuri in questazona di frontiera, vicino alla linea di demar-cazione, un pr,ezzo della benzina e del super-carburante tale che nan vi sia o sia ridottoal minimo il dislivello tra Italia e Jugosla-via? Quali sarebbero le conseguenze imme-diate per l'economia italiana? Si vendereb-bero a Trieste e nella zona 40, 50, 60 forsepiù milioni di litri all'anno di carburanteprodotto nelle nostre fabbriche, oltre ad ognialtra considerazione.

Il Ministro' delle finanze ha ancora delleriserve e delle questiòni di principio da farvalere? E sta bene, ma ricordi anche che difronte a soluzioni di carattere particolare,eccezionale e straordinario, possono essereprese ed essere efficaci solament,e misure dicarattere particolare, eocezionale e straordi-nario, altdmenti c'è pericolo, signor Mini-stro, che anche per questa voce come peraltre ,lei passi alla storia più che come diri-gente del Dicastem delle finanze e dei finan-zieri come il Ministro degli 'evasori e deicontrabbandieri~

,p RES I D E N T E Segue 1'ordinedel gio'rno n. 23 del senatore Anderlini. Se nedia lettura.

BORSARI Segretario:

II Senato,

impegna il Governo e per esso il Mini-stro del tesoro a provvedere, con praprio de-creto, all'atto della fissazione del calendarioborsistico, ad una revisione del meccanismo« risposta premi », che con l'attuale unica

scadenza mensile finisce cal favorire le cor-renti speculative già così largamente presen-ti nelle nostre borse.

23.

P RES I D E N T E. Il senatore Ander-lini ha facoltà di illustrare questo ordinedel giorno.

* A N D E R L I N I . Mi dispiace, signorPresidente, che sia assente il Ministro deltesoro perchè la materia del mio ordine delgiorno riguarda direttamente la sua compe-tenza. Camunque comprendo bene le ragio-ni che possono aver indotto il Ministro adabbandonare la nostra Aula, data anche l'aratarda.

Con il mio ol'dine del giorno si affrontaun tema che è strettamente collegata con iprablemi del decI'etone, il tema delle borse.Uno degli argomenti ricarrenti nella pole-mÌiCa della maggioranza, nella linea che lamaggioranza segue è quello relaltlvo allanecessità di fare in mado che attraversotutti i possibili canali affluiscano al nostrosistema produttivo i finanziamenti necessaria medio e a lungo termine.

In un Paese capitalisticamente maturo co-me il nostm (io mi ostino a dire che non10 è, anche contro l'opinione di qualcunodei miei colleghi) il :luogo dove avviene ilreperimento dei fondi per gli investimentiindustriali (e sono contento che sia arrivatoin questo momento il Ministro del tesoro)sono le borse. Come funziona la borsa ita-liana? La borsa italiana, lei lo sa signorMinistro ~ i suoi uffici la possono infor-mare ~ è per ,1'80 per cento dominata dacapitali di pura e semplice speculazione.C'è chi considera la borsa italiana come illuogo dove si va a giuocare non so se allaroulette a al totocalcio. Ed io voglio capireanche che in un sistema capitalistico il mo-mento speculativo in borsa non è del tuttoeliminabile. Però è chiaro che diverse sonole condizioni delle borse stranieJ:1e. Bastafare un confronto qualsiasi tra la nostraborsa di Milano e quella di Erancoforte, perrendersi conto, per esempio, come là i rap-porti sono di fatto rovesciati. L'SO per cento

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Senato. della Repubblica ~ 17189 ~ V Legislatura

333a SEDUTA (antìmerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO. STENaGRAFICO 5 OTTOBRE 1970

del capitale di effettivo investimento, dicia-mo i cosiddetti cassettisti, comperana leaziani per tenersele, e il capitale puramentespeculativo affluisce e defIuisce dalh barsaa seconda delle ondate delle speculazioni alrialzo o al ribasso su un titalo o su un altrogruppo di titoli. Una delle ,ragiani per lequali in Italia il movimento speculativo diborsa finisce con l'avere la prevalenza schiac~ciante sul capitale invece di investimento ~

diciamo i grandi maneggioni deUa borsache tengono nelle loro mani il cosiddettoparco buoi dei piccoli risparmiatori ~ con-

siste ne'l fatto (è l'esperienza che hanno fattogli stessi agenti di cambio più seri del no-stro Paese) che .la nostra borsa, a differenzadi quello che ,succede nelle altre borse stra-niere, ha un calendario, che lei, signor Mi-nistro, agni anno approva oon un decreto,fatto in maniera tale ohe la risposta premiè fissata per un giarno del mese che di so-lito è H 15 o il 16 (il mese borsistico oomeè noto non coincide con il mese del calen-dario, il mese borsistico camincia circa lametà del mese; a cavallo del15 si collocail giorno. della risposta premi). IJ che signi-fica che tutti gli speculatori pW1tano su quelgiorno come sul giorno in cui si fa il contose la speculazio.ne è andata bene a è andatamale. Ed è naturale che concentraJ:1e in unsolo giorno dell'attività borsistica la rispo-sta premi significa fadlitare il giaco di co-.loro che cansiderano la borsa una specie ditotocalcio e di roulette e ohe valendosi deimezzi finanziad di cui dispangono, dell'ap-poggio di talune banche o di talunl istitutifinanziari riescono a manovrare la borsaa loro vantaggio e contro gli interessi dei ri-sparmiatori autentici, se è vero che un 20per cento dei risparmiatori più o menoautentici neLla borsa italiana ancara c'è.

Col mio ordine del giarno dunque, onore-vole Ministro, ilO le chiedo che quando leidovrà fissare con il pJ:1ossimo decreto il ca~lendario di borsa in Italia stabilisoa il pdn-cipio che il giorno della risposta premi nanè fissato necessariamente a cavallo del15del mese, ma che se io vaglio fare un giocoin barsa, per esempio, oggi che è il 5 ottobre,la rispasta arriverà tra un mese, il 5 novem-bre, se giocherò domani 6 la risposta verrà il6. Cosicchè la somma delle risposte premi

non si vada a cancentrare tutta su una solagiornata attorno alla quale ruota la grossaspeculazione, ma sia diluita in un qualsiasigiorno di apertura barsistica, a 30 giorni,a 15 giomi; in Germania fanno anche a 45giorni, in maniera che non ci sia questaconcentrazione. Camunque, come lei vede,non le chiedo nulla dirivaluzionario nè dispeciale. È solo un modesto contributo an-che tecnico che io mi permetto di sotta-porre alla sua attenzione perchè effettiva-mente si spostino un po' le cose anche inquesta campo. Noi parliamo tanto ma laborsa va male. Si rende oonto, onorevaleMinistro, che con tutti i provvedimenti chestiamo prendendo a favore della situazioneeconomica delle grandi imprese, con i regaliche stiamo. facendo (e anche questa decretocontiene certi regali di ,dimensio.ni gigante-sche), con i tremHa miliardi che ,lei ha libe-ralizzato con le ultime deoisioni del Comi-tato interministeriale del credito, la borsainvece di salire, cala? Come mai? Come maila borsa non sale? Si rafforza la nostra mo-neta nei confronti del dolla,ro e delle altremonete internazionali, si pJ1eannuncia unaumento del .reddita del 6-7 per cento an-nuo, ma la barsa continua regolarmente acalare; tra agosto e settembre è calata dicinque punti. Come mai? Solo dei fatti spe-culativi possono giustificare una tendenzadi questo genere; oppure delle grosse ma-novre di rastrellamento, da parte di alcunigmppi, di azioni di ahri gruppi che tendonoa deprimere il ca11SObOJ1sistÌ'Co. Nell'un casocome nell'altro è suo dovere intervenire. Ioper uno dei due casi, mi sono permesso disuggerirle uno strumento che è a sua di-retta, personale portata di mano, perchè èlei che con suo decreto stabilisce ogni annoi.1 calendario di barsa.

PRESIDENTEno stati presentati altriSe ne dia lettura.

RicOJ1do che so-ordini del giorno.

B O R S A R I , Segretario:

Il Senato,

impegna il Governo ad adottare con ur-genza provvedimenti idonei a definire in ter-mini non equivoci e fisicamente oggettivi le

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5 OTTOBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

caratteristiche delle abitazioni da conside-rarsi di lusso e riaccertare quelle già classi-ficate.

16. FORTUNATI, BORSARI, SOLIANO, LIVIGNI, ANDERLINI, CERRI, STE-

FANELLI, MADERCHI, CAVALLI

Il Senato,

considerato il non più ammissibile sta-to delle esenzioni ed agevolazioni fiscali esi-stenti;

rilevato che sin dal 25 maggio 1963 laprima commissione per lo studio della rifor-ma tributaria sottolineò « <l'esigenza di elipli-nare ad ogni costo l'evasione e di sopprimereogni esenzione fiscale, o quanto meno di li-mitarle al minimo possibile »;

rilevato ancora che il 3 agosto 1964 l'al-lora Ministro delle finanze presentò un dise-gno di legge teso alla revisione delle esenzio-ni ed agevolazioni tributarie in accoglimentotardivo di un preciso voto espresso il 27 ot-tobre 1950 dalla Commissione finanze e teso-ro del Senato;

constatato che sino ad oggi nulla è sta-to fatto,

impegna il Governo

a presentare al Parlamento entro 3 mesiun dettagliato elenco delle esenzioni ed age-volazioni fiscali in vigore, possibilmente cor-redato da Ull calcolo anche di massima dellaloro portata tributaria, e a predisporre stru-menti idonei per una rapida radicale revi-sione.

17. FORTUNATI, SOLIANO, PlRASTU, BOR-

SARI, MACCARRONE Antonino,

STEFANELLI, CERRI

Il Senato,

constatato il costante peggioramento delcontenzioso tributario che ha raggiunto in-sopportabili livelli;

rilevato come questa situazione deter-mini eccessivi ritardi nelle definizioni deiredditi, ritardi che oltre a provocare serieperdite per l'erario, creano situazioni di

privilegio e quindi di ingiustizia tra i citta-dini contribuenti,

impegna il Governo:

1) ad immediate iniziative volte alrafforzamento dei servizi e degli uffici pre-posti, e a provvedere affinchè le competen-ti commissioni tributarie accelerino il piùpossibile la definizione dei contesti al loroesame;

2) a dare univoca applicazione all'ar-ticolo 175 del testo unico delle leggi sulleimposte dirette ora più volte disatteso.

18. SOLIANO, FORTUNATI, PlRASTU, BOR-SARI, MACCARRONE Antonino,

CERRI, STEFANELLI

Il Senato,

preso atto della mancata possibilità didestinare parte adeguata del gettito globalederivante dall'applicazione delle disposizionidi carattere tributario previste al titolo pri-mo del disegno di legge n. 1325 all'aumentodi stanziamenti per nuovi massicci investi-menti produttivi nel vitale settore dell'agri-coltura,

invita il Governo ad accelerare il perfe-zionamento dei disegni di legge concernentiil nuovo « piano verde », le provvidenze perla montagna, il riordinamento del creditoagrario.

21. BELOTTI, VALSECCHI Athas, BALDI-

NI, DE LUCA, ZUGNO, SCARDAC-

CIONE, MAZZOLI

Il Senato,

in sede di discussione del disegno di leg-ge per la conversione in legge del decreto-leg-ge 27 agosto 1970, n. 621,

premesso che, pur con la soppressionedel secondo comma dell'articolo 18 del decre-to-legge in discussione, l'aumento delle som-me nello stato di previsione della spesa delMinistero degli affari esteri per gli anni 1970e 1971, di cui al successivo articolo 33-bis,ha voluto significare che il Governo italianoè in grado di mantenere gli affidamenti datialla. Repubblica democratica somala,

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17191 ~

5 OTTaBRE 1970333a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa

impegna il GaveI1na a prendere, nelletrattatiV1e con 111GaveI1na somala canseguentialla creaziane dell'Ente nazianale banane edall'eragaziane della samma di cui al prece-dente camma, tutti gli appartuni pravve-dimenti perchè sianO' tutelati gli interessi i

dei caltivatari italiani di banane che sanastati espropriati.

22. FADA

11 SenatO',

invita ;il GaveI1na ad assumere le appor~tune iniziative affinchè la pr,emessa dei de~cre1Ji-J~gg1esia farmulata nel mO'da seguente:

IJ PI1esidente deLla Repubblica

Vlista l'artioaJa 77, oomma secando, dellaCastituziane;

Vista J'articola 87, camma quinta, dellaCastituziane;

Ritenuta la stmordinaria necessità ed ur~genza di adottare p:mvvedimenti al fine di . . .

Emana il s~guente decreta, avente forza.di legge, adattata dal Gaverna nella riunianedel Cansiglia dei ministri del . . . . . . . . .

24. LA CaMMISSIONE

P RES I D E N T E. Rinvia il seguitadel,la discussiane alla seduta pO'meridiana.

Ripeta l'avvertimentO' già data dall'anare-vale presidente Fanfani a tutti i senatari elifarnirsi della tessera persanale aCCOI1renteper le eventuali vataziani con pracedimentaelettranica.

IJ SenatO' tornerà a riunirsi in seduta pub-blica aggi, alle are 16, can lo stessa ardinedel giornO'.

La seduta è tolta (ore 14,10).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari