Semantica e comunicazione La nozione di semantica introduce al campo della lingua nel suo impiego e...

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Semantica e Semantica e comunicazione comunicazione La nozione di semantica introduce al campo della La nozione di semantica introduce al campo della lingua nel suo impiego e in atto; della lingua lingua nel suo impiego e in atto; della lingua consideriamo questa volta la sua funzione di consideriamo questa volta la sua funzione di mediatrice fra l’uomo e l’uomo, l’uomo e il mediatrice fra l’uomo e l’uomo, l’uomo e il mondo, fra la mente e le cose, cioè la funzione mondo, fra la mente e le cose, cioè la funzione di trasmettere informazioni, comunicare di trasmettere informazioni, comunicare esperienze, imporre adesioni, suscitare esperienze, imporre adesioni, suscitare risposte, implorare, costringere: in breve, risposte, implorare, costringere: in breve, quella di organizzare l’intera vita degli quella di organizzare l’intera vita degli uomini. Si tratta della lingua come mezzo di uomini. Si tratta della lingua come mezzo di descrizione e di ragionamento. Solo il descrizione e di ragionamento. Solo il funzionamento semantico della lingua consente funzionamento semantico della lingua consente l’integrazione nella società e l’adeguamento al l’integrazione nella società e l’adeguamento al mondo, quindi l’organizzazione del pensiero e mondo, quindi l’organizzazione del pensiero e lo sviluppo della coscienza”. (p. 64-65) lo sviluppo della coscienza”. (p. 64-65)

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Semantica e Semantica e comunicazionecomunicazione

““La nozione di semantica introduce al campo della La nozione di semantica introduce al campo della lingua nel suo impiego e in atto; della lingua lingua nel suo impiego e in atto; della lingua consideriamo questa volta la sua funzione di consideriamo questa volta la sua funzione di mediatrice fra l’uomo e l’uomo, l’uomo e il mondo, mediatrice fra l’uomo e l’uomo, l’uomo e il mondo, fra la mente e le cose, cioè la funzione di fra la mente e le cose, cioè la funzione di trasmettere informazioni, comunicare esperienze, trasmettere informazioni, comunicare esperienze, imporre adesioni, suscitare risposte, implorare, imporre adesioni, suscitare risposte, implorare, costringere: in breve, quella di organizzare l’intera costringere: in breve, quella di organizzare l’intera vita degli uomini. Si tratta della lingua come mezzo vita degli uomini. Si tratta della lingua come mezzo di descrizione e di ragionamento. Solo il di descrizione e di ragionamento. Solo il funzionamento semantico della lingua consente funzionamento semantico della lingua consente l’integrazione nella società e l’adeguamento al l’integrazione nella società e l’adeguamento al mondo, quindi l’organizzazione del pensiero e lo mondo, quindi l’organizzazione del pensiero e lo sviluppo della coscienza”. (p. 64-65)sviluppo della coscienza”. (p. 64-65)

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Il problema del Il problema del significatosignificato

La nozione di significato è una delle più La nozione di significato è una delle più complesse e controverse complesse e controverse

Tre aspetti sotto i quali è stato pensato sono:Tre aspetti sotto i quali è stato pensato sono: - il significato come relazione tra linguaggio e mondo - il significato come relazione tra linguaggio e mondo

(approccio filosofico-linguistico)(approccio filosofico-linguistico) - il significato come relazione interna al linguaggio, che - il significato come relazione interna al linguaggio, che

comporta un modello componenzialista (prospettiva comporta un modello componenzialista (prospettiva strutturalista)strutturalista)

Il significato come prototipo (prospettiva psicologico-Il significato come prototipo (prospettiva psicologico-cognitiva)cognitiva)

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Semantica referenzialeSemantica referenzialeo vero-condizionaleo vero-condizionale

Sorge all’inizio del Novecento in ambito filosofico Sorge all’inizio del Novecento in ambito filosofico e si sviluppa nell’area di ricerca di indirizzo e si sviluppa nell’area di ricerca di indirizzo analitico, nel contesto della cosiddetta ‘svolta analitico, nel contesto della cosiddetta ‘svolta linguistica’.linguistica’.

Tre fattori caratterizzano questa prospettiva:Tre fattori caratterizzano questa prospettiva: Forte attenzione per gli aspetti logici del linguaggioForte attenzione per gli aspetti logici del linguaggio Focalizzazione sui rapporti tra linguaggio e mondo Focalizzazione sui rapporti tra linguaggio e mondo

(referenzialismo)(referenzialismo) Una netta separazione tra semantica e processi Una netta separazione tra semantica e processi

psicologici del pensiero (antipsicologismo).psicologici del pensiero (antipsicologismo).

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Relazione lingua-mondoRelazione lingua-mondo

Diretta, senza alcuna mediazione tra la Diretta, senza alcuna mediazione tra la lingua e la realtà extralinguistica lingua e la realtà extralinguistica (modalità sviluppata sia nella teoria del (modalità sviluppata sia nella teoria del significato di Russell, sia in quelle più significato di Russell, sia in quelle più recenti di Quine e di Kripke)recenti di Quine e di Kripke)

Indiretta, attraverso la mediazione di Indiretta, attraverso la mediazione di nozioni che collegano la prima al secondo nozioni che collegano la prima al secondo (modalità sviluppata a partire da Frege)(modalità sviluppata a partire da Frege)

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Senso e riferimento Senso e riferimento (Frege)(Frege)

Il segno (Il segno (ZeichenZeichen), che per Frege può avere diversi ), che per Frege può avere diversi formati (dal singolo termine alla espressione formati (dal singolo termine alla espressione composta, all’enunciato), fa riferimento agli oggetti composta, all’enunciato), fa riferimento agli oggetti extra linguistici e agli stati di cose passando extra linguistici e agli stati di cose passando attraverso la mediazione di un’entità, il senso attraverso la mediazione di un’entità, il senso ((SinnSinn), nozione che indica la maniera attraverso cui ), nozione che indica la maniera attraverso cui il riferimento stesso (il riferimento stesso (BedeutungBedeutung) è dato.) è dato.

Senso e riferimento sono nozioni formali e Senso e riferimento sono nozioni formali e oggettive e vanno tenute distinte da una terza oggettive e vanno tenute distinte da una terza nozione, di ordine psicologico, la rappresentazione nozione, di ordine psicologico, la rappresentazione ((VorstellungVorstellung) (immagine soggettiva, basata su ) (immagine soggettiva, basata su impressioni sensibili e ricordi).impressioni sensibili e ricordi).

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Modello di FregeModello di Frege

SegnoZeichen

SensoSinn

RiferimentoBedeutung

RappresentazioneVorstellung

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La semantica di La semantica di impostazione impostazione strutturalistastrutturalista

La semantica è vista come una dimensione La semantica è vista come una dimensione autonoma rispetto ad ogni dimensione esterna al autonoma rispetto ad ogni dimensione esterna al sistema (antireferenzialismo)sistema (antireferenzialismo)

La semantica si distingue anche dalla dimensione La semantica si distingue anche dalla dimensione introspettivo-psicologica che aveva caratterizzato introspettivo-psicologica che aveva caratterizzato l’impostazione pre-strutturalista del problema l’impostazione pre-strutturalista del problema (antipsicologismo)(antipsicologismo)

Il significato di un termine non ha come Il significato di un termine non ha come contropartita un oggetto extralinguistico o contropartita un oggetto extralinguistico o un’entità psicologica, ma tutti gli altri termini del un’entità psicologica, ma tutti gli altri termini del sistema, dai quali si differenziasistema, dai quali si differenzia

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Semantica cognitivaSemantica cognitiva

Lo studio del significato appare inscindibile dallo Lo studio del significato appare inscindibile dallo studio dei processi mentali attraverso i quali i studio dei processi mentali attraverso i quali i contenuti semantici vengono costruiticontenuti semantici vengono costruiti

Recupero del rapporto tra semantica e Recupero del rapporto tra semantica e comprensionecomprensione

La semantica non è assunta come dimensione La semantica non è assunta come dimensione autonoma dai processi di conoscenzaautonoma dai processi di conoscenza

Necessità di definire il rapporto tra significato e Necessità di definire il rapporto tra significato e concettoconcetto

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Semantica del prototipoSemantica del prototipo Studio dei processi di categorizzazione in cui il confine tra dimensione Studio dei processi di categorizzazione in cui il confine tra dimensione

linguistica e non linguistica appare molto problematicolinguistica e non linguistica appare molto problematico Modello di Eleonor Rosch (1978): il modo in cui la lingua dà forma Modello di Eleonor Rosch (1978): il modo in cui la lingua dà forma

strutturale al mondo attraverso il lessico non è arbitrario, ma dipende strutturale al mondo attraverso il lessico non è arbitrario, ma dipende in parte da come il mondo stesso si presenta strutturato e in parte dai in parte da come il mondo stesso si presenta strutturato e in parte dai bisogni comunicativi dei parlanti: organizzazione verticale delle bisogni comunicativi dei parlanti: organizzazione verticale delle categorie (livello sovraordinato, livello di base e livello sovraordinato): categorie (livello sovraordinato, livello di base e livello sovraordinato): organizzazione orizzontale, interna cioè alla singola categoria organizzazione orizzontale, interna cioè alla singola categoria (questione del prototipo);(questione del prototipo);

Teoria estesa del prototipo (anni Novanta): il prototipo non è più Teoria estesa del prototipo (anni Novanta): il prototipo non è più inteso come oggetto o classe di oggetti ma come costrutto mentale inteso come oggetto o classe di oggetti ma come costrutto mentale (concetto), caratterizzato da un insieme di proprietà astratte: l’accento (concetto), caratterizzato da un insieme di proprietà astratte: l’accento è posto sulle qualità salienti di una categoria anziché sulle entità o è posto sulle qualità salienti di una categoria anziché sulle entità o oggetti che la rappresentano (effetti prototipici). Il linguaggio viene oggetti che la rappresentano (effetti prototipici). Il linguaggio viene qui rappresentato come una rete che si proietta su un continuum non qui rappresentato come una rete che si proietta su un continuum non differenziato, ma all’interno del quale si danno salienze (percettive o differenziato, ma all’interno del quale si danno salienze (percettive o culturali) sulla cui base operare giudizi di somiglianza (Manetti culturali) sulla cui base operare giudizi di somiglianza (Manetti 2011:117)2011:117)

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Pensiero e linguaggioPensiero e linguaggioCategorie di pensiero e categorie di linguaCategorie di pensiero e categorie di lingua (1958) (1958)Benveniste discute la convinzione diffusa che pensare e parlare Benveniste discute la convinzione diffusa che pensare e parlare

siano attività essenzialmente distinte, tenute insieme solo siano attività essenzialmente distinte, tenute insieme solo dalla necessità pratica del comunicare. dalla necessità pratica del comunicare.

Tesi di Benveniste: il contenuto del pensiero prende forma solo Tesi di Benveniste: il contenuto del pensiero prende forma solo quando viene enunciato. Riceve forma dalla lingua e nella quando viene enunciato. Riceve forma dalla lingua e nella lingua, matrice di ogni espressione possibile. lingua, matrice di ogni espressione possibile.

La forma linguistica è la condizione di trasmissibilità del La forma linguistica è la condizione di trasmissibilità del pensiero, ma anche e soprattutto la sua condizione di pensiero, ma anche e soprattutto la sua condizione di realizzazione. Noi cogliamo il pensiero solo quando è già realizzazione. Noi cogliamo il pensiero solo quando è già conforme agli schemi della lingua.conforme agli schemi della lingua.

A rigore, il pensiero non è una materia alla quale la lingua A rigore, il pensiero non è una materia alla quale la lingua fornirebbe una forma, perché in nessun istante questo fornirebbe una forma, perché in nessun istante questo contenente può essere immaginato vuoto del suo contenuto, contenente può essere immaginato vuoto del suo contenuto, né il contenuto sganciato dal suo contenente (pp. 76-77) né il contenuto sganciato dal suo contenente (pp. 76-77) (cfr. saggio sulla natura del segno).(cfr. saggio sulla natura del segno).

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MetodoMetodo

Il problema qui posto ha una storia bimillenaria.Il problema qui posto ha una storia bimillenaria. Per poterlo discutere occorre scendere nel Per poterlo discutere occorre scendere nel

concreto di una situazione storica e scandagliare concreto di una situazione storica e scandagliare le categorie di un pensiero e di una lingua le categorie di un pensiero e di una lingua specifici.specifici.

Le categorie aristoteliche offrono l’inventario dei Le categorie aristoteliche offrono l’inventario dei concetti che organizzano l’esperienza, la totalità concetti che organizzano l’esperienza, la totalità dei predicati che si possono affermare dei predicati che si possono affermare dell’essere.dell’essere.

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Analisi delle categorie Analisi delle categorie aristotelichearistoteliche

Aristotele Aristotele

(categorie di pensiero)(categorie di pensiero)

Sostanza (ousia)Sostanza (ousia)

Quanto (poson)Quanto (poson)

Quale (poion)Quale (poion)

Relazione (pros ti)Relazione (pros ti)

Dove (pou)Dove (pou)

Quando (poté)Quando (poté)

Fare (poiein)Fare (poiein)

Subire (paskhein)Subire (paskhein)

Giacere (keisthai) posizioneGiacere (keisthai) posizione

Avere (ekhein) statoAvere (ekhein) stato

BenvenisteBenveniste

(categorie di lingua)(categorie di lingua)

SostantivoSostantivo

Aggettivo di quantitàAggettivo di quantità

Aggettivo di qualitàAggettivo di qualità

Aggettivo comparativoAggettivo comparativo

Avverbio di luogoAvverbio di luogo

Avverbio di tempoAvverbio di tempo

Diatesi attivaDiatesi attiva

Diatesi passivaDiatesi passiva

Diatesi media es. “è sdraiato”, “è Diatesi media es. “è sdraiato”, “è seduto”seduto”

Perfetto greco es. “è calzato”, “è Perfetto greco es. “è calzato”, “è armato”armato”

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Con la tavola delle categorie Aristotele intendeva passare in Con la tavola delle categorie Aristotele intendeva passare in rassegna tutti i possibili predicati della proposizione, a rassegna tutti i possibili predicati della proposizione, a condizione che ogni termine fosse un significante a sé […]. condizione che ogni termine fosse un significante a sé […]. Inconsciamente il filosofo ha adottato il Inconsciamente il filosofo ha adottato il criterio empiricocriterio empirico di di un’espressione distinta per ciascun predicato. È arrivato un’espressione distinta per ciascun predicato. È arrivato dunque a ritrovare, senza volerlo le distinzioni fra le principali dunque a ritrovare, senza volerlo le distinzioni fra le principali classi di forme che la lingua manifesta.classi di forme che la lingua manifesta.

Aristotele pensava di definire gli attributi degli oggetti, ed Aristotele pensava di definire gli attributi degli oggetti, ed enuncia invece entità linguistiche: è la lingua che, grazie alle enuncia invece entità linguistiche: è la lingua che, grazie alle proprie categorie, permette di riconoscerli e di specificarli.proprie categorie, permette di riconoscerli e di specificarli.

Ciò che si può dire delimita e organizza ciò che si può pensare. Ciò che si può dire delimita e organizza ciò che si può pensare. La lingua fornisce la configurazione fondamentale delle La lingua fornisce la configurazione fondamentale delle proprietà che la mente riconosce alle cose. La tavola dei proprietà che la mente riconosce alle cose. La tavola dei predicati istruisce, innanzitutto, sulla struttura delle classi di predicati istruisce, innanzitutto, sulla struttura delle classi di una lingua specifica. La proposta di Aristotele di un quadro di una lingua specifica. La proposta di Aristotele di un quadro di condizioni generali e permanenti si risolve invece nella condizioni generali e permanenti si risolve invece nella proiezione concettuale dello stato di una determinata lingua. proiezione concettuale dello stato di una determinata lingua. (p. 82)(p. 82)

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Trapezio semiotico Trapezio semiotico (Stoici, cfr. A. Ancillotti)(Stoici, cfr. A. Ancillotti)

Dicibile/Campo noetico

Pensiero linguisticamentenon formato

Segno linguistico

espressione Realtà esterna

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Due opposte illusioniDue opposte illusioni

Che la lingua sia solo uno strumento di espressione del Che la lingua sia solo uno strumento di espressione del pensieropensiero

Che in quanto insieme ordinato, la lingua contenga in sé Che in quanto insieme ordinato, la lingua contenga in sé una logica intrinseca alla mente, cioè esterna e anteriore una logica intrinseca alla mente, cioè esterna e anteriore alla lingua.alla lingua.

La mente va intesa come virtualità non come schema, come La mente va intesa come virtualità non come schema, come dinamismo più che come struttura.dinamismo più che come struttura.

Nessuna lingua specifica può di per sé favorire o impedire Nessuna lingua specifica può di per sé favorire o impedire l’attività mentale. Lo sviluppo del pensiero è legato più alle l’attività mentale. Lo sviluppo del pensiero è legato più alle condizioni culturali della società che a una lingua specifica condizioni culturali della società che a una lingua specifica (cfr. Ascoli, 1872). Ma la possibilità del pensiero è legata (cfr. Ascoli, 1872). Ma la possibilità del pensiero è legata alla facoltà di linguaggio […] pensare vuol dire elaborare i alla facoltà di linguaggio […] pensare vuol dire elaborare i segni della lingua.segni della lingua.

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Linguistica della lingua e Linguistica della lingua e linguistica del discorsolinguistica del discorso

Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa Si tratta di due universi eterogenei, benchè attinenti alla stessa realtà e che danno luogo a due linguistiche diverse: Da un lato realtà e che danno luogo a due linguistiche diverse: Da un lato c’è la lingua, insieme di segni formali, rilevati da procedure c’è la lingua, insieme di segni formali, rilevati da procedure rigorose, dall’altro la manifestazione della lingua nella rigorose, dall’altro la manifestazione della lingua nella comunicazione vivente” (comunicazione vivente” (I livelli dell’analisi linguisticaI livelli dell’analisi linguistica, pp. 55-, pp. 55-6).6).

Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla profonda Con l’abitudine siamo diventati insensibili alla profonda differenza tra il linguaggio come sistema di segni e il linguaggio differenza tra il linguaggio come sistema di segni e il linguaggio assunto come esercizio dall’individuo. assunto come esercizio dall’individuo. Nell’appropriarsi del Nell’appropriarsi del linguaggio l’individuo lo trasforma in istanze del discorso, linguaggio l’individuo lo trasforma in istanze del discorso, caratterizzate da un sistema di referenza interna la cui chiave è caratterizzate da un sistema di referenza interna la cui chiave è l’iol’io, e che definiscono l’individuo tramite la particolare , e che definiscono l’individuo tramite la particolare costruzione linguistica adottata quando si enuncia come costruzione linguistica adottata quando si enuncia come locutore (p. 141).locutore (p. 141).

È nel discorso che la lingua si forma e si configura: “È nel discorso che la lingua si forma e si configura: “nihil est in nihil est in lingua quod non prius fuerit in orationelingua quod non prius fuerit in oratione”.”.

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Linguistica interna e Linguistica interna e linguistica esternalinguistica esterna

Mentre la nozione di semiotico copre tutti i fattori della Mentre la nozione di semiotico copre tutti i fattori della linguistica interna (Saussure), la nozione di enunciazione linguistica interna (Saussure), la nozione di enunciazione apre lo spazio dell’analisi a quei fattori che prima erano apre lo spazio dell’analisi a quei fattori che prima erano stati relegati all’esterno del sistema: il soggetto, il stati relegati all’esterno del sistema: il soggetto, il referente, il sociale (Manetti, p. 122).referente, il sociale (Manetti, p. 122).

Il sistema è chiuso rispetto al mondo, che resta esterno al Il sistema è chiuso rispetto al mondo, che resta esterno al linguaggio.linguaggio.

L’enunciazione fa intervenire invece il locutore che utilizza la L’enunciazione fa intervenire invece il locutore che utilizza la lingua e la possibilità del riferimento al mondo (attraverso lingua e la possibilità del riferimento al mondo (attraverso l’unità della frase che porta con sé l’intento del locutore).l’unità della frase che porta con sé l’intento del locutore).

Il senso della frase implica sia il riferimento alla situazione Il senso della frase implica sia il riferimento alla situazione del discorso sia l’intento del locutore rispetto all’allocutoredel discorso sia l’intento del locutore rispetto all’allocutore

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Teoria della Teoria della enunciazioneenunciazione

Saggi di riferimentoSaggi di riferimento

L’apparato formale dell’enunciazioneL’apparato formale dell’enunciazione (1970)(1970)

La natura dei pronomiLa natura dei pronomi (1956) (1956) Struttura delle relazioni di persona nel Struttura delle relazioni di persona nel

verboverbo (1946) (1946) Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio (1958) (1958) Il linguaggio e l’esperienza umanaIl linguaggio e l’esperienza umana (1965) (1965)

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Cos’è l’enunciazione?Cos’è l’enunciazione? Meccanismo di Meccanismo di attualizzazione attualizzazione della lingua per produrre un della lingua per produrre un

determinato atto di parole: “è la messa in funzionamento della determinato atto di parole: “è la messa in funzionamento della lingua attraverso di un atto individuale di utilizzazione” (p. 120); lingua attraverso di un atto individuale di utilizzazione” (p. 120); atto con cui un soggetto prende in carico la lingua al fine di atto con cui un soggetto prende in carico la lingua al fine di istaurare un istaurare un rapporto di comunicazione (mediazione tra uomo e rapporto di comunicazione (mediazione tra uomo e uomo e tra uomo e mondo)uomo e tra uomo e mondo)

L’enunciazione in quanto “atto stesso di produrre un enunciato” L’enunciazione in quanto “atto stesso di produrre un enunciato” va distinta dal suo prodotto, cioè l’enunciato ova distinta dal suo prodotto, cioè l’enunciato o parole parole ( (L’apparato L’apparato formale dell’enunciazioneformale dell’enunciazione, p. 120), p. 120)

È il livello del discorso, che si definisce appunto come È il livello del discorso, che si definisce appunto come “enunciazione che “enunciazione che presuppone un parlante e un destinatario, e presuppone un parlante e un destinatario, e l’intenzione del primo di inflluenzare in qualche modo il secondol’intenzione del primo di inflluenzare in qualche modo il secondo” ” ((Le relazioni di tempo nel verbo franceseLe relazioni di tempo nel verbo francese”), oppure “a un tempo ”), oppure “a un tempo portatore di un messaggio e strumento di azione” (portatore di un messaggio e strumento di azione” (Note sulla Note sulla funzione del linguaggio nella scoperta freudianafunzione del linguaggio nella scoperta freudiana, 1956)., 1956).

Lo studio della enunciazione mette in evidenza che Lo studio della enunciazione mette in evidenza che emittente e emittente e ricevente e la loro reciproca posizione sono compresi nei ricevente e la loro reciproca posizione sono compresi nei significati degli enunciatisignificati degli enunciati..

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Enunciazione: langue o Enunciazione: langue o parole?parole?

La teoria della enunciazione non è una teoria della La teoria della enunciazione non è una teoria della parole, benchè si fondi sulla distinzione tra entità parole, benchè si fondi sulla distinzione tra entità virtuali del sistema e loro realizzazioni concrete, virtuali del sistema e loro realizzazioni concrete, bensì un bensì un ampliamento della linguistica della ampliamento della linguistica della langue, in quanto studio sistematico degli aspetti langue, in quanto studio sistematico degli aspetti deittici (nel senso di Benveniste, come elementi deittici (nel senso di Benveniste, come elementi che si riferiscono all’atto stesso del direche si riferiscono all’atto stesso del dire):):

quali unità della lingua comportano tali aspetti, e con quali unità della lingua comportano tali aspetti, e con

quale valore? quale valore? Quali combinazioni tra queste ed altre unità sono Quali combinazioni tra queste ed altre unità sono

ammesse e quali escluse? ammesse e quali escluse? Come appaiono in certi tipi di testi e non in altri, e Come appaiono in certi tipi di testi e non in altri, e

perché?perché?

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La mappa della La mappa della enunciazioneenunciazione

Quadro formale entro cui l’enunciazione si Quadro formale entro cui l’enunciazione si realizza:realizza:

Atto di appropriazioneAtto di appropriazione della lingua da parte di della lingua da parte di un locutoreun locutore

Situazione di Situazione di intersoggettivitàintersoggettività propria della propria della enunciazioneenunciazione

RiferimentoRiferimento, che solo l’enunciazione rende , che solo l’enunciazione rende possibilepossibile

Cfr. Cfr. L’apparato formale dell’enunciazioneL’apparato formale dell’enunciazione (1970), p. 120-121(1970), p. 120-121

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L’apparato formale L’apparato formale dell’enunciazionedell’enunciazione

Ci deve essere un soggetto che usa determinate forme Ci deve essere un soggetto che usa determinate forme linguistiche, linguistiche, in un momento unico e in uno spazio in un momento unico e in uno spazio determinatodeterminato (nell’atto dell’enunciazione). (nell’atto dell’enunciazione).

Tali forme costituiscono una sottoclasse interna alla Tali forme costituiscono una sottoclasse interna alla langue.langue.

La loro La loro referenza è variabilereferenza è variabile e viene fissata solo sulla base e viene fissata solo sulla base del soggetto locutore che li assume e li enuncia e della del soggetto locutore che li assume e li enuncia e della situazione in cui vengono enunciati.situazione in cui vengono enunciati.

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Forme a referenza Forme a referenza variabilevariabile

gli gli indici di personaindici di persona: forme linguistiche che rimandano sempre a : forme linguistiche che rimandano sempre a individui che fanno parte della situazione di enunciazione e non a individui che fanno parte della situazione di enunciazione e non a concetti fissi (concetti fissi (La natura dei pronomiLa natura dei pronomi))

Gli Gli indici di ostensioneindici di ostensione: dimostrativi e avverbi di spazio e di tempo: dimostrativi e avverbi di spazio e di tempo Forme della temporalitàForme della temporalità, a partire dal presente come espressione del , a partire dal presente come espressione del

tempo coestensivo alla situazione di enunciazione (il presente tempo coestensivo alla situazione di enunciazione (il presente linguistico è sui-referenziale): l’unico tempo inerente al linguaggio e linguistico è sui-referenziale): l’unico tempo inerente al linguaggio e per natura implicito (per natura implicito (Il linguaggio e l’esperienza umanaIl linguaggio e l’esperienza umana, 1965), 1965)

Forme della illocutivitàForme della illocutività: verbi performativi, la cui forza specifica si : verbi performativi, la cui forza specifica si realizza solo se un determinato soggetto li pronuncia alla prima realizza solo se un determinato soggetto li pronuncia alla prima persona singolare (cfr. persona singolare (cfr. Della soggettività nel linguaggioDella soggettività nel linguaggio, 1958), 1958)

Verbi, modi ed Verbi, modi ed espressioni di atteggiamento proposizionale (modalità)espressioni di atteggiamento proposizionale (modalità), , la cui problematica emerge dalla considerazione che il soggetto ha la la cui problematica emerge dalla considerazione che il soggetto ha la possibiltà di marcare il proprio enunciato in vari modi per indicare il possibiltà di marcare il proprio enunciato in vari modi per indicare il proprio atteggiamento nei confronti del contenuto (cfr. proprio atteggiamento nei confronti del contenuto (cfr. Della Della soggettività nel linguaggiosoggettività nel linguaggio).).

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Cornice figurativaCornice figurativa L’enunciazione è caratterizzata dalla accentuazione della relazione L’enunciazione è caratterizzata dalla accentuazione della relazione

discorsiva con il partner.discorsiva con il partner.

Come forma di discorso, l’enunciazione pone due figure, ugulmente Come forma di discorso, l’enunciazione pone due figure, ugulmente necessarie, una l’origine, l’altra l’esito della enunciazione. È la necessarie, una l’origine, l’altra l’esito della enunciazione. È la struttura del dialogo. (struttura del dialogo. (L’apparato formale della enunciazioneL’apparato formale della enunciazione, p. , p. 124)124)

Malinowski ha evidenziato in questa dimensione la comunione Malinowski ha evidenziato in questa dimensione la comunione fàtica, come fenomeno psicosociale del funzionamento linguistico: fàtica, come fenomeno psicosociale del funzionamento linguistico: “Ogni enunciazione è un atto volto direttamente a collegare “Ogni enunciazione è un atto volto direttamente a collegare l’ascoltatore al locutore, attraverso una qualche forma di l’ascoltatore al locutore, attraverso una qualche forma di sentimento, sociale o di altra natura. Ancora una volta, il sentimento, sociale o di altra natura. Ancora una volta, il linguaggio, in questa funzione, appare non come uno strumento per linguaggio, in questa funzione, appare non come uno strumento per pensare, ma come un modo di agire”(cit. p. 126). La pensare, ma come un modo di agire”(cit. p. 126). La comunione comunione faticafatica è una forma convenzionale di enunciazione ripiegata su di sé, è una forma convenzionale di enunciazione ripiegata su di sé, gratificata della propria attività, senza implicazioni di oggetto, di gratificata della propria attività, senza implicazioni di oggetto, di finalità, di messaggio, finalità, di messaggio, pura enunciazionepura enunciazione..

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1. I pronomi1. I pronomi Struttura delle relazioni di persona nel verboStruttura delle relazioni di persona nel verbo (1946) (1946) La natura dei pronomiLa natura dei pronomi (1956) (1956) La soggettività nel linguaggioLa soggettività nel linguaggio (1958) (1958) L’apparato formale dell’enunciazioneL’apparato formale dell’enunciazione (1970) (1970)

Definizione di pronomi:Definizione di pronomi:

““classe di “individui linguistici”, forme che rinviano sempre e solo a classe di “individui linguistici”, forme che rinviano sempre e solo a “individui”, si tratti di persone, di tempi o di spazi, in opposizione ai “individui”, si tratti di persone, di tempi o di spazi, in opposizione ai termini nominali, che rinviano sempre e solamente a dei concetti” termini nominali, che rinviano sempre e solamente a dei concetti” ((L’apparato formale dell’enunciazioneL’apparato formale dell’enunciazione, p. 122), p. 122)

Hanno la funzione di mettere in rapporto costante e necessario il Hanno la funzione di mettere in rapporto costante e necessario il locutore con la propria enunciazione. La loro caratteristica è quella di locutore con la propria enunciazione. La loro caratteristica è quella di rimandare sempre a delle entità individuali variamente facenti parte rimandare sempre a delle entità individuali variamente facenti parte della situazione di enunciazione (e dunque a delle entità mobili e della situazione di enunciazione (e dunque a delle entità mobili e diverse da situazione a situazione). diverse da situazione a situazione). Per stabilire qual è il loro Per stabilire qual è il loro riferimento bisogna osservare qual è il soggetto che li enunciariferimento bisogna osservare qual è il soggetto che li enuncia (Manetti, p. 124).(Manetti, p. 124).

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““L’enunciato contenente io appartiene a quel tipo o livello di L’enunciato contenente io appartiene a quel tipo o livello di linguaggio che Morris chiama pragmatico e che include, linguaggio che Morris chiama pragmatico e che include, con i segni, coloro che se ne servono” (con i segni, coloro che se ne servono” (La natura dei La natura dei pronomipronomi, p. 138-139), p. 138-139)

Il pronome io non ha una referenza fissa, oggettiva e Il pronome io non ha una referenza fissa, oggettiva e costante, ma ne assume una ogni volta differente in costante, ma ne assume una ogni volta differente in ciascuna delle situazioni di discorso in cui un individuo si ciascuna delle situazioni di discorso in cui un individuo si designa come io: “Io significa ‘la persona che enuncia designa come io: “Io significa ‘la persona che enuncia l’attuale istanza di discorso contenente io’” (p. 139)l’attuale istanza di discorso contenente io’” (p. 139)

L’unica realtà alla quale i pronomi personali di prima e L’unica realtà alla quale i pronomi personali di prima e seconda persona fanno riferimento è seconda persona fanno riferimento è la realtà del discorsola realtà del discorso: : essi appartengono alla situazione del discorso o al essi appartengono alla situazione del discorso o al “processo di enunciazione linguistica”. La deissi è “processo di enunciazione linguistica”. La deissi è contemporanea alla situazione di discorso.contemporanea alla situazione di discorso.

Influenza di Bühler (Influenza di Bühler (SprachtheorieSprachtheorie, 1934), che aveva , 1934), che aveva attribuito grande importanza alla funzione deittica, attribuito grande importanza alla funzione deittica, articolata nella triplice referenza: io/qui/oraarticolata nella triplice referenza: io/qui/ora

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L’universalità di queste forme induce a pensare che il problema L’universalità di queste forme induce a pensare che il problema dei pronomi sia insieme un problema di linguaggio e un dei pronomi sia insieme un problema di linguaggio e un problema di lingua, o meglio, che sia un problema di lingua solo problema di lingua, o meglio, che sia un problema di lingua solo in quanto è in quanto è innanzitutto un problema di linguaggioinnanzitutto un problema di linguaggio (p. 138) (p. 138)

L’importanza della loro funzione è direttamente proporzionale L’importanza della loro funzione è direttamente proporzionale alla natura del problema che aiutano a risolvere, quello cioè alla natura del problema che aiutano a risolvere, quello cioè della comunicazione intersoggettivadella comunicazione intersoggettiva. Il linguaggio lo ha risolto . Il linguaggio lo ha risolto creando una serie di “creando una serie di “segni vuotisegni vuoti”, non referenziali rispetto alla ”, non referenziali rispetto alla realtà, sempre disponibili e che diventano “pieni” non appena il realtà, sempre disponibili e che diventano “pieni” non appena il parlante li assume in una istanza qualsiasi del discorso […] il parlante li assume in una istanza qualsiasi del discorso […] il loro compito è quello di fornire lo loro compito è quello di fornire lo strumento di quella che strumento di quella che potremmo chiamare conversione del linguaggio in discorsopotremmo chiamare conversione del linguaggio in discorso (p. (p. 141).141).

Precisazione: le forme deittiche sono prive di referenza, cioè Precisazione: le forme deittiche sono prive di referenza, cioè “vuote” a livello di “vuote” a livello di languelangue, ma acquisiscono una referenza piena , ma acquisiscono una referenza piena a livello di realizzazione nella situazione del discorso (Manetti, a livello di realizzazione nella situazione del discorso (Manetti, L’enunciazioneL’enunciazione, 2008, p. 11). Importante è comunque il fatto che , 2008, p. 11). Importante è comunque il fatto che la referenza dei pronomi è variabile in rapporto a ogni diversa la referenza dei pronomi è variabile in rapporto a ogni diversa situazione del discorso mentre quella degli altri segni non lo èsituazione del discorso mentre quella degli altri segni non lo è. . Dunque i pronomi, quanto al formato del loro significato, sono Dunque i pronomi, quanto al formato del loro significato, sono uguali a tutti gli altri segni, mentre quanto alla referenza si uguali a tutti gli altri segni, mentre quanto alla referenza si comportano in modo specifico (Manetti, Sull’enunciazione, p. comportano in modo specifico (Manetti, Sull’enunciazione, p. 12)12)

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Correlazione di Correlazione di personalitàpersonalità

Struttura delle relazioni di persona nel verboStruttura delle relazioni di persona nel verbo (1946) (1946) La grammatica araba mette in luce interessanti opposizioni tra La grammatica araba mette in luce interessanti opposizioni tra

le tre persone:le tre persone: La prima persona è La prima persona è al-mutakallimual-mutakallimu = colui che parla = colui che parla La seconda è La seconda è al-muhatabual-muhatabu = colui che ascolta = colui che ascolta La terza è La terza è al-ya’ibual-ya’ibu = colui che è assente (dalla situazione di = colui che è assente (dalla situazione di

discorso definita dalle prime due persone)discorso definita dalle prime due persone)Persona designa soltanto le due entità io-tu che delimitano la situazione Persona designa soltanto le due entità io-tu che delimitano la situazione

di intersoggettività comunicativa. La terza persona è una non-di intersoggettività comunicativa. La terza persona è una non-persona, l’assente della grammatica araba.persona, l’assente della grammatica araba.

In molte lingue la terza persona presenta un demarcatore zero o il puro In molte lingue la terza persona presenta un demarcatore zero o il puro tema, mentre le prime due presentano desinenze specifiche per le tema, mentre le prime due presentano desinenze specifiche per le rispettive persone. Nell’inglese moderno è invece la terza persona ad rispettive persone. Nell’inglese moderno è invece la terza persona ad essere marcata (-s) rispetto alle prime due.essere marcata (-s) rispetto alle prime due.

La correlazione di personalità oppone dunque le persone io-tu alla non-La correlazione di personalità oppone dunque le persone io-tu alla non-persona egli.persona egli.

Nelle prime due persone sono implicati sia una persona che un discorso Nelle prime due persone sono implicati sia una persona che un discorso su questa persona […] nella terza persona invece si enuncia un su questa persona […] nella terza persona invece si enuncia un predicato ma soltanto al di fuori dell’io-tu (p. 130-131).predicato ma soltanto al di fuori dell’io-tu (p. 130-131).

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Correlazione di Correlazione di soggettivitàsoggettività

Entrambi interni all’atto del discorso, io e tu manifestano Entrambi interni all’atto del discorso, io e tu manifestano la categoria di persona ma di essi solo uno alla volta la categoria di persona ma di essi solo uno alla volta assume il linguaggio come soggetto, designandosi come io. assume il linguaggio come soggetto, designandosi come io.

La polarità delle persone è la condizione fondamentaleLa polarità delle persone è la condizione fondamentale del del linguaggio, linguaggio, la soggettività si determina attraverso lo status la soggettività si determina attraverso lo status linguistico della personalinguistico della persona (p. 113) (p. 113)

La correlazione di soggettività oppone la persona La correlazione di soggettività oppone la persona soggettiva io alla persona non soggettiva tu. Termini soggettiva io alla persona non soggettiva tu. Termini complementari e reversibili ma non simmetrici (p. 113).complementari e reversibili ma non simmetrici (p. 113).

Io e tu si inscrivono in uno spazio che non è solo linguistico Io e tu si inscrivono in uno spazio che non è solo linguistico ma prima di tutto pragmatico, perché si definiscono a ma prima di tutto pragmatico, perché si definiscono a partire dall’atto cui essi stessi danno realizzazione.partire dall’atto cui essi stessi danno realizzazione.

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Correlazioni di personalità e di Correlazioni di personalità e di soggettivitàsoggettività Personalità

Soggettività

Io Tu Egli

+ –

+ –

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Comunicazione linguistica Comunicazione linguistica e soggettivitàe soggettività

““È nel linguaggio e mediante il linguaggio che l’uomo si costituisce in quanto È nel linguaggio e mediante il linguaggio che l’uomo si costituisce in quanto soggetto, perché solo il linguaggio fonda nella realtà […] il concetto dell’ego” soggetto, perché solo il linguaggio fonda nella realtà […] il concetto dell’ego” (112). Solo nel linguaggio, e prima ancora nella lingua, trova realizzazione la (112). Solo nel linguaggio, e prima ancora nella lingua, trova realizzazione la soggettività. Nella lingua la soggettività è contenuta in modo virtuale, perché soggettività. Nella lingua la soggettività è contenuta in modo virtuale, perché le espressioni che servono a costruirla vi sono depositate e aspettano che un le espressioni che servono a costruirla vi sono depositate e aspettano che un locutore le faccia proprie in un atto concreto di enunciazione.locutore le faccia proprie in un atto concreto di enunciazione.

Domanda: è solo nelle lingue che si può trovare l’espressione formale della Domanda: è solo nelle lingue che si può trovare l’espressione formale della soggettività o anche in altri sistemi linguistici?soggettività o anche in altri sistemi linguistici?

Risposta: solo nelle lingue perché solo qui si trovano espressioni a referenza Risposta: solo nelle lingue perché solo qui si trovano espressioni a referenza variabile come il pronome io.variabile come il pronome io.

Ma la coscienza di sé avviene solo per contrasto e in relazione a un tu e Ma la coscienza di sé avviene solo per contrasto e in relazione a un tu e questo tipo di opposizione non ha equivalenti fuori della lingua. questo tipo di opposizione non ha equivalenti fuori della lingua.

Claudine Normand (1986) mette in evidenza però che la nozione di Claudine Normand (1986) mette in evidenza però che la nozione di soggettività in Benveniste va assunta con molta cautela, perché spesso soggettività in Benveniste va assunta con molta cautela, perché spesso somma in sé tre nozioni distinte: grammaticale, psicologica e filosofica. somma in sé tre nozioni distinte: grammaticale, psicologica e filosofica. Secondo molti interpreti è stata data eccessiva attenzione alla nozione di Secondo molti interpreti è stata data eccessiva attenzione alla nozione di soggettività in Benveniste (contesto degli anni settanta: intrecci tra soggettività in Benveniste (contesto degli anni settanta: intrecci tra psicoanalisi, linguistica e marxismo). Inoltre Benveniste smitizza la nozione psicoanalisi, linguistica e marxismo). Inoltre Benveniste smitizza la nozione filosofica di soggettività come coscienza di sé irriducibile agli altri: l’analisi filosofica di soggettività come coscienza di sé irriducibile agli altri: l’analisi della soggettività è qui al contempo un’analisi della alterità con forti della soggettività è qui al contempo un’analisi della alterità con forti sfumature pragmatiche.sfumature pragmatiche.

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Possibili usi della terza Possibili usi della terza personapersona

Forme di cortesia: Forme di cortesia: LeiLei (italiano), (italiano), Sie Sie (tedesco), elevano (tedesco), elevano l’interlocutorel’interlocutore al di sopra della condizione di persona e del al di sopra della condizione di persona e del rapporto tra pari.rapporto tra pari.

Forme di disprezzo, che annientano l’individuo come Forme di disprezzo, che annientano l’individuo come persona, non rivolgendosi “personalmente” a lui.persona, non rivolgendosi “personalmente” a lui.

Ma anche indice di rappresentazione obiettiva, non Ma anche indice di rappresentazione obiettiva, non personale: “la non-persona è l’unico genere di personale: “la non-persona è l’unico genere di enunciazione possibile per le istanze del discorso che non enunciazione possibile per le istanze del discorso che non rinviano a se stesse, ma predicano il processo di persone o rinviano a se stesse, ma predicano il processo di persone o cose fuori dalla istanza stessa, eventualmente dotate di cose fuori dalla istanza stessa, eventualmente dotate di una referenza oggettiva” (p. 142) una referenza oggettiva” (p. 142)

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Le forme pluraliLe forme plurali I pronomi io e tu non sottostanno ai normali procedimenti I pronomi io e tu non sottostanno ai normali procedimenti

di pluralizzazione nominale: “nei pronomi personali il di pluralizzazione nominale: “nei pronomi personali il passaggio dal singolare al plurale non implica una passaggio dal singolare al plurale non implica una semplice pluralizzazione […] “noi” non è una semplice pluralizzazione […] “noi” non è una moltiplicazione di oggetti identici ma una moltiplicazione di oggetti identici ma una giunzionegiunzione tra tra l’”io” e il “non-io”. Tale giunzione forma una totalità nuova l’”io” e il “non-io”. Tale giunzione forma una totalità nuova e tutta particolare in cui i componenti non si equivalgono: e tutta particolare in cui i componenti non si equivalgono: in “noi” è sempre “io” che predomina, in quanto vi è “noi” in “noi” è sempre “io” che predomina, in quanto vi è “noi” solo a partire da “io” […]. La presenza dell’”io” è solo a partire da “io” […]. La presenza dell’”io” è costitutiva del “noi” (p. 135).costitutiva del “noi” (p. 135).

Alcune lingue poi distinguono due forme del “noi”: una Alcune lingue poi distinguono due forme del “noi”: una inclusiva, l’altra esclusiva.inclusiva, l’altra esclusiva.

Nelle lingue europee: forma “maiestatica” del noi: “io Nelle lingue europee: forma “maiestatica” del noi: “io dilatato” oppure “di modestia”.dilatato” oppure “di modestia”.

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Noi inclusivo o esclusivoNoi inclusivo o esclusivo

“ ““ “Noi” può significare sia “me+voi” sia anche “me+loro”. Sono Noi” può significare sia “me+voi” sia anche “me+loro”. Sono le forme inclusive ed esclusive a differenziare il plurale del le forme inclusive ed esclusive a differenziare il plurale del pronome e del verbo di prima persona in gran parte delle pronome e del verbo di prima persona in gran parte delle lingue amerinde, australiane, in papuano, in lingue amerinde, australiane, in papuano, in maleopolinesiano, in dravidico, in tibetano”, ecc. maleopolinesiano, in dravidico, in tibetano”, ecc.

“ “ Qui Qui il fatto essenziale è che la distinzione tra una forma il fatto essenziale è che la distinzione tra una forma inclusiva e una forma esclusiva si modella in realtà sulla inclusiva e una forma esclusiva si modella in realtà sulla relazione tra la prima e la seconda singolare e la prima e la relazione tra la prima e la seconda singolare e la prima e la terza singolareterza singolare.”.”

““Nel “noi” inclusivo è il “tu” a essere messo in rilievo, mentre Nel “noi” inclusivo è il “tu” a essere messo in rilievo, mentre nel “noi” esclusivo, opposto a tu, voi, risalta l’io. Le due nel “noi” esclusivo, opposto a tu, voi, risalta l’io. Le due correlazioni che organizzano il sistema delle persone al correlazioni che organizzano il sistema delle persone al singolare si manifestano così nella duplice espressione del singolare si manifestano così nella duplice espressione del noi”(p. 136)noi”(p. 136)

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Noi come amplificazioneNoi come amplificazione

““Nelle lingue indoeuropee, “noi” non è un “io” quantificato o Nelle lingue indoeuropee, “noi” non è un “io” quantificato o moltiplicato, ma un “io” moltiplicato, ma un “io” dilatatodilatato al di là della persona in senso al di là della persona in senso stretto, accresciuto e con contorni vaghi. Ne risultano […] due usi stretto, accresciuto e con contorni vaghi. Ne risultano […] due usi opposti, non contraddittori. Il “noi” amplia l’”io” rendendolo una opposti, non contraddittori. Il “noi” amplia l’”io” rendendolo una persona più solida, più solenne e meno definita – è il “noi” persona più solida, più solenne e meno definita – è il “noi” maiestatico; il “noi” attenua l’affermazione troppo decisa di “io” maiestatico; il “noi” attenua l’affermazione troppo decisa di “io” in un’espressione più larga e diffusa: è il “noi dell’autore e in un’espressione più larga e diffusa: è il “noi dell’autore e dell’oratore” (p. 137).dell’oratore” (p. 137).

In generale la pluralizzazione del noi In generale la pluralizzazione del noi è un fatto di è un fatto di illimitatezzaillimitatezza, non di moltiplicazione: la distinzione abituale , non di moltiplicazione: la distinzione abituale tra singolare e plurale è una distinzione tra tra singolare e plurale è una distinzione tra persona persona ristretta e persona dilatataristretta e persona dilatata..

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2. Indici di ostensione2. Indici di ostensione

Aggettivi dimostrativi e avverbi di spazio e di Aggettivi dimostrativi e avverbi di spazio e di tempo (deittici < tempo (deittici < deiknymideiknymi))

Equivalgono a un gesto che designa l’oggetto Equivalgono a un gesto che designa l’oggetto nel nel momento in cui viene prodotta l’enunciazionemomento in cui viene prodotta l’enunciazione;;

Sono organizzati in modo da riprodurre la Sono organizzati in modo da riprodurre la correlazione di soggettività (questo/codesto: correlazione di soggettività (questo/codesto: io/tu) e di personalità (questo/quello: tu,io/egli);io/tu) e di personalità (questo/quello: tu,io/egli);

Il loro significato è recuperabile solo a partire dalla Il loro significato è recuperabile solo a partire dalla situazione di enunciazione.situazione di enunciazione.

Lo stesso vale per gli avverbi di spazio (qui/là: Lo stesso vale per gli avverbi di spazio (qui/là: io/egli), e di tempo (ora/allora)io/egli), e di tempo (ora/allora)

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DeissiDeissi

““Collocazione e identificazione di persone, oggetti, eventi, Collocazione e identificazione di persone, oggetti, eventi, processi e attività di cui si parla e a cui si fa riferimento, processi e attività di cui si parla e a cui si fa riferimento, in in relazione al contesto spazio-temporale creato e mantenuto relazione al contesto spazio-temporale creato e mantenuto dall’atto di enunciazionedall’atto di enunciazione e dalla partecipazione in esso, e dalla partecipazione in esso, tipicamente, di un singolo parlante e di almeno un tipicamente, di un singolo parlante e di almeno un destinatario […].destinatario […].Vi è molto nella struttura delle lingue che Vi è molto nella struttura delle lingue che può essere spiegato solo assumendo che esse si siano può essere spiegato solo assumendo che esse si siano sviluppate per la comunicazione nelle interazioni faccia a sviluppate per la comunicazione nelle interazioni faccia a facciafaccia” (Lyons, ” (Lyons, SemanticsSemantics, 1977, vol. II: 637-38), 1977, vol. II: 637-38)

Rilevanza della deissi nella Rilevanza della deissi nella SprachtheorieSprachtheorie di Karl Bühler di Karl Bühler (1934) (io, qui, ora): la deissi appare determinata dalla (1934) (io, qui, ora): la deissi appare determinata dalla posizione del locutore nella situazione comunicativa; il posizione del locutore nella situazione comunicativa; il campo deittico coincide con il campo percettivo del locutorecampo deittico coincide con il campo percettivo del locutore