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1879 ANNO 2016/2017 Seduta XVI: lunedì 10 ottobre 2016 - serale SOMMARIO 1. Stanziamento: di un credito netto di fr. 10'090'000.- e autorizzazione alla spesa di fr. 25'400'000.- per la realizzazione della misura TP 3.1 nodo intermodale Stazione FFS Bellinzona di un credito di fr. 500'000.- per l'allestimento dei progetti stradali di un secondo pacchetto di opere del Programma di agglomerato del Bellinzonese di seconda generazione (PAB2), quale aggiornamento del primo credito di fr. 4'600'000.- per un totale di fr. 5'100'000.- di un contributo di fr. 100'000.- a favore della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) per il supporto tecnico svolto nell'ambito dei Programmi d'agglomerato per il periodo 2016-2017 .................... 1880 - Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7204 - Rapporto del 13 settembre 2016 n. 7204R; relatore: Bixio Caprara 2. Richiesta di un credito quadro netto di 13.362 milioni di franchi e l'autorizzazione alla spesa di 21.3 milioni di franchi per la progettazione e la realizzazione delle opere necessarie per l'attuazione del servizio ferroviario regionale Ticino-Lombardia (TILO) e la progettazione delle modifiche delle linee di trasporto pubblico su gomma in vista dell'apertura della galleria di base del Monte Ceneri .................................................................... 1883 - Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7203 - Rapporto del 27 settembre 2016 n. 7203R; relatore: Daniele Caverzasio 3. Concessione di un credito di fr. 400'000.- quale partecipazione al finanziamento dell'istituzione del parco nazionale Parc Adula e di un credito di fr. 1'100'000.- quale partecipazione al finanziamento dell'istituzione del Parco nazionale del Locarnese, per il periodo 2016-2017 ............................................................................................................... 1884 - Messaggio del 1° marzo 2016 n. 7171 - Rapporto del 27 settembre 2016 n. 7171R; relatori: Nicola Pini e Franco Denti 4. Affiliazione dell'Istituto oncologico di ricerca di Bellinzona all'Università della Svizzera italiana .............................................................................................. 1895 - Messaggio del 3 febbraio 2016 n. 7165 - Rapporto del 26 settembre 2016 n. 7165R; relatori: Fabio Käppeli e Giorgio Fonio

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ANNO 2016/2017

Seduta XVI: lunedì 10 ottobre 2016 - serale SOMMARIO 1. Stanziamento:

● di un credito netto di fr. 10'090'000.- e autorizzazione alla spesa di fr. 25'400'000.- per la realizzazione della misura TP 3.1 nodo intermodale Stazione FFS Bellinzona

● di un credito di fr. 500'000.- per l'allestimento dei progetti stradali di un secondo pacchetto di opere del Programma di agglomerato del Bellinzonese di seconda generazione (PAB2), quale aggiornamento del primo credito di fr. 4'600'000.- per un totale di fr. 5'100'000.-

● di un contributo di fr. 100'000.- a favore della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) per il supporto tecnico svolto nell'ambito dei Programmi d'agglomerato per il periodo 2016-2017 .................... 1880

- Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7204 - Rapporto del 13 settembre 2016 n. 7204R; relatore: Bixio Caprara

2. Richiesta di un credito quadro netto di 13.362 milioni di franchi e l'autorizzazione alla spesa di 21.3 milioni di franchi per la progettazione e la realizzazione delle opere necessarie per l'attuazione del servizio ferroviario regionale Ticino-Lombardia (TILO) e la progettazione delle modifiche delle linee di trasporto pubblico su gomma in vista dell'apertura della galleria di base del Monte Ceneri .................................................................... 1883

- Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7203 - Rapporto del 27 settembre 2016 n. 7203R; relatore: Daniele Caverzasio

3. Concessione di un credito di fr. 400'000.- quale partecipazione al finanziamento dell'istituzione del parco nazionale Parc Adula e di un credito di fr. 1'100'000.- quale partecipazione al finanziamento dell'istituzione del Parco nazionale del Locarnese, per il periodo 2016-2017 ............................................................................................................... 1884

- Messaggio del 1° marzo 2016 n. 7171 - Rapporto del 27 settembre 2016 n. 7171R; relatori: Nicola Pini e

Franco Denti

4. Affiliazione dell'Istituto oncologico di ricerca di Bellinzona all'Università della Svizzera italiana .............................................................................................. 1895

- Messaggio del 3 febbraio 2016 n. 7165 - Rapporto del 26 settembre 2016 n. 7165R; relatori: Fabio Käppeli e

Giorgio Fonio

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Anno 2016/2017 - Seduta XVI: lunedì 10 ottobre 2016 - serale ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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5. Iniziativa parlamentare del 9 maggio 2016 presentata nella forma elaborata da Giorgio Fonio e cofirmatari per la modifica dell'art. 146 LGC "Evitiamo le perdite di tempo" ......................................................................... 1901

- Iniziativa parlamentare del 9 maggio 2016 - Rapporto del 12 settembre 2016; relatore: Alex Farinelli

6. Chiusura della seduta e rinvio ................................................................................. 1902 PRESIDENZA: Fabio Badasci, Presidente Alle ore 17:10 il Presidente dichiara aperta la seduta, presenti 82 deputati.

Sono presenti le signore e i signori deputati:

Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Badasci - Balli - Bang - Battaglioni - Beretta Piccoli - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Caverzasio - Cedraschi - Celio - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa - Delcò Petralli - Denti - Ducry - Durisch - Ferrari - Filippini - Foletti - Fonio - Franscella - Frapolli - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guscio - Guerra - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Mattei - Merlo - Minoretti - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Pagnamenta - Pamini - Passalia - Patuzzi - Pedrazzini - Peduzzi - Pellanda - Pini - Pinoja - Polli - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Ramsauer - Robbiani - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi - Zanini Si sono scusati per l'assenza:

Bergonzoli - Bosia Mirra - Brivio - Dadò - Farinelli - Ferrara - Gendotti - Rückert

1. STANZIAMENTO:

- DI UN CREDITO NETTO DI FR. 10'090'000.- E AUTORIZZAZIONE ALLA SPESA DI FR. 25'400'000.- PER LA REALIZZAZIONE DELLA MISURA TP 3.1 NODO INTERMODALE STAZIONE FFS BELLINZONA

- DI UN CREDITO DI FR. 500'000.- PER L'ALLESTIMENTO DEI PROGETTI STRADALI DI UN SECONDO PACCHETTO DI OPERE DEL PROGRAMMA DI AGGLOMERATO DEL BELLINZONESE DI SECONDA GENERAZIONE (PAB2), QUALE AGGIORNAMENTO DEL PRIMO CREDITO DI FR. 4'600'000.- PER UN TOTALE DI FR. 5'100'000.-

- DI UN CONTRIBUTO DI FR. 100'000.- A FAVORE DELLA COMMISSIONE REGIONALE DEI TRASPORTI DEL BELLINZONESE (CRTB) PER IL SUPPORTO TECNICO SVOLTO NELL'AMBITO DEI PROGRAMMI D'AGGLOMERATO PER IL PERIODO 2016-2017

Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7204

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Anno 2016/2017 - Seduta XVI: lunedì 10 ottobre 2016 - serale ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Ai sensi dell'art. 134 LGC, le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta. Ai sensi dell'art. 5 cpv. 3 della legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, per l'approvazione del credito netto di fr. 10'090'000.- e l'autorizzazione alla spesa di fr. 25'400'000.- per la realizzazione della misura TP 3.1 nodo intermodale Stazione FFS Bellinzona è richiesta la maggioranza assoluta dei membri del Gran Consiglio. Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il Gran Consiglio ad approvare l'entrata in materia e i tre decreti legislativi annessi al messaggio governativo. È aperta la discussione di entrata in materia. CELIO F. - Non voterò questi crediti, invero piuttosto cospicui, per due motivi. Il primo è che nell'introduzione del rapporto si dice che «la stazione ferroviaria di Bellinzona sarà la vera porta d'entrata al Ticino per chi proviene da nord». Sono un po' stufo di questa visione alterata per cui il Cantone comincia a Bellinzona e finisce a Chiasso. Ricordo che almeno metà del Ticino è a nord di Bellinzona. Il secondo motivo è che votando il credito e l'annesso principio si chiude definitivamente il discorso sulla possibile stazione di Biasca. BERETTA PICCOLI S. - Anch'io respingerò il credito perché nella pianificazione non sono stati contemplati stalli per biciclette. Mi domando che senso abbia promuovere una forma di mobilità sostenibile quale il treno senza mettere alcun posteggio per biciclette né a Bellinzona, né a Lugano. Non ha senso investire i soldi in questo modo. La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa. Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 60 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astensioni. Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente lo stanziamento di un credito netto di fr. 10'090'000.- e l'autorizzazione alla spesa di fr. 25'400'000.- per la realizzazione della misura TP 3.1 nodo intermodale Stazione FFS Bellinzona annesso al messaggio governativo sono accolti con 63 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Balli - Bang - Battaglioni - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Caverzasio - Cedraschi - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola -

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De Rosa - Delcò Petralli - Durisch - Foletti - Fonio - Franscella - Frapolli - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Merlo - Minoretti - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Patuzzi - Pini - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Robbiani - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi

Si pronunciano contro: Beretta Piccoli - Celio

Si astengono: Ducry - Mattei - Pamini - Ramsauer - Zanini Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente lo stanziamento di un credito di fr. 500'000.- per l'allestimento dei progetti stradali di un secondo pacchetto di opere del Programma di agglomerato del Bellinzonese (PAB2), quale aggiornamento del primo credito quadro di fr. 4'600'000.- per un totale di fr. 5'100'000.- annesso al messaggio governativo sono accolti con 61 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Balli - Bang - Battaglioni - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Cedraschi - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa - Delcò Petralli - Durisch - Fonio - Franscella - Frapolli - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Merlo - Minoretti - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Patuzzi - Pini - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Robbiani - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi

Si pronunciano contro: Beretta Piccoli - Celio

Si astengono: Ducry - Mattei - Pamini - Ramsauer - Zanini Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente lo stanziamento di un contributo di fr. 100'000.- a favore della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) per il supporto tecnico svolto nell'ambito dei Programmi d'agglomerato per il periodo 2016-2017 annesso al messaggio governativo sono accolti con 62 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Balli - Bang - Battaglioni - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Caverzasio - Cedraschi - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa - Delcò Petralli - Durisch - Foletti - Fonio - Franscella - Frapolli - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici -

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Anno 2016/2017 - Seduta XVI: lunedì 10 ottobre 2016 - serale ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Merlo - Minoretti - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Patuzzi - Pini - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Robbiani - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi

Si pronunciano contro: Beretta Piccoli - Celio

Si astengono: Ducry - Mattei - Pamini - Ramsauer - Zanini 2. RICHIESTA DI UN CREDITO QUADRO NETTO DI 13.362 MILIONI DI FRANCHI E

L'AUTORIZZAZIONE ALLA SPESA DI 21.3 MILIONI DI FRANCHI PER LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE NECESSARIE PER L'ATTUAZIONE DEL SERVIZIO FERROVIARIO REGIONALE TICINO-LOMBARDIA (TILO) E LA PROGETTAZIONE DELLE MODIFICHE DELLE LINEE DI TRASPORTO PUBBLICO SU GOMMA IN VISTA DELL'APERTURA DELLA GALLERIA DI BASE DEL MONTE CENERI

Messaggio del 6 luglio 2016 n. 7203 Ai sensi dell'art. 134 LGC, le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta. Ai sensi dell'art. 5 cpv. 3 della legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, per l'approvazione del presente credito è richiesta la maggioranza assoluta dei membri del Gran Consiglio. Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il Gran Consiglio ad approvare l'entrata in materia e il decreto legislativo annesso al messaggio governativo. Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 66 voti favorevoli e 3 astensioni. Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo annesso al messaggio governativo sono accolti con 65 voti favorevoli e 3 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Aldi - Ay - Balli - Bang - Battaglioni - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Caverzasio - Cedraschi - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa - Delcò Petralli - Ducry - Durisch - Filippini - Foletti - Fonio - Franscella - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guscio -

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Jelmini - Kandemir Bordoli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Mattei - Merlo - Minoretti - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Patuzzi - Peduzzi - Pellanda - Pini - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Robbiani - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi - Zanini

Si astengono: Beretta Piccoli - Pamini - Ramsauer 3. CONCESSIONE DI UN CREDITO DI FR. 400'000.- QUALE PARTECIPAZIONE AL

FINANZIAMENTO DELL'ISTITUZIONE DEL PARCO NAZIONALE PARC ADULA E DI UN CREDITO DI FR. 1'100'000.- QUALE PARTECIPAZIONE AL FINANZIAMENTO DELL'ISTITUZIONE DEL PARCO NAZIONALE DEL LOCARNESE, PER IL PERIODO 2016-2017

Messaggio del 1° marzo 2016 n. 7171 Ai sensi dell'art. 133 LGC, le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto. Ai sensi dell'art. 5 cpv. 3 della legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, per l'approvazione del presente credito è richiesta la maggioranza assoluta dei membri del Gran Consiglio. Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il Gran Consiglio ad approvare l'entrata in materia e il decreto legislativo annesso al messaggio governativo. È aperta la discussione di entrata in materia. PINI N., CORRELATORE - Il messaggio governativo e il relativo rapporto della Commissione della gestione e delle finanze propongono di stanziare due contributi finanziari per il biennio 2016-2017: 400 mila franchi per il Parc Adula e 1.1 milioni per il Parco nazionale del Locarnese (PNL). Un credito complessivo di 1.5 milioni che completa quello già stanziato per il periodo 2011-2015 e che permette di ultimare i lavori finalizzati all'istituzione dei rispettivi parchi nazionali e di realizzare una serie di progetti sul territorio in chiave paesaggistica o di sviluppo economico e sociale. Permettetemi di illustrarvi rapidamente alcune delle molte ragioni che hanno spinto Consiglio di Stato e Commissione ad andare in questa direzione. La prima ragione è che la Commissione condivide e conferma la bontà, la necessità e la lungimiranza di politiche pubbliche che possano conciliare la protezione del territorio, la valorizzazione della natura e del paesaggio con lo sviluppo economico e sociale, in particolare delle regioni periferiche. È proprio a questo che mirano i parchi di nuova generazione, come ben precisato nella modifica della legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) del 2006.

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La seconda ragione è l'effetto leva generato dall'investimento effettuato dal Cantone. Un effetto moltiplicatore che non si vedrà solo se i parchi arriveranno – le esperienze negli Stati Uniti parlano di un ritorno di dieci a uno, mentre quella del Parco nazionale svizzero dell'Engadina di sei a uno) – ma che possiamo già riscontrare nella procedura di candidatura. Basti pensare che l'investimento da parte del Cantone è tra il 10% e il 20% del totale. Inoltre, e soprattutto, il credito di 1.5 milioni che ci accingiamo a votare favorirà investimenti per altri 8-9 milioni di franchi da parte di Confederazione, Comuni, fondazioni e sponsor privati. Si tratta di fondi che senza la leva cantonale faticherebbero ad arrivare o non arriverebbero del tutto. Ciò, anche perché la Confederazione, come il privato, investe di più e più volentieri quando intravvede una visione corale di sviluppo; i parchi nazionali dell'Adula e del Locarnese danno tale prospettiva. Un terzo elemento centrale per la Commissione è il sostegno fattivo e concreto a progetti legati al territorio: azioni pilota tramite bandi di concorso pubblico, recupero di paesaggi terrazzati, sistemazione di pascoli e sentieri, valorizzazione di prodotti locali, miglioramento delle strutture alberghiere, gestione della mobilità e promozione della mobilità sostenibile, ricerca ed educazione ambientale, eccetera. Come ci è stato riferito in audizione per il caso del PNL il 70% dei lavori realizzati sul territorio è a diretto vantaggio delle comunità locali, mentre solo il 30% è finalizzato alla mera realizzazione del parco nazionale. Tali progetti sono stati o saranno realizzati grazie ai parchi e resteranno anche in caso di bocciatura dei progetti, a tutto vantaggio del nostro territorio. In tal senso le candidature sono state e possono ancora essere – indipendentemente dalla realizzazione dei parchi, che personalmente auspico – un vero e proprio strumento di sostegno economico e sociale in favore delle regioni periferiche, finanziato in gran parte dalla Confederazione, a complemento e consolidamento delle altre politiche di sviluppo economico cantonale, come può essere la politica economica regionale. Cedo ora la parola al correlatore Franco Denti, che ringrazio per l'ottima collaborazione unitamente al Dipartimento del territorio (DT) e alle organizzazioni dei parchi. DENTI F., CORRELATORE - Con questa decisione la Commissione conferma la necessità da parte della politica di riuscire a conciliare la protezione dell'ambiente e la qualità di vita dei suoi cittadini con un sano sviluppo socio-economico delle nostre regioni. Questo mio intervento potrebbe essere intitolato "Due progetti per vivere meglio il futuro". Si tratta di due progetti concreti per il nostro territorio e la decisione della Commissione è da ritenere come un apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dai promotori e come un sostegno alle iniziative locali che consolidano le politiche di sviluppo economico-regionali. Stiamo parlando di parchi di nuova generazione che devono riuscire a mantenere il necessario equilibrio tra gli standard minimi per l'ottenimento del marchio "Parco nazionale" – non scontato visto che l'ultima parola spetta alla Confederazione – e la necessità delle zone interessate di vivere e crescere senza limitazioni poco ragionevoli. Nel corso degli approfondimenti commissionali sono stati sentiti il DT e i promotori dei due progetti. Il processo è stato lungo, dispendioso e sta per concludersi con l'espressione del voto popolare che stabilirà se i parchi si faranno o no. Non vi sarà nessun parco nazionale senza il sostegno dei cittadini e dei Comuni coinvolti. La Confederazione, infatti, sostiene esclusivamente progetti su iniziativa regionale e appoggiati dalla popolazione, la quale potrà esprimersi ogni dieci anni sulla possibilità di continuare o meno l'avventura del parco nazionale. Un ulteriore convincimento a sostegno di questo credito ponte per il biennio 2016-2017 è anche dato dal fatto che esso permetterà l'arrivo di ulteriori e ben superiori finanziamenti

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federali e comunali. È importante che anche gli sponsor privati possano intervenire e investire in questo progetto. V'invito a sostenere la proposta commissionale. GIANORA W., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Il credito concerne due contributi cantonali per un ammontare di circa 1.5 milioni di franchi a favore di una serie di Comuni, situati prevalentemente in regioni periferiche, impegnati a valutare le opportunità legate all'istituzione di due parchi nazionali di nuova generazione. Il Parc Adula riguarda i tre Comuni della Valle di Blenio, con un comprensorio che racchiude anche parte delle regioni limitrofe grigionesi, mentre il PNL si estende dal Circolo delle Isole fino al territorio dell'entroterra comprendente Centovalli, Onsernone e i Comuni di Bosco Gurin e Linescio. Buona parte di questi Comuni sono fragili dal punto di vista del potenziale di sviluppo socio-economico e pertanto devono godere di particolare attenzione. È importante valutare attentamente l'occasione di sviluppo rappresentata dai parchi nazionali. I suddetti Comuni hanno messo in atto da diversi anni una procedura attraverso la quale fornire alla propria popolazione gli elementi per decidere attraverso il voto popolare l'istituzione dei parchi nazionali. A ciò è legato il riconoscimento del marchio di "Parco nazionale", che è di grande valenza e che permetterebbe di suscitare interesse su scala internazionale generando sviluppo sostenibile di qualità. Tale marchio potrebbe avere un effetto benefico su molti settori: agricoltura, turismo locale, artigianato, cultura, recupero e mantenimento del territorio, eccetera. Il marchio offrirebbe l'opportunità di creare un prodotto turistico tutto ticinese, innovativo e differenziato da altre offerte, un unicum che per questo settore in difficoltà rappresenterebbe una vera boccata d'ossigeno. In questo momento il Cantone non può chiamarsi fuori, ma deve continuare a sostenere questi territori come ha fatto finora, prestando particolare attenzione a quelle tendenze che per questo tipo di regioni rappresentano grosse opportunità. Un tale marchio sarebbe importante nella prospettiva di incassare un riconoscimento a fronte dei tanti sacrifici che i territori in questione hanno sopportato. I vincoli di protezione territoriale calati dall'alto hanno complicato non di poco la crescita economica, permettendo però anche di preservare valori territoriali e ambientali molto interessanti. Col conseguimento del marchio questi territori potrebbero finalmente ricevere una giusta ricompensa. Evito di entrare nei dettagli del parco (cifre, numero di progetti, eccetera) che trovate elencati nel messaggio e nel rapporto e che si possono trovare sui portali delle associazioni. Mi limito agli aspetti politici essenziali che da sempre hanno convinto il PLR a sottoscrivere pienamente questi aiuti, consapevole che per i Comuni delle regioni coinvolte essi sono importanti al fine di portare a compimento una serie di progetti già avviati e la fase di preparazione in vista della votazione. Per il Parc Adula il popolo si esprimerà a fine novembre prossimo, mentre per il PNL ciò accadrà nel corso del prossimo anno. L'aspirazione di queste regioni periferiche a ritrovare dignità e capacità di autodeterminazione è un loro diritto, non pregiudicargliela è un nostro dovere! Ringrazio il relatore Pini per l'importante lavoro e invito il Parlamento ad approvare il rapporto commissionale, con l'allegato progetto di decreto legislativo. BALLI O., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Inizio citando un passaggio molto rilevante tratto dal rapporto commissionale: «La Commissione della gestione e delle finanze condivide e conferma la necessità di una politica che riesca a conciliare da un lato la protezione del paesaggio e, dall'altro, lo sviluppo socioeconomico delle regioni

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periferiche» – e di seguito – «si raccomanda dunque di mantenere il necessario equilibrio per da una parte rispettare gli standard necessari all'effettivo ottenimento del marchio Parco nazionale (non ancora scontato, visto che la scelta dipende dalla Confederazione) e, dall'altra, per permettere alle zone interessate di effettivamente vivere e, perché no, crescere, senza limitazioni poco ragionevoli». Questo punto è fondamentale. Siamo quasi al termine di un processo lungo e dispendioso, il voto popolare stabilirà definitivamente – e sulla base del lavoro fin qui svolto – se i parchi saranno da farsi oppure no. Secondo la Commissione – e ciò indipendentemente da ogni giudizio di merito o da alcuni elementi critici – sarebbe sbagliato interrompere un processo lungo, complesso e tortuoso a un passo dal responso popolare e con molti progetti sul territorio da concludere. La Commissione intende quindi dar seguito alla richiesta di contributo, una sorta di credito ponte per il biennio 2016-2017 che permetterà in seguito di attingere a ulteriori e ben superiori fondi pubblici e privati che altrimenti faticherebbero ad arrivare o non arriverebbero del tutto. Tale convinzione è rafforzata dal fatto che il credito è necessario per sostenere progetti concreti sul territorio che resteranno anche in caso di bocciatura dei parchi. Va anche ricordato che un primo credito di 830 mila franchi per il Parc Adula e di 1.9 milioni di franchi per il PNL era già stato accordato dal Gran Consiglio in seguito al messaggio n. 6567 del 22 novembre 2011. Quanto discutiamo oggi è la continuazione di tale approvazione. Tutto quanto precede depone a favore dell'approvazione di questo credito. Tuttavia, non si possono ignorare i timori e le perplessità di parte della popolazione. Non tutti sono infatti sostenitori dei parchi, o perlomeno di questi parchi, anzi. Il rapporto commissionale si limita a menzionare in termini generici «alcune criticità, per esempio nei rapporti con la Confederazione». Eppure i timori ci sono. Una parte delle popolazione è convinta che non s'intende o non si riuscirà a conciliare l'obiettivo della protezione del paesaggio con quello dello sviluppo socio-economico. Si ritiene che queste zone periferiche, già ora in difficoltà, non solo non cresceranno, ma si troveranno confrontate con limitazioni di non poco conto dettate da Berna che le penalizzeranno ancora di più. Si ha paura di perdere una delle ultime cose preziose che si possiede, la gestione del proprio territorio, demandandola a regole e disposizioni dettate dalla Confederazione, che troppo spesso ha dimostrato di non comprendere la realtà particolare del Ticino. Si ha il timore che s'interpreti il concetto di sostenibilità in maniera talmente restrittiva da pregiudicare il futuro sviluppo delle regioni interessate. È stato ripetutamente detto che nelle zone periferiche non cambierà nulla. Ne siamo veramente convinti? Settimana scorsa un quotidiano ticinese riportava che la Consigliera federale Leuthard aveva scritto una lettera nella quale si affermava: «Non ci saranno vincoli, solo obiettivi da raggiungere». E se si vorrà intraprendere qualcosa in contrasto con tali obiettivi cosa succederà? Si citano innumerevoli fattori che depongono a favore dei parchi nazionali – si vedano ad esempio le calcolazioni degli indotti generati (sei franchi per ogni franco investito nel caso del Parco nazionale dell'Engadina) – ma non va nemmeno dimenticato quanto segue. A livello svizzero è di gran lunga preferita la versione del parco regionale, che è meno vincolante. In tutta la Svizzera, gli unici due progetti di parco nazionale sono quelli ticinesi. Sarebbe interessante poter vedere le risultanze degli indotti generati dai parchi regionali. L'unico parco nazionale già esistente è quello dell'Engadina. Va ricordato che nel 2000 l'allargamento (o meglio la creazione di una zona cuscinetto attorno al perimetro del parco) era stato rifiutato in votazione popolare. Il progetto del PNL iniziato nel 2000 sotto l'egida dell'allora regione Locarnese e Vallemaggia aveva dovuto essere rivisto dopo che alcuni Comuni della Vallemaggia avevano deciso di ritirare la propria candidatura a causa della forte opposizione popolare.

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Era poi stato effettuato un riassetto coinvolgendo altri Comuni. Il mio auspicio personale è che si faccia al più presto finalmente chiarezza su cosa si potrà fare e cosa no nelle zone periferiche. Questo è il punto centrale del dibattito in vista delle votazioni popolari. Solo così la popolazione potrà esprimersi con cognizione di causa. La Lega dei ticinesi riconosce che ci sono elementi a favore dell'approvazione di questo credito: permette la conclusione di un iter in dirittura d'arrivo, di finanziare progetti che saranno portati a termine indipendentemente dall'accettazione in votazione popolare dei parchi e di avere un effetto leva riguardo ad altri contributi federali. È pure cosciente che l'oggetto del presente messaggio non è dire sì o no ai parchi. Vi sono però anche elementi non chiari, se non addirittura critici, e ritiene quindi giusto e doveroso rilevarli e dare voce non solo ai fautori dei parchi ma anche a coloro che nutrono timori e sono contrati. Il mio gruppo lascia pertanto libertà di voto. GHISLA S. - Porto l'adesione unanime del mio gruppo al rapporto dei colleghi Pini e Denti, che ringrazio. Ciò rispecchia la nostra volontà di rispettare fino in fondo gli intenti già ampiamente mostrati dal Governo e dal Parlamento supportando due progetti che sono già stati oggetto di grossi crediti nel 2011. Grazie a questo nuovo messaggio si garantiscono i finanziamenti necessari per portare i due parchi nazionali nella fase operativa. Per entrambe le regioni coinvolte i progetti rispecchiano un sicuro asso nella manica per rilanciare l'economia locale e aiutare il turismo ticinese, che vive un momento di evidente difficoltà, ma che vede all'orizzonte nuove opportunità legate soprattutto all'apertura di AlpTransit. Il mio intervento si concentrerà in modo particolare sul Parc Adula, oggetto di stretta attualità poiché in votazione il 27 novembre. Con tale voto la Valle di Blenio si giocherà una fetta importante del proprio futuro. Il progetto di parco nazionale attorno al massiccio dell'Adula, che vede nella Greina il suo fiore all'occhiello, purtroppo è stato contestato da una parte della popolazione prima ancora che fossero conosciuti contenuti e basi legali. Fra i contrari si annoverano a tutt'oggi coloro che lo sono per ragionata convinzione – e questo a me va benissimo – ma anche coloro che lo sono per partito preso o che usano il futuro del parco e dell'intera valle per scopi esclusivamente elettorali e politici. Spiace costatare che, dopo anni di progettazione, i contrari a oggi non hanno ancora proposto nulla di alternativo o di minimamente valido per rilanciare la valle del sole, che da sempre si vuole a vocazione turistica, ma che fa fatica a esserlo veramente. I contrari al parco sono coloro che si lamentano ogni giorno dello spopolamento delle valli, della perdita di substrato economico, della perdita di posti di lavoro e delle difficoltà a fare impresa. Sono gli stessi che in sede di elaborazione del progetto non si sono mai presentati, ma che non hanno lesinato critiche in occasione delle serate pubbliche di presentazione, così come ora, a bocce ferme, con la pubblicazione definitiva della carta del parco. Il progetto Parc Adula è valido, ragionato, costruito cercando il compromesso e quindi anche il consenso popolare. Si basa essenzialmente sul concetto di sviluppo sostenibile che, senza rivoluzionare nulla, tiene in piena considerazione il territorio e la gente che lo abita. Lascia soprattutto alla regione periferica, ovvero ai territori di fondovalle e insediati, la possibilità di svilupparsi e sfruttare dal punto di vista economico l'attrazione e l'istituzione della zona centrale. Mi rallegro molto del sostegno che da più parti è giunto all'istituzione del nostro parco, soprattutto da parte di molti giovani che in questi mesi hanno dato spazio alle loro opinioni sui mezzi di stampa e che credono fortemente in un futuro migliore per le regioni periferiche del nostro Cantone. Mi auguro che il 27 novembre in Valle di Blenio e in tutto il Cantone si possa festeggiare la nascita del primo parco

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nazionale di nuova generazione e anche iI più grande parco svizzero. Se così non fosse, avremo perso un'ottima opportunità. LA MANTIA L., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Oggi va di moda parlare di bottom up riguardo alla messa in atto di cambiamenti e novità. Tale termine richiama l'idea che per avere successo un progetto debba partire dal basso, dalla popolazione toccata, per poi salire attraverso le varie istituzioni fino all'approvazione definitiva dell'autorità federale. I due progetti di parco nazionale oggetto di questo dibattito sono partiti da lontano e dal basso e hanno entrambi percorso la lunga e faticosa strada di un processo democratico e partecipativo che ha coinvolto la popolazione residente, i Comuni, i patriziati e gli attori locali: agricoltori, cacciatori, pescatori, società di alpinisti, organizzazioni turistiche, eccetera. Siamo ora di fronte alla fase conclusiva e vicini a vedere diventare realtà questi due parchi nazionali di nuova generazione, situati parzialmente o integralmente sul territorio del nostro Cantone: quello del Locarnese, sul quale la popolazione residente nei Comuni coinvolti si esprimerà nel 2017, e il Parc Adula, sul quale si voterà tra poco più di un mese. Cosa si intende con "parco nazionale di nuova generazione"? La modifica della LPN del 2006 ha determinato una definizione più ampia di parco nazionale: non ci si limita più unicamente alla riserva naturale – come è stato il caso per l'unico parco nazionale svizzero finora esistente, quello dell'Engadina – ma si vuole che esso sia uno strumento per la promozione socio-economica della regione. Si tratta – cito il messaggio governativo – «di stabilire alleanze positive tra la protezione della natura e lo sviluppo sostenibile». I principi generali che hanno retto la revisione delle legge federale sono significativi in merito al cambiamento di paradigma che c'è stato. Un primo principio dice che i parchi d'importanza nazionale mirano a perseguire due finalità: da un lato la valorizzazione degli ambienti naturali degni di nota e dei paesaggi di particolare bellezza, dall'altro lo sviluppo economico regionale, in conformità con la pianificazione del territorio svizzero e la politica regionale. Un secondo principio è che la politica dei parchi nazionali non è un'imposizione della Confederazione, ma rispetta il principio della libera iniziativa regionale e della sussidiarietà. Un altro principio è che la Confederazione sostiene esclusivamente i parchi istituiti su iniziativa regionale, appoggiati dalla popolazione locale e inseriti in un programma cantonale. Si mettano quindi il cuore in pace coloro che insistono a essere scettici e che continuano a paventare "perdita d'autonomia" e "divieti imposti da Berna": i parchi nazionali non si faranno senza il consenso e la collaborazione della popolazione residente in questi Comuni periferici e di montagna. La creazione dei parchi permetterà alla popolazione di rimanere padrona delle proprie terre e di salvaguardarle, di restare autonomi e di continuare le attività economiche con maggiore prospettiva, specialmente per quanto riguarda le nuove generazioni. Un'altra dimostrazione di questo nuovo approccio democratico e partecipativo per i parchi nazionali consiste nel fatto che – cito il presidente dell'Associazione Parc Adula, Fabrizio Keller – «Il progetto non solo nasce dal basso, ma è gestito dai Comuni e deciso in ogni sua conseguenza vincolante dagli stessi. Perciò, se sarà accettato nei Comuni, trascorsi dieci anni, dovrà esser sottoposto agli organi comunali e quindi alla popolazione per il rinnovo del contratto. Un accordo che i Comuni possono rompere alla scadenza con il voto popolare, oppure rinnovare se saranno soddisfatti». Vediamo più da vicino i due progetti, iniziando dal PNL. Esso ha una superficie di 221 km², 18'911 abitanti, vede coinvolti tredici Comuni, altrettanti patriziati e concerne solamente il

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Canton Ticino. Cito dal sito: «II progetto Parco nazionale del Locarnese è un progetto collettivo della regione volto a valorizzare e tutelare un territorio di straordinaria bellezza e unico nel suo genere, che si estende dalle isole di Brissago, sul Lago Maggiore, fino al villaggio di Bosco Gurin, l'unico insediamento Valser del Ticino. Lungo un percorso di appena 35 km, il progetto si eleva dai 193 metri delle rive del Lago Maggiore, fino ai 2'863 metri del Pizzo Biela, passando da un clima subtropicale a un clima alpino. Il progetto di parco nazionale si pone come obiettivo di valorizzare tutti i tesori racchiusi in questo territorio, in collaborazione con vari enti, associazioni e popolazione, promovendo il turismo e i prodotti regionali in modo da infondere nuovi impulsi allo sviluppo sostenibile di tutta la regione». II PNL si trova nel "selvaggio sud" della Svizzera, laddove la placca africana si scontra con quella europea. È una regione caratterizzata da estremi: terreno frastagliato con gole profonde, fiumi impetuosi e coperto da una fittissima foresta che ricorda una foresta vergine. Già adesso, in fase di progettazione, il PNL sostiene concretamente progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e paesaggistico, aiutando ad avviare attività economiche sostenibili nella regione. L'accompagnamento offerto dal progetto del PNL alle azioni pilota è adattato alle necessità di ogni caso e può essere triplice: un sostegno finanziario, una consultazione nella progettazione e/o un sostegno nelle attività di coordinamento e di comunicazione. Nella regione del PNL sono già stati realizzati ottantotto progetti. Alcuni esempi sono il potenziamento della funivia Intragna-Cremaso-Costa, la birreria artigianale San Rocco di Berzona, gli interventi di miglioria dell'alpe Salei, il restauro della Via Crucis di Comologno, la promozione per l'artigianato artistico onsernonese Pagliarte, la progettazione dell'ampliamento della capanna AI Legn. Il Parc Adula è il più grande progetto di parco nazionale svizzero, si estende su diciassette Comuni in due Cantoni e comprende tre aree linguistiche (italiano, tedesco e retoromancio). È perciò da considerare un progetto intercantonale e interculturale che rafforza la coesione nazionale. Cito dal sito Parc Adula: «La regione attorno alla cima dell'Adula è una delle più vaste della Svizzera senza interventi umani rilevanti. Scenari mozzafiato e imponenti ghiacciai incorniciano habitat naturali pregiati che ospitano un'ineguagliabile diversità paesaggistica e geologica e un'incredibile varietà di fauna e flora alpina». Il Parc Adula, così come previsto, comprende alcune tra le zone più spettacolari e affascinanti dell'intero arco alpino. La popolazione che abita queste valli è riuscita a mantenere pressoché intatte Ie proprie maggiori ricchezze: la cultura, il paesaggio e la natura che rappresentano l'autentica Svizzera alpina. Porto l'appoggio del gruppo socialista ai due crediti per il PNL e per il Parc Adula e al rapporto redatto dai colleghi Nicola Pini e Franco Denti, che ringraziamo per il lavoro svolto. Siamo convinti che la via dei due parchi nazionali, che sono complementari e non concorrenziali, sia quella giusta da seguire per permettere a queste regioni confrontate con grosse difficoltà a livello di economia, sviluppo demografico e offerta turistica, di valorizzare la propria ricchezza: un paesaggio particolarmente bello, variegato, unico e in gran parte incontaminato. Il marchio di "Parco nazionale" farà conoscere il Ticino e le due regioni, non solo in Svizzera e in Europa, ma anche su scala mondiale, potrà attrarre investimenti e creare nuove opportunità di lavoro. Un parco nazionale non deturpa il paesaggio, anzi, lo conserva e non lascia desolanti castelli nel deserto. Ricordiamo inoltre che se passati i primi dieci anni le aspettative della popolazione non dovessero essere soddisfatte, lo si potrà abolire. Vi ringrazio per il vostro pieno sostegno ai due crediti e ai due progetti. Un mio ringraziamento personale va a quei deputati che in vista dell'imminente votazione sul Parc Adula si sono già espressi favorevolmente.

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MAGGI F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO I VERDI - La Svizzera ha avuto un ruolo pionieristico nel creare il primo parco nazionale al mondo, quello dell'Engadina, nel 1914. Purtroppo da allora non è più successo nulla su tale fronte. Il nostro Paese si è addormentato. Per questo motivo Pro Natura nel 2000 ha lanciato la campagna "Creiamo insieme un nuovo parco nazionale!". In seguito a ciò sono state annunciate le candidature ticinesi, che sono le uniche sopravvissute. Pro Natura ha fatto bene a lanciare quella campagna, perché da un recente confronto fra ventotto Paesi europei, la Svizzera è risultata ultima in quanto a estensione delle aree protette. Si dice che la nostra nazione è prima della classe in quanto a protezione dell'ambiente: non in questo caso. Dobbiamo darci da fare per mantenere la competitività da questo punto di vista. La creazione di nuovi parchi nazionali è più che necessaria e rappresenta un'opportunità. Stiamo parlando di un parchi nazionali di nuova generazione che intendono coniugare ambiente e sviluppo sostenibile. Ciò è fatto creando un'area nucleo e una periferica di sviluppo. Parc Adula e PNL hanno un potenziale enorme. Lavoro quotidianamente nel settore della protezione della natura e posso dire che questi territori – anche perché è stato fatto molto per conservarli – hanno veramente un grande valore. Quella di fare un parco nazionale è una scelta importante. Nonostante i discorsi sul processo democratico e la nascita dal basso, bisogna ricordare che non si può creare un prodotto che non rispecchi i criteri di qualità previsti. La consultazione per il momento riguarda solo il Parc Adula; mi concentrerò quindi su di esso. La carta del parco, il regolamento dell'Associazione Parc Adula, la scheda di piano direttore, eccetera evidenziano una serie di elementi critici e di insufficienze. Esiste una legge e un'ordinanza federale e quindi anche criteri minimi da rispettare. A nostro avviso la zona di nucleo del Parc Adula ha troppe deroghe rispetto all'ordinanza nazionale. Ci preoccupa anche il fatto che i controlli di tali regole siano demandati al Cantone. C'è da domandarsi come potrà farle rispettare considerata la ristrettezza di risorse e la vastità del territorio. Abbiamo l'impressione che si voglia creare un parco nazionale senza ranger, una cosa che non si è mai vista. La prima cosa che un turista si aspetta di vedere entrando in un parco nazionale sono i ranger. La loro presenza è importante anche per far capire che nel parco bisogna rispettare alcune regole. Un altro aspetto critico è che nell'area di nucleo manca il bosco, mentre l'ordinanza parla di un minimo del 30%. C'è anche il fatto che in questo parco nazionale resta possibile abbattere i grandi predatori. Se nel parco fosse abbattuto un lupo o un orso non mi sembra che sarebbe una grande pubblicità. I parchi nazionali sono sicuramente un importante strumento di valorizzazione e di sviluppo economico delle regioni interessate, ma non si può abbassare troppo gli standard qualitativi, anche perché i visitatori non si fanno abbindolare e d'altra parte vi è una vasta scelta di parchi nazionali da visitare nel mondo. È quindi importante vincere questa sfida: convincere la popolazione locale che questa è un'occasione da non perdere e che si può coniugare le esigenze di protezione della natura e quelle di sviluppo. Siamo positivi, siamo convinti che sia una strada da perseguire, anche perché si tratta di regioni in difficoltà che non hanno molte alternative. Gli impianti di risalita, ad esempio, tra la concorrenza delle grandi stazioni invernali e i cambiamenti climatici, sono sempre al limite della sopravvivenza. A decidere in merito al marchio sarà Berna e ci auguriamo che lo farà non giocando troppo al ribasso, ma puntando su un prodotto di alto livello. Da parte nostra vigileremo per fare in modo che questo prodotto sia di qualità e riesca a coniugare sviluppo sostenibile e protezione della natura. Nonostante la presenza di alcuni elementi critici, il mio gruppo voterà i crediti in oggetto perché è importante portare a termine questo processo e permettere alla popolazione locale di decidere in merito al proprio futuro.

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AY M., INTERVENTO A NOME DEL MPS-PC - Il tema dei parchi naturali è oggi di rilievo per le nostre valli, ma ha pure ripercussioni globali notevoli. "Green grabbing", questo il nome del fenomeno neo-coloniale relativo alla creazione di riserve forestali e di parchi in Africa, nel sud-est asiatico e in Sudamerica, che costringe le popolazioni locali ad abbandonare la propria terra, le proprie attività agricole e i propri mezzi di sostentamento a favore di interessi ambientali globali e in nome della risoluzione di problemi dei quali esse però non sono la causa. Nei Paesi in via di sviluppo l'istituzione di parchi naturali può quindi anche essere negativa, soprattutto se è imposta e non considera le esigenze delle economie locali. Nel caso della Svizzera l'istituzione di tali parchi potrebbe portare investimenti e occupazione nelle zone periferiche. In ogni caso, solo le reali ricadute socio-economiche sulla popolazione locale devono valere come parametro di successo del progetto. Il Parc Adula porterebbe investimenti pubblici e occupazione in zone periferiche, si potrebbero realizzare progetti con ripercussioni reali sull'agricoltura e sul paesaggio rurale, l'offerta turistica e la promozione di prodotti e servizi potrebbero essere meglio organizzati grazie al marchio. Positive sono pure la collaborazione e lo scambio tra regioni linguistiche e Cantoni diversi. Il turismo consapevole, sostenibile e attento è attirato da realtà vive e propositive come quella che prospetta Parc Adula con la distribuzione delle risorse finanziarie in diversi progetti concernenti le attività agricole e la ricerca scientifica. MATTEI G., INTERVENTO A NOME DI MONTAGNA VIVA - Il tema dei parchi nazionali sta occupando in modo assillante il nostro Cantone – in particolare le sue zone periferiche – suscitando critiche così come entusiasmo. Non sarebbe nemmeno necessario avere un marchio di parco o protezioni particolari: le nostre valli, le nostre periferie, sono già di per sé zone di protezione della natura affidate alla nostra gente, ai nostri operatori, ai contadini, agli alpigiani e a coloro che in diversi modi gestiscono il turismo. Ciò è già una realtà. I progetti del Locarnese (e in parte della Vallemaggia) e dell'Adula devono contribuire alla gestione di queste aree, creare nuovi posti di lavoro, nuove opportunità per i giovani e le famiglie e portare investimenti per consolidare la protezione attiva. Il fondamento deve essere questo. Purtroppo, nella nostra nazione dove tutto deve essere regolato con leggi, decreti, protezioni, persone addette ai controlli, ciò può anche significare posti di lavoro. Abbiamo già un'ottima struttura. C'è chi avanza la critica che ci saranno un mucchio di limitazioni, ma in realtà le abbiamo già. Abbiamo guardiacaccia, guardiapesca, guardie di protezione della natura, forestali: tutta gente attiva sul territorio per gestirlo in modo attivo e per proteggerlo. Probabilmente non si tratta d'inventare niente di nuovo, quanto di portare ulteriori risorse utili a creare nuova vita e a garantirla per il futuro. L'aspetto fondamentale è questo. Ho avuto la grande fortuna di collaborare alla formazione e di gestire un progetto che oggi potremmo definire di pre-parco, quello della Valle Bavona, che è un territorio protetto. È stata attuata una protezione molto stretta, poi riprodotta in Val Malvaglia. Anche in quel caso c'era molto scetticismo, ma alla fine il progetto ha funzionato. Sono stato segretario-animatore per quindici anni di tale realtà. Si è potuto dimostrare che, se da una parte bisognava rispettare certe regole e certi piccoli svantaggi, dall'altra arrivavano grandi investimenti e buone possibilità di gestione. Questa è la cosa importante e questo è il messaggio che dobbiamo far passare. Abbiamo dovuto lottare con uffici federali e vari enti che volevano vietare la caccia e la pesca. Abbiamo detto loro che ciò andava contro le nostre tradizioni, il modo di vivere della nostra gente e che non potevano andare in tale direzione. Alla fine ci hanno dato retta. Abbiamo ottenuto un certo successo. In seguito è

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arrivato il grande concorso di Pro Natura che ha portato agli attuali progetti di parco nazionale. A suo tempo si pensò di creare un parco che andasse dalla zona insubrica, quindi del Lago Maggiore, fino alla seconda vetta del Cantone, il Basodino. L'idea era di comprendere una zona lacuale tendente verso il Mediterraneo con una alpina. Era nato il progetto, poi fallito nella sua struttura, di un parco nazionale di Locarnese e Vallemaggia. Oggi c'è il progetto del PNL che lo riprende in parte e che spero sarà realizzato. Sono tanti anni che si cerca di portare avanti questi due progetti di parco e ciò si è dimostrato essere positivo per il territorio. Purtroppo tante volte con la burocrazia riusciamo a distruggere anche le cose migliori. Invito tutti voi a sostenere in modo fermo questi due progetti. Avrei voluto che oggi fosse presente tutto il Consiglio di Stato per dare un segno concreto in questo senso. È però importante che tali progetti non interrompano lo sviluppo dell'agricoltura e non permettano che per esempio i grandi predatori s'insedino causando danni maggiori di quelli attuali. ZANINI A. - Anche se non è dello stesso genere, opero e vivo in un parco, il Parco Valle della Motta. In vent'anni ciò non mi ha portato altro che vincoli e impedimenti alla mia attività. Nelle associazioni alle quali sono affiliato o che rappresento non c'è unità di opinioni riguardo al tema, quindi, anche se sono contrario, per coerenza mi asterrò. FERRARI C. - Il collega Ghisla ha sbagliato quando ha detto che i contrari non hanno proposto nulla. Io e altri promotori nel 2005 e nel 2008 abbiamo promosso un progetto di parco regionale dettagliato, con tutti i crismi del caso e con tempi di realizzazione previsti di cinque anni. Tale progetto è però stato falciato a livello cantonale. Vi spiego perché probabilmente tanti bleniesi voteranno contro questo progetto. Mi sono piaciuti gli interventi dei colleghi Maggi e Ay, che hanno espresso alcune verità. Negli altri interventi ho sentito solo la solita aria fritta che ci propinano da sedici anni. Nel rapporto a pag. 2 si dice: «A mente del Consiglio di Stato, l'istituzione di un Parco nazionale permetterebbe di conciliare le politiche legate alla protezione del territorio con quelle dello sviluppo economico». Non è vero! V'invito ad andare a vedere cosa dice l'art. 23 della LPN per le zone periferiche. È un inganno, si continua a dire che si può fare, mentre non è così. Prendono il progetto di parco regionale e lo mettono dentro al parco nazionale. È normale che dopo sedici anni la gente si senta ingannata. Non è nemmeno tanto corretto dare solo un mese di tempo per leggere cinquecento pagine. Dopo sedici anni di progetto avrebbero potuto dare un po' più di tempo per studiare la carta in vista della votazione. Mi asterrò perché chi lavora va pagato. CRUGNOLA G. - Per un potenziale conflitto d'interessi personale mi asterrò dal voto, ma condivido appieno il principio dell'idea. BANG H. - Voterò un sì convinto a questo credito, soprattutto per dare nuove opportunità. Non dobbiamo guardare al passato ma al futuro. PELLANDA G. - Concordo con quanto ha espresso il collega Mattei. Abbiamo già una realtà che è di per sé un parco, che è ben tenuta e curata, ma che va ulteriormente

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valorizzata. Se sarà creato un parco nazionale, ciò dovrà portare nuovi investimenti e posti di lavoro. Oggi però siamo in dirittura d'arrivo e sarebbe incoerente non votare i crediti che permettono di concludere il processo. Sarà poi la popolazione a valutare e a esprimersi. Voterò un sì convinto perché le regioni periferiche hanno bisogno di questi nuovi impulsi. PEDUZZI P. - Ringrazio i colleghi La Mantia e Ghisla per la loro presentazione piena di voglia di fare. Abbiamo votato qualcosa come 23-24 milioni di franchi per la stazione di Bellinzona in circa mezz'ora di tempo e adesso ci stiamo mettendo un'ora e mezza per 1.5 milioni. Penso però che la cosa vada fatta e con la giusta dose di entusiasmo. GHISLA S. - Per fatto personale: è vero che il collega Ferrari nel 2009 aveva presentato un progetto di parco regionale. Con lui vi erano il presidente della Società agricola bleniese Luigi Arcioni e l'ex sindaco di Blenio Marino Truaisch che attualmente sostengono il parco nazionale. Ricordo ancora una volta che se il parco fosse stato solo regionale la Confederazione non avrebbe stanziato i fondi che rappresentano la parte principale dei vari milioni che potrebbero andare in Val di Blenio e nel Locarnese. CELIO F. - Voterò a favore esattamente per gli stessi motivi che ha espresso il collega Pellanda. A suo tempo ero stato relatore in merito al primo credito a sostegno di quest'iniziativa. Adesso che siamo in dirittura di arrivo sarebbe un peccato se il Cantone si tirasse indietro. La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa. Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 67 voti favorevoli, 2 contrari e 10 astensioni. Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo annesso al messaggio governativo sono accolti con 64 voti favorevoli, 2 contrari e 13 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Ay - Bacchetta-Cattori - Bang - Battaglioni - Beretta Piccoli - Campana - Canepa - Caprara - Caverzasio - Cedraschi - Celio - Censi - Corti - Crivelli Barella - De Rosa - Delcò Petralli - Denti - Ducry - Durisch - Filippini - Foletti - Fonio - Franscella - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Mattei - Merlo - Pagani G. - Pagani L. - Pagnamenta - Passalia - Patuzzi - Pedrazzini - Peduzzi - Pellanda - Pini - Pinoja - Polli - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi

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Si pronunciano contro: Frapolli - Sanvido

Si astengono: Aldi - Balli - Bignasca - Crugnola - Ferrari - Minoretti - Minotti - Morisoli - Pamini - Pronzini - Ramsauer - Robbiani - Zanini 4. AFFILIAZIONE DELL'ISTITUTO ONCOLOGICO DI RICERCA DI BELLINZONA

ALL'UNIVERSITÀ DELLA SVIZZERA ITALIANA

Messaggio del 3 febbraio 2016 n. 7165 Ai sensi dell'art. 133 LGC, le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto. Conclusioni del rapporto della Commissione speciale scolastica: si invita il Gran Consiglio ad approvare l'entrata in materia e disegno di legge annesso al messaggio governativo. È aperta la discussione di entrata in materia. KÄPPELI F., CORRELATORE - Il messaggio oggi in discussione propone l'affiliazione dell'Istituto oncologico di ricerca (IOR) di Bellinzona all'Università della Svizzera italiana (USI) secondo le modalità previste dall'art. 12 della legge sull'Università della Svizzera italiana, sulla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e sugli Istituti di ricerca [LUSI/SUPSI; RL 5.3.1.1]. Tale affiliazione è di competenza del Gran Consiglio e comporta un contributo cantonale di gestione che sarà stanziato attingendo in parte al Fondo Swisslos. In questi anni di attività lo IOR ha consolidato una rete di collaborazioni nazionali e internazionali di prestigio, in particolare nel campo della ricerca sul cancro alla prostata, la forma più comune nei maschi. Può vantare importanti legami nel campo della ricerca sui linfomi e della genomica con l'Università di Ginevra, ottiene con regolarità mandati di ricerca competitiva da parte di enti nazionali e internazionali e collabora da diversi anni con l'Università di Losanna. Esperti esterni hanno a più riprese analizzato l'attività dello IOR con risultati positivi. Anche l'analisi delle pubblicazioni evidenzia come la produzione scientifica sia quantitativamente e qualitativamente elevata e con un alto fattore d'impatto. Ciò porta a un convinto apprezzamento del lavoro svolto allo IOR e degli importanti traguardi raggiunti, a dimostrazione di come l'istituto abbia ormai acquisito una personalità e un profilo proprio e che la sua attività di ricerca non sia al traino di altri centri. A fronte del mantenimento da parte dello IOR della propria autonomia, la Commissione ritiene che una sua affiliazione all'USI porterà vantaggi e interessanti opportunità. L'affiliazione rientra nella strategia di sviluppo dell'USI, in particolare riguardo alla creazione della facoltà di scienze biomediche. Vi sono state due tappe di particolare importanza: la precedente affiliazione dell'Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) nel 2010 e il progetto di master in medicina umana concretizzatosi nel 2014 con l'approvazione del

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Gran Consiglio. La strategia di sviluppo dell'USI prevede un polo di formazione e ricerca nel settore biomedico, e lo IOR, insieme all'IRB, rappresenta un tassello fondamentale in questo senso. Tale doppia affiliazione permetterà alla nuova facoltà di partire da subito con un volume di ricerca consolidato e riconosciuto a livello nazionale e internazionale, cosa necessaria per garantire la qualità della nuova struttura. L'Università ha valutato approfonditamente la richiesta di affiliazione. Per essa l'acquisizione di un istituto scientifico già affermato nel campo della ricerca rappresenta un complemento molto importante per l'istituenda facoltà di scienze biomediche e contribuisce a consolidare notevolmente il sistema universitario ticinese. La Commissione ritiene che l'affiliazione dello IOR all'USI avrà conseguenze estremamente positive per entrambi e auspica che si possano creare ulteriori collaborazioni con università svizzere ed estere. Il collega Fonio parlerà in modo più esteso dei vantaggi per lo IOR. Per quanto riguarda il finanziamento, le attuali fonti sono la Confederazione, il Cantone, la città di Bellinzona, nonché importanti contributi regolari da parte di fondazioni e donatori, come pure i proventi del Convegno sui linfomi maligni organizzato dalla fondazione che attualmente gestisce lo stesso IOR. Il finanziamento da parte della Confederazione nel periodo 2013-2016 è stato di 675 mila franchi annui, mentre per il prossimo quadriennio si prevede un aumento graduale che porterà a superare il milione di franchi l'anno. Vi sono però alcune condizioni alle quali adempiere. La legge federale sulla promozione della ricerca e dell'innovazione [LPRI; RS 420.1] vincola l'ottenimento di sussidi federali per le strutture di ricerca al beneficio di un sostegno determinante da parte di Cantoni, altri enti pubblici, scuole universitarie o privati. Per continuare a ricevere i sussidi federali, tali enti devono contribuire al finanziamento almeno in modo paritario. Per ottemperare a ciò, si prevede di affiancare al sussidio del Comune di Bellinzona e alle donazioni di enti privati un maggior contributo cantonale. Il Cantone sostiene già la fondazione con contributi ricorrenti dal 2012. Inizialmente con 350 mila franchi annui, da quest'anno con 650 mila e a partire dal 2019 con 750 mila, al fine di pareggiare il contributo della Confederazione. Come Commissione abbiamo voluto porre l'attenzione anche sul continuo ed eccessivo ricorso al Fondo Swisslos. Esso è già oggi utilizzato per finanziare lo IOR. Si legge nel messaggio che non sarà l'unica fonte alla quale si attingerà a tale scopo. Va però rimarcato che da diversi anni il Fondo Swisslos spende più di quanto incassi e le sue riserve sono intaccate al ritmo di 1.5-2 milioni l'anno. A fine 2015 il fondo conteneva 14.4 milioni, mentre nell'anno 2010 si erano raggiunti i 20 milioni. Continuando di questo passo fra pochi anni non potremo più finanziare nulla. L'affiliazione è decisamente vantaggiosa per entrambi gli enti e va a conferire una struttura maggiormente istituzionalizzata al polo di ricerca di Bellinzona, aprendo al contempo nuovi orizzonti per la politica universitaria ticinese nel suo insieme. Sulla base di queste considerazioni v'invito, a nome della Commissione speciale scolastica e del gruppo PLR, ad accogliere il decreto volto ad affiliare lo IOR all'USI. FONIO G., CORRELATORE - Il messaggio propone l'affiliazione dello IOR di Bellinzona all'USI, secondo le modalità previste dall'art. 12 della legge LUSI/ISUPSI. Il tema è di quelli che contano e nella valutazione del messaggio governativo non si è voluto lasciare nulla al caso, andando dove necessario a chiedere conferma, per esempio per quanto concerne le partecipazioni finanziarie. Oggi non discutiamo semplicemente dell'affiliazione dello IOR all'USI, ma di una vera e propria eccellenza presente sul nostro territorio cantonale qual è appunto lo IOR. Il collega Käppeli si è concentrato maggiormente

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sull'importanza di questa affiliazione per l'USI, a me il compito di spiegare l'importanza dello IOR in questo Cantone. Nel 2000 è stato creato l'Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI) quale istituto trasversale a disposizione dell'Ente ospedaliero cantonale (EOC). Esso è organizzato in sei Divisioni. Lo IOR scaturisce da una parte della Divisione ricerca ed è stato integrato nel 2011 nella Fondazione per la ricerca e la cura dei linfomi in Ticino. Tale fondazione senza scopo di lucro, oltre a organizzare ogni due anni la Conferenza internazionale sui linfomi maligni, si è posta lo scopo di promuovere e finanziare un istituto per la ricerca sperimentale in stretta collaborazione con altri istituti di ricerca in Svizzera e all'estero, mentre lo IOSI mantiene la competenza nel settore della ricerca clinica. Tra i due istituti permane un legame significativo in diversi campi specifici quali i linfomi maligni, i nuovi medicamenti e il tumore alla prostata. Anche dal profilo funzionale, lo IOR rimane inserito nella Divisone ricerca dello IOSI, che raggruppa sia la ricerca clinica, sia quella di laboratorio, il che comporta numerosi vantaggi in termini di sinergie, massa critica, sviluppo e ricerca. Lo IOR dispone di uno Scientific Advisory Board composto da ricercatori riconosciuti internazionalmente che si occupa principalmente di proporre gli indirizzi scientifici e strategici della ricerca e di verificare la qualità della stessa. Esperti esterni hanno analizzato attentamente e criticamente lo IOR nel 2009, nel 2012 e nel 2013, su richiesta tra gli altri del DECS e della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI). Le valutazioni sono risultate decisamente positive, pur evidenziando, oltre ai punti forti, anche alcune inevitabili debolezze. Gli ultimi due rapporti analizzano pure come si sia cercato di rimediare alle lacune precedentemente riscontrate. Anche l'analisi delle pubblicazioni evidenzia come la produzione scientifica sia non solo quantitativamente e qualitativamente elevata, ma anche con un alto fattore d'impatto. Il messaggio ricorda inoltre come lo IOR rispetti già dal 2013 le norme della LUSI/SUPSI, in particolare l'art. 12 cpv. 1 per l'affiliazione e l'art. 16 per l'ottenimento di contributi cantonali. Infatti, oltre a non perseguire uno scopo di lucro, lo IOR è riconosciuto dalla Confederazione e finanziato in base all'art. 15 della LPRI del 2012. L'affiliazione porterà grandi benefici anche all'USI, in quanto creerà ulteriori canali di collaborazione con le università svizzere ed estere. L'affiliazione non deve essere vista semplicemente come un'operazione a sé stante, essa rientra infatti nella strategia di sviluppo dell'USI e in particolare in quella relativa alla facoltà di scienze biomediche. Chi mi ha preceduto ha ben ricordato le due importanti tappe dell'affiliazione dell'IRB nel 2010 e dell'approvazione del progetto di master in medicina umana nel 2014. È dunque con grande positività che porto il sostegno, non solo in qualità di correlatore, ma anche a nome del mio gruppo, all'affiliazione dello IOR all'USI, convinti di riconoscere la nascita di una sinergia che potrà portare nuovo lustro al Cantone. ROBBIANI M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Nel messaggio avallato dal Gran consiglio il 24 novembre 2014, nel quale erano sancite le condizioni per l'istituzione di una facoltà di scienze biomediche presso l'USI, i due principali istituti di ricerca biomedica, IRB e IOR, erano descritti come eccellenze ticinesi che avevano ispirato il progetto della facoltà e del master di formazione in medicina umana. Con l'affiliazione all'USI, lo IOR mira a ottenere lo statuto universitario che permette non solo di ricevere sussidi federali ma anche di poter stabilire maggiori collaborazioni con altri enti universitari. L'affiliazione dello IOR a un'istituzione universitaria ticinese permette di mantenere una completa autonomia amministrativa e nel contempo di soddisfare le condizioni di riconoscimento e finanziamento pubblico.

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Dal rapporto del 27 settembre 2016 della Commissione speciale scolastica si evince che la Confederazione finanzierà nei prossimi anni lo IOR con una quota di circa 1.2 milioni di franchi, mentre il Cantone attualmente partecipa con una quota di 650 mila franchi. A fronte di questi finanziamenti pubblici, lo IOR ha dimostrato di poter beneficiare di finanziamenti privati che negli anni hanno registrato una forte progressione, andando a soddisfare pienamente i vincoli imposti dalla LPRI. L'affiliazione non potrà che facilitare il raggiungimento del volume totale dei ricavi di circa 9 milioni di franchi entro la fine del quadriennio 2017-2020. L'affiliazione dello IOR risponde perfettamente alla strategia di sviluppo dell'USI che già nel quadriennio 2008-2011 presentava un progetto per una quinta facoltà. Attualmente gli studenti di dottorato attivi negli istituti ticinesi sono immatricolati presso altre università attraverso specifiche convenzioni e il titolo è assegnato da esse. Il fatto di poter integrare questi istituti nella facoltà di scienze biomediche permetterà di conferire titoli in proprio, semplificando la procedura e rendendo maggiormente visibile il valore degli istituti stessi. Da un punto di vista accademico, l'affiliazione all'USI permette allo IOR di profilarsi meglio quale istituto di livello universitario e di entrare in consorzio con altri istituti facilitando ulteriori collaborazioni scientifiche e formative con altre università svizzere e straniere. Allo stesso modo l'acquisizione di un istituto scientifico già affermato nel campo della ricerca rappresenta un complemento importante per la facoltà di scienze biomediche e contribuisce a consolidare notevolmente il sistema universitario ticinese. In conclusione, la Lega, dopo aver messo in luce palesi incongruenze di metodo e informazioni finanziarie errate contenute nel messaggio governativo e soprassedendo alle lotte partitiche, scioglie la sua riserva e decide di appoggiare con fiducia tutte le iniziative volte a creare e promuovere questa opportunità per un ulteriore sviluppo nel settore farmaceutico e ospedaliero ticinese. Nel contempo stigmatizza il comportamento del professor Cavalli, che dimostra ancora una volta una forte incoerenza nelle scelte mirate a un obiettivo comune, in quanto da una parte ha osteggiato la modifica della legge sull'Ente ospedaliero cantonale [LEOC; 6.3.1.1] asserendo che il pubblico non deve collaborare con i privati, mentre dall'altra è il primo a collaborare anche con società anonime private per sviluppare i suoi affari. Allo stesso modo, un altro paladino del pubblico, il professor Noseda, dimostra altrettanta incoerenza con la collaborazione tra IOR e Humabs SA. La sinistra però quando vede chiamati in causa i suoi esponenti usa due pesi e due misure e su queste cose tace. LURATI GRASSI T., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Soprassediamo alle critiche della Lega, perché in tema di coerenza dovrebbe prima guardare al proprio interno piuttosto che criticare gli altri. Come si evince dal messaggio e dal rapporto, il discorso sul tema in discussione nasce da lontano: già nel messaggio n. 5872 del 2007 si indicava un'affiliazione dell'IRB e dello IOR all'USI. L'affiliazione chiude il cerchio della strategia portata avanti dall'USI e sostenuta dal Gran Consiglio con la creazione della facoltà di scienze biomediche. Essa va a completare il master in medicina umana dotandolo di un polo di formazione e ricerca in ambito biomedico all'avanguardia e riconosciuto per la qualità del lavoro, sia a livello nazionale, sia internazionale. L'affiliazione permetterà inoltre allo IOR di ottenere lo statuto universitario, ricevendo così attraverso l'USI i sussidi federali. L'art. 12 della LUSI/SUPSI indica le modalità dell'affiliazione e in particolare al cpv. 4 si dice che compete al Gran Consiglio statuire sull'affiliazione quando, come in questo caso, vi sia un impatto finanziario per il Cantone. Il collega Käppeli ha ricordato che il contributo

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del Cantone sarà incrementato per fare in modo che si continui a ottenere i sussidi federali secondo l'art. 15. cpv. 4 lett. b) della LPRI. Dal 2017 lo IOR sarà incluso nel contratto di prestazioni dell'USI. Nel messaggio si indica che il Consiglio di Stato ha la facoltà di valutare in sede di preventivo l'opportunità di suddividere il contributo con la gestione corrente e il Fondo Swisslos. Il PS ha sempre sostenuto la facoltà di scienze biomediche e saluta con favore l'affiliazione dello IOR, che conclude un percorso iniziato quasi dieci anni fa. Voteremo il rapporto dei colleghi Fonio e Käppeli. MERLO T., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO I VERDI - Senza nulla togliere all'ottimo lavoro scientifico svolto dallo IOR – auspichiamo fortemente che tale eccellenza possa perdurare anche in futuro attraverso la garanzia dell'indispensabile libertà della ricerca – ci permettiamo di proporre alcune riflessioni a fronte dei consensi unanimi fin qui manifestati. Il messaggio governativo contiene un capitoletto intitolato Problemi e opportunità dell'affiliazione. Mentre gli aspetti positivi sono stati illustrati ampiamente, non vi è traccia di quelli negativi nel testo del messaggio, né altrove. Le richieste di avere lumi in merito sono rimaste inevase, mentre reputo che sarebbe stato molto interessante e decisamente più salutare poter prendere una decisione di merito avendo ben chiari anche gli aspetti critici che sono presenti per forza di cose in ogni progetto e impresa umana. Quando tutto sembra troppo bello per essere vero di solito è effettivamente così. L'altro aspetto che mi fa tentennare è il clima da occasione dell'ultimo minuto: sembra che si debba per forza fare presto e sbrigarsi a concludere l'affiliazione, altrimenti si perderanno i nuovi finanziamenti da Berna. Tali finanziamenti, se non erro, sono stati accordati col presupposto che l'affiliazione ci sarebbe stata. Fa inoltre un effetto un po' strano veder spingere verso un'unione fra pubblico e privato chi in altre occasioni tale dinamica l'ha sempre vista come un pugno in un occhio. Voglio ricordare che le scoperte dello IOR saranno poi commercializzate dai privati, perché – mi dispiaccio per l'inevitabile tono da sentenza senza appello – solo i privati hanno le capacità finanziarie per tradurre le idee in denaro. Sull'opportunità, o piuttosto la "non opportunità", di stanziare un contributo cantonale di gestione attingendo al Fondo Swisslos, ha già attirato l'attenzione il rapporto commissionale. Siamo concordi riguardo alla necessità di tenere la guardia alta contro un possibile prosciugamento del fondo. Infine, una considerazione di principio: il nostro Cantone indirizza una parte troppo grande dei fondi per l'educazione alla formazione universitaria, mentre a quella di base ne va una troppo esigua. A fronte di una media nazionale del 45.9%, in Ticino solo il 41% del budget va alla scuola dell'obbligo. Tale divario prima o poi si farà sentire pesantemente: non ha senso costruire una torre altissima se le fondamenta non sono più che solide. La scuola dell'obbligo merita più attenzione e maggiori risorse, anche perché se vogliamo arrivare a produrre ricercatori di punta, luminari delle arti e delle scienze, inventori e premi Nobel, donne e uomini al vertice, dobbiamo investire prima di tutto nelle basi della formazione. Espresse tali riflessioni – intese idealmente ad accompagnare lo IOR in un futuro che ci auguriamo continui a essere radioso – il nostro gruppo lascia libertà di voto ai propri parlamentari.

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BERTOLI M., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELL'EDUCAZIONE, DELLA CULTURA E DELLO SPORT - Sarò breve e non ripeterò le parole positive riguardo a quest'affiliazione. Lo IOR e l'IRB sono destinati a breve-medio termine a diventare la costola di ricerca della facoltà di scienze biomediche. La parte di formazione sarà assunta dalla scuola di master che si aprirà appena possibile. Si prevede che l'anno prossimo gli studenti che poi la frequenteranno inizieranno altrove a conseguire il bachelor. Stiamo costruendo la facoltà di scienze biomediche. Si tratta di una sfida estremamente impegnativa e quanto in discussione oggi rappresenta un tassello di tale lavoro. Voglio soffermarmi su due questioni. Al di là delle opportune sottolineature della positività di quest'affiliazione, la questione più discussa oggi è quella del rapporto pubblico/privato. Credo sia importante chiarire la differenza esistente tra il discorso che investe il settore sanitario e ospedaliero (oggi gestito sia dal pubblico, sia dal privato, ma da tutti ritenuto parte integrante del servizio pubblico) e quello riferito all'organizzazione della ricerca e al lavoro che permette di avere un ritorno a livello commerciale. È importante fare una distinzione fra gli istituti di ricerca pubblici e quelli privati. Questi ultimi lavorano per profitto. Studiano per esempio i medicinali utili a essere commercializzati. Fanno scelte precise. Non si occupano, per esempio, di medicinali per malattie rare o che non hanno un ritorno interessante dal profilo finanziario. Gli istituti pubblici, per fortuna, fanno invece una ricerca più ad ampio raggio. Quando ottengono risultati, hanno bisogno di qualcuno che commercializzi le scoperte, in modo che dalla ricerca si passi ai prodotti di mercato. Ciò, normalmente è fatto da ditte apposite, perché lo Stato non lo fa "per mestiere", non lo ha mai fatto. È per tale motivo che c'è un rapporto fra tra IOR, IRB e Humabs SA, che si occupa della parte di commercializzazione. L'altra questione è quella del Fondo Swisslos. Sarei il primo a essere contento di poter utilizzare solo i fondi del budget dello Stato per finanziare anche quest'operazione. In passato però è stata fatta la scelta di utilizzare in parte il Fondo Swisslos. Il mese scorso, sempre in questa sede, abbiamo discusso dell'opportunità di utilizzare, in tempi di vacche magre, le cospicue riserve dei vari fondi. Le riserve del Fondo Swisslos sono lì per essere utilizzate. Naturalmente ciò dev'essere coerente con gli impegni presi. Non bisogna togliere nulla a chi fa capo in maniera ordinaria a tale fondo. I progetti che hanno una durata limitata nel tempo, nel senso che cominciano con un finanziamento di questo tipo e poi continueranno con uno cantonale, si prestano bene a tali operazioni. L'idea è che in pochi anni si arrivi al finanziamento completo da parte del Cantone sotto l'egida della nuova facoltà di scienze biomediche, sgravando così il Fondo Swisslos da questo onere. Sono contento che il sostegno all'affiliazione sia corale e credo che ciò sia anche da interpretare come un sostegno alla crescita dell'USI e alla nascita della facoltà di scienze biomediche. SANVIDO P. - Come da legge sul Gran Consiglio e sui rapporti col Consiglio di Stato (LGC), non voterò lo scarico. A pag. 5 del rapporto c'è un passaggio che chiarisce gli impegni che erano attribuiti all'EOC in modo errato; ringrazio i relatori per avere fatto chiarezza. Sottolineo come una volta completata l'affiliazione all'interno dell'USI i finanziamenti previsti da parte dell'EOC saranno azzerati come da accordi. La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa. Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 62 voti favorevoli e 1 contrario.

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Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del disegno di legge annesso al messaggio governativo sono accolti con 64 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Balli - Bang - Battaglioni - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Cedraschi - Celio - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa - Ducry - Durisch - Foletti - Fonio - Franscella - Frapolli - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Gianora - Giudici - Guerra - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Mattei - Minoretti - Minotti - Pagani G. - Pagani L. - Pagnamenta - Pamini - Passalia - Pedrazzini - Pellanda - Pini - Polli - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Robbiani - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi - Zanini

Si pronuncia contro: Merlo

Si astiene: Patuzzi 5. INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 9 MAGGIO 2016 PRESENTATA NELLA

FORMA ELABORATA DA GIORGIO FONIO E COFIRMATARI PER LA MODIFICA DELL'ART. 146 LGC "EVITIAMO LE PERDITE DI TEMPO"

Rapporto del 12 settembre 2016 Ai sensi dell'art. 134 LGC, le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta. Conclusioni del rapporto della Commissione speciale per la revisione della legge sul Gran Consiglio: si chiede al Parlamento di accogliere l'iniziativa approvando il disegno di legge annesso al rapporto medesimo. Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 60 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni. L'iniziativa è pertanto accolta. Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del disegno di legge annesso al rapporto commissionale sono accolti con 58 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni. Dettaglio della votazione (art. 146 cpv. 7 LGC)

Si pronunciano a favore: Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Balli - Bang - Battaglioni - Beretta Piccoli - Bignasca - Campana - Canepa - Caprara - Cedraschi - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - Ducry - Fonio - Franscella - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta -

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Ghisolfi - Gianora - Giudici - Guerra - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati Grassi - Maggi - Mattei - Minoretti - Minotti - Pagani G. - Pagani L. - Pagnamenta - Pamini - Passalia - Patuzzi - Peduzzi - Pellanda - Pini - Polli - Pugno Ghirlanda - Quadranti - Sanvido - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Zanini

Si pronunciano contro: Foletti - Frapolli - Merlo - Robbiani - Viscardi

Si astengono: Agustoni - Celio 6. CHIUSURA DELLA SEDUTA E RINVIO Alle ore 19:10 la seduta è tolta e il Gran Consiglio è riconvocato per lunedì 7 novembre 2016. Per il Gran Consiglio:

Il Presidente, Fabio Badasci Il Segretario generale, Gionata P. Buzzini