SEDUTA STRAORDINARIA DI VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009 fileOrdine del giorno n. 2073 in merito agli...

Atti consiliari Regione Lombardia VIII LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA STRAORDINARIA N. 144 DEL 18 DICEMBRE 2009

144

SEDUTA STRAORDINARIA DI VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DE CAPITANI

INDI DEL

VICE PRESIDENTE CIPRIANO

INDI DEL

PRESIDENTE DE CAPITANI

INDICE

Congedi .............................................................................................................................................1

Comunicazioni del Presidente .........................................................................................................1

Comunicazione del Presidente della Giunta, ai sensi dell’articolo 62 del Regolamento generale, sulla vicenda dell’Assessore Pier Gianni Prosperini.

⎯ Roberto Formigoni - Presidente della Giunta..............................................................................2

⎯ Carlo Porcari................................................................................................................................3

⎯ Maria Grazia Fabrizio..................................................................................................................5

⎯ Mario Agostinelli.........................................................................................................................5

⎯ Carlo Monguzzi ...........................................................................................................................7


⎯ Silvia Ferretto Clementi .............................................................................................................. 8

⎯ Marco Cipriano ........................................................................................................................... 9

⎯ Alessandro Cè ............................................................................................................................. 9

⎯ Luciano Muhlbauer................................................................................................................... 10

⎯ Elisabetta Fatuzzo ..................................................................................................................... 11

⎯ Roberto Alboni ......................................................................................................................... 12

⎯ Paolo Valentini Puccitelli ......................................................................................................... 13

Risposte scritte ad interrogazioni (annunzio) .............................................................................. 14

Comunicazioni del Presidente ...................................................................................................... 14

⎯ Carlo Monguzzi ........................................................................................................................ 16

⎯ Alessandro Cè ........................................................................................................................... 16

⎯ Paolo Valentini Puccitelli ......................................................................................................... 18

⎯ Alessandro Cè ........................................................................................................................... 18

Dibattito in merito alla situazione amianto in Lombardia

Ordine del giorno n. 2073 in merito agli aspetti sanitari e agli obiettivi previsti dal PRAL (Piano Regionale Amianto Lombardia) (DCR VII/0940).

Annunzio.......................................................................................................................................... 19

Svolgimento

⎯ Carlo Monguzzi ........................................................................................................................ 20


⎯ Arturo Squassina....................................................................................................................... 23

⎯ Fortunato Pedrazzi .................................................................................................................... 25

⎯ Osvaldo Squassina .................................................................................................................... 25

⎯ Lorenzo Demartini .................................................................................................................... 28

⎯ Maria Grazia Fabrizio ............................................................................................................... 29

⎯ Massimo Buscemi - Assessore.................................................................................................. 30

⎯ Luciano Bresciani - Assessore .................................................................................................. 33

Dichiarazioni di voto

⎯ Francesco Fiori ......................................................................................................................... 36

⎯ Carlo Porcari ............................................................................................................................. 37


Votazione ......................................................................................................................................... 39

Interrogazioni, interpellanze e mozioni (annunzio)..................................................................... 39

Allegati

Interpellanze annunziate.................................................................................................................. 42


Interrogazioni annunziate.................................................................................................................43

Mozioni annunziate..........................................................................................................................49

Interrogazioni a risposta scritta e relative risposte ...........................................................................54

Ordine del giorno approvato ............................................................................................................57

Verbale di votazione ........................................................................................................................58


1

(La seduta inizia alle ore 10.37)

PRESIDENTE

Buongiorno. Dichiaro aperta la seduta.

Diamo inizio alla seduta straordinaria di venerdì 18 dicembre 2009, convocata ai sensi del secondo comma dell’articolo 54 del Regolamento generale, su richiesta dei Consiglieri Monguzzi, Muhlbauer, Porcari, Saponaro, Agostinelli, Squassina Osvaldo, Civati, Concordati, Sarfatti e Storti.

Congedi

PRESIDENTE

Comunico che per la seduta straordinaria odierna sono pervenute le seguenti richieste di congedo.

Per motivi di salute: Uslenghi

per impegni istituzionali: Boni - Lucchini - Maccari - Peroni - Quadrini - Scotti - Spreafico

per motivi personali: Bonetti Baroggi - Frosio - Sala

Se non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati ai sensi dell’articolo 63 del Regola-mento generale.

Comunicazione del Presidente

PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta ha assunto, in data 17 dicembre 2009, il decreto n. 14148, con il quale avoca a sé le funzioni e le competenze connesse alla nomina ad Assessore ai Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza.

&A 18008

Comunicazione del Presidente della Giunta, ai sensi dell’articolo 62 del Regolamento generale, sulla vicenda dell’Assessore Pier Gianni Prosperini.

PRESIDENTE

Sulla vicenda dell’Assessore Pier Gianni Prosperini, il Presidente della Giunta, Formigoni, intende


2

fare una comunicazione all’aula.

A seguito della comunicazione del Presidente Formigoni, nella riunione dei Capigruppo si è con-cordato di aprire il dibattito in aula. Ogni Gruppo consiliare avrà a disposizione tre minuti; mezzo mi-nuto in più potrà essere tollerato ma, passato quello, sarò costretto a togliere la parola.

La parola al Presidente della Giunta, Formigoni.

FORMIGONI Roberto

Signor Presidente, signori Consiglieri, intervengo dunque, come avevo preannunciato nella giorna-ta di ieri, sulle vicende relative all’Assessore Pier Gianni Prosperini.

I fatti sono ampiamente noti e quindi non ritengo necessario ricordarli, anche perché nel corso di queste ore sono emersi molti particolari anche attraverso un ampio utilizzo di intercettazioni di vario tipo, materiale di per sé coperto da segreto istruttorio e che quindi non dovrebbe essere divulgato per-ché perlomeno largamente incompleto.

Spetta ora al Magistrato inquirente dimostrare l’eventuale effettiva colpevolezza del nostro Colle-ga, perché così stabiliscono le regole della civiltà giuridica. Noi seguiremo tale attività come sempre con attenzione e rispetto, ben sapendo tuttavia che molto spesso ciò che appare evidente e solare come colpevolezza all’inizio delle vicende viene poi rovesciato nel corso del dibattimento.

Ci sono esempi recentissimi, uno nella stessa giornata di ieri, dove una persona, unanimemente in-dicata dal sistema mediatico giudiziario come colpevole e già condannata in anticipo, è risultata poi completamente innocente ed è stata scagionata.

Ma ci sono esempi clamorosi anche nel campo di persone che svolgono l’attività politica.

Ad esempio la nostra Collega nella legislatura 1995/2000 Milena Bertani, che certamente ricorde-rete, arrestata per presunta flagranza di reato, fu costretta a dimettersi, ad allontanarsi dalla vita politi-ca per essere poi completamente scagionata e riconosciuta innocente a nove anni di distanza.

L’ex Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, anch’egli arrestato con enorme clamore e rinviato a giudizio dopo oltre un anno con prove sulla cui fondatezza i magistrati si dovranno esprimere.

Per assonanza di territorio, voglio poi ricordare la Giunta Salini, Giunta regionale dell’Abruzzo ne-gli anni 1992/1993, arrestata e tradotta in carcere nella sua interezza e completamente scagionata anch’essa negli anni successivi.

Ricordo questi episodi, e se ne potrebbero citare molti altri, semplicemente per far presente a tutti noi, a me per primo, e all’opinione pubblica che siamo all’inizio di un procedimento nel quale la Pub-blica Accusa dovrà tentare di dimostrare la colpevolezza della persona, la Difesa avrà modo di argo-mentare, e soltanto alla fine si vedrà eventualmente la colpevolezza effettiva della persona.

Credo che in questo momento dobbiamo sempre esercitare l’arte insieme laica e religiosa del dub-bio, sapendo che nella nostra civiltà giuridica la persona è e rimane innocente fino a prova provata del contrario e fino a sentenza definitiva emessa.

Ho già espresso ieri solidarietà a Pier Gianni Prosperini, gli rinnovo oggi gli auguri di poter colla-borare con la Magistratura giudicante nel dimostrare la propria innocenza e la propria estraneità. Cre-do che sia anche opportuno chiedere la maggior rapidità possibile nelle valutazioni e negli atti, per ri-spetto non solo della persona e delle persone in genere ma anche tenendo conto del periodo partico-larmente delicato che, come ognuno sa, stiamo attraversando.

Voglio sottolineare ancora e ricordare che, per quanto concerne le procedure oggetto di indagine e direttamente attinenti l’attività istituzionale di Regione Lombardia, già nel 2008 avevamo attivato il si-


3

stema di auditing e controllo interno sulla procedura in oggetto. Questa attività di indagine non aveva evidenziato nessuna irregolarità relativamente alle procedure, di aggiudicazione dei servizi messi a ga-ra, poste in atto dalle strutture amministrative regionali.

Insisto: nessuna irregolarità era stata rilevata nelle procedure di aggiudicazione dei servizi messi a gara; questo non toglie che eventualmente possano esserci state irregolarità esterne a questo procedi-mento di gara svolto da Regione Lombardia, e su questo punto sarà la Magistratura a indagare e a pro-nunciarsi.

Peraltro nella giornata di ieri ho immediatamente dato disposizioni per effettuare ulteriori controlli e verifiche, che credo potranno contribuire in modo fattivo all’accertamento della verità dei fatti e che saranno a disposizione, oltre che della Magistratura, sia della Giunta sia del Consiglio regionale.

Vi informo anche che, nell’ambito di queste attività di accertamento, volte a garantire quell’as-soluta trasparenza che da sempre costituisce uno degli obiettivi della nostra azione, nella giornata di ieri ho dato disposizioni di attivare un fermo amministrativo che blocchi, in via cautelativa, i flussi fi-nanziari relativi ai contratti in questione.

Infine nella giornata di ieri ho trasmesso al Presidente De Capitani il decreto da me firmato che di-spone l’assunzione da parte mia dell’esercizio di tutte le funzioni e attività connesse all’ambito delle materie oggetto dell’incarico assessorile già attribuito a Pier Gianni Prosperini.

Questo è tutto.

PRESIDENTE

Grazie Presidente. Ci sono dieci iscritti a parlare, prego di essere rispettosi dei tempi che ci siamo dati nella riunione dei Capigruppo. Il primo a intervenire è il Collega Porcari. Prego, ne ha facoltà.

PORCARI Carlo

Grazie Presidente. Quando la Magistratura interviene, non solo con misure estreme come quelle che hanno portato a questo dibattito ma anche quando mette sotto inchiesta esponenti delle Istituzioni, si genera il rischio di una delegittimazione non solo della persona indagata ma delle Istituzioni, quelle politiche e anche tutte le Istituzioni, compresa la Magistratura, che garantiscono il buon funzionamen-to del sistema democratico, che è basato sull’equilibrio dei poteri, sul principio che nessuno è al di so-pra della legge. Io penso che da qui bisogna partire perché c’è bisogno che la politica sappia mettere in campo delle capacità di intervento preventivo per evitare che avvengano certi fenomeni, per interveni-re prima che intervenga la Magistratura. Quello che ha detto il Presidente Formigoni nella sua lunga prima parte dell’intervento è assolutamente condivisibile e persino banale. È evidente che tutti sono innocenti fino a prova contraria, è evidente che ogni processo può finire con un colpevole o un inno-cente, ma ogni tanto capita che finiscano anche con i colpevoli; serve esattamente per far rispettare le leggi, sia che siano i cittadini comuni sia che siano esponenti delle Istituzioni.

Quindi quello che serve e quello che chiediamo anche in quest’aula al Presidente Formigoni - che dirige la Giunta regionale, che ha nominato l’Assessore Prosperini, che ha la responsabilità politica del modo in cui funziona questa Giunta - è sapere se ci si può accontentare delle cose che ha detto, assolu-tamente burocratiche, sulle procedure e se non vede quello che è avvenuto. Quello che avviene è deli-catissimo: ci avviamo a una campagna elettorale difficile e in altri luoghi, non in questa sede, si è par-lato di inchieste a orologeria. Io penso che dobbiamo metterci d’accordo su un punto: noi abbiamo bi-


4

sogno di fare una campagna elettorale serena, dove teniamo fuori le questioni giudiziarie e dove cia-scuno dà quello che può al dibattito, al confronto, perché altrimenti sarebbe una sconfitta. Cionondi-meno i temi della trasparenza, della correttezza amministrativa, sono temi eminentemente politici, di cui anche chi governa l’Istituzione deve farsi carico. Quindi è del tutto evidente che non si può ignora-re la gravità delle cose che sono state sollevate, non si può ignorare il fatto che attiene a un punto deli-catissimo, del rapporto tra gli organi di informazione, che devono dare informazioni ai cittadini su ciò che avviene in Regione e risorse pubbliche utilizzate per fare comunicazione istituzionale. Lei non era presente, ma noi abbiamo sollevato questo problema ben prima dell’inchiesta, nel Consiglio di martedì scorso, con un intervento esemplare, che inviterei a rileggere, il Presidente Adamoli con la sua saggez-za ci ha ricordato come c’è un punto delicato tra la comunicazione istituzionale e la comunicazione politica, e anche persino l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, che spesso, non nel modo in cui, in modo gravissimo, i Magistrati oggi stanno mettendo sotto accusa Prosperini, ma invece certamente - questa è una considerazione politica, del tutto evidente - accettano, usiamo questo termine, di subire un condizionamento, che è evidente in questa Regione, di cui deve farsi carico tutta la politica.

Allora la campagna elettorale sarà serena se eviteremo, in modo difensivo, di accusare la Magistra-tura di inchieste ad orologeria. Noi dobbiamo chiedere una cosa alla Magistratura: di operare celer-mente, di fare il suo dovere, non può sospendere le indagini, perché non esiste indagine che può essere sospesa per una campagna elettorale, ma ha il dovere anche di sapere che quando si aprono indagini in un periodo di campagna elettorale queste hanno una certa influenza, quindi deve mettere in condizioni alla fine gli elettori, che sono davvero sovrani, di poter esprimere un’opinione il più possibile compiu-ta su quanto sta avvenendo. Questo lo possiamo chiedere assieme, e noi non siamo interessati a fare una polemica su questo però pretendiamo, pretendiamo da parte dell’altra parte politica, in particolare di chi la guida, lo stesso atteggiamento, cioè un atteggiamento - come ha detto lei - laico, sobrio, dove si guardano i fatti, dove però non si minimizzano vicende che hanno una forte caratterizzazione politi-ca, che avrebbero meritato un dibattito più lungo di quello che ci è permesso in quest’aula, che noi siamo disposti anche a fare perché forse, se ci mettessimo d’accordo ...

PRESIDENTE

Collega, la invito al rispetto dei tempi.

PORCARI Carlo

... su come tutelare le Istituzioni tutti assieme e su come fare serenamente, in modo corretto, una buona campagna elettorale, ridaremmo un po’ di credibilità a questa Istituzione che invece rischia di essere segnata da comportamenti che ovviamente sono solo personali se saranno applicati.

PRESIDENTE

Grazie. Lei ha utilizzato il massimo che era consentito, cercherei di concentrare nei tempi che ab-biamo deciso prima.

Collega Fabrizio, ha la parola.


5

FABRIZIO Maria Grazia

Grazie Presidente. Io credo che l’unica cosa che posso fare è prendere atto della comunicazione del Presidente Formigoni e, per la verità, delle scarsissime informazioni che ci sono state date rispetto al fatto che ha generato l’arresto dell’Assessore Prosperini. Questa è la questione che a me sembra più ri-levante, da mettere sotto la lente di ingrandimento. Non sto a dire che certamente non spetta a noi giu-dicare né tanto meno emettere le sentenze, né a noi né a lei, e credo che l’aver citato casi in cui dopo il momento processuale ci sono state delle assoluzioni in qualche modo lasci sul tavolo quello che è un giudizio, che invece bisogna, noi e lei, prendere dopo che la Magistratura ha fatto il suo corso. Qui ci sono delle prove, non degli indizi, se l’arresto è avvenuto. Ora si tratta di valutare, e questo lo faranno altri, se da queste prove vengano confermati gli indizi, le colpevolezze di coloro che sono stati coin-volti.

Lei, Presidente Formigoni, ha affermato che, per quanto è al vostro esame, non c’è stata nessuna ir-regolarità. Ecco, su questo punto avrei preferito avere maggiori informazioni, per capire esattamente quello che è successo, come si è sviluppato, quali sono gli elementi che hanno portato a quel bando e, visto che ci sono dei servizi di controllo, se questi servizi di controllo sono efficaci oppure se lasciano maglie larghe che possano generare quelle che sono le perplessità e poi le prove che avrebbero portato all’arresto.

Credo che sia stato corretto da parte sua assumere gli incarichi, i compiti dell’Assessore Prosperini; come lei, abbiamo tutti bisogno di molta chiarezza e nel più breve tempo possibile, perché non penso che questa situazione possa essere un elemento utile da portarci dietro in campagna elettorale, né per noi né per voi, nel senso che anche noi abbiamo la necessità - ritengo sia una necessità condivisibile - di affermare che la macchina organizzativa, gestionale e politica di Regione Lombardia è pulita. Que-sto è quello di cui abbiamo grande necessità, solo che per farlo dobbiamo avere elementi di certezza, e quello che è capitato ci impone di essere molto attenti, di essere molto vigili perché non è un fatto irri-levante, è un fatto di portata notevole. Noi crediamo che, come in tutti i casi, la Magistratura saprà fare il suo mestiere. Lei ha citato giustamente la civiltà giuridica ed io è alla civiltà giuridica che in questo caso, come in tutti gli altri, mi affido con estrema fiducia, e su questo io credo che si possa convenire chiedendo il massimo della velocità possibile per chiudere questa partita, perché la politica assuma poi il compito di decidere che cosa fare dopo, perché alla politica spetterà il compito, sulla base di quello che sarà l’esito processuale, di capire qual è la situazione, di fotografarla e di agire di conseguenza. Questo si aspettino i cittadini lombardi e questo è il compito grave che a noi e a lei è dato di portare avanti.

PRESIDENTE

La parola al Collega Agostinelli.

AGOSTINELLI Mario

Grazie. Ovviamente siamo colpiti tutti da una ferita che non riguarda, come è stato detto nelle pri-me dichiarazioni, anche da Formigoni, soltanto l’indagato; quando è indagato un rappresentante delle Istituzioni tutti dobbiamo ergere le difese e sbarrare il campo a un coinvolgimento che per tutta la giornata di ieri per lungo tempo è stato invece rimpallato.

Le prime dichiarazioni del Presidente Formigoni sono state di inopinata forma di solidarietà e di


6

sgradita - come si po’ dire? - quasi ingiunzione nei confronti della Magistratura, come se si trattasse di un fatto esagerato rispetto a cui non c’erano elementi provati. Questa impressione, avendo io parteci-pato poi a trasmissioni televisive che si rimbalzano le emozioni, è stata estremamente negativa per quanto riguarda ad esempio l’opinione della popolazione lombarda, anziché sentirsi inserita in un con-testo di riconoscimento del valore straordinario dell’intervento della Magistratura, veniva immediata-mente inserita in un contesto elettorale. A me ad esempio non è piaciuto, nella introduzione del Presi-dente, il riferimento ancora una volta al momento particolare che abbiamo davanti. Ma la Magistratura non può tener conto né delle emozioni né degli aspetti particolari del momento, la Magistratura proce-de per tutelare i cittadini rispetto ad un’appropriazione indebita, come in questo caso, e quindi noi dob-biamo a lei il massimo di fiducia e di rispetto. Quindi, se vuole, lo dico qui perché siamo in un Consi-glio che ha un valore molto importante anche per l’esterno, non è sufficientemente riparatrice l’intervento di oggi di Formigoni rispetto invece ad un uso della comunicazione immediata, che è stata - a mio giudizio - assolutamente riprovevole. Ecco, ovviamente noi per primi siamo perché la prova rovesci alla fine l’accusa, e quindi non siamo assolutamente per individuare già oggi nei comporta-menti di Prosperini un’azione riprovevole, cioè siamo in attesa del verdetto e dei tempi della Magistra-tura.

Ho però quattro riflessioni, tutte politiche.

PRESIDENTE

Collega, lei è già trenta secondi oltre il tempo che ci eravamo fissati, quattro considerazioni sono troppe, mi consenta di dirglielo.

AGOSTINELLI Mario

No, ma faccio a tempo a farle.

PRESIDENTE

Però, le ricordo, è già fuori tempo massimo.

AGOSTINELLI Mario

Allora, la prima. È impressionante che questa vicenda riguardi la comunicazione della Regione, abbiamo già affrontato questo problema anche in un dibattito in Consiglio, una persona equilibrata come Adamoli l’ha posta, cioè Prosperini scambia - si dice almeno, però questo è il rilievo politico - i debiti con ulteriori apparizioni. Abbiamo detto più volte che c’è un problema enorme per quanto ri-guarda l’invadenza della comunicazione della Giunta all’interno del rapporto con i cittadini lombardi, e che sia esploso proprio su questo aspetto è elemento su cui riflettere.

La seconda osservazione, finisco presto. (Voci dall’aula) Guardate che non è una patologia quella che appare qui, per quanto riguarda la Regione. Formigoni lo sa, io l’ho detto con una certa crudezza.


7

PRESIDENTE

Concluda veramente o le tolgo la parola, Agostinelli, lo sappia, l’avevo già preannunciato.

AGOSTINELLI Mario

È giusto, è giusto, no, ma lei me la tolga, io ho finito. Ex Sisas, prima Santa Rita, oggi Prosperini, sono oggettivamente una escalation da cui ci si deve ritrarre. Ha fatto bene, noi l’avevamo chiesto ie-ri...

(Il Consigliere Agostinelli continua l’intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Grazie, grazie. Mi spiace, le ho tolto la parola, Agostinelli, mi spiace, l’avevo detto chiaramente. Le regole vanno rispettate anche quando si fa fatica a rispettarle.

Quindi continuiamo con gli interventi, ora è il turno del Collega Monguzzi. Prego, ha la parola.

MONGUZZI Carlo

Grazie. Riprendo le cose dette dal Collega Porcari, di cui condivido tutto l’intervento. Non condi-vido le cose che ha detto Formigoni. Ho trovato di cattivo gusto iniziare il suo intervento con i suppo-sti errori dei Giudici. Lei, Presidente, oggi ha costruito un teorema, lei ha già emesso la sentenza. Sic-come i Giudici sbagliano sempre, sbagliano anche questa volta. Io sono contro le condanne preventive, spero sinceramente - l’ho detto in tutti i modi e in tutte le salse - che Prosperini esca in fretta di galera e si dimostri persona innocente, ma sono anche contro le assoluzioni preventive. Lei ha una strana concezione della giustizia, Presidente: quando i Giudici la inquisiscono sono toghe rosse, quando l’assolvono sono la Magistratura che funziona.

C’è una questione morale in questa Regione? Io credo di sì perché l’Assessore Bresciani è una per-sona non perbene ma ultra perbene, però ci sono tonnellate di truffe nella Sanità privata. Non ho dubbi a pensare che Ponzoni sia una persona perbene però c’è una inquietante triangolazione tra il signor Grossi, la signora Gariboldi e il signor Ponzoni. Lei non lo sa, Presidente, ma il signor Ponzoni ci ha spiegato che i dodici milioni che voi avete regalato in più al signor Grossi non sono per il signor Gros-si, sono stati messi per la bonifica, solo che la bonifica la sta facendo il signor Grossi. Vede come riu-scite a non rispondere assolutamente su niente.

Un Giudice sbaglia sempre. Lei, Presidente, delegittima un potere dello Stato, che è la Magistratu-ra; ha già delegittimato totalmente il Consiglio, questo Consiglio regionale discute ormai solo di mo-zioni, cioè di garbati consigli alla Giunta, di cui la Giunta non se ne fa assolutamente niente, e di inter-rogazioni. Le risposte degli Assessori sono un fatto abbastanza divertente. Questa non è democrazia, quando l’Esecutivo delegittima tutti gli altri due poteri questa non è democrazia.

Parlate di contenuti e non di sciocchezze sui Giudici e faremo una campagna elettorale seria sui contenuti, e vincerà il migliore, cioè noi.


8

PRESIDENTE

Grazie, Collega Monguzzi. Do la parola alla Collega Ferretto Clementi, prego.

FERRETTO CLEMENTI Silvia

Grazie Presidente. Io credo che sia importante non delegittimare la Magistratura e non credo si trat-ti di arresti ad orologeria. Detto questo, però una cosa fondamentale deve essere detta. Molti hanno di-chiarato che Prosperini dovrà dimostrare la sua innocenza, ma la differenza tra uno Stato democratico e di diritto e una dittatura è, tra le altre cose, che in uno Stato democratico l’onere della prova spetta all’accusa, e quindi alla Magistratura, e non certo all’imputato ...(Interruzione)

PRESIDENTE

Collega Monguzzi, per cortesia, teniamo conto che il tempo è contingentato. Prego.

FERRETTO CLEMENTI Silvia

Come accade, appunto invece, in un regime di dittatura, dove l’onere della prova spetta sempre all’accusato. Credo che questa sia una distinzione netta, che tutti noi dobbiamo tenere presente, così deve essere tenuta presente la distinzione tra coloro che sono indagati e coloro che sono condannati, perché troppo spesso si confondono le due cose.

In Italia, purtroppo, non manca solo la certezza della pena, ma anche la certezza del diritto per le vittime, e in alcuni casi anche per gli accusati. I tempi lunghi della giustizia, infatti, sono insopportabi-li e vergognosi. È stato citato il caso dell’Assessore Bertani, alla quale hanno letteralmente distrutto la vita e che è riuscita a dimostrare la sua innocenza solo dopo nove anni di battaglie giudiziarie. E non c’è solo il caso Bertani. C’è il caso Tortora. C’è il caso di un parlamentare della Lega, l’Onorevole Brigando, il quale, accusato, si è dimesso, salvo poi rivelarsi essere assolutamente innocente. Purtrop-po, alla fine, nessuno paga per degli errori così clamorosi e spesso neanche per gli altri. Certo, accanto a questi casi di malagiustizia, è giusto ricordare che ci sono tanti altri che dopo essere stati imputati, sono stati poi anche condannati con sentenza definitiva; e tanti altri ancora che, dopo essere stati impu-tati e arrestati, hanno patteggiato, dimostrando così che non si trattava certo di una montatura da parte della Magistratura.

Io sulla vicenda di Prosperini sono anche un po’ a disagio perché, come tutti sapete, le campagne elettorali più dure sono quelle che si fanno all’interno e il suo avversario in campagna elettorale sono sempre stata io. Nelle sue campagne elettorali, Prosperini, non ha mai badato a spese e, contro di me, si è in tante circostanze servito di mezzi che non sono sempre stati dei migliori. Nei miei confronti ha spesso utilizzato, infatti, parole e insulti, non solo in privato, ma anche in pubblico e in televisione.

Comunque, detto questo, il mio codice cavalleresco, così come mi ha impedito di infierire ieri sull’Assessore La Russa, mi impedisce oggi di intervenire ulteriormente sulla vicenda di Prosperini.


9

PRESIDENTE

Grazie a lei. È ora il turno del Vice Presidente Cipriano. Prego, ha la parola.

CIPRIANO Marco

Grazie Presidente. Credo che già un primo risultato l’arresto dell’Assessore Prosperini l’abbia otte-nuto, abbiamo avuto la fortuna di avere, anche se per pochi minuti, il Presidente Formigoni in quest’a-ula. Ricordo che ieri e l’altro ieri, quando abbiamo votato il bilancio e la legge finanziaria, il Presiden-te Formigoni non si è fatto vedere. Quindi un primo risultato c’è stato. Speravo non ci volesse l’arresto di un Assessore per averlo in aula ma è così, dopodiché io non ho problemi, perché ho grande rispetto anche della squadra, vedo il Vice Presidente Rossoni che interloquisce con il Consiglio, e gliene do at-to, in modo egregio rispetto ad altri suoi Colleghi, a partire dal Presidente, quindi io svolgo ugualmen-te il mio breve intervento.

La questione riguarda un soggetto e un oggetto. Sul soggetto non mi esprimo perché vale quello che - penso - tutti quanti, in modo unanime in quest’aula, noi pensiamo. Per quanto riguarda l’oggetto, vorrei segnalare che mi sarei aspettato che il Presidente della Giunta dicesse qualcosa; l’oggetto ri-guarda, dai giornali naturalmente perché io non ho le carte che ha il Presidente Formigoni, perché ve-do che ha dichiarato che: “almeno per le carte che conosco, l’arresto di Prosperini non mi sembra mo-tivato, non sono preoccupato, non credo che sarà facile per i Magistrati dimostrare la sua colpevolezza. Come è noto, il Magistrato inquirente deve dimostrare la colpevolezza nell’indagine e non viceversa”. Si tratta di una dichiarazione virgolettata, che il Presidente Formigoni oggi nella sua comunicazione ha smentito. Questo mi fa piacere, avrei preferito che mandasse anche una smentita al giornale in que-stione, che riporta questa dichiarazione virgolettata. Quindi credo che ci sia qualcosa da dire sull’og-getto. Io auspico in una prossima occasione, non pretendo che lo faccia oggi, il Presidente ci dica una cosa. Da un breve calcolo che ho fatto, spulciando le UPB del bilancio, che sono molto oscure, ho ri-cavato, da quanto mi risulta, che la Giunta regionale spende per la comunicazione all’incirca 152 mi-lioni di euro. Questa è la cifra, poi correggetemi se sbaglio, io ho tutte le UPB, quindi eventualmente ci confrontiamo sui numeri. Dico questo sapendo che la mia considerazione verso i giornalisti è nota, quindi non mi scandalizza se i giornalisti sono usciti, giustamente, per fare altro e non dare risalto a quello che succede in quest’aula, ma credo che alla luce di questo, preannuncio anche come Vice Pre-sidente, che sul piano della comunicazione del Consiglio avrò delle considerazioni e delle proposte da fare in merito a tutta questa vicenda. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, anche perché ha rispettato esattamente i tempi. Proseguiamo. È previsto ora l’inter-vento del Collega Cè. Prego, ne ha facoltà.

CE’ Alessandro

Grazie Presidente. Allora, Presidente Formigoni, noi da lei oggi ci saremmo aspettati dei particolari in più sull’istruttoria istituzionale da lei svolta, ma come al solito lei ci ha detto: noi abbiamo fatto


10

un’istruttoria, non è risultato nulla, adesso ne faremo un’altra più approfondita. Come al solito, i risul-tati arriveranno fra sei mesi, a fine legislatura. Poi ho constatato che la sua più grande preoccupazione è stata quella delle intercettazioni, della pubblicità - se vogliamo - delle intercettazioni. Ma, come ben sappiamo, lei, e anche il Presidente Berlusconi, sono preoccupati delle intercettazioni. Noi ci saremmo aspettati che lei fosse preoccupato... è inutile che rida, la verità è questa, è ben presente a tutti. Noi ci saremmo aspettati che lei fosse preoccupato di come viene utilizzato il denaro pubblico, a favore dei cittadini. Ma questa preoccupazione lei non l’ha minimamente citata.

Terzo punto: ci saremmo aspettati maggiore rispetto della Magistratura. L’ha già detto Porcari, è banale parlare di presunzione di innocenza, tutti la pensiamo in questo modo, però lei non dovrebbe sottovalutare che l’arresto deve essere motivato da tre questioni, che non andiamo neanche a toccare perché le conoscono tutti, e in questo caso l’inquinamento delle prove sembra essere evidente. E allora perché non parlare anche di questo e non rispettare in tutto e per tutto l’attività della Magistratura?

Poi l’ultima cosa, è già stata toccata da Monguzzi ma la voglio ripetere anch’io. Caro Presidente, questo non è un caso isolato, è l’ennesimo episodio di mala gestione della cosa pubblica, della quale lei è responsabile protagonista. La Regione Lombardia è caratterizzata, negli ultimi anni, da un ripe-tersi di episodi molto gravi, di pessima amministrazione: truffe, falso ideologico nella Sanità, nella formazione, nelle cave, bonifiche, tutte cose che di giorno in giorno ci troviamo a discutere in quest’aula. Lei avrebbe dovuto dirci qualcosa da molto tempo su questo, però ha sempre sostenuto che la Regione svolge egregiamente il proprio compito, e invece la verità è che la Regione non controlla nulla, ammesso - e io non ne sono convinto - che non ci siano invece responsabilità ancora più gravi di quelle dell’assenza di controllo. Per cui questo sta diventando, anzi è diventato secondo me, assoluta-mente il marchio della sua attività politica. Lei, chiamato continuamente a rispondere di cattiva ammi-nistrazione e di cattiva gestione del denaro pubblico, delle truffe che succedono, e che ci rinnova il ri-tornello “Ma noi siamo estranei”; la Regione si costituirà Parte Civile.

L’altra cosa che le vorrei ricordare è che non sono estranee indagini e coinvolgimenti della Magi-stratura rispetto ad altri Assessori, e che sono estesissimi, caro Presidente, i conflitti di interesse fra la sua Giunta e i grossi gruppi imprenditoriali che lavorano in questa Regione. Ecco, su questo ci sarem-mo aspettati una risposta, non sicuramente nella comunicazione di oggi, ma una risposta generale. Ec-co, per questi motivi io sono assolutamente insoddisfatto del discorso che lei ha fatto questa mattina.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Cè. Ora la parola al Collega Muhlbauer. Prego, ha la parola.

MUHLBAUER Luciano

Grazie Presidente. È vero, oggi il Presidente Formigoni ha lanciato un altro attacco preventivo alla Magistratura, facendo intendere che probabilmente poi si dimostrerà che l’Assessore Prosperini non c’entra nulla. Però prendiamo anche atto che, al di là di questo fumo, vi è un dato di fatto che è un cambiamento sostanzioso rispetto a ieri. Ieri mattina il Presidente non è venuto in quest’aula, ieri mat-tina il Presidente ha consegnato delle parole chiare alla stampa, dicendo che l’arresto era immotivato. Parole oggi non ripetute, anzi confermate dagli atti e dai fatti che sono stati chiesti invece ieri da noi e da altri Gruppi: il ritiro delle deleghe all’Assessore Prosperini; disposizioni di ulteriori indagini su quello che succede alla Direzione Generale; il fermo amministrativo dei contratti in essere e così via. Io credo che evidentemente la stampa abbia fatto bene a far conoscere quelle che sono le motivazioni del Gip e far sentire qualche intercettazione, perché così anche il Presidente Formigoni si è convinto


11

che le sue parole di ieri erano un po’ incaute, perché probabilmente quanto è stato messo sul piatto dai Magistrati sono cose serie e meriterebbero molta più attenzione anche da parte della Regione Lombar-dia, perché se è vero che la Magistratura deve processare è vero che l’Amministrazione deve ammini-strare. E se vi è un dubbio fondato, anche soltanto un dubbio fondato, che dentro la propria Ammini-strazione ci sono cose che non funzionano, che ci può essere un coinvolgimento finanche nelle massi-me strutture della Direzione Generale, allora va promossa non un’indagine supplementare, che dica semplicemente: “Tanto sono soltanto fatti esterni, se qualcosa non funziona, all’interno siamo puliti”, no, che ricominci daccapo perché il problema non è convincere qualcuno all’interno del Consiglio, il problema è convincere i cittadini e le cittadine di questa Regione che Regione Lombardia è pulita e che non ci sia una questione morale. Noi invece riteniamo che quanto accaduto in questi giorni sia un’ulteriore conferma che in Regione Lombardia c’è il rischio di una questione morale. Quindi c’è un dovere politico-istituzionale per fugare questo dubbio, dunque dire ai cittadini: non è vero che arrivano gli avvisi di garanzia perché qualcuno usa i soldi dei cittadini per farsi pubblicità elettorale; non è vero che c’è un coinvolgimento di Regione Lombardia per cui non si capisce bene dove vanno a finire i soldi delle bonifiche; non è vero che c’è un coinvolgimento di Regione Lombardia in varie truffe della Sanità. Queste cose non sono processi mediatici, sono cose presenti tra i cittadini e noi riteniamo che l’Amministrazione regionale, la Presidenza di questa Regione abbia il dovere di rispondere a questa esigenza dei cittadini, e dunque di promuovere una indagine interna seria, non solo nell’Assessorato coinvolto ma in tutti gli Assessorati che facciano operazione di trasparenza. Se c’è nulla da nasconde-re, se Regione Lombardia è pulita, e crediamo che sia nell’interesse di tutti dimostrare questo, se così è, oppure di fare pulizia se così non è, quindi vuol dire fare operazione di trasparenza, non semplice-mente alzare un fumo, un attacco preventivo che dice: “Tanto i Magistrati sbagliano sempre”, senza però convincere nessuno che non ci sia una questione morale.

Presidente Formigoni, noi siamo da sempre convinti che non si fanno le campagne elettorali con la giustizia però, per favore, non si usino le campagne elettorali per chiedere che non si faccia giustizia; se c’è qualcosa che non funziona, se c’è qualcuno che ha fatto cose che non doveva fare, se sono stati sottratti dei fondi ai cittadini, o sono stati usati illegalmente, questo va accertato e punito in qualsiasi momento, campagna elettorale sì o campagna elettorale no. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Intervento ora della Collega Fatuzzo. Prego, ha la parola.

FATUZZO Elisabetta

Grazie Presidente. Francamente ho ascoltato attentamente il Presidente Formigoni e non ho sentito parole di attacco alla Magistratura, forse non ho sentito bene, ma credo che ricordare che a volte le in-dagini, i processi finiscono con il provare l’innocenza di una persona, non significhi affatto non avere fiducia nella Magistratura, anzi significa che occorre lasciare lavorare la Magistratura serenamente e non avere dei pregiudizi. Il problema è che oggi - e ho apprezzato moltissimo anche l’intervento del capogruppo del PD, Porcari, il sistema mediatico porta noi, tutti i cittadini, a condannare una persona senza che ancora la Magistratura abbia terminato le indagini. La cosa grave, che il Presidente non ha ricordato ma io ero in trasmissione, in televisione ieri, e invece ritengo importante sottolinearlo, è che è vero che la politica non deve interferire con la Magistratura, non deve attaccare la Magistratura, non bisogna parlare di Magistratura a orologeria, ma è anche vero che forse la Magistratura deve comincia-re a guardare al proprio interno e cercare di autorisolvere le proprie falle, perché non è possibile che una persona non sappia del proprio arresto quando invece lo sanno già le agenzie di stampa; che le a-


12

genzie di stampa sappiano che di lì a pochi minuti o a poche ore una persona verrà arrestata è una cosa veramente pazzesca, cioè siamo arrivati veramente a dei livelli di inciviltà. Da questo punto di vista forse una riforma della giustizia dovrebbe andare a toccare questi temi. Come è possibile che escano pezzi di intercettazione? Allora o escono tutte intere e il cittadino può farsi un’idea completa o non si possono far uscire o consentire che ciò avvenga, perché è chiaro che nessuno è contento di questo, non credo che i Magistrati siano felici di vedere le intercettazioni riportate dai giornali, ma forse qualche controllo in più all’interno delle Procure ci dovrebbe essere. Forse un’altra riforma della giustizia sa-rebbe quella che dovrebbe stabilire una presunzione di innocenza. Oggi tutti noi erroneamente diciamo che il nostro codice penale prevede una presunzione di innocenza, in realtà il nostro codice prevede una presunzione di non colpevolezza, che è una cosa ben diversa, è la prima cosa che insegnano all’Università, quando di inizia a fare diritto penale, è una cosa ben diversa, cioè la presunzione di non colpevolezza lascia intatto il dubbio, la presunzione di innocenza vuol dire che una persona è innocen-te, non ci deve essere il minimo dubbio, fino a che non venga provato qualcosa di diverso. Questo è un retaggio che nel nostro sistema penale è rimasto, dagli anni Venti purtroppo, perché c’era un clima dif-ferente, forse sarebbe il caso di affermare più chiaramente la presunzione di innocenza. Per cui credo che il nostro compito sia non utilizzare quello che è successo al Collega Prosperini per fare campagna elettorale, né da una parte e né dall’altra. Per questo ho apprezzato i toni sia del Presidente Formigoni che del Collega Porcari, e intendo rimanere anch’io su questa linea. Per cui io esprimo la mia solida-rietà personale al Collega Prosperini e invito la Magistratura a fare il più presto possibile perché si possa fare luce sulla questione in una direzione o nell’altra, ma che si dia certezza ai cittadini.

PRESIDENTE

Grazie. La parola al Collega Alboni.

ALBONI Roberto

Grazie, Presidente. Io approfitto per ringraziare il Presidente Formigoni al quale non devo chiedere di aggiungere nulla a ciò che ha già detto, è stato esaustivo secondo me. Prendo spunto da un paio di virgolettate, in questo mio brevissimo intervento, proprio per far capire qual è prima di tutto il mio e il nostro stato d’animo e in quanto noi crediamo all’uomo Prosperini: “Voglio che il coordinatore Igna-zio La Russa e il Presidente Formigoni lo sappiano, devono avere fiducia in me perché sono innocente, e poi la cosa più importante è che mi senta il PM”. E ancora: “Ero in Consiglio regionale quando sono stato chiamato dall’ufficio, quando sono arrivato c’era quest’ordine di perquisizione e io l’ho fatta tranquillamente incominciare prima ancora che arrivassero gli avvocati, poi siamo andati a casa mia e a quel punto sono stato chiamato da Roberto Poletti di Telelombardia, che mi ha detto che le agenzie parlavano del mio arresto. Ho chiamato mia moglie, anche lei l’aveva saputo dalla televisione, “ma perché non me l’hai detto?” mi ha chiesto, cosa dovevo rispondere? “Perché non lo sapevo neanche io”, non ho potuto dire di star bene ma sono tranquillo”.

Io credo che in queste parole si raccolga un po’ non solo lo stato d’animo dell’uomo Prosperini, ma di tutti quelli che vogliono stare intorno a lui interessati alla massima celerità della Magistratura, che vogliono solidalizzare con lui, che non vogliono avere più dubbi, che non accettano magari le conco-mitanze, visto che ne ho sentito parlare prima, vicinanza alle campagne elettorali o meno, che non ac-cettano le strumentalizzazioni, che non accettano per un fatto così spiacevole che si inneschi, non vo-glio dire una campagna elettorale, ma una contestazione di basso profilo nei confronti di Regione Lombardia, senza offendere nessuno di coloro che mi hanno preceduto.

Confido molto nella magistratura perché conosco Prosperini come uomo e sono convinto della sua


13

innocenza, contesto fortemente la forma di ciò che è accaduto e come è accaduto, i contenuti no, non è il mio compito, non sono all’altezza di farlo e non ne voglio fare certo una campagna elettorale a favo-re o contro qualcuno. Voglio solo chiedere la massima serenità a tutti i Colleghi dell’aula e ringraziar-li, perché umanamente sono vicini come me all’uomo Prosperini, e rendersi conto che quando prima sentivo parlare Agostinelli “non ci sono momenti, c’è un altro momento”, ce ne sono tanti di momenti, c’è anche il momento di Natale, non è indovinatissimo come momento ma non è una scusa. Quindi la-sciamo che le cose vadano nel verso giusto, come andranno, e sicuramente tutto si risolverà nel mi-gliore dei modi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Comunico all’aula che dopo l’intervento del Presidente Valentini Puccitelli, che è l’ultimo intervento previsto, inizieranno i lavori del Consiglio straordinario, che rispetto a quello che è l’ordine del giorno, come del resto già comunicato nella riunione dei Capigruppo, saranno preceduti da una votazione che dovremo fare sull’ammissibilità o meno della procedura d’urgenza per un progetto di legge. Il progetto di legge, per essere ammesso come urgente, dovrà ottenere i 41 voti all’interno dell’Assemblea.

La parola al Consigliere Valentini Puccitelli.

VALENTINI PUCCITELLI Paolo

Presidente, volevo fare solo tre brevissime considerazioni.

La prima, anch’io mi sono augurato nelle dichiarazioni di questi giorni che si faccia luce con chia-rezza e in maniera celere, che la Magistratura faccia come in gran parte sua consuetudine un’indagine rapida e veloce, però alcuni fatti non possono non essere sottolineati. Ha ragione la Collega Fatuzzo, che le agenzie di stampa sapessero dell’arresto di Prosperini prima del diretto interessato e che sui giornali compaiano alcuni spezzoni di intercettazioni certo non depone a favore di un clima sereno tra la Magistratura e la politica o parte della politica. Chiuso l’inciso, massima fiducia nella magistratura, come è stato detto, accanto alla solidarietà umana e personale al Collega Pier Gianni Prosperini, che io ribadisco qui e che non ho alcuna vergogna a esprimere con grande chiarezza.

Seconda considerazione, le parole del Presidente Formigoni hanno detto che la Regione Lombardia ha preso sul serio questa questione, ha messo in atto alcune misure che servono o serviranno a fare chiarezza e ha anche detto, il Presidente Formigoni, forse non è stato sottolineato abbastanza, che que-ste indagini per quello che possono servire saranno messe a disposizione della Magistratura; mi sem-bra un’assunzione di responsabilità che forse vale la pena in questo momento sottolineare.

Terzo fatto, e con questo chiudo, ho apprezzato moltissimo l’intervento del Presidente Porcari, l’intervento del Presidente Porcari vuol dire questo: gran parte della classe politica presente in questo Consiglio regionale, non solo della maggioranza ma anche dell’opposizione, quelli che probabilmente hanno più a cuore la res pubblica, l’amministrazione concepita in un certo modo, non sono disposti a scendere su un campo diverso che non sia quello del confronto politico e istituzionale. Io di questo ringrazio, questo è un sentimento e una considerazione che fa parte di questa maggioranza, vedo con piacere che ci sono parti dell’opposizione che la pensano in questo modo, siamo alla vigilia di una campagna elettorale che sarà laboriosa, il fatto che le regole del gioco siano quelle della politica e del confronto politico rende tutti più tranquilli. Io mi auguro che questo sia lo scenario che ci sarà da qui al 28/29 di marzo, giorno delle votazioni. Grazie.


14

PRESIDENTE

Grazie a lei. Abbiamo esaurito gli interventi successivi alla comunicazione del Presidente Formi-goni.

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

La Giunta regionale ha dato risposta alle sottoelencate interpellanze e interrogazioni tramite l’As-sessore indicato.

&A 13003

ITR/2458, in data 29 giugno 2009, a firma dei Consiglieri Monguzzi e Saponaro, concernente gli oneri sostenuti dalla Regione Lombardia per il progetto SISS-CRS, ha dato risposta l’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani;

&A 14004

ITR/2471, in data 23 settembre 2009, a firma del Consigliere Fabrizio, concernente i possibili in-terventi della Giunta regionale sulle modalità di gestione e riscossione della tassa rifiuti da parte del Comune di Milano, ha dato risposta l’Assessore alle Risorse, Finanze e Rapporti istituzionali, Romano Colozzi;

&A 32002

ITR/2497, in data 29 ottobre 2009, a firma del Consigliere Monguzzi, concernente il rispetto della garanzia di riservatezza nelle strutture ospedaliere nei confronti delle donne che si sottopongono all’interruzione spontanea di gravidanza, ha dato risposta l’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani;

&A 32002

ITR/2499, in data 4 novembre 2009, a firma dei Consiglieri Valmaggi, Oriani, Porcari, Gaffuri, Pe-drazzi e Squassina Arturo, concernente l’attività di vigilanza in materia di salute e di sicurezza nei luo-ghi di lavoro svolta dalle ASL e utilizzo delle risorse destinate all’attività di prevenzione e formazione, ha dato risposta l’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani;

(I relativi testi sono riportati in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

PRESIDENTE

Comunico che, con propria ordinanza del 10 dicembre 2009 (causa C-573/08 R), la Corte di Giu-stizia delle Comunità europee dispone che: “La Repubblica italiana sospende l’applicazione dell’art. 4, primo comma, della legge regionale della Regione Lombardia 30 luglio 2008, n. 24, Disciplina del re-gime di deroga previsto dall’articolo 9 della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in attuazione della legge 3 ottobre 2002, n. 221, come modificata per la stagione venatoria 2009/2010 dalla legge regionale della Regione Lombardia


15

16 settembre 2009, n. 21”.

L’Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 452 del 16 dicembre 2009, ha preso atto del cambio di denominazione della formazione politica “9103”, facente parte del Gruppo consiliare Misto, in “9103 - Unione di Centro”.

Do lettura dei componenti della Commissione d’inchiesta sull’attività di bonifica di siti contamina-ti.

Gruppi consiliari e nominativi dei componenti della Commissione d’inchiesta

Gruppo consiliare Componenti

Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Margherita Peroni - Paolo Valentini Puccitelli

Partito Democratico della Lombardia - Giuseppe Civati - Gianfranco Concordati

Lega Lombarda - Lega Nord Padania - Stefano Galli - Lorenzo Demartini

Alleanza Nazionale - Il Popolo della Libertà - Roberto Alboni Centro-Sinistra per la Lombardia - Battista Bonfanti Sinistra Democratica - Arturo Squassina Verdi e Democratici - Carlo Monguzzi U.d.C. - Gianmarco Quadrini Sinistra-Unaltralombardia - Mario Agostinelli Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Luciano Muhlbauer Comunisti Italiani per il Movimento Antifascista Italiano M.A.I. - Alberto Storti Per la Lombardia - Il Popolo della Libertà - Sveva Dalmasso Partito Pensionati - Elisabetta Fatuzzo Italia dei Valori - Stefano Zamponi

Componenti politiche Gruppo Misto Misto-9103 - Silvia Ferretto Clementi Misto-Centro popolare per le libertà - Domenico Pisani Misto-Cristiani e federalisti - Alessandro Cè

I Consiglieri Monguzzi, Benigni, Porcari, Saponaro, Civati ed Agostinelli, ai sensi dell’articolo 35 dello Statuto e dell’articolo 82 del Regolamento generale, hanno presentato la seguente nota:

«Gentilissimo Presidente,

presa visione dell’ordinanza 10 dicembre 2009 della Corte di Giustizia Europea, con la quale viene chiesto alla Repubblica italiana di sospendere l’applicazione dell’articolo 4, primo comma, della legge regionale n. 24/2008 come modificata, i sottoscritti Consiglieri, per le ragioni precisate nella relazione di accompagnamento, trasmettono il progetto di legge “Modifica della legge regionale n. 24/2008 con-cernente la disciplina del regime di deroga previsto dall’articolo 9 della Direttiva 79/409/CEE”, chie-dendone la trattazione urgente in Commissione e l’immediata trasmissione all’aula e di prevedere una seduta consiliare straordinaria da convocarsi, ai sensi del primo comma dell’articolo 82 del Regola-mento generale, il 22 dicembre 2009. Ringraziando per l’attenzione si porgono cordiali saluti».

Il progetto di legge è stato numerato come 439.

Il Regolamento prevede che ci sia la possibilità di un intervento a favore rispetto alla proposta e di un intervento contrario della durata massima di cinque minuti cadauno. Chiedo chi vuole intervenire. Monguzzi, penso che il suo sia l’intervento a favore. Prego, ha la parola.


16

MONGUZZI Carlo

Sì. La metto semplicemente sul piano delle procedure: noi abbiamo da ottemperare a un’ordinanza della Corte di Giustizia Europea. La strada che con Benigni, Porcari, Civati, Saponaro, Agostinelli e altri abbiamo indicato è quella della procedura d’urgenza; io credo che se noi approviamo oggi la pro-cedura d’urgenza e riusciamo ad approvare nel Consiglio regionale del 22 dicembre 2009 questo prov-vedimento mettiamo a posto dal punto di vista formale e dal punto di vista giuridico tutte le cose. Tra-lascio ogni considerazione di tipo ambientale e politico, perché su questo abbiamo già parlato a lungo, ci siamo già confrontati e quindi chiedo di votare a favore della richiesta di procedura d’urgenza.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Monguzzi. Ci sono interventi contrari, come previsto? Non viene utilizzata la pos-sibilità di interventi contrari, per cui prego i Colleghi di prendere posto e verificare che le postazioni siano attivate, perché questa votazione, dovendo necessitare di 41 voti a favore, verrà espletata per ap-pello nominale e con procedura elettronica.

La parola al Consigliere Cè.

CE’ Alessandro

Presidente, prima di passare alla votazione, siccome è la prima volta mi sembra che utilizziamo questo articolo del Regolamento, ho capito in linea di massima ma volevo avere la sicurezza della que-stione riguardante la votazione, chi vota a favore vota per l’urgenza, è così?

PRESIDENTE

Vota per l’urgenza, sì. E’ opportuno quello che lei ha specificato, la ringrazio per il supporto. Chia-riamo che la votazione riguarda l’ammissibilità o meno della trattazione d’urgenza in Commissione e in Consiglio per il giorno 22 dicembre 2009, a questo punto l’ordine del giorno per quella seduta con-terrebbe solo il progetto di legge n. 439.

Per cui, chi vota sì, vota per l’attivazione di questa procedura, quindi per la trattazione d’urgenza in Commissione e in Consiglio per il 22 dicembre del progetto di legge n. 439.

Verificate se le vostre postazioni siano attivate.

Chiamo a fungere da Segretario provvisorio il Consigliere Cecchetti, per coadiuvare il Consigliere Segretario Bonfanti nelle operazioni di voto. Pongo in votazione, per appello nominale con procedura elettronica, la richiesta di procedura d’urgenza per il progetto di legge n. 439.

Ultimata la votazione, ne comunico l’esito:

Congedi n. 11

Quorum funzionale n. 36


17

Presenti e Votanti n. 55

Maggioranza richiesta n. 41

Voti a favore n. 51

Voti contrari n. 3

Astenuti n. 1

do atto che il Consiglio approva la procedura d’urgenza e la trattazione in aula del progetto di legge n. 439 nella giornata del 22 dicembre 2009.

(Il verbale di votazione n. 1 è riportato in allegato)

Il Consigliere Cè ha chiesto la parola. Prego, ne ha facoltà.

CE’ Alessandro

Presidente, solo per un richiamo, diciamo chiarimento sul Regolamento. Io non ho voluto interveni-re ulteriormente perché lei ha spiegato chiaramente quale, Presidente, doveva essere la procedura, però perché non ci sia un precedente magari che possa non chiarire in maniera esaustiva l’applicazione del Regolamento, a me sembra di ricordare, ma vorrei una conferma da lei Presidente, che quando viene chiesta l’urgenza si chiede l’applicazione del Regolamento in termini di tempi più ristretti per i lavori della Commissione, è questo che si richiede generalmente. Vedo che conferma, Presidente. Ho dubbi sul fatto che con la stessa votazione si possa anche decidere la calendarizzazione. Ecco, vorrei dei chiarimenti su questo, perché i miei ricordi sulle prassi e sulle procedure mi fanno pensare che il voto d’aula è quello che riduce i tempi entro i quali va presentato in aula, ma l’eventuale calendarizzazione deve essere fissata attraverso la Conferenza dei Capigruppo. Questa è la domanda che pongo.

PRESIDENTE

Trattandosi della prima volta, poi eventuali aggiornamenti che siano funzionali all’applicazione il più possibile spedita e corretta del Regolamento sono sempre graditi. Le leggo l’articolo 82, secondo comma, del Regolamento generale, che mi sembra chiaro a riguardo: “Il Presidente del Consiglio ne dà comunicazione - il soggetto è il progetto di legge in discussione - all’Assemblea nella prima seduta utile”, è stato formalizzato definitivamente ieri, la prima seduta utile è oggi, “e sulla richiesta il Consi-glio delibera a maggioranza assoluta dei suoi componenti, sentito un Consigliere a favore e uno contro per non più di cinque minuti”, non è intervenuto nessuno contro, “fissando la data per la trattazione in aula”. La data era quella richiesta, nessuno l’ha obiettata, per cui è il 22 dicembre 2009. La cosa che facevo presente è che a questo punto però l’organizzazione della trattazione in Commissione deve es-sere messa a punto entro il più breve tempo possibile, anche nella giornata di oggi; il Presidente della Commissione e i commissari sanno che prima di martedì dovranno licenziare il provvedimento. Pos-sono fare la riunione anche se bisognerebbe aspettare ventiquattro ore, mi pare, per la convocazione delle Commissioni, però penso che lunedì si possa fare il dibattito. Si tratta di un progetto di legge che prevede l’abrogazione di un comma di un articolo, quindi non ha bisogno di molte discussioni.

(Confusione in aula consiliare)

Scusate però, Colleghi, un minimo di attenzione, perché non stiamo parlando di una questione se-


18

condaria, stiamo parlando di una convocazione straordinaria di un Consiglio regionale, su una que-stione sulla quale c’è stato un richiamo da parte della Commissione Europea.

La parola al Consigliere Valentini Puccitelli.

VALENTINI PUCCITELLI Paolo

Presidente, io mi rendo conto che ci sono dei Regolamenti che vanno assolutamente rispettati, mi chiedo se, visto l’argomento all’ordine del giorno, che, pure importante, probabilmente non prenderà tutta la giornata, non sia possibile anticipare alla giornata di oggi l’esame del progetto di legge n. 439 facendo la Commissione nell’intervallo del Consiglio, altrimenti mi rimetto alla decisione del Consi-glio e il 22 ci ritroveremo in aula a discutere di questa deroga.

PRESIDENTE

Prego, Consigliere Cè, ha la parola.

CE’ Alessandro

Perdoni la mia passione per le procedure regolamentari, ma siccome siamo all’iniziale applicazione del Regolamento io non voglio neanche entrare nel merito della questione che - come dice Monguzzi - può avere anche il carattere di emergenza. Io ho qualche perplessità, però posso anche capire che ci può essere un’emergenza. Vorrei solo far notare a tutti i Colleghi che, questo, potrebbe diventare un precedente molto particolare, Presidente del Consiglio e Colleghi, cioè noi oggi stiamo decidendo che nel giro di due giorni si può portare in aula un provvedimento, senza che in qualche modo sia stata fat-ta una discussione approfondita nella Conferenza dei capigruppo riguardo al merito col quale devono essere approcciate le questioni.

Mi preoccupo come singolo Consigliere, ma mi preoccupo anche perché qualche Gruppo, Presiden-te, in quest’aula magari anche per motivazioni non eccezionali potrebbe decidere di utilizzare questo precedente per portare in aula in due giorni qualsiasi legge. Per cui io sono preoccupato di questo, poi - lo ripeto, l’ho detto all’inizio - non voglio entrare nel merito, io però sono molto preoccupato del precedente. Capisco anche che lei in qualche modo anche se da me sollecitato farebbe un po’ fatica ad affermare che questo non costituisce precedente, perché noi non andiamo a derogare nulla rispetto al Regolamento, però mi desta grande preoccupazione, perché in quest’aula oggi c’è stato un voto tra-sversale, ma i 41 voti potrebbero essere anche solo da una parte e la maggioranza con questo prece-dente potrebbe portare in aula i provvedimenti in due giorni. Io di questo sono preoccupato e l’ho vo-luto lasciare a verbale.

PRESIDENTE

In uno giorno o due giorni, le rispondo Collega, forse no perché comunque deve essere convocata


19

la Commissione, una deroga che non si può fare è quella di iscrivere e di votare in una seduta, nella seduta odierna per fare l’esempio pratico, un progetto di legge di cui non era prevista l’iscrizione all’or-dine del giorno, con tutta la buona volontà anche se fosse il cambio di una virgola, ma supporta-to da un progetto di legge, non si potrebbe trattare nella seduta odierna perché non è iscritto all’ordine del giorno. Lo stesso ostacolo non emerge dai regolamenti per quanto riguarda la possibilità di fare eventualmente, dico eventualmente, la riunione di Commissione, perché questo non è in contraddizio-ne col Regolamento, fermo restando che poi bisogna stabilire un’altra seduta consiliare, l’abbiamo già individuata, il 22 di dicembre come ho detto prima, per la trattazione in aula.

Il fatto che costituisca un precedente, Collega Ce’, lei ieri faceva a mio parere un opportuno ri-chiamo o, meglio, distinguo fra la prassi e la regola; in questo caso noi rispettiamo la regola, non costi-tuiamo un precedente con una prassi, rispettiamo una regola che è all’interno del Regolamento che è stato approvato in quest’aula. Condivido che non si debba utilizzare questo mezzo per trovare delle scappatoie rispetto alla trattazione normale nelle Commissioni, però nel caso specifico la discussione riguarderebbe se eliminare o meno un comma di una legge. Tra l’altro l’articolo 82 prevede anche che questa possibilità possa essere utilizzata in modo molto limitato: durante l’anno due volte, quindi po-trebbe essere definito un bonus, se qualcuno lo vuol utilizzare poco democraticamente, però al massi-mo può utilizzarlo due volte all’anno, non è mai stato utilizzato da quando il Regolamento è in vigore, ma d’altronde sono tre mesi che il Regolamento è in vigore.

Comunque condivido la preoccupazione che non si trovino delle procedure troppo semplificate sul-la trattazione di progetti di legge, in particolare se si verificasse che fosse un progetto di legge impor-tante.

Dibattito in merito alla situazione amianto in Lombardia

Annunzio e svolgimento di ordine del giorno

PRESIDENTE

Possiamo iniziare la seduta straordinaria convocata per la trattazione dello:

&A 32002

ODG/2073, in data 20 novembre 2009, a firma dei Consiglieri Monguzzi, Muhlbauer, Porcari, Sa-ponaro, Agostinelli, Squassina Osvaldo, Civati, Concordati, Sarfatti e Storti, concernente la situazione amianto in Lombardia con riguardo agli aspetti sanitari e al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Regionale Amianto Lombardia - PRAL.

(Confusione in aula consiliare)

Per cortesia chiedo maggior attenzione, perché l’argomento è molto importante e purtroppo ha ri-guardato aspetti che hanno avuto ripercussioni tragiche anche su parte del nostro territorio e sulle po-polazioni che lo abitano.

Colgo l’occasione per salutare, visto che è presente, il Sindaco di Broni, Luigi Paroni, e do il ben-venuto anche a tutte le persone che sono presenti nel settore riservato al pubblico.

Per l’illustrazione dell’ordine del giorno do la parola al Consigliere Monguzzi, che è il primo fir-matario.


20

MONGUZZI Carlo

Se lei, Presidente, non ha nulla in contrario io sono il primo firmatario perché necessariamente ci vuole un primo, però è stata una iniziativa pensata e organizzata da tante persone e quindi le chiederei se fosse possibile in forma di intervento, quindi senza nessuna deroga al Regolamento, che ci fosse un’introduzione collettiva, ovviamente nell’ordine, mia, di Luciano Muhlbauer e di Carlo Porcari.

Le sarei grato se fosse questo l’ordine dei primi tre interventi.

PRESIDENTE

D’accordo. Non abbiamo contingentato i tempi su questo argomento.

MONGUZZI Carlo

L’interesse nostro, lo dico ai pochi Colleghi presenti, è quello di raggiungere degli obiettivi, quindi siamo disponibili anche a eventuali correzioni, aiuti e suggerimenti. Siamo stati sollecitati fortemente dalla nostra coscienza e per quanto mi riguarda dalla storia degli ultimi trent’anni sulle questioni della salute nell’ambiente di lavoro, ma ultimamente non dalla ripresa, ma dalla continuazione di una serie di cose portate avanti dalle varie associazioni esposti all’amianto, ultimo tra i quali è una lettera di og-gi - lei citava la presenza del Sindaco di Broni - che ci sollecita a lavorare in questa direzione.

So che i Consiglieri di maggioranza e di minoranza della provincia di Pavia stanno lavorando per raggiungere questo risultato, io vi do alcune informazioni veloci, perché un Consiglio straordinario dovrebbe avere il ruolo non tanto di spiegare dalla “a” alla “z” come stanno le cose, questo lo dico non per i Colleghi che lo sanno, ma per i gentili ospiti che oggi ci hanno fatto l’onore di essere venuti ad ascoltare, un Consiglio regionale straordinario deve ottenere dei risultati; i risultati nella mia testa sono direttamente proporzionali a quanto meno si parla.

Come i Colleghi sanno, in Lombardia esiste un Piano Regionale per l’Amianto del 2003, è un piano che noi abbiamo giudicato positivamente, è un piano però che va incrementato; ci sono ancora in Lombardia 2 milioni 800 mila metri cubi di amianto, teniamo conto che però la stima è sicuramente al ribasso, perché molti dei rilievi vengono fatti dal satellite, che ovviamente è in grado di fotografare i tetti di amianto, ma non le parti di amianto che ci sono dentro le case.

L’anno scorso, anzi abbiamo i dati del 2007, sono stati rimossi 150 mila metri cubi di amianto, so-no una cosa considerevole, quindi positiva; sono ovviamente insufficienti a risolvere il problema che è quello di eliminare l’amianto in dieci anni; facendo i conti, ovviamente a 150 mila all’anno non si ar-riva a questo. Il nostro sogno è quello di arrivare al 2015, non perché c’è l’Expo ma perché è una data ragionevole, ad avere finalmente la Lombardia libera dall’amianto, tenendo conto che l’amianto pro-voca una serie di tumori, il più direttamente dimostrato è il mesotelioma e dal registro dei mesoteliomi noi registriamo un minimo di 300 morti all’anno in Lombardia per mesotelioma, quindi una vera e propria piaga sociale, 4 mila in Italia. 4 mila morti all’anno è un numero paragonabile alle vittime de-gli incidenti stradali, quindi è una piaga assimilabile agli incidenti stradali.

La seconda questione, tenete conto che 300 sono i morti per mesotelioma, se poi prendiamo in e-same altre forme tumorali i morti diventano - ovviamente il conto non è all’unità - circa un migliaio. Noi vogliamo sottolineare, e di questo parlerà Muhlbauer, che non solo si tratta di esposti all’amianto, cioè di coloro che hanno lavorato in ditte come la Fibronit, come quelli di Sesto, Falck, in ditte che


21

hanno lavorato con l’amianto, ma anche di cittadini che hanno avuto in qualche modo a che fare con la propagazione di queste fibre.

Noi cerchiamo sempre di essere molto precisi, e bisogna essere precisi, nel comunicare alla gente cos’è il pericolo di amianto. Il pericolo di amianto sono le fibre, vanno nell’aria, nell’aria ci stanno tanto tempo. L’eternit è un materiale, infatti si chiama cemento-amianto, che finché è compatto desta relative preoccupazioni, quando si sfria emette anch’esso delle fibre che stanno in aria, quindi i perico-li sono di questo tipo.

Altra cosa sulla quale si soffermerà il Collega Porcari è l’aspetto finanziario. Ci sono presso il Mi-nistero 30 milioni di euro già stanziati, è un fondo vittime dell’amianto che è stato fatto con una legge del 2007, mancano i regolamenti applicativi; noi chiediamo alla Regione Lombardia, col suo peso po-litico, di liberare queste risorse.

Esistono problemi finanziari per quanto riguarda le bonifiche, la più urgente probabilmente è quella che riguarda la Fibronit di Broni, la valutazione di questa bonifica è 20/25 milioni di euro, quindi è ne-cessario che la Regione sviluppi il proprio attivismo e la propria attività in questa direzione; è impor-tante trovare i soldi regionali, i soldi statali, troviamo il modo, diamo un centro commerciale a qualcu-no, basta che bonifichi queste zone.

Esiste poi il problema, sul quale interverrà il compagno Pedrazzi, sui siti di smaltimento; il sugge-rimento che diamo noi è trovare dei siti di smaltimento che siano vicini ai luoghi dove più c’è amianto, sarebbe bizzarro che l’amianto della Fibronit di Broni noi lo spostassimo a Sondrio o da qualche altra parte.

Questi sono i problemi, le indicazioni che noi diamo sono degli impegni, degli inviti al Presidente Formigoni ad attivarsi proprio per la loro soluzione.

Non da ultimo il problema di aiuto ai Comuni. Il mesotelioma è un tumore drammatico e pazzesco, molte famiglie si trovano ad avere a che fare con il proprio parente malato, i Comuni sono in difficoltà ad assistere questo tipo di percorso di malattia, che purtroppo molto spesso porta alla morte, quindi noi chiediamo anche che ci sia la possibilità di dare dei finanziamenti ai Comuni che hanno dei cittadini in queste condizioni. Questo è il primo terzo di problematica, ripeto, non vogliamo né far politica né fare altro, vogliamo che tutta la Regione utilizzi il suo peso per attivarsi per la soluzione di questi problemi che sono ovviamente problemi di tutti. La mia fiducia è che la cosa è in mano a due Assessori che so-no oltre che per bene anche attenti a queste cose, quindi attivatevi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Monguzzi, c’è una variazione rispetto alla sua richiesta, la presentazione viene completata dall’intervento del Collega Muhlbauer, invece Porcari interviene nel dibattito.

La parola al Collega Muhlbauer.

MUHLBAUER Luciano

Grazie Presidente, intervengo subito anche per completare alcuni aspetti dell’esposizione del Col-lega Monguzzi. Vorrei anzitutto anch’io ricordare che l’ordine del giorno, che è la proposta di base per questa discussione, non chiede assolutamente cose strane o fuori dal mondo, mondo inteso come im-pegni già assunti da Regione Lombardia; va infatti ricordato che Regione Lombardia un piano amianto ce l’ha ed uno tra i piani più avanzati, se non il più avanzato, a livello nazionale come obiettivi e im-


22

pegni che si dà. Però in questi anni si è perso il ritmo, per cui l’obiettivo “amianto free 2015” è fran-camente a rischio. Si tratta di ridefinire la road map, ma anche di prendere degli impegni che non sono specificamente indicati nel piano amianto, ma dove un intervento di Regione Lombardia sull’esecutivo potrebbe avere elementi positivi. Noi peraltro avevamo già scritto, i richiedenti questo Consiglio stra-ordinario insieme ad alcuni Colleghi della maggioranza, una lettera al Presidente Formigoni, avanzan-do alcuni temi contenuti nell’ordine del giorno, poi il secondo passo era un impegno del Consiglio che è più formale.

Faccio questa premessa per arrivare al punto sul quale vorrei concentrarmi, cioè sulle vittime dell’amianto. Anche se se ne parla poco le vittime che ogni anno ci sono in Italia sono un numero im-pressionante, noi stavamo parlando di stime che riguardano 4 mila vittime per anno in Italia a causa di malattie legate all’esposizione all’amianto, e quasi di mille solo nella Regione Lombardia. Quindi noi stiamo parlando di cifre molto significative e in secondo luogo stiamo parlando di una situazione che non so come definire, se grave, immorale, per dare una definizione, cioè coloro i quali mostrano i sin-tomi e hanno contratto la malattia a causa dell’esposizione all’amianto devono praticamente costruire una battaglia nei confronti dell’Inail per poter avere qualche risarcimento o una indennità. A volte rie-scono a ottenerlo, altre volte devono ricorrere al Giudice e aprire una vertenza per costringere l’Inail a riconoscere questa malattia e, comunque, se non sono ex lavoratori dipendenti esposti sul luogo di la-voro neanche in quel caso, neanche con il Giudice, si riesce a ottenere un risarcimento, perché l’Inail per sua natura interviene solo quando i problemi sono strettamente legati al il posto di lavoro, per cui chi è esposto non sul luogo del lavoro è escluso da qualsiasi indennità.

Va ricordato, ed è una richiesta contenuta nell’ordine del giorno, che esiste un modo per aiutare queste persone ed è quello di dare attuazione alla legge dello Stato, la 244 del 2007, che è andata in Finanziaria nel 2008, che istituiva un fondo per le vittime dell’amianto, prevedendo anche lo stanzia-mento di 30 milioni di euro. Dirò poi qualcosa su questo fondo, però voglio sottolineare che, nono-stante ci fosse la legge, nonostante ci fosse l’istituzione del fondo esposto, nonostante ci fosse l’im-pegno sanitario, siccome la legge 244/2007 prevedeva l’approvazione entro tre mesi del Regolamento attuativo e il Regolamento attuativo non è stato approvato, siamo quasi al 2010 e quel fondo rimane una tigre di carta, cioè non esiste, con tutte le conseguenze prima dette. Per questo motivo con l’ordine del giorno proponiamo al Consiglio di chiedere alla Giunta di intervenire rispetto l’esecutivo nazionale per sollecitare l’approvazione di questo Regolamento attuativo. Non mi pare una richiesta fuori dal mondo, anzi è quasi doveroso, ma se non ne parliamo poi non lo facciamo.

In secondo luogo, sempre rispetto al fondo vittime amianto, proponiamo che ci sia un’iniziativa da parte di Regione Lombardia perché possa essere allargato, perché secondo noi il fondo presenta vizi così come è definito nella legge. Infatti comprende ancora soltanto gli ex lavoratori esposti sul luogo di lavoro e dunque elude ancora una volta il tema dei risarcimenti e dell’indennità di quei cittadini che sono stati esposti all’amianto e hanno contratto malattie a causa dell’amianto perché vivono o viveva-no vicino a uno stabilimento eternit oppure perché è la propria casa che contiene amianto, insomma tutti quei casi che non sono strettamente legati al rapporto di lavoro e all’esposizione durante il rappor-to di lavoro. Ripeto, si deve sollecitare il Governo perché nel suo intervento ci sia un allargamento del-la platea dei beneficiari del fondo vittime amianto.

Infine una considerazione, il fondo è poca cosa perché con 30 milioni di euro non si fanno grandi cose; vorrei solo dare una cifra di riferimento - perché i fondi vittime amianto esistono anche in altri Paesi europei - prendiamo ad esempio la Francia, dove c’è un fondo, il FIVA, con uno stanziamento annuale di 550 milioni di euro, che vuol dire 14 volte più dell’Italia. Il tema del fondo vittime amianto è molto serio. Anche se non è di competenza legislativa di Regione Lombardia, credo sia pienamente dentro le linee programmatiche in qualche modo delineate dal piano amianto di Regione Lombardia, dunque un’iniziativa politica e istituzionale rispetto all’esecutivo nazionale per sollecitare che queste cose vengano attuate ed eventualmente integrate pensiamo sia non solo doveroso, ma soprattutto ur-gente, visto che si trascina da molto tempo.

Concludo, visto che c’è anche la presenza, giusta e opportuna, dell’Assessore alla Sanità, Bresciani, chiedendo qualche chiarimento ed eventualmente capire le iniziative in corso, mi riferisco al registro degli ex esposti all’amianto. Il registro è previsto e la Regione doveva fare una ricerca di questi ex e-


23

sposti, invece risulta che nei fatti funziona soltanto là dove c’è una segnalazione da parte di associa-zioni di esposti, che inviano la segnalazione alla Regione. Ovviamente è una cosa diversa, presuppone di essere a conoscenza dell’informazione, presuppone di essere organizzato tramite le associazioni che si occupano di questo, per cui volevamo capire cosa sta facendo l’Assessorato e come sia meglio muoversi, perché la ricerca e l’iniziativa in qualche modo parta dalla Regione e non venga delegato a chi è vittima di questa situazione.

Mi fermo qua con la mia parte di intervento, più avanti il Collega Porcari entrerà sulla vicenda di Broni, che è la vicenda simbolo della Lombardia e potrebbe essere anche il simbolo di una ripresa di iniziativa, una ripresa del piano amianto per avere veramente l’amianto free entro il 2015.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Muhlbauer. Faccio presente ai Colleghi che sono previsti sei interventi in discus-sione generale, per cui non so le loro aspettative, vedo che però l’aula si sta un po’ spopolando, molto probabilmente si potrebbe votare anche nella tarda mattinata, intorno alle 13.00. Preciso che ho auto-rizzato, in funzione di quello che è stato deciso prima, la riunione nella pausa della Commissione IV per trattare il progetto di legge n. 439. Quindi io non voglio togliere naturalmente neanche un secondo alle aspettative di utilizzo del tempo che hanno i Colleghi, faccio solo presente lo stato dell’arte.

Continuiamo con gli interventi, dopo il Collega Muhlbauer il Collega Arturo Squassina. Prego, ha la parola.

SQUASSINA Arturo

Grazie, Presidente. Mi limito a fare una riflessione rispetto alla situazione, lo diceva anche lei in questo momento, ci troviamo a discutere di una questione importantissima e fondamentale - io non voglio fare retorica - con una presenza in aula che non è certamente all’altezza di quella che è la situa-zione. Mi metto nei panni non solo del Sindaco di Broni, ma delle migliaia e migliaia di lavoratori e di cittadini che vivono concretamente e quotidianamente questo problema.

Condivido totalmente l’intervento del Consigliere Muhlbauer e il testo dell’ordine del giorno che è stato presentato, con le proposte che sono in campo, che non riguardano specificamente l’Assemblea legislativa della Regione, ma che richiedono un forte impegno politico rispetto alla normativa e alla legge nazionale, tenuto anche conto - lo ricordava adesso Muhlbauer - della cifra stanziata rispetto agli altri Paesi europei. Nel nostro Paese c’è anche questo assurdo: la scelta nazionale non va avanti perché mancano i regolamenti attuativi! Proviamo a metterci nei panni di chi ha subito, subisce e subirà - per-ché non è una questione che si risolve in una settimana - questa drammatica questione.

Non voglio dilungarmi ripetendo quanto è già stato esposto, però voglio cogliere l’occasione per affrontare il tema anche a livello complessivo, (certamente non risolveremo i problemi per quanto ri-guarda la Lombardia in questo scorso di legislatura) ma rispetto anche alle affermazioni del Presidente Porcari circa la campagna elettorale, sul fatto di non utilizzare temi che riguardano la giustizia per la campagna elettorale, ma credo che questo sia un tema che dovrà vedere una grande attenzione rispetto alle questioni che sono aperte e che si apriranno e sulle quali siamo tutti chiamati a dare una risposta e a individuare le prospettive nelle quali ci muoviamo, perché se guardiamo alle cifre che ci sono, vera-mente ci troviamo in una situazione che dire terrificante è dire ben poco, anche perché le stime del PRAL se vogliamo dirci la verità non corrispondono alla realtà della nostra Regione, perché sono e-normemente più alte di quella che è la stima.


24

Allora c’è un problema che va analizzato: innanzitutto quello di avere una certezza dei dati e poi confrontarci su che tipo di politica si segue rispetto a queste questioni. Facendo questo, entra in campo - ne abbiamo discusso ieri - la questione dello sviluppo economico di questa Regione, perché credo che sul tema dell’amianto e sul tema di dove bisogna mettere l’amianto c’è un problema che non ri-guarda solo il tema delle discariche di amianto e cemento. C’è la necessità di una forte programmazio-ne e di individuare un terreno non di scontro, come c’è stato, ma di confronto con le Province e i Co-muni rispetto alle localizzazioni delle discariche: c’è bisogno di una operazione di grande di trasparen-za rispetto a questioni che muovono - non bisogna dimenticarlo - gli interessi di decine e decine di mi-lioni di euro, mi riferisco alle discariche.

C’è anche un problema di fondo rispetto alla questione industriale ed economica di questa Regione, perché gli altri Paesi sono intenti non solo ad individuare, ma a mettere in pratica nuove tecnologie che sono alternative, in prospettiva, rispetto alle discariche. E allora, visto che questa discussione è già sta-ta fatta anche con un intervento dell’Assessore Buscemi in Commissione, bisognerebbe essere in gra-do di passare dalle parole ai fatti e, quindi, individuare che tipo di strategie ...(Interruzione) No no, ma non è una critica, anzi ti ho riconosciuto che in Commissione tu hai posto questo problema, ma il pro-blema è che oltre a porre il problema bisogna individuare anche la strada per affrontarlo e dare una concretezza.

E allora io mi permetto di ribadire quello che ho detto in Commissione: fin quando sul tema delle discariche non affronteremo con serietà il tema della programmazione, uscendo anche dalle logiche “non nel mio giardino”, ma quella di una programmazione seria che veda coinvolto non solo la Regio-ne ma gli Enti locali, anche sul tema di come diamo impulso per creare queste nuove strutture che so-no alternative alle discariche, dove tra l’altro si aprirebbe un volano positivo rispetto a quella che ogni giorno chiamiamo la green economy rispetto alla crisi economica. Ecco, io credo che questo sarebbe un terreno vero di confronto, allora diamoci quantomeno delle scadenze, in primo luogo io credo che tutto il Consiglio regionale dovrebbe approvare questo ordine del giorno che chiede un intervento poli-tico alla Regione Lombardia rispetto al quadro nazionale; dall’altra parte senza infingimenti, senza corse o senza slogan da campagna elettorale, sarebbe il caso - non so se ce la faremo entro fine legisla-tura - di porla come questione decisiva per questo Consiglio regionale e affrontare con forza i temi non solo quello di avere una certezza rispetto alla situazione della Lombardia, non solo avere un’altra poli-tica per quanto riguarda il tema delle discariche, ma avere anche una politica per quanto riguarda una forte innovazione produttiva rispetto a questa questione.

Non possiamo nasconderci un’altra questione non meno importante: i fondi messi a disposizione sono irrisori rispetto a quella che è la situazione concreta. Vi faccio un esempio. Un esempio concreto è l’incontro che ho fatto con una serie di artigiani che hanno il problema di togliere l’amianto dal pro-prio luogo di lavoro e non c’è più un fondo a livello regionale per sostenere le spese che sono incredi-bili non solo per la rimozione, ma anche per lo stoccaggio. Allora, o si affrontano senza demagogia questi temi, dando una risposta seria, o non possiamo pensare di risolverlo solo con slogan che ri-schiano di essere retorici. E va detto chiaramente ai cittadini lombardi che non c’è la bacchetta magica e che non può esistere la questione “non nel mio giardino”.

Sono convinto che se ci fosse un piano preciso, se ci fosse un’assunzione vera di responsabilità, se ci fosse anche un investimento rispetto a queste questioni e se chiarissimo anche che tipo di rapporto fra discariche e nuovi strumenti per affrontare la questione dell’amianto, certamente non avremmo ri-solto tutto, ma avremmo dato un contributo per fare un passo in avanti.

PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrazzi.


25

PEDRAZZI Fortunato

Nel cremasco e più in particolare nel paese di Romanengo, distante una decina di chilometri da Crema e ancora meno da Offanengo, che è il Paese del Vice Presidente Rossoni, sono morte quattro donne: Maria, Angela, Giovanna e Clementina, quattro donne lavoratrici nel settore tessile, decedute per mesotelioma pleurico. Queste sono le ultime quattro vittime dell’amianto di un lungo e drammati-co elenco che da alcuni anni sta colpendo il paese di Romanengo, un paese dove la presenza dell’ex azienda INAR, fabbrica dedita alla tessitura di panni in fibra di asbesto, sta tragicamente segnando la vita di chi ci ha lavorato, in particolare - lo ripeto - donne.

Come vedete, non sto parlando, se qualcuno avesse avuto questo timore, di discariche di amianto, anche se devo aggiungere che lo stesso figlio del proprietario del fondo dove si chiede di localizzare la discarica di Cappella Cantone è morto anch’esso di asbesto.

Abbiamo parlato parecchie volte di questo argomento, ma io ho sollevato questo particolare oggi che si presenta l’occasione di stigmatizzare la non presenza di molti miei Colleghi che mi stanno di fronte normalmente e molti di questi si professano cristiani, ma nel momento in cui c’è da dare atto di una situazione così drammatica, dove la coscienza di ognuno dovrebbe essere, di fronte alla morte, maggiormente sollecitata, siamo di fronte a una specie di deserto in quest’aula consiliare.

Non mancano le possibilità di intervento su questo argomento, per esempio c’è un fondo già attiva-to dal Governo Prodi che non è mai stato utilizzato. C’è una proposta di legge dell’Onorevole Casson che dice “Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti all’amianto e dei loro familiari, nonché la delega al Governo per l’adozione del Testo unico in materia di esposizione all’amianto”. Di amianto si muore, spesso e volentieri invece io ho sentito dire in quest’aula che l’amianto non è poi così pericoloso come si dice; certo se è interrato come si deve non è più pericoloso, però oggi la situa-zione delle discariche in provincia di Cremona o delle non discariche è drammatica. Per parola dello stesso Assessore Buscemi in Commissione non c’è più oggi una discarica di amianto attiva in Regione Lombardia. E allora ritorna il discorso che faceva prima il mio Collega Squassina Arturo per quanto riguarda la necessità di una programmazione in questo senso.

Non mi dilungo oltre, mi pare di aver citato elementi perché la Regione Lombardia si attivi - come detto nell’ordine del giorno - e si mobiliti non soltanto per quanto riguarda le discariche e il trattamen-to dell’amianto - tipo cristallizzazione, vetrificazione o plasma, come ci è stato spiegato dai tecnici dell’Assessorato all’ambiente in Commissione - ma si dia anche seguito alle iniziative utili e necessa-rie per porre fine a questo dramma che la Regione Lombardia sta vivendo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Proseguiamo con gli interventi. La parola al Consigliere Osvaldo Squassina.

SQUASSINA Osvaldo

Grazie, Presidente. Credo che il problema, quello dell’amianto, di cui discutiamo oggi sia davvero serio. Ovviamente io mi auguro che le azioni che farà la Giunta per quanto riguarda questa partita sia-no rispettose di un tema di questa portata, anche perché Regione Lombardia e la sua Giunta mi pare stiano assumendo decisioni che vanno in direzione davvero opposta a quello che potrebbe essere il bi-sogno di una politica programmatoria per mettere in sicurezza i quantitativi che la stessa ARPA dice, 2


26

milioni 800 mila metri cubi, e tutti noi sappiamo - lo sanno gli esperti dell’ARPA, lo sanno le ASL, lo sa la stessa Giunta - che il rilievo fatto copre solo parzialmente alcune zone della Lombardia e, quindi, è un dato sottostimato.

Lo stesso censimento necessario, ad esempio, per poter sapere di quale quantità stiamo parlando per la messa in sicurezza dell’amianto non è ancora stato completato e quindi la prima questione è quella che abbiamo la necessità di conoscere esattamente di cosa stiamo parlando, perché se si ascol-tano ad esempio i tecnici dell’ARPA dicono esplicitamente che l’amianto che giace in Lombardia, tra quello sui tetti, quello all’interno delle tubazioni e così via, supera i 5 milioni di metri cubi.

Nel 2005 tutti sappiamo che la Regione Lombardia si è dotata di un piano che prevede la messa in sicurezza entro il 2015 di tutto l’amianto della Lombardia, veniva già ricordato prima da Monguzzi, lo voglio richiamare anch’io, nel 2007 sono stati smaltiti soltanto 150 mila metri cubi, a fronte di una sti-ma di oltre 5 milioni. La rimozione dell’amianto dai tetti è praticamente ferma perché non si sa nem-meno dove portarlo; al momento almeno 280 mila metri cubi risultano stoccati in depositi di fortuna, anche a cielo aperto, assolutamente pericolosi. Riteniamo dunque che la Regione deve impegnarsi di più e meglio rispetto a quello fatto in questi ultimi quattro anni dall’inizio del piano.

In Lombardia la situazione epidemiologica delle malattie provocate dall’amianto è grave, veniva richiamato prima il numero di morti, 300 all’anno, è davvero preoccupante e in Piemonte - come tutti sanno - è iniziato il processo contro quell’azienda di eternit che ha provocato migliaia e migliaia di morti anche di semplici cittadini che non hanno mai lavorato all’interno della fabbrica. E allora cosa fare di fronte a questa situazione se le parole non sono gettate davvero al vento? Intanto teniamo pre-sente che, in Regione Lombardia, ne abbiamo discusso anche in sesta Commissione, sono presenti sei pratiche di apertura di discariche di amianto, e allora se è vero che non possiamo assumere un atteg-giamento che nessuno vuole la discarica nel proprio giardino, dall’altra parte però non è accettabile nessuna logica programmatoria quando si pensa che le discariche vengono fatte là dove si incrociano gli interessi economici di qualcuno. Questo non può essere fatto. Come fare a non vedere che per quanto riguarda le sei discariche, io so bene che bisogna mettere in sicurezza l’amianto, non possiamo lasciare l’amianto a cielo aperto, è una bomba ad orologeria che comunque con la sua puntualità e-splode con le vittime che ogni anno provoca, quindi è evidente che è fuori discussione la necessità di mettere in sicurezza rapidamente questo veleno …(Interruzione)… però non è accettabile, lo dico in questo modo, che si favorisca la localizzazione di discariche di amianto attraverso la concentrazione in alcune province.

Non possiamo perseguire l’obiettivo “non nel mio giardino”, ma dobbiamo avere un atteggiamento di grande serietà e di grande responsabilità, intanto perché c’è il problema che la fibra di amianto più viaggia più è rischiosa, e non sappiamo bene come sono custoditi e salvaguardati i siti oggi improvvi-sati, in che condizioni sono quei 280 mila metri cubi di amianto che oggi sono stati stoccati in alcuni depositi improvvisati. Dicevo prima di essere interrotto, abbiamo sei pratiche relative alle discariche in corso, una è già stata completata, sta per essere costruita, che è quella di Brescia, altre due discariche di amianto sempre nella provincia di Brescia, una di 930 mila metri cubi e l’altra di 430 mila, due sono in provincia di Cremona, una in provincia di Bergamo. Ma possiamo pensare che si fa in questo modo la programmazione? Questa è la fotografia della situazione che oggi abbiamo di fronte.

Quindi che cosa fare? E mi avvio rapidamente alla conclusione, perché credo che il problema sia davvero serio e bisogna vedere anche quello che è possibile fare nel concreto. Sono tra i firmatari dell’ordine del giorno che oggi voteremo, ovviamente individua due grandi livelli di intervento, uno è quello nazionale e l’altro è quello regionale. Mi voglio limitare, perché già altri hanno fatto l’inter-vento sull’importanza del ruolo nazionale del fondo e così via, a me interessa invece guardare a quello che realmente la Regione Lombardia intende fare nel prossimo periodo.

Mi ha preoccupato moltissimo la discussione fatta in sesta Commissione quando gli esperti dell’Assessorato della Regione, materia che segue Buscemi, affrontano il tema dei nuovi impianti, perché dicono “non possiamo pensare di consumare tutto il territorio attraverso discariche”, e capisco questa necessità, ma attenzione però, noi non possiamo pensare di usare - lo dico in questo modo - l’esperienza fatta in un’azienda che è stata chiamata a gestire una discarica abusiva in Sardegna per un volume di 4 mila metri cubi come dato complessivo, l’esperienza di quella dimensione, di 4 mila metri


27

cubi, con un impianto con doppio forno gemellato, che pensano di smaltire 200 mila metri cubi all’anno. Tenete conto che le proporzioni hanno differenze enormi, perché parliamo di forni che arri-vano ad una temperatura di 1200 gradi e dove il problema di pensare di frantumare 200 mila metri cu-bi di amianto prima che sia inserito nel ciclo produttivo ...(Interruzione)… ho visto delle fotografie di come si lavora in quella fabbrica in Sardegna: persone senza mascherina che girano col muletto, si pensa che quella sia l’azienda al top della sicurezza, ma non scherziamo! Non scherziamo su queste cose.

Quindi non possiamo dare per scontato il progetto presentato in Regione, per quanto riguarda la Provincia di Brescia, per smaltire 200 mila metri cubi di amianto attraverso il ciclo del calore, sapendo che prima di renderlo inerte vi è l’enorme problema delle fibre. E non c’è alcun dato scientifico certo che dica che quell’impianto è a impatto zero, perché anche i riferimenti della Francia, dove si usa un altro impianto, ma i valori non sono indifferenti, non sono neutri, perché siamo di fronte a impianti che trattano al massimo 8 mila metri cubi, c’è una differenza, 8 mila metri cubi, contro una capacità di 200 mila, e si stima a stoccaggio qualcosa come 50 mila metri cubi di materiale di amianto.

Quindi ho voluto chiarire questo aspetto per dire: uno, bisogna mettere in sicurezza con rapidità l’amianto; due, in attesa di avere una certezza assoluta dal punto di vista scientifico, perché bisogna ascoltarli tutti gli esperti su questa materia che ci scoraggiano a intervenire in quel modo perché è troppo a rischio, quindi in questo caso vuol dire, Buscemi, non autorizzare nuovi impianti quando non c’è la certezza scientifica al cento per cento ...(Interruzione) No no, non sto dicendo un’ovvietà, visto che mentre l’azienda non ha ancora presentato - perché poi siamo di fronte davvero a cose strane e io faccio nomi e cognomi perché non ho paura - dicevo, per un’azienda che presenta un progetto con tutti i dati dal punto di vista della sicurezza viene avviata la VIA, poi l’azienda si accorge di avere sbagliato i dati, li corregge e allora ripartiamo da zero con la VIA. Ma scherziamo! E’ evidente che il problema è serio.

Dicevo prima, primo messa in sicurezza, completamento del censimento, individuar i siti delle di-scariche - perché non possiamo lasciarlo a cielo aperto - almeno in ogni provincia; io non sono contra-rio, però non possono arrivare in una provincia tre, quattro o cinque discariche di amianto, ma guarda-te che su questa cosa nessuna provincia regge, vale per Brescia, vale per Bergamo, vale per Cremona, vale per Mantova. Quindi io chiedo di fare un programma di intervento, che ogni Provincia abbia dav-vero la responsabilità di gestire almeno una discarica e nel frattempo - e concludo - completare il cen-simento, coinvolgendo i Comuni. Noi abbiamo di fronte anche un altro problema, che già altri hanno richiamato, il problema degli incentivi. E’ già stato detto, solo il costo del trasporto in discarica, parlo del trasporto, è di 110 euro al metro cubo, aggiungiamo i costi per togliere dai tetti questo materiale pericoloso e il conto si aggira come minimo intorno a 450 euro al metro cubo; con questi costi, il ri-schio è di trovare discariche abusive.

Quindi, cerchiamo di vedere quello che hanno fatto le altre Regioni, alcune iniziative sono state prese. Io sono d’accordo per mettere in campo degli incentivi, cercare di contrastare l’abusivismo e cercare anche di fare in modo che per quanto riguarda alcuni tetti che oggi sono abbandonati, perché molti sono abbandonati in queste situazioni di pericolo, il costo non sia totalmente a carico dei Comu-ni.

Queste sono le ragioni che mi hanno portato oggi non solo a condividere e a sottoscrivere l’ordine del giorno, ma anche a lanciare un grido di allarme a tutti. Non si pensi di mettere in sicurezza l’amianto scaricandolo solo su alcune province, perché così non si va da nessuna parte.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Squassina. In discussione generale sono previsti ancora due interventi, il primo dei quali è quello del Collega Demartini, al quale do la parola. Prego.


28

DEMARTINI Lorenzo

Grazie, Presidente. Intanto apprezziamo questa discussione, lungi da me pensare che sia stata fatta in un momento elettorale, anzi il fatto che avvenga in un momento che ormai, diciamocela tutta, ci sta portando alla prossima campagna elettorale, lo ritengo un fatto assolutamente positivo perché proposi-tivo. Apprezzo chi vuole oggi impegnarsi in una campagna elettorale in questa direzione e apprezzo chi oggi accetta questa sfida, perché credo che sia davvero una sfida, una sfida culturale, perché - qualcuno l’ha accennato - il problema amianto è un dramma, un dramma in modo particolare di alcune province, un dramma più sentito in alcune realtà che in altre, ma è sicuramente un dramma.

Stiamo parlando della vita di persone, della morte di persone, della qualità della vita di tante perso-ne, quindi dobbiamo essere estremamente seri. Essere estremamente seri significa però anche dire che se questa Regione qualche anno fa avesse vinto al lotto non sarebbe comunque stata in grado di risol-vere il problema senza un lungo e serio lavoro preparatorio che, dobbiamo dirlo, è iniziato. La Lom-bardia è stata la prima Regione nel 2003 a interessarsi di questo problema con la legge regionale n. 17, con alcuni obiettivi che ci eravamo posti allora; è arrivato il PRAL nel 2005, i censimenti, in questi anni non è vero che è non stato fatto nulla, dietro questa discussione noi ci lasciamo alle spalle un im-portante lavoro preparatorio che ci permette di conoscere, non dico completamente, ma con soddisfa-zione il tema, di conoscere il tema sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista del quantitativo del materiale da smaltire.

Abbiamo detto che le mappature ci dicono che abbiamo in Regione Lombardia una prima mappatu-ra di quasi 3 milioni di metri cubi, le varie ASL nelle varie province ci aggiungono altro materiale da smaltire quasi per qualche altro milione di metri cubi, quindi il problema è imponente.

Noi, tutti penso, non solo i Consiglieri di una particolare provincia, abbiamo ricevuto una richiesta d’aiuto da un Comune in provincia di Pavia, dove sussiste, in provincia di Pavia, l’unico sito di inte-resse nazionale per lo smaltimento dell’amianto, ma attenzione - quindi lo dico proprio perché non vo-glio fare campagna elettorale - potremmo farci tutti una campagna elettorale se dovessimo impegnarci a risolvere quel problema di Broni, la politica può in quel momento fare una bellissima figura ma poi non risolvere tutti gli altri problemi di Regione Lombardia o tutti i problemi di quella provincia. Noi grazie alla convenienza economica di quegli anni abbiamo in alcune province tutti i tetti delle scuole pubbliche, tutti i tetti degli orti, tutti i tetti di privati cittadini in cemento amianto.

Quindi, proprio per non cercare una facile demagogia, voglio concentrare l’attenzione sì su questo sito di interesse nazionale più volte citato in queste settimane anche dalla stampa, ma su un problema ben più vasto, perché risolvere i problemi di quel sito ci permetterebbe solo di fare un primissimo pas-so ma non risolve assolutamente il problema.

Regione Lombardia ha fatto un censimento, ha fatto un lavoro preparatorio, c’è questo accordo di programma con il Ministero, nel 2008 alcuni di questi 91 siti prioritari, per definire 91 siti prioritari, che sono stati definiti da Regione Lombardia, non è stato semplice, c’è stata una graduatoria, non è semplice perché - ripeto - stiamo discutendo di un tema che tocca la vita delle persone, definire una priorità anziché un’altra non credo che sia stato un compito semplice in questi anni, e qui ringrazio l’impegno degli uffici di Regione Lombardia. Alcune risposte le abbiamo date in questi 91 siti priori-tari nell’anno 2007/2008, alcune scuole comunali a Milano, l’Università Statale, l’Azienda Ospedalie-ra Sacco sempre a Milano, alcune primissime risposte le abbiamo date e alcuni siti sono stati messi in sicurezza. E’ chiaro che sono i primi interventi, però avere un quadro preciso della situazione è la pri-ma cosa. Cosa dobbiamo fare? Avere un’identità culturale comune che deve nascere da questo Consi-glio. Ho apprezzato le parole che ho sentito nel dibattito, perché finalmente ci stiamo rendendo conto - e non era così qualche anno fa - che comunque la soluzione immediata meno costosa è trovare dei siti di smaltimento, magari senza concentrarli in alcune Province ma senza fissarsi col fatto che alcune Province possono essere colpite più di altre dal sito di smaltimento, perché davvero rischiamo di incar-tarci. Oggi noi Regione Lombardia abbiamo fame di trovare questi siti, questi luoghi, quindi questo è un percorso che dobbiamo compiere tutti, non vogliamo poi trovarci le barricate e i muri del no, altri-menti non andiamo da nessuna parte, dobbiamo impegnarci, perché oggi chi ha provato a smaltire de-


29

ve portare i rifiuti in Germania con costi improponibili, perché poi torniamo sempre ai costi, davvero vincessimo al lotto possiamo pensare tutti a soluzioni diverse. Dobbiamo anche pensare a soluzioni ancora meno costose come magari senza lo smaltimento in discarica, magari solo trattamento; l’Assessore Bresciani potrà dirci qualcosa in merito, trattare queste superfici con particolari vernici, particolari strumenti chimici, permette di rendere innocua la dispersione della fibra, magari non è la soluzione migliore, ma a volte la soluzione migliore non è così praticabile come altre, quindi dovremo impegnarci anche nelle prossime settimane a cercare le soluzioni più praticabili, perché se aspettiamo di avere la soluzione allora ci incartiamo e andiamo avanti altri anni come è successo fino adesso. Ri-peto, il lavoro svolto è stato importante, fatto dagli uffici e fatto da Regione Lombardia, non dobbiamo assolutamente sottovalutarlo. Abbiamo il problema dei problemi adesso, recuperare le risorse, capire come indirizzarle e questo è un compito, è un impegno che noi ci vogliamo prendere.

Il Collega Fiori mi ha sottoposto alcune modifiche a questo ordine del giorno che se verranno ac-cettate dai proponenti il nostro Gruppo sarà assolutamente d’accordo a prendere questo impegno. Leg-go in queste modifiche un impegno importante, un impegno serio, un impegno per la Giunta e un im-pegno per il Consiglio. Credo che una volta che si scrive un documento e una volta che si vota non so-no più parole vuote, e su questo noi siamo disposti a confrontarci e ad accettare la sfida, sapendo il dramma col quale sono state costrette a vivere tante famiglie e tanti cittadini. Quindi questa è una sfida che noi accettiamo ed è anche un plauso che noi vogliamo fare a chi oggi in minoranza ha sollevato un tema davvero importante e davvero decisivo per la qualità della vita delle prossime generazioni.

Quindi io vi chiedo di valutare con attenzione gli emendamenti proposti dal Collega Fiori e di ve-dere se per una volta tutti insieme riusciamo ad arrivare ad un risultato positivo per i nostri cittadini senza farci sopra della demagogia, non sarebbe questo il momento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. La parola al Consigliere Fabrizio.

FABRIZIO Maria Grazia

Presidente, credo che il tema sia di rilevanza notevole e ci sia da considerare come segno positivo il fatto che sia stato oggi presentato un ordine del giorno che raccoglie dei consensi, a questo punto mi pare di capire trasversali, se si riuscisse a trovare formulazioni che possono addirittura migliorarne la portata. Dico questo perché la Regione Lombardia, e lo dico con orgoglio, è una Regione che su que-sto argomento ha da sempre non solo assunto responsabilità, ma ha da sempre anticipato addirittura quelle che poi sono diventate normative di carattere nazionale. E’ dal 1984 che Regione Lombardia si è attivata sull’argomento, dapprima con la collaborazione di una Commissione tecnica regionale e poi via via allargando la sfera dell’impegno a una rete forte, fatta di associazioni, fatta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, fatta dagli esperti sulla materia. Fin dall’inizio addirittura con le prime circola-ri del settore sanità e igiene dal 1985 si sono anticipate le disposizioni statali, sono stati fatti i primi manuali che ancora oggi rimangono una testimonianza forte della capacità di intercettare un problema e di esercitare una politica di contrasto. Un tema che ha continuato a vedere Regione Lombardia atten-ta, con una normativa in progressione sempre più vincolante e sempre con una estensione larga dei soggetti coinvolti, questo a testimonianza che c’è non solo attenzione ma c’è anche preoccupazione.

Il registro dei mesoteliomi è attivo in Lombardia dal 2000 presso la Clinica del Lavoro dell’Univer-sità degli Studi di Milano di via Devoto e i dati che questo registro ci porta continuano a tenere alta la tensione e la preoccupazione, perché il numero dei casi sospetti di mesotelioma maligno, che sono so-


30

lo una parte degli effetti delle malattie asbesto correlate, quindi è un pezzo dei problemi, ci dice che questi casi sono in numero ancora molto alto e ci dice anche che la percentuale del 68,3% dei casi è legato a cause di esposizione professionale, ma nella rilevante percentuale del 20,2% da cause ignote e non classificabili.

Vediamo le classi di età dei coinvolti che ci testimonia che sono concentrate oltre i 55 anni di età, a testimonianza che il rischio è dovuto ai tempi dell’esposizione e alla durata dell’esposizione. Ci dice che non dobbiamo abbassare la guardia e ci dice che dobbiamo guardare sì ai luoghi di lavoro ma an-che all’insieme dell’ambiente in cui ci troviamo, ci dice che dobbiamo essere attenti, vigilanti, che dobbiamo controllare, che dobbiamo prevenire e che dobbiamo programmare la bonifica dei siti inqui-nati. Io mi auguro che la questione di Broni sia tra gli emendamenti che vengono proposti, cioè che ci sia un’attenzione rispetto a quello che mi pare uno dei casi più eclatanti. Dobbiamo programmare la collocazione di discariche, dobbiamo continuare a rimanere all’erta sulla rimozione dei manufatti con-tenenti amianto.

Credo che la sottoscrizione dell’ultimo piano di Regione Lombardia, la condivisione da parte delle organizzazioni sindacali sia stato un fatto rilevante, ma impone oggi un’attenzione in più rispetto alla certezza dei tempi e delle modalità di smaltimento e all’appostamento delle risorse necessarie perché questo avvenga.

In sostanza, e chiudo questo mio intervento, credo che se da un lato dobbiamo essere contenti che Regione Lombardia sia avanti rispetto al tema della prevenzione del rischio amianto, alla rilevanza dei casi, dobbiamo essere altrettanto attenti ed impegnati affinché dalle leggi e dai finanziamenti previsti a livello nazionale e a livello locale si passi ai fatti, cioè si cominci a dare risposte soprattutto - e in que-sto caso il testo dell’ordine del giorno è chiarissimo - alle persone e alle famiglie coinvolte, perché ol-tre agli effetti tremendi di una malattia devastante non si debba porre a carico delle persone e delle fa-miglie il costo di una malattia che è dovuta a cause che riguardano l’intera collettività; non è giusto che poche persone paghino con la vita, paghino con la malattia e paghino in termini anche economici quello che è un danno che la società non ha saputo evitare. Certo che da ora in poi la vigilanza ci por-terà ad avere comportamenti diversi, ma oggi dobbiamo attraversare questo periodo in cui ancora pur-troppo dovremo sostenere persone e famiglie rispetto ad un destino che è oggettivamente infausto.

Per tali ragioni io condivido l’ordine del giorno che è stato presentato e lo voterò convintamente.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Fabrizio. Valutiamo ora quello che sarà il proseguimento dei lavori d’aula. Sono previsti gli interventi dei due Assessori, prima l’Assessore Buscemi e poi l’Assessore Bresciani, dopo-diché ci sono al momento quattro interventi in dichiarazione di voto, dovremo anche valutare la modi-fica proposta al testo e su quella poi qualcuno si esprimerà, se i Colleghi sono d’accordo, lo chiedo all’aula, proseguiamo i lavori, senza la sospensione fino all’esaurimento dell’argomento.

Vedo che l’aula concorda. Quindi la parola all’Assessore Buscemi.

BUSCEMI Massimo

Grazie, Presidente. Il mio vuole essere un intervento breve, però nello stesso tempo esaustivo, per-ché poi non si dica che la Giunta non risponde in modo adeguato alle interrogazioni, mozioni o agli ordini del giorno, anche se dalla lettura delle richieste contenute nell’ordine del giorno, sono quattro punti, si evince che non ho competenze su alcun punto, perché i primi tre competono al Collega Bre-


31

sciani sugli aspetti sanitari, su cui poi lui risponderà, il quarto riguarda il problema delle bonifiche, su cui io per fortuna non ho competenze.

Però rispondo sicuramente per quel che concerne il problema della programmazione dello smalti-mento, che è certamente materia di mia competenza, dando alcune informazioni che già molti di voi avranno, essendo per lo più Colleghi componenti della Commissione ambiente.

Come sapete, l’ARPA ha effettuato un monitoraggio scientifico importante della presenza di a-mianto in Regione Lombardia con i sistemi di ultima generazione, monitoraggi satellitari, oltre che monitoraggi con gli aerei, e sulla base di una copertura di circa 81/85 chilometri quadrati di presenza di amianto ha stabilito che il tonnellaggio stimabile è di circa 2 milioni 800 mila tonnellate. Sappiamo però che parliamo di coperture orizzontali, quindi certamente questo dato non tiene conto né di quanto c’è all’interno degli edifici, né tantomeno di quanto prevedono elementi che sono verticali, quindi a-himé la quantità di amianto parte da questi 2 milioni e 800 che sono certi, fino ad arrivare non possia-mo dire a quanto. Quindi il dato è sicuramente preoccupante e il PRAL, il piano per quanto riguarda lo smaltimento dell’amianto, prevede che entro il 2015 vengano smaltite almeno le quantità di cui noi abbiamo certezza.

Un punto chiave è che sia garantito il sistema infrastrutturale lombardo per lo smaltimento e per il recupero dell’amianto esistente e al fine di mantenere sotto il diretto controllo di Regione Lombardia di tale aspetto, come sapete, la lr n. 10 del 29 giugno del 2009 è stata modificata con l’aggiunta dell’articolo 17, cioè funzioni della Regione, rispetto alla legge 26 del 2003. Questo articolo al comma ter, lettera c) così dice: “L’approvazione di impianti di gestione, smaltimento e recupero di rifiuti spe-ciali necessari all’attuazione di specifici programmi regionali di settore adottati per la definitiva solu-zione di problematiche ambientali esistenti da autorizzare ai sensi degli articoli 208, 9 e 10 del Decreto 152/2006 e del Decreto 29 del 2005, allegato 1.5.” Questo cosa vuol dire? Come voi sapete, in molti, vuol dire che ho immaginato per la Giunta e per la Regione un percorso diverso rispetto a prima, cioè per lo smaltimento di questi rifiuti speciali io ritengo che Regione Lombardia non possa delegare nes-sun ente locale ma che debba prendersi la responsabilità diretta di una politica che riguarda la pro-grammazione dei siti, che riguarda gli strumenti da utilizzare per lo smaltimento e che riguarda l’analisi delle istruttorie presenti oggi in Assessorato, quindi una presa di responsabilità diretta perché sullo smaltimento di questo prodotto, di questo rifiuto assai delicato e violento nei confronti della salu-te dell’uomo non penso che possa la Regione delegare alcun ente locale.

Lo stato impiantistico attualmente esistente, non è una novità, sappiamo che la discarica di Cavria-na ha esaurito le proprie disponibilità nel corso di quest’anno, sappiamo quindi che attualmente lo smaltimento avviene attraverso l’esportazione in altri Stati Europei, tra cui soprattutto la Germania, che però ha già annunciato di non voler procedere oltre la misura adottata negli ultimi anni.

Il decreto 152 e la legge 26, come sapete, stabiliscono chi deve fare cosa e, come sapete, secondo questo decreto e secondo la legge Regione Lombardia non può imporre alle province siti individuati dalla stessa, ma la possibilità e il dovere che ha Regione Lombardia è quella di, una volta arrivate le i-struttorie e le richieste da parte del mercato, stabilire la procedura di VIA e di AIA e dare l’eventuale autorizzazione. Non è pensabile che noi si proceda in senso contrario, perché ciò non è consentito dal-la legge, quindi come sapete attualmente le istruttorie esistenti presso il mio Assessorato e presso an-che l’Assessorato al territorio, a cui compete la valutazione di impatto ambientale, sono sei, cinque per quanto riguarda le discariche, una per quanto riguarda un impianto di smaltimento. (Interruzione)... Sì, sono tre a Brescia, uno a Bergamo e due a Cremona, per cui c’è Ecoeternit di Montichiari, 480 mila metri cubi, decreto VIA favorevole. L’istruttoria AIA è sospesa, perché l’area quando era oggetto di attività di cava sarebbe stata sovraescavata e sulla stessa sarebbero stati portati abusivamente dei rifiu-ti, quindi siamo nella fase in cui tecnicamente si sta cercando di capire di quanto è la presenza di rifiuti attualmente abusivi in questa discarica.

La Cerca Srl di Travagliato, sempre a Brescia, 435 mila metri cubi, decreto VIA favorevole, proce-dura AIA sospesa perché l’impianto proposto da Cerca è attualmente sospeso per due motivi: è in cor-so la rivisitazione del progetto sulla base del decreto VIA che prevede una diminuzione delle volume-trie e a causa della sospensiva accordata dal TAR circa la validità del decreto VIA, che dovrà essere parzialmente rivisto nei prossimi mesi, è giudicato dal TAR - udite udite - nel maggio 2010.


32

Terzo, Cave Nord, Cappella Cantone, Cremona, 261 mila metri cubi, decreto VIA favorevole, i-struttoria AIA in corso.

Quarto, TIM SpA, Treviglio, 480 mila metri cubi, procedura VIA in corso.

Quinto, Vitalba, Cingia De’ Botti, sempre Cremona, 396 mila metri cubi, procedura VIA in corso, per un totale di oltre poco più di 2 milioni di tonnellate, a cui si aggiungerebbero, ovviamente parlo al condizionale per tutti e sei gli impianti, quelle 200 mila tonnellate all’anno della Spireco, Montichiari, Brescia, che è un impianto a trattamento termico per il recupero dell’amianto, la cui procedura di VIA è in corso, quindi tutto ancora da capire.

Se mi è consentito aprire questa parentesi tecnica che non mi compete, perché è evidente che sulla valutazione di impatto ambientale sono i nostri tecnici di cui ci fidiamo che portano avanti la procedu-ra, e non potrebbe essere altrimenti, io ritengo che se i nostri tecnici non sono chiusi mentalmente o bloccati mentalmente, o trinariciuti del secolo scorso, io ritengo che nel momento in cui una procedura VIA avanza e ci si accorge che alcuni dati tecnici proposti dal proponente non sono idonei e adatti per far sì che l’attività venga svolta secondo quelli che sono i dettami previsti tecnicamente e da un punto di vista legislativo, io credo che i tecnici non debbano avere un atteggiamento di chiusura, quindi di ri-fiuto, quindi negativo che porti alla bocciatura, anziché un atteggiamento di tipo propositivo e anche di ausilio a quella che deve essere una procedura tecnica molto complessa, tale per cui se ci si accorge che alcuni elementi non siano corretti ritengo sia solo intelligente proporre delle modifiche, a condi-zione che poi nel corso d’opera ci siano i controlli che fanno sì che queste modifiche vengano attuate, altrimenti l’atteggiamento di chiusura è un atteggiamento che porta alla bocciatura di praticamente tut-te le procedure, perché errori in corso, soprattutto di questi tecnicismi delicati, ne commettono uno al secondo, quindi l’atteggiamento deve essere di propositività e di controllo strettissimo e certamente e-sigentissimo nei confronti dei proponenti.

Riguardo alle nuove tecnologie, la fibra di amianto trattata ad alta temperatura si trasforma in un materiale inerte - i tedeschi sono maestri in questo tipo di trattamento, ci hanno fatto delle strade e del-le autostrade in tutta la Germania - perdendo la pericolosità e permettendone il riutilizzo, come per e-sempio i materiali per l’edilizia o per le infrastrutture; si evita così il conferimento in discarica e si ri-sparmia della materia prima sostituita dal rifiuto recuperato. Ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. Gli aspetti positivi sono: l’eliminazione definitiva dei rifiuti contenente amianto producendo un inerte riutilizzabile, l’opportunità importante di azzerare le discariche di amianto che presentano seri pro-blemi di accettazione da parte degli enti locali e dei cittadini, non problemi di sicurezza. Tutta la nor-mativa, sia essa europea sia italiana, oltre naturalmente al buon senso, privilegia il recupero rispetto al-lo smaltimento. Aspetti negativi sono: i costi più alti rispetto alla discarica, ipotizzabili dai 140 ai 200 euro a tonnellata, rispetto ai 100 euro circa della discarica, e poi l’innovatività del trattamento impone in una fase istruttoria verifiche molto approfondite sull’affidabilità del metodo, perché io concordo sul fatto che ad oggi non essendoci in Lombardia e in Italia, tranne un paio di casi tutti da approfondire, ma di piccoli impianti con queste altissime tecnologie e queste promesse performance, sono d’accordo che bisogna andare molto cauti nell’affermare che queste grandi tecnologie oggi sono sicuramente so-stitutive delle discariche, perché è un’affermazione che oggi non mi sento di fare per gli approfondi-menti che stiamo facendo.

Mi avvio alla conclusione per quanto riguarda quelle che secondo me devono essere le politiche strategiche perlomeno del mio Assessorato e quindi penso della Giunta intera. Primo, continuare nel percorso autorizzativo delle istruttorie esistenti ad oggi in modo rigoroso, scientifico e trasparente; se-condo, favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie alle condizioni che abbiamo detto prima; terzo e ul-timo, effettuare un confronto costante, continuo e serio con gli enti locali e con le associazioni esistenti sul territorio e che ci sia una vera - e devo dire che ad oggi questo è avvenuto, almeno per quanto mi compete - collaborazione politica, ma anche tecnica dei Colleghi commissari della Commissione am-biente, però a due condizioni, che non ci siano demagogie striscianti sottobanco, perché ognuno di noi viene tirato per la giacchetta dalle associazioni, dai comitati e da altri soggetti che a livello territoriale certamente immaginano di coinvolgerci con pressioni ovviamente politiche, a cui noi forse qualche volta con debolezza non riusciamo a dire di no e a condizione che non ci siano effetti nimbi tra di noi, perché siamo tutti bravi a parlare e a dire di sì a condizione che sia dall’altra parte della barricata, e


33

questo francamente non è corretto e non sarebbe ammissibile. A queste due condizioni io credo che nella prossima legislatura chi avrà l’onore e la fortuna di continuare a fare quello che ho fatto fino a-desso possa attivarsi affinché entro il 2015 effettivamente il problema dell’amianto venga, perlomeno nella sua quasi interezza, risolto. Grazie, Presidente.

Presidenza del Vice Presidente Cipriano

PRESIDENTE

Grazie a lei. Diamo ora la parola all’Assessore Bresciani. Prego, ne ha facoltà.

BRESCIANI Luciano

Grazie Presidente. Mi permetta di salutare il Sindaco Luigi Paroni e tutta la sua delegazione, che vedo là, e lo ringrazio di essere qui, e ringrazio anche gli interventi dei signori Consiglieri, che sono stati sicuramente portatori di elementi di valutazione e di stimolo.

Espongo ora quella che è la relazione tecnica, per quanto riguarda i punti di nostra competenza.

La nostra Regione dispone di un proprio Piano Regionale Amianto Lombardia, come è già stato detto, il PRAL che, sin dalla sua approvazione, è stato monitorato dal Nucleo Amianto, gruppo di la-voro previsto dalla legge regionale n. 17, del 29 di settembre 2003. Il Nucleo Amianto è composto da rappresentanti delle direzioni coinvolte, interessate, competenti, le Direzioni Generali della Sanità, Re-ti e Servizi di Pubblica Utilità, Qualità dell’Ambiente ed Arpa Lombardia, nonché da rappresentanti dell’UPL e dell’ANCI. Tale gruppo di lavoro ha l’obiettivo di sovrintendere e monitorare la realizza-zione delle azioni previste dal PRAL e provvede annualmente a predisporre una relazione sui risultati raggiunti, che vengono trasmessi ogni anno al Consiglio regionale. L’ultima relazione, attualmente all’esame della terza Commissione, è stata inviata con nota del 10 settembre 2009, con protocollo 32289, da questa si evidenziano i risultati raggiunti fino alla fine dell’anno 2008.

I principali risultati finora raggiunti sono i seguenti: il punto 1 è il censimento della presenza di a-mianto sul territorio regionale, e questo è un punto molto importante. È stato predisposto, nel maggio 2006, un applicativo Web per la registrazione della comunicazione effettuata dai proprietari e dagli amministratori di edifici dei siti contenenti manufatti in amianto. Attualmente sono impiegati circa 140 operatori delle ASL, che implementano il data base del censimento degli edifici. Al 30 novembre 2009 sono stati censiti 39 mila e 961 siti. In Regione Lombardia risulta prioritaria, con una procedura che poi è stata anche espressa dal nostro Consigliere Demartini, dicevo, risulta prioritaria la bonifica dell’area dello stabilimento ex Fibronit di Broni. L’area di Broni è stata inserita, con legge n. 179 del 2002, tra i siti per i quali gli interventi di bonifica sono considerati prioritari a livello nazionale. Rela-tivamente alla sua bonifica, allo stato attuale risulta che il piano di caratterizzazione dell’area ex Fi-bronit è stato completato e, per quanto concerne la messa in sicurezza dell’area, sono già stati approva-ti ed attuati gli interventi di prima fase. Regione Lombardia, con decreto della DG Sanità, qualità dell’ambiente, numero 13874 del 19 di novembre 2007, ha assegnato al Comune di Broni un contribu-to regionale pari a 382 mila e 145 euro per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del sito. Oltre al sito di Broni sono stati indagati ulteriori siti di interesse regionale, per i quali è stata valu-tata la priorità per la bonifica di amianto attraverso la procedura per la determinazione delle priorità ai sensi del decreto ministeriale 18 marzo 2003, numero 101.

In applicazione a tale procedura sono stati individuati 88 siti, per i quali è stato richiesto un contri-


34

buto statale per la messa in sicurezza e bonifica. Al supporto del censimento dei siti con presenza di amianto, Arpa Lombardia, su incarico della Regione, ha realizzato la mappatura delle coperture di ce-mento amianto di quattro aree della Regione, caratterizzate da un’alta densità di territorio antropizzato, per un totale di 2062 chilometri quadrati.

Le quattro aree interessate sono state la Valle Olona, la Val Trompia, la Valle Camonica e la fascia autostradale A4 Milano-Bergamo-Brescia. La mappatura è stata realizzata tramite aerofotogrammetria, con una tecnologia che permette il riconoscimento delle coperture in cemento amianto da altri tipi di materiale. Dai quantitativi di amianto rilevati si è potuto stimare, con un’analisi statistica, il volume di amianto presente su tutto il territorio regionale, quantificato in circa 2 milioni e 800 mila metri cubi.

Punto 2: monitoraggio dei livelli di concentrazione di fibre e di amianto nell’aria. Questo è un pun-to molto importante, vi chiedo una particolare attenzione, perché questo è un indicatore di rischio at-tuale per il futuro dei mesoteliomi, e quindi per il rischio all’esposizione. Dal mese di febbraio 2006 Arpa esegue campionamenti mensili di aria in dodici postazioni della Regione, uno per Provincia, che sono gli stessi in cui da diversi anni vengono monitorati anche gli inquinanti tradizionali e i principali parametri meteorologici. Le analisi sono state eseguite mediante microscopia elettronica e nella mag-gior parte dei casi sono risultate inferiori ai limiti di rilevabilità, cioè proprio nulla, zero. Dove si sono rilevate invece le fibre, risultato non uguale a zero, le concentrazioni misurate sono state da dieci a cento volte inferiori ai limiti di una fibra per litro, che secondo l’OMS costituisce il limite di assenza di rischio per patologia di amianto. Quindi allo stato attuale non abbiamo nessuna progressione dell’inquinamento da amianto, e quindi del rischio per l’uomo, pertanto dobbiamo necessariamente proiettare i risultati dei mesoteliomi al fatto che dal 1970 al 1980 ci sono state esposizioni e la nascita, diciamo, la genesi del mesotelioma ha una latenza che va dai venti ai quarant’anni. Per cui oggi misu-riamo gli effetti degli esposti ma abbiamo una ragionevole sicurezza scientifica che dalle misurazioni la aereomicrodispersione di amianto sia più bassa degli indicatori di rischio che ha posto l’OMS, e di conseguenza, diciamo, esiste l’amianto da eliminare però in questo momento le situazioni non sono a futuro rischio del cittadino lombardo, date le misurazioni. Questo è un punto fondamentale perché è un punto di viraggio fra i risultati che noi abbiamo adesso, nel trend di crescita, e oggi siamo su un punto del trend di crescita, perché il quarantesimo anno, dal 1980, viene fra poco, e dal 1970 è adesso. Quin-di vi invito a non confondere il trend di crescita dall’aspetto esposizione all’amianto, cioè non è che crescendo questo fenomeno dice che oggi siamo in una situazione di crescita di rischio di patologia dell’amianto futura, perché le misurazioni ci dicono che siamo sotto i limiti scientifici di rischio. Ecco, questo è un punto - secondo me - fondamentale, che può da un lato tranquillizzare e dall’altro spronar-ci a eliminare l’amianto che è sul nostro territorio.

È stato valutato anche un monitoraggio per la ricerca di fibre artificiali vetrose, che fino ad oggi non ha rivelato alcuna presenza di tali fibre. Nella città di Broni, signor Sindaco - scusi, signor Presi-dente - signor Presidente, da alcuni anni è in corso il monitoraggio in quattro postazioni poste nelle vi-cinanze della ex Fibronit, e in tre postazioni presso la ex Fibronit, e in tutti i campioni - circa 800 dal 2000 ad oggi - non è mai stato superato il limite di una fibra litro, cioè al di sotto di dieci volte quelle che sono le indicazioni di possibile rischio dell’OMS. È stato effettuato infine un monitoraggio delle fibre ultrafini, ancora di più, e nelle misure fatte fino ad oggi non è stata trovata in area ambiente ne-anche una fibra di amianto di dimensione inferiore alla normale.

Terzo punto: tutela sanitaria. È stato approvato, con decreto del direttore generale della Sanità, il numero 4972 del 16 di febbraio 2007, l’istituzione del registro di lavoratori esposti e non esposti all’amianto, e il protocollo operativo per la sorveglianza sanitaria, prima Regione in Italia forse segui-ta, credo, dal Piemonte, in questi ultimi periodi. A seguito di tale decreto, le ASL lombarde hanno atti-vato l’istituzione dei registri e la ricerca attiva degli ex esposti, ripeto, attiva, di ricerca attiva, non pas-siva, lo segnalo. Nella definizione e classificazione di esposto o ex esposto, è prevista anche la tipolo-gia familiare, giustamente.

Presso la clinica del lavoro dell’Università di Milano (già citata dall’importante contributo del Con-sigliere Fabrizio, che ci ha dato questi elementi interessanti, e che vengono confermati anche da questa relazione) è attivo dal 2000 il registro mesoteliomi della Lombardia, e da qui lo studio del trend, della presenza del mesotelioma nei cittadini lombardi. Da tale registro non si evidenzia un particolare au-


35

mento di casi in Lombardia, in quanto i casi incidenti sono passati da 317 nel 2002, primo dato del re-gistro, a 327 casi nel 2007. Non sono cresciuti ma ci sono, ci sono ma sono attribuibili scientificamen-te all’epoca dei trenta/quarant’anni precedenti, cioè proprio nel momento di crisi dell’utilizzo delle fi-bre di amianto. Degli oltre mille casi di mesotelioma, registrati dal 2000 al 2007 - quindi in sette anni poco più di mille casi, ma non è irrilevante, è molto importante e significativo - l’esposizione profes-sionale è risultata pari al 66,1 per cento, cioè degli esposti il 66,1 per cento, cioè dei mesoteliomi la presenza era del 66,1 per cento degli esposti. Quella ignota e non valutabile, non documentatamente, di un esposto, è del 28,3 per cento; solo l’1,6 per cento dell’appartenenza familiare il 3,5 per cento, quella ambientale, e lo 0,5 per cento quella extralavorativa.

Mi avvio a concludere, signor Presidente.

Per quanto concerne il Fondo Vittime dell’amianto, segnalo che Regione Lombardia provvederà a richiedere l’attuazione e l’erogazione dei fondi per tutti i trenta milioni di euro che erano stati posti a disposizione, però anche del regolamento, perché altrimenti non si assegnano i trenta milioni di euro, e lo farà nelle sedi ministeriali competenti. In questa occasione si richiederà anche l’estensione a tutti i cittadini vittime ed esposti all’amianto. Regione Lombardia ha provveduto, con DGR n. VIII/848, del 20 ottobre 2005, a stanziare 900 mila euro per favorire lo smaltimento di piccoli quantitativi d’ami-anto.

Signor Presidente, non so se io ora debba rispondere alla lettera del signor Sindaco, è lei che deci-de, se il tempo non è un problema.

PRESIDENTE

Come ritiene più opportuno.

Il tempo è scarso però dipende da lei, se riesce, visto che è presente ed assiste ai lavori.

BRESCIANI Luciano

Essendo presente il Sindaco e la sua delegazione, mi pare sia giusto rispondere, almeno sui punti fondamentali.

Punto 1: “Garantire attraverso un’azione sinergica tra Ministero e Regione una continuità dei flussi finanziari utili ad effettuare la bonifica nel rispetto del cronoprogramma e del qui citato accordo di programma”. Qui ovviamente sono coinvolte più direzioni generali, quindi, per quanto riguarda la mia parte, sicuramente - come dicevo anche prima - mi rivolgerò ai Ministri competenti, che non sono la Sanità, attenzione, ai Ministri competenti, per quanto riguarda la disponibilità del fondo.

“Prevedere forme di incentivazione ai privati per lo smaltimento dell’amianto, se si vuole cogliere l’obiettivo di eliminarlo entro il 2016”. Si può studiare, questa, secondo me, è una decisione politica che sta al Consiglio, nell’ambito anche dell’ordine del giorno presentato. Un’attenzione particolare va posta al fatto che, essendo un intervento prioritario questo e non prioritari altri, al di fuori degli ottan-totto, questa disponibilità potrebbe creare delle criticità, anche di sostenibilità economica.

“Definire la scelta del sito ove prevedere la discarica dislocata in una zona, che è totalmente inte-ressata...”. Questo è competenza del DG delle Reti, per cui informeremo, nelle sedi opportune, di con-siderare, di valutare questa sua proposta, signor Sindaco.

“Vista la fortissima percentuale di mesotelioma pleurico e l’altissimo numero di decessi registrati negli ultimi anni nell’ambito del territorio...”. Per un protocollo standard di cure da seguire ci si rivol-


36

ge all’ASL, però sappiate che noi facciamo l’assistenza a questi pazienti, la facciamo a titolo gratuito, sono esenti da ticket, per intenderci, e abbiamo i protocolli di sostegno. Potrebbe essere che vadano ul-teriormente migliorati, ma questo fa parte del processo di miglioramento continuo della qualità dei si-stemi, e quindi è l’ASL che si preoccupa di vedere come i risultati previsionali corrispondano a quelli effettivamente riscontrati.

“Coordinare le strutture sanitarie oncologiche, che si occupano di mesotelioma, per favorire una migliore assistenza”. Noi abbiamo la rete oncologia lombarda, che può lavorare su questo, Università e Istituti Oncologici, protocolli che possono venirne fuori, ma vi assicuro che per quanto riguarda il mesotelioma, essendo anche vicino alla mia specialità, non siamo sicuramente lontani dai punti di ec-cellenza, però si può sempre migliorare.

“Espletare un’azione politica di pressione presso il Ministero del Lavoro affinché venga reso fi-nalmente operativo il Fondo Vittime dell’amianto”. Ecco già lo dicevo, bisogna che si faccia attenzio-ne perché non c’è solo il Ministero del Lavoro coinvolto ma ci sono altri Ministeri competenti; certa-mente quest’azione noi la rivolgeremo al Ministro, chiedendo di espanderlo alle competenze necessa-rie.

Credo di aver risposto a tutto, vi ringrazio per l’attenzione. Grazie mille signor Presidente.

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore. Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. Io ho iscritto a parlare i Consiglieri Cè, Muhlbauer, Porcari, Fiori e Osvaldo Squassina.

(Voci dall’aula)

Rinunciate? Bene. La parola al Consigliere Fiori.

FIORI Francesco

Grazie Presidente. Come anticipato dal Collega Demartini, ritenendo il tema estremamente com-plesso e all’attenzione delle Pubbliche Istituzioni, ragionando su una legge, la 17, che ormai data sette anni, ed anche sulla difficoltà di vedere operativa la legge nazionale del 2007, in maggioranza abbia-mo avuto un confronto lungo su questo tema e allora riterremmo che per un atto di serietà e di impe-gno della nostra Regione, che è necessario su questa vicenda dell’amianto, noi si avrebbe la necessità, come Regione Lombardia, di avere uno strumento legislativo all’altezza dei tempi. Pertanto chiede-remmo agli estensori dell’ordine del giorno alcune modifiche al testo. Fino a “impegna il Presidente e la Giunta” nulla da eccepire, vorremmo, se foste d’accordo, solo per un problema di lettura, riunire il punto 1 ed il punto 2, mantenendo assolutamente invariate le dichiarazioni e le intenzioni, cioè “impe-gna il Presidente e la Giunta regionale a far valere l’autorevolezza propria e della Regione Lombardia affinché il Fondo Vittime dell’Amianto venga immediatamente reso operativo con l’emanazione del regolamento previsto, verificando nel merito la possibilità dell’estensione del diritto di accedere ai ri-sarcimenti previsti dal Fondo, non solo ai lavoratori ma anche ai cittadini vittime ed esposte all’a-mianto;”. Poi chiederemmo al Consiglio una presa di responsabilità, necessaria sul tema, e quindi spo-steremmo l’attenzione su di noi, su quello che dobbiamo fare noi come Consiglio regionale, e quindi un impegno di tutti i Gruppi politici e si leggerebbe: “e si impegna a predisporre entro la legislatura


37

specifico provvedimento legislativo, al fine di garantire, anche con anticipazioni regionali, la continui-tà di flusso finanziario con finalità: bonifica, smaltimento e recupero delle aree interessate; forme di incentivazione per i privati, che ancora devono provvedere alla denuncia e lo smaltimento di amianto; politiche di sostegno per l’assistenza dei soggetti colpiti da malattie asbesto correlate; priorità negli in-terventi regionali ai Comuni che richiedono sostegno per ripristino di strutture a funzione pubblica che necessitano di bonifica da amianto”.

Noi riterremmo fondamentale questo progetto di legge perché, come abbiamo visto stamane, la in-sistenza su tre aree della Giunta, del tema specifico dell’amianto, ha una necessità di azione coordina-ta, che con il disposto legislativo è garantito sia per una trasparenza della Pubblica Amministrazione sia perché i cittadini, che sono soggetti e oggetti a questa vicenda drammatica e terribile, abbiano an-che la percezione diretta delle cose che stiamo facendo. Se i sottoscrittori dell’ordine del giorno 2073 sono d’accordo di accettare questa impostazione, la nostra posizione come maggioranza è assoluta-mente favorevole, anzi un plauso a coloro che hanno sollevato il tema in questione.

Presidenza del Presidente De Capitani

PRESIDENTE

Grazie a lei, Collega Fiori. L’ultimo intervento in dichiarazione di voto, se magari dà una risposta anche rispetto alle proposte che sono state fatte, è quella del Collega Porcari. Prego, ne ha facoltà.

PORCARI Carlo

Grazie Presidente. Molto sinteticamente, vista anche l’ora. C’è un rammarico, che anch’io voglio sottolineare: abbiamo avuto una presenza scarsa in aula, durante un dibattito che toccava un tema rile-vante. Devo esprimere però una soddisfazione, a differenza di altre volte vi è stata la presenza e l’intervento dei due Assessori.

Non riprenderò un dibattito già fatto in altre sedi. Abbiamo anche opinioni divergenti su ciò che forse potrebbe fare ed avrebbe dovuto fare la Regione nel passato, però questo dibattito, che nasce da una richiesta di un Consiglio straordinario, perché il tema è straordinario, come gli interventi che si sono succeduti hanno dimostrato, evidenzia che sul tema c’è attenzione.

Mi pare che c’è un problema aperto rilevante, che è quello sostanzialmente su cui ci siamo mag-giormente divisi nei mesi passati, che è ancora un problema che ha un valore nazionale, se ho ben ca-pito, cioè il fatto di potere programmare, perché lei, Assessore, ha usato la parola “programmare”, la Regione “programma”. La Regione purtroppo autorizza solo, la programmazione sostanzialmente è ancora in capo ai privati, sono i privati che scelgono i siti, fanno la proposta. Ecco, noi riteniamo che per una materia come questa invece, se fosse possibile prevedere, anche prendendo un’iniziativa na-zionale, una programmazione diretta, ovviamente non costringendo gli Enti locali, come invece stiamo facendo su iniziativa dei privati, ma concertando e chiamando a una responsabilità le amministrazioni locali a scegliere dei siti che permettano di accelerare le procedure per ottenere il risultato, perché quello che si è evidenziato ancora oggi è che abbiamo l’obiettivo del 2016 ma stiamo andando molto lentamente, le procedure autorizzative per cercare i siti di smaltimento o le nuove tecnologie sono an-cora troppo lente, quindi c’è bisogno di attenzione, c’è bisogno di assumersi le responsabilità. Oggi ho sentito parole importanti in quest’aula, da tutte le parti politiche c’è la consapevolezza che questo è un problema che riguarda la nostra Regione, che riguarda purtroppo alcune generazioni che subiscono i danni di questo “assassino”, che viene dal passato, purtroppo l’abbiamo riconosciuto solo dal 1994, e


38

che colpirà ancora per i prossimi anni. Però c’è la consapevolezza che per il futuro dobbiamo svolgere ciascuno la nostra parte, individuando i siti e le procedure per lo smaltimento, e aggiungo anche le ri-sorse. C’è stato poco impegno in generale da parte delle Istituzioni pubbliche per mettere risorse dove ovviamente erano necessarie - perché gli inquinatori non erano più a disposizione - come nel caso di Broni, perché a Broni c’è il piano, ma mancano ancora troppi milioni di euro per avere la certezza di riuscire ad ottenere il risultato.

Noi qui ci prendiamo un impegno, è importante e nella legge bisogna inserirlo. Io dico: siccome non c’è solo Broni, anche se è un epicentro di questa partita in Lombardia, però sono tanti i siti e i luoghi che vanno disinquinati e per i quali bisogna favorire, diciamo così, lo smaltimento - ai privati, siti pubblici, e così via - è fondamentale trovare queste risorse. Non escluderei per il futuro, anche di-cendo una cosa che di solito non si dice, di prevedere una tassa di scopo, perché la responsabilità deve esserci sia nell’individuazione dei siti e nelle procedure, sia anche nel trovare le risorse. Penso che i cittadini siano disposti anche a pagare una tassa di scopo, se le risorse pubbliche sono certe, e si va in-contro al riconoscimento del diritto per i cittadini, che hanno già subito nel passato, a venire aiutati.

Ringrazio anche il Sindaco per la sua presenza e per la lettera che ci ha mandato.

Ultima cosa, vengo alla proposta del Collega Fiori di integrazione dell’ordine del giorno. Così co-me è stato integrato e proposto dall’ex Assessore Fiori e dall’ex Parlamentare europeo, oggi Consiglie-re, a noi va bene, è accettabile, anzi è persino più ambizioso. Quindi noi la sfida ambiziosa, di fare un progetto di legge anche in questa Legislatura, siamo disposti ad accelerare i tempi e a votarlo, se ce la facciamo, però segnare il punto, porre l’attenzione della Regione, impegnare la Giunta sui punti indi-cati nell’ordine del giorno, mi sembra l’obiettivo che anche noi proponenti ci eravamo dati. Quindi se c’è una condivisione da parte di tutti, in una fase - come ha ricordato Demartini - elettorale, però, se tutti siamo d’accordo e tutti vogliamo dare una risposta a questi cittadini, diciamo stiamo a pari sui meriti, dobbiamo dimostrare di essere coerenti, di recuperare i ritardi che invece nel passato si sono registrati da parte di chi aveva le responsabilità di gestire questa partita.

Noi accogliamo le modifiche all’ordine del giorno, ci impegniamo, per quanto riguarda questo ul-timo scorcio di Legislatura, perché si provveda a depositare, magari anche a votare, un provvedimento legislativo; ovviamente rimangono aperti i temi che questo dibattito non poteva risolvere, che riguar-dano la legislazione nazionale e anche le politiche regionali, che però non dobbiamo lasciamo cadere, ma saranno oggetto dell’iniziativa politica futura. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Collega Porcari. Collega Muhlbauer vuole intervenire? Ma non aveva rinunciato?

MUHLBAUER Luciano

Era solo per rispondere alla domanda, nel senso che ovviamente l’emendamento proposto dalla maggioranza è condiviso, volevo solo confermare questo, a domanda si risponde.

PRESIDENTE

Bene, la ringrazio. La condivisione deve essere di tutti coloro che hanno sottoscritto l’ordine del


39

giorno, perché così recita il Regolamento. Vedo che c’è condivisione, per cui non essendovi altri i-scritti passiamo alla votazione.

Votazione

PRESIDENTE

Essendo stato accolto dai firmatari l’emendamento proposto, pongo in votazione, per alzata di ma-no, l’ordine del giorno n. 2073, come modificato.

(Il Consiglio approva)

(Il testo come modificato è riportato in allegato)

Annunzio di interrogazioni, di interpellanze e di mozioni

PRESIDENTE

Comunico le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni pervenute in questi giorni alla Presidenza:

Interpellanze:

- n. 5232, in data 10 dicembre 2009, a firma del Consigliere Zamponi, concernente la richiesta di informazioni relativamente allo stato di attuazione di alcune opere infrastrutturali nel settore ferrovia-rio (viene richiesta risposta scritta);

- n. 5233, in data 18 dicembre 2009, a firma dei Consiglieri Benigni, Bonfanti e Saponaro, con-cernente i finanziamenti per la realizzazione della nuova accademia della Guardia di Finanza di Ber-gamo (viene richiesta risposta scritta).

Interrogazioni:

- n. 2512, in data 1 dicembre 2009, a firma del Consigliere Arosio, concernente la possibile sop-pressione della fermata di Cantù, lungo la tratta ferroviaria Milano-Como (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2513, in data 1 dicembre 2009, a firma del Consigliere Squassina Osvaldo, concernente l’incompatibilità tra il ruolo di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Valcamonica-Sebino (BS) e l’incarico di Presidente dei Revisori dei Conti del Comune di Castiglione delle Stiviere (MN) (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2514, in data 3 dicembre 2009, a firma del Consigliere Pedrezzi, concernente le decisioni as-sunte dalla Giunta comunale di Castelleone (CR) circa le modalità di erogazione dei contributi al Fon-do sostegno affitti 2009 (viene richiesta risposta scritta);


40

- n. 2515, in data 9 dicembre 2009, a firma del Consigliere Cecchetti, concernente il futuro occu-pazionale di circa ottanta dipendenti delle cooperative Orizzonte e Smile del Comune di Nerviano (MI) (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2516, in data 14 dicembre 2009, a firma del Consigliere Muhlbauer, concernente le modalità di accreditamento per la gestione degli asili nido deliberate dal Comune di Milano (delibera n. 1431 del 5 giugno 2009) (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2517, in data 15 dicembre 2009, a firma dei Consiglieri Spreafico, Gaffuri, Benigni, Tosi, Adamoli, Saponaro e Agostinelli, concernente gli interventi a sostegno delle province colpite dai nubi-fragi tra il 15 e il 18 luglio 2009 (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2518, in data 16 dicembre 2009, a firma del Consigliere Saponaro, concernente i disagi e i disservizi per i pendolari in conseguenza del cambio degli orari dei treni dal 13 dicembre 2009 (viene richiesta risposta scritta);

- n. 2519, in data 16 dicembre 2009, a firma del Consigliere Monguzzi, concernente i costi ri-guardanti la variazione del progetto per la realizzazione del muro antiesondazione sul lungolago di Como (viene richiesta risposta scritta).

Mozioni:

- n. 0354, in data 3 dicembre 2009, a firma del Consigliere Zamponi, concernente la condanna di ogni atteggiamento in contrasto con gli articoli 3 e 24 della Costituzione;

- n. 0355, in data 11 dicembre 2009, a firma dei Consiglieri Spreafico, Porcari, Oriani, Mirabelli, Civati, Benigni, Prina, Gaffuri, Fabrizio e Giundani, concernente la solidarietà al Cardinale Dionigi Tettamanzi a seguito delle critiche a lui rivolte;

- n. 0356, in data 16 dicembre 2009, a firma dei Consiglieri Valentini Puccitelli, Zuffada, Maio-lo, Peroni, Fiori, Sala, Rinaldin, Galli, Dalmasso, Quadrini e Alboni, concernente l’aggressione al Pre-sidente del Consiglio dei Ministri;

- n. 0357, in data 18 dicembre 2009, a firma dei Consiglieri Cè, Zamponi, Muhlbauer, Fabrizio, Porcari, Sarfatti, Benigni, Squassina Osvaldo, Agostinelli e Ferretto Clementi, concernente le modalità di attuazione del “Protocollo d’intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di lavoro pub-blici” nell’ambito delle opere legate all’Expo 2015.

(I relativi testi sono riportati in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna)

PRESIDENTE

Colleghi, un secondo solo, devo fare una comunicazione per tirare le fila anche della giornata del prossimo martedì 22 dicembre 2009, visto che ci sono ancora i Capigruppo presenti. Si tratta, diciamo impropriamente, del prolungamento della riunione ex articolo 23 del Regolamento generale, che com-pleteremo però martedì prossimo.

Il completamento della calendarizzazione è il seguente: martedì 22 dicembre 2009 alle ore 10.00 ci sarà la riunione per integrare il calendario di gennaio, questo riguarda i Capigruppo e anche i Presiden-ti di Commissione, mi rendo conto che è il 22 di dicembre però il calendario dobbiamo comunque ag-giornarlo; alle ore 10.30 si riunisce il Consiglio regionale in seduta straordinaria per trattare il progetto di legge n. 439 che è stato annunciato questa mattina e che verrà licenziato dalla Commissione IV, come vi ho già anticipato è convocata al termine della seduta proprio per esaminare questo provvedi-mento. Nel pomeriggio alle 14.30 è prevista la riunione di insediamento della Commissione di inchie-


41

sta sull’attività di bonifica dei siti contaminati, la composizione l’ho annunciata questa mattina, con l’elezione del Presidente della Commissione, che ricordo deve essere in minoranza.

Ci vediamo ancora prima di Natale, però comincio ad anticipare gli auguri di buon Natale e di buon anno a tutti i presenti. Arrivederci.

Dichiaro chiusa la seduta.

(La seduta termina alle ore 13.45)


42

ALLEGATI

Interpellanze annunziate

«Il sottoscritto Consigliere regionale,

premesso che a dicembre 2004 si è conclusa la costruzione del “Passante ferroviario” milanese: la galleria che permette ai treni di attraversare Milano da est a ovest;

considerato che contestualmente sono nate le “linee S11: il nuovo servizio ferroviario dell’area su-burbana milanese, dotando in tal modo anche Milano di una rete integrata di infrastrutture ferroviarie all’altezza di una grande metropoli europea come Parigi con la RER e Berlino con le S-bahn;

verificato che sul sito internet di Regione Lombardia compaiono le novità introdotte dal nuovo ora-rio ferroviario in vigore dal 13 dicembre 2009;

considerato che pur apprezzando il completamento di alcune importanti tappe infrastrutturali lom-barde, alcune opere arrivano in notevole ritardo rispetto alle programmazioni dell’inizio del 2008, in particolare:

- prolungamento linea S1 a Lodi, prevista per la fine del 2008 ma ultimata solamente 13 dicem-bre 2009;

- apertura della fermata San Giuliano Tolstoj sulla linea S1, prevista per 2009;

- prolungamento linea S2 a Pavia, prevista per la fine del 2008 e della quale sul sito traspor-ti.regione.lombardia.it non è possibile conoscere l’attuale stato di realizzazione;

- prolungamento della linea S6 da Porta Vittoria a Treviglio, prevista per giugno 2008 ma ulti-mata solamente il 13 dicembre 2009;

- creazione della linea S7 da Besana a Porta Garibaldi, prevista per la fine del 2008 e della quale sul sito trasporti.regione.lombardia.it non viene nemmeno fatto cenno;

- prolungamento della linea S9 da San Cristoforo a Abbiategrasso, prevista per il 2009 e della quale sul sito trasporti.regione.lombardia.it non è possibile conoscere l’attuale stato di realizzazione;

interpella il Presidente della Giunta della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, la Giunta regio-nale, nonché l’Assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Raffaele Cattaneo, per conoscere:

1. con riferimento a quelle realizzate in ritardo, quali siano le cause e motivi alla base dello stesso;

2. con riferimento a quelle non ancora completate, quali siano le relative cause e i motivi che ne hanno ritardato i lavori, nonché quale sia la data di previsione del relativo completamento;

3. con riferimento a quelle non ancora cominciate, quali siano le relative cause e motivi che non ne hanno permesso l’inizio, nonché quale sia la data d’inizio e del completamento delle stesse».

(5232) Zamponi

«I sottoscritti Consiglieri regionali,

premesso che il 15 ottobre 2009 avevano presentato l’interpellanza n. 5225, sottoscritta anche dal Consigliere Bonfanti, (Il testo della ITL/5225 è riportato nel verbale della seduta del 20 ottobre 2009);

considerato che:

- in questi giorni, con una missiva indirizzata alla Regione, Comune, Provincia, Demanio e Mi-nistero delle Infrastrutture, il Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adi-


43

nolfi, comunica che, nonostante l’Accordo di Programma, la nuova Accademia della Guardia di Fi-nanza non si farà;

- nonostante le richieste provenienti da più parti, compreso i sottoscritti, la Regione Lombardia non ha convocato il Collegio di Vigilanza in questi mesi nei quali i ritardi nel mantenere gli impegni previsti nell’Accordo di Programma avrebbero dovuto preoccupare;

- risulta incomprensibile l’aver sottovalutato da parte della Regione come un’opera di qualità ar-chitettonica ed urbanistica di 250 milioni di euro fosse estremamente importante per la città di Berga-mo e per la Regione Lombardia;

- la nuova sede dell’Accademia avrebbe inoltre consolidato la presenza dell’Accademia stessa a Bergamo. L’Accademia è un’Istituzione prestigiosa che, oltre a far conoscere Bergamo in Italia e a vantaggi economici, comporta prestigio assoluto per la nostra città e per la nostra Regione. La presen-za dell’Accademia è inoltre un elemento qualificante anche per la nostra Università che da sempre ha con l’Accademia forti sinergie;

- il rischio di un trasferimento dell’Accademia in altra città e Regione deve essere scongiurato. La responsabilità ricadrebbe completamente sulle Giunte di centrodestra della Regione, Provincia e Comune;

per tutto questo, i sottoscritti Consiglieri interpellano il Presidente della Giunta

in merito all’immediata convocazione del Comitato di Vigilanza per ribadire la necessità del rispet-to dell’Accordo di Programma, accettando solo che siano posticipate le date previste per la realizza-zione della nuova Accademia, affermando inoltre con determinazione che l’Accademia della Guardia di Finanza deve rimanere a Bergamo e che questa è la ferma volontà di tutte le Istituzioni Lombarde».

(5233) Benigni - Bonfanti - Saponaro

Interrogazioni annunziate

«Premesso che:

- con d.lgs. n. 422 del 19 novembre 1997 “Conferimento alle Regioni ed agli Enti Locali di fun-zioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale” la Regione Lombardia ha assunto nuove com-petenze, e che grazie ad esse può sviluppare un proprio sistema ferroviario regionale, attento alle esi-genze di mobilità, efficace nel garantire l’accessibilità al territorio;

- Trenitalia gestisce, su concessione della Regione, il servizio ferroviario regionale;

- la Regione Lombardia possiede gli strumenti necessari per intervenire nei confronti delle a-ziende ferroviarie con il Contratto di Servizio sottoscritto con Trenitalia SpA;

- la Regione ha il dovere di far rispettare la qualità del servizio stabilito dal Contratto di Servizio;

viste:

- le sempre più frequenti notizie che segnalano crescenti disservizi lungo la linea Milano-Como, ed in particolare di soppressione dei treni delle corse serali con fermata a Cantù;

- le crescenti segnalazioni di gravi disagi e ritardi provenienti sia da singoli utenti che da asso-ciazioni relativi al servizio offerto su tale linea;

considerato che:

- il nuovo orario può essere il momento per riconsiderare la stazione di Cantù come polo aggre-gante per i pendolari della zona permettendo di dare risposte concrete alla risoluzione dei problemi di


44

mobilità ferroviaria della linea in oggetto, e offrendo un sistema alternativo al trasporto su gomma, con effetti positivi anche sull’ambiente;

- la possibile soppressione lungo la linea ferroviaria Milano-Como della fermata di Cantù di mol-ti treni diretti, comprometterebbe ulteriormente il già precario e insufficiente sistema di collegamenti ferroviari;

l’interrogante, per tutto quanto prima esposto, chiede all’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo:

- con quali azioni la Direzione generale dell’assessorato competente intenda procedere alla riso-luzione delle problematiche sopra esposte al fine di tutelare gli utenti;

- se nella revisione in corso del nuovo orario è intendimento della Giunta regionale mantenere la stazione di Cantù quale importante fermata per il servizio ferroviario lungo la linea Milano-Como;

- di sollecitare Trenitalia ad un ulteriore impegno negli accordi presi nei confronti della Regione, e quindi verso i cittadini Lombardi, di tale tratta».

(2512) Arosio

«Premesso che il dottor Angelo Foschini ricopre il ruolo di Direttore generale dell’Azienda Sanita-

ria Locale (ASL) di Vallecamonica-Sebino, in provincia di Brescia;

verificato che la Direzione generale regionale della Sanità con le note n. 33841 e 44063 del 2006 in applicazione alla delibera di Giunta regionale (DGR) n. 2890/2006, ha indicato i criteri che disciplina-no il vincolo di esclusività e la natura fiduciaria del lavoro dei Direttori generali delle ASL;

considerato che tali criteri sono stati varati per evitare, qualora vengano affidati ai Direttori generali altri incarichi di natura pubblica o privata, sia situazioni di incompatibilità e conflitto di interesse sia di sottrazione di tempo all’attività principale che deve restare quella di direzione generale di una ASL;

venuti a conoscenza che al dottor Angelo Foschini è stato affidato, in data 14 ottobre 2009, dal Consiglio Comunale il ruolo di Presidente dei Revisori dei Conti del Comune di Castiglion delle Sti-viere (MN) per il triennio 2009/20012, così come risulta dal verbale di deliberazione di Consiglio co-munale n. 74, per un compenso annuo di euro 14.099,28;

ricordato che, al di là di ogni valutazione etica o morale sull’affidamento del nuovo incarico, il compenso annuo di oltre l4 mila euro equivale al salario annuo di un lavoratore o di una lavoratrice dell’IVECO di Mantova;

si interroga la Giunta per sapere:

a) se è a conoscenza dell’avvenuto affidamento e se è stata chiesta un’autorizzazione preventiva;

b) se non ravvisi elementi di non rispetto dei criteri formulati dalla Giunta regionale nella delibera di cui sopra;

c) se intende prendere provvedimenti nei confronti dell’avvenuto affidamento di un incarico ulte-riore al Dottor Foschini».

(2513) Squassina Osvaldo

«Il sottoscritto Consigliere regionale,

vista la legge n. 431/1998;


45

vista la legge regionale n. 2/2000;

vista la DGR n. 37 del 28 aprile 2009;

considerato che:

il Comune di Castelleone con deliberazione della Giunta comunale n. 82 del 30 giugno 2009 ha modificato quanto previsto dall’Allegato n. 1, art. 2, comma 2, della delibera di Giunta regionale n. 37 del 28 aprile 2009, in ordine ai requisiti dei richiedenti il contributo relativo al fondo sostegno affitto 2009;

ed in particolare

al punto a) del comma 2 ha stabilito che i richiedenti che fanno parte di uno stato dell’Unione Eu-ropea debbano avere anche la residenza nel Comune di Castelleone da quattro anni ed esercitare attivi-tà regolare di lavoro subordinato o di lavoro autonomo;

al punto b) del comma 2 ha sostituito il criterio della residenza di 5 anni in Regione Lombardia con quello di 5 anni di residenza nel comune di Castelleone;

la legge regionale n. 2/2000, all’art. 2, comma 16, prevede che “l comuni, che concorrono con ri-sorse proprie ai finanziamento, possono integrare ed estendere il campo d’applicazione della normati-va regionale, definendo ulteriori requisiti soggettivi ed oggettivi dei richiedenti”;

gli ulteriori requisiti, introdotti con la deliberazione dei Comune di Castelleone vanno a restringere, riteniamo indebitamente, e non ad estendere il campo di applicazione della normativa regionale;

interroga l’Assessore competente per sapere:

se non ritiene in contraddizione con la lettera e lo spirito della normativa regionale la decisione del-la Giunta del Comune di Castelleone che, con le modifiche introdotte all’Allegato 1 della DGR n. 37 del 2009, nega il diritto di accesso ai contributi FSA 2009, garantito invece dalla normativa regionale, alle seguenti categorie di richiedenti: i cittadini comunitari non residenti a Castelleone da 4 anni, i cit-tadini extracomunitari aventi tutti i requisiti previsti dalla normativa regionale, ma non residenti nel Comune di Castelleone da cinque anni».

(2514) Pedrazzi

«Premesso che:

in questi ultimi giorni si apprendono dai quotidiani locali preoccupanti notizie circa il futuro occu-pazionale di circa 80 dipendenti delle cooperative Orizzonte e Smile della zona del comune di Nervia-no in provincia di Milano;

i dipendenti delle cooperative prestavano servizio, fino a novembre, presso la ditta Corena, azienda in cui si svolgono le operazioni di magazzinaggio e logistica di riviste e giornali rimasti invenduti;

l’azienda Corena non sarebbe più in grado di mantenere il posto di lavoro ai lavoratori delle coope-rative in narrativa, a causa della mancata conferma di un appalto alla stessa da parte dell’impresa Par-rini che si occupa di distribuzione editoriale su tutto il territorio nazionale;

i lavoratori delle cooperative, inoltre, segnalano che non giungono comunicazioni ufficiali in meri-to a garanzie sul posto di lavoro o valide alternative che difendano la continuità lavorativa;

sempre in base a quanto affermano i lavoratori direttamente coinvolti, non sarebbero stati versati tutti i contributi INPS e INAIL e in alcuni casi non sarebbero state corrisposte alcune mensilità;

il tavolo di trattativa, ancora in corso, fra la società interessata e le forze sindacali non avrebbe, come riferiscono i dipendenti, individuato tutte le idonee soluzioni che tutelino i diritti e la dignità di tutti i lavoratori coinvolti, rimarrebbero infatti alcuni punti da chiarire (e di conseguenza alcuni lavora-


46

tori non sarebbero sufficientemente tutelati, circa una ventina non hanno trovato ancora una soluzione) nonché la possibilità di un mantenimento dei lavoratori nel circuito lavorativo delle cooperative ma con condizioni economiche peggiorative;

per tali motivi l’interrogante chiede:

quali azioni, nel breve periodo e con tempi certi, si intendono adottare per evitare le possibili con-seguenze negative occupazionali come sopra illustrate, al fine di garantire attività e in particolare i li-velli occupazionali;

quali azioni si intendono adottare al fine di verificare quanto segnalato dai lavoratori in merito al mancato pagamento dei contributi INPS e INAIL nonché il mancato versamento di alcune mensilità;

se si reputa opportuno intraprendere un serio confronto con l’azienda e gli assessorati competenti della Regione Lombardia al fine di giungere a soluzioni idonee per tutti i soggetti coinvolti nei fatti narrati, nel rispetto dei contratto nazionale, tali da garantire la continuità lavorativa e il mantenimento delle condizioni economiche originarie».

(2515) Cecchetti

«Il sottoscritto Consigliere regionale

premesso che con DGR n. 20588 dell’11 febbraio 2005, “Definizione dei requisiti minimi struttura-li e organizzativi di autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali per la prima infanzia”, Regione Lombardia determina le tipologie d’offerta per la prima infanzia soggette ad autorizzazione al funzio-namento e accreditamento per l’erogazione dei servizi e approva i requisiti minimi organizzativi e strutturali per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali indicati, come declinati nell’alle-gato A;

premesso inoltre che con deliberazione della Giunta del Comune di Milano n. 1431 del 5 giugno 2009 è stata approvata la procedura sperimentale per l’accreditamento di nidi, micro nidi, centri prima infanzia, nidi famiglia ed è stato definito l’avviso pubblico di accreditamento per la gestione degli asili nido;

considerato che a seguito dell’esiguità delle risorse economiche messe a disposizione dal Comune di Milano sul capitolo di spesa relativo al bando pubblico di accreditamento per la gestione degli asili nido, alcune cooperative hanno dovuto rinunciare a partecipare alla gara;

preso atto che sono giunte segnalazioni da parte di genitori e operatori dei servizi per l’infanzia del Comune di Milano sulla consuetudine di utilizzare “addetti ai servizi” - figura professionale prevista per compiti di pulizia degli ambienti ed eventuale aiuto in cucina - come supporto, o persino come so-stituto, all’operatore socio educativo, svolgendo le medesime funzioni dell’educatore senza la dovuta preparazione professionale;

interroga la Giunta regionale per sapere:

- se è a conoscenza di tali problematiche;

- se ritiene che una tale prassi interpretativa sia conforme a quanto stabilito nella DGR n. 20588 dell’11 febbraio 2005;

- se non ritiene necessario ed urgente intervenire con disposizioni aggiuntive per chiarire preci-samente i profili professionali onde evitare la sovrapposizione di figure professionali diverse e i con-seguenti aumenti carichi di lavoro dati i differenti rapporti operatore/barbini relativi alle mansioni svolte».

(2516) Muhlbauer


47


premesso che tra il 15 e il 18 luglio 2009, in occasione dei nubifragi che si sono abbattuti su molti comuni delle province di Lecco, Varese, Como e Bergamo, si sono verificati ingenti danni sia al pa-trimonio pubblico sia privato e all’economia locale;

ricordato che a seguito della gravità di tale evento è stato dichiarato con apposito provvedimento del Governo lo stato di emergenza realizzando contestualmente l’elenco dei danni;

ricordato inoltre che la stima dei danni ammonta a circa 43 milioni di euro per la provincia di Vare-se, a circa 52 milioni di euro per le provincie di Lecco, Como e Bergamo come risulta dalla lettera del 10 agosto 2009 inviata dal Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al Capo del Dipar-timento di Protezione Civile, Guido Bertolaso;

preso atto che ad oggi non sono stati adottati provvedimenti congrui per venire incontro ai danni di cui sopra né risultano date risposte ai numerosi solleciti a tal fine promossi da diversi Comuni e che lo stesso Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, con lettera del 11 novembre 2009 ha chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze di “...voler emanare apposito provvedi-mento volto all’integrazione, in termini di competenza e di cassa ... per il complessivo importo di 95 milioni di euro ... non potendo lo scrivente assicurare copertura finanziaria al predetto onere ...”;

denunciato che il perdurare di questo stato di cose non corrisponde agli impegni presi dal Governo e da Regione Lombardia con la dichiarazione di stato di calamità naturale e che questo crea una situa-zione anche di palese ingiustizia rispetto ad altri eventi similari accaduti sul territorio regionale;

interrogano il Presidente della Giunta per conoscere:

1. quali interventi intenda mettere in atto direttamente e se necessario nei confronti del Governo per provvedere alla definizione dei risarcimenti sia ai Comuni sia ai privati;

2. in quali tempi Regione Lombardia intende rispondere ai Comuni anche attraverso la convoca-zione di apposite riunioni presso la sedi provinciali».

(2517) Spreafico - Gaffuri - Benigni - Tosi - Adamoli - Saponaro - Agostinelli


premesso che:

- il 13 dicembre è entrato in vigore il nuovo orario invernale per i treni regionali;

- per una parte dei pendolari bergamaschi dovrebbe essere l’inizio di una nuova fase con maggio-ri corse su Milano, con un tempo di percorrenza inferiore ai 50 minuti; si verificherà nelle prossime settimane il risultato di questa innovazione;

rilevato che il nuovo orario invernale introduce invece pochi minuti di tempo per le coincidenze per milano, in particolare per i treni provenienti da Brescia, creando disagi per i pendolari che raggiungo-no dalle altre località la città di Bergamo;

visto che:

- al mattino del 14 dicembre sono successi episodi di violenza nella stazione di Bergamo dei qua-li è stato vittima in particolare un pendolare bergamasco che lamentava con altri la mancanza della coincidenza per Milano;

- è stata avviata un’inchiesta allo scopo di fare piena luce sull’accaduto;

interrogano l’Assessore competente:

- affinché acquisisca tutta la documentazione relativa all’inchiesta interna e la renda nota al Con-siglio regionale, con i relativi provvedimenti adottati;


48

- verifichi con Trenitalia i tempi necessari per garantire le coincidenze, spostando anche i convo-gli su binari contigui;

- se non ritiene utile chiedere a TNL migliorare la comunicazione tra lavoratori del servizio re-gionale e pendolari in modo che siano informati su eventuali problemi che possono nascere lungo la propria direttrice (coincidenze, orari eccetera)».

(2518) Benigni - Saponaro

«Il sottoscritto Consigliere,

a conoscenza che nel mese di novembre 2009 si è svolto un incontro a Como riguardante la presen-tazione del nuovo progetto per la barriera antiesondazione del lago di Como che prevederebbe nuove paratie mobili al posto di quelle fisse, con relativo taglio del discusso muro di cemento armato (con la parte interrata che resta a difesa del passaggio dell’acqua);

a conoscenza inoltre che a tale incontro ha partecipato il Presidente della Regione, Roberto Formi-goni, insieme al Presidente della Provincia, Leonardo Carioni, al Sindaco di Como, Roberto Bruni, e all’Assessore regionale al Territorio e urbanistica, Davide Boni;

visto che il progetto definito “migliorativo”, dal Presidente Formigoni, “e che in via definitiva crea le condizioni per la sicurezza idraulica della città e valorizza il bene lungolago, frutto del lavoro e del-la piena collaborazione tra Regione, Comune e Provincia” prevede in dettaglio: che le nuove paratoie saranno in parte automatiche (per circa 300 metri), sollevabili idraulicamente quando necessario, e in parte manuali (per 400 metri circa), montate su guide appositamente predisposte; che il nuovo piano calpestabile - in corrispondenza di piazza Cavour - sarà realizzato a una quota inferiore rispetto a quel-la prevista originariamente, per tutelare maggiormente la vista lago; che i parapetti in muratura previsti in corrispondenza dei “moli” laterali di piazza Cavour saranno sostituiti completamente da parapetti trasparenti, con guide per l’inserimento di pannelli mobili;

visto inoltre che le nuove opere comporteranno un costo aggiuntivo dichiarato di 2,1 milioni di eu-ro, allo scopo di migliorare gli aspetti problematici, come è stato per il “muro” parzialmente realizzato, che il Presidente ha definito senza mezzi termini “un grave errore”. Formigoni ha inoltre dichiarato che il progetto delle paratie di Como sarà rivisto e i lavori di modifica, costo € 2 milioni e 100, saran-no interamente a carico della società che attualmente ha in carico i lavori per le opere di difesa idrauli-ca;

tenuto conto che in un primo momento era stato affermato che i costi aggiuntivi per la rimozione, totale o parziale, del “muro” sarebbero stati sostenuti anche da Regione Lombardia con numerose po-lemiche facenti seguito al fatto che essendo la colpa del costo aggiunto imputabile al Sindaco e alla Giunta di Como non si accettava che a pagare fossero i cittadini, tramite gli Enti locali, Comune, Pro-vincia o Regione che fossero;

tenuto conto inoltre che è stato dichiarato dal Sindaco di Como che: “Entro il mese di dicembre sa-rà predisposto il progetto esecutivo” a cui poi seguirà l’avvio dell’iter autorizzatorio, con la Conferen-za dei servizi e l’approvazione della perizia di variante, per arrivare entro febbraio all’avvio dei nuovi lavori;

interroga l’Assessore al Territorio e Urbanistica per sapere:

- se effettivamente i costi saranno coperti interamente dalla società che esegue i lavori (SA-CAIM) e, nel caso, se e cosa tale società ha ricevuto in cambio;

- se i tempi di realizzazione dell’opera e i costi relativi corrispondano ad una stima veritiera o ad un’approssimazione molto generica».

(2519) Monguzzi


49

Mozioni annunziate

«Il Consiglio regionale della Lombardia,

premesso che la pronuncia di incostituzionalità espressa da parte della Corte costituzionale sul Lo-do Alfano, legge che secondo i giudici della Consulta è stata ritenuta illegittima per aver violato due norme della Carta costituzionale, (l’articolo 3 che stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini anche di fronte alla legge e l’articolo 138 che impone l’obbligo, in casi del genere, di far ricorso ad una legge costituzionale e non ad una ordinaria) non ha, di fatto, fermato da parte della maggioranza la produ-zione di norme “ad personam” finalizzate alla costruzione di un sistema di protezione nei confronti del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, come quelle ultimamente riguardanti la cosiddetta “brevi-tà” dei processo;

considerato che proprio su tale tema, dichiarazioni rilasciate in data 1 dicembre 2009 agli organi di stampa da parte di autorevoli esponenti del Partito Democratico come “il PD non cercherà scorciatoie” o “il PD considera legittimo che, come ogni imputato, Berlusconi si difenda nel processo e dal proces-so”, affermazione quest’ultima di una gravità e pericolosità inaudita;

atteso che difendersi dal processo e dai processi è proprio quello che il Presidente del Consiglio Sil-vio Berlusconi, da quando è al Governo sino ad oggi, ha incessantemente fatto, forse nella convinzione o presunzione ben illustrata, in una conversazione “bomba” fuori onda ma a microfoni aperti e succes-sivamente ripresa dalla stampa, dal Presidente della Camera Gianfranco Fini che partecipando in data 6 novembre 2009 ad un convegno a Pescara nella giornata conclusiva del “Premio Borsellino” riferen-dosi proprio a Berlusconi ha detto “Lui confonde la leadership con la monarchia assoluta e il consenso popolare che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autori-tà”;

in armonia:

- con il primo comma dell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana che sancisce nei confronti di tutti i cittadini la pari dignità sociale nonché uguaglianza davanti alla legge;

- con il primo comma dell’articolo 24 della Costituzione della Repubblica italiana che sancisce la facoltà da parte di chiunque di poter agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi;

- con il secondo comma dell’ articolo 24 della Costituzione della Repubblica italiana che sanci-sce la difesa come diritto inviolabile in ogni stato e grado di procedimento;

ribadendo il suo netto convincimento sul fatto che un conto è la difesa nel processo mentre altra e diversa cosa e difendersi dal processo;

esprime il suo più totale dissenso rispetto alle dichiarazioni rilasciate dagli esponenti del Partito Democratico sopra riportate;

condanna nel modo più fermo qualsiasi atteggiamento che tenda ad ostacolare l’integrale realizza-zione dei principi costituzionali sopra citati».

(MOZ/0354) Zamponi


di fronte agli inaccettabili giudizi ed alle strumentali critiche cui è stato sottoposto il Cardinale Dionigi Tettamanzi per il suo intervento in occasione della tradizionale festa di S. Ambrogio;

esprime la propria solidarietà al Cardinale per la pastorale che porta avanti nel rispetto dei ruoli e che è sempre stata ispirata da una azione delicatamente svolta nella diocesi più grande del mondo nella quale sono presenti, anche in forma più esasperata che altrove, le contraddizioni e le difficoltà di una società che ogni giorno deve fare i conti con problematiche nel passato sconosciute, alle quali ognuno,


50

per la sua parte, deve cercare risposte basate sulla comprensione, la solidarietà, la giustizia e la legali-tà;

condanna per queste ragioni, sul piano del merito e su quello del metodo, l’ingiustificato e inquali-ficabile attacco cui il Cardinale è stato sottoposto;

e si impegna per quanto di propria competenza a contribuire al ripristino, pur nella diversità delle opinioni, di un clima di rispetto e di serenità nei suoi confronti, confermando come la Lombardia sia terra forte di tradizioni popolari e solidali orientate soprattutto verso chi soffre e chi è in difficoltà».

(MOZ/0355) Spreafico - Porcari - Oriani - Mirabelli - Civati - Benigni - Prina - Gaffuri - Fa-brizio - Guindani


considerata l’indegna aggressione subita domenica dal Presidente del Consiglio dei Ministri al ter-mine di una pacifica manifestazione connotata, peraltro, da un inaccettabile (anche se non violento) tentativo di un gruppo di contestatori di impedirne il regolare svolgimento;

esprime piena solidarietà al Presidente del Consiglio dei Ministri e gli formula auguri di pronta guarigione;

condanna fortemente il crescente clima di odio e di demonizzazione dell’avversario politico e delle Istituzioni dello Stato, caratterizzanti la vita politica negli ultimi tempi, ed i tentativi di imporre con la voiolenza le proprie opinioni;

auspica che il dibattito politico si mantenga sul livello del confronto, anche aspro e radicale, fra o-pinioni e che ogni forma di dissenso e contestazione si sviluppi nel rispetto della libertà altrui».

(MOZ/0356) Valentini Puccitelli - Zuffada - Maiolo - Peroni - Fiori - Sala - Rinaldini - Galli - Dalmasso - Quadrini - Alboni


premesso che:

nell’ambito delle procedure di gara, anche per effetto della diretta applicazione del diritto comuni-tario e del richiamo al diritto europeo, assumono rilievo ancora più centrale il principio di trasparenza e il principio di buona amministrazione: la trasparenza comporta l’obbligo delle pubblica amministra-zione di rendere pubblici procedure e provvedimenti, consentendo in maniera estesa il diritto di acces-so ai documenti amministrativi da parte di soggetti terzi interessati; il principio di buona amministra-zione, invece, recepito espressamente anche nella Carta di Nizza, indica la necessità, conforme all’art. 97 della Costituzione, che l’azione amministrativa, nel perseguire il pubblico interesse, si svolga se-condo le modalità più idonee ed opportune ai fini dell’efficacia, dell’economicità e dell’efficienza;

il consueto ricorso, in dottrina, alla locuzione “procedure ad evidenza pubblica” - utilizzata per in-dicare le procedure di gara - conferma l’esigenza che, specialmente in queste manifestazioni di azione amministrativa si dia “evidenza” alle decisioni assunte dall’Amministtazione nella fase inerente alla selezione dei concorrenti, preliminare alla contrattazione pubblica;

in materia di gare pubbliche, il principio di trasparenza deve orientare l’azione amministrativa as-sieme al diverso ed ulteriore principio, comunitario, della cosiddetta par condicio tra i concorrenti, che impone all’Amministrazione di trattare tutti i soggetti potenzialmente interessati all’aggiudicazione di un appalto in condizioni di assoluta parità;

il principio di trasparenza (come attuazione della buona amministrazione), letto insieme al princi-


51

pio di par condicio, impone che tutti i concorrenti debbano chiarire, ciascuno rispettivamente con le modalità adatte al tipo di struttura d’impresa con la quale si presenta alla procedura di evidenza pub-blica, la propria reale identità, consentendo a chiunque abbia interesse, oltre che all’Amministrazione, di essere in grado di risalire alla identità soggettiva dei partecipanti alle gare pubbiche;

obiettivo fondamentale del diritto comunitario è quello di realizzare un mercato unico, anche nel settore pubblico, in cui la concorrenza tra gli operatori dei diversi settori produca il vantaggio di offri-re i migliori prodotti al minore costo; è quindi in relazione a questa finalità istituzionale che deve esse-re interpretata tutta la normativa comunitaria in materia di appalti pubblici;

i requisiti di partecipazione alle procedure di affidamento sono ad oggi disciplinati dagli art. 34 e seguenti del Codice dei Contratti Pubblici (d.lgs. n. 163 del 2006), in attuazione di quanto disposto dalla normativa comunitaria sia per quanto concerne l’individuazione dei soggetti che sono ammessi a partecipare alle procedure di affidamento di contratti pubblici, sia per quanto concerne i veri e propri requisiti di partecipazione;

in particolare, l’art. 38, comma 1, del d.lgs. n. 163/2006 fa riferimento ai cosiddetti “requisiti di or-dine generale”, enucleando una serie di obblighi di dichiarazione cui i concorrenti sono tenuti e che comportano, ove si riscontri l’assenza anche di uno solo di tali requisiti di ordine generale, l’esclu-sione dalla partecipazione alla procedura di gara; tra le suddette cause di esclusione sono indicate una serie di dichiarazioni che incombono principalmente sulle società partecipanti alla gara e sui soci della stessa (per questi ultimi limitatamente alle dichiarazioni relative all’inesistenza di condanne penali o di misure di prevenzione); laddove il concorrente è costituito da una aggregazione di più soggetti in una delle forme aggregate ammesse dall’ordinamento, ciascuno di essi dovrà fornire le dichiarazioni ri-chieste dall’art. 38;

la richiamata disposizione di cui all’art. 38 del d.lgs. n. 163 del 2006 non prevede espressamente che il concorrente debba rendere edotta l’Amministrazione sul proprio assetto proprietario; conseguen-temente, non rientra tra le cause di esclusione quella di chi non abbia dichiarato all’Amministrazione i propri assetti proprietari, ovvero i soci, noti od occulti, diretti o indiretti;

tuttavia, l’art. 38, comma 1, lettera d) del d.lgs. n. 163/2006 prevede che debbano essere esclusi i soggetti che hanno violato il divieto di intermediazione fiduciaria posto dall’art. 17 della legge 19 mar-zo 1990, n. 55;

la legge 19 marzo 1990, n. 55 (in tema di “nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale”) ha riconosciuto la par-tecipazione alle gare pubbliche da parte delle società fiduciarie (di cui alla legge n. 1966/1939), a con-dizione che queste ultime, su richiesta della stazione appaltante, comunichino alle amministrazioni in-teressate l’identità dei fiducianti (cfr. art. 17 comma 3);

sulla base di tale disposizione, il giudice amministrativo italiano (TAR del Lazio-Roma, sezione III, 3 dicembre 2007, n. 12103) ha ritenuto che anche la forma della società anonima riconosciuta da un ordinamento straniero non sia d’ostacolo all’ammissione di una società estera alla partecipazione ad una gara di forniture aperta alle imprese straniere ed alla concorrenza internazionale. Anche la Cor-te di Cassazione penale, in tema di giochi e scommesse, ha ritenuto l’illegittimità dell’esclusione delle società anonime da gare pubbliche (Cassazione penale, sezione III, 28 marzo 2007, n. 16928). La giu-risprudenza richiamata, pur ammettendo la partecipazione delle società anonime straniere alle gare pubbliche, non ha specificato né approfondito se, in tali ipotesi, le partecipanti debbano rispettare de-terminati requisiti di forma o adempiere a determinati obblighi informativi;

in particolare, non è stato chiarito se, trattandosi di soggetti poco trasparenti dal punto di vista della composizione della compagine societaria, essi debbano, come le intestazioni fiduciarie autorizzate, pa-lesare alle amministrazioni interessate l’identità dei propri partecipanti. Tale previsione, infatti, può ri-tenersi applicabile, in via analogica, anche alle società anonime straniere che, come le società fiducia-rie, non palesano l’identità del loro mandante (azionista, socio o fiduciante);

se la ratio della norma è quella di garantire la trasparenza e la sicurezza delle partecipazioni alle ga-re e delle aggiudicazioni pubbliche, è evidente che, in tutti i casi in cui l’identità del partecipante (o


52

addirittura del soggetto che si aggiudichi la gara) non sia trasparente, è necessario predisporre adegua-te tutele e precauzioni al fine di garantire la trasparenza della procedura pubblica. Diversamente, peral-tro, si realizzerebbe una diversità di trattamento discriminatoria in favore delle società anonime, con grave danno alla chiarezza e alla trasparenza delle procedure pubbliche;

il divieto di intestazione fiduciaria previsto dall’art. 17 della legge 19 marzo 1990, n. 55 è stato in-terpretato dall’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici (Determinazione del 5 dicembre 2001, n. 16/23) nel senso che la sua violazione è configurabile - a meno che non vi sia stata regolare comunica-zione dell’identità di un fiduciante regolarmente autorizzato - in ogni caso in cui risulti conferita, at-traverso idonei strumenti giuridici, la legittimazione a esercitare i diritti o le facoltà concernenti i beni dell’impresa a soggetti diversi dal titolare concorrente (anche se la titolarità dei beni rimane formal-mente in capo al fiduciante). Da questa lettura fornita dall’Autorità di Vigilanza, che ha il compito di vigilare sull’osservanza della disciplina legislativa e regolamentare vigente in materia di appalti pub-blici, emerge che la ratio sottesa all’introduzione del divieto di intestazione fiduciaria consiste specifi-camente nella necessità di consentire all’Amministrazione di identificare i suoi interlocutori;

per altro verso, la dottrina e la giurisprudenza hanno espressamente riconosciuto la possibilità che il legislatore interno o la stessa stazione appaltante, in sede di redazione del bando di gara, introducano cause ulteriori di esclusione rispetto a quelle previste dalla normativa comunitaria e recepite oggi al-l’art. 38 del d.lgs. n. 163/2006. Ferma restando la necessità di esaminare caso per caso le ulteriori cau-se di esclusione eventualmente introdotte, si è infatti riconosciuto che, in generale, sussiste un princi-pio di derogabilità delle direttive comunitarie in senso ampliativo della concorrenza e a maggior tutela del principio di trasparenza;

la possibilità che la lex specialis di gara preveda ulteriori cause di esclusione è stata espressamente riconosciuta dalla Corte di giustizia, che, con sentenza del 16 dicembre 2008, n. 213 (poi confermata dalla successiva sentenza 19 maggio 2009, n. 538), ha riconosciuto che 1’art. 24, primo comma, della direttiva 93/37 elenca le condizioni, tassative ed oggettive, che possono giustificare l’esclusione di un imprenditore dalla partecipazione di un appalto pubblico di lavoro, ma non osta a che uno Stato mem-bro stabilisca altre ipotesi di esclusione, al fine di garantire il rispetto dei principi di parità di tratta-mento degli offerenti e di trasparenza, purché le misure previste non eccedano quanto necessario per raggiungere tale obiettivo, nel rispetto, quindi, del principio comunitario di proporzionalità;

in sintonia con la citata giurisprudenza comunitaria, anche la giurisprudenza amministrativa nazio-nale (TAR dell’Emilia Romagna - Bologna - sezione I, 19 febbraio 1998, n. 69), esprimendosi sulla possibilità di introdurre requisiti economico - finanziari più restrittivi di quelli previsti dal codice, ha sostenuto la possibilità che, in materia di requisiti per la partecipazione a procedure concorsuali ad e-videnza pubblica, le previsioni di legge siano integrate con requisiti o con adempimenti procedimentali ulteriori e più stringenti nella lex specialis di gara, seppure nel rispetto dei principi di ragionevolezza e di proporzionalità;

l’orientamento giurisprudenziale favorevole alla possibilità di introdurre ulteriori cause di esclusio-ne risulta compatibile sia con gli orientamenti comunitari sia con la migliore concretizzazione delle e-sigenze di pubblico interesse: l’intera disciplina delle cause di esclusione, infatti, è posta a tutela dell’elemento fiduciario che connota il contratto di appalto pubblico o il contratto di concessione di opere pubbliche e, in generale, il rapporto delle stazioni appaltanti con le proprie parti contrattuali. Il suddetto elemento è talmente essenziale che deve persistere in ogni fase del rapporto contrattuale, a condizione, ovviamente, che il principio di trasparenza non imponga oneri non giustificabili dal punto di vista della loro onerosità nei confronti dei partecipanti alle gare pubbliche;

la possibilità di introdurre nuove clausole di esclusione risulta compatibile anche con l’obbligo di disclosure, inteso come la necessità di rendere note le identità degli interlocutori dell’Amministra-zione, da sempre considerato basilare per consentire lo sviluppo di un’azione amministrativa che ri-spetti il principio di trasparenza, conformemente alla stessa ratio dell’art. 97 della Costituzione;

se si considerano le norme in tema di contratti pubblici nel loro complesso, la normativa vigente of-fre una serie di obblighi di disclosure aggiuntivi rispetto a quelli di cui all’art. 38, primo fra tutti, l’art. 46 dello stesso Codice, che ammette la possibilità che le stazioni appaltanti invitino, se necessario, i


53

concorrenti a completare o a fornire chiarimenti in ordine al contenuto dei certificati, documenti e di-chiarazioni presentati. Proprio in applicazione di tale disposizione, la giurisprudenza ha ammesso, purché nel rispetto della par condicio tra gli operatori, la possibilità, per la stazione appaltante, di ri-chiedere integrazioni o chiarimenti sulla documentazione presentata dalle imprese in fase di gara. Ove i concorrenti non evadano le richieste della stazione appaltante, quest’ultima è legittimata a procedere all’esclusione degli stessi dalla gara;

dal quadro normativo ricostruito emerge che sia possibile introdurre, tramite la lex specialis di gara, obblighi di collaborazione in capo ai partecipanti alle gare pubbliche e alle stazioni appaltanti che pos-sono estendersi oltre quanto specificamente previsto nel Codice dei Contratti Pubblici, purché siano funzionali a chiarire la posizione dell’operatore per esigenze legate alla verifica dei requisiti morali o professionali richiesti in gara;

lo stesso “Protocollo di intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di lavori pubblici”, sottoscritto dalla Prefettura di Milano, dalla Regione Lombardia, da Assimpredil Ance, da Infrastruttu-re Lombarde SpA e da Ferrovie Nord Milano SpA in data 31 luglio 2009, contiene reiterati richiami al principio di legalità e al principio di trasparenza. Nell’ambito del suddetto Protocollo, infatti, si è rite-nuto essenziale assumere iniziative volte a “una continua e costante prevenzione attraverso un attento monitoraggio nella filiera dell’impresa, in modo da rafforzare la prevenzione e il contrasto delle infil-trazioni della criminalità organizzata”;

per raggiungere gli obiettivi indicati nel Protocollo appare anzitutto necessario conoscere l’interlo-cutore, onde verificare la serietà morale dell’impresa e dei soci, diretti ed indiretti, della stessa. In que-st’ottica, iniziative volte ad indagare sull’assetto proprietario delle società anonime costituirebbero senz’altro un esperimento nella predetta direzione, e verrebbero a rappresentare un’interpretazione o-rientata ai predetti scopi delle norme vigenti. Peraltro, in questa stessa ottica si muovono le previsioni in tema di subappalto, che impongono alla stazione appaltante di verificare, volta per volta, che chiun-que interloquisca, anche indirettamente, con una commessa pubblica, rispetti i requisiti richiesti dalla normativa antimafia;

in sede di conversione, nella legge 20 novembre 2009, n. 166, del Decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, è stato introdotto l’art. 3 quinquies, re-cante “Disposizioni per garantire la trasparenza e la libera concorrenza nella realizzazione delle opere e degli interventi connessi allo svolgimento dell’Expo Milano 2015” che, in particolare, detta disposi-zioni finalizzate alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’affidamento e e-secuzione di contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, nonché nelle erogazioni e concessioni di provvidenze pubbliche connessi alla realizzazione del grande evento Expo Milano 2015;

impegna la Giunta

- ad attuare le finalità indicate nel “Protocollo di intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di lavori pubblici”, attraverso l’adozione di atti specificativi (che coinvolgano sia i soggetti isti-tuzionali, come la Regione Lombardia, sia le società operative nel settore delle gare pubbliche, come Infrastrutture Lombarde SpA), in cui si precisino, nel rispetto del principio di trasparenza e della par condicio tra concorrenti nonché della proporzionalità nel rapporto tra mezzi e fini, i tipi e le modalità del controllo sui soggetti giuridici che partecipano alle gare, prevedendo in particolare che le stazioni appaltanti richiedano la composizione societaria in modo da identificare le persone fisiche che vi fan-no parte e qualora i soci fossero a loro volta persone giuridiche, richiedano la composizione anche a queste ultime e così via, fino ad identificare tutte le persone fisiche;

- a garantire massimo rigore nell’attuazione delle suddette finalità nell’ambito delle commesse legate all’evento Expo 2015, il quale impone l’adozione di particolari cautele volte ad evitare il feno-meno dell’infiltrazione mafiosa o, in genere, criminale».

(MOZ/0357) Cè - Zamponi - Muhlbauer - Fabrizio - Porcari - Sarfatti - Benigni - Squassina Osvaldo - Agostinelli - Ferretto Clementi


54

Interrogazioni a risposta scritta e relative risposte

Interrogazione - a risposta scritta - n. 2458, a firma dei Consiglieri Monguzzi e Saponaro

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 7 luglio 2009.

Risposta dell’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani

«Con riferimento all’interrogazione n. 2458, si evidenzia quanto segue.

Gli articoli 9 e 11 del contratto sottoscritto il 15 dicembre 1999 tra la Giunta regionale e la Società Lombardia Informatica SpA, con cui è stato formalizzato l’incarico per la fornitura di beni e servizi fi-nalizzato alla realizzazione della Carta Regionale dei Servizi - Sistema Informativo Socio-Sanitario nell’ambito del territorio lombardo - di cui alla DGR n. VI/46380 del 19 novembre 1999, e sono stati regolamentati i rapporti tra le parti, prevedono che venga riconosciuto a Lombardia Informatica SpA, per l’esecuzione del progetto, un canone annuo (corrisposto in quote mensili posticipate) per ogni Car-ta Regionale dei Servizi (CRS) distribuita agli utenti e attiva.

La corresponsione di detto canone copre quindi i costi di tutto quanto ideato e sviluppato per la rea-lizzazione del Progetto: la progettazione, l’hardware, il software, le licenze d’uso del software di terze parti, le Carte a microprocessore, e così via, ovvero oneri riconducibili sia ad investimenti in conto ca-pitale, sia a spese correnti.

Giova inoltre ricordare l’evoluzione del contesto nel quale il Progetto si colloca. In particolare si ri-chiama la legge regionale n. 18 del 31 luglio 2007 nella quale, all’art. l, comma 1, si modifica il com-ma 9 bis dell’art. 14 della lr n. 31/97 “Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale e sua inte-grazione con le attività dei servizi sociali”; determinando che:

- la Carta Regionale dei Servizi viene identificata come lo strumento di accesso al sistema infor-mativo socio-sanitario (SISS) e sostituisce, a far data dalla sua emissione, la tessera sanitaria;

- tutti gli erogatori di prestazioni socio-sanitarie a carico del servizio sanitario regionale sono te-nuti ad aderire al SISS utilizzando la piattaforma tecnologica e i servizi messi a disposizione per la comunicazione ed elaborazione dei dati sanitari in modo da poter realizzare il Fascicolo Sanitario Elet-tronico e che la mancata adesione può integrare la grave infrazione prevista e sanzionata dai vigenti accordi nazionali di categoria.

Si precisa altresì che gli oneri riconducibili al canone citato ed in generale i costi del progetto tro-vano copertura sul capitolo di spesa 5473, la cui consultazione, tramite il sito web della contabilità re-gionale, consente di avere evidenza dei dettagli relativi ad ogni singolo pagamento, tra cui le causali dei trasferimenti riconosciuti da Regione a Lombardia Informatica SpA.

Con riferimento, nello specifico, ai punti dell’interrogazione, si fa presente quanto segue.

Punto 1. A fronte della scadenza del contratto in essere (15 marzo 2010), in seguito agli approfon-dimenti tecnici effettuati dalle Direzioni Regionali competenti, in collaborazione con CEFRIEL e Lombardia Informatica SpA, sono state assunte determinazioni per il prosieguo del Progetto SISS con DGR VIII/10031 del 7 agosto 2009 e con DGR VIII/10512 del 9 novembre 2009, con cui sono stati definiti, tra l’altro, gli obiettivi di evoluzione del progetto, le modalità di gestione dello stesso, nuove clausole contrattuali e si è provveduto a definire una stima dettagliata dei costi che RL dovrà sostene-re, come di seguito rappresentati (IVA compresa).

1. per il prossimo triennio:

2010 - euro 86,8 milioni;

2011 - euro 99 milioni;

2012 - euro 98,8 milioni.


55

Stime da intendersi quali tetti massimi di spesa che trovano copertura sul capitolo 5473 degli esercizi finanziari 2010-2011, mentre per l’annualità 2012 la copertura verrà garantita con l’approvazione del bilancio pluriennale 2010-2012; dette stime dovranno essere sviluppate tra-mite una descrizione analitica dei costi previsti, e saranno recepite nell’ambito di successivi provvedimenti; la descrizione analitica dei costi, compresa la pianificazione dettagliata, sarà oggetto di valutazione, dalla quale potrà derivare una modificazione - in diminuzione - del tetto massimo di oneri previsti per il triennio sopra indicato;

2. per l’eventuale periodo di estensione dell’incarico per ulteriori due anni, alle condizioni riporta-te nei provvedimenti sopra citati, le stime degli oneri ipotizzabili (IVA compresa) sono:

2013 - euro 102,8 milioni;

2014 - euro 106,8 milioni.

Punti 2/3. In ottemperanza all’Allegato 4 del Contratto di fornitura di beni e di appalto sottoscritto il 15 dicembre 1999 tra la Giunta regionale e Lombardia Informatica SpA, l’incarico per la fornitura di beni e di servizi, finalizzato alla realizzazione della Carta Regionale dei Servizi - Sistema Informativo Socio-Sanitario, sono stati svolti gli studi e le attività finalizzate a determinare le forme di estensione della Carta ad altri servizi di competenza regionale, oltre a quello socio-sanitario, senza alcun onere imputabile al Progetto CRS-SISS. Per i servizi attivati non riconducibili all’ambito socio-sanitario che richiedono il supporto della CRS, si rinvia alle Direzioni competenti per le informazioni inerenti ai relativi costi.

Punto 4. Per il 2008, sono stati riconosciuti euro 137.612.584,92, per i canoni di distribuzione e ge-stione delle carte e per i costi imputabili “all’Addendum” ovvero riferiti alle attività contemplate nel-l’Addendum (ex DGR VII/17089 del 6 aprile 2004): attività di analisi dei processi, gestione dei SEB centrali ed adeguamento dei sistemi informativi delle Aziende Sanitarie pubbliche.

Punto 5. Il capitolo 5473 comprende oltre alle voci di costo riferite al progetto CRS-SISS, i costi connessi a tutto il Sistema Informativo Regionale (SIR), quelli riferiti alla farmaceutica convenzionata ed i costi relativi al Progetto Call Center Regionale.

Punto 6. Di seguito si rappresenta quanto riconosciuto alle ASL nell’anno 2008, per l’utilizzo del SISS da parte dei MMG/PLS e farmacie».

(La tabella è reperibile presso l’archivio del Consiglio atti n. 16155)

Interrogazione - a risposta scritta - n. 2471, a firma del Consigliere Fabrizio

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 6 ottobre 2009.

Risposta dell’Assessore alle Risorse, Finanze e Rapporti Istituzionali, Romano Colozzi

«In merito all’interrogazione n. 2471 si evidenzia che la Costituzione, la legge n. 42/2009 nonché il d.lgs. n. 267/2000 “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”, affermano principio di organizzazione autonoma, in capo agli Enti locali, per la riscossione dei tributi e delle entrate extra tributarie loro spettanti.

Le modalità stabilite dal Comune di Milano per la riscossione spontanea della ex Tarsu, pertanto, rientrano nella piena responsabilità dell’Ente rispetto al quale, in osservanza dei principio di sussidia-rietà e di lealtà istituzionale, non è consentito alla Regione Lombardia di interferire.

Infine si precisa che nei compiti dei Sottosegretario Angelo Giammario compare la gestione delle relazioni con il territorio riguardanti la città di Milano e non certo l’intervento nei confronti di compe-tenze riconosciute dalla Costituzione e dalle leggi al Comune».


56

Interrogazione - a risposta scritta - n. 2497, a firma del Consigliere Monguzzi

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 10 ottobre 2009.

Risposta dell’ Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani

«Con riferimento all’interrogazione n. 2497, si precisa quanto segue.

Non risultano pervenute segnalazioni di episodi analoghi a quello denunciato presso l’Ospedale di Melzo, rispetto al quale la Direzione Generale Sanità si è tempestivamente attivata, presso l’Azienda Ospedaliera di riferimento, al fine di acquisire le necessarie informazioni.

E’ emerso che l’Azienda ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del dirigente medi-co coinvolto nell’episodio denunciato, al fine di accertare lo svolgimento dei fatti e le eventuali re-sponsabilità. Il procedimento disciplinare è stato, peraltro, contestualmente sospeso, in attesa dell’esito di quello penale, tuttora pendente.

Si sottolinea infine che la Direzione Generale Sanità si fa costantemente promotrice di iniziative volte a sensibilizzare le Aziende sanitarie al rispetto della normativa vigente».

Interrogazione - a risposta scritta - n. 2499, a firma dei Consiglieri Valmaggi, Oriani, Porcari, Gaffuri, Pedrazzi e Squassina Arturo

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 10 novembre 2009.

Risposta dell’ Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani

«Con riferimento all’interrogazione n. 2499, si evidenzia quanto segue.

Oltre a quanto previsto dal d.lgs. n. 81/2008 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”, le ri-sorse derivanti dall’attività di vigilanza e ispezione svolte dalle ASL in materia di prevenzione, sono state vincolate dalla DGR VIII/6918 del 2 aprile 2008 “Piano regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro” (I proventi delle sanzioni irrogate a seguito di azioni di vigilanza ed ispezione sono destinati ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, al fine di migliorare incrementandola, l’attività di vigilanza e ispezione programmata sulla base della graduazione dei ri-schi ai fini della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro...).

Pertanto tali risorse sono destinate a finanziare tutte le attività del Dipartimento di Prevenzione Medico delle ASL che eseguono attività di prevenzione e non solo quelle della prevenzione e salute nei luoghi di lavoro.

In particolare per quanto riguarda l’attività in materia di sicurezza sul lavoro, i Servizi di Preven-zione e Salute nei Luoghi di Lavoro delle ASL irrogano circa 13 milioni di euro/anno per sanzioni a seguito di azioni di vigilanza ed ispezione.

Altri servizi che articolano il Dipartimento di Prevenzione Medico, irrogano altre sanzioni ammini-strative per un ammontare pari a circa 5 milioni di euro l’anno.

I fondi introitati e derivanti dall’applicazione delle sanzioni sono vincolati alle attività di preven-zione, ai sensi della DGR sopra citata, con particolare riferimento agli interventi concernenti la pre-venzione e la sicurezza sul lavoro, nonché a tutte quelle attività che rappresentano grave rischio per la tutela della salute della popolazione.

Il numero del personale addetto al Servizio di prevenzione e sicurezza sul Lavoro nelle ASL (cal-colato a partire dalle ore lavorate) è rappresentato in tabella. Il servizio stesso provvede in ragione del-la sua programmazione ad assegnare personale, ove necessario, all’attività di formazione. Per questa attività, le indicazioni trasmesse dalle competenti strutture della Direzione Generale Sanità sono fina-


57

lizzate a che le ASL assumano un ruolo di governo delle iniziative che vengono realizzate sul territorio di loro competenza: i Servizi PSAL sono invitati a svolgere azioni di controllo dell’offerta formativa, una efficace razionalizzazione ed ad assurgere al ruolo di facilitatori nella creazione di poli formativi regionali e/o territoriali, ovvero possono favorire e stimolare la creazione di reti di soggetti formatori, garantendo l’appropriatezza della formazione a favore della domanda espressa»

(Il prospetto che illustra la situazione nelle diverse ASL è reperibile presso l’archivio del Consiglio atti n. 17314)

Ordine del giorno approvato


visto che:

- la Lombardia si è dotata di una normativa consistente in tema di amianto e precisamente la lr n. 17 del 29 settembre 2003 e il PRAL (Piano Regionale Amianto Lombardia) con DGR n. VIII/1526 del 22 dicembre 2005 e DGR n. VIII/6777 del 12 marzo 2008;

- le stime regionali sulla presenza di amianto in Lombardia sono di circa 2.800.000 mc 3, ma che nel 2007 ne sono stati rimossi e smaltiti solo 150.000 mc 3;

- la Lombardia ha assunto l’impegno nel PRAL di eliminare l’amianto in 10 anni, entro il 2016;

a conoscenza che:

- la situazione epidemiologica della Lombardia quanto a malattie asbesto correlate è piuttosto grave. Dal Registro di Mesotelioma risulta che le persone colpite da mesotelioma superano ogni anno le 300 unità e sono in costante aumento; una stima prudente che prende in esame altre forme tumorali asbesto correlate ci dice che sono circa un migliaio i morti per amianto in Lombardia;

- nelle situazioni critiche, non solo i lavoratori che erano a contatto con l’amianto, non solo i loro famigliari, ma ormai vaste aree di popolazione sono vittime delle fibre; rischiano di ammalarsi di un male al momento incurabile e questo provoca non solo a loro grande dolore, ma un vero sconvolgi-mento della vita di intere famiglie;

- è in vigore una legge del 2007 che istituiva il Fondo Vittime dell’Amianto e che dava 90 giorni di tempo per emanare un Regolamento sulle modalità per accedere al fondo stesso; sono passati quasi due anni e questo Regolamento non è stato ancora emanato immobilizzando 30 milioni di euro già stanziati;

- esistono problemi di risorse finanziarie per attuare le bonifiche dell’amianto sia di grandi siti inquinati sia dei manufatti contenenti amianto di privati;

- esistono problemi di carattere ambientale con mancanza di siti idonei per lo smaltimento dell’amianto;

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a far valere l’autorevolezza propria e della Regione Lombardia affinché il Fondo Vittime dell’A-mianto venga immediatamente reso operativo con l’emanazione del Regolamento previsto, verificando nel merito la possibilità dell’estensione del diritto di accedere ai risarcimenti previsti dal Fondo, non solo ai lavoratori ma anche ai cittadini vittime ed esposti all’amianto;

e si impegna

a predisporre entro la legislatura specifico provvedimento legislativo, al fine di garantire, anche con anticipazioni regionali, la continuità di flusso finanziario con finalità:

- bonifica, smaltimento e recupero delle aree interessate;


58

- forme di incentivazione per i privati che ancora devono provvedere alla denuncia e lo smalti-mento di amianto;

- politiche di sostegno per l’assistenza dei soggetti colpiti da malattie asbesto correlate;

- priorità negli interventi regionali ai comuni che richiedono sostegno per il ripristino di strutture a funzione pubblica che necessitano di bonifica da amianto».

(ODG/2073) Monguzzi - Muhlbauer - Porcari - Saponaro - Agostinelli - Squassina Osvaldo - Civati - Concordati - Sarfatti e Storti

Verbale di votazione

Votazione n. 1 - appello nominale - urgenza istruttoria PDL n. 439

ADAMOLI Giuseppe Sì AGOSTINELLI Mauro Sì ALBONI Roberto Assente ARIZZI Lucia Sì AROSIO Edgardo Sì BELOTTI Daniele Sì BENIGNI Giuseppe Sì BONETTI BAROGGI Alberto Congedo BONFANTI Battista Sì - Segretario BONI Davide Congedo BORDONI Giovanni Sì BORGHINI Gian Pietro Sì BOSCAGLI Giulio Sì BUSCEMI Massimo Sì CATTANEO Raffaele Assente CE' Alessandro Astenuto CECCHETTI Fabrizio Sì - Segretario CIPRIANO Marco Assente CIVATI Giuseppe Sì COLUCCI Alessandro Sì CONCORDATI Gianfranco Sì DALMASSO Sveva Sì DE CAPITANI Giulio Sì - Presidente DEMARTINI Lorenzo Sì FABRIZIO Maria Grazia Sì FATUZZO Elisabetta Sì FERRAZZI Luca Daniel Sì FERRETTO CLEMENTI Silvia Assente FIORI Francesco Sì FORMIGONI Roberto Assente FROSIO Giosue' Congedo GAFFURI Luca Sì GALLI Stefano Sì GALLINA Mauro Sì GIAMMARIO Giuseppe Angelo Assente


59

GUINDANI Dionigi Sì LIGASACCHI Vanni No LOTTINI Antonella Sì LUCCHINI Enzo Congedo MACCARI Carlo Congedo MACCONI Pietro No MAIOLO Antonella Sì MAULLU Stefano Giovanni Sì MIRABELLI Franco Assente MONGUZZI Carlo Sì MORETTI Enio Assente MUHLBAUER Luciano Sì NICOLI CRISTIANI Franco Sì ORIANI Ardemia Maria Pia Sì PEDRAZZI Fortunato Sì PERONI Margherita Congedo PISANI Domenico Assente PONZONI Massimo Assente PORCARI Carlo Sì PRINA Francesco Sì PROSPERINI Pier Gianni Assente QUADRINI Gianmarco Congedo RAIMONDI Marcello Sì RINALDIN Gianluca Sì RIZZI Monica Sì ROSSONI Giovanni Sì RUFFINELLI Luciana M. Sì SAFFIOTI Carlo No SALA Mario Congedo SAPONARO Marcello Sì SARFATTI Riccardo Sì SCOTTI Mario Congedo SPREAFICO Carlo Congedo SQUASSINA Arturo Sì SQUASSINA Osvaldo Sì STORTI Alberto Assente TOSI Stefano Natale Sì USLENGHI Domenico Congedo VALENTINI PUCCITELLI Paolo Sì VALMAGGI Sara Sì VIOTTO Antonio Sì ZAMBETTI Domenico Sì ZAMPONI Stefano Assente ZANELLO Massimo Assente ZUFFADA Sante Sì

SEDUTA STRAORDINARIA DI VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009 fileOrdine del giorno n. 2073 in merito agli...

Documents

Transcript of SEDUTA STRAORDINARIA DI VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009 fileOrdine del giorno n. 2073 in merito agli...