Seconda Università degli Studi di Napoli Dipartimento di ... del Lavoro. Lamberti....

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Le patologie muscoloscheletriche lavoro-correlate da SOVRACCARICO BIOMECCANICO Prof.ssa Monica Lamberti 1 ANNO ACCADEMICO 2013-2014 CORSO INTEGRATO DI IGIENE E MEDICINA DEL LAVORO Lezioni di Medicina del Lavoro Scaricato da www.sunhope.it

Transcript of Seconda Università degli Studi di Napoli Dipartimento di ... del Lavoro. Lamberti....

Le patologie muscoloscheletriche

lavoro-correlate

da

SOVRACCARICO BIOMECCANICO

Prof.ssa Monica Lamberti

1

ANNO ACCADEMICO 2013-2014

CORSO INTEGRATO DI IGIENE E

MEDICINA DEL LAVORO

Lezioni di Medicina del Lavoro

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Patologie muscolo scheletriche correlate al lavoro

Sono patologie a carico di

STRUTTURE OSTEOMUSCOLO-NEURO-TENDINEE

E DELLE BORSE

le quali risultano sottoposte ad un

COSTANTE IMPEGNO FUNZIONALE

SOVRACCARICO BIOMECCANICO

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Epidemiologia

La quarta indagine sulle condizioni lavorative nell’Unione

Europea condotta nel 2005 dalla Fondazione di Dublino

mette in evidenza che i disturbi muscolo-scheletrici, ed in

particolare il mal di schiena, sono il sintomo maggiormente

accusato dai lavoratori

- 25% dei lavoratori dell’UE soffre di mal di schiena

- 23% lamenta dolori muscolari

- 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani

o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro

- 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti

- 35% trasporta o movimenta carichi pesanti.

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Malattie e disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico sono assai diffusi tra lavoratrici e lavoratori e costituiscono una delle principali cause di assenza per malattia in molte attività.

Le conseguenze sono pesantissime, da un punto di vista sociale ed economico, per i lavoratori, ai quali procurano sofferenza personale e possibile riduzione di reddito; per i datori di lavoro, perché riducono l’efficienza aziendale; per il Paese, perché incidono sulla spesa sanitaria e previdenziale

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L’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza

sul Lavoro ha dedicato la Settimana Europea per

la sicurezza nel 2000 e nel 2007 alle malattie

muscolo scheletriche.

Nel 2005, secondo dati Eurostat relativi ad 12

Stati membri, oltre la metà (57%) delle malattie

professionali riconosciute a livello europeo

comprendeva patologie dell’apparato muscolo

scheletrico, ovvero tendinopatie, epicondiliti e

sindrome del tunnel carpale.

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Nell'Unione Europea le malattie muscolo-scheletriche sono responsabili del 49% di tutte le assenze dal lavoro e del 60% dell'incapacità lavorativa permanente.

Solamente in Italia si registra il 41% delle assenze per malattia dovute proprio alle patologie muscolo-scheletriche.

L'impatto socio-economico di questo fenomeno ammonta a circa 240 miliardi di euro, senza contare le malattie professionali.

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Rapporto INAIL 2011

MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E

MUSCOLO-TENDINEE

Dovute prevalentemente a sovraccarico bio-meccanico e

movimenti ripetuti

- Affezioni dei dischi intervertebrali 11mila denunce nel 2011

- Tendiniti 10mila denunce nel 2011

2007-2011

più che triplicate le prime e più che raddoppiate le seconde

nei cinque anni di osservazione.

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Rapporto INAIL 2011

MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E MUSCOLO-TENDINEE

L’aumento di queste malattie è osservato già da molti anni, ma ai

record raggiunti negli ultimi ha senz’altro contribuito, come già detto,

l’effetto dell’entrata a regime del DM 9 aprile 2008 che, inserendole in

tabella, ha attribuito loro “la presunzione legale di origine”, agevolando

e incentivando il ricorso alla tutela assicurativa.

Tra le malattie professionali tabellate sono state inserite quelle

“causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-

braccio”, “da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore e del

ginocchio” e le “ernie discali lombari”.

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MALATTIE MUSCOLOSCHELETRICHE

CORRELATE AL LAVORO

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COLONNA VERTEBRALE

• Degenerazione del disco intervertebrale (ernia discale)

• Degenerazione artrosica

ARTI SUPERIORI

• Tendiniti

• Patologie da intrappolamento dei nervi periferici

• Degenerazione artrosiche

ARTI INFERIORI

• Patologie degenerative del ginocchio

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Rachide

Il sovraccarico biomeccanico a cui sono sottoposti

i dischi intervertebrali, anche in relazione alla

movimentazione manuale dei carichi pesanti, può

determinare con il tempo la comparsa di

microfratture nelle cartilagini limitanti così come

microfissurazioni prima concentriche poi radiali

dell’anello fibroso del disco intervertebrale stesso.

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Rachide

La degenerazione dei dischi

intervetebrali conseguente

(perdita di liquidi e riduzione di

spessore) determina la

detensione dei legamenti

longitudinali con formazione di

becchi artrosici nei soggetti più

maturi e instabilità vertebrale

nei soggetti più giovani.

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Ernia discale

Le microfissurazioni radiali del disco intervetebrale creano «la strada» per la formazione dell’ernia del disco.

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Carico articolare

È stata stimata la pressione critica sui dischi intervetebrali lombari al di sotto della quale non sono state rilevate lesioni delle limitanti vertebrali e nell’anello fibroso (circa 250 kg di forza di compressione sulla superficie del disco).

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TENDINITI E BORSITI DELLA SPALLA

Nel sovraccarico biomeccanico

della spalla la diagnosi di più

frequente riscontro è la «sindrome

da conflitto» (o «periartrite

scapolo-omerale») che può

evolvere in tendinite calcifica o

morbo di Duplay e in pericapsulite

adesiva o «sindrome della spalla

gelata».

Genericamente si può definire

«tendinite della cuffia dei rotatori»

un processo flogistico che

interessi uno o più dei seguenti

tendini: sovraspinoso, piccolo

rotondo, sottoscapolare e

sottospinoso.

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EPICONDILITE

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Affezione degenerativa

microtraumatica di un tendine

alla sua inserzione ossea

sull’epicondilo omerale. In

questa sede sono numerosi i

tendini che prendono

inserzione ma solo il tendine

del muscolo estensore

radiale breve del carpo risulta

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SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

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TESTO UNICO SULLA SALUTE E

SICUREZZA SUL LAVORO

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ART. 17. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO NON DELEGABILI

1. Il datore di lavoro non puo' delegare le seguenti attivita':

a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall'articolo 28;

b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

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TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Art. 167 Campo di applicazione

1. Le norme del presente titolo si applicano alle attivita' lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.

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Art. 167 Campo di applicazione …

2. Ai fini del presente titolo, s'intendono:

a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari;

b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro

1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori.

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro

2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell'allegato XXXIII, ed in particolare:

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro

a) organizza i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute;

b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in questione tenendo conto dell'allegato XXXIII;

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro

c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base all'allegato XXXIII;

d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all'allegato XXXIII.

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro

3. Le norme tecniche costituiscono criteri di

riferimento per le finalita' del presente

articolo e dell'allegato XXXIII, ove

applicabili. Negli altri casi si puo' fare

riferimento alle buone prassi e alle linee

guida.

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Art. 169. Informazione, formazione e addestramento

1. Tenendo conto dell'allegato XXXIII, il datore di lavoro:

a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente

al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato;

b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi

lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività.

2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l'addestramento

adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi

TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico

biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività

lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà

considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di

riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel

presente allegato. Scaricato da www.sunhope.it

ELEMENTI DI RIFERIMENTO

1. Caratteristiche del carico

2. Sforzo fisico richiesto

3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro

4. Esigenze connesse all’attività

ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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ALLEGATO XXXIII

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO

Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e

sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il

lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:

- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto

delle differenze di genere e di età;

- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal

lavoratore;

- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o

dell’addestramento.

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RIFERIMENTI A NORME TECNICHE

Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3)

relative alle attività di movimentazione manuale

(sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di

carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra

quelle previste all’articolo 168, comma 3.

ALLEGATO XXXIII

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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NORME TECNICHE

NORME ISO

ISO 11228-1 Ergonomics-Manual handling-Lifting and

carrying

ISO 11228-2 Ergonomics -Manual handling -Pushing and

pulling

ISO 11228-3 Ergonomics-Manual handling- Handling of low

loads at high frequency

NORME UNI EN (direttiva “macchine”)

UNI EN 1005-2 Sicurezza del macchinario; prestazione

fisica umana, movimentazione manuale di macchinario e di

parti componenti il macchinario

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BUONE PRASSI

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“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme

è la politica. Sortirne da soli è avarizia.” (L.Milani)

“Buona prassi”: una buona

azione individuale che

produce la riorganizzazione

di un percorso istituzionale

che tiene conto di tutti, quindi

con una valenza politica che

non si può nascondere o

dimenticare.

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LINEE GUIDA SIMLII

Linee guida per la prevenzione e i disturbi delle patologie muscoloscheletriche del rachide da movimentazione manuale dei carichi Linee guida per la prevenzione delle patologie correlate alla movimentazione manuale dei pazienti

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MOVIMENTAZIONE

CARICHI - NIOSH

MOVIMENTAZIONE

PAZIENTI - MAPO

TRAINO E SPINTA - SNOOK E CIRIELLO

MOVIMENTI RIPETUTI

ARTI SUPERIORI - METODO OCRA

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Metodo NIOSH

Nel 1981 il NIOSH ha proposto una metodologia per la

valutazione del rischio biomeccanico associato

all’effettuazione ripetuta di azioni di sollevamento. Tale

equazione è stata poi modificata successivamente nel

1991 al fine di ampliarne l’applicabilità a compiti di

sollevamento più complessi (non solo a quelli effettuati sul

piano sagittale).

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Metodo NIOSH

Lo strumento permette di determinare un «peso limite

raccomandato» attraverso un’equazione che a partire da

una costante di peso iniziale, sollevabile in condizioni

ottimali, considera l’eventuale esistenza di elementi

sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di

demoltiplicazione. I fattori di demoltiplicazione possono

assumere valori compresi tra 0 e 1.

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Metodo NIOSH

Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una

condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore 1 e

pertanto non porta ad alcun decremento del peso iniziale.

Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi

dalla condizione ottimale, il relativo fattore assume un

valore inferiore a 1: esso risulta tanto più piccolo quanto

maggiore è allontanamento dalla relativa condizione

ottimale

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

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Metodo NIOSH

Al termine della procedura di valutazione è possibile

calcolare un Indice di sollevamento (LI) dividendo il peso

realmente sollevato per quello limite raccomandato.

Per valori dell’indice inferiori a 1 il compito di sollevamento

può essere considerato sicuro

All’aumentare dei valori dell’indice è minore la quota di

lavoratori in grado di svolgere il compito senza rischio di

sviluppare lombalgia

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Metodo NIOSH

• Indice di sollevamento finale ovvero:

PESO LIMITE RACCOMANDATO

PESO OGGETTO DELLA VALUTAZIONE

> 1 Tra

0,86 e 1 < 0,85

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METODO SNOOK E CIRIELLO

Questo metodo è stato proposto dagli autori per valutare il

rischio correlato al trasporto in piano, ovvero al traino e alla

spinta dei carichi.

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METODO SNOOK E CIRIELLO

Sono tabelle in cui viene indicato il valore massimo della FI

(forza di inizio spinta/traino) e FM (forza di mantenimento),

in base a:

• Tipo di trasporto (traino o spinta)

• Frequenza dell’azione di traino/spinta

• Sesso del lavoratore

• Distanza da percorrere

• Altezza delle mani da terra

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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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• In questa realtà lavorativa la MMC assume però caratterizzazioni

peculiari essendo prevalentemente correlata alle attività di cura

e assistenza a pazienti parzialmente o del tutto non

autosufficienti.

• La letteratura nazionale ed internazionale evidenzia che gli

infortuni e le patologie legate alla movimentazione manuale dei

pazienti non autosufficienti costituiscono l’espressione di uno

dei più importanti rischi in ambito ospedaliero per il personale

infermieristico, tecnico ed ausiliario.

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• Indicatore sintetico, sulla base della valutazione di una serie di fattori di rischio specifici nella movimentazione dei pazienti.

• Tale approccio è per molti versi analogo alla metodologia NIOSH.

• Fattori: FS, fattore Sollevatori; FA, fattore Ausili Minori; FC, fattore Carrozzine; Famb, fattore Ambiente; FF, fattore Formazione; NC/Op, rapporto fra pazienti Non Collaboranti (NC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro; PC/Op, rapporto fra pazienti Parzialmente Collaboranti (PC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro, il calcolo dell'indice MAPO è dato dalla formula:

• Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF

• I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti e gli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono una misura del numero di operazioni di spostamento o sollevamento che devono essere effettuate dagli Operatori.

• Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore "sollevatori" e dal Fattore "ausili minori". In questo modo, in relazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce una misura del potenziale sovraccarico biomeccanico indotto dalle operazioni di movimentazione dei pazienti non

autosufficienti.

METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF

• I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti e gli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono una misura del numero di operazioni di spostamento o sollevamento che devono essere effettuate dagli Operatori.

• Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore "sollevatori" e dal Fattore "ausili minori". In questo modo, in relazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce una misura del potenziale sovraccarico biomeccanico indotto dalle operazioni di movimentazione dei pazienti non

autosufficienti.

METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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0 – 1.5

Livello di rischio trascurabile; Formazione ed informazione

1.51 – 5

Interventi di bonifica: ausiliazione

Formazione – Sorveglianza Sanitaria

> 5.01 Rischio!!

Prevenzione primaria – ausiliazione

Priorità a situazioni con indice più elevato

Sorveglianza Sanitaria

Formazione

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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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- standardizza un metodo di valutazione del rischio, essendo validato

ed ampiamente utilizzato

-consente di individuare, realtà per realtà, i fattori maggiormente

in causa nella composizione del punteggio finale

- consente di stimare l’entità della riduzione dell’indice di rischio a

seguito degli interventi stabiliti

-consente di pianificare le misure preventive intervenendo in

modo mirato, sia a livello del singolo reparto, sia rispetto a tutte

le realtà considerate

-necessario ai fini medico-legali

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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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- non può essere utilizzato per valutare il rischio nei servizi,

poliambulatori, sale operatorie, …

- non è applicabile nell’ambiente extraospedaliero

-non è in grado di indagare il rischio legato ai movimenti e alle

posture che il personale assume

-è scarsamente correlabile ai risultati della sorveglianza sanitaria

Necessario analizzare pertanto in modo molto più dettagliato i compiti effettivamente svolti dagli operatori (infermieri e personale ausiliario) nelle loro uu.oo.

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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)

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METODOLOGIA OCRA

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Il metodo OCRA (OCcupational Ripetitive Actions)

(Colombini e Occhipinti, 1996) è stato sviluppato per

analizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di lavoratori

addetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio

(ripetitività, forza, posture/movimenti incongrui, assenza

di periodi di recupero, ... ). L'indice di rischio è diviso in

fasce (verde, gialla, rossa) corrispondente rispettivamente ad

un rischio assente, lieve e presente.

A differenza di altri metodi, il metodo OCRA consente di

valutare un indice complessivo nel caso di più compiti svolti

durante il turno di lavoro

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Metodo OCRA Esiste in una forma sintetica e preliminare di valutazione

(CHECK-LIST) e in una più dettagliata (INDICE) che

contribuiscono a stratificare il rischio prevedendo la

possibilità di ammalare nei successivi 5 – 10 anni

permettendo di pianificare opportuni interventi :

CHECK LIST INDICE VALUTAZIONE RISCHIO

< 7,5 2,2 ACCETTABILE

7,6 – 11 2,3 – 3,5 MOLTO LIEVE

11,1 – 14,0 3,6 – 4,5 LIEVE

14,1 – 22,5 4,6 – 9 MEDIO

> 22,5 > 9,1 ELEVATO Scaricato da www.sunhope.it

Altri metodi per la valutazione

dei movimenti ripetitivi ad alta frequenza

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SORVEGLIANZA SANITARIA

TUTTI GLI ESPOSTI A RISCHIO RESIDUO DI

MMC SONO SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA

SANITARIA AI SENSI DELL’ARTICOLO 41.

LA SORVEGLIANZA SANITARIA TIENE CONTO

DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEI

FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO

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SORVEGLIANZA SANITARIA

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Accertamenti preventivi

prima dell’inserimento lavorativo per constatare l’assenza di controindicazioni alla mansione cui i lavoratori sono destinati

Accertamenti periodici

per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica

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SORVEGLIANZA SANITARIA

ANAMNESI PERSONALE E FISIOLOGICA

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- Vengono raccolte dapprima notizie di carattere generale: dati

anagrafici, azienda, reparto, mansione attuale anzianità di

mansione. Inoltre si focalizza l’attenzione sull’esistenza o

meno, nei lavori precedenti, di uno o più fattori di rischio

posturali definiti secondo alcune varianti fondamentali:

seduto fisso, guida di automezzi, in piedi fisso, trasferimento

manuale di carichi e, per spalla, movimenti ripetitivi con

posture incongrue della spalla (es. braccio all’altezza della

spalla).

- Vanno indagate inoltre le attività sportive e hobbistiche.

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SORVEGLIANZA SANITARIA

ANAMNESI PATOLOGICA DI INTERESSE

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PATOLOGIE CHE POSSONO FAVORIRE IL CARICO E LA

DEGENERAZIONE ARTICOLARE (OBESITà,

DISLIPIDEMIE)

PREGRESSI TRAUMI DELL’APPARATO MUSCOLO

SCHELETRICO

LOMBALGIE ACUTE E CRONICHE

SINDROMI DOLOROSE

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SORVEGLIANZA SANITARIA

ESAME OBIETTIVO DEL RACHIDE

- Osservazione degli atteggiamenti posturali

- Palpazione della muscolatura paravertebrale, pressione

sulle apofisi spinose e sugli spazi intervetebrali

- Valutazione della motilità analitica del rachide

- Manovre di Lasègue e Wassermann

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Manovra di Lasegue: sollevamento della gamba estesa a paziente supino con

comparsa di dolore tra i 30° ed i 60° da interessamento di L5-S1.

Manovra di Wasserman: Evocazione ed accentuazione del dolore radicolare

(lombare od irradiato), quando al paziente sdraiato sul letto in posizione rpona, si

flette lentamente la gamba sulla coscia. E' chiamato "segno della L3" perchè è

quasi sempre positivo in caso di irritazione di L3 ed L4.

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ESAME OBIETTIVO ARTO

SUPERIORE

- ISPEZIONE,

- PALPAZIONE

- MOTILITà (ATTIVA E PASSIVA)

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SORVEGLIANZA SANITARIA

INDAGINI COMPLEMENTARI

-ECOGRAFIA MUSCOLOSCHELETRICA

-RX, TC, RMN

-ELETTRONEUROMIOGRAFIA

- Altre indagini (ECG)

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SORVEGLIANZA SANITARIA

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Il giudizio di idoneità alla mansione si esprime in

Idoneità

Idoneità parziale,temporanea o permanente,

con prescrizioni o limitazioni

Inidoneità temporanea

Inidoneità permanente

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GRAVIDANZA E MMC

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D.Lgs.151/2001

«Le donne in gravidanza non

devono essere adibite al

trasporto ed al sollevamento

dei carichi…»

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CARDIOPATIE E MMC

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Patologie muscolo-scheletriche:

RISCHI LAVORATIVI

• MMC

Da INAIL «Quando il movimento non è salute» 2011 Scaricato da www.sunhope.it

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Patologie muscolo-scheletriche:

RISCHI LAVORATIVI

• Movimenti ripetitivi

Da INAIL «Quando il movimento non è salute» 2011

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