Se tu fossi qui · 2017-06-07 · San Martin de Porres di Lima, inizia la sua carriera...

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Autore: Davide Rondoni Genere: Fiction Anno: 2015 Pagine: 160 Editore: Edizioni San Paolo Diritti disponibili: Mondo Venduto: Paesi di lingua spagnola Best ha undici anni e vive con lo zio Tomlison ai margini di una grande palude; il padre, che non vede da molto tempo e che vorrebbe incontrare, è il guardiano del faro che si erge sul mare, lon- tano oltre la palude. Best ha pochi amici e viene preso di mira da un odioso ragazzino che con la complicità di altri lo fa sospendere da scuola: tra i falsi testimoni anche Rosa, la ragazzina di cui Best è segretamente innamorato. Lo zio allora decide di far incontrare Best con le persone che hanno conosciuto suo padre: un assassino amico di gioventù, una donna che lo ha amato, uno scultore che ricorda l’impresa di ricostruzione della segheria, il sindaco affarista della cittadina, un marinaio a cui ha salvato la vita… Ne esce un ritratto del padre che affascina Best e accende ancora di più il suo desiderio di incontrarlo. Fugge di casa per attraversare la palude e, sorpren- dentemente, Rosa decide di accompagnarlo. Cosa succederà alla fine del viaggio? AGENZIA LETTERARIA EDELWEISS - CATALOGO 2017 Davide Rondoni (Forlì 1964), poeta e scrittore, ha pubblicato diversi volumi di poesia: Il bar del tempo (Guanda 1999), Avrebbe amato chiunque (Guanda 2003), Compianto, vita (Marietti 2004), Apocalisse amo- re (Mondadori 2008), Le parole accese (Rizzoli 2008), 3. Tommaso, Paolo, Michelangelo (Marietti 2009), Rimbambimenti (Raffaelli 2010), Si tira avanti solo con lo schianto (WhiteFly 2013), Cinque donne e un’onda (Ianieri 2015), La natura del bastardo (Mondadori 2016), con i quali ha vinto alcuni tra i maggiori premi di poesia. È tradotto in vari paesi del mondo in volume e rivista. Collabora a programmi di poesia in radio e tv (Rai, tv2000, San Marino RTV) e come editorialista per alcuni quotidiani. Ha fondato e dirige il Centro di poe- sia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista «clanDestino». Suoi recenti volumi di saggi sono: Il fuoco della poesia (Rizzoli 2008), Nell’arte vivendo (Marietti 2012), L’amore non è giusto (Carta Canta 2013), I termini dell’amore (con Federica D’Amato, Carta Canta 2016), Contro la letteratura (Bompiani 2016), L’al- lodola e il fuoco (La Nave di Teseo 2017). Dirige la collana “I Passatori – Contrabbando di poesia” per Carta Canta. È autore di teatro e di traduzioni (Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri). Ha partecipato a festival interna- zionali di poesia in molti paesi. Di narrativa ha pubblicato: I bambini nascono come le poesie (Fabbri 2006), Hermann (Rizzoli 2010), Gesù (Piemme 2013), Se tu fossi qui (San Paolo 2015, Premio Andersen ragazzi over 15), E se brucia anche il cielo (Frassinelli 2015), Il bacio di Siviglia (nella collana “Vite esagerate” da lui ideata e diretta, San Paolo 2016). Ha curato numerose antologie, tiene corsi di poesia e master di traduzione. Davide Rondoni Se tu fossi qui «Di notte si svegliava e guardava la finestra. Il leggero taglio di luce, netto come una lama, trascorreva. Best lo fissava. “È là!” pensava». Premio Andersen 2015 www.agenziaedelweiss.com - [email protected]

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Autore: Davide Rondoni

Genere: Fiction

Anno: 2015

Pagine: 160

Editore: Edizioni San Paolo

Diritti disponibili: Mondo

Venduto: Paesi di lingua

spagnola

Best ha undici anni e vive con lo zio Tomlison ai margini di una grande palude; il padre, che non vede da molto tempo e che vorrebbe incontrare, è il guardiano del faro che si erge sul mare, lon-tano oltre la palude. Best ha pochi amici e viene preso di mira da un odioso ragazzino che con la complicità di altri lo fa sospendere da scuola: tra i falsi testimoni anche Rosa, la ragazzina di cui Best è segretamente innamorato. Lo zio allora decide di far incontrare Best con le persone che hanno conosciuto suo padre: un assassino amico di gioventù, una donna che lo ha amato, uno scultore che ricorda l’impresa di ricostruzione della segheria, il sindaco affarista della cittadina, un marinaio a cui ha salvato la vita… Ne esce un ritratto del padre che affascina Best e accende ancora di più il suo desiderio di incontrarlo. Fugge di casa per attraversare la palude e, sorpren-dentemente, Rosa decide di accompagnarlo. Cosa succederà alla fine del viaggio?

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Davide Rondoni (Forlì 1964), poeta e scrittore, ha pubblicato diversi volumi di poesia: Il bar del tempo (Guanda 1999), Avrebbe amato chiunque (Guanda 2003), Compianto, vita (Marietti 2004), Apocalisse amo-re (Mondadori 2008), Le parole accese (Rizzoli 2008), 3. Tommaso, Paolo, Michelangelo (Marietti 2009), Rimbambimenti (Raffaelli 2010), Si tira avanti solo con lo schianto (WhiteFly 2013), Cinque donne e un’onda (Ianieri 2015), La natura del bastardo (Mondadori 2016), con i quali ha vinto alcuni tra i maggiori premi di poesia. È tradotto in vari paesi del mondo in volume e rivista. Collabora a programmi di poesia in radio e tv (Rai, tv2000, San Marino RTV) e come editorialista per alcuni quotidiani. Ha fondato e dirige il Centro di poe-sia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista «clanDestino». Suoi recenti volumi di saggi sono: Il fuoco della poesia (Rizzoli 2008), Nell’arte vivendo (Marietti 2012), L’amore non è giusto (Carta Canta 2013), I termini dell’amore (con Federica D’Amato, Carta Canta 2016), Contro la letteratura (Bompiani 2016), L’al-lodola e il fuoco (La Nave di Teseo 2017). Dirige la collana “I Passatori – Contrabbando di poesia” per Carta Canta. È autore di teatro e di traduzioni (Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri). Ha partecipato a festival interna-zionali di poesia in molti paesi. Di narrativa ha pubblicato: I bambini nascono come le poesie (Fabbri 2006), Hermann (Rizzoli 2010), Gesù (Piemme 2013), Se tu fossi qui (San Paolo 2015, Premio Andersen ragazzi over 15), E se brucia anche il cielo (Frassinelli 2015), Il bacio di Siviglia (nella collana “Vite esagerate” da lui ideata e diretta, San Paolo 2016). Ha curato numerose antologie, tiene corsi di poesia e master di traduzione.

Davide Rondoni

Se tu fossi qui

«Di notte si svegliava e guardava la finestra.

Il leggero taglio di luce, netto come una lama,

trascorreva. Best lo fissava.

“È là!” pensava».

Premio Andersen 2015

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Autore: Edwin Tinoco

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 256 + 16 pp. inserto

foto inedite a colori

Editore: Compagnia

Editoriale Aliberti

Diritti disponibili: Mondo

(eccetto Germania,

Svizzera e Austria)

Venduto: Perù

Questo libro è una testimonianza assolutamente unica. Un ritratto del tutto inedito ed esclusivo. Il suo autore si chiama Edwin Tinoco, e non avrete forse mai sentito parlare di lui. Perché Edwin è stato l’ombra di Luciano Pavarotti, e alla sua ombra ha vissuto, giorno per giorno, per quasi tredici anni. Dal 1995 fino alla morte del Maestro nel 2007, il ragazzo del nord del Perù catapultato a ven-totto anni nel vortice di una vita stellare e a tutta velocità, è stato assistente personale, segretario, confidente, testimone di mille aneddoti, di un inimitabile modo di vivere. Questo che leggerete è un Pavarotti pubblico e privato, raccontato anche nel suo lato più umano dal suo assistente perso-nale. Forse, il Pavarotti più vero. La spontaneità e generosità, che seppe mantenere in maniera dav-vero incredibile anche quando la popolarità ne fece un vero e proprio “fenomeno” universale. Le sue passioni, davvero genuine, tipiche di quell’emiliano che era in lui anzi – che era lui – e che rimase sino alla fine. Il suo rapporto con la vita: sempre positivo, ricco di un entusiasmo quasi infantile, solo a volte – ma in quei casi profondamente – solcato da velature di malinconia di fronte al passare del tempo. La sua voglia di vivere, nonostante la malattia. La sofferenza degli ultimi tempi, quando il grande Luciano, come aveva cantato centinaia di volte, scoprì di non aver amato mai tanto la vita.Insomma, il Big Luciano originale, al di là delle leggende e delle false ricostruzioni. L’uomo fuori dal palcoscenico, specchio di quello che era quando entrava sulla scena del teatro o intonava un brano davanti a centinaia di migliaia di persone. Quella sua anima così grande, che poi riversava nel can-to, nel dono di felicità assoluta che faceva al suo pubblico con la divinità della sua voce.

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Edwin Tinoco, peruviano, laureato in Scienze della Comunicazione, del Turismo e Psicologia all’Università San Martin de Porres di Lima, inizia la sua carriera professionale in un albergo a cinque stelle sempre nella capitale peruviana, come food and beverage manager. Nello stesso periodo insegna Gestione Ammini-strativa nell’Istituto superiore San Martin De Porres di Lima. Nel 1995 si unisce al team del famoso tenore italiano Luciano Pavarotti, di cui nel giro di pochi anni diverrà assistente personale. Ben presto comincia anche ad occuparsi del Tour Management del Maestro, seguendolo in tutto il mondo, fino al settembre 2007. Ha partecipato a numerose edizioni del Pavarotti & Friends, dove ha potuto stringere amicizia con numerosi artisti della musica pop, come Bono Vox, Céline Dion, Lionel Richie, Ricky Martin, Laura Pausini. Ha potuto prendere parte anche al Tour mondiale dei Tre Tenori e all’ultimo grande Worldwide Farewell Tour di Pavarotti. Attualmente è impegnato in progetti discografici crossover.

Edwin Tinoco

Pavarotti ed ioVita di Big Luciano raccontata dal suo assistente personale

Era la prima opera cui assistevo in teatro. Quella sera, alla Tosca, tanto mi feci cullare dal bel canto che mi

addormentai. «L’opera», mi disse, «è come un bel racconto fatto ai bambini:

serve per farli addormentare. Perché restino svegli, devono crescere».

Edwin Tinoco

«Tino è indispensabile per me, è tutto per me. A parte

in amore, perché a entrambi piacciono molto le donne».

Luciano Pavarotti

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Autore: E. Biagi - L. Mazzetti

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 608

Editore: Compagnia

Editoriale Aliberti

Diritti disponibili: Mondo

(eccetto Germania,

Svizzera e Austria)

Venduto:

I protagonisti del nostro tempo nei ritratti di Enzo Biagi. A dieci anni dalla sua scomparsa, questo volume curato da Loris Mazzetti – storico collaboratore di Biagi – raccoglie più di cinquanta interviste del grande giornalista realizzate nell’arco di tutta la sua carriera, sia su carta stampata che con il mezzo radiotelevisivo. Molte di queste Biagi le realizzò per Rai Uno prima del famoso “editto bulgaro” del 2002, che decretò la chiusura de “Il Fatto”, trasmissione che una giuria di critici tv ritenne la migliore dei primi cinquant’anni della Rai. Si può dire che Non perdiamoci di vista, più che di giornalismo, sia un libro che racconta la storia. Enzo Biagi è stato un vero e proprio testimone del Novecento, capace di creare con il suo dialogo asciutto, pacato ma inflessibile, dei ritratti umani spesso definitivi sui protagonisti della politica, della vita sociale, dello spet-tacolo, dello sport. È la nostra Storia, raccontata a due voci: quella di coloro che l’hanno fatta, nel bene e nel male, e quella di un testimone eccezionale per acutezza e sensibilità, capace di dar voce alle domande, agli interrogativi, alla curiosità di tutti noi. Il nostro portavoce quindi. Anche questo è stato Enzo Biagi.

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Loris Mazzetti, regista e giornalista. Capostruttura Rai 1, Rai 3 e in Direzione Editoriale. Scrive per «il Fatto Quotidiano», insegna all’Università Cattolica di Milano. In tv con Enzo Biagi ha realizzato i programmi: “Il Fatto”, “Viaggio verso il 2000”, “Cara Italia”, “Giro del mondo”, “Rt-Rotocalco televisivo” e gli Speciali: “Omaggio a Sarajevo”, “Gesù rinasce a Cuba”, “A ogni uomo il suo dio”, “Kosovo: la morte è vicina di casa”, “New York senza stelle”. Ha scritto: per Bur Il libro nero della Rai e La macchina delle bugie; per Rizzoli con Enzo Biagi Era Ieri, Quello che non si doveva dire e L’Italia del ’900; per Aliberti editore TAV il treno della discordia, Sono venuto per servire con don Andrea Gallo e Assedio alla toga con Nino Di Matteo. Ha curato per Rizzoli i libri su Enzo Biagi: Io c’ero e I quattordici mesi. [email protected].

Loris Mazzetti

Enzo Biagi - Non perdiamoci di vistaUn racconto attraverso le interviste che hanno segnato un’epoca

Enzo Biagi intervista: Roberto Saviano / Michele Sindona / Enrico

Mattei / Pier Paolo Pasolini / Enzo Tortora / Tina Anselmi / Sandro Per-

tini / Walter Reder / Herbert Kappler / Albert Kesselring / Johann “Hans”

Peter Baur / Maria José di Savoia / Primo Levi / Carlo Azeglio Ciampi / Indro Montanelli / Giorgio Strehler

/ Günter Grass / Federico Fellini / Marcello Mastroianni / Luchino

Visconti / Mu’ammar Gheddafi / Ali Ağca / Malcolm X / Nilde Iotti / Enrico Berlinguer / Dario Fo / Yasser Arafat /

Ugo Tognazzi / Alberto Sordi / Vittorio Gassman / Gian Maria Volonté / Carlo

Alberto Dalla Chiesa / Patrizio Peci / Silvio Berlusconi / Gianni Agnelli / Enzo Ferrari / Bill Gates / Rita Levi

Montalcini / Umberto Veronesi / Luciano Liggio / Giovanni Falcone

/ Rudolph William Louis “Rudy” Giuliani / Giuseppe “Pippo” Fava / Salvatore “Salvo” Lima / Tommaso

Buscetta / Raffaele Cutolo / Leonardo Sciascia / Cassius Marcellus Clay /

Margaret Roberts Thatcher / Gabriel García Márquez / Eugenio Montale / Giuseppe Prezzolini / Eduardo De

Filippo / Roberto Rossellini / Woody Allen / Luciano Pavarotti / Joe Can-

non / Carlo Maria Martini.

Enzo Biagi, (Pianaccio di Lizzano in Belvedere 1920 – Milano 2007). Giornalista e scrittore. Ha diretto: «Cronache», «Epo-ca», «Telegiornale», «il Resto del Carlino». Tra le sue opere, tradotte in tutti i principali Paesi del mondo: Crepuscolo degli dei, Un anno Una vita, La disfatta, “I” come italiani, Disonora il padre, L’albero dei fiori bianchi, Lunga è la notte, Quante donne, La bella vita, Sogni perduti, Il Signor Fiat, Ferrari the Drake, Il boss è solo, Il sole malato, Racconto di un secolo, La mia America, Odore di cipria, Lettere d’amore a una ragazza di una volta, L’Italia domanda (con qualche risposta) e, insieme a Loris Mazzetti, Era Ieri e Quello che non si doveva dire. Alcune delle sue trasmissioni televisive: “Rt-Rotocalco televisivo” (1962), “Terza B facciamo l’appello”, “Proibito”, “Douce France”, “Made in England”, “Ma che storia è questa? Buonasera con Biagi”, “Il buon Paese”, “1935 e dintorni”, “Film dossier”, “1943 e dintorni”, “Linea diretta”, “Spot”, “Il caso”, “Terre lontane”, “Terre vicine”, “I dieci Comandamenti all’italiana”, “Una storia”, “La lunga marcia”, “Processo al processo”, “Le inchieste di Enzo Biagi”, “Il Fatto di Enzo Biagi”, “Cara Italia”, “RtRotocalco televisivo” (2007).

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Autore: L. Turrini - P. Ferrari

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 144

Editore: Compagnia

Editoriale Aliberti

Diritti disponibili: Mondo

(eccetto Germania,

Svizzera e Austria)

Venduto: Polonia

Nel 2017 compie 70 anni una straordinaria Signora, che non dimostra affatto la sua età e resta pienamente l’icona della genialità e dello stile italiani nel mondo. È la Ferrari. Era il 1947 quando a Maranello aprì l’Auto Costruzioni Ferrari, dando ufficialmente inizio alla sto-ria della casa costruttrice leader mondiale sia nelle corse che nelle vetture sportive.L’artefice di tutto, il padre di questo vero miracolo italiano, è naturalmente Enzo Ferrari, il “Drake”. Mio padre Enzo , il libro-biografia di Ferrari scritto dal figlio Piero con Leo Turrini, si può ormai considerare un classico della bibliografia sul padre del Cavallino Rampante. Uscito in prima edi-zione nel 2007, arricchito con una nuova conversazione fra i due autori nel 2014, è il racconto probabilmente più intimo che sia mai stato fatto dell’uomo Enzo Ferrari. Difficile, scontroso, im-placabile, ma capace di veri slanci; un gigante solitario, costretto a scontare la sua grandezza e la sua visionarietà con la solitudine delle sue scelte. La voce del figlio Piero ripercorre, come in un film o in un romanzo irripetibile, le grandi vittorie professionali e le sconfitte private, i tanti mo-menti esaltanti della vita sportiva e i drammi di quella personale.

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Piero Ferrari, è nato nel 1945. Figlio di Enzo Fer-rari, è vicepresidente dell’azienda che porta il suo nome. Imprenditore di successo, laureato honoris causa in Ingegneria, è l’erede dell’ultima grande leggenda italiana.

Piero Ferrari con Leo Turrini

Mio padre EnzoDialoghi su un grande italiano del Novecento

«Piero Ferrari parla per la prima volta dei rapporti con suo padre, dei vizi privati e

delle pubbliche virtù del Drake di Maranello, di una vita entrata a far parte della leggenda».

Quattroruote

Premio giornalistico “Beppe Viola” 2014

a Leo Turrini.

Ferrari mio padre, già vincitore del Premio “Vittorio Fano”

2008 dell’AISA.

Leo Turrini, è nato nel 1960 a Sassuolo, a pochi chi-lometri da Maranello. Nel suo lavoro di giornalista e scrittore ha raccontato vittorie e sconfitte della Ferrari, un’azienda che per lui è anche un pezzo di cuore. Da oltre trent’anni racconta per i quotidiani del gruppo Poligrafi i grandi eventi dello sport. Ha scritto le bio-grafi e di Enzo Ferrari, Gino Bartali, Michael Schuma-cher e Lucio Battisti.

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Autore: Gian Stefano Spoto

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 168 + 16 pp. inserto

foto inedite a colori

Prefazione: Franco Di Mare

Editore: Ianieri Edizioni

Diritti disponibili: Mondo

Da chi scrive di Medio Oriente ci si aspettano dotte disquisizioni, acrobatiche dietrologie, cultura altissima e barricate obbligatorie, da una o dall’altra parte. Ma Israele, Palestina, Giordania, Gaza, prima di essere al centro di intrighi forse irrisolvibili, sono territori che cambiano ogni trecento metri, popolati da milioni di persone, ognuna con uno status diverso e destini spesso incredibili. Ci sono storie che incrociano o non incrociano la guerra, ma che con forme di guerra comunque hanno a che fare. Tutti parlano di Israele, molti per sentito dire o per averne letto sui quotidiani. Pochi, persino ebrei, hanno vissuto le tensioni, le contraddizioni, gli scontri continui, i quartieri or-todossi, le elezioni e le incertezze di un Paese che ogni giorno muta un po’, nella speranza di una stabilità che difficilmente troverà mai. Con la vivacità del giornalismo di costume, Mediorientati racconta storie straordinarie da cui non si evince nessuna morale, nessuna classifica fra buoni e cattivi. Perché i leader firmano la Storia, ma le vicende umane la tessono.

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Gian Stefano Spoto, bolognese, nasce nel 1952. Con Oscar Wilde pensa che chi esprime con cinquanta parole ciò che si può esprimere con cinque sia capace di qualsiasi delitto. È giornalista quando scrive libri, nel senso che non spreca battute per descrizioni inutili, ed è scrittore quando scrive servizi, perché la no-tizia senza una storia è solo un lancio di agenzia. Scrive dal ’78, professionista dall’83, un giornalista della carta stampata prestato alla televisione nel 1988, quando entra in Rai, divenendo inviato speciale nel 1992 e capo della Rai Emilia-Romagna nel 1994. Nel 1996, capo della cronaca del Tg2, nel 1998 dirigente di Raiuno, dal 2002 al 2007, vicedirettore di Raidue, dal 2009 al 2011 vicedirettore di Rai Internazionale. Dal 2014 corrispondente Rai dal Medio Oriente. E poi autore, ideatore e conduttore di diversi programmi, fra cui “Linea Verde Orizzonti” e “Futura City”, tre serie di uno show che ha ideato per far amare la tecnologia anche ai più scettici, ricostruendo mondi futuri realistici e non fantascientifici. Ha collaborato a numerose pubblicazioni e ha scritto tre libri: Un futuro che viene da lontano (FrancoAngeli, 2003, scritto con il sociolo-go Giorgio Pacifici), in cui parla dei mutamenti dell’Italia sulla spinta delle nuove tecnologie; MOST, roman-zo sull’intelligenza artificiale (Curcio, 2007), Salgari. Centocinquanta Indie (Curcio, 2012) e Mediorientati (Ianieri 2017), testi e fotografie dell’autore. Carta Stampata: «la Repubblica», «il Secolo XIX», «Il Resto del Carlino», «Il Giornale nuovo», «Corriere Medico», «Cosmopolitan» (in totale, più di 5000 articoli). Oltre 7000 sono i servizi e gli speciali realizzati per la Rai. Da sempre, tifoso del Sassuolo.

Gian Stefano Spoto

MediorientatiOltre la Storia, le storie

«Gian Stefano ha raccontato gli eventi giorno per giorno, sapendo che l’estrema sinte-si con cui i telegiornali devo-

no concentrare i servizi in meno di un minuto e mezzo lascia in molti il desiderio di

conoscere i veri protagoni-sti, quelli che animano una

terra con le loro storie. Per questo ci sono gli spe-

ciali, i dentro la notizia. Ma a quelli come lui e a quelli

come me, non basta». Franco Di Mare

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Autore: Marco Alloni

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 150

Postfazione: Salvatore Ritro-

vato

Editore: Compagnia

Editoriale Aliberti

Diritti disponibili: Mondo

(eccetto Germania,

Svizzera e Austria)

Di reportage e saggi sull’ISIS, il califfato che sta terrorizzando il Medio Oriente e spaventando il mondo con il suo volto demoniaco, ne sono usciti parecchi in questi mesi. Il cattivo infinito di Mar-co Alloni, giornalista e scrittore residente a Il Cairo e conoscitore del mondo musulmano come pochi occidentali, è però qualcosa di assolutamente unico, difficile da trovare oggi nelle librerie. Non è un saggio di storia contemporanea o di geo-politica. È un La rabbia e l’orgoglio alla rove-scia. Alloni si trasforma in un “io” narrante chiamato Omar Collina, e ci rinfaccia tutti i nostri errori e i pregiudizi nell’affrontare la religione del Profeta e i suoi credenti. La tesi di Omar Collina è semplice e bruciante. Il jihad, la guerra santa contemporanea contro gli infedeli, il terrorismo, l’11 settembre e, infine, l’ISIS sono una risposta a quella che lui definisce “l’arroganza antropocentri-ca” dell’Occidente negli ultimi tre secoli. «Il jihadismo contemporaneo è sic et simpliciter il confe-rimento al divino del diritto di punire l’umano. È di fatto e infine una vendetta contro l’umanesimo la cui disumanità è convocata al tribunale di una altrettale disumanità». Questa tesi, per quanto paradossale, ci costringe a riflettere, a deporre la passionalità e le rispo-ste di pancia. Perché se «allo sforzo dialogico opponiamo la nostra supponenza, il deserto sarà destinato a estendersi come il cancro che osserviamo intorno a noi». Impossibile che questo libro non faccia discutere.

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Marco Alloni, (1967), scrittore, vive da molti anni a Il Cairo. Collabora con diverse testate tra le quali «Micro-mega», «Nazione Indiana», «Il Fatto Quotidiano» e «Il Corriere della Sera». Per l’editore Aliberti cura la colla-na Dialoghi. Fra i suoi interlocutori: Antonio Tabucchi, Marco Travaglio, Giulio Giorello, Umberto Galimberti, Furio Colombo, Gian Carlo Caselli, Amos Luzzatto, Corrado Augias, Claudio Magris e Margherita Hack. Ha pubblicato, inoltre, il romanzo Shaitan e i saggi Ho vissuto la rivoluzione, Egitto o morte.

Marco Alloni

Il cattivo infinitoCapire ISIS

Una provocazione, una tesi shock sul terrorismo islami-

co e l’ISIS. E se ci stessero punendo per gli errori

dell’Occidente? Se la nostra disumanità avesse generato

la loro disumanità?

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Autore: Dario Pontuale

Genere: Non fiction

Anno: 2017

Pagine: 180

Prefazione: Darwin Pastorin

Postfazione: Valerio Nardoni

Illustrazioni: allievi della

“Scuola Internazionale di

Comics di Padova” del corso

diretto da Ale Giorgini

Editore: Ianieri Edizioni

Diritti disponibili: Mondo

Da Hemingway ad Harper Lee, passando per Cesare Pavese, Joseph Conrad, Gustave Flaubert e Beppe Fenoglio, 22 “ritratti di libri” che si avvicendano non seguendo un ordine cronologico, geografico o tipologico, ma rispecchiando semplicemente l’incontro dell’autore con quei Classi-ci entrati con forza nella sua vita di lettore e addetto ai lavori. Pontuale affianca ad ogni “ritratto”, arricchito da note sulla vita dell’autore e qualche aneddoto, la trasposizione cinematografica del romanzo: in pochi istanti si passa dal libro al film, dalla letteratura al cinema, attraverso una parti-colareggiata scheda che conduce dalla carta alla pellicola.Ad impreziosire il volume, i disegni degli allievi del corso di illustrazione di Ale Giorgini – il-lustratore professionista e presidente dell’Associazione Illustri – della “Scuola Internazionale di Comics” di Padova: disegni figurativi, concettuali, metaforici, graffianti che rilanciano l’ispirazione in questo libro di raccordo tra parola scritta e immagine. “Ciak, si legge. Capolavori senza tempo raccontati a chi ha poco tempo rappresenta uno straordinario invito alla lettura” afferma Darwin Pastorin nella prefazione. “Maneggiatelo con cura e conservatelo come un bene prezioso. Parla di libri, della passione per i libri, della passione travolgente per i libri. A scriverlo è un intellettuale senza boria, un lettore senza pace, un divoratore di pagine. Ci racconta, con esemplare sintesi, i testi che hanno segnato il suo cammino letterario-esistenziale. E, alla fine, di ogni narrazione ci indica dove ‘vedere’ quel libro al cinema o alla televisione.”

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Dario Pontuale, (Roma, 1978) scrittore, saggista e studioso di letteratura otto-novecentesca, è autore dei romanzi La biblioteca delle idee morte, L’irreversibilità dell’uovo sodo, Nessuno ha mai visto decadere l’atomo d’idrogeno. Nel 2015 per Nutrimenti ha scritto la biografica critica Il baule di Conrad. Ha curato edizioni di Flaubert, Maupassant, Zola, Musil, Stevenson, Conrad, London, Svevo, Salgari, Puškin, Tolstoj, Dostoevskij.

Dario Pontuale

Ciak si leggeCapolavori senza tempo raccontati a chi ha poco tempo

«Un dono importante è questo volume che avete tra

le mani. Maneggiatelo con cura e conservatelo come un bene prezioso. Parla di libri,

della passione per i libri, della passione travolgente

per i libri». Darwin Pastorin

«Perché la cultura è proprio questo: insegnarsi recipro-

camente a leggere». Valerio Nardoni

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Autore: Valerio M. Manfredi

Genere: Fiction

Anno: 2015

Pagine: 96

Editore: Compagnia

Editoriale Aliberti

Diritti disponibili: Mondo

(eccetto Germania,

Svizzera e Austria)

Venduto:

La Storia è piena di testimoni inconsapevoli degli eventi che hanno cambiato il corso dell’umanità. Lo sa bene Valerio Massimo Manfredi, la cui opera letteraria è da sempre attenta, quasi manzonia-namente, agli “umili”: a quegli apparenti comprimari sul grande palcoscenico del mondo, capaci però di restituirci uno sguardo più semplice ed essenziale, realistico ed anti-retorico. In una pa-rola, più umano. Figlio di contadini senza terra nella Galilea sotto il giogo romano, il protagonista di questo lungo racconto è costretto a guadagnarsi da vivere inventandosi nuovi lavori. Marinaio senza fortuna, taglialegna e carpentiere, vignaiuolo a servizio di un piccolo possidente. Finalmen-te decide di mettersi in proprio, e di aprire una promettente rivendita di vino.Sembra la storia di un uomo qualunque e della sua intraprendenza in un’atmosfera di tempi nuo-vi, in cui molte cose stanno cambiando. Ed è così: qualcosa di assolutamente nuovo, inaudito e sconvolgente sta accadendo vicino a lui. La novità di una predicazione, di una testimonianza che cambierà per sempre la Storia, e che ha le fattezze umane del figlio di un falegname di Nazareth. Il contatto avviene durante un banchetto di nozze, a Cana. L’oste è incaricato del vino, ma disgra-ziatamente ne ha portato troppo poco. Sarà allora testimone privilegiato di un fatto che stenterà, anzi non riuscirà proprio a spiegarsi. Ma il suo rapporto con il Nazareno e la sua strana compagnia di discepoli non finirà lì. Qualche tempo dopo, durante la Pasqua a Gerusalemme, gli verranno a chiedere ancora del vino: per celebrare quella che sembra una sera triste come una cena d’addio...

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Valerio Massimo Manfredi, inaugura la collana di Wingsbert House dedicata ai grandi narratori di ieri e di oggi che raccontano il vino, le sue storie, la sua filosofia. Archeologo di formazione, Manfredi è uno degli scrittori italiani più letti e amati nel mondo. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi in sede accademica e ha scritto romanzi di grande succes-so, tradotti in tutto il mondo (per un totale di circa 12 milioni di copie vendute a livello internazionale). Moltissimi i rico-noscimenti ricevuti: nel 2003 Nomina a Commendatore della Repubblica “motu proprio” del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, Il premio Corrado Alvaro Rhegium Julii e premio Librai Città di Padova, nel 2004 il Premio Hemingway per la narrativa, nel 2008 il premio Bancarella e nel 2010 il premio Scanno. È autore anche di soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione. La sua trilogia Alexandros è stata acquistata da Universal Pictures per una produzione cinema-tografica e Dino De Laurentiis ha realizzato L’Ultima legione. Ha inoltre partecipato alla sceneggiatura di September eleven 1687 ispirato alla vita di Marco D’Aviano e diretto da Renzo Martinelli. Ha adattato per il cinema Le Memorie di Adriano di M.Yourcenar per John Boorman. Valerio Massimo Manfredi collabora come giornalista scientifico a varie testate in Italia e all’estero. Ha condotto con successo i programmi televisivi “Stargate – linea di confine” e “Impero”.

Valerio Massimo Manfredi

L’oste dell’ultima ora

«Il vino è l’anima della cultura mediterranea.

Fa parte del nostro modo di percepire il mondo.

Basti pensare che c’è una quantità impressionante

di storie, riti religiosi e cerimonie in cui il vino è sempre protagonista».

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Autore: Giorgia Penzo

Genere: Fiction

Anno: 2017

Pagine: 152

Editore: CartaCanta

Diritti disponibili: Mondo

Il viaggio di due anime che si amano da sempre e che combattono per incontrarsi, una favola metropolitana dalle atmosfere parigine. Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di Storia dell’arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci. Con una immediata complicità, dal Point Zéro inizia la loro passeg-giata attraverso la Ville Lumière. I due parlano di ciò di cui è fatta la vita: arte, fato, desideri, morte. Ma soprattutto d’amore. A un passo dall’alba, la ragazza svela a Guillaume il suo segreto…Un romanzo elegante e delicato, in cui l’arte e la letteratura si alleano con una magia mai invasiva per far trionfare l’amore, certo, ma solo in chi è disposto a mettere in di-scussione i limiti dello spazio e del tempo. Per questo consegna al lettore una provoca-zione feconda: porre davvero attenzione ai propri desideri profondi, quelli che sembrano irrealizzabili, per non cedere mai alla tentazione di crederli dei meri sogni.

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Giorgia Penzo, (Reggio Emilia, 1987) è laureata in Giurisprudenza e appassionata di storia, mitologia clas-sica, cinema e arte. Nel 2013 pubblica una duologia urban fantasy (Red carpet e Asphodel, Editrice GDS) che riscuote grande successo. Si autodefinisce una nerd, nata nel posto sbagliato, nell’epoca sbagliata e laureata nella facoltà sbagliata. Forse per questo il suo blog conta circa 6.000 iscritti e il suo profilo Twitter 18.000 follower.

Giorgia Penzo

Ritratto di dama

«In realtà il colpo di fulmine è un ricordo. Un ricordo non

della mente, ma del cuore, che ci sussurra: hai amato

quella persona in un altro tempo, in un’altra vita».

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Autore: Carmine Sorrentino

Genere: Fiction

Anno: 2017

Pagine: 164

Editore: Bordeaux Edizioni

Diritti disponibili: Mondo

Un amore che scompare, silenzioso come la nebbia sul lago di Léman, un’avventura umana che si accende come il sole che albeggia sul deserto giordano del Wadi Rum. Un ingegnere nucleare che perde la strada e una guida giordana che la ritrova. Il lago di Léman con le sue funeree leg-gende e sentieri invisibili del deserto che portano lontano mentre avvicinano. Un cuore abbando-nato che si ferma in Svizzera e un timido batticuore che si accende in Giordania.Tutto questo è La sabbia di Léman, ultimo lavoro di Carmine Sorrentino. Una emozionante alta-lena sentimentale e geografica che spazia fra le diverse latitudini del cuore umano con un prota-gonista alla ricerca di qualcosa che ha perso e forse vale la pena ritrovare. L’amore può mettere radici anche lì dove non dovrebbe, perché i climi sono avversi o le terre inadatte? Sul filo teso tra prologo ed epilogo – due storie di devozione che non potrebbero essere più diverse – un intrico di sante, vergini, serpi e cani. Sogni, ricordi e racconti evocano le tragedie del secolo passato e di quello presente, tragedie che né un lago né un deserto possono davvero contenere.

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Carmine Sorrentino, napoletano di nascita e romano di adozione, di salda formazione umanista, borsista presso il Teatro Studio di Roma, prosegue la sua formazione con studi di regia cinematografica e televisiva presso la New York University e la School of Visual art di New York. Collabora con vari registi dell’avanguar-dia romana come Valentino Orfei e Caterina Merlino e con artisti come Giacinto Cerone e Daniela Perego. Ideatore e curatore di mostre ed eventi legati all’arte contemporanea. Nel 2001 pubblica Conversazioni nel silenzio per Officina de’ Medici, nel 2008 il romanzo Il pianista e la farfalla per Barbes. La raccolta di dieci racconti Meccaniche imperfette è uscita nel 2014 per Bordeaux Edizioni.

Carmine Sorrentino

La sabbia di Léman

«Mi chiede perché e cosa significa ritrarre i cieli.

Gli rispondo che non lo so, che mi faccio guidare dal

mio istinto e che li fabbrico partendo dalle nuvole

che contengono, che per me cielo non sono, ma che tale

lo rendono di giorno, come gli astri di notte».

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Autore: Daniele Borghi

Genere: Fiction

Anno: 2017

Pagine: 198

Editore: Ensemble

Diritti disponibili: Mondo

Roma, periferia nord-est. Migliore tira avanti con lavori occasionali, finché un articolo letto su una rivista gli suggerisce l’idea di mantenersi sottraendo e vendendo al mercato nero il vetro della raccolta differenziata. Chiede allora in prestito un furgone all’amico Diandro, un indipendentista ceceno che ha imparato l’italiano stampato nei libri, e parla per citazioni. Durante uno dei suoi viaggi, Migliore salva Xenia, una prostituta, dal pestaggio del suo lenone. Quando informa Dian-dro dell’accaduto, viene a sapere che dietro al traffico di ragazze dell’Est Europa ci sono ex agenti del kgb. In una Roma notturna e infida, teatro di un rocambolesco susseguirsi di avventure tra il tragico e il comico, i due amici proveranno a salvare se stessi e la ragazza. Coniugando profondi-tà e ironia, Borghi dà voce agli emarginati e, prendendo spunto da verità investigative, illumina realtà sconosciute.

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Daniele Borghi è nato a Roma, dove vive e lavora. Architetto non praticante, falegname per giovanile vo-cazione e consulente finanziario per irripetibile allineamento astrale, ha pubblicato una raccolta di racconti e cinque romanzi. I più recenti sono: L’altra vita di Emma (Fernandel 2010), Casa di riposo Michail Bakunin (Perrone 2014) e La cresta dell’upupa (Ensemble 2017). Da oltre dieci anni, tiene corsi di scrittura in strut-ture pubbliche e private.

Daniele Borghi

La cresta dell’upupa

«Daniele Borghi sa giostra-re trama e personaggi con

grande destrezza e costrui-sce un romanzo di notevole

forza espressiva». Valerio Varesi

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Autore: Carlo Ferrucci

Genere: Fiction

Anno: 2017

Pagine: 240

Editore: Rogas Edizioni

Diritti disponibili: Mondo

A Auvers-sur-Oise, trenta chilometri a nord ovest di Parigi, si consuma nell’estate del 1890 l’ultimo atto della tragica vita di Vincent Van Gogh. Nei due mesi precedenti Van Gogh dipinge alcune delle sue tele più famose e frequenta assiduamente la famiglia del dottor Gachet, alle cui cure è stato affidato da suo fratello Theo.Dopo la morte del pittore, e col crescere della sua fama, Margherita Gachet non dirà né scriverà mai una sola parola su di lui, a differenza di quanto faranno suo padre e suo fratello Paul. Si na-sconde forse qualcosa dietro a questo silenzio? Cosa potrebbe avere compreso la giovane piani-sta riguardo ai segreti della pittura di questo straordinario artista e alle ragioni del suo suicidio?La pianista di Van Gogh è il diario immaginario tenuto da Margherita in quei giorni, una testimo-nianza unica, vivace e raffinata della fase conclusiva della vita del grande pittore olandese.

A G E N Z I A L E T T E R A R I A E D E L W E I S S - C A T A L O G O 2 0 1 7

Carlo Ferrucci, Nato a Roma nel 1947, dal 1983 al 2009 ha insegnato Storia dell’Estetica nell’Università di Roma Tor Vergata. I temi ai quali ha dedicato la maggior parte delle sue ricerche e pubblicazioni sono stati: il pensiero poetante di Giacomo Leopardi, la psicoanalisi dell’arte, le poetiche del ’900, l’estetica della pen-satrice spagnola Maria Zambrano e la filosofia del teatro. Di Maria Zambrano, figura di spicco del pensiero del ’900, ha anche tradotto in italiano alcune opere. Dal 1992 al 1996, ha interrotto il suo lavoro di docente per svolgere funzioni di addetto culturale presso il Consolato Generale d’Italia a Barcellona. Oltre a diversi volumi e numerosi articoli attinenti il suo campo di studi e di insegnamento, ha pubblicato cinque raccolte di poesie e cinque testi teatrali, quattro dei quali andati in scena. Questa pratica dell’arte della parola, che lo ha anche portato a fondare e dirigere un laboratorio teatrale all’Università e a dedicarsi alla traduzione di testi poetici, è stata parte integrante del suo lavoro di ricerca e di insegnamento.

Carlo Ferrucci

La pianista di Van Gogh

«Lui non guarda il mondo solo con gli occhi, ma ci sca-va dentro con tutto se stes-

so, seguendo i battiti del proprio cuore e la tempera-

tura del proprio sangue».

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Autore: Dante Maffia

Genere: Fiction

Anno: 2017

Pagine: 180

Editore: Ianieri Edizioni

Diritti disponibili: Mondo

E se la cucina, tempio dell’intimità familiare, fosse anche un segreto laboratorio di lussuria e di violenza? In questi racconti, Maffia declina i piaceri del cibo e dei rituali legati alla sua prepara-zione in storie al limite del grottesco con incursioni noir. Come un gioco da portare in fondo se-condo le sue stesse logiche, il canto d’amore diventa canto di morte, svelando un mondo che sta sempre chiuso nella penombra degli uomini e che l’autore porta alla luce con purezza espressiva e avvincente suspense. Squarci originali e ironici indagano il confine tra fantasia e perversione, mettendo il lettore di fronte a risvolti che lo riguardano da vicino.

A G E N Z I A L E T T E R A R I A E D E L W E I S S - C A T A L O G O 2 0 1 7

Dante Maffia, è nato in Calabria nel 1946 e vive a Roma. Poeta, saggista e narratore, ha curato la rassegna dei libri per RAI 2 e ha fondato le riviste «Il Policardo», «Poetica» e «Polimnia». Di narrativa ha pubblicato: Il romanzo di Tommaso Campanella (Spirali 1996, Rubbettino 2006), Il poeta e lo spazzino (Mursia 2008), Milano non esiste (Hacca 2010) e Gli italiani preferiscono le straniere (Perrone 2012). Il canto della rana e dell’usignolo (2005), Lo specchio della mente (Crocetti 2007), La biblioteca di Alessandria (Lepisma 2008) ed Elegie materane (Lepisma 2016) sono alcune delle sue opere di poesia. Vincitore di numerosi premi letterari (tra cui il premio Alfonso Gatto e il premio Montale) e tradotto in tutto il mondo, nel 2004 è stato insignito della Medaglia d’oro come Benemerito della cultura italiana dalla Presidenza della Repubblica.

Dante Maffia

BolloriFantasie e perversioni in cucina

«Doveva trovare il modo, senza compromettersi, di usare la cucina come

un’arma affilata che potesse farlo sciogliere dalle catene dell’odio e della vendetta».

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