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EXPOST C ari lettori, ormai l’Esposizione Internazionale di Milano si è
conclusa, ma non potevamo lasciarvi senza ripercorrerla insie-
me.
In questo numero vogliamo condividere con voi la classifica dei pa-
diglioni più visitati durante i 6 mesi di manifestazione...ma saran-
no i più belli?
Sul più alto gradino del podio troviamo l'imbattibile USA con 2 mi-
lioni e 850 mila visitatori.
Al secondo posto troviamo l'Oman con più di 2 milioni di visitatori e
la medaglia di bronzo viene ufficialmente consegnata al Qatar con 2
milioni di visitatori.
Ad un soffio dal podio troviamo la Russia.
Ciò che ha sconvolto i visitatori sta nel fatto che i padiglioni più vi-
sitati non erano quelli con più coda...infatti i padiglioni che hanno
superato il milione di visitatori sono ad esempio il Giappone, la
Francia, la Germania, il Regno Unito e la Thailandia.
Con un milione di visitatori, invece, troviamo il Palazzo Italia, il Ku-
wait, il Kazakistan e gli Emirati Arabi.
Di seguito riportiamo la classifica di merito in base ad alcune cate-
gorie, secondo le quali i padiglioni sono stati giudicati.
Classifica dei CLUSTER
-ALLESTIMENTI INTERNI:
Al primo posto troviamo il Montenegro, l'argento viene consegnato
al Venezuela e sull'ultimo gradino del podio troviamo il Gabon.
-SVILUPPO DEL TEMA:
L'oro viene conferito all'Algeria, appena sotto possiamo trovare la
Cambogia e il podio si completa con la Mauritania.
Classifica PADIGLIONI PIU' PICCOLI (fino a 2000mq):
-ALLESTIMENTI INTERNI:
Sulla vetta più elevata del podio troviamo l'Austria, a metà strada
troviamo l'Iran e a valle si presenta l'Estonia.
-SVILUPPO DEL TEMA:
Sul pilastro più alto del podio si posiziona la Santa Sede, un po' più
in basso si colloca il Principato di Monaco e sul plinto si posa l'Irlan-
da.
-ARCHITETTURA:
La pietra dello scettro, posizionata più in alto, corrisponde alla Gran
Bretagna, sull'impugnatura troviamo il Cile e sull'appoggio del ba-
stone reale si presenta la Repubblica Ceca.
Classifica dei GRANDI PADIGLIONI:
-ALLESTIMENTI INTERNI:
Sul colletto del kimono si stanzia il Giappone, nel busto troviamo la
Corea e la cintura viene rappresentata dalla Russia.
-SVILUPPO DEL TEMA:
La ciliegina sulla torta è la nostra vicina di casa, la Germania, la
glassa è costituita dell'Angola e il Pan di Spagna equivale al Kazaki-
stan
-ARCHITETTURA:
La chioma dell'albero è rappresentata dalla romanticissima Francia,
il tronco, invece, è adornato con la badiera del Bahrain e le radici
assorbono il padiglione della Cina
Alice e Arianna
Giornalino scolastico dei ragazzi di 3aA Anno scolastico 2015/2016 Numero 1
Direttore: prof ssa Federica Chignoli
Redazione: Christian P., Alice M., Nicole V.,
Arianna B., Beatrice R., Massimo P. (in collaborazione con tutta la 3^A)
Il SegnAgendaIl SegnAgendaIl SegnAgenda
C ari lettori,
buon anno a tutti e ben ritrovati!!! In questo spazio, dedicato
alle interviste possibili e impossibili, ve ne regaliamo una speciale
con la prof.ssa Gatti che ha coinvolto le sue classi in un interessante
progetto in collaborazione con la Protezione Civile e la regione Lom-
bardia. Nel mese di giugno gli alunni sono riusciti ad iscriversi al Pro-
getto che li ha condotti alla realizzazione di una brillante idea e alla
conseguente, e meritata, vittoria.
Il Progetto è nato in collaborazione tra Italia e Svizzera con l’obietti-
vo di favorire la familiarizzazione con il linguaggio dei messaggi di
allerta emessi dal centro Regionale di Protezione Civile. La premia-
zione si è svolta al Pirellone e i nostri ragazzi hanno vinto la concor-
renza di altre 23 proposte, provenienti da diverse scuole. Il
“segnagenda” ideato per l’occasione sarà il gadget ufficiale che la
Protezione Civile esibirà nelle diverse manifestazioni.
Sentiamo ora dalla viva voce della protagonista, referente del pro-
getto, come è andata la vicenda...
Come è stato vincere?
Inaspettato, non ce lo aspettavamo perché l'idea è stata inviata nel
mese di giugno al termine della scuola; infatti il bando per il concor-
so è stato pubblicato negli ultimi giorni di scuola e il progetto è stato
realizzato in poco tempo.
Come vi è venuta l'idea del segnalibro?
L'idea è nata da una discussione in cui abbiamo pensato a oggetti
semplici che fossero facilmente reperibili e riproducibili, come richie-
sto dal bando del concorso.
Alcuni ragazzi avevano proposto un cinturino dell'orologio, altri una
spilla, altri ancora una cover per il cellulare....ma poi abbiamo scelto
un oggetto ancora più semplice che potesse essere tenuto in un li-
bro, in un’agenda...utile sia ai ragazzi che agli adulti. Di conseguenza
abbiamo realizzato un segnalibro!
Come è stata l'esperienza?
Abbiamo aderito al progetto proposto dalla regione della Lombardia
segnalatoci dalla nostra scuola.
Il progetto ha coinvolto anche gli alunni?
Tutti hanno partecipato nella fase di brainstorming, mentre per ra-
gioni di tempo il segnalibro è stato assemblato dalla sottoscritta.
Qualche parola sul progetto?
Penso sia importante che tutti, a partire dai ragazzi, si abituino a te-
nersi aggiornati su ciò che la Protezione Civile ci comunica per af-
frontare i problemi ambientali che i nuovi cambiamenti climatici pro-
vocano.
La Regione Lombardia con la sua app (che tutti possiamo scaricare
sui nostri dispositivi) ci allerta e ci avvisa in modo da saper affronta-
re adeguatamente le situazioni di
pericolo.
Alessandro, Diletta, Mouhamed
Gli alberi nella
mitologia
La vite
Nella mitologia greca si racconta che
Bacco, figlio di Giove, chiese a Sileno
un consiglio su come affrontare la
guerra senza l’uso delle armi. Sileno
gli consigliò di usare il tirso, cioè una
verga attorcigliata d’edera e tralci di
vite, i tamburi e soprattutto avere
qualcosa che assomigliasse al san-
gue: il vino.
Sileno raccontò di una pianta che da-
va buffissimi frutti e gli disse: “Se
strizzi questi frutti ne viene fuori un
liquido uguale al sangue; se te ne
cibi, danno al corpo la stessa ener-
gia, insomma è per questo, disse,
che la pianta a me nota l’ho chiamata
vite”. Bacco, dopo aver conquistato
le Indie e l’Egitto, vi piantava la vite,
raccoglieva i frutti, obbligava i sudditi
a cibarsene e quando li vedeva im-
piastricciati in viso e nelle mani dice-
va: ”Ora non si potrà più dire che
non versi sangue anch’io”.
Il nome vite è derivato da “vière” che significa intrecciare. In ambi-
to scientifico si dice che l’origine della vite si ebbe nella notte dei
tempi; le prime impronte della coltura della vite si trovano in alcune
zone dell’Asia e del Caucaso. Il ritrovamento di alcuni semi, risalenti
all’anno 8000 a.C., permette di stabilire il periodo d’inizio delle pra-
tiche della viticoltura. Dopo molto secoli, i semi della vite, migrarono
verso l’Europa, pare spinti dal vento.
Il primo popolo a lasciarci testimonianze fu quello degli Egizi tramite
affreschi sulle tombe che descrivono pergole basse e con molto fo-
gliame, per raccogliere meglio il calore della terra e proteggere i
grappoli dal sole intenso. In seguito, fu la volta degli antichi Greci
che diffusero la coltura del vino studiando i tipi di vitigni e le tecni-
che prime di vinificazione. Omero ci racconta che il vino greco prove-
niva dall’Isola di Lemno, era di buona struttura e di gusto fruttato.
Con l’avvento del Cristianesimo e la decadenza dell’Impero Romano,
il vino assunse una funzione sacrale.
Inoltre la Vitis vinifera comprende due sottospecie: la Vitis vinifera
Silvestris, cioè le viti selvatiche, e la Vitis vinifera Sativa, cioè le viti
innestate e coltivate. Le foglie sono semplici, distiche ed alterne, for-
mate da un picciolo di diversa lunghezza. I cirri sono organi di soste-
gno volubili, erbacei in estate e legnosi alla fine del periodo vegetati-
vo. I fiori non sono singoli, ma riuniti a forma d’infiorescenza chia-
mata grappolo, inserito in posizione opposta alla foglia. L’infiore-
scenza è costituita da un asse principale sul quale sono i racimoli. Il
frutto della vite è una bacca costituito da un epicarpo o buccia, dal
mesocarpo o polpa e dall’endocarpo .
Gli acini sono posti sui pedicelli che formano, con le ramificazioni del
grappolo, il raspo o graspo, la dimensione, il colore, la forma ed il
sapore variano secondo la varietà.
Christian
I l dio Pan (Fauno nella mitologia romana) era, nella mitolo-
gia greca, una divinità non olimpica, mezzo uomo e mezzo ca-
prone. Era solitamente riconosciuto come figlio del dio Ermes e
della ninfa Driope. La leggenda vuole che la madre fosse fuggita
terrorizzata dall'aspetto deforme del figlio, mentre il dio Ermes lo
raccolse e, avvoltolo
amorevolmente in
una pelle di lepre, lo
portò sull'Olimpo per
far divertire gli dei,
causando così l'ilarità
di Dioniso. Inizial-
mente, Dioniso fu un
dio arcaico della ve-
getazione, legato alla
linfa vitale che scorre
nei vegetali e che si
ritrae nel mondo terreno (=ctonio) durante i mesi invernali e che
poi torna a scorrere vivida in quelli estivi; infatti, a Dioniso erano
cari tutti quei frutti ricchi di succo dolce, come l'uva, il melograno
o il fico. Successivamente venne identificato in special modo co-
me Dio del vino, dell'estasi e della liberazione dei sensi. Il Dioni-
so originario, legato alla vegetazione, rappresentava quell'ener-
gia naturale che, per effetto del calore e dell'umidità, portava i
frutti delle piante alla piena maturità. Era dunque visto come una
divinità benefica per gli uomini da cui dipendevano i doni che la
natura stessa offriva: l'agiatezza, la cultura, l'ordine sociale e
civile. Questa energia tendeva a scomparire durante l'inverno
perché il Signore del vento del Nord (Borea), così racconta la mi-
tologia greca, si divertiva a fare scherzi a Dioniso: l'inverno por-
tava al dio sofferenza e turbamenti.
Alla fine, il Dio Eolo (signore dei venti) riuscì a riportare l'ordine;
venne considerato un po' folle perché, a furia di soddisfare tutti i
giorni i bisogni degli Dei, si era ridotto ad un essere privo di vita
sociale, sempre impegnato e preoccupato.
Massimo
Carissimi lettori,
Da questo numero il nostro giornalino ospiterà una se-
zione dedicata ai viaggi curata dalla classe 2D con la
prof.ssa Moretti...gli alunni collaboreranno con la no-
stra “vecchia” redazione e gestiranno un inserto spe-
ciale in ogni numero. Diamo
il benvenuto ai nuovi giorna-
listi e li ringraziamo per la
collaborazione…
Il primo Giardino dei Giusti, nato a Gerusalemme nel 1960, è dedica-
to agli uomini Giusti tra le Nazioni. Questi Giardini oggi sono diffusi
un po' in tutto il Mondo, nelle città più importanti. A Gerusalemme,
tra il 1963 e il 2001, sono stati commemorati circa 20.000 uomini, di
cui 295 italiani. Il giardino si trova nel museo di Yad Vashem e ricor-
da i Giusti non ebrei che hanno salvato la vita a ebrei durante la
Shoah. La commemorazione fino agli anni Novanta era effettuata
piantando alberi in onore dei Giusti tra le nazioni. Oggi, non essendo-
ci più spazio per altre piante, è stato costruito nel giardino il Muro
d'Onore su cui vengono scolpiti i nomi. Nel Giardino dei Giusti c’è un
albero per ogni persona che, durante la Shoah, ha salvato almeno un
ebreo dall‘uccisione, perché chi salva anche soltanto una vita, salva
l’umanità intera: i giusti sono “il fondamento del mondo”.
La differenza tra il Giardino dei
Giusti di Gerusalemme e quello
di Milano è che quest'ultimo,
per la prima volta al mondo,
tratta e onora come “giusti”
tutti coloro che, senza distin-
zione di razza, credo religioso o
politico, abbiano rischiato la
propria vita per salvare quella
di un perseguitato.
Il Giardino dei Giusti di Milano
è stato inaugurato il 24 gen-
naio del 2003.
A ogni Giusto viene dedicato un pruno, ai cui piedi viene deposto una
pietra in granito su cui è stato scolpito il nome in sua memoria.
“Nel Giardino vengono piantati ogni anno nuovi alberi per onorare gli
uomini e le donne che hanno aiutato le vittime delle persecuzioni,
difeso i diritti umani ovunque fossero calpestati, salvaguardato la di-
gnità dell’Uomo e la sua libertà, testimoniato a favore della verità
contro i ripetuti tentativi di negare i crimini commessi”.
Il Giardino dei giusti, in Italia, è presente anche a Palermo, si trova
in pieno centro, e si affaccia in una via molto importante: la via Allo-
ro.
Il giardino sorge sullo stesso terreno dove si trovavano i vecchi rude-
ri di un palazzo settecentesco. Precedentemente, il giardino, inaugu-
rato nel mese di giugno del 2000, si chiamava come la via in cui esso
si trova, cioè giardino dell'Alloro. Questo Giardino è stato poi rinomi-
nato e adesso onora i siciliani che hanno aiutato gli ebrei durante la
Shoa.
Sul quotidiano abbiamo potuto leggere che nel Giardino dei Giusti di
Milano, il 18 novembre è stato ricordato Khaled al-Asaad, un archeo-
logo siriano assassinato dall’Isis il 18 agosto, perché si era rifiutato di
rivelare il luogo in cui aveva nascosto le statue più importanti del
museo locale. Per questo sul Monte Stella di Milano verrà ricordato
l’archeologo che per 50 anni si è dedicato alla direzione degli scavi a
Palmira e che ha riportato alla luce e restaurato molti monumenti,
tanto minuziosamente da rendere il sito siriano uno dei più spettaco-
lari del mondo; inoltre grazie alle sue capacità sono stati recuperati
manufatti minuti e fragili, che hanno dato un contributo decisivo per
studiare la regina Zenobia, la Cleopatra d’ Oriente; grazie ad Asaad
inoltre il sito archeologico di Palmira è entrato a far parte del Patri-
monio dell’Unesco, facendo conoscere gli scavi a tutto il Mondo.
Nicole e Beatrice
Alla scoperta dell’Europa
con la II D
Lisbona e Porto
PERIODO Lunedì 11/06/16 a Venerdì 15/06/16
VOLO Partenza da Orio al Serio –Milano alle ore 17.50 arrivo
a Lisbona alle 19.35 Ritorno da Porto ore 20.00 arrivo a
Orio al Seri alle ore 23.45
COSTO A PERSONA € 900 (Compresi pranzo, cena, mu-
sei ,hotel, visite).
HOTEL a Lisbona : EXPO ASTORIA HOTEL. L’hotel Expo Asto-
ria e’ uno degli hotel piu’ richiesti di tutta Lisbona , dispone
di una grande spa e di una piscina con istruttore, ed inoltre
ha una sala ristoro dove si potranno gustare una vasta gam-
ma di colazioni tipiche portoghesi.
Hotel a Porto: Hotel Ideal. Situato a Porto, a soli 10 minuti a
piedi dalla spiaggia, l'Hotel Ideal offre una piscina, un giardino, un
bar con terrazza e camere climatizzate dotate di vista sul mare o
sulle montagne
Trasferimento da Lisbona a Porto in Pullman Granturismo
Correte in agenzia a prenotare il vostro viaggio …e ricordate
“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito.”
(Anne Carson)
Primo giorno a Lisbona Ore 9.00 visita Palazzo di Queluz
A pochi chilometri da Lisbona, nel paesino raggiungibile con i bus
direttamente dal centro, si trova ilPalazzo Nazionale di Queluz.
Costruito nel 1747 su incarico dell’Infante Dom
Pedro e completato nel 1760.
Chiamato anche la “Versailles portoghese“, of-
fre non solo uno splendido palazzo rosa rococò,
ma anche dei bellissimi giardini all’italiana con ar-
cate, piante di ogni tipo, statue, gli immancabili
azulejos, ruscelli, ponti ed elementi architettonici
che suggeriscono l’idea stessa del movimento. La fontana con i trito-
ni e delfini è attribuita al Bernini
Ore 12.00 visita Oceanario di Lisbona
L'Oceanario si trova all'interno
del Parco delle Nazioni e fu una delle
maggiori attrattive dell'Expo98. Si
tratta del più grande acquario d'Europa
e in assoluto uno dei più belli nel mon-
do. Il concetto che vi sta alla base è la
riproduzione di tutti gli ambienti ocea-
nici del mondo.
Ore 13.30 pranzo al ristorante Realmente Un posto speciale nella cucina lusitana è occupato dal baccalà, il pe-
sce più consumato in Portogallo. Per la maggior parte, il merluzzo
bianco viene utilizzato essiccato e salato, come vuole la tradizione
peschereccia portoghese del Nord Atlantico, permettendo al pesce di
mantenersi più a lungo.
Ore 14.30 visita a Torre di Belem
Si tratta di un patrimonio mondiale
dell'UNESCO, simbolo e memoria del ruolo
importante che il Portogallo ha giocato
nell'era delle grandi esplorazioni. La Torre
fu commissionata dal re Giovanni II come
parte di un sistema di difesa alla foce del
fiume Tago e come porta cerimoniale di
Lisbona. La torre fu costruita nei primi anni del XVI secolo ed è un
esempio lampante dello stile manuelino portoghese, ma incorpora
anche accenni di altri stili architettonici. La struttura è composta da
un bastione di 30 metri con quattro torri.
Ore 16.00 visita a Castello di San Giorgio
Adagiato sulla collina più alta della città il ca-
stello domina il centro di Lisbona, il fiume Tago
e il quartiere dell’Alfama.
Costruito su siti romani, visigoti e arabi fu
scelto dai sovrani portoghesi come residenza
reale dal XIV al XVI secolo. Con le sue sugge-
stive mura merlate, le cinta alberate e i silen-
ziosi giardini è uno degli angoli più affascinanti
di Lisbona.
Ore 20.00 cena al ristorante Belcanto
La Alheira è una salsiccia originaria del Tràs-os-Montes. Viene servi-
ta assieme a patate fritte o uova fritte.
Ore 22.30 Tasca do Chico – Taverna
Il fado è colonna sonora di Lisbona. Melanconico, ironico, orgoglio-
so e sublime, il suono di questa musica tradizionale è un riflesso
dell’anima della città. Non si può pretendere di co-
noscere Lisbona senza aver ascoltato almeno una
delle dolci melodie del fado. Proprio come il tango
o il flamenco, il fado è un genere musicale che ha
le sue origini nelle taverne. Nacque nel XIX secolo,
fra bicchieri di vino, fra gente umile, tavoli da bar
e fra le strade di quartieri portuari come l’Alfama.
Il suo nome deriva dal latino e significa destino.
Nel fado, voci dolci e profonde cantano con malin-
conia all’amore, e al disamore, alle difficoltà della vita, alla nostalgia
per la terra, ai desideri ed alle frustrazioni. Il fado è una musica
molto espressiva che ascoltata in diretto acquisisce ulteriore intensi-
tà.
Secondo giorno a Lisbona Ore 10.00 visita museo degli azulejos
L'azulejo è un tipi-
co ornamento dell'architettura portoghese e spagnola consistente in
una piastrella di ceramica non molto spessa e con una superfi-
cie smaltata e decorata. Tradizionalmente ha forma quadrata e mi-
sura circa 12 cm di lato, anche se in molte decorazioni ha forme dif-
ferenti. In Portogallo è difficile non vederli, dovunque ci si trovi: gli
azulejos attraversano stili e linguaggi di tutte le epoche e rallegrano
ogni gita o escursione.
Ore 12.00 visita Basilica Estrela
La Basilica Estrela è un bellissimo esempio di arte
barocca portoghese ed è sicuramente uno dei mo-
numenti più visitati di Lisbona anche per i freschi
Jardim Guerra Junqueiro che si trovano giusto da-
vanti.
Ore 13.00 pranzo al ristorante La Finestra
La tradizione vuole che in Portogallo esistano 366
ricette a base di baccalà (o bacalhau, in portoghe-
se), una per ogni giorno dell’anno, compresi anche
quelli bisestili. Non è difficile crederci visto che, se-
condo le stime, ogni portoghese mangia circa venti-
cinque chili di baccalà all’anno.
Ore 15.00 visita cattedrale La Cattedrale di Lisbona si trova nel quartiere Alfa-
ma ed è conosciuta sia come Sé che come Chiesa di
Santa Maria Maggiore. Si tratta della chiesa più an-
tica di tutto il Portogallo. Il nome di Sé deriva dall’antico nome del
quartiere, cioè Sedes Episcopales.
Nel 1147 inizia la riconquista di Lisbona e circa tre anni dopo Alfonso
I re del Portogallo fece costruire sulle rovine di un’antica moschea,
una cattedrale per il nuovo vescovo di Lisbona, il crociato Gilbert di
Hastings.
La cattedrale, a causa dei tre terremoti avvenuti nel XIV secolo e
soprattutto a causa di quello del 1755, ha subito diversi cambiamen-
ti. Oggi è un insieme di vari stili architettonici, di cui permangono
originali solo la sacrestia e la cripta.
Ore 17.00 visita Praça do Comercio
La Praca do Comercio, la Piazza del
Commercio, è uno dei luoghi centrali
della Baixa, il quartiere che si trova al
centro di Lisbona. La Praca è una delle
piazze più grandi d'Europa e offre una
straordinaria vista sul Tago.
Il nome ufficiale è Terreiro do
Paço (Terrazza del Palazzo) ma come è
accaduto anche con la Piazza del Rossio,
il nome dato dal popolo di Lisbona ha
preso il sopravvento sul nome ufficiale.
Prima del terremoto del 1755 qui c'era il Palazzo Reale, che venne
completamente distrutto. Praca do Comercio divenne quindi il luogo
più importante della ristrutturazione della Baixa voluta dal Marchese
di Pombal, Primo Ministro del Re Josè I.
Ore 19.00 visita Ponte 25 Abril
Il ponte 25 de Abril è un ponte sospeso sull'estuario del fiu-
me Tago nell'area metropolitana di Lisbona.
Inizialmente denominato ponte Salazar, in quanto commissionato
dal dittatore Salazar nel 1960, cambiò nome in seguito alla restau-
razione della democrazia in Portogallo, dopo la Rivoluzione dei garo-
fani avvenuta appunto il 25
aprile 1974.
Inaugurato nell’agosto del
1966, il Ponte 25 Abril è
lungo 2 chilometri e 277
metri e ha fondamenta an-
corate alla roccia basaltica
che si trova a 80 metri sot-
to il letto del fiume. Dal
1999 il ponte, conosciuto
anche come Ponte sobre o
ponte sul Tago, è utilizzato
oltre che dalle auto, che procedono su 6 corsie, anche per il traspor-
to su rotaia. Per ammirare il Ponte 25 de Abril in tutta la sua mae-
stosità recatevi a Doca de Santo Amaro.
Ore 21.00 serata Bairro alto
La serata inizia nel Bairro Alto. Magari prima ci si ferma a bere qual-
cosa nei tavolini all’aperto di uno dei vari caffè, sempre affollati, nel
Largo do Camões e nello Chiado, o si ammira il tramonto, dal belve-
dere di São Pedro de Alcântara, con vista sulla città, o da quello di
Santa Catarina, con il fiume sullo sfondo. Poi ci si incammina per
una delle strette vie del quartiere, dove si affacciano anche negozi
trendy che rimangono aperti sino a tardi, e si sceglie un ristorante
per andare a cena. La varietà è grande, e chi desidera ascoltare la
musica tradizionale di Lisbona può optare per una casa de fados
Primo giorno a PORTO Ore 9.00 mercato coperto di Bolhão
Il mercato coperto di Bolhão è un luogo colorato e ricco di spunti
dove ammirare lo spettacolo dei prodotti portoghesi. Il mercato di
Bolhão è uno dei mercati più emblematici della città di Oporto, clas-
sificato come Edificio di Pubblico Interesse dal 2007. Si tratta di una
costruzione neoclassica del 1914, anno della sua inaugurazione.
Ore 10.00 Libreria Lello e Irmao
La Libreria Lello e Irmão, è situata nel centro storico di Porto. Si
tratta di uno storico edificio costruito nel 1869
E’ stata inserita tra le 10 librerie più belle del mondo dalla
BBC, oltre ad essere considerata la più bella del Portogallo,
nonché la più antica. Lo stile è un mix tra tradizione neo-gotica e
architettura liberty, una grande vetrata. All’interno si trova poi una
maestosa scala ispirata alle Gallerie Lafayette di Parigi, che crea in
un punto un bellissimo ponte tra due lati del piano superiore. Il sof-
fitto è riccamente decorato, così come le pareti in legno intarsiato e
le colonne: sono infatti presenti bassorilievi in bronzo che rappre-
sentano i grandi della letteratura portoghese. E per finire il soffitto è
decorato da un’immensa vetrata colorata. Il tutto crea un’atmo-
sfera quasi sacra, tanto che è comunemente chiamata la Cat-
tedrale dei libr.
Ore 12.00 Igreja de Santo Ildefonso
La chiesa di Santo Ildefonso è
un edificio sacro del XVIII secolo della
città di Porto, in Portogallo. Terminata
nel 1739, è in stile proto-barocco. La
facciata, datata al 1932, è ricoperta
di azulejos di Jorge Colaço, che rappre-
sentano scene della vita di San Ildefon-
so e allegorie della Eucarestia. La chie-
sa è inclusa nell'insieme delle opere del
centro storico di Oporto, classificato
dall'UNESCO come Patrimonio dell'uma-
nità nel 1996.
Ore 13.00 pranzo da Mc Donalds Imperial
E’ situato in un palazzo d'epoca, in un bel
locale dei primi del ‘900 di cui hanno saputo
lasciare integra l'atmosfera. L’'interno è stile
liberty e l'atmosfera è molto particolare.
Ore 15.00 visita Cattedrale Da Sé
La cattedrale di Porto (o Sé do Porto) è
la chiesa cattolica maggiore
di Porto e cattedrale della diocesi di Porto.
Costruita come chiesa-fortezza a partire dal XII secolo, presenta una
struttura originale in stile romanico rimaneggiata tra XVII e XVIII
secolo.
Ore 17.00 visita la Torre dos Clèrigos
La chiesa dos Clérigos è un’autentica opera
barocca della metà del XVIII secolo, concepi-
ta da Nicola Nasoni, architetto di origine ita-
liana che ha lasciato la sua firma in numerosi
monumenti di Porto e della regione del nord
del Portogallo. L’elemento che caratterizza
maggiormente il complesso è la Torre in pie-
tra di granito che si erge dall’estremità occi-
dentale del corpo della chiesa. Inconfondibile
simbolo della città, estremamente slanciata
con i suoi 75 metri di altezza.
Ore 19.00 visita la Cattedrale di Porto
L'imponente facciata di questa cattedrale è uno dei monumenti più
antichi di Porto, e uno dei luoghi più affascinanti da visitare. Le su-
blimi alterazioni gotiche e barocche della sua cappella l'hanno resa
una delle attrazioni cittadine di maggior pregio.
Ore 20.00 cena al ristorante Tapabeto
Visto che la pesca è una delle principali attività economiche di Porto
è consigliata una cena a base di pesce.
Secondo giorno a PORTO
Dalle ore 9.00 alle 13.00 crociera sul
Tago
Potrete rilassarvi ed ammirare un bel
paesaggio, attraverserete il ponte me-
tallico Dom Luis, realizzato da un col-
laboratore di Eiffel. La vista è assoluta-
mente superba e potrete ammirare an-
che l’altro ponte della ferrovia Dona Ma-
ria Pia, progettato dallo stesso Eiffel che
fu la prova generale prima di costruire la
famosa torre parigina.
Ore 14.00 visita al Palazzo della Borsa
Il palazzo è situato a lato della Chiesa di San Francesco, edificio del
complesso del convento di San Francesco, fondato nel XIII secolo. Il
24 luglio 1832, durante la Guerra civile portoghese, un incendio di-
strusse i chiostri del convento, risparmiando la chiesa. Nel 1841, la regina Maria II donò le rovine del convento ai mercanti della
città, che decisero di utilizzare il sito per erigere la sede dell'associazione commerciale.
Le decorazioni interne sono magnifiche.
Dalle ore 16.00 passeggiata per i vicoli della città
Visita della città di Porto, una delle più antiche città d’Europa classi-
ficata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, con il suo centro storico
incontaminato, le sue strade strette e tortuose, le sue case con i
portici e le meravigliose chiese.
Ore 20.00 Nel centro storico per uno strett food gustoso
Non potete non assaggiare la francesinha, un caratteristico pa-
nino ripieno di numerosi ingredienti. Talmente farcito da essere
costretti a mangiarlo con forchetta e coltello. Si prepara con due fet-
te alte di pan carré ripiene di salsiccia, prosciutto crudo, mortadella
e una fettina di carne de vaca, poi ricoperte con formaggio fonden-
te e gratinate. Una volta tolte dal forno, vengono ricoperte con un
uovo fritto e si circondano di patate fritte, da intingere nella caratte-
ristica salsina agrodolce fatta con birra, piri-piri (una sorta di taba-
sco tipico del Portogallo) e un goccio di vinho do porto. La storia di
questo piatto risale alla metà del Novecento, quando un signore di
Porto, dopo aver soggiornato per molto tempo in Francia, decise di
onorare e omaggiare le donne francesi con questo sandwich.
Come dessert sono d’obbligo dei pasteis de nata, ovvero le paste
alla crema, sono delle delizie che arrivano dal Portogallo, piccole tor-
tine di sfoglia farcite con una crema speciale realizzata con panna e
uova che durante la cottura in forno crea un goloso strato caramel-
lato che caratterizza questi dolcetti.
I pasteis de nata sono una preparazione tradizionale e si narra che
la ricetta sia nata tra le mura di un antico monastero portoghese, il
monastero di Belém.
Preparazione dei ba-
gagli: domani rientro
in Italia.