SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI...Turismo Sanitario: la definizione di questo concetto è...
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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
TESI DI DIPLOMA
DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE
IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
“TURISMO MEDICO: EVOLUZIONE E ANALISI DI UN FENOMENO
CONTEMPORANEO”
RELATORI: CORRELATORI:
Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.Paul Nicholas Farrell
Prof.ssa Marie François Vannecke
Prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATO:
GIACOMO MAZZOCCHI
ANNO ACCADEMICO 2014 /2015
2
Ai miei genitori,
senza i quali nulla di questo sarebbe stato possibile.
3
4
Indice
Introduzione al Turismo Medico, pag. ...................................................................... 1-5
Origini del Turismo Medico ........................................................................................ 6
Cenni storici sul Turismo medico in occidente, pag.................................................................... 6-12
Cenni storici sul Turismo medico in medi oriente, pag. ............................................................ 12-19
Cenni storici sul Turismo medico in oriente, pag. ..................................................................... 19-29
Società europee in rapporto alle prime forme di Turismo medico ............................ 29
Termalismo in Grecia, pag. ....................................................................................................... 29-31
Termalismo Romano, pag. ........................................................................................................ 31-36
Talassoterapia, Idroterapia e Crenoterapia, pag. ....................................................................... 37-44
Cenni storici sulla medicina europea ......................................................................... 45
Medicina nel rinascimento europeo, pag. .................................................................................. 45-51
Medicina europea tra il XVII e XVIII secolo, pag .................................................................... 51-57
Medicina europea dall’ XVIII secolo al dopoguerra, pag ......................................................... 57-63
Globalizzazione: la chiave per il turismo medico pag ............................................................... 63-68
Turismo medico, legislazione europea vigente, pag ............................................. 68-73
Turismo medico, il mercato della sanità privata ........................................................ 74
Asia e Turismo medico, pag ...................................................................................................... 74-79
Come scegliere, pag. ................................................................................................................. 80-83
Tourisme Médical, Définition et aperçus historiques, pag. .................................. 84-89
Comme les nations gèrent le tourisme médical, pag. ................................................................ 89-99
Wellness culture and Medical tourism, pag. ..................................................... 101-103
Who’s the medical tourist? Pag. ........................................................................................... 103-107
Globalization, Medical tourism key, pag.............................................................................. 107-114
Medical tourism top destinations, pag. ................................................................................. 114-120
Conclusion, pag ................................................................................................. 122-123
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1. INTRODUZIONE AL TURISMO MEDICO
In un mondo sempre più improntato sulla ricerca dello “star bene” sul piano fisico e
mentale tanto da poter accennare all’esistenza di una vera e propria cultura del
benessere, è ormai convenzione comune avere a che fare con una moltitudine sempre
più vasta e specializzata di ambienti ospedalieri all’avanguardia. Parallelamente a
questa ricerca non solo dello “stare bene” ma anche del “cercare di stare meglio” è
ormai in fase di rapido sviluppo una branca del turismo sempre più di maggiore
dominio internazionale come il turismo medico o turismo sanitario, da molti
considerato come la nuova frontiera della medicina moderna. Ma procedendo per
gradi, la definizione più accurata e aggiornata del “turismo” è fornita dal WTO
(World Tourism Organization – Organizzazione Mondiale per il Turismo) che lo
descrive come: "l'attività di coloro 1che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi
dal proprio ambiente abituale per un periodo non superiore ad un anno
consecutivo per svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività
remunerativa all’interno dell’ambiente visitato”.1
In questa analisi ci proporremo di far luce su questo fenomeno così ricco di
sfaccettature analizzandone l’ insieme degli eventi facenti parte dell’ excursus storico
mondiale che hanno portato la società a creare questa nuova frontiera di turismo.
Prima di iniziare a illustrarvi le due definizioni che ci siamo proposti di operare per
chiarificare il fenomeno, riportiamo la suddivisione categorica del concetto di
turismo sanitario inteso da Joan C. Henderson nel 2004, prima studiosa a definire i
vari ambiti in cui il Turismo Sanitario è suddiviso:
1 Per diverse definizioni di turismo si veda anche Burkart e Medlik (1974), Safari (1977) e la rassegna
proposta in Hunt e Layne (1991).
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1. Area della “malattia” – caratterizzata da servizi di
diagnostica, interventi chirurgici urgenti, servizi odontoiatrici, etc.
2. Area del “miglioramento” – propria della chirurgia plastica
3. Area della “riproduzione” – inerente a trattamenti per la
fertilità e la procreazione assistita
4. Area del “benessere” – caratterizzata da servizi quali:
agopuntura, massaggi, cure termali
Alcune definizioni e teorie di pensiero relative al Turismo Medico o Sanitario
risultano spesso discordanti dalla suddivisione operata da Joan C. Henderson. E’
opportuno pertanto fare chiarezza sulla distinzione di fenomeni apparentemente
identici e che seppur strettamente correlati presentano una caratterizzazione
fortemente distinta l’uno dall’altro. I concetti che in quest’introduzione ci
proponiamo di analizzare vedono in primo piano la figura del Turismo Medico
(relativo a ciò che l’OECD2 intende come Medical Tourism) e il Turismo Sanitario
(relativo a ciò che l’ OECD3 intende come Health Tourism):
Turismo Medico o Medicale: con questo concetto ci si riferisce a
quel tipo di turismo che vede il consumatore scegliere di intraprendere un
viaggio oltre i confini nazionali con l’intenzione di ricevere una precisa
tipologia di assistenza o trattamento medico. Nella maggior parte dei casi, i
trattamenti medici in questione sono relativi all’ odontoiatria, chirurgia
estetica, chirurgia elettiva, o alla fecondazione assistita.
2-3
OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) – OCSE (Organizzazione per
la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)
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Turismo Sanitario: la definizione di questo concetto è ben espresso
da Carrera e Bridges (2006, p.447) che indicano questa tipologia di turismo
come la possibilità individuale di intraprendere viaggi organizzati al di fuori
del proprio paese d’origine per assicurarsi il mantenimento, il miglioramento
o il ripristino del proprio stato di benessere relativo al corpo e alla mente.
Questa definizione dalle accezioni estremamente ampie, relega il concetto di
turismo medicale a un viaggio organizzato all’esterno della giurisdizione
medica del proprio paese di origine per ottenere un intervento clinico che
consente il miglioramento o il ripristino della propria salute.
Nicola Magri definisce esaurientemente il fenomeno relativo al turismo medico come
la decisione di: “recarsi all’estero per le proprie cure mediche con l’obiettivo di
accedere a un sistema sanitario di qualità a prezzi accettabili”4. Ma cosa spinge una
quantità sempre crescente di persone a intraprendere questi più o meno brevi
spostamenti in giro per il mondo e a affidarsi alla professionalità di specialisti
stranieri? Le motivazioni principali sono essenzialmente due: i tempi di attesa
relativamente brevi e i costi di prestazione sensibilmente ridotti rispetto a quelli
offerti in patria. Seppure avremo modo di constatarlo successivamente con più
accuratezza, è da tenere in considerazione anche la qualità rappresentata dalle
strutture che offrono tali servizi, il più delle volte si tratta di cliniche private
all’avanguardia gestite da professionisti del settore sempre ben inclini e preparati a
soddisfare le richieste dei clienti più esigenti.
4 Nicola Magri, Panorama per i giovani, 2008
4
In che modo tuttavia è possibile comprendere l’attendibilità dei servizi offerti dalla
pressoché illimitata offerta del mercato delle prestazioni mediche? E’ bene prendere
coscienza del fatto che in molte aree del mondo in cui vengono eseguite operazioni
di chirurgia estetica prive di certificazioni, ma non solo in alcune zone viene
effettuato il trapianto di organi su base puramente illegale e/o in strutture clandestine.
Come fare a riconoscere dunque l’attendibilità di chi si propone di sottoporci a un
trattamento tanto importante? La maggior parte delle strutture ospedaliere si
sottopone a uno schema di certificazione internazionale presso le diverse
associazioni indipendenti (negli Stati Uniti la Joint Commission International e in
Gran Bretagna il Trent Accreditation Scheme). In modo totalmente autonomo, i
pazienti tramite Web e secondo alcuni semplici criteri di ricerca, hanno la possibilità
di identificare rapidamente la clinica specializzata più adatta alle loro esigenze con
costi, nella stragrande maggioranza dei casi, inferiori rispetto al paese d’origine e
magari ottenendo un trattamento migliore, senza la necessità di affrontare liste
d’attesa interminabili.
Questo fenomeno turistico dettato dalla ricerca di cure mediche a buon mercato non
ha guadagnato unicamente l’interesse delle singole persone, in particolare europei e
nordamericani, bensì anche un vasto numero di compagnie assicurative che stanno
testando attualmente alcuni piani di outsourcing per le prestazioni mediche all’estero,
puntando il dito prevalentemente su America Latina, Est Europa e Asia, mete presso
le quali i costi di permanenza e relative performance mediche dalle tipologie più
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varie sono disponibili a prezzi talvolta convenienti per una moltitudine di clienti il
cui numero è in costante crescita nel mercato della sanità internazionale.
Al fine di analizzare al meglio questo fenomeno relativamente recente, occorre
prendere nota dei motivi storici che hanno scaturito l’esigenza di intraprendere viaggi
destinati ad ottenere cure sanitarie più o meno specifiche. E’ superfluo ricordare che
il percorso che verrà affrontato ripercorrerà i fenomeni storici e geopolitici
dall’antichità dei bagni termali, passando le innovazioni scientifiche della medicina
occidentale e le caratterizzazioni a stampo spirituale della medicina orientale, fino
alla rivoluzione industriale europea e alla nascita dei più avanzati sistemi di
comunicazione che hanno facilitato e facilitano l’accessibilità a quello che il corso
dei secoli ha condotto a quello che oggi possiamo definire come Turismo medico o
Turismo sanitario.
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2. ORIGINI DEL TURISMO MEDICO
2.1 CENNI STORICI SUL TURISMO MEDICO NELL’OCCIDENTE
Se intendiamo considerare il precursore dell’attuale fenomeno relativo al turismo
sanitario come la semplice volontà individuale o collettiva di spostarsi dove la
tecnologia e le scoperte in campo medico siano più avanzate, nel corso della storia, è
possibile cominciare a riferirsi a tale usanza addirittura fin da prima che la storia
stessa iniziasse. I primi spostamenti volti alla ricerca e all’ottenimento di cure,
possono datarsi infatti al periodo preistorico del neolitico (9000 – 3300 a.C.), dove
l’uomo, in particolare sciamani e saggi delle tribù iniziarono a mostrare un interesse
sempre maggiore per le patologie contagiose e a iniziare a custodire e tramandare il
sapere utile e la preconoscenza del male ai giovani. La malattia era di fatto vista
come la dimostrazione fisica e percettibile del male stesso, un caso da studiare,
osservare e tramandare. E’ superfluo dire che agli albori della storia umana, le
conoscenze relative al campo medico erano molto vaghe e spesso sconfinavano
nell’ambito esoterico o magico pur di ottenere una risposta plausibile ai malesseri
dell’uomo e dunque si può parlare non di una scienza medica bensì di una medicina
sacerdotale della quale figure come sciamani o sacerdoti religiosi erano i diretti
rappresentanti. Le stesse pitture rupestri, solitamente rappresentanti scene di caccia
dal valore apotropaico, riportano testimonianze attendibili risalenti all’età della pietra
dimostrando che l’uomo primitivo era solito assumere minerali, semi, piante, radici e
sostanze organiche al fine di combattere i propri malanni e auto conservarsi. Di
medicina, intesa come “arte di curare malattie” si inizia a parlare solamente verso
l’età del bronzo (2200 – 800 a.C.), ma nonostante la distanza cronologica nella
preistoria, il concetto di medicina non si dissocia da pratiche empiriche o
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stregonesche, nelle quali l’uomo è sempre stato incline ad affidarsi quando nel
momento in cui non disponeva di ulteriori alternative. Le malattie infatti, come anche
la moltitudine di espressioni della natura nell’antichità erano spesso e volentieri
associate a un qualche intervento operato da uno spirito o una divinità. Assieme a
rituali mistici ed esoterici, vi è anche un abbondante bagaglio di congetture,
cognizioni ed esperienze che formano le radici più o meno profonde di ciò che è oggi
il patrimonio della scienza attuale. La figura del medico-sciamano o medico-
sacerdote quindi, rimasta vincolata molto a lungo fino a quando il pensiero
dell’uomo non ha iniziato a capacitarsi di giudicare che spesso e volentieri la natura
stessa forniva la soluzione ai malesseri dell’uomo e si arrivò al punto in cui, tramite
esperienze dirette o tramandate, l’essere umano abbandonò quasi definitivamente
l’idea che la guarigione individuale fosse legata prettamente a un intervento divino o
soprannaturale tanto che ne scaturì appunto la scissione funzionale e simbolica fra:
medico e sacerdote. In un periodo temporale come la preistoria è difficile riuscire a
individuare un fenomeno che possa essere identificato come papabile precursore del
turismo medico, in quanto la società era raccolta in nuclei tribali distinti e
solitamente territoriali, non vi era dunque la possibilità concreta di poter effettuare
uno spostamento dall’entità variabile per ricevere cure presso uno sciamano o
sacerdote specifico, in virtù anche del fatto che la medicina intesa come scienza che
abbia come scopo lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie era a un livello
ancora primitivo e spesso e volentieri non era associato che a cerimonie spirituale
talvolta anche crudeli.
Il concetto di medicina intesa come vera e propria professione, in occidente
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comparirà grazie ad Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.), geografo, filosofo e medico
greco, il quale introdurrà alcuni dei concetti che tutt’oggi fanno parte della medicina
moderna come ad esempio: il dialogo medico-paziente, il concetto di dieta e il
giuramento del medico. E’ importante sottolineare che la concezione fondamentale
della medicina Ippocratica nasce e si sviluppa sugli studi condotti dalla medicina
mesopotamica, in particolare babilonese e egizia. Ippocrate rivoluzionò il concetto di
medicina tradizionale, precedentemente legato alla teurgia (ovvero una pratica
cerimoniale greco-romana risalente al periodo pre-cristiano che aveva come obiettivo
richiamare le divinità per inserirle in un essere inanimato, un oggetto o simili.)
eseguendo studi mirati ad affrontare ed analizzare alcune patologie che si possono
trovare all’interno del Corpus Hippocraticum ovvero una raccolta comprendente
all’incirca una settantina di temi scritti in greco antico nel corso di diversi secoli e
contenente testimonianze in campo medico e relativi studi fra i quali si annoverano:
l’epilessia e la peste, ma non solo, a cura di Ippocrate stesso vi si trovano cenni
sull’utilità dell’acqua di mare riscaldata per la cura delle ferite a fini preventivi, lo
studioso infatti dedicò ampio spazio all’analisi delle acque da un punto di vista
decisamente attuale e scientifico verso caratteristiche quali: i composti organolettici
presenti nell’acqua, i caratteri chimici, l’uso dei bagni a seconda delle patologie e gli
effetti di acque calde e acque fredde sul corpo umano. Nonostante non vennero
trattate dallo studioso le azioni terapeutiche connesse alle caratteristiche idro-
chimiche all’epoca era già noto alle popolazioni limitrofe alle sorgenti termali, come
ad esempio le acque sulfuree apportassero effetti terapeutici specifici per la cura dei
dolori muscolari o articolari o per l’azione risanante di patologie relative
all’epidermide. Nel trattato vi sono raccolte anche nozioni risalenti alle scuole
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mediche che praticavano scienza medica nel periodo precedente a Ippocrate, fra
queste possiamo elencare quelle di quelle di Cirene, Rodi, Cnido e Cos. All’interno
del Corpus Hippocraticum non sono presenti unicamente scritti e testimonianze di
Ippocrate ma anche alcune opere partorite dalla mente di alcuni suoi discepoli.
All’interno di questa raccolta sono presenti alcune linee guida necessarie per il
trattamento del paziente, come ad esempio: la necessità di analizzare il malato
tenendo conto di fattori quali: la temperatura corporea, l’aspetto esteriore, la
respirazione, le secrezioni, l’urina e le scariche. Una delle dottrine fondamentali della
medicina Ippocratica è quella della patologia umorale, secondo la quale gli elementi
del corpo umano e della vita sono formati da quattro distinti tipi di umore presenti
all’interno del corpo umano: Sangue, flemma, bile gialla e bile nera. La scuola
ippocratica sosteneva anche che la chiave per la guarigione individuale fosse insita
nell’organismo umano e che in esso risiedesse la tendenza alla guarigione e al
decorso delle malattie. Sfortunatamente, a seguito della morte di Ippocrate, nella
seconda metà del IV secolo il prestigio sociale attribuito ai medici e ai guaritori subì
una rapida riduzione.
La dottrina medica Ippocratica non subì cambiamenti radicali fino all’affermarsi del
pensiero di Claudio Galeno, figlio di un matematico ed architetto, questi nacque nel
129 d.C. a Pergamo (Asia minore) dove nel primo periodo della sua vita compì studi
di filosofia prima di dedicarsi alla medicina ed essere istruito da molteplici mentori
nelle città di Smirne, Alessandria e Corinto. Nonostante Galeno conservasse e
applicasse tecniche e teorie della medicina tradizionale tramandate dagli
insegnamenti di Ippocrate come la dottrina degli umori, egli rivoluzionò
completamente l’impostazione della diagnosi, della prognosi e della terapia, non più
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generica come quella professata dalla precedente dottrina, ma attribuita e mirata ai
singoli organi malati, dando così inizio alle varie branchie di specializzazione della
medicina occidentale. Galeno, tramite una ricca serie di scritti, diede luogo a una
vera e propria rivoluzione del concetto finora conosciuto di medicina, che verrà
intesa come arte e vera e propria scienza (Galenismo) e i quali concetti e metodi
rimarranno invariati fino al rinascimento, fu inoltre il primo a pensare che l’anatomia
costituisse il primo mezzo necessario alla comprensione e allo studio del corpo
umano. Seppure Galeno si definì prettamente un filosofo, i suoi studi in merito alla
logica scientifica svilupparono le teorie elaborate dagli stoici e da Aristotele tempo
addietro, fornendo così alla medicina conosciuta un carattere più espositivo e volto
all’uso del ragionamento. Elaborò lui stesso una linea di pensiero secondo la quale lo
studio del corpo non potesse limitarsi unicamente all’osservazione delle struttura
anatomiche visibili quali ad esempio: organi interni, tessuti, ma dovesse risalire agli
elementi primari che secondo il suo pensiero componevano il corpo, ovvero: acqua,
aria terra fuoco con le rispettive caratteristiche: freddo, caldo, fluido e solido. Galeno
non abbandonò molte delle caratteristiche esplicate da trattati di medicina risalenti ai
tempi più antichi, come il Corpus Hippocraticum, tanto da continuare anch’egli a
sostenere la teoria degli umori propria di Ippocrate.
Durante l’alto medioevo il concetto di medicina rimase saldamente vincolato ai
trattati di Galeno e di Ippocrate e venne condizionato e in alcuni sensi rivoluzionato
da almeno tre fattori principali caratteristici dell’epoca, primo fra tutti era costituito
dalle condizioni igieniche e alimentari degli abitanti del continente europeo. Nel
corso del medioevo, infatti, si assiste a una vera e propria crisi dei regimi alimentari
ed igienici: la mancanza di sistemi fognari era spesso un elemento importante nella
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nascita e diffusione di morbi pestilenziali talvolta cronici ed epidemie, complice
attivo anche la dieta essenzialmente povera a base quasi esclusivamente di cereali e
legumi. Il secondo fattore che condizionò apertamente il concetto di medicina lo si
può ritrovare nella religione, la dottrina professata dal cristianesimo aveva modellato
la formazione sociale delle persone come anche il loro modo di intendere la realtà e
di pensare. In un epoca tanto scossa da conflitti, pestilenze e stenti non fu difficile
per la chiesa imporre concezioni attraverso le quali le persone riuscirono ad acquisire
speranza e conforto, questo determinò man mano l’affermarsi sempre più deciso del
potere ecclesiastico anche in materie ad esso profane come la scienza medica. La
diffusione delle pestilenze e delle malattie, portarono la chiesa e di conseguenza
l’uomo a intendere i morbi e i malesseri come una caratteristica propria dell’umanità,
voluta appositamente da Dio come continuazione del peccato originale di Adamo ed
Eva, infatti non per niente l’eziologia di qualunque patologia era sempre attribuita a
un peccato, talvolta magari compiuto involontariamente dal paziente contro Dio, o
ciò che la chiesa considerava abietto o impuro. Portare a considerare dunque le
epidemie come espresso volere di Dio, dona alla malattia una connotazione positiva e
giusta da parte dell’uomo, dando così modo di nascere alla pedagogia della
sofferenza, che influenzerà radicalmente le riflessioni di stampo religioso nei
confronti delle malattie e che incentiverà lo sviluppo delle pratiche assistenziali,
specie nelle popolazioni cristiane. Durante il medioevo nasce e si sviluppa il terzo
fattore, ovvero il concetto di hospitalitas che prevedeva l’accoglienza e l’assistenza
di degenti e a seguito del Concilio di Orléans, avvenuto nel 571, monaci e funzionari
religiosi predisposero e fecero costruire lungo le rotte di pellegrinaggio più percorse
e conosciute degli ospizi quasi sempre situati nei pressi di chiese e monasteri.
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L’hospitalitas non fu il primo fenomeno del suo genere nella storia, già da prima del
tredicesimo secolo esistevano gli hospitium, le domus hospitalis e le xenodochia, con
l’unica peculiarità che queste strutture avevano la funzione di accogliere solamente
stranieri e viandanti e non malati o bisognosi di cure mediche, a quel tempo i malati
erano soliti essere curati a casa secondo le regole e le parole di Cristo presenti nella
Bibbia: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt. 25; 36). La denominazione latina
hospitale deriva da hospes, che vuol dire ospite e successivamente il termine
“ospedale” è rimasto utilizzato nelle lingue europee, in francese: hôpital, in inglese:
hospital e in spagnolo: hospital. Sebbene il concetto ospedale inteso in senso
moderno inizi a prendere forma fra il tredicesimo e il sedicesimo secolo, durante
l’alto medioevo queste strutture erano costituite principalmente da una forte valenza
religiosa che era incline a mettere al primo posto la cura dell’anima più che la salute
fisica.
2.2 CENNI STORICI SULLA MEDICINA MEDIORIENTALE
Partendo dalle aree geografiche più vicine al continente europeo e nelle quali è
possibile denotare progressivi sviluppi in campo medico, non si può non menzionare
i popoli mesopotamici e gli antichi egizi. C’è da notare che queste popolazioni hanno
sempre associato la medicina alla magia e alla teurgia per far fronte alle malattie e
alle epidemie che in alcune circostanze e in alcuni momenti storici hanno afflitto i
popoli. La storia della medicina mesopotamica può collocare il proprio sviluppo
approssimativamente fra l’anno 4000 e il 2000 a.C., allora il concetto di medicina
non era inteso se non alla luce di associazioni col mondo magico o teurgico, con una
nota inclinazione empirica sempre interpretato in senso occulto o mistico. Le cure ai
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malesseri consistevano in gran parte in abluzioni e lavacri oltre che a sacrifici
espiatori che costituivano la parte spirituale e mistica del processo di guarigione. La
figura del medico era inteso come conoscitore della botanica in quanto uno dei
metodi di guarigione più diffusi nelle società mesopotamiche è costituito dall’utilizzo
di piante e vegetali con proprietà lenitive. L’esempio più pratico e concreto che può
essere associato al turismo medico moderno è attribuibile ai templi di Gula, già attivi
in Mesopotamia dal quarto millennio a.C., persone provenienti da paesi limitrofi
infatti erano soliti raggiungere Gula per consultare medici-sacerdoti al fine di
ottenere una diagnosi per i propri malesseri. Spesso e volentieri questi viandanti non
si limitavano al consulto e si spingevano nel territorio sumero al fine di raggiungere
sorgenti calde presso le quali trovare ristoro. E’ quindi presumibile che l’uomo anche
a quei tempi attribuisse una valenza benefica alle acque calde delle sorgenti.
Fra il 3000 e il 1000 a.C. un’altra cultura si trova a costituire l’anello di passaggio tra
una fase della medicina teurgico-magica e quasi totalmente empirica: si tratta del
popolo egizio. Il clima caldo umido dell’Egitto era spesso il fattore principale della
comparsa e della diffusione di malattie a carattere epidemico che in più occasioni
hanno afflitto i popoli de Nilo. Gli aspetti igienici e medici della popolazione erano
sotto il controllo della casta sacerdotale, che aveva il compito di preservare la città
dalle epidemie. Il primo vero e proprio libro di medicina è da attribuirsi proprio al
popolo egizio e prende il nome di “ Embre o scientia causalitatis ”, questo scritto
conteneva rudimentali regole igieniche, mediche e mediche cui ogni persona doveva
adempiere, re e faraoni compresi. Nell’antico Egitto, la medicina aveva un carattere
fortemente ieratico ed era infatti praticata presso i templi direttamente dai sacerdoti,
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che usavano scrivere sulle colonne le regole mirate a preservare la salute
dell’individuo, ma non solo, anche testimonianze di guarigione, metodi lenitivi e
quanti più dati l’esperienza potesse fornire ai curatori. Fu proprio l’ Embre o scientia
causalitatis a riunire quasi tutti gli scritti accumulati sulle colonne dei templi così da
costituire il primo vero e proprio codice medico della storia, poi conservato presso il
tempio del dio Toth. I templi presso i quali era possibile essere curati dai sacerdoti
erano sparsi su tutto il territorio d’Egitto seppure i più conosciuti siano quello di
Panopoli, Menfi ed Heliopolis. Nella società egizia, nonostante la moltitudine di
templi e strutture potenzialmente atte ad ospitare malati e bisognosi, non si può
parlare di un vero e proprio fenomeno associabile a quello che oggi prende il nome di
Turismo medico, poiché, come afferma lo storico siceliota Diodoro Siculo (90 – 27
a.C.) le regole dell’ Embre erano utilizzate in gran parte da medici itineranti che
usavano lavorare nei grandi centri abitati e nelle grandi città. Come abbiamo avuto
modo di leggere nella società egizia la medicina era praticata da due figure, la prima
rappresentata dai sacerdoti e dalla classe sacerdotale e la seconda dai medici, liberi
professionisti con specializzazioni differenti, dall’ostetricia all’odontoiatria.
Inizialmente, furono solamente i sacerdoti ad occuparsi dell’aspetto medico e lenitivo
delle malattia, improntando sullo studio dei malesseri aspetti ieratici, ma dopo il
passaggio dalla medicina ieratica a quella demotica, ovvero trascritta e indispensabile
a chiunque avesse voluto intraprendere la carriera medica, si assiste alla comparsa di
figure indipendenti e itineranti che facevano della cura dei bisognosi e dei malati un
vero e proprio lavoro. La differenza che caratterizzava l’aspetto remunerativo fra
sacerdoti e professionisti era che i primi traevano sostentamento dalle rendite statali e
dalle tasse d’imbalsamazione, mentre i secondi usavano farsi pagare dai diretti
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interessati al termine del loro servizio. Dopo la nascita della medicina demotica, la
figura del faraone venne circondata da un’équipe di esperti medici, incaricati
unicamente della salvaguardia della salute del re. Singoli e sporadici casi di nobili
che provenivano dall’estero per farsi curare dai medici egizi si registrano a partire
approssimativamente dal X secolo alla metà del VI secolo a.C. questo è l’unico
esempio di viaggio volto all’ottenimento di cure mediche in un paese differente da
quello d’origine ed è il caso che maggiormente può essere associato al concetto di
turismo medico per come lo intendiamo oggi. Questi viaggi venivano compiuti con
lo scopo di sottoporsi a visite e ottenere consulti da parte dei medici egizi, che come
menzionato precedentemente godevano di un prestigio e di conseguenza di una fama
che li rendeva oggetto d’interesse da parte di diverse culture, come quelle
mesopotamiche, persiane e nord-africane. Occasionalmente, poteva essere il faraone
a inviare uno dei suoi medici per un consulto, ma questo avveniva poco spesso e
nella maggior parte dei casi era ritenuto un onore.
Il miglior esempio riguardante il concetto teurgico della medicina è senz’altro
attribuibile a quello del popolo ebraico fra il 1200 e il 550 a.C., la cui dottrina
affermava che Dio era l’unica e sola fonte di malattia e risanamento e che i suoi
sacerdoti, ovvero gli uomini scelti direttamente dal Signore, sono considerati
strumenti di guarigione. Nella civiltà ebraica antica la figura del medico era tenuta in
grandissima considerazione anche se alla base di tutto non può non trovarsi Dio in
quanto creatore di piante, minerali, parti di animali e sostanze organiche utilizzabili
come medicamenti. Nelle tecniche di guarigione dell’antica civiltà ebraica come
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anche in quella cristiana altomedievale, l’attenzione per l’igiene era sempre
secondaria a quella per i precetti religiosi e spirituali.
La cultura che segna un vero e proprio passaggio dalla medicina teurgica alla magia
è rappresentato dalla medicina assirobabilonese (1792-323 a.C.). La parte religiosa
risiede principalmente nel concetto eziologico secondo il quale l’ira divina nei
confronti di una persona consente a entità demoniache di aggredirla causandone la
malattia, tant’è che i babilonesi e gli assiri usavano associare un demone per ogni
patologia. In molteplici occasioni per la cura e la guarigione dalla malattia inflitta da
questi demoni i sacerdoti mesopotamici ricorrevano a rituali esoterici quali esorcismi
ed è proprio tramite queste procedure che la magia si inserisce nell’aspetto
terapeutico generale. Durante le diagnosi, teurgia e magia procedono di pari passo,
ma entrambe focalizzano buona parte delle attenzioni sull’analisi del fegato ritenuto
all’ora l’organo più importante in quanto fonte di sangue. All’interno del codice di
Hammurabi vi era raccolta una serie di norme deontologiche nella sezione
riguardante la chirurgia in cui sono elencati compensi e pene per chi compie questo
tipo di attività. Sfortunatamente i testi e gli scritti medici dell’era mesopotamica non
sono giunti ai nostri tempi, nonostante numerose tavole d’argilla rechino molte
informazioni riguardanti pratiche mediche ed empiriche che nella cultura
mesopotamica erano molto frequenti. Particolare importanza era data alle piante e
alle erbe (più di 250 tipologie elencate su tavolette in argilla) dotate di poteri curativi,
dono che secondo la cultura mesopotamica proveniva dalla benevolenza di una
divinità nota come Aura Mazda (3000 – 2000 a.C.). I mesopotamici, erano dunque
convinti che la malattia (in assiro chiamata Shêrtu, che significa: impurità, peccato)
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non fosse altro che un castigo voluto dalle divinità, tant’è che i medici di quel
periodo in primo luogo erano soliti prima indagare sulle azioni passate del paziente e
solo secondariamente esaminavano i sintomi. Le scuole di formazione per i medici
erano tenute all’interno dei templi e i corsi comprendevano la pratica e lo studio delle
tavole d’argilla contenenti gli insegnamenti. Anticamente i medici mesopotamici
venivano chiamati Asu che letteralmente significa “Colui che conosce le acque”, essi
esercitavano la professione di medico presso la corte o venivano assunti dalle
famiglie aristocratiche. Della cura dei ceti più bassi si occupavano i Gallubu, un tipo
di figura molto simile a quella dei barbieri medievali, essi si occupavano di svolgere
visite, diagnosi, sottoporre pazienti a terapie fino anche a compiere operazioni
chirurgiche. Altre figure, come gli Ashipu invece, erano coloro che si occupavano
degli esorcismi e dei rituali spiritici.
L’ultima cultura che ci proponiamo di analizzare è quella araba, o meglio islamica.
Abbiamo scelto di collocarla per ultima solamente in virtù del fatto che la nascita
della religione islamica è la più tardiva rispetto alle altre, e si colloca storicamente
nel momento della nascita di Maometto, ovvero nel 570 d.C. a La Mecca, in Arabia
Saudita. Senza cimentarci troppo sulle vicende che vedono Maometto come profeta
del credo islamico, analizziamo le peculiarità relative alle tecniche mediche proprie
della cultura islamica che fino al secolo successivo continuerà a basarsi quasi
esclusivamente sui testi greci di Ippocrate e Galeno tradotti in siriano e arabo. Il
primo medico arabo identificabile fu Al-Harith ibn Kalada al-Thakesi, nato a La
Mecca nel 670 d.C., ricevette istruzione a Jundishapur dove ebbe come paziente il re
persiano Cosroe II; tornato in terra natale divenne amico del profeta Maometto. Un
grande contributo alla ricerca scientifica araba si deve all’alchimista Jabir ibn
18
Hayyan, nato a Ṭūs attorno al 721 e morto nell’ 813 d.C., che può considerarsi a tutti
gli effetti il padre di questo antico sistema filosofico. A lui si deve l’invenzione di
molte apparecchiature da laboratorio e l’introduzione della pratica della distillazione
per la purificazione dell’acqua, i suoi studi lo portarono alla classificazione di un
vasto numero di sali, alcali e acidi. Scoprì le caratteristiche del mercurio e produsse
la soda caustica e l’acido solforico. Produsse una grande quantità di testi scientifici
raccolti nel corpus geberiano, che rappresenta una pietra miliare dell’alchimia. Molti
dei termini usati tutt’oggi in campo chimico come: alcol, alcalino, alabicco, aldeide
così come un ampio numero di rimedi naturali quali: il tamarindo, la mirra, la sena,
la canfora, il mercurio, l’ambra grigia ecc. sono di matrice araba. Numerose altre
scoperte e invenzioni in campo matematico, quali: l’algebra (concetto che verrà
introdotto nelle società occidentali grazie alle traduzioni ad opera di Gerardo da
Cremona, XII sec.), le tavole trigonometriche, il calcolo dell’integrazione e
dell’equazione fanno parte del patrimonio culturale arabo. Fra l’ VIII e il XI secolo,
la l’arabo diventò la lingua veicolare in campo scientifico, basti pensare che nel X
secolo si assiste alla prima fioritura della medicina arabo-persiana tramite un
processo di sistematizzazione, ampliamento e completamento dei testi antichi che
conferì a questo sistema medico una netta superiorità scientifica rispetto alle società
occidentali. Notevole peso viene attribuito ai testi medici scritti in età medievale, fra
i quali le enciclopedie mediche di Abu Bakr Muhammad ibn Zakariya al-Razi (854 –
925 d.C.), il medico persiano al-Maǧūsī (autore del Kitāb Kāmil al-ṣinā῾a al-
ṭibbiyya, ovvero “La summa dell’arte medica” nella quale viene spiegato l’utilizzo di
molti farmaci composti e le modalità d’assunzione) e il medico, filosofo e fisico
persiano Avicenna (980 – 1037 d.C.), scrittore di trattati di medicina teorica e
19
pratica, anatomia del corpo umano e patologie. Avicenna, godette di una fama e di un
rispetto esemplare, tanto che i suoi contributi in campo scientifico quali: studi
alimentari, sull’influenza del clima e dell’ambiente sulla salute, sull’effetto degli
analgesici e della musica e dei suoi effetti sullo status fisico e psicologico dei
pazienti ecc. vennero riconosciuti in Italia e in Francia dove era valorizzato più dei
testi tradizionali di origine greca. I metodi e gli studi di Avicenna saranno studiati e
tenuti in gran considerazione fino al XVII secolo e si può affermare che per secoli
nessun medico poté ignorare i suoi insegnamenti.
2.3 CENNI STORICI SUL TURISMO MEDICO IN ORIENTE
La medicina orientale non è raggruppabile in un singolo ceppo o sistema di usanze e
parlarne come se fosse un unico corpo guidato dalle stesse tradizioni e usanze è un
errore. E’ opportuno operare una rigida distinzione fra quelli che anticamente erano i
sistemi medici tradizionali più conosciuti, fra essi troviamo: La medicina Cinese, la
medicina Tibetana e la medicina tradizionale Indiana, meglio nota come Ayurveda.
Ognuna di queste millenarie tradizioni sono frutto di cultura, usanze, costumi e studi
che fra loro solitamente non combaciano a causa di fattori geopolitici quali: lo
spazio, la difficoltà di percorrenza delle lunghe distanze, la lentezza della diffusione
dell’informazione e le guerre ma che in secondo luogo possono identificarsi tutte
come un’ espressione completa dello spirito e della cultura che hanno contribuito alla
formazione del sapere medico tradizionale nel corso dei secoli. Trovare punti in
comune tra queste è possibile, specie in riferimento alla scienza occidentale come ad
esempio: il concetto di energia, che seppur definito in modi sempre differenti a
seconda della cultura è il diretto responsabile delle condizioni di armonia o
20
inquietudine del cosmo, del corpo e della mente. Da questo concetto deriva la
concezione di malattia intesa come perturbazione di un equilibrio. La medicina
orientale, contrariamente a quella europea, è solita indagare più le cause che i sintomi
della malattia ed è per questo dotata di un altro fondamentale principio filosofico che
prende il nome di olismo, secondo il quale ogni cosa è funzionale e nulla è da
escludersi. Al fine di ottenere un quadro più nitido delle peculiarità proprie delle
culture orientali mediche più antiche, è necessario operare una distinzione che possa
permetterci di trattare l’argomento affrontando singolarmente ognuna delle tradizioni
mediche sopracitate, a partire dalla medicina tradizionale Indiana:
“L’Ayurveda (in sanscrito: ) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin
dall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale.
L'Ayurveda è, al 2015, ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano con
diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese. Negli Stati Uniti la pratica
dell'ayurveda è consentita nell'ambito dell'esercizio delle terapie complementari. Non
c'è alcuna prova scientifica che l'ayurveda sia efficace per il trattamento di una
qualsiasi malattia. Preoccupazione è stata espressa in relazione ai prodotti ayurvedici:
diversi studi negli USA mostrano come circa il 20% dei rimedi farmaceutici
ayurvedici prodotti in USA e in India contengano metalli pesanti
come piombo, mercurio e arsenico ad un livello tossico per l'uomo.”5
La parola Ayurveda è composta dai termini Ayus (Vita) e Veda (Conoscenza o
Scienza) significa “Conoscenza della vita” o “Scienza del vivere”. All’interno del
Charaka Samhita, il più antico e autorevole trattato sulla medicina indiana è riportato
5 Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Ayurveda
21
che: Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi e
quelli sfavorevoli, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta
della lunghezza della vita e della vita stessa”.6
Sebbene le primissime testimonianze che accertano l’esistenza di un sapere medico
organizzato risalgano attorno al 2000 a.C. e si ritrovino nell’ Atharava Veda,
(L'Atharva veda è una delle quattro suddivisioni canoniche dei Veda, nonché uno dei
quattro libri Veda la cui datazione è incerta sebbene sia collocata
approssimativamente a vari millenni prima di Cristo. Il nome può essere reso come
"Veda degli Atharvan", essendo le Atharva formule propizie a carattere teurgico,
adoperate durante alcune cerimonie sacrificali della religione vedica). Numerosi
studi però si trovano in gran parte concordi sull’identificazione di due principali
periodi:
Il periodo Vedico: durante il quale il trattamento delle patologie
consisteva principalmente in complesse pratiche spirituali note come yajna
durante i quali venivano recitati i mantra o mantram (brevi formule sonore
sacre ) e nell’assunzione di medicine a base di erbe.
Il periodo dei Samhita o post-Vedico: durante il quale il sapere
medico viene sistematicamente organizzato in alcuni trattati chiamati
Samhita. In questa fase storica della medicina indiana l’approccio
diagnostico-terapeutico diventa più razionale e scientifico nel senso in cui
questi termini sono intesi oggi.
La medicina indiana o Ayurvedica risalente al periodo Samhita, infatti combacia
cronologicamente col periodo in cui vengono eseguiti i primi studi Ippocratici in
6 Charaka Samhita I, 41
22
campo medico, ma al contrario del tipo di medicina di matrice greca antica, l’
ayurveda viene utilizzata tutt’oggi in diverse parti del mondo. Da molti questa
tipologia di medicina alternativa è difesa e ritenuta utile quanto efficace tanto da
essere considerata complementare della medicina occidentale e riveste al giorno
d’oggi un ruolo degno d’attenzione poiché in essa sono contenute scoperte utili alla
medicina del passato e anche per quella futura, assumendo l’aspetto di una scienza
della quale la fragile umanità è stata messa a parte al fine di preservarsi senza
necessitare di ricerche, analisi o complessi esperimenti tipici della scienza moderna.
Non è difficile infatti sentire parlare dell’Ayurveda in maniera restrittiva e limitativa
come di un insieme di pratiche erboristiche naturali, fisioterapiche e comprensive di
metodi di rilassamento e purificazione associate alla cosmesi. La sostanziale
differenza che caratterizza la medicina occidentale da quella indiana si ritrova nel
fatto che la prima focalizza la propria attenzione sulle manifestazioni patologiche con
spirito critico e un approccio specialistico mentre la seconda ritiene che le malattie
affliggano sia la mente che il corpo e che questi due aspetti non debbano mai essere
curati in modo separato. Questo tipo di medicina infatti, comprende universalmente
tutti gli aspetti del benessere da quello fisico a quello psichico fino a quello spirituale
prendendo d’interesse tutto ciò che è consueto da ciò che invece lo è meno. Il
concetto di “salute” si può ritrovare definito all’interno del Sushruta Samhita, uno dei
più antichi testi della medicina Ayurvedica:
23
“La salute è quella condizione nella quale i principi fisiologici del corpo sono in
equilibrio, la digestione è efficiente, i tessuti sono in condizione normale, le funzioni
escretorie sono regolari e mente, sensi e spirito sono pienamente appagati”7
Uno dei concetti fondamentali nella medicina tradizionale indiana è quello
appartenente alla Tridosha,che compone i principali fattori fisiologici che occorre
mantenere in equilibrio al fine di conservare un buon livello di salute. I Dosha,
termine che letteralmente significa “impurità” sono: Vata, Pitta e Kapha:
Vata: rappresenta la condizione di movimento e attivazione e
controlla le funzioni nervose, circolatorie, respiratorie, di locomozione ed
escretorie.
Pitta: riguarda la condizione di termogenesi e trasformazione.
Controlla le funzioni digestive, endocrine e metaboliche.
Kapha: riguarda la condizione di coesione e struttura. Sotto il
suo controllo si trovano i fluidi, la produzione e accumulo di forza vitale ed è
il dosha responsabile della lubrificazione delle articolazioni e delle immunità.
Queste entità e le relative funzioni operano tutte in sinergia in modo da garantire una
salute ottimale nell’individuo. E’ interessante constatare come il Tridosha abbia a
che vedere con la teoria moderna della neuroimmunoendocrinologia in quanto le
caratteristiche relative ai tre Dosha corrispondono rispettivamente a quelle del
sistema nervoso endocrino e immunitario. L’ultimo cenno che ci proponiamo di
osservare riguarda la peculiare completezza del sistema medico ayurvedico che già
migliaia di anni fa era estremamente studiato e articolato, le varie scuole dell’antica
7 Paolo Bellative, La complessità in medicina. Fondamenti di un approccio sistemico-dinamico alla
salute, alla patologia e alle terapie integrate, 2009, Pag. 12
24
India offrivano infatti la possibilità agli studenti di specializzarsi in un ambito
medico ben preciso:
“Kayachikitsa - Medicina Interna
Shalvatantra - Chirurgia
Shalakia Tantra - Oftalmotorinolafingoiatria
Kaumabarabhritya - Pediatria
Agadatantra - Tossicologia
Bhutavidya - Psichiatria
Rasayana - Scienza del Ringiovanimento
Vajikarana - Scienza degli Afrodisiaci”8
La seconda medicina tradizionale che ci proponiamo di analizzare consiste nella
medicina tradizionale Tibetana, un antico sistema medico fondato sulla psicologia e
sulla filosofia buddhista, sostenitrice della tesi secondo il quale tutto ciò che in natura
non è tangibile e visibile dipenda dalla mente individuale e dai cinque elementi. La
mente, nella medicina tibetana viene considerata alla base di ogni cosa poiché tutti i
momenti e tutte le esistenze dipendono da essa, pertanto la mente è considerata come
diretta creatrice di ogni fenomeno esterno e interno. La manifestazione di mente e dei
cinque elementi avviene tramite l’energia, concetto proprio anche delle altre
tradizioni mediche orientali. Parte essenziale della tradizione medica tibetana è
8 http://www.ayur-veda.it/ayurveda/le-otto-branche-dellayurveda
25
rappresentato dall’albero della medicina, figura riportata spesso su molteplici scritti e
divisa verticalmente in due parti, chiamati rami. Il ramo di sinistra si occupa della
salute mentre quello di destra riguarda la malattia. Alla base della medicina tibetana
sono presenti anche tre differenti umori: il vento, la bile e la flemma. Causa
dell’esistenza di questi tre umori sono i tre veleni della mente rappresentati da: odio,
attaccamento e ignoranza. I tre veleni mentali sono rappresentati nell’albero della
medicina come le radici dell’albero mentre gli umori prendono le sembianze dei
frutti, i tre umori sono dunque i frutti dei tre veleni mentali. Questi tre veleni sono le
principali cause delle malattie, che secondo la medicina tradizionale tibetana sono
classificate in tre gruppi, il primo gruppo racchiude le malattie profondamente
radicate, ne sono esempi: Handicap, disordini genetici e così via, questo tipo di
malattie sono causate dalle vite passate e l’unico rimedio parziale che questa
tradizione medica si propone per affrontare la malattia è di agevolare chi ne soffre. Il
secondo gruppo comprende tutte le malattie che derivano da altre condizioni: esse
includono disordini e squilibri generati e alimentati da fattori esterni: ambiente,
inquinamento, clima e altri fattori; questa categoria di malattie è molto soggetta ad
analisi nella medicina tibetana in quanto questo genere di malattie sono molto
comuni, un esempio potrebbe essere un caso di asma derivante da uno stile di vita
condotto in un ambiente urbano o con un alto tasso di inquinamento. La terza
categoria comprende le malattie immaginarie, queste si riferiscono alle malattie
psicosomatiche che i tibetani imputano all’intervento di forze maligne e dannose.
Sebbene nella medicina occidentale la tendenza ad attribuire le cause dei malesseri
ad entità sovrannaturali si perda con la nascita della figura del medico inteso come
professionista nel medioevo, nella medicina tibetana tutt’oggi è attribuito alle entità
26
maligne gran parte delle malattie che affliggono il sistema nervoso e vengono trattate
nella maggior parte dei casi con rituali spiritici. Nel momento in cui un paziente
viene esaminato, nella medicina tibetana è valutato a seconda di cinque differenti
fattori che ne determineranno l’equilibrio: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Questi
elementi possono apparire astratti e assumere una connotazione mistica, ma sono in
realtà entità corrispondenti a condizioni pratiche che suddividono le aree esaminative
del corpo: la terra rappresenta l’aspetto solido corpo, l’acqua ai fluidi in esso
presenti, il fuoco al calore corporeo, l’aria ai gas presenti nel corpo ma anche
all’energia del sistema nervoso, lo spazio invece si riferisce alla collocazione degli
organi all’interno del corpo. La malattia dunque è intesa come uno squilibrio fra
questi cinque elementi. Secondo la medicina tibetana, superare la malattia è possibile
solo equilibrando i cinque elementi e salvaguardare la mente da squilibri dovuti ad
emozioni o atteggiamenti disturbanti, ovvero i tre veleni mentali che abbiamo
precedentemente menzionato. La diagnosi da parte del medico tibetano avviene
tramite ispezione visiva della lingua, delle urine e controllando il polso tramite
pressioni dei polpastrelli; a diagnosi ottenuta, il medico può procedere con
l’assegnazione di una cura. Il trattamento solitamente prevede una regolazione della
dieta, dello stile di vita e talvolta l’assunzione di medicine o di pratiche mediche
come l’agopuntura, trattamento praticato tutt’oggi e originario della medicina cinese,
come avremo modo di vedere a breve. Nella medicina tibetana le medicine sono
composte principalmente da erbe o minerali spesso mischiate insieme per poi essere
assunte prima dei pasti, l’effetto delle medicine varia in base al paziente, grande peso
per l’efficacia dipende dal karma di una persona, che nella medicina indiana
rappresenta un elemento molto importante per affrontare una malattia è infatti
27
possibile che su due persone affette dalla stessa patologia che assumono lo stesso
farmaco, solo una delle due dimostri segni di miglioramento o addirittura guarisca.
L’efficacia della somministrazione varia a seconda di diversi fattori: la connessione
del karma in relazione alle vite passate, l’accumulo parziale o totale dell’energia del
karma per affrontare la malattia e l’atteggiamento della persona nei confronti della
malattia. Al giorno d’oggi, seppure la medicina tradizionale tibetana sia uno dei
sistemi medici più antichi della storia dell’umanità continua ad essere praticata e la
ricerca moderna in ambito tecnico-scientifico sta confermando i benefici di questa
antica tecnica.
L’ultima medicina tradizionale che ci proponiamo di analizzare è quella relativa
all’antica Cina:
I più antichi testi relativi alla medicina tradizionale cinese risalgono
approssimativamente al 3500 a.C. e proprio come quelli della medicina tradizionale
indiana vengono ancora oggi tenuti in considerazione attivamente in campo medico e
scientifico. Si tratta di un sistema strutturato di conoscenze sulla vita ed essendo di
per sé una scienza estremamente vitale è in grado di assumere molteplici
sfaccettature. Essa si fonda su un corpo teorico che si è evoluto e arricchito durante i
secoli fino a raggiungere una condizione tale da consentirgli di diagnosticare e
affrontare anche patologie relative ai tempi attuali, come la medicina antica
occidentale, quella cinese si basa sull’osservazione e l’interpretazione degli eventi
naturali. Nel concetto proprio della natura è immancabilmente presente l’uomo,
esempio vivente di come la natura sia equiparabile all’essere umano è il passaggio
dalle fasi di riposo a quelle di attività, associabili al buio e al giorno.
28
Quest’associazione rappresenta storicamente il tentativo di spiegare i fenomeni
naturali con leggi naturali e pertanto la dissociazione della medicina dalla magia.
Secondo la medicina tradizionale cinese l’universo e l’uomo in esso compreso sono
percorsi da una corrente di energia vitale, psichica e fisica denominata (Qi)
responsabile di cambiamenti e trasformazioni. Quest’energia è diffusa nel corpo
tramite una serie di condutture in occidente chiamate meridiani che sono collegati
agli organi e agli apparati interni al corpo umano. Nella loro struttura ramificata
questi condotti in alcune parti del corpo si avvicinano alla superficie cutanea e queste
parti dall’origine ben nota e studiata sono quelle adoperate per la pratica
dell’agopuntura, la medicina tradizionale cinese infatti sostiene che agendo su
determinati punti si possa influenzare il corso del Qi. Data l’esposizione dell’uomo
ad influssi dall’entità e derivazione variabile, come per esempio causati dalla propria
costituzione, dal cielo (in merito ai cambiamenti climatici o meteorologici), dalla
terra (alimentazione e dieta), dallo stile di vita o dalle spinte emozionali che subisce,
l’uomo è spesso e volentieri soggetto a malattie. La comprensione della malattia
avviene in modo pratico: palpando, osservando e ascoltando il paziente in modo da
poter “vedere all’interno” attraverso i propri sensi e attraverso l’ “analisi”. Fra le
varie tecniche di guarigione che si sono andate progressivamente perfezionandosi nel
corso della storia possiamo trovare: la farmacologia, la dietetica, il massaggio, la
ginnastica medica e l’agopuntura.
Alcuni testi e pubblicazioni riguardo l’agopuntura e la medicina tradizionale cinesi
arrivarono su suolo europeo attorno al XVII secolo sebbene la pratica e la
conoscenza collettiva relativa a questa particolare branca della medicina non diverrà
popolare fino agli anni ’20 del ‘900 grazie a George Soulié de Morant (1878-1955)
29
diplomatico francese, il quale fin dalla giovane età mostrò grande interesse per la
cultura e la lingua cinese. L’agopuntura consiste nel pungere alcune aree cutanee in
punti ben precisi tramite dei sottili aghi d’acciaio monouso con lo scopo
d’influenzare il flusso di energia all’interno dei canali che la diffondono nel corpo. Il
primo testo illustrato relativo alla pratica dell’agopuntura risale alla dinastia Song
(tra il 970 e 1279 a.C.) e ha impiegato molti secoli prima di venire portata in Europa
sotto il generico riferimento di medicina alternativa. Studi approfonditi basati sulle
risposte nervose generate dagli aghi inseriti in determinate aree del corpo hanno
dimostrato che le punture agiscono sulla sensazione di dolore controllando le
endorfine, neurormoni e neurotrasmettitori ma non solo, fra i benefici apportati da
questa pratica possiamo trovare anche: Il rafforzamento del sistema immunitario, il
miglioramento di problematiche relative al livello ormonale e l’alleviamento di
dolori articolari, ossei e muscolari di vario genere. Storicamente, l’efficacia
dell’agopuntura venne ufficializzata solo dopo il 1935 a seguito degli ottimi risultati
riscontrati nella cura dell’Armata Rossa, tanto da portare il Presidente Mao a renderla
accessibile ed utilizzabile in molti ospedali.
3. SOCIETA EUROPEE IN RAPPORTO ALLE PRIME
FORME DI TURISMO MEDICO
3.1 TERMALISMO IN EPOCA GRECA
Il fenomeno del turismo medicale moderno nel mondo occidentale, affonda le
proprie radici nel contesto culturale appartenente alle civiltà mediterranee, in
30
un’attività ben nota ai più come Termalismo, un costume proprio di numerose
popolazioni quali: greci, romani, fenici, ebrei, etruschi ed altri ancora. Nondimeno
popoli e società site nel medio oriente consideravano abluzioni e bagni termali come
prassi per lo svolgimento di cerimonie o pratiche religiose.
Le prime fonti che fanno riferimento ai bagni termali in occidente risalgono
all’antica Grecia, gli abitanti del Peloponneso infatti furono i primi fra le popolazioni
europee a gettare le basi di quel concetto che sarebbe poi divenuto nel corso dei
secoli il termalismo moderno. Gli stessi poemi omerici narrano dell’usanza degli eroi
a refrigerarsi e rilassarsi nelle acque calde o fredde a seguito di combattimenti o
gesta epiche. Una testimonianza ancora attualmente esistente è rappresentata dai
reperti archeologici siti presso la città cretese di Cnosso e le prestigiose vasche da
bagno in alabastro presenti ad Akrotiri sull’isola di Santorini, entrambe risalenti alla
metà del primo millennio a.C. Dato rilevante per la comprensione dell’importanza
rappresentata da queste acque è che originariamente alle sorgenti termali veniva
attribuita una valenza prettamente mitologica, legata alla benevolenza degli déi nei
confronti dei mortali che consideravano le terme come un modo per curare malattie o
alleviare dolori di vario genere. E’ proprio attorno a queste sorgenti che sono iniziate
ad essere edificati, col passare del tempo, veri e propri siti di balneazione per coloro
che, in cerca di cure, erano soliti lasciare offerte alle divinità nella speranza di
ottenere dunque l’agognata guarigione. Nonostante in epoca omerica la balneazione
termale fosse adoperata principalmente con finalità igieniche, orientativamente
attorno ai tempi di Ippocrate (medico e filosofo, vissuto attorno al 400 a.C. in età
ellenistica), si aggiunsero anche funzionalità lenitive e salutistiche ed è più o meno a
partire da questo particolare periodo storico che si iniziarono ad aggiungere
31
all’usanza della balneazione termale anche pratiche vote alla salvaguardia della
salute come la sudorazione e i massaggi. Sempre nel V secolo a.C, attorno alle
sorgenti termali iniziarono a sorgere i primi Asclepia, ovvero santuari dedicati al
semidio Asclepio, strutture la cui finalità consisteva nello svolgimento di funzioni
terapeutiche eseguite da sacerdoti-terapeuti che si assumevano il compito di assistere
i pazienti affetti da disturbi psicosomatici. I bagni iniziarono dunque ad essere
alternati o combinati con esercizi ginnici tanto che in età ellenistica cominciarono a
comparire i precursori delle attuali palestre, noti come Gymnasium. Ai Greci non
viene attribuita solo la creazione dei suddetti Gymnasium, bensì anche quella dei
bagni pubblici ovvero aree di balneazione dotate di un forte carattere sociale,
accessibili previo pagamento e frequentatissime dai cittadini che li adoperavano con
fini igienici, sportivi e relativi alla cura del corpo. I primissimi bagni pubblici,
chiamati “Valania” sorsero a Micene e il primo grande poeta a cantarne le virtù
terapeutiche fu Pindaro, successivamente Erodoto ne osservò i benefici descrivendoli
minuziosamente. Ippocrate, dal suo canto non attribuì mai ai bagni un valore derivato
da forze sovrannaturali o da divinità, ma indicò le patologie per le quali è indicato
l’impiego delle acque termali. Per quanto riguarda i Gymnasium, questi erano
presenti in un gran numero di città ed erano composti nella maggior parte dei casi da
una palestra, dei bagni, di un’esedra, luogo spesso frequentato ed utilizzato da
personalità intellettuali come punto di ritrovo e filosofi e di piccole stanze dove il
cliente veniva lavato e successivamente unto con oli profumati, e sottoposto a
massaggi. Generalmente, i giovani dopo aver dedicato tempo a svolgere esercizi
fisici in palestra erano soliti concedersi un’abluzione nell’acqua calda per poi
32
passare, dopo aver alleviato la fatica fisica, all’esedra per ricevere l’educazione
spirituale.
A causa della mancanza di molti degli elementi necessari alla formazione di un
fenomeno di portata internazionale come quello del turismo medico, l’antica Grecia
può unicamente riscontrare similitudini a carattere sociale con questo concetto così
moderno e in costante espansione, va da sé che: la mancanza di mezzi di trasporto, la
difficoltà rappresentata dai lunghi spostamenti e nondimeno la mancanza se non
addirittura l’irreperibilità delle informazioni necessarie a promuovere un fenomeno
che invogliasse chi potesse permettersi di compiere lunghi spostamenti al fine di
sottoporsi a cure mediche, era pressoché assente. Dato importante è costituito inoltre
dalle campagne belliche svoltesi tra il III e il II secolo a.C. fra Roma e la penisola
balcanica in gran parte controllata dai macedoni, un totale di tre guerre vennero
affrontate prima che, nel 146 a.C. la Macedonia, non divenne provincia romana a
tutti gli effetti, dando modo così alla cultura romana di impossessarsi e rimodellare il
patrimonio culturale greco.
33
3.2 TERMALISMO ROMANO
A seguito della dominazione di Roma sulla penisola balcanica, la cultura romana
ereditò le usanze termali greche, agli inizi dell’era Repubblicana solo tramite la
creazione di bagni all’aperto con acqua fredda, caratteristica comune riscontrabile
ben presto anche presso abitazioni romane di proprietà dei patrizi, le cosiddette
domus. Successivamente molte case romane adibirono al bagno un’altra stanza
adibendo vasche per bagni caldi, sauna e massaggi a seconda delle disponibilità
economiche della famiglia. I primi stabilimenti termali pubblici erano piuttosto
piccoli e semplici, ma fu durante l’impero che il concetto greco di terme venne
rielaborato su vasta scala insieme a molte delle pratiche dei loro originali inventori,
erigendo aree balneari dalle dimensioni, funzionalità e complessità indiscutibilmente
maggiori rispetto a quelle proprie del popolo dell’ Egeo, tanto che ancora oggi è
possibile ammirarne la bellezza architettonica. Questi cambiamenti sopracitati
avvennero per molteplici ragioni quali la dimensione maggiore delle città e delle
popolazioni romane rispetto a quelle greche, la sempre più disponibile quantità
d’acqua che veniva trasportata per mezzo dei numerosi acquedotti e l’invenzione del
cemento, che facilitò di gran lunga la costruzione di strutture edili di sorta con costi
relativamente bassi. Va da sé che con la crescita e lo sviluppo dell’Impero Romano
anche il numero dei bagni aumentò progressivamente seppure all’inizio essi avessero
quasi esclusivamente la funzionalità igienica e non erano riservati solo a una singola
34
classe sociale più abbiente bensì vennero concepiti anche per essere alla portata di
tutti.
Secondo fonti storiche, le prime terme pubbliche a Roma vennero create dal politico
e architetto romano Marco Vispasiano Agrippa nel 25 a.C., seppure già da circa 200
anni i balneum potessero considerarsi di per sé i precursori delle terme anche se in
forma privata in quanto erano parte delle domus, abitazioni riservate ai ricchi patrizi.
Gli stessi balneum, comprendevano infatti anch’essi l’apodyterium, lo spogliatoio, il
calidarium, la vasca contenente l’acqua calda, il tepidarium, la vasca contenente
l’acqua tiepida il frigidarium, ovvero la vasca contenente l’acqua fredda e il
Solarium, che presso le domus consisteva in una terrazza presso la quale era
possibile sottoporsi a bagni di sole. In seguito ad Agrippa, gli imperatori romani
continuarono a costruire terme pubbliche sempre più maestose e imponenti come se
si trattasse di una sorta di competizione per accumulare popolarità e il favore delle
classi sociali romane più basse tanto che le tariffe d’accesso venivano tenute molto
basse se non addirittura gratuite. Fra gli imperatori che hanno costruito le più
imponenti strutture termali a seguito di Agrippa ricordiamo: Nerone nel 65 d.C. ,
Tito nell'81 d.C. , Domiziano nel 95 d.C., Commodo nel 185 d.C., Caracalla nel 217
d.C., Diocleziano nel 302 d.C. e Costantino nel 315 d.C.. Alcuni di questi
stabilimenti, che avevano acquisito nel corso del tempo la figura di veri e propri
centri ricreativi polifunzionali, erano talvolta in grado di contenere più di 6000
persone.
35
In antichità la terapia termale romana consisteva in un ciclo di cure della durata di
quattro settimane, la durata iniziale del bagno consisteva in 30 minuti e aumentava in
progressione fino a due ore per poi decrescere verso il termine del trattamento.
L’accesso ai bagni pubblici venne consentito alle donne nel 31 a.C. seppur in locali
differenti da quelli frequentati dagli uomini e in orari differenti. Si può dunque dire
che in epoca imperiale romana venne a crearsi una vera e propria “cultura termale”
che con la necessità sempre crescente di creare nuovi stabilimenti termali richiese di
attingere e sfruttare le sorgenti come per esempio le Acque Albule di Tivoli, presso
la cui sorgente venne eretto un maestoso stabilimento circondato dalle ville
appartenenti ad alcuni componenti dell’aristocrazia romana e divenne nell’arco di
breve tempo un’ambita meta di villeggiatura. Come già accennato in precedenza, le
terme romane non costituivano unicamente un mezzo attraverso il quale differenti
stratificazioni sociali potevano rilassarsi o cercare di porre rimedio ai propri
malesseri, bensì anche socializzare e vivere la propria quotidianità. Le Acque Albule
di Tivoli furono in più casi menzionate dagli autori dell’epoca per quanto riguarda le
loro proprietà terapeutiche. Alle porte di Roma le sorgenti di Viterbo e Stigliano,
invece, costituivano una tappa essenziale per i reduci e i veterani di guerra delle
36
campagne di Gallia, qui i soldati erano soliti riposarsi prima del trionfale ritorno
nella capitale. Più a sud, nella penisola vennero edificate le terme di Pozzuoli, Ischia,
Pompei e del golfo di Napoli. Agli antichi romani si attribuiscono invenzioni quali la
pelo-iodoterapia che comprendeva l’utilizzo di fanghi estratti dai fondali dei laghi
marini che venivano utilizzati per compiere abluzioni e bagni. I medici romani
dunque, riconobbero l’azione terapeutica apportata dal’acqua sul corpo umano e
sotto la spinta degli studi del filosofo greco Ippocrate, anche figure mediche romane
come: Plinio, Galenco e Celso tentarono di identificare e classificare il rapporto tra le
caratteristiche fisico-chimiche ed azione terapeutica nonostante sia stato Erodoto
colui che stilò le documentazioni dei metodi relativi all’idrologia del tempo. Seppure
a seguito della caduta dell’impero romano le terme furono dismesse per molteplici
fattori quali: l’affermarsi della religione cristiana e della demonizzazione del corpo
nudo e il periodo di oscurantismo in campo medico derivante dal medioevo, non è
corretto accennare a una dismissione o a una cessazione della cultura termale in
quanto le cure termali vennero successivamente riscoperte per poi ottenere i dovuti
riconoscimenti in campo medico venendo sottoposte a studi sempre più accurati e
meticolosi che ne riconobbero e riconoscono tutt’oggi il peculiare potenziale
terapeutico per un gran numero di patologie. Anche in contesto storico relativo
all’antica Roma è difficile identificare un fenomeno che possa corrispondere al
turismo medico per le stesse ragioni proprie della popolazione dalla quale ha
ereditato un imponente bagaglio culturale in molteplici campi scientifici.
37
3.3 TERMALISMO: TALASSOTERAPIA, IDROTERAPIA E
CRENOTERAPIA
La connessione esistente fra acqua e vita è sempre stata presente nella vita
dell’uomo, non solamente in quanto necessaria per il sostentamento dell’organismo,
ma anche sotto l’aspetto culturale, salutare e storico per la civiltà umana. Essa ha
rivestito e riveste tuttora un ambito fondamentale per una vita sana ma non solo, è
anche simbolo di vita e possiede una forte connotazione culturale per tutti i popoli
del globo. Ad oggi, per meglio determinare l’influenza che l’acqua ha rappresentato
per la salute e la cultura umana, è necessario ripercorrere le tracce che questo
elemento ha lasciato nel corso della storia umana attraverso i secoli.
I primi bagni sulfurei, cavità naturalmente presenti in natura, risalgono all’epoca pre-
villanoviana, passando poi per la civiltà egizia, fenicia greca, etrusca e romana. E’
proprio durante il lungo dominio quest’ultima che ai bagni termali viene associata
l’abilità innovativa e creativa dell’uomo e vengono creati complesse strutture
architettoniche che presero così in antichità il nome di thermae, in latino.
La definizione ufficiale di Termalismo, in Italia, risale al 28 settembre 1919 ed è
quella facente riferimento ad un Regio Decreto secondo il quale, sotto questo nome
si intende l’attività svolta presso gli stabilimenti termali nelle quali, in funzione di
finalità igieniche e/o terapeutiche, si pratica la pozione di acque minerali o l’utilizzo
di fanghi artificiali o naturali, muffe o limi, si sfruttano particolari cavità rocciose
38
dotate di particolari condizioni di umidità e temperatura. Ci si riferisce dunque a
delle vere e proprie risorse naturali la cui valorizzazione è sovente seguita dalla
ricerca di nuove falde acquifere, alla loro captazione e conseguente opera di
adduzione, canalizzazione e sollevamento meccanico. La costruzione di stabilimenti
termali non manca quasi mai di una notevole complessità strutturale e architettonica,
dotata di locali ed apparecchiature necessarie per il perseguimento di trattamenti di
cura e prestazioni paratermali quali: fisiochinesiterapia, pneumoterapia e
talassoterapia. Quest’ultima, il cui nome greco deriva da cura (terapia) e mare
(thalassa), affonda le proprie radici in periodi molto remoti della storia antica, infatti
i primi a trarre benefici da questa procedura furono le antiche popolazioni del
mediterraneo alle quali erano ben note le proprietà curative derivanti dal mare e da
ciò che questa risorsa ha da offrire: alghe, sabbia, sole. La parola talassoterapia viene
coniata nel 1870 e appare per la prima volta all’interno di uno scritto appartenente al
medico francese Bonnardière d’Arcachon sebbene nel 1750, il medico inglese
Richard Russell pubblicò alcuni scritti che promuovevano la necessità di costruire
centri curativi che utilizzassero acque marine per la cura di patologie quali: la
tubercolosi e del rachitismo in paesi come l’Italia, il Belgio, la Francia e l’Inghilterra.
Condizione necessaria all’implementazione funzionale di uno stabilimento termale è
indiscutibilmente la necessaria presenza di acque minerali calde o fredde, anche se il
successo di un’attività di leisure costituita dai bagni termali dipende pesantemente da
condizioni quali: motivazione medica, il tenore di vita della popolazione e la
legislazione locale.
E’quasi impossibile parlare di termalismo senza accennare al suo diretto precursore:
la talassoterapia, che prevedeva abluzioni esclusivamente in acqua marina, cosa
39
ancor più difficile è parlare di termalismo senza menzionare l’Idroterapia,
procedura ad esso ben più vicina. Con il termine idroterapia si intende quella terapia
specifica all’interno della medicina alternativa che vede l’acqua come elemento
principale per giungere alla guarigione. In questo caso si fa riferimento alle proprietà
delle acque termali, in quanto l’idroterapia nel termalismo annovera una moltitudine
di trattamenti quali: Bagni, docce, fanghi, gargarismi, inalazioni ecc. E’ importante
sottolineare che elementi come: la posizione geografica, la tipologia di acqua termale
presente e la di tecnica idroterapica praticata dallo stabilimento in questione siano
fattori determinanti per riconoscere la branca di specializzazione dell’impianto
termale così da conformarlo all’esigenza personale.
L’acqua termale in genere viene prelevata direttamente dalla sorgente, dove è calda e
ricca di minerali, la sua composizione chimica può variare a seconda di alcuni
elementi presenti in essa, pertanto è possibile trovare differenti tipi di acque:
Acque acidule: (ricche di anidride carbonica - CO2), adatte per la cura
di disturbi connessi alla digestione, alla gastrite e al diabete.
Acque alcaline: Adatte in caso di affaticamento epatico, diabete,
disturbi reumatici, problemi relativi alla circolazione sanguigna, gastrite,
psoriasi, malattie che comportano infiammazione di tessuti, sono altresì
adatte alla cura di emorroidi e cefalee croniche.
Acque bicarbonate: (ricche di carbonato di sodio - Na2CO3) adatte
alla cura di soggetti affetti da acidità di stomaco o da disturbi
gastrointestinali, calcoli biliari o problemi della colecisti.
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Acque calciche: indicate per la gravidanza, nella menopausa e nella
prevenzione dall’osteoporosi.
Acque carboniche: (indicate per bagni e inalazioni) contro
ipertensione, cellulite e problemi di circolazione sanguigna.
Acque clorurate: (ricche di cloruro di sodio - NaCl) indicate a
persone affette da disturbi epatici, biliari e intestinali, controindicate in caso
di disturbi renali.
Acque ferruginose: (ricche di ferro - Fe e arsenico - As) indicate
nelle affezioni ginecologiche e nei soggetti con carenze di ferro, malattie
della pelle o della tiroide.
Acque magnesiche: Adatte alla prevenzione dell’arteriosclerosi e per
combattere la stitichezza.
Acque radioattive: (ricche di radon - Rn), adatte alla cura di problemi
ginecologici e malattie dolorose come infiammazioni articolari e/o nevralgie.
Acque solfate: adatte alla cura di affezioni delle vie respiratorie come
ad esempio: laringiti, faringiti, sinusiti.
Acque sulfuree: Queste sono le acque maggiormente studiate ed
utilizzate per problematiche relative all’apparato respiratorio, un’acqua si
definisce sulfurea quando contiene un quantitativo pari o superiore a 1 di
anidride solforosa (H2S) per litro. I benefici che derivano da sono molteplici:
Una delle attività più note delle acque solforose sono certamente quelle
mucolitiche, infatti la presenza di zolfo aiuta a ridurre la viscosità delle
secrezioni sia tramite la scissione dei ponti di solfuro che stimolando il
sistema nervoso parasimpatico. Le acque sulfuree, inoltre svolgono
41
un’attività eutrofica, ovvero: attivano il metabolismo cellulare e agiscono da
vasodilatatore che permette un maggiore afflusso di ossigeno e sostanze
nobili nei tessuti. Oltre all’azione muco-regolatrice ed eutrofica, le acque
sulfuree agiscono anche sui meccanismi di difesa, sono di fatti in grado di
permettere all’organismo di salvaguardarsi da agenti infiammatori endogeni e
da agenti pro-infiammatori esterni. Lo stimolo del sistema fagocitario
mononucleare induce alla reattività istogena ed umorale che comporta
un’azione antinfiammatoria. Le acque sulfuree possiedono anche un
antisettico diretto, in quanto i suoi effetti batteriostatici ed antimicotici
sortiscono un effetto riducente: di fatti, l’acido solfidrico tende a ossidarsi e a
formare solfati e zolfo, togliendo dunque ossigeno ai microrganismi. Alcuni
studi condotti presso l’università di Milano, nell’istituto di farmacologia
respiratoria ad opera del prof. Braga attestano che le acque sulfuree sono
dotate di proprietà antiossidanti, dato dalla rilevanza indiscutibile dal
momento che i danni da ossidazione, rappresentano i principali modi nei
quali il monossido di carbonio (fumo di sigaretta) e gli agenti atmosferici
provocano danni a livello respiratorio. I composti a base di zolfo presenti
nelle acque sulfuree vengono utilizzati e metabolizzati a livello cellulare
epatico, proteggendo il tessuto epatico da processi degenerativi grassi indotti
da tetracloruro di carbonio, mercurio, arsenico, fosforo e fenolo. Un'altra
peculiarità relativa alle acque sulfuree è rappresentata dal loro utilizzo per far
fronte a reumatismi o a patologie legate all’artrite, sotto questo di punto di
vista infatti, esse agiscono da potente antidolorifico naturale. E’ anche
42
dimostrato che chi è affetto da patologie simili presenta spesso e volentieri
livelli di zolfo decisamente inferiori rispetto alla media.
Lo zolfo presente nell’acqua può stimolare il tessuto epiteliale per la produzione di
collagene, aiutando dunque a migliorare l’elasticità della pelle e può rivelarsi un
ottimo deterrente contro le rughe.
CRENOTERAPIA
La parola crenoterapia deriva dal greco crené che significa sorgente. Con tale
termine L. Landouzy indicò l’insieme dei metodi terapeutici che implicavano
l’utilizzo delle acque minerali. Questo particolare trattamento prevede l’assunzione
delle acque termali come metodo curativo. La crenoterapia si divide in tre differenti
metodologie di cura: le inalazioni, le irrigazioni e le insufflazioni. Le inalazioni dei
vapori e dei gas termali derivanti dall’acqua sono note fin dall’antichità, questa
tipologia di cure si prefigge lo scopo di immettere nell’organismo tramite i condotti
aerodigestivi superiori (VADS), acque minerali e gas in esse disciolti in maniera da
essere inalati. La medicina nel corso dei secoli ha sviluppato attrezzature e
apparecchiature sempre più ottimali per l’assunzione dei composti volatili in
questione in modo da aumentarne l’efficacia e la facilità di inalazione, vi sono infatti
differenti modalità per usufruire dell’ erogazione della terapia termale inalatoria:
L’inalazione caldo-umida, la nebulizzazione o polverizzazione, l’humage o
inalazione di gas e la più nota, ovvero l’aerosol. Gli studi sulla Crenoterapia, durante
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al storia vengono affrontati anche per mezzo del metodo sperimentale, come
vedremo, instauratosi attorno all’inizio del VII secolo seppure già dal VI secolo, fino
al IX sia possibile riscontrare studi e testi medici che si riferiscano questo metodo
terapico come cura per una vasta gamma di patologie. Uno dei pionieri storici della
Crenoterapia può definirsi Bartolomeo Montagnana, medico veneto che insegnò
nell’università di Padova dal 1422 al 1441, autore di più di 400 consilia medici. A lui
si debbono studi in ambito chirurgico e anatomico nonché botanico. In campo
dermatologico, a seguito della pubblicazione del suo libro “De Balneis” (1497) è
considerato essere uno dei precursori della crenoterapia.
Recentemente l’ OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha classificato
l’idroterapia fra le strategie della medicina tradizionale, la classificazione è stata
compiuta a seguito dello Studio Hydroglobe, presentato due anni fa al Ministero
della Sanità italiano un progetto dalla FoRST (Fondazione Italiana per la Ricerca
Scientifica Termale, nata nel 2003) e Femtec (Un’associazione la cui data di
fondazione risale al 1937 e lavora a stretto contatto con l’OMS nel campo
dell’utilizzo delle risorse naturali per la terapia e la salute) che vede la l’OMS e
dell’ISMH (International Society of Medical Hydrology – Società Internazionale di
Idrologia Medica) in collaborazione al fine di stabilire e attuare strategie mediche
tradizionali al fine di sostenere l’idroterapia in campo medico, ma non solo, il
progetto si prefigge anche finalità obiettive e affrontare una serie di sfide visibili a
seguire. Per quanto riguarda le strategie dell’OMS in campo medico tradizionale nei
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periodi compresi fra 2002 e 2005 e fra 2014 e 2023 si annoverano quattro principali
finalità:9
Dare una definizione univoca dell’Idroterapia
Descrivere le metodologie dei trattamenti usati in idroterapia così
come i loro meccanismi d’azione
Fornire dati esatti circa l’utilizzo dei trattamenti idroterapici in alcuni
paesi
Esaminare lo status giuridico dell’idroterapia in alcuni paesi
Ricercare dati specifici disponibili sui trattamenti idroterapici
riguardanti l’efficacia, la sicurezza e il corretto uso delle stesse per poter
predisporre un quadro di riferimento globale per l’utilizzo dei trattamenti
idroterapici
Fornire all’Organizzazione Mondiale per la Sanità un’indagine di
monitoraggio e i dati relativi allo status giuridico per la valutazione del
quadro di riferimento in cui vengono utilizzati i trattamenti idroterapici.
Una parte essenziale dello studio è stato condotto tramite interviste e indagini svolte
su approssimativamente 2700 strutture termali in più di dieci nazioni che hanno in
comune una lunga tradizione o hanno avuto un forte sviluppo nel settore termale, fra
i paesi coinvolti è possibile elencare: la Russia (con 1300 stabilimenti), Italia (400),
Cina (300), Francia (250), Romania (130), Ungheria e Polonia (120), Tunisia (70),
Portogallo (50), Cuba (30).
9 Progetto congiunto FEMTEC – FoRST in collaborazione con ISMH con il supporto tecnico
dell’OMS, Hydroglobe Definizione di un quadro di riferimento complessivo mondiale per
l’idroterapia, 2014.
45
4. CENNI STORICI SULLA MEDICINA EUROPEA IN
RELAZIONE AL TURISMO MEDICO
4.1 MEDICINA NEL RINASCIMENTO EUROPEO
Nei contesti urbani delle città europee del XV secolo, la medicina intesa come
scienza medica non era costituita da un unico corpus di conoscenze settoriali, bensì
era parte di un articolato modello sociale impostato sull’affronto e sulla risoluzione
della malattia. Molteplici testimonianze attestano che l’uso e il ricorso di medici
professionisti nel corso del rinascimento era estremamente diffuso e che quindi
queste figure godevano di una certa fiducia da parte della società. I medici tuttavia
non erano l’unica opzione a chi necessitava di interventi necessari al ripristino o a un
miglioramento della propria salute, la società rinascimentale europea infatti non era
solita servirsi unicamente i medici per far fronte alle proprie malattie siano esse a
carattere acuto, epidemico o cronico. Fra i mezzi alternativi utilizzati durante questo
periodo in Europa per porre rimedio alle proprie condizioni di salute precarie si
possono annoverare: la preghiera, tecniche di guarigione auto-impartite e spesso e
volentieri l’assistenza da parte di parenti e amici. C’è anche da sottolineare quanto il
concetto di medico presentasse una vasta gamma di sfaccettature e che problemi di
salute anche banali potessero essere sottoposti a figure quali: fattucchieri, erboristi,
speziali, astrologi, alchimisti, ciarlatani, farmacisti e consiglieri religiosi pronti ad
elargire consigli e rimedi gran parte delle volte inefficaci o parzialmente efficaci.
Coloro che invece necessitavano di una consulenza medica professionale, avevano
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anche la possibilità di rivolgersi a medici che avevano frequentato e svolto studi
presso università o come anche a persone che non avevano qualifiche ben precise se
non l’apprendimento da autodidatta di tecniche mediche più o meno efficaci (i
cosiddetti barbieri); la professione di medico, infatti, non era regolata da un ente ben
preciso e questo consentiva a una moltitudine imprecisata di persone di intraprendere
la carriera ed esercitare liberamente la professione. Il rinascimento è anche il periodo
storico nel quale la pratica del termalismo torna ad essere attiva e conosciuta,
stabilimenti termali che nel corso del medioevo erano stati dimenticati o finiti in
disuso tornano a funzionare, attraendo una grande quantità di persone consce delle
proprietà terapeutiche possedute dalle acque termali. Uno degli esempi più noti è
quello di Bath, in Inghilterra, che attraeva un gran numero di viaggiatori intenti a
beneficiare delle acque termali. Il XVI secolo non accenna ancora a presentare un
fenomeno asociabile turismo medico o turismo sanitario, in quanto la
sovrabbondanza di persone atte ad esercitare l’attività di medico o guaritore era
disponibile in gran numero e come durante l’alto medioevo, anche a causa della forte
presenza spirituale esercitata dalla chiesa cristiana, il medico era solito fare visita al
degente presso la propria abitazione, fatta eccezione per soggetti contagiati da morbi
ed epidemie che erano spesso rinchiusi all’interno di lazzaretti.
Nel XVI e XVI secolo, la medicina rivestiva ufficialmente una branca del sapere
umano e costituiva il conseguimento nonché l’apice delle tecniche mediche derivanti
da Ippocrate e Galeno, formatesi precedentemente durante il corso dell’alto
medioevo in Europa. Le innovazioni più importanti in campo scientifico e quindi
anche in campo medico, possono collocarsi in gran numero nel corso del XVI secolo,
periodo attraverso il quale le correnti di pensiero umaniste e filosofiche, la scoperta
47
del continente americano oltre l’oceano Atlantico e anche in particolar modo la
diffusione della stampa hanno apportato un considerevole impulso sulla medicina e
su diversi settori della cultura scientifica. Nonostante l’Europa abbia goduto di
elementi importanti per lo studio e lo sviluppo della scienza medica quali: la
posizione geografica, l’accessibilità delle informazioni, la religione, gli atteggiamenti
di pazienti e professionisti e le esigenze di mercato, il continente è stato a più riprese
luogo di proliferazione di morbi epidemici e pestilenze ricorrenti come: la peste
pandemica avvenuta a metà del trecento e la peste bubbonica che afflisse l’Europa
dal 1347 al 1353. E’ anche possibile trovare testimonianze scritte della comparsa di
morbi pestilenziali in celeberrimi testi letterari del nostro paese quale “I Promessi
Sposi” (1827) ad opera di Alessandro Manzoni (1785 - 1873) in riferimento alla
terribile epidemia che si scatenò a Milano tra il 1630 e 1631. Altre epidemie
afflissero enormemente svariati paesi del continente e le maggiori capitali europee,
referti storici infatti attestano la comparsa di gravi episodi di peste in Inghilterra nel
1665, a Vienna nel 1679, nel 1720 in Francia fino a raggiungere la Russia nel 1889 e
affliggere agli inizi del ventesimo secolo anche il continente Asiatico. Per quanto
riguarda la storia dell’Italia si registrano molteplici episodi relativi alla comparsa di
morbi pestilenziali fin dalla metà del XIV nel quale il più grave caso di peste che
colpì il continente europeo, Italia compresa, causò la morte di approssimativamente
un terzo della popolazione continentale contagiando ogni paese del mediterraneo per
poi spingersi oltre verso l’Asia occidentale nel giro di pochi anni. Complice della
diffusione della peste e malattie di origine batterica e a carattere infettivo è senz’altro
la mancanza di sensibilizzazione all’igiene che i popoli europei, per un insieme di
fattori quali: lo stile di vita dell’epoca, il considerevole tasso di povertà del ceto
48
medio, l’elevato numero demografico nei centri urbani e la mancanza d’informazione
non avvenne mai prima della fine del XIX secolo. L’ultimo episodio di peste in
Europa si registra a Marsiglia nel 1920, da allora la peste in Europa può considerarsi
definitivamente debellata nonostante rimangano in Asia alcuni focolai endemici in
particolar modo nei paesi più poveri e più soggetti al sovraffollamento dei centri
urbani e alla carenza di igiene. Durante l’era rinascimentale, in conseguenza della
comparsa di seri casi epidemici sul suolo europeo non si può dunque accennare a
fenomeni sociali che possano definirsi precursori o antenati del turismo sanitario, in
quanto l’ampio raggio di diffusione delle pestilenze rendeva vana la possibilità di
prendere in considerazione l’idea di intraprendere viaggi per sfruttare le innovazioni
scientifiche in campo medico di un’altra nazione per curare la malattia.
Secondariamente alla peste, in Europa è necessario menzionare un altro morbo a
carattere infettivo dall’origine tutt’oggi sconosciuta, che causò la morte di più di
venti milioni di individui: si tratta della Sifilide, denominata allora come Mal
Franzoso o Mal Francese, un’ infezione che per lungo tempo la storiografia europea
ha ritenuto provenire dall’America, continente scoperto da poco e portato
oltreoceano dai marinai di Cristoforo Colombo. La prima epidemia di Sifilide
registrata ha luogo nel 1495 a Napoli a seguito della salita al trono del re Carlo VII, il
cui esercito era composto prettamente di guasconi, svizzeri e soldati di ventura, fu
durante la battaglia di Ferronovo che i sintomi di questa malattia, originariamente
nota col nome di Mal Francese vennero riportati i uno scritto “Physici Historiae
Corporis Humani” ad opera di Alessandro Benedetti:
« Al momento in cui pubblico la mia opera, tramite contatto venereo è giunta a noi
dall’Occidente una malattia nuova, o quantomeno sconosciuta ai medici che ci
49
hanno preceduto, il mal francese. Tutto il corpo acquista un aspetto così ripugnante,
e le sofferenze sono così atroci, soprattutto la notte, che questa malattia sorpassa in
orrore la lebbra, generalmente incurabile, o l’elefantiasi, e la vita è in pericolo ».10
Tuttavia uno studio svoltosi nel 2011 ha contestato questa credenza storiografica in
virtù di studi condotti a seguito di scavi archeologici siti presso il monastero
Agostiniano di Kingston-upon-Hull nella parte nord orientale d’Inghilterra presso i
quali si attesta il ritrovamento di resti umani risalenti al 1340 il cui decesso è da
attribuirsi alla terza e ultima fase della Sifilide. Inoltre, analisi mediche risalenti agli
anni settanta hanno rilevato tracce di un tipo di sifilide su alcuni resti ossei
appartenenti a indigeni precolombiani dell’ Argentina, Perù, Messico, Guatemala,
delle Antille e di alcuni degli Stati Uniti meridionali.
Abito da medico della peste in una stampa del 1656.
Nonostante la comparsa di morbi a carattere infettivo, XV secolo segna la rinascita
della medicina moderna alimentata dall’impulso costituito dalla libertà di pensiero
10
Alessandro Benedetti, Physici Historiae Corporis Humani, 1497
50
individuale e dal metodo sperimentale, questo secolo inoltre può definirsi di
sostanziale importanza in campo medico per quanto riguarda gli studi di anatomia.
Gli autori di testi anatomici che contribuirono attivamente alla ricerca in questo
periodo comprendono: Leonardo, Mantegna, Durer e Michelangelo anche se il
merito vero e proprio che caratterizzò un importante svolta nel settore della medicina
di questo secolo è da attribuirsi a figure di medici storici quali: Arcangelo
Piccolomini, Cesare Arnazio, Andrea Vesalio, Gabriele Falloppio, Costanzo Varolio,
Bartolomeo Eustachio, Andrea Cisalpino e Filippo Ingrassia. Non a caso eponimi del
linguaggio settoriale medico derivanti dai nomi di questi essenziali personaggi come
ad esempio: “Tube di Falloppio” sono tutt’oggi adoperati attivamente in campo
medico per indicare parti di apparati dell’organismo umano, malattie e strumenti
chirurgici.
Come abbiamo precedentemente accennato, il XV secolo fu un periodo di grande
innovazione per la scienza medica sotto diversi aspetti, dallo studio dell’anatomia,
alla chirurgia fino al campo nutrizionale, è di fatti in questo periodo che viene
pubblicato da Marsilio Ficino (1433 - 1499), traduttore pensatore e filosofo, il “Libro
Primo”nel quale vi erano non solamente consigli relativi alla preservazione della
salute in base all’alimentazione, ma anche suggerimenti in merito alla prevenzione di
catarro, mal di testa e degli occhi ed altro ancora. Nella sua opera (cap. XII) Marsilio
Ficino infatti indica di mangiare almeno due volte al giorno sebbene in piccola
quantità, preferendo cibi secchi e asciutti, evitare quelli molli, umidi troppo caldi o
troppo freddi e di aggiungere noce moscata alle bevande al fine di prevenire nausee o
indigestioni. Fra i cibi più graditi allo stomaco l’autore annovera: salvia, cicoria,
corallo, rosa, erbe aromatiche e menta, facendo anche rifermento alla pratica
51
dell’esercizio fisico per mantenere lo stomaco in una condizione di salute. Nella
medesima opera (cap. VII) vengono suggeriti alcuni metodi di prevenzione
concernenti come abbiamo indicato poco fa l’accumulo di catarro tramite l’esercizio
fisico, l’igiene corporea fattispecie per la testa e il mantenimento del corpo in un
luogo non umido o esposto alla bassa temperatura durante le ore di sonno.
4.2 MEDICINA IN EUROPA TRA XVII E XVIII SECOLO
Nel corso della prima metà del diciassettesimo secolo l’Europa viene segnata da
rilevanti eventi sociopolitici come: la guerra dei trent’anni (1618-1648) iniziata a
causa di contrasti religiosi fra cattolici e protestanti, la nascita dell’assolutismo
monarchico in Francia e della monarchia parlamentare e costituzionale in Inghilterra.
La ricerca scientifica, nonostante la controriforma generata dalla chiesa romana al
fine di screditare la rivoluzione religiosa sorta in Germania e guidata da Martin
Lutero, vedeva personaggi come Giordano Bruno e lo scienziato Galileo Galilei
come pensatori eretici, ma non subì un arresto radicale bensì comportò a suo modo
una serie di importanti innovazioni e svolte nel campo medico. All’inizio del XVII
secolo, il concetto di scienza medica non differiva in modo sostanziale da quello
introdotto da Galeno nel II secolo, che impostò il proprio modello di diagnosi su un
piano anatomo-filosofico a carattere essenzialmente astratto e distante dall’analisi
delle sintomatologie reali. Col passare del tempo, questo tipo di modello venne
progressivamente rimpiazzato da una fisiologia più reale e razionale che venne
acquisita a seguito dell’impegno delle università europee in studi anatomici e
dissezioni. Gradualmente quindi, il metodo scientifico-sperimentale venne acquisito
anche dalla scienza medica, che si contrapponevano ai concetti precedentemente
52
impiegati per quanto riguarda le modalità di diagnosi in uso. E’ da specificare che
quasi ogni progresso in campo scientifico avvenuto a seguito della fine del XVI
secolo è stato in molti casi cercato di reprimere a causa della controriforma e
successivamente dall’inquisizione (XVII secolo) tramite la censura che in alcuni casi
è riuscita a sequestrare e annientare molte delle opere scientifiche elaborate e scritte
in questo periodo, la controriforma infatti prevedeva che:
“La sorveglianza di censura e Inquisizione sulla scienza, al tempo segnato dal caso
Galilei, è tema fra i più caratteristici nella storia del pensiero scientifico in Italia.
Riferito alla tesi che la Controriforma abbia non solo impedito nella penisola la
riforma religiosa, ma anche ostacolato un’adesione alla modernità filosofica e
scientifica comparabile a quella che, secondo alcune correnti culturali e
storiografiche, la Riforma protestante avrebbe altrove favorito, il tema costituisce
una delle articolazioni del discorso sull’identità italiana.
“L’‘oscurantismo’ e l’‘arretratezza’ in Italia, luoghi comuni della polemica prima
protestante e poi illuministica, diventarono in alcune filosofie della storia di età
romantica categoriale inadeguatezza alla modernità dei Paesi meridionali e
cattolici. ”11
Nonostante il triste caso di censura ai danni di Galilei (1564 - 1642), l’operato di
questa essenziale figura storica segna l’introduzione del metodo scientifico-
sperimentale, che avviene tramite l’osservazione di un determinato fenomeno e lo
svolgimento di un esperimento al fine di dimostrarlo. Questo contribuì
drasticamente a impostare la scienza e quindi anche la medicina su un piano
11
Enciclopedia Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/inquisizione-e-scienza-nell-italia-della-
controriforma-censura_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Scienze)/
53
prettamente più razionale e volto allo studio metodico più che al ricorso a preconcetti
di stampo spirituale. Lo sfavorevole periodo storico nei confronti delle innovazioni
scientifica, in ogni caso non bastò a scoraggiare o arrestare un gran numero di
progressi tecnici in campo farmaceutico, chirurgico e ospedaliero: una svolta
nell’attività curativa, si iniziò a delineare già a partire dal secolo XVI, per poi
affermarsi nel secolo successivo quando, finanziate dalle comunità iniziarono a
venire eretti i primi ospedali moderni in sostituzione delle vecchie strutture
ospedaliere medievali di cui abbiamo parlato in precedenza (Hospitalis) carenti in
fatto di strumentazione, metodologia terapica e innovazioni risalenti all’epoca
recente. Sebbene l’epoca barocca sia caratterizzata dall’aspetto frenante
dell’inquisizione contrapposto alla spinta scientifica incrementata dalla repressione,
non passarono inosservate pratiche che possiamo classificare come un triste simbolo
di questo propizio periodo storico per la scienza, erano infatti ritenuti efficaci metodi
di guarigione come: vomiti, salassi e purganti. Tali tecniche erano spesso e volentieri
reiterate e abusate su pazienti i cui casi presentavano patologie sulle quali era incerto
il modo con il quale intervenire correttamente, in alcuni casi infatti queste pratiche
prive di validità terapeutica venivano perseguite in modo sostenuto fino alla
comparsa di presunti segnali di miglioramento da parte del degente o nella maggior
parte dei casi, della morte dello stesso. Per quanto riguarda la chirurgia, essa
rivestiva un ruolo secondario alla medicina e come nel medioevo essa era esercitata
dai barbieri. Contrariamente ai medici, che avevano ricevuto insegnamenti lunghi e
complessi presso le università e godevano pertanto di un prestigio non indifferente, i
barbieri non vantavano una preparazione specialistica né talvolta una formazione
culturale, basti pensare che alcuni di essi potevano essere analfabeti e la loro
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formazione professionale avveniva unicamente tramite apprendistato presso le
botteghe di altri barbieri più esperti. Queste figure esercitavano la loro professione
porta a porta o girovagando, portandosi dietro nei loro spostamenti tutto l’occorrente
per poter operare, va da sé che spesso e volentieri le attrezzature che questi individui
usavano per svolgere operazioni più varie: dall’assestamento dei ossa fratturate, a
interventi chirurgici di varia natura, non venivano sterilizzate oppure venivano
parzialmente sterilizzate tramite l’impiego di fuoco o aceto. La chirurgia iniziò ad
essere considerata una disciplina universitaria solo dopo un preciso evento, avvenuto
in Francia alla corte di Luigi XIV: il re sole infatti seguiva con interesse le scoperte
in campo scientifico ad opera degli scienziati europei e teneva in ottima
considerazione di chirurghi. Nel novembre 1686 a Versailles, il re sole dovette
sottoporsi infatti a un’operazione per la rimozione di una fistola anale (emorroidi),
l’operazione venne condotta dal chirurgo Felix De Tassy, che contrariamente a
quanto consigliato dai medici dell’équipe incaricata di salvaguardare la salute del re
si dimostrarono restii a riconoscere la potenziale efficacia rappresentata dall’utilizzo
di tecniche di rimozione tramite asportazione, decise di incidere la fistola tramite uno
strumento che ancora oggi ha il nome di “bisturi reale”. L’operazione riuscì alla
perfezione e dopo un breve periodo di riabilitazione successiva all’intervento il re
decretò la chirurgia come branca della medicina a tutti gli effetti, decisione che
progressivamente iniziò ad essere presa in tutta Europa dalle università, spingendo la
professione di barbiere sempre più in direzione di un mestiere non esercitabile senza
le dovute e quanto mai necessarie qualifiche. La chirurgia venne dunque ristretta ad
un esiguo numero di specialisti provenienti da studi e formazioni accademiche, anche
se l’implementazione di questa riforma fu perseguita solamente da Luigi XV, che nel
55
1731 istituì l’accademia Reale dei Chirurghi. Per quanto concerne le innovazioni in
campo farmaceutico che fino al XVII secolo erano legate indissolubilmente ai
preconcetti ideologici di epoca medievale, dopo l’inizio del ‘600 iniziò a farsi strada
un nuovo modello di pensiero e di osservazione per quanto riguarda la farmacologia.
E’ a studiosi italiani ai quali si devono molti degli studi in ambito farmaceutico
dell’epoca barocca, fra questi si annoverano: Vallisneri, Borelli e Redi che
eseguirono alcuni fra i primi studi sull’azione dei farmaci. Alcune sostanze naturali
vennero introdotte in campo farmaceutico per mezzo di trattati importati dal nuovo
continente che si dimostrò ricco di prodotti organici ignoti alle popolazioni della
“vecchia” Europa. Fra queste sostanze possiamo elencare: La corteccia dell’albero di
china (introdotta nel 1642), una droga di proprietà antimalariche, digestive,
antidolorifiche, regolatrici del ritmo cardiaco e antifebbrili che venne particolarmente
adoperata in Spagna dove guadagnò una popolarità immensa tanto da venire
distribuita dai sovrani ai poveri gratuitamente, l’ampio uso che ne fu fatto le fece
prendere notorietà anche come “droga dei poveri” in quanto se assunta con poco
vino è in grado di apportare modifiche di vario genere allo status fisico e psichico di
chi la assume. Un altro peculiare medicamento di cui si ha notizia e che era
largamente impiegato in età barocca, in particolare da ciarlatani e presunti curatori
itineranti, consiste nell’antimonio. L’antimonio è un semimetallo trovabile in natura
sotto quattro forme diverse più o meno stabili, al giorno d’oggi viene impiegato
come materiale ignifugo e per la produzione di vernici, smalti, ceramiche, gomme e
un’ampia gamma di leghe metalliche. In età barocca l’antimonio era utilizzato come
emetico-purgativo in quanto veniva utilizzato per la realizzazione di recipienti nei
quali tenere cibo e soprattutto bevande per il lasso di tempo necessario alla
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formazione per reazione di tartaro emetico. Spesso e volentieri l’assunzione di un
quantitativo troppo elevato di tartaro emetico da parte di un paziente con una
costituzione troppo bassa per sopportarne gli effetti, era causa di decesso. Ampio uso
era dato anche a farmaci antipestilenziali a base di aloe, mirra e zafferano oppure in
composti con presenza di oppiacei, spesso e volentieri utilizzati contro insonnia o
dolori di vario genere, fra questi spicca per diffusione l’Orvietano, un antidoto
inventato da Girolamo d’Orvieto e reclamizzato da un gran numero di ciarlatani e
saltimbanchi. L’orvietano conteneva una moltitudine di spezie e parti di vegetali
come: rosmarino, radice di scorzonera, imperatoria, angelica, dittamo bianco, bacche
di lauro e ginepro, cannella, garofani e quant’altro. Nonostante i numerosi studi ed
esperimenti, talvolta dall’esito infausto iniziarono ad avere luogo in campo
farmaceutico durante il barocco anche se ci vorrà ancora molto tempo affinché il
progresso scientifico riesca a creare prodotti farmaceutici affidabili. Per quanto
riguarda la medicina, si registrano un gran numero di scoperte soprattutto verso gli
ultimi anni del ‘600 e in tutto il secolo successivo. Grazie al microscopio, inventato
nel 1624 da Galileo Galilei e perfezionato nel corso del secolo, Marcello Malpighi
(1628 - 1694) nel 1661 descrisse nella sua opera “De pulmonibus observationes
anatomicae” la funzione dell’apparato respiratorio, la struttura ad alveoli e il
meccanismo attraverso il quale il sangue si ossigena all’interno del tessuto
polmonare. Nel 1658, sempre grazie all’utilizzo del microscopio l’olandese Jan
Wammerdam (1637 - 1680) constatò la presenza di globuli rossi nel tessuto ematico
osservando un campione, nonostante la scoperta affatto indifferente, il naturalista
olandese non fu in grado di definire i funzionamento dei corpuscoli. Nel 1660
William Harwey, esaminando il sistema respiratorio studiò la funzione dei vasi
57
sanguigni maggiori come vene e arterie che trasportano sangue dal cuore ai polmoni
e dai polmoni al cuore, ma dopo aver raccolto le sue teorie nel suo libro “De Motu
Corde et Sanguines” venne perseguitato e costretto a fuggire senza riuscire ad
elaborare un modello di come il sangue venisse trasportato in tutto il corpo. I
capillari vennero in seguito scoperti da Marcello Malpighi, che per non rischiare la
stessa sorte di Harwey, analizzò i vasi sanguigni di un pipistrello e scoprì l’esistenza
dei capillari. Nel 1728, il medico dentista francese Pierre Fauchard scrisse il trattato:
“Le Chirurgien Dentiste” nel quale descriveva la tecnica per curare la carie
asportando al parte marcia del dente illustrando l’uso delle protesi e delle otturazioni.
Il medico inglese James Lind (1716 - 1794) esaminò quella che al tempo era nota
come “malattia dei naviganti” e che nonostante il suo nome che ci spinge a
immaginare le sue ovvie origini, veniva contratta anche da soldati durante le
campagne belliche, cittadini residenti in città sotto assedio o in momenti di intensa
carestia, nelle prigioni e anche come prevedibile sulla navi, tutti contesti in cui
venivano prescelti cibi a lunghi conservazione. In situazioni invece dove non vi era
una carenza di frutta e verdura, la suddetta patologia non si manifestava mai.
4.3 MEDICINA DAL XVIII SECOLO AL DOPOGUERRA
In Europa il XIX secolo ha rappresentato un periodo storico ricco di sostanziali
cambiamenti sociali, economici e tecnologici in gran parte generati dalla rivoluzione
industriale. L’affermazione del liberalismo e dell’impulso tecnico scientifico e il
conseguente impiego delle innovazioni scientifiche nel settore industriale
apportarono profondi mutamenti per quanto riguarda il quadro organizzativo del
58
lavoro e degli apparati commerciali. Con il consolidarsi della figura della macchina e
la graduale nascita del concetti di catena di montaggio il concetto di lavoro iniziò a
non essere più inteso come frutto esclusivo della manodopera e dell’impegno
dell’uomo, il processo di creazione di un bene materiale veniva attribuito ai mezzi.
Con l’affermarsi della macchina non tardò a comparire la figura del capitalista,
diretto organizzatore del processo produttivo e responsabile dell’assunzione di una
squadra di operai che durante il XIX fino agli inizi del XX secolo iniziarono a
spostarsi dalle zone rurali per avvicinarsi alla città alla ricerca di una condizione di
vita più ottimale. Si tratta di un fenomeno di massa che condizionò in maniera
importante la vita quotidiana delle persone delle città europee ormai dirette verso la
strada dell’industrializzazione. La grande migrazione delle masse dalle zone esterne
alla città generò un processo di urbanizzazione: fabbriche, officine, case popolari e
mezzi di trasporto iniziarono ad essere figure preponderanti all’interno della società e
iniziarono a venire edificati sempre in numero maggiore al fine di soddisfare i
bisogni generati dalla stessa urbanizzazione. Può esserci d’aiuto ricordare che ai
tempo della rivoluzione francese, la società europea aveva una conformazione
prettamente rurale e le città non erano così affollate come potremmo immaginare
oggi. La nascita e la crescita di una vera e propria cultura di massa cambiò
gradualmente modelli di vita preesistenti, apportando cambiamenti in vari ambiti
della vita sociale, dalla politica ai rapporti interpersonali o familiari. La famiglia
infatti, non poté non integrarsi col sistema capitalistico e passò dunque da una
situazione di autosufficienza propria del modello di nucleo familiare della vita rurale
a un modello subordinato al lavoro dei membri della famiglia appartenenti alla classe
operaia. Il processo di urbanizzazione, come prevedibile non costituì unicamente
59
benefici, le migrazioni di massa verso i centri urbani in costante trasformazione
lasciò le aree rurali impoverite dalla manodopera e questo squilibrio sociale generò la
cosiddetta crisi agraria che iniziò a verificarsi negli ultimi anni dell’800. La crisi
agraria comportò conseguenze importanti sulla società europea, sia dal punto di vista
economico che dal punto di vista della salute. Sul piano economico la produzione
europea di derrate alimentari subì una pesante flessione che, grazie alle innovazioni
tecnologiche nel campo dei trasporti come la nave a vapore e l’espansione delle reti
ferroviarie vide comparire prodotti concorrenziali di provenienza russa, americana o
asiatica sul mercato occidentale. Ne conseguì un crollo radicale dei prezzi necessari
al sostenimento dell’agricoltura che provocò una tendenza recessiva che afflisse tutti
i paesi europei. Sul piano della salute l’urbanizzazione fece sì che attorno alle
fabbriche sorgessero quartieri popolati quasi esclusivamente da famiglie operaie
presso i quali le condizioni igieniche erano piuttosto precarie trattandosi di persone
semplici e di provenienza rurale, questo comportò la comparsa di malattie a carattere
epidemico come la tubercolosi, il tifo e il vaiolo. Nonostante i morbi citati e il fatto
ormai appurato che il XIX secolo rappresenti un periodo di rapida e artificiosa
transizione sociale e tecnologica, si registra una diminuzione della mortalità su suolo
europeo, Thomas McKeown (1912 - 1988), fisico e storico della medicina inglese
scrive in proposito:
“Il tasso di mortalità è sceso nei secoli XVII e XIX grazie all’aumento delle riserve
alimentari che ha comportato una migliore nutrizione”12
Nonostante la diminuzione del tasso di mortalità, potremo constatare il
miglioramento dell’igiene solamente a partire della seconda metà dell’ 800, mentre
12
Thomas Mc Keown, L’aumento della popolazione nell’era moderna, Feltrinelli, 1979, pag. 178
60
per quanto riguarda i miglioramenti relativi alle infrastrutture sanitarie il fenomeno
inizierà a manifestarsi a partire dai primi del ‘900; sarà infatti il consolidamento di
quest’ ultimo che comporterà una decrescita sostanziale del tasso di mortalità
assieme anche ad innovazioni scientifiche introdotte nel medesimo periodo come: il
vaccino. L’utilizzo di microscopi sempre più complessi infatti diede inizio a studi di
microbiologia sempre più accurati e meticolosi fino alla scoperta dell’origine di
molte malattie a carattere infettivo quali: rabbia, idrofobia, tubercolosi e grazie a
figure quali Robert Koch e Louis Pasteur affrontare il drammatico problema
costituito dalle febbri nosocomiali divenne possibile. Un importante calo della
mortalità infantile si registra per quanto riguarda la scoperta dei vaccini contro il
vaiolo e la rabbia; c’è da specificare che essendo gli operai salariati non tutelati da
alcun tipo di ente, il loro reddito era estremamente basso e per far fronte al problema
le famiglie erano solite fare molti figli che, a causa delle condizioni di vita povere e
della mancanza dell’igiene spesso e volentieri non riuscivano a raggiungere l’età
adulta. Nel corso del XVIII secolo c’è da constatare la rapida scomparsa della figura
del medico intesa come professionista individuale i cui successi o insuccessi
determinano le tappe di una proficua o disastrosa carriera. A partire da questo secolo,
le scoperte avvenute in campo medico vengono condotte collettivamente e la
strumentazione impiegata per l’analisi scientifica viaggia di pari passo con la
tecnologia. Va da sé che il numero delle ricerche, degli esperimenti, degli scienziati e
di conseguenza anche delle scoperte subì un aumento man mano che la scienza
progrediva, inoltre il miglioramento dei mezzi di comunicazione e dei mezzi di
trasporto aumentò così tanto l’accessibilità alle informazioni che la comunità medica
europea iniziò a sentire il bisogno di riunirsi periodicamente al fine di mantenere
61
chiaro un quadro generale della situazione. Si assiste dunque alla nascita dei
congressi, che tutt’oggi vengono svolti regolarmente. Fra le personalità più influenti
che caratterizzano le innovazioni in campo scientifico avvenute nel corso di questo
secolo possiamo annoverare: Louis Pasteur (1822 - 1895), che può considerarsi a
tutti gli effetti il padre della microbiologia, Joseph Lister (1827 - 1912) medico
britannico nativo di Edimburgo che inventò e promulgò un metodo per eliminare gli
agenti infettanti in ambito chirurgico (antisepsi). Questo procedimento di rivelò assai
più efficace della sterilizzazione preventiva (asepsi) precedentemente introdotta dal
chirurgo tedesco Ernst von Bergmann (1836 - 1907). Un altro importante esponente
della microbiologia, scienza del tutto nascente è il premio nobel 1905 Robert Koch
(1843 - 1910), autore dei rinomati “postulati di Koch” secondo i quali quando viene
scoperta una malattia a carattere infettivo l’agente patogeno va isolato e conservato
in vitro al fine di poter essere nuovamente messo a contatto con l’ospite e dunque
ritrasmettere la malattia. Nel 1882 scoprì il bacillo responsabile della tubercolosi
mentre nel 1884 scoprì il bacillo del colera descritto vent’anni prima da Filippo
Pacini. A Renè Theophile Laennec (1781-1826) si deve l’ invenzione dello
stetoscopio mentre a Manuel Garcia (1805-1906) il laringoscopio. Per quanto
riguarda invece le strutture ospedaliere, anch’esse immancabilmente subirono un
mutamento sostanziale: persero qualunque tipo di similitudine associabile all’ormai
obsoleto concetto di hospitales risalente al periodo pre-industriale, non venivano
infatti più accolti e curati vagabondi o poveri. Gli ospedali, mantenuti operativi
grazie ai fondi pubblici, erano destinati alla cura dei cittadini lavoratori e salariati o
che non potevano permettersi cure private e nonostante la diminuzione del tasso di
mortalità, iniziarono a venire affollati a causa del proporzionale aumento delle
62
popolazioni che prendeva dimora presso i centri urbani più industrializzati delle
maggiori città europee. Le persone appartenenti a classi più agiate prediligevano farsi
curare presso la propria dimora nonostante a partire dalla seconda metà del XIX
secolo iniziarono ad essere edificati in Europa e in America numerosi sistemi
ospedalieri sia pubblici che privati. Alla termine del XIX secolo la chirurgia aveva
fatto considerevoli progressi a seguito delle innovazioni riportate in precedenza,
eppure non era ancora possibile monitorare lo status fisico del paziente durante
l’operazione, un fattore fondamentale per la riuscita dell’intervento. L’invenzione
dell’apparecchio che aveva come scopo la monitorizzazione del paziente durante un
intervento fu inventato da Scipione Riva-Rocci (1863-1937), che nel 1896, tramite
l’utilizzo di oggetti di comune utilizzo costruì uno sfigmomanometro dalle modeste
dimensioni il cui funzionamento venne successivamente perfezionato dal russo
Nicolaj Sergievich Korotkov (1874-1920) che vi apportò modifiche in modo tale che
potesse ascoltare le pulsazioni cardiache del paziente. A cavallo fra i due secoli, in
particolare nel periodo precedente ai due conflitti mondiali, l’Europa e l’America col
contributo del capitalismo, iniziarono a costellarsi di centri di benessere, resort,
stabilimenti termali privatizzati il cui funzionamento fu ripristinato a partire dal
XVIII secolo, stazioni climatiche, centri di prevenzione e strutture medico-sanitarie
private site in aree geografiche caratteristiche e suggestive. Già nel 1843 il medico
polacco F. Bockovskis appurò che l’aria salina avesse proprietà curative e potesse
rivestire un ruolo d’importanza nel trattamento di malattie respiratorie, quindi aprì
una clinica in corrispondenza di una nota miniera di sale che iniziò ad attrarre
pazienti da tutto il paese e da parte del continente europeo. Nel periodo successivo
alle guerre e con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa e della
63
globalizzazione, queste imprese a tutti gli effetti inizieranno a diventare famose e a
costituire un mercato concorrenziale sempre più vasto e articolato. Sarà proprio col
terminare delle grandi guerre e della fine della grande depressione del 1929 che
iniziarono a farsi strada i concetti di wellness e fitness. Non si assisterà alla nascita di
grandi catene ospedaliere ai fini di lucro fino al tardo XX secolo, sarà proprio la
nascita di queste grandi organizzazioni a carattere aziendale che darà il via al
fenomeno di turismo medico con l’accezione che gli abbiamo dato inizialmente.
4.4 GLOBALIZZAZIONE: LA CHIAVE PER IL TURISMO MEDICO
Non è difficile, una volta aver associato l’efficienza di un mercato ampio e
apparentemente sconfinato come quello del turismo medico alla visibilità offertagli
dalla pubblicità, immaginare il ruolo dominante che la globalizzazione e internet
abbiano conferito a questo fenomeno. E’ anche prevedibile che in un contesto sociale
contemporaneo il consumatore o nel caso che stiamo affrontando il turista non si
limiti più ad accontentarsi dei servizi sanitari più a portata di mano e ambisca ad
alternative su scala globale e non è da biasimarsi, dopotutto gran parte di ciò che
usiamo o compriamo abitualmente è frutto del complesso fenomeno della
globalizzazione, a partire dagli elettrodomestici di uso più comune che vengono
progettati in un paese e prodotti in un altro al fine di contenere le spese. All’inizio del
millennio il turismo medico, contrariamente a quello sanitario, non godeva di ampio
spazio nel mondo del mercato turistico e costituiva un’ area a parte dell’ health
business o un’attrattiva principalmente di nicchia. Oggi è necessario sottolineare
come il turismo medico rappresenti una peculiare opportunità di risparmio
64
economico per i consumatori e al contempo una risorsa d’eccezionale interesse per
quei sistemi sanitari in grado di coglierne la possibilità di profitto. Trattandosi di un
fenomeno estremamente recente quanto esteso a più continenti del globo è difficile
avere dati di partenza concordanti per cercare di ipotizzare se possa trattarsi della
nuova frontiera dell’industria sanitaria oppure se sia un fenomeno destinato a
scemare dopo un determinato periodo di tempo, fra i dati emergenti riportiamo qui di
seguito quelli presenti nel rapporto di McKinsey, secondo il quale il mercato globale
contava fra i 60'000 e gli 85'000 ricoverati all’anno e quest’affermazione acquistava
la propria valenza unicamente in conseguenza della classificazione di Medical
Tourist:
“people whose primary and explicit purpose in traveling is medical treatment in a
foreign country”13
In tale stima non compaiono ad ogni modo pazienti sottoposti a trattamenti secondo
il modello di day hospital o day surgery. Lo studio McKinsey in ogni caso tende a
trasmettere la sensazione che la tipologia di trattamento chirurgico ottenuto sia
direttamente proporzionale al suo costo, in ogni caso la politica di mercato prevista
dal Turismo Sanitario è in procinto di contraddire quest’impressione specie presso i
paesi dalle economie emergenti. Tali politiche infatti hanno visto rapidamente la
comparsa di servizi sanitari dalla qualità sempre crescente, l’impiego di personale
altamente specializzato nel settore turistico e alberghiero spesso e volentieri
proveniente da paesi dalle economie solide al fine di conferire alle attività un aspetto
sempre più professionale e affidabile, nonché il rilascio certificazioni che ne attestino
13
Tilman Ehrbeck, Ceani Guevara, Paul D. Mango, Mapping the market of Medical Travel, The
McKinsey Quarterly , Maggio 2008.
65
un determinato livello di prestigio nel settore. L’analisi McKinsey dona anche
grande importanza al fattore legato alla mobilità dei pazienti e ci permette di
esaminare il fenomeno legato alla possibilità di movimento alla luce di differenti
condizioni che vedono divisi i diversi tipi di pazienti in base a molteplici fattori:
Visitatori temporanei all’estero: Questa categoria comprende quegli
individui che soggiornano all’estero e che ricorrono ai servizi sanitari in caso
di emergenza, o in conseguenza di un incidente. Entro i confini europei
questa categoria di turisti viene tutelata grazie all’assicurazione sanitaria di
cui ogni cittadino europeo è munito (Tessera sanitaria). Questa categoria di
persone non rientra nel concetto relativo al turismo medico poiché il
trattamento clinico è conseguenza di un imprevisto avvenuto nel corso del
viaggio.
Residenti a lungo termine: E’ possibile constatare nel continente
europeo come un flusso sempre crescente di persone compia la scelta di
richiedere il pensionamento in nazioni differenti da quella d’origine, questi
residenti secondo la politica europea possono richiedere il finanziamento
destinato ai trattamenti medici al proprio paese di residenza, al proprio paese
di origine, alla propria assicurazione sanitaria privata, o scegliere di pagare
privatamente. Anche questa categoria di persone non rientra nel concetto
relativo al turismo medico.
Nazioni confinanti: C’è la possibilità che alcune nazioni limitrofe
collaborino nel pubblico finanziamento dei servizi sanitari oltre confine da
parte di fornitori in altri paesi.
66
Pazienti esternalizzati: In questa categoria rientrano quei pazienti che
optano di propria iniziativa per essere trasportati all’estero (di norma non
lontano dal paese d’origine) da agenzie operative in ambito sanitario tramite
accordi di acquisto di prestazioni mediche oltreconfine. Solitamente questo
tipo di accordi deriva è causato da procedure piuttosto lente dovute a lunghe
liste d’attesa e talvolta da una carenza di specialisti ed attrezzature
specialistiche nel proprio paese di origine.
Come abbiamo accennato, la nascita e lo sviluppo del fenomeno del Turismo Medico
in quanto recente ed estesa non possiede dati precisi sui quali basarsi e spesso e
volentieri in base agli studi condotti in aree del mondo sempre diverse è possibile
riscontrare notevoli differenze nelle cifre proposte dagli studiosi, tanto da non poter
fare altro che riportare dati approssimativi. Nel rapporto stilato dal Deloitte Center
for Health Solutions14
nel 2008, è infatti smentita l’analisi condotta di McKinsey con
lo scopo di quantificare il le cifre di mercato e un numero approssimativo seppur
accettabile di turisti che ogni anno partissero dal proprio paese con lo scopo di
ottenere trattamenti sanitari. Il rapporto a cura del Deloitte, stima infatti che il
numero di persone che nel 2007 ha intrapreso un viaggio volto all’ottenimento di un
trattamento medico sia di approssimativamente 750'000 persone. Nel rapporto
condotto da Ehrbeck et al. visibile nell’ Handbook on Medical Tourism and Patient
Mobility è riportato che il 10% dei consumatori di trattamenti medici all’estero è
rappresentato dagli americani15
, questo potrebbe condurci a pensare che il totale
14
Deloitte Center for Health Solutions, Medical Tourism: Update and Implications, 2009,
http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/Deloitte%20Report%2020091023.pdf 15
Neil Lunt, Daniel Horsfall, Johanna Hanefeld , Handbook on Medical Tourism and Patient
Mobility, 2015, pag.31
67
mondiale di turisti medici oscilli fra 30 e 50 milioni di persone all’anno. Come per le
stime riguardanti il flusso annuale di turisti anche il calcolo del fatturato annuale
dell’industria del turismo medico risulta approssimativa e difficile da calcolare con
esattezza, anche se alcuni pareri come quelli dell’analisi condotta dal Deloitte e in
quella operata da Marc Piazolo e Nurşen Albayrak Zanca16
si trovano concordanti
sull’approssimare la cifra in questione a 60 miliardi di dollari americani. Basandoci
quindi sui dati che abbiamo avuto modo di esaminare forniti dagli studi McKinsey e
dalla Deloitte, possiamo stabilire a grandi linee che, a livello globale, il flusso
annuale di consumatori di turismo medico sia compreso tra 60'000 e 50 milioni. La
rivista italiana Panorama per i giovani17
in un articolo del 2008 afferma che il
mercato mondiale nel campo delle prestazioni mediche ammonti al 9% del PIL
globale, vale a dire più di mille miliardi di dollari solamente nel mercato americano.
La rivista ha altresì previsto che il mercato relativo al turismo medico in India
avrebbe raggiunto entro il 2012 la quota di circa un miliardo di dollari mentre la
società irlandese Research and Market stimò che nel 2010 il numero di pazienti
intenti a migrare verso paesi più ricchi per ricevere cure mediche avrebbe toccato i
780 milioni spendendo una cifra orientativamente quantificabile in quaranta miliardi
di dollari. Un articolo riportato sul sito italiano quotidianosanità.it alla fine del 2014
affermava che nel 2010 il mercato mondiale relativo al turismo sanitario ammontasse
a circa 100 miliardi di dollari americani e fosse destinato a crescere.18
16
Marco Piazolo, Nurşen Albayrak Zanca, Medical Tourism - A Case Study for the USA and India,
Germany and Hungary, Acta Polytechnica Hungarica, Vol.8 n. 1, 2011, pag. 140 17
Panorama per i giovani - n. 2, maggio-agosto 2008, pag.23 18
Il 'turismo sanitario': nel 2010 un mercato da 100 mld di dollari destinato a crescere, Quotidiano
on line di informazione sanitaria, 4 dicembre 2014, http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-
asl/articolo.php?approfondimento_id=5702
68
Come immaginabile a giudicare dalle stime nella maggior parte dei casi contrastanti
e dalla loro variabilità, il Turismo Medico rappresenta un mercato e un’industria
estremamente vitale e in continua espansione ed evoluzione e questo comporta una
crescita annuale sempre più rapida, meno prevedibile e dall’impatto economico
sempre meno quantificabile (seppur in costante aumento).
5. TURISMO MEDICO, LEGISLAZIONE EUROPEA
VIGENTE.
L’entità e la portata costituita dal turismo medico è innegabilmente soggetta a
legislazioni e regolarizzazione da parte di tutti i paesi in cui questo fenomeno è
presente e in sviluppo, in questa parte constateremo le norme giuridiche
internazionali a cui questa realtà è stata sottoposta ed è tutt’ora sottoposta. A partire
dall’inizio del millennio il numero di pazienti europei che richiedevano di essere
curati all’estero ha comportato l’elaborazione di un piano di regolamentazione dal
punto di vista cooperativo fra assicurazioni e infrastrutture sanitarie. Attualmente,
scegliere di essere curati all’estero è un diritto tutelato dalla Direttiva Europea
2011/24, approvata il 9 marzo 2011 dal Parlamento di Strasburgo e dal Consiglio
dell’Unione Europea, il 24 febbraio 2014 è stato approvato anche dal Consiglio dei
Ministri italiano con il Decreto Legislativo di recepimento. Era da tempo in effetti
che i cittadini e le associazioni dell’ UE attendevano una normativa che rendesse più
agevole lo spostamento transfrontaliero finalizzato all’ottenimento di trattamenti
sanitari nel pieno rispetto dei diritti. Qui di seguito riportiamo un estratto di alcuni
punti salienti del Decreto Legislativo in modo di chiarificarne i contenuti:
69
(4) Fatta salva la possibilità che i pazienti ricevano assistenza sanitaria
transfrontaliera ai sensi della presente direttiva, gli Stati membri restano comunque
responsabili della prestazione di assistenza sanitaria sicura, di qualità elevata,
efficiente quantitativamente adeguata ai cittadini residenti nel loro territorio.
Inoltre, il recepimento della presente direttiva nella legislazione nazionale e la sua
applicazione non dovrebbero condurre a una situazione in cui i pazienti siano
incoraggiati a ricevere le cure fuori dal loro Stato membro di affiliazione.
(5) Esiste una serie di principi operativi condivisi dai sistemi sanitari di tutta
l'Unione. Questi principi operativi sono necessari per garantire che i pazienti
abbiano fiducia nell'assistenza sanitaria transfrontaliera, condizione indispensabile
per realizzare la mobilità dei pazienti e conseguire un elevato livello di protezione
della salute.
(7) La presente direttiva rispetta e non pregiudica la facoltà di ciascuno Stato
membro di decidere il tipo di assistenza sanitaria ritenuta opportuna. Nessuna
disposizione della presente direttiva dovrebbe essere interpretata in modo tale da
compromettere le scelte etiche fondamentali degli Stati membri.
(21) Il Consiglio ha riconosciuto che esiste un insieme di valori e principi comuni
che sono condivisi in tutta l'Unione sul modo in cui i sistemi sanitari rispondono alle
esigenze della popolazione e dei pazienti che tali sistemi servono. I superiori valori
di universalità, di accesso a un'assistenza di buona qualità, di equità e di solidarietà
sono stati ampiamente riconosciuti nell'opera di varie istituzioni dell'Unione.
Pertanto, gli Stati membri dovrebbero altresì garantire il rispetto di tali valori anche
in relazione ai pazienti e ai cittadini di altri Stati membri ed assicurare un
70
trattamento equo di tutti i pazienti in base ai loro bisogni di assistenza sanitaria e
non in base allo Stato membro di affiliazione.
(31)[…]ad un paziente che chieda l'autorizzazione di ricevere in un altro Stato
membro cure sanitarie adatte alle sue condizioni di salute dovrebbe essere sempre
concessa l'autorizzazione alle condizioni previste dai regolamenti dell'Unione,
qualora le cure in questione siano comprese tra le prestazioni previste dalla
legislazione dello Stato membro in cui il paziente risiede e se il paziente non può
ricevere tali cure entro un termine giustificabile da un punto di vista clinico, tenuto
conto del suo stato di salute e della probabile evoluzione delle sue condizioni di
salute. Tuttavia, se un paziente richiede invece esplicitamente di fruire di cure ai
sensi della presente direttiva, i benefici applicabili al rimborso dovrebbero essere
limitati a quelli applicabili ai sensi della direttiva medesima. Nel caso in cui il
paziente abbia diritto all'assistenza sanitaria transfrontaliera prevista sia dalla
presente direttiva sia dal regolamento (CE) n. 883/2004 e l'applicazione di tale
regolamento sia più vantaggiosa per il paziente, è opportuno richiamare l'attenzione
del paziente su questo fatto.
(34) Gli Stati membri di affiliazione dovrebbero conferire ai pazienti il diritto di
ricevere in un altro Stato membro almeno le stesse prestazioni previste nello Stato
membro di affiliazione. Se l'elenco delle prestazioni non specifica esattamente il
metodo di cura applicato, ma definisce i tipi di cura, lo Stato membro di affiliazione
non dovrebbe rifiutare l'autorizzazione preventiva o il rimborso per il fatto che il
metodo di cura non è disponibile nel suo territorio, ma dovrebbe valutare se la cura
transfrontaliera richiesta o ricevuta corrisponda alle prestazioni previste dalla
propria legislazione. Il fatto che l'obbligo di rimborso dell'assistenza sanitaria
71
transfrontaliera ai sensi della presente direttiva si limiti all'assistenza sanitaria
figurante tra le prestazioni cui il paziente ha diritto nel proprio Stato membro di
affiliazione non impedisce agli Stati membri di rimborsare il costo dell'assistenza
sanitaria transfrontaliera al di là di tali limiti. Gli Stati membri hanno ad esempio la
facoltà di rimborsare le spese supplementari, come le spese di alloggio e di viaggio o
le spese supplementari sostenute dalle persone con disabilità, anche se tali spese non
sono rimborsate in caso di assistenza sanitaria prestata sul loro territorio.
(39) I flussi di pazienti tra gli Stati membri sono limitati e dovrebbero rimanere tali
in quanto la grande maggioranza dei pazienti nell'Unione riceve assistenza sanitaria
nel proprio paese e preferisce far così. Tuttavia, in determinate circostanze, i
pazienti possono chiedere che alcune forme di assistenza sanitaria siano prestate
all'estero. Esempi in tal senso sono le cure altamente specializzate, o le cure prestate
nelle regioni frontaliere nelle quali la struttura idonea più vicina è situata al di là
del confine. Inoltre, alcuni pazienti desiderano essere curati all'estero per essere
vicini ai loro familiari che risiedono in un altro Stato membro, per avere accesso a
un metodo di cura diverso da quello previsto in patria o perché ritengono di ricevere
un'assistenza sanitaria qualitativamente migliore in un altro Stato membro.
(47) Le procedure in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera istituite dagli
Stati membri dovrebbero offrire ai pazienti garanzie di oggettività, non
discriminazione e trasparenza, in modo da assicurare che le decisioni delle autorità
nazionali vengano assunte con tempestività e nel rispetto dei principi generali cui si
e fatto riferimento e delle circostanze proprie di ogni singolo caso. Ciò dovrebbe
valere anche per il rimborso erogato per i costi di assistenza sanitaria sostenuti in
un altro Stato membro dopo che il paziente ha ricevuto le cure. È opportuno che i
72
pazienti, in circostanze normali, abbiano il diritto di ottenere decisioni in materia di
assistenza sanitaria transfrontaliera entro termini ragionevoli. Detti termini
dovrebbero però essere ridotti ove lo giustifichi l'urgenza della cura in questione.
(48) E’ necessaria un'informazione adeguata su tutti gli aspetti essenziali
dell'assistenza sanitaria transfrontaliera in modo che i pazienti possano
concretamente esercitare i loro diritti su di essa.
(51)[…] la Commissione dovrebbe incoraggiare la cooperazione concernente
l'assistenza sanitaria transfrontaliera a livello regionale e locale, in particolare
individuando i principali ostacoli alla collaborazione tra i prestatori di assistenza
sanitaria nelle regioni di confine, formulando raccomandazioni e diffondendo
informazioni e migliori pratiche sul modo di superare tali ostacoli.
(52) Gli Stati membri di affiliazione potrebbero aver bisogno di ricevere la conferma
che l'assistenza sanitaria transfrontaliera sarà o è stata prestata da un professionista
sanitario che esercita legalmente. È pertanto opportuno garantire che le
informazioni sul diritto di esercitare la professione, contenute nei registri nazionali o
locali dei professionisti sanitari, se stabiliti nello Stato membro di cura, siano messe
a disposizione delle autorità degli Stati membri di affiliazione su richiesta .
(53) Qualora dei medicinali autorizzati in uno Stato membro siano stati prescritti a
un determinato paziente in uno Stato membro da un membro di una professione del
settore sanitario regolamentata ai sensi della direttiva 2005/36/CE, le relative
prescrizioni dovrebbero, in linea di massima, poter essere riconosciute in ambito
73
medico e i medicinali dispensati in un altro Stato membro in cui i medicinali sono
autorizzati.
(55) […] Alcuni pazienti affetti da malattie rare devono affrontare difficoltà nella
ricerca di una diagnosi e di cure per migliorare la loro qualità di vita e
incrementare le loro aspettative di vita, difficoltà che sono state riconosciute anche
dalla raccomandazione del Consiglio dell'8 giugno 2009 su un'azione nel settore
delle malattie rare2.
6. TURISMO MEDICO, IL MERCATO DELLA SANITA
PRIVATA
6.1 ASIA E TURISMO MEDICO
Come abbiamo avuto modo di vedere il Turismo Medicale, in quanto fenomeno di
portata globale, non risente propriamente della crisi economica ed è un mercato che
non conosce battute d’arresto. Inoltre i paesi che hanno saputo e sanno tutt’ora
sfruttarlo possono vantare una crescita variabile in base all’afflusso dei pazienti e dei
trattamenti che offrono. Le nazioni si trovano dunque sul punto di potersi considerare
come veri e propri competitors anche sotto l’aspetto medico-sanitario, contendendosi
74
questo mercato in continua e progressiva espansione facendo leva su molteplici
fattori che possano attrarre il maggior numero di pazienti possibile in base all’offerta
di servizi, al loro costo in comparazione a quello proposto dal sistema sanitario
nazionale e ad altri fattori di natura prettamente turistica. In questa parte vediamo di
analizzare alcune delle più particolari categorie di offerta che il continente asiatico,
universalmente considerato come paese in via di sviluppo, propone ai consumatori
internazionali.
Pensare all’Asia evoca spesso e volentieri paesaggi suggestivi con connotazioni
esotiche, tradizioni, filosofie di pensiero, costumi e culture dall’equilibrio e
dall’antichità invidiabile. E’ innegabile come negli ultimi anni, sotto la spinta della
globalizzazione il continente asiatico abbia apportato numerosi cambiamenti non
solamente in merito al concetto di wellness, o di medicina in sé ma anche a quello
relativo al turismo. Trattandosi del continente geograficamente più esteso sulla terra,
non è possibile parlare di medicina asiatica, poiché comporterebbe una
generalizzazione che non provocherebbe altro che imprecisione e approssimazione.
E’ in ogni caso innegabile che le tradizioni storiche in merito a campi antichi quali la
medicina e la filosofia spesso e volentieri ad essa connessa abbiano conservato e
sviluppato il loro valore nel corso dei secoli. L’idea di pensare all’Asia come un
continente tecnologicamente arretrato è de legato a una tipologia di sanità
condizionata quasi esclusivamente da tecniche omeopatiche è quasi del tutto da
scartare, specie in ambito moderno. La medicina indiana per esempio, come abbiamo
avuto modo di constatare non comprende più unicamente pratiche relative alla
medicina tradizionale tutt’ora esportate in tutto il mondo e diventate di tendenza in
molti settori del wellness. La nazione indiana ha nell’ultimo secolo acquisito una
75
rilevanza globale nel settore medico e farmaceutico distaccandosi radicalmente dal
preconcetto che la vede come uno stato povero, arretrato e ancora agli inizi di un
lungo e difficoltoso processo di globalizzazione. Negli ultimi anni infatti il settore
della sanità mondiale, compreso quello indiano, è stato bersaglio di una
commercializzazione sempre più viva e frenetica, i motivi sono molteplici: i
progressi della tecnologia informatica nel campo dell’informazione e delle
comunicazioni, la crescente mobilità internazionale di pazienti, servizi e provider e la
crescente presenza del settore sanitario privato che vede i servizi sanitari come entità
commerciale formalmente riconosciuta e regolata dal WTO (World Trade
Organization – Organizzazione mondiale per il commercio).
Nel 2006 il primo ministro indiano Manmohan Singh ha dichiarato di voler
sviluppare le meccaniche di accoglienza relative al turismo sanitario e di voler creare
una condizione ottimale per migliorare la gestione della sanità pubblica in risposta al
considerevole aumento degli stranieri che negli ultimi anni hanno visitato l’India con
l’intento di sottoporsi a un gran numero di interventi o trattamenti sanitari,
dall’omeopatia alla chirurgia: "L’India ha l’opportunità di diventare un polo
d’attrazione mondiale per quanto riguarda il settore sanitario, grazie a cure poco
costose ma di qualità e un personale altamente qualificato"19
ha dichiarato il primo
ministro in conseguenza evidente di uno studio condotto dalla camera di commercio
indiana che ha visto il numero di stranieri intenti ad accedere al sistema sanitario
indiano crescere dal 2004, nel quale un ammontare di 15’000 persone hanno scelto
l’India come meta per sottoporsi a trattamenti e/o interventi medici, apportando al
sistema economico nazionale circa 2 miliardi di dollari. La motivazione che ha
19
http://www.corriereasia.com/
76
suscitato l’interesse di un numero così elevato di persone, come annoverato anche
nell’introduzione, è appunto l’accessibilità dei costi del sistema sanitario indiano.
Unire l’utile al dilettevole non è più un problema quando al piacere di viaggiare e
scoprire nuove culture si aggiunge la possibilità di migliorare la propria salute a costi
relativamente limitati, basti considerare che in India, “Gli stranieri che si fanno
curare in India pagano 10 euro per un ginecologo, 6 euro un dietologo, 90 per una
tac, 40 per un controllo totale del sangue compreso diabete e tiroide, 400-500 euro
per un intervento oculistico correggere la miopia, quando in Italia costa circa 2.000
euro.”20
Il primo ministro Singh si era dimostrato tuttavia attento a sottolineare che
in quanto fenomeno di massa, il turismo sanitario andava sottoposto e regolato in
base normative internazionali che l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità)
avrebbe dovuto valutare. Dall’inizio del nuovo millennio il dibattito sulla
regolarizzazione del turismo medico in Asia è molto acceso a causa della rapida e
prorompente crescita commerciale di giganti del mercato in costante affermazione
come: Cina, India e Sud Africa, specie nel campo dell’innovazione farmaceutica che
viaggia di pari passo con l’affermazione del fenomeno del turismo sanitario e che
vanno a discapito del monopolio preesistente in mano alle multinazionali occidentali
che per decenni hanno vantato un’esclusività apparentemente invalicabile e
inviolabile su due ramificazioni dominanti del mercato: la sanità privata e gli aiuti
umanitari. A seguito dell’inizio del secondo millennio questo monopolio esclusivo
degli stati occidentali sembra essere stato interrotto e per certi aspetti soppiantato
dalla concorrenza rappresentata dagli stati emergenti sopracitati. Come abbiamo
accennato in precedenza, l’India ha acquisito l’interesse dei “turisti sanitari” per via
20
Idem http://www.corriereasia.com/
77
dell’accessibilità dei costi dei trattamenti e degli interventi, ma viaggia di pari passo
anche l’importanza costituita dalla produzione di farmaci generici da parte delle
multinazionali indiane (le quali godono di un ampio raggio d’azione e di una fetta di
mercato globale sempre crescente grazie al livello tecnologico e qualitativo raggiunto
e accordato dall’OMS) e dal fatto che essi vengano utilizzati in ambito sanitario
privato come anche pubblico. Attualmente il gigante farmaceutico indiano è uno dei
concorrenti più spietati di questa ampia branca di mercato, fra le maggiori compagnie
spicca la Ranbaxy Laboratories, divenuta negli ultimi anni una fra le prime aziende
distributrici di farmaci generici al mondo. Sbalorditivo è lasso temporale che un’
industria farmaceutica come quella indiana ha dovuto trascorrere prima di
guadagnarsi un posto di fondamentale importanza nel mercato, basti pensare che
trent’anni fa essa era pressoché inesistente, oggi invece può contare su un mercato
che approssimativamente consta di 20 miliardi di dollari, di cui 9 provengono da
esportazioni. Stando alle previsioni, nel 2020 l’industria farmaceutica indiana
dovrebbe raggiungere una quota di mercato pari a 55 miliardi di dollari americani.
Per quanto riguarda il turismo sanitario, la nazione indiana suscita nel turista
sanitario un’attrattiva particolare motivata dal basso costo e dall’alta qualità dei
servizi offerti, attualmente il turismo medicale in India apporta al bilancio nazionale
approssimativamente 2 miliardi di dollari e attrae più di 150.000 turisti all’anno di
cui il 24% sono di origine africana; è tuttavia da notare un aumento di pazienti
provenienti da Europa, America e Australia questo considerevole numero di stranieri
in cerca di cure mediche ha spinto lo stato indiano a emettere un visto apposito per
chi visita il paese con lo scopo di sottoporsi a trattamenti. Il leader ospedaliero
attualmente dominante nel settore sanitario indiano e che per primo e più di tutti ha
78
saputo sfruttare il turismo sanitario è l’ Apollo Hospital, una catena ospedaliera i cui
centri sono distribuiti attualmente fra Sud Africa e India e le cui qualità sono
costantemente monitorate dall’OMS e dalla Commissione Internazionale della
Sanità. La peculiarità rappresentata da questa catena ospedaliera è l’accessibilità dei
servizi medici ai lavoratori di classi meno agiate della società che propone ai pazienti
prezzi di trattamenti estremamente inferiori a quelli offerti da altre aziende
ospedaliere e governi stranieri, basti pensare alla seguente comparazione: La
sostituzione di una valvola cardiaca all’ Apollo Hospital in India costa 10'000 dollari,
mentre la medesima operazione svolta in Europa o in America si aggira attorno ai
200'000 dollari. E’ dunque piuttosto superficiale e approssimativo affermare che il
settore medico pubblico e privato dei paesi asiatici non sia considerabile di alto
livello o addirittura arretrato. Un altro caso analogo può definirsi quello della
Thailandia, che dopo il boom degli anni ’90 ha subito una rapida e cospicua ondata
di investimenti nel settore sanitario che trovano riscontro attuale in numerosi
ospedali e un numero altrettanto alto di cliniche private di alto livello certificate dal
JCI21
, in tali strutture lavorano professionisti originari del paese e anche di
provenienza estera e il livello delle performance offerte è davvero alto. Attualmente
la Thailandia rientra fra i dieci stati al mondo maggiormente visitati con intenti
medico-sanitari. A conferma del massiccio consumo di prestazioni mediche di varia
natura da parte di stranieri, J.M.H (Mack) Banner22
afferma che “il 60% dei propri
posti letto è occupato da pazienti stranieri.” E fra i trattamenti maggiormente
richiesti su suolo Thailandese si annoverano: interventi chirurgici in campo
odontoiatrico, la chirurgia estetica, ortopedica, cardiovascolare. Secondo quanto
21
JCI, Joint Commission International. 22
J.M.H (Mack) Banner, da 39 anni amministratore delegato del Bumrungrad International
Hospital di Bangkok.
79
emerso dall’ indagine Medical Tourism Climate Survey Report 2010 a cura della
Intuition Communication23
, entro il termine del 2015 la Thailandia, l’India e
Singapore rappresenteranno i leader del settore relativo al turismo medico, l’indagine
vedrà inoltre la Spagna, la Germania e probabilmente il Belgio come “new entry”.
Per la realizzazione del rapporto sono stati accumulati dati e statistiche provenienti
da 257 organizzazioni attive in ambito di turismo medico presenti in 55 paesi,
intuitivamente molte di queste sono giovani ma fra le più influenti è possibile
menzionare: Treatmentabroad.net, Healism, Healthbase, Euromedicals Tour.
Secondo dati risalenti al 2010, il mercato estremamente concorrenziale delle
prestazioni mediche in Asia si aggirava nel 2006 ad approssimativamente 60 miliardi
di euro mentre nel 2015 inizia ad avvicinarsi alla soglia dei 100 miliardi di dollari.
Le statistiche dipingono pertanto il continente asiatico come la meta più
qualitativamente ed economicamente più appetibile per un viaggio all’insegna di
trattamenti medici di sorta.
6. 2 COME SCEGLIERE
Che si tratti di un’operazione odontoiatrica, di chirurgia estetica o oculistica è
importante, nella selezione della struttura sanitaria più consona alle proprie esigenze,
non limitarsi unicamente a fare del risparmio l’unico strumento per orientarsi nella
scelta, bisogna sempre tenere a mente infatti, che si tratta sempre e comunque di una
spesa atta a preservare o migliorarne la salute del consumatore. E’ opportuno dunque
23
Intuition Communication, società britannica di comunicazione in ambito medico che ha da poco
acquisito una delle riviste di riferimento per chi si occupa di viaggi atti all’ottenimento di prestazioni
mediche.
80
ponderare attentamente al fine di trovare la soluzione che costituisca il compromesso
ideale fra la massima qualità e un prezzo vantaggioso. Nel momento in cui si decide
di voler intraprendere una ricerca è importante ricordarsi che il Turismo Medico
come anche il Turismo Sanitario costituiscono per noi la possibilità di viaggiare per
poterci curare in situazioni e condizioni estremamente favorevoli, ma al contempo
per i provider sono attività lucrative. Non è infatti difficile trovare in rete annunci
proposti da agenzie di viaggi che promuovono e mettono in evidenza splendidi
opuscoli con set fotografici rappresentanti le varie mete e le relative possibilità di
trattamenti ottenibili. Come in qualunque altro mercato è possibile talvolta compiere
scelte discutibili in termini di qualità del servizio, del soggiorno, di prezzo o di
confort che causano nella maggior parte dei casi causano disturbo o invadenza nei
confronti del consumatore, rendendo la sua esperienza tutt’altro che positiva. Il
primo passo fondamentale per approcciarsi al fenomeno del turismo medico è la
pianificazione: formulare una scala che includa le proprie priorità in ambito medico,
informarsi telefonicamente o tramite mail per informarsi direttamente su dubbi o
perplessità riguardo una struttura sanitaria che ha acquisito il nostro interesse potrà
darci modo non solo di chiarificare i nostri dubbi, ma anche di valutare la formalità e
la professionalità di chi ci fornisce i chiarimenti. Mancare di percorrere una tappa
importante come la pianificazione completa del proprio viaggio può causare notevoli
disagi come ad esempio la nascita e lo sviluppo di complicazioni nel periodo post-
operazione. Una volta raccolte le informazioni che reputiamo di nostro interesse, è
opportuno sistemarle metodicamente, magari tramite una tabella Excel o un
documento Word che possa facilitarne il confronto. Il confronto fra le strutture
sanitarie è un altro passo importante della pianificazione in quanto ci consentirà di
81
avere un quadro generale dalla rapida e semplice consultazione, in esso possono
essere elencati: il numero e la tipologia di trattamenti offerti da una determinata
struttura ospedaliera, le apparecchiature, innovazioni e tecnologie da essa utilizzate,
la qualità e i costi delle cure, i nomi e le qualificazioni dello staff medico presente, i
tempi stimati per un determinato trattamento, le modalità di abbattimento della
barriera linguistica ma non solo, compiere una scelta importante come l’essere
sottoposti a un trattamento medico all’estero richiede anche di informarsi sul paese
che ci ospiterà e dunque documentarsi su ciò che concerne: clima, meteo, cronaca
locale e modelli di accoglienza nazionali. Generalmente, anche se in modo non
determinante, l’affidabilità di un servizio è proporzionale alla mole di informazioni e
testimonianze reperibili in rete. Un altro elemento chiave della pianificazione è il non
limitarsi alla ricerca di una singola struttura che risulti consona alle nostre esigenze, è
consigliabile infatti valutare un buon numero di cliniche, solitamente cinque o più
per avere parametri di giudizio variabili e aiutarci a compiere la scelta migliore. Non
è saggio lasciare che la fretta scaturita dal desiderio di portare a termine
un’operazione, indipendentemente dalla sua gravità, condizioni la nostra scelta.
Dopo aver raccolto tutti i dati dalla rete o grazie al supporto fornitoci dall’agenzia di
viaggi alla quale ci siamo rivolti, si può procedere con la comparazione. Una volta
aver raccolto i dati è opportuno confrontare quelli di maggior rilevanza come ad
esempio il tasso di successo e i risultati clinici di una determinata operazione in una
determinata struttura ospedaliera, una scelta consigliata è quella di rivolgersi
direttamente allo staff incaricato della corrispondenza online per richiedere alla
clinica di nostro interesse le loro statistiche relative agli interventi o di farsi indicare
dove trovare in rete un rapporto che li indichi. Come già accennato, su molti dei siti
82
internet è possibile trovare informazioni riguardo al personale medico delle strutture
ed esaminare curriculum, qualifiche, certificati di aggiornamento e quant’altro si
possa voler accertare. Fra i vari elementi che è opportuno valutare nella scelta della
struttura sanitaria che più si confà alle nostre esigenze, vi è innegabilmente anche il
prezzo. Il terzo punto a cui prestare attenzione è costituito dalla valutazione del
servizio post-intervento questo può costituire infatti, in base al tipo di operazione
della quale necessitiamo un elemento fondamentale nella pianificazione della nostra
permanenza in quanto determinata da questioni mediche e psicologiche, alcuni
trattamenti post-operazione possono infatti richiedere supporto psicologico, che
spesso è un fattore molto importante nel superamento ottimale del trauma (dall’entità
variabile) costituito dall’intervento. Il quarto punto è quello che comprende la
richiesta di preventivo. In una forma accurata di preventivo devono
immancabilmente figurare: il costo di ognuno dei servizi e dei materiali offerti dalla
clinica, con tanto di dettagli relativi ai materiali utilizzati per l’intervento e il
trattamento post-operazione, i tempi di esecuzione e relativa convalescenza più
eventuali spese di trasporto e alloggio. Non abbiate fretta di confermare il pagamento
e procedete alla compilazione unicamente quando sarete sicuri della completezza dei
dati in esso contenuti. Dato importante è anche costituito dalla valutazione dei
metodi di rimborso e pagamento e delle garanzie proposti. L’ultimo elemento che ci
sentiamo di portare alla vostra attenzione è l’attendibilità delle fonti che è possibile
consultare per la pianificazione del proprio soggiorno. Come ripetiamo, il Turismo
Medico è un mercato attivo ed in crescita, alimentato e promosso da social media,
stampa, riviste, televisione, radio e qualunque mezzo di comunicazione multimediale
o cartaceo sia di facile accesso, è dunque fin troppo facile riuscire a connettersi con
83
questa realtà, meno facile talvolta è distinguere l’attendibilità di ciò che ci viene
posto davanti, specie se mascherato da promesse di grandi risparmi o di permanenze
in posti esotici o di tendenza. Il primo passo per intraprendere questa scelta, non è
infatti costituito dalla rete o dai mezzi di comunicazione, ma dal consulto col proprio
medico di famiglia che potrà assisterci in una decisione così importante. Il secondo
passo è costituito dalla ricerca (in rete o non) finalizzata a documentarci sulle novità
del settore di competenza per il trattamento che ci riguarda. E’ impensabile di non
prendere i dovuti e necessari accorgimenti per una valutazione del genere, poiché la
ricerca di un servizio in cui il rapporto qualità-prezzo sia ottimale è importante, ma
non sarà mai importante quanto la preservazione della propria salute.
84
85
7. TOURISME MÉDICAL, DÉFINITION ET APERÇUS HISTORIQUES
Tourisme médical, tourisme de bien-être, Tourisme sanitaire... Dans un contexte
strictement contemporain cette typologie de tourisme parait représenter la nouvelle
frontière de la santé moderne. Mais avant de commencer à vous proposer les
données, les statistiques et les prévisions, il est opportun de clarifier de quoi on
entend parler. Le Tourisme médical constitue une activité de tendance chez les
patients qui désirent profiter des prestations et des technologies chirurgicales à
moindres frais avec de nombreux avantages et inconvénients.
Comme on a pu voir dans la partie en italien le phénomène du tourisme médical
s’enracine dans l’antiquité de l’histoire de la civilisation humaine. Même au temps
des Egyptiens il y avait la tradition et la coutume de se plonger dans la mer pour
résoudre des conditions physiques précaires ou simplement pour se soulager de la
fatigue ou des efforts faits. Successivement les Grecs et les Romains aussi cultivèrent
cette coutume qui s’étendra à l’exploitation des sources thermales et deviendra
connue plus tard le nom technique d’hydrothérapie. Le thermalisme et
l’hydrothérapie sont même considérés aujourd’hui comme des traitements
extrêmement bénéfiques pour des pathologies articulaires ou liées à la circulation
sanguine. La problématique relative à la difficulté de se soigner, dans l’antiquité, fut
la première impulsion instinctive qui motiva l’homme à se déplacer afin de trouver
une façon pour résoudre ses problèmes sanitaires. Dans cette perspective, l’Empire
Romain attira beaucoup de personnes de tout le continent Européen.
Malheureusement la tradition thermale s’éteindra temporairement avec le début du
Moyen-Âge mais il sera reprise à la fin du XVIII siècle. Ce sera grâce au
thermalisme que le processus social européen qui conduira à la naissance du
86
Tourisme Médical pourra avoir lieu. Historiquement, ce fut Napoléon III qui
redonna au thermalisme le prestige suffisant pour être réinséré dans la société.
Toutefois ce sera seulement après la deuxième révolution industrielle et avec ses
innovations technologiques en matière de science, communication et transports mais
aussi pour ce qui concerne l’expansion économique, qu’une baise sera crée pour le
développement d’un processus sociale et de démocratisation du tourisme qui
entraînera le moderne concept de tourisme médical que aujourd’hui on entend.
Avant la deuxième révolution industrielle et donc au début du XIX siècle on ne peut
parler que de phénomènes précurseurs du tourisme médical, comme celui constitué
par la Côte d’Azur : la région méridionale de la France en fait représentait selon
Boyer (1996) un lieu ou les aristocrates et les personnes aisées avaient l’habitude
d’aller pour se soigner, grâce aussi au climat propice pour la guérison. L’accélération
de majeure importance dans les aspects sociaux, politiques et économiques se
vérifiera avec la fin de la deuxième guerre mondiale, pendant cette période, en fait,
on assistera à la reprise de l’activité de tourisme et de loisirs. Le monde est prêt de
subir l’élimination de frontières et le début de la mondialisation. La coutume relative
aux voyages d’agrément ne sera plus un luxe réservé aux classes plus aisées mais
deviendra un phénomène toujours plus collectif et pratiqué jusqu’à la formation d’un
vraie marché du tourisme.
Avant d’entrer dans le monde en croissance et développement progressifs du
tourisme médical, il est de fondamentale importance de définir cette typologie de
tourisme dont nous allons discuter du point de vue de l’offre et du point de vue de la
typologie de personnes qui peuvent profiter des services de soins. Premièrement, on
87
peut établir que le Tourisme médical est divisé en trois catégories différentes et
variables en relation avec ce qui concerne ses propres critères d’analyse :
Tourisme Médical en sortie : Il s’agit du taux de patients/touristes qui
chaque année laissent les pays d’origine afin de se déplacer à l’étranger pour
se faire soigner dans un autre pays.
Tourisme Médical en entrée : Il s’agit du taux de patients/touristes qui
chaque année, arrivent dans un pays donné en augmentant le pourcentage de
touristes qui choisissent de se faire soigner dans le susdit pays.
Tourisme Médical Intra-frontalier : Il s’agit de la tendance d’un
nombre précis de citoyens, à se déplacer à l’intérieur de son propre pays afin
de se faire soigner dans des structures spécialisées mais en dehors de sa
collectivité.
La définition retenue la plus complète et précise pour ce qui concerne la
catégorisation de l’offre est fournie par l’étude conduite par Mueller et Lanz
Kaufmann (2001) qui divisent l’appellation générique du tourisme médical en deux
sous-ensembles de personnes différentes en relation avec leurs nécessités respectives:
1. Tourisme médical de bien-être ou de confort. Cette
typologie de voyage comprend les séjours à l’étranger et les
opérations de chirurgie plastique ou généralement les traitements de
bien-être (thermalisme, thalassothérapie, forfaits de relaxation etc.).
Le plus souvent il comprend de voyager dans des pays exotiques. Ce
type d’offres est inclus dans des voyages à forfait organisés par les
agences de tourisme ou directement par les structures hospitalières.
La différence la plus évidente qui distingue cette première typologie
88
de tourisme, c’est que dans ce cas on ne comprend pas les
problématiques potentiellement mortelles.
2. Le tourisme médical vital, qui peut être différencié en
deux catégories :
Tourisme médical de réhabilitation : il
comprend les soins médicaux généraux destinés à résoudre
des accidents et des problématiques vécues précédemment.
Dans cette catégorie figurent aussi les traitements qui se
proposent de lutter contre des syndromes pathologiques
comme : l’alcoolisme, les dépendances au tabac, médicaments
et d’autres.
Le tourisme médical opératoire : dans ce cas il
faut une structure hospitalière spécialisée et dotée d’un
personnel extrêmement qualifié et compétente (à partir des
médecins jusqu’aux infirmiers) dans cette catégorie on trouve
une quantité consistante de cliniques privées répandues dans
le monde entier et qui offrent une gamme très vaste de
services qui comprennent la chirurgie l’odontalgique, la
chirurgie cardiaque mais aussi les traitements oncologiques et
de nombreux autres. Le tourisme médical opératoire répond
aux exigences précises et se distingue des autres typologies
parce que dans ce cas il s’agit de résoudre des maladies ou des
89
problématiques qui ne peuvent pas être traitées dans le pays
d’origine.
Donc à la fin, on peut affirmer que les types de traitements proposés aux
consommateurs potentiels sont principalement au nombre de trois et ils se
différencient par leurs finalités respectives :
1. Traitements préventifs
2. Traitements palliatifs
3. Traitements curatifs
COMMENT LES NATIONS GÈRENT LE TOURISME MÉDICAL
La notable progression que le tourisme médical a connue pendant ces trente dernières
années a comporté une organisation juridique, de gestion et de marché très ciblée et
l’élaboration de plusieurs stratégies de marché fondées sur le développement de
l’industrialisation de l’offre. Selon l’étude conduit par Deloitte, il y a plus de 35
nations au monde qui exploitent le phénomène du tourisme médical et chacun de ces
pays gagne approximativement autour d’un milliard de dollars. Comme on a déjà
déclaré dans la partie en italien et dans l’introduction, les données relatives à
l’identification et au calcul statistique du tourisme sanitaire sont presque toujours très
discordantes. L’un des éléments les plus influents pour le développement du
tourisme médical sont sans doute la mondialisation et donc le perfectionnement de
technologies de communication et d’information et l’amélioration des techniques
diagnostiques et thérapeutiques. Premièrement la technologie joue un rôle
90
fondamental dans le marché parce que, d’un côté ils facilitent l’accessibilité des
informations envers les consommateurs potentiels consommateurs et de l’autre côté,
cette impulsion ciblée à l’auto-amélioration de technologies comporte la raison la
plus importante pour l’accroissement de la concurrence. En effet la fiabilité et par
conséquent, les prix de traitements varient en fonction aux niveaux de ces deux
caractéristiques. Mais est-ce que c’est seulement l’écart technologique qui pousse les
gens à se faire soigner à l’étranger ? C’est important de souligner que le tourisme
médical a subi un long processus de réglementation pour être admis complètement
dans l’Union Européenne, mais ces choix ont été aussi influencés par des réalités
contemporaines ou par des événements qui se sont vérifiés pendant les dernières
années, parmi eux on peut mentionner: l’arrivée de la crise économique, la chute du
dictateur libyen Kadhafi, qui a entraîné l’ émigration de milliers de soldats et
combattants libyens en Europe et surtout en France à la recherche de soins.
Certainement cette situation a été engendrée par l’impossibilité d’accéder aux soins
du propre pays car ils étaient parfois fois trop coûteux, ou même absents ou peut-être
aussi à cause de délais d’attente trop longs; l’une des autres raisons peut être la
présence de facteurs sociologiques, juridiques ou éthiques. Pour ce qui concerne
l’Union Européenne, en 2011 la directive24
qui régularise la liberté de recevoir des
soins a été adoptée en promulguant un acte selon lequel, avec le juste type de police
d’assurance il consent de pouvoir être traité à l’étranger selon des critères de qualité
et sécurité nécessaires. Cette directive prévoit un cadre comprenant :
24
Directive 2001/24/UE du Parlement Européen net du Conseil du 9 mars 2011 relative à
l’application des droits des patients en matière de soins de santé transfrontaliers.
91
La clarification des droits des patients pour ce qui concerne la
possibilité d’accéder à des soins à l’étranger et aux remboursements
partiaux ou totaux relatifs à la typologie de police d’assurance.
La garantie de sécurité et de qualité des services
consommables dans les autres pays de l’UE
La promotion de la coopération en matière de soins de santé de
courte durée entre les états membre de l’UE.
Pour rendre plus accessibles les soins aux consommateurs, les États sont
respectivement responsables de la gestion des partenariats de soins et des assureurs
des soins de santé. Ils sont aussi chargés de fournir la quantité d’informations
nécessaire à faciliter les choix et la sécurité relative au respect et à la protection des
données personnelles des patients. En somme, la directive 2011/24 permet à un
citoyen de l’Union Européenne de bénéficier des soins de santé dans un autre pays de
l’UE où il existe des droits précis en matière de soins.
Mais voyons plus spécifiquement les grands modèles de gestion par lesquels les
nations maitrisent le tourisme médical du point de vue de l’offre, des structures, du
développement technologique et de la réalisation des objectifs :
Asie : Dans le pays de l’Asie, l’offre est principalement
focalisée sur la création de labels de qualité qui sont délivrés et assignés par
l’organisme responsable du contrôle de la qualité de la santé et qui est
chargé d’examiner et par conséquent d’émettre les certifications valides au
niveau international25
. Les nations asiatiques majeures se sont différenciées
avec le temps à cause de plusieurs facteurs de façon d’instaurer une
25
Joint Commission International
92
concurrence toujours plus forte : le tourisme médical en Thaïlande par
exemple est maitrisé à travers une multitude de sites web qui promeuvent les
possibilités de traitements. Il est aussi possible en Thaïlande d’obtenir des
allégements fiscaux sur la base du traitement qu’on nécessite. Un autre point
de repère du tourisme médical en Asie est constitué par la République de
Singapore qui est parmi les premières places dans le secteur des soins grâce
à ses technologies de médecine de pointe et à la gamme de services promue
par une marque de qualité qui s’est formée dans les dernières années. Il y a
aussi immanquablement la Chine, pays connu globalement à cause de la
médicine traditionnelle et de la croissante tendance au développement de
soins high-tech et des traitements à bas coûts qui constituent l’une des
caractéristiques les plus importantes pour attirer les consommateurs de
partout dans le monde. La Chine a en fait vu augmenter significativement la
quantité de touristes médical, mais en même temps le contraire est vrai
également. Ceci est d’ailleurs la raison pour laquelle Li Jingwen, manager
général à Pékin pour McBridge écrit que « Dans des pays Européens,
comme Chypre et la Turquie, il y a plus d’un demi-million de personnes qui
ne sont pas protégées par l’assurance publique et ça signifie une grande
opportunité pour les institutions de santé en Chine. ». Il est important de
souligner que par contre il y a aussi beaucoup de touristes qui laissent les
pays Asiatiques pour obtenir des soins et traitements à l’étranger dans les
pays plus développés. Donc en voyant la situation de notre point de vue on
peut déduire que les touristes asiatiques qu’il est possible d’observer dans
les centres de notre capitales Européennes ne constituent pas seulement
93
possibles consommateurs de produits de nos traditions mais aussi possibles
clients de nos systèmes de santé et ça c’est important pas seulement pour
l’Europe, mais aussi pour pays comme : la Corée du Sud, Singapour et les
États-Unis. Liu Yuanli de l’Union Medical College à Pékin dit qu’il y a
beaucoup de différences entre les typologies de touristes sanitaires qui
visitent la Chine afin d’obtenir traitements de santé et les touristes qui se
déplacent de la Chine pour se faire traiter à l’étranger. « Les patients en
Europe et aux États-Unis d’habitude choisissent de se faire traiter au-delà
de la mer lorsque les services demandés sont à bas coût et lorsque il y a la
possibilité d’économiser et d’habitude c’est dans tous les cas l’assurance
sanitaire qui gère leur déplacement et qui rembourse ces touristes. Par
contre les touristes sanitaires chinois préfèrent payer tous seuls les coûts
des traitements et ils sont poussés à voyager à l’étranger à la recherche de
traitements difficilement trouvables voire introuvables en Chine, comme :
les traitements de médecine de pointe les plus diversifiés, ou pour les
thérapies et médicaments anticancéreux. ». Pour ce qui concerne les
hôpitaux européens ils sont toujours très disponibles à accueillir les patients
qui viennent de l’étranger et c’est aussi pour cette raison que les
infrastructures sanitaires aiment à se développer au-delà de la mer afin
d’agrandir leur réseaux de services et leur partie de marché pour rester
compétitives avec les concurrents. Il est important de souligner que
contrairement aux marchés appartenant à la Thaïlande, l’Inde ou même à la
Corée du Sud, l’exploitation du phénomène du tourisme sanitaire en Chine
est encore à la phase de début, même si en rapide croissance. Cette forme de
94
retard est due à la rigidité du système sanitaire Chinois qui prévoit que dans
les hôpitaux publics, les services de médecine de pointe doivent constituer
moins de 10% des fonctions d’ensemble. Liu Tingfang, professeur à
l’Institut pour la direction hospitalière de l’Université Tsinghua dit qu’ « On
a besoin d’admettre plus des cliniques privées et des hôpitaux par rapport à
aujourd’hui et établir plus de partenariats de manière à accroitre le nombre
de patients venant de l’étranger. » Dans la province de l’Hainan ce projet a
déjà commencé avec l’entrée du Sanya TCM26
Hospital dans un plan qui
verra l’hôpital comme une structure pilote qui partagera le marché avec la
Russie, l’Europe du nord, et les États-Unis. Le Sanya est opérationnel depuis
plus de neuf ans et chaque année il traite environ 3000 patients, chaque
patient dépense presque 20000 $. Jusqu'à maintenant l’hôpital a traité plus
ou moins 30000 patients étrangers. Cette initiative a amené aussi Shanghai
et Pékin à formuler et mettre en place un projet pas si dissemblable par
rapport à celui de la province d’Hainan, mais les problèmes restent
persistants dans la bureaucratie : « Il est possible d’obtenir une crédibilité au
niveau international seulement à travers des certificats valides en Europe et
dans le reste du monde pour attirer des patients étrangers de manière à ce
qu’il soient facilités à être remboursés par leur compagnies d’assurance ».
Maintenant la Chine a 14500 hôpitaux et toujours plus d’experts sont
d’accord à propos de la nécessité d’installer d’autres hôpitaux pilotes afin
d’augmenter la gamme de services qui constituent la demande. Le manque
de certifications pour la MTC est un grand obstacle auquel faire face
26
TCM, Traditional Chinese Medicine. MTC, Médecine traditionnelle chinoise
95
puisque ses traitements ne sont pas reconnus en Europe et ils sont classifiés
comme médicine alternative ou homéopathie plutôt que partie d’une science
médicale universellement agréée ; c’est pour ça qu’il est impossible de
trouver des produits de MTC ou de MTI27
en pharmacie. En 2014, selon le
classement annuel Bloomberg appelé Most Efficient Health Care 2015, qui
prend en examen 55 États différents sur la base de l’efficience de leur
système de soins, l’Asie peut se considérer le vainqueur absolu avec à la
première place Hong Kong, suivi de Singapore (à la première place en
2014). L’Italie occupe la sixième place qui peut être considérée sans doute
une bonne position, tandis que la France gagne la dix-huitième place.
Europe : Le continent Européen, riche d’une culture et d’une
tradition scientifique à l’avant-garde se concentre sur le développement de
structures hospitalières privées à l’étranger afin de réduire les coûts
d’investissement pour maximiser les profits, les nations européennes les plus
actives dans ce projet sont : l’Allemagne, le Royaume-Uni et la Belgique.
En dépit de la crise économique et des mesures prises pour lui faire face, le
système de soins Européen continue à produire de très bons résultats. Les
taux de survie pour les problématiques parfois graves comme : les
pathologies cardiaques d’entité variables, les accidents vasculaires
cérébraux, les infarctus et les traitements anticancéreux, sont en train
d’augmenter malgré la disposition toujours plus commune (et discutée) à
adopter des styles de vie mauvais et dangereux pour la santé, comme la
sédentarité et la consommation d’aliments précuits, facteurs qui donnent lieu
27
MTI, Médecine Traditionnelle Indienne
96
à des pathologies comme l’obésité, dans les sociétés occidentales. Au
contraire, la mortalité infantile est en train de subir une diminution
progressive. On peut donc affirmer qu’en matière de soins de santé l’Union
Européenne et ses États membres ne font pas signe de rester en arrière. Un
élément d’importance dans cette analyse est constitué par le prestige que les
médecins européens représentent à l’étranger. En effet, il n’est pas rare que
dans les structures hospitalières privées d’autres pays on puisse trouver des
spécialistes qui ont acquis une expérience considérable sur le sol européen.
C’est le cas de Malte, l’île au sud de la mer Méditerranée depuis toujours
considérée comme « L’hôpital de la Méditerranée » à cause d’une multitude
de facteurs, ou la majorité des chirurgiens et spécialistes sont d’origine
Américaine ou Britannique. Mais comment cette île peut-elle représenter
l’un des centres névralgiques du tourisme médical les plus actifs et prospères
en Europe ? Avant tout la position extrêmement centrale de Malte est
parfaite pour être rejointe de l’Europe comme de l’Afrique septentrionale et
ses dimensions réduites rendent les déplacements de l’aéroport aux
destinations très rapides et simples. La majorité des cliniques sont en fait
installées dans les centres-villes qui sont tous praticables à pieds puisque de
dimensions réduites. Le climat chaud se prête pour les traitements de
réhabilitation. L’abondante gamme de soins de complexité variable et les
constants investissements dans le domaine médical, rendent Malte l’un des
choix les plus conseillés pour ces personnes qui cherchent le lieu idéal pour
se faire soigner à l’étranger. Mais quand on parle de tourisme médical
européen il n’est pas possible d’omettre les publicités toujours plus
97
nombreuses qui offrent la possibilité de se faire soigner à l’étranger,
l’Europe de l’est pour ce qui concerne les traitements pour les prothèses
dentaires, ou les traitements de l’infertilité en particulier en Slovénie,
Pologne, Bulgarie, Roumanie et Hongrie ou les Pays Bas qui offrent des
cliniques et des médecins spécialisés dans les thérapies anti-tabagisme et
dans les médicaments antidiabétiques, VIH, les pathologies cardiaques et les
hépatites. En 2015, selon le rapport de l’EHCI28
, conduit annuellement par
l’ONG suédoise HCP29
à partir de 2005, les Pays-Bas se placent pour la
cinquième fois consécutive à la première place parmi les états dont le
système de santé le plus efficace. Le rapport se base sur certaines données
qui comprennent : les informations et leur accessibilité aux patients en
termes de droits, l’accessibilité aux soins, les services proposés aux patients,
la prévention et les résultats. Les Pays-Bas sont suivis par la Finlande, le
Danemark et la Belgique alors que, on peut trouver aux dernières places la
Roumanie, la Lituanie, la Pologne et enfin le Monténégro.
Amérique : Sur le continent américain, comme aussi en
Europe, il y a des critères d’évaluation du système de santé. Mais
commençons par les États-Unis. En 2014, le Commonwealth Fund a conduit
une étude ciblée vers le classement et l’évaluation des qualités et des
performances des systèmes de soins à la lumière de 5 groupes d’indicateurs
clés : qualité, accessibilité, efficacité, égalité et santé. L’étude, appelée
Mirror, Mirror on the Wall - How the Performance of the U.S. Health Care
28
EHCI (Euro Health Consumer Index), Indice Européen des consommateurs de soins de santé 29
HPC, Health Consmer Powerhouse
98
System Compares Internationally a été conduite par rapport aux autres
nations afin d’avoir les références les plus précises possible. Parmi les 11
Etats examinés les États-Unis figurent à la dernière place, tandis qu’aux trois
premières places on trouve le Royaume-Uni, suivi de la Suisse et de la
Suède. Malgré tout, les États-Unis sont également renommés pour la qualité
de leur système de soins très avancé du point de vue technologique, ils sont
en fait spécialisés dans la médecine de pointe. La fiabilité des performances
et le niveau technologique vont de pair avec les coûts très élevés qui
empêchent une importante partie de la population de se faire soigner. En
2000, l’OMS30
a classé les États-Unis comme le pays dont le coût pour
accéder à la santé est le plus élevé, il y a en effet plus de 47 millions de
citoyens sans assurance sanitaire. Cette condition problématique a créé au
cours des dernières années un accroissement progressif du marché du
tourisme médical, spécialement pour ce qui concerne le sud du continent,
dont les structures hospitalières sont en compétition continue afin d’obtenir
le plus grand nombre de patients nord-américains. Les pays qui sont
davantage en voie de développement dans ce cas sont : le Mexique, le
Brésil, la Bolivie, le Costa Rica et l’Argentine. Par rapport aux années
précédentes, ces nations attirent chaque année toujours plus des touristes
sanitaires, qui cherchent l’opportunité de recevoir des soins à prix contenus.
Les touristes ne séjournent pas seulement pour profiter des traitements
chirurgicaux, l’Amérique méridionale offre une multitude de possibilités en
matière de vacances dans des lieux exotiques, chauds et potentiellement
30
OMS, Organisation Mondiale de la Santé
99
appropriés à passer une période pour se remettre après une intervention
chirurgicale. L’Argentine est en fait à l’avant-garde en matière d’appareils
de médecine de pointe et de spécialistes. La plupart des structures
hospitalières argentines offrent outre des prestations chirurgicales optimales
des services d’hôtellerie et de logement fiables afin d’assurer aux clients les
meilleures conditions possible pour faire face à la période de convalescence.
Une autre destination qui est souvent choisie pour ce qui concerne la
chirurgie esthétique est sans doute le Brésil. On parle en fait d’une nation
extrêmement productive du point de vue médical. Il suffit de penser qu’en
2007, le Brésil a réalisé presque 600 000 opérations chirurgicales
esthétiques. En outre, la notoriété qui dérive du succès des interventions
représente une fiabilité claire et potentielle des services de soins privés
Brésiliens surtout à São Paulo, ou il est possible de trouver un réseau
d’hôpitaux dont une grande partie est équipé de certificats et des
accréditations assignées par le JCI31
et par d’autres organismes responsables
de l’évaluation du système de soins brésilien. Il est important de souligner
que les structures hospitalières argentines rentrent dans les normes
internationales et elles sont donc réputées conformes à l’offre de soins au
niveau global. Il est aussi possible que l’apparition de l’arbovirus Zika, dans
le sud du continent Américain puisse compromettre ou provisoirement
réduire le taux de tourisme médical en entrée, mais étant un phénomène
relativement nouveau et peut-être temporaire, il est difficile de se hasarder à
faire une prévision quant à son impact sur le tourisme médical. Tout ce
31
JCI, Joint Commission International
100
qu’on peut certainement affirmer à cet égard, c’est que l’impact de Zika sur
les déplacements transfrontaliers en général variera sur la base du temps
nécessaire à son éradication et donc à la découverte d’un remède et au
niveau de diffusion sommaire du virus.
101
8. WELLNESS CULTURE AND MEDICAL TOURISM
Nowadays the concept of wellness represents moreover a costume in several
developed societies all over the world. It is in fact possible in a certain way to affirm
the existence and the development of a real wellness culture, which may have
different forms. Wellness travel and Medical Tourism are a incredibly fast growing
billionaire markets which will represent a close and easy way of travel around the
world. Side by side with this always more concrete search of “be healthy” there’s
also the increasing condition “be better” which is constantly getting an international
rule and is called Health Tourism or Medical Tourism. Many consider this
phenomenon as the new face of modern medicine. Most of the news and statistics
which refer to medical tourism often present different opinions and lead to confusion,
disagreeing ideas or even contradictions, it is the case of the comparison between the
estimates proposed by McKinsey (in 2008) and by Deloitte Center for Medical
Solution (in 2007).
In this analysis we intend to focus on this particular reality which is so rich in details
and peculiarities, taking in exam the ensemble of social, cultural and historic events
which have brought the current society to the creation of this exceptional and
relatively new frontier of tourism. In 2003, Pritchard defined Medical Tourism as:
“A niche which isn’t really exploited yet, although it has a wide potential of
development”.32
32
Pritchard A. , 2003
102
Meanwhile into di first part of the thesis we have cited the Joan C. Henderson’s and
OECD’s Health Tourism definitions, here we show some of the most known
definitions, the first one here below is by John Connell33
who affirm that:
“Medical tourism is a recent example of niche tourism, with the rapid raise of
international travel in search of cosmetic surgery and solutions to various medical
conditions, benefiting health-care providers, local economies and the tourism
industry.”34
The second definition is provided by doc. Percivil M. Carrera and doc. John F.P.
Bridges who published several articles on medical tourism:
“The organised travel outside one‘s local environment for the maintenance,
enhancement or restoration of an individual‘s well-being in mind and body.”35
Anyhow, although the words of Connell are significantly exhaustive in our case we
have to underline that Medical Tourism doesn’t simply handle aspects as cosmetic
surgery but every field of medicine we can figure. As we have previously seen
medical tourism involves a lot of precise and specialized areas of medicine and
tourism, as for instance: pregnancy tourism, tooth-ache tourism, detox tourism and
so on. But, why does medical tourism is getting so practiced and performed under
several aspect all over the world, does it have any advantages? Why should we have
the necessity to chose to be treated abroad instead of our own country? Can we be
always sure about the performance and medical service quality? These are questions
33
Professor of of Human Geography at the University of Sydney. He has been a consultant to the
WHO, the South Pacific Commission, the World Bank and the Asian Development Bank. He has
written over 20 books including Migration and the Globalisation of Health Care (Edward Elgar,
2010) and Medical Tourism (CABI, 2011). 34
Medical Tourism, written by John Connell, pag 1 35
Carrera and Bridges (2006)
103
we will face later more specifically. What we can say at the moment is just that most
of the people who chose to be treated abroad make this choice due to important
factors such as: relatively briefs waiting times for surgical intervention or medical
treatments of various kinds, and the performance costs which are in most of the cases
cheaper than those offered by the origin state, this is the case of Unites States of
America and the southern part of the continent which compete with the north due to
its high percentage of people who are not protected by health insurance and are so
considered by the south as potential clients/patients or better, as medical tourists.
8.1 WHO’S THE MEDICAL TOURIST?
Before introduce more specifically what medical tourism and medical tourists are, it
is necessary to highlight the typologies which characterize this phenomenon, whereas
it is possible to observe it from different points of view and examination:
Inbound Medical Tourism: It represents the patients/tourists rate who
annually leave their own country to get treated in another one.
Outbound Medical Tourism: It represents the patients/tourists rate
who annually come in a defined country to get treated there.
Intra-boarder Medical Tourism: It represents the tendency to move
within the origin country to get treated in a defined city or in a defined
medical structure which is perhaps believed more disposed to satisfy a
determined kind of exigency.
104
This is a necessary classification to observe Medical Tourism and clarify the medical
tourist figure. Prof. Cohen36
affirms that there are four different typologies of
medical tourists:
1. Medicated Tourists: It refers to the people who receive
treatments for accidents or health problems that occur perhaps during
holidays abroad.
2. Medical Tourists proper: It refers to the people who
travel with the only purpose to get treated in a certain country, they
can also decide which is the finer medical treatment they need once in
the country.
3. Vacationing patients: It refers to the people who visit a
certain country principally to get treated even if they are at times used
to benefit of some holiday opportunity, in particular during their
convalescence period.
4. Mere patients: It refers to the people who only benefit
of medical treatments abroad without enjoying of holiday
opportunities.
Prof. Cohen was not the only expert who analyzed the various typologies of medical
tourists, as we have previously done in the first part, we mentioned the completeness
of this sequence of distinctions operated by McKinsey which characterizes three
different kinds of consumers/patients which is possible in certain cases to consider as
Medical Tourists:
36
Prof. Cohen is one of the world's leading experts on the intersection of bioethics (sometimes also
called "medical ethics") and the law, as well as health law. Professor Cohen has spoken at legal,
medical, and industry conferences around the world and his work has appeared in or been covered on
PBS, NPR, ABC, CNN, MSNBC
105
1. Temporary visitors abroad: This category includes those EU
citizens who travel abroad for vacation and benefit of foreign health systems
as a result of an accident or a sudden illness occurred during their stay
abroad . It is important to mention that in many cases the health insurance of
EU citizens can entirely/partially fund the therapy. This category doesn’t
represent properly the figure of Medical Tourist due to the starting purpose of
the travel unrelated to health, which comprises medical treatments only for a
more or less important need.
2. Long-Term resident : It refers to all the EU citizens who
choose to retire in foreign countries. Those people may receive health
services funded variously by the country of origin, the country of residence,
private insurance, or private contributions. Neither those people are properly
considered as Medical Tourists.
3. Common boarders: Bordering countries may at times
cooperate to provide cross-national public fund to sustain health care services
from foreign providers.
4. Outsourced patients: It refers to those patients who choose to
be sent abroad by agencies through cross-national purchasing agreements.
The main reason which pushes the consumer to make this decision is often
the long waiting list and the lack of professionals or specialist equipment in
the origin country.
106
This apparently unbalanced and various flow of tourists/patients to and from foreign
countries represents nowadays a multibillion market which is annually increasing
and is constantly monitored by appropriate bodies which study and regulate this
market which over the last thirty years has obtained the attention not only of a large
number of private investors and governments but also specialized professional who
have studied and worked in a determined country and intend to move abroad with the
possible purposes of increase their specific competences or have more career
opportunities. This large movement opportunity contributes to increase the
phenomenon of health globalization, making a complex series of social and
economic changes involving the above mentioned typologies of medical tourists as
well as an extended quantity of professionals around the world. As we have seen
previously the health market presents a extremely specific series of possibilities and
treatments which is possible to purchase all over the world. Thanks to the media, the
internet, and advertising especially on the net, it is possible and relatively easy to
state that the international health market is a strongly competitive business activity
that involves not only single nation, but also whole continents which sometimes base
their offer on peculiar elements which at times makes a certain kind of technological
equipment, prestige of a determined clinic, or even just the climate which sometimes
could be more or less suitable to face a certain kind of convalescence.
107
37
It is also clear that visiting foreign countries with the objective to be treated presents
a not indifferent series of potential risks for the consumer. Behind what can actually
seems as a great opportunity, economically and qualitatively speaking, it is possible
at times to find something which is actually poor in quality or worse, it can even
bring to potential harms for the patient. We have talked a lot about how to make the
most right decision in the first part of the thesis.
8.2 GLOBALIZATION, MEDICAL TOURISM KEY
Once we have seen the hugeness and clarified the constant development of the
International health market, mainly thanks to web publicity, it is relatively easy to
figure how the globalization and the internet have influenced positively this
phenomenon. It is also foreseeable how in a social context the potential consumer
37
www.hulihealth.com
108
(or tourist) who benefits of the international health services, doesn’t settle for handy
health treatments, it is in fact rather common that he aspires to alternative treatments
on global scale, at times it deals with forefront treatments or experimental
procedures. After all this is common in every product or service we usually buy,
starting from food or electronics products, that’s the main effect of globalization:
everything is apparently within everyone’s reach, everything is on sale. At the
beginning of the century, Medical Tourism didn’t have so much space in the
international marketplace, contrarily to Health Tourism, it mainly was considered as
a section of health business, which consisted principally in a niche activity. Today it
is essential to underline how Medical Tourism represents a peculiar opportunity to
save money for consumers and at the same time an excellent resource carefully
focused by those health systems which realized how this phenomenon can be
profitable. Being Medical Tourism an extremely recent and worldwide activity, it is
often difficult to find concrete estimates and agreed points of view about it and it is
therefore hard to figure if it will be the new frontier of health industry or if this
phenomenon will be destined to decrease and then to disappear.
As we have previously affirmed, in the most of the cases Medical Tourism presents
itself as a controversial and debated topic, inasmuch as the definition of the term
often is interpreted differently by the observer and scholars. The hugeness of the
phenomenon, the socio-politic peculiarities, standards of examinations, the relatively
recent origin of Medical Tourism, the disagreeing dissimilarity of the opinions
available on the net, make the elaboration of concrete estimates an extremely
difficult procedure which is constantly debated and discussed by a multitude of
scholars, professionals and through worldwide conferences.
109
One of these disagreeing opinions is represented by the comparison between the
McKinsey analysis of 2008 and the one operated by Deloitte Center for Medical
Solution in 2007. In this part we intend to examine more specifically the difference
between two different points of views, which observed the same phenomenon with
different concepts about the details it is made of. Both the studies intended to
estimate in the best way possible the flow of U.S. patients who annually left the
country with the purpose to be treated abroad. In 2007, Keckley and Underwood38
at
Deloitte estimated that the number of patients who left the country for the
aforementioned reason was approximately 750’000, furthermore, they agreed about
the fact that Medical Tourism would have increased so much to touch an
approximate amount of patients/medical tourists comprise between 3 and 5 million
by 2010. It is important to mention the opinion expressed by Ehrbeck et al. in the
Handbook on Medical Tourism and Patient Mobility, which affirms that in the global
amount of medical tourists, U.S. patients represent only 10% of that number, and this
would mean that the complete amount of people annually travelling around the world
with medical purposes are approximately comprise between 30 and 50 million.
The main objection to the Deloitte analysis comes from McKinsey, we have talked
about is definition of the various typologies of medical tourist in the introduction,
and that is exactly one of the disagreeing point which constituted the different points
of view of the studies. Mc Kinsey in fact, affirmed in 2008 that the Medical Tourism
global market was estimated between 60’000 and 85’000 patients who annually were
treated abroad. Anyway this data acquired credibility only confirming the definition
of Medical Tourist as:
38
Paul Keckley, PhD, Executive Director, and Howard Underwood, MD, Senior Manager and Fellow,
at The Deloitte Center for Health Solutions.
110
“people whose primary and explicit purpose in traveling is medical treatment in a
foreign country”39
In this specific estimate, it doesn’t figure the patients who are treated through day
hospital or day surgery, in addition the analysis operated by McKinsey tends to
transmit that the typology of medical treatment is directly proportioned to the cost of
the medical intervention, in any way the market policy is about to change in a
opposite sense especially in countries whom economic development is emerging, the
so called developing countries. Those specific market policies have seen in fact the
creation of health services which are constantly increasing in quality and reliability
together with the employment of a high-level specialized staff, coming from high
quality hostelry sectors relative to developed countries in order to confer to the
specific activity a certain prestige and always more professional. An important factor
is constituted obviously by some degree and certification usually released by
trustable bodies of international evaluation which can attest the reliability of the
service or the activity. The McKinsey analysis give a peculiar relevance to the factor
connected to the patient mobility which allows to examine the phenomenon linked to
the movement opportunity seen the different exigencies which characterize variously
the patients. Those typologies of patients are clearly explained in the chapter “Who’s
the Medical Tourist”, so we just report here below the definitions:
1. Temporary visitors abroad
2. Long-term residents
3. Outsourced patients
39
McKinsey, Mapping the market of Medical Travel, http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/McKinsey%20Report%20Medical%20Travel.pdf
111
How we have seen, the birth and the growth of Medical Tourism, whereas extremely
recent and worldwide doesn’t have agreeing and shared data and in most of the cases
the studies performed based their research and their results on different schools of
thought, usually using approximate estimates or partially trustable data. In the study
performed by Deloitte Center for Health Solutions40
in 2008 it is actually denied the
thesis elaborated by McKinsey, which as we have seen affirm that the approximate
number of Medical Tourist in 2007 was around 750’000. So, being almost
impossible to find some concrete estimates to precisely quantify the yearly flow of
medical tourists who every year leave their origin country to be treated abroad, we
can affirm practically the same thing about what concern the annual profit of this
international market, anyway in this specific case, the Deloitte opinion and the one
supported by Marc Piazolo e Nurşen Albayrak Zanca41
agree about approximate the
figure to 60 billion US dollars. Then, having briefly examined the data provided by
McKinsey and Deloitte, we can also roughly affirm that, globally speaking, the
yearly flow of Medical Tourism consumers fluctuates between 50’000 and 60
millions of people.
America represents a really active continent in the matter of Medical Tourism, it is
actually as foreseeable extremely advanced about medical technology, vanguard
treatments in different health fields and sophisticated training of physicians. The
different health systems legislations are at times different from state to state, it allows
the possibility to move from a state to another in order to your own exigencies. It
40
Deloitte – Medical Tourism: Update and Implications,
http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/Deloitte%20Report%2020091023.pdf
41
Marco Piazolo, Nurşen Albayrak Zanca - Medical Tourism - A Case Study for the USA and India,
Germany and Hungary, pag. 140
112
means a great possibility as for the US citizens as for foreigners who see America as
the principal way to satisfy their medical care. It is important to affirm that for US
citizens there are more facilitations about low cost flights, accommodations and
settle in modalities. A great number of foreigners generally believe that the American
health system is too expensive, and this is not an unshared thought, 47% of the
American population doesn’t have medical insurance and this is one of the main
reason why a lot of people choose to move abroad, especially to South America to
get high quality medical treatments, this relevant peculiarity differentiates US from
other industrialized countries which instead have a more accessible universal health
insurance system. Southern countries such as: Brazil, Argentina, Bolivia and Mexico
represent some of the most appreciate medical destination to those people who are
not covered with a health insurance in US. In 2000 di WHO42
classified the US
health system as the most expansive state in matter of accessibility. In 2014 the
Commonwealth Fund43
managed a study which classified and evaluated medical
treatment performances in order to 5 different indicator groups: Quality care,
Access, Safe care, Efficiency, Equity, Health lives and general health. The study we
mentioned is called Mirror, Mirror on the Wall - How the Performance of the U.S.
Health Care System Compares Internationally44
. Among the states examined by the
42
WHO, World Health Organization 43
The Commonwealth Fund is a private foundation that promotes a high performance health care
system providing better access, improved quality, and greater efficiency. The Fund’s work focuses
particularly on society’s most vulnerable, including low-income people, the uninsured, minority
Americans, young children, and elderly adults. The Fund carries out this mandate by supporting
independent research on health care issues and making grants to improve health care practice and
policy. An international program in health policy is designed to stimulate innovative policies and
practices in the United States and other industrialized countries. 44
MIRROR, MIRROR ON THE WALL How the Performance of the U.S. Health Care System
Compares Internationally, Karen Davis, Kristof Stremikis, David Squires, and Cathy Schoen June
2014.
113
survey the United States of America are in the last position, meanwhile the first
places are awarded to Great Britain, followed by Switzerland, then Sweden.
45
Contrarily to its overseas relative, the United Kingdom health service, called NHS46
is classified in first position. Nevertheless the huge amount of money the US invest
in their health system, America stands fast on keeping its care access preclusive only
to those people who have health insurance coverage. The United Kingdom ranks first
in quality, access and efficiency; one of the main reasons why NHS is so active and
functional is represented by its affordable cost of health care, whereas it spends in
fact less than 2,008 £ per head instead of the 5,017 £ in the US. In addition, the NHS
45
Taken from MIRROR, MIRROR ON THE WALL How the Performance of the U.S. Health Care
System Compares Internationally 46
National Health Service - The U.K. health system. The NHS is one of the world's largest publicly
funded health services.
114
came third among the countries with the shorter waiting time list to medical
treatment. The only negative fact of unquestionable relevance about NHS is
constituted by the low record in keeping people alive. It is actually possible to see in
the table that the section related to “healthy lives”, which includes infant deaths, and
deaths of people who would have survived if treated in time, the UK comes 10th
.
Doctor Mark Porter, responsible chief of the BMA47
, said the fund's findings were
"clear evidence that our NHS is one of the top-performing healthcare systems in the
world." Anyway he also hurried to add that the service achievements are temporarily
difficult due to different issues such as a multitude of increasing patient demand,
staff shortages and falling funding is undermining the very foundations of the NHS,
as is the incessant short-term interference from several politicians. “Those pressures
represent a real threat to our work and to our high-quality health care system.” Said
Doctor Porter.
What we can state with a certain conviction is that, being Medical Tourism a
worldwide phenomenon which is rapidly growing in availability, quality and access
facility, it represents an industry extremely flourishing and vital in a ongoing
development and spreading phase. This actually means an always more rapid and
unpredictable growing process whose economic impact is extremely unspeakable.
8.3 MEDICAL TOURISM TOP DESTINATIONS
As we said, Medical Tourism is becoming a flourishing and profitable industry.
Many countries all over the world, in Europe, Asia and South America, are getting a
47
BMA - British Medical Association
115
huge success thanks to the multitude of medical care offers to foreigner people from
other countries. The reasons why so many people look for medical treatments abroad
has been mentioned previously, principally due to: their need to find high quality
medical services for a fraction of the cost in their home countries. It is important to
mention that not all the service offers findable on the internet are reliable, one of the
indicators which makes a service trustable and safe, is represented by the possession
of certificates and graduation internationally recognized as high quality guarantee.
One of the more trustable certificates is released by JCI48
. Moreover, a lot of
countries, which by this point of view see other nations as proper competitors offer
more than a simple medical care service they usually combine for instance what can
be a surgical operation with some comforts such as local tourism opportunities or spa
sojourns of various kind (thermal baths, sun bath, massages etc.). Patients Beyond
Borders49
estimates that in 2015 approximately 900,000 Americans went outside the
U.S. to find medical treatment and the number has been rising consistently over the
last decade. But medical tourism phenomenon is not limited to America. Patients
Beyond Borders details that about 8 million patients from around the world seek
overseas treatment contributing to a global industry valued at somewhere between
$20 billion and $40 billion. The typology of medical treatment mainly purchased
consist in cosmetic surgery, dentist surgery, cardiac surgery or fertility treatments.
There is anyway also a huge number of people who choose to be treated abroad also
to seek help and medical competences to face serious diseases and ills like tumors,
48
JCI, The Joint Commission International is an organization that evaluates international hospitals
based on rigorous quality and outcome standards. 49
Patients Beyond Borders is one of the world’s most trusted source of consumer information about
international medical and health travel.
116
HIV, liver hepatitis. Here below we show some of the most selected destinations in
medical tourism field:
Malaysia
This Federal State, hosts yearly more or less half million medical tourists. It is one of
the most available health care provider in dermatologic field. According to the
MHTC50
, 60% of foreigner patients come from Indonesia. Consumers also visit for
In vitro fertilization, oncology, general surgery, and gynecology procedures. In 2013,
it was reported that between 560,000 and 700,000 medical tourists visited Malaysia.
If we compare US healthcare systems to MHTC, we find that the approximate saving
range is comprise between 60 and 85% of the total expenditure.
India
A recent report from Deloitte Center for Medical Solutions forecasts that India’s
medical tourism market will grow to nearly $4 billion, doubling what it was just
three years ago. According to Patients Beyond Borders, of the 250,000 international
patients, the majority head to cities like Bangalore, Chennai, Hyderabad, Mumbai
and New Delhi. One of the most significant private medical systems in India is
certainly the Apollo Hospital Group. This society symbolizes one of the largest
medical business activities all over the world. The Apollo Hospital Group is
composed of 41 hospitals and over 8,000 beds in the country but it has private clinics
also abroad as for instance in South Africa. The specialized Apollo staff doesn’t
manage only medical treatments offers, its job also consists in arrange entire travels
and stays in the country they also offer advanced services such as daily packages
between India and the United States for deliveries from insurance companies and
50
MHTC, Malaysia Healthcare Travel Council
117
American hospitals. India represents one of the newest vanguard frontiers in medical
tourism, the most common treatments they perform are several and they have a
extremely high success rate, most of them consist in bypass surgery, hip replacement,
organ transplants, or just about anything you can think of, all at prices that are
usually between 70 and 90% cheaper than in the United States.
Costa Rica
Medical Tourism industry is extremely developed in Costa Rica and the flow of
incoming tourists grows every year. Although the health system is constantly
improving, Costa Rica is mainly known for beaches, abundant national parks, jungle
adventures, but it’s also become a popular package destination for those people who
look for medical procedures alongside the normal sightseeing. The most known
surgical aspect which push the people to choose Costa Rica is mainly represented by
cosmetic surgery (especially facelifts and breast enhancements which are regularly
performed). If we make a economic comparison between US cosmetic surgery costs
and those of Costa Rica, the approximate saving range is about 50% of the total
expenditure. But it doesn’t involve only cosmetic surgery, it is possible to perform
complicated procedures for an average of 60% less than in the United States.
Thailand
Over the last ten years, Thailand turned itself in a vanguard country in relation to
Medical Tourism. It is often considered as one of the first destinations to those
people who want to combine medical treatments with a vacation time. In 2010 the
amount of foreigner patients reached 1,8 million people. Thailand can praise
internationally accredited high-level medical structures, its medical system is in fact
developed and efficient. Some of the medical structures are classified as high-quality
118
service by the JCAHO51
which in 2002 released to Thailand a prestigious certificate.
The Thailand hospital staff is highly-qualified whereas a lot of surgeons, medical
caretakers, physicians etc. often come from foreigner countries and have a lot of
references. The medical performance costs are significantly lower than those offered
by developed countries, for the same health treatment, for instance cosmetic and
plastic surgery. Contrarily to Italy, no medical structure has waiting list, this
peculiarity is strictly connected to the low (although rising) number of people who
don’t have medical insurance (which in Thailand generally costs less than a euro).
According to an article of IMTJ52
:
“Medical tourism should generate earnings in excess of $3 billion in 2015, from
income earned by private hospitals listed on the Stock Exchange of Thailand
according to Kasikorn Research Centre, a subsidiary of Kasikorn Bank. This
represents revenue growth of up to 15% year-on-year.
The number of medical treatments provided to international tourists by Thai private
hospitals is expected to reach 2.81million in 2015, up 10.2% year on year. This is not
the number of medical tourists, as one person can have from one to twenty
treatments even on one visit; and the numbers include a large number of local
expatriates.”
51
The JCAHO is an abbreviation for Joint Commission on Accreditation of Healthcare
Organizations. It is an organization made up of individuals from the private medical sector to develop
and maintain standards of quality in medical facilities in the United States. JCAHO publishes a large
body of literature designed to improve the quality of health services, and which can aid in the
accreditation process for a health care facility. 52
The IMTJ is an abbreviation for International Medical Travel Journal. It was established in 2007 in
response to the increasing interest in medical travel and medical tourism. It embraces many of the
themes that challenge healthcare providers across the world - insurance, accreditation, marketing and
promotion, quality, patient safety, levels of care and experience in treating international patients.
119
Brazil
It is the fifth largest country in the world and the largest in South America, the
Brazilian plastic surgery market is the second world’s biggest; the state boasts in fact
about 4’500 licensed cosmetic surgeons. The majority of foreign patients are treated
in Sao Paulo and Rio de Janeiro which are the most populated and largest cities. The
smaller destinations are represented by Recife, Porto Alegre and Santos. The most
requested treatments consist in liposuction, facelifts, dental implants, and hair
transplants, but also new procedures like internal bras, lipo-selection, jet peel skin
rejuvenation, and thread lifts, all at prices about half of what people usually pay in
the US or UK. Although Brazil boasts an incredible amount of cosmetic surgery
services, there are almost 40 JCI-certificated medical structures which offer more or
less the same medical services which are possible to find everywhere. Every year
more than 55’000 people from bordering countries (Uruguay, Bolivia, Ecuador) visit
Brazil only to be treated. The great medical tourism impact in Brazil was facilitated
by the relatively life low cost and by its easy access possibility, being a coastline
state located along the Atlantic Ocean it is reachable by road, air and sea. The
national government requires to those people who travel to obtain medical treatment
a touristic visa.
China
It represent one of the latest countries which tried to capitalize Medical Tourism, but
despite the recentness of this phenomenon, China believes to can attract a massive
amount of foreigner patients due to its medical treatments and healthcare costs
relatively low and a various and increasing number of specialists and physicians ,
120
high-level technology in medical field, and multi-lingual personnel. Most of the
patients who visit China to benefit of its progressive health system are attracted by
the vanguard tumor-treatments, cardiology, orthopedics and nevertheless TCM53
.
The national Chinese healthcare system is extremely sophisticated, the government
decided to apply the prestigious JCI standards of quality and safety to their hospitals,
and there are over 25 JCI-accredited facilities in China. About treatments variety
China offers a multitude of services such as: advanced kind of stem cells therapy,
oncologic surgery, radiation oncology, dentistry and a wide range of fertility
treatments.
9. CONCLUSION
At the end of this analysis on Medical Tourism phenomenon, we assume possible to
state that the development rate will keep on growing and improve its accessibility
together with always easier and cheaper movement ways, still for several years. As
reported by Deloitte Center for Health Solutions (DCHS), we support the ten
predictions about Medical tourism for 202054
:
53
TCM, Tradidional Chinese Medicine. It originated in ancient China and has evolved over
thousands of years. TCM practitioners use herbal medicines and various mind and body
practices, such as acupuncture and tai chi, to treat or prevent health problems. 54
http://www2.deloitte.com/global/en/pages/life-sciences-and-healthcare/articles/healthcare-and-life-
sciences-predictions-2020.html
121
1. Health consumers in 2020
Informed and demanding patients are now partners in their own healthcare
2. Health care delivery systems in 2020
The era of digitized medicine—new business models drive new ideas
3. Wearables and mHealth applications in 2020
Measuring quality of life not just clinical indicators
4. Big Data in 2020
Health data is pervasive—requiring new tools and provider models
5. Regulation in 2020
Regulations reflect the convergence of technology and science
6. Research and Development in 2020
The networked laboratory—partnerships and big data amidst new scrutiny
7. The pharmaceutical commercial model in 2020
Local is important but with a shift from volume to value
8. The pharmaceutical enterprise configuration - the back office
in 2020
Single, global, and responsible for insight enablement
9. New business models in emerging markets in 2020
Still emerging, but full of creativity for the world
10. Impact of behaviors on corporate reputation in 2020
A new dawn of trust
122
Eventually, we wish this analysis could be carried on in future in order to monitor in
the best accurate way possible this phenomenon which is constantly and
unforeseeably changing on the base of cultural, social and politic events.
123
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