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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003) TESI DI DIPLOMA DI MEDIATORE LINGUISTICO (Curriculum Interprete e Traduttore) Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA “TURISMO MEDICO: EVOLUZIONE E ANALISI DI UN FENOMENO CONTEMPORANEORELATORI: CORRELATORI: Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.Paul Nicholas Farrell Prof.ssa Marie François Vannecke Prof.ssa Claudia Piemonte CANDIDATO: GIACOMO MAZZOCCHI ANNO ACCADEMICO 2014 /2015

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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)

TESI DI DIPLOMA

DI

MEDIATORE LINGUISTICO

(Curriculum Interprete e Traduttore)

Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle

LAUREE UNIVERSITARIE

IN

SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA

“TURISMO MEDICO: EVOLUZIONE E ANALISI DI UN FENOMENO

CONTEMPORANEO”

RELATORI: CORRELATORI:

Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.Paul Nicholas Farrell

Prof.ssa Marie François Vannecke

Prof.ssa Claudia Piemonte

CANDIDATO:

GIACOMO MAZZOCCHI

ANNO ACCADEMICO 2014 /2015

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Ai miei genitori,

senza i quali nulla di questo sarebbe stato possibile.

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Indice

Introduzione al Turismo Medico, pag. ...................................................................... 1-5

Origini del Turismo Medico ........................................................................................ 6

Cenni storici sul Turismo medico in occidente, pag.................................................................... 6-12

Cenni storici sul Turismo medico in medi oriente, pag. ............................................................ 12-19

Cenni storici sul Turismo medico in oriente, pag. ..................................................................... 19-29

Società europee in rapporto alle prime forme di Turismo medico ............................ 29

Termalismo in Grecia, pag. ....................................................................................................... 29-31

Termalismo Romano, pag. ........................................................................................................ 31-36

Talassoterapia, Idroterapia e Crenoterapia, pag. ....................................................................... 37-44

Cenni storici sulla medicina europea ......................................................................... 45

Medicina nel rinascimento europeo, pag. .................................................................................. 45-51

Medicina europea tra il XVII e XVIII secolo, pag .................................................................... 51-57

Medicina europea dall’ XVIII secolo al dopoguerra, pag ......................................................... 57-63

Globalizzazione: la chiave per il turismo medico pag ............................................................... 63-68

Turismo medico, legislazione europea vigente, pag ............................................. 68-73

Turismo medico, il mercato della sanità privata ........................................................ 74

Asia e Turismo medico, pag ...................................................................................................... 74-79

Come scegliere, pag. ................................................................................................................. 80-83

Tourisme Médical, Définition et aperçus historiques, pag. .................................. 84-89

Comme les nations gèrent le tourisme médical, pag. ................................................................ 89-99

Wellness culture and Medical tourism, pag. ..................................................... 101-103

Who’s the medical tourist? Pag. ........................................................................................... 103-107

Globalization, Medical tourism key, pag.............................................................................. 107-114

Medical tourism top destinations, pag. ................................................................................. 114-120

Conclusion, pag ................................................................................................. 122-123

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1. INTRODUZIONE AL TURISMO MEDICO

In un mondo sempre più improntato sulla ricerca dello “star bene” sul piano fisico e

mentale tanto da poter accennare all’esistenza di una vera e propria cultura del

benessere, è ormai convenzione comune avere a che fare con una moltitudine sempre

più vasta e specializzata di ambienti ospedalieri all’avanguardia. Parallelamente a

questa ricerca non solo dello “stare bene” ma anche del “cercare di stare meglio” è

ormai in fase di rapido sviluppo una branca del turismo sempre più di maggiore

dominio internazionale come il turismo medico o turismo sanitario, da molti

considerato come la nuova frontiera della medicina moderna. Ma procedendo per

gradi, la definizione più accurata e aggiornata del “turismo” è fornita dal WTO

(World Tourism Organization – Organizzazione Mondiale per il Turismo) che lo

descrive come: "l'attività di coloro 1che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi

dal proprio ambiente abituale per un periodo non superiore ad un anno

consecutivo per svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività

remunerativa all’interno dell’ambiente visitato”.1

In questa analisi ci proporremo di far luce su questo fenomeno così ricco di

sfaccettature analizzandone l’ insieme degli eventi facenti parte dell’ excursus storico

mondiale che hanno portato la società a creare questa nuova frontiera di turismo.

Prima di iniziare a illustrarvi le due definizioni che ci siamo proposti di operare per

chiarificare il fenomeno, riportiamo la suddivisione categorica del concetto di

turismo sanitario inteso da Joan C. Henderson nel 2004, prima studiosa a definire i

vari ambiti in cui il Turismo Sanitario è suddiviso:

1 Per diverse definizioni di turismo si veda anche Burkart e Medlik (1974), Safari (1977) e la rassegna

proposta in Hunt e Layne (1991).

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1. Area della “malattia” – caratterizzata da servizi di

diagnostica, interventi chirurgici urgenti, servizi odontoiatrici, etc.

2. Area del “miglioramento” – propria della chirurgia plastica

3. Area della “riproduzione” – inerente a trattamenti per la

fertilità e la procreazione assistita

4. Area del “benessere” – caratterizzata da servizi quali:

agopuntura, massaggi, cure termali

Alcune definizioni e teorie di pensiero relative al Turismo Medico o Sanitario

risultano spesso discordanti dalla suddivisione operata da Joan C. Henderson. E’

opportuno pertanto fare chiarezza sulla distinzione di fenomeni apparentemente

identici e che seppur strettamente correlati presentano una caratterizzazione

fortemente distinta l’uno dall’altro. I concetti che in quest’introduzione ci

proponiamo di analizzare vedono in primo piano la figura del Turismo Medico

(relativo a ciò che l’OECD2 intende come Medical Tourism) e il Turismo Sanitario

(relativo a ciò che l’ OECD3 intende come Health Tourism):

Turismo Medico o Medicale: con questo concetto ci si riferisce a

quel tipo di turismo che vede il consumatore scegliere di intraprendere un

viaggio oltre i confini nazionali con l’intenzione di ricevere una precisa

tipologia di assistenza o trattamento medico. Nella maggior parte dei casi, i

trattamenti medici in questione sono relativi all’ odontoiatria, chirurgia

estetica, chirurgia elettiva, o alla fecondazione assistita.

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OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) – OCSE (Organizzazione per

la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)

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Turismo Sanitario: la definizione di questo concetto è ben espresso

da Carrera e Bridges (2006, p.447) che indicano questa tipologia di turismo

come la possibilità individuale di intraprendere viaggi organizzati al di fuori

del proprio paese d’origine per assicurarsi il mantenimento, il miglioramento

o il ripristino del proprio stato di benessere relativo al corpo e alla mente.

Questa definizione dalle accezioni estremamente ampie, relega il concetto di

turismo medicale a un viaggio organizzato all’esterno della giurisdizione

medica del proprio paese di origine per ottenere un intervento clinico che

consente il miglioramento o il ripristino della propria salute.

Nicola Magri definisce esaurientemente il fenomeno relativo al turismo medico come

la decisione di: “recarsi all’estero per le proprie cure mediche con l’obiettivo di

accedere a un sistema sanitario di qualità a prezzi accettabili”4. Ma cosa spinge una

quantità sempre crescente di persone a intraprendere questi più o meno brevi

spostamenti in giro per il mondo e a affidarsi alla professionalità di specialisti

stranieri? Le motivazioni principali sono essenzialmente due: i tempi di attesa

relativamente brevi e i costi di prestazione sensibilmente ridotti rispetto a quelli

offerti in patria. Seppure avremo modo di constatarlo successivamente con più

accuratezza, è da tenere in considerazione anche la qualità rappresentata dalle

strutture che offrono tali servizi, il più delle volte si tratta di cliniche private

all’avanguardia gestite da professionisti del settore sempre ben inclini e preparati a

soddisfare le richieste dei clienti più esigenti.

4 Nicola Magri, Panorama per i giovani, 2008

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In che modo tuttavia è possibile comprendere l’attendibilità dei servizi offerti dalla

pressoché illimitata offerta del mercato delle prestazioni mediche? E’ bene prendere

coscienza del fatto che in molte aree del mondo in cui vengono eseguite operazioni

di chirurgia estetica prive di certificazioni, ma non solo in alcune zone viene

effettuato il trapianto di organi su base puramente illegale e/o in strutture clandestine.

Come fare a riconoscere dunque l’attendibilità di chi si propone di sottoporci a un

trattamento tanto importante? La maggior parte delle strutture ospedaliere si

sottopone a uno schema di certificazione internazionale presso le diverse

associazioni indipendenti (negli Stati Uniti la Joint Commission International e in

Gran Bretagna il Trent Accreditation Scheme). In modo totalmente autonomo, i

pazienti tramite Web e secondo alcuni semplici criteri di ricerca, hanno la possibilità

di identificare rapidamente la clinica specializzata più adatta alle loro esigenze con

costi, nella stragrande maggioranza dei casi, inferiori rispetto al paese d’origine e

magari ottenendo un trattamento migliore, senza la necessità di affrontare liste

d’attesa interminabili.

Questo fenomeno turistico dettato dalla ricerca di cure mediche a buon mercato non

ha guadagnato unicamente l’interesse delle singole persone, in particolare europei e

nordamericani, bensì anche un vasto numero di compagnie assicurative che stanno

testando attualmente alcuni piani di outsourcing per le prestazioni mediche all’estero,

puntando il dito prevalentemente su America Latina, Est Europa e Asia, mete presso

le quali i costi di permanenza e relative performance mediche dalle tipologie più

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varie sono disponibili a prezzi talvolta convenienti per una moltitudine di clienti il

cui numero è in costante crescita nel mercato della sanità internazionale.

Al fine di analizzare al meglio questo fenomeno relativamente recente, occorre

prendere nota dei motivi storici che hanno scaturito l’esigenza di intraprendere viaggi

destinati ad ottenere cure sanitarie più o meno specifiche. E’ superfluo ricordare che

il percorso che verrà affrontato ripercorrerà i fenomeni storici e geopolitici

dall’antichità dei bagni termali, passando le innovazioni scientifiche della medicina

occidentale e le caratterizzazioni a stampo spirituale della medicina orientale, fino

alla rivoluzione industriale europea e alla nascita dei più avanzati sistemi di

comunicazione che hanno facilitato e facilitano l’accessibilità a quello che il corso

dei secoli ha condotto a quello che oggi possiamo definire come Turismo medico o

Turismo sanitario.

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2. ORIGINI DEL TURISMO MEDICO

2.1 CENNI STORICI SUL TURISMO MEDICO NELL’OCCIDENTE

Se intendiamo considerare il precursore dell’attuale fenomeno relativo al turismo

sanitario come la semplice volontà individuale o collettiva di spostarsi dove la

tecnologia e le scoperte in campo medico siano più avanzate, nel corso della storia, è

possibile cominciare a riferirsi a tale usanza addirittura fin da prima che la storia

stessa iniziasse. I primi spostamenti volti alla ricerca e all’ottenimento di cure,

possono datarsi infatti al periodo preistorico del neolitico (9000 – 3300 a.C.), dove

l’uomo, in particolare sciamani e saggi delle tribù iniziarono a mostrare un interesse

sempre maggiore per le patologie contagiose e a iniziare a custodire e tramandare il

sapere utile e la preconoscenza del male ai giovani. La malattia era di fatto vista

come la dimostrazione fisica e percettibile del male stesso, un caso da studiare,

osservare e tramandare. E’ superfluo dire che agli albori della storia umana, le

conoscenze relative al campo medico erano molto vaghe e spesso sconfinavano

nell’ambito esoterico o magico pur di ottenere una risposta plausibile ai malesseri

dell’uomo e dunque si può parlare non di una scienza medica bensì di una medicina

sacerdotale della quale figure come sciamani o sacerdoti religiosi erano i diretti

rappresentanti. Le stesse pitture rupestri, solitamente rappresentanti scene di caccia

dal valore apotropaico, riportano testimonianze attendibili risalenti all’età della pietra

dimostrando che l’uomo primitivo era solito assumere minerali, semi, piante, radici e

sostanze organiche al fine di combattere i propri malanni e auto conservarsi. Di

medicina, intesa come “arte di curare malattie” si inizia a parlare solamente verso

l’età del bronzo (2200 – 800 a.C.), ma nonostante la distanza cronologica nella

preistoria, il concetto di medicina non si dissocia da pratiche empiriche o

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stregonesche, nelle quali l’uomo è sempre stato incline ad affidarsi quando nel

momento in cui non disponeva di ulteriori alternative. Le malattie infatti, come anche

la moltitudine di espressioni della natura nell’antichità erano spesso e volentieri

associate a un qualche intervento operato da uno spirito o una divinità. Assieme a

rituali mistici ed esoterici, vi è anche un abbondante bagaglio di congetture,

cognizioni ed esperienze che formano le radici più o meno profonde di ciò che è oggi

il patrimonio della scienza attuale. La figura del medico-sciamano o medico-

sacerdote quindi, rimasta vincolata molto a lungo fino a quando il pensiero

dell’uomo non ha iniziato a capacitarsi di giudicare che spesso e volentieri la natura

stessa forniva la soluzione ai malesseri dell’uomo e si arrivò al punto in cui, tramite

esperienze dirette o tramandate, l’essere umano abbandonò quasi definitivamente

l’idea che la guarigione individuale fosse legata prettamente a un intervento divino o

soprannaturale tanto che ne scaturì appunto la scissione funzionale e simbolica fra:

medico e sacerdote. In un periodo temporale come la preistoria è difficile riuscire a

individuare un fenomeno che possa essere identificato come papabile precursore del

turismo medico, in quanto la società era raccolta in nuclei tribali distinti e

solitamente territoriali, non vi era dunque la possibilità concreta di poter effettuare

uno spostamento dall’entità variabile per ricevere cure presso uno sciamano o

sacerdote specifico, in virtù anche del fatto che la medicina intesa come scienza che

abbia come scopo lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie era a un livello

ancora primitivo e spesso e volentieri non era associato che a cerimonie spirituale

talvolta anche crudeli.

Il concetto di medicina intesa come vera e propria professione, in occidente

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comparirà grazie ad Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.), geografo, filosofo e medico

greco, il quale introdurrà alcuni dei concetti che tutt’oggi fanno parte della medicina

moderna come ad esempio: il dialogo medico-paziente, il concetto di dieta e il

giuramento del medico. E’ importante sottolineare che la concezione fondamentale

della medicina Ippocratica nasce e si sviluppa sugli studi condotti dalla medicina

mesopotamica, in particolare babilonese e egizia. Ippocrate rivoluzionò il concetto di

medicina tradizionale, precedentemente legato alla teurgia (ovvero una pratica

cerimoniale greco-romana risalente al periodo pre-cristiano che aveva come obiettivo

richiamare le divinità per inserirle in un essere inanimato, un oggetto o simili.)

eseguendo studi mirati ad affrontare ed analizzare alcune patologie che si possono

trovare all’interno del Corpus Hippocraticum ovvero una raccolta comprendente

all’incirca una settantina di temi scritti in greco antico nel corso di diversi secoli e

contenente testimonianze in campo medico e relativi studi fra i quali si annoverano:

l’epilessia e la peste, ma non solo, a cura di Ippocrate stesso vi si trovano cenni

sull’utilità dell’acqua di mare riscaldata per la cura delle ferite a fini preventivi, lo

studioso infatti dedicò ampio spazio all’analisi delle acque da un punto di vista

decisamente attuale e scientifico verso caratteristiche quali: i composti organolettici

presenti nell’acqua, i caratteri chimici, l’uso dei bagni a seconda delle patologie e gli

effetti di acque calde e acque fredde sul corpo umano. Nonostante non vennero

trattate dallo studioso le azioni terapeutiche connesse alle caratteristiche idro-

chimiche all’epoca era già noto alle popolazioni limitrofe alle sorgenti termali, come

ad esempio le acque sulfuree apportassero effetti terapeutici specifici per la cura dei

dolori muscolari o articolari o per l’azione risanante di patologie relative

all’epidermide. Nel trattato vi sono raccolte anche nozioni risalenti alle scuole

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mediche che praticavano scienza medica nel periodo precedente a Ippocrate, fra

queste possiamo elencare quelle di quelle di Cirene, Rodi, Cnido e Cos. All’interno

del Corpus Hippocraticum non sono presenti unicamente scritti e testimonianze di

Ippocrate ma anche alcune opere partorite dalla mente di alcuni suoi discepoli.

All’interno di questa raccolta sono presenti alcune linee guida necessarie per il

trattamento del paziente, come ad esempio: la necessità di analizzare il malato

tenendo conto di fattori quali: la temperatura corporea, l’aspetto esteriore, la

respirazione, le secrezioni, l’urina e le scariche. Una delle dottrine fondamentali della

medicina Ippocratica è quella della patologia umorale, secondo la quale gli elementi

del corpo umano e della vita sono formati da quattro distinti tipi di umore presenti

all’interno del corpo umano: Sangue, flemma, bile gialla e bile nera. La scuola

ippocratica sosteneva anche che la chiave per la guarigione individuale fosse insita

nell’organismo umano e che in esso risiedesse la tendenza alla guarigione e al

decorso delle malattie. Sfortunatamente, a seguito della morte di Ippocrate, nella

seconda metà del IV secolo il prestigio sociale attribuito ai medici e ai guaritori subì

una rapida riduzione.

La dottrina medica Ippocratica non subì cambiamenti radicali fino all’affermarsi del

pensiero di Claudio Galeno, figlio di un matematico ed architetto, questi nacque nel

129 d.C. a Pergamo (Asia minore) dove nel primo periodo della sua vita compì studi

di filosofia prima di dedicarsi alla medicina ed essere istruito da molteplici mentori

nelle città di Smirne, Alessandria e Corinto. Nonostante Galeno conservasse e

applicasse tecniche e teorie della medicina tradizionale tramandate dagli

insegnamenti di Ippocrate come la dottrina degli umori, egli rivoluzionò

completamente l’impostazione della diagnosi, della prognosi e della terapia, non più

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generica come quella professata dalla precedente dottrina, ma attribuita e mirata ai

singoli organi malati, dando così inizio alle varie branchie di specializzazione della

medicina occidentale. Galeno, tramite una ricca serie di scritti, diede luogo a una

vera e propria rivoluzione del concetto finora conosciuto di medicina, che verrà

intesa come arte e vera e propria scienza (Galenismo) e i quali concetti e metodi

rimarranno invariati fino al rinascimento, fu inoltre il primo a pensare che l’anatomia

costituisse il primo mezzo necessario alla comprensione e allo studio del corpo

umano. Seppure Galeno si definì prettamente un filosofo, i suoi studi in merito alla

logica scientifica svilupparono le teorie elaborate dagli stoici e da Aristotele tempo

addietro, fornendo così alla medicina conosciuta un carattere più espositivo e volto

all’uso del ragionamento. Elaborò lui stesso una linea di pensiero secondo la quale lo

studio del corpo non potesse limitarsi unicamente all’osservazione delle struttura

anatomiche visibili quali ad esempio: organi interni, tessuti, ma dovesse risalire agli

elementi primari che secondo il suo pensiero componevano il corpo, ovvero: acqua,

aria terra fuoco con le rispettive caratteristiche: freddo, caldo, fluido e solido. Galeno

non abbandonò molte delle caratteristiche esplicate da trattati di medicina risalenti ai

tempi più antichi, come il Corpus Hippocraticum, tanto da continuare anch’egli a

sostenere la teoria degli umori propria di Ippocrate.

Durante l’alto medioevo il concetto di medicina rimase saldamente vincolato ai

trattati di Galeno e di Ippocrate e venne condizionato e in alcuni sensi rivoluzionato

da almeno tre fattori principali caratteristici dell’epoca, primo fra tutti era costituito

dalle condizioni igieniche e alimentari degli abitanti del continente europeo. Nel

corso del medioevo, infatti, si assiste a una vera e propria crisi dei regimi alimentari

ed igienici: la mancanza di sistemi fognari era spesso un elemento importante nella

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nascita e diffusione di morbi pestilenziali talvolta cronici ed epidemie, complice

attivo anche la dieta essenzialmente povera a base quasi esclusivamente di cereali e

legumi. Il secondo fattore che condizionò apertamente il concetto di medicina lo si

può ritrovare nella religione, la dottrina professata dal cristianesimo aveva modellato

la formazione sociale delle persone come anche il loro modo di intendere la realtà e

di pensare. In un epoca tanto scossa da conflitti, pestilenze e stenti non fu difficile

per la chiesa imporre concezioni attraverso le quali le persone riuscirono ad acquisire

speranza e conforto, questo determinò man mano l’affermarsi sempre più deciso del

potere ecclesiastico anche in materie ad esso profane come la scienza medica. La

diffusione delle pestilenze e delle malattie, portarono la chiesa e di conseguenza

l’uomo a intendere i morbi e i malesseri come una caratteristica propria dell’umanità,

voluta appositamente da Dio come continuazione del peccato originale di Adamo ed

Eva, infatti non per niente l’eziologia di qualunque patologia era sempre attribuita a

un peccato, talvolta magari compiuto involontariamente dal paziente contro Dio, o

ciò che la chiesa considerava abietto o impuro. Portare a considerare dunque le

epidemie come espresso volere di Dio, dona alla malattia una connotazione positiva e

giusta da parte dell’uomo, dando così modo di nascere alla pedagogia della

sofferenza, che influenzerà radicalmente le riflessioni di stampo religioso nei

confronti delle malattie e che incentiverà lo sviluppo delle pratiche assistenziali,

specie nelle popolazioni cristiane. Durante il medioevo nasce e si sviluppa il terzo

fattore, ovvero il concetto di hospitalitas che prevedeva l’accoglienza e l’assistenza

di degenti e a seguito del Concilio di Orléans, avvenuto nel 571, monaci e funzionari

religiosi predisposero e fecero costruire lungo le rotte di pellegrinaggio più percorse

e conosciute degli ospizi quasi sempre situati nei pressi di chiese e monasteri.

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L’hospitalitas non fu il primo fenomeno del suo genere nella storia, già da prima del

tredicesimo secolo esistevano gli hospitium, le domus hospitalis e le xenodochia, con

l’unica peculiarità che queste strutture avevano la funzione di accogliere solamente

stranieri e viandanti e non malati o bisognosi di cure mediche, a quel tempo i malati

erano soliti essere curati a casa secondo le regole e le parole di Cristo presenti nella

Bibbia: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt. 25; 36). La denominazione latina

hospitale deriva da hospes, che vuol dire ospite e successivamente il termine

“ospedale” è rimasto utilizzato nelle lingue europee, in francese: hôpital, in inglese:

hospital e in spagnolo: hospital. Sebbene il concetto ospedale inteso in senso

moderno inizi a prendere forma fra il tredicesimo e il sedicesimo secolo, durante

l’alto medioevo queste strutture erano costituite principalmente da una forte valenza

religiosa che era incline a mettere al primo posto la cura dell’anima più che la salute

fisica.

2.2 CENNI STORICI SULLA MEDICINA MEDIORIENTALE

Partendo dalle aree geografiche più vicine al continente europeo e nelle quali è

possibile denotare progressivi sviluppi in campo medico, non si può non menzionare

i popoli mesopotamici e gli antichi egizi. C’è da notare che queste popolazioni hanno

sempre associato la medicina alla magia e alla teurgia per far fronte alle malattie e

alle epidemie che in alcune circostanze e in alcuni momenti storici hanno afflitto i

popoli. La storia della medicina mesopotamica può collocare il proprio sviluppo

approssimativamente fra l’anno 4000 e il 2000 a.C., allora il concetto di medicina

non era inteso se non alla luce di associazioni col mondo magico o teurgico, con una

nota inclinazione empirica sempre interpretato in senso occulto o mistico. Le cure ai

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malesseri consistevano in gran parte in abluzioni e lavacri oltre che a sacrifici

espiatori che costituivano la parte spirituale e mistica del processo di guarigione. La

figura del medico era inteso come conoscitore della botanica in quanto uno dei

metodi di guarigione più diffusi nelle società mesopotamiche è costituito dall’utilizzo

di piante e vegetali con proprietà lenitive. L’esempio più pratico e concreto che può

essere associato al turismo medico moderno è attribuibile ai templi di Gula, già attivi

in Mesopotamia dal quarto millennio a.C., persone provenienti da paesi limitrofi

infatti erano soliti raggiungere Gula per consultare medici-sacerdoti al fine di

ottenere una diagnosi per i propri malesseri. Spesso e volentieri questi viandanti non

si limitavano al consulto e si spingevano nel territorio sumero al fine di raggiungere

sorgenti calde presso le quali trovare ristoro. E’ quindi presumibile che l’uomo anche

a quei tempi attribuisse una valenza benefica alle acque calde delle sorgenti.

Fra il 3000 e il 1000 a.C. un’altra cultura si trova a costituire l’anello di passaggio tra

una fase della medicina teurgico-magica e quasi totalmente empirica: si tratta del

popolo egizio. Il clima caldo umido dell’Egitto era spesso il fattore principale della

comparsa e della diffusione di malattie a carattere epidemico che in più occasioni

hanno afflitto i popoli de Nilo. Gli aspetti igienici e medici della popolazione erano

sotto il controllo della casta sacerdotale, che aveva il compito di preservare la città

dalle epidemie. Il primo vero e proprio libro di medicina è da attribuirsi proprio al

popolo egizio e prende il nome di “ Embre o scientia causalitatis ”, questo scritto

conteneva rudimentali regole igieniche, mediche e mediche cui ogni persona doveva

adempiere, re e faraoni compresi. Nell’antico Egitto, la medicina aveva un carattere

fortemente ieratico ed era infatti praticata presso i templi direttamente dai sacerdoti,

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che usavano scrivere sulle colonne le regole mirate a preservare la salute

dell’individuo, ma non solo, anche testimonianze di guarigione, metodi lenitivi e

quanti più dati l’esperienza potesse fornire ai curatori. Fu proprio l’ Embre o scientia

causalitatis a riunire quasi tutti gli scritti accumulati sulle colonne dei templi così da

costituire il primo vero e proprio codice medico della storia, poi conservato presso il

tempio del dio Toth. I templi presso i quali era possibile essere curati dai sacerdoti

erano sparsi su tutto il territorio d’Egitto seppure i più conosciuti siano quello di

Panopoli, Menfi ed Heliopolis. Nella società egizia, nonostante la moltitudine di

templi e strutture potenzialmente atte ad ospitare malati e bisognosi, non si può

parlare di un vero e proprio fenomeno associabile a quello che oggi prende il nome di

Turismo medico, poiché, come afferma lo storico siceliota Diodoro Siculo (90 – 27

a.C.) le regole dell’ Embre erano utilizzate in gran parte da medici itineranti che

usavano lavorare nei grandi centri abitati e nelle grandi città. Come abbiamo avuto

modo di leggere nella società egizia la medicina era praticata da due figure, la prima

rappresentata dai sacerdoti e dalla classe sacerdotale e la seconda dai medici, liberi

professionisti con specializzazioni differenti, dall’ostetricia all’odontoiatria.

Inizialmente, furono solamente i sacerdoti ad occuparsi dell’aspetto medico e lenitivo

delle malattia, improntando sullo studio dei malesseri aspetti ieratici, ma dopo il

passaggio dalla medicina ieratica a quella demotica, ovvero trascritta e indispensabile

a chiunque avesse voluto intraprendere la carriera medica, si assiste alla comparsa di

figure indipendenti e itineranti che facevano della cura dei bisognosi e dei malati un

vero e proprio lavoro. La differenza che caratterizzava l’aspetto remunerativo fra

sacerdoti e professionisti era che i primi traevano sostentamento dalle rendite statali e

dalle tasse d’imbalsamazione, mentre i secondi usavano farsi pagare dai diretti

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interessati al termine del loro servizio. Dopo la nascita della medicina demotica, la

figura del faraone venne circondata da un’équipe di esperti medici, incaricati

unicamente della salvaguardia della salute del re. Singoli e sporadici casi di nobili

che provenivano dall’estero per farsi curare dai medici egizi si registrano a partire

approssimativamente dal X secolo alla metà del VI secolo a.C. questo è l’unico

esempio di viaggio volto all’ottenimento di cure mediche in un paese differente da

quello d’origine ed è il caso che maggiormente può essere associato al concetto di

turismo medico per come lo intendiamo oggi. Questi viaggi venivano compiuti con

lo scopo di sottoporsi a visite e ottenere consulti da parte dei medici egizi, che come

menzionato precedentemente godevano di un prestigio e di conseguenza di una fama

che li rendeva oggetto d’interesse da parte di diverse culture, come quelle

mesopotamiche, persiane e nord-africane. Occasionalmente, poteva essere il faraone

a inviare uno dei suoi medici per un consulto, ma questo avveniva poco spesso e

nella maggior parte dei casi era ritenuto un onore.

Il miglior esempio riguardante il concetto teurgico della medicina è senz’altro

attribuibile a quello del popolo ebraico fra il 1200 e il 550 a.C., la cui dottrina

affermava che Dio era l’unica e sola fonte di malattia e risanamento e che i suoi

sacerdoti, ovvero gli uomini scelti direttamente dal Signore, sono considerati

strumenti di guarigione. Nella civiltà ebraica antica la figura del medico era tenuta in

grandissima considerazione anche se alla base di tutto non può non trovarsi Dio in

quanto creatore di piante, minerali, parti di animali e sostanze organiche utilizzabili

come medicamenti. Nelle tecniche di guarigione dell’antica civiltà ebraica come

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anche in quella cristiana altomedievale, l’attenzione per l’igiene era sempre

secondaria a quella per i precetti religiosi e spirituali.

La cultura che segna un vero e proprio passaggio dalla medicina teurgica alla magia

è rappresentato dalla medicina assirobabilonese (1792-323 a.C.). La parte religiosa

risiede principalmente nel concetto eziologico secondo il quale l’ira divina nei

confronti di una persona consente a entità demoniache di aggredirla causandone la

malattia, tant’è che i babilonesi e gli assiri usavano associare un demone per ogni

patologia. In molteplici occasioni per la cura e la guarigione dalla malattia inflitta da

questi demoni i sacerdoti mesopotamici ricorrevano a rituali esoterici quali esorcismi

ed è proprio tramite queste procedure che la magia si inserisce nell’aspetto

terapeutico generale. Durante le diagnosi, teurgia e magia procedono di pari passo,

ma entrambe focalizzano buona parte delle attenzioni sull’analisi del fegato ritenuto

all’ora l’organo più importante in quanto fonte di sangue. All’interno del codice di

Hammurabi vi era raccolta una serie di norme deontologiche nella sezione

riguardante la chirurgia in cui sono elencati compensi e pene per chi compie questo

tipo di attività. Sfortunatamente i testi e gli scritti medici dell’era mesopotamica non

sono giunti ai nostri tempi, nonostante numerose tavole d’argilla rechino molte

informazioni riguardanti pratiche mediche ed empiriche che nella cultura

mesopotamica erano molto frequenti. Particolare importanza era data alle piante e

alle erbe (più di 250 tipologie elencate su tavolette in argilla) dotate di poteri curativi,

dono che secondo la cultura mesopotamica proveniva dalla benevolenza di una

divinità nota come Aura Mazda (3000 – 2000 a.C.). I mesopotamici, erano dunque

convinti che la malattia (in assiro chiamata Shêrtu, che significa: impurità, peccato)

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non fosse altro che un castigo voluto dalle divinità, tant’è che i medici di quel

periodo in primo luogo erano soliti prima indagare sulle azioni passate del paziente e

solo secondariamente esaminavano i sintomi. Le scuole di formazione per i medici

erano tenute all’interno dei templi e i corsi comprendevano la pratica e lo studio delle

tavole d’argilla contenenti gli insegnamenti. Anticamente i medici mesopotamici

venivano chiamati Asu che letteralmente significa “Colui che conosce le acque”, essi

esercitavano la professione di medico presso la corte o venivano assunti dalle

famiglie aristocratiche. Della cura dei ceti più bassi si occupavano i Gallubu, un tipo

di figura molto simile a quella dei barbieri medievali, essi si occupavano di svolgere

visite, diagnosi, sottoporre pazienti a terapie fino anche a compiere operazioni

chirurgiche. Altre figure, come gli Ashipu invece, erano coloro che si occupavano

degli esorcismi e dei rituali spiritici.

L’ultima cultura che ci proponiamo di analizzare è quella araba, o meglio islamica.

Abbiamo scelto di collocarla per ultima solamente in virtù del fatto che la nascita

della religione islamica è la più tardiva rispetto alle altre, e si colloca storicamente

nel momento della nascita di Maometto, ovvero nel 570 d.C. a La Mecca, in Arabia

Saudita. Senza cimentarci troppo sulle vicende che vedono Maometto come profeta

del credo islamico, analizziamo le peculiarità relative alle tecniche mediche proprie

della cultura islamica che fino al secolo successivo continuerà a basarsi quasi

esclusivamente sui testi greci di Ippocrate e Galeno tradotti in siriano e arabo. Il

primo medico arabo identificabile fu Al-Harith ibn Kalada al-Thakesi, nato a La

Mecca nel 670 d.C., ricevette istruzione a Jundishapur dove ebbe come paziente il re

persiano Cosroe II; tornato in terra natale divenne amico del profeta Maometto. Un

grande contributo alla ricerca scientifica araba si deve all’alchimista Jabir ibn

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Hayyan, nato a Ṭūs attorno al 721 e morto nell’ 813 d.C., che può considerarsi a tutti

gli effetti il padre di questo antico sistema filosofico. A lui si deve l’invenzione di

molte apparecchiature da laboratorio e l’introduzione della pratica della distillazione

per la purificazione dell’acqua, i suoi studi lo portarono alla classificazione di un

vasto numero di sali, alcali e acidi. Scoprì le caratteristiche del mercurio e produsse

la soda caustica e l’acido solforico. Produsse una grande quantità di testi scientifici

raccolti nel corpus geberiano, che rappresenta una pietra miliare dell’alchimia. Molti

dei termini usati tutt’oggi in campo chimico come: alcol, alcalino, alabicco, aldeide

così come un ampio numero di rimedi naturali quali: il tamarindo, la mirra, la sena,

la canfora, il mercurio, l’ambra grigia ecc. sono di matrice araba. Numerose altre

scoperte e invenzioni in campo matematico, quali: l’algebra (concetto che verrà

introdotto nelle società occidentali grazie alle traduzioni ad opera di Gerardo da

Cremona, XII sec.), le tavole trigonometriche, il calcolo dell’integrazione e

dell’equazione fanno parte del patrimonio culturale arabo. Fra l’ VIII e il XI secolo,

la l’arabo diventò la lingua veicolare in campo scientifico, basti pensare che nel X

secolo si assiste alla prima fioritura della medicina arabo-persiana tramite un

processo di sistematizzazione, ampliamento e completamento dei testi antichi che

conferì a questo sistema medico una netta superiorità scientifica rispetto alle società

occidentali. Notevole peso viene attribuito ai testi medici scritti in età medievale, fra

i quali le enciclopedie mediche di Abu Bakr Muhammad ibn Zakariya al-Razi (854 –

925 d.C.), il medico persiano al-Maǧūsī (autore del Kitāb Kāmil al-ṣinā῾a al-

ṭibbiyya, ovvero “La summa dell’arte medica” nella quale viene spiegato l’utilizzo di

molti farmaci composti e le modalità d’assunzione) e il medico, filosofo e fisico

persiano Avicenna (980 – 1037 d.C.), scrittore di trattati di medicina teorica e

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pratica, anatomia del corpo umano e patologie. Avicenna, godette di una fama e di un

rispetto esemplare, tanto che i suoi contributi in campo scientifico quali: studi

alimentari, sull’influenza del clima e dell’ambiente sulla salute, sull’effetto degli

analgesici e della musica e dei suoi effetti sullo status fisico e psicologico dei

pazienti ecc. vennero riconosciuti in Italia e in Francia dove era valorizzato più dei

testi tradizionali di origine greca. I metodi e gli studi di Avicenna saranno studiati e

tenuti in gran considerazione fino al XVII secolo e si può affermare che per secoli

nessun medico poté ignorare i suoi insegnamenti.

2.3 CENNI STORICI SUL TURISMO MEDICO IN ORIENTE

La medicina orientale non è raggruppabile in un singolo ceppo o sistema di usanze e

parlarne come se fosse un unico corpo guidato dalle stesse tradizioni e usanze è un

errore. E’ opportuno operare una rigida distinzione fra quelli che anticamente erano i

sistemi medici tradizionali più conosciuti, fra essi troviamo: La medicina Cinese, la

medicina Tibetana e la medicina tradizionale Indiana, meglio nota come Ayurveda.

Ognuna di queste millenarie tradizioni sono frutto di cultura, usanze, costumi e studi

che fra loro solitamente non combaciano a causa di fattori geopolitici quali: lo

spazio, la difficoltà di percorrenza delle lunghe distanze, la lentezza della diffusione

dell’informazione e le guerre ma che in secondo luogo possono identificarsi tutte

come un’ espressione completa dello spirito e della cultura che hanno contribuito alla

formazione del sapere medico tradizionale nel corso dei secoli. Trovare punti in

comune tra queste è possibile, specie in riferimento alla scienza occidentale come ad

esempio: il concetto di energia, che seppur definito in modi sempre differenti a

seconda della cultura è il diretto responsabile delle condizioni di armonia o

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inquietudine del cosmo, del corpo e della mente. Da questo concetto deriva la

concezione di malattia intesa come perturbazione di un equilibrio. La medicina

orientale, contrariamente a quella europea, è solita indagare più le cause che i sintomi

della malattia ed è per questo dotata di un altro fondamentale principio filosofico che

prende il nome di olismo, secondo il quale ogni cosa è funzionale e nulla è da

escludersi. Al fine di ottenere un quadro più nitido delle peculiarità proprie delle

culture orientali mediche più antiche, è necessario operare una distinzione che possa

permetterci di trattare l’argomento affrontando singolarmente ognuna delle tradizioni

mediche sopracitate, a partire dalla medicina tradizionale Indiana:

“L’Ayurveda (in sanscrito: ) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin

dall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale.

L'Ayurveda è, al 2015, ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano con

diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese. Negli Stati Uniti la pratica

dell'ayurveda è consentita nell'ambito dell'esercizio delle terapie complementari. Non

c'è alcuna prova scientifica che l'ayurveda sia efficace per il trattamento di una

qualsiasi malattia. Preoccupazione è stata espressa in relazione ai prodotti ayurvedici:

diversi studi negli USA mostrano come circa il 20% dei rimedi farmaceutici

ayurvedici prodotti in USA e in India contengano metalli pesanti

come piombo, mercurio e arsenico ad un livello tossico per l'uomo.”5

La parola Ayurveda è composta dai termini Ayus (Vita) e Veda (Conoscenza o

Scienza) significa “Conoscenza della vita” o “Scienza del vivere”. All’interno del

Charaka Samhita, il più antico e autorevole trattato sulla medicina indiana è riportato

5 Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Ayurveda

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che: Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi e

quelli sfavorevoli, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta

della lunghezza della vita e della vita stessa”.6

Sebbene le primissime testimonianze che accertano l’esistenza di un sapere medico

organizzato risalgano attorno al 2000 a.C. e si ritrovino nell’ Atharava Veda,

(L'Atharva veda è una delle quattro suddivisioni canoniche dei Veda, nonché uno dei

quattro libri Veda la cui datazione è incerta sebbene sia collocata

approssimativamente a vari millenni prima di Cristo. Il nome può essere reso come

"Veda degli Atharvan", essendo le Atharva formule propizie a carattere teurgico,

adoperate durante alcune cerimonie sacrificali della religione vedica). Numerosi

studi però si trovano in gran parte concordi sull’identificazione di due principali

periodi:

Il periodo Vedico: durante il quale il trattamento delle patologie

consisteva principalmente in complesse pratiche spirituali note come yajna

durante i quali venivano recitati i mantra o mantram (brevi formule sonore

sacre ) e nell’assunzione di medicine a base di erbe.

Il periodo dei Samhita o post-Vedico: durante il quale il sapere

medico viene sistematicamente organizzato in alcuni trattati chiamati

Samhita. In questa fase storica della medicina indiana l’approccio

diagnostico-terapeutico diventa più razionale e scientifico nel senso in cui

questi termini sono intesi oggi.

La medicina indiana o Ayurvedica risalente al periodo Samhita, infatti combacia

cronologicamente col periodo in cui vengono eseguiti i primi studi Ippocratici in

6 Charaka Samhita I, 41

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campo medico, ma al contrario del tipo di medicina di matrice greca antica, l’

ayurveda viene utilizzata tutt’oggi in diverse parti del mondo. Da molti questa

tipologia di medicina alternativa è difesa e ritenuta utile quanto efficace tanto da

essere considerata complementare della medicina occidentale e riveste al giorno

d’oggi un ruolo degno d’attenzione poiché in essa sono contenute scoperte utili alla

medicina del passato e anche per quella futura, assumendo l’aspetto di una scienza

della quale la fragile umanità è stata messa a parte al fine di preservarsi senza

necessitare di ricerche, analisi o complessi esperimenti tipici della scienza moderna.

Non è difficile infatti sentire parlare dell’Ayurveda in maniera restrittiva e limitativa

come di un insieme di pratiche erboristiche naturali, fisioterapiche e comprensive di

metodi di rilassamento e purificazione associate alla cosmesi. La sostanziale

differenza che caratterizza la medicina occidentale da quella indiana si ritrova nel

fatto che la prima focalizza la propria attenzione sulle manifestazioni patologiche con

spirito critico e un approccio specialistico mentre la seconda ritiene che le malattie

affliggano sia la mente che il corpo e che questi due aspetti non debbano mai essere

curati in modo separato. Questo tipo di medicina infatti, comprende universalmente

tutti gli aspetti del benessere da quello fisico a quello psichico fino a quello spirituale

prendendo d’interesse tutto ciò che è consueto da ciò che invece lo è meno. Il

concetto di “salute” si può ritrovare definito all’interno del Sushruta Samhita, uno dei

più antichi testi della medicina Ayurvedica:

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“La salute è quella condizione nella quale i principi fisiologici del corpo sono in

equilibrio, la digestione è efficiente, i tessuti sono in condizione normale, le funzioni

escretorie sono regolari e mente, sensi e spirito sono pienamente appagati”7

Uno dei concetti fondamentali nella medicina tradizionale indiana è quello

appartenente alla Tridosha,che compone i principali fattori fisiologici che occorre

mantenere in equilibrio al fine di conservare un buon livello di salute. I Dosha,

termine che letteralmente significa “impurità” sono: Vata, Pitta e Kapha:

Vata: rappresenta la condizione di movimento e attivazione e

controlla le funzioni nervose, circolatorie, respiratorie, di locomozione ed

escretorie.

Pitta: riguarda la condizione di termogenesi e trasformazione.

Controlla le funzioni digestive, endocrine e metaboliche.

Kapha: riguarda la condizione di coesione e struttura. Sotto il

suo controllo si trovano i fluidi, la produzione e accumulo di forza vitale ed è

il dosha responsabile della lubrificazione delle articolazioni e delle immunità.

Queste entità e le relative funzioni operano tutte in sinergia in modo da garantire una

salute ottimale nell’individuo. E’ interessante constatare come il Tridosha abbia a

che vedere con la teoria moderna della neuroimmunoendocrinologia in quanto le

caratteristiche relative ai tre Dosha corrispondono rispettivamente a quelle del

sistema nervoso endocrino e immunitario. L’ultimo cenno che ci proponiamo di

osservare riguarda la peculiare completezza del sistema medico ayurvedico che già

migliaia di anni fa era estremamente studiato e articolato, le varie scuole dell’antica

7 Paolo Bellative, La complessità in medicina. Fondamenti di un approccio sistemico-dinamico alla

salute, alla patologia e alle terapie integrate, 2009, Pag. 12

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India offrivano infatti la possibilità agli studenti di specializzarsi in un ambito

medico ben preciso:

“Kayachikitsa - Medicina Interna

Shalvatantra - Chirurgia

Shalakia Tantra - Oftalmotorinolafingoiatria

Kaumabarabhritya - Pediatria

Agadatantra - Tossicologia

Bhutavidya - Psichiatria

Rasayana - Scienza del Ringiovanimento

Vajikarana - Scienza degli Afrodisiaci”8

La seconda medicina tradizionale che ci proponiamo di analizzare consiste nella

medicina tradizionale Tibetana, un antico sistema medico fondato sulla psicologia e

sulla filosofia buddhista, sostenitrice della tesi secondo il quale tutto ciò che in natura

non è tangibile e visibile dipenda dalla mente individuale e dai cinque elementi. La

mente, nella medicina tibetana viene considerata alla base di ogni cosa poiché tutti i

momenti e tutte le esistenze dipendono da essa, pertanto la mente è considerata come

diretta creatrice di ogni fenomeno esterno e interno. La manifestazione di mente e dei

cinque elementi avviene tramite l’energia, concetto proprio anche delle altre

tradizioni mediche orientali. Parte essenziale della tradizione medica tibetana è

8 http://www.ayur-veda.it/ayurveda/le-otto-branche-dellayurveda

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rappresentato dall’albero della medicina, figura riportata spesso su molteplici scritti e

divisa verticalmente in due parti, chiamati rami. Il ramo di sinistra si occupa della

salute mentre quello di destra riguarda la malattia. Alla base della medicina tibetana

sono presenti anche tre differenti umori: il vento, la bile e la flemma. Causa

dell’esistenza di questi tre umori sono i tre veleni della mente rappresentati da: odio,

attaccamento e ignoranza. I tre veleni mentali sono rappresentati nell’albero della

medicina come le radici dell’albero mentre gli umori prendono le sembianze dei

frutti, i tre umori sono dunque i frutti dei tre veleni mentali. Questi tre veleni sono le

principali cause delle malattie, che secondo la medicina tradizionale tibetana sono

classificate in tre gruppi, il primo gruppo racchiude le malattie profondamente

radicate, ne sono esempi: Handicap, disordini genetici e così via, questo tipo di

malattie sono causate dalle vite passate e l’unico rimedio parziale che questa

tradizione medica si propone per affrontare la malattia è di agevolare chi ne soffre. Il

secondo gruppo comprende tutte le malattie che derivano da altre condizioni: esse

includono disordini e squilibri generati e alimentati da fattori esterni: ambiente,

inquinamento, clima e altri fattori; questa categoria di malattie è molto soggetta ad

analisi nella medicina tibetana in quanto questo genere di malattie sono molto

comuni, un esempio potrebbe essere un caso di asma derivante da uno stile di vita

condotto in un ambiente urbano o con un alto tasso di inquinamento. La terza

categoria comprende le malattie immaginarie, queste si riferiscono alle malattie

psicosomatiche che i tibetani imputano all’intervento di forze maligne e dannose.

Sebbene nella medicina occidentale la tendenza ad attribuire le cause dei malesseri

ad entità sovrannaturali si perda con la nascita della figura del medico inteso come

professionista nel medioevo, nella medicina tibetana tutt’oggi è attribuito alle entità

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maligne gran parte delle malattie che affliggono il sistema nervoso e vengono trattate

nella maggior parte dei casi con rituali spiritici. Nel momento in cui un paziente

viene esaminato, nella medicina tibetana è valutato a seconda di cinque differenti

fattori che ne determineranno l’equilibrio: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Questi

elementi possono apparire astratti e assumere una connotazione mistica, ma sono in

realtà entità corrispondenti a condizioni pratiche che suddividono le aree esaminative

del corpo: la terra rappresenta l’aspetto solido corpo, l’acqua ai fluidi in esso

presenti, il fuoco al calore corporeo, l’aria ai gas presenti nel corpo ma anche

all’energia del sistema nervoso, lo spazio invece si riferisce alla collocazione degli

organi all’interno del corpo. La malattia dunque è intesa come uno squilibrio fra

questi cinque elementi. Secondo la medicina tibetana, superare la malattia è possibile

solo equilibrando i cinque elementi e salvaguardare la mente da squilibri dovuti ad

emozioni o atteggiamenti disturbanti, ovvero i tre veleni mentali che abbiamo

precedentemente menzionato. La diagnosi da parte del medico tibetano avviene

tramite ispezione visiva della lingua, delle urine e controllando il polso tramite

pressioni dei polpastrelli; a diagnosi ottenuta, il medico può procedere con

l’assegnazione di una cura. Il trattamento solitamente prevede una regolazione della

dieta, dello stile di vita e talvolta l’assunzione di medicine o di pratiche mediche

come l’agopuntura, trattamento praticato tutt’oggi e originario della medicina cinese,

come avremo modo di vedere a breve. Nella medicina tibetana le medicine sono

composte principalmente da erbe o minerali spesso mischiate insieme per poi essere

assunte prima dei pasti, l’effetto delle medicine varia in base al paziente, grande peso

per l’efficacia dipende dal karma di una persona, che nella medicina indiana

rappresenta un elemento molto importante per affrontare una malattia è infatti

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possibile che su due persone affette dalla stessa patologia che assumono lo stesso

farmaco, solo una delle due dimostri segni di miglioramento o addirittura guarisca.

L’efficacia della somministrazione varia a seconda di diversi fattori: la connessione

del karma in relazione alle vite passate, l’accumulo parziale o totale dell’energia del

karma per affrontare la malattia e l’atteggiamento della persona nei confronti della

malattia. Al giorno d’oggi, seppure la medicina tradizionale tibetana sia uno dei

sistemi medici più antichi della storia dell’umanità continua ad essere praticata e la

ricerca moderna in ambito tecnico-scientifico sta confermando i benefici di questa

antica tecnica.

L’ultima medicina tradizionale che ci proponiamo di analizzare è quella relativa

all’antica Cina:

I più antichi testi relativi alla medicina tradizionale cinese risalgono

approssimativamente al 3500 a.C. e proprio come quelli della medicina tradizionale

indiana vengono ancora oggi tenuti in considerazione attivamente in campo medico e

scientifico. Si tratta di un sistema strutturato di conoscenze sulla vita ed essendo di

per sé una scienza estremamente vitale è in grado di assumere molteplici

sfaccettature. Essa si fonda su un corpo teorico che si è evoluto e arricchito durante i

secoli fino a raggiungere una condizione tale da consentirgli di diagnosticare e

affrontare anche patologie relative ai tempi attuali, come la medicina antica

occidentale, quella cinese si basa sull’osservazione e l’interpretazione degli eventi

naturali. Nel concetto proprio della natura è immancabilmente presente l’uomo,

esempio vivente di come la natura sia equiparabile all’essere umano è il passaggio

dalle fasi di riposo a quelle di attività, associabili al buio e al giorno.

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Quest’associazione rappresenta storicamente il tentativo di spiegare i fenomeni

naturali con leggi naturali e pertanto la dissociazione della medicina dalla magia.

Secondo la medicina tradizionale cinese l’universo e l’uomo in esso compreso sono

percorsi da una corrente di energia vitale, psichica e fisica denominata (Qi)

responsabile di cambiamenti e trasformazioni. Quest’energia è diffusa nel corpo

tramite una serie di condutture in occidente chiamate meridiani che sono collegati

agli organi e agli apparati interni al corpo umano. Nella loro struttura ramificata

questi condotti in alcune parti del corpo si avvicinano alla superficie cutanea e queste

parti dall’origine ben nota e studiata sono quelle adoperate per la pratica

dell’agopuntura, la medicina tradizionale cinese infatti sostiene che agendo su

determinati punti si possa influenzare il corso del Qi. Data l’esposizione dell’uomo

ad influssi dall’entità e derivazione variabile, come per esempio causati dalla propria

costituzione, dal cielo (in merito ai cambiamenti climatici o meteorologici), dalla

terra (alimentazione e dieta), dallo stile di vita o dalle spinte emozionali che subisce,

l’uomo è spesso e volentieri soggetto a malattie. La comprensione della malattia

avviene in modo pratico: palpando, osservando e ascoltando il paziente in modo da

poter “vedere all’interno” attraverso i propri sensi e attraverso l’ “analisi”. Fra le

varie tecniche di guarigione che si sono andate progressivamente perfezionandosi nel

corso della storia possiamo trovare: la farmacologia, la dietetica, il massaggio, la

ginnastica medica e l’agopuntura.

Alcuni testi e pubblicazioni riguardo l’agopuntura e la medicina tradizionale cinesi

arrivarono su suolo europeo attorno al XVII secolo sebbene la pratica e la

conoscenza collettiva relativa a questa particolare branca della medicina non diverrà

popolare fino agli anni ’20 del ‘900 grazie a George Soulié de Morant (1878-1955)

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diplomatico francese, il quale fin dalla giovane età mostrò grande interesse per la

cultura e la lingua cinese. L’agopuntura consiste nel pungere alcune aree cutanee in

punti ben precisi tramite dei sottili aghi d’acciaio monouso con lo scopo

d’influenzare il flusso di energia all’interno dei canali che la diffondono nel corpo. Il

primo testo illustrato relativo alla pratica dell’agopuntura risale alla dinastia Song

(tra il 970 e 1279 a.C.) e ha impiegato molti secoli prima di venire portata in Europa

sotto il generico riferimento di medicina alternativa. Studi approfonditi basati sulle

risposte nervose generate dagli aghi inseriti in determinate aree del corpo hanno

dimostrato che le punture agiscono sulla sensazione di dolore controllando le

endorfine, neurormoni e neurotrasmettitori ma non solo, fra i benefici apportati da

questa pratica possiamo trovare anche: Il rafforzamento del sistema immunitario, il

miglioramento di problematiche relative al livello ormonale e l’alleviamento di

dolori articolari, ossei e muscolari di vario genere. Storicamente, l’efficacia

dell’agopuntura venne ufficializzata solo dopo il 1935 a seguito degli ottimi risultati

riscontrati nella cura dell’Armata Rossa, tanto da portare il Presidente Mao a renderla

accessibile ed utilizzabile in molti ospedali.

3. SOCIETA EUROPEE IN RAPPORTO ALLE PRIME

FORME DI TURISMO MEDICO

3.1 TERMALISMO IN EPOCA GRECA

Il fenomeno del turismo medicale moderno nel mondo occidentale, affonda le

proprie radici nel contesto culturale appartenente alle civiltà mediterranee, in

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un’attività ben nota ai più come Termalismo, un costume proprio di numerose

popolazioni quali: greci, romani, fenici, ebrei, etruschi ed altri ancora. Nondimeno

popoli e società site nel medio oriente consideravano abluzioni e bagni termali come

prassi per lo svolgimento di cerimonie o pratiche religiose.

Le prime fonti che fanno riferimento ai bagni termali in occidente risalgono

all’antica Grecia, gli abitanti del Peloponneso infatti furono i primi fra le popolazioni

europee a gettare le basi di quel concetto che sarebbe poi divenuto nel corso dei

secoli il termalismo moderno. Gli stessi poemi omerici narrano dell’usanza degli eroi

a refrigerarsi e rilassarsi nelle acque calde o fredde a seguito di combattimenti o

gesta epiche. Una testimonianza ancora attualmente esistente è rappresentata dai

reperti archeologici siti presso la città cretese di Cnosso e le prestigiose vasche da

bagno in alabastro presenti ad Akrotiri sull’isola di Santorini, entrambe risalenti alla

metà del primo millennio a.C. Dato rilevante per la comprensione dell’importanza

rappresentata da queste acque è che originariamente alle sorgenti termali veniva

attribuita una valenza prettamente mitologica, legata alla benevolenza degli déi nei

confronti dei mortali che consideravano le terme come un modo per curare malattie o

alleviare dolori di vario genere. E’ proprio attorno a queste sorgenti che sono iniziate

ad essere edificati, col passare del tempo, veri e propri siti di balneazione per coloro

che, in cerca di cure, erano soliti lasciare offerte alle divinità nella speranza di

ottenere dunque l’agognata guarigione. Nonostante in epoca omerica la balneazione

termale fosse adoperata principalmente con finalità igieniche, orientativamente

attorno ai tempi di Ippocrate (medico e filosofo, vissuto attorno al 400 a.C. in età

ellenistica), si aggiunsero anche funzionalità lenitive e salutistiche ed è più o meno a

partire da questo particolare periodo storico che si iniziarono ad aggiungere

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all’usanza della balneazione termale anche pratiche vote alla salvaguardia della

salute come la sudorazione e i massaggi. Sempre nel V secolo a.C, attorno alle

sorgenti termali iniziarono a sorgere i primi Asclepia, ovvero santuari dedicati al

semidio Asclepio, strutture la cui finalità consisteva nello svolgimento di funzioni

terapeutiche eseguite da sacerdoti-terapeuti che si assumevano il compito di assistere

i pazienti affetti da disturbi psicosomatici. I bagni iniziarono dunque ad essere

alternati o combinati con esercizi ginnici tanto che in età ellenistica cominciarono a

comparire i precursori delle attuali palestre, noti come Gymnasium. Ai Greci non

viene attribuita solo la creazione dei suddetti Gymnasium, bensì anche quella dei

bagni pubblici ovvero aree di balneazione dotate di un forte carattere sociale,

accessibili previo pagamento e frequentatissime dai cittadini che li adoperavano con

fini igienici, sportivi e relativi alla cura del corpo. I primissimi bagni pubblici,

chiamati “Valania” sorsero a Micene e il primo grande poeta a cantarne le virtù

terapeutiche fu Pindaro, successivamente Erodoto ne osservò i benefici descrivendoli

minuziosamente. Ippocrate, dal suo canto non attribuì mai ai bagni un valore derivato

da forze sovrannaturali o da divinità, ma indicò le patologie per le quali è indicato

l’impiego delle acque termali. Per quanto riguarda i Gymnasium, questi erano

presenti in un gran numero di città ed erano composti nella maggior parte dei casi da

una palestra, dei bagni, di un’esedra, luogo spesso frequentato ed utilizzato da

personalità intellettuali come punto di ritrovo e filosofi e di piccole stanze dove il

cliente veniva lavato e successivamente unto con oli profumati, e sottoposto a

massaggi. Generalmente, i giovani dopo aver dedicato tempo a svolgere esercizi

fisici in palestra erano soliti concedersi un’abluzione nell’acqua calda per poi

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passare, dopo aver alleviato la fatica fisica, all’esedra per ricevere l’educazione

spirituale.

A causa della mancanza di molti degli elementi necessari alla formazione di un

fenomeno di portata internazionale come quello del turismo medico, l’antica Grecia

può unicamente riscontrare similitudini a carattere sociale con questo concetto così

moderno e in costante espansione, va da sé che: la mancanza di mezzi di trasporto, la

difficoltà rappresentata dai lunghi spostamenti e nondimeno la mancanza se non

addirittura l’irreperibilità delle informazioni necessarie a promuovere un fenomeno

che invogliasse chi potesse permettersi di compiere lunghi spostamenti al fine di

sottoporsi a cure mediche, era pressoché assente. Dato importante è costituito inoltre

dalle campagne belliche svoltesi tra il III e il II secolo a.C. fra Roma e la penisola

balcanica in gran parte controllata dai macedoni, un totale di tre guerre vennero

affrontate prima che, nel 146 a.C. la Macedonia, non divenne provincia romana a

tutti gli effetti, dando modo così alla cultura romana di impossessarsi e rimodellare il

patrimonio culturale greco.

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3.2 TERMALISMO ROMANO

A seguito della dominazione di Roma sulla penisola balcanica, la cultura romana

ereditò le usanze termali greche, agli inizi dell’era Repubblicana solo tramite la

creazione di bagni all’aperto con acqua fredda, caratteristica comune riscontrabile

ben presto anche presso abitazioni romane di proprietà dei patrizi, le cosiddette

domus. Successivamente molte case romane adibirono al bagno un’altra stanza

adibendo vasche per bagni caldi, sauna e massaggi a seconda delle disponibilità

economiche della famiglia. I primi stabilimenti termali pubblici erano piuttosto

piccoli e semplici, ma fu durante l’impero che il concetto greco di terme venne

rielaborato su vasta scala insieme a molte delle pratiche dei loro originali inventori,

erigendo aree balneari dalle dimensioni, funzionalità e complessità indiscutibilmente

maggiori rispetto a quelle proprie del popolo dell’ Egeo, tanto che ancora oggi è

possibile ammirarne la bellezza architettonica. Questi cambiamenti sopracitati

avvennero per molteplici ragioni quali la dimensione maggiore delle città e delle

popolazioni romane rispetto a quelle greche, la sempre più disponibile quantità

d’acqua che veniva trasportata per mezzo dei numerosi acquedotti e l’invenzione del

cemento, che facilitò di gran lunga la costruzione di strutture edili di sorta con costi

relativamente bassi. Va da sé che con la crescita e lo sviluppo dell’Impero Romano

anche il numero dei bagni aumentò progressivamente seppure all’inizio essi avessero

quasi esclusivamente la funzionalità igienica e non erano riservati solo a una singola

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classe sociale più abbiente bensì vennero concepiti anche per essere alla portata di

tutti.

Secondo fonti storiche, le prime terme pubbliche a Roma vennero create dal politico

e architetto romano Marco Vispasiano Agrippa nel 25 a.C., seppure già da circa 200

anni i balneum potessero considerarsi di per sé i precursori delle terme anche se in

forma privata in quanto erano parte delle domus, abitazioni riservate ai ricchi patrizi.

Gli stessi balneum, comprendevano infatti anch’essi l’apodyterium, lo spogliatoio, il

calidarium, la vasca contenente l’acqua calda, il tepidarium, la vasca contenente

l’acqua tiepida il frigidarium, ovvero la vasca contenente l’acqua fredda e il

Solarium, che presso le domus consisteva in una terrazza presso la quale era

possibile sottoporsi a bagni di sole. In seguito ad Agrippa, gli imperatori romani

continuarono a costruire terme pubbliche sempre più maestose e imponenti come se

si trattasse di una sorta di competizione per accumulare popolarità e il favore delle

classi sociali romane più basse tanto che le tariffe d’accesso venivano tenute molto

basse se non addirittura gratuite. Fra gli imperatori che hanno costruito le più

imponenti strutture termali a seguito di Agrippa ricordiamo: Nerone nel 65 d.C. ,

Tito nell'81 d.C. , Domiziano nel 95 d.C., Commodo nel 185 d.C., Caracalla nel 217

d.C., Diocleziano nel 302 d.C. e Costantino nel 315 d.C.. Alcuni di questi

stabilimenti, che avevano acquisito nel corso del tempo la figura di veri e propri

centri ricreativi polifunzionali, erano talvolta in grado di contenere più di 6000

persone.

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In antichità la terapia termale romana consisteva in un ciclo di cure della durata di

quattro settimane, la durata iniziale del bagno consisteva in 30 minuti e aumentava in

progressione fino a due ore per poi decrescere verso il termine del trattamento.

L’accesso ai bagni pubblici venne consentito alle donne nel 31 a.C. seppur in locali

differenti da quelli frequentati dagli uomini e in orari differenti. Si può dunque dire

che in epoca imperiale romana venne a crearsi una vera e propria “cultura termale”

che con la necessità sempre crescente di creare nuovi stabilimenti termali richiese di

attingere e sfruttare le sorgenti come per esempio le Acque Albule di Tivoli, presso

la cui sorgente venne eretto un maestoso stabilimento circondato dalle ville

appartenenti ad alcuni componenti dell’aristocrazia romana e divenne nell’arco di

breve tempo un’ambita meta di villeggiatura. Come già accennato in precedenza, le

terme romane non costituivano unicamente un mezzo attraverso il quale differenti

stratificazioni sociali potevano rilassarsi o cercare di porre rimedio ai propri

malesseri, bensì anche socializzare e vivere la propria quotidianità. Le Acque Albule

di Tivoli furono in più casi menzionate dagli autori dell’epoca per quanto riguarda le

loro proprietà terapeutiche. Alle porte di Roma le sorgenti di Viterbo e Stigliano,

invece, costituivano una tappa essenziale per i reduci e i veterani di guerra delle

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campagne di Gallia, qui i soldati erano soliti riposarsi prima del trionfale ritorno

nella capitale. Più a sud, nella penisola vennero edificate le terme di Pozzuoli, Ischia,

Pompei e del golfo di Napoli. Agli antichi romani si attribuiscono invenzioni quali la

pelo-iodoterapia che comprendeva l’utilizzo di fanghi estratti dai fondali dei laghi

marini che venivano utilizzati per compiere abluzioni e bagni. I medici romani

dunque, riconobbero l’azione terapeutica apportata dal’acqua sul corpo umano e

sotto la spinta degli studi del filosofo greco Ippocrate, anche figure mediche romane

come: Plinio, Galenco e Celso tentarono di identificare e classificare il rapporto tra le

caratteristiche fisico-chimiche ed azione terapeutica nonostante sia stato Erodoto

colui che stilò le documentazioni dei metodi relativi all’idrologia del tempo. Seppure

a seguito della caduta dell’impero romano le terme furono dismesse per molteplici

fattori quali: l’affermarsi della religione cristiana e della demonizzazione del corpo

nudo e il periodo di oscurantismo in campo medico derivante dal medioevo, non è

corretto accennare a una dismissione o a una cessazione della cultura termale in

quanto le cure termali vennero successivamente riscoperte per poi ottenere i dovuti

riconoscimenti in campo medico venendo sottoposte a studi sempre più accurati e

meticolosi che ne riconobbero e riconoscono tutt’oggi il peculiare potenziale

terapeutico per un gran numero di patologie. Anche in contesto storico relativo

all’antica Roma è difficile identificare un fenomeno che possa corrispondere al

turismo medico per le stesse ragioni proprie della popolazione dalla quale ha

ereditato un imponente bagaglio culturale in molteplici campi scientifici.

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3.3 TERMALISMO: TALASSOTERAPIA, IDROTERAPIA E

CRENOTERAPIA

La connessione esistente fra acqua e vita è sempre stata presente nella vita

dell’uomo, non solamente in quanto necessaria per il sostentamento dell’organismo,

ma anche sotto l’aspetto culturale, salutare e storico per la civiltà umana. Essa ha

rivestito e riveste tuttora un ambito fondamentale per una vita sana ma non solo, è

anche simbolo di vita e possiede una forte connotazione culturale per tutti i popoli

del globo. Ad oggi, per meglio determinare l’influenza che l’acqua ha rappresentato

per la salute e la cultura umana, è necessario ripercorrere le tracce che questo

elemento ha lasciato nel corso della storia umana attraverso i secoli.

I primi bagni sulfurei, cavità naturalmente presenti in natura, risalgono all’epoca pre-

villanoviana, passando poi per la civiltà egizia, fenicia greca, etrusca e romana. E’

proprio durante il lungo dominio quest’ultima che ai bagni termali viene associata

l’abilità innovativa e creativa dell’uomo e vengono creati complesse strutture

architettoniche che presero così in antichità il nome di thermae, in latino.

La definizione ufficiale di Termalismo, in Italia, risale al 28 settembre 1919 ed è

quella facente riferimento ad un Regio Decreto secondo il quale, sotto questo nome

si intende l’attività svolta presso gli stabilimenti termali nelle quali, in funzione di

finalità igieniche e/o terapeutiche, si pratica la pozione di acque minerali o l’utilizzo

di fanghi artificiali o naturali, muffe o limi, si sfruttano particolari cavità rocciose

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dotate di particolari condizioni di umidità e temperatura. Ci si riferisce dunque a

delle vere e proprie risorse naturali la cui valorizzazione è sovente seguita dalla

ricerca di nuove falde acquifere, alla loro captazione e conseguente opera di

adduzione, canalizzazione e sollevamento meccanico. La costruzione di stabilimenti

termali non manca quasi mai di una notevole complessità strutturale e architettonica,

dotata di locali ed apparecchiature necessarie per il perseguimento di trattamenti di

cura e prestazioni paratermali quali: fisiochinesiterapia, pneumoterapia e

talassoterapia. Quest’ultima, il cui nome greco deriva da cura (terapia) e mare

(thalassa), affonda le proprie radici in periodi molto remoti della storia antica, infatti

i primi a trarre benefici da questa procedura furono le antiche popolazioni del

mediterraneo alle quali erano ben note le proprietà curative derivanti dal mare e da

ciò che questa risorsa ha da offrire: alghe, sabbia, sole. La parola talassoterapia viene

coniata nel 1870 e appare per la prima volta all’interno di uno scritto appartenente al

medico francese Bonnardière d’Arcachon sebbene nel 1750, il medico inglese

Richard Russell pubblicò alcuni scritti che promuovevano la necessità di costruire

centri curativi che utilizzassero acque marine per la cura di patologie quali: la

tubercolosi e del rachitismo in paesi come l’Italia, il Belgio, la Francia e l’Inghilterra.

Condizione necessaria all’implementazione funzionale di uno stabilimento termale è

indiscutibilmente la necessaria presenza di acque minerali calde o fredde, anche se il

successo di un’attività di leisure costituita dai bagni termali dipende pesantemente da

condizioni quali: motivazione medica, il tenore di vita della popolazione e la

legislazione locale.

E’quasi impossibile parlare di termalismo senza accennare al suo diretto precursore:

la talassoterapia, che prevedeva abluzioni esclusivamente in acqua marina, cosa

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ancor più difficile è parlare di termalismo senza menzionare l’Idroterapia,

procedura ad esso ben più vicina. Con il termine idroterapia si intende quella terapia

specifica all’interno della medicina alternativa che vede l’acqua come elemento

principale per giungere alla guarigione. In questo caso si fa riferimento alle proprietà

delle acque termali, in quanto l’idroterapia nel termalismo annovera una moltitudine

di trattamenti quali: Bagni, docce, fanghi, gargarismi, inalazioni ecc. E’ importante

sottolineare che elementi come: la posizione geografica, la tipologia di acqua termale

presente e la di tecnica idroterapica praticata dallo stabilimento in questione siano

fattori determinanti per riconoscere la branca di specializzazione dell’impianto

termale così da conformarlo all’esigenza personale.

L’acqua termale in genere viene prelevata direttamente dalla sorgente, dove è calda e

ricca di minerali, la sua composizione chimica può variare a seconda di alcuni

elementi presenti in essa, pertanto è possibile trovare differenti tipi di acque:

Acque acidule: (ricche di anidride carbonica - CO2), adatte per la cura

di disturbi connessi alla digestione, alla gastrite e al diabete.

Acque alcaline: Adatte in caso di affaticamento epatico, diabete,

disturbi reumatici, problemi relativi alla circolazione sanguigna, gastrite,

psoriasi, malattie che comportano infiammazione di tessuti, sono altresì

adatte alla cura di emorroidi e cefalee croniche.

Acque bicarbonate: (ricche di carbonato di sodio - Na2CO3) adatte

alla cura di soggetti affetti da acidità di stomaco o da disturbi

gastrointestinali, calcoli biliari o problemi della colecisti.

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Acque calciche: indicate per la gravidanza, nella menopausa e nella

prevenzione dall’osteoporosi.

Acque carboniche: (indicate per bagni e inalazioni) contro

ipertensione, cellulite e problemi di circolazione sanguigna.

Acque clorurate: (ricche di cloruro di sodio - NaCl) indicate a

persone affette da disturbi epatici, biliari e intestinali, controindicate in caso

di disturbi renali.

Acque ferruginose: (ricche di ferro - Fe e arsenico - As) indicate

nelle affezioni ginecologiche e nei soggetti con carenze di ferro, malattie

della pelle o della tiroide.

Acque magnesiche: Adatte alla prevenzione dell’arteriosclerosi e per

combattere la stitichezza.

Acque radioattive: (ricche di radon - Rn), adatte alla cura di problemi

ginecologici e malattie dolorose come infiammazioni articolari e/o nevralgie.

Acque solfate: adatte alla cura di affezioni delle vie respiratorie come

ad esempio: laringiti, faringiti, sinusiti.

Acque sulfuree: Queste sono le acque maggiormente studiate ed

utilizzate per problematiche relative all’apparato respiratorio, un’acqua si

definisce sulfurea quando contiene un quantitativo pari o superiore a 1 di

anidride solforosa (H2S) per litro. I benefici che derivano da sono molteplici:

Una delle attività più note delle acque solforose sono certamente quelle

mucolitiche, infatti la presenza di zolfo aiuta a ridurre la viscosità delle

secrezioni sia tramite la scissione dei ponti di solfuro che stimolando il

sistema nervoso parasimpatico. Le acque sulfuree, inoltre svolgono

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un’attività eutrofica, ovvero: attivano il metabolismo cellulare e agiscono da

vasodilatatore che permette un maggiore afflusso di ossigeno e sostanze

nobili nei tessuti. Oltre all’azione muco-regolatrice ed eutrofica, le acque

sulfuree agiscono anche sui meccanismi di difesa, sono di fatti in grado di

permettere all’organismo di salvaguardarsi da agenti infiammatori endogeni e

da agenti pro-infiammatori esterni. Lo stimolo del sistema fagocitario

mononucleare induce alla reattività istogena ed umorale che comporta

un’azione antinfiammatoria. Le acque sulfuree possiedono anche un

antisettico diretto, in quanto i suoi effetti batteriostatici ed antimicotici

sortiscono un effetto riducente: di fatti, l’acido solfidrico tende a ossidarsi e a

formare solfati e zolfo, togliendo dunque ossigeno ai microrganismi. Alcuni

studi condotti presso l’università di Milano, nell’istituto di farmacologia

respiratoria ad opera del prof. Braga attestano che le acque sulfuree sono

dotate di proprietà antiossidanti, dato dalla rilevanza indiscutibile dal

momento che i danni da ossidazione, rappresentano i principali modi nei

quali il monossido di carbonio (fumo di sigaretta) e gli agenti atmosferici

provocano danni a livello respiratorio. I composti a base di zolfo presenti

nelle acque sulfuree vengono utilizzati e metabolizzati a livello cellulare

epatico, proteggendo il tessuto epatico da processi degenerativi grassi indotti

da tetracloruro di carbonio, mercurio, arsenico, fosforo e fenolo. Un'altra

peculiarità relativa alle acque sulfuree è rappresentata dal loro utilizzo per far

fronte a reumatismi o a patologie legate all’artrite, sotto questo di punto di

vista infatti, esse agiscono da potente antidolorifico naturale. E’ anche

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dimostrato che chi è affetto da patologie simili presenta spesso e volentieri

livelli di zolfo decisamente inferiori rispetto alla media.

Lo zolfo presente nell’acqua può stimolare il tessuto epiteliale per la produzione di

collagene, aiutando dunque a migliorare l’elasticità della pelle e può rivelarsi un

ottimo deterrente contro le rughe.

CRENOTERAPIA

La parola crenoterapia deriva dal greco crené che significa sorgente. Con tale

termine L. Landouzy indicò l’insieme dei metodi terapeutici che implicavano

l’utilizzo delle acque minerali. Questo particolare trattamento prevede l’assunzione

delle acque termali come metodo curativo. La crenoterapia si divide in tre differenti

metodologie di cura: le inalazioni, le irrigazioni e le insufflazioni. Le inalazioni dei

vapori e dei gas termali derivanti dall’acqua sono note fin dall’antichità, questa

tipologia di cure si prefigge lo scopo di immettere nell’organismo tramite i condotti

aerodigestivi superiori (VADS), acque minerali e gas in esse disciolti in maniera da

essere inalati. La medicina nel corso dei secoli ha sviluppato attrezzature e

apparecchiature sempre più ottimali per l’assunzione dei composti volatili in

questione in modo da aumentarne l’efficacia e la facilità di inalazione, vi sono infatti

differenti modalità per usufruire dell’ erogazione della terapia termale inalatoria:

L’inalazione caldo-umida, la nebulizzazione o polverizzazione, l’humage o

inalazione di gas e la più nota, ovvero l’aerosol. Gli studi sulla Crenoterapia, durante

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al storia vengono affrontati anche per mezzo del metodo sperimentale, come

vedremo, instauratosi attorno all’inizio del VII secolo seppure già dal VI secolo, fino

al IX sia possibile riscontrare studi e testi medici che si riferiscano questo metodo

terapico come cura per una vasta gamma di patologie. Uno dei pionieri storici della

Crenoterapia può definirsi Bartolomeo Montagnana, medico veneto che insegnò

nell’università di Padova dal 1422 al 1441, autore di più di 400 consilia medici. A lui

si debbono studi in ambito chirurgico e anatomico nonché botanico. In campo

dermatologico, a seguito della pubblicazione del suo libro “De Balneis” (1497) è

considerato essere uno dei precursori della crenoterapia.

Recentemente l’ OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha classificato

l’idroterapia fra le strategie della medicina tradizionale, la classificazione è stata

compiuta a seguito dello Studio Hydroglobe, presentato due anni fa al Ministero

della Sanità italiano un progetto dalla FoRST (Fondazione Italiana per la Ricerca

Scientifica Termale, nata nel 2003) e Femtec (Un’associazione la cui data di

fondazione risale al 1937 e lavora a stretto contatto con l’OMS nel campo

dell’utilizzo delle risorse naturali per la terapia e la salute) che vede la l’OMS e

dell’ISMH (International Society of Medical Hydrology – Società Internazionale di

Idrologia Medica) in collaborazione al fine di stabilire e attuare strategie mediche

tradizionali al fine di sostenere l’idroterapia in campo medico, ma non solo, il

progetto si prefigge anche finalità obiettive e affrontare una serie di sfide visibili a

seguire. Per quanto riguarda le strategie dell’OMS in campo medico tradizionale nei

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periodi compresi fra 2002 e 2005 e fra 2014 e 2023 si annoverano quattro principali

finalità:9

Dare una definizione univoca dell’Idroterapia

Descrivere le metodologie dei trattamenti usati in idroterapia così

come i loro meccanismi d’azione

Fornire dati esatti circa l’utilizzo dei trattamenti idroterapici in alcuni

paesi

Esaminare lo status giuridico dell’idroterapia in alcuni paesi

Ricercare dati specifici disponibili sui trattamenti idroterapici

riguardanti l’efficacia, la sicurezza e il corretto uso delle stesse per poter

predisporre un quadro di riferimento globale per l’utilizzo dei trattamenti

idroterapici

Fornire all’Organizzazione Mondiale per la Sanità un’indagine di

monitoraggio e i dati relativi allo status giuridico per la valutazione del

quadro di riferimento in cui vengono utilizzati i trattamenti idroterapici.

Una parte essenziale dello studio è stato condotto tramite interviste e indagini svolte

su approssimativamente 2700 strutture termali in più di dieci nazioni che hanno in

comune una lunga tradizione o hanno avuto un forte sviluppo nel settore termale, fra

i paesi coinvolti è possibile elencare: la Russia (con 1300 stabilimenti), Italia (400),

Cina (300), Francia (250), Romania (130), Ungheria e Polonia (120), Tunisia (70),

Portogallo (50), Cuba (30).

9 Progetto congiunto FEMTEC – FoRST in collaborazione con ISMH con il supporto tecnico

dell’OMS, Hydroglobe Definizione di un quadro di riferimento complessivo mondiale per

l’idroterapia, 2014.

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4. CENNI STORICI SULLA MEDICINA EUROPEA IN

RELAZIONE AL TURISMO MEDICO

4.1 MEDICINA NEL RINASCIMENTO EUROPEO

Nei contesti urbani delle città europee del XV secolo, la medicina intesa come

scienza medica non era costituita da un unico corpus di conoscenze settoriali, bensì

era parte di un articolato modello sociale impostato sull’affronto e sulla risoluzione

della malattia. Molteplici testimonianze attestano che l’uso e il ricorso di medici

professionisti nel corso del rinascimento era estremamente diffuso e che quindi

queste figure godevano di una certa fiducia da parte della società. I medici tuttavia

non erano l’unica opzione a chi necessitava di interventi necessari al ripristino o a un

miglioramento della propria salute, la società rinascimentale europea infatti non era

solita servirsi unicamente i medici per far fronte alle proprie malattie siano esse a

carattere acuto, epidemico o cronico. Fra i mezzi alternativi utilizzati durante questo

periodo in Europa per porre rimedio alle proprie condizioni di salute precarie si

possono annoverare: la preghiera, tecniche di guarigione auto-impartite e spesso e

volentieri l’assistenza da parte di parenti e amici. C’è anche da sottolineare quanto il

concetto di medico presentasse una vasta gamma di sfaccettature e che problemi di

salute anche banali potessero essere sottoposti a figure quali: fattucchieri, erboristi,

speziali, astrologi, alchimisti, ciarlatani, farmacisti e consiglieri religiosi pronti ad

elargire consigli e rimedi gran parte delle volte inefficaci o parzialmente efficaci.

Coloro che invece necessitavano di una consulenza medica professionale, avevano

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anche la possibilità di rivolgersi a medici che avevano frequentato e svolto studi

presso università o come anche a persone che non avevano qualifiche ben precise se

non l’apprendimento da autodidatta di tecniche mediche più o meno efficaci (i

cosiddetti barbieri); la professione di medico, infatti, non era regolata da un ente ben

preciso e questo consentiva a una moltitudine imprecisata di persone di intraprendere

la carriera ed esercitare liberamente la professione. Il rinascimento è anche il periodo

storico nel quale la pratica del termalismo torna ad essere attiva e conosciuta,

stabilimenti termali che nel corso del medioevo erano stati dimenticati o finiti in

disuso tornano a funzionare, attraendo una grande quantità di persone consce delle

proprietà terapeutiche possedute dalle acque termali. Uno degli esempi più noti è

quello di Bath, in Inghilterra, che attraeva un gran numero di viaggiatori intenti a

beneficiare delle acque termali. Il XVI secolo non accenna ancora a presentare un

fenomeno asociabile turismo medico o turismo sanitario, in quanto la

sovrabbondanza di persone atte ad esercitare l’attività di medico o guaritore era

disponibile in gran numero e come durante l’alto medioevo, anche a causa della forte

presenza spirituale esercitata dalla chiesa cristiana, il medico era solito fare visita al

degente presso la propria abitazione, fatta eccezione per soggetti contagiati da morbi

ed epidemie che erano spesso rinchiusi all’interno di lazzaretti.

Nel XVI e XVI secolo, la medicina rivestiva ufficialmente una branca del sapere

umano e costituiva il conseguimento nonché l’apice delle tecniche mediche derivanti

da Ippocrate e Galeno, formatesi precedentemente durante il corso dell’alto

medioevo in Europa. Le innovazioni più importanti in campo scientifico e quindi

anche in campo medico, possono collocarsi in gran numero nel corso del XVI secolo,

periodo attraverso il quale le correnti di pensiero umaniste e filosofiche, la scoperta

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del continente americano oltre l’oceano Atlantico e anche in particolar modo la

diffusione della stampa hanno apportato un considerevole impulso sulla medicina e

su diversi settori della cultura scientifica. Nonostante l’Europa abbia goduto di

elementi importanti per lo studio e lo sviluppo della scienza medica quali: la

posizione geografica, l’accessibilità delle informazioni, la religione, gli atteggiamenti

di pazienti e professionisti e le esigenze di mercato, il continente è stato a più riprese

luogo di proliferazione di morbi epidemici e pestilenze ricorrenti come: la peste

pandemica avvenuta a metà del trecento e la peste bubbonica che afflisse l’Europa

dal 1347 al 1353. E’ anche possibile trovare testimonianze scritte della comparsa di

morbi pestilenziali in celeberrimi testi letterari del nostro paese quale “I Promessi

Sposi” (1827) ad opera di Alessandro Manzoni (1785 - 1873) in riferimento alla

terribile epidemia che si scatenò a Milano tra il 1630 e 1631. Altre epidemie

afflissero enormemente svariati paesi del continente e le maggiori capitali europee,

referti storici infatti attestano la comparsa di gravi episodi di peste in Inghilterra nel

1665, a Vienna nel 1679, nel 1720 in Francia fino a raggiungere la Russia nel 1889 e

affliggere agli inizi del ventesimo secolo anche il continente Asiatico. Per quanto

riguarda la storia dell’Italia si registrano molteplici episodi relativi alla comparsa di

morbi pestilenziali fin dalla metà del XIV nel quale il più grave caso di peste che

colpì il continente europeo, Italia compresa, causò la morte di approssimativamente

un terzo della popolazione continentale contagiando ogni paese del mediterraneo per

poi spingersi oltre verso l’Asia occidentale nel giro di pochi anni. Complice della

diffusione della peste e malattie di origine batterica e a carattere infettivo è senz’altro

la mancanza di sensibilizzazione all’igiene che i popoli europei, per un insieme di

fattori quali: lo stile di vita dell’epoca, il considerevole tasso di povertà del ceto

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medio, l’elevato numero demografico nei centri urbani e la mancanza d’informazione

non avvenne mai prima della fine del XIX secolo. L’ultimo episodio di peste in

Europa si registra a Marsiglia nel 1920, da allora la peste in Europa può considerarsi

definitivamente debellata nonostante rimangano in Asia alcuni focolai endemici in

particolar modo nei paesi più poveri e più soggetti al sovraffollamento dei centri

urbani e alla carenza di igiene. Durante l’era rinascimentale, in conseguenza della

comparsa di seri casi epidemici sul suolo europeo non si può dunque accennare a

fenomeni sociali che possano definirsi precursori o antenati del turismo sanitario, in

quanto l’ampio raggio di diffusione delle pestilenze rendeva vana la possibilità di

prendere in considerazione l’idea di intraprendere viaggi per sfruttare le innovazioni

scientifiche in campo medico di un’altra nazione per curare la malattia.

Secondariamente alla peste, in Europa è necessario menzionare un altro morbo a

carattere infettivo dall’origine tutt’oggi sconosciuta, che causò la morte di più di

venti milioni di individui: si tratta della Sifilide, denominata allora come Mal

Franzoso o Mal Francese, un’ infezione che per lungo tempo la storiografia europea

ha ritenuto provenire dall’America, continente scoperto da poco e portato

oltreoceano dai marinai di Cristoforo Colombo. La prima epidemia di Sifilide

registrata ha luogo nel 1495 a Napoli a seguito della salita al trono del re Carlo VII, il

cui esercito era composto prettamente di guasconi, svizzeri e soldati di ventura, fu

durante la battaglia di Ferronovo che i sintomi di questa malattia, originariamente

nota col nome di Mal Francese vennero riportati i uno scritto “Physici Historiae

Corporis Humani” ad opera di Alessandro Benedetti:

« Al momento in cui pubblico la mia opera, tramite contatto venereo è giunta a noi

dall’Occidente una malattia nuova, o quantomeno sconosciuta ai medici che ci

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hanno preceduto, il mal francese. Tutto il corpo acquista un aspetto così ripugnante,

e le sofferenze sono così atroci, soprattutto la notte, che questa malattia sorpassa in

orrore la lebbra, generalmente incurabile, o l’elefantiasi, e la vita è in pericolo ».10

Tuttavia uno studio svoltosi nel 2011 ha contestato questa credenza storiografica in

virtù di studi condotti a seguito di scavi archeologici siti presso il monastero

Agostiniano di Kingston-upon-Hull nella parte nord orientale d’Inghilterra presso i

quali si attesta il ritrovamento di resti umani risalenti al 1340 il cui decesso è da

attribuirsi alla terza e ultima fase della Sifilide. Inoltre, analisi mediche risalenti agli

anni settanta hanno rilevato tracce di un tipo di sifilide su alcuni resti ossei

appartenenti a indigeni precolombiani dell’ Argentina, Perù, Messico, Guatemala,

delle Antille e di alcuni degli Stati Uniti meridionali.

Abito da medico della peste in una stampa del 1656.

Nonostante la comparsa di morbi a carattere infettivo, XV secolo segna la rinascita

della medicina moderna alimentata dall’impulso costituito dalla libertà di pensiero

10

Alessandro Benedetti, Physici Historiae Corporis Humani, 1497

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individuale e dal metodo sperimentale, questo secolo inoltre può definirsi di

sostanziale importanza in campo medico per quanto riguarda gli studi di anatomia.

Gli autori di testi anatomici che contribuirono attivamente alla ricerca in questo

periodo comprendono: Leonardo, Mantegna, Durer e Michelangelo anche se il

merito vero e proprio che caratterizzò un importante svolta nel settore della medicina

di questo secolo è da attribuirsi a figure di medici storici quali: Arcangelo

Piccolomini, Cesare Arnazio, Andrea Vesalio, Gabriele Falloppio, Costanzo Varolio,

Bartolomeo Eustachio, Andrea Cisalpino e Filippo Ingrassia. Non a caso eponimi del

linguaggio settoriale medico derivanti dai nomi di questi essenziali personaggi come

ad esempio: “Tube di Falloppio” sono tutt’oggi adoperati attivamente in campo

medico per indicare parti di apparati dell’organismo umano, malattie e strumenti

chirurgici.

Come abbiamo precedentemente accennato, il XV secolo fu un periodo di grande

innovazione per la scienza medica sotto diversi aspetti, dallo studio dell’anatomia,

alla chirurgia fino al campo nutrizionale, è di fatti in questo periodo che viene

pubblicato da Marsilio Ficino (1433 - 1499), traduttore pensatore e filosofo, il “Libro

Primo”nel quale vi erano non solamente consigli relativi alla preservazione della

salute in base all’alimentazione, ma anche suggerimenti in merito alla prevenzione di

catarro, mal di testa e degli occhi ed altro ancora. Nella sua opera (cap. XII) Marsilio

Ficino infatti indica di mangiare almeno due volte al giorno sebbene in piccola

quantità, preferendo cibi secchi e asciutti, evitare quelli molli, umidi troppo caldi o

troppo freddi e di aggiungere noce moscata alle bevande al fine di prevenire nausee o

indigestioni. Fra i cibi più graditi allo stomaco l’autore annovera: salvia, cicoria,

corallo, rosa, erbe aromatiche e menta, facendo anche rifermento alla pratica

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dell’esercizio fisico per mantenere lo stomaco in una condizione di salute. Nella

medesima opera (cap. VII) vengono suggeriti alcuni metodi di prevenzione

concernenti come abbiamo indicato poco fa l’accumulo di catarro tramite l’esercizio

fisico, l’igiene corporea fattispecie per la testa e il mantenimento del corpo in un

luogo non umido o esposto alla bassa temperatura durante le ore di sonno.

4.2 MEDICINA IN EUROPA TRA XVII E XVIII SECOLO

Nel corso della prima metà del diciassettesimo secolo l’Europa viene segnata da

rilevanti eventi sociopolitici come: la guerra dei trent’anni (1618-1648) iniziata a

causa di contrasti religiosi fra cattolici e protestanti, la nascita dell’assolutismo

monarchico in Francia e della monarchia parlamentare e costituzionale in Inghilterra.

La ricerca scientifica, nonostante la controriforma generata dalla chiesa romana al

fine di screditare la rivoluzione religiosa sorta in Germania e guidata da Martin

Lutero, vedeva personaggi come Giordano Bruno e lo scienziato Galileo Galilei

come pensatori eretici, ma non subì un arresto radicale bensì comportò a suo modo

una serie di importanti innovazioni e svolte nel campo medico. All’inizio del XVII

secolo, il concetto di scienza medica non differiva in modo sostanziale da quello

introdotto da Galeno nel II secolo, che impostò il proprio modello di diagnosi su un

piano anatomo-filosofico a carattere essenzialmente astratto e distante dall’analisi

delle sintomatologie reali. Col passare del tempo, questo tipo di modello venne

progressivamente rimpiazzato da una fisiologia più reale e razionale che venne

acquisita a seguito dell’impegno delle università europee in studi anatomici e

dissezioni. Gradualmente quindi, il metodo scientifico-sperimentale venne acquisito

anche dalla scienza medica, che si contrapponevano ai concetti precedentemente

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impiegati per quanto riguarda le modalità di diagnosi in uso. E’ da specificare che

quasi ogni progresso in campo scientifico avvenuto a seguito della fine del XVI

secolo è stato in molti casi cercato di reprimere a causa della controriforma e

successivamente dall’inquisizione (XVII secolo) tramite la censura che in alcuni casi

è riuscita a sequestrare e annientare molte delle opere scientifiche elaborate e scritte

in questo periodo, la controriforma infatti prevedeva che:

“La sorveglianza di censura e Inquisizione sulla scienza, al tempo segnato dal caso

Galilei, è tema fra i più caratteristici nella storia del pensiero scientifico in Italia.

Riferito alla tesi che la Controriforma abbia non solo impedito nella penisola la

riforma religiosa, ma anche ostacolato un’adesione alla modernità filosofica e

scientifica comparabile a quella che, secondo alcune correnti culturali e

storiografiche, la Riforma protestante avrebbe altrove favorito, il tema costituisce

una delle articolazioni del discorso sull’identità italiana.

“L’‘oscurantismo’ e l’‘arretratezza’ in Italia, luoghi comuni della polemica prima

protestante e poi illuministica, diventarono in alcune filosofie della storia di età

romantica categoriale inadeguatezza alla modernità dei Paesi meridionali e

cattolici. ”11

Nonostante il triste caso di censura ai danni di Galilei (1564 - 1642), l’operato di

questa essenziale figura storica segna l’introduzione del metodo scientifico-

sperimentale, che avviene tramite l’osservazione di un determinato fenomeno e lo

svolgimento di un esperimento al fine di dimostrarlo. Questo contribuì

drasticamente a impostare la scienza e quindi anche la medicina su un piano

11

Enciclopedia Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/inquisizione-e-scienza-nell-italia-della-

controriforma-censura_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Scienze)/

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prettamente più razionale e volto allo studio metodico più che al ricorso a preconcetti

di stampo spirituale. Lo sfavorevole periodo storico nei confronti delle innovazioni

scientifica, in ogni caso non bastò a scoraggiare o arrestare un gran numero di

progressi tecnici in campo farmaceutico, chirurgico e ospedaliero: una svolta

nell’attività curativa, si iniziò a delineare già a partire dal secolo XVI, per poi

affermarsi nel secolo successivo quando, finanziate dalle comunità iniziarono a

venire eretti i primi ospedali moderni in sostituzione delle vecchie strutture

ospedaliere medievali di cui abbiamo parlato in precedenza (Hospitalis) carenti in

fatto di strumentazione, metodologia terapica e innovazioni risalenti all’epoca

recente. Sebbene l’epoca barocca sia caratterizzata dall’aspetto frenante

dell’inquisizione contrapposto alla spinta scientifica incrementata dalla repressione,

non passarono inosservate pratiche che possiamo classificare come un triste simbolo

di questo propizio periodo storico per la scienza, erano infatti ritenuti efficaci metodi

di guarigione come: vomiti, salassi e purganti. Tali tecniche erano spesso e volentieri

reiterate e abusate su pazienti i cui casi presentavano patologie sulle quali era incerto

il modo con il quale intervenire correttamente, in alcuni casi infatti queste pratiche

prive di validità terapeutica venivano perseguite in modo sostenuto fino alla

comparsa di presunti segnali di miglioramento da parte del degente o nella maggior

parte dei casi, della morte dello stesso. Per quanto riguarda la chirurgia, essa

rivestiva un ruolo secondario alla medicina e come nel medioevo essa era esercitata

dai barbieri. Contrariamente ai medici, che avevano ricevuto insegnamenti lunghi e

complessi presso le università e godevano pertanto di un prestigio non indifferente, i

barbieri non vantavano una preparazione specialistica né talvolta una formazione

culturale, basti pensare che alcuni di essi potevano essere analfabeti e la loro

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formazione professionale avveniva unicamente tramite apprendistato presso le

botteghe di altri barbieri più esperti. Queste figure esercitavano la loro professione

porta a porta o girovagando, portandosi dietro nei loro spostamenti tutto l’occorrente

per poter operare, va da sé che spesso e volentieri le attrezzature che questi individui

usavano per svolgere operazioni più varie: dall’assestamento dei ossa fratturate, a

interventi chirurgici di varia natura, non venivano sterilizzate oppure venivano

parzialmente sterilizzate tramite l’impiego di fuoco o aceto. La chirurgia iniziò ad

essere considerata una disciplina universitaria solo dopo un preciso evento, avvenuto

in Francia alla corte di Luigi XIV: il re sole infatti seguiva con interesse le scoperte

in campo scientifico ad opera degli scienziati europei e teneva in ottima

considerazione di chirurghi. Nel novembre 1686 a Versailles, il re sole dovette

sottoporsi infatti a un’operazione per la rimozione di una fistola anale (emorroidi),

l’operazione venne condotta dal chirurgo Felix De Tassy, che contrariamente a

quanto consigliato dai medici dell’équipe incaricata di salvaguardare la salute del re

si dimostrarono restii a riconoscere la potenziale efficacia rappresentata dall’utilizzo

di tecniche di rimozione tramite asportazione, decise di incidere la fistola tramite uno

strumento che ancora oggi ha il nome di “bisturi reale”. L’operazione riuscì alla

perfezione e dopo un breve periodo di riabilitazione successiva all’intervento il re

decretò la chirurgia come branca della medicina a tutti gli effetti, decisione che

progressivamente iniziò ad essere presa in tutta Europa dalle università, spingendo la

professione di barbiere sempre più in direzione di un mestiere non esercitabile senza

le dovute e quanto mai necessarie qualifiche. La chirurgia venne dunque ristretta ad

un esiguo numero di specialisti provenienti da studi e formazioni accademiche, anche

se l’implementazione di questa riforma fu perseguita solamente da Luigi XV, che nel

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1731 istituì l’accademia Reale dei Chirurghi. Per quanto concerne le innovazioni in

campo farmaceutico che fino al XVII secolo erano legate indissolubilmente ai

preconcetti ideologici di epoca medievale, dopo l’inizio del ‘600 iniziò a farsi strada

un nuovo modello di pensiero e di osservazione per quanto riguarda la farmacologia.

E’ a studiosi italiani ai quali si devono molti degli studi in ambito farmaceutico

dell’epoca barocca, fra questi si annoverano: Vallisneri, Borelli e Redi che

eseguirono alcuni fra i primi studi sull’azione dei farmaci. Alcune sostanze naturali

vennero introdotte in campo farmaceutico per mezzo di trattati importati dal nuovo

continente che si dimostrò ricco di prodotti organici ignoti alle popolazioni della

“vecchia” Europa. Fra queste sostanze possiamo elencare: La corteccia dell’albero di

china (introdotta nel 1642), una droga di proprietà antimalariche, digestive,

antidolorifiche, regolatrici del ritmo cardiaco e antifebbrili che venne particolarmente

adoperata in Spagna dove guadagnò una popolarità immensa tanto da venire

distribuita dai sovrani ai poveri gratuitamente, l’ampio uso che ne fu fatto le fece

prendere notorietà anche come “droga dei poveri” in quanto se assunta con poco

vino è in grado di apportare modifiche di vario genere allo status fisico e psichico di

chi la assume. Un altro peculiare medicamento di cui si ha notizia e che era

largamente impiegato in età barocca, in particolare da ciarlatani e presunti curatori

itineranti, consiste nell’antimonio. L’antimonio è un semimetallo trovabile in natura

sotto quattro forme diverse più o meno stabili, al giorno d’oggi viene impiegato

come materiale ignifugo e per la produzione di vernici, smalti, ceramiche, gomme e

un’ampia gamma di leghe metalliche. In età barocca l’antimonio era utilizzato come

emetico-purgativo in quanto veniva utilizzato per la realizzazione di recipienti nei

quali tenere cibo e soprattutto bevande per il lasso di tempo necessario alla

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formazione per reazione di tartaro emetico. Spesso e volentieri l’assunzione di un

quantitativo troppo elevato di tartaro emetico da parte di un paziente con una

costituzione troppo bassa per sopportarne gli effetti, era causa di decesso. Ampio uso

era dato anche a farmaci antipestilenziali a base di aloe, mirra e zafferano oppure in

composti con presenza di oppiacei, spesso e volentieri utilizzati contro insonnia o

dolori di vario genere, fra questi spicca per diffusione l’Orvietano, un antidoto

inventato da Girolamo d’Orvieto e reclamizzato da un gran numero di ciarlatani e

saltimbanchi. L’orvietano conteneva una moltitudine di spezie e parti di vegetali

come: rosmarino, radice di scorzonera, imperatoria, angelica, dittamo bianco, bacche

di lauro e ginepro, cannella, garofani e quant’altro. Nonostante i numerosi studi ed

esperimenti, talvolta dall’esito infausto iniziarono ad avere luogo in campo

farmaceutico durante il barocco anche se ci vorrà ancora molto tempo affinché il

progresso scientifico riesca a creare prodotti farmaceutici affidabili. Per quanto

riguarda la medicina, si registrano un gran numero di scoperte soprattutto verso gli

ultimi anni del ‘600 e in tutto il secolo successivo. Grazie al microscopio, inventato

nel 1624 da Galileo Galilei e perfezionato nel corso del secolo, Marcello Malpighi

(1628 - 1694) nel 1661 descrisse nella sua opera “De pulmonibus observationes

anatomicae” la funzione dell’apparato respiratorio, la struttura ad alveoli e il

meccanismo attraverso il quale il sangue si ossigena all’interno del tessuto

polmonare. Nel 1658, sempre grazie all’utilizzo del microscopio l’olandese Jan

Wammerdam (1637 - 1680) constatò la presenza di globuli rossi nel tessuto ematico

osservando un campione, nonostante la scoperta affatto indifferente, il naturalista

olandese non fu in grado di definire i funzionamento dei corpuscoli. Nel 1660

William Harwey, esaminando il sistema respiratorio studiò la funzione dei vasi

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sanguigni maggiori come vene e arterie che trasportano sangue dal cuore ai polmoni

e dai polmoni al cuore, ma dopo aver raccolto le sue teorie nel suo libro “De Motu

Corde et Sanguines” venne perseguitato e costretto a fuggire senza riuscire ad

elaborare un modello di come il sangue venisse trasportato in tutto il corpo. I

capillari vennero in seguito scoperti da Marcello Malpighi, che per non rischiare la

stessa sorte di Harwey, analizzò i vasi sanguigni di un pipistrello e scoprì l’esistenza

dei capillari. Nel 1728, il medico dentista francese Pierre Fauchard scrisse il trattato:

“Le Chirurgien Dentiste” nel quale descriveva la tecnica per curare la carie

asportando al parte marcia del dente illustrando l’uso delle protesi e delle otturazioni.

Il medico inglese James Lind (1716 - 1794) esaminò quella che al tempo era nota

come “malattia dei naviganti” e che nonostante il suo nome che ci spinge a

immaginare le sue ovvie origini, veniva contratta anche da soldati durante le

campagne belliche, cittadini residenti in città sotto assedio o in momenti di intensa

carestia, nelle prigioni e anche come prevedibile sulla navi, tutti contesti in cui

venivano prescelti cibi a lunghi conservazione. In situazioni invece dove non vi era

una carenza di frutta e verdura, la suddetta patologia non si manifestava mai.

4.3 MEDICINA DAL XVIII SECOLO AL DOPOGUERRA

In Europa il XIX secolo ha rappresentato un periodo storico ricco di sostanziali

cambiamenti sociali, economici e tecnologici in gran parte generati dalla rivoluzione

industriale. L’affermazione del liberalismo e dell’impulso tecnico scientifico e il

conseguente impiego delle innovazioni scientifiche nel settore industriale

apportarono profondi mutamenti per quanto riguarda il quadro organizzativo del

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lavoro e degli apparati commerciali. Con il consolidarsi della figura della macchina e

la graduale nascita del concetti di catena di montaggio il concetto di lavoro iniziò a

non essere più inteso come frutto esclusivo della manodopera e dell’impegno

dell’uomo, il processo di creazione di un bene materiale veniva attribuito ai mezzi.

Con l’affermarsi della macchina non tardò a comparire la figura del capitalista,

diretto organizzatore del processo produttivo e responsabile dell’assunzione di una

squadra di operai che durante il XIX fino agli inizi del XX secolo iniziarono a

spostarsi dalle zone rurali per avvicinarsi alla città alla ricerca di una condizione di

vita più ottimale. Si tratta di un fenomeno di massa che condizionò in maniera

importante la vita quotidiana delle persone delle città europee ormai dirette verso la

strada dell’industrializzazione. La grande migrazione delle masse dalle zone esterne

alla città generò un processo di urbanizzazione: fabbriche, officine, case popolari e

mezzi di trasporto iniziarono ad essere figure preponderanti all’interno della società e

iniziarono a venire edificati sempre in numero maggiore al fine di soddisfare i

bisogni generati dalla stessa urbanizzazione. Può esserci d’aiuto ricordare che ai

tempo della rivoluzione francese, la società europea aveva una conformazione

prettamente rurale e le città non erano così affollate come potremmo immaginare

oggi. La nascita e la crescita di una vera e propria cultura di massa cambiò

gradualmente modelli di vita preesistenti, apportando cambiamenti in vari ambiti

della vita sociale, dalla politica ai rapporti interpersonali o familiari. La famiglia

infatti, non poté non integrarsi col sistema capitalistico e passò dunque da una

situazione di autosufficienza propria del modello di nucleo familiare della vita rurale

a un modello subordinato al lavoro dei membri della famiglia appartenenti alla classe

operaia. Il processo di urbanizzazione, come prevedibile non costituì unicamente

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benefici, le migrazioni di massa verso i centri urbani in costante trasformazione

lasciò le aree rurali impoverite dalla manodopera e questo squilibrio sociale generò la

cosiddetta crisi agraria che iniziò a verificarsi negli ultimi anni dell’800. La crisi

agraria comportò conseguenze importanti sulla società europea, sia dal punto di vista

economico che dal punto di vista della salute. Sul piano economico la produzione

europea di derrate alimentari subì una pesante flessione che, grazie alle innovazioni

tecnologiche nel campo dei trasporti come la nave a vapore e l’espansione delle reti

ferroviarie vide comparire prodotti concorrenziali di provenienza russa, americana o

asiatica sul mercato occidentale. Ne conseguì un crollo radicale dei prezzi necessari

al sostenimento dell’agricoltura che provocò una tendenza recessiva che afflisse tutti

i paesi europei. Sul piano della salute l’urbanizzazione fece sì che attorno alle

fabbriche sorgessero quartieri popolati quasi esclusivamente da famiglie operaie

presso i quali le condizioni igieniche erano piuttosto precarie trattandosi di persone

semplici e di provenienza rurale, questo comportò la comparsa di malattie a carattere

epidemico come la tubercolosi, il tifo e il vaiolo. Nonostante i morbi citati e il fatto

ormai appurato che il XIX secolo rappresenti un periodo di rapida e artificiosa

transizione sociale e tecnologica, si registra una diminuzione della mortalità su suolo

europeo, Thomas McKeown (1912 - 1988), fisico e storico della medicina inglese

scrive in proposito:

“Il tasso di mortalità è sceso nei secoli XVII e XIX grazie all’aumento delle riserve

alimentari che ha comportato una migliore nutrizione”12

Nonostante la diminuzione del tasso di mortalità, potremo constatare il

miglioramento dell’igiene solamente a partire della seconda metà dell’ 800, mentre

12

Thomas Mc Keown, L’aumento della popolazione nell’era moderna, Feltrinelli, 1979, pag. 178

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per quanto riguarda i miglioramenti relativi alle infrastrutture sanitarie il fenomeno

inizierà a manifestarsi a partire dai primi del ‘900; sarà infatti il consolidamento di

quest’ ultimo che comporterà una decrescita sostanziale del tasso di mortalità

assieme anche ad innovazioni scientifiche introdotte nel medesimo periodo come: il

vaccino. L’utilizzo di microscopi sempre più complessi infatti diede inizio a studi di

microbiologia sempre più accurati e meticolosi fino alla scoperta dell’origine di

molte malattie a carattere infettivo quali: rabbia, idrofobia, tubercolosi e grazie a

figure quali Robert Koch e Louis Pasteur affrontare il drammatico problema

costituito dalle febbri nosocomiali divenne possibile. Un importante calo della

mortalità infantile si registra per quanto riguarda la scoperta dei vaccini contro il

vaiolo e la rabbia; c’è da specificare che essendo gli operai salariati non tutelati da

alcun tipo di ente, il loro reddito era estremamente basso e per far fronte al problema

le famiglie erano solite fare molti figli che, a causa delle condizioni di vita povere e

della mancanza dell’igiene spesso e volentieri non riuscivano a raggiungere l’età

adulta. Nel corso del XVIII secolo c’è da constatare la rapida scomparsa della figura

del medico intesa come professionista individuale i cui successi o insuccessi

determinano le tappe di una proficua o disastrosa carriera. A partire da questo secolo,

le scoperte avvenute in campo medico vengono condotte collettivamente e la

strumentazione impiegata per l’analisi scientifica viaggia di pari passo con la

tecnologia. Va da sé che il numero delle ricerche, degli esperimenti, degli scienziati e

di conseguenza anche delle scoperte subì un aumento man mano che la scienza

progrediva, inoltre il miglioramento dei mezzi di comunicazione e dei mezzi di

trasporto aumentò così tanto l’accessibilità alle informazioni che la comunità medica

europea iniziò a sentire il bisogno di riunirsi periodicamente al fine di mantenere

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chiaro un quadro generale della situazione. Si assiste dunque alla nascita dei

congressi, che tutt’oggi vengono svolti regolarmente. Fra le personalità più influenti

che caratterizzano le innovazioni in campo scientifico avvenute nel corso di questo

secolo possiamo annoverare: Louis Pasteur (1822 - 1895), che può considerarsi a

tutti gli effetti il padre della microbiologia, Joseph Lister (1827 - 1912) medico

britannico nativo di Edimburgo che inventò e promulgò un metodo per eliminare gli

agenti infettanti in ambito chirurgico (antisepsi). Questo procedimento di rivelò assai

più efficace della sterilizzazione preventiva (asepsi) precedentemente introdotta dal

chirurgo tedesco Ernst von Bergmann (1836 - 1907). Un altro importante esponente

della microbiologia, scienza del tutto nascente è il premio nobel 1905 Robert Koch

(1843 - 1910), autore dei rinomati “postulati di Koch” secondo i quali quando viene

scoperta una malattia a carattere infettivo l’agente patogeno va isolato e conservato

in vitro al fine di poter essere nuovamente messo a contatto con l’ospite e dunque

ritrasmettere la malattia. Nel 1882 scoprì il bacillo responsabile della tubercolosi

mentre nel 1884 scoprì il bacillo del colera descritto vent’anni prima da Filippo

Pacini. A Renè Theophile Laennec (1781-1826) si deve l’ invenzione dello

stetoscopio mentre a Manuel Garcia (1805-1906) il laringoscopio. Per quanto

riguarda invece le strutture ospedaliere, anch’esse immancabilmente subirono un

mutamento sostanziale: persero qualunque tipo di similitudine associabile all’ormai

obsoleto concetto di hospitales risalente al periodo pre-industriale, non venivano

infatti più accolti e curati vagabondi o poveri. Gli ospedali, mantenuti operativi

grazie ai fondi pubblici, erano destinati alla cura dei cittadini lavoratori e salariati o

che non potevano permettersi cure private e nonostante la diminuzione del tasso di

mortalità, iniziarono a venire affollati a causa del proporzionale aumento delle

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popolazioni che prendeva dimora presso i centri urbani più industrializzati delle

maggiori città europee. Le persone appartenenti a classi più agiate prediligevano farsi

curare presso la propria dimora nonostante a partire dalla seconda metà del XIX

secolo iniziarono ad essere edificati in Europa e in America numerosi sistemi

ospedalieri sia pubblici che privati. Alla termine del XIX secolo la chirurgia aveva

fatto considerevoli progressi a seguito delle innovazioni riportate in precedenza,

eppure non era ancora possibile monitorare lo status fisico del paziente durante

l’operazione, un fattore fondamentale per la riuscita dell’intervento. L’invenzione

dell’apparecchio che aveva come scopo la monitorizzazione del paziente durante un

intervento fu inventato da Scipione Riva-Rocci (1863-1937), che nel 1896, tramite

l’utilizzo di oggetti di comune utilizzo costruì uno sfigmomanometro dalle modeste

dimensioni il cui funzionamento venne successivamente perfezionato dal russo

Nicolaj Sergievich Korotkov (1874-1920) che vi apportò modifiche in modo tale che

potesse ascoltare le pulsazioni cardiache del paziente. A cavallo fra i due secoli, in

particolare nel periodo precedente ai due conflitti mondiali, l’Europa e l’America col

contributo del capitalismo, iniziarono a costellarsi di centri di benessere, resort,

stabilimenti termali privatizzati il cui funzionamento fu ripristinato a partire dal

XVIII secolo, stazioni climatiche, centri di prevenzione e strutture medico-sanitarie

private site in aree geografiche caratteristiche e suggestive. Già nel 1843 il medico

polacco F. Bockovskis appurò che l’aria salina avesse proprietà curative e potesse

rivestire un ruolo d’importanza nel trattamento di malattie respiratorie, quindi aprì

una clinica in corrispondenza di una nota miniera di sale che iniziò ad attrarre

pazienti da tutto il paese e da parte del continente europeo. Nel periodo successivo

alle guerre e con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa e della

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globalizzazione, queste imprese a tutti gli effetti inizieranno a diventare famose e a

costituire un mercato concorrenziale sempre più vasto e articolato. Sarà proprio col

terminare delle grandi guerre e della fine della grande depressione del 1929 che

iniziarono a farsi strada i concetti di wellness e fitness. Non si assisterà alla nascita di

grandi catene ospedaliere ai fini di lucro fino al tardo XX secolo, sarà proprio la

nascita di queste grandi organizzazioni a carattere aziendale che darà il via al

fenomeno di turismo medico con l’accezione che gli abbiamo dato inizialmente.

4.4 GLOBALIZZAZIONE: LA CHIAVE PER IL TURISMO MEDICO

Non è difficile, una volta aver associato l’efficienza di un mercato ampio e

apparentemente sconfinato come quello del turismo medico alla visibilità offertagli

dalla pubblicità, immaginare il ruolo dominante che la globalizzazione e internet

abbiano conferito a questo fenomeno. E’ anche prevedibile che in un contesto sociale

contemporaneo il consumatore o nel caso che stiamo affrontando il turista non si

limiti più ad accontentarsi dei servizi sanitari più a portata di mano e ambisca ad

alternative su scala globale e non è da biasimarsi, dopotutto gran parte di ciò che

usiamo o compriamo abitualmente è frutto del complesso fenomeno della

globalizzazione, a partire dagli elettrodomestici di uso più comune che vengono

progettati in un paese e prodotti in un altro al fine di contenere le spese. All’inizio del

millennio il turismo medico, contrariamente a quello sanitario, non godeva di ampio

spazio nel mondo del mercato turistico e costituiva un’ area a parte dell’ health

business o un’attrattiva principalmente di nicchia. Oggi è necessario sottolineare

come il turismo medico rappresenti una peculiare opportunità di risparmio

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economico per i consumatori e al contempo una risorsa d’eccezionale interesse per

quei sistemi sanitari in grado di coglierne la possibilità di profitto. Trattandosi di un

fenomeno estremamente recente quanto esteso a più continenti del globo è difficile

avere dati di partenza concordanti per cercare di ipotizzare se possa trattarsi della

nuova frontiera dell’industria sanitaria oppure se sia un fenomeno destinato a

scemare dopo un determinato periodo di tempo, fra i dati emergenti riportiamo qui di

seguito quelli presenti nel rapporto di McKinsey, secondo il quale il mercato globale

contava fra i 60'000 e gli 85'000 ricoverati all’anno e quest’affermazione acquistava

la propria valenza unicamente in conseguenza della classificazione di Medical

Tourist:

“people whose primary and explicit purpose in traveling is medical treatment in a

foreign country”13

In tale stima non compaiono ad ogni modo pazienti sottoposti a trattamenti secondo

il modello di day hospital o day surgery. Lo studio McKinsey in ogni caso tende a

trasmettere la sensazione che la tipologia di trattamento chirurgico ottenuto sia

direttamente proporzionale al suo costo, in ogni caso la politica di mercato prevista

dal Turismo Sanitario è in procinto di contraddire quest’impressione specie presso i

paesi dalle economie emergenti. Tali politiche infatti hanno visto rapidamente la

comparsa di servizi sanitari dalla qualità sempre crescente, l’impiego di personale

altamente specializzato nel settore turistico e alberghiero spesso e volentieri

proveniente da paesi dalle economie solide al fine di conferire alle attività un aspetto

sempre più professionale e affidabile, nonché il rilascio certificazioni che ne attestino

13

Tilman Ehrbeck, Ceani Guevara, Paul D. Mango, Mapping the market of Medical Travel, The

McKinsey Quarterly , Maggio 2008.

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un determinato livello di prestigio nel settore. L’analisi McKinsey dona anche

grande importanza al fattore legato alla mobilità dei pazienti e ci permette di

esaminare il fenomeno legato alla possibilità di movimento alla luce di differenti

condizioni che vedono divisi i diversi tipi di pazienti in base a molteplici fattori:

Visitatori temporanei all’estero: Questa categoria comprende quegli

individui che soggiornano all’estero e che ricorrono ai servizi sanitari in caso

di emergenza, o in conseguenza di un incidente. Entro i confini europei

questa categoria di turisti viene tutelata grazie all’assicurazione sanitaria di

cui ogni cittadino europeo è munito (Tessera sanitaria). Questa categoria di

persone non rientra nel concetto relativo al turismo medico poiché il

trattamento clinico è conseguenza di un imprevisto avvenuto nel corso del

viaggio.

Residenti a lungo termine: E’ possibile constatare nel continente

europeo come un flusso sempre crescente di persone compia la scelta di

richiedere il pensionamento in nazioni differenti da quella d’origine, questi

residenti secondo la politica europea possono richiedere il finanziamento

destinato ai trattamenti medici al proprio paese di residenza, al proprio paese

di origine, alla propria assicurazione sanitaria privata, o scegliere di pagare

privatamente. Anche questa categoria di persone non rientra nel concetto

relativo al turismo medico.

Nazioni confinanti: C’è la possibilità che alcune nazioni limitrofe

collaborino nel pubblico finanziamento dei servizi sanitari oltre confine da

parte di fornitori in altri paesi.

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Pazienti esternalizzati: In questa categoria rientrano quei pazienti che

optano di propria iniziativa per essere trasportati all’estero (di norma non

lontano dal paese d’origine) da agenzie operative in ambito sanitario tramite

accordi di acquisto di prestazioni mediche oltreconfine. Solitamente questo

tipo di accordi deriva è causato da procedure piuttosto lente dovute a lunghe

liste d’attesa e talvolta da una carenza di specialisti ed attrezzature

specialistiche nel proprio paese di origine.

Come abbiamo accennato, la nascita e lo sviluppo del fenomeno del Turismo Medico

in quanto recente ed estesa non possiede dati precisi sui quali basarsi e spesso e

volentieri in base agli studi condotti in aree del mondo sempre diverse è possibile

riscontrare notevoli differenze nelle cifre proposte dagli studiosi, tanto da non poter

fare altro che riportare dati approssimativi. Nel rapporto stilato dal Deloitte Center

for Health Solutions14

nel 2008, è infatti smentita l’analisi condotta di McKinsey con

lo scopo di quantificare il le cifre di mercato e un numero approssimativo seppur

accettabile di turisti che ogni anno partissero dal proprio paese con lo scopo di

ottenere trattamenti sanitari. Il rapporto a cura del Deloitte, stima infatti che il

numero di persone che nel 2007 ha intrapreso un viaggio volto all’ottenimento di un

trattamento medico sia di approssimativamente 750'000 persone. Nel rapporto

condotto da Ehrbeck et al. visibile nell’ Handbook on Medical Tourism and Patient

Mobility è riportato che il 10% dei consumatori di trattamenti medici all’estero è

rappresentato dagli americani15

, questo potrebbe condurci a pensare che il totale

14

Deloitte Center for Health Solutions, Medical Tourism: Update and Implications, 2009,

http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/Deloitte%20Report%2020091023.pdf 15

Neil Lunt, Daniel Horsfall, Johanna Hanefeld , Handbook on Medical Tourism and Patient

Mobility, 2015, pag.31

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mondiale di turisti medici oscilli fra 30 e 50 milioni di persone all’anno. Come per le

stime riguardanti il flusso annuale di turisti anche il calcolo del fatturato annuale

dell’industria del turismo medico risulta approssimativa e difficile da calcolare con

esattezza, anche se alcuni pareri come quelli dell’analisi condotta dal Deloitte e in

quella operata da Marc Piazolo e Nurşen Albayrak Zanca16

si trovano concordanti

sull’approssimare la cifra in questione a 60 miliardi di dollari americani. Basandoci

quindi sui dati che abbiamo avuto modo di esaminare forniti dagli studi McKinsey e

dalla Deloitte, possiamo stabilire a grandi linee che, a livello globale, il flusso

annuale di consumatori di turismo medico sia compreso tra 60'000 e 50 milioni. La

rivista italiana Panorama per i giovani17

in un articolo del 2008 afferma che il

mercato mondiale nel campo delle prestazioni mediche ammonti al 9% del PIL

globale, vale a dire più di mille miliardi di dollari solamente nel mercato americano.

La rivista ha altresì previsto che il mercato relativo al turismo medico in India

avrebbe raggiunto entro il 2012 la quota di circa un miliardo di dollari mentre la

società irlandese Research and Market stimò che nel 2010 il numero di pazienti

intenti a migrare verso paesi più ricchi per ricevere cure mediche avrebbe toccato i

780 milioni spendendo una cifra orientativamente quantificabile in quaranta miliardi

di dollari. Un articolo riportato sul sito italiano quotidianosanità.it alla fine del 2014

affermava che nel 2010 il mercato mondiale relativo al turismo sanitario ammontasse

a circa 100 miliardi di dollari americani e fosse destinato a crescere.18

16

Marco Piazolo, Nurşen Albayrak Zanca, Medical Tourism - A Case Study for the USA and India,

Germany and Hungary, Acta Polytechnica Hungarica, Vol.8 n. 1, 2011, pag. 140 17

Panorama per i giovani - n. 2, maggio-agosto 2008, pag.23 18

Il 'turismo sanitario': nel 2010 un mercato da 100 mld di dollari destinato a crescere, Quotidiano

on line di informazione sanitaria, 4 dicembre 2014, http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-

asl/articolo.php?approfondimento_id=5702

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Come immaginabile a giudicare dalle stime nella maggior parte dei casi contrastanti

e dalla loro variabilità, il Turismo Medico rappresenta un mercato e un’industria

estremamente vitale e in continua espansione ed evoluzione e questo comporta una

crescita annuale sempre più rapida, meno prevedibile e dall’impatto economico

sempre meno quantificabile (seppur in costante aumento).

5. TURISMO MEDICO, LEGISLAZIONE EUROPEA

VIGENTE.

L’entità e la portata costituita dal turismo medico è innegabilmente soggetta a

legislazioni e regolarizzazione da parte di tutti i paesi in cui questo fenomeno è

presente e in sviluppo, in questa parte constateremo le norme giuridiche

internazionali a cui questa realtà è stata sottoposta ed è tutt’ora sottoposta. A partire

dall’inizio del millennio il numero di pazienti europei che richiedevano di essere

curati all’estero ha comportato l’elaborazione di un piano di regolamentazione dal

punto di vista cooperativo fra assicurazioni e infrastrutture sanitarie. Attualmente,

scegliere di essere curati all’estero è un diritto tutelato dalla Direttiva Europea

2011/24, approvata il 9 marzo 2011 dal Parlamento di Strasburgo e dal Consiglio

dell’Unione Europea, il 24 febbraio 2014 è stato approvato anche dal Consiglio dei

Ministri italiano con il Decreto Legislativo di recepimento. Era da tempo in effetti

che i cittadini e le associazioni dell’ UE attendevano una normativa che rendesse più

agevole lo spostamento transfrontaliero finalizzato all’ottenimento di trattamenti

sanitari nel pieno rispetto dei diritti. Qui di seguito riportiamo un estratto di alcuni

punti salienti del Decreto Legislativo in modo di chiarificarne i contenuti:

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(4) Fatta salva la possibilità che i pazienti ricevano assistenza sanitaria

transfrontaliera ai sensi della presente direttiva, gli Stati membri restano comunque

responsabili della prestazione di assistenza sanitaria sicura, di qualità elevata,

efficiente quantitativamente adeguata ai cittadini residenti nel loro territorio.

Inoltre, il recepimento della presente direttiva nella legislazione nazionale e la sua

applicazione non dovrebbero condurre a una situazione in cui i pazienti siano

incoraggiati a ricevere le cure fuori dal loro Stato membro di affiliazione.

(5) Esiste una serie di principi operativi condivisi dai sistemi sanitari di tutta

l'Unione. Questi principi operativi sono necessari per garantire che i pazienti

abbiano fiducia nell'assistenza sanitaria transfrontaliera, condizione indispensabile

per realizzare la mobilità dei pazienti e conseguire un elevato livello di protezione

della salute.

(7) La presente direttiva rispetta e non pregiudica la facoltà di ciascuno Stato

membro di decidere il tipo di assistenza sanitaria ritenuta opportuna. Nessuna

disposizione della presente direttiva dovrebbe essere interpretata in modo tale da

compromettere le scelte etiche fondamentali degli Stati membri.

(21) Il Consiglio ha riconosciuto che esiste un insieme di valori e principi comuni

che sono condivisi in tutta l'Unione sul modo in cui i sistemi sanitari rispondono alle

esigenze della popolazione e dei pazienti che tali sistemi servono. I superiori valori

di universalità, di accesso a un'assistenza di buona qualità, di equità e di solidarietà

sono stati ampiamente riconosciuti nell'opera di varie istituzioni dell'Unione.

Pertanto, gli Stati membri dovrebbero altresì garantire il rispetto di tali valori anche

in relazione ai pazienti e ai cittadini di altri Stati membri ed assicurare un

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trattamento equo di tutti i pazienti in base ai loro bisogni di assistenza sanitaria e

non in base allo Stato membro di affiliazione.

(31)[…]ad un paziente che chieda l'autorizzazione di ricevere in un altro Stato

membro cure sanitarie adatte alle sue condizioni di salute dovrebbe essere sempre

concessa l'autorizzazione alle condizioni previste dai regolamenti dell'Unione,

qualora le cure in questione siano comprese tra le prestazioni previste dalla

legislazione dello Stato membro in cui il paziente risiede e se il paziente non può

ricevere tali cure entro un termine giustificabile da un punto di vista clinico, tenuto

conto del suo stato di salute e della probabile evoluzione delle sue condizioni di

salute. Tuttavia, se un paziente richiede invece esplicitamente di fruire di cure ai

sensi della presente direttiva, i benefici applicabili al rimborso dovrebbero essere

limitati a quelli applicabili ai sensi della direttiva medesima. Nel caso in cui il

paziente abbia diritto all'assistenza sanitaria transfrontaliera prevista sia dalla

presente direttiva sia dal regolamento (CE) n. 883/2004 e l'applicazione di tale

regolamento sia più vantaggiosa per il paziente, è opportuno richiamare l'attenzione

del paziente su questo fatto.

(34) Gli Stati membri di affiliazione dovrebbero conferire ai pazienti il diritto di

ricevere in un altro Stato membro almeno le stesse prestazioni previste nello Stato

membro di affiliazione. Se l'elenco delle prestazioni non specifica esattamente il

metodo di cura applicato, ma definisce i tipi di cura, lo Stato membro di affiliazione

non dovrebbe rifiutare l'autorizzazione preventiva o il rimborso per il fatto che il

metodo di cura non è disponibile nel suo territorio, ma dovrebbe valutare se la cura

transfrontaliera richiesta o ricevuta corrisponda alle prestazioni previste dalla

propria legislazione. Il fatto che l'obbligo di rimborso dell'assistenza sanitaria

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transfrontaliera ai sensi della presente direttiva si limiti all'assistenza sanitaria

figurante tra le prestazioni cui il paziente ha diritto nel proprio Stato membro di

affiliazione non impedisce agli Stati membri di rimborsare il costo dell'assistenza

sanitaria transfrontaliera al di là di tali limiti. Gli Stati membri hanno ad esempio la

facoltà di rimborsare le spese supplementari, come le spese di alloggio e di viaggio o

le spese supplementari sostenute dalle persone con disabilità, anche se tali spese non

sono rimborsate in caso di assistenza sanitaria prestata sul loro territorio.

(39) I flussi di pazienti tra gli Stati membri sono limitati e dovrebbero rimanere tali

in quanto la grande maggioranza dei pazienti nell'Unione riceve assistenza sanitaria

nel proprio paese e preferisce far così. Tuttavia, in determinate circostanze, i

pazienti possono chiedere che alcune forme di assistenza sanitaria siano prestate

all'estero. Esempi in tal senso sono le cure altamente specializzate, o le cure prestate

nelle regioni frontaliere nelle quali la struttura idonea più vicina è situata al di là

del confine. Inoltre, alcuni pazienti desiderano essere curati all'estero per essere

vicini ai loro familiari che risiedono in un altro Stato membro, per avere accesso a

un metodo di cura diverso da quello previsto in patria o perché ritengono di ricevere

un'assistenza sanitaria qualitativamente migliore in un altro Stato membro.

(47) Le procedure in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera istituite dagli

Stati membri dovrebbero offrire ai pazienti garanzie di oggettività, non

discriminazione e trasparenza, in modo da assicurare che le decisioni delle autorità

nazionali vengano assunte con tempestività e nel rispetto dei principi generali cui si

e fatto riferimento e delle circostanze proprie di ogni singolo caso. Ciò dovrebbe

valere anche per il rimborso erogato per i costi di assistenza sanitaria sostenuti in

un altro Stato membro dopo che il paziente ha ricevuto le cure. È opportuno che i

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pazienti, in circostanze normali, abbiano il diritto di ottenere decisioni in materia di

assistenza sanitaria transfrontaliera entro termini ragionevoli. Detti termini

dovrebbero però essere ridotti ove lo giustifichi l'urgenza della cura in questione.

(48) E’ necessaria un'informazione adeguata su tutti gli aspetti essenziali

dell'assistenza sanitaria transfrontaliera in modo che i pazienti possano

concretamente esercitare i loro diritti su di essa.

(51)[…] la Commissione dovrebbe incoraggiare la cooperazione concernente

l'assistenza sanitaria transfrontaliera a livello regionale e locale, in particolare

individuando i principali ostacoli alla collaborazione tra i prestatori di assistenza

sanitaria nelle regioni di confine, formulando raccomandazioni e diffondendo

informazioni e migliori pratiche sul modo di superare tali ostacoli.

(52) Gli Stati membri di affiliazione potrebbero aver bisogno di ricevere la conferma

che l'assistenza sanitaria transfrontaliera sarà o è stata prestata da un professionista

sanitario che esercita legalmente. È pertanto opportuno garantire che le

informazioni sul diritto di esercitare la professione, contenute nei registri nazionali o

locali dei professionisti sanitari, se stabiliti nello Stato membro di cura, siano messe

a disposizione delle autorità degli Stati membri di affiliazione su richiesta .

(53) Qualora dei medicinali autorizzati in uno Stato membro siano stati prescritti a

un determinato paziente in uno Stato membro da un membro di una professione del

settore sanitario regolamentata ai sensi della direttiva 2005/36/CE, le relative

prescrizioni dovrebbero, in linea di massima, poter essere riconosciute in ambito

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medico e i medicinali dispensati in un altro Stato membro in cui i medicinali sono

autorizzati.

(55) […] Alcuni pazienti affetti da malattie rare devono affrontare difficoltà nella

ricerca di una diagnosi e di cure per migliorare la loro qualità di vita e

incrementare le loro aspettative di vita, difficoltà che sono state riconosciute anche

dalla raccomandazione del Consiglio dell'8 giugno 2009 su un'azione nel settore

delle malattie rare2.

6. TURISMO MEDICO, IL MERCATO DELLA SANITA

PRIVATA

6.1 ASIA E TURISMO MEDICO

Come abbiamo avuto modo di vedere il Turismo Medicale, in quanto fenomeno di

portata globale, non risente propriamente della crisi economica ed è un mercato che

non conosce battute d’arresto. Inoltre i paesi che hanno saputo e sanno tutt’ora

sfruttarlo possono vantare una crescita variabile in base all’afflusso dei pazienti e dei

trattamenti che offrono. Le nazioni si trovano dunque sul punto di potersi considerare

come veri e propri competitors anche sotto l’aspetto medico-sanitario, contendendosi

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questo mercato in continua e progressiva espansione facendo leva su molteplici

fattori che possano attrarre il maggior numero di pazienti possibile in base all’offerta

di servizi, al loro costo in comparazione a quello proposto dal sistema sanitario

nazionale e ad altri fattori di natura prettamente turistica. In questa parte vediamo di

analizzare alcune delle più particolari categorie di offerta che il continente asiatico,

universalmente considerato come paese in via di sviluppo, propone ai consumatori

internazionali.

Pensare all’Asia evoca spesso e volentieri paesaggi suggestivi con connotazioni

esotiche, tradizioni, filosofie di pensiero, costumi e culture dall’equilibrio e

dall’antichità invidiabile. E’ innegabile come negli ultimi anni, sotto la spinta della

globalizzazione il continente asiatico abbia apportato numerosi cambiamenti non

solamente in merito al concetto di wellness, o di medicina in sé ma anche a quello

relativo al turismo. Trattandosi del continente geograficamente più esteso sulla terra,

non è possibile parlare di medicina asiatica, poiché comporterebbe una

generalizzazione che non provocherebbe altro che imprecisione e approssimazione.

E’ in ogni caso innegabile che le tradizioni storiche in merito a campi antichi quali la

medicina e la filosofia spesso e volentieri ad essa connessa abbiano conservato e

sviluppato il loro valore nel corso dei secoli. L’idea di pensare all’Asia come un

continente tecnologicamente arretrato è de legato a una tipologia di sanità

condizionata quasi esclusivamente da tecniche omeopatiche è quasi del tutto da

scartare, specie in ambito moderno. La medicina indiana per esempio, come abbiamo

avuto modo di constatare non comprende più unicamente pratiche relative alla

medicina tradizionale tutt’ora esportate in tutto il mondo e diventate di tendenza in

molti settori del wellness. La nazione indiana ha nell’ultimo secolo acquisito una

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rilevanza globale nel settore medico e farmaceutico distaccandosi radicalmente dal

preconcetto che la vede come uno stato povero, arretrato e ancora agli inizi di un

lungo e difficoltoso processo di globalizzazione. Negli ultimi anni infatti il settore

della sanità mondiale, compreso quello indiano, è stato bersaglio di una

commercializzazione sempre più viva e frenetica, i motivi sono molteplici: i

progressi della tecnologia informatica nel campo dell’informazione e delle

comunicazioni, la crescente mobilità internazionale di pazienti, servizi e provider e la

crescente presenza del settore sanitario privato che vede i servizi sanitari come entità

commerciale formalmente riconosciuta e regolata dal WTO (World Trade

Organization – Organizzazione mondiale per il commercio).

Nel 2006 il primo ministro indiano Manmohan Singh ha dichiarato di voler

sviluppare le meccaniche di accoglienza relative al turismo sanitario e di voler creare

una condizione ottimale per migliorare la gestione della sanità pubblica in risposta al

considerevole aumento degli stranieri che negli ultimi anni hanno visitato l’India con

l’intento di sottoporsi a un gran numero di interventi o trattamenti sanitari,

dall’omeopatia alla chirurgia: "L’India ha l’opportunità di diventare un polo

d’attrazione mondiale per quanto riguarda il settore sanitario, grazie a cure poco

costose ma di qualità e un personale altamente qualificato"19

ha dichiarato il primo

ministro in conseguenza evidente di uno studio condotto dalla camera di commercio

indiana che ha visto il numero di stranieri intenti ad accedere al sistema sanitario

indiano crescere dal 2004, nel quale un ammontare di 15’000 persone hanno scelto

l’India come meta per sottoporsi a trattamenti e/o interventi medici, apportando al

sistema economico nazionale circa 2 miliardi di dollari. La motivazione che ha

19

http://www.corriereasia.com/

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suscitato l’interesse di un numero così elevato di persone, come annoverato anche

nell’introduzione, è appunto l’accessibilità dei costi del sistema sanitario indiano.

Unire l’utile al dilettevole non è più un problema quando al piacere di viaggiare e

scoprire nuove culture si aggiunge la possibilità di migliorare la propria salute a costi

relativamente limitati, basti considerare che in India, “Gli stranieri che si fanno

curare in India pagano 10 euro per un ginecologo, 6 euro un dietologo, 90 per una

tac, 40 per un controllo totale del sangue compreso diabete e tiroide, 400-500 euro

per un intervento oculistico correggere la miopia, quando in Italia costa circa 2.000

euro.”20

Il primo ministro Singh si era dimostrato tuttavia attento a sottolineare che

in quanto fenomeno di massa, il turismo sanitario andava sottoposto e regolato in

base normative internazionali che l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità)

avrebbe dovuto valutare. Dall’inizio del nuovo millennio il dibattito sulla

regolarizzazione del turismo medico in Asia è molto acceso a causa della rapida e

prorompente crescita commerciale di giganti del mercato in costante affermazione

come: Cina, India e Sud Africa, specie nel campo dell’innovazione farmaceutica che

viaggia di pari passo con l’affermazione del fenomeno del turismo sanitario e che

vanno a discapito del monopolio preesistente in mano alle multinazionali occidentali

che per decenni hanno vantato un’esclusività apparentemente invalicabile e

inviolabile su due ramificazioni dominanti del mercato: la sanità privata e gli aiuti

umanitari. A seguito dell’inizio del secondo millennio questo monopolio esclusivo

degli stati occidentali sembra essere stato interrotto e per certi aspetti soppiantato

dalla concorrenza rappresentata dagli stati emergenti sopracitati. Come abbiamo

accennato in precedenza, l’India ha acquisito l’interesse dei “turisti sanitari” per via

20

Idem http://www.corriereasia.com/

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dell’accessibilità dei costi dei trattamenti e degli interventi, ma viaggia di pari passo

anche l’importanza costituita dalla produzione di farmaci generici da parte delle

multinazionali indiane (le quali godono di un ampio raggio d’azione e di una fetta di

mercato globale sempre crescente grazie al livello tecnologico e qualitativo raggiunto

e accordato dall’OMS) e dal fatto che essi vengano utilizzati in ambito sanitario

privato come anche pubblico. Attualmente il gigante farmaceutico indiano è uno dei

concorrenti più spietati di questa ampia branca di mercato, fra le maggiori compagnie

spicca la Ranbaxy Laboratories, divenuta negli ultimi anni una fra le prime aziende

distributrici di farmaci generici al mondo. Sbalorditivo è lasso temporale che un’

industria farmaceutica come quella indiana ha dovuto trascorrere prima di

guadagnarsi un posto di fondamentale importanza nel mercato, basti pensare che

trent’anni fa essa era pressoché inesistente, oggi invece può contare su un mercato

che approssimativamente consta di 20 miliardi di dollari, di cui 9 provengono da

esportazioni. Stando alle previsioni, nel 2020 l’industria farmaceutica indiana

dovrebbe raggiungere una quota di mercato pari a 55 miliardi di dollari americani.

Per quanto riguarda il turismo sanitario, la nazione indiana suscita nel turista

sanitario un’attrattiva particolare motivata dal basso costo e dall’alta qualità dei

servizi offerti, attualmente il turismo medicale in India apporta al bilancio nazionale

approssimativamente 2 miliardi di dollari e attrae più di 150.000 turisti all’anno di

cui il 24% sono di origine africana; è tuttavia da notare un aumento di pazienti

provenienti da Europa, America e Australia questo considerevole numero di stranieri

in cerca di cure mediche ha spinto lo stato indiano a emettere un visto apposito per

chi visita il paese con lo scopo di sottoporsi a trattamenti. Il leader ospedaliero

attualmente dominante nel settore sanitario indiano e che per primo e più di tutti ha

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saputo sfruttare il turismo sanitario è l’ Apollo Hospital, una catena ospedaliera i cui

centri sono distribuiti attualmente fra Sud Africa e India e le cui qualità sono

costantemente monitorate dall’OMS e dalla Commissione Internazionale della

Sanità. La peculiarità rappresentata da questa catena ospedaliera è l’accessibilità dei

servizi medici ai lavoratori di classi meno agiate della società che propone ai pazienti

prezzi di trattamenti estremamente inferiori a quelli offerti da altre aziende

ospedaliere e governi stranieri, basti pensare alla seguente comparazione: La

sostituzione di una valvola cardiaca all’ Apollo Hospital in India costa 10'000 dollari,

mentre la medesima operazione svolta in Europa o in America si aggira attorno ai

200'000 dollari. E’ dunque piuttosto superficiale e approssimativo affermare che il

settore medico pubblico e privato dei paesi asiatici non sia considerabile di alto

livello o addirittura arretrato. Un altro caso analogo può definirsi quello della

Thailandia, che dopo il boom degli anni ’90 ha subito una rapida e cospicua ondata

di investimenti nel settore sanitario che trovano riscontro attuale in numerosi

ospedali e un numero altrettanto alto di cliniche private di alto livello certificate dal

JCI21

, in tali strutture lavorano professionisti originari del paese e anche di

provenienza estera e il livello delle performance offerte è davvero alto. Attualmente

la Thailandia rientra fra i dieci stati al mondo maggiormente visitati con intenti

medico-sanitari. A conferma del massiccio consumo di prestazioni mediche di varia

natura da parte di stranieri, J.M.H (Mack) Banner22

afferma che “il 60% dei propri

posti letto è occupato da pazienti stranieri.” E fra i trattamenti maggiormente

richiesti su suolo Thailandese si annoverano: interventi chirurgici in campo

odontoiatrico, la chirurgia estetica, ortopedica, cardiovascolare. Secondo quanto

21

JCI, Joint Commission International. 22

J.M.H (Mack) Banner, da 39 anni amministratore delegato del Bumrungrad International

Hospital di Bangkok.

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emerso dall’ indagine Medical Tourism Climate Survey Report 2010 a cura della

Intuition Communication23

, entro il termine del 2015 la Thailandia, l’India e

Singapore rappresenteranno i leader del settore relativo al turismo medico, l’indagine

vedrà inoltre la Spagna, la Germania e probabilmente il Belgio come “new entry”.

Per la realizzazione del rapporto sono stati accumulati dati e statistiche provenienti

da 257 organizzazioni attive in ambito di turismo medico presenti in 55 paesi,

intuitivamente molte di queste sono giovani ma fra le più influenti è possibile

menzionare: Treatmentabroad.net, Healism, Healthbase, Euromedicals Tour.

Secondo dati risalenti al 2010, il mercato estremamente concorrenziale delle

prestazioni mediche in Asia si aggirava nel 2006 ad approssimativamente 60 miliardi

di euro mentre nel 2015 inizia ad avvicinarsi alla soglia dei 100 miliardi di dollari.

Le statistiche dipingono pertanto il continente asiatico come la meta più

qualitativamente ed economicamente più appetibile per un viaggio all’insegna di

trattamenti medici di sorta.

6. 2 COME SCEGLIERE

Che si tratti di un’operazione odontoiatrica, di chirurgia estetica o oculistica è

importante, nella selezione della struttura sanitaria più consona alle proprie esigenze,

non limitarsi unicamente a fare del risparmio l’unico strumento per orientarsi nella

scelta, bisogna sempre tenere a mente infatti, che si tratta sempre e comunque di una

spesa atta a preservare o migliorarne la salute del consumatore. E’ opportuno dunque

23

Intuition Communication, società britannica di comunicazione in ambito medico che ha da poco

acquisito una delle riviste di riferimento per chi si occupa di viaggi atti all’ottenimento di prestazioni

mediche.

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ponderare attentamente al fine di trovare la soluzione che costituisca il compromesso

ideale fra la massima qualità e un prezzo vantaggioso. Nel momento in cui si decide

di voler intraprendere una ricerca è importante ricordarsi che il Turismo Medico

come anche il Turismo Sanitario costituiscono per noi la possibilità di viaggiare per

poterci curare in situazioni e condizioni estremamente favorevoli, ma al contempo

per i provider sono attività lucrative. Non è infatti difficile trovare in rete annunci

proposti da agenzie di viaggi che promuovono e mettono in evidenza splendidi

opuscoli con set fotografici rappresentanti le varie mete e le relative possibilità di

trattamenti ottenibili. Come in qualunque altro mercato è possibile talvolta compiere

scelte discutibili in termini di qualità del servizio, del soggiorno, di prezzo o di

confort che causano nella maggior parte dei casi causano disturbo o invadenza nei

confronti del consumatore, rendendo la sua esperienza tutt’altro che positiva. Il

primo passo fondamentale per approcciarsi al fenomeno del turismo medico è la

pianificazione: formulare una scala che includa le proprie priorità in ambito medico,

informarsi telefonicamente o tramite mail per informarsi direttamente su dubbi o

perplessità riguardo una struttura sanitaria che ha acquisito il nostro interesse potrà

darci modo non solo di chiarificare i nostri dubbi, ma anche di valutare la formalità e

la professionalità di chi ci fornisce i chiarimenti. Mancare di percorrere una tappa

importante come la pianificazione completa del proprio viaggio può causare notevoli

disagi come ad esempio la nascita e lo sviluppo di complicazioni nel periodo post-

operazione. Una volta raccolte le informazioni che reputiamo di nostro interesse, è

opportuno sistemarle metodicamente, magari tramite una tabella Excel o un

documento Word che possa facilitarne il confronto. Il confronto fra le strutture

sanitarie è un altro passo importante della pianificazione in quanto ci consentirà di

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avere un quadro generale dalla rapida e semplice consultazione, in esso possono

essere elencati: il numero e la tipologia di trattamenti offerti da una determinata

struttura ospedaliera, le apparecchiature, innovazioni e tecnologie da essa utilizzate,

la qualità e i costi delle cure, i nomi e le qualificazioni dello staff medico presente, i

tempi stimati per un determinato trattamento, le modalità di abbattimento della

barriera linguistica ma non solo, compiere una scelta importante come l’essere

sottoposti a un trattamento medico all’estero richiede anche di informarsi sul paese

che ci ospiterà e dunque documentarsi su ciò che concerne: clima, meteo, cronaca

locale e modelli di accoglienza nazionali. Generalmente, anche se in modo non

determinante, l’affidabilità di un servizio è proporzionale alla mole di informazioni e

testimonianze reperibili in rete. Un altro elemento chiave della pianificazione è il non

limitarsi alla ricerca di una singola struttura che risulti consona alle nostre esigenze, è

consigliabile infatti valutare un buon numero di cliniche, solitamente cinque o più

per avere parametri di giudizio variabili e aiutarci a compiere la scelta migliore. Non

è saggio lasciare che la fretta scaturita dal desiderio di portare a termine

un’operazione, indipendentemente dalla sua gravità, condizioni la nostra scelta.

Dopo aver raccolto tutti i dati dalla rete o grazie al supporto fornitoci dall’agenzia di

viaggi alla quale ci siamo rivolti, si può procedere con la comparazione. Una volta

aver raccolto i dati è opportuno confrontare quelli di maggior rilevanza come ad

esempio il tasso di successo e i risultati clinici di una determinata operazione in una

determinata struttura ospedaliera, una scelta consigliata è quella di rivolgersi

direttamente allo staff incaricato della corrispondenza online per richiedere alla

clinica di nostro interesse le loro statistiche relative agli interventi o di farsi indicare

dove trovare in rete un rapporto che li indichi. Come già accennato, su molti dei siti

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internet è possibile trovare informazioni riguardo al personale medico delle strutture

ed esaminare curriculum, qualifiche, certificati di aggiornamento e quant’altro si

possa voler accertare. Fra i vari elementi che è opportuno valutare nella scelta della

struttura sanitaria che più si confà alle nostre esigenze, vi è innegabilmente anche il

prezzo. Il terzo punto a cui prestare attenzione è costituito dalla valutazione del

servizio post-intervento questo può costituire infatti, in base al tipo di operazione

della quale necessitiamo un elemento fondamentale nella pianificazione della nostra

permanenza in quanto determinata da questioni mediche e psicologiche, alcuni

trattamenti post-operazione possono infatti richiedere supporto psicologico, che

spesso è un fattore molto importante nel superamento ottimale del trauma (dall’entità

variabile) costituito dall’intervento. Il quarto punto è quello che comprende la

richiesta di preventivo. In una forma accurata di preventivo devono

immancabilmente figurare: il costo di ognuno dei servizi e dei materiali offerti dalla

clinica, con tanto di dettagli relativi ai materiali utilizzati per l’intervento e il

trattamento post-operazione, i tempi di esecuzione e relativa convalescenza più

eventuali spese di trasporto e alloggio. Non abbiate fretta di confermare il pagamento

e procedete alla compilazione unicamente quando sarete sicuri della completezza dei

dati in esso contenuti. Dato importante è anche costituito dalla valutazione dei

metodi di rimborso e pagamento e delle garanzie proposti. L’ultimo elemento che ci

sentiamo di portare alla vostra attenzione è l’attendibilità delle fonti che è possibile

consultare per la pianificazione del proprio soggiorno. Come ripetiamo, il Turismo

Medico è un mercato attivo ed in crescita, alimentato e promosso da social media,

stampa, riviste, televisione, radio e qualunque mezzo di comunicazione multimediale

o cartaceo sia di facile accesso, è dunque fin troppo facile riuscire a connettersi con

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questa realtà, meno facile talvolta è distinguere l’attendibilità di ciò che ci viene

posto davanti, specie se mascherato da promesse di grandi risparmi o di permanenze

in posti esotici o di tendenza. Il primo passo per intraprendere questa scelta, non è

infatti costituito dalla rete o dai mezzi di comunicazione, ma dal consulto col proprio

medico di famiglia che potrà assisterci in una decisione così importante. Il secondo

passo è costituito dalla ricerca (in rete o non) finalizzata a documentarci sulle novità

del settore di competenza per il trattamento che ci riguarda. E’ impensabile di non

prendere i dovuti e necessari accorgimenti per una valutazione del genere, poiché la

ricerca di un servizio in cui il rapporto qualità-prezzo sia ottimale è importante, ma

non sarà mai importante quanto la preservazione della propria salute.

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7. TOURISME MÉDICAL, DÉFINITION ET APERÇUS HISTORIQUES

Tourisme médical, tourisme de bien-être, Tourisme sanitaire... Dans un contexte

strictement contemporain cette typologie de tourisme parait représenter la nouvelle

frontière de la santé moderne. Mais avant de commencer à vous proposer les

données, les statistiques et les prévisions, il est opportun de clarifier de quoi on

entend parler. Le Tourisme médical constitue une activité de tendance chez les

patients qui désirent profiter des prestations et des technologies chirurgicales à

moindres frais avec de nombreux avantages et inconvénients.

Comme on a pu voir dans la partie en italien le phénomène du tourisme médical

s’enracine dans l’antiquité de l’histoire de la civilisation humaine. Même au temps

des Egyptiens il y avait la tradition et la coutume de se plonger dans la mer pour

résoudre des conditions physiques précaires ou simplement pour se soulager de la

fatigue ou des efforts faits. Successivement les Grecs et les Romains aussi cultivèrent

cette coutume qui s’étendra à l’exploitation des sources thermales et deviendra

connue plus tard le nom technique d’hydrothérapie. Le thermalisme et

l’hydrothérapie sont même considérés aujourd’hui comme des traitements

extrêmement bénéfiques pour des pathologies articulaires ou liées à la circulation

sanguine. La problématique relative à la difficulté de se soigner, dans l’antiquité, fut

la première impulsion instinctive qui motiva l’homme à se déplacer afin de trouver

une façon pour résoudre ses problèmes sanitaires. Dans cette perspective, l’Empire

Romain attira beaucoup de personnes de tout le continent Européen.

Malheureusement la tradition thermale s’éteindra temporairement avec le début du

Moyen-Âge mais il sera reprise à la fin du XVIII siècle. Ce sera grâce au

thermalisme que le processus social européen qui conduira à la naissance du

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Tourisme Médical pourra avoir lieu. Historiquement, ce fut Napoléon III qui

redonna au thermalisme le prestige suffisant pour être réinséré dans la société.

Toutefois ce sera seulement après la deuxième révolution industrielle et avec ses

innovations technologiques en matière de science, communication et transports mais

aussi pour ce qui concerne l’expansion économique, qu’une baise sera crée pour le

développement d’un processus sociale et de démocratisation du tourisme qui

entraînera le moderne concept de tourisme médical que aujourd’hui on entend.

Avant la deuxième révolution industrielle et donc au début du XIX siècle on ne peut

parler que de phénomènes précurseurs du tourisme médical, comme celui constitué

par la Côte d’Azur : la région méridionale de la France en fait représentait selon

Boyer (1996) un lieu ou les aristocrates et les personnes aisées avaient l’habitude

d’aller pour se soigner, grâce aussi au climat propice pour la guérison. L’accélération

de majeure importance dans les aspects sociaux, politiques et économiques se

vérifiera avec la fin de la deuxième guerre mondiale, pendant cette période, en fait,

on assistera à la reprise de l’activité de tourisme et de loisirs. Le monde est prêt de

subir l’élimination de frontières et le début de la mondialisation. La coutume relative

aux voyages d’agrément ne sera plus un luxe réservé aux classes plus aisées mais

deviendra un phénomène toujours plus collectif et pratiqué jusqu’à la formation d’un

vraie marché du tourisme.

Avant d’entrer dans le monde en croissance et développement progressifs du

tourisme médical, il est de fondamentale importance de définir cette typologie de

tourisme dont nous allons discuter du point de vue de l’offre et du point de vue de la

typologie de personnes qui peuvent profiter des services de soins. Premièrement, on

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peut établir que le Tourisme médical est divisé en trois catégories différentes et

variables en relation avec ce qui concerne ses propres critères d’analyse :

Tourisme Médical en sortie : Il s’agit du taux de patients/touristes qui

chaque année laissent les pays d’origine afin de se déplacer à l’étranger pour

se faire soigner dans un autre pays.

Tourisme Médical en entrée : Il s’agit du taux de patients/touristes qui

chaque année, arrivent dans un pays donné en augmentant le pourcentage de

touristes qui choisissent de se faire soigner dans le susdit pays.

Tourisme Médical Intra-frontalier : Il s’agit de la tendance d’un

nombre précis de citoyens, à se déplacer à l’intérieur de son propre pays afin

de se faire soigner dans des structures spécialisées mais en dehors de sa

collectivité.

La définition retenue la plus complète et précise pour ce qui concerne la

catégorisation de l’offre est fournie par l’étude conduite par Mueller et Lanz

Kaufmann (2001) qui divisent l’appellation générique du tourisme médical en deux

sous-ensembles de personnes différentes en relation avec leurs nécessités respectives:

1. Tourisme médical de bien-être ou de confort. Cette

typologie de voyage comprend les séjours à l’étranger et les

opérations de chirurgie plastique ou généralement les traitements de

bien-être (thermalisme, thalassothérapie, forfaits de relaxation etc.).

Le plus souvent il comprend de voyager dans des pays exotiques. Ce

type d’offres est inclus dans des voyages à forfait organisés par les

agences de tourisme ou directement par les structures hospitalières.

La différence la plus évidente qui distingue cette première typologie

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de tourisme, c’est que dans ce cas on ne comprend pas les

problématiques potentiellement mortelles.

2. Le tourisme médical vital, qui peut être différencié en

deux catégories :

Tourisme médical de réhabilitation : il

comprend les soins médicaux généraux destinés à résoudre

des accidents et des problématiques vécues précédemment.

Dans cette catégorie figurent aussi les traitements qui se

proposent de lutter contre des syndromes pathologiques

comme : l’alcoolisme, les dépendances au tabac, médicaments

et d’autres.

Le tourisme médical opératoire : dans ce cas il

faut une structure hospitalière spécialisée et dotée d’un

personnel extrêmement qualifié et compétente (à partir des

médecins jusqu’aux infirmiers) dans cette catégorie on trouve

une quantité consistante de cliniques privées répandues dans

le monde entier et qui offrent une gamme très vaste de

services qui comprennent la chirurgie l’odontalgique, la

chirurgie cardiaque mais aussi les traitements oncologiques et

de nombreux autres. Le tourisme médical opératoire répond

aux exigences précises et se distingue des autres typologies

parce que dans ce cas il s’agit de résoudre des maladies ou des

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problématiques qui ne peuvent pas être traitées dans le pays

d’origine.

Donc à la fin, on peut affirmer que les types de traitements proposés aux

consommateurs potentiels sont principalement au nombre de trois et ils se

différencient par leurs finalités respectives :

1. Traitements préventifs

2. Traitements palliatifs

3. Traitements curatifs

COMMENT LES NATIONS GÈRENT LE TOURISME MÉDICAL

La notable progression que le tourisme médical a connue pendant ces trente dernières

années a comporté une organisation juridique, de gestion et de marché très ciblée et

l’élaboration de plusieurs stratégies de marché fondées sur le développement de

l’industrialisation de l’offre. Selon l’étude conduit par Deloitte, il y a plus de 35

nations au monde qui exploitent le phénomène du tourisme médical et chacun de ces

pays gagne approximativement autour d’un milliard de dollars. Comme on a déjà

déclaré dans la partie en italien et dans l’introduction, les données relatives à

l’identification et au calcul statistique du tourisme sanitaire sont presque toujours très

discordantes. L’un des éléments les plus influents pour le développement du

tourisme médical sont sans doute la mondialisation et donc le perfectionnement de

technologies de communication et d’information et l’amélioration des techniques

diagnostiques et thérapeutiques. Premièrement la technologie joue un rôle

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fondamental dans le marché parce que, d’un côté ils facilitent l’accessibilité des

informations envers les consommateurs potentiels consommateurs et de l’autre côté,

cette impulsion ciblée à l’auto-amélioration de technologies comporte la raison la

plus importante pour l’accroissement de la concurrence. En effet la fiabilité et par

conséquent, les prix de traitements varient en fonction aux niveaux de ces deux

caractéristiques. Mais est-ce que c’est seulement l’écart technologique qui pousse les

gens à se faire soigner à l’étranger ? C’est important de souligner que le tourisme

médical a subi un long processus de réglementation pour être admis complètement

dans l’Union Européenne, mais ces choix ont été aussi influencés par des réalités

contemporaines ou par des événements qui se sont vérifiés pendant les dernières

années, parmi eux on peut mentionner: l’arrivée de la crise économique, la chute du

dictateur libyen Kadhafi, qui a entraîné l’ émigration de milliers de soldats et

combattants libyens en Europe et surtout en France à la recherche de soins.

Certainement cette situation a été engendrée par l’impossibilité d’accéder aux soins

du propre pays car ils étaient parfois fois trop coûteux, ou même absents ou peut-être

aussi à cause de délais d’attente trop longs; l’une des autres raisons peut être la

présence de facteurs sociologiques, juridiques ou éthiques. Pour ce qui concerne

l’Union Européenne, en 2011 la directive24

qui régularise la liberté de recevoir des

soins a été adoptée en promulguant un acte selon lequel, avec le juste type de police

d’assurance il consent de pouvoir être traité à l’étranger selon des critères de qualité

et sécurité nécessaires. Cette directive prévoit un cadre comprenant :

24

Directive 2001/24/UE du Parlement Européen net du Conseil du 9 mars 2011 relative à

l’application des droits des patients en matière de soins de santé transfrontaliers.

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La clarification des droits des patients pour ce qui concerne la

possibilité d’accéder à des soins à l’étranger et aux remboursements

partiaux ou totaux relatifs à la typologie de police d’assurance.

La garantie de sécurité et de qualité des services

consommables dans les autres pays de l’UE

La promotion de la coopération en matière de soins de santé de

courte durée entre les états membre de l’UE.

Pour rendre plus accessibles les soins aux consommateurs, les États sont

respectivement responsables de la gestion des partenariats de soins et des assureurs

des soins de santé. Ils sont aussi chargés de fournir la quantité d’informations

nécessaire à faciliter les choix et la sécurité relative au respect et à la protection des

données personnelles des patients. En somme, la directive 2011/24 permet à un

citoyen de l’Union Européenne de bénéficier des soins de santé dans un autre pays de

l’UE où il existe des droits précis en matière de soins.

Mais voyons plus spécifiquement les grands modèles de gestion par lesquels les

nations maitrisent le tourisme médical du point de vue de l’offre, des structures, du

développement technologique et de la réalisation des objectifs :

Asie : Dans le pays de l’Asie, l’offre est principalement

focalisée sur la création de labels de qualité qui sont délivrés et assignés par

l’organisme responsable du contrôle de la qualité de la santé et qui est

chargé d’examiner et par conséquent d’émettre les certifications valides au

niveau international25

. Les nations asiatiques majeures se sont différenciées

avec le temps à cause de plusieurs facteurs de façon d’instaurer une

25

Joint Commission International

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concurrence toujours plus forte : le tourisme médical en Thaïlande par

exemple est maitrisé à travers une multitude de sites web qui promeuvent les

possibilités de traitements. Il est aussi possible en Thaïlande d’obtenir des

allégements fiscaux sur la base du traitement qu’on nécessite. Un autre point

de repère du tourisme médical en Asie est constitué par la République de

Singapore qui est parmi les premières places dans le secteur des soins grâce

à ses technologies de médecine de pointe et à la gamme de services promue

par une marque de qualité qui s’est formée dans les dernières années. Il y a

aussi immanquablement la Chine, pays connu globalement à cause de la

médicine traditionnelle et de la croissante tendance au développement de

soins high-tech et des traitements à bas coûts qui constituent l’une des

caractéristiques les plus importantes pour attirer les consommateurs de

partout dans le monde. La Chine a en fait vu augmenter significativement la

quantité de touristes médical, mais en même temps le contraire est vrai

également. Ceci est d’ailleurs la raison pour laquelle Li Jingwen, manager

général à Pékin pour McBridge écrit que « Dans des pays Européens,

comme Chypre et la Turquie, il y a plus d’un demi-million de personnes qui

ne sont pas protégées par l’assurance publique et ça signifie une grande

opportunité pour les institutions de santé en Chine. ». Il est important de

souligner que par contre il y a aussi beaucoup de touristes qui laissent les

pays Asiatiques pour obtenir des soins et traitements à l’étranger dans les

pays plus développés. Donc en voyant la situation de notre point de vue on

peut déduire que les touristes asiatiques qu’il est possible d’observer dans

les centres de notre capitales Européennes ne constituent pas seulement

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possibles consommateurs de produits de nos traditions mais aussi possibles

clients de nos systèmes de santé et ça c’est important pas seulement pour

l’Europe, mais aussi pour pays comme : la Corée du Sud, Singapour et les

États-Unis. Liu Yuanli de l’Union Medical College à Pékin dit qu’il y a

beaucoup de différences entre les typologies de touristes sanitaires qui

visitent la Chine afin d’obtenir traitements de santé et les touristes qui se

déplacent de la Chine pour se faire traiter à l’étranger. « Les patients en

Europe et aux États-Unis d’habitude choisissent de se faire traiter au-delà

de la mer lorsque les services demandés sont à bas coût et lorsque il y a la

possibilité d’économiser et d’habitude c’est dans tous les cas l’assurance

sanitaire qui gère leur déplacement et qui rembourse ces touristes. Par

contre les touristes sanitaires chinois préfèrent payer tous seuls les coûts

des traitements et ils sont poussés à voyager à l’étranger à la recherche de

traitements difficilement trouvables voire introuvables en Chine, comme :

les traitements de médecine de pointe les plus diversifiés, ou pour les

thérapies et médicaments anticancéreux. ». Pour ce qui concerne les

hôpitaux européens ils sont toujours très disponibles à accueillir les patients

qui viennent de l’étranger et c’est aussi pour cette raison que les

infrastructures sanitaires aiment à se développer au-delà de la mer afin

d’agrandir leur réseaux de services et leur partie de marché pour rester

compétitives avec les concurrents. Il est important de souligner que

contrairement aux marchés appartenant à la Thaïlande, l’Inde ou même à la

Corée du Sud, l’exploitation du phénomène du tourisme sanitaire en Chine

est encore à la phase de début, même si en rapide croissance. Cette forme de

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retard est due à la rigidité du système sanitaire Chinois qui prévoit que dans

les hôpitaux publics, les services de médecine de pointe doivent constituer

moins de 10% des fonctions d’ensemble. Liu Tingfang, professeur à

l’Institut pour la direction hospitalière de l’Université Tsinghua dit qu’ « On

a besoin d’admettre plus des cliniques privées et des hôpitaux par rapport à

aujourd’hui et établir plus de partenariats de manière à accroitre le nombre

de patients venant de l’étranger. » Dans la province de l’Hainan ce projet a

déjà commencé avec l’entrée du Sanya TCM26

Hospital dans un plan qui

verra l’hôpital comme une structure pilote qui partagera le marché avec la

Russie, l’Europe du nord, et les États-Unis. Le Sanya est opérationnel depuis

plus de neuf ans et chaque année il traite environ 3000 patients, chaque

patient dépense presque 20000 $. Jusqu'à maintenant l’hôpital a traité plus

ou moins 30000 patients étrangers. Cette initiative a amené aussi Shanghai

et Pékin à formuler et mettre en place un projet pas si dissemblable par

rapport à celui de la province d’Hainan, mais les problèmes restent

persistants dans la bureaucratie : « Il est possible d’obtenir une crédibilité au

niveau international seulement à travers des certificats valides en Europe et

dans le reste du monde pour attirer des patients étrangers de manière à ce

qu’il soient facilités à être remboursés par leur compagnies d’assurance ».

Maintenant la Chine a 14500 hôpitaux et toujours plus d’experts sont

d’accord à propos de la nécessité d’installer d’autres hôpitaux pilotes afin

d’augmenter la gamme de services qui constituent la demande. Le manque

de certifications pour la MTC est un grand obstacle auquel faire face

26

TCM, Traditional Chinese Medicine. MTC, Médecine traditionnelle chinoise

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puisque ses traitements ne sont pas reconnus en Europe et ils sont classifiés

comme médicine alternative ou homéopathie plutôt que partie d’une science

médicale universellement agréée ; c’est pour ça qu’il est impossible de

trouver des produits de MTC ou de MTI27

en pharmacie. En 2014, selon le

classement annuel Bloomberg appelé Most Efficient Health Care 2015, qui

prend en examen 55 États différents sur la base de l’efficience de leur

système de soins, l’Asie peut se considérer le vainqueur absolu avec à la

première place Hong Kong, suivi de Singapore (à la première place en

2014). L’Italie occupe la sixième place qui peut être considérée sans doute

une bonne position, tandis que la France gagne la dix-huitième place.

Europe : Le continent Européen, riche d’une culture et d’une

tradition scientifique à l’avant-garde se concentre sur le développement de

structures hospitalières privées à l’étranger afin de réduire les coûts

d’investissement pour maximiser les profits, les nations européennes les plus

actives dans ce projet sont : l’Allemagne, le Royaume-Uni et la Belgique.

En dépit de la crise économique et des mesures prises pour lui faire face, le

système de soins Européen continue à produire de très bons résultats. Les

taux de survie pour les problématiques parfois graves comme : les

pathologies cardiaques d’entité variables, les accidents vasculaires

cérébraux, les infarctus et les traitements anticancéreux, sont en train

d’augmenter malgré la disposition toujours plus commune (et discutée) à

adopter des styles de vie mauvais et dangereux pour la santé, comme la

sédentarité et la consommation d’aliments précuits, facteurs qui donnent lieu

27

MTI, Médecine Traditionnelle Indienne

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96

à des pathologies comme l’obésité, dans les sociétés occidentales. Au

contraire, la mortalité infantile est en train de subir une diminution

progressive. On peut donc affirmer qu’en matière de soins de santé l’Union

Européenne et ses États membres ne font pas signe de rester en arrière. Un

élément d’importance dans cette analyse est constitué par le prestige que les

médecins européens représentent à l’étranger. En effet, il n’est pas rare que

dans les structures hospitalières privées d’autres pays on puisse trouver des

spécialistes qui ont acquis une expérience considérable sur le sol européen.

C’est le cas de Malte, l’île au sud de la mer Méditerranée depuis toujours

considérée comme « L’hôpital de la Méditerranée » à cause d’une multitude

de facteurs, ou la majorité des chirurgiens et spécialistes sont d’origine

Américaine ou Britannique. Mais comment cette île peut-elle représenter

l’un des centres névralgiques du tourisme médical les plus actifs et prospères

en Europe ? Avant tout la position extrêmement centrale de Malte est

parfaite pour être rejointe de l’Europe comme de l’Afrique septentrionale et

ses dimensions réduites rendent les déplacements de l’aéroport aux

destinations très rapides et simples. La majorité des cliniques sont en fait

installées dans les centres-villes qui sont tous praticables à pieds puisque de

dimensions réduites. Le climat chaud se prête pour les traitements de

réhabilitation. L’abondante gamme de soins de complexité variable et les

constants investissements dans le domaine médical, rendent Malte l’un des

choix les plus conseillés pour ces personnes qui cherchent le lieu idéal pour

se faire soigner à l’étranger. Mais quand on parle de tourisme médical

européen il n’est pas possible d’omettre les publicités toujours plus

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97

nombreuses qui offrent la possibilité de se faire soigner à l’étranger,

l’Europe de l’est pour ce qui concerne les traitements pour les prothèses

dentaires, ou les traitements de l’infertilité en particulier en Slovénie,

Pologne, Bulgarie, Roumanie et Hongrie ou les Pays Bas qui offrent des

cliniques et des médecins spécialisés dans les thérapies anti-tabagisme et

dans les médicaments antidiabétiques, VIH, les pathologies cardiaques et les

hépatites. En 2015, selon le rapport de l’EHCI28

, conduit annuellement par

l’ONG suédoise HCP29

à partir de 2005, les Pays-Bas se placent pour la

cinquième fois consécutive à la première place parmi les états dont le

système de santé le plus efficace. Le rapport se base sur certaines données

qui comprennent : les informations et leur accessibilité aux patients en

termes de droits, l’accessibilité aux soins, les services proposés aux patients,

la prévention et les résultats. Les Pays-Bas sont suivis par la Finlande, le

Danemark et la Belgique alors que, on peut trouver aux dernières places la

Roumanie, la Lituanie, la Pologne et enfin le Monténégro.

Amérique : Sur le continent américain, comme aussi en

Europe, il y a des critères d’évaluation du système de santé. Mais

commençons par les États-Unis. En 2014, le Commonwealth Fund a conduit

une étude ciblée vers le classement et l’évaluation des qualités et des

performances des systèmes de soins à la lumière de 5 groupes d’indicateurs

clés : qualité, accessibilité, efficacité, égalité et santé. L’étude, appelée

Mirror, Mirror on the Wall - How the Performance of the U.S. Health Care

28

EHCI (Euro Health Consumer Index), Indice Européen des consommateurs de soins de santé 29

HPC, Health Consmer Powerhouse

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98

System Compares Internationally a été conduite par rapport aux autres

nations afin d’avoir les références les plus précises possible. Parmi les 11

Etats examinés les États-Unis figurent à la dernière place, tandis qu’aux trois

premières places on trouve le Royaume-Uni, suivi de la Suisse et de la

Suède. Malgré tout, les États-Unis sont également renommés pour la qualité

de leur système de soins très avancé du point de vue technologique, ils sont

en fait spécialisés dans la médecine de pointe. La fiabilité des performances

et le niveau technologique vont de pair avec les coûts très élevés qui

empêchent une importante partie de la population de se faire soigner. En

2000, l’OMS30

a classé les États-Unis comme le pays dont le coût pour

accéder à la santé est le plus élevé, il y a en effet plus de 47 millions de

citoyens sans assurance sanitaire. Cette condition problématique a créé au

cours des dernières années un accroissement progressif du marché du

tourisme médical, spécialement pour ce qui concerne le sud du continent,

dont les structures hospitalières sont en compétition continue afin d’obtenir

le plus grand nombre de patients nord-américains. Les pays qui sont

davantage en voie de développement dans ce cas sont : le Mexique, le

Brésil, la Bolivie, le Costa Rica et l’Argentine. Par rapport aux années

précédentes, ces nations attirent chaque année toujours plus des touristes

sanitaires, qui cherchent l’opportunité de recevoir des soins à prix contenus.

Les touristes ne séjournent pas seulement pour profiter des traitements

chirurgicaux, l’Amérique méridionale offre une multitude de possibilités en

matière de vacances dans des lieux exotiques, chauds et potentiellement

30

OMS, Organisation Mondiale de la Santé

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appropriés à passer une période pour se remettre après une intervention

chirurgicale. L’Argentine est en fait à l’avant-garde en matière d’appareils

de médecine de pointe et de spécialistes. La plupart des structures

hospitalières argentines offrent outre des prestations chirurgicales optimales

des services d’hôtellerie et de logement fiables afin d’assurer aux clients les

meilleures conditions possible pour faire face à la période de convalescence.

Une autre destination qui est souvent choisie pour ce qui concerne la

chirurgie esthétique est sans doute le Brésil. On parle en fait d’une nation

extrêmement productive du point de vue médical. Il suffit de penser qu’en

2007, le Brésil a réalisé presque 600 000 opérations chirurgicales

esthétiques. En outre, la notoriété qui dérive du succès des interventions

représente une fiabilité claire et potentielle des services de soins privés

Brésiliens surtout à São Paulo, ou il est possible de trouver un réseau

d’hôpitaux dont une grande partie est équipé de certificats et des

accréditations assignées par le JCI31

et par d’autres organismes responsables

de l’évaluation du système de soins brésilien. Il est important de souligner

que les structures hospitalières argentines rentrent dans les normes

internationales et elles sont donc réputées conformes à l’offre de soins au

niveau global. Il est aussi possible que l’apparition de l’arbovirus Zika, dans

le sud du continent Américain puisse compromettre ou provisoirement

réduire le taux de tourisme médical en entrée, mais étant un phénomène

relativement nouveau et peut-être temporaire, il est difficile de se hasarder à

faire une prévision quant à son impact sur le tourisme médical. Tout ce

31

JCI, Joint Commission International

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100

qu’on peut certainement affirmer à cet égard, c’est que l’impact de Zika sur

les déplacements transfrontaliers en général variera sur la base du temps

nécessaire à son éradication et donc à la découverte d’un remède et au

niveau de diffusion sommaire du virus.

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101

8. WELLNESS CULTURE AND MEDICAL TOURISM

Nowadays the concept of wellness represents moreover a costume in several

developed societies all over the world. It is in fact possible in a certain way to affirm

the existence and the development of a real wellness culture, which may have

different forms. Wellness travel and Medical Tourism are a incredibly fast growing

billionaire markets which will represent a close and easy way of travel around the

world. Side by side with this always more concrete search of “be healthy” there’s

also the increasing condition “be better” which is constantly getting an international

rule and is called Health Tourism or Medical Tourism. Many consider this

phenomenon as the new face of modern medicine. Most of the news and statistics

which refer to medical tourism often present different opinions and lead to confusion,

disagreeing ideas or even contradictions, it is the case of the comparison between the

estimates proposed by McKinsey (in 2008) and by Deloitte Center for Medical

Solution (in 2007).

In this analysis we intend to focus on this particular reality which is so rich in details

and peculiarities, taking in exam the ensemble of social, cultural and historic events

which have brought the current society to the creation of this exceptional and

relatively new frontier of tourism. In 2003, Pritchard defined Medical Tourism as:

“A niche which isn’t really exploited yet, although it has a wide potential of

development”.32

32

Pritchard A. , 2003

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102

Meanwhile into di first part of the thesis we have cited the Joan C. Henderson’s and

OECD’s Health Tourism definitions, here we show some of the most known

definitions, the first one here below is by John Connell33

who affirm that:

“Medical tourism is a recent example of niche tourism, with the rapid raise of

international travel in search of cosmetic surgery and solutions to various medical

conditions, benefiting health-care providers, local economies and the tourism

industry.”34

The second definition is provided by doc. Percivil M. Carrera and doc. John F.P.

Bridges who published several articles on medical tourism:

“The organised travel outside one‘s local environment for the maintenance,

enhancement or restoration of an individual‘s well-being in mind and body.”35

Anyhow, although the words of Connell are significantly exhaustive in our case we

have to underline that Medical Tourism doesn’t simply handle aspects as cosmetic

surgery but every field of medicine we can figure. As we have previously seen

medical tourism involves a lot of precise and specialized areas of medicine and

tourism, as for instance: pregnancy tourism, tooth-ache tourism, detox tourism and

so on. But, why does medical tourism is getting so practiced and performed under

several aspect all over the world, does it have any advantages? Why should we have

the necessity to chose to be treated abroad instead of our own country? Can we be

always sure about the performance and medical service quality? These are questions

33

Professor of of Human Geography at the University of Sydney. He has been a consultant to the

WHO, the South Pacific Commission, the World Bank and the Asian Development Bank. He has

written over 20 books including Migration and the Globalisation of Health Care (Edward Elgar,

2010) and Medical Tourism (CABI, 2011). 34

Medical Tourism, written by John Connell, pag 1 35

Carrera and Bridges (2006)

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103

we will face later more specifically. What we can say at the moment is just that most

of the people who chose to be treated abroad make this choice due to important

factors such as: relatively briefs waiting times for surgical intervention or medical

treatments of various kinds, and the performance costs which are in most of the cases

cheaper than those offered by the origin state, this is the case of Unites States of

America and the southern part of the continent which compete with the north due to

its high percentage of people who are not protected by health insurance and are so

considered by the south as potential clients/patients or better, as medical tourists.

8.1 WHO’S THE MEDICAL TOURIST?

Before introduce more specifically what medical tourism and medical tourists are, it

is necessary to highlight the typologies which characterize this phenomenon, whereas

it is possible to observe it from different points of view and examination:

Inbound Medical Tourism: It represents the patients/tourists rate who

annually leave their own country to get treated in another one.

Outbound Medical Tourism: It represents the patients/tourists rate

who annually come in a defined country to get treated there.

Intra-boarder Medical Tourism: It represents the tendency to move

within the origin country to get treated in a defined city or in a defined

medical structure which is perhaps believed more disposed to satisfy a

determined kind of exigency.

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104

This is a necessary classification to observe Medical Tourism and clarify the medical

tourist figure. Prof. Cohen36

affirms that there are four different typologies of

medical tourists:

1. Medicated Tourists: It refers to the people who receive

treatments for accidents or health problems that occur perhaps during

holidays abroad.

2. Medical Tourists proper: It refers to the people who

travel with the only purpose to get treated in a certain country, they

can also decide which is the finer medical treatment they need once in

the country.

3. Vacationing patients: It refers to the people who visit a

certain country principally to get treated even if they are at times used

to benefit of some holiday opportunity, in particular during their

convalescence period.

4. Mere patients: It refers to the people who only benefit

of medical treatments abroad without enjoying of holiday

opportunities.

Prof. Cohen was not the only expert who analyzed the various typologies of medical

tourists, as we have previously done in the first part, we mentioned the completeness

of this sequence of distinctions operated by McKinsey which characterizes three

different kinds of consumers/patients which is possible in certain cases to consider as

Medical Tourists:

36

Prof. Cohen is one of the world's leading experts on the intersection of bioethics (sometimes also

called "medical ethics") and the law, as well as health law. Professor Cohen has spoken at legal,

medical, and industry conferences around the world and his work has appeared in or been covered on

PBS, NPR, ABC, CNN, MSNBC

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105

1. Temporary visitors abroad: This category includes those EU

citizens who travel abroad for vacation and benefit of foreign health systems

as a result of an accident or a sudden illness occurred during their stay

abroad . It is important to mention that in many cases the health insurance of

EU citizens can entirely/partially fund the therapy. This category doesn’t

represent properly the figure of Medical Tourist due to the starting purpose of

the travel unrelated to health, which comprises medical treatments only for a

more or less important need.

2. Long-Term resident : It refers to all the EU citizens who

choose to retire in foreign countries. Those people may receive health

services funded variously by the country of origin, the country of residence,

private insurance, or private contributions. Neither those people are properly

considered as Medical Tourists.

3. Common boarders: Bordering countries may at times

cooperate to provide cross-national public fund to sustain health care services

from foreign providers.

4. Outsourced patients: It refers to those patients who choose to

be sent abroad by agencies through cross-national purchasing agreements.

The main reason which pushes the consumer to make this decision is often

the long waiting list and the lack of professionals or specialist equipment in

the origin country.

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This apparently unbalanced and various flow of tourists/patients to and from foreign

countries represents nowadays a multibillion market which is annually increasing

and is constantly monitored by appropriate bodies which study and regulate this

market which over the last thirty years has obtained the attention not only of a large

number of private investors and governments but also specialized professional who

have studied and worked in a determined country and intend to move abroad with the

possible purposes of increase their specific competences or have more career

opportunities. This large movement opportunity contributes to increase the

phenomenon of health globalization, making a complex series of social and

economic changes involving the above mentioned typologies of medical tourists as

well as an extended quantity of professionals around the world. As we have seen

previously the health market presents a extremely specific series of possibilities and

treatments which is possible to purchase all over the world. Thanks to the media, the

internet, and advertising especially on the net, it is possible and relatively easy to

state that the international health market is a strongly competitive business activity

that involves not only single nation, but also whole continents which sometimes base

their offer on peculiar elements which at times makes a certain kind of technological

equipment, prestige of a determined clinic, or even just the climate which sometimes

could be more or less suitable to face a certain kind of convalescence.

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107

37

It is also clear that visiting foreign countries with the objective to be treated presents

a not indifferent series of potential risks for the consumer. Behind what can actually

seems as a great opportunity, economically and qualitatively speaking, it is possible

at times to find something which is actually poor in quality or worse, it can even

bring to potential harms for the patient. We have talked a lot about how to make the

most right decision in the first part of the thesis.

8.2 GLOBALIZATION, MEDICAL TOURISM KEY

Once we have seen the hugeness and clarified the constant development of the

International health market, mainly thanks to web publicity, it is relatively easy to

figure how the globalization and the internet have influenced positively this

phenomenon. It is also foreseeable how in a social context the potential consumer

37

www.hulihealth.com

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(or tourist) who benefits of the international health services, doesn’t settle for handy

health treatments, it is in fact rather common that he aspires to alternative treatments

on global scale, at times it deals with forefront treatments or experimental

procedures. After all this is common in every product or service we usually buy,

starting from food or electronics products, that’s the main effect of globalization:

everything is apparently within everyone’s reach, everything is on sale. At the

beginning of the century, Medical Tourism didn’t have so much space in the

international marketplace, contrarily to Health Tourism, it mainly was considered as

a section of health business, which consisted principally in a niche activity. Today it

is essential to underline how Medical Tourism represents a peculiar opportunity to

save money for consumers and at the same time an excellent resource carefully

focused by those health systems which realized how this phenomenon can be

profitable. Being Medical Tourism an extremely recent and worldwide activity, it is

often difficult to find concrete estimates and agreed points of view about it and it is

therefore hard to figure if it will be the new frontier of health industry or if this

phenomenon will be destined to decrease and then to disappear.

As we have previously affirmed, in the most of the cases Medical Tourism presents

itself as a controversial and debated topic, inasmuch as the definition of the term

often is interpreted differently by the observer and scholars. The hugeness of the

phenomenon, the socio-politic peculiarities, standards of examinations, the relatively

recent origin of Medical Tourism, the disagreeing dissimilarity of the opinions

available on the net, make the elaboration of concrete estimates an extremely

difficult procedure which is constantly debated and discussed by a multitude of

scholars, professionals and through worldwide conferences.

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One of these disagreeing opinions is represented by the comparison between the

McKinsey analysis of 2008 and the one operated by Deloitte Center for Medical

Solution in 2007. In this part we intend to examine more specifically the difference

between two different points of views, which observed the same phenomenon with

different concepts about the details it is made of. Both the studies intended to

estimate in the best way possible the flow of U.S. patients who annually left the

country with the purpose to be treated abroad. In 2007, Keckley and Underwood38

at

Deloitte estimated that the number of patients who left the country for the

aforementioned reason was approximately 750’000, furthermore, they agreed about

the fact that Medical Tourism would have increased so much to touch an

approximate amount of patients/medical tourists comprise between 3 and 5 million

by 2010. It is important to mention the opinion expressed by Ehrbeck et al. in the

Handbook on Medical Tourism and Patient Mobility, which affirms that in the global

amount of medical tourists, U.S. patients represent only 10% of that number, and this

would mean that the complete amount of people annually travelling around the world

with medical purposes are approximately comprise between 30 and 50 million.

The main objection to the Deloitte analysis comes from McKinsey, we have talked

about is definition of the various typologies of medical tourist in the introduction,

and that is exactly one of the disagreeing point which constituted the different points

of view of the studies. Mc Kinsey in fact, affirmed in 2008 that the Medical Tourism

global market was estimated between 60’000 and 85’000 patients who annually were

treated abroad. Anyway this data acquired credibility only confirming the definition

of Medical Tourist as:

38

Paul Keckley, PhD, Executive Director, and Howard Underwood, MD, Senior Manager and Fellow,

at The Deloitte Center for Health Solutions.

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“people whose primary and explicit purpose in traveling is medical treatment in a

foreign country”39

In this specific estimate, it doesn’t figure the patients who are treated through day

hospital or day surgery, in addition the analysis operated by McKinsey tends to

transmit that the typology of medical treatment is directly proportioned to the cost of

the medical intervention, in any way the market policy is about to change in a

opposite sense especially in countries whom economic development is emerging, the

so called developing countries. Those specific market policies have seen in fact the

creation of health services which are constantly increasing in quality and reliability

together with the employment of a high-level specialized staff, coming from high

quality hostelry sectors relative to developed countries in order to confer to the

specific activity a certain prestige and always more professional. An important factor

is constituted obviously by some degree and certification usually released by

trustable bodies of international evaluation which can attest the reliability of the

service or the activity. The McKinsey analysis give a peculiar relevance to the factor

connected to the patient mobility which allows to examine the phenomenon linked to

the movement opportunity seen the different exigencies which characterize variously

the patients. Those typologies of patients are clearly explained in the chapter “Who’s

the Medical Tourist”, so we just report here below the definitions:

1. Temporary visitors abroad

2. Long-term residents

3. Outsourced patients

39

McKinsey, Mapping the market of Medical Travel, http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/McKinsey%20Report%20Medical%20Travel.pdf

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How we have seen, the birth and the growth of Medical Tourism, whereas extremely

recent and worldwide doesn’t have agreeing and shared data and in most of the cases

the studies performed based their research and their results on different schools of

thought, usually using approximate estimates or partially trustable data. In the study

performed by Deloitte Center for Health Solutions40

in 2008 it is actually denied the

thesis elaborated by McKinsey, which as we have seen affirm that the approximate

number of Medical Tourist in 2007 was around 750’000. So, being almost

impossible to find some concrete estimates to precisely quantify the yearly flow of

medical tourists who every year leave their origin country to be treated abroad, we

can affirm practically the same thing about what concern the annual profit of this

international market, anyway in this specific case, the Deloitte opinion and the one

supported by Marc Piazolo e Nurşen Albayrak Zanca41

agree about approximate the

figure to 60 billion US dollars. Then, having briefly examined the data provided by

McKinsey and Deloitte, we can also roughly affirm that, globally speaking, the

yearly flow of Medical Tourism consumers fluctuates between 50’000 and 60

millions of people.

America represents a really active continent in the matter of Medical Tourism, it is

actually as foreseeable extremely advanced about medical technology, vanguard

treatments in different health fields and sophisticated training of physicians. The

different health systems legislations are at times different from state to state, it allows

the possibility to move from a state to another in order to your own exigencies. It

40

Deloitte – Medical Tourism: Update and Implications,

http://www.medretreat.com/templates/UserFiles/Documents/Deloitte%20Report%2020091023.pdf

41

Marco Piazolo, Nurşen Albayrak Zanca - Medical Tourism - A Case Study for the USA and India,

Germany and Hungary, pag. 140

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112

means a great possibility as for the US citizens as for foreigners who see America as

the principal way to satisfy their medical care. It is important to affirm that for US

citizens there are more facilitations about low cost flights, accommodations and

settle in modalities. A great number of foreigners generally believe that the American

health system is too expensive, and this is not an unshared thought, 47% of the

American population doesn’t have medical insurance and this is one of the main

reason why a lot of people choose to move abroad, especially to South America to

get high quality medical treatments, this relevant peculiarity differentiates US from

other industrialized countries which instead have a more accessible universal health

insurance system. Southern countries such as: Brazil, Argentina, Bolivia and Mexico

represent some of the most appreciate medical destination to those people who are

not covered with a health insurance in US. In 2000 di WHO42

classified the US

health system as the most expansive state in matter of accessibility. In 2014 the

Commonwealth Fund43

managed a study which classified and evaluated medical

treatment performances in order to 5 different indicator groups: Quality care,

Access, Safe care, Efficiency, Equity, Health lives and general health. The study we

mentioned is called Mirror, Mirror on the Wall - How the Performance of the U.S.

Health Care System Compares Internationally44

. Among the states examined by the

42

WHO, World Health Organization 43

The Commonwealth Fund is a private foundation that promotes a high performance health care

system providing better access, improved quality, and greater efficiency. The Fund’s work focuses

particularly on society’s most vulnerable, including low-income people, the uninsured, minority

Americans, young children, and elderly adults. The Fund carries out this mandate by supporting

independent research on health care issues and making grants to improve health care practice and

policy. An international program in health policy is designed to stimulate innovative policies and

practices in the United States and other industrialized countries. 44

MIRROR, MIRROR ON THE WALL How the Performance of the U.S. Health Care System

Compares Internationally, Karen Davis, Kristof Stremikis, David Squires, and Cathy Schoen June

2014.

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113

survey the United States of America are in the last position, meanwhile the first

places are awarded to Great Britain, followed by Switzerland, then Sweden.

45

Contrarily to its overseas relative, the United Kingdom health service, called NHS46

is classified in first position. Nevertheless the huge amount of money the US invest

in their health system, America stands fast on keeping its care access preclusive only

to those people who have health insurance coverage. The United Kingdom ranks first

in quality, access and efficiency; one of the main reasons why NHS is so active and

functional is represented by its affordable cost of health care, whereas it spends in

fact less than 2,008 £ per head instead of the 5,017 £ in the US. In addition, the NHS

45

Taken from MIRROR, MIRROR ON THE WALL How the Performance of the U.S. Health Care

System Compares Internationally 46

National Health Service - The U.K. health system. The NHS is one of the world's largest publicly

funded health services.

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came third among the countries with the shorter waiting time list to medical

treatment. The only negative fact of unquestionable relevance about NHS is

constituted by the low record in keeping people alive. It is actually possible to see in

the table that the section related to “healthy lives”, which includes infant deaths, and

deaths of people who would have survived if treated in time, the UK comes 10th

.

Doctor Mark Porter, responsible chief of the BMA47

, said the fund's findings were

"clear evidence that our NHS is one of the top-performing healthcare systems in the

world." Anyway he also hurried to add that the service achievements are temporarily

difficult due to different issues such as a multitude of increasing patient demand,

staff shortages and falling funding is undermining the very foundations of the NHS,

as is the incessant short-term interference from several politicians. “Those pressures

represent a real threat to our work and to our high-quality health care system.” Said

Doctor Porter.

What we can state with a certain conviction is that, being Medical Tourism a

worldwide phenomenon which is rapidly growing in availability, quality and access

facility, it represents an industry extremely flourishing and vital in a ongoing

development and spreading phase. This actually means an always more rapid and

unpredictable growing process whose economic impact is extremely unspeakable.

8.3 MEDICAL TOURISM TOP DESTINATIONS

As we said, Medical Tourism is becoming a flourishing and profitable industry.

Many countries all over the world, in Europe, Asia and South America, are getting a

47

BMA - British Medical Association

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huge success thanks to the multitude of medical care offers to foreigner people from

other countries. The reasons why so many people look for medical treatments abroad

has been mentioned previously, principally due to: their need to find high quality

medical services for a fraction of the cost in their home countries. It is important to

mention that not all the service offers findable on the internet are reliable, one of the

indicators which makes a service trustable and safe, is represented by the possession

of certificates and graduation internationally recognized as high quality guarantee.

One of the more trustable certificates is released by JCI48

. Moreover, a lot of

countries, which by this point of view see other nations as proper competitors offer

more than a simple medical care service they usually combine for instance what can

be a surgical operation with some comforts such as local tourism opportunities or spa

sojourns of various kind (thermal baths, sun bath, massages etc.). Patients Beyond

Borders49

estimates that in 2015 approximately 900,000 Americans went outside the

U.S. to find medical treatment and the number has been rising consistently over the

last decade. But medical tourism phenomenon is not limited to America. Patients

Beyond Borders details that about 8 million patients from around the world seek

overseas treatment contributing to a global industry valued at somewhere between

$20 billion and $40 billion. The typology of medical treatment mainly purchased

consist in cosmetic surgery, dentist surgery, cardiac surgery or fertility treatments.

There is anyway also a huge number of people who choose to be treated abroad also

to seek help and medical competences to face serious diseases and ills like tumors,

48

JCI, The Joint Commission International is an organization that evaluates international hospitals

based on rigorous quality and outcome standards. 49

Patients Beyond Borders is one of the world’s most trusted source of consumer information about

international medical and health travel.

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HIV, liver hepatitis. Here below we show some of the most selected destinations in

medical tourism field:

Malaysia

This Federal State, hosts yearly more or less half million medical tourists. It is one of

the most available health care provider in dermatologic field. According to the

MHTC50

, 60% of foreigner patients come from Indonesia. Consumers also visit for

In vitro fertilization, oncology, general surgery, and gynecology procedures. In 2013,

it was reported that between 560,000 and 700,000 medical tourists visited Malaysia.

If we compare US healthcare systems to MHTC, we find that the approximate saving

range is comprise between 60 and 85% of the total expenditure.

India

A recent report from Deloitte Center for Medical Solutions forecasts that India’s

medical tourism market will grow to nearly $4 billion, doubling what it was just

three years ago. According to Patients Beyond Borders, of the 250,000 international

patients, the majority head to cities like Bangalore, Chennai, Hyderabad, Mumbai

and New Delhi. One of the most significant private medical systems in India is

certainly the Apollo Hospital Group. This society symbolizes one of the largest

medical business activities all over the world. The Apollo Hospital Group is

composed of 41 hospitals and over 8,000 beds in the country but it has private clinics

also abroad as for instance in South Africa. The specialized Apollo staff doesn’t

manage only medical treatments offers, its job also consists in arrange entire travels

and stays in the country they also offer advanced services such as daily packages

between India and the United States for deliveries from insurance companies and

50

MHTC, Malaysia Healthcare Travel Council

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American hospitals. India represents one of the newest vanguard frontiers in medical

tourism, the most common treatments they perform are several and they have a

extremely high success rate, most of them consist in bypass surgery, hip replacement,

organ transplants, or just about anything you can think of, all at prices that are

usually between 70 and 90% cheaper than in the United States.

Costa Rica

Medical Tourism industry is extremely developed in Costa Rica and the flow of

incoming tourists grows every year. Although the health system is constantly

improving, Costa Rica is mainly known for beaches, abundant national parks, jungle

adventures, but it’s also become a popular package destination for those people who

look for medical procedures alongside the normal sightseeing. The most known

surgical aspect which push the people to choose Costa Rica is mainly represented by

cosmetic surgery (especially facelifts and breast enhancements which are regularly

performed). If we make a economic comparison between US cosmetic surgery costs

and those of Costa Rica, the approximate saving range is about 50% of the total

expenditure. But it doesn’t involve only cosmetic surgery, it is possible to perform

complicated procedures for an average of 60% less than in the United States.

Thailand

Over the last ten years, Thailand turned itself in a vanguard country in relation to

Medical Tourism. It is often considered as one of the first destinations to those

people who want to combine medical treatments with a vacation time. In 2010 the

amount of foreigner patients reached 1,8 million people. Thailand can praise

internationally accredited high-level medical structures, its medical system is in fact

developed and efficient. Some of the medical structures are classified as high-quality

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service by the JCAHO51

which in 2002 released to Thailand a prestigious certificate.

The Thailand hospital staff is highly-qualified whereas a lot of surgeons, medical

caretakers, physicians etc. often come from foreigner countries and have a lot of

references. The medical performance costs are significantly lower than those offered

by developed countries, for the same health treatment, for instance cosmetic and

plastic surgery. Contrarily to Italy, no medical structure has waiting list, this

peculiarity is strictly connected to the low (although rising) number of people who

don’t have medical insurance (which in Thailand generally costs less than a euro).

According to an article of IMTJ52

:

“Medical tourism should generate earnings in excess of $3 billion in 2015, from

income earned by private hospitals listed on the Stock Exchange of Thailand

according to Kasikorn Research Centre, a subsidiary of Kasikorn Bank. This

represents revenue growth of up to 15% year-on-year.

The number of medical treatments provided to international tourists by Thai private

hospitals is expected to reach 2.81million in 2015, up 10.2% year on year. This is not

the number of medical tourists, as one person can have from one to twenty

treatments even on one visit; and the numbers include a large number of local

expatriates.”

51

The JCAHO is an abbreviation for Joint Commission on Accreditation of Healthcare

Organizations. It is an organization made up of individuals from the private medical sector to develop

and maintain standards of quality in medical facilities in the United States. JCAHO publishes a large

body of literature designed to improve the quality of health services, and which can aid in the

accreditation process for a health care facility. 52

The IMTJ is an abbreviation for International Medical Travel Journal. It was established in 2007 in

response to the increasing interest in medical travel and medical tourism. It embraces many of the

themes that challenge healthcare providers across the world - insurance, accreditation, marketing and

promotion, quality, patient safety, levels of care and experience in treating international patients.

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Brazil

It is the fifth largest country in the world and the largest in South America, the

Brazilian plastic surgery market is the second world’s biggest; the state boasts in fact

about 4’500 licensed cosmetic surgeons. The majority of foreign patients are treated

in Sao Paulo and Rio de Janeiro which are the most populated and largest cities. The

smaller destinations are represented by Recife, Porto Alegre and Santos. The most

requested treatments consist in liposuction, facelifts, dental implants, and hair

transplants, but also new procedures like internal bras, lipo-selection, jet peel skin

rejuvenation, and thread lifts, all at prices about half of what people usually pay in

the US or UK. Although Brazil boasts an incredible amount of cosmetic surgery

services, there are almost 40 JCI-certificated medical structures which offer more or

less the same medical services which are possible to find everywhere. Every year

more than 55’000 people from bordering countries (Uruguay, Bolivia, Ecuador) visit

Brazil only to be treated. The great medical tourism impact in Brazil was facilitated

by the relatively life low cost and by its easy access possibility, being a coastline

state located along the Atlantic Ocean it is reachable by road, air and sea. The

national government requires to those people who travel to obtain medical treatment

a touristic visa.

China

It represent one of the latest countries which tried to capitalize Medical Tourism, but

despite the recentness of this phenomenon, China believes to can attract a massive

amount of foreigner patients due to its medical treatments and healthcare costs

relatively low and a various and increasing number of specialists and physicians ,

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high-level technology in medical field, and multi-lingual personnel. Most of the

patients who visit China to benefit of its progressive health system are attracted by

the vanguard tumor-treatments, cardiology, orthopedics and nevertheless TCM53

.

The national Chinese healthcare system is extremely sophisticated, the government

decided to apply the prestigious JCI standards of quality and safety to their hospitals,

and there are over 25 JCI-accredited facilities in China. About treatments variety

China offers a multitude of services such as: advanced kind of stem cells therapy,

oncologic surgery, radiation oncology, dentistry and a wide range of fertility

treatments.

9. CONCLUSION

At the end of this analysis on Medical Tourism phenomenon, we assume possible to

state that the development rate will keep on growing and improve its accessibility

together with always easier and cheaper movement ways, still for several years. As

reported by Deloitte Center for Health Solutions (DCHS), we support the ten

predictions about Medical tourism for 202054

:

53

TCM, Tradidional Chinese Medicine. It originated in ancient China and has evolved over

thousands of years. TCM practitioners use herbal medicines and various mind and body

practices, such as acupuncture and tai chi, to treat or prevent health problems. 54

http://www2.deloitte.com/global/en/pages/life-sciences-and-healthcare/articles/healthcare-and-life-

sciences-predictions-2020.html

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1. Health consumers in 2020

Informed and demanding patients are now partners in their own healthcare

2. Health care delivery systems in 2020

The era of digitized medicine—new business models drive new ideas

3. Wearables and mHealth applications in 2020

Measuring quality of life not just clinical indicators

4. Big Data in 2020

Health data is pervasive—requiring new tools and provider models

5. Regulation in 2020

Regulations reflect the convergence of technology and science

6. Research and Development in 2020

The networked laboratory—partnerships and big data amidst new scrutiny

7. The pharmaceutical commercial model in 2020

Local is important but with a shift from volume to value

8. The pharmaceutical enterprise configuration - the back office

in 2020

Single, global, and responsible for insight enablement

9. New business models in emerging markets in 2020

Still emerging, but full of creativity for the world

10. Impact of behaviors on corporate reputation in 2020

A new dawn of trust

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Eventually, we wish this analysis could be carried on in future in order to monitor in

the best accurate way possible this phenomenon which is constantly and

unforeseeably changing on the base of cultural, social and politic events.

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