Bridges Middle East 2009

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Bridges Middle East 2009

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Architectural and engineering event in Abu Dhabi

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Bridges Middle East 2009

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Bridges Middle East sarà lo scenario per il lancio in esclusiva del Qatar-Bahrain Causeway Project, riconosciuto come il ponte marino più lungo del mondo.

Questo progetto è la risposta ad una delle sfide princiapli del traffico e della mobilitànel Qatar e nel Bahrain. Fornisce, infatti, una connessione terrestre tra i due paesi e le due economie, strettamente legati l’uno all’altro.

Grazie ad uno speciale focus day dedicato al Qatar-Bahrain Causeway Project, i partecipanti all’evento avranno la possibilitàdi vedere da vicino la progettazione e l’implementazione del ponte marino piùlungo del mondo.

Conosciuto come il "Friendship Causeway“, avrà un piano strdale doppio a due sensi di marcia, 18 km di trincea e altri 22 di viadotti e ponti sul mare, oltra a 400 metri di ponte a cavo su un canale navigabile.

Ci sarà anche una parte dedicata al traffico ferroviario.

Dal 22 al 25 novembre, Abu Dhabi ospiterà la conferenza internazionale Bridges Middle East 2009, il più grande appuntamento mondiale dedicato alla progettazione e realizzazione di ponti. Durante i quattro giorni dell'evento, professionisti dell'ingegneria e dell'architettura di questa specifica disciplina - tra le piùaffascinanti e difficili dell'intero mondo delle costruzioni, e non solo -, finanziatori, amministratori e politici avranno la possibilità di incontrarsi e confrontarsi. In quei giorni, il centro degli Emirati Arabi Uniti diventerà anche una vetrina mondiale della tecnologia delle costruzioni.

Il Medio Oriente è uno dei punti fondamentali dell'intero ciclo economico mondiale, per i suoi giacimenti di petrolio e per la posizione geografica che lo pone al centro di un triangolo i cui apici sono l'Europa, l'Africa e l'Asia. Fin dall'antichità, dalle sue sponde e dalle sue strade sono transitate persone, merci, armate. E idee.

Quest'area del pianeta si è spesso posta come luogo di incontro e di sviluppo del pensiero umano - in campo filosofico, scientifico, tecnologico - , proprio grazie alla sua posizione che la rende un punto di incontro, confronto e fusione. Un ponte, si potrebbe dire. E proprio dal ponte parte la nuova idea di rinnovamento e sviluppo, economico e tecnologico. Un'idea che potrebbe essere l'occasione per rilanciare un'economia mondiale asfittica e alla ricerca di nuovi slanci.

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Progettare, costruire e manutenere la nuova generazione di ponti

Gli ambiziosi progetti di ponti e sistemi di transito, dalle caratteristiche architetturali e ingegneristiche all’avanguardia e innovative, hanno catturato l’attenzione del mondo intero.

La nuova generazione di ponti vuole porsi come “icona” di questa particolare disciplina e spostarne i confini ed i limiti realizzando una combinazione di architettura, scultura e ingegneria.

Si tratta di progetti ciascuno del valore di miliardi di dollari – come la Qatar-Bahrain Causeway e il Yemen-Djibouti Bridge – in grado di catalizzare l’attenzione di progettisti e finanziatori proprio per le loro dimensioni, tecnologiche ed economiche.

Questa ondata di nuovi progetti che sta attraversando il Medio Oriente ha spinto alla ricerca di tecnologie sempre migliori e best practice.

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Due di questi ponti sono vicini alla completa realizzazione, o anche ormai terminati.

Il primo è quello che porta all’isola di Abu Dhabi Island. Una rappresentazione astratta di dune di sabbia e onde, realizzata grazie a archi asimmetrici, disegnati dall’architetto anglo-iracheno Zaha Hadid. L’altro è il Bridge of Chords, dello spagnolo Santiago Calatrava – lo stesso che ha realizzato il nuovo ponte di Venezia – recentemente completato a Gerusalemme. Destinato a ospitare il sistema di ferrovia leggera della città, porta l’indiscutibile marchio di fabbrica dell’architetto spagnolo, i cavi di sostegno inclinati, qui portati fino ad un nuovo livello.

Ormai prossimi alla fase di realizzazione sono progetti come il Ring Bridge, dall’inusuale forma ad anello, e il Sixth Crossing of the Creek di Dubai, dalla caratteristica forma a doppio arco.

Sempre a Dubai, Palm Jebel Ali, dalla linea semplice e retta, on una torre inclinata in due direzioni.

Questa nuova generazione di ponti va oltre le classiche modalità di sviluppo e modernizzazione delle infrastrutture: il pragmatismo economico è ancora il primo punto nella definizione di un progetto, ma non rappresenta piùl’imperativo unico. Su di esso si sono impiantate nuove visioni del ruolo di un ponte, non più solo un simbolo di connessione, di collegamento, ma anche di un senso estetico e artistico, al limite di un astrattismo e simbolismo presi direttamente dall’arte moderna.

Molti di questi ponti hanno l’ambizione di essere unici, immediatamente riconoscibili, vere e proprie icone del luogo dove si trovano, delle sponde che uniscono, della popolazione che le ha realizzato, la loro cultura, la loro identita ed il loro ruolo nel mondo.

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L’impatto visivo del ponte viene creato connettendo tre diverse coppie di queste forme a duna di sabbia – diverse anche nelle dimensioni - , in un’unica fila che corre lungo il percorso del ponte.

Le sezioni visibili degli archi sono in acciaio, mentre le “valli” delle dune sono in cemento.

Il compito più difficile, per gli architetti, èstato preservare il concetto architetturale della struttura pur sviluppando un disegno che fosse realizzabile e rispettasse i requisiti tecnici e strutturali.

Criteri specifici fissati dal progetto-base includevano che il piano stradale andasse a formare un nastro continuo lungo l’intera lunghezza dell’attraversamento, ad un livello relativamente alto. Questo ha richiesto il rispetto di una profondità uniforme.

I deck nord e sud dovevano essere separati, ma con la minima ostruzione visiva possibile tra le due parti. La scelta è quindi caduta su una struttura aperta che ha portato all’utilizzo di una grigliatura aperta longitudinale.

Questi elementi formano un disegno ad alto impatto visivo, che saranno ancora piùevidenziati da un sistema di illuminazione particolare.

Ultima condizione, gli archi dovevano formare una linea continua e fluida, con curve tridimensionali, ed emergere direttamente dalla terra alla fine di ogni arco, cambiando posizione – interno, esterno – nel loro passaggio dalla terraferma all’isola.

Quello in più avanzata fase di realizzazione, ormai in grado di dimostrare quali enormi sfide questi ponti siano per progettisti e costruttori, è il Sheikh Zayed Bridge ad Abu Dhabi. Circa metà dell’infrastruttura in acciao è in posizione, e il tracciato stradale sta prendendo forma.

Terzo ponte di collegamento con l’isola centrale di Abu Dhabi attraverso il Canale di Maqta, si pone come la struttura del futuro. Le sue quattro corsie per ogni direzione – più due corsie di emergenza - ospiteranno il traffico dei nuovi insediamenti commerciali e culturali sull’isola di Saadiyat.

Il progetto ha messo a dura prova la società costruttrice, Archirodon, che ha negoziato una serie di estensioni ed aumenti da quando il cantiere ha preso il via, nel luglio 2003. Originariamente prevista per il 2006, la data di realizzazione è ora posta all’inizio del 2010.

La prima idea era quella di un ponte a zig-zag: la proposta fu però ritenuta insufficiente a raccogliere la sfida di diventare un simbolo dello sviluppo dell’area. L’introduzione di una serie di archi asimmetrici, isipirati dalla dune del deserto, si èdimostrata vincente: un simbolo delle tradizioni culturali dell’intero paese..

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L’isola posta in mezzo al progetto dà modo alla struttura del ponte di toccare terra, rinforzandosi, ma costituisce anche un punto centrale del sistema di trasporto e mobilitàdle ponte. È destinata ad ospitare, infatti, una stazione della Green Line della Metropolitana.

La presenza dell’isola consente anche di renderee visibile il palazzo dell’Opera House, che altrimenti sarebbe stato almeno parazialmente coperto dalle strutture del ponte.

È allo studio la possibilità di dotare la piccola isola di un suo anfiteatro.

Con ponte principale lungo 667 metri, corredato di un doppio arco che arriva fino a 205 metri di altezza – probabilmente il più alto al mondo – e un secondo ponte di 560 metri con un arco alto 88, il Sixth Crossing odf Dubai Bridge avrà una lunghezza totlae di 1,7 chilometri. L’arco secondario è, a sua volta, formato da due elementi inclinati

Questo ponte rappresenterà uno dei maggiori nodi della mobilità di Dubai, con sei corsie di traffico in ciascuna direzione, consentendo alla città di rendere fluido un traffico altrimenti congestionato.

Ci sarà spazio anche per una linea della metropolitana, passaggi rservati ai pedoni e una pista ciclabile.

Il ponte collega l’area di Jadaf area e le sue torri del Burj Dubai ad una nuova area di sviluppo, la Festival City, nella parte orientale. Più importante ancora il suo ruolo quale quale punto di spinta del nuovo distretto culturale che ospita anche il nuovo teatro dell’opera.