Rassegna stampa - Toscana Film Commission · Indagala dimensione urbana della vita in Medio Oriente...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

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Pagina I

Si parla di noi

31/03/2017 p. XX Florence koreaRepubblica Firenze 1

31/03/2017 p. 90 Firenze guarda al Medioriente Micaela DeMedici

Sette Green 2

31/03/2017 p. 25 FILM, PREMI E POLEMICHE PIOVONO SUI WHITE HELMETS AlessandroCarlini

Venerdi Repubblica 3

31/03/2017 p. 28 LA MIA SARAJEVO TERRA DI NESSUNO Gigi RivaVenerdi Repubblica 4

Si gira in Toscana

31/03/2017 p. XV Fu un set de "Il paziente inglese" «Le autorizzazioni? Nonricordo»

Tirreno Pisa 9

Festival Cinematografici

31/03/2017 p. 11 Prato Film Festival resta senza soldi Salta l'edizione 2017Nazione Prato 10

31/03/2017 p. XVII Mangani: «Speriamo nel 2018 Triste che Prato rinunci così»Tirreno PratoPistoia Montecatini

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Iniziative ed eventi

31/03/2017 p. XX I'm not your negroRepubblica Firenze 12

31/03/2017 p. XX Daniele ciprìRepubblica Firenze 13

31/03/2017 p. XX Goodbye darlingRepubblica Firenze 14

Segnalazioni

31/03/2017 p. 19 Ciak per Don BackyNazione Prato 15

FLORENCE KOREAII Florence Korea Film Fest non è

solo cinema; è una panoramica avolo d'uccello sulla culturasudcoreana. Così, come attoconclusivo della quindicesimaedizione, propone unospettacolo di musica e danzetradizionali organizzato dal TheInsitute of Korean TraditionalCulture. La serata, in scena alTeatro Verdi di Firenze, si apriràcon una dimostrazione diCheoyongmu, danza di corte inmaschera dichiarata patrimoniodell'Unesco nel 2009, che venivaeseguita durante i banchetti realie i rituali esoterici per scacciare lemalattie e propiziare la sorte. Cisarà poi l'Arirang, tipico cantopopolare considerato l'inno nonufficiale della Corea, le danzeSalpuri, eseguite in veste biancaper allontanare la malasorte, eJijeon, per dare pace alle animeerranti. Sarà poi il momento deirituali di corteggiamento con ladanza Hanryangmu, che mette inscena i tentativi di un gruppo digiovani aristocratici di sedurredelle dame di compagnia. Laconclusione è con il Nong-Ak, unarappresentazione che uniscedanza, teatro e acrobazieaccompagnate da strumenti apercussione, tradizionalmenteeseguita dalle comunità rurali perchiedere agli dei un raccoltoabbondante. Teatro Verdi, viaGhibellina 99, ore 20,30, 5 euro

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Firenze guarda al MediorienteFilm, documentari,mostre fotografichee specialità culinarie.Dal 4 aprile

C

inema, arte, musica, incontri. E,perché no, anche cibo. Indagaladimensione urbana della vita inMedio Oriente il festival Middle

East Now a Firenze che sceglie come filoconduttore le città, intese come metaforadella complessità del vivere in questa par-te del mondo, ma anche luogo di creativitàe di espressione culturale. Oltre 4o i film,tra lungometraggi, documentari, film d'a-nimazione e corti, per un intenso viaggiocinematografico che tocca Paesi, so-cietà e culture dell'area mediorien- -

tale, con un focus dedicato all'Egittoe alla sua storia recente. Tra gli ap-puntamenti in calendario, la mostraSaudi tales of love di Tasneem Alsul-tan, giovane fotografa saudita che 2

racconta storie personali di amore,divorzi e guardiania maschile attra-verso i ritratti di donne che hannofatto scelte coraggiose in Arabia

MiddleEast NowDal4al9aprileFirenzemiddleast-now.it

Saudita. E dato che anche il cibo è cultura,ospite speciale del festival sarà lo chef Phi-lip Juma, astro nascente della Iraqi cuisine efondatore del progetto Juma IGtchen (sup-per club e ristoranti pop up che spopolanoa Londra), che condurrà i visitatori alla sco-perta dei sapori della tradizione irachena inuna cooking class alla Scuola di Arte Culi-naria Cordon Bleu. Micaela De Medici

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I SEGUE DIBATTITO

FILM, PREMI E POLEMICHEPIOVONO SUI WHITE HT'T MET.

Riconoscimenti, premi e documentari. Il Syria Civil Defense, oWhite Helmets (caschi bianchi) - il gruppo di circa tremilavolontari impegnato in Siria nel salvataggio dei civili dagliedifici bombardati - continua ad essere al centro dell'attenzio-ne internazionale.Dopo la vittoria agli Oscar di TheWhiteHelmets di Orlando vonEinsiedel e Joanna Natasegara, un nuovo documentario, Last

Men in Aleppo, descrive la loro esperienza tra le rovine dellacittà siriana fra il 2015 e il 2016, ovvero nei mesi più cruenti delsuo assedio da parte dell'esercito di Damasco sostenuto dall'a-

viazione russa. L'opera, diretta dal re-gista siriano Firas Fayyad e dal daneseSteen Johannessen, viene ora presen-tata al Middle East Now, il festival dicinema e cultura contemporanea sulMedio Oriente e il Nord Africa che sitiene a Firenze dal 4 al 9 aprile. Il docu-mentario su Aleppo, che ha già vinto ilil Gran premio della giuria all'ultimoSundance Film Festival, racconta così

c in modo estremo e cruento la sopravvi-venza sotto le bombe e il tentativo da

parte di tre "caschi bianchi" di salvare il maggior numero dipersone possibile. Attorno all'organizzazione è stato scritto edetto molto. I White Helmets si sono aggiudicati diversi premiumanitari, fra cui l'edizione 2016 del Right Livelihood Award,il cosiddetto "Premio Nobel alternativo". Esaltati da moltastampa occidentale, sono stati però anche criticati, in partico-lare dai media più vicini al Cremlino, che li hanno accusati dilegami coi gruppi jihadisti siriani, fra cui le milizie islamistedi Al-Nusra. Anche i caschi bianchi sono così finiti sotto il"fuoco incrociato" dell'informazione.

(alessandro carlini)

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q+

SOTTO, IL REGISTA BOSNIACODANIS TANOVIC.

A DESTRA, UN SOLDATOBOSNIACO RISPONDE

AL FUOCO DEI CECCHINISERBI IL 6 APRILE 1992

NEL CENTRO DI SARAJEVO.MORIRÀ POCHI SECONDI DOPO

di Gigi Riva

Gli eroismi. L'adrenalina. Il sesso.E le illusioni. Danis Tanovic , premioOscar per No Man's Land, raccontala sua città. Venticinque anni fa sottoassedio, oggi con un futuro incerto

03

IRENZE . Venticinque annifa il premio Oscar Danis Ta-novic era un promettentestudente dell'Accademia

delle arti teatrali di Sarajevo in cerca difuturo. Quando il6 aprile 1992 cominciòl'assedio (e siamo appunto all'anniver-sario tondo) imbracciò la cinepresa perriprendere alcune azioni anche sperico-late, anche di prima linea, dell'esercitobosniaco. Attraverso la via tortuosadella guerra aveva scoperto unavocazio-ne. Ciascuno trova un ruolo nei conflittie il suo, magnificamente poi esteso alcinema, era quello di regista. A Firenzeha portato, per la rassegna Balkan Flo-rence Express, la sua ultima pellicola,Death in Sarajevo, liberamente ispirataa un'opera di Bernard-Henri Lévy e col-pevolmente ignorata dai nostri

LA MIA SARAJEVO

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TERRA DI NESSUNO

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distributori. Peccato.Nell'"Hotel Europa" della capitale

bosniaca si aspettano gli ospiti stranieriper la commemorazione del centenariodell'uccisione dell'arciduca FrancescoFerdinando da parte dell'irre-dentista serbo Gavrilo Princip(1914). Ma i dipendenti dell'al-bergo minacciano uno scioperoperché da mesi non ricevono lostipendio. Il direttore si rivolgea una banda mafiosa che spa-droneggia nel night club delsottosuolo per piegare a suon dibotte i leader della protesta. Lemetafore si sprecano. L'hotel ètrasparentemente la Bosnia tradita dal-le pompose e mai onorate promessedella comunità internazionale, e dovehanno vinto, 25 anni dopo, i peggiori, idelinquenti, mentre la popolazione èalla fame.

Benché si sia dichiarato, all'iniziodell'intervista col Venerdì, un «ottimi-sta», Tanovic non può negare questa in-terpretazione. Però propone unventagliodi ipotesi che mitigano l'amaro: «Il filmnon ha un solo finale, ne ha molti. C'èqualcuno che muore, ed è una possibilità.C'è qualcuno che passeggia nell'hotelrimasto vuoto, ed è una seconda possibi-lità. C'è una figlia che ha ritrovato suamadre e procedono insieme abbracciateverso la luce, ed è una terza possibilità».

Il lungometraggio è un pretesto per

alludere alla guerra e all'infinito dopo-

guerra.Venticinque anni dopo il secondo

conflitto mondiale, per tracciare un pa-

ragone, l'Italia aveva già conosciuto il

boom, il centrosinistra, il Sessantotto, la

strage di Piazza Fontana. La Bosnia vive

un tempo cristallizzato dalla pace fredda

di Dayton, che ha sì fermato il massacro,

però ha bloccato il futuro. Le istituzioni

sono paralizzate da un farraginoso mec-

canismo per cui le varie "etnie" hanno

Zrinko,il croatoche indagai tormentidel nemico

LA FILMOGRAFIA EX JUGOSLAVA, DI

QUALUNQUE DECLINAZIONE,

SEMBRA INCAPACE DI LIBERARSI,

COME È DEL RESTO COMPRENSIBI-

LE, DI UN PASSATO CHE NON PASSA.

PROPRIO COME TUTTO IL PAESE

CHE FU DI TITO. LO DIMOSTRA UNA

PELLICOLA MERITORIA SIN DALLA

PRODUZIONE - MISTA CROATA E

SERBA- E DUNQUE LARVATO

TENTATIVO DI COSTRUIRE UNA DIFFICILISSIMA

MEMORIA COMUNE . IL TITOLO DELL 'OPERA È

DALL'ALTRA PARTE DEL REGISTA (CROATO)

ZRINKO OGRESTA , MENZIONE SPECIALE AL

FESTIVAL DI BERLINO DEL 2016 , DA IERI NELLE

SALE ITALIANE . LA VITA DI VESNA E DEI SUOI

DUE FIGLI A ZAGABRIA VIENE SCONVOLTA DAL

RITORNO IN LIBERTÀ DEL MARITO E PADRE

ZARKO , DOPO UNA LUNGA DETENZIONE PER

UNA CONDANNA DEL TRIBUNALE DELL'AJA:

SERVIVA NELL 'ESERCITO JUGOSLAVO E Si ERA

RESO RESPONSABILE DI CRIMINI DI GUERRA.

ERA STATO DUNQUE "DALL'ALTRA PARTE",

QUELLA DEL NEMICO . ZARKO È A BELGRADO

E, SUL FILO DEL TELEFONO , SCORRONO

EMOZIONI , PENTIMENTI . C't CHI PERDONA E

CHI NO. CON COLPO DI SCENA FINALE . (G.R.)

diritti di veto, l'economia non è ripartita,si campa di aiuti e imperversano i parti-ti confessionali. Quando si chiede l'etàalle persone, molte rispondono con quel-la che avevano quando cominciarono leostilità. Tanto che non pochi, per para-dosso, rimpiangono il tempo della guer-ra, perché si era uniti, c'era più solida-rietà, non si era immersi nel finto liberi-smo individualista del dopo.

Danis Tanovic conosce bene questapostura nostalgica abbastanza radicata,tanto da contemplarla per negarla nelprofondo. «Sì certo, le ragazze che non sipotevano nemmeno toccare erano diven-tate all'improvviso tutte disponibili.Perché aspettare a fare l'amore se il gior-no dopo magari si poteva morire? C'erala rivoluzione sessuale a Sarajevo. E sidistribuiva tutto ciò che si aveva. Ho vi-sto persone eroiche mettere in gioco lavita per qualcuno che non si conosceva.Dentro le vene scorreva un'adrenalinapazzesca. Era dunque meglio la guerra?No, in guerra nessuno vince e tutti per-dono. Io avevo 23 anni quando è scoppia-ta e ho perduto la gioventù, ho perdutogli amici. La guerra non distrugge solo lepersone e le case, ma anche la società. Poibisogna ricostruire, e qui passerà ancoramolto tempo prima che succeda. Troppoodio in circolazione ancora, troppa in-comprensione».

Il pendolo intimo del regista continuaa oscillare tra disperazione e speranza.Però, per giustificare quell'autodefini-zione («ottimista») dice: «Il pessimistapensa che non può andare peggio. L'otti-mista che può andare peggio, ma anchemeglio». Il suo meglio, dopo il fronte, èandato dapprima a cercarlo all'estero. IlBelgio per finire gli studi, la Francia dovesi è sposato e ha fatto cinque figli. GliStati Uniti dove nel 2002 ha vinto l'Oscarper No Man's Land. Salvo poi tornare acasa. «C'era mia madre gravemente ma-lata, la mia meravigliosa moglie è venutacon me, non sapevamo se ci saremmorimasti per un mese, sei mesi, un anno.Siamo qui da dieci anni. Lei si è accortache le scuole non erano di livello per inostri bambini. E allora ha fondato unaMontessori che è additata ad esempio intutto il mondo». Come dire: vedete chequalcosa di buono può sorgere pure inBosnia? Il rapporto con la città d'origine,

Si parla di noi Pagina 6

qLA ROCKSTAR

BONONELLA BIBLIOTECA

DI SARAJEVO DISTRUTTADALLA GUERRA,

DURANTE UNA VISITAALLA CITTÀ

IL 31 DICEMBREDEL 1995.

IL LEADER DEGLI U2,AL TEMPO

DEL CONFLITTO,ORGANIZZÒ CONCERTI

DI SOLIDARIETÀPER LA POPOLAZIONE

DELLA CAPITALEBOSNIACA

con la sua gente a cui aveva dedicatol'Oscar dal palco di Hollywood, non si èmai spezzato. «Io sono prima di tuttobosniaco, anzi sarajevese, che è un lega-me speciale. Come quello dei romani conRoma o dei parigini con Parigi». Un'ade-sione che resiste agli scossoni della cro-naca e dell'attualità. «Avevo un amico,durante l'assedio, si chiama Sinisa, èserbo. Non poteva più vivere qui e si ètrasferito in Australia. Naturalmente misento molto più vicino a lui che a quelliche dovrei amare perché hanno la miastessa religione. Non è mai stato il miocaso. Però chi ha questo modo di vedereil mondo è in difficoltà. È un traditore pergli uni e un nemico per gli altri». Fa nulla.Tira dritto. «Ero pronto a morire per Sa-rajevo. Perché amavo i motivi che l'hannofatta diventare una macelleria. Cioé ledifferenze, che in fondo nemmeno esiste-vano, perché i musulmani non andavanoin moschea e i cristiani non andavano in

chiesa. È persino superfluo aggiungereche c'è solo una razza, la razza umana.C'è gente che si autodefinisce: io sonoquesto. Ma cosa ne sai di che cosa sei?Recentemente ho visto un film davveroriuscito. C'è un inglese molto nazionali-sta e fiero che quando fa degli esamiscopre che il 70 per cento del suo sangueè africano, dell'Africa nera. Ci siamotutti mescolati, nei secoli, e stiamo stu-pidamente a parlare di razza».

Si ricorda, del tempo di prima. «Era il1990, i mei genitori mi chiesero se avessivoluto andare a Londra per studiare.Risposi loro che erano pazzi, non volevo

«ERO PRONTOA MORIRE PERSARAJEVO,PERCHÉ AVI MOTIVI CHENE FECERO UNAMACELLERIA»

lasciare Sarajevo.Era, allora, una cit-tà stupenda, occa-sioni culturali tut-ti i giorni, c'eranopiù possibilità chenon nella stessaParigi. Nella mia

famiglia papà era socialista, mammacredente, e si sono amati tutta la vita. Aparte Sinisa, il mio miglior amico si chia-mava Franz Hauptmann e chissà qualiorigini aveva, ma nessuno se ne è maiinteressato. È vero che tutto questo nonc'è più, ci sono 200-300 mila cittadiniandati all'estero, molti giovani anche». Ein compenso si sono inurbati quelli chedefinite papci, cioè le persone arrivatedalla campagna. «Giusto così. Sono scap-pati da Srebrenica, dall'Est della Bosnia.Sono scappati dalla morte, ci vuole tem-po per integrarli. Dove potevano maiandare?».

Tanovic però non anela al ritorno di

chi se ne è andato. «Hanno seguito il loro

percorso e hanno fatto bene. La storia è

sempre un gran rimescolamento. E noto

che l'idea di un mondo aperto, solidale,

ospitale, non è perdente solo a Sarajevo,

ma dappertutto. Basta pensare che c'è

stata la Brexit, c'è Trump in Ame-

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rica, forse ci sarà la Le Pen in Francia.

Però è una minoranza che li esprime. La

maggioranza silenziosa tace, ha di che

mangiare, guarda gli show in tv e se ne

frega. La rivoluzione digitale ha sconvol-

to tutto, e i partiti di destra e sinistra non

capiscono cosa succede. Oggi la più

grande compagnia di taxi si chiama

Uber, l'hotel più diffuso èAirbnb». Danis,

ma questo è buono o no? «Non è la cate-

goria da usare. È così. La gente ama

scambiarsi la casa al mare o in città. È un

meccanismo che nessuno può fermare.

Solo, dovremmochiederci cosa vo-gliamo fare dopo.Visto che così nonfunziona e aumen-ta la forbice traricchezza e pover-tà. In questo sensol'unica cosa sensa-ta l'ho sentita da

«TUTTO CAMBIANEL MONDO,

MA PER MEQUESTO RIMANE

UNO DEI POSTIIN CUI È PIÙ

BELLO 'I`EP I»

Bill Gates quando ha proposto di tassarei robot come se fossero lavoratori. Inmodo da pagarci i servizi di cui abbiamobisogno». Davanti vede tre strade. «Sevogliamo rompere il sistema sarà laguerra, e tutti perdono, come ho giàdetto. 0 accettiamo che pochi abbianomolto e tanti non abbiano niente. 0 ac-cettiamo di redistribuire la ricchezzarileggendo Marx, ma in un altro modo,perché il comunismo come abbiamo vi-sto non porta felicità. C'è bisogno degliindustriali, a patto di non lasciare il po-tere nelle loro mani, di non lasciare chel'economia domini la politica. La politicasarebbe una soluzione se ancora esistes-se, ma è assente, la fanno i banchieri.Trump vince tuonando contro la finanzae poi un mese dopo consegna agli uominidi Goldman Sachs il comando del gover-no americano». Siamo davanti al disa-stro? Tanovic elenca una serie di eventiche sembravano segnare la fine, dopo il

LA CERIMONIA DI APERTURA DELLEOLIMPIADI INVERNALI DI SARAJEVO,

AL KOSEVO STADIUM, L'8 FEBBRAIO 1984

venerdì nero del 1929: «Sembrava che ilmondo non dovesse essere più lo stesso,ma tutto era cambiato solo nelle testedegli umani, che poi hanno ripreso il lorocammino. E poco più di 70 anni fa tede-schi e francesi si massacravano, in Italiac'era il fascismo e per opporsi si cantava'Avanti popolo, alla riscossa". Tutto pas-sato. Era inimmaginabile Trump, peròpoco prima era stato inimmaginabileObama».

Dunque, in questo scenario, tanto valerestare in quella Sarajevo dove sembrache il tempo si sia fermato. «È, per me, unodei posti in cui è più bello vivere. Qualchegiorno fa ho cercato inutilmente al telefo-no un amico che avevo visto la sera primae che mi ha detto sarebbe stato l'indoma-ni tutto il giorno in casa. Mi ero persinopreoccupato. Verso sera mi ha risposto:

era andato a sciare. Perché a un quartod'ora dal centro si scia. In tre ore si arrivaal maree, scusate italiani, ma la costa piùbella dell'Adriatico ce la siamo presa noi.Mia figlia qualche settimana fa si era fe-rita a una gamba e l'hanno curata inospedale in poche ore, perché nei Paesipiccoli tutti si conoscono e tutti si aiuta-no. E le società si aiutano più quandosono povere che quando sono ricche».

Stare a Sarajevo, certo.A patto di poterpartire e tornare. «Oggi siamo a Firenze,fra poco andremo a mangiare della buonacarne toscana. E magari berremo il miovino preferito, l'Amarone, anche se so chenon è di qui ma è veneto. In fondo, in tut-to il mondo, le persone vogliono le stessecose: star bene, progettare il futuro. Poic'è quella piccola parte che sogna di es-sere come Rambo e ammazzare gli altri.Ma attenzione, le guerre non duranoun'ora e mezza come i film».

Gigi Riva

Si parla di noi Pagina 8

IL CINEMAGRANDE IL VECCHIO SINDACO

Fu un set de lG paziente î*nglese"

«Le •autonzzazi*om*P Non. »

.

La scena de 9l paziente inglese" girata sul ponte (daYoulube)

! SAN GIULIANOTERME

A fine anni Novanta, Ripafrattafu una delle location del film "Ilpaziente inglese", diretto daAn-thony Minghella e tratto Ball'omonimo romanzo di MichaelOndaatje . Girato tra la fine del1995 e l'inizio del 1996 in Tosca-na, a Venezia, Cinecittà e in Tu-nisia, più scene sono state realiz-zate sul ponte che collega la fra-zione sangiulianese a Filettole.In più frame si vede distinta-niente un carro armato statuni-tense attraversare il ponte dire-zione Ripafratta, con la Rocca diSan Paolino visibile in lontanan-za. In un'inquadratura successi-va compare la protagonista Kri-stin Scott Thomas in bici sull'ar-gine. La storia del cinema si in-treccia con quella del Comunetermale. "Il paziente inglese" èuno dei capolavori più premiatiin assoluto: vinse nove premiOscar (tra cui miglior film, mi-glior regia, miglior fotografia escenografia), due Golden Globee sei premi Bafta. Il sindaco di al-lora, Gabriele Santoni, ricordabene quando la produzione glichiese il permesso di girare nelterritorio e sul ponte. «Non spet-

tava a me dare l'autorizzazionea realizzare le scene. Non ricor-do chi rilasciò il permesso. Forseun mio dirigente, non ne sono si-curo. Sono passati vent'anni or-mai - dice -. Le minoranze pre-sentarono un'interrogazione inconsiglio per chiedermi se ilponte avrebbe retto al passaggiodei carri armati. Io mi informai emi spiegarono che in realtà i car-ri utilizzati erano disarmati, nontrasportavano bombe e il pesosopportato dal ponte consistevanello scheletro dei mezzi».

Il film fu girato senza proble-mi. Ma sulla proprietà del ponterimane il mistero. «Non mi sonomai chiesto di chi fosse, non cene siamo mai occupati. Capiscoche Di Maio non sappia di chisia. Il piano regolatore approva-to dalla mia amministrazioneprevedeva l'utilizzo del pontedell'autostrada, al posto di quel-lo di via di Ripafratta. Quandoero assessore provinciale hosempre sentito dire che questoponte non era della Provincia,che avrebbe potuto ostruire lepiene del Serchio e che pertantoandava rimosso».

(s.b.)50RIVRO"tl?IONERISERVATA

Si gira in Toscana Pagina 9

L'OR"-AN IZ 'A:'! JNE DFL FESTIVAL t;OSTA 70MILAEURO, MA fL COMUNE HA STANZIA.T J 15MiLA EUROE DELLE 130 AZIENDE CONTATTATE SOLTANTOUNA DECINA HA CREDUTO NEL PROGETTO Di CONTE

CONTE: «NESSUNO SPONSOR>>

Prato Filtra Festivalruta senza soldiSalta l'edizione 2Q17SALTA Prato Film Festival. Adannunciarlo è il direttore artisticoRomeo Copie, che a due mesi dal-la rc a edizione e con gran partedegli artise -ia contattati è sfato,costre tto d ,:alz. re bandiera bian-ca per la mancanza di fondi . « Cre-do che la città meritasse una ker-messe da ques ti portata, che ._;.vreb-be potuto cr -`,Cere di anno in an-no facendo conoscere Prato nonsolo dal punto di vista storico, ar-chitettonico o culturale, ma an-che ïartr.treo. ,'cl}1,ran c, c0ntattatne1 r_ t z r::áe per e,riiaaol erre

<'Risposte sconcertantiche mostrano il totaledisinteresse per la città»

in qualità di sponsor . Purtroppol'esito é stato negativo e in molticasi abbiamo avuto risposi: scon-certanti che hanno dimostratouna totale assenza di interesse perla propria città», spiega Conte checomunque non si arrende e an-nuncia di essere gia al lavoro perl'estate 2018 . Negli ultimi cinque

noi si sono alter,a<atï s _al palco delFesti .l p orini cla, pi,:_o del pano-rama an r eo a cominci ár c da Ne-ri Parenti che è stato presidentedi giuria. GianmarcoLande Bu .zanca, Pamela Carnas-sa, Marce, D'Ari ;re (Gomorra) so-lo per citarne alcuni e il pubblico

non è mai mancato. Il prossimogiugno però non sari: così: l'orga-n...zazíone del Festival costaall'incirca 70mila euro, il Comu-ne di Prato quest'anno aveva stan-nato 15mila euro (nel 2016 furoií o 2 mila) e delle 130 aziendecontattate soltanto una decina hacreduto nel progetto di Conte. Im-possibile dal puri í { ' di vista econo-mico riuscire quindi ad organizza-re la manifesta, i';ne.

PRATO ritta tradizionalmentelegani al cinema con personaggidl ieri e E 1, regi si è conquistatauna grande parte di palcosceniconella sete ini a -arte «Perla realizza-rione di manifestazioni di questogenere e a garanzia del loro succes-so, avere standard elevati e unac can lizione di partenza i npr esaloelu:'rec. Il Festival dovrebbe diven-tare patrimonio culturale della cit-tà, tutti dovrebbero contribuirenella propria misura a sostenereeventi di tale portata», aggiungeConte. t_) I ,t'apra ? erario attesi al1 sei eal Ci u gio Panariello in ve-ste di p es,idente d, giuria, già con-fermata l3 presenza degli attoriAlcss.:triclro Borghi e ticl,.eleRiendirt=,.',Quando ho eontunica-t ,agii,,tistii he il Festival era sal-tate} si sono dispiaciuti molto.Noi cwrh,unque crediamo in que-sto progetto e siamo già a lavoroper il pro.simu arano quando Pra-to accoglierà un edizione ancorapiù ricca , Parola di dir etrore

Silvia Bini

Festival Cinematografici Pagina 10

IL COMMENTO

I PRATO

«Ci dispiace moltissimo chela quinta edizione del PratoFilm Festival non possa esse-re fatto perché gli organizza-to non hanno trovato spon-sor privati sufficienti. E rattri -sta ancora di più il fatto chequesto avvenga nella città deiNuti, dei Benigni, dei PieroDe Bernardi». L'assessore al-la Cultura Simone Manganiha saputo in anteprima, as-sieme all'assessore alle Attivi-tà produttive Daniela Tocca-fondi, la decisione del patrondella manifestazione RomeoConte di 'staccare la spina"

al festival del cimena made inPrato per mancanza di fondi.«La verità è che il direttore ar-tistico del Festival si è resoconto che l'unico ente che ga-rantiva un contributo il dena-ro era il Comune (con 15.000euro sui bilanci della culturae delle attività produttivendr) e per questo ci ha ringra-ziato con una lettera, annun-ciando anche, però, di inizia-re fin da subito l'attività perorganizzare il festival nel20113». Che Prato sia di"manica stretta" nel finanzia-re spettacoli o istituzioni cul-turali si sa da molto tempo:Esselunga finanzia il Settem-

bre Pratese, la famiglia Pecci,da sempre sostiene il Centrodi Arte contemporanea; l'as-sociazione di ConfindustriaToscana Nord "Saperi" con-tribuisce al Museo del Tessu-to e alla Fondazione Datini ePatrizia Pepe garantisce la vi-ta della scuola di musical delPolitema. Stop, gli sponsorprivati si scontano si contanosulle dita di una mano.

«E comunque a loro va ilringraziamento del Comu-ne» prosegue Mangani cheha direttamente seguito leedizione 2015 e 2016 del Fe-stival. La prim a che si è svoltaall'interno delle sale della bi-

blioteca Lazzerini, con mani-festazione finale in piazzadelle Carceri, la seconda tut-ta al cinema Eden e con sera-ta di gala al Terminale. «Il Pra-to Film Festival era una mani-festazione particolarmentegradita alla gente e con face-va numeri importanti - conti-nua l'assessore - E' evidenteche mi auguro che si possa fa-re l'anno prossimo e che l'or-ganizzazione possa contaresulla partecipazione, oltreche del Comune, anche ditutta la città».

L'assessore Simone mangani

Festival Cinematografici Pagina 11

l'M NOT YOUR NEGROA rendere attuale il documentariol am not your negro, non sonosolo i tempi recenti, in cui si viveuna recrudescenza di politichedall'aura razzista, ma ancheunalettura storica eantropologica del fenomeno"razzismo" negli Stati Uniti. A farda guida al documentario diRaoul Peck, oggi in programma alcinema La Compagnia, sono leparole di James Baldwin, scrittoreafroamericano autore negli anni'70di un libro rimasto incompiutosugli assassini di Malcom X,Martin Luther King e MedgarEvers. Al racconto ha presta lavoce l'attore Samuel L.Jackson.Cinema La Compagnia, via Cavour50r, ore 20,30

Iniziative ed eventi Pagina 12

DANIELE CIPÌCome si racconta la realtàattraverso un film? Daniele Ciprì -regista palermitano emerso allafine degli anni '80 peri suoi lavoriin coppia con Franco Maresco,con il quale realizzò i celebrisketch di Cinico Tv, e poipremiato con riconoscimentiprestigiosi per fi lm come Totò chevisse due volte e II ritorno diCagliostro - è il maestrod'eccezione di un laboratorioall'Auditorium Le Fornaci diTerranuova Bracicolini con glistudenti di due istituti superiori.L'iniziativa, dal titolo Immaginareil reale, fa parte del progettoSguardi sul Reale: un contenitoredi eventi focalizzati sul raccontodella realtà attraverso i diversilinguaggi artistici, checomprende l'omonimo festivaldedicato al documentario, giuntoalla settima edizione e inprogramma tra aprile e maggio, eun'offerta di workshop formativi,a cura dell'associazione culturaleMacma. Terranuova Bni,auditorium Le Fornaci, da oggi adomenica 2 aprile, info suwww.macma.it

Iniziative ed eventi Pagina 13

GOODBYE DARLINGChantal Ughi è stata prima unamodella, poi un'attrice e infineuna campionessa mondiale diboxe thailandese. Alla sua vitadecisamente fuori dagli schemi il

regista livornese Simone Manettiha dedicato il documentario

Goodbye darling. I'm off to fight,vincitore al Biografilm Festival2016. Era il 2008 quando, dopo larottura con il suo fidanzato,Chantal scoprì che l'arte marzialedella Thai Boxe era l'unico modoper lei di sfogare la rabbia. Cosìvolò in Thailandia per alcunesettimane alla ricerca di una via difuga dalla sua sofferenza, e da quiarrivò a combattere sui ring piùimportanti del paese per poidiventare la campionessa delmondo di questa specialità.Cinema La Compagnia, via Cavour50r, ore 18, 30 e 22,30

Iniziative ed eventi Pagina 14

nding per un film made ui PratoCROWDFUNDiND una parola mol-te in voga nel mondo del cinema, sopmtlUCta ira i gio ,'ani ath.n i 11 ieri ed.ì.mergenti ':lae speme ,ß,1n gtat.ie aluna raccolta d lorA i on line (il ci n'-dtundi)ìg appunto? possono portareavanti i i.ore pt«cetti. EA anche perl'attotc legista M.ilko Cardinale, ilcr(-, dìundirig si sta rivelando deter-minale per completare il film«Ol:.lin - <.fgnandc' Quando poiper lanciare la l a..eolia di fondi on li-ne si o <=,a.ll;_L< una cera e pr,;pria pre-s .'nta.Lio„e utt ..tale del F lo-etto. nonsi pupa elle augura e una eunassJ,:ciapartecipazione» sul sito kicl.srar_ter.com. Domenica sera dalle 21.0,nella splendida cornice dello spaziopolivalente Colline Medicee a Seano,buona parte del cast tecnico e artisti-co Sara presene per «brindar» allaraccolta dì f n a i 'J'.. irl ; > i2o parte-

cipare alla festa per «Ol:lim»: nonnl<ìnctic.,l anno ,l.ili.o t,urdïnalc, Ena-f.li.'elaf M,._.e;l,er'ti,l, lt'ì.nï iilaïl-daïir.i'11ie lI.assci, Daniele. Fa', iili ,.:is:°.nti nella parte ,_b film ecen-temente. La musica i -I<' ; il v1l<, ee kg-giunto alla serata, grazie a GiorgiaDel Mese, Andrea Franchi e Dei San-gre.

LA VERA guest star sai t il grandeDon Bach' cantautore toscano a.ito-re di ,autentiche «perle» d .lla iu usica1 eì a. italiana cona,..,7:;sanseni ' 1967lu t coil ìa Lo1n.Ìounnv

i_) u'ellr;. Aldo C aponì. questo il .'eronome del musi`iùia nato a Santa Cr.,,

sull'Arno, è presente nel film diCardinale con un a partecipazionestraordinaria, ed anche nella colonnasonora, con il contributo di alcunedelle sue canzoni. E domenica sera

Don BacFv presenterà in anteprimail su° niìo o album appena uscito daltitolo «Pianeta onn x>. Dunque serasarà una bella testa per t, nere a batte-simo un riuw, oblia? .ical r lia Prato eRoma. «Oklim - Sognando, è unadark comedy,> dice l'autore, «Un filmdal sapore antico, dove l'ironia fal'amore con il dramma e gira intornoal personaggio di Oklim, arti sta ecle, -Lico e problematico, che clop , una p ri-ma fasc ironica e a tratti nli C<ì., si rl-

iti' ;era a iar i corr i Coi i la parte piùpìef! ndaa e osu3 a di — ' lesso»a,_,.giun

gc. Cardinale 0011 e (tuo', o al cinema.Nel suo curriculum partecipazioni a«Probabilmente» di Nello Ferrara co-me co-sceneggiatore e littore nel ruo-lo di Sandro e a «Lettere dal Sahara»del grande regista Vittoi io De Seta,scomparso nel 2011..

Federico Berti

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