SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che,...

15
Pag. 1 a 15 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Istituto Comprensivo di Brembate Sotto Via Oratorio n. 14 – 24041 BREMBATE (BG) Tel: 035 801047 - 035 801447 - Fax: 035 4874731 [email protected] C.F. 91026030162 www.icbrembate.it SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” BREMBATE PREMIO LETTERARIO: “Libera il poeta e lo scrittore che è in te” IV Edizione a. s. 2015/2016

Transcript of SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che,...

Page 1: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 1 a 15

Ministero del l ’ Istruzione, dell ’Università e della Ricerca

Istituto Comprensivo di Brembate Sotto Via Oratorio n. 14 – 24041 BREMBATE (BG) Tel: 035 801047 - 035 801447 - Fax: 035 4874731

[email protected] C.F. 91026030162

www.icbrembate.it

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII”

BREMBATE

PREMIO LETTERARIO: “Libera il poeta e lo scrittore che è in te”

IV Edizione

a. s. 2015/2016

Page 2: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 2 a 15

SEZIONE A: La fiaba (classi prime)

Ti diamo l'inizio di una fiaba, continuala dandole un titolo adatto.

C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e

disse loro: “lascerò il mio regno a chi di voi due mi porterà il regalo più bello “.

Il figlio maggiore andò a Est, il secondo a Ovest.

Cammina, cammina ……

PRIMO CLASSIFICATO

PIRRI ANDREA Classe 1^A

Cammina, cammina, il figlio minore si ritrovò in un bosco fitto, fitto, pieno di querce enormi dalle chiome verdeggianti e disse tra sé e sé: “Vorrei proprio trovare un magnifico regalo per mio padre, così avrò il suo regno.” Il figlio minore, anche se più debole del maggiore e per questo soprannominato da tutti i cortigiani il “Principino”, non si scoraggiò e continuò a cercare finché si trovò davanti un grande fungo mezzo distrutto dal quale fuoriusciva un piccolo gnomo che piangeva disperato! Osservò lo gnomo e trovò che era proprio carino: aveva guance tonde e paffute, rosse come pomodori, occhi azzurri come il mare, una lunga barba arancione e indossava un gilet, una calzamaglia e un cappello a cilindro verdi a righe rosse. Il Principino, che non credeva ai suoi occhi, pensò che quello sarebbe stato un bellissimo regalo per suo padre, così si avvicinò con cautela e prese in mano lo gnomo, che spaventato e ancora più disperato, si mise a urlare con tutto il fiato che aveva! Allora commosso da quella scena straziante, il Principino lo lasciò andare e gli chiese: “Perché piangi e ti disperi così piccolo gnomo?” Lo gnomo rispose con una vocina leggera: “Un mostro gigante, chiamato “Distruttore”, non solo ha distrutto la mia casa, ma ha preso la mia famiglia e pietrificato il mio villaggio! Questo fungo mezzo distrutto è tutto ciò he mi rimane! Io mi sono salvato perché sono riuscito a nascondermi sotto una roccia.” Lo gnomo aggiunse: “Farei qualsiasi cosa pur di riavere la mia famiglia e il mio villaggio sani e salvi!” A quelle parole il Principino pensò che forse lo gnomo aveva qualcosa di magico da dargli in cambio del suo aiuto, allora prese coraggio e con estrema sicurezza disse: “Ammazzerò io quel mostro e liberò la tua famiglia e il tuo villaggio!” Così i due diventarono amici e lo gnomo diede al ragazzo tre cibi magici: un peperoncino viola, una pesca azzurra e un mirtillo arancione e gli disse: “Ora parti amico mio e vai a sconfiggere il mostro, questi frutti ti saranno di grande aiuto! Stai attento, mi raccomando!” Il Principino partì alla ricerca del mostro, quando a un tratto si trovò davanti un immenso muro di ghiaccio che non si poteva scalare in nessun modo, ma era possibile superarlo solo sciogliendolo. Allora si ricordò che lo gnomo gli aveva dato il peperoncino, lo mangiò e dalla bocca lanciò una fiammata gigante che sciolse il muro e gli permise di andare avanti. Cammina, cammina, si trovò davanti un altro muro di pietra gigantesco che gli sbloccava la strada, allora mangiò la pesca e di colpo diventò intangibile, incorporeo, riuscendo così ad attraversare il

Page 3: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 3 a 15

muro senza difficoltà. Subito al di là del muro il “Principino” si trovò faccia a faccia con il “Distruttore” con il quale scoppiò una lite furibonda all’ultimo sangue! I due combatterono per ore e ore... Ormai stremato e con poche forze ancora in corpo, il ragazzo mangiò l’ultimo frutto datogli dallo gnomo, il mirtillo arancione, così non solo riacquistò tutte le sue forze, ma diventò più forte del mostro e riuscì a finalmente a sconfiggerlo lanciandolo in un abisso dove morì annegato. Il “Principino” liberò tutti gli gnomi che poterono tornare al loro villaggio, che finalmente non era più di pietra, dove lo gnomo magico li stava aspettando con gioia. Per ringraziare il “Principino”, lo gnomo gli regalò la “Perla della Resurrezione” e gli disse: “Questa è per te amico mio, sono sicuro che ne farai buon uso. Grazie di cuore per il tuo aiuto, non lo dimenticheremo mai.” Il ragazzo salutò tutti gli gnomi e si avviò verso il suo castello. Tornato a Palazzo si accorse subito che il padre indossava una nuova e magnifica corona d’oro piena di diamanti e rubini, capì che quello era il regalo che il fratello maggiore gli aveva fatto. Lui non si scoraggiò e visto che aveva da sempre un grande desiderio, cioè quello di far tornare in vita la madre morta poco tempo prima, decise di portare il padre sulla tomba della regina e gli disse: “Padre questo è il mio regalo per voi, spero sia di vostro gradimento…”; così dicendo estrasse dalla tasca la “Perla della Resurrezione” e, posata la perla sulla lapide, in men che non si dica la madre apparve ai loro occhi in carne ed ossa più splendida che mai! Il padre, dopo aver baciato e abbracciato la sua ritrovata consorte, con gli occhi pieni di lacrime di gioia, decise che il figlio minore meritava il suo regno perché quello era il regalo più bello e più importante che avesse mai ricevuto in vita sua. Essendo il “Principino” una persona di gran cuore, condivise il regno con il fratello ove entrambi vissero con i loro genitori, felici e contenti.

Page 4: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 4 a 15

SECONDO CLASSIFICATO

FUMAGALLI ELISA 1^C

I DUE FIGLI CONDIVIDONO IL REGNO

Cammina, cammina il figlio maggiore, Max, che andò ad Est, oltre il fitto bosco, trovò davanti a sé,

una città che aveva: negozi, palazzi, auto, marciapiedi, aziende.....,e pensò subito che potesse

regalargli un'auto, un negozio, o addirittura un'azienda, dove lui (il re), fosse il capo. Invece il

secondo figlio, Peter, che andò ad Ovest, rimase nella natura e pensò di regalargli: un albero da

frutto, delle erbe rare o che aiutano a guarire da qualsiasi malattia, un giardino colorato dai

fiori........Ma, visto che Max, era molto ricco, e pensava che il regalo più bello fosse una città,

un'auto, un'azienda..............e voleva a tutti i costi il regno, Peter raccolse un po’ di erbe mediche,

prese dei frutti, e trovò una fontana, con acqua cristallina, e ne prese cinque /sei litri (pensando tra

sé e sé): ”Non importa cosa regalerò a mio padre, ma conta il pensiero che c'è nel mio cuore”.

Passarono due /tre ore e i figli tornarono indietro, Max corse dalla felicità, mentre Peter saltellò pian

piano. Max si affrettò a dire: ”Padre! Corri! Vieni, ho un bellissimo regalo per te!!!!!!!!”,e lo portò

in città, facendogli vedere l'azienda di cioccolato, che voleva regalargli. Il re era stupito, ma non

diede subito la risposta, e tornò indietro, aspettando anche Peter. Poco dopo ecco spuntare da dietro

un cespuglio Peter. Il re rimase a bocca aperta dicendo:”M-Ma,come? Non hai nessun regalo?” Il

figlio rimase in silenzio e poi fece un fischio dove da dietro un albero apparse un suo amico,

portando con sé una statua fatta di acqua cristallina, diventata ghiaccio, che raffigurava il re al

centro con i suoi due figli ai lati e il contorno era fatto di foglie aromatiche, insieme a dei fiori

colorati. Sotto la statua c'era una targhetta con scritto: ”Ciao, padre! Non so se sceglierai il mio

regalo o quello di Max, voglio solo dirti che mi piacerebbe condividere il regno con Max. Poi tutto

sta a lui.” Il re e Max iniziarono a far scivolare sulle guance copiose lacrime e alla fine Max accettò

di condividere il regno. Il re fece costruire un’enorme azienda di cioccolato al lato del regno e

davanti un enorme giardino fiorito con in mezzo la statua. E per il re il regalo più bello era vedere

ogni giorno i due figli collaborare.

Page 5: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 5 a 15

TERZO CLASSIFICATO

CORTI LORENZO 1^C

DUE REGNI IN REGALO

C’era una volta un Re che convocò i suoi due figli e disse loro: “Voi siete i miei due unici figli, chi di voi mi porterà il regalo più bello, in cambio avrà il mio trono”.

Detto questo, i due fratelli partirono: il figlio maggiore andò a Est e il minore andò ad Ovest, quindi cammina e cammina……… Il figlio maggiore che si chiamava Arold ed era molto saggio, scelse di andare nel territorio che conosceva meglio: le Cascate Victoria. Iniziò a cercare un oggetto da regalare al padre tra le acque delle cascate, ma s’imbatté nei Moab, indigeni che abitavano in quel luogo. Mentre Arold era indaffarato con i Moab, Cris il figlio minore andò verso Ovest fino a raggiungere la foresta dell’Orco Giuggione che odiava gli umani e se ne cibava. Cris fece molta attenzione lungo la strada per evitare di incontrare l’Orco e si avviò verso la città di Gaburgo. Intanto Arold era riuscito a sconfiggere i Moab e andò a New Wonk, una città a nord del regno di suo padre. Lì incontrò l’Imperatore Lione IV che promise ad Arold di dargli il regalo più bello per suo padre il Re, se lui avesse aiutato il suo esercito a sconfiggere l’Imperatore Samone I a Gaburgo. Nel frattempo, Cris giunto a Gaburgo, conobbe l’Imperatore Samone I, il quale gli chiese di aiutarlo a sconfiggere l’Imperatore Lione IV e in cambio gli avrebbe dato il regalo per suo padre. Cosi senza saperlo, i due fratelli si scontrarono in battaglia. Fu una strage, morirono tutti i soldati e persino i due Imperatori e gli unici rimasti in vita furono i due fratelli. Arold e Cris tornarono a casa a mani vuote senza un regalo per il padre. Il Re si infuriò e decise di mandarli in esilio perché nessuno dei due era degno di salire al trono. Chiamò le guardie per cacciare i suoi figli dal regno ma nel frattempo giunse a corte un messaggero che disse: ”Sire, gli Imperatori Samone I e Lione IV sono morti in battaglia e il loro regni sono stati conquistati”. Il Re sbalordito chiese: ”Chi sono stati i condottieri valorosi che hanno sconfitto i due Imperatori?” il messaggero rispose: ”I vostri due figli Sire”. Il Re, pentito per ciò che aveva detto ai suoi figli li richiamò: “Cari figli, scusate se ho dubitato di voi, per perdonarmi vi donerò i due regni”. Arold divenne imperatore di New Wonk e Cris imperatore di Gaburgo. Per festeggiare ci fu un grande banchetto in onore dei due fratelli.

Dopo molti anni, quando Cris era diventato vecchio e unico sovrano del regno poichè Arold era morto, un giorno convocò i suoi due figli Lucas e Markos e gli disse loro: ”Chi di voi mi porterà il regalo più bello avrà in cambio il mio trono”. I due fratelli si incamminarono: Lucas che era il figlio maggiore andò a Est e Markos il minore andò a Ovest; cammina, cammina e cammina……

Page 6: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 6 a 15

SEZIONE B: La lettera personale (classi seconde)

Sei ospite di un amico in una stupenda villa al mare. Il soggiorno è quasi al termine ma hai

ancora diverse escursioni da effettuare, amici da rivedere, esperienze da condividere.

Scrivi una lettera a un tuo compagno di classe che trascorre invece le vacanze a Brembate,

raccontandogli tutto quello che hai vissuto in questi giorni e invitandolo a unirsi a te per una

vacanza indimenticabile.

PRIMO CLASSIFICATO

CRESPI EVA Classe 2^C

Cuba, 17/06/16

Cara Ilaria,

ti scrivo perché devo assolutamente raccontarti di questa fantastica vacanza che sto trascorrendo qui a Cuba.

Il mio soggiorno nella villa di Maria e Franco è iniziato pochi giorni fa, ma questi pochi giorni hanno già preso posto fisso nel mio cuore.

Il giorno del nostro arrivo Maria e Franco ci aspettavano in aeroporto e quando ci videro ci strinsero in un caloroso abbraccio che mi fece tornare alla mente i tempi in cui li conobbi, facendomi provare una profonda nostalgia, tanto che non riuscii a resistere ed una fresca lacrima scivolò lenta sulle mie rosse guance riflettendo i sorridenti visi dei miei cari amici che mi guardavano inteneriti.

Io e la mia famiglia eravamo esausti, reduci da quel lungo viaggio in aereo, così Maria e Franco ci portarono in auto fino alla loro stupenda casa al mare, dove ci fecero vedere la nostra stanza.

La camera da letto è veramente bella, ma mai quanto la casa in sé, i letti sono molto morbidi, tanto che appena mi ci sdraiai sopra mi addormentai subito, sprofondando con la testa nel cuscino.

Il risveglio fu tranquillo ed il mio primo pensiero fu: "Ah, finalmente i miei giorni in questo meraviglioso posto sono ufficialmente iniziati!".

Dopo la colazione visitammo un po' la zona, passeggiando qua e là fino all'ora di pranzo.

Durante il pomeriggio decidemmo di andare al mare.

Il mio stupore era indescrivibile, quelle ampie distese di sabbia bianca mi parevano cristalli di neve bollente.

Mi fiondai correndo nell'acqua fresca e limpida di quel fantastico mare e mi immersi mentre sorridevo, ero veramente felice di poter mettere piede in un mare così.

Nuotai un bel po', fino a che non decisi di godermi ancora di più quel sole stupendo, così uscii dall'acqua e mi sdraiai a riva, permettendo alle onde di bagnarmi fino al busto.

La candida sabbia mi carezzava dolcemente il viso arrossato e sorridente, il sole mi guardava da lontano, sprigionando verso di me i suoi caldi raggi che rendevano brillante e quasi fatata la mia pelle bagnata di cristalline gocce di acqua salata.

La dolce brezza marina mi soffiava sul viso rinfrescandomi e scompigliandomi i capelli asciugati e dorati dal sole.

Mi sentivo abbrustolire, quando un'enorme onda mi coprì completamente facendomi finalmente riaprire gli occhi, ma continuai a vivere quel sogno.

Page 7: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 7 a 15

Tornammo a casa e ci coricammo.

Il secondo giorno fu altrettanto stupendo, verso tardo pomeriggio i miei mi portarono a fare parapendio.

È stato a dir poco spettacolare, un panorama mozzafiato e una sensazione di libertà estrema, mentre agitavo i piedi nel vuoto e mi guardavo intorno.

Il cuore mi palpitava in petto e tutto sembrava sempre di più un sogno.

Sono stati i giorni migliori della vacanza, ma nulla è ancora terminato, così ti volevo invitare a passare gli ultimi giorni qui con noi, rendendo tutto, sia per me che per te, un ricordo indimenticabile.

Eva

Page 8: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 8 a 15

SECONDO CLASSIFICATO

RETTORE CHIARA Classe 2^C

Cara Alice,

non hai idea di quanto qui sia bellissimo e tutto sia costoso. Il mio amico Giulio mi ha invitato nella sua costosissima villa al mare. Sono qui da due giorni, ancora tre giorni e dovrò lasciare questo mondo paradisiaco. L’altro ieri sono salita su un aereo mangiando un panino al tonno comprato a cinque euro, che mi sembrava già un prezzo esorbitante, arrivata a Malibù invece ho capito che fino a quel momento niente era stato veramente caro. Qui non piove mai, anzi fa molto caldo, sembra di stare nel deserto. L’albergo è tutto bianco per non attirare il sole infatti, dentro di esso, è tutto molto fresco. Il primo giorno nella stanza c’erano dei grandi letti sterili con dei ricami d’oro, il bagno era tutto in legno d’acero con dei vasi di rose rosse. C’è un balcone grandissimo che circonda tutta la suite. La miglior cosa che tu possa immaginare! Una piscina privata rivolta verso il sole del balcone, quest’ultima mi fa un po’ paura, è di vetro e quando ci appoggi un piede ti sembra di cadere. Fuori dalla villa ci sono tre campi da tennis, uno da basket, uno da calcio e tre piscine di cui una completamente in pietra. Sono tanto felice di stare qui. A pranzo, a cena e a colazione mi si illuminano gli occhi: frutta, verdura, salati e dolci mi appaiono come la barriera corallina colorati e succulenti! Poi ci sono le escursioni, cinque per l’esattezza, una per ogni giorno. Ognuna di queste sono state e spero saranno fantastiche. La prima che abbiamo fatto è stata un’immersione, c’erano pesci variopinti e in lontananza c’era un piccolo squalo che però non si avvicinava alla costa. Un polpo è uscito da una piccola caverna e mi è passato davanti come se niente fosse, forse sono abituati alla nostra compagnia. La sera siamo andati sulla spiaggia, abbiamo acceso un falò e abbiamo guardato le stelle. Il giorno dopo, alle sette di mattina, ci siamo incamminati verso la costa dove ci hanno fatto salire su un traghetto. Abbiamo navigato per una trentina di minuti con a fianco dei delfini, erano molto socievoli anche se cercavano di schizzarci. Arrivati! Un’isola verde ed incontaminata mi ha investito come un treno in corsa. Ci hanno fatto entrare in un sentiero coperto di alberi, fiori e …….. ortiche. Si capisce dalle mie gambe a pois! Ci hanno fatto accarezzare alcuni tipi di animali ed altri li abbiamo visti da lontano. Ho accarezzato scimmie, koala, una manta, addirittura un pappagallo, ma sono riuscita a farmi mordere da una tartaruga. Domani faremo una gita in …. mongolfiera. Sono così emozionata!!! Questa sera invece, io ed alcuni miei amici, abbiamo deciso che scaleremo la parete rocciosa di fianco alla spiaggia. Non preoccuparti, è semplice da scalare, con molti appigli e con le corde. Mi manchi tanto, mi dispiace per te lì a Brembate con la pioggia. Vorrei che fossi qui. Per questo ho chiesto a Giulio se potevi venire e lui mi ha gentilmente offerto queste mazzette di banconote, ti aspetto!

Chiara

Page 9: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 9 a 15

TERZO CLASSIFICATO

CACCAVALLO NICOLA Classe 2^A

8 luglio 2016 Caro Luca, come stai? Per ora la vacanza con Marco procede al meglio. La casa dei suoi genitori è enorme, ha quattro bagni incorporati per ogni stanza da letto. La mia è arredata in modo grazioso ed elegante con fantastici quadri molto antichi sparsi qua e là, la cosa più bella, però, rimarrà sempre il letto, il più comodo mai testato dalle mie stanche membra dopo una giornata faticosa. Ah già, non ti ho ancora detto dove ci troviamo: siamo sul mar dei Caraibi sull’isola di Puerto Rico. Il mare è così azzurro e infinito che non si distingue dal cielo. Ci sono moltissime varietà di pesci di varie forme e colori (il mio preferito è il pesce scorpione). La sabbia bianca mi fa sentire come Neil Armstrong quando mise piede sulla luna: l’unica differenza è che la sabbia scotta! Il primo giorno di vacanza siamo andati con un’enorme barca a vela a pescare. Io ho avuto grande fortuna mentre Marco, il solito sbadato, è caduto su un banco di meduse perciò lo abbiamo dovuto portare in ospedale. Ogni singolo momento continua a grattarsi, quanto mi dispiace! Il secondo giorno siamo andati nella parte settentrionale dell’isola dove si aggirano molti banchi di sardine e tartarughe marine per fare dello snorkeling; più volte abbiamo visto cose molto interessanti: sono riuscito ad aggrapparmi al guscio di una tartaruga e a nuotarci insieme. All’improvviso, però, sono apparsi dei banchi di delfini che si sono fiondati sulle sardine le quali si sono sparpagliate ovunque. Le aggraziate tecniche di caccia dei delfini mi strapparono più di un sorriso quel giorno, la cosa più brutta fu quella di non avere ossigeno infinito per rimanere a osservare quel meraviglioso mondo del quale c’è ancora molto da esplorare. Un’altra giornata importante fu quella del parapendio. Andammo nel punto più alto del monte più alto dell’isola. Il cielo era variopinto di teli colorati che si libravano nell’aria: uno spettacolo magnifico. Spiccammo il volo, mi sentivo uno spirito libero in grado di fare qualsiasi cosa, senza limiti. La nostra vista sovrastava tutta l’isola la quale appariva meravigliosa. Nell’atterraggio troppo irruento, però, mi ruppi una gamba e ora sono con le stampelle. In compenso ho sconfitto la paura dell’altezza. Questa sera partiremo e torneremo in Italia, domani ci vedremo! Buone notizie: ho convinto Marco a farti venire con noi l’estate prossima. A domani, Nicola Ps. Oggi è il mio compleanno, a parte la gamba, uno dei migliori!

Page 10: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 10 a 15

SEZIONE C: L’articolo di giornale (classi terze)

Ci sono persone che dedicano la loro vita a combattere per rendere il mondo un posto migliore.

Scrivi un articolo di giornale nel quale parli di un personaggio che ammiri e di come il suo agire

sia un esempio che ispira a migliorare il mondo.

PRIMO CLASSIFICATO

ALESSIA CHIARATTI Classe 3^D

Padre Natale La vita di un prete umile con un grande cuore

Il mondo è grande, questo lo sanno tutti. E' ricco di persone, di animali e di piante. E' un grande insieme di colori e di odori, di musiche e storie. Non si può negare l'evidenza. In questo mondo le persone sono tutte speciali, alcune buone ed altre cattive. Di quelle cattive, ipocrite e insulse il mondo ne ha fin troppe. E' di quelle buone, che scarseggia. Per fortuna, anche se in minor numero, ci sono ancora: uno di questi individui, talmente nascosti nella società che nessuno si accorge della loro presenza, si chiama Natale, più precisamente Padre Natale. Padre Natale è nato il 24 dicembre nel 1956, a Grignano, ed è il penultimo di sei fratelli, di cui uno morto dopo pochi mesi di vita. Da quello che racconta nelle sue storie, è sempre stato un ragazzo giocoso e simpatico, che adorava far scherzi a tutti. Crescendo, però, e cambiato: il suo spirito è rimasto sempre quello di un giovincello, ma intanto si è accorto di qualcuno che lo chiamava. Quel qualcuno era Dio, che lo invitava a predicare al mondo intero il suo Messaggio, diventando prete. Accettò la sfida. Andò in seminario, si dedicò tanto allo studio e fece molti sacrifici ma alla fine di questo duro percorso riuscì a raggiungere il suo obbiettivo. Da quel giorno la popolazione grignanese e non solo iniziò a chiamarlo Padre Natale. Nessuno può conoscere le sue emozioni quando gli è stata data la carica di prete, ma si riesce a vedere, anche solo quando racconta la sua avventura, quanto è felice di ciò che è ora. Dopo questo tanto sognato avvenimento, il suo carattere lo ha portato a volere di più; non si

limitava a predicare il Vangelo, voleva fare molte altre buone azioni nella sua vita. Più di tutto, aveva una sfrenata voglia di aiutare gli ultimi, in qualsiasi modo possibile. Si identificava sempre nelle condizioni della gente, anche in quelle più critiche, mettendola sempre al primo posto. Questa prospettiva di vita era diventata per lui una vera e propria missione. Voleva diventare un missionario. La sua testardaggine e la sua immensa bontà verso il prossimo riuscirono un' altra volta a fargli di raggiungere il suo nuovo traguardo. Con bagagli in mano, passaporto, tanto coraggio e forza di volontà, partì per i meandri più nascosti della terra. Mirava ad aiutare le persone meno fortunate di lui, ai bambini malati e alle famiglie che non avevano niente, se non l'amore che li teneva ancora uniti. La sua prima meta fu il Messico, nell'America Meridionale. Si affezionò di quel paese tanto isolato dal resto del mondo. Era perfetto per aiutare i popoli in pericolo e le persone che li componevano. Lui vedeva quelle persone come dei doni talmente buoni e innocui da meritarsi tutto ciò che i ricchi hanno. Non esitava mai a dare un aiuto ai bambini o a consolare gli adulti. Costruì interi villaggi, accumulò i soldi per ottenere cibo e medicine, istituì scuole per i ragazzi e si fece amare per quello che è. Rimase in Messico per ben dieci anni, dove si sentì completo e accettato da una popolazione che sapeva amarlo come uno di loro. Questo periodo di vita si chiuse, ma subito se ne aprì uno completamente nuovo, in un nuovo paese, con nuova gente e nuovi obbiettivi. Partì per Londra per imparare l'inglese e subito dopo si diresse a Makeni, in Sierra Leone. La Sierra Leone è uno tra i paesi con l' Indice di Sviluppo Umano più basso del pianeta, e c'era proprio il bisogno di uomini come Padre Natale. Anche lì rimase per una decina d'anni: in questo periodo trasformò il paese con incontri, aiuti, fondi, ricerche

Page 11: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 11 a 15

e molto altro che ha permesso alla popolazione di vivere in modo migliore e di veder crescere i propri figli forti e sani. Nel 2012 è stato nominato Amministratore Apostolico di Makeni. Ha costruito villaggi e oratori, ha ridato il sorriso a molti bambini solo con una carezza. Papa Francesco, stupito dalla sua bontà, lo ha nominato Vescovo il 18 luglio 2015. Lui racconta che non se lo aspettava, e che neanche lo voleva, ma ad una chiamata del genere non si può rinunciare. Così, quel giovane ragazzo di nome Natale, da un piccolo paese chiamato Grignano, è riuscito a diventare vescovo solo con l'amore che mette nel fare anche le piccole cose. E' stato festeggiato a Grignano l' 8 dicembre 2015, con il paese adornato a festa, striscioni ovunque e il Corpo Bandistico di Brembate ad accompagnare l'evento. Ha celebrato la Santa Messa nel modo più semplice possibile, descrivendo il suo percorso e commuovendosi pensando a quanto ha fatto. La comunità di Grignano è orgogliosa di avere una persona come lui, che con un solo sorriso fa scaldare i cuori, e che il mondo invidia. E' da esempio a tutti coloro che lo conoscono e che lo stimano per quello che è e che fa. Dovrebbero esserci più persone come lui, pronte ad amare il prossimo più di se stessi. Grazie Padre Natale!

Page 12: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 12 a 15

SECONDO CLASSIFICATO

RIVA GIULIA Classe 3^D

J. K. ROWLING: UN SUCCESSO MONDIALE

Le sue storie impregnate di magia hanno ammaliato un’intera generazione

Joanne Rowling, meglio nota con lo pseudonimo Joanne Kathleen Rowling, è una famosa scrittrice

britannica. Nata nel 1965, è diventata famosa per la realizzazione della serie fantasy “Harry Potter” un

nome conosciuto e ammirato ormai da tutto il mondo. Fin da piccola ha mostrato una grande passione per

la letteratura e una fervida immaginazione. Dopo aver ricevuto la borsa di studio ad Harvard ha divorziato

ed è rimasta sola con la figlia. Nel 1990 il tragico evento della morte di sua madre l’ha segnata

profondamente. Dopo qualche mese ha iniziato la stesura del primo capitolo della saga di Harry Potter:

Harry, un bambino come tanti altri, viene strappato dalle grinfie dei suoi zii e catapultato in un mondo

magico. Frequenta la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove conosce tanti amici che lo

accoglieranno e lo faranno stare bene. Harry porta con sé anche le sue insicurezze, rendendo il romanzo più

reale e vicino alla realtà e agli adolescenti. Dopo aver concluso l’intera raccolta, la Rowling è diventata

celebre in tutto il mondo, non c’era bambino che non conoscesse il suo nome. Con più di 400 milioni di

copie vendute Joanne ha guadagnato circa 4,5 miliardi di dollari, conquistando il titolo di miglior scrittrice

britannica e vincendo ai British Book Awards, insieme ad altri premi. J. K. Rowling è stata di vitale

importanza per la vita di moltissimi ragazzi. Si è dimostrata vicina a tutti loro: chi soffriva di solitudine o

depressione, chi aveva problemi familiari o chi ancora non si sentiva parte di questo mondo. La scrittrice

stessa ha affermato che dalla sua crisi finanziaria, durante la quale viveva praticamente di sussidi statali, è

scaturita l’immagine dei Dissennatori, esseri cupi e tetri che risucchiano tutta la felicità e la spensieratezza

delle persone. Grazie alle vicende narrate nei suoi libri, i ragazzi si sono immedesimati nel protagonista,

sognando di possedere poteri magici e stimolando così la propria fantasia. Tutti quanti custodivano il sogno

di frequentare Hogwarts, essere bambini speciali in grado di compiere atti sovrannaturali. La scrittrice ha

incentivato i ragazzi al piacere della lettura, in particolar modo quella che tratta di generi fantastici. In

questo modo chi non si sentiva parte integrante di questo pianeta poteva semplicemente aprire un libro e

sognare di vivere in un altro, parallelo al nostro, con luoghi incantati e strabilianti. Ecco cosa riporta una

ragazza frequentante la terza media della scuola di Brembate in una sua recensione: - Quando mi sentivo

sola, esclusa, bastava stendermi sotto l’ombra di una quercia e iniziare a leggere Harry Potter. Quel suono

di pagine voltate, il loro profumo che a nessuno viene in mente di imbottigliare, la copertina liscia con le

lettere in rilievo, erano la cosa più rilassante che ci fosse. Le parole prendevano vita e l’inchiostro iniziava a

volteggiare, assumendo forme diverse che si sviluppavano nella mia testa. Era come se vivessi per davvero

tutte le vicende, diventando un personaggio del libro. Come ignorare quella sensazione, non badare alla

voglia di poter volare, correre e urlare a squarciagola che non ero sola, alla voglia di poter fare qualsiasi

cosa…ma tutto ciò lo stavo già facendo, chiudendo gli occhi e sorridendo -. La Rowling ha creato un altro

mondo in cui tutti si potevano riconoscere, adulti e bambini e dove chiunque poteva rifugiarsi se la realtà

diventava troppo noiosa e monotona. Grazie a lei un’intera generazione di ragazzi ha assaporato il piacere

della lettura e capito quanto è importante continuare a sognare e inseguire i propri desideri; il che è diverso

dall’illusione. J. K. Rowling ricorda benissimo i suoi 11 anni: a quell’età si è del tutto impotenti, ma i bambini

hanno un mondo segreto che per gli adulti sarà sempre impenetrabile. Ormai tutti sono globalizzati, i

ragazzi devono essere spericolati e le ragazze belle e alla moda. La scrittrice

invece afferma che vorrebbe delle ragazze intelligenti, caparbie, tenaci…ci sono un miliardo di cose prima di

Page 13: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 13 a 15

“magre”. Joanne non è diventata solo una star, ma anche l’idolo di tante persone: una speranza che ha

risollevato e cambiato la vita di moltissimi adolescenti. Tutti noi possiamo realizzare i nostri desideri se lo

vogliamo veramente. Con la sua saga la scrittrice ha emozionato e affascinato il mondo intero e rimarrà per

sempre un punto di riferimento per ogni bambino.

Ecco una sua famosa testimonianza: - Non serve la magia per cambiare il mondo: abbiamo già dentro di noi

tutto il potere di cui abbiamo bisogno, il potere di immaginare le cose migliori di quelle che sono -.

Page 14: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 14 a 15

TERZO CLASSIFICATO

LOCATELLI ANDREA GIULIA Classe 3^A

Ci sono molte persone che dedicano la loro vita per far del bene, per rendere il mondo di oggi, così come lo conosciamo noi un posto migliore, senza guerre, morti, pregiudizi chiunque tu sia: colore della pelle, razza, sesso, un posto migliore che, forse oggi, è ancora un sogno. Sono ancora molti i paesi distrutti da guerre che usano la religione come pretesto e altri mille modi in cui l'uomo vuole ed è determinato a raggiungere i propri scopi personali, c'è il lavoro minorile, la povertà e la malnutrizione che non fan sembrare il nostro mondo spensierato ed unito come tutti vorrebbero, ma credo ci stiamo lavorando. Una delle persone che tutti i giorni lotta contro il "male" e che credo abbia ispirato Brembate, il nostro paesino, è stata Don Fabio. Da bambina lo vedevo a messa, in giro per le strade di Brembate oppure lo riconoscevo solo come il professore di Religione di mia sorella quando era alle medie e pensavo che qualunque "lavoro" facesse aiutasse le persone, lo vedevo solo come una figura che a volte parlava con i miei genitori, che accoglieva giovani e famiglie in Oratorio, una figura che tutte le domeniche a messa indossava quella tunica immacolata bianca o di diversi colori, che spezzava la particola e che a messa parlava e parlava ma che da piccola (mi vergogno un po’ a dirlo) non ascoltavo con molta attenzione. Quando iniziai a crescere iniziai a capire e, se ci ripenso rido di me stessa, è già da un po' di tempo che è andato in Bolivia e, credo, che tutta Brembate ne senta la mancanza, in un paesino come Brembate dove tutti sanno di tutto. E’ stato mandato lì con l'intento di fare del bene, di aiutare gente più sfortunata di noi, di te e me, è andato lì con l'intento di portare gioia e felicità nei loro cuori che, in questi anni, ho ricevuto grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Ho capito che quella semplice figura che si aggirava per Brembate e a messa era prima di tutto un uomo, e, che per lui non sia stato facile abbandonare tutto ciò che negli anni aveva costruito, ma lo ha fatto. Quando è tornato anche se per un breve periodo di tempo ero molto felice ma, dentro di me, vedendo le immagini di quei bambini, mi ha fatto venire un groppo alla gola e un nodo nella parte sinistra della cassa toracica dove si trova il cuore, mi sono domandata cosa potesse fare la gente per aiutarli ma soprattutto cosa potevo fare io, anche solo attraverso semplici immagini non ho potuto vedere nei loro occhi ciò che io avevo sempre avuto, grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Penso abbia portato e stia ancora portando speranza in loro, negli occhi di chi si risveglia, penso io, con un po' di paura. Mi ritengo fortunata a svegliarmi con le grida spesso acute di mia mamma che mi intima di andare a scuola con i miei amici, felice, ma la nostra realtà purtroppo è ben diversa dalla loro. Spero che un giorno ritorni ma nel frattempo spero che il mondo possa vivere in pace come è destinato e che ci rendiamo conto il prima possibile che sono le scelte che facciamo oggi che conteranno in futuro domani. Credo che siano gli uomini e donne come Don Fabio che facciano davvero la differenza, ma non lo penso solo io, credo che se tutti ci aiutassimo raggiungeremo il nostro scopo che penso sia comune: Stare bene. Penso che anche a lui manchi Brembate come lui manca a noi anche se c'è gente che è nata dopo o se n'è andata prima di poterlo conoscere e rivedere. Credo sia una persona da prendere come esempio perché sono persone come lui che aiutano a migliorare il mondo, non è certo famoso come il Papa o Madre Teresa di Calcutta ma nel suo "piccolo" ha già fatto moltissimo ed è questo che importa.

Page 15: SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIOVANNI XXIII” … · C'era una volta un vecchio re, che, stanco di regnare, chiamò i suoi due figli e disse loro: “lascerò il mio regno

Pag. 15 a 15

TERZO CLASSIFICATO

VATTINI ELISA Classe 3^B

LA STORIA DI ELENA, UNA DONNA CHE HA DECISO DI DONARE IL SUO TEMPO

Ci sono delle persone che dedicano il loro tempo ad altre. Molte di queste hanno una loro storia da raccontare, hanno un motivo per cui hanno deciso di donare un po' del loro tempo. Queste persone si chiamano volontari. Ebbene si, i volontari fanno davvero molto, ovviamente nel loro piccolo, ma non vengono spesso ricordati. aiutano le persone in difficoltà e, come dice il termine, sono volontari, cioè non lo fanno per un secondo fine. Ci sono i volontari sulle ambulanze, ci sono quelli negli ospedali e persino nelle squadre di ricerca, per aiutare chi si è perso, per esempio, in montagna. Tutti hanno però in comune una cosa: il voler donare aiuto e felicità ai più bisognosi. Poco tempo fa sono stata inviata in una casa di riposo dove erano presenti 5 volontari: essi mi hanno raccontato la loro vita, che non è sempre stata rose e fiori. In particolare, la storia di un'anziana signora mi ha colpito molto e per questo motivo ho deciso di riportare una piccola intervista.

"Come si chiama e quanti anni ha?"

"Mi chiamo Elena e ho 71 anni."

"Può raccontare in breve perché ha scelto di diventare una volontaria?"

"E' una lunga storia... sono 4 anni che vengo qui, la mattina, a mezzogiorno e la sera. Imbocco gli anziani e gli tengo un po' di compagnia. Il motivo per cui ho deciso di venire qui è stata la morte di mia figlia e la malattia del figlio. 26 anni fa mia figlia si ammalò, aveva un tumore e le aspettative di vita non erano buone, anzi tutto il contrario... Stette in ospedale per un mese circa ed erano rare le volte che la vedevo sorridere, ma quando accadeva era grazie ad una volontaria, Maria. Maria aveva circa l'età di mia figlia, infatti strinsero subito amicizia. In quel periodo buio solo Maria riusciva a donarle un sorriso. Dopo poco tempo mia figlia morì. Ero rimasta molto colpita dal volontariato e perciò iniziai ad andare in ospedale una volta a settimana per cercare anche io di rendere le persone un po' più felici, ovviamente nel limite del possibile. Poi anche mio figlio si ammalò, però lui fortunatamente, riuscì a guarire. Così decisi di donare molto più tempo alle persone bisognose e decisi di venire qui tutti i giorni." Racconta Elena commossa.

"Mi spiace molto per i suoi figli, ma purtroppo non possiamo decidere noi. Per quale motivo ha scelto proprio questo posto?"

"Oh, semplicemente perché è vicino a casa mia." Spiega Elena.

Dopo pochi minuti Elena si è congedata ed è tornata al suo volontariato, mentre io mi sono allontanata dalla casa di riposo. Personalmente penso che i volontari siano persone fantastiche, che si meritano il rispetto di tutti. Ogni volontario dona del tempo, però viene anche ricompensato con il sorriso e la gioia di chi, ormai, la felicità l'ha quasi persa. Ovviamente i volontari (che non sono moltissimi) non possono "salvare" il mondo, ma possono, sempre nel loro piccolo, migliorarlo.