Scuola Primaria di Brescello a.s. 2012-2013 · psico-pedagogica della scuola primaria “Punto...

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Scuola Primaria di Brescello a.s. 2012-2013

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Scuola Primaria di Brescello

a.s. 2012-2013

I bambini della classe IV A

I bambini della classe IV B

Le insegnanti: Rossella Montanari

Maria Bresadola

La psicologa: Daria Zanichelli

Il progetto ha l’obiettivo di portare la

cultura dell’accoglienza e

dell’affidamento famigliare all’interno

del contesto scolastico attraverso un

lavoro congiunto tra “Area Genitorialità e

Tutela Minori” e il progetto di consulenza

psico-pedagogica della scuola primaria

“Punto d’Ascolto”

ciascun bambino può prendere da 1 a

max 3 smarties e per ogni dolcetto preso

deve dire un aggettivo di sé che lo

rappresenti.

«Quando io sono andato a casa del mio compagno mi sono sentito accolto, erano

molto gentili con me e se non finivo di mangiare non lo buttavano via e magari me

lo davano che lo portavo anche a casa!!»

«Io una volta sono caduta e una signora è venuta a soccorrermi e mi ha accolta a

casa sua» «Io mi sono sentito accolto dal mio cagnolino una volta che in bici sono caduto e il

mio cane mi è venuto a leccare»

«Io ho accolto i miei pulcini quando li ho comprati e gli ho fatto la casetta, gli ho dato da mangiare, gli ho messo la segatura per stare al caldo»

«Quando sono nata il mio fratellino mi ha accolto prendendomi in braccio!»

«Quando è nato il mio fratellino io mi sono dovuta sentire un po’ piccola per giocare e star bene con lui»

«C’era una bimba quando io avevo 5 anni che le davano più attenzioni di me e io mi

sono messa a piangere»

«E se invece di un amico venisse un bambino che non conosci?»

• «E va beh ti fai un amico nuovo!» • «Come se venisse un vicino nuovo che viene per

conoscere gli altri vicini»

«Mettiamo il caso che quest’amico che viene a cena avesse bisogno di rimanere per più tempo, ad esempio a dormire..»

• «Io se fosse una femmina l’accoglierei, le chiedo il suo nome, le chiedo cosa vuole fare»

• «Sì una volta è venuta un’amica di mia mamma con sua nipote più piccola di me e io l’ho fatta giocare e così non voleva più andare a casa»

• «Io una volta gli ho prestato il mio pigiama»

• «A me farebbe piacere, tanto!»

• «Sarei contenta di accoglierli!»

che tipo se qui venisse un bambino nuovo noi lo dovremmo accogliere» beh se viene un bimbo nuovo e non gli dai confidenza e non gli sei

amico, poi di conseguenza non riesce a fare il compito bene» quando delle persone vengono in un paese che non hanno i soldi e

neanche una casa, noi li accogliamo a casa nostra» «accogliere gli amici quando li devi sentire, ascoltare, aiutarli» «accogliere gli amici dell’altro mondo e gli ammalati» «accogliere le persone in difficoltà anche se sono di altri colori» «quando noi ad esempio abbiamo accolto alcuni nostri compagni»

ACCOGLIENZA

Aiutare l’ambiente e gli

animali in pericolo

Invitare gli amici

Ascoltare le

esperienze degli altri

Aiutarsi a vicenda

Accogliere persone

Aiutare chi ha bisogno

Condividere con gli altri

ACCOGLIERE

QUALCUNO A CASA

NOSTRA:

vincere la nostra

timidezza, presentarci,

chiedere all’altro come

si chiama, cosa gli

piace, cosa vuole fare,

offrirgli qualcosa da

mangiare, fargli

vedere la camera ,

prestargli giochi e

libri, prestargli il

pigiama e farlo

dormire con noi.

Rappresentiamo l’accoglienza

Visione del cartone animato:

“storia di una gabbianella e del gatto che le

insegnò a volare”

La visione del cartone animato aiuta i bambini a

cogliere gli aspetti emotivi dell’accoglienza

La rappresentazione della storia permette ai bambini

di “mettersi nei panni” dei diversi personaggi e di

giocare ruoli differenti dai propri

Foto +didascalia

Una “gabbiana” in punto di

morte chiede ad un gatto di

covare il suo uovo e di

prendersi cura del pulcino

che nascerà. Inoltre gli

chiede di insegnargli a

volare, il gatto le promette di

farlo…

Il gatto inizia a

covare l’uovo…

“La mamma è

chi cresce e si

prende cura

del piccolo”

Uno dei gatti rivela alla gabbianella la sua vera

identità: “Tu non sei un gatto come noi, sei un uccello

e perciò devi imparare a volare”.

“Sei una gabbiana. Ti vogliamo bene perché sei una gabbiana,

una bella gabbiana. Abbiamo imparato ad apprezzare, a

rispettare ed ad amare un essere diverso. È molto facile accettare

ed amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è

molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi

seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare.”…

I gatti cercano

sull’enciclopedia le

tecniche di volo per

poter insegnare alla

gabbianella a

volare…

La gabbianella spigò le ali. I riflettori la inondarono di luce e

la pioggia gli copriva di perle le piume. L’umano e il gatto

la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi… “ora

volerai” miagolò il gatto “ti voglio bene. Sei un gatto molto

buono” disse la gabbianella avvicinandosi al bordo della

balaustra. “Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo” miagolò il

gatto. “Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri

gatti”… “Volo! So volare!” strideva euforica dal vasto cielo

grigio. L’umano accarezzò il dorso del gatto “Bene, gatto.

Ci siamo riusciti” disse sospirando. “Si, sull’orlo del

baratro ha capito la cosa più importante” miagolò. “Ah si?

E cosa ha capito?” chiese l’umano.

“Che vola solo chi osa farlo”

Domande per i genitori:

Cosa significa per voi accoglienza?

Servizio minori:

Quante forme di accoglienza esistono?