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SCUOLA DI FOTOGRAFIA Lezione 2 – La temperatura della luce, i gradi Kelvin ed il bilanciamento del bianco - La tecnica dello «Still Life»

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La temperatura della luce, i gradi Kelvin, il bilanciamento del bianco, lo still life, introduzione allo scatto, esempio.

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SCUOLA DI FOTOGRAFIA

Lezione 2 – La temperatura della luce, i gradi Kelvin ed il bilanciamento del bianco - La tecnica dello «Still Life»

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Parte 1 – La temperatura della luce, i gradi Kelvin ed il bilanciamento del bianco

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La temperatura della luce • Come abbiamo visto nelle precedenti lezioni, le luci si dividono in luci puntiformi e omogenee.

• Tuttavia, la luce, si classifica oltre alla sua diffusione, anche in base alla sua temperatura.

• Esiste una scala internazionale che misura la temperatura della luce e in base a questa scala si riesce a capire il «colore» della luce

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Il bilanciamento del bianco • La luce ideale per il fotografo, dovrebbe essere «neutra», cioè non dovrebbe aggiungere sfumature di colore sul soggetto (specie sul bianco).

• Nella realtà, difficilmente si riesce a trovare in natura una luce veramente neutra, quindi è fondamentale riuscire a riconoscere la temperatura della luce e neutralizzarla con il bilanciamento del bianco oppure sfruttarne le caratteristiche.

• Le moderne Reflex hanno tutte un buon bilanciamento automatico del bianco e la possibilità di applicare delle personalizzazioni manuali al bilanciamento del bianco.

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Le luci calde e fredde • Si definiscono luci calde le luci prodotte da fonti di luce ad incandescenza, appare come un alone tra il rosso e il giallo. Esempi tipici di luci calde sono le illuminazioni stradali, le lampade a incandescenza e i fuochi.

• Si definiscono luci fredde quelle luci che hanno molta influenza sul bianco, che lo rendono quasi blu o violetto. Sono luci prodotte da luci al neon, o che vengono riflesse dalla neve o dal ghiaccio

• Ci sono delle soglie entro le quali una luce può essere definita calda o fredda, a seconda dei sui gradi Kelvin

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I gradi Kelvin • La temperatura della luce si misura in gradi Kelvin e determina

l’influenza che la luce avrà sul bianco.

• Se il colore dominante della luce tende al rosso si dice che la luce emessa ha una tonalità calda (Warm); se il colore dominante della luce tende al blu si dice che la luce emessa ha una tonalità fredda (Cool).

• Normalmente si definisce la tonalità della luce come temperatura di colore che viene espressa in Gradi Kelvin (sulle lampadine e sulle confezioni è rappresentato da un numero subito seguito dalla lettera K).

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I gradi Kelvin • Bassi valori della temperatura di colore corrispondono a tonalità calde (Warm).

• Alti valori della temperatura di colore corrispondono a tonalita' fredde (Cool).

• Ad esempio una luce bianca calda (Warm) per interni si aggira tra i 3.000° K e i 3.500° K; una luce bianca fredda (Cool) per grandi magazzini si aggira dai 4.000° K in su; la luce diurna del sole (Sunlight) supera i 5.000° K.

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I gradi Kelvin • Temperatura di colore è un termine usato in illuminotecnica

per quantificare la tonalità della luce.

• Una temperatura bassa (intorno ai 2000° K) corrisponde ad un colore giallo-arancio. Scendendo si passa al rosso ed all'infrarosso, non più visibile. Salendo di temperatura la luce si fa prima più bianca, quindi azzurra, violetta ed ultravioletta.

• E’ da sottolineare che quando comunemente si dice che una luce è calda, in realtà questa corrisponde ad una temperatura di colore bassa e quindi emessa in realtà da un corpo più freddo, viceversa un temperatura maggiore produce una luce definita comunemente fredda e quindi emessa in realtà da un corpo più caldo.

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I gradi Kelvin • Qui di seguito sono riportate le temperature di colore di alcune sorgenti di luce comuni: • Luce solare a mezzogiorno: 5.400 K • Luce del cielo: da 10.000 a 18.000 K • Lampada Photoflood da 500 W per uso fotografico: 3.400 K • Lampada da 100 W per uso generale: 2.900 K • Lampada da 40 W per uso generale: 2.650 K

• La luce neutra (Neutral) va dai 3.500° K ai 4.000° K con una luce emessa di un colore tendente al bianco (white color appearance).

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Il bilanciamento del bianco • Come spiegato, a seconda della temperatura della luce a

disposizione, è possibile correggere il tono del bianco direttamente dalla nostra reflex.

• Di default, le reflex hanno il bilanciamento del bianco automatico, cioè rilevano la temperatura della luce che passa dall’obiettivo, e ne correggono automaticamente il valore in digitale.

• Tale strumento però, a volte risulta impreciso, e nasce quindi la necessità di modificare a mano il bilanciamento.

• Altre volte, si vuole volontariamente ingannare il sensore del bilanciamento per esasperare una dominante sul bianco per ottenere degli effetti artistici.

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Il bilanciamento del bianco • Nella maggior parte delle Reflex Canon il bilanciamento del bianco si può scegliere dall’apposito tasto WB presente sul retro del corpo macchina.

• Da qui si accede al menù che permette di scegliere uno dei numerosi bilanciamenti preimpostati.

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Il bilanciamento del bianco • Se non si è soddisfatti delle impostazioni predefinite inserite nel menù rapido, è possibile scegliere manualmente i gradi Kelvin desiderati all’interno del menù.

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Il bilanciamento del bianco • Nella maggior parte delle Reflex Nikon, il bilanciamento del bianco si effettua direttamente dal menù.

• Il valore scelto viene evidenziato nel display.

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Parte 2 – La tecnica dello «Still Life»

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Still Life • Il termine inglese Still life si può tradurre in italiano con "natura morta" cioè una raffigurazione di oggetti inanimati (fiori, frutta, ortaggi, selvaggina, oggetti d'uso). Nel campo della fotografia questo termine è stato ripreso per descrivere la tecnica fotografica di qualsiasi oggetto inanimato.

• Si fotografano oggetti inanimati sottoposti ad illuminazione varia, isolati completamente da ogni altro contesto diverso dagli elementi accuratamente selezionati e disposti.

• Lo Still Life richiede un progetto, una meditazione, attenzione e molta pazienza

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Still Life • Per lo still life, si usano pochi elementi oltre al soggetto: • Una superficie che fungerà da set. • Poche fonti luminose, quelle necessarie.

• Normalmente basta una luce o due con una serie, anche cospicua, di compensazioni (pannelli argentati e/o bianchi di varie dimensioni) .

• Lo still-life è il tentativo di far ...rivivere ciò che non e vivo. La luce è tutto ciò che ci serve.

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I «set»: Il tavolino

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• Per realizzare queste foto avulse dal contesto del soggetto, bisogna usare dei set che permettano di poter isolare il soggetto, senza nemmeno l’interferenza di spigoli o angoli. Il set classico è il tavolino da still life.

• Una superficie ondulata di materiale

plastico che non presenta spigoli.

• La superficie è di solito bianca o nera, con un verso opaco ed uno lucido, che viene scelto a seconda del tipo di foto

• La superficie è permeabile alla luce, quindi può (e spesso deve) essere retro-illuminato.

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I «set»: Il cavalletto perpendicolare

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• Alcune foto hanno bisogno di assoluta simmetria e perpendicolarità, quindi esistono mini-set da still life con una staffa per fissare la reflex perpendicolare al piano, o molto più semplicemente dei cavalletti che permettono lo snodo perpendicolare.

• Si usa su piani più o meno retro-illuminati

• Alcune versioni includono sia il piano che le luci laterali in un unico attrezzo

• Ottimo per fotografia pubblicitaria «da catalogo» (si usa per evitare qualsiasi forma di distorsione del soggetto derivante dall’angolazione dell’inquadratura).

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I «set»: Il cubo Soft Box

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• Soluzione molto economica ma efficace per i piccoli oggetti. Si tratta di un cubo di tela permeabile alla luce, a cui si possono applicare al suo interno diversi rivestimenti senza formare angoli.

• Si può illuminare da tutte e sei le facce

• I rivestimenti sono intercambiabili e di differenti colori.

• Pratico, economico, trasportabile e leggero. Le dimensioni ridotte non permettono di fotografare set complessi o oggetti molto grandi,

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La composizione del set • Come in tutte le fotografie, ma soprattutto nello still life,

la composizione è una parte fondamentale di tutto lo scatto.

• Bisogna decidere subito dove posizionare il soggetto, l’altezza della reflex, e la posizione e l’intensità delle luci.

• Bisogna decidere se retro-illuminare per eliminare completamente lo sfondo dal soggetto oppure sfruttarne le ombre

• Bisogna decidere se la superficie deve essere opaca o riflettente a seconda dell’effetto desiderato.

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Le regolazioni da effettuare • Nelle foto da still life, bisognerà sempre usare il

cavalletto o treppiede. Un cavalletto facilmente snodabile e sufficientemente alto garantirà una maggiore libertà di manovra e maneggevolezza.

• E’ fondamentale la macchina fotografica sia saldissima. Essendo foto di dettaglio, anche la più piccola vibrazione può originare uno sgradevolissimo micro-mosso.

• Essendo i soggetti (quasi) sempre immobili, e la macchinetta ben salda sul cavalletto (con scatto ritardato), i tempi non sono importanti e possono essere anche molto lenti se necessario.

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Le regolazioni da effettuare • Va quindi data priorità ai diaframmi. Scattando da molto vicino, anche le minime variazioni di diaframma incidono sui piani di messa a fuoco.

• Tendenzialmente le foto da still life lavorano a diaframmi sufficientemente chiusi per poter mettere a fuoco tutti i dettagli, con le dovute eccezioni creative.

• Gli ISO devono essere impostati al valore più basso possibile. Essendo foto dettagliate, la presenza di rumore rovinerebbe il nostro scatto.

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Come posizionare luci e oggetti • Gli oggetti tendenzialmente vanno centrati nella

sezione aurea dell’inquadratura e devono riempire il più possibile l’inquadratura.

• Se si usa una composizione articolata, come un cesto di frutta, inserite gli elementi di spicco sui punti nodali.

• L’altezza della fotocamera è fondamentale. Una foto di impatto e simmetrica esige un’inquadratura perpendicolare al soggetto.

• Le luci si posizionano ai lati del tavolo, rispettando gli schemi luce tradizionali.

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Come posizionare luci e oggetti • Si usano quindi schemi ad una, due o più luci, con

pannelli riflettenti per schiarire le ombre.

• In aggiunta agli schemi classici, nello still life è possibile retro-illuminare il tavolo e/o posizionare una luce al di sopra del soggetto per eliminare completamente ombre e sfondo

• Le luci sono quasi sempre omogenee, quindi si usano soft-box, teli, diffusori, o semplicemente si allontanano le luci puntiformi.

• Si può decidere di usare il flash (magari col diffusore) se si vuole dare un tocco più omogeneo al soggetto

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Concetti fondamentali • Per iniziare a praticare lo still life, come in qualunque

gioco che si rispetti, ci sono delle regole fondamentali da seguire, per evitare di fotografare dei guazzabugli irritanti da guardare, sono tre e ognuna altrettanto importante delle altre:

1. COERENZA DEI SOGGETTI Gli oggetti-soggetti devono avere una coerenza fra loro, di forma, di provenienza, di struttura o di ambito temporale, ad esempio non ha senso fotografare un libro antico, accostandolo al mouse di un computer, ne ha invece fotografarlo insieme a una collezione di vecchie pipe o su uno scrittoio antico.

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Concetti fondamentali 2. LUCI ED OMBRE

Lo still life comporta l'uso di illuminazione morbida e senza ombre, si può utilizzare la luce di una finestra con uno o più pannelli riflettenti per avere un effetto naturale, oppure usare flash in luce riflessa (mai diretta, i riflessi e le ombre sarebbero devastanti) utilizzando le pareti o il soffitto. In ogni caso il flash principale, va tenuto lontano dalla fotocamera (mai montarlo sulla slitta della fotocamera) e va affiancato da un flash secondario, meno potente, per eliminare zone d'ombra indesiderate e ottenere un'illuminazione più uniforme. Volendo poi "esagerare", si ottengono grandi risultati con più flash e/o pannelli, ma cosa da fare dopo aver acquisito un buon bagaglio d'esperienza, i professionisti fanno stage di settimane sull'argomento illuminazione.

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Concetti fondamentali 3. LO SFONDO

Va creato un contesto alla composizione o al singolo soggetto, che sia non prevaricante, ma capace di valorizzare. Le ombre molto profonde, come sfondo sono l'ideale per soggetti chiari e dai colori sgargianti, che in questo modo si stagliano con efficacia. Al contrario soggetti scuri richiedono sfondi chiari o con toni tenui e sfumati. Ad esempio un drappo nero è lo sfondo ideale per un vaso in vetro colmo di girasoli, mentre una collezione di armi da fuoco antiche, sarà valorizzata al massimo da un fondale in velluto rosso.

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Concetti fondamentali • Bisogna tener conto moltissimo le luci, che bisogna curare in

funzione di:

• struttura superficiale dell'oggetto: una superficie rugosa riflette la luce in modo diverso da una liscia o lucida.

• colore del soggetto: se chiaro proietterà di per se luce, se scuro creerà zone d'ombra.

• composizione del o dei soggetti: se la composizione è estesa e con molti dettagli, occorre una luce diffusa che eviti forti ombre. Quando invece occorre esaltare un particolare, la fonte di luce o l'eventuale flash devono essere angolati a 45, questo darà un effetto di plasticità creato dal gioco luci-ombre.

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Concetti fondamentali • Il controllo di tutte queste variabili, non può che essere frutto

della sperimentazione e della creatività del fotografo, ci sono tanti "trucchi" come: anteporre all'obiettivo o al flash della stoffa a trama leggera e magari colorata, usare i filtri colorati sulle parabole del flash, fotografare con pellicola per luce diurna alla debole luce di una lampadina (si crea un effetto di calda luce arancione), usare la luce naturale del tramonto o dell'aurora (notoriamente calda e radente), l'unico limite è la fantasia e la voglia di provare nuove soluzioni del fotografo.

• Anche il punto di ripresa è fondamentale, ad esempio per dare un senso di profondità, è opportuno rialzare il punto di ripresa rispetto al soggetto-composizione, soprattutto se è di tipo geometrico, l'occhio di chi osserva la foto, sarà naturalmente portato a concentrarsi sul soggetto.

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Lezione 1 – Fine Ci sono domande?

FINE

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© Stefano di Pede Officina Fotografica - Foto di Officina Fotografica e tratte dal web