Scuola 2000, numero 79, novembre 2009

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Scuola2000 Autorizzazione . Tribunale Lucca n. 590 18.07.92. Spedizione in abb. postale art. 2 c. 20 l. 662/96, fil. Lucca. Dove è finito lo spirito di categoria? Caro Alfredo mi sembra anacronistico parlare oggi di ca- tegoria, di classe. Categoria…una parola scomparsa dalla scena sociale oltre che politica. Le trasformazioni dell’economia degli ultimi decenni hanno messo fine ad ogni forma di lotta come motore del progresso sociale. Classe…Categoria rimangono parole sulla bocca di qualche nostalgico…co- me noi. In un’intervista (La Repubblica di luglio) allo scrittore A. Cavalletti circa il suo libro (Classe ed. Boringhieri) viene domandato perché mai abbia dedicato un libro alla clas- se…definendo quest’operazione assai bizzarra. Lui ri- sponde: “La massa è tenuta insieme da sentimenti come inimicizia e paura. La solidarietà rompe questo meccani- smo e crea la coscienza di classe”. Oggi quand’è che ci troviamo uniti? Quando ce la prendiamo con lo straniero che ci porta via il posto… di lavoro. Quando riteniamo i nomadi il male di tutti i mali e lanciamo le bombe incendia- rie sui loro campi. Quando leggiamo che un rume- no…un…ha violentato per strada…. Ci ritroviamo mai uniti ed indignati di fronte alla fuga dei nostri migliori cervelli, di fronte allo smantellamento della cultura, di fronte al vuoto che impera nei contenuti e nella morale dei nostri governanti? La crisi economica, il posto di lavoro precario, la paura di perdere il “mio” status, il “mio” modello di vita, il “mio” tem- po, la “mia” casa…. Solo al pensiero di perdere queste cose si reagisce e non per sostenere le basi materiali del- l’esistenza, i diritti acquisiti, la solidarietà di categoria, la sussistenza. Sicuramente ci sono ancora alcune persone che s’indi- gnano per un diritto calpestato, che dedicano il loro tempo libero ai diritti degli emigrati, che danno il loro contributo per un progetto d’integrazione e di accettazione dei rom, che si sentano in dovere di scioperare per solidarietà di categoria… Purtroppo so, anche, che siamo, ormai, in po- chi ma che non lo facciamo per scelte buoniste, per gua- dagnarci il… Paradiso, ma per amore della vita, per un’esigenza irrinunciabile al diritto. Posso sperare che continuando in queste scelte “anacro- nistiche” un giorno, forse, riusciremo a creare una falla nell’individualismo che si è impadronito della società. (anna angeli) Coda o pettine? E’ davvero un gran brutto pasticcio quello che si sta verifi- cando in questi giorni e che è ulteriormente amplificato dalla assurda scelta del ministero di consentire la possibili- tà di iscriversi nelle graduatorie ad esaurimento di ulteriori tre province. La situazione ad oggi Il Tar del Lazio ha concesso la sospensiva a circa 7500 ricorrenti che avevano proposto ricorso contro l’inserimen- to in coda di coloro che provengono da altra provincia chiedendo l’inserimento cosiddetto “a pettine”. Il Consiglio di Stato, a cui il ministero si era rivolto, ha confermato la sospensiva. I provveditorati (USP) a seguito di circolare ministeriale, stanno rivedendo le graduatorie inserendo a pettine (con riserva) i ricorrenti. Quali gli effetti? Qui casca l’asino perché si può arrivare a prevedere tutto e il contrario di tutto. La Gelmini ha detto che emanerà una norma che renderà inefficace la sentenza del Tar del Lazio. Staremo a vedere anche perché non dobbiamo di- menticare che si tratta di sospensiva e non di sentenza di merito. Intanto nell’iter di conversione in legge del decreto salva precari la Camera ha inserito un comma che preve- de la validità delle attuali graduatorie e l’inserimento a pat- tine dal 2011 ma per una sola ulteriore provincia. A decreto approvato si potrà essere più precisi. La nostra posizione In un paese in cui c’è la tendenza a tenere i piedi in più scarpe, noi diciamo con chiarezza: siamo per mantenere le graduatorie con l’inserimento in coda sia perché ci sembra più giusto, sia perché le scelte di tutti sono state effettuate sulla base di una Ordinanza che prevedeva l’inserimento in coda e dunque in tal modo veniva a condizionare le scelte e gli orientamenti di molti. Se sarà necessario organizzeremo azioni legali a tutela di coloro che, sulla base delle attuali graduatorie, hanno conseguito il ruolo o la supplenza annuale. Seguiremo la questione passo passo. A tutti i precari di- ciamo però di seguire l’approvazione della legge sia per conoscerne i contenuti, sia per capire se rientrano in even- tuali benefici che sembrano estesi anche a tutti i supplenti che hanno prestato servizio per 180 giorni nell’anno sco- lastico 2008-2009. Per informazioni aggiornate rivolgersi alla nostra sede. (La Presidenza) CENTRO STUDI E SERVIZI “SCUOLA 2000” N. 79 - NOVEMBRE 2009 Scuola 2000 pagina 1 All’interno: Dare voti con giudizio, Frutti d’autunno, Grammatica ed espressione, Diritti in gioco, Corso formazione giuridica

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Magazine del Centro Studi e Ricerche Scuol 2000 - Lucca. In questo numero, una lettera di Anna Angeli sullo spirito di categoria. http://scuola2000.altervista.org

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Scuola2000Autorizzazione . Tribunale Lucca n. 590 18.07.92. Spedizione in abb. postale art. 2 c. 20 l. 662/96, fil. Lucca.

Dove è finito lo spirito di categoria?Caro Alfredo mi sembra anacronistico parlare oggi di ca-tegoria, di classe. Categoria…una parola scomparsa dalla scena sociale oltre che politica. Le trasformazioni dell’economia degli ultimi decenni hanno messo fine ad ogni forma di lotta come motore del progresso sociale. Classe…Categoria rimangono parole sulla bocca di qualche nostalgico…co-me noi. In un’intervista (La Repubblica di luglio) allo scrittore A. Cavalletti circa il suo libro (Classe ed. Boringhieri) viene domandato perché mai abbia dedicato un libro alla clas-se…definendo quest’operazione assai bizzarra. Lui ri-sponde: “La massa è tenuta insieme da sentimenti come inimicizia e paura. La solidarietà rompe questo meccani-smo e crea la coscienza di classe”. Oggi quand’è che ci troviamo uniti? Quando ce la prendiamo con lo straniero che ci porta via il posto… di lavoro. Quando riteniamo i nomadi il male di tutti i mali e lanciamo le bombe incendia-rie sui loro campi. Quando leggiamo che un rume-no…un…ha violentato per strada…. Ci ritroviamo mai uniti ed indignati di fronte alla fuga dei nostri migliori cervelli, di fronte allo smantellamento della cultura, di fronte al vuoto che impera nei contenuti e nella morale dei nostri governanti? La crisi economica, il posto di lavoro precario, la paura di perdere il “mio” status, il “mio” modello di vita, il “mio” tem-po, la “mia” casa…. Solo al pensiero di perdere queste cose si reagisce e non per sostenere le basi materiali del-l’esistenza, i diritti acquisiti, la solidarietà di categoria, la sussistenza. Sicuramente ci sono ancora alcune persone che s’indi-gnano per un diritto calpestato, che dedicano il loro tempo libero ai diritti degli emigrati, che danno il loro contributo per un progetto d’integrazione e di accettazione dei rom, che si sentano in dovere di scioperare per solidarietà di categoria… Purtroppo so, anche, che siamo, ormai, in po-chi ma che non lo facciamo per scelte buoniste, per gua-dagnarci il… Paradiso, ma per amore della vita, per un’esigenza irrinunciabile al diritto. Posso sperare che continuando in queste scelte “anacro-nistiche” un giorno, forse, riusciremo a creare una falla nell’individualismo che si è impadronito della società.

(anna angeli)

Coda o pettine?E’ davvero un gran brutto pasticcio quello che si sta verifi-cando in questi giorni e che è ulteriormente amplificato dalla assurda scelta del ministero di consentire la possibili-tà di iscriversi nelle graduatorie ad esaurimento di ulteriori tre province.La situazione ad oggiIl Tar del Lazio ha concesso la sospensiva a circa 7500 ricorrenti che avevano proposto ricorso contro l’inserimen-to in coda di coloro che provengono da altra provincia chiedendo l’inserimento cosiddetto “a pettine”. Il Consiglio di Stato, a cui il ministero si era rivolto, ha confermato la sospensiva. I provveditorati (USP) a seguito di circolare ministeriale, stanno rivedendo le graduatorie inserendo a pettine (con riserva) i ricorrenti.Quali gli effetti?Qui casca l’asino perché si può arrivare a prevedere tutto e il contrario di tutto. La Gelmini ha detto che emanerà una norma che renderà inefficace la sentenza del Tar del Lazio. Staremo a vedere anche perché non dobbiamo di-menticare che si tratta di sospensiva e non di sentenza di merito. Intanto nell’iter di conversione in legge del decreto salva precari la Camera ha inserito un comma che preve-de la validità delle attuali graduatorie e l’inserimento a pat-tine dal 2011 ma per una sola ulteriore provincia. A decreto approvato si potrà essere più precisi. La nostra posizioneIn un paese in cui c’è la tendenza a tenere i piedi in più scarpe, noi diciamo con chiarezza:siamo per mantenere le graduatorie con l’inserimento in coda sia perché ci sembra più giusto, sia perché le scelte di tutti sono state effettuate sulla base di una Ordinanza che prevedeva l’inserimento in coda e dunque in tal modo veniva a condizionare le scelte e gli orientamenti di molti.Se sarà necessario organizzeremo azioni legali a tutela di coloro che, sulla base delle attuali graduatorie, hanno conseguito il ruolo o la supplenza annuale.Seguiremo la questione passo passo. A tutti i precari di-ciamo però di seguire l’approvazione della legge sia per conoscerne i contenuti, sia per capire se rientrano in even-tuali benefici che sembrano estesi anche a tutti i supplenti che hanno prestato servizio per 180 giorni nell’anno sco-lastico 2008-2009. Per informazioni aggiornate rivolgersi alla nostra sede.

(La Presidenza)

CENTRO STUDI E SERVIZI “SCUOLA 2000” N. 79 - NOVEMBRE 2009

Scuola 2000 pagina 1

All’interno: Dare voti con giudizio, Frutti d’autunno, Grammatica ed espressione, Diritti in gioco, Corso formazione giuridica

La malattia del figlio interrompe il congedo pa-rentaleIl Ministero del lavoro con la nota 31 del 2009 ha chiarito che il permesso per gravi motivi richiesto per la malattia del figlio di età inferiore agli otto anni interrompe il conge-do parentale purchè adeguatamente documentato con certificazione medica.

Provvedimento per i precari

Il Decreto Legge è in fase di avanzata approvazione (vedi articolo in prima pagina).

Congedo per lutto per i supplenti

• Quesito: “I supplenti temporanei hanno diritto ai tre giorni per lutto di un familiare? E se sì, questi per-messi sono retribuiti?”

R.: La risposta è affermativa per entrambi i quesiti. A stabi-lirlo, anche se con una certa dose di contorsione, è il combinato disposto degli articoli 15 e 19 del CCNL del personale della scuola 2006-2009. La nostra interpreta-zione è confermata anche dal Repertorio Giuridico di Noti-zie della scuola, Edizione 2009 alle pagine 98-105.

Gratuità della mensa per le insegnanti di scuola dell'infanzia e per l'insegnante di sostegno.

• Quesito: Quante insegnanti di scuola dell’infanzia hanno diritto al servizio mensa gratuito e l’insegnan-te di sostegno ne ha diritto?

R.: La problematica è chiarita dall’art. 21 del CCNL 2006-2009 che recita testualmente: “Laddove, per effetto del-l’orario di servizio adottato dalle singole scuole, nella se-zione risultino presenti contemporaneamente due inse-gnanti entrambi hanno diritto al servizio di mensa.” Per analogia riteniamo che lo stesso ragionamento sia appli-cabile anche agli insegnanti di sostegno purché in servizio al momento della erogazione del servizio mensa.

Iscrizioni al 27 febbraio?

Sembra proprio di sì, anche quest’anno le iscrizioni saran-no ritardate e con esse tutta la procedura che riguarda la definizione degli organici, la formulazione delle graduato-rie di istituto e la eventuale individuazione dei perdenti posto. Questa sì che è una questione essenziale da segui-re con il massimo scrupolo, altro che questioni del tutto marginali tirate in ballo ad arte affinchè le persone, distrat-te dai dettagli, perdano di vista l’essenziale.

Nuove fasce orarie

Oggi qui, domani là... recitava una canzone di qualche decennio fa... la stessa cosa sembra avvenire con le fasce orarie di reperibilità in caso di malattia. Il ministro Brunetta ha rivisto nuovamente la materia ed ora le nuove fasce di reperibilità sono le seguenti: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Fino a quando è lecito chiedersi? Ogni commento appare superfluo.

Incontri sulla mobilità 2010 - 11.

A Roma si ragiona già di mobilità 2010 – 2011. E' presto per prevedere le novità e le eventuali modifiche. Si pre-sume che i tempi ricalcheranno, con qualche minimo spo-stamento quelli dello scorso anno. L'emanazione dell'Or-dinanza è particolarmente importante per i neo immessi in ruolo che otterranno la sede definitiva al termine di tutto l'iter sulla base delle richieste formulate. Presso al nostra sede funzionerà il consueto servizio di consulenza.

Diritto allo studio: domande al 15 novembre

Le domande sono scadute il 15 novembre scorso: si tratta di un adempimento ricorrente a cui gli interessati ogni an-no possono far ricorso.

Domande di pensione

Non è ancora stata emanata (al momento di andare in macchina) la circolare che fissa i tempi per le domande di pensione con decorrenza 1 settembre 2010. Gli interessati possono inoltrare la domanda di dimissioni già in questo periodo ricordando che in assenza dei requisiti che danno diritto a pensione, l'amministrazione è tenuta a darne co-municazione agli interessati che possono revocare la do-manda entro 5 giorni. Scadenza prevista gennaio 2010.

NOTIZIE UTILI N. 79 - NOVEMBRE 2009

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GENITORI NO PROBLEM!!! Incontri gratuiti con i genitori

Problemi con gli alunni, problemi con i figli, rapporti scuola-famiglia difficili e da lubrificare?

Scuola 2000 offre alle scuole interessate un incontro gratuito con i genitori per affrontare insieme il rapporto adulti bambini e per trovare soluzioni di equilibrio e se-renità nelle relazioni.

DARE VOTI CON “GIUDIZIO”di Gioia Giuliani*

Anche nelle “Indicazioni per il curricolo”, documento che, nonostante tutto, continua a mantenere la sua validità, si ribadisce come la valutazione assuma “una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo..”. E’ con questa ulteriore consapevolezza, se mai ce ne fosse stato bisogno, che anche negli ultimi anni abbiamo continuato a gestire tutta la responsabilità di quello che, indubbiamente, rappresenta il momento più delicato del-l’intero processo d’insegnamento-apprendimento.La valutazione, per la verità, è stata da sempre un’anno-sa questione, ma è altrettanto vero che, nel tempo, ha comunque mantenuto ferme, alcune sostanziali caratteri-stiche. Sin dal 1977 è stata infatti descrittiva e qualitativa, quindi inclusiva e solidale. Da quest’anno invece.. il cam-biamento!.. Tanto per essere “coerenti” con le ultime di-sposizioni. E così: “voto espresso in decimi”!!Ma quale motivazione, può aver mai giustificato una tale decisione? La scuola, secondo quanto ci è stato procla-mato, deve ritornare “ad essere severa, rigorosa, merito-cratica”!! E inoltre, per chiarirci meglio il concetto, ci han-no spiegato che “i voti numerici sono chiari, comunicano senza equivoci la qualità e il livello degli apprendimenti e i genitori capiscono benissimo cosa fa la scuola.. Basta quindi con i giudizi che dicono e non dicono, con il loro linguaggio contorto, specialistico, comprensibile solo agli addetti ai lavori.” Come se.. i voti non fossero dei giudizi tradotti in numeri; … noi insegnanti non fossimo dei pro-fessionisti con una terminologia che ci contraddistingue .. e trattassimo bilanci, anziché persone degne di rispetto e cura!!Ma come possono i voti, che danno alla valutazione una connotazione sommativa e quindi sanzionatoria e poten-zialmente selettiva, essere gli strumenti più adatti per una scuola di qualità, in cui sia prioritario accogliere ogni bambino con attenzione ai suoi tempi, ai suoi bisogni ed alle sue capacità?Una valutazione fatta di voti, francamente, non esprime molto l’intenzione di rileggere l’esperienza scolastica a partire dalla persona nella sua globalità, in modo da dare a ciascuno l’occasione di costruirsi un’identità positiva.Ma se la finalità della scuola è proprio quella di favorire in ogni alunno il proprio percorso di crescita, nel rispetto delle proprie caratteristiche, come ritrovarsi nell’idea di un’istituzione che minaccia con voti punitivi invece di sti-molare la formazione dell’autostima e della sicurezza nelle proprie potenzialità, infondendo speranza e voglia di farcela, magari anche attraverso l’uso di strategie alterna-tive e mirate?Quale vantaggio può mai offrire un voto, sia pur “chiaro”, a chi fatica ad apprendere, a chi ha un’immagine di sé negativa, a chi ha perso la speranza? E’ la psicologia ad insegnarci che i bambini, soprattutto quelli della primaria, non avendo gli strumenti per capire la valutazione ogget-tiva espressa dai voti, hanno bisogno, poiché pensano di esser valutati per lo sforzo e l’impegno dimostrati, di sa-

pere che c’è comunque sempre una possibilità per poter rimediare e migliorare. Speranza che, solo un giudizio “fatto di parole”, può dare!E poi, la valutazione in numeri, non rischia di porre un accento eccessivo sul confronto? E’ sicuramente vero che viviamo in una società dell’ “arrivare a tutti i costi” ma spronare anche i bambini alla competizione, alimentando in loro il timore di non riuscire anziché il gusto di impara-re, non rischia di diventare una forma di violenza?Quindi, se siamo realmente convinti del ruolo della valu-tazione come momento formativo irrinunciabile del nostro lavoro, evitiamo di cadere nella trappola della mortifica-zione del voto. Come fare? Limitandoci ad usarli solo nelle circostanze ufficiali e co-munque cercando di accompagnarli sempre con dei giu-dizi sintetici o analitici o facendo riferimento ad eventuali indicatori di apprendimento. In altre parole dando fondo, ancora una volta, a tutta la nostra “creatività” per espri-mere valutazioni più rispettose possibili della individualità dei bambini!

*insegnante scuola primaria I.C. Porcari (LU)

Insegnare con i Social Network?

La domanda è superflua, almeno per molti dei lettori, che in quanto quotidianamente postano i loro messaggi su Twitter, contattano gli amici su Facebook, pubblicano le proprie foto su Picasa, o su Flickr, e i propri video suo YouTube... per non parlare delle possibilità offerte dai mondi virtuali, come Scuola 3 D e Second Life (vedere:http://www.youtube.com/view_play_list?p=AE6314AC8703F12B )

Insieme a questi servizi, tipicamente Web 2.0, cioè tipici di un web collaborativo, interattivo e partecipativo, vi sono i blog, i podcast, i wiki.Un servizio wiki particolarmente apprezzabile è quello offerto da Wetpaint, (http://www.wetpaint.com ) che con-sente di pubblicare pagine anche multimediali, e quindi si presta bene anche a creare siti scolastici in pochi clic.Vi è poi l’ntegrazione, possibile fra questi servizi: l’esem-pio di Facebook è tipico, una pagina web o un video pubblicati nel loro spazio, possono essere segnalati im-mediatamente in Facebook , anche in automatico.C’è chi ha paura di questi aspetti della tecnologia, e vor-rebbe esorcizzarli. Perché invece non sfruttarli a fini edu-cativi o formativi?Essendo servizi in genere gratuiti, si prestano alle finanze delle nostre scuole. L’unica preoccupazione dovrebbe essere, forse quella del rispetto della privacy e della sicu-rezza. (r.p.)

SCUOLA 2000 E’ DALLA TUA PARTE

CENTRO STUDI E SERVIZI “SCUOLA 2000” N. 79 - NOVEMBRE 2009

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FRUTTI D’AUTUNNOdi Cinzia Bertolucci e Rosina Corso*

Dopo il caos delle prime settimane di scuola (aggravato quest’anno da di-scutibili decisioni governative!), ri-prendiamo il discorso interrotto a giu-gno con la cronaca della nostra espe-rienza.Nel passato anno scolastico è arriva-to nella nostra classe un bambino con un carico emotivo relazionale tutt’altro che facile da gestire, bambino che inoltre veniva ad inserirsi in un conte-sto non certo povero di specifiche difficoltà: problemi di apprendimento legati a varie situazioni (dislessia, difficoltà grafo-motorie, immaturità, problemi fonologici, ecc.) e ad ulterio-ri altre difficoltà sempre legate alla sfera emotiva e relazionale.Poiché, queste condizioni prevedono di per sé la messa in atto di molteplici strategie: una precisa individualizza-zione didattica degli interventi, l’azio-ne sinergica delle diverse agenzie educative ( ASL, Scuola e famiglia) nonché la condivisione di chiare e precise regole, ci siamo attivate in tal senso.

Dopo aver condiviso con voi il punto di vista della Dottoressa Nu-tini circa l’intervento attuato sulla nostra classe, come docenti ci sembra importante illustrare le di-namiche e lo svolgimento delle attività, nonché evidenziare i cam-biamenti che la sinergia delle di-verse azioni ha prodotto anche e soprattutto sul nostro modo di fare scuola, di relazionarci con il grup-po e con ogni singolo alunno.

A noi insegnanti era chiesto di osser-vare i comportamenti degli alunni du-rante tutte le attività.

Nel primo incontro è stato interes-sante scoprire con quanta facilità i nostri alunni cambiassero i loro punti di vista riuscendo a immagi-nare contesti e funzioni sempre nuovi di oggetti di uso comune.In seguito, la lettura dei cartelloni su cui dovevano elencare cosa piacesse loro e cosa avrebbero voluto cambia-re della loro classe, ha reso visibile a

tutti quanto ci fosse bisogno di mo-menti di silenzio per alleggerire quel clima di generale agitazione. La pe-santezza che noi insegnanti lamenta-vamo era sperimentata anche dalla maggioranza degli alunni specialmen-te da quelli più tranquilli, che all'appa-renza sembravano meglio sopportare la situazione.

Da qual momento uno dei nostri obiettivi principali fu creare mo-menti di silenzio e di tranquillità.

Nel secondo incontro furono puntua-lizzate tre semplici regole di compor-tamento: chiare ed imprescindibili. A noi docenti era chiesto sempre di os-servare i comportamenti degli alunni e valutarli solo in base a queste rego-le: parlare solo per alzata di mano, stare seduti durante le attività e par-teciparvi attivamente cercando di mi-gliorare se stessi.Fu inoltre introdotta la figura del tutor: il bambino che riconosceva di aver bisogno di aiuto per assumere com-portamenti corretti, poteva chiedere ad un compagno di divenire il suo “angelo custode”. Il compagno scelto come tutor poteva accettare o rifiuta-re l'incarico; le coppie createsi erano indicate da braccialetti dello stesso colore. La verifica del tutoraggio con la scelta di continuare ad aver biso-gno di un angelo custode o di provare a farcela da soli, si è protratta per tutti gli incontri e si è rivelata un valido strumento di autovalutazione. Tale attività è continuata fino alla fine del-l’anno scolastico e ogni alunno, due volte a settimana, si auto-valutava con il sostegno dell'educatore e del-l'insegnante, assegnandosi una, due o tre stelline in base al rispetto delle regole precedentemente condivise. Sempre durante il secondo incontro si realizzò la rilettura dei cartelloni e la loro rielaborazione. Questa doveva portare i bambini a trovare risposte costruttive alla domanda “Come puoi cambiare ciò che non ti piace?” I bambini si dimostrarono competenti e capaci di dare precisi suggerimenti: stare in silenzio, proporsi come tutor per calmare e sostenere alunni in difficoltà.

E’ stato costruttivo rendersi conto delle buone capacità di auto-valu-tazione di molti bambini e della loro competenza nel riconoscere il comportamento non corretto. D’improvviso ci siamo sentite co-me sollevate, più leggere: le risor-se sociali dei nostri alunni erano solo da incanalare e non da co-struire ex novo.

E’ stato invece faticoso per noi va-lutare solo in base alle tre suddette regole. Ci siamo rese conto di quanto la nostra personale visione di ciascuno bambino entrasse in gioco e facesse variare, anche so-stanzialmente, l’assegnazione del punteggio. Il bambino che non di-sturbava mai, ma parlava senza alzare la mano e non partecipava attivamente alle attività (quindi vio-lava due delle tre regole), senza il continuo riferimento ai criteri valu-tativi predefiniti, sarebbe stato va-lutato positivamente.

Nel terzo incontro è emersa la loro scarsa consapevolezza delle emo-zioni e soprattutto della rabbia. Attra-verso giochi e attività specifiche gli alunni sono stati via via condotti a riconoscere, dare un nome e quantifi-care la rabbia che stavano provando.E’ stato illuminante scoprire come alcuni bambini erano totalmente in-consapevoli del grado di rabbia che manifestavano. Come avrebbero po-tuto gestirla se non la riconoscevano e non ne afferravano l’intensità? I nostri tentativi di contenimento si era-no rivelati inefficaci proprio per que-sto. Era necessario lavorare sulle emo-zioni, sulla loro identificazione, sul loro linguaggio visivo ed espressivo; era necessario sperimentarle con il corpo, riconoscerle sugli altri e viver-ne gli effetti (benefici e non) su di sé. Era ugualmente importante verbaliz-zarle e metterle per scritto, magari condividendole solo con l’interlocuto-re scelto.La lettura dei messaggi di ciascun bambino ha creato un clima di com-plicità, di euforia e di senso di appar-tenenza: stavamo prendendoci cura gli uni degli altri. Questo momento ha indotto in noi insegnanti un senso di

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leggerezza e di dolcezza: un balsamo per l’animo!Alla fine, la consegna del Diploma come riconoscimento del percorso fatto e oggettivazione del loro miglio-ramento nel comportamento, è risul-tato un gesto altamente significativo ed educativo.

Cosa rimane dopo un’estate?

La leggerezza e la forza di intervenire autorevolmente sui comportamenti scorretti; la determinazione nel rinfor-zare i comportamenti corretti riformu-landoli in positivo se necessario.L’acquisizione della capacità di os-servare e valutare solo l'adesione del comportamento alla regola realizzan-do un sano distacco emotivo; l’elasti-cità e la creatività nell’assumere di-versi punti di vista per inquadrare il problema in modo efficace prima di volerlo risolvere: spesso un problema trova soluzione non se lo prendi di punta ma se lo aggiri!Permane la capacità di dare segnali positivi di fronte alla classe, ricono-scendo le abilità sociali e anche co-gnitive di ciascun alunno; la volontà di coinvolgere gli alunni nel processo di contenimento, attuando forme di tuto-ring nel gruppo.

Si delinea l’utilità, a nostro avviso, di un monitoraggio esterno della e sulla classe per vivere la funzione docente, metaforicamente parlando, nella “zo-na di sviluppo prossimale”

Ma soprattutto abbiamo conquistato un’utile abilità nella lettura delle di-namiche della classe.Abbiamo scoperto che loro hanno una straordinaria capacità di strumen-talizzare il problema per gestire la giornata scolastica.Sappiamo cogliere nelle dinamiche relazionali, gli spazi vuoti che alcuni bambini lasciano, riusciamo ad indivi-duare con sollecitudine coloro che se ne appropriano. Per mantenere o ristabilire l’equilibrio, è necessa-rio dare voce a tutti e non permettere che ci siano bambini che fanno da scenografia.Questa modalità di affrontare la situazio-ne implica che ognuno si assuma le sue re-sponsabilità, il pro-blema non è di qual-cuno in particolare, ma di tutti, ne discen-de che non ci sono “colpevoli” ma nem-

meno “intoccabili” e che tutti possono influenzare il cambiamento, compresi i bambini che hanno un ruolo attivo nella ricerca delle soluzioni.

Ed infine, ma non per ultimo, questa esperienza ci insegna che senza met-tersi in discussione non si possono nè affrontare nè migliorare situazioni difficili.

Siamo solo all’inizio del nuovo anno scolastico ma stiamo già gustando qualche frutto di quel lavoro!

*insegnanti scuola primaria Lucca 4°

Proposte formazione in servizio

Il contratto e la normativa del personale della scuolaIn un periodo difficile come questo c'è sempre più bisogno di conoscere accuratamente la normativa che regola il nostro rapporto di lavoro dal contratto, alla normativa per le supplenze alla normativa sulle pensioni. Noi intendiamo proporre un CORSO DI AGGIORNAMENTO in cinque incontri di 2 ore ciascuno presso la no-stra sede.Durata del corso: 5 incontri di 2 ore Totale 10 oreRelatori: Alfredo Pierotti (ed eventualmente altri esperti di Scuola 2000)

Luogo: presso la sede di scuola 2000 e in caso di ade-sioni anche in Garfagnana e Versilia.Costo: Euro 10 per gli iscritti a Scuola 2000; Euro 20 per gli altri.

Nota bene: Nel costo sono comprese eventuali fortocopie e dispense. Al termine sarà rilasciato un attestato di par-tecipazione.Adesioni: con il modulo sottostante o per telefono. Il corso si svolgerà in presenza di almeno 15 adesioni.

N.B. Ci si può iscrivere inviando la scheda sottostan-te o direttamente in sede per via telefonica 0583 513702 3398658576

Scheda di adesioneCognome ___________________________Nome ______________________________Indirizzo ____________________________Tel. ________________________________Ordine di scuola _____________________.

DIMENSIONE PROFESSIONALE N. 79 - NOVEMBRE 2009

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Diritti in giocodi Anna Angeli*

Il Consiglio d'Europa ha affermato che l'educazione ai diritti umani, costitui-sce un aspetto importante per prepa-rare i giovani a vivere in una società democratica e multiculturale. I diritti devono "parlare" ai bambini attraverso esperienze "vissute", offrendo, loro,-la possibilità di sperimentare diretta-mente forme concrete di partecipa-zione e di cooperazione. I bambini debbono vivere in un ambiente in cui i loro diritti sono rispettati, in un clima scolastico dove la partecipazione è incoraggiata, attraverso la libertà d’espressione e dove è favorita la par-tecipazionePer favorire l’"apprendimento" socio - affettivo pensiamo a percorsi che por-tano i bambini a riconoscere, nei vis-suti quotidiani, opinioni diverse e valo-ri universali, e che orientino il loro comportamento su ciò che è giusto fare, su ciò che giusto richiedere ed ottenere per soddisfare bisogni e diritti inviolabili. La tematica dei diritti umani deve connettersi alla situazione attuale nel-le sue dinamiche sociali, alla vita in famiglia, al problema della differenza: maschi – femmine, provenienza so-ciale, handicap, cultura...Possiamo proporre un percorso a tappe: educazione alla legalità, diritti e doveri e la Costituzione.In questa puntata analizziamo la pri-ma tappa.

PRIMA TAPPAEducazione alla legalità

Promovendo la cultura della legalità, tentiamo di rispondere ad un’esigenza ineliminabile della nostra società e ci poniamo, insieme alla famiglia, come prima istituzione dove i “piccoli” citta-dini si confrontano e dove “misurano l’attendibilità del rapporto tra le regole sociali e i comportamenti reali”.Le finalità:• far sì che il gruppo si riconosca,

all’interno di ogni classe, in un si-stema di norme condivise;

• sperimentare forme di aggregazione ispirate ai valori positivi della solida-rietà, del rispetto, della collabora-zione;

Vediamo da vicino un’attività di co-operazione, controllo di sé e rispetto di regole.

Per crescere un bambino ci vuo-le un villaggio

Invitiamo i bambini a fare un “viaggio” all’interno della scuola, ogni bambino può scegliere un compagno o più compagni per fare la strada insieme. lasciamoli liberi di esplorare la scuo-la…fino a quando, ad un suono con-cordato, ognuno si ferma nel punto che gli è piaciuto di più, che ha sentito più suo. Qui i bambini possono sosta-re, guardarsi intorno, giocare. Diamo loro il tempo di sistemarsi nello spazio scelto poi iniziamo a “cercarli”, “armate” di macchina fotografica per poter immortalare ognuno nel suo spazio. Appena raggiungiamo un bambino salutiamolo come se fosse tornato da un lungo viaggio, invitiamo-lo a seguirci nella nostra “casa” (se-zione) per raccontare e raccontarci la meravigliosa ed entusiasmante espe-rienza. Raccogliamo la documentazione del “viaggio” incollando su un cartellone le foto con poche parole rivelatrici del-le sensazioni provate dai bambini.

Un villaggio felice

Mettiamo a disposizione di ogni bam-bino scatoloni, stoffe, cartone, nastri ed invitiamoli a costruire una loro ca-sa, dove e come vogliono. Una volta che tutti si sono creati un loro territo-rio, concordiamo che, ad un segnale prestabilito, tutti escono dalla casa per andare nella zona comune, limita-ta dai confini delle “case” individuali. Una volta che hanno passeggiato, incontrato persone, fatto amicizie de-cidono, liberamente, di rientrare nella propria casa o da soli o in compagnia del compagno che hanno scelto. Pro-gressivamente i bambini possono uni-re le loro case creando condomini e stabilendo delle regole per vivere libe-ri ma nel rispetto di ognuno. Uno spa-zio personale…uno spazio comune.

Ci sono i diritti ma anche i doveri

Piccole grandi risposteSe poniamo ai bambini domande im-portanti, loro rispondono con la sem-plicità tipica della loro ingenuità, ma il più delle volte sono risposte quasi filosofiche, o così reali da metterci in imbarazzo. Chiediamo:

“Puoi sempre fare tutto quello che vuoi?”Raccogliamo tutte le loro osservazio-ni, ascoltiamo intervenendo, solo, per rilanciare la domanda e tenere la con-versazione dentro i binari che ci sia-mo date. Rilanciamo l’argomento aiutandoci con le illustrazioni e le considerazioni tratte dal libro Che cos’è la libertà? Giunti Junior (collana piccole grandi domande) Facciamo osservare che la bambina del libro si pone la stessa domanda e alcune volte risponde con un no, ad esempio quando prende le caramelle di nascosto…e poi si dice: “No non posso mangiare un chilo di caramelle senza stare male.” Oppure “no, non posso volare come un uccello” poi riflette e afferma: “Però se prendo l’aereo…” Alla domanda “Gli altri ti impediscono di essere libero? Di fare quello che vuoi”? La bambina del libro risponde: “Si la maestra e i miei genitori sono sempre li a comandarmi”. Soffermiamoci su questa risposta, stimolando la discussione poi distri-buiamo dei riquadri di cartoncino invi-tando i bambini a disegnare le cose che vorrebbe fare se gli altri non lo impedissero. Prepariamo un cartello-ne dal titolo vorrei essere libero di….. dove incolliamo i disegni dei bambini.

Prepariamo dei cartoncini raffiguranti situazioni dove il dovere non è rispet-tato: bambini che:• giocano ai giardini e buttano la carta a terra• calpestano le aiuole, • non dicono grazie, o permesso. (fu-metto)• non rispettano le cose loro e degli altri• spingono i compagni

Quando tutto è pronto invitiamo i bambini a sedersi nell’angolo delle

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parole e coinvolgiamoli nella lettura di immagini, stimolandoli a descrivere l’immagine rappresentata sui carton-cini e a riflettere sui nostri diritti: “Vo-gliamo i prati per giocare? Il paese con degli spazi verdi pieni di fiori? Ci dispiace quando i compagni ci rom-pono un gioco o quando ci spingono o ci mandano via? Ci piace che la mamma ci ringrazi, magari con un

bacino quando gli regaliamo un nostro disegno? Ricordiamo loro che ogni diritto nostro diventa un dovere nei confronti degli altri, non possiamo lamentarci perché l’amico ci ha scarabocchiato il dise-gno se noi facciamo la stessa cosa. Una volta terminata la discussione invitiamo i bambini a disegnare su altri

cartoncini situazioni di gentilezza e di rispetto.. Nel prossimo numero continuiamo con la seconda tappa.

*insegnante scuola infanzia I.C. Mon-tecarlo (LU)

“STRANIERI” IN CLASSE

ANCHE LA GRAMMATICA…di Manuela Bulleri*

Negli interventi dello scorso anno erano state proposte unità didattiche già utilizzate nelle classi prima e terza, che si erano dimostrate efficaci sia per accrescere il les-sico degli alunni non italofoni sia per favorire la riflessione di tutta la classe sulla lingua.

Si può facilmente osservare che è relativamente agevole trovare attività che possano coinvolgere, a diversi livelli, tutti gli alunni finché si lavora nelle prime classi della scuola elementare.

In seguito, quando si dovrà ragionare di questioni astrat-te, parlare di fatti lontani nel tempo e nello spazio, analiz-zare argomenti lontani dall’esperienza quotidiana, sarà impossibile tenere i piedi in due staffe. Non si può negare la difficoltà, ma poiché le classi hanno una nuova conno-tazione, dobbiamo per forza ripensare la didattica, modi-ficare i testi e anche forse rivedere i programmi.

Bisogna accettare il fatto che non esiste altra scelta. Del resto la scuola ha molti problemi, gli alunni stranieri non sono la difficoltà più grande. La lontananza tra scuola e società è un problema assai più grande. In una classe quarta o quinta della scuola primaria, il settore più adatto per trovare attività che permettano di lavorare sui due fronti, è la grammatica.

Attraverso la conversazione gli alunni stranieri acquisi-scono di più, specialmente se la conversazione è forte-mente motivata, ma esiste il problema del “filtro affettivo”, oltre alla difficoltà di creare tali occasioni motivate di con-versazioni e guidarle. La conversazione si presta poco per far avanzare tutta la classe. Per grammatica naturalmente non si intende quella serie di prescrizioni, in parte inspiegabili, che si dipanano se-condo un ordine non sempre logico sul libro di testo, ma piuttosto si intendono le competenze implicite, profonda-mente interiorizzate,che permettono ad ogni parlante di costruire, nella lingua materna, frasi originali e di decidere della accettabilità di quelle che ascolta. Se si parte da questa definizione di grammatica, si può provare a cercare delle attività che facciano emergere chiaramente una delle particolari strutture che regolano il funzionamento della lingua, fino a che essa non appare evidente. Il percorso che il nostro alunno parlante italiano

farà per scoprirla, le domande che farà, le sue riflessioni possono essere preziose per chi quella struttura deve comprendere per poterla usare: altrimenti non saprebbe farlo.

Prendiamo gli articoli, determinativi o indeterminativi che siano: per chi non parla italiano possono essere un vero mistero: nel rumeno l’articolazione è pospositiva, il cinese ha basi concettuali e foniche diverse e difficilmente para-gonabili a quelle dell’italiano. In italiano l’articolo ha una frequenza d’uso molto alta e ciò in genere favorisce l’ac-quisizione del lessico. L’ acquisizione delle conoscenze lessicali avviene in maniera graduale ed associativa e le tecniche associative variano a seconda del livello di com-petenza raggiunto: agli inizi si tende ad associare le paro-le tra loro in base alla forma o al suono, mentre nelle fasi più avanzate le associazioni vengono fatte in base al loro significato. L’articolo di per sé non ha significato, perciò è fondamen-tale rilevarne non soltanto la forma, ma anche la posizio-ne all’interno della frase e la sua funzione, per poterlo usare correttamente. Anche gli alunni italofoni, che usano regolarmente gli articoli, hanno bisogno di comprendere la funzione di essi all’interno della frase, anzi, si chiede loro di distinguere tra determinativi e indeterminativi, e questo sarà la base per capire in seguito il concetto di definito e di indefinito. Dunque ora abbiamo davanti alunni, italofonie non, che hanno una stessa esigenza d’apprendimento. Partendo da frasi semplici e “autentiche” si può provare a costruire la nuova unità didattica. La prossima volta lo faremo.

*insegnante scuola primaria I.C. Montecarlo (LU) _____________________________________________

SCUOLA 2000 E’ DALLA PARTE

DEI TUOI DIRITTI

DIMENSIONE PROFESSIONALE N. 79 - NOVEMBRE 2009

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E' tempo di rinnovare l'iscrizione per il 2010

Rimangono invariate anche per il 2010 le quote di iscrizione a Scuola 2000:

Euro 30,00 : personale di ruolo, sup-plenti annuali e pensionati Euro 12,00 : personale supplente temporaneo Euro 10,00: Assicurazione Respon-sabilità Civile Docenti (facoltativa, da a g g i u n g e r e a l l a q u o t a d i iscrizione).Chi intende iscriversi o rinnovare l’iscrizione può farlo fin d’ora o direttamente in sede o tramite bollettino di Conto Corrente Postale N° 12386553 intestato a Centro Studi Scuola 2000 Via Pisana 1181/d 55100 Lucca.

Scuola 2000 assiste i propri iscritti svolgendo consulenza giuridica e pe-dagogica sia per i supplenti, che per il personale neo immesso in ruolo che per i pensionandi e pensionati. Nel 2009 abbiamo battuto il record di iscritti con un incremento del 5,7%, nel 2010 contiamo di fare ancora me-glio.

Apertura sedeA Lucca: tutti i Lunedi dalle ore 15,30 alle ore 18,00 (gli altri giorni per appuntamento)Indirizzo e telefoni: Via Pisana 1181/D S. Anna Lucca Tel 0583 513702 e 3398658576.A Castelnuovo Garfagnana: il se-condo mercoledi del mese ore 15,30 – 17,30 c/o sede Misericordia Via Pascoli 10-12 piano primo.Sito web e posta elettronica: http://scuola2000.altervista.org ; [email protected]

Regala un libro per Natale

Invece di regalare qualche inutile cianfrusaglia, ti chiediamo di regalare un libro per natale: se poi vorrai uno dei nostri libri in catalogo te lo invie-remo a casa senza aggravio di spese postali o potrai riceverlo in sede con lo sconto. Basta avvertirci per scritto, via mail e per telefono.

La consulenza è una cosa seria...

La consulenza è una cosa seria: sia-mo stati noi a segnalare ad esempio che nelle assegnazioni provvisorie era possibile richiedere indifferente-mente il ricongiungimento al marito, ai genitori o ai figli. Questo anche per le coniugate. Siamo stati noi a segnala-re numerosi errori presenti nelle gra-duatorie ad esaurimento. Fare consu-lenza in modo serio non significa dare ragione a tutti e neppure dire che tutto va bene! Gli errori son sempre possi-bili e nessuno è infallibile. Come Scuola 2000 cerchiamo però di ga-rantire scrupolo e serietà. Meglio im-piegare un minuto in più o far ritorna-re una persona piuttosto che sparare risposte ad ogni costo. La maggior parte degli errori sono ininfluenti ma quando diventano gravi o irrimediabili, le conseguenze si vedono nelle gra-duatorie, nelle nomine e nei trasferi-menti. Meglio pensarci prima…

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“Le storie della signora acqua”ed. 2003, pagg. 32 (a colori) € 9,00

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VITA ASSOCIATIVA N. 78 - SETTEMBRE 2009

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Scuola 2000mensile del Centro Studi

e Servizi Scuola 2000.

Direzione e Redazione:Via Pisana 1181/d – 55100 S.Anna Lucca.Direttore responsabile: Laura Sar-tini Direzione: Alfredo Pierotti, Romolo Pranzetti Hanno collaborato: : Nadia Luc-chesi, Gioia Giuliani, Rosina Cor-so, Cinzia Bertolucci, Anna Angeli, Manuela Bulleri