scritura creativa 2. costruzione personaggi
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Dott.ssa Manuela Gatta
Lezione-online
Corso di Scrittura Creativa 2 - La costruzione dei personaggi.
Dott.ssa Manuela Gatta
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La costruzione dei personaggi
Come inventare un personaggio
Questa seconda lezione ci impegnerà in un grande sforzo creativo, quindi liberate la
mente da qualsiasi pensiero e concentratevi. Stiamo per entrare nel vivo di un
esperimento letterario, che ci aiuterà a stimolare la nostra percezione a partire da
chi siamo e da come viviamo la nostra vita.
Sforziamoci di pensare ai momenti della vita che ci hanno maggiormente
emozionato, che pensiamo ci abbiano cambiato e qualche volta sconvolto. Si può
pensare alla nascita di un figlio, a un esame andato particolarmente male, a una
persona che ci ha fatto particolarmente soffrire. Mettiamo in gioco le emozioni e
facciamole diventare il nostro materiale di lavoro.
Facciamo lavorare, in altre parole, la mente su alcune situazioni accadute che ci
permetteranno di analizzare eventi reali e vicini a noi, tanto da poterli vedere
chiaramente con gli occhi della mente: l’obiettivo è quello di arrivare ad essere in
grado di elaborarli e di renderli reali agli occhi di chi leggerà il nostro lavoro finale.
Partiamo da ciò che conosciamo meglio adesso, poi pian piano quando la mente sarà
allenata comincerà a vedere le cose in modo creativo e ciò che ci sembrava
personale, non lo sarà più.
Qualche volta le emozioni sono così forti che non sempre abbiamo voglia di
parlarne, ebbene la scrittura può aiutarci a trasformare queste situazioni in storie,
che una volta portate fuori dalla nostra mente, non fanno più parte di noi e
riusciamo così a vederle da una diversa angolazione. Queste storie vere, le nostre e
quindi quelle che conosciamo meglio, possono diventare racconti, attraverso la
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narrazione e l'inventiva, nei quali possiamo scegliere se restare protagonisti oppure
provare a vedere le cose da un altro punto di vista, cioè creando dei personaggi che
si muovono all’interno di queste dinamiche che, possono evolversi e farci vedere le
cose in un altro modo.
Il punto di vista del nostro “antagonista” per esempio, o quello addirittura di
comparse, come per esempio amici o conoscenti che non avevamo mai considerato
abbastanza, ma che possiamo sforzarci adesso di capire e quindi raccontare da una
prospettiva narrativa più interessante per lo sviluppo della storia.
L'importante è mettersi in gioco, essere aperti a scoprire nuovi mondi e orizzonti, in
modo che la nostra mente sia libera il più possibile dai condizionamenti esterni e
dalle strade predefinite che non piacciono a nessuno, dato che si sa già come va a
finire quella storia.
I confini già segnati, nelle storie come nella vita, qualche volta non ci permettono di
vedere le cose come sono in realtà. Proviamo quindi a descrivere una situazione che
ci ha colpito da una prospettiva diversa, solo così riusciremo non solo ad allargare la
nostra mente, ma anche a dare un valore diverso agli eventi della nostra vita: la
scrittura, d’altronde, è anche un modo per approfondire la conoscenza di sé.
Nel primo incontro avevamo il compito di elaborare dieci inizi, situazioni o storie, e
dunque proprio da questi partiremo per costruire la trama su cui lavoreremo. Carta e
penna, anche metaforiche per chi usa il pc, e facciamo un piccolo sforzo.
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Punto di partenza fondamentale: ritornare ai dieci incipit che avete elaborato.
Abbiamo elencato dieci situazioni o eventi accaduti recentemente, magari la
settimana passata o nel giorno stesso. Vanno bene anche emozioni personali oppure
descrizioni di incontri con persone che hanno attirato la vostra attenzione la mattina
in ufficio, in autobus, in treno, a scuola, per strada. Potreste aver incontrato una
persona che vi ha colpito particolarmente per la sua gentilezza o per la sua scortesia.
Provate ad immaginare perché quella persona si sia comportata proprio in quella
maniera, le sue azioni avranno a che fare con il suo passato o ha solo avuto una
giornataccia da dimenticare?
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L’incipit giusto è quello che più ricco di dettagli.
Concentriamoci su tutte le situazioni che abbiamo ricordato, individuiamo in
particolare una tra queste che, maggiormente pensiamo averci colpito e che
saremmo disposti a trasformare in storia. Potrebbero risultare evidenti anche due o
tre situazioni, procediamo comunque nella loro descrizione, dal momento che prima
o poi quella che più ci sta a cuore emergerà da sola. Bastano poche righe, due o tre,
per ricordarci il motivo per cui è così importante averle ricordate.
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Esercizio: crea il tuo personaggio
Una volta individuata la situazione, pensiamo a quante sono le persone coinvolte. Da
questo momento quelle stesse persone diventeranno personaggi, i futuri personaggi
della storia che cominceremo ad elaborare. Pensate a quanti sono i personaggi della
vostra storia e concentratevi su quali potrebbe essere le loro probabili identità.
Esempio di Identikit
Ora comincia la parte interessante: per ciascuno dei personaggi, dobbiamo cercare
di individuare le caratteristiche fisiche. Il gioco sta nell'immedesimarsi in un futuro
lettore che dovrà essere in grado, con le descrizioni che avremo elaborato, di
“vedere” i personaggi della storia e dovrà sembrare quasi di conoscerli. Questo
effetto non si ricava naturalmente descrivendo profili di personaggi arcinoti, ma
permettendo al lettore di fare la conoscenza dei personaggi grazie alla loro
descrizione e a come si muovono nella storia.
Per far questo, dobbiamo partire da un semplice esercizio. Realizziamo delle schede
per ogni singolo personaggio, e di volta in volta aggiungiamo le caratteristiche che
per noi sono importanti. Nel file di esercizi relativi alla seconda lezione, verrà fornito
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un esempio di come compilare l’identikit dei nostri personaggi.
Ricordate di dare un nome o un soprannome al vostro personaggio, attribuitegli un
colore per i capelli, la pelle, gli occhi, pensate a chi potrebbero essere i suoi amici e
che tipo di ambienti potrebbe frequentare. È un tipo simpatico, fa ridere, è sempre
arrabbiato, ha un segreto, a chi lo confiderebbe?
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Studio dell’ambiente in cui vive il personaggio e sua psiche
Se per ora non si riesce a “vedere” il proprio personaggio, o i personaggi, dato che
possono essercene più di uno, non bisogna arrendersi. C’è evidentemente bisogno di
esplorare maggiormente la realtà che ci circonda, spalancare gli occhi sui dettagli e
sulle pieghe invisibili delle emozioni che i personaggi esprimo naturalmente sui loro
volti. È utile ripeterlo: se una persona incontrata per strada, per esempio in
metropolitana, in un pub, ci colpisce per un particolare, anche quel piccolo
apparente dettaglio potrà far parte dell'identikit di uno dei personaggi. Un cappello
strano, un ciuffo di colore di colore diverso rispetto agli altri capelli, un ghigno
particolare, un tipo di abbigliamento, tutto insomma ciò che può colpire la nostra
attenzione.
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Visti da fuori i personaggi potrebbero non risvegliare una particolare attenzione, ma
proviamo a pensare che siano in fondo delle persone esistenti in un altro mondo.
Ci renderemo così conto di come tutti coloro che fanno parte della nostra storia
siano in realtà profondamente diversi. Ora proviamo ad addentrarci nella psiche dei
nostri personaggi, di ciascuno di loro, in base ai ruoli che vogliamo rivestano
all’interno della storia.
Partiamo dal carattere: nella storia il nostro personaggio è simpatico, è antipatico, è
intelligente, è una comparsa... sembra molto complicato!
Un piccolo aiuto: cerchiamo di individuare i personaggi tra persone reali, questo può
aiutarci a descrivere meglio il loro profilo, oltre a rendere più reale la storia.
Cerchiamo tra gli amici, i conoscenti, i parenti, tutti insomma un profilo psicologico
che potrebbe andar bene come base di partenza per il nostro personaggio.
Osserviamo la persona che abbiamo scelto, e poi cerchiamo di attribuire le sue
caratteristiche all’identikit che stiamo inventando.
Ci potrà aiutare nella creazione del profilo psicologico del personaggio, ricordare che
ogni persona ha un desiderio. Ciascuno di noi vuole raggiungere qualcosa, un
obiettivo, un traguardo e costruisce la sua vita in funzione di quel desiderio. Certo
avrà anche delle abitudini, dei modi di fare particolari. Non è importante che il
desiderio sia complesso, può essere anche semplice, ma è fondamentale che ci sia.
Avete mai avuto l'impressione, leggendo un romanzo, che un certo personaggio
descritto assomiglia proprio a qualcuno che avete già visto? Allora provate a
ricordare chi e in quale situazione lo avete incontrato, tutto comincia da qui.
Ovviamente ciò non esclude il fatto che il nostro personaggio possa, nel corso della
storia, cambiare il proprio desiderio e scoprirne di avere un altro.
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Dove vivono i nostri personaggi? Dove si svolge il dialogo? Come si muovono?
Tutte queste domande rispondono alla descrizione dell’ambiente in cui vive il
personaggio o i personaggi. Ciascuno di essi ha il proprio, quindi non dimenticate di
pensare gli ambienti in base a tutti loro, è fondamentale perché le persone, come i
nostri personaggi, sono influenzati dall’ambiente che li circonda e quindi reagiscono
di conseguenza. Se mandiamo un personaggio timido ad una festa chiassosa e con
perfetti sconosciuti, non possiamo aspettarci che si diverta. Ma per esempio,
lasciarlo seduto sulla sedia tutta la serata a guardare ciò che gli accade attorno,
trasformandosi nel punto di vista per il lettore, allora sì questo potrebbe dare un
buono spunto per lo svolgersi delle azioni.
In ogni caso il modo in cui un personaggio agisce, da come si relaziona col suo
ambiente, dice a volte molto di più su di lui che una semplice descrizione delle
caratteristiche.
È bene ricordare che i personaggi hanno anche un’origine, provengono da qualche
parte e sono diretti da qualche altra. Ma hanno anche una casa in cui vivono, una
camera dove essi dormono, oppure una stanza in particolare della loro casa dove
accade qualcosa di particolare.
È necessario conoscere la casa dei personaggi, magari si potrebbe pensare alla
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propria di casa o quella di amici e conoscenti. Tra i luoghi non meglio definiti ci
potrebbe anche essere un treno oppure una nave, si può pensare ad una storia che
si svolge in crociera o a due ragazzi che si incontrano durante un viaggio. Insomma, il
punto è lasciar libera la mente di pensare a come la storia possa evolversi.
Una volta che si sono bene impresse in mente le caratteristiche dei personaggi,
fisiche e mentali, e l’ambiente in cui essi vivono, è arrivato il momento di far loro
prendere vita. Dobbiamo vederli muovere, agire, pensare, vivere.
Le azioni, lo abbiamo già detto, descrivono i personaggi nel modo migliore, perché
se ci pensiamo le loro caratteristiche fisiche vengono in genere presentate nelle
prime pagine – se sono importanti – quelle psichiche invece, sono determinate da
ciò che fanno e da come lo fanno.
Le azioni, il modo in cui i nostri personaggi scelgono di vivere sono essenziali per
creare quello speciale rapporto tra il lettore e la storia. Le azioni giuste permettono
di far nascere la curiosità nel lettore e di fargli pensare “voglio proprio vedere cosa
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succede adesso o come la prenderà Tizio quando Caio saprà cosa ha combinato!”.
I libri ci parlano, qualcuno ha anche sostenuto che in essi si possono trovare le
risposte alle domande della vita. La storia che stiamo costruendo dovrebbero avere
proprio queste caratteristiche, ma per fare che ciò avvenga, è necessario seguire
questi accorgimenti.
Ogni azione è fondamentale per aiutarci a costruire la nostra storia. Una volta “visti”
e conosciuti i personaggi siamo entrati nella loro psiche, abbiamo visto i loro
comportamenti nella vita di tutti i giorni, e come sono i posti in cui vivono.
Quando avremo tutto chiaro, quanti saranno i nostri personaggi, chi saranno e come
si muoveranno in base alle loro caratteristiche psicofisiche, dobbiamo costruire la
storia. Ci sono autori che scrivono di getto, davanti al pc o alla carta, armati di penna
e di monitor acceso, scrivono fiumi di parole senza mai fermarsi, se non per mettere
il punto.
La storia in pratica è già nella loro storia e deve solo essere scritta. Non sono maghi o
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persone miracolate, sono semplicemente allenati al mestiere della scrittura e hanno
metabolizzato il modo in cui la storia va costruita. Ecco perché una volta che un
bravo e famoso scrittore ha in mente una trama, non gli basta che scriverla.
Chi invece, è ancora agli inizi o magari non adotta questo metodo – perché infondo
ciascuno ha il suo modo di scrivere e basta scoprirlo – ha necessità di iniziare con la
creazione dei personaggi e del loro ambiente. Una volta però che questo lavoro
faticoso – diciamolo! – è finito, si può passare alla storia vera e propria.
Un consiglio è quello di pensare alla storia e di scriverla sottoforma di riassunto.
Come se fosse il racconto di un libro che avete letto o di una storia che avete sentito.
Cercate di pensare a tutto quello che potrebbe accadere nella storia, e di dividetelo
in sequenze temporali. Vi aiuterà a capire la contemporaneità delle azioni, se è il
caso di posticiparle o anticiparle.
In queste sequenze dovranno muoversi i personaggi, quindi attenzione perché da
come essi cui si muovono, dovete considerare le conseguenze che ci possono essere
sugli altri, sulle azioni successive e così via. Insomma, dovete considerare tutte le
ipotesi per poi scartare quelle che non vi convincono.
Pensate ai motivi che spingono i personaggi a comportarsi in una certa maniera. Il
filo logico deve scorrere in modo coerente, sia che ci sia un effetto sorpresa, come
qualcosa che sconvolge il ritmo delle azioni, sia che invece sembra scorrere tutto
apparentemente tranquillo.
Se qualcosa non vi torna e non vi convince, ritornate alla situazione iniziale che vi ha
spinto ed emozionato così tanto da arrivare fin qui, e pensate con attenzione a come
questa situazione possa essere modificata in funzione di quella che ormai a questo
punto è diventata una storia da raccontare.
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Esempi e citazioni
Prima sequenza: Mario è nella sua stanza, l'ambiente è tutto in disordine e ci sono
vestiti sulla sedia vicino alla scrivania. C'è un libro sul comodino affianco al letto.
Una volta organizzata la sequenza temporale, ci si deve concentrare sulla scrittura e
sulla narrazione delle scene. Rileggere sempre, dopo aver finito, tante volte fino a
quando lo stile e il racconto abbiano raggiunto un bel ritmo. Bisogna cercare di non
essere prolissi, ma concentrati sulla visualizzazione dei personaggi e delle loro azioni.
Se è possibile in questa prima fase, non si dovrebbero superare le quattro cartelle.
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Un esempio:
Di seguito è stata sviluppata in forma narrativa la sequenza temporale dell’esempio
precedente.
Mario lasciò in disordine la stanza, il letto disfatto e i vestiti della sera prima
spiegazzati sulla sedia. Prima si uscire, guardò il poster di Totti attaccato alla porta e
si chiese se un giorno anche lui, come il suo idolo, avrebbe mai realizzato il suo
sogno di entrare nel mondo del calcio.
In fondo neanche lui ci credeva tanto. Mario uscì di casa quella mattina, convinto
che sarebbe stata una giornata come tante. Prese il suo libro, quello che da
settimane era abbandonato sul comodino affianco al letto, e decise che avrebbe
trovato posto nel parco vicino casa, per finire il romanzo.