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49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya Scritto da Renzo Fegatelli Venerdì 30 Settembre 2016 00:00 - Ultimo aggiornamento Sabato 15 Ottobre 2016 16:36 L’appuntamento con la 49°edizione del Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya è dal 7 al 16 ottobre nella cornice della famosa località balneare a mezz’ora di treno a sud di Barcellona. La città vanta vestigia dell’arte modernista degli anni Trenta del secolo scorso, e registra gli immobili più cari di Spagna ed è passata da cinquemila a trentamila abitanti negli ultimi trent’anni. Durante dieci giorni si trasformerà nella capitale mondiale del cinema fantastico con una media di cinquanta spettacoli al giorno, proiezioni all’aperto, vetrine di mer chandising , bancarelle di libri, riviste e dvd. Oltre duecento titoli in catalogo, e circa trecento includendo i corti, suddivisi in una dozzina di sezioni. Almeno quattro i concorsi ufficiali, e quello principale, Oficial Fantàstic , comprende trenta film con una media di quattro visioni stampa al giorno che si tengono nell’ Auditori Melià Sitges , (circa 1.600 posti), dove le proiezioni iniziano alle otto e un quarto e teminano all'una di notte. Difficile trovare famosi registi o attori del cinema di fantascienza che non abbiano visitato Sitges negli ultimi cinquant’anni. Il tappeto rosso si apre quest’anno con gli omaggi a Max Von Sydow e a Christopher Walken: il primo riceverà il Gran Prix Honorific la sera dell’inaugurazione, il secondo lo stesso riconoscimento durante il Gala di chiusura. Walter Koenig, uno degli interpreti di Star Trek , la saga che compie cinquant’anni e alla quale il Festival dedica il libro Donde nadie ha llegado antes ( 1 / 13

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49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya

Scritto da Renzo FegatelliVenerdì 30 Settembre 2016 00:00 - Ultimo aggiornamento Sabato 15 Ottobre 2016 16:36

L’appuntamento con la 49°edizione del Festival Internacional de Cinema Fantàstic deCatalunya è dal 7 al 16 ottobre nella cornice dellafamosa località balneare a mezz’ora di treno a sud di Barcellona. La città vanta vestigia dell’artemodernista degli anni Trenta del secolo scorso, e registra gli immobili più cari di Spagna ed èpassata da cinquemila a trentamila abitanti negli ultimi trent’anni. Durante dieci giorni sitrasformerà nella capitale mondiale del cinema fantastico con una media di cinquanta spettacolial giorno, proiezioni all’aperto, vetrine di merchandising, bancarelle di libri, riviste e dvd.

Oltre duecento titoli in catalogo, e circa trecento includendo i corti, suddivisi in una dozzina disezioni. Almeno quattro i concorsi ufficiali, e quello principale, Oficial Fantàstic, comprendetrenta film con una media di quattro visioni stampa al giorno che si tengono nell’Auditori Melià Sitges, (circa 1.600 posti), dove le proiezioni iniziano alle otto e un quarto e teminano all'una di notte.Difficile trovare famosi registi o attori del cinema di fantascienza che non abbiano visitato Sitgesnegli ultimi cinquant’anni. Il tappeto rosso si apre quest’anno con gli omaggi a Max Von Sydowe a Christopher Walken: il primo riceverà il Gran Prix Honorificla sera dell’inaugurazione, il secondo lo stesso riconoscimento durante il Gala di chiusura.Walter Koenig, uno degli interpreti di Star Trek, la saga che compie cinquant’anni e alla quale il Festival dedica il libro Donde nadie ha llegado antes(

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Dove prima non è arrivato nessuno), riceverà la Màquina del Temps, che sarà assegnata anche a Paul Schrader, Bruce Campbell, Barbara Crampton, e a DolphLundgren, che presenta Don’t kill it(Non ucciderlo) di Mike Mendez. Al nostro Ruggero Deodato, invece, verrà conferito il Premi Maria Honorifica. La sezione Brigadoon, che compie trent’anni, assegna il Premio Nosferatuall’attrice Terele Pávez (1939), e rende omaggio a due cineasti scomparsi lo scorso luglio: ilregista, scrittore e giornalista italiano Corrado Farina, del quale verrà presentato Baba Yaga(1973) tratto dal fumetto di Guido Crepax Valentina, e l’attrice catalana Emma Cohen. Ospite di Brigadoonsarà Luigi Cozzi (Premio Nosferatu2012) che presenterà Blood on Méliès Moon(Sangue sulla luna di Méliès). Inoltre il cineasta Felipe M. Guerra rende omaggio al regista italiano col documentario con FantastiCozzi. All’insegna di Red Planet Marx, la conquista sovietica dello spazio,sarà presentata una folta retrospettiva del cinema di fantascienza URSS. Si potranno vedere trai tanti titoli: Pianeta Bur(I sette navigatori dello spazio, 1962) di Pavel Klushantsev (1910 – 1999), Солярис(Solaris, 1972) di Andrej Tarkovskij (1932 – 1986) e Test Pilota Pirxa(Doznanie pilota Pirksa, 1978) di Marek Piestrak (1938). Da un accordo con la società Samsung

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saranno allestite poltrone nelle quali gli spettatori potranno intraprendere viaggi virtuali. Undispositivo Samsung Gear VRcon Galaxy S7e auricolari permetterà di esplorare nuovi mondi e di immergersi nel pieno dell’azione lasciandoallo spettatore la scelta di un proprio itinerario. Largo spazio avrà come sempre il cinemaasiatico nella sezione Midnight X-Tremeche si apre con l’anteprima mondiale di It Stains the Sands Red(Le sabbie si macchiano di rosso) dei Vicious Brothers, e si continua col primo film indiano tamil di zombi, Miruthandi Shaki Soundar Rajan. Saranno anteprime mondiali anche i film di inaugurazione e di chiusuradel Festival: Inside(Dentro) di Miguel Angel Vivas, e The Limehouse Golem(Il golem della casa Lime) di Juan Carlos Medina dal romanzo di Peter Acroyd che narra di misteriosi assassini nellaLondra vittoriana. Dal Sundance l’opera sorprendente di Dan Kwan e Daniel Scheinert, Swiss Army Man(L’uomo dell’esercito svizzero). Dal Belgio Mon Ange(Il mio angelo) di Harry Cleven. Spagnolo, invece, Que dios nos perdone(Dio ci perdoni) di Rodrigo Sorogoyen, storia di un serial killer nella Madrid in crisi del 2012. Su sceneggiaturadi Don Coscarelli il film Phantasm Ravager(Il fantasma Ravager) di David Hartman. Anteprime anche l’atteso film franco-statunitense Sam was here(Sam è stato qui

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) di Christophe Deroo, il canadese The Void(Il vuoto) di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski, l’ispano-statunitense Pet(Animale domestico) di Carles Torrens, il giapponese Museum(Museo) di Keishi Otomo, l’australiano-statunitense Safe Neighborhood(Quartiere sicuro) di Chris Peckover. Molti i film provenienti da altri Festival, inclusi quelli recenti di WernerHerzog e di Terrence Malick. Per citarne alcuni, la commedia The Love Witch(La strega innamorata) di Anna Biller, Operation Avalanche(Operazione valanga) di Matt Johnson, Tenemos la carne(Abbiamo carne) di Emiliano Rocha Minter, Creepy(Raccapricciante) di Kiyoshi Kurosawa, Psycho Raman(Raman lo psicopatico) di Anurag Kashyap, The Autopsy of Jane Doe(L’autopsia di Jane Doe) di André Øvredal, Melanie di Colm McCarthy, Train to Busan(Il treno per Busan) di Yeon Sang-ho. E via elencando fino a sfiorare duecento titoli.

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Ci sono treni speciali da Sitges a Barcellona per riportare a casa i fan che durante il finesettimana restano per godersi gli spettacoli notturni. Durante il giorno la folla attorno ai cinemada l’impressione di assistere all’uscita dallo stadio di calcio dopo la partita. Al Festival si haanche la sensazione che si stia uscendo dalla crisi. Comunque, archiviati i dieci minuti diapplausi a Max Von Sydow, parliamo delle ondate di film che invadono gli schermi. Dall’Americal’originale film di un regista inglese, Hell or High Water (Inferno o acqua alta) di DavidMackenzie. Ambientato nella provincia texana, tra piccoli paesi divisi da chilometri di zonedesertiche, il film è interpretato da Jeff Bridges nei panni di un agente di polizia alla vigilia delpensionamento. Fa squadra con un agente di origini indiane e i battibecchi fra i due sonofrequenti. Ne vengono distratti da insolite rapine in banca, senza morti e con furti limitati abanconote di piccolo taglio. Autori due fratelli: un ex galeotto testa calda, e il più giovane, (ChrisPine), che partecipa agli assalti perché vittima di banche e di strozzini che gli stanno sottraendola piccola fattoria familiare. Non solo, ma separato e con due figli, agisce soltanto per assicurareil loro futuro. Interessanti i profili degli antagonisti: l’agente volitivo e caparbio, e il giovanerapinatore che tenta di frenare gli eccessi del fratello maggiore. Ciò che colpisce di più, tuttavia,è la descrizione di un Texas senza eroi: domestico, rarefatto, con raggruppamenti di casesparse tra distese di terre brulle, dove gli abitanti socializzano, si fa per dire, negli snack e nellebanche. Girato su sceneggiatura di Taylor Sheridan, il film dura 102 minuti.    

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In comune col film coreano in concorso, Karaoke Crazies (I pazzi del karaoke), opera prima diKim Sang-chan, la solitudine dei personaggi. Qui però siamo in un ambiente urbano, quasisempre all’interno di un albergo decadente dove si alternano pochi personaggi con piccoleperversioni e un assassino seriale. Una nota stampa segnala l’origine giapponese di Karaoke,scindendolo in Kara(vuoto) e Oke(orchestra) per indicare un’orchestra senza cantante. Questo tentando di nobilitare luoghi didistrazione denominati, Karaokee le piccole follie che vi si commettono. In realtà assistiamo a un timido gerente porno amatoreche si addormenta con gli auricolari dei film, a un paio di giovani donne cantanti chenascondono segreti, a un povero sordomuto bistrattato e a un dinamico agente di polizia. Nenasce una storia bizzarra, dai toni ironici e grotteschi, dove man mano le piccole perversionidiventano esplicite e accomunano questi personaggi disorientati in un piccolo gruppo di amici.Impreviste, tuttavia, azioni e motivazioni del killer che colpirà quando stanno per scadere i 106minuti del film. 

La lunga elaborazione di cinema fantastico ha coinvolto più di due generazioni e ha influito suiproduttori di Barcellona che hanno dato vita a factory di cinema fantascientifico impiegandofamosi cineasti americani e promovendo giovani registi, in larga parte catalani, che dirigono ininglese film di genere ambientati negli Usa.  Due sono appena passati sugli schermi delFestival. Inside (Dentro) di Miguel AngelVivas, 42 anni, che al suo quarto film ha scelto un remakedel film francese del 2007A l’intérieur(All’interno) di Alexandre Bustillo e Julien Maury. Sceneggiato da Jaume Balaguerò e Manu Diez, il film siavvale di due famose attrici statunitensi, Rachel Nichols e Laura Harring, per riportare suglischermi il dramma di una donna incinta, Sarah, che ha appena perso il marito in un incidented’auto. Sola in casa alla vigilia del parto, subisce l’intrusione di una sconosciuta decisa aportarsi via il nascituro. Debole e con problemi d’udito, dovrà difendersi da una donna scaltra emalvagia. L’incubo supera di poco i 90 minuti, ha funzionato come film d’apertura del Festival,ma non ha destato l’interesse della critica.

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Più ambizioso e di qualche interesse, invece, Proyecto Làzaro (Progetto Lazaro), terzo film diMateo Gil, 44 anni ed ex sceneggiatore di Alejandro Amenàbar (Mare dentro, Agora). Giovane manager di successo, Marc ha appena trentadue anni e gli viene diagnosticato untumore. Gli resta circa un anno di vita, ma gli è suggerito di congelare il suo corpo e di ritornarein vita in un futuro nel quale il cancro sarà stato sconfitto. Siamo già nel 2024 e la cosa che gliduole di più è la separazione dalla sua compagna. Decide dopo molte perplessità e torna in vitanel 2084. Il problema ora non è più la malattia, ma l’ambientazione, gli amici e i ricordi. E’veramente solo, anche se la sua compagna lo ha atteso per sessant’anni, ma la tentazione diabbandonare un mondo nel quale si sente alieno è fortissima. Interpretato da Tom Hughes eOona Chaplin il film dura 107 minuti. Si apre con discorsi tecnici sul progetto d’immortalità e sisviluppa con dialoghi sul destino umano dando troppo spazio alle dissertazioni a scapitodell’invenzione fantastica.

In concorso anche il lungo film coreano (156 minuti), Goksung (Lo straniero) di Na Hong-jin.Alcuni efferati delitti e una serie di eventi bizzarri coinvolgono il poliziotto di un villaggio e la suafamiglia. Tracce di rituali di magia nera e la presenza nei boschi di un giapponese misterioso,anziano e solitario, provocano la reazione dell’agente, soprattutto quando sua figlia vienecolpita dalla malattia che sta infettando la comunità. Per fronteggiare la maledizione che sembraessersi abbattuta sul villaggio, entrano in campo sciamani e religiosi. Dovranno sbaragliare ilnemico che s’introduce nelle menti provocando incubi e follie, e assecondare la polizia in unastagione di piogge torrenziali. Autore di alcuni thriller di successo, il regista è riuscito adaccattivarsi l’attenzione del pubblico rimasto in silenzio fino ai titoli di coda. Forse sarà difficileda ricordare, ma Kwak Do-won è il nome del protagonista dal volto bonario e disorientato. 

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Un’anteprima europea e un’anteprima mondiale al Festival. The autopsy of Jane Doe (L’autopsia di Jane Doe) del norvegese André Øvredal è qui in concorso dopo il Festival di Toronto. Con studi a SantaBarbara e dopo il successo del 2010 col film Troll Hunter(Il cacciatore di Troll), questo autore è tornato negli States per girare un thrillerdi 99 minuti. E suspense assicurata dalla scelta di narrare per filo e per segno un’autopsia.Tommy e Austin Tilden, padre e figlio, gestiscono una morguee un crematorio in Virginia. La radio annuncia una tempesta senza precedenti quando l’agenteBurke porta il cadavere di una ragazza scoperto intatto nella cantina di una famiglia brutalmentemassacrata. Il cadavere non presenta ferite ne ematomi. Sorpresi e incuriositi da una morteincomprensibile scoprono che alla ragazza è stata mozzata la lingua e che le ossa dei polsi edelle caviglie sono rotte pur non presentando segni esterni di violenza. Le sorprese aumentanosezionando il corpo. Emergono infatti oggetti che suggeriscono pratiche di magia nera, ma illavoro si blocca causa la tormenta che ha fatto saltare il circuito elettrico. Nel buio totale, isolatidalla tempesta che ha divelto alberi e bloccato le uscite, i due ricercatori diventano prede dellapaura. Interpretato da Brian Cox ed Emile Hirsch, il film si presenta come un viaggio senzaritorno verso il mistero e verso l’ignoto sostenuto da qualche spunto umoristico.

Prima mondiale invece per Museum (Museo) di Keishi Otomo che uscirà a Tokyo in novembre.Presentato con foga ed entusiasmo dal regista, 50 anni e autore di serie televisive, il film è unthriller di 132 minuti pieni di suspense. Tratto dal brillante manga di Ryousuke Tomoe, il filmparla degli efferati ed elaborati crimini di un assassino seriale che opera nascondendosi dietrouna maschera di rana. E’ sulle sue tracce il giovane ispettore Sawamura, che non sa di esserenel mirino del killer, il quale ha deciso di non ucciderlo ma di riempire di cadaveri i suoi passi. Enon sa che controlla lui, la moglie e la figlia all’interno di un misterioso disegno. Sa invece,come sanno anche i suoi colleghi, che l’assassino si ritiene un artista e che sembra uccidereper vendicarsi a causa di riconoscimenti mai ottenuti. In uno scontro col killer, Sawamura perdeun giovane collega e viene escluso dal caso, ma lui non demorde: scopre una pista e finisce nelcovo del killer dove l’aspettano sofferenze e guai senza fine. Splendidamente interpretato daShun Oguri, il film che è stato accolto da calorosi applausi si chiude con una sorpresa.

Nuovo anche Safe Neighborhood (Quartiere sicuro) di Chris Peckover che uscirà in Australia adicembre. Il regista, nativo di Montreal e attivo negli Usa ha diretto una storia non nuova, scrittada Zack Kahn, ma con un paio di variazioni che incuriosiscono. Narra di Ashley, babysitter chedeve occuparsi di un ragazzo di dodici anni. Non sa che il piccolo le ha preparato un paio discherzi insieme con un coetaneo, ma se ne accorgerà non senza qualche brivido. Finiti glischerzi, il ragazzo comincia a corteggiare la babysitter. La ragazza non ci sta, e il piccolo passaalle maniere forti: la lega a una sedia e prepara trappole per l’amichetto e per l’ex di Ashley.Guai senza fine e senza pietà per tutti, tranne per lo scaltro bambino che ha messo a punto unpiano diabolico, ma qualcosa non funzionerà. 85 minuti di tensione con Virginia Madsen, PatrickWarburton, Levi Miller. 

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Affermatosi negli anni Novanta con film quali Cure (Cura, 1997), Charisma (Carisma, 1999), Pulse(Impulso, 2001), Kiyoshi Kurosawa è considerato uno dei maestri del cinema fantastico. Oggi, asessant’anni, il regista ha presentato in concorso al Festival Creepy(Raccapricciante), un thriller di 130 minuti. Si apre col giovane ispettore di polizia Takakura che tenta di farragionare un killerpsicopatico che ha in mano un ostaggio. Non ci riesce: il prigioniero viene ucciso e il killer eliminato. Deluso, l’ispettore decide di insegnare criminologia. Cambia professione e cambiaanche casa. Il trasloco non è indolore. La moglie tenta di accattivarsi i vicini, ma senzasuccesso. Un’anziana signora le dice che la politica del buon vicinato non funziona: è meglioche ognuno si preoccupi della propria casa. Un vicino, invece, dopo essersi mostrato rozzo escostante, scambia visite e accetta anche un invito a cena. Mellifluo e sfuggente, il vicinoinsospettisce Takakura che pur avendo lasciato la polizia è sollecitato da un collega perindagare sulla scomparsa di due famiglie avvenuta sei anni prima. Puzzle o mosaico che sicompone pezzo per pezzo, il film ha come protagonista una sorta di angelo caduto, un giovanedeluso che si riattiva perché le circostanze e il comportamento della moglie necessitano il suointervento, e come antagonista un manipolatore, un asociale che sembra aver elevato a sistemauna fredda follia. I colpi di scena si susseguono lentamente fino all’epilogo illuminante edecisamente macabro.

In concorso anche il film che ha chiuso la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, Dog eat dog (Cane mangia cane) di Paul Schrader dal romanzo di Edward Bunker e con tre protagonisti in cartello: NicolasCage, Willem Dafoe, Christopher Matthew Cook. Nasce da un progetto che Schrader e Cageavevano in mente fin dai tempi di Reservoir Dogs(Le iene – Cani di paglia, 1992) di Quentin Tarantino, e diventa un film nero, molto nero e assolutamente scorretto. Tuttoin 95 minuti, ma densi di sconforto, di illusioni e morti. Troy, Mad Dog e Diesel si sonoconosciuti in carcere. Ora sono liberi e devono organizzare un colpo per tornare nel giro. Un boss, amico di Troy, gli chiede di sequestrare un bimbo per chiedere il riscatto al padre, notoimprenditore. Durante il sequestro uccidono proprio il padre creando una situazioneinsostenibile: un morto, niente denaro e problemi col bossche è all’origine dei fatti. Al di là dell’intreccio, il film descrive il profilo di tre disadattati. Senzacontrollo lo psicopatico Mad Dog (Willem Dafoe), bisognoso d’affetto e petulante finoall’esasperazione, per lui dire che ha il grilletto facile sarebbe soltanto un eufemismo.Responsabile invece Troy (Nicolas Cage), quello che tira i fili ma che è stato anche vittima diingiustizie che pongono un limite alla sua pazienza. Più misurato Diesel, buon compagno edesecutore, temperato dalle durezze del carcere. Si direbbe che Paul Schrader si diverta ascagliare tre personaggi inquieti, armati e pericolosi in seno a una società condizionata daregole e da abitudini. Il risultato è quello di tre lupi che irrompono sul gregge quando i guardianivigilano armati.

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Carles Torrens, 32 anni, nativo di Barcellona ha studiato cinema negli Usa alla ChapmanUniversity . Alsuo secondo film dopo Emergo(2011), è in concorso al Festival con Pet(Animale domestico) girato a Los Angeles su sceneggiatura di Jeremy Slater. Viene spontaneo mettere il film inrelazione con Il collezionista(1965) di William Wyler perché anche qui si narra di un giovanotto che sequestra una ragazza.La differenza consiste in parte nel fatto che ne è innamorato, ma soprattutto nella personalitàinsospettata della reclusa. Andando per ordine, Seth (Dominic Monaghan) incontra su un bus dilinea Holly (Ksenia Solo), una ragazza che ha studiato nello stesso liceo. Lui lavora in un canile,lei è cameriera in uno snacke scrive quotidianamente su un’agenda. Lui l’invita a cena, lei lo evita. Quando lui l’importunanello snack, un compagno di Holly lo picchia e lo butta fuori. Seth non si da per vinto. S’introducenell’appartamento della ragazza, la narcotizza e la porta nella cantina del canile dove le hapreparato una gabbia. S’instaura un rapporto vittima -  carnefice durante il quale Seth tenta difar valere il proprio innamoramento. Senonché leggendo l’agenda della ragazza, scopre cheanche Holly ha qualche scheletro nell’armadio. S’intravvede una probabile collaborazione tra idue, e sarà bene lasciare agli spettatori la scoperta di chi è il più forte. Scorrevole la regia diTorrens, e nei panni giusti gli attori in un racconto di novanta minuti.

In concorso anche un film dalla Settimana della Critica di Cannes: il franco-belga Grave, primolungometraggio della trentatreenne Julia Ducourneau, il cui titolo inglese è Raw(Crudo), come i pasti preferiti dalle due protagoniste. Si apre con Justine, un’adolescente vegetarianache si accinge a frequentare la facoltà di veterinaria. Quando gli anziani, in un ritualed’iniziazione, le fanno inghiottire un boccone di carne, le si riempie il corpo di pustole. Superatal’infezione, il comportamento della ragazza cambia. Durante un incidente la sorella maggiore sitaglia un dito. Justine telefona al pronto soccorso, ma aspettando si sente sedotta dal dito: loporta alla bocca, lo succhia e quasi distrattamente inizia a masticare. L’insolita vicenda dicannibalismo comincia in questo modo coinvolgendo le due sorelle che apporteranno lutti nel campusuniversitario. Garance Marillier ed Ella Rumpf sono impeccabili nelle vesti delle due sorelle,credibili quanto il racconto è fantastico pur sviluppandosi in maniera quasi glaciale. Circa centominuti la proiezione durante la quale in sala nessun segno di vita!

Che dire del belga Harry Cleven, che esordì nel 1993 con Abracadabra e ora presenta inconcorso Mon Ange (Angelo mio), un film di 79 minuti in cui si racconta la storia del figlio di un illusionista che riesce ascomparire dinanzi al pubblico? Si dà il caso che il piccolo sia invisibile e che la madre gliinsegni fin da bambino a tenersi in disparte dalla gente che potrebbe fargli male. Nel boscocrescerà frequentando soltanto la coetanea non vedente della casa accanto ed è inevitabile lareciproca attrazione. Poi lei parte per dieci anni e quando ritorna ha anche riacquistato la vista.Cosa fare? Il regista ha impiegato il suo talento per descrivere un personaggio invisibile senzadargli forma mediante panni o colori, ed è riuscito nell’intento. Quello che difetta è il racconto.Una volta stabilito l’aspetto romantico di un amore quasi impossibile il film si chiude.

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Momento di distensione al Festival con due film in concorso orchestrati come giochi. Nonmancano i morti, ma gli intrecci risultano a volte divertenti con la complicità degli sceneggiatori.Il meno lineare dei due è Schneider vs. Bax (Schneider contro Bax), produzione belgaolandese per la regia di Alex Van Warmerdam che due anni fa a Sitges vinse il Gran Premiocon Borgman.   Scritto dalregista, il film si apre in un mattino con due bambine che fanno gli auguri di compleanno al papàancora a letto. Non sanno, e non lo sa neanche la madre, che il signor Schneider ha una doppiavita. Nella seconda è un killera pagamento. Una chiamata urgente lo sbalza fuori di casa, ma promette alla moglie di tornareper il pranzo. Gli viene chiesto di eliminare uno scrittore che vive isolato in una laguna. Motivo? E’ un infanticida. Schneider si traveste cambia identità, e armato di tutto punto si avvicina al bersaglio. Loscrittore però riceve la visita della figlia, e lui chiama il contatto perché non vuole uccidere tutti edue. Il contatto assicura che farà allontanare la donna, ma in realtà è la vittima designata èproprio l'asssino a pagamentoi. Il cliente, infatti, è d’accordo con lo scrittore, altro killer, al quale ha detto che Schneider è un infanticida e che lui deve appostarsi per eliminarlo. Lavicenda si complica col padre dello scrittore accompagnato da una giovanissima amante chearriva in visita, e con l’irruzione della donna del padrone di casa, amante bistrattata che vuolsoltanto recuperare le sue cose. Interpretato dallo stesso van Warmerdam e da AnetteMalherbe, il film dura 96 minuti e segue un percorso pieno di imprevisti e trovate che dilatano ilracconto pur mantenendo alta la tensione. Alla fine l’importante è fare bene il proprio lavoro etornare a casa in tempo per la festa di compleanno.

Più semplice, ma altrettanto divertente il disegno di Cop Car (Auto della polizia), secondo filmdello statunitense Jon Watts interpretato da Kevin Bacon. Due bambini di circa dieci anniattraversano i campi disobbedendo ai genitori che li credono a scuola. Siamo nel Colorado, e idue piccoli trovano una macchina apparentemente abbandonata. Dopo lunghe esitazionimontano a bordo, accendono il motore e partono. Si dà il caso che sia lo sceriffo ad averlasciato l’auto tra gli alberi per andarsi a sbarazzare del cadavere di un trafficante che ha uccisodopo avergli sottratto la droga. Di ritorno non crede ai suoi occhi ma si mette a correreall’impazzata dopo aver dirottato con una telefonata tutti gli agenti disponibili. Il fatto è che nellasua macchina oltre alla pistola, il fucile e i documenti c’è un altro prigioniero quasi cadavere. Loscoprono i due bambini che sentono rumori nel portabagagli. Legato, ma ancora vivo, il balordochiede pietà ai bambini. Una volta liberato, però, è lui che li chiude sui sedili posteriori dell’auto,prende il fucile e va ad appostarsi. I bambini infatti hanno intercettato una telefonata dellosceriffo che li ha assicurati che sarebbe venuto a recuperare la sua auto e ad accompagnarli acasa. Meno tenero, però, quando arriva sul luogo ma deve giocare la carta del poliziotto buonoperché scopre di essere nel mirino della sua presunta vittima. E a questo punto entra in scenauna signora curiosa che ha notato le due auto in sosta in mezzo al nulla. Lasciamo il finale allospettatore che vedrà il film in sala. Da parte nostra un grazie a due film non eccellenti, ma chenon annoiano.

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49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya

Scritto da Renzo FegatelliVenerdì 30 Settembre 2016 00:00 - Ultimo aggiornamento Sabato 15 Ottobre 2016 16:36

Impossibile vedere tutti i film in concorso al Festival: 30 nella sezione Oficial Fantàstic e 17nello Speciale Oficial Fantàstic. Privilegiando le proiezioni tenute nell’Auditorida citare Desierto(Deserto) di Jonàs Cuaròn, figlio di Alfonso col quale aveva collaborato alla sceneggiatura di Gravity. Interpretato da Gael Garcia Bernal e Jeffrey Dean Morgan, il film sembra affrontare il tema deimessicani che tentano di attraversare illegalmente il confine con gli Usa per trasformarsi in unthrillerche ricorda La pericolosa partita(The Most Dangerous Game, 1932) di Irving Pichel ed Ernest B. Schoedsack. Si apre con un vecchio furgoncino che siguasta a pochi chilometri dalla frontiera e obbliga una dozzina di emigranti a continuare a piedi.Un ranger statunitense non vi presta molta attenzione, ma un cowboy in fuoristrada, armato difucile di precisione e accompagnato da un cane, decide di difendere la suaterra e si apposta su una collina per un tiro al bersaglio sugli intrusi. Uccide i primi otto cheprecedono quattro rimasti indietro e crede di averli eliminati tutti. Il cane, però, fiuta altrepresenze, e lui riprende la caccia. E qui spunta il thrillerperché i fuggitivi hanno assistito al massacro e fuggono sulle colline inseguiti da un cane ferocee dal giustiziere che deve continuare a piedi. Sono 95 minuti di suspense assicurato perscoprire chi resterà in vita, con la concessione di qualche stratagemma che ravviva la caccia,ma la sensazione è quella di un videogioco su grande schermo.Crimini altrettanto efferati, ma commessi secondo errate convinzioni religiose, sono illustrati nelfilm indiano

Psycho Raman (Raman lo psicopatico) di Anurag Kashyap ispirato dalla figura di RamanRaghav, assassino seriale degli anni Sessanta, che terrorizzò l’India con una scia di morti.Ambientato ai nostri giorni a Mumbai, il film mostra un disadattato che ammazza perché si sentechiamato per uccidere. Ha deciso di chiamarsi Rammana e trascrive puntualmente su untaccuino nomi e date delle esecuzioni. La sua vita ha una svolta quando osserva un poliziottococainomane che elimina a sangue freddo una persona indifesa. Lo interpreta come uncompletamento di sé stesso, uno che fa valere la giustizia terrena, controparte della suagiustizia divina. Lo segue disseminando cadaveri sulla sua strada e ingaggiando una sorta dicaccia gatto - topo. Quando decide di aver compiuto la sua missione si costituisce e chiede unconfronto con l’agente per spiegargli le ragioni dei suoi omicidi e dimostrargli che lui inveceuccide senza motivo o per tornaconto. Interpretato in maniera brillante da Nawazzudin Siddiquie Vicky Kaushal, il film è suddiviso in otto capitoli e dura 128 minuti. E’ una sorta di detective storydagli spunti realistici e si avvale di una narrazione serrata, di personaggi ben definiti e di unininterrotto filo conduttore, la lucida follia del protagonista.

Nella sezione speciale anche il film di Werner Herzog, Salt and Fire (Sale e fuoco) del quale sipotrebbe scrivere: intenzioni eccellenti, film onesto. Per denunciare i guasti all’ecosistema, ilregista narra di una delegazione dell’Onu che sbarca in America latina per raccogliere dati sumalformazioni geologiche. Sequestrata all’aeroporto, la scienziata a capo della delegazioneviene trasportata su una collina in mezzo a un deserto di sale e lasciata a meditare per alcunigiorni in compagnia di due bambini ciechi. Quando verrà ricondotta all’aeroporto, il fuorileggeche l’ha sequestrata le dirà di averle voluto far sperimentare il disastro ecologico, cosa molto piùimportante delle cifre che lei voleva raccogliere incontrando i rappresentanti del governo. Giratoin Bolivia e interpretato da Veronica Ferres e Michael Shannon, il film è più un monito che ilracconto, servito da splendide immagini, di una natura ferita. I PREMI

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49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya

Scritto da Renzo FegatelliVenerdì 30 Settembre 2016 00:00 - Ultimo aggiornamento Sabato 15 Ottobre 2016 16:36

Considerando il numero delle sezioni e delle giurie c’è stata un’invasione di premi. Attenendocialle principali, apriamo con la Secciò Oficial Fantàstic Sitges 2016 dove il Gran Premio è statovinto dall’inclassificabile film statunitense Swiss Army Man(Soldato svizzero) di Daniels, che ha ottenuto anche il premio d’interpretazione maschile andato a DanielRadcliffe. Il premio speciale della giuria è stato assegnato all’inglese La autopsia di Jane Doedi André Øvredal. Train to Busan(Il treno per Busan) del coreano Yeong Sang-ho ha avuto il premio per la migliore regia e anche quello per imigliori effetti speciali che ha coronato Jung Hwang-su. Il Premio d’interpretazione femminile èstato di per Senna Nanua, protagonista del film di coproduzione inglese-americana Melanie. The Girl with all the Gifts(Melania. La ragazza con tutti i talenti) di Colm McCarthy. Premio di sceneggiatura a Jeremy Slater per il film prodotto da Spagna eUsa, Petdi Carles Torrens. Premio per la fotografia al coreano Hong Kyung-pyo per il film The Wailing(Lo straniero) di Na Hong-jin. Miglior corto: Curvedi Tim Egan (Australia) con una menzione perLimbodi Konstantina Kotzmani, prodotto da Francia e Grecia.Anche il pubblico ha premiato un film coreano, Agassi (Fatto a mano) di Park Chan-wook. Ilpremio José Luis Guarner (giuria della critica) è andato a un film già uscito in Italia, il danese The Neon Demondi Nicolas Winding-Refn. Il Premio Citizen Kane al miglior esordiente ha coronato Gravedi Julia Ducournau che ha vinto anche il Méliès d’argento quale miglior film europeo. Nellasezione Nove Vision Oneha vinto Babak Anvari con Under the Shadow(In penombra), prodotto da Gran Bretagna, Giordania, Qatar.Nella sezione Nove Vision Plus, il vincitore è l’iraniano Mani Haghighi con A Dragon arrives! (Arriva un drago!). Nella sezione Panorama Fantàsticil premio ha coronato una coproduzione tra Irlanda e Regno Unito, I am not a Serial Killer(Non sono un assassino seriale) di Billy O’brien.Dulcis in fundo, il film italiano Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti ha vinto ilpremio della sezione Orbita dove concorrevano tredici film.               

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